«il nuovo amico» n. 38 del 4 novembre 2012

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SETTIMANALE D’INFORMAZIONE DIOCESI DI: PESARO • FANO • URBINO FONDATO NEL 1903 4 NOVEMBRE 2012 ANNO 109 • N. 38 Spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004 N. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Pesaro facebook.com/ilnuovoamico € 1,00 amico il nuovo www.ilnuovoamico.it COPIA OMAGGIO EDITORIALE hotel supplies Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro Tel. 0721 405274 Fax 0721 259164 www.arpaitalia.it - [email protected] FORNITURE ALBERGHIERE ARREDO BAGNO E CAMERA COMUNICAZIONE E PUBBLICITÁ Seguici su: SSS security systems SISTEMI DI VIDEOSORVEGLIANZA CON CONTROLLO REMOTO VIA INTERNET Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro Tel. 0721 405274 Fax 0721 259164 www.ipsorveglianza.com - [email protected] Richiedi il tuo preventivo Illustrazione: Mara Cerri Comunicazione: Hotelfantasy.co.uk IFI S.p.A. - Sede e Showroom Strada Selva Grossa 28/30 - Zona Case Bruciate - 61010 Tavullia (PU) - Italy - Tel. +39 0721 20021 - Fax +39 0721 201773 - www.ifi.it - info@ifi.it il tuo talento, il tuo futuro, il tuo primo bar. il bar diventa accessibile. start up è un servizio bar essenziale e basilare, che permette a chiunque di creare il proprio locale. Un’opportunità per i giovani e per chi sceglie di investire su sé stesso e sulla propria voglia di futuro. 5.959 + iva Prezzo al pubblico start up basic da 3 mt. Tale prezzo include, per il mercato italiano, il trasporto e la consegna in loco. Inclusi 3 anni di garanzia Moda Luciana NUOVI ARRIVI PREZZI SPECIALI Pesaro - via delle Betulle n. 4 (zona Torraccia) - Tel. 0721/22611 A cqualagna ha celebrato il 50° della morte di Enrico Mattei, eccellente testimone di come l’impegno socio-politico possa coniugarsi con la Fede. Riportiamo gran parte dell’omelia dell’Arcivescovo di Urbino Giovanni Tani. “Ci sono altri ambienti e altri oratori nei programmi per riportare alla memoria, soprattutto delle giovani generazioni e di coloro che non l’hanno conosciuto a sufficienza, questo uomo straordinario che ha fatto tanto bene all’Italia. Qui soprattutto preghiamo che si verifichino per lui le parole “la tua fede ti ha salvato”. Si sa che Mattei era un uomo di fede. L’aveva ricevuta qui ad Acqualagna, come dono, nel battesimo, era cresciuta in famiglia, al catechismo, in parrocchia, insomma in tutto quel percorso normale che ogni fanciullo ancora fa nella sua crescita umana e cristiana. Siamo certi che Mattei non relegava la fede nel privato: non nascondeva la sua appartenenza alla Chiesa cattolica. Ma soprattutto manteneva la consapevolezza che Dio non è estraneo alla nostra vita e alle nostre vicende. A poche ore dalla sua morte aveva pronunciato un intenso discorso a Gagliano, in Sicilia, suscitando tante speranze di lavoro e di sviluppo in una popolazione molto povera, perché lì era stato trovato il metano; e nel bel mezzo del suo ragionamento disse: “Siamo arrivati a scoprire il metano: di questo ringraziamo il Signore Iddio, perché gli uomini possono stabilire con i loro mezzi se ci sono condizioni favorevoli, ma è solo l’aiuto divino che può far arrivare gli uomini a dei successi” (27 ottobre 1962). Ecco l’umiltà di chi è veramente grande. Avrebbe potuto dire semplicemente: “ringraziamo Dio”. Invece ha mostrato di avere una fede non convenzionale. È andato incontro a Dio con nel cuore questa grande idea di Lui che è provvidenza. In definitiva sapeva quale compito aveva l’uomo nello studio, nella scienza, nel lavoro; ma sapeva anche che l’uomo non è Dio, non può tutto ed ha sempre bisogno di Lui. I nostri tempi sono molto diversi da quelli di cinquanta anni fa. Eppure ci viene da pensare che proprio oggi c’è bisogno di uomini e donne che, con la fede e la determinazione di Enrico Mattei, si mettano al servizio della Patria, per uscire sempre più della logica del tornaconto personale e per entrare, persone e istituzioni, nella logica di un vero bene destinato a tutti. Pensando a Enrico Mattei che ha saputo vedere così chiaramente la strada da percorrere per dare sviluppo all’Italia, viene da chiedere al Signore che, come ha ridato la vista al cieco, così aiuti i responsabili della cosa pubblica, tutti coloro che hanno in qualche modo la possibilità di collaborare a migliorare la vita, e in definitiva aiuti tutti noi, a “vedere” la via del bene, della carità, ma prima ancora della giustizia. Guardando ad Enrico Mattei colpisce la figura di un uomo generoso, che non si è risparmiato. Un uomo che ha saputo assumersi le sue responsabilità, affrontando anche grossi rischi e pericoli”. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’Arcivescovo e Mattei Tornano le “Notti di Nicodemo” PESARO 7 URBINO – A nove mesi dai tre metri e passa di neve caduti sul territorio feltresco (era il 12 Febbraio quando smise di fioccare), ancora i coppi del convento di San Francesco non vedo- no notizie positive all’orizzonte. Purtroppo non è stato possibile fare questo per i frati che si trovavano lo scorso Febbraio sotto le travi che hanno ceduto, oberati dalla massa della coltre ghiacciata. Tre stanze sono state sgomberate d’urgenza e, per evitare crolli ancora peggiori, nelle ore successive due vigili del fuoco si sono subito precipitati per spazzare via tutta la neve presente e sollevare i coppi in modo che, il giorno dopo, si ponesse subito rimedio sostituendo un trave marcio con uno nuovo. Si pensava: “Sarà finita…”, e invece no, ad oggi i tre locali (ve- derli è veramente una tristezza) sono vuoti, inagibili… Pagina 16 © RIPRODUZIONE RISERVATA “Nevone” - Partono i lavori ma senza soldi Diego Fascinetti ordinato diacono FANO 10 Folla per la reliquia di Papa Wojtyla URBINO 13/14 QUADRANTE 17 Don Benzi il prete del sorriso “…solo l’aiuto divino può far arrivare gli uomini a dei successi” (E. Mattei, dal discorso di Gagliano 27 ottobre 1962)

