«il nuovo amico» n. 26 del 15 luglio 2012

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D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004 N. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Pesaro facebook.com/ilnuovoamico € 1,00 amico il nuovo www.ilnuovoamico.it Antifurto - Antincendio TVCC - Videocontrollo Cotrollo Accessi Cablaggio Strutturato Impianti telefonici Automazioni FAAC Portoni Sezionali Preventivi e sopralluoghi gratuiti Assistenza tecnica 24 ore su 24 0721 - 851005 Fano COPIA OMAGGIO EDITORIALE hotel supplies Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro Tel. 0721 405274 Fax 0721 259164 www.arpaitalia.it - [email protected] FORNITURE ALBERGHIERE ARREDO BAGNO E CAMERA COMUNICAZIONE E PUBBLICITÁ Seguici su: SSS security systems SISTEMI DI VIDEOSORVEGLIANZA CON CONTROLLO REMOTO VIA INTERNET Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro Tel. 0721 405274 Fax 0721 259164 www.ipsorveglianza.com - [email protected] Richiedi il tuo preventivo Illustrazione: Mara Cerri Comunicazione: Hotelfantasy.co.uk Moda Luciana NUOVI ARRIVI PRIMAVERA-ESTATE PREZZI SPECIALI Pesaro - via delle Betulle n. 4 (zona Torraccia) - Tel. 0721/22611 L a ricerca scientifica non ha mai cessato di avere un certo ‘profumo di sacralità’. E’ nata all’ombra delle ‘sacrestie’ delle varie religioni. Il culto della bellezza e del mistero dell’universo, seppure nella molteplicità delle espressioni, si coniugavano al culto delle divinità. Così all’origine delle civiltà del Mediterraneo, a cominciare dai greci, le varie discipline della sapienza erano strettamente unite: la filosofia alla fisica, la fisica alla matematica, ecc… Per genialità, per assimilazione e per l’originalità stessa del mistero dell’Incarnazione del Verbo, si è ripetuto, in maniera eccellente, nel Cristianesimo. Resta insuperato il pensiero medievale. Fra le tante figure che hanno espresso la ‘composizione dei saperi’ eccelle Sant’Alberto Magno (1206-1280) dottore universale e patrono delle scienze (pastore, filosofo, teologo ma anche biologo, fisico, botanico…). Il suo metodo consisteva semplicemente nell’osservazione, nella descrizione e classificazione dei fenomeni. Apre così la porta alle ricerche successive e dimostra che tra scienza e fede non vi è opposizione. Si aggiungono tantissimi testimoni, credenti e scienziati dell’età moderna Copernico, Galileo, Pascal, Newton; fra i contemporanei Zichichi, Cabibbo (scopritore delle particelle elementari), Enrico Medi per il quale la scienza si fa poesia: “prendo lo sfavillio dei colori e ne fo poesia; io prendo voi stelle nelle mie mani, e tremando nell’unità dell’essere mio vi alzo al di sopra di voi stesse, e in preghiera vi porgo al Creatore, che solo per mezzo mio voi stelle potete adorare”. Per il prof. Zichichi “la scoperta del bosone di Higgs ci ha dimostrato che la massa reale ha le sue radici nella massa immaginaria. Noi fisici, nel nostro lavoro, possiamo vedere solo cose reali, ma costruendo una teoria completa, abbiamo capito che oltre la massa reale abbiamo bisogno della massa immaginaria la quale entra così nella descrizione dell’universo che è fatto di stelle e di galassie ma che ha le sue radici nell’universo subnucleare, che è più importante delle stelle e delle galassie”. Per il prof. Facchini dell’Università di Bologna “la denominazione data al bosone ‘particella di Dio’ è certamente impropria e si lega a circostanze accidentali, tuttavia dice qualche cosa delle sue proprietà ‘creative’ nel dare ‘massa’ a tutte le cose. Ma il concetto di creazione è altra cosa. La nuova scoperta non cambia nulla per quanto riguarda l’idea di creazione. Alcune buone circostanze hanno accompagnato la scoperta del Bosone Higgs. Il bisogno non proprio inconscio dell’unità dei saperi, il contatto diretto e prolungato dei ricercatori con il non esistente, e la fine completa del materialismo storico-scientifico di Engels, sono segnali che possono davvero ribaltare la cultura positivista del ‘900 e aprirsi finalmente a quel ‘oltre’ che li accompagna ad ogni passo. Raffaele Mazzoli © RIPRODUZIONE RISERVATA Bosone Higgs ‘Particella di Dio?’ M artedì 10 luglio, la città di Fano e tutta la diocesi hanno festeggiato il patrono San Paterniano. “Fissando lo sguardo ogni giorno, nella cappella dell’Episcopio, sul- l’iconografia di San Paterniano, dove un bambino offre al Santo la Diocesi e la Città di Fano – ha esordito il vescovo Mons. Trasarti nel suo messaggio - sento il dovere morale di farmi carico dell’affetto per questa Città e Diocesi e vorrei quasi prenderla tra le braccia con predilezione pastorale. Pag. 10-11 © RIPRODUZIONE RISERVATA Fano in Festa per San Paterniano Servizio di parcheggi con il telefonino PESARO 8 I seminari d’agosto dell’Istituto Mancini URBINO 17 Adolescenti: un fiume di alcol INDAGINE DELLA SCUOLA “OLIVETTI” DI FANO “PER SBALLARE” NE ABUSANO 3 STUDENTI SU 4 villabacchiani.it - [email protected] info e prenotazioni: 049.9004509 - 0462.764292

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«Il Nuovo Amico» n. 26 del 15 luglio 2012

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La ricerca scientifica non ha mai cessato di avere un certo ‘profumo di sacralità’. E’ nata all’ombra delle ‘sacrestie’ delle varie religioni. Il culto della bellezza e del mistero

dell’universo, seppure nella molteplicità delle espressioni, si coniugavano al culto delle divinità. Così all’origine delle civiltà del Mediterraneo, a cominciare dai greci, le varie discipline della sapienza erano strettamente unite: la filosofia alla fisica, la fisica alla matematica, ecc… Per genialità, per assimilazione e per l’originalità stessa del mistero dell’Incarnazione del Verbo, si è ripetuto, in maniera eccellente, nel Cristianesimo. Resta insuperato il pensiero medievale. Fra le tante figure che hanno espresso la ‘composizione dei saperi’ eccelle Sant’Alberto Magno (1206-1280) dottore universale e patrono delle scienze (pastore, filosofo, teologo ma anche biologo, fisico, botanico…). Il suo metodo consisteva semplicemente nell’osservazione, nella descrizione e classificazione dei fenomeni. Apre così la porta alle ricerche successive e dimostra che tra scienza e fede non vi è opposizione. Si aggiungono tantissimi testimoni, credenti e scienziati dell’età moderna Copernico, Galileo, Pascal, Newton; fra i contemporanei Zichichi, Cabibbo (scopritore delle particelle elementari), Enrico Medi per il quale la scienza si fa poesia: “prendo lo sfavillio dei colori e ne fo poesia; io prendo voi stelle nelle mie mani, e tremando nell’unità dell’essere mio vi alzo al di sopra di voi stesse, e in preghiera vi porgo al Creatore, che solo per mezzo mio voi stelle potete adorare”. Per il prof. Zichichi “la scoperta del bosone di Higgs ci ha dimostrato che la massa reale ha le sue radici nella massa immaginaria. Noi fisici, nel nostro lavoro, possiamo vedere solo cose reali, ma costruendo una teoria completa, abbiamo capito che oltre la massa reale abbiamo bisogno della massa immaginaria la quale entra così nella descrizione dell’universo che è fatto di stelle e di galassie ma che ha le sue radici nell’universo subnucleare, che è più importante delle stelle e delle galassie”. Per il prof. Facchini dell’Università di Bologna “la denominazione data al bosone ‘particella di Dio’ è certamente impropria e si lega a circostanze accidentali, tuttavia dice qualche cosa delle sue proprietà ‘creative’ nel dare ‘massa’ a tutte le cose. Ma il concetto di creazione è altra cosa. La nuova scoperta non cambia nulla per quanto riguarda l’idea di creazione. Alcune buone circostanze hanno accompagnato la scoperta del Bosone Higgs. Il bisogno non proprio inconscio dell’unità dei saperi, il contatto diretto e prolungato dei ricercatori con il non esistente, e la fine completa del materialismo storico-scientifico di Engels, sono segnali che possono davvero ribaltare la cultura positivista del ‘900 e aprirsi finalmente a quel ‘oltre’ che li accompagna ad ogni passo.

Raffaele Mazzoli© RIPRoDUZIonE RISERVATA

Bosone Higgs‘Particella di Dio?’

Martedì 10 luglio, la città di Fano e tutta la diocesi hanno festeggiato il patrono San Paterniano. “Fissando lo sguardo ogni giorno, nella cappella dell’Episcopio, sul-l’iconografia di San Paterniano, dove un bambino offre al Santo la Diocesi e la

Città di Fano – ha esordito il vescovo Mons. Trasarti nel suo messaggio - sento il dovere morale di farmi carico dell’affetto per questa Città e Diocesi e vorrei quasi prenderla tra le braccia con predilezione pastorale.

Pag. 10-11© RIPRoDUZIonE RISERVATA

Fano in Festa per San Paterniano

Servizio di parcheggi con

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I seminari d’agosto

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adolescenti:un fiume di alcol

indaGine della SCuola “oliVetti” di Fano“Per Sballare” ne abuSano 3 Studenti Su 4

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Chiesa e Mondo15 luglio 20122

Aut. n. 83/85 Trib. di PesaroIL NUOVO AMICO RISPETTA L’AMBIENTE. STAMPIAMO SOLO SU CARTA RICICLATA.

REDAZIONE CENTRALE:Raffaele Mazzoli – Direttore - Ernesto Preziosi - Direttore ResponsabileRoberto Mazzoli - Caporedatt. CentraleGastone Mosci – Incaricato dei rapporti con la Regione MarcheVia del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) - Tel. 0721/64052 Fax 0721/69453e-mail: [email protected]

Redazione di Pesaro: Via del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) Tel. 0721/64052 - Fax 0721/69453e-mail: [email protected] Alvaro Coli – Responsabile diocesano.

Redazione di Fano: Via Roma 118 - 61032 FANO (PU) - Tel. 0721/802742 (dir.) - 803737 - Fax 0721/825595e-mail: [email protected] Giacomo Ruggeri – Responsabile diocesano.

Redazione di Urbino: Via BeatoMainardo, 4 - 61029 URBINO (PU)Tel. e Fax 0722/378395e-mail: [email protected]. Giancarlo Di Ludovico – Responsabile diocesano

EDITORE: Cooperativa Comunicare - Via del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU). Tel. 0721/64052 - Fax 0721/69453.Amministratore Unico: Marco Farina Presidente Cooperativa Comunicare

STAMPA: Galeati Industrie Grafiche/ImolaGRAFICA: arti grafiche pesaresi srl/pesaroLa testata “Il Nuovo Amico” fruisce dei contributi Statali diretti di cui alla Legge 7 agosto 1990, n. 250.PUBBLICITà Uffici della Redazionecentrale 0721/64052 e Paolo MorsianiL’Impresa Editrice COMUNICARE risulta iscritta al Registro delle imprese di PESARO presso la Camera di commercio al n. 98100

Questo settimanaleè iscritto alla FISCFederazione ItalianaSettimanali Cattolici

ed è associatoall’USPIUnione StampaPeriodica Italiana

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ABBONAMENTIOrdinario € 39 - Amico € 50 - Sostenitore € 100Da versare sul c/c 12522611 intestato a: “IL NUOVO AMICO” - Via del Seminario 4 / 61121 PESARO - www.ilnuovoamico.it

Questo numero è stato chiuso in redazionemercoledì 11 luglo 2012 alle ore 22 e stampato alle ore 6 di giovedì 12 luglio

CALENDARIO 15 luglioS. Bonaventura Vescovo e Dottore della Chiesa

San Bonaventura da Bagnoregio (o Bagnorea) al secolo Giovanni Fidanza, è stato un religioso, fi-

losofo e teologo italiano. Sopranno-minato Doctor Seraphicus, insegnò alla Sorbona di Parigi e fu amico di san Tommaso d’Aquino. Vescovo e cardinale, dopo la morte venne canonizzato da Papa Sisto IV nel 1482 e proclamato Dottore della Chiesa da Papa Sisto V nel 1588. È considerato uno tra i più importanti biografi di san Francesco d’Assisi. In-fatti alla sua biografia — la Legenda Maior — si ispirò Giotto da Bondo-ne per il ciclo delle storie sul Santo nella basilica di Assisi. Per diciasset-te anni — dal 1257 — fu ministro generale dell’Ordine francescano, del quale è ritenuto uno dei padri: quasi un secondo fondatore. Sotto la sua guida furono pubblicate le Costituzioni narbonesi, su cui si ba-sarono tutte le successive costituzio-ni dell’Ordine. La visione filosofica di Bonaventura partiva dal presup-posto che ogni conoscenza derivi dai sensi: l’anima conosce Dio e se stessa senza l’aiuto dei sensi esterni. Risolse il problema del rapporto tra ragione e fede in chiave platonico-agostiniana.È venerato come santo dalla Chiesa cattolica, che celebra la sua me-moria il 15 luglio (vedi Bonaventu-ra). Era figlio di Giovanni Fidanza, medico, e di Maria di Ritello; portò inizialmente il nome del padre, Gio-vanni, che cambiò in Bonaventura al momento del suo ingresso nella famiglia francescana. Entrò nel-l’Ordine francescano nel convento di San Francesco vecchio, situato a metà strada tra Bagnoregio e Civita.

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XV domenica del tempo ordi-nario - Anno BLETTURE: Am 7,12-15; Sal 84; Ef 1,3-14; Mc 6,7-13 mos lascia la sua terra e va al nord, nel Regno di Israele per profetizzare: la sua parola provoca, disturba, non è ac- colta. Questo profeta deve andarsene e tornare nella sua terra, Giuda, da dove è venu- to: “Vattene”. La risposta di Amos è disarmante: dice che se ne stava tan- to bene facendo il mandriano e colti-vando sicomòri, ma... : “Il Signore mi

prese, mi chiamò, mi disse: Va’, profe-tizza al mio popolo Israele”. Anche il Vangelo presenta una situa-zione simile: “Gesù chiamò a sé i Dodi-ci e prese a mandarli a due a due”. Essi partono e agiscono con una potenza nuova e con una autorità che il Signo-re ha trasmesso a loro. Nello sfondo di ogni missione c’è sempre una realtà da liberare, un peccato da togliere, un di-sordine cui rimediare. Il Signore vede e chiama “quelli che vuole” (Mc 3,13), perché agiscano nel suo nome e col suo aiuto.Cosa dice a noi il Signore? A tutti i

battezzati, che con San Paolo gioisco-no e benedicono il Signore per la glo-riosa sorte di avere ottenuto in dono la salvezza (seconda lettura), il Signore mostra le varie situazioni del mondo, i vari bisogni che si presentano e chiede a tutti di interessarsene, di farsene ca-rico in qualche modo: “Non puoi star-tene tranquillo nei tuoi affari”. Alcuni poi li chiama in modo totale e radicale: essi devono identificare la loro esisten-za con la missione che viene loro affi-data da Dio. Sarà possibile questo? La storia di sempre ci dice che non solo è possibile, ma che il canto di libertà

che scaturisce dal cuore di San Paolo (come dal cuore di Maria) è l’espressio-ne più vera di una libertà raggiunta, di una gioia che uno non si da solo, di un qualcosa che non si può soffocare den-tro ma che deve necessariamente esse-re comunicata anche agli altri.Cosa diciamo noi al Signore? “Mo-straci, Signore, la tua misericordia, mandandoci profeti che scuotano la nostra indifferenza”. La preghiera per le vocazioni sia continua e … importuna.

Giovanni Tani, Arcivescovodi Urbino-Urbania -S. Angelo in Vado

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La ParoLa di dio Uscire dall’indifferenza

CHIESE EUROPEE INCONTRO CCEE A EDIMBURGO

Uno scambio di doni

Nei giorni scorsi si è tenuto ad Edimburgo (Scozia) il 40° incontro dei segretari generali delle conferen-

ze episcopali europee al quale ha partecipato anche mons. Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza episcopale italiana. Il Sir lo ha incontrato alla conclusione dei lavori.

In questo incontro europeo sono stati affrontati temi di ri-lievo (vita, famiglia, libertà reli-giosa, libertà di educazione) che richiamano l’importanza di un pensiero comune delle Chiese in Europa: quale è la sua valuta-zione?

“Va subito precisato che incontri del genere non sono un mero adempi-mento nell’attività di un organismo o di una istituzione, ma mostrano tut-to l’interesse nutrito dai partecipanti mossi dal bisogno di condividere un’esperienza così intensa e signifi-cativa come quella delle conferenze episcopali, con gli aspetti positivi e i nodi problematici che oggi presenta. La Chiesa, peraltro, vive sempre di questa esigenza di condivisione, che porta a farsi carico dei problemi gli uni degli altri e ad arricchirsi gli uni gli altri con le esperienze positive maturate. C’è un cammino europeo di cui si va prendendo sempre più

coscienza e di cui si avverte la pre-ziosità e la necessità. Un tema concreto affrontato da tutti i presenti è stato quello della famiglia: perché questa comune preoccupazione?“Ho riscontrato la conferma di una pericolosa linea di tendenza che ve-diamo addirittura rafforzarsi, quella cioè a disarticolare la famiglia, a mu-tarla e a stravolgerla. Ho chiesto ad alcuni miei confratelli se questo sia l’obiettivo di gruppi di pressione, di aree culturale definite e circoscritte o piuttosto una tendenza che va a diffondersi sempre più. Le risposte non sono state univoche. Mi sono fatta l’idea che ci sono delle lobby attive nel portare avanti iniziative di-rette a cambiare volto alla famiglia, al rapporto uomo-donna, alla persona nella sua integrale dignità, al valore della vita. Però sono non meno con-vinto che ci sia ancora un tessuto di umanità profondamente sano, anche in quei Paesi che appaiono prevalen-temente pervasi di laicismo. C’è un sentimento profondo, sotterraneo, radicato, che testimonia che il sen-so dell’umano persiste e può essere sempre meglio recuperato. A fronte della sfida messa in atto da gruppi di pressione, dovremmo prendere an-cor più coscienza che qui è in gioco l’identità dell’essere umano,la salva-

guardia della sua integrità”.

Negli interventi si è parlato di tentativi di rimozione della fede dalla vita pubblica che per alcu-ni hanno qualche venatura di persecuzione…

“Vorrei premettere, richiamando il tema della famiglia ma non solo, che taluni commentatori e non pochi media sono arrivati a far diventa-re ‘pensiero politicamente corretto’ idee e proposte che stravolgono l’es-sere umano e ne minacciano integri-tà ed esistenza. Quanto ai cristiani in particolare, più che di persecuzione parlerei di disagio, di senso di mino-ranza da parte di chi pensa diversa-mente dal politicamente corretto o, come qualcuno lo definisce, dal pen-siero unico. Per noi cristiani preferi-rei parlare di difficoltà a dare espres-sione a un pensiero non allineato con l’opinione della maggioranza o, almeno, rappresentata come mag-gioranza dai media. Questo non dice i termini reali delle proporzioni fra maggioranza di opinioni e minoran-ze, ma spiega l’effetto di condiziona-mento che questo ‘politicallycorrect’ esercita nel dibattito pubblico”.

Per far fronte a questo ‘politi-callycorrect’ si può rispondere

– come è stato detto - con l’eccel-lenza della vita di fede?

“L’idea dell’eccellenza intellettuale è stata proposta nel corso del nostro incontro in modo significativo. Si tratta di un tema tipico di Newmann e della sua idea di università. Sono persuaso che una visione si affer-ma quando è testimoniata, vissuta e presentata con una qualità alta. L’ec-cellenza, però, non riguarda solo la dimensione intellettuale, ma tocca tutti gli aspetti delle persone e del loro stile di vita. La santità è un’eccel-lenza nella coerenza e nella integrità della vita di fede. Il rischio che si cor-re è che, sotto la pressione di un pen-siero ‘politicallycorrect’, ci adagiamo su un livello di scarsa qualità sia in-tellettuale sia di stile complessivo, di azione e di vita”.

Questi incontri europei sono per ogni Chiesa un dono accolto e un dono offerto: per la Chiesa italiana come leggere i due doni?

“Il dono accolto consiste nell’aiuto che ci viene dall’ascolto delle esperienze altrui e nella presa di coscienza del valore di ciò che ci appartiene e che rischiamo di perdere. Riscopriamo così l’esigenza impegnativa di colti-vare il nostro tratto specifico, ovvero questo tessuto sociale che si nutre di una diffusa tradizione culturale popolare, questa Chiesa di popolo che ancora in qualche modo resiste in Italia. Lo scambio riguarda anche ciò che noi e gli altri non abbiamo ancora del tutto raggiunto e che il Si-nodo sulla nuova evangelizzazione e l’Anno della fede vogliono evidenzia-re, e cioè la capacità di iniziativa, la tensione missionaria, l’esigenza della fede cristiana di qualificarsi, di dif-fondersi e convincere. Di fronte a un diffuso senso di stanchezza, di fatica e di rassegnazione occorre ritrovare e riproporre la bellezza e l’entusia-smo della fede cristiana, dell’incon-tro con Dio come esperienza sempre nuova di speranza e di felicità per ognuno e per tutti”.

….a cura di Paolo Bustaffa

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 3: «Il Nuovo Amico» n. 26 del 15 luglio 2012

Primo Piano 15 luglio 2012 3amicoil nuovo• •

Dopo lo spread, la spending review: il linguaggio fi-nanziario e manageriale è ormai entrato nella vita e nei comportamenti quotidiani. E ci avverte che

nulla sarà più come nel XX secolo, durante e dopo que-sta crisi e la ristrutturazione che inevitabilmente ne con-segue. Tuttavia tutti gli strumenti finanziari e gestionali, per essere utili e riuscire allo scopo di ridare sostenibilità ed efficienza alla compagine pubblica, devono poggiare su basi solide. Le tasse prima e oggi i tagli sono necessari per fronteggiare l’emergenza, ma, proprio per non pro-durre stress sociale e impoverimento collettivo, devono essere accompagnati da una prospettiva. Serve trovare senso di comunità, attraverso la distribuzione equa dei carichi. Sembra però chiaro che è finita un’era di certez-ze. Siamo ritornati a cent’anni fa, ai tempi evocati nella famosa autobiografia di Stefen Zweig “Die Welt von Ge-stern. Erinnerungen eines Europäers” (“Il mondo di ieri. Ricordi di un europeo”), quando ricordava la Vienna della bella époque, die welt der Sicherheit, un mondo di sicurezze, di certezze politiche, culturali, di comporta-menti collettivi e di stili di vita, traumaticamente conclu-so con la Grande Guerra e poi, anche nei Paesi vincitori, con la Grande Crisi. In realtà non è questo il solo modo,

romanticamente decadente, per guardare ai nostri anni di cambiamento. C’è anche quello, pure consunto da troppa retorica, sull’innovazione, che poggi su un tessu-to condiviso e convinto di stili di vita, valori, riferimenti. Che non è appunto una retorica giovanilistica, quei gio-vani coccolati e negati di cui tanto si parla, ma è in so-stanza un appello al lavoro, serio e creativo insieme.