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dell’Arcivescovo di Urbino Giovanni Tani.“Ci sono altri ambienti e altri oratori nei programmi per riportare alla memoria, soprattutto delle giovani generazioni e di coloro che non l’hanno conosciuto a sufficienza, questo uomo straordinario che ha fatto tanto bene all’Italia. Qui soprattutto preghiamo che si verifichino per lui le parole “la tua fede ti ha salvato”. Si sa che Mattei era un uomo di fede. L’aveva ricevuta qui ad Acqualagna, come dono, nel battesimo, era cresciuta in famiglia, al catechismo, in parrocchia, insomma in tutto quel percorso normale che ogni fanciullo ancora fa nella sua crescita umana e cristiana. Siamo certi che Mattei non relegava la fede nel privato: non nascondeva la sua appartenenza alla Chiesa cattolica. Ma soprattutto manteneva la consapevolezza che Dio non è estraneo alla nostra vita e alle nostre vicende. A poche ore dalla sua morte aveva pronunciato un intenso discorso a Gagliano, in Sicilia, suscitando tante speranze di lavoro e di sviluppo in una popolazione molto povera, perché lì era stato trovato il metano; e nel bel mezzo del suo ragionamento disse: “Siamo arrivati a scoprire il metano: di questo ringraziamo il Signore Iddio, perché gli uomini possono stabilire con i loro mezzi se ci sono condizioni favorevoli, ma è solo l’aiuto divino che può far arrivare gli uomini a dei successi” (27 ottobre 1962). Ecco l’umiltà di chi è veramente grande. Avrebbe potuto dire semplicemente: “ringraziamo Dio”. Invece ha mostrato di avere una fede non convenzionale. È andato incontro a Dio con nel cuore questa grande idea di Lui che è provvidenza. In definitiva sapeva quale compito aveva l’uomo nello studio, nella scienza, nel lavoro; ma sapeva anche che l’uomo non è Dio, non può tutto ed ha sempre bisogno di Lui. I nostri tempi sono molto diversi da quelli di cinquanta anni fa. Eppure ci viene da pensare che proprio oggi c’è bisogno di uomini e donne che, con la fede e la determinazione di Enrico Mattei, si mettano al servizio della Patria, per uscire sempre più della logica del tornaconto personale e per entrare, persone e istituzioni, nella logica di un vero bene destinato a tutti. Pensando a Enrico Mattei che ha saputo vedere così chiaramente la strada da percorrere per dare sviluppo all’Italia, viene da chiedere al Signore che, come ha ridato la vista al cieco, così aiuti i responsabili della cosa pubblica, tutti coloro che hanno in qualche modo la possibilità di collaborare a migliorare la vita, e in definitiva aiuti tutti noi, a “vedere” la via del bene, della carità, ma prima ancora della giustizia. Guardando ad Enrico Mattei colpisce la figura di un uomo generoso, che non si è risparmiato. Un uomo che ha saputo assumersi le sue responsabilità, affrontando anche grossi rischi e pericoli”.

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L’Arcivescovoe Mattei

Tornano le “Notti di Nicodemo”

Pesaro 7

URBINO – A nove mesi dai tre metri e passa di neve caduti sul territorio feltresco (era il 12 Febbraio quando smise di fioccare), ancora i coppi del convento di San Francesco non vedo-no notizie positive all’orizzonte. Purtroppo non è stato possibile fare questo per i frati che si trovavano lo scorso Febbraio sotto le travi che hanno ceduto, oberati dalla massa della coltre ghiacciata. Tre stanze sono state sgomberate d’urgenza e, per evitare crolli ancora peggiori, nelle ore successive due vigili del fuoco si sono subito precipitati per spazzare via tutta la neve presente e sollevare i coppi in modo che, il giorno dopo, si ponesse subito rimedio sostituendo un trave marcio con uno nuovo. Si pensava: “Sarà finita…”, e invece no, ad oggi i tre locali (ve-derli è veramente una tristezza) sono vuoti, inagibili…

Pagina 16© RIPRoDUZIonE RISERVATA

“Nevone” - Partono i lavori ma senza soldi

Diego Fascinetti ordinato diacono

FaNo 10

Folla per la reliquia

di Papa Wojtyla

UrbiNo 13/14 qUadraNte 17

Don Benziil prete

del sorriso

“…solo l’aiuto divino può far arrivare gli uomini a dei successi”

(E. Mattei, dal discorso di Gagliano 27 ottobre 1962)

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Chiesa e Mondo4 novembre 20122

Aut. n. 83/85 Trib. di PesaroIL NUOVO AMICO RISPETTA L’AMBIENTE. STAMPIAMO SOLO SU CARTA RICICLATA.

REDAZIONE CENTRALE:Raffaele Mazzoli – Direttore - Ernesto Preziosi - Direttore ResponsabileRoberto Mazzoli - Caporedatt. CentraleGastone Mosci – Incaricato dei rapporti con la Regione MarcheVia del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) - Tel. 0721/64052 Fax 0721/69453e-mail: [email protected]

Redazione di Pesaro: Via del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) Tel. 0721/64052 - Fax 0721/69453e-mail: [email protected] Alvaro Coli – Responsabile diocesano.