Ridurre gli sprechi, i favoritismi, le passività, significa, se si vuole procedere e non condannarsi alla decaden-za, creare condizioni per lavorare tutti, per lavorare me-glio, per darsi da fare e dare prospettive. Giustamente il presidente del Consiglio ha anche di recente sottolinea-to i limiti temporali del mandato al governo, ma anche la sostanza del mandato stesso. Bisogna fare quadrare i fondamentali e farlo bene. E ciò non preclude, ma anzi implica, un ruolo attivo della politica. È evidente che, in particolare se si arriverà a nuove regole elettorali, l’of-ferta si riarticoli. È la politica, mentre ancora lavorano i tecnici, a doversi spendere per far sì che la stagione che si va sviluppando sulla linea della famosa lettera della Bce all’Italia di un anno fa, sia quella che porta all’inno-vazione dei processi e al rilancio del senso di comunità e di corresponsabilità. Siamo sul filo sottile che divide lo stress e la nevrosi collettiva, soprattutto di quello che anticamente si chiamava ceto-medio ed ora non ha più nome ed identità, dal movimento comune di rilancio. Non lo si sprechi guardando solo agli interessi a breve. E come sempre l’esempio deve venire dal vertice.

Francesco Bonini©riproduzione riservata

Il linguaggio finanziario avverte che nulla sarà come nel XX secolo

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“In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a

me”. Un versetto preso a prestito dal vangelo di Matteo svela, più di ogni altra espressione, le motiva-zioni e lo stile con il quale i cristia-ni sono chiamati a impegnarsi con senso di carità e di giustizia a fa-vore dei più poveri, dei bisognosi, di chi tende una mano invocando pane, aiuto, attenzioni, ma anche a operare per fornire opportunità sociali, istruzione, sviluppo so-cioeconomico. È quanto ricorda il documento pubblicato il 5 luglio dalla Comece (Commissione de-gli episcopati della Comunità eu-ropea) assieme alla Commissione chiesa e società della Conferenza delle Chiese europee, al Consi-glio delle Chiese evangeliche in Germania e al Consiglio dei ve-scovi tedeschi, che si concentra sulla politica di coesione sociale e regionale dell’Ue. Il testo espli-cita anche la volontà di segnalare

il ruolo che le comunità cristiane svolgono nel campo della solida-rietà (sociale, territoriale) a livello europeo, così da essere, nei fatti, un interlocutore credibile per le istituzioni Ue.“Lo scopo della politica regionale” dell’Unione europea, come è de-finito dai Trattati, “è di ridurre le disparità tra le regioni e promuo-vere lo sviluppo territoriale bilan-ciato ed eque opportunità” fra le diverse aree del continente, rileva il documento ecclesiale (disponi-bile in inglese e tedesco all’indi-rizzo web www.comece.org). “La politica regionale è un’espressione di solidarietà all’interno dell’Ue. Per i cristiani la solidarietà è una naturale espressione della loro fede”. Per questo le Chiese cristia-ne “sono convinte, soprattutto in un momento in cui il processo di unificazione è sottoposto a un test severo, che la politica regionale dell’Unione sia di estrema impor-tanza” per la coesione, stabilita dai Trattati. Il testo ribadisce dun-

que l’importanza della politica di coesione dell’Ue27 e ne affronta la riforma avviata dalla Commis-sione con la pubblicazione di una vasta documentazione, lo scorso 6 ottobre, sul riordino dei fondi strutturali e in relazione alla de-finizione del bilancio pluriennale Ue 2014-2020. Comece e altre Chiese cristiane intitolano il documento “Il ruolo degli attori ecclesiali nella politica di coesione europea”: esso illustra l’impegno ecclesiale a livello con-tinentale per sostenere persone e famiglie in difficoltà, per favorire l’inclusione sociale delle persone con minori opportunità, oppure emarginate o povere, oltre alle innumerevoli iniziative realizzate dalle comunità credenti nel setto-re dell’educazione, in quello della cultura, dello sport, dei servizi le-gati al welfare… Caritas e Diaco-nia sono solo due delle tante “sigle” ecclesiali attive in tale ambito. L’intervento delle Chiese giunge a proposito. Proprio in questa fase

si stanno intensificando i nego-ziati tra le istituzioni Ue e gli Stati membri sul bilancio pluriennale: la Commissione ha chiesto una disponibilità nell’arco di sette anni, di almeno 336 miliardi di euro per la politica di coesione, che si realizza principalmente me-diante Fondo europeo di sviluppo regionale, Fondo sociale europeo, Fondo di coesione, Fondo euro-peo agricolo per lo sviluppo ru-rale, Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca. Le azioni che, mediante questi fondi, si possono promuovere in tutta Europa in-tendono creare posti di lavoro, fa-vorire l’istruzione e la formazione professionale, realizzare opportu-nità di inserimento sociale per le persone disabili, aiutare il reinse-

rimento nella vita attiva degli an-ziani, fornire soccorsi a chi vive nelle aree rurali o meno svilup-pate economicamente, costruire infrastrutture, dare una mano alle piccole e medie imprese… La politica di coesione si fonda proprio sul principio di solida-rietà. La Commissione Ue so-stiene la necessità di rafforzare, soprattutto in questa fase di crisi, la “dimensione sociale” e solidari-stica della politica di coesione. Le Chiese possono quindi costituire una “sponda” solida e credibile a quelle posizioni politiche che, in Europa, intendono marciare in questa direzione.

Gianni Borsa Sir Europa (Bruxelles)

©riproduzione riservata

Il Consiglio dei Ministri ha ap-provato, nell’ultima seduta, in via definitiva, su proposta del

Ministro per gli affari europei e del Ministro del lavoro, il decreto legislativo che recepisce la nor-mativa comunitaria in materia di sanzioni e provvedimenti nei confronti dei datori di lavoro che impiegano cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare. Il de-creto legislativo oltre ad adegua-re la normativa italiana a quella europea, raggiunge un obiettivo fondamentale: mettere al centro del mercato del lavoro il contratto, quale strumento che da sempre tutela la persona che lavora sia in termini retributivi che previden-ziali, ma anche di sicurezza. Al tempo stesso, il decreto ha come

obiettivo quello di inserire anche questo tassello del mondo del la-voro irregolare all’interno di una prospettiva di bene comune e d’inclusione sociale. Questa azio-ne aiuta a far emergere innanzi-tutto tutte le persone comunitarie oltre che extra comunitarie, che vivono una situazione contrattua-le irregolare, evidenziando ancor di più il valore aggiunto degli ol-tre due milioni di lavoratori stra-nieri all’interno del nostro merca-to del lavoro. Un mondo di lavoro che insieme alla professionalità, in termini previdenziali, come ab-

biamo sottolineato nell’ultimo Dossier Immigrazione di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, alimenta le casse Inps di oltre 6 miliardi di euro, risultando cosi una risorsa certamente significa-tiva, in termini di garanzia previ-denziale per molti anziani, oltre che in termini di superamento della crisi. La necessità di nume-rose regolarizzazioni e provve-dimenti di emersione del lavoro nero in questi anni, e nei diversi governi, rileva chiaramente come il sistema dei flussi, che è sempre un sistema importante per rego-

lare l’ingresso in Italia dei lavo-ratori stranieri, deve essere, però, adeguato: certamente legandolo ai tempi, alle stagioni del lavoro, alle necessità del lavoro. Non si può interpretare l’attuale merca-to del lavoro – dalle esigenze in agricoltura a quelle del turismo, dalla pesca all’ artigianato fino al mondo dei servizi alla persona - con un solo decreto flussi annuale unitamente a un altro per gli sta-gionali. In questo senso, ancora una volta, quest’azione parlamen-tare per combattere il lavoro nero diventa un’occasione importante per ripensare effettivamente la modalità con cui fare incontrare domande e offerte di lavoro. Inol-tre, il decreto porta un altro im-portante tassello anche all’interno

di una lotta allo sfruttamento del lavoro che, non dimentichiamo, è legato ad un sistema tante volte mafioso, di traffico, di caporalato, di controllo dei prezzi del mer-cato. In altri termini, quest’azio-ne sollecita anche un’attenzione maggiore a tutto ciò che è di con-torno all’irregolarità lavorativa che, tante volte, è legata a sistemi certamente di sfruttamento molto più ampi. Per la prospettiva di tu-tela dei lavoratori in cui si muove, per l’azione contro ogni forma di sfruttamento, questo decreto è un gesto importantissimo sul piano dello sviluppo del nostro Paese, in questo tempo di crisi economica e morale.

Giancarlo Perego©riproduzione riservata

UN DECRETO LEGISLATIVO IMPORTANTE

Immigrati e lavoro

DOCUMENTO COMECE E ALTRE CHIESE

Europa e crescitaLa via della solidarietà

Page 4: «Il Nuovo Amico» n. 26 del 15 luglio 2012

15 luglio 20124 Socio culturale amicoil nuovo• •

Biografia - Nacque il 26 aprile 1911 a Porto recanati, morì il 26 maggio1974. Si laureò in fisica nel 1932, a soli ventun anni, con una tesi sul neutrone. Nel 1946 Medi fece parte dell’assemblea Costituente, e in seguito fu deputato al parlamento nella prima legislatura della repubblica ita-liana. Dal 1949 fu direttore dell’istituto Nazionale di geofi-sica e nel 1958 divenne Vicepresidente dell’Euratom. Ven-ne nominato membro della Consulta dei laici per lo Stato della Città del Vaticano nel 1966. È in corso a Senigallia la fase diocesana del processo di canonizzazione, che è stata aperta nel 1996, per cui la Chiesa cattolica gli ha assegnato il titolo di Servo di Dio.

Enrico MEdi

Inno alla creazione

Le problematiche economiche e le profonde trasformazioni che stanno interessando l’Europa e il Mediter-

raneo sono stati al centro della seconda edizione di Sorrento Meeting, l’evento internazionale che si è tenuto il 6 e il 7 luglio nella cittadina costiera campana. “Mezzogiorni d’Europa e Mediterraneo nella bufera. I giovani, nuovi argonauti”, il tema scelto per la due giorni, promossa dall’Obi, l’Osservatorio Banche-Imprese di Economia e Finanza. Ad aprire i lavori del Sorrento Meeting è stata il Premio Nobel per la Pace, Shirin Ebadi: “Fino a tre anni fa il Medio Oriente e il Nord Africa sem-bravano essere completamente tranquilli come il loro mar Mediterraneo - ha affer-mato -. Poi sono iniziate le rivoluzioni. La stampa occidentale ha chiamato questo evento primavera araba. Ma davvero è

arrivata la primavera? Non è presto per usare questa parola? Io dico che la prima-vera araba comincerà quando le donne musulmane potranno ottenere pari diritti. Nei paesi musulmani esse vivono una si-tuazione di grande disagio e discrimina-zione”. Per Ebadi, per ottenere la democrazia la religione deve essere separata dalla politi-ca: “Siamo musulmani e fieri della nostra religione, ma il regime compie ingiustizie in nome dell’islam. L’unica soluzione è la laicità della politica”. In realtà, “nei paesi islamici è la cultura patriarcale a svilire la donna e a mantenerla ai margini della

società”, ma “spesso è la donna stessa la portatrice sana di questi valori. Bisogna fare un gran lavoro. Obiettivi da persegui-re insieme agli uomini, per portare digni-tà e uguaglianza”. I giovani e le donne sono l’anello debo-le della sponda sud del Mediterraneo, un’area dove regna disoccupazione, la-voro precario, diseguaglianza tra i sessi. Questo il quadro offerto da Rita El Kha-yat, intellettuale marocchina, autrice di 36 libri. “Spesso i giovani – ha denunciato - si danno alla droga per fuggire alla loro misera realtà. La corruzione è sovrana e l’ingiustizia sociale vieta ai giovani di ave-

re una vita giusta e onesta”. I problemi delle donne sono legati a quelli dei giova-ni: “Sono le donne, infatti, le responsabili dell’istruzione dei figli. Nei paesi arabi, il patriarcato penalizza la condizione della donna, e di conseguenza dei giovani. Le donne arabe sono le più analfabete del mondo intero, sono costrette a sposarsi in fretta, ed essere solo madri. Fin quando queste donne vivranno questa condizione i paesi islamici non evolveranno”. Poi l’appello: “I Paesi dell’Europa devo-no unire gli sforzi per tendere la mano a quelli dei Mezzogiorni del Mediterraneo, dando avvio a scambi su base egualitaria e condividendo il processo di democratiz-zazione. Solo così si potrà salvare il mon-do”.

Agenzia Sir©RIPROduzIONE RISERvAtA

L’EUroPA E i PAESi ArABi

Il futuro è nelle donne

“Oh, voi misteriose galassie ..., io vi vedo, vi calcolo, vi intendo, vi studio e vi scopro, vi penetro e vi raccolgo. Da voi io prendo la luce e ne faccio scienza, prendo il moto e ne fo sapienza, prendo lo sfavillio dei colori e ne fo poesia; io prendo voi stelle nelle mie mani, e tremando nell’unità dell’essere mio vi alzo al di sopra di voi stesse, e in preghiera vi porgo al Creatore, che solo per mezzo mio voi stelle potete adorare”

Ogni progresso nel-la conoscenza è una conquista dell’uma-nità, perché l’uomo

è fatto per conoscere. A pochi giorni dall’annuncio dato a Gi-nevra della scoperta del bo-sone di Higgs non si può che essere contenti. Dopo quasi cin-quant’anni l’intuizione del fisico britannico P. Higgs si è rivelata vera: esiste una particella ele-mentare– denominata particel-la di Dio – che permetterebbe ad ogni altra particella subato-mica di avere massa. La scoper-ta permette di accedere verso un mondo sconfinato e anco-ra ignoto e apre una nuova era per la fisica. Nello stesso tempo sollecita ad una ricomposizione dell’universo del sapere umano. Il materialismo scientifico e il positivismo ottocenteschi non sono risultati idonei a guidare la conoscenza, perché hanno ri-dotto la natura ad una semplice manifestazione di fatti naturali, mentre in essa c’è qualcosa di più. La conoscenza scientifica ha parametri precisi ed irrinun-ciabili, ma essi da soli non rie-scono a cogliere la complessità dell’esistente.Resta insuperato, invece, il pen-siero medievale in quanto sinte-si di un processo conoscitivo, le cui radici sono addirittura nel-l’antichità; lungi dall’essere sor-passata per meri motivi crono-logici, la sintesi del medioevo è la metodologia conoscitiva più scientifica ed attuale. Tra le tan-te figure che hanno espresso la composizione dei saperi umani, al fine di cogliere il significato complessivo del reale, c’è quel-la di S. Alberto Magno (1206 – 1280), che, a motivo della va-stità del suo sapere, la Chiesa chiama “Dottore universale” e invoca come patrono delle scienze. Pastore, filosofo e teo-logo, ma anche fisico, biologo, zoologo, botanico... Certamente, i metodi scientifici adoperati da sant’Alberto Magno non sono

quelli che si sarebbero affermati nei secoli successivi. Il suo me-todo consisteva semplicemente nell’osservazione, nella descri-zione e nella classificazione dei fenomeni studiati, ma così ha aperto la porta per i lavori suc-cessivi. Sant’Alberto mostra che tra fede e scienza non vi è opposizione, nonostante alcuni episodi di incomprensione che si sono re-gistrati nella storia. “Un uomo

di fede e di preghiera, quale fu sant’Alberto Magno – ha rile-vato Benedetto XVI − può col-tivare serenamente lo studio delle scienze naturali e progre-dire nella conoscenza del micro e del macrocosmo, scoprendo le leggi proprie della materia, poiché tutto questo concorre ad alimentare la sete e l’amore di Dio” (Udienza del 24 marzo 2010). Il mondo creato, del qua-le progressivamente l’umanità

conosce la struttura e le leggi, parla il linguaggio di Dio e por-ta con sé il messaggio d’amore del Creatore. La Bibbia stessa presenta la creazione come il primo linguaggio attraverso il quale Dio, che è somma intel-ligenza, rivela qualcosa di sé. Il libro della Sapienza, per esem-pio, afferma che i fenomeni del-la natura, dotati di grandezza e bellezza, sono come le opere di un artista, attraverso le quali,

per analogia, gli uomini posso-no conoscere l’Autore del creato (cfr Sap. 13,5). Medioevo e Rinascimento han-no paragonato il mondo natu-rale ad un libro scritto da Dio, che l’uomo legge in base ai di-versi approcci delle scienze; così la conoscenza scientifica si completa con quella filosofica e teologica. L’universo, che gra-dualmente scopriamo, è opera di Dio, sua creazione, da Lui posta nelle mani dell’uomo. È il mondo dove l’uomo vive la sua esistenza nel tempo, mentre è incamminato verso l’eternità. Opera dell’amore di Dio, suscita meraviglia e stupore, che devo-no sempre accompagnare ogni autentica ricerca. Non di rado, il ricercatore diventa poeta! Come il fisico nucleare Enrico Medi (1911 – 1974), (v. inno in apertura)La ricerca scientifica, per quan-to nobile e importante, non co-stituisce il fine ultimo dell’uo-mo. Essa, in fondo, è un mezzo per arrivare a Dio. Per questo la vera conoscenza è quella che conduce direttamente a Dio. Dio che si è manifestato piena-mente nel suo Figlio. Proprio domenica Benedetto XVI ha ricordato che l’uomo Gesù di Nazareth è la trasparenza di Dio, in Lui Dio abita pienamen-te. Il Papa sembra ricordare che nessun fatto prodigioso, come quello che dalla massa condu-ce alla materia, è paragonabile al Verbo eterno fattosi carne. Se Dio nella sua provvidenza con-tinuamente crea – oggi diciamo attraverso il bosone, intuito da P. Higgs e recentemente scoperto − molto di più ha fatto nel Suo Figlio inviato nel mondo. In Lui ha rivelato non semplicemen-te qualcosa della Sua grandez-za, ma ha rivelato Sé stesso e il progetto del suo amore, quello, cioè, di chiamare l’uomo all’in-timità filiale.

Marco Doldi©RIPROduzIONE RISERvAtA

Il bosone di Higgs: una scoperta che rimanda a Dio

Page 5: «Il Nuovo Amico» n. 26 del 15 luglio 2012

15 luglio 2012 5

• PROMOZIONE DEGLI STUDI TEOLOGICI• ORGANIZZAZIONE DI CONVEGNI• PREMIAZIONE DI STUDIOSI

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Page 6: «Il Nuovo Amico» n. 26 del 15 luglio 2012

15 luglio 20126 Regione PRovincia amicoil nuovo• •

I GESTORI PRIVATI DEVONO MOSTRARE I DOCUMENTI

Marche Multiservizi poco trasparenteUn progetto del WWF Marche

prevede la richiesta di dati, documenti, progetti rela-

zioni, alle varie amministrazioni coinvolte; si tratta di quello che una associazione di tutela ecolo-gica normalmente fa, quando c’è un progetto energetico, una indu-stria insalubre, interventi legisla-tivi. E’ bene ricordare che “l’acces-so ai documenti amministrativi costituisce principio generale al fine di favorire la partecipazione e di assicurarne l’imparzialità e la trasparenza” (art.22 L. 241/90).Alle amministrazioni pubbliche, sono equiparati i gestori priva-ti dei servizi pubblici. Vediamo come si è comportato il gestore del servizio idrico integrato, Mar-che Multi Servizi alla semplice richiesta di accesso alle analisi dei suoi laboratori sulle acque potabili. Nel 2009 è stata inviata la prima richiesta di accesso, che salta a motivo della soppressione nel marzo dello stesso anno, dei difensori civici locali.Si rinnova la richiesta nel 2011. Tra le risposte di MMS si trova:

sono troppe le analisi richieste, chi ha fatto la richiesta non ha dimostrato il proprio interesse, è un accesso ai dati, preordinato ad un controllo generalizzato del-l’operato della società.Invece l’altro gestore provinciale interessato, ASET di Fano, concede tranquillamente il cd delle analisi, col difensore civico regionale che sostiene, riguardo alla nostra ri-chiesta, il perfetto allineamento con le normative sulla trasparen-za, che la delega di rappresen-tanza, ricevuta dal Presidente del WWF Italia è del tutto effica-ce, che “il controllo generalizzato della società” si appalesa destitui-to di ogni fondamento giuridico. A gennaio si invia la denuncia alla UE, che risponde positivamente il 13 giugno. Cadono così altri due ostacoli messi da MMS e da loro sostenuti nelle varie risposte: l’ac-qua erogata essendo potabilizza-ta, è ritenuta industriale, quindi non rientra nel decreto sull’acces-so alle informazioni ambientali, applicativo della direttiva CE, che viene invece preso direttamente

in considerazione dalla Commis-sione Ambiente Europea.Ultimo colpo di coda di MMS è nella loro lettera di risposta: 6200 euro circa di diritti per avere i do-cumenti in formato elettronico e 1665 euro in formato cartaceo. Bella rispondenza al Codice del-l’amministrazione digitale, che vale anche per i gestori, il quale chiede per abbassare i costi am-ministrativi l’uso della telematica dal 2005; gran bell’esempio di collaborazione tra il gestore ed i portatori di interessi collettivi quale il WWF.In sole due righe interne su tre pagine inviate, viene riportato ai sensi del D.L.vo 195/2005 sul-l’informazione ambientale, che l’accesso e la mera consultazione dei dati pressi i loro uffici, sono gratuiti.Ecco quindi che tutti i cittadini, potrebbero ripresentare le loro richieste sulle analisi delle acque potabili della propria cittadina, così come ogni altra persona, senza dimostrare alcun interesse e allora, perché no, andiamo tutti

nei loro uffici.A livello nazionale è questa una decisione unica e la prima, che attribuisce ai gestori privati dei servizi pubblici, i compiti di tra-sparenza tipici delle amministra-zioni; e alla luce di quanto sta av-venendo sulla privatizzazione dei servizi , non è cosa di poco conto.