Redazione di Fano: Via Roma 118 - 61032 FANO (PU) - Tel. 0721/802742 (dir.) - 803737 - Fax 0721/825595e-mail: [email protected]

Redazione di Urbino: Via BeatoMainardo, 4 - 61029 URBINO (PU)Tel. e Fax 0722/378395e-mail: [email protected]. Giancarlo Di Ludovico – Responsabile diocesano

EDITORE: Cooperativa Comunicare - Via del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU). Tel. 0721/64052 - Fax 0721/69453.Amministratore Unico: Marco Farina Presidente Cooperativa Comunicare

STAMPA: Galeati Industrie Grafiche/ImolaGRAFICA: arti grafiche pesaresi srl/pesaroLa testata “Il Nuovo Amico” fruisce dei contributi Statali diretti di cui alla Legge 7 agosto 1990, n. 250.PUBBLICITà Uffici della Redazionecentrale 0721/64052 e Paolo MorsianiL’Impresa Editrice COMUNICARE risulta iscritta al Registro delle imprese di PESARO presso la Camera di commercio al n. 98100

Questo settimanaleè iscritto alla FISCFederazione ItalianaSettimanali Cattolici

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Questo numero è stato chiuso in redazionemartedì 30 ottobre 2012 alle ore 22 e stampato alle ore 6 di mercoledì 31 ottobre

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XXXI domenica del tempo ordinario - Anno BLETTURE: Dt 6,2-6; Sal 17; Eb 7,23-28; Mc 12,28b-34 ual è il primo di tutti i comandamenti?”. Questa domanda è rivolta a Gesù da uno degli scri- bi, cioè da uno speciali- sta della Bibbia. Anche allora, come oggi, si correva il rischio di far consistere la religione in mille precetti da osservare. Gesù ri-sponde dicendo che il primo coman-damento è l’amore. Non una cosa, o

tante cose, da fare, ma l’atteggiamento del cuore; non una cosa da dare, ma il dare se stessi in ciò che si dona. Non offrire con la mano, ma starsene al di qua con il cuore. Ma chi/che cosa ama-re innanzitutto? La risposta è solenne: sia nella prima lettura che nel Vangelo risuona il richiamo fondamentale ri-volto al popolo di Israele, e oggi a noi: “Ascolta”. L’uomo, creato dalla Parola di Dio, è formato dalla stessa Parola. Fra Dio e l’uomo si stabilisce un rapporto unico e totale, perché “Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui”. Ascolta, dunque: “Amerai il Signore tuo Dio con

tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza”. Non è un obbligo, ma una indicazione, “perché tu sia feli-ce” (prima lettura). Questo amore sen-za misura (“la misura dell’amore è non avere misura” diceva San Bernardo) è ”reso vero” nell’amore al prossimo: “Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede” (1Gv 4,20). In concreto: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”; o, detto con altre parole: “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro” (Mt 712).Cosa dice a noi il Signore? Se così

stanno le cose, non possiamo pensare di raggiungere la felicità preoccupando-ci solo di noi stessi. Abbiamo due inter-locutori che non possiamo trascurare: Dio e il prossimo. L’amore verso Dio e verso il prossimo è la risposta semplice e vera alla vita. La beatitudine dei Santi che abbiamo celebrato ce lo insegna.Cosa diciamo noi al Signore? “Ti amo, Signore, mia forza, Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore” (Salmo 17).

Giovanni Tani, Arcivescovodi Urbino-Urbania -S. Angelo in Vado

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UN PENSIERO ANCHE AI TERREMOTATI E L’APPELLO PER CUBA

Ritrovare il senso dell’esistenza“Bartimeo rappresenta l’uomo

che riconosce il proprio male e grida al Signore, fiducioso di essere sanato. La sua invocazione,

semplice e sincera, è esemplare”. Lo ha ricordato, stamattina, Benedetto XVI, nella messa conclusiva del Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione, nella basilica di San Pietro. Nell’incontro con Cristo, vissuto con fede, “Bartimeo riacquista la luce che aveva perduto, e con essa la pienezza della propria dignità: si rialza in piedi e riprende il cammino, che da quel momento ha una guida, Gesù, e una strada, la stessa che Gesù percorre”. Ricordando l’osservazione di Sant’Agostino che Bartimeo fosse una persona decaduta da una condizione di “grande prosperità”, il Papa ha evidenziato che questa interpretazione “ci invita a riflettere sul fatto che ci sono ricchezze preziose per la nostra vita che possiamo perdere, e che non sono materiali”. In questa prospettiva, “Bartimeo potrebbe rappresentare quanti vivono in regioni di antica evangelizzazione, dove la luce della fede si è affievolita, e si sono allontanati da Dio, non lo ritengono più rilevante per la vita: persone che perciò hanno perso una grande ricchezza, sono ‘decadute’ da un’alta dignità - non quella economica o di potere terreno, ma quella cristiana -, hanno perso l’orientamento sicuro e solido della vita e sono diventati, spesso inconsciamente, mendicanti del senso dell’esistenza”. Sono “le tante persone che hanno bisogno di una nuova evangelizzazione, cioè di un nuovo incontro con Gesù”, che “può aprire nuovamente i loro occhi e insegnare loro la strada”. il papa all’angeluS. “Nei giorni scorsi un devastante uragano, che si è abbattuto

con particolare violenza su Cuba, Haiti, la Giamaica e le Bahamas, ha causato vari morti e ingenti danni, costringendo numerose persone a lasciare le proprie case. Desidero assicurare la mia vicinanza e il mio ricordo a coloro che sono stati colpiti da questo disastro naturale, mentre invito tutti alla preghiera e alla solidarietà, per alleviare il dolore dei familiari delle vittime e offrire aiuto alle migliaia di danneggiati. Un pensiero ai terremotati italiani. Anche nei saluti in varie lingue, il Papa ha parlato del Sinodo. In spagnolo, ha chiesto di pregare affinché “questo evento ecclesiale produca abbondanti frutti nella vita della Chiesa” e ha rinnovato l’invito a pregare Maria attraverso il rosario “affidandole tutte le nostre difficoltà, sfide e gioie, affinché le presenti a suo figlio

Gesù Cristo, luce del mondo e speranza dell’uomo”. In polacco ha ricordato che “la nuova evangelizzazione è compito di ognuno di noi, esige da noi l’intensificazione nello zelo, la rinascita della vita sacramentale, il ritorno alle pratiche di pietà da parte di coloro che si sono allontanati dalla Chiesa, l’annunzio del messaggio di Cristo a tutti coloro che non lo conoscono. Lo Spirito di Dio ravvivi i nostri cuori con la forza della fede, desti il bisogno di rimanere nella vicinanza con Dio”. In italiano il Pontefice ha assicurato “un ricordo nella preghiera per le popolazioni della Basilicata e della Calabria che hanno subito un terremoto nei giorni scorsi”.

Agenzia Sir© RIPRODUZIONE RISERVATA

Santo della settimana: 3 novembreSanta Silvia - Madre di San Gregorio Magno

Silvia nasce intorno al 520, per alcuni a Roma, per altri a Subiaco o addirittura in Sicilia, in una famiglia di condizioni modeste. Verso

i 18 anni va sposa ad un tal Gordiano, membro della gens Anicia. Non sappiamo quanti figli eb-bero, perché la storia ha conservato solo il ricor-do di due figli: il primogenito, Gregorio, che sarà destinato a diventare famoso, e un altro figlio di cui però non conosciamo neppure il nome. Quel matrimonio funziona egregiamente per più di 30 anni, fino alla morte del marito, databile

intorno al 573. I due figli hanno seguito le orme del padre, partico-larmente Gregorio, che è diventato funzionario dell’impero bizantino, arrivando a ricoprire la carica di Prefetto di Roma. In cuore conser-va però una profonda esigenza di vita spirituale. La morte del padre accelera questa scelta definitiva ed egli trasforma la splendida villa paterna al Celio in un monastero. La scelta di Gregorio fa capire a Silvia che ormai può considerare esaurita la dimensione dome-stica della sua vita e quasi in punta di piedi, di-scretamente, si ritira in una località dell’Aventino per potersi dedicare anche lei liberamente alla

meditazione e alla preghiera. Ma non di-mentica di essere mamma: pensando alla salute gracile del figlio e alla scarsa mensa monastica, con gesto di premura squisita che solo una mamma sa fare, ogni giorno prepara un piatto di legumi freschi o altra verdura del suo orto.per farla recapitare a Gregorio. Intanto, per volere del papa, è stato ordinato diacono, fino a che nel settembre 590 viene eletto papa. La storia gli attribuirà il titolo di “magno”, la Chiesa

lo canonizzerà e noi oggi lo conosciamo e vene-riamo come San Gregorio Magno. Sua mamma fa in tempo a vederlo papa, perché muore un paio d’anni dopo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La ParoLa di dio Il primo comandamento è l’amore

ANNO DELLA FEDE

La rosa e il giardinoL’Avvenire del 23 ottobre

ha pubblicato una lettera bellissima giunta da un

monastero trappista in Siria. Ne riportiamo alcuni stralci:“Pregare per tutti. Vivere la nostra vita monastica qui, in Siria, oggi è avere nel cuore e nella preghiera i civili, cristiani e musulmani, da qualunque parte stiano; le autorità politiche religiose; i militari e persino i mercenari, nella loro cieca illusione di combattere per Dio. Persino i grandi responsabili di questa tragedia, quelli che stanno dietro le quinte e giocano con la vita e il destino di un’intera nazione. Non perché “siamo buone”o “sappiamo come stanno in verità le cose”. Ma pregare perché ci si trova davanti al Mistero del Male, così evidente. Palpabile, feroce, menzognero (…). Continuando la nostra vita quotidiana – fatta di preghiera, lavoro nei campi, meditazione della parola, ascolto e accoglienza – cerchiamo di restare fedeli alla verità che è la presenza di Dio, dell’Emmanuele, qui e oggi. Diamo lavoro a qualcuno del villaggio… cerchiamo di dare speranza, impegnandoci per la bellezza del luogo… le rose che crescono nel nostro giardino, segno della benevolenza di Dio, un sorriso a chi soffre, un silenzio attento a chi porta un dolore. Sperare per tutti. Sperare la libertà vera (…).”Nel cuore dello scatenarsi del male e in mezzo al dominio delle potenze del mondo, la fede in Gesù appare come le rose che crescono nel giardino di quel lontano monastero. Un piccolo fiore inerme e indifeso che può essere schiacciato con grande facilità o convertire i cuori con la sua bellezza. A fronte di tanti discorsi e analisi culturali-politiche, spesso dominanti anche nella Chiesa, l’anno della fede vuole essere un invito a riscoprire il fascino e la semplicità di quel dono, “segno della benevolenza di Dio”, capace di uno sguardo più umano e più vero sulle vicende terrene.

Don Daniele Federici © RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 3: «Il Nuovo Amico» n. 38 del 4 novembre 2012

Primo Piano 4 novembre 2012 3amicoil nuovo• •

“è alle famiglie che il Paese deve essere grato”. Lo ha affermato il Presidente del Consiglio Mario Monti, a conclusione del Festival della

famiglia a Riva del Garda (Trento), organizzato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per le politiche della famiglia e dalla Provincia autonoma di Trento sotto l’Alto Patronato del presidente della Repubblica. Il presidente ha spiegato che “è difficile coniugare risanamento del paese e sostegno alle singole famiglie” e che il Governo “quasi un anno fa ha dovuto affrontare scelte difficili senza poterle rinviare”, ma se “siamo arrivati qui” è anche “perché in passato si è promesso troppo senza poter mantenere le promesse.”. Comunque “la promozione di servizi per l’infanzia e lo sviluppo dell’assistenza domiciliare e del servizi per gli anziani, sono divenute priorità per il governo”. Il premier ha poi

sottolineato che “per l’anno 2013 abbiamo stanziato 50 milioni per la politiche familiari e 25 milioni per le politiche giovanili”. Inoltre “segnali positivi ci sono: il Piano nazionale asili nido, introdotto nel 2007, che si misurava con difficoltà economiche, potrà contare, nelle quattro regioni obiettivo dell’Italia meridionale, non solo per le strutture ma anche per l’esercizio delle funzioni, su risorse europee”. Il presidente Monti ha anche segnalato “le misure per una maggiore conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa che sono state approvate nei mesi scorsi nell’ambito della riforma del mercato del lavoro”.Il ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione con delega alle politiche per la famiglia, Andrea Riccardi, intervenuto prima del presidente Monti, ha puntato il suo interesse sui “bambini poveri che sono tanti, 339.000: è un problema grave

soprattutto per quelli che fanno parte delle famiglie numerose. Per questo dobbiamo puntare a un welfare mirato sui bambini”. Riccardi ha affermato di star preparando, insieme con “il ministero del lavoro una revisione dell’Isee” e di star cercando di migliorare “la fiscalità per le famiglie con più bambini. Stiamo lavorando per la riduzione delle tariffe elettriche e siamo intervenuti sul vergognoso prezzo dei prodotti dell’infanzia. Inoltre sono orgoglioso che abbiamo portato a compimento il Piano nazionale per le famiglie. Certo resta molto da fare”. Per questo “ritengo importate l’approvazione di una proposta di legge, a cui stiamo lavorando, a costo zero, sui congedi familiari”.