Peppe DiniCoordinatore regionale Guardie

Giurate WWF Marche© riproduzione riservata

Dal prossimo anno accademico 2012-13, l’Istituto superiore di scienze religiose “Lu-men gentium” di Ancona entrerà a regime

nella sua nuova configurazione universitaria di istituto attraverso cui la facoltà teologica della Pontificia Università Lateranense rilascia ad An-cona la laurea triennale e magistrale in scienze religiose. Quindi anche gli studi che preparano all’insegnamento della religione nella scuola ita-liana si sono uniformati al cosiddetto “processo di Bologna” del “tre più due”. In tal modo, l’Ar-cidiocesi di Ancona-Osimo mette a disposizione della comunità ecclesiale, ma anche di quella civile, uno strumento di formazione accademica grazie al quale si preparano qualificati operatori scolastici e pastorali. Mentre ad una prima alfabetizzazione culturale rispondono le Scuole di formazione teologica, gli Istituti superiori di scienze religiose adem-piono alla funzione di dare una specifica forma-zione scientifica nel campo delle scienze religio-se (cioè teologiche, morali, esegetiche, storiche, liturgiche, catechetiche) e delle scienze umane (cioè filosofiche, psicologiche, sociologiche, an-

tropologiche, pedagogiche, didattiche, comuni-cazionali) nella prospettiva dell’insegnamento e della pastorale. Le lezioni si tengono nei tre pomeriggi di marte-dì, mercoledì e venerdì dalle 14,40 alle 19,30, e la frequenza è obbligatoria per almeno due terzi. L’ISSR di Ancona mette a disposizione una biblio-teca e una emeroteca specializzate e aggiornate, e pubblica una rivista semestrale “Sacramenta-ria & Scienze Religiose”, che fornisce ulteriore materiale di studio e di aggiornamento. L’attività scientifica e didattica è svolta da un qualificato corpo docente, composto di filosofi (Galeazzi, Alici, Giacchetta), biblisti (Virgili, Fat-torini, Piotrow), storici (Giombi, Minutiello, Zor-zi), teologi (Florio, Cecconi, Tortorella), giuristi (Panzini), pastoralisti (Paolucci, Ruggeri), litur-gisti (Pierpaoli), psicologi (Lorenzetti, Archibugi, Ferini), sociologi (Colombi), pedagogisti (Marco-ni, Varagona, Contadini).Attualmente, gli studenti dell’ISSR di Ancona provengono dalla diocesi di Ancona-Osimo, dal-la relativa metropolia (Senigallia, Jesi, Fabriano-Matelica e Loreto), e da altre diocesi marchigia-

ne (specialmente Macerata e Fano) e limitrofe (come Rimini). Con una media di venticinque studenti ordinari per ogni anno, cui si aggiungo-no gli studenti uditori e quelli dei corsi speciali, l’ISSR di Ancona coinvolge oltre duecento stu-denti, mostrando così di saper rispondere a una precisa domanda di studi religiosi superiori. C’è da auspicare che anche quest’anno venga confermata la linea di tendenza in atto, perché c’è un crescente bisogno di un laicato che coniu-ghi la generosità dell’impegno con la competen-za culturale: è, questo, l’augurio che si fanno il moderatore dell’ISSR, l’arcivescovo Edoardo Me-nichelli, e il direttore dell’ISSR, il prof. Giancarlo Galeazzi.Per l’iscrizione, condizione previa è il possesso di diploma di scuola media superiore di dura-ta quinquennale. Le iscrizioni sono aperte fin da ora e proseguiranno fino all’inizio del nuovo accademico previsto per la metà di ottobre. Per informazioni: Segreteria dell’ISSR di Ancona, via Monte Dago, 87 (località Pinocchio) dalle ore 9 alle ore 12 dei giorni feriali: tel. 071.891851

© riproduzione riservata

APERTE LE ISCRIZIONI PER L’A.A. 2012-2013 AL “LUMEN GENTIUM” DI ANCONA

Istituto Superiore di Scienze ReligiosePermettetemi la doppia

oo nel titolo, fa tanto chimica e di conseguenza

esorcizza meglio il contenuto di beveroni vari che opprimono il fegato e non solo. L’alcol è nocivo e lo dimostra un’esperienza personale. In una calda giornata di luglio chi scrive sciabordava con i piedi sul bagnasciuga, quando improvvisamente una lunga scheggia di vetro gli si è infilata nella pianta del piede. Estratto il corpo del reato si è visto che erano i resti di una bottiglia di birra frantumata sulla spiaggia. Superate le benedizioni e gli auguri vivissimi all’autore della bravata, siamo scesi in riflessioni sull’intelligenza ed il civismo di queste persone. E’ dunque dimostrato che l’alcol fa male, e non parliamo del bicchiere di vino da bere a pasto o del rarissimo digestivo in una fredda giornata invernale, ma della bottiglietta di birra, di seguito a tante altre, che un inopinato consumatore, spesso giovane, scaglia dopo il consumo sulla sabbia. L’alcol fa male: lo sostiene anche quel ragazzo (vedi le recenti cronache) che si è scontrato con un pugno, anzi diversi, dopo una serata passata a distruggere le bevande alcoliche. Fa male: lo sostiene anche quel padre di famiglia che è stato travolto dall’auto di uno dei tanti consumatori. Noi non siamo astemi, ma siamo perfettamente convinti che c’è un limite invalicabile: chi ha giudizio non lo supera mai. Gli altri … Beh sono diversi.

Alvaro Coli© RIPRODUZIONE RISERVATA

il peperoncino

Alcool

INCONTRO ORGANIZZATO DALLA COMMISSIONE REGIONALE PER IL DIACONATO

Diaconi marchigiani a Montorso

Loreto - Domenica scorsa pres-so il Centro Giovanile “Giovanni Paolo II” a Montorso si è svolto un Convegno nel quale si sono ritro-vati insieme i diaconi permanenti di tutte le diocesi delle Marche. Si è trattato di un Convegno orga-nizzato dalla Commissione regio-nale per il diaconato permanente della Conferenza episcopale Mar-chigiana in vista del 2° Convegno ecclesiale Marchigiano che si svol-gerà il prossimo anno dal 22 al 24 novembre 2013. e traendo spunto proprio dal tema del prossimo convegno ecclesiale marchigiano, cioè vivere e trasmettere la fede

oggi, che si radica sull’invito “Alza-ti e va…” (Atti 8, 26-40), i diaconi marchigiani si sono confrontati fa-cendolo proprio: Diaconi oggi: per vivere e trasmettere la fede nelle Marche. e’ stata una giornata che ha visto una larga partecipazione di diaconi provenienti da tutte le diocesi marchigiane; un momento per conoscersi, per ritrovarsi, per confrontarsi e scambiarsi le espe-rienze e per pregare insieme. Un momento di incontro che, allar-gato anche alle spose dei diaconi e ai candidati e/o aspiranti al dia-conato permanente, ha portato in sé in virtù proprio di questo coin-

volgimento una bella novità che è indice di cambiamento. Infatti il coinvolgimento anche le spose dei diaconi e le loro famiglie che han-no potuto condividere con i loro mariti tutta la giornata che è stata davvero intensa, ricca, e altamen-te formativa. I lavori sono iniziati il mattino con una prolusione del diacono Lorenzo Cerquetella del-la diocesi di Macerata alla quale è seguita una lectio divina condotta da don Giordano trapasso del-la diocesi di Fermo che ha preso spunto proprio da Atti 8, 26-40, dove si fa riferimento in particola-re alla conversione e il battesimo

dell’eunuco che avviene proprio mediante l’opera evangelizzatrice di Filippo guidato dallo Spirito Santo. I lavori sono prosegui-ti nel pomeriggio insieme a S.e. mons. Luigi Conti che ha tratto la conclusione dei lavori offrendo validissime risposte alle proble-matiche che sono emerse dal con-fronto dei vari gruppi di lavoro. Mons. Luigi Conti, lo ricordiamo è da diversi anni che si occupa con particolare cura e attenzione pro-prio del diaconato permanente. Il Convegno si è concluso dentro la Basilica Lauretana con una cele-brazione liturgica presieduta dal

Vescovo Conti. Per la nostra dio-cesi di Urbino - Urbania - S. An-gelo erano presenti tre diaconi e i due nuovi candidati al diaconato permanente. e’ stato un momen-to prezioso non solo per la qualità altamente formativa dell’incontro ma anche per la possibilità di un confronto, di sentire le esperien-ze di chi è stato ordinato già da tantissimi anni come pure quelli ordinati da poco. e’ stato anche una bella occasione per fare ami-cizia ed entrare in comunione tra di noi.

(S.M.Z.)© riproduzione riservata

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Page 7: «Il Nuovo Amico» n. 26 del 15 luglio 2012

15 luglio 2012 7amicoil nuovo• •

Redazione di Pesaro:Via del Seminario, 4 - 61121 PesaroTel. 0721 64052 - Fax 0721 69453E-mail: [email protected]

19

Concerti allaChiesa di San Martino

di Farneto

pagina

cultura

PrOcESSIONE PEr lE VIE DEl BOrGO E FuOcHI D’artIFIcIO

Solennità della Beata Vergine del carmine PESARO – La festa liturgica della Beata Vergine Maria del Carmelo (uno degli appellativi con cui la Chiesa cattolica venera Maria, Madre di Gesù, anche nella variante del Car-mine) fu istituita per commemorare l’apparizione Mariana che sarebbe avvenuta il 16 luglio 1251 a San Simone Stock, durante, durante la quale la Madonna avrebbe consegnato a Stock uno scapolare e gli avrebbe rivelato notevoli privi-legi connessi alla sua devozione. Così anche Pesaro, con la sua ‘Festa del Borgo’ dà il via a tale celebrazione. È questa una ricorrenza popolare con radici antiche, che diventa momento di riflessione, pre-ghiera e testimonianza.La devozione alla Madonna del Carmine, Madre premu-rosa che ha come scopo principale quello di condurci al Figlio, “scala che porta al cielo”, è legata indissolubilmente alla Pia Unione del Carmine, presieduta dal dott. Ernesto Gentile che con il suo Consiglio Direttivo, opera nel conte-sto sociale del ‘Borgo’ e della città con varie iniziative cari-tatevoli, culturali e di preghiera.

PROGRAMMA Dal 7 a 15 luglio tutte le sere: ore 18 S. Rosario, ore 18.30 S. Messa. Domenica 8 luglio: ore 18 S. Rosario, ore 18.30 S. Messa e “Consegna degli Scapolari”. Giovedì 12 luglio: ore 21 “Omaggio Mariano” coro S. Maria dei Servi di Pesaro.

FESTA DOMENICA 15 LUGLIOOre 7.30 Lodi Mattutine. S.S. Messe ore 8/9.30/11/18.30. Alle ore 11 la Solenne S. Messa celebrata dal Rettore don Giuseppe Scarpetti. Alle ore 12 Supplica alla B. V. Del Car-mine per le anime del Purgatorio. Ore 18.30 S Messa pre-sieduta dal Rettore e alle Ore 21 la Solenne processione per le vie: borgo-Corso, Mazzini, Severini, Mentana, Mam-molabella, Belvedere, Corso. Ore 23 Spettacolo pirotecnico presso il Ponte vecchio.

SOLENNITA’ LUNEDI’ 16 LUGLIOS.S. Messe ore 8/9.30/11/18.30. Lodi mattutine alle ore 7.30 e alle ore 12 Supplica alla B. V. Del Carmine per le anime del Purgatorio. Il 16 luglio è possibile ottenere l’indulgen-

za plenaria alle consuete condizioni.

Parteciperanno alla processione le Confraternite del SS.mo Sacramento e della B.V. delle Grazie di Montegiberto (Fer-mo). Si invitano i fedeli ad illuminare e addobbare le case al passaggio della processione.

Il SINDacO DI rESIta (rOMaNIa) Sara’ a PESarO IN aGOStO

al gemellaggio ecumenicoanche due assessori

Dal 27 giugno al 1° luglio si è felicemente rinnova-ta, per le delegazioni delle

comunità parrocchiali del Cen-tro Storico di Pesaro (Duomo, S. Giuseppe e S. Lucia ) e di S. Ma-ria Regina, in Borgo S. Maria, la ricca esperienza della visita alle comunità ortodosse della città di Resita, in Romania, con le quali, già da diversi anni, si è stabilito un contatto amichevole orientato al gemellaggio ecumenico. Que-sta visita si è caricata di una pro-spettiva ulteriore : infatti erano presenti anche due assessori del nostro Comune di Pesaro (Marco Signoretti e Gerardo Corraducci) allo scopo di avviare i primi passi di un dialogo con le autorità civili di Resita, in vista di un eventuale,

auspicabile gemellaggio civile. Il motivo immediato di questa visita in Romania è stato l’invito affet-tuoso a partecipare alla festa dei Santi Pietro e Paolo (29 giugno), Patroni della città di Resita e, in particolare, della Parrocchia a loro intitolata e alla quale le Par-rocchie dell’Unità Centro di Pesa-ro sono legate da alcuni anni.Sono state giornate dense di in-contri e di esperienze di grande spessore umano e spirituale e ben promettenti in ordine al consoli-damento del dialogo ecumenico e della collaborazione a vari livelli. A cominciare dal piacevolissimo incontro con lo ‘squisito’ vesco-vo Lucian, pastore di Caransebes (Diocesi in cui si trova Resita ) che ci ha accolti con commoven-

te amabilità e ci ha incoraggiati a compiere passi sempre più decisi nel cammino dell’amicizia e del confronto fraterno. Molto interes-sante anche l’incontro con il sin-daco di Resita, Mihai Stepanescu, che ha manifestato ai nostri asses-sori grande disponibilità ad ini-ziare un percorso di collaborazio-ne, senza escludere un eventuale gemellaggio tra le città. A confer-ma di questa intenzione il sindaco Stepanescu ha accettato l’invito, rivoltogli dagli assessori, a visitare Pesaro nel prossimo mese di ago-sto, in coincidenza con il Meeting Ecumenico dei giovani a Loreto, al quale partecipano diversi gio-vani di Resita. Senza dubbio un bel segno, questo, del desiderio di ‘accorciare le distanze’ di ogni tipo per poter camminare insieme, in unità di valori e di ideali.

LA S. MESSA PER I SS. PIETRO E PAOLOMa certamente il fatto più rile-vante, dal punto di vista stretta-mente ecumenico, si è verificato proprio in occasione della festa dei Santi Pietro e Paolo, venerdì

29 giugno. Infatti, su richiesta dei parroci ortodossi di Resita (P. Pe-tru e P. Boris ) il vescovo Lucian ha benevolmente concesso a noi sacerdoti cattolici (Don Giorgio e Don Roberto) di poter celebrare l’ Eucaristia nelle chiese parrocchia-li ortodosse presso le quali era-vamo ospitati. Un avvenimento, questo, davvero senza precedenti e da interpretare come segno di grande accoglienza e disponibili-tà. Così, con profonda emozione ma anche con sincera gioia, ab-biamo celebrato la Santa Messa in onore dei Santi Pietro e Paolo, alla presenza, attenta e compresa, dei sacerdoti e dei fedeli ortodossi. Successivamente abbiamo presen-ziato noi alla solennissima e inten-sa Liturgia ortodossa e, finalmen-te, una stessa tavola, riccamente imbandita, secondo la migliore tradizione rumena, ha sigillato fe-stosamente la nostra comunione, pur nella differenza delle culture e delle confessioni religiose. Le no-stre giornate rumene sono state caratterizzate anche da altre inte-ressanti esperienze. In particolare le visite ad alcuni tipici monasteri

dove, incontrando i religiosi, ab-biamo potuto intuire uno stile di vita improntato a povertà e sem-plicità ma fortemente carico di intensa spiritualità. Interessante anche la visita ad alcune struttu-re del Municipio di Resita, dove siamo sempre stati accolti con sorprendente affabilità e deside-rio di confronto. Grande calore e amicizia anche nell’incontro con diversi confratelli sacerdoti cat-tolici presenti sul territorio, nelle cui chiese parrocchiali abbiamo celebrato l’Eucaristia. Ringrazia-mo, dunque, il Signore per il dono di questa rinnovata esperienza di incontro con i nostri carissimi fratelli e amici della Chiesa Orto-dossa di Romania : un ulteriore e importante passo verso orizzonti di dialogo e di collaborazione che, con il conforto e la guida dello Spirito Santo, speriamo sempre meglio delineati e luminosi.

Don Roberto Sarti © RIPRODUZIONE RISERVATA

Nelle foto: Visita della delegazione di Pesaro al Vescovo

di Caransebes, Lucian

Lo scorso 8 luglio munita dei conforti religiosi è mancata all’età di 73 anni

Paola Gaspariin Coli

Ne danno il triste annuncio il marito Paolo, le figlie Emanuela e Rita, i generi, i nipoti, Andrea, Enrico, Michele e Francesco, i fratelli, i cognati e i parenti tutti. Il funerale ha avuto luogo martedì 10 luglio nella chiesa parrocchiale di Villa Fastiggi

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PELLEGRINAGGIO AD ASSISILa Parrocchia S. Francesco d’Assisi - Ordine Francescano Secolare di Pesa-ro organizza per domenica 9 Settembre 2012 un Pellegrinaggio in Assisi. Una giornata di Spiritualità nei luoghi tanto cari a San Francesco. L’invito è rivolto anche a tutti i gruppi parrocchiali. Informazioni e Prenotazioni: Ornella 0721/451855 Pranzo al sacco. La partenza sarà alle ore 5.30 dal Campus Scolastico (Cinque Torri).Organizzazione e trasporto: ITERMAR Salvadori – Cattolica

TOUR DELLA TURCHIALe parrocchie di Santa Croce e Candelara di Pesaro organizzano dal 10 al 17 ottobre, un pellegrinaggio sui passi di San Paolo (Efeso, Istanbul, Cappadocia, Antiochia, Tarso...). Partenza da Pesaro con bus privato per l’aeroporto di Bologna. Volo Turkish Airlines - Hotel 4* Quota in doppia € 1.020 / Supplemento camera singola € 190 Quota d’iscrizione abbuonata. Prenotazioni entro il 15 luglio 2012 acconto € 200. Per info tel. Don Al-berto Tel. 0721/453529 oppure Don Giampiero 0721/286105/3289631867 - In collaborazione con Eteria Viaggi Tour Operator

RETTIFICA Nell’articolo dal titolo “Concerto di canti mariani” pubbli-cato sul numero di domenica scorsa (Il Nuovo Amico n. 25 a pagina 8), compare per errore la firma dell’Arcivescovo di Pesaro mons. Piero Coccia invece di T&L. Ce ne scusia-mo con gli interessati e con i lettori.

Page 8: «Il Nuovo Amico» n. 26 del 15 luglio 2012

amicoil nuovo• •

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Pesaro15 luglio 20128

Tel. 0721.414723 - Fax 0721.418574Via G. Pepe, 11 - 61100 PESARO

Credo che difficilmente pos-sa verificarsi una corrispon-denza, anzi, ancor più, una

identificazione così straordinaria tra il nome e la persona che lo porta, così come è stato ( e sarà per sempre) per la nostra carissi-ma e indimenticabile Maria Gra-zia Bui Trivilino.Una ‘grazia’, cioè un dono gra-tuito di Dio per tutti, un segno tangibile del Suo amore e del-la Sua tenerezza: questa è stata Maria Grazia per chi, come me e come tantissimi altri, ha avuto la fortuna di conoscerla e di es-serle amico. E lei, giustamente, teneva tanto a questo suo nome e, frequentemente, lo rimarcava con delicata e benevola deter-

minazione: “Mi chiamano tutti Graziella ma il mio nome è Maria Grazia! “. Forse, come, del resto, succede spesso, ci vorrà tempo perché possiamo renderci pie-namente conto del grande dono che abbiamo ricevuto con Maria Grazia. Sarà necessario ripensare a tanti aspetti significativi della sua esistenza esemplare, a tanti gesti, a tante parole: come ci in-segna Maria di Nazareth, sarà im-portante ‘conservare e meditare nel cuore’ ( cfr. Lc. 2, 19 ) quanto la nostra carissima sorella e ami-ca ci ha sempre testimoniato con gioiosa semplicità fino al suo ul-timo, prezioso sorriso!

Don Roberto Sarti© RIPRODUZIONE RISERVATA

Testimonianza su Maria Grazia Bui Trivilino

SI PARTIRA’ DAL 15 SETTEMBRE DOPO LA SPERIMENTAZIONE DEL PROGETTO

Rivoluzione nella viabilitàSosta con il telefonino

È in arrivo una rivoluzione digitale anche sul fronte caldo dei parcheggi. D’ora in poi a Pesaro “sarà possi-

bile parcheggiare con il telefonino”. A spiegare la novità ci ha pensato il sindaco Luca Ceriscioli insieme all’assessore alla mobilità Andrea Biancani, al presidente della “Pesa-ro Parcheggi” Antonio Viggiani, al suo direttore Giorgio Montanari, ed al direttore della società Pluservice, Giorgio Zanetti.Una sinergia tra più realtà per mi-gliorare un progetto nato nel 2005, per “digitalizzare” la prenotazione del parcheggio. Viggiani ha spiegato che il piano allora venne accantonato perché un sondaggio effettuato sul-l’utenza aveva riscontrato l’assenza di interesse. “Ma ne conservammo il know-how, che è stato ora modifica-to con l’aiuto del nostro partner Plu-service”. Sostanzialmente, il nuovo sistema “i-Sosta” (sosta intelligente), funzionerà così: qualora si possegga uno smartphone si potranno vedere su una mappa i parcheggi disponibili, attivare la sosta con un semplice “cli-ck”, interrompere il conteggio della sosta con un click inverso; l’apparec-chio segnalerà la scadenza del tempo di sosta e consentirà di prolungar-la. Se si ha un semplice cellulare, si

potrà comunque attivare la sosta con uno squillo al numero che sarà in-dicato da un’apposita segnaletica in ogni parcheggio. E disattivarla con lo stesso sistema.Presupposto della fruibilità di questo servizio è l’apertura di un “account” nel quale dovrà essere indicata la targa del veicolo. L’account attiverà un “borsellino elettronico” che potrà essere approvvigionato preventiva-mente con denaro contante versato alla Pesaro Parcheggi, o tramite carta di credito (via web o smartphone) o attraverso la rete Sisal. Le singole telefonate saranno a costo zero, il servizio avrà invece un costo di 50 centesimi al mese. In questo modo, nei parcheggi pubblici a strisce o nelle strutture come il Curvone si pagheranno solo i veri minuti di par-

cheggio.Il sistema, trascorsi due mesi di spe-rimentazione, sarà attivo a partire dal 15 settembre; per il momento, coesi-sterà con il sistema di prenotazione e pagamento attuale. Viggiani ha sot-tolineato che in un futuro non lonta-no potrà essere allargato in rete; c’è infatti già il progetto di impiantarlo in importanti Comuni limitrofi o vi-cini e di estenderlo ad altri servizi.“I vantaggi sono evidenti - ha sinte-tizzato Ceriscioli - l’utilizzo di una tecnologia relativamente semplice si combinerà ad una semplificazione dei controlli e le varie aree saranno tutte monitorabili da un terminale unico con una riduzione del lavoro cartaceo”.

Claudio Turco© RIPRODUZIONE RISERVATA

PER IL MINISTERO AUMENTANO I PROMOSSI

I “maturi” della Nuova ScuolaFinita la scuola, con le appendici degli esami,

maturità compresa, arrivano i primi dati sui risultati dell’anno scolastico. Secondo il

ministero dell’Istruzione aumentano i promos-si. Il successo scolastico, sia pur di poco, risulta maggiore quest’anno dell’anno scorso, sia nelle scuole secondarie di primo grado (le medie), sia in quelle di secondo grado (le superiori). Non solo, all’interno del vasto mondo delle superiori l’incremento dei successi è maggiore e – registra il ministero – diventa particolarmente significa-tivo negli istituti professionali. Naturalmente bi-sogna aspettare il 100% degli scrutini, tuttavia la tendenza è chiara e, se dovesse essere confer-mata dai “ritardatari”, dovremmo riconoscere un aumento dei successi più consistente nelle superiori, dove si registra una crescita dei pro-mossi dell’1,2%. Nelle medie invece l’aumento è più contenuto e si attesta finora sullo 0,4%. Inte-ressante anche il dato dei “rimandati”, i sospesi in giudizio, cioè coloro che nelle superiori han-no riportato almeno un’insufficienza da recu-perare per essere ammessi all’anno successivo: sono passati dal 27,5% al 27,1%.Questi i risultati degli esami di stato dei licei de La Nuova Scuola di Pesaro :Liceo Classico paritario “G.L. Storoni”Bonali Chiara 100 e lode / Cavallo Luciano 88 / Manovi Livia 100 / Mariani Giovanna 100 / Pon-trelli Francesca 87 / Rovinelli Elisa 100 / Santi Sara 86 / Serafini Filippo 100 / Serafini Laura 86Liceo Scientifico paritario “E. Piccinini”Aguzzi Agnese 93 / Amadori Elisa 89 / Cardoni Francesco 98 / Corsini Chiara 87 / Druda Ales-sandra 85 / Gaudenzi Daniele 93 / Giacomini Marco 100 / Marini Benedetta 84 / Marzocchi Elena 73 / Rombaldoni Brian 82 / Rosaverde Luca 71

Bonci Luca (33 anni) e Di Paoli Giorgia (34 anni)Pozzi Mariano (37 anni) e Capekova Nikoleta (35 anni, slovacca)Improta Antonio (43 anni) e Domenicucci Giulia (29 anni)Mariotti Michele (33 anni) e Peretyatko Olga (32 anni, russa)Tordi Andrea (28 anni) e Gorini Alexia (26 anni)Ferri Francesco (40 anni) e Soerensen Sofie Svendsen (33 anni, svedese)Zagaglia Marco (38 anni) e Di Blasi Elisa (26 anni)Fori Francesco (31 anni) e Falconi Valentina (25 anni)Scagliola Pierpaolo ( 35 anni) e Malfarà Silvye (32 anni)

Dibenedetto Ruggiero (33 anni) e Del Vecchio Laura (26 anni)Ottaviani Claudio (30 anni) e Lorenzi Silvia (28 anni)Cimarelli Andrea (29 anni) e Cambioli Silvia (28 anni)Tebaldi Simone (36 anni) e Mei Claudia (32 anni)Rossetti Marco (39 anni) e Baranova Lyudmila (40 anni, kazaca)Pierotti Giovanni (35 anni) e Polidori Ilaria (30 anni)

Avviso di celebrazione di matrimonioCaielli Stefano Maria (45 anni) e Battaglia Monica (43 anni)

PUBBLICAZIONI fINO AL 19 LUGLIO ComunE di PESAro

a cura di Caterina Tani

ROMAN E YURI DA 20 ANNI A PESARO

Da Chernobyl con affettoRoman e Yuri sono i due sani e ro-

busti giovanotti che vedete in foto. Dopo la tragedia di Chernobyl

vennero in Italia e precisamente furono ospiti della parrocchia di Sant Veneran-da di Pesaro, nel ’93 il maggiore e nel ’94 entrambi. Lo scopo era quello di passare un periodo di vacanza al mare, che in quel momento era il modo migliore per prevenire i danni dalle radiazioni. Da quella volta sono venuti a S. Veneranda ogni estate e spesso anche le vacanze di Natale. Attualmente hanno 24 e 26 anni e le loro condizioni di salute sono ottime; è questa la riprova che il soggiorno ita-liano ha giovato moltissimo, e gli sforzi dei loro ospiti hanno prodotto ottimi ri-sultati. Roman e Yuri sono tornati anche quest’anno, superando le difficoltà buro-cratiche che rendono difficili i viaggi dai Paesi dell’Est per ringraziare i loro amici italiani. Auguriamo loro una buona va-canza ed il rinnovarsi delle innumerevoli amicizie che, fin da bambini, hanno fatto nel nostro paese.