a cura di Simona Mengasciniinviata Sir a Riva del Garda

©riproduzione riservata

Grazie alla famiglia del presidente Monti e del ministro Riccardi

COMMISSIONE EUROPEA - NUOVO FONDO PER INDIGENTI E SENZATETTO

Allarmepovertà“Abbiamo bisogno di meccanismi di

solidarietà e di risorse adeguate per aiutare gli indigenti che in molti casi si trovano a vivere

una vera e propria situazione d’emergenza sociale”. È il presidente della Commissione europea, il portoghese José Manuel Barroso, a lanciare l’allarme-povertà.La crisi economica che da cinque anni si è abbattuta sul vecchio continente ha attraversato diverse fasi, mietendo “vittime” nel sistema finanziario e bancario, in quello delle imprese, colpendo i bilanci nazionali (ne sanno qualcosa Irlanda, Portogallo, Grecia, Spagna e - stando agli ultimissimi dati di Eurostat - anche l’Italia, con il suo 126,1% di debito rispetto al Prodotto interno lordo). Ma la recessione ha investito duramente anche i lavoratori (sono 25 milioni i disoccupati in Europa), e quindi i redditi familiari. Si calcola che gli indigenti o le persone a rischio povertà siano circa 80 milioni nell’Ue. Per queste ragioni la Commissione, oltre a proseguire, assieme alle altre istituzioni Ue, un’azione ampia per “imbrigliare” la crisi e rispondervi mediante un’azione congiunta con gli Stati membri, ha deciso di accelerare il processo per la creazione di una nuovo “Fondo di aiuti europei agli indigenti”, approvato il 24 ottobre e subito trasmesso al Consiglio e Parlamento Ue per avere il semaforo verde.Laszlo Andor, commissario per gli affari sociali e l’inclusione, nel presentare a Bruxelles il provvedimento, ha dichiarato: “Il Fondo offrirà un aiuto tangibile per aiutare i cittadini europei più vulnerabili a integrarsi nella società. Esso rappresenterà

una dimostrazione concreta della solidarietà dell’Unione con le persone più vulnerabili”, soprattutto “quelle che sono state maggiormente colpite dalla crisi economica e sociale”. Solidarietà, dunque, è la parola chiave della proposta. Andor ha poi lanciato un messaggio alle istituzioni competenti: “Mi auguro che gli Stati membri”, riuniti nel Consiglio Ue, e “il Parlamento europeo adottino celermente questa proposta e il relativo bilancio per far sì che gli aiuti arrivino al più presto ai bisognosi”.Si allarga, così, il campo d’azione dell’Unione europea verso i cittadini bisognosi: con il “Fondo di aiuti agli indigenti”, che va oltre il vecchio programma di aiuti alimentari (il quale attingeva circa 500 milioni di euro l’anno dal bilancio della Politica agricola comune; fondi peraltro già stanziati per il 2013), mettendo a disposizione per il periodo finanziario 2014-2020 la cifra di 2,5 miliardi di euro, cui si dovranno aggiungere cofinanziamenti nazionali per almeno il 15%

della cifra totale. Il provvedimento si inserisce nella più ampia strategia Europa 2020 intesa a far ripartire l’economia comunitaria senza trascurare i problemi occupazionali e sociali, primo fra tutti l’inclusione dei soggetti più esposti alla povertà. Con il 2014, quindi, saranno forniti riso, pasta, biscotti, scatolame, ma anche indumenti, scarpe, sapone, shampoo e altri beni di prima necessità alle famiglie povere, ai nuclei rimasti senza reddito, ai quasi 4 milioni di senzatetto registrati nei 27 Stati Ue, alle famiglie con bambini privati dei mezzi minimi di sussistenza.

Il percorso del provvedimento richiede ancora alcuni passaggi politici (e poteva forse disporre di stanziamenti più generosi), ma non dovrebbe trovare ostacoli. Le organizzazioni umanitarie e religiose che in genere gestiscono questi aiuti (fra cui le Caritas, i Banchi alimentari, così come varie associazioni, enti locali, scuole) sono fiduciose: l’Ue - è questo l’impegno - non si dimentica dei suoi cittadini e, fra questi, di coloro che hanno più bisogno di aiuti materiali..

Gianni Borsa - Sir Europa©riproduzione riservata

Tre suicidi solo nell’ultima settimana: qualche giorno fa a Poggioreale e il 24 ottobre a Firenze e a Prato. Già

31, tra gennaio e luglio 2012; 63 nel 2011. Sono i numeri della disperazione dei detenuti italiani. A diffonderli è il Rapporto sullo stato dei diritti umani negli istituti penitenziari e nei centri di accoglienza e trattenimento per migranti in Italia, curato dalla Commissione diritti umani del Senato e presentato il 23 ottobre nel carcere romano di Regina Coeli. Secondo l’indagine, l’Italia occupa uno fra gli ultimi posti in Europa nel rapporto detenuti-posti in carcere. A fine febbraio, su una capienza complessiva di 45.742 posti, nelle carceri italiane i detenuti erano 66.632, di cui solo 38.195 con condanna definitiva. Intanto prosegue l’impegno di un gruppo di “uomini ombra” (le definizionI che

gli ergastolani ostativi danno di sé) per l’abolizione di ciò che definiscono la “pena di morte viva”, ossia l’ergastolo ostativo, senza fine perché non prevede benefici o sconti di pena, a meno che non si decida di collaborare con la giustizia. Uomini che si definiscono “né vivi, né morti” in un appello che si può sottoscrivere sul sito dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII www.anpg23.org. Nel dicembre 2009, sempre con il sostegno della Comunità fondata da don Benzi, gli ergastolani (oggi