Page 9: «Il Nuovo Amico» n. 26 del 15 luglio 2012

Pesaro 15 luglio 2012 9Br

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esi A cura di Vittorio Cassiani

DOMENICA 15 LUGLIOSTRADOMENICA – Pesaro si apre allo shopping, alla cultura, agli in-contri e al tempo libero. Mercato in piazzale Carducci e mercatino del-l’artigianato in piazza del Popolo dalle ore 16 alle 24.INFORMAZIONI ACCOGLIENZA TU-RISTICA – L’Ufficio di viale Trieste n°. 164 (tel. 0721/69341) osserva, nel periodo estivo, il seguente ora-rio: 9-13 (festivo), 9-13 e 15.30-18.30 (feriale).VISITE AL PALAZZO DUCALE – Sono previsti due turni: alle ore 9.30 e alle 11. Costo euro 5. Prenotazioni: ISAIRON 338.2629372.“L’ALTRO PASCALI” – Mostra a cura di Ludovico Pratesi e Daniela Ferra-ria. Fondazione Pescheria, Centro arti visive. Orario: dal martedì al venerdì 10-12.30 e 16.30-20; sabato, domenica e festivi 10-12.30 e 16.30-22.ANTOLOGICA DEL “GRUPPO 7” – Si conclude oggi nella ex chiesa della Maddalena (piazzale del Monte): omaggio ad Emma Corvo.“COLLETIVA” A MOMBAROCCIO – Nella chiesa di San Marco espongo-no, fino al 31 agosto, Raffaella Spi-naci, Maria Cristina Ludovico, Mario Sonetti e Graziano Giangolini.“IL BANCHETTO DI BARBAROSSA” – Al Castello di Candelara dalle ore 20.30. Info: www.coro-jubilate.it.PER UN PUBBLICO DI TUTTE LE ETA’ – Spettacolo popolari secondo

i canoni della “Commedia dell’arte”. Tutte le sere nel Mini-parco di viale Trieste, angolo viale Fiume e viale Pola. Ore 21.15.

LUNEDI’ 16 LUGLIOESTATE AL MUSEO – Fino al 17 set-tembre. Esperienze d’arte e assaggi di creatività per bambini dai 5 agli 11 anni. Dal lunedì al venerdì (ore 8.30-12.30) nella sede dei Musei ci-vici (0721/387541).NELLA LIBRERIA DI FRUSAGLIA – In via Mazzolari, 16. “Architetture”: di-pinti, sculture e collages di Michele Ferri. Fino al 5 agosto. Orario: 10-12.30 e 17-20.GIRO-BIKE – Pedalata a premi con gli animatori di Pesaro-Village. E così fino a giovedì. Partenza da piazzale della Libertà alle ore 17.30.

MARTEDI’ 17 LUGLIOTORNEO DI BURRACO – Nella sede del Centro socio culturale Maria Rossi (via Toschi Mosca, 20) dalle ore 20.30.“BANDINSIEME” – In piazzale della Libertà, ore 21.00, con i complessi di Fano Fortunae, Mercatale e Gra-dara.

MERCOLEDI’ 18 LUGLIOVILLA IMPERIALE – Ogni mercoledì, fino al 26 settembre, sono possibili visita guidate. Informazioni: ISAI-RON 338.2629372.MERCOLEDI’ DI …VINI E NON SOLO – Dalle ore 20.30 nel cortile di Palazzo Gradari, in via Rossini. De-

gustazione di vini e di prodotti par-ticolari del territorio. A pagamento e su prenotazione: 339.1456050.VESPRI D’ORGANO – Nella chiesa di Cristo Re (viale Cesare Battisti,3). Omaggio a don Lorenzo Milani. Voce recitante: Lucia Ferrati. All’or-gano Ignace Michiels (Bruge – Bel-gio). Ore 21.15.

GIOVEDI’ 19 LUGLIOVISITA TEMATICA – Percorso gui-dato alla Casa Rossini. Ingresso a pagamento con prenotazione: 0721/387357. Ore 17.30.CONCERTI AL TRAMONTO – Nel Parco San Bartolo presso il Camping Paradiso. “Viaggio musicale intorno al mondo” con la Banda di Colom-barone-Fiorenzuola di Focara. Ore 19.20.CONCERTO JAZZ – Con il complesso di Aldemaro Moltedo jazz band. In piazzale Collenuccio, ore 21.15.“LA BOHEME” – Nell’Auditorium Pedrotti del Conservatorio mu-sicale Rossini. Ore 21.30. Platea euro 18, non numerati 15. Info: 334/3997801.“L’ANGOLO DELLA POESIA” – Omag-gio ad Attilio Bertolucci. Introduce Paolo Lagazzi. Cortile di Palazzo Ricci, via Sabbatini. Ore 21.30.

VENERDI’ 20 LUGLIOI MUSEI CIVICI A PALAZZO CIACCHI – Dalle ore 15 alle 18 nella sede di via Cattaneo n°. 34. Dipinti e cera-miche in mostra. Ingresso gratuito su prenotazione: tel. 0721/3831.

GRAN VARIETA’ - Serata di musica da ballo, ascolto e non solo a cura di Pesaro Village. Piazzale della Li-bertà, ore 21.15.“LONTANI SUONI DAL MEDIOEVO” – Alla Pieve di Ginestreto, ore 21.30 con l’Ensemble Canavisium Moyen Age. Dalle ore 21.30.CINEMA AL MUSEO – Ciclo di video conferenze, a Montelabbate, presso lo spazio Nobili. Relatore Umberto Spadoni: il noir nel cinema ameri-cano: Il Bacio della Pantera”. Ore 21 ingresso libero.

SABATO 21 LUGLIO“OTTANTA ANNI DELLA SOCIETA’ GABELLINI” – Tappa del tour “80 forza del cuore”. Dalle ore 17 in piazzale della Libertà: area giochi, beauty, spazio arte e lotteria di be-neficenza.ITINERARIO “ROSSINI A PESARO” - Per scoprire i luoghi rossiniani in città. Ore 17.30. Occorre prenotare: tel. 0721/387357.MUSICAE AMOENI LOCI – “Dall’Ap-pennino scendendo”. Al Catello di Cavoleto – Piandimeleto, con il coro polifonico Jubilate. Dalle ore 21.30.

LE COMPETENZE NELL’INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA

Incontro di formazione al “Marconi”Martedì 26 giugno si è

tenuto presso il Liceo Scientifico “Marconi”,

l’incontro di formazione per gli Insegnanti di Religione Cattolica dell’Arcidiocesi di Pesaro, orga-nizzato dal direttore dell’Ufficio Scuola dott. Franco Marini, con la partecipazione della dott.ssa Chiara Michelini, del Dipartimen-to di Scienze della Formazione dell’Università d’Urbino.Il Dott. Marini ha sottolineato come tutti gli IRC, portano avan-ti un progetto formativo ed edu-cativo che si ispira al Vangelo, di conseguenza diventa importante avere competenze adeguate per non rimanere ai margini del-

l’istituzione scolastica. Lavorare per competenze richiede come punto di partenza la conoscenza dei contenuti specifici dell’inse-gnamento della Religione, ma deve orientarsi alla formazione della personalità dell’alunno. Le competenze non possono e non devono ridursi solamente ad un insieme di conoscenze e abilità da acquisire, ma formare la persona nella sua interezza e complessità. Ogni individuo apprende e matu-ra sia nella scuola che nella fami-glia, nella parrocchia e in tutte le esperienze educative che vive. Per questo le competenze generano, insieme alla conoscenze ed abilità, uno sviluppo ed un cambiamento

nella personalità.Il Prof. Marini ha invitato tutti gli insegnanti di religione ad ap-profondire questo aspetto delle competenze, nella loro esperienza d’insegnamento, per “dare il mas-simo a tutti gli studenti”. La dott.sa Chiara Michelini, ha sottolineato che formare compe-tenze significa mettere in grado le persone di avvalersi dei propri diritti e trasformarli in chance di vita a cui è chiamato anche l’IRC, in quanto interviene nella forma-zione del cittadino a partire dalla scuola. La competenza può essere paragonata metaforicamente ad un iceberg, dove le conoscenze e le abilità (che cosa si apprende) ne

rappresentano la punta, mentre la base più importante e spesso la più nascosta è data dal come si apprende in quanto compren-de la consapevolezza, l’immagine di sé, la sensibilità al contesto, la motivazione, il ruolo sociale, l’im-pegno, le strategie meta-cognitive. La competenza potrebbe quindi essere definita come la “capacità di attivare e combinare le risorse interne (conoscenze, abilità e di-sposizioni interne stabili) e quelle esterne disponibili per far fronte a situazioni formative e/o lavorative in modo valido e produttivo”. Non possiamo inoltre dimenticare che sono gli stati intenzionali del pro-cesso mentale che mobilitano le

competenze.Si è ricordato inoltre l’importanza della motivazione, come “moto-re” che spinge l’individuo ad agi-re, scegliere, impegnarsi e quindi anche apprendere. L’insegnante è chiamato a lavorare sulla motiva-zione intrinseca, che partendo dal desiderio di apprendere, scoprire, conoscere, porta ad un apprendi-mento più incisivo ed autentico. E’ chiamato ad attivare la domanda “religiosa”, a partire dalle doman-de che sorgono interiormente agli alunni, con riferimento specifico ai contenuti della religione catto-lica.

A cura di Luca Pedini© RIPRODUZIONE RISERVATA

Roberto Bracci nuovo Presidentedel Lions Club Pesaro HostAll’Eden Rock, in quel locus panoramico

d’eccezione, con la vista, da un lato della costa del mare Adriatico e dall’altra, della

piana della Valle del Foglia, sovrastata dalle col-line marchigiane, si è svolto l’incontro, in cui il presidente del Lions Club Pesaro Host Pietro Pac-capelo, concluso il proprio mandato, ha passato il testimone, ovverosia la campana, a Roberto Bracci che sarà presidente per il prossimo anno associativo che, dal luglio 2012, si protrarrà sino allo stesso mese del 2013. Dopo i saluti del pre-sidente del Consiglio comunale Ilaro Barbanti, in rappresentanza del sindaco, che si è soffermato pure sulla straordinaria valenza del service di-strettuale “Centro di prima accoglienza per per-sone senza fissa dimora”, che si caratterizza per una fattiva collaborazione fra i Lions e l’ammi-nistrazione pesarese, di Don Marco Di Giorgio, responsabile della Caritas, struttura altrettanto

coinvolta in quest’edificante progetto e del pre-sidente Paccapelo, è stata avviata la cerimonia relativa all’ingresso nel Club di due nuovi soci: Francesca Terzi, medico, specializzando nelle malattie dell’apparato cardiovascolare, padrino Alessandra Blandini e Roberto Cardinali eser-citante la professione di medicina generale, re-sponsabile della gestione clinica della S.R.A. di Galantara, padrino Giorgio Ricci, seguendo la prescritta procedura hanno adempiuto la loro promessa solenne.

gar© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nella foto: il Past presidente Pietro Paccapelo ha appena ricevuto dal nuovo presidente

Roberto Bracci la campana ricordo. Al centro il segretario Massimo Rinaldi

Page 10: «Il Nuovo Amico» n. 26 del 15 luglio 2012

15 luglio 201210 amicoil nuovo• •15 luglio 2012 11amicoil nuovo• •

Redazione di Fano:Via Roma, 118 - 61032 FanoTel. 0721 802742 dir. 803737 Fax 0721 825595E-mail: [email protected]

Fossombrone Cagli Pergola

Raccontaci il tuo campo scuolaTanti sono i ragazzi della nostra diocesi che stanno

vivendo l’esperienza dei campi scuola, un’espe-rienza che li arricchirà dal punto di vista umano

e spirituale.Sei un parroco che parte insieme ai giovani, un capo scout, un educatore o un ragazzo/a che ha deciso di partecipare a qualche campo? A tutte le parrocchie, i gruppi e le associazioni presenti nella nostra diocesi chiediamo di “raccontarci il proprio campo…”.Come fare? Semplicissimo. Scrivete un breve articolo (lunghezza 2.000 battute) corredato da belle foto (3 o 4) che raccontano, in maniera significativa, la vostra

esperienza. Poi, inviate il tutto alla nostra redazione entro la mattinata del martedì ([email protected]). Inoltre, se volete, potete lasciare una frase, un’im-magine, un pensiero del vostro campo anche sulla no-stra pagina facebook facebook.com/il.n.amico. Con il vostro contributo, realizzeremo sul nostro settimanale delle pagine speciali proprio sui campi scuola. Le at-tività di agosto saranno raccontate nei numeri de “Il Nuovo Amico” in uscita a settembre (la nostra reda-zione, nel mese di agosto, rimarrà chiusa).

La Redazione© RIPRODUZIONE RISERVATA

[…] Non è questa la sede per discutere l’opportu-nità di conservare l’attuale ordine dei sacramen-ti con la confermazione che di fatto è l’ultimo dei sacramenti dell’IC, ma occorre rilevare che l’attuale impostazione rischia di distoglie l’at-tenzione dalla celebrazione eucaristica. Occorre essere consapevoli di questo rischio per attuare scelte idonee ad eliminare questo pericolo. Per realizzare tutto questo, il parroco, da solo, non è sufficiente, ma occorrerà progettare delle équipe pastorali per i battesimi, un gruppo di cristiani adulti e preparati, capaci di accoglienza profon-da, che insieme al parroco e agli altri sacerdoti e diaconi, accompagnino le famiglie che chiedono il battesimo per i figli.A titolo puramente esemplificativo propongo una Ipotesi di tappe per un itinerario verso il battesimo dei bambini1- incontro con il parroco nel quale valutare la situazione ed orientare il cammino successivo

(vedi scheda n, 1)2- primo incontro con alcuni membri delle équi-pe pastorali3- rito del nome, segno della croce e unzione dei catecumeni (Rito del battesimo dei Bambini, nn. 165-166)4- percorso per le famiglie che parta dalla loro situazione concreta. Non sarà strano in molte situazioni dover ripartire dal primo annuncio della fede, dall’identità stessa del Cristo, dalla sua Pasqua, dalle domande fondamentali sulla vita e sull’uomo ed anche dalla domanda che hanno aperto a tutti noi gli orizzonti del credere:

“Maestro, dove abiti?”. Sarà necessario non dare per scontati i fondamenti della fede (rappor-to con il Vangelo, la preghiera, i sacramenti, le scelte coerenti della vita....). Il percorso propor-rà contenuti e atteggiamenti nuovi; si pensi ad esempio alla preghiera: riscoprirne il valore e il significato, fare esperienza di preghiera in casa

e in parrocchia…. (su questo si veda la scheda n. 2)5- celebrazione del sacramento preferibilmente durante l’eucaristia domenicale per sottolineare l’intimo legame tra battesimo ed eucarestia. Evi-tare assolutamente celebrazioni individuali che possano sembrare “private”. Per situazioni del tutto eccezionali consultare il vicario generale.6- Continuare il dialogo con la famiglia anche dopo la celebrazione del battesimo. Si potreb-be ipotizzare, ad esempio, una festa annuale dei battesimi, una lettera che periodicamente mantenga un contatto tra parrocchia e famiglia, sussidi di preghiera e di ascolto in famiglia per i tempi forti, incontri periodici (vedi ad esempio la scheda n. 3), ecc. Si tratta soprattutto di crea-re e mantenere dei rapporti personali tra fami-glia ed équipe dei battesimi […]

+ Armando Trasarti© RIPRODUZIONE RISERVATA

La Chiesa che genera/36

In festa per San Paterniano

San Paterniano 2012

FANO – Martedì 10 luglio, la città di Fano e tutta la diocesi hanno festeggiato il patrono San Pater-niano. “Fissando lo sguardo ogni giorno, nella cappella dell’Epi-scopio, sull’iconografia di San Paterniano, dove un bambino of-fre al Santo la Diocesi e la Città di Fano – ha esordito il vescovo Mons. Trasarti nel suo messaggio - sento il dovere morale di farmi carico dell’affetto per questa Città e Diocesi e vorrei quasi prender-la tra le braccia con predilezione pastorale.

«Coraggio eintraprendenza»“La nostra gente oggi – ha detto mons. Trasarti - respira un profon-do senso di paura per la difficile crisi, la più grave del dopo-guerra. Da questa crisi non usciremo né all’improvviso né troppo in fretta e sarà necessario modificare il nostro modo di pensare e di vivere. C’è bi-sogno di un punto chiaro e preciso per tutti e che probabilmente ha il suo inizio nella riscoperta del bene comune, che non è la somma del bene personale di ciascuno. E’ una conversione che noi, a livello per-sonale e sociale dobbiamo fare, ma che anche la politica deve fare.In un’epoca di difficoltosa transi-zione con la quale il nostro terri-torio e le nostre città devono fare i conti, non possiamo guardare San Paterniano chiedendogli solo una generica protezione, ma dobbiamo domandare più che mai il coraggio e l’intraprendenza per guardare al presente e al futuro con più forza e ottimismo.I momenti di crisi sono tempi in cui, a tutti, viene chiesto di dare di più, non di meno, di essere più co-raggiosi e meno timorosi. In par-ticolare bisogna non cedere alla tentazione dell’individualismo, anzi è indispensabile impegnarsi a ‘fare rete’, a guardare insieme alle scelte che riguardano l’interesse generale e che non parlano la lingua di una

sola parte o, addirittura, di una par-te contro l’altra; ma, piuttosto, il linguaggio complesso e variegato del bene comune, con particolare attenzione al mondo del lavoro, del-la famiglia, dei giovani, soggetti che, in modi diversi, oggi sono messi a dura prova.

Rafforzare il “patto di cittadinanza”“Come membri della comunità re-ligiosa e civile – ha proseguito il Vescovo - siamo convinti che sia ne-cessario fare appello a tutte le risor-se morali e spirituali per guardare, con più serenità e determinazione, al presente e al futuro. Non pos-siamo vivere il tempo che ci è dato come una condanna. Al contrario, il tempo che ci è dato da vivere è qual-cosa in cui dobbiamo abitare dando il meglio di noi stessi, per lasciare, a chi verrà dopo, i frutti della nostra fatica, del nostro coraggio, della

nostra fantasia. E non possiamo rassegnarci ad accettare un nucleo di potenti e fortunati che decidono e consumano il tutto e un popolo di esasperati ai margini del potere, delle decisioni e dell’economia. Le nostre città abbiano la saggezza di riscoprire e rafforzare quel “patto di cittadinanza” che è il principio

e il fondamento di ogni città vera. “Siamo membra gli uni degli altri”. E’ la consapevolezza di una reciproca appartenenza, della condivisione di un medesimo destino e della re-sponsabilità del bene comune che, lungo i secoli, ha disegnato il volto della città.E’ la medesima consapevolezza che

ora deve rigenerare i suoi tessuti connettivi. Mi permetto di ricordare che sempre - ma ancor più in questo momento delicato che le città della Diocesi di Fano stanno attraversan-do - ciò che tiene unita una comu-nità non è, e non deve essere, solo la convergenza sui privati interessi; non è, e non deve essere, neppure solo il reticolato di reciproci diritti e doveri. Ma è il più profondo tes-suto connettivo costituito da ‘nuove relazioni’ di rispetto, di gratuità, di autentica disponibilità al servizio, nella logica di una superiore frater-nità, della gratuità e del dono (cfr Caritas in veritate n. 6 e 2).La città di Fano e tutte le cittadine della Diocesi siano degne della loro storia e della loro vocazione: pren-dano forza e coraggio e costruisca-no con concorde operosità il pro-prio futuro.Dalla crisi si può uscire solo se ri-maniamo uniti, solo se rafforziamo la nostra identità sociale, umana e cristiana!

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FANO – “E qui scorgo anche il compito specifico della Chiesa in questo particolare momento – ha messo in evidenza Mons. Trasarti - Non abbiamo soluzioni tecniche da proporre, ma desideriamo es-sere vicini alla gente, a tutti indi-stintamente, in particolare a quel-li che sono nella fatica, a chi ha perso il lavoro e non ha prospet-tive, a chi non riesce ad arrivare a fine mese, ecc... Cerchiamo solo di servire la persona nel nome di Gesù Cristo, sorgente di salvezza e garanzia di umanità. Vogliamo entrare nei luoghi della sofferenza e della fatica quotidiana, metterci accanto alle persone per fare un po’ di strada insieme, offrendo una parola di solidarietà, di con-forto e d’incoraggiamento.Vorremmo parlare non solo di speranza, ma anche e soprattutto con speranza. Non intendo la spe-ranza facile e un po’ sciocca di chi non vuole vedere i problemi, ma la speranza che sa stare dentro i problemi. C’è un clima di disfat-tismo: tutto va male, tutto è pre-cario, tutto è inutile. Qualche ra-gione di sofferenza è così evidente da generare quell’atteggiamento talvolta vittimista che scoraggia l’opinione pubblica.Fratelli dobbiamo darci una scos-sa: dentro le situazioni difficili si vede l’orgoglio di una comunità e il suo spirito di reazione. Occor-re reagire: e la predicazione della speranza a cui è chiamata la co-munità cristiana può essere l’oc-casione propizia. Senza dire che anche la nostra Chiesa deve saper

affrontare ‘con speranza’ i suoi grandi e inaspettati problemi.

La speRanza - La speranza come stile virtuoso è parte es-senziale e integrante del realismo cristiano. Certo nessuno di noi può minimamente negare o at-tenuare l’esistenza di tantissimi mali, drammi, pericoli crescenti e talvolta inediti dell’attuale mo-mento storico, ma tutti, grazie alla presenza indefettibile di Cri-sto Signore e del Suo Spirito nella storia di ogni tempo, possiamo e dobbiamo riconoscere che la speranza non è solo un desiderio o un sogno o una promessa, non riguarda solo il domani, ma è una realtà molto concreta e attuale, che non abbandona mai la nostra terra: le persone, le famiglie, le co-munità, l’umanità intera, soprat-tutto la Chiesa del Signore.E’ dunque nella coscienza umile dei nostri ritardi, fatiche, lentezze e inadempienze e nel segno di una immensa gratitudine al Signore e di una fiducia incrollabile nel suo amore che siamo chiamati a vivere questo tempo nell’orizzon-te della speranza. Chi ha occhi e cuore evangelici vede e gode del numero incalcolabile di semi e germi e frutti e opere concrete di speranza che sono in atto nei più diversi ambiti delle nostre Chiese e nella società. Ci sono tantissime persone e gruppi che continuano

a scrivere il Vangelo della speran-za, nella realtà e nelle vicende più disagiate e sofferte della vita quo-tidiana. Possiamo applicare quan-to leggiamo nell’esortazione Chri-stifideles laici al n. 7: “Agli occhi illuminati della fede si spalanca uno scenario meraviglioso: quello di tantissimi laici, uomini e donne, che proprio nella vita e nelle atti-vità di ogni giorno, spesso inos-servati o addirittura incompresi, sconosciuti ai grandi della terra ma guardati con amore dal Padre, sono gli operai instancabili che lavorano nella vigna del Signo-re, sono gli artefici umili e grandi - certo per potenza della grazia di Dio – della crescita del Regno di Dio nella storia”.Come dicevo al Convegno Pa-storale Diocesano di fine mag-gio, vorrei ancora accarezzare un grande sogno per la Comunità Diocesana dei credenti.

Una Chiesa UmiLe - La co-munità cristiana è cosciente delle contraddizioni della sua condizio-ne umana, ma anche consapevole della grandezza del suo spirito. Chiesa umile è una Chiesa che non dimentica mai la sua uma-nità: le sue virtù convivono con i suoi vizi. Non esprimerà sempre dei giudizi; conserverà il messag-gio ricevuto guardando fiduciosa all’opera di Dio anche per quelli che trasgrediscono. Umile e leale

soprattutto nei confronti di Dio e dell’umanità. Non avrà invidia per chi segue altre strade, anzi sarà in ascolto di quanto altri hanno sco-perto. Non si arroccherà su det-tagli ininfluenti e rissosi, avrà la coscienza del proprio limite.

Una Chiesa miseRiCoR-diosa - Tutto il mondo ha bi-sogno di misericordia. Nessuno va abbandonato soprattutto se ha sbagliato. La misericordia si ac-costa a chi ha bisogno: per que-sto deve farsi carico del male, per disinnescarne le conseguenze. Grande misericordia va diretta anche a chi vive situazioni di irre-golarità. Non sempre si è in grado di conoscere e di capire le condi-zioni che le persone sono costret-te a vivere. Con la misericordia si evitano i rischi della marginalità e del procurato dolore. L’essere ac-colto, stimato, amato aiuta nella via della santità, sorregge la so-litudine e sostiene nei momenti difficili.

Una Chiesa CoRaggiosa - Il coraggio deriva dall’equilibrio e dalla forza della propria fede. Il rispetto di tutti non impedisce di far ascoltare la propria voce. Solo le profonde convinzioni, maturate e vissute, permettono di espri-mere con forza le proprie idee e orientamenti. Il vero coraggio non attende i risultati. L’espe-

rienza dice che molte verità sono soggette a nascondimenti, a rifiuti e abbandoni, ma la natura uma-na, sorretta dalla grazia, riporta sempre alla dimensione della ve-rità, anche se a volte dopo soffe-renze e tempi perduti. Da persone adulte dobbiamo avere la capacità di resistere alle vicende avverse. Chi è responsabile sa bene che le epoche storiche non sono lineari. Dobbiamo mettere tutte le risorse di intelligenza e di cuore per co-municare la fede, ma avere cer-tezza che è Dio a dettare l’ultima parola.

Una Chiesa affidata - L’af-fidamento impedisce i mecca-nismi, tutti umani, che cercano di ottenere risultati. A livello personale il sentirsi affidati non attiva protagonismi, carrierismi, efficacia delle proprie azioni. Se la missione dipende da Dio, ogni tipo di agitazione umana è fuori bersaglio. Ritorna l’unico percor-so possibile per ogni religiosità: esprimere con autenticità la fede che si professa. Tutto il resto è nelle mani di Dio.

Una Chiesa ConCiLiaRe - Una Chiesa che vive la fede im-pegnata, missionaria, che dialoga con ogni uomo di buona volontà, che guarda al mondo con fiducia e umiltà, che costruisce con la colla-borazione di tutti il Regno di Dio tra il già e il non ancora (Gaudium et Spes). San Paterniano ci aiuti a non oscurare questo sogno!

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Una Chiesa vicina alla gente

Il Vescovo in dialogo con i fedeli

FANO – Nell’ambito delle iniziati-ve per la ricorrenza del patrono di Fano San Paterniano, venerdì 6 lu-glio nel suggestivo chiosco di San Paterniano, il Vescovo Armando si è intrattenuto, con i tanti fedeli, a parlare sul tema “Nella paura la speranza” oggetto del messaggio alle famiglie del 2012. L’incontro è stato preceduto dalla visione del cortometraggio “Il circo della Far-

falla” che sottolinea l’importanza del dare dignità e valore all’uomo nella sua essenza, al di là della sua prestanza fisica. Cos’è la paura ? questa è stata la prima delle do-mande poste al Vescovo che, nel rispondere all’intervistatore, ha voluto evidenziare come la paura nasce dalla prepotenza di alcuni, la paura più grande nasce da que-sta società competitiva che è allo

stesso tempo vorace. L’uomo più grande e libero della storia è San Francesco d’Assisi che ha sposato a sé la povertà; oggi al contrario costruiamo grandi ville con le ma-niglie d’oro sulle porte ma poi ab-biamo bisogno delle “P38” per di-fenderci. Anche la politica in certi versi fa paura. Come guarire dal desiderio di onnipotenza ? Con la pazienza e sapendo rileggere la storia, il potere di oggi è cene-re ! Non bisogna aver paura, una sana ironia ci aiuta ad affrontare la paura con la consapevolezza che tutto passa. Vedo a volte – ha proseguito il Vescovo - il potere economico, in molte occasioni ho sentito i politici parlare della po-vertà ma loro sanno di cosa par-lano? Sanno quanto costa fare la spesa ? Occorre fare memoria del

passato, non farsi intimorire, com-battere senza inchinarsi ai potenti, rispettarli ma rimanendo liberi. Tante sono le tipologie di paure: la morte, il rancore che causa pau-ra e determina il nostro vissuto, per rancore intendo un rancore alla vita, esso cova come la brace sotto la cenere, rimane lì per poi riemergere a distanza di tempo. Occorre tirar fuori i problemi na-scosti, dar voce alle problematiche non risolte per razionalizzarle. Il rancore è un problema di fondo, o riesci a gestire le difficoltà o te le porti per tutta la vita, c’è un mare di gente in psicoterapia… molte nostre confessioni sono psicotera-pia a costo zero. Il rancore è uno dei perversi linguaggi della paura. A volte bisogna saper piangere ! Al termine della serata mons. Tra-

sarti ha voluto condividere anche alcune sue esperienze personali, raccontando come è nata l’idea di scegliere, come proprio motto, la frase del vangelo “sono io non ab-biate paura…; , la scelta – ha con-fidato il Vescovo - un po’ è nata per caso un po’ era nel mio DNA, non ero affatto il più bravo, il più buono, fino a 22 anni avevo paura a leggere in pubblico e vedevo le ferite di questa nostra chiesa che mi facevano paura, vedevo una barchetta che faceva acqua da tut-te le parti. Rileggendo però que-sto brano ho visto Gesù che sulla barca dice ai suoi “sono io”, è Gesù che mi dice non avere paura ! La fragilità riconosciuta è dunque una virtù se vissuta con il Signore.

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15 luglio 201212 Fano Fossombrone Cagli Pergola

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Lo Squero

Prosegue l’itinerario sul simbolo cristiano

“Il Pane e la Croce” a FenileFANO - “Il pane e la croce”, l’itine-rario del pane simbolo nella cul-tura del cristianesimo, si è messo in mostra nell’ultimo week-end di giugno presso gli spazi della parrocchia di Fenile in festa per le celebrazioni dei Santi Patroni (Pietro e Andrea) unitamente, in via eccezionale per quest’anno, al-l’ottava edizione della Festa della Campagna organizzata dall’Asso-ciazione “4quarti”.Quale miglior contesto e ospita-lità poteva auspicare la mostra !? La mensa eucaristica sull’altare imbandito a festa nella memoria solenne dei santi Pietro e Andrea, patroni della comunità di Fenile e poi il mondo contadino, la cam-pagna e i suoi campi ormai dorati o addirittura freschi e odorosi di un taglio di falce o di mietitura recente Sull’altare così come sulle tavole del mondo agreste e con-tadino da sempre alimenti essen-ziali …acqua, vino, pane, olio, cibi essenziali che garantiscono all’uo-mo la sopravvivenza del corpo, ma anche dello spirito, essendo impiegati e presenti in buona par-te dei sacramenti.Armonia perfetta con la filosofia della mostra e dello staff paneno-stro.com che capitanato da Luca Zanchetti, chef ricercatore, l’ha

ideata e promossa, a dimostrazio-ne che ancora una volta … il pane UNISCE. Unisce tutti, di qualsiasi razza o religione, in qualsiasi con-testo o ambiente. Ancor di più un pane sano, fatto con quei prodotti che il buon Dio ci dona tramite i frutti della terra, non inquinati e non contaminati da mano d’uomo o da quella della chimica indu-striale. Anche il Vescovo Armando Tra-sarti che ha presieduto la celebra-zione eucaristica di domenica 1 luglio, ha sottolineato l’importan-za di tornare alle radici e di sco-prirne la bellezza e la genuinità, quell’amore per il creato, per la terra e i suoi prodotti che avevamo perduto ma che stiamo andando riscoprendo causa forza maggiore. “L unico settore che non è in crisi è appunto quella dell’agricoltura iologica, biodinamica…” citava il Vescovo. Cristo, pane spezzato per l’umanità, sia fonte di benedizione per ognuno di noi.

Presenti alla celebrazione di do-menica 1 luglio e poi ad omag-giare la mostra “Il pane e la croce” con la loro presenza autorità reli-giose e civili: S.E.Mons.Armando

Trasarti, Mons. Giuseppe Tinto-ri Vicario generale della Diocesi nonché parroco della comunità di Fenile, don Giorgio Giovannelli, don Gianni Petroni, il Sindaco di

Fano Stefano Aguzzi, il vice sinda-co di Fano Maria Antonia Cucuz-za e Elisabetta Foschi, consigliera regionale.

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oltre 40 ragaZZi in raPPresentanZa Delle associaZioni

Presentata la Consulta Giovani

FANO – Presentata ufficialmente sabato 7 luglio, alla sala della Con-cordia del Comune di Fano, la Con-sulta dei Giovani, operativa già da qualche tempo ma che ora si pre-senta alla cittadinanza come orga-nismo di partecipazione popolare dei giovani alla vita sociale e poli-tica del Comune. “Con la Consulta

dei Giovani, abbiamo stravolto le politiche giovanili – ha dichiara-to l’assessore Luca Serfilippi – ora tutte le politiche giovanili vengono decise dalla consulta con l’appoggio e il sostegno di uno staff composto da operatori del Comune e da per-sonale della Cooperativa Crescere”. La Consulta vuole promuovere

l’associazionismo giovanile e coor-dinare le attività rivolte ai giovani sul territorio, nonché poter dire la sua sui problemi della città par-tendo da un punto di vista diverso da quello degli adulti. “Il progetto è ambizioso – ha detto la dott.ssa Roberta Galdenzi dirigente del Comune - e vuole promuovere la partecipazione attiva dei Giovani tramite un organismo associativo”. L’elemento pensante delle politiche Giovanili è la consulta dei Giovani poiché nessuno meglio di loro sa di cosa i giovani stessi hanno bisogno. Gli oltre 40 giovani che fanno par-

te della Consulta sono a loro volta rappresentanti di altrettante orga-nizzazioni e associazioni e a partire dalla carta europea dei diritti dei giovani hanno elaborato dei temi da affrontare assieme, primo dei quali “il tempo libero”. Non vorrei più sentir dire “il Comune cosa fa per i Giovani ?” – ha detto l’asses-sore Serfilippi – perché da oggi sa-ranno loro ad essere i protagonisti del loro presente e delle politiche Giovanili del Comune. A conclude-re la conferenza stampa sono stati i giovani stessi che hanno auspica-to che la consulta possa diventare

strumento per poter lavorare assie-me, fare rete, dialogare in modo di-retto per educare alla legalità e po-ter sensibilizzare la città ai temi dei Giovani. Il Sindaco Stefano Aguzzi, nel portare il suo saluto alla Con-sulta, ha invitato i giovani a mette-re in circuito le idee e ha ricordato come il PIL (prodotto interno lor-do) della città si misura non tanto sul denaro prodotto quanto sulla vocazione all’aiuto degli altri, chia-mata questa che a Fano vede tan-tissime associazioni impegnate su tutti i fronti.

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Progetto scolastico Dell’istituto “oliVetti” con esPerti QualiFicati

Dati allarmanti sull’abuso di alcoliciFANO - Uno studente su 272 dei frequentanti l’Istituto superiore “A.Olivetti” di Fano – uno studente evidentemente insoddisfatto e, per certi versi, molto autoindulgen-te - a domanda risponde di fare uso e abuso di bevande alcoliche e superalcoliche “perché a Fano non c’è niente di meglio da fare”. La dichiarazione è stata tratta dal Questionario sull’uso e l’abuso di bevande alcoliche e superalcoli-che sottoposto a quei 272 studen-ti che hanno risposto, in forma anonima, a 16 domande: ciò ha consentito di salvaguardare il loro diritto alla privacy e di raccogliere risposte veritiere perché non con-dizionate dal timore che l’identità del compilatore fosse rivelata. Un Questionario che, nello spirito del Progetto “Prevenzione, Salute e Sicurezza: l’abuso di alcolici nei giovani in età scolare”, ha chiesto risposte sulle motivazioni e sul-le abitudini di una vasta platea di giovani a consumare alcolici e su-peralcolici. Ideato dal Prof. Paolo Rocco, e condotto insieme con la Prof.ssa Cristina Gerboni (entram-bi docenti all’”Olivetti”), il Proget-to si è protratto dall’Ottobre 2011 ad oggi. Diverse le fasi attraverso le quali si è favorito e coordinato il coinvolgimento diretto degli stu-denti alle finalità educativo/for-mative di quest’Attività: organiz-

zazione di due incontri con esperti qualificati (il 12 Aprile 2012 con il Primario del pronto Soccorso di Fano, Dott. R. Dottori, e l’8 Mag-gio 2012 con il Vice Dirigente della Polizia di Stato del Commis-sariato di Fano, Dott. S. Vincen-zoni) ai quali hanno partecipato undici classi; somministrazione del Questionario agli studenti di tutte le classi dell’”Olivetti”, dalle Prime alle Quinte; produzione di servizi fotografici curati dagli stu-denti, inerenti ai due incontri; ela-borazione e produzione di grafici, curati dagli studenti –coadiuvati dai promotori- e tratti dall’analisi delle risposte al Questionario; opi-nioni scritte degli studenti. Tutto ciò è contenuto nell’Opuscolo car-taceo in 33 pagine che raccoglie e diffonde tutte le fasi del Progetto. L’analisi delle risposte al Questio-nario costituisce, si può dire, una finestra aperta su alcuni aspetti di un modus vivendi generalmente, e purtroppo, oggi praticato dagli adolescenti di tutte le latitudini. In questo senso è importante ri-levare che le risposte date dagli studenti al Questionario indicano anche che questo comportamento

(l’abuso di alcolici e superalcolici) è esercitato da giovani provenienti, e residenti, in varie località della provincia di Pesaro e Urbino, e che a Fano vengono per studiare: non è diversa, infatti, la situazione, riguardo all’abuso di bevande al-coliche, di studenti di altre scuole superiori ubicate a Pesaro e, ap-punto, ad Urbino, così come han-no mostrato i risultati di progetti promossi da Associazioni e Enti all’interno di questa stessa area geografica nel corso del 2012.

Il consumo riguarda il 72% degli studentiTra i dati più significativi emersi dalle risposte del Questionario distribuito all’”Olivetti”, è che 198 studenti su 272 hanno dichiarato d’essere consumatori (in prevalen-za nel fine-settimana) di alcolici e superalcolici: 198 su 272 pari al 72% degli studenti frequentan-ti distribuiti in 77 maschi e 121 femmine. Quegli stessi studenti che, poi, mietono premi e ricono-scimenti anche a livello nazionale per la propria partecipazione ad attività promosse dall’”Olivetti”. A fronte di ciò, ancor più meritorio

che il nostro Progetto abbia rice-vuto il pieno avvallo da parte della Dirigente scolastica dell’”Olivetti”, Prof.ssa Anna Gennari: un segnale determinante della consapevolez-za che intorno a questo argomento la Scuola debba continuare a farsi promotrice di uno sguardo attento e, per quanto nelle sue possibilità, risolutore nel senso dell’adozione di un’adeguata opera di preven-zione finalizzata alla crescita cul-turale consapevole dei giovani e alla tutela della loro salute. E’ cer-to, infatti, che 107 adolescenti che alla domanda ‘perché bevi alcolici’ rispondono “perché mi piace” op-pure, in minor numero, “per non pensare ai problemi”, “per evadere dalla realtà”, “per sballare”, pongo-no la necessità di realizzare non più procrastinabili interventi. In questo senso, è stato evidenziato

dal Questionario anche la neces-sità che le famiglie degli studenti agiscano da prioritaria agenzia educativa (come anche hanno af-fermato i relatori Dottori e Vin-cenzoni) affinché i ragazzi acqui-siscano, innanzitutto dai propri genitori, le informazioni idonee a riconoscere nell’uso e nell’abuso di alcolici una fonte di danni, anche gravi, alla propria salute. Infine, ci sembra significativo che questi 198 studenti abbiano deciso di rivelare, all’interno della Scuola e tramite il Questionario, un loro disagio: ciò acquista il senso della denuncia di un orizzonte di attesa tradito, pro-prio come sottolinea quel ragazzo che dice di bere alcolici “perché a Fano non c’è niente di meglio da fare”. Una dichiarazione, questa, molto autoindulgente, certo, ma pure risonante come un campa-nello d’allarme che sarebbe da in-coscienti se lasciasse indifferenti.

(Su www.polotrefano.it è disponibile l’opuscolo)

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Ultimo appuntamento mercoledì 18 luglio alla chiesa di San Silvestro

“I SUONI E LA PAROLA”FANO – Mercoledì 18 luglio, alle ore 21.15 nella chiesa di san Silve-stro detta “Madonna di Piazza”, si terrà l’ultimo appuntamento del-la rassegna “I Suoni e la Parola”. Si esibirà la Cappella Musicale del Duomo diretta dal M° Stefano Baldelli.

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amicoil nuovo• • 13Fano Fossombrone Cagli Pergola 8 luglio 2012

Celebrate le esequie di Guido,padre di don Giuseppe MariniPERGOLA - Lunedì 9 luglio, nella concattedrale di Pergola gremita di fedeli, il vescovo Mons. Trasar-ti ha celebrato le esequie di Guido Marini, il padre di don Giuseppe Marini parroco della Gran Madre di Dio. Prendendo spunto dal bra-no del Libro di Osea, il Vescovo ha sottolineato il profondo signi-ficato della parola ‘deserto’. “Nel sentire comune, deserto ci fa pen-sare a un vuoto, mentre in Osea è tutto il contrario. Il deserto è il luogo di incontro di Dio sponsale con l’uomo, è il luogo dove l’uomo scopre l’amore di Dio. ‘Ti condur-rò nel deserto’ Dio lo dice anche

in questa morte che voi oggi con-template. L’incontro con il Signore - ha proseguito Mons. Trasarti - è un incontro di banchetto sponsale e, oggi, Guido è stato preso pro-prio in questo banchetto del Cielo. Il funerale è una festa nuziale pur nelle lacrime e nella nostalgia, è l’incontro di Dio con l’uomo. Gui-do sta partecipando alle nozze del Cielo. Ringraziamo il Signore per Guido e chiediamoci sempre ‘cosa posso fare io di buono nella mia vita?’”.

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Pellegrinaggio diocesano in Polonia dal 23 al 28 luglio

Sul sentiero del Beato Giovanni Paolo II

FANO – Circa settanta fedeli, provenienti dalla diocesi di Fano e da Fermo, parte-ciperanno al pellegrinaggio diocesano in Polonia in programma dal 23 al 28 luglio accompagnati dal nostro vescovo Mons. Trasarti. “Tre sono le parole – ha sottoli-neato don Giuliano Marinelli responsabi-le Ufficio Pellegrinaggi diocesano – con le quali potremmo definire questo viaggio: devozione, luoghi della memoria e trion-fo dell’Eucaristia. Partiremo da Czesto-chowa camminando sui sentieri del beato Giovanni Paolo II, visitando il suo paese, la chiesa nella quale è stato battezzato, la cattedrale in cui è stato ordinato e il luo-go in cui ha celebrato la sua prima Mes-sa. Rivivremo la Croce visitando i grandi luoghi della sofferenza umana, i campi di sterminio. Raggiungeremo il santuario di Kalwaria dove spesso Giovanni Paolo II

si recava da solo per meditare i Misteri e raccoman-dare a Ma-ria il suo ministero. Visiteremo – ha prose-guito don G i u l i a n o - Craco-via, città ricca di storia, in particolare

la tomba di Padre Jerzy Popieluszko, as-sassinato nel 1984 dai servizi di sicurezza comunisti. L’ultimo giorno lo dedichere-mo alla capitale Varsavia dove i pellegrini potranno ammirare la Varsavia antica ric-ca di cultura”. I pellegrini saranno accom-pagnati dal nostro Vescovo e da alcuni sacerdoti della nostra diocesi fra i quali il segretario don Luca Santini, don Giu-liano Marinelli, don Benito Verdini, don Giuseppe Marini, don Stefano Betti, don Federico Tocchini e don Gilberto Ciaruf-foli.Riportiamo, di seguito, il programma del pellegrinaggio:23 luglio: Italia, Varsavia, Ctzestochowa. Ritrovo dei partecipanti e partenza in bus per l’aeroporto di Roma – Fiumicino. Partenza alle ore 9.30 per Varsavia. Arrivo previsto alle ore 12. Sistemazione in hotel,

cena e pernottamento24 luglio: Czestochowa. Pensione com-pleta. Giornata dedicata alla visita al San-tuario della Madonna Nera, con i musei e il Tesoro. Partecipazione alle celebrazioni religiose25 luglio: Czestochowa, Auschwitz, Wa-dowice, Cracovia. Colazione. Partenza per Auschwitz. Visita all’ex campo di concen-tramento nazista, oggi museo martirolo-gio. I pellegrini visiteranno anche le ca-mere di padre Massimiliano Kolbe e della monaca Edith Stein. Proseguimento per Wadowice, città natale del Beato Giovanni Paolo II e per il santuario di Kalwaria ed arrivo a Cracovia in serata. Sistemazione in albergo, cena e pernottamento26 luglio: Cracovia, Wieliczka. Pensione completa. Giornata dedicata alla visita della città. Il centro storico è stato ricono-sciuto dall’Unesco come uno dei preziosi complessi architettonici del mondo: ca-stello di Wawel (esterno), cattedrale, uni-versità Jagellonica (la più antica fondata nel 1364), piazza del Mercato, chiesa di Santa Maria. Visita al moderno santuario della Divina Misericordia e alle miniere di salgemma di Wieliczka. 27 luglio: Cracovia, Varsavia. Colazione e partenza per Varsavia: sistemazione in al-bergo e pranzo. Visita della città vecchia. Cena e pernottamento28 luglio: Varsavia, Italia. Colazione. Tra-sferimento in aeroporto. Partenza ore 12.50. Rientro a Roma previsto per le 15.10.