circa 1.500) avevano inviato al riguardo una lettera aperta a Benedetto XVI. Il Sir, ha chiesto a padre Vittorio Trani, da quasi 35 anni cappellano a Regina Coeli e consulente ecclesiastico del Seac, Coordinamento dei gruppi di volontariato penitenziario che operano in Italia (www.volontariatoseac.it) qual è la sua opinione sul mantenimento dell’ergastolo ostativo. “Come cittadini e come cristiani dovremmo in generale impegnarci per creare una mentalità, una sensibilità diversa nei confronti del

mondo carcerario. Lo Stato ha il dovere di intervenire nei confronti dei cittadini che commettono reati, ma la sua azione non deve aggiungere ingiustizia a ingiustizia. Tutto il mondo della giustizia andrebbe rivisitato con la capacità di garantire realmente il rispetto della persona lasciando una porta sempre aperta alla speranza. Per quanto riguarda l’ergastolo ostativo, è ancor più necessario un impegno comune affinché si possa aprire uno spiraglio di vita per queste persone che con la sua abolizione potrebbero riprendere in mano la propria esistenza. La prospettiva della speranza è fondamentale per il recupero dell’uomo; è una fortissima motivazione e una specie di leva magica che sostiene anche nei momenti di maggiore buio”.

Agenzia Sir© riproduzione riservata

LA DISPERAZIONE DEI CARCERATI ITALIANI

È urgente abolire l’ergastolo ostativo

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Page 4: «Il Nuovo Amico» n. 38 del 4 novembre 2012

4 novembre 20124 Socio culturale amicoil nuovo• •

P ennalibera tutti

È nato il giornale del carcere di Villa FastiggiSeguici ogni mese su Il Nuovo Amico.

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messaggio sinodo

“Non c’è uomo o donna che, nella sua vita, non

si ritrovi, come la donna di Samaria, accanto a un pozzo con un’anfora vuota, nella speranza di trovare l’esaudimento del desiderio più profondo del cuore, quello che solo può dare significato pieno all’esistenza”. Parte dal profondo di questa considerazione il messaggio del Sinodo dei vescovi al Popolo di Dio, inviato oggi a conclusione della XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi (clicca qui). Il messaggio è caratterizzato dalla “urgenza” di “condurre gli uomini e le donne del nostro tempo a Gesù, all’incontro con lui”. Perché “molti sono oggi i pozzi che si offrono alla sete dell’uomo”, ma occorre “orientare bene la ricerca, per non cadere preda di delusioni, che possono essere rovinose”. Il messaggio fa il punto sui problemi e le sfide che attraversano l’umanità e che sono stati oggetto di discussione in questi giorni di Sinodo, ma lascia un segno di speranza. “Il nostro - scrivono i padri sinodali - è un mondo colmo di contraddizioni e di sfide, ma resta creazione di Dio, ferita sì dal male, ma pur sempre il mondo che Dio ama, terreno suo, in cui può essere rinnovata la semina della Parola perché torni a fare frutto. Non c’è spazio per il pessimismo nelle menti e nei cuori di coloro che sanno che il loro Signore ha vinto la morte e che il suo Spirito opera con potenza nella storia”.

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SINODO – L’INTERROGATIVO DI BENEDETTO XVI

Che cosa può direla Chiesa al mondo d’oggi?

“È di tutta evidenza che oggi occorre un generale rin-novamento civile, morale e anche politico. da dove ripartire? all’epoca della rerum novarum la prima

pietra fu lo sguardo sulla condizione operaia. noi oggi osia-mo indicare come punto di ripartenza, come forza rinnova-trice anche della politica, lo sguardo sull’embrione umano”. Questa la proposta lanciata dal presidente del Movimento per la vita, Carlo Casini, durante la tavola rotonda che ha aperto, venerdì 26 ottobre, a Bellaria, il XXXii convegno dei Centri di aiuto alla vita (Cav). “uno di noi, insieme per la vita” il titolo del convegno. Questa proposta “è una follia?”, si è chiesto Casini davanti ai volontari dei 330 Cav italiani. “Che cosa ha che fare con il debito pubblico e privato, con la disoccupazione e la disperazione dei giovani, lo sguardo sul primo comparire della vita umana? Giovanni paolo ii, nel 1985, disse che chi riconosce un suo simile nel conce-pito non ancora nato ‘acquista occhi nuovi’ per interpretare l’intera realtà”. il 28 ottobre, a conclusione del convegno, i volontari dei 330 Centri di aiuto alla vita sparsi in tutta ita-lia hanno rivolto un appello all’unità all’intero popolo della vita. “un primo obiettivo sulla strada di questa grande unità di intenti - ha spiegato Carlo Casini - è senza dubbio quel-lo di ricordare insieme la triste data di nascita della legge 194 con una grande manifestazione da realizzare a maggio prossimo. per rendere realmente unitario questo appunta-

mento, divenuto peraltro ormai tradizionale, auspichiamo la creazione di un comitato tra tutte le associazioni, eccle-siali e non, sensibili ai temi del diritto alla vita e dell’unità”. a proposito dell’iniziativa di alcuni di tentare l’abolizione della legge 194 attraverso la via referendaria, i Cav confer-mano che pur condividendo il giudizio di grave ingiustizia sulla legge e il proposito di operare per il suo superamento, non giudicano attualmente percorribile il ricorso al referen-dum. “preferiamo – ha dichiarato Casini - concentrare tutte le energie nostre e dei molti che già nel corso del Lifeday di quest’anno hanno assicurato la disponibilità all’impegno, sull’iniziativa ‘uno di noi’ per portare fin alle istituzioni co-munitarie l’istanza del riconoscimento del bambino non nato come soggetto di diritti”.

*****Il Premio Madre Teresa a tutte le mamme d’Europa. i 500 volontari dei Centri di aiuto alla vita riuniti a Bellaria hanno deciso di assegnare per il 2012 il premio Madre te-resa a “tutte le mamme d’europa che nella loro capacità di accoglienza vissute da molte all’interno di storie ordinarie o da poche nella drammaticità di eventi straordinari rappre-sentano la vera bandiera del riconoscimento del bambino non nato come un figlio, come uno di noi”.

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Con la messa celebrata nella Basilica di San Pietro, si è conclusa il 28 ottobre la XIII Assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi. Per tre settimane

rappresentanti dell’episcopato di tutto il mondo, esperti, fedeli laici, uomini e donne insieme al Papa si sono confrontati sulla realtà della nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana. Davvero, tutta la Chiesa era rappresentata e, dunque, “coinvolta in questo impegno, che - come ha detto il Papa all’Angelus - non mancherà di dare i suoi frutti, con la grazia del Signore”. Il Sinodo è stato un momento di forte comunione ecclesiale, che ancora una volta ha fatto sperimentare la bellezza di essere Chiesa proprio oggi, in questo mondo così com’è, in mezzo a questa umanità con le sue fatiche e le sue speranze.Il Sinodo ha coinciso con il 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, e quindi con l’inizio dell’Anno della fede. Secondo il Papa, ripensare al Beato Giovanni XXIII, al Servo di Dio Paolo VI, alla stagione conciliare, è stato quanto mai favorevole, perché ha aiutato a riconoscere che “la nuova evangelizzazione non è una nostra invenzione, ma è un dinamismo che si è sviluppato nella Chiesa in modo particolare dagli anni ‘50 del secolo scorso,

quando apparve evidente che anche i Paesi di antica tradizione cristiana erano diventati, come si suol dire, terra di missione”. Durante i lavori è emersa l’esigenza di un annuncio rinnovato del Vangelo nelle società secolarizzate, “nella duplice certezza che, da una parte, è solo Lui, Gesù Cristo, la vera novità

che risponde alle attese dell’uomo di ogni epoca, e dall’altra, che il suo messaggio chiede di essere trasmesso in modo adeguato nei mutati contesti sociali e culturali”.“Che cosa possiamo dire al termine di queste intense giornate di lavoro?”. Si è interrogato Benedetto XVI, il quale, presente ai lavori, ha ascoltato e raccolto molti spunti di riflessione e molte proposte. A lui ora il compito di ordinare ed elaborare il tanto materiale, per offrire a tutta la Chiesa - probabilmente nella forma di esortazione post sinodale - una sintesi organica e indicazioni coerenti di cammino. In attesa di conoscere tutto questo, si possono meditare i primi orientamenti generali, che lo stesso Pontefice ha fatto emergere e costituiscono quasi un primo volto dei lavori del Sinodo. Ne ha parlato espressamente durante l’omelia per la messa presieduta al mattino nella basilica vaticana. Intanto una considerazione generale: la nuova evangelizzazione riguarda tutta la vita della Chiesa. “Essa si riferisce, in primo luogo, alla pastorale ordinaria che deve essere maggiormente animata dal fuoco dello Spirito, per incendiare i cuori dei fedeli che regolarmente frequentano la Comunità e che si radunano nel giorno del Signore per nutrirsi

della sua Parola e del Pane di vita eterna”. Affermato questo, il Santo Padre indica tre linee pastorali emerse dal Sinodo. La prima riguarda i Sacramenti dell’iniziazione cristiana. “È stata riaffermata l’esigenza di accompagnare con un’appropriata catechesi la preparazione al Battesimo, alla Cresima e all’Eucaristia. È stata pure ribadita l’importanza della Penitenza, sacramento della misericordia di Dio”. Attraverso questo itinerario sacramentale passa la chiamata del Signore alla santità, rivolta a tutti i cristiani. Infatti, è stato più volte ripetuto che i veri protagonisti della nuova evangelizzazione sono i santi: essi parlano un linguaggio a tutti comprensibile con l’esempio della vita e con le opere della carità.In secondo luogo, la nuova evangelizzazione è essenzialmente connessa con la missione “ad gentes”, che riguarda alcune regioni dell’Africa, dell’Asia e dell’Oceania i cui abitanti aspettano con viva attesa, talvolta senza esserne pienamente coscienti, il primo annuncio del Vangelo. Ma riguarda un po’ tutti, perché la globalizzazione ha causato un notevole spostamento di popolazioni; pertanto, il primo annuncio si impone anche nei Paesi di antica evangelizzazione. “Tutti gli uomini hanno il diritto di conoscere Gesù Cristo e il suo Vangelo; e a ciò corrisponde il dovere dei cristiani, di tutti i cristiani - sacerdoti, religiosi e laici -, di annunciare la Buona Notizia”.Un terzo aspetto riguarda le persone battezzate che però non vivono le esigenze del Battesimo. Queste persone si trovano in tutti i continenti, specialmente nei Paesi più secolarizzati. “La Chiesa ha un’attenzione particolare verso di loro, affinché incontrino nuovamente Gesù Cristo, riscoprano la gioia della fede e ritornino alla pratica religiosa nella comunità dei fedeli”. Oltre ai metodi pastorali tradizionali, sempre validi, la Chiesa cerca di adoperare anche metodi nuovi, curando pure nuovi linguaggi, appropriati alle differenti culture del mondo, proponendo la verità di Cristo con un atteggiamento di dialogo e di amicizia che ha fondamento in Dio che è Amore.

Marco Doldi©riproduzione riservata

Il desiderio più profondo

L’APPELLO DEI 330 CENTRI DI AIUTO ALLA VITA

L’embrione umano: è uno di noi

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Page 5: «Il Nuovo Amico» n. 38 del 4 novembre 2012

4 novembre 2012 5Specialeamicoil nuovo• •

INTERVISTA A SAVAGNONE DELLA DIOcESI DI PALERMO

Elezioni in Sicilia: come risalire?Rosario Crocetta è il nuovo

presidente della Regione Sicilia. È stato eletto con il 30,5% dei voti, ma a ben guardare lo hanno

scelto solo poco più di 550mila cittadini sui potenziali 4 milioni e 400mila elettori. Infatti, il dato più eclatante di questa elezione è stato un astensionismo che ha raggiunto il record del 52,58%, più della metà dei siciliani, insieme con il 18% dei voti raggiunto dal movimento di Beppe Grillo. Numeri che sconvolgono equilibri e certezze. E danno la dimensione della disaffezione e delle pulsioni antipolitiche ormai diffuse tra gli elettori. L’altra faccia dei due boom sono il crollo del Pdl, che raccatta il 12,8%. Non fa molto meglio il Pd, con il 13,5%, che però stavolta ha dalla sua parte il 10,8% dell’Udc e comunque vince con Rosario Crocetta. A Giuseppe Savagnone, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale della cultura della diocesi di Palermo,il Sir ha chiesto di riflettere su questi dati.