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incisione Pittura ceramica in mostra a Villa s. Biagio

Arte come donoFANO - Dal 25 luglio al 25 agosto, nel Chiostro di Villa San Biagio, sarà allestita la mostra “Arte come Dono”, incisioni ceramiche in mostra cu-rata da Antonio Battistini (Opera Don Orione - Fano).Espongono gli artisti: Alfredo Bartolomeoli, An-tonio Battistini, Arnaldo Battistoni, Gabriele Berretta, Fabio Bretoni, Orazio Bindelli, Pasqual Blanco, Leonardo Bollini, Giorgio Bompadre, Re-nato Bruscaglia, Luca Caimmi, Adriano Calavalle, Pietro Capozucca, Luigi Carboni, Javier Carcerà, Francesco Carnevali, Carlo Ceci, Arnoldo Ciar-rocchi, Sandro Ciriscioli, Umberto Franci, Omar Galliani, Rossano Guerra, Jutta Osten, Marcello Lani, Elio Marchigiani, Giorgio Mattini, Simone Paci, Sandro Pazzi, Giordano Perelli, Walter Pia-cesi, Riccardo Piccardoni, Alfredo Pirri, Concetto Pozzati, Enrico Ricci, Raimondo Rossi, Athos San-chini, Piero Sanchini, Silvano Silvani, Otello Sisti, Sandro Trotti.OrariO della mOstra:10-12 / 17-19 e dopo ogni serata biblica e musica-le nel chiostro.Ulteriori informazioni: www.sanbiagiofano.it

i media cattolici in tournè Per la diocesi

Missione e “Spazio media”FANO – I media sono ormai un terreno di gioco su cui quotidianamente occorre camminare, fanno parte della nostra vita di relazione e a fatica riusciamo a farne a meno per più di qualche ora, ma occorre ricordare che sono strumenti e non fini e vanno utilizzati con sapienza e responsabilità. Anche la Chiesa riconosce l’importanza dei media definendoli nuovi “areo-paghi” del tempo moderno, i luoghi cioè dove annunciare il Vangelo nel tempo moderno. Per questo la Diocesi di Fano, Fossombrone, Cagli, Per-gola, da tempo ha deciso di investire sui media creando una vera e propria sinergia tra essi: siti internet, newsletter, web tv con tg, rassegna stampa e approfondimento, settimanale interdiocesano e strumenti di approfondi-mento come la collana “Comunicando”. Una presenza costante e autore-vole che utilizza i canali oggi disponibili per informare e formare alla vita buona del Vangelo. In occasione del campo di lavoro e formazione missio-naria 2012, organizzato dal Centro Missionario Diocesano, l’Ufficio Comuni-cazioni Sociali affiancherà la carovana missionaria con una propria presen-za visibile tutte le sere con uno stand informativo sui media cattolici locali. L’invito quindi a tutti, e in particolare ai giovani, di visionare il materiale disponibile presso lo stand e perché no, dare una propria disponibilità per diventare volontari dell’informazione e collaboratori dei nuovi media. La carovana missionaria e lo stand “spazio media” saranno presenti dalle ore 21 alle 23 nei seguenti giorni : lunedì 16 luglio – Parrocchia di Apecchio e Serravalle di Carda con festa ad Apecchio; martedì 17 luglio – parrocchia di Fenile di Fano; mercoledì 18 luglio – parrocchia di Frontone - Acquaviva con festa ad Acquaviva; giovedì 19 luglio – parrocchia di Villanova e Monte-maggiore al Metauro con Festa a Villanova; venerdì 20 luglio parrocchia di Isola di Fano – Ghilardino con festa a Isola. Vi aspettiamo !

MG© RIPRODUZIONE RISERVATA

al Via il camPo laVoro e Formazione missionaria

“Mi fido di te”

FANO – Oltre 50 giovani parte-cipanti, 6 pulmini, 12 animatori, 2 direttori e 4 sacerdoti : sono i numeri del Campo di Lavoro e Formazione Missionaria 2012 che si terrà nella nostra diocesi dal 15 al 21 luglio.Una carovana missio-naria che, anche quest’anno, parte alla volta dell’annuncio gioioso del vangelo. L’esperienza super collau-data del Campo vedrà impegnati tanti giovani in un cammino di fede che si basa su tre punti cardi-ne: il lavoro per aiutare gli altri, la formazione fatta di ascolto della Parola di Dio e di confronto fra-terno ed infine l’animazione mis-sionaria e l’incontro con gli altri. Tre aspetti che, mixati assieme, creano un’atmosfera esplosiva di gioia vera, di voglia di vivere e di

ascolto reciproco, una esperien-za che ti fa tornare a casa con le lacrime agli occhi e la voglia di vivere davvero quella fede an-nunciata, ascoltata, vissuta e te-stimoniata durante la settimana

di campo, una miscela questa di sostanze davvero “stupefacenti” capaci di liberare l’uomo dal sem-pre più dilagante mal di vivere e fargli assaporare l’abbraccio di Dio Padre. Ad accompagnare i ragazzi in questa avventura due missio-nari Saveriani, P. Enzo Tonini e P. Serge Arthur Tchatche assieme a due seminaristi che condivide-ranno con i giovani l’intera setti-mana, dalla preghiera mattutina alle tarde ore del rientro a casa a Villa Prelato dove i giovani missio-nari porranno la loro base. Titolo del Campo, nell’anno della fede, è “Mi fido di Te”, un percorso che inizia dall’esperienza del partire, toccando gli aspetti della casa, del costruire, del dialogare per arri-vare alla meta del celebrare la vita

vissuta. Coinvolte nell’operazione sei parrocchie della Diocesi che si sono rese disponibili ad accoglie-re i giovani e soprattutto a dialo-gare con essi aprendo le porte di casa e magari offrendo loro un sorriso o un bicchiere d’acqua per rinfrancarli dalle fatiche mattuti-ne. Nell’invitare tutti a seguire il campo, magari anche on line sul sito www.ildiso.it, riportiamo il calendario completo delle tappe che i giovani Missionari faranno: lunedì 16 luglio – Parrocchia di Apecchio e Serravalle di Carda con festa ad Apecchio; martedì 17 luglio – parrocchia di Fenile di Fano; mercoledì 18 luglio – par-rocchia di Frontone - Acquaviva con festa ad Acquaviva; giovedì 19 luglio – parrocchia di Villano-va e Montemaggiore al Metauro con Festa a Villanova; venerdì 20 luglio parrocchia di Isola di Fano – Ghilardino con festa a Isola.

Marco Gasparini© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Progetto curato daAnteas Marche:

Biblioteca dei libri viventi

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piobbicoRedazione di Urbino:Via Beato Mainardo, 4 - 61029 UrbinoTel. e Fax 0722/[email protected]: Mattino 9.00-12.00Pomeriggio 15.00-17.00Urbino

Urbania Sant’Angelo in VadoMercatello sul Metauro – una grande partecipazione ha caratterizzato anche quest’anno le celebrazioni per la solennità di san-ta Veronica Giuliani. la novena di preparazione è stata guidata da pa-dre Giovanni leonardi e si è svolta nella chiesa delle monache cappuc-cine, luogo dell’infanzia della santa. Domenica 8 luglio ha raggiungo il santuario anche un folto gruppo di pellegrini provenienti dal liba-no, dove il culto di santa Veronica è particolarmente sentito e diffuso, guidati dal vescovo mons. antonio Beyluni del patriarcato siriaco-cat-tolico e da 14 sacerdoti, che hanno celebrato la Messa in rito maronita. Il 9 luglio, giorno della festa, molti fedeli sin dal primo mattino hanno partecipato alle messe celebrate sia nel santuario sia nella chiesa del monastero. alle ore 10 ha presie-duto l’eucaristia il ministro provin-ciale dei cappuccini p. criminesi; durante il rito sono stati ammessi nuovi membri della confraternita di santa Veronica, fondata a Mercatel-lo nel 1842. Il momento più solen-ne si è svolto nella Pieve collegiata alle 20,30 con il solenne pontificale presieduto dall’arcivescovo mons. Giovanni tani. e’ proprio in que-sta chiesa che santa Veronica ha ricevuto il battesimo il 28 dicembre 1660 e la prima comunione il 2 feb-braio 1670.Ha animato la santa Messa il coro polifonico “Icense” di Mercatello, accompagnato dall’orchestra “I ca-

meristi del Montefeltro”. Bella e di alta qualità l’esecuzione musicale che ha reso solenne il momento liturgico. tanta la partecipazione dei fedeli dell’arcidiocesi, presenti la giunta municipale, tutte la con-fraternite della parrocchia, una delegazione dell’uNItalsI di ur-bino e i cavalieri di Malta. l’arcive-scovo mons. tani durate la Messa, concelebrata da un bel numero di sacerdoti nell’omelia ha ricordato come santa Veronica con il suo sì a cristo sia stata «una donna rapita dall’amore». si legge nel suo Diario: «l’amore si è fatto trovare! Questa è la causa delle mie gioie e delle mie sofferenze…». concludendo l’ome-lia, mons. tani ha esortato con for-za ciascuno di noi ad compiere e volere scelte coraggiose, anche con-tro corrente: «la festa di oggi, che ci vede riuniti attorno a una donna che non ha avuto altro interesse che Dio, ci aiuti a fondare la nostra vita su una fede forte e solida. ci aiuti a scegliere Dio. Per non correre il rischio di cercare tanti beni, ma di trascurare proprio questo, che è l’unico vero bene». al termine della Messa si è snoda-ta una grande processione con la

statua della santa che ha percorso le vie battute dalla piccola orsola Giuliani, nome di battesimo di Ve-ronica. la processione si è fermata per benedire la monache cappucci-ne che vivono in quella che è stata la casa della santa, è sfilata davanti la chiesa di san Francesco dove è sepolta la mamma Benedetta Man-

cini, è passata vicino la chiesa e il monastero di santa chiara dove tre sorelle e una cugina di Veronica hanno vissuto la regola monastica come clarisse. tanti altri i luoghi che legano l’infanzia e l’adolescenza di Veronica e la sua Mercatello ri-percorsi e rivissuti dalla processio-ne. Bello il momento conclusivo in

piazza Garibaldi dove l’arcivescovo ha esortato in particolare i giovani a guardare a santa Veronica come una donna pienamente realizzata nella sua vocazione e quindi a pen-sare alla vita come una vocazione e una donazione a Dio e ai fratelli.

Don Fabio Bricca© RIPRODUZIONE RISERVATA

cELEbRAZioNE NELLA pARRoccHiA A LUi iNTiToLATA

San pietro Apostolo

urBaNIa. Il 1° luglio 2012 i fe-deli e il vicario parrocchiale Pa-dre luigi (Don aloysius Mathew athickal) di Monte san Pietro, hanno accolto sua eccellenza l’arcivescovo di urbino, urbania e sant’angelo in Vado Monsignor Giovanni tani, il Vicario Generale Monsignor sandro De angeli ed il Parroco di calpino Don Fabio Pierleoni, assistente Diocesano dell’azione cattolica Italiana, per celebrare la santa Messa in occa-sione della Festa del Patrono san Pietro apostolo. la solennità di san Pietro, che ricorre il 29 giugno di ogni anno, generalmente viene

festeggiata nella nostra Parrocchia con un triduo di preparazione in cui i ragazzi animano la recita del santo rosario e si completa la do-menica successiva con una santa Messa pomeridiana alle ore 17.00, seguita da una processione solen-ne lungo la strada Provinciale, in cui viene trasportata la statua e la teca contenente la reliquia del santo. la ricorrenza religiosa ha visto anche la partecipazione del-l’amministrazione comunale nel-la presenza del sindaco Giuseppe lucarini e dell’assessore al turi-smo e all’Istruzione Giulio cesare Fantoni.

la solennità di san Pietro aposto-lo, che assieme a san Paolo sono patroni di roma, è antichissima: è stata inserita nel santorale roma-no molto prima di quello di Natale. Nel secolo IV si celebravano già tre Messe: una in san Pietro in Va-ticano, l’altra in san Paolo fuori le mura, la terza nelle catacombe di san sebastiano, dove furono pro-babilmente nascosti per un certo tempo, all’epoca degli invasori, i corpi dei due apostoli. san Pietro, è un nome che lungo i secoli ha personificato la chiesa intera nel-la sua ininterrotta tradizione. san Pietro è stato il primo Vescovo del-la nostra chiesa ed è morto marti-re. Mons. tani durante l’omelia ha commentato il Vangelo in cui Pie-tro rinnega per ben tre volte l’ap-partenenza al seguito di Gesù fino alla sua completa obbedienza, che lo ha portato ad abbandonare affet-

ti e beni terreni; il lungo cammino intrapreso che ha condotto Pietro fino a roma, città che racchiude in sé qualcosa di eccezionale: la tom-ba di san Pietro sopra la quale è stata costruita la prima chiesa, la Basilica di san Pietro in Vaticano. Durante la processione offertoriale hanno portato doni all’arcivesco-vo i bambini che hanno da poco ricevuto il sacramento della Prima comunione e i chierichetti, i ra-gazzi del post-cresima, una coppia di genitori e una coppia di nonni; la comunità Parrocchiale ha offer-to la raccolta a Monsignor sandro per la sua missione umanitaria in africa, in quanto partirà i primi giorni del mese di agosto. le mu-siche suggestive e le voci dei soli-sti hanno accompagnato il coro Parrocchiale di Monte san Pietro sia durante la santa Messa che du-rante la Processione solenne, che

si è conclusa con un inno al santo patrono degli orologiai, dei pesca-tori e dei teologi. la giornata di calura è continuata con un agape fraterna offerta dai parrocchiani a tutti i partecipanti, per concluder-si con una cena all’aperto sul colle di Monte san Pietro a cui hanno partecipato sacerdoti, autorità, parrocchiani ed ex-parrocchiani. Porteremo con noi il ricordo di spiritualità e insegnamento reli-gioso che il nostro arcivescovo e gli altri sacerdoti officianti hanno voluto donarci. che l’esempio del-l’obbedienza di san Pietro ci doni la perseveranza necessaria per affrontare le inevitabili difficoltà del presente, abbandonandoci per sempre al volere del santo Padre Benedetto XVI, diretto discenden-te del nostro patrono.

Francesca Sabetta© RIPRODUZIONE RISERVATA

pRoTAGoNiSTi i RAGAZZi DELLA pARRoccHiA Di SANTA VENERANDA

camposcuola a castel cavallinoFerMIGNaNo. come ogni anno, si è svolto il campo scuola per i ragazzi delle scuole medie della Parrocchia di santa Veneranda in Fermignano vissuto nella meravigliosa cornice della pieve di san cassiano a castel cavallino. e’ tradizione, ormai, che siano presenti anche alcuni ragazzi delle comunità vicine che rendono ancora più gioioso e ricco il clima di questa esperienza. Il tema-guida di quest’anno è stata la riscoperta e l’amicizia con la figura di Giusep-pe figlio di Giacobbe affascinante personaggio biblico, le cui vicende si narrano nel libro della Genesi. la sfida, (perché no!) il dolore, il confronto, il perdono, l’accoglien-za come possibilità da vivere: ogni negativo può diventare una pedana

di lancio per un amore più forte a Dio e al fratello che passa accanto. Il tutto è stato vissuto in un clima di fraternità, di servizio reciproco ed ovviamente di sano divertimento certamente dovuto all’ impegno de-gli animatori che con spirito di gran-de servizio e di genuina amicizia hanno contribuito a realizzare. Per i nostri 41 ragazzi sicuramente questo campo scuola è stata l’esperienza tra le più belle di questo periodo estivo. tra questi spazi immensi, tra questi stupendi paesaggi, si è cercato di far comprendere la bellezza dello stare insieme in allegria riflettendo su te-matiche concrete che toccano la vita di ciascuno non solo da un punto di vista religioso, ma anche da un pun-to di vista morale ed esistenziale. la

trattazione di questi temi di cui si è un po’ parlato in questi giorni è sta-to per tutti un’importante arricchi-mento dando l’opportunità di matu-rare e di accogliere il pensiero degli altri per come sono realmente. al-l’interno dei gruppi attraverso i vari momenti dei giochi delle gare, delle celebrazioni e del semplice condi-videre il tempo libero si è riusciti a creare delle situazioni sicuramente molto costruttive per la vita di que-sti ragazzi. Questi cinque giorni in questo posto stupendo e tra queste persone che insieme hanno impa-rato a crescere nella condivisione e nell’ amicizia di sicuro abita il desi-derio di portare fuori questa espe-rienza quello che si è vissuto ed im-parato gomito a gomito. tanti sono

i “Grazie” che si vorrebbero indiriz-zare a tutti coloro che hanno reso intensa e gioiosa questa attività, dal parroco, don Pippo che ha sempre scommesso nel momento formativo del campo scuola estivo alle tante mamme e papà che con passione ed attenzione si sono avvicendati per dare il loro prezioso aiuto in cucina e nelle pulizie oltre che chiaramen-te agli animatori che con passione e

responsabilità hanno gestito il tutto. Il campo non ha deluso le aspettati-ve, anzi ha permesso di vivere espe-rienze molto forti e molto belle ma ora tutto quello che abbiamo preso e conservato nel nostro cuore ci deve aiutare a vivere al meglio il nostro rapporto con cristo e con i fratelli per tutto l’ anno.

Don Alessandro Mastropasqua© RIPRODUZIONE RISERVATA

cELEbRATA LA FESTA Di SANTA VERoNicA GiULiANi

Rapita dall’amore di cristo

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15 luglio 2012 15Urbino Urbania Sant’angelo in Vadoamicoil nuovo• •

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siUrbino - L’associazione “Sem-per onlus” ha festeggiato il primo anno di attività organizzando un Convegno Scientifico. Ha affron-tato il tema del “registro Tumori”, attraverso l’intervento di Mar-co Pompili del Dipartimento di Prevenzione di Urbino, Susanna Vitarelli già co-fondatore dell’As-sociazione italiana registro Tu-mori e ricercatrice dell’Università di Camerino e Fabio Filippetti incaricato per l’Agenzia Sanitaria regionale alla realizzazione del registro regionale. E’ stata sotto-lineata l’importante legge regiona-le del 10 aprile 2012 che sancisce la costituzione anche del registro sull’incidenza del cancro nel no-stro territorio e su come dunque sia prioritario avere i dati per poi indirizzare la ricerca oncologica ed ambientale. Ciò è stato oggetto di immediato dibattito nella tavo-la rotonda che ha avuto tra i par-tecipanti Giuseppe Dini del WWF Marche che da anni si batte per una trasparenza e condivisione dei dati sulla qualità delle acque nella provincia di Pesaro-Urbino ed Ettore Tito Menichetti Diretto-re dell’U.o. di oncologia Medica di Senigallia che insieme a Paolo Giordani dell’oncologia di Pesa-ro hanno sottolineato l’interesse e la necessità di avere la situazione sotto controllo. La seconda par-te ha visto la presentazione degli interessanti lavori di rossana be-rardi, Daniele Spada e Francesco Graziano che con incarichi diversi svolgono attività di screening in oncologia e che portano alto il nome della nostra ricerca scienti-

fica nel mondo. Presentate le ul-time metodologie ed alcuni risul-tati ottenuti in questi ultimi anni di lotta ai tumori. L’internaziona-lità dell’evento è stata confermata dalla presenza di Adina Moraru e Gabriela Martin sui risultati del Progetto Europeo che vede impe-gnata la “Semper onlus” in roma-nia su vari fronti tra cui la Psico – oncologia, il cui corso biennale, aperto dall’Ambasciatore italia-no in romania, Mario Cospito, è partito nel mese di maggio. Sofia bernardini della radioterapia di Pesaro ed Elena Acquarini docen-te di Tecniche Psicodiagnostiche all’Università di Urbino hanno sviluppato le tematiche dell’acco-glienza e dell’umanizzazione delle cure concentrandosi sul distur-bo post traumatico da stress che colpisce non solo la persona ma-lata ma anche spesso i “caregiver” (famigliari ndr), sugli interventi di arti – terapie, sulle tecniche di rilassamento e sulla necessità di prevenire i problemi psicologici attraverso lo verifica del disagio emotivo e sui percorsi di infor-mazione ed orientamento come

sottolineato da Marco romeo ed Alice Pietrelli dell’oncologia di Urbino. Anna Maria baldelli del-l’oncologia di Pesaro e Sara nucci della “Semper onlus” hanno sot-tolineato i percorsi multidiscipli-nari nella riabilitazione oncolo-gica. il Convegno si è concluso con le tematiche metodologiche

e organizzative legate alla fase avanzata di malattia. Gli inter-venti sono stati di Carlo brunori e Alfredo Fogliardi dell’Hospice di Fossombrone e di Luca imperatori dell’oncologia di Fano. il dibattito ha fatto emergere la necessità di rivedere la politica Hospice-cen-trica di questi ultimi anni per una

nuova centralità del paziente e della famiglia che ha il diritto di decidere del proprio percorso come sottolineato da Gianni Grilli medico dell’associazione Adamo. Accolta molto favorevolmente la notizia del gruppo di lavoro re-gionale sulle cure palliative pe-diatriche . il Convegno ha visto la partecipazione di Feisal bunkhe-lia, che si sta distinguendo per l’impegno ed i risultati ottenuti da Direttore della radioterapia di Pe-saro, Francesca Maurizi che ha in-trodotto e discusso delle tecniche radioterapiche, Enrica Testa, Di-rettore dell’oncologia di Urbino, Maria rosa Megna dell’Asur di Urbino, Vincenzo Catalano della LiLT di Pesaro, Valentina belbusti Psico - oncologa a Fano e molti altri. Gli organizzatori del Con-vegno, Marco romeo, Presidente Semper onlus, Paolo Giordani dell’AioM di Pesaro-Urbino, e Gabriella Flammini dell’Associa-zione Studentesca “FuoriKorso” si sono dichiarati molto soddisfatti.

eg© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’aSSoCiaZione Ha orGaniZZato Un ConVeGno SCientiFiCo

Primo anno di attivitàdi Semper Onlus

1. “…gli piace girare giù per i campi, sul-le Cesane e dall’altra parte verso Montesof-fio e Urbania…Verso Che’ Spasso stanno facendo la vendem-mia, i canestri rosso fiamma, di plastica, e non c’è molta gen-

te attorno alle viti. Quando ero piccolo i ca-nestri, quelli rossicci, di vimini intrecciati e non si vedevano le macchine per portare le cassette, ma i buoi bianchi e placidi che but-tavano fumo dalle narici un po’ come nella poesia del Carducci…” Leggo nel romanzo: “Cupo tempo gentile” di Umberto Piersanti (Marco Y Marcos,, Milano 2012).2 Nell’ira di Achille cantata da Omero o nell’amore cantato da Leopardi, quei senti-

menti si sciolgono nell’onda armoniosa delle immagini e dei versi, ma non si distruggono: essi sono visti come in uno specchio terso, che ne spezza la furia aggressiva, ma ne con-serva la viva immagine. Così, anche il lettore di Omero e Leopardi, di fronte all’espressio-ne di quei sentimenti, si sente commosso, ma non travolto, l’ira e l’amore non gli si comunicano come una bruta passionalità, ma sono oggetti di godimento, di un piacere estetico.” (Commento a E. Kant, “Principi di estetica”, Laterza, 1948).3. Nella casa di Raffaello sono in mostra i dipinti di Costantino Galeotti. (Catalogo). La mostra è stata presentata dal presidente dell’Accademia prof. Baiardi con parole che hanno illustrato il pensiero dell’artista di Ur-bania.4. Sarete invitati dall’Associazione Tarducci di Piobbico ad assistere alla conferenza di

Massimo Moretti dell’Università della Sapien-za, che parlerà del celebre dipinto del Baroc-ci dell’altare laterale della chiesa parrocchia-le di Piobbico: “Il riposo nella fuga in Egitto”.5. Non si fa altro che cancellare le mail, ossia le lettere che ti arrivano ogni giorno sul mio MAC, il computerino portatile che non mi ha mai dato problemi. All’inizio a casa nessuno voleva che si comprasse, poi tutti a usarlo e alla fine, un po’ di respiro e ognuno ha il suo. Si potevano comporre i testi, come in tipografia, e allora con d. Corrado lavoram-mo tanto per risparmiare per il Museo e la sua Fondazione. Lui mi dava i manoscritti e io li ricopiavo al computer per saltare un passaggio costoso della tipografia. Ora, se si vuole, si può saltare anche la tipografia e sta avvenendo, così, la rivoluzione industriale. Il computer amico, collaboratore veloce, posti-no eccezionale, poi basta.6. Presuntuoso. Ho visto i disegni attribuiti a Caravaggio. Li ho trovati brutti; secondo me lui non aveva tempo, andava sulla tela diret-

tamente con il suo genio. Altra cosa sono gli studi di Raffaello, Barocci…7. Infandum con questa virgiliana espres-sione di dolore lo storico ecclesiastico En-rico Rossi, termina la sua descrizione dell’ Oratorio domestico della S. Trinità dei conti Matterozzi, gli eredi dei Brancaleoni di Piob-bio, oratorio completamente distrutto. Dalla minuta descrizione del notaio Pierpalolo To-relli, in quell’oratorio domestico, voluto dal conte Alessandro (1738), oltre alle migliaia reliquie, ora sparse in tante chiese di Urba-nia, tra i dipinti ci sarebbe stata “una bella pittura per opera dell’immortale Raffaello, il quale si vede effigiato in una tavola del pa-dre di esso Raffaello a fianco di S. Tomma-so d’Aquino che era prima in un altare dei PP. Domenicani di Urbino, da’ quali il Conte Alessandro ne fece acquisto a memoria mia.” La preziosa balaustra settecentesca in noce, ora nella chiesa di S. Maria del Piano, a dire di d. Sergio Campana, proviene da quell’ora-torio.

QUaSi Un diario

doMande di aMMiSSione

Residenza MontefeltroURBINO. L’Amministrazione comunale di Urbino comunica che presto sarà aperta la nuova struttura per anziani “Re-sidenza Montefeltro”, realizzata nelle vicinanze dell’Ospe-dale. La struttura sarà gestita da Cooss Marche Onlus, la quale, tramite Mariella Longarini (Direzione), informa che per presentare la domanda di ammissione alla nuo-va struttura “Residenza Montefeltro” di Urbino e acce-dere ai servizi di: Residenza Protetta, Casa albergo (mini appartamenti),Centro Diurno, gli interessati sono invitati a chiamare al numero 366 - 688.1259, dal lunedì al venerdì, per parlare con l’Assistente Sociale con il quale è possibi-le concordare un appuntamento nella sede della struttura per anziani “Arcobaleno” di Urbino, per istruire la prati-ca e ricevere informazioni riguardanti la nuova struttura residenziale. Cooss Marche Onlus informa inoltre dell’im-minente realizzazione del sito internet dedicato alla “Re-sidenza Montefeltro”, nel quale sarà possibile trovare la modulistica necessaria per l’accesso ai servizi della struttu-ra e altre informazioni utili.

eg© RIPRODUZIONE RISERVATA

nUoVa ediZione deLLa raSSeGna SinFoniCa MerCateLLeSe

“Musica&Musica” con Beethoven

MErCATELLo SUL METAUro. Ancora beethoven nell’appuntamento clou di “Musica&Musica”. Per la nuo-va edizione della rassegna sinfonica mercatellese il concerto del 14 agosto offrirà la Settima Sinfonia, definita da Wagner “apoteosi della danza” per la sua elegante e dinamica struttura. il maestro Lanfranco Marcelletti, bac-chetta di fama internazionale e ormai fedele ogni anno all’istituzione me-taurense come direttore stabile, diri-gerà come sempre l’orchestra Sinfo-nica rossini di Pesaro. in programma

anche alcune scoppiettanti ouverture rossiniane, da “La scala di seta”, “L’oc-casione fa il ladro”, “L’inganno felice” e “La pietra di paragone”.La stagione, allestita dai direttori ar-tistici Gabriele Muccioli e Guerrino Parri, si inizia il 21 luglio con “Mille voci uno strumento”, una rassegna dal mottetto al musical, da Vivaldi a bernstein, da broadway al West End. interpreti il Coro Polifonico icense di Mercatello, l’organo di Lorenzo Anti-nori e il Coro Filarmonico rossini di Pesaro.

Una novità il 4 agosto. L’orchestra “Gioachino”, tutta composta da giova-nissimi strumentisti diretti da Giulia benelli, insieme alle “piccole voci du-rantine”, eseguirà fra l’altro musiche di bartòk e brahms.il 12 agosto una sfida fra viola da gam-ba e violoncello, panorama dedicato a questi strumenti a partire dal ‘700 di bach. il 19 agosto Paganini e rossini, “una musica che non invecchia” col quartetto d’archi dell’orchestra Sin-fonica rossini e il soprano Paola An-toniucci.Tutti questi concerti sono in calenda-rio nella Chiesa di San Francesco, con inizio alle 21,15. L’ingresso è a paga-mento (8 €) solo per gli appuntamenti di 12, 14 e 19 agosto, con prenotazio-ne presso la Pro Loco di Mercatello (0722 89819) o all’ente del turismo in Piazza Garibaldi. All’interno di “Musica&Musica” sono previsti anche due eventi per il bi-centenario di fondazione della banda musicale di Mercatello, il 28-29 luglio insieme a complessi di Montefelci-no, Mondolfo e Urbino e il consueto “Pentagramma sotto le stelle” a Ca-stello della Pieve, con i revolver in “The beatles tribute”, dalle 22,15.

Marcello Turchi© RIPRODUZIONE RISERVATA

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15 luglio 201216 Urbino Urbania Sant’angelo in Vado amicoil nuovo• •

PROGETTO CURATO DA ANTEAS MARCHE

Biblioteca dei libri viventiPIOBBICO. Sabato 30 giugno 2012 è stata inaugurata la Biblio-teca dei Libri Viventi di Piobbico, alla presenza del Sindaco Giorgio Mochi, dei ragazzi dell’Istituto comprensivo S. Lapi di Piobbico accompagnati da alcune inse-gnanti, dei libri viventi di Anteas di Piobbico, coordinati dalla in-faticabile presidente Elisa Rossi e della coordinatrice del progetto Cinzia Verdenelli.Numerosa è stata la partecipa-zione all’ombra del parco dei tigli dove un piacevole intrattenimen-to musicale riempiva l’attesa del-l’incontro con i libri viventi, che aspettavano i lettori per essere sfogliati all’interno del Centro di Aggregazione Giovanile. Il Centro di Aggregazione Giova-nile non è un posto scelto a caso perché creare occasioni di incon-tro con i ragazzi e con i giovani è proprio l’obiettivo che si propone il progetto della Biblioteca dei Libri Viventi di Anteas, (Associa-zione nazionale tutte le età attive per la solidarietà) molto attiva nel territorio di Piobbico, attenta alle esigenze delle persone in difficol-tà, spesso persone anziane, e già impegnata con altri progetti nella scuola. La Biblioteca dei Libri Vi-venti è un progetto curato da An-teas Marche con il partenariato di alcune amministrazioni comunali

tra cui quella di Piobbico. Ci sono altre sezioni di Biblioteca Vivente a Senigallia, a Jesi, a Macerata ed a Ascoli Piceno. Esso vuole creare occasioni di incontro tra le gene-razioni e di accoglienza per dare un significato alle nostre esperien-ze di vita. A noi piace chiamarle gocce d’umanità…I giovani li abbiamo incontrati dal palco dove si sono lasciati sfoglia-re per raccontarci le loro storie: storie scritte a scuola e a più mani per farci comprendere il loro mondo: le loro passioni, i loro de-sideri, la loro adolescenza tanto diversa da quella vissuta dalle per-sone più grandi, dai nostri nonni: dagli anni 30 ad oggi l’adolescenza si è trasformata in maniera im-pensabile. Abbiamo letto i giovani ma anche storie di adolescenze difficili per le ristrettezze dei tem-pi passati; giovani piobbichesi che, ancora adolescenti, hanno lasciato Piobbico per studio o per lavoro, per andare “all’estero” e che spes-so sono tornati nella loro terra na-tale, rimasta nel loro cuore.

Tra le storie di vita vissuta ab-biamo letto storie di dolore, ma anche piene di significato e di speranza, che possano far uscire dal buio chi si trova in difficoltà. Nella Biblioteca vivente troviamo i bibliotecari e un catalogo di libri da scegliere, la differenza sta nel fatto che per “leggere” il libro non bisogna sfogliare pagine ma par-larci. I libri non vogliono essere attori, né depositari del sapere, né difensori del proprio gruppo o di

un’idea. Sono invece persone che raccontano se stesse. Il pomerig-gio è passato in fretta, quasi che le persone avessero dispiacere di tornare a casa; anche i ragaz-zi sono rimasti a “leggere” fino a tardi.Un ringraziamento particolare va ai 22 libri viventi, volontari e disponibili a parlare di sé, preoc-cupati di trasmettere le loro espe-rienze e conoscenze, con l’intento di mettersi in comunicazione con

i giovani: perché “trasmettere conoscenze ed esperienze è dar loro un orizzonte di senso e forse anche un orizzonte di senso alla propria vita”.La biblioteca dei libri viventi sarà operativa l’ultimo sabato di ogni mese dalle ore 17. Per prenotare un libro vivente occorrerà telefo-nare al n°331 1032280 e-mail [email protected].

Cinzia Verdenelli© riproduzione riservata

ANALIZZATE ALCUNE OPERE CHE RAFFIGURANO IL BATTISTA

Caravaggio per San Giovanni UN LIBRO INTENSO CHE COINVOLGE E APPASSIONA

“La cicala” di Fabio LuziettiSANT’ANGELO IN VADO. Fabio Luzietti, vadese, 43enne, ha scritto un libro “vagamente auto-biografico”. Usiamo la sua definizione tra vir-golette perché la storia “prende spunto dalla malattia genetica” con cui, il giovane autore, combatte da quasi 20 anni. Nel 1993 scopre di essere afflitto da ALD, acronimo di Adrenoleu-codistrofia. Detta così, la realtà della patologia, farebbe sbarrare gli occhi a chiunque inesperto di scienza medica. Quando Fabio ci aggiunge che “è una malattia metabolica rara, trasmis-sibile per via ereditaria, trattata nel film ‘L’olio di Lorenzo’, che lo ha portato fino alla sedia a

rotelle…” afferriamo cosa possa voler dire che “la storia lunga quindici anni, fra speranza e amore, sofferenza e soddisfazioni, continue lotte contro il de-stino, poco alla volta toglie la possibilità di fare molte cose, ma allo stesso tempo diventa occasione per godere appieno di tutto quello che l’esistenza può ancora offrire”. Solo così la sorte “si piegherà alla tua volontà e le cose torneranno ad essere più semplici”. Il libro si legge tutto d’un fiato. Di quelli che ti prendono dalla prima riga del prologo (“una passeggiata…e ti trovi improvvisamente in un altro mondo o piuttosto in un mondo altro…”) alla fine del testo, quando il “frinire delle cicale” fa pensare ad una di essa, che “dopo lunghi inverni passati a scavare senza sosta”, sta “per venire alla luce, dal suo bozzolo”. Un testo intenso senza fiocchi di angoscia e di lacrime; lo sconforto è un abito umile e discreto di speranza. Perché “La cicala” è un bel libro? Perché Fabio Luzietti si esprime senza tocchi rugiadosi in sotterranea sintonia con la solitudine dell’uomo, le schiarite improvvise portate da rapidi incontri, il desolato rinchiudersi del cielo su un mondo che intende la pietà come un’elemosina. Perché la mano del giovane autore ha insieme grande sicurezza di taglio durante tutto il racconto. Perché i protagonisti, tutti co-nosciuti, non sono personaggi di fantasia. Siamo noi stessi. Il passato con le sue storie è l’oggi vissuto. Il domani ancora da vivere. Scrive Fabio: “…l’uni-verso se non lo vedi è ancora più grande. Mi rendo conto che l’infinito lo si può ‘capire’ e, soprattutto, sentire, solo ad occhi chiusi…”.

FERMIGNANO. A Fermignano, nella sala Bramante, il Centro Stu-di “G. Mazzini”, nell’ambito delle celebrazioni annuali dedicate a San Giovanni Battista primo pro-tettore del paese, ha organizzato una serata sul tema Caravaggio per San Giovanni. A Fermignano, fenomeno non comune, esisteva-no due pievi dedicate al Battista: una in località Silvano ed un’altra in paese, di cui ora restano pochi autentici reperti che verranno ri-proposti prossimamente insieme all’illustrazione di chiese, oratori e dipinti a lui dedicati nella vallata del Metauro. E’ stato il quarto in-

contro sul tema del Battista che si presta a vari approfondimenti: nel primo Maria Lucia De Nicolò ave-va trattato della notte delle streghe che cade nella festività di San Gio-vanni con i suoi riti e le sue cre-denze; nel secondo Monica Grasso era intervenuta sulle raffigurazioni di San Giovanni nell’arte rinasci-mentale; nel terzo Massimo Pulini aveva ragionato sulla decollazio-ne del santo (la testa posata sul piatto). Ora è stato il presidente dell’associazione Bonita Cleri, do-cente di storia dell’arte moderna e marchigiana all’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”, a pro-

porre l’analisi di alcune opere di Caravaggio che trattano la figura del Battista: certamente una del-le ultime da lui dipinte per Malta quando illustra la decollazione del santo nel cortile della prigione con il sangue che cola dalla testa e con il quale scrive il proprio nome: il pittore si trovava a vivere la triste esperienza dell’esilio e dell’emargi-nazione a seguito della lite avvenu-ta a Roma nella quale aveva ucciso un uomo. Si tratta di un dipinto truce che tratta il tema della mor-te violenta che anche in altre occa-sioni aveva intrigato il pittore. Ma il Battista di Caravaggio non è solo l’uomo rustico, predicatore, morto di morte violenta, ma anche l’ado-lescente gioioso simile al tema dell’Amor vincit omnia oppure il giovane pensoso già in ritiro nel deserto. Certamente tali opere sono collegate alle fasi della vita dell’artista ed è stato interessante aver posto l’attenzione sulle diffe-renti proposte della raffigurazione del santo. La programmazione de-dicata a San Giovanni si è posta la finalità di far conoscere un aspetto della vita sociale e religiosa di un paese che troppo spesso tende a dimenticare le proprie radici.

eg© riproduzione riservata

UN CORSO DELLA CARITAS DIOCESANA

Nascita e genitorialità interculturaleURBINO. Ad Urbino sabato 23 giu-gno presso la sede della Caritas diocesana su iniziativa della stes-sa Caritas, del Distretto sanitario di Urbino-Urbania e dell’Ambito territoriale sociale, si è tenuto il primo incontro del “Corso di ac-compagnamento alla nascita e alla genitorialità interculturale”, volto a persone che non possono rivolgersi a strutture ordinarie.L’iniziativa è volta a favorire la conoscenza, convivenza e media-zione tra culture, sistemi, valori,

comportamenti diversi, attraver-so la valorizzazione della propria identità per favorire l’aggregazio-ne tra donne e tra coppie in attesa di un bambino e la solidarietà e l’aiuto tra immigrati e italiani.Il corso si rivolge a tutte le coppie e a tutte le donne in gravidanza per accompagnarle alla nascita e alla genitorialità e per una infor-

mazione civica e sociale all’inte-grazione delle famiglie immigrate.Sono previsti quattro incontri, di cui due prima della nascita. Il primo incontro, tenuto da uno psicologo e un’ostetrica al terzo mese di gravidanza, su “Presenta-zione del corso e conoscenza dei partecipanti al gruppo, culture di provenienza”. E da un’assistente

sociale su “Assistenza sociale e sa-nitaria alla gestante sui servizi so-ciali e sanitari nella nostra zona”.Il secondo al settimo mese di gra-vidanza, tenuto da un’ostetrica e da uno psicologo con un filmato su: Gravidanza e parto, sull’allat-tamento al seno, sugli aspetti psi-cologici del parto. Il terzo dopo la nascita, intorno al terzo mese, te-

nuto da un medico e un’assistente sanitaria su: “Prime cure del bam-bino” e “Vaccinazioni obbligatorie”. Il quarto incontro al settimo mese del bambino, tenuto da un’assi-stente sociale e uno psicologo su: “Assistenza sociale del bambino. La sua tutela. Come crescere i figli. I servizi sanitari, sociali, educativi della zona”.A questo percorso formativo po-tranno seguirne altri.

Alberto Calavalle© riproduzione riservata

Page 16: «Il Nuovo Amico» n. 26 del 15 luglio 2012

15 luglio 2012 17amicoil nuovo• •

P r o f e s s o -re, da circa t r e n t ’a n n i , alle cinque della sera, a Urbino, nelle sale di palazzo Pe-trangolini, l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Italo Manci-ni” propone, in pieno agosto, una serie di seminari che attirano un largo pubblico .Qual è il filo rosso che lega tra loro i quattro semina-ri di quest’anno? Si tratta di affrontare una serie di questioni su cui il dibattito è aperto, capaci però di condizionare il futuro del cristianesimo e della società tutta nel nostro paese. Non dimentichia-mo mai che religione e società, pur nella distinzione, sono strettamente collegate e ogni variazione ha riflessi sull’una e sull’altra.

Ci può fare un esempio?Consideriamo il primo appunta-mento. Il 3 agosto lo storico Giorgio Campanini dell’Università di Parma, guiderà un seminario dedicato al Concilio Vaticano II, a cinquant’an-ni dalla sua apertura. Ebbene il Concilio è stato un evento che ha interessato non solo i credenti, ma anche tutti coloro che erano impe-gnati per una nuova stagione della storia degli uomini. Ha suscitato ovunque grandi speranze ed energie di cambiamento. Non si può dire che esso non abbia avuto effetti e che la Chiesa non ne sia uscita tra-sformata nella sua immagine e nella comprensione che essa ha di sé. Non mancano però tutt’oggi obiezioni ai suoi contenuti e resistenze alla sua piena applicazione. Una rivisitazio-ne dei documenti e dello spirito di quell’assise possono essere di timolo a recuperare contenuti utili al tem-po che stiamo vivendo, confidando nella forza della Parola del Vangelo e nel valore della testimonianza per-sonale e comunitaria. Con innegabili ricadute sul piano della prassi anche

politica. Non ci si può attardare su posizioni di stanco e ripetitivo tradi-zionalismo.

Il professor Simone Paganini dell’Università di Innsbruck parlerà l’8 di agosto su Qumran e il monastero degli Esseni. Dove sta la controversia?

Premetto che uno dei risultati del Concilio è stato il risveglio dell’in-teresse per la storia della Bibbia. Lei sa che sino ad oggi si è ritenuto che Qumran sia stato il centro di una folta comunità di monaci, gli Esseni, aderenti ad una corrente dell’ebrai-smo molto radicale. A confortare questa tesi vi è stata poi la scoper-ta di grotte contenenti importanti rotoli manoscritti che si è pensato essere parte della biblioteca del monastero stesso. Simone Pagani-ni, in un recente volume pubblicato dalle edizioni Dehoniane, mette in discussione questa impostazione e cerca di mostrare che le rovine di Qumran sono in realtà i resti di un sistema di fortificazioni contro le in-vasioni e che i manoscritti sono stati nascosti nelle sue grotte da sacerdoti

del Tempio in seguito all’avanzata dei Romani verso Gerusalemme. Non è di poco conto accettare l’una o l’altra tesi.Mi pare centrale, nella serie di in-contri previsti, la serata dedicata alla possibilità di dire Dio oggi,con la re-lazione del professor Giorgio Sgubbi della Facoltà teologica di Lugano.E’ vero per almeno due ragioni. Il 23 agosto sarà riattivata la Cattedra internazionale di teologia che ha vi-sto parlare a Urbino insigni studiosi (Moltmann, Vahanian, Aletti, per fare qualche nome…) e sarà affron-tato un tema davvero incandescente. Si tratta di capire se si possa pensare Dio anche per via di ragione, senza aggredire il mistero o dissolverlo, per corrispondere in “stato di obbe-dienza razionale” al desiderio di Dio stesso di manifestarsi, come ciò che non vuole essere confuso con nessu-n’altra verità. Giorgio Sgubbi è ben noto alla comunità internazionale dei teologi e dei filosofi, con un testo che ha fatto molto discutere e che porta il titolo “Dio di Gesù Cristo. Dio dei filosofi”, pubblicato in Italia

dalle edizioni Dehoniane di BolognaIl titolo del seminario del 28 agosto è un po’ difficile da de-cifrare. Che significa parlare di bioetica, biotecnologie e condi-zione postumana?

Significa collocarsi sulle frontiere di problemi morali che incontrere-mo sempre più frequentemente nei prossimi anni. Le biotecnologie sono in condizione di trasformare in pro-fondità il mondo umano e l’ambien-te in cui viviamo. Per fare un solo esempio: il corpo umano è conside-rato come costituito da parti indivi-sibili, ma oggi può essere suddiviso e i suoi organi si possono scambiare, passando da un corpo all’altro, spes-so da un morto a un vivo, intrec-ciando così tra loro storie personali lontane e diverse. Inoltre lo sposta-mento progressivo dei limiti crono-logici della vita, modifica le aspetta-tive del singolo e di conseguenza la comprensione che ciascuno ha di sé e degli altri. La controversia nasce tra chi difende la sacralità e la gra-tuità della vita e quanti sostengono il primato della qualità della vita e

dunque la legittimità di ogni inter-vento sull’uomo, divenuto ormai capace di essere tecnicamente pa-drone della propria esistenza. I can-tori di questa prospettiva parlano, a questo proposito, di condizione po-stumana, nel senso di radicalmente diversa da quella sinora sperimenta-ta. Ragionare, in tempo di crisi e di smarrimento, su tali questioni con uno specialista come Antonio Da Re, docente di filosofia morale del-l’Università di Padova, mi pare che non sia un puro gioco intellettuale, un modo effimero e consumistico di fare cultura. L’insieme dei semi-nari del prossimo agosto, come può vedere, hanno immediata attinenza con la nostra esistenza individuale e collettiva. Fanno parte della neces-saria ricerca di senso e di direzione, in questo difficile passaggio d’epoca.A cura di CMGdrea Macinanti e Marino Bedetti che proporrà le note di oboe, corno inglese e oboe d’amo-re.

A cura di CMG©riproduzione riservata

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Vespri d’organoSerata dedicata

a don Milani

pagina

musica

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Il Centro Itacafa il pieno

di medaglie

pagine

sport

di arte cultura sport

QuEst’aNNo aNcHE citta’ iDEaLE, coNciLio E mostra su castELLaNi

Dal 1985 le Conversazioni di Palazzo PetrangoliniQuest’anno le Conversazioni di palazzo petrangolini di ago-

sto giungono al 28° anno d’attività e i 30 incontri legano la loro animazione ai “100 anni della Galleria nazionale delle

Marche”, che segna lo sviluppo culturale urbinate del novecento. i primi appuntamenti di agosto hanno tre grandi temi: la “Città ideale”, vale a dire il bilancio della grande mostra del rinascimen-to urbinate (Maria rosaria valazzi, alessandro Marchi e Gianfranco sabbatini coordinatore); i 50 anni del Concilio vaticano ii, cosa ha significato quell’evento (Giorgio Campanini); la mostra dedicata a Leonardo Castellani, il sommo calcografo della scuola del Libro, con opere del piccolo formato che si legano al suo famoso libro di “pagine senza cornice” ed alle preziose edizioni de “il nuovo leo-pardi / grafica”. il cuore organizzativo è il Circolo acli-Centro uni-versitario in collaborazione con l’indirizzo pastorale dell’arcivesco-vo Giovanni tani, e lo sponsor è la Fondazione Cassa di risparmio di pesaro.

La sua storia fin dal 1983nel contesto associativo e promozionale del Circolo acli – Centro universitario di urbino, che viene costituito con sede in via s. Chia-ra 19, palazzo petrangolini, nel febbraio 1983 (in continuità con il Circolo acli nella parrocchia di san paolo e poi di palazzo Liera

in via s. Margherita negli anni 1955-1968 e 1973-1976), vengono organizzati fin dal 1985, durante i corsi estivi dell’università, nel mese di agosto, seminari di teologia e filosofia, collegati all’istituto superiore di scienze religiose dell’università ed altri incontri cul-turali in continuità con il Circolo Culturale san Bernardino. Queste iniziative agostane che entrano nella storia delle Conversazioni di palazzo petrangolini. all’inizio prendono il nome di Festacli, poi Festacli e Festa della Cooperazione universitaria, ed ancora Festa della Cultura, infine le Conversazioni attuali. a sostenere questo progetto sono stati fin dall’inizio don italo Mancini, l’arcivescovo donato Bianchi, il magnifico rettore Carlo Bo, lo scrittore valerio volpini e tanti altri: accanto all’animazione ed alla organizzazione del Circolo acli d’indirizzo universitario ed al patrocinio dell’uni-versità hanno partecipato anche il Centro internazionale di lingui-stica e di semiotica diretto da pino paioni, la Fondazione romolo Murri presieduta da don Lorenzo Bedeschi, l’istituto di Lingue, l’istituto internazionale Jacques Maritain, acli ucsi e Meic Marche, l’unilit, il premio nazionale di Cultura Frontino Montefeltro, i pe-riodici: “il nuovo amico”, “il nuovo Leopardi”, “sestante”, “novan-ta9”, “Hermeneutica”. nel tempo si sono succeduti sponsor come la regione Marche, la Federazione marchigiana delle Banche di Credito Cooperativo, la Fondazione Cassa di risparmio di pesaro.

in 28 anni d’attività continuativa si è passati dai 4-5 incontri dei primi anni, ai 10-15 degli anni novanta ed ai 20-30 del duemila. Le prime prestigiose presenze sono indirizzate da don italo Man-cini e dalla Cattedra internazionale di teologia; il mondo della cooperazione ha trovato una felice espressione con la Cattedra internazionale di credito cooperativo; i grandi incontri di spiritua-lità delle acli nazionali sono stati fondamentali (anni 1992-1995); la partecipazione di scrittori e poeti legati al Gruppo di presenza Culturale nel segno de “il Quinto evangelio” di Mario pomilio, gli artisti legati alla scuola del Libro fino alla mostra di ex Libris per il Centenario di Carlo Bo nel 2011. Le Conversazioni sono ancora un luogo della grande cultura urbinate ispirata da Carlo Bo e italo Mancini, un ambiente cordiale aperto all’ascolto degli umanesimi e dei giovani, una agorà sensibile alla politica ed alla cultura del paradosso in una partecipazione ancora oggi animata da Gastone Mosci, piergiorgio Grassi, sergio pretelli, Giovanni Buldorini, Maria Grazia sassi, raimondo rossi, Mario narducci.

Acli Urbino©riproduzione riservata

Sulle prossime uscite de Il Nuovo Amico il programma comple-to degli appuntamenti d’agosto

Da trent’anni la cultura è in agosto

i sEmiNari DELL’istituto “maNciNi” Di urBiNoCampanini, Da Re, Paganini e Sgubbi ai seminari di agosto dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose

“Italo Mancini” dell’Università di Urbino. Intervista con il direttore Piergiorgio Grassi

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15 luglio 201218 amicoil nuovo• •arte cultura

UN PREMIO PER UN REBUS Frase: 5-4-2-4

vincitori verranno estratti a sorte tra coloro che avranno inviato la soluzione corretta a [email protected] oppure a IL NUOVO AMICO Via del Seminario 4 – 61121 Pesaro. L’omaggio di questa settimana è un esclusivo SEGNALIBRO in silverplate

E’ possibile ritirare il premio da lunedì a mercoledì dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 17 alle ore 19 presso la redazione di Pesaro (via Rossini 53). Per un diverso recapito contattare il n. verde gratuito 800/501170 sempre nei giorni e ore sopra indicate.

PER RICEVERE L’OMAGGIO È NECESSARIO DIMOSTRARE DI ESSERE IN REGOLA CON L’ABBONAMENTO AL NUOVO AMICO PER L’ANNO 2012 O REGOLARIZZARE LA POSIZIONE AL MOMENTO DEL RITIRO DEL PREMIO

I VINCITORI DELLA SETTIMANA La chiave risolutiva del rebus di Leone da Cagli pubblicato a pag. 18 del n. 25 del “Nuovo Amico” di domenica 8 luglio era: Rebus frase (6,7) – ENIGMA SVELATO (E’ NIG mas; vela, TO)

Vincono un esclusivo SEGNALIBRO in silverplateMARIA NIVES URBINATI ANGIONI MARIO ELISABETTA CECCHINI

Un segnalibro in omaggio

UNO STATO SEMPRE PIÙ LONTANO ISOLA L’ENTROTERRA

Verso la “museificazione” di UrbinoUrbino. L’annuncio della sop-pressione degli uffici giudiziari di Urbino, che fanno parte inte-grante della storia della città – la Libera Università di Urbino è nata ai primi del Cinquecento come Collegio dei Dottori per l’ammi-nistrazione della giustizia –, è una di quelle notizie che fanno pensare al peggio. Per la città, na-turalmente, e per tutta l’alta Pro-vincia. È una ulteriore conferma della tendenza, da tempo in atto, di spogliare il territorio della mag-gior parte dei servizi e degli uffici e accentrare tutto lungo la costa a Pesaro o, come nel caso dell’Area Vasta (una delle tante trovate della regione in tema di sanità), a Fano (in provincia di Ancona si è scelto invece come sede Fabriano sia per non concentrare tutto nel capo-luogo e quindi sulla costa sia per una migliore dislocazione geogra-fica. La conseguenza di tutto ciò sarà che l’Alta Provincia si spopo-lerà e si impoverirà sempre più. Fanno discutere anche le iniziative per la soppressione delle Province, nate a tavolino (tagliate “sal scur-cell”) con l’Unità d’italia, soprat-

tutto per assicurare la presenza e la supervisione dello Stato nel ter-ritorio (con una miriade di uffici concentrati nei capoluoghi), con l’aggiunta di una struttura politi-co amministrativa elettiva dotata di pochi poteri ma gravata da un apparato pesante e costoso. Con l’istituzione delle regioni, che, in diversi casi, sono, come molte province, di modeste o piccole di-mensioni, è ulteriormente aumen-tato il numero degli enti che sepa-rano il cittadino dallo Stato. Con quali e quanti inghippi burocra-tici e funzionali e facile verificare, mentre i Comuni (l’italia dei Co-muni è il fondamento della nostra storia nazionale) non hanno mai visti riconosciute le loro funzioni e le loro attribuzioni che avreb-bero potuto snellire la vita delle comunità e i costi amministrativi, favorendo la loro associazione per la gestione dei servizi primari. in questo modo si creano delle realtà più omogenee e si ottiene un ri-sparmio rilevante. ricorrendo, per una programmazione di massima della gestione di un territorio più vasto e per certe funzioni di base

(ad esempio quelle elettorali o quelle relative alla sicurezza), alla creazione di circoscrizioni o col-legi o contee (un nome lo si trova), costituite dai rappresentanti dei comuni, conservando nel territo-rio servizi ed uffici di cui la po-polazione ha veramente bisogno evitando nuove ondate migrato-rie verso la costa o le grandi aree urbane, sempre più sovraffollate ed invivibili. All’accentramento in centri lontani e irraggiungibili, bisogna preferire le istituzioni, gli enti e i servizi di ogni genere di-slocati nel territorio. Questo è il vero decentramento.Urbino da tempo sta assistendo ad un venir meno, nel migliore dei casi ad un ridimensionamen-to, di servizi ed uffici e gli urbinati più sensibili si rendono conto che ci sono anche altri rischi, più o meno imminenti, di perdere qual-che altro ente o istituzione.Qualcuno continua a pensare, quale toccasana, ad un miglior sfruttamento di risorse legate alla cultura e al turismo. Si potrà fare di più senz’altro in questo settore, ma non basterà per risollevare le

sorti di una città che si è mante-nuta finora con il terziario e che, nel secondo dopoguerra, ha perso migliaia e migliaia di abitanti, ha visto accentuare l’isolamento, ha visto scomparire l’artigianato e ridimensionare il commercio, ha mancato l’appuntamento con lo sviluppo produttivo, quello che ha prodotto in tutta italia, fino ai confini del nostro comune (Gal-lo, bivio borzaga, Ca’ Gallo), un vero boom economico. Adesso si versano lacrime di coccodrillo per la inarrestabile perdita di servizi (casa circondariale, ferrovia, Apt,

Asl, Tribunale) e si invoca giusti-zia e attenzione per l’alta Provin-cia. Giustamente, ma il detto dice: “aiutati che Dio t’aiuta”. Ad Urbino è tutto più difficile e costoso: apri-re “bottega”, avviare una attività, costruire o più semplicemente ampliare una casa in periferia (per il figlio o la figlia che si sposa), mettere o togliere una tapparella, apporre l’insegna di un esercizio. Adesso sarà più difficile anche en-trare nel centro storico. E la gente prenderà altre strade.

giancarlo di ludovico ©RIPROdUzIONE RISERVATA

PESAro - Secondo appuntamen-to, mercoledì 18 luglio con l’edi-zione 2012 dei “Vespri d’organo a Cristo re”. Dopo il felice esordio della rassegna, lo scorso 11 luglio, con la proiezione del film “Metro-polis” accompagnata dalle note di otto Kramer, si continua con una serata dedicata alla figura di don Lorenzo Milani. Sarà la bravissima Lucia Ferrati a dare vita ad alcune tra le pagine più significative del parroco di barbiana. Come è noto, don Milani ha dedicato la sua vita

all’elevazione culturale di operai e contadini affinché potessero affran-carsi dall’oppressione e dall’ingiusti-zia. Appena nominato cappellano di Calenzano, in provincia di Firenze, il sacerdote scosse l’italia per la sua costante denuncia di tutte le situa-zioni che provocavano ingiustizia e violazione dei diritti. Ciò gli pro-curò molti nemici anche all’interno della Chiesa, che per neutralizzarlo lo confinò a barbiana, un villaggio sperduto tra gli appennini tosca-ni. Ma la notorietà di don Milani

crebbe ulteriormente, perchè il sa-cerdote creò una scuola innovativa per contenuti, finalità e metodi, il cui atto finale fu la stesura di “Let-tera a una professoressa”, un testo collettivo scritto insieme agli allievi per denunciare il carattere classista e discriminatorio della scuola italia-na. La Ferrati leggerà alcune pagine tratte dalla “Lettera ai giudici” in cui don Milani sostiene il primato del-la coscienza sulle leggi dell’uomo, proponendo la disobbedienza come via estrema per evitare all’umanità

il ripetersi delle atrocità che ha co-nosciuto. Ad accompagnare queste suggestive letture sarà l’organista belga ignace Michiels. originario di bruges, l’artista è organista titolare della Cattedrale di Saint- Saviours e organizza il festival organistico della sua città natale. Michiels si è esibito come solista e insieme ad orche-stra e coro in vari Paesi del mondo e ha realizzato numerose incisioni radiofoniche e per case discografi-che. L’organista alternerà le pagine di don Milani con l’esecuzione di brani di bach, Mendelsshon, Franck, Vierne, Mailly. La serata avrà inizio alle 21, 15 nella Chiesa di Cristo re. L’ingresso è libero.

Laura Guidelli©RIPROdUzIONE RISERVATA

IGNACE MICHIELS A CRISTO RE PER I VESPRI D’ORGANO

Serata dedicata a don Milani

Emma Corvo e catalogo Prosegue presso la chiesa della Maddalena la mostra dedicata dal “Gruppo 7” alla pittrice pe-sarese Emma Corvo. Presso la sede della mostra è disponi-bile gratuitamente il catalogo con tutte le opere esposte (nel-la foto la copertina). La mostra è aperta fino a domenica 15 luglio dalle ore 17 alle 19,30. Per informazioni chiamare l’associazione culturale “Emma Corvo”: 329/6212434

ALLA PIEVE DI CANDELARA UNA SERATA TUTTA AL FEMMINILE

Per non dimenticare le “artigiane cristiane”Circa ottanta donne che in

gioventù hanno frequenta-to le scuole del Pio sodali-

zio “ArTiGiAnE CriSTiAnE” di novilara e Candelara si sono rin-contrate dopo tanti anni per ricor-dare insieme la propria giovinezza e quelle persone che non ci sono più. L’incontro è stato promosso dalla Pro Loco di Candelara in col-laborazione con la Società di Mutuo Soccorso Femminile e Azione Cat-tolica di Candelara e l’Associazione il Megafono delle Donne di Ancona. Durante la serata sono state raccol-te testimonianze video di alcune di queste donne, altre invece hanno portato dei piccoli manoscritti in cui hanno ricordato la loro esperienza presso la scuola: i primi confluiran-no in un cortometraggio mentre i secondi in un grande diario, per

non dimenticare il nostro passato e soprattutto consegnarlo ai posteri. La storia di questo istituto è ancora avvolta nel mistero, stanno uscendo con timidezza i nomi dei protago-nisti: Egizia bazicalupi bargossi la benefattrice del Pio istituto, profes-soressa di disegno che per anni ha realizzato i disegni per le tovaglie, coperte e tappeti dell’istituto e dopo essere rimasta vedova si ritirò a vi-vere in esso. Ginetta Talevi seguì il suo esempio. Elvira bartolucci e An-netta Talevi, prime consorelle fon-datrici dell’istituto, prendono i voti e spendono la loro vita per gli altri. Mons. Terenzio Cecchini, parroco di novilara, (1920-1958), per dare un futuro alle ragazze della zona, asse-gnò loro una casa di proprietà della parrocchia. A Candelara i protago-nisti sono prima mons. Elio Franca

e poi nicola Alegi; prima insegnante è stata irma Pascucci Diotalevi che poi lasciarà l’istituto. il pio sodalizio “ArTiGiA-nE CriSTiAnE” nacque con l’intento di insegnare un mestiere alle giovani delle parrocchie di Can-delara e novilara. Tutte le ragazze hanno affer-mato l’importanza di questa scuola perché, oltre a permettere loro di imparare un mestiere e di farsi il corredo permetteva loro anche un contratto di apprendistato e poi di lavoro regolare grazie al quale oggi percepiscono una pensione. L’espe-rienza della scuola è stata quindi un fenomeno sociale per questi luoghi. riflettendo, i partecipanti si sono accorti che i tempi in cui è

nato l’istituto erano tempi di crisi e poco lavoro come oggi, ma poche ed intraprendenti donne sono riuscite ad istituire un’attività commerciale che ha permesso di portare sollievo a tante persone. Forse lo studio di questa realtà potrebbe portare a ca-pire come questo esempio potrebbe essere usato per risolvere problemi attuali. Lorenzo Fattori, Lucilla Leonardi

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15 luglio 2012 19arte cultura sport

DOMENICA 15 LUGLIO

Concerto al Farneto Domenica 15 luglio, alle ore 17 presso la chiesa di S. Mar-tino Vescovo, a Farneto di Montelabbate, avrà luogo il primo dei due concerti previsti per celebrare il secondo anniversario della riapertura della chiesa stessa che, a seguito del terremoto dell’Abruzzo del 2009, era stata di-chiarata inagibile. Luisa Maione accompagnerà all’organo cantanti provenienti da varie parti del mondo; tutti han-no frequentato il conservatorio Rossini di Pesaro sotto la guida della Prof.ssa Lucia Fiori. Il programma che prevede musiche di Mozart, Giordani, Platti, Verdi, Bach, Dvorak, Cimarosa, Hasse, Rodrigo, Morandi e Tosti, sarà eseguito da Karla Carballo, Hiliqì, Valentina Paolini e Martina Sehi-lovà.

25 anni di BOFNozze d’argento per il Burattini Opera Festival che marte-dì 10 luglio ha tagliato il traguardo delle 25 edizioni insie-

me al suo pubblico formato prevalen-temente di bambini. Per l’occasione é stata portata sul palco del cortile di Pa-lazzo Montani Antaldi la “Cenerentola” di Rossini. Applausi per la compagnia delle “Marionette Grilli” di Torino che si é esibita con pupazzi intagliati a mano dall’artista Amerigo Carella (www.ma-rionettegrilli.com). La rassegna dei burattini è organizzata da ARCI – Comitato provinciale di Pesaro-Urbino.

IN MOSTRA ALLA LIBRERIA “FRUSAGLIA”

“Architetture” di Michele FerriRimarrà aperta fino al 5 agosto, presso la libreria Frusa-glia in via Mazzolari n. 16 a Pesaro, la mostra “Architettu-re” di Michele Ferri. Si tratta di un artista poliedrico, pit-tore, scultore, illustratore e con una passato da musicista. Nato a Fano è vissuto per lungo tempo a Parigi, risiede ora a Reggio Emilia. Ha esposto i suoi lavori, oltre che in molte città italiane, a Parigi, Francoforte, Bruxelles, Tokio,

Lisbona, Bratislava. La mostra attuale presenta dipinti, collages e sculture che rispecchiano la sua ricerca formale ed espressiva degli ultimi anni. “L’architettura nella sua dimensione più pura ed essenziale – dice Ferri – è il sog-getto principale delle mie opere. Casa palazzo, tempio, dimora sono definizioni che diventano lo spirito iniziale per inventare e costruire un luogo, quadro o scultura, che possa suggerire a chi guarda la visione di un diverso abi-tare”.Con i materiali più diversi come argilla cruda, legno, stuc-chi bianchi e colorati, crea forme che richiamano archi-tetture primitive come gli Zigurrat babilonesi oppure macchine inutili ed abitazioni improbabili che suggeri-scono un altro spazio possibile. Il suo è un atteggiamen-to evocativo del passato, ma anche critico nei confronti del presente e profondamente inventivo nell’uso della materia e nella libertà delle forme. La mostra è visitabile con il seguente orario: 10-12.30 e 17-20. per informazioni 0721/30482 oppure www.libreriadifrusaglia.it

Marco Larici © RIPRODUZIONE RISERVATA

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BREVI

FANO - Per CSI on the beach – FanoEstate 2012 (17a edizione), super week-end del 7 e 8 luglio di beach-volley, con il 2x2 maschile open ed amatori.In totale ben 28 le coppie di atle-ti in gara, che hanno impegnato l’intero week-end ai Bagni Carlo e Bagni Gabriele di Sassonia.Per il torneo Open, aperto a tutte le categorie, in finale i parmen-si Pisseri Nicola – Frazzi Andrea hanno battuto i fanesi Sabbatini -

Baldrati per 2 set a 1; in semifinale erano stati eliminati gli ottimi fra-telli Spadoni e la coppia Pietropoli – Letizi.Per l’Amatori che poneva come li-mite la prima divisione fipav Mat-teo Paci – Saverio Serafini hanno avuto la meglio per 2 set a 0 su Biettini - Bocchetti; 3° classificati Cozzolino - Simoncini, 4° Fausti – Ciavaglia.Da sottolineare che il Torneo ha messo a disposizione un ga-

zebo per promuovere l’attività dell’associazione internazionale ActionAid, con il referente fane-se Stefano Sorcinelli, che vuole sensibilizzare tutti sul problema della fame e povertà nel mondo, soprattutto nei bambini.Il beach-volley CSI tornerà il 28-29 luglio con il Memorial Anna Zattoni, con il 2x2 maschile e 2x2 femminile, Trofeo Avis-Fano.

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Week-end di beach volley CSI

GIOCHI NAZIONALI DI EQUITAZIONE: I 18 ATLETI DISABILI SUL PODIO

Il Centro Itaca fa il pieno di medaglieCi eravamo lasciati alla

gara sociale di equita-zione che si è svolta il 19 maggio presso il Centro

Socio Educativo Itaca e ci erava-mo dati l’appuntamento ai Gio-chi Nazionali Special Olympics di Biella del 18-23 giugno. Ebbene la squadra di atleti diversamente abili del Centro Itaca è tornata da questa settimana esaltante con un vero pieno di medaglie, mai così tante, mai così prestigiose. I 18 atleti, nelle varie discipline di equitazione (Working Trail, Pole Banding, Barrel Racing e Dres-sage), nei vari livelli di difficoltà hanno ottenuto alla fine un bot-tino di 10 ori, 9 argenti e 5 bron-zi! Ma quest’anno, per non farsi mancare niente, hanno allargato la loro partecipazione alla disci-plina delle bocce, sport che viene praticato dai ragazzi del Centro durante l’anno nelle attività spor-tive di routine. Un esperimento che ha dato subito i suoi frutti, vista la medaglia d’argento che la squadra ha riportato a casa. E se i conti tra partecipanti e medaglie non tornano è perché molti de-gli atleti hanno partecipato a due gare vincendo altrettante meda-

glie. Alla fine tutti i 18 atleti sono saliti sul podio almeno una volta e in alcune discipline l’intero po-dio è stato occupato da atleti della squadra del Centro Itaca. Il risultato sportivo è certamente di eccellenza, visto che si trattava di una gara nazionale. Basti pensa-

re che nella sola equitazione han-no partecipato 10 società sportive e l’intera competizione ha visto la partecipazione di oltre 2000 atleti da tutta Italia più tre delegazioni straniere. Ma oltre a questo un al-tro successo è quello di aver pas-sato una settimana all’insegna del-

l’impegno, del divertimento, dello spirito di squadra che si è respira-to per tutto il soggiorno. I giovani del Centro Itaca hanno dimostra-to una volta di più la loro voglia di autonomia, la loro capacità di trovare in se stessi le energie fisi-che e psichiche per sopportare il

lungo viaggio, lo stress delle gare, i continui spostamenti, il cambio di ritmi e abitudini. Crediamo che vada fatto un applauso anche per questo!Ma il successo di queste iniziative non è mai casuale. Per questo va ringraziato il Comitato Organiz-zatore di Special Olympics Italia, la Polizia di Stato XIV Reparto Mobile di Senigallia per aver di nuovo offerto al gruppo di atleti il trasporto con un loro pullman e la gentilezza dei due autisti, il Mini-stero delle Pari Opportunità che grazie al progetto “Lo sport che ci fa Crescere” ha finanziato par-te delle spese sostenute, e ultimi ma non ultimi gli operatori della Cooperativa Sociale Crescere che ogni giorno, con il supporto e la fiducia delle famiglie dell’ANFFAS di Fano, aiutano ragazzi diversa-mente abili a far emergere tutte le loro potenzialità e che anche in questa occasione hanno accompa-gnato la squadra verso un risulta-to forse insperato ma certamente meritato. Dott. Lorenzo Talamelli - Psico-logo - Coordinatore CSER Itaca

di Fano© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 19: «Il Nuovo Amico» n. 26 del 15 luglio 2012

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