Professore, quale messaggio viene da queste elezioni regionali siciliane?

“Non c’è da esultare per questo risultato né per qualsiasi altro risultato fosse venuto

dalle elezioni. La stragrande maggioranza dei siciliani, sia attraverso l’astensione sia attraverso il voto al Movimento 5 stelle, ha mostrato un rifiuto radicale della politica. I siciliani hanno oramai davanti a sé un’immagine della politica inaccettabile, che spinge a risultati come questo. Occorre riflettere su un dato: il nuovo presidente della Regione, con il suo 30,5% del 47% dei voti, ha in realtà meno del 15% dei voti di tutto l’elettorato. Questo fa capire quanto la politica si sia scollata dai cittadini in questi ultimi anni. Certo non è colpa di Crocetta, ma degli amministratori del passato, grazie ai quali i siciliani hanno ‘imparato’ che la politica è qualcosa che non li riguarda più, ma tocca solo quelli che riescono ad avere rapporti clientelari con il potere”.

Si poteva ipotizzare un così alto tasso di astensione prima delle elezioni?

“Era ovvio. La tentazione di scegliere questa strada è stata forte per molti. Io non mi sono astenuto per un dovere di coscienza, ma istintivamente tanti hanno scelto l’astensione per mandare un messaggio chiaro ai politici: ‘non siete capaci di governare, tornate a casa’. Quello

che colpisce nella gestione della politica in questi anni, infatti, è stata la spudoratezza: non si è nemmeno finto di voler governare”.

Quale può essere la strada per uscire da questa situazione così compromessa?

“Ormai noi siamo arrivati al fondo. L’astensione dice ancora una volta di più che gli attuali politici vanno sostituiti. La nostra speranza è di lavorare dal basso, a partire dalla società civile, per ricostituire i germi di una futura classe dirigente, certo non in nome dell’antipolitica. In fondo, l’appoggio al Movimento 5 stelle è stato l’emblema di un malessere, che si esprime in modo solo emotivo, ma che può essere convogliato positivamente se si fa un serio lavoro di presa di coscienza”.

La Chiesa quale ruolo può giocare in questo momento?

“Per la Chiesa siciliana è un momento di grande opportunità, perché può diventare protagonista del lavoro di formazione delle coscienze. La Chiesa, infatti, ha una capacità di penetrazione capillare non soltanto con le scuole di formazione all’impegno socio-politico, che raccolgono un’élite, ma con un lavoro nelle parrocchie per educare a una nuova cittadinanza,

che è una premessa pre-politica per poter sviluppare una nuova politica, a partire dai cittadini stessi. Nel creare una nuova percezione della cittadinanza, avremo, paradossalmente, un importante alleato: la mancanza di denaro pubblico. La vecchia classe politica si basava sulle clientele, ma non essendoci più soldi pubblici da sfruttare, non avranno più il mezzo per accattivarsi il favore della gente. Ma la vera speranza è questo lavoro di formazione a una cittadinanza nuova, che è la premessa per la politica. Bisogna educare al bene comune, già nella piccola esperienza quotidiana del catechismo, insegnando i doveri di un cristiano per la sua città, il suo quartiere, la sua scuola. La Chiesa deve oggi contribuire alla formazione di una nuova generazione di elettori, rendendoli capaci di discernere su chi votare e far capire che chi dà soldi o promette un posto di lavoro per farsi votare non è la persona giusta, perché sta facendo il male della collettività. Questo è il primo passo educativo e culturale, per creare poi una nuova classe politica”.

a cura di Gigliola Alfaro© RIPRODUZIONE RISERVATA

IL 5 NOVEMBRE AL cIRcOLO AcLI S. ORSO DI FANO

Ruolo e impegno dei cattolici pesaresiIniziato oltre un anno fa, con la “Veglia per il

lavoro” continua l’impegno delle Associazioni e Organizzazioni di ispirazione cristiana. E’ un

compito difficile quello al quale sono chiamati oggi i cattolici che vogliano vivere in maniera attiva e non rituale la loro presenza nella società. Ciò indipendentemente dal ruolo ricoperto, sia esso l’impegno nel sociale, in politica o nel mondo del lavoro. Le indicazioni contenute nel magistero sociale

della Chiesa sono infatti un invito e un sostegno per ciascuno a vivere con responsabilità la fede.Le ricette che si affidano alla ripresa selvaggia dei consumi appaiono oltre che illusorie del tutto ingiustificate. Spetta infatti al lavoro e non al nuovo“feticcio della merce” di essere misura e motore dello sviluppo e del benessere sociale.La speranza può riprendere respiro ri-orientando i nostri comportamenti all’insegna della sobrietà e

della solidarietà, in aiuto alle famiglie in difficoltà e ai giovani che devono affrontare il futuroSi parlerà di questo nell’incontro, aperto a tutte le organizzazione di ispirazione cattolica, che si svolgerà lunedì 5 novembre, alle ore 17.30, a Fano presso il Circolo Acli di Sant’Orso.L’appuntamento, dal titolo “Il ruolo e il senso dell’impegno dei cattolici”, è organizzato dalle Acli, dalla Cisl, dal Movimento Cristiano Lavoratori e dalla Rivista Argomenti 2000.

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4 novembre 20126 Regione PRovincia amicoil nuovo• •

Da Madrid a Rio. Quanti giovani sono rimasti col-piti ed hanno riscoperto la fede nell’esperienze

delle GMG che ha annunciato loro un modo giovane di essere Chiesa. Il prossimo anno il Santo Padre invita a vivere una GMG nel segno dell’annuncio, dell’evange-lizzazione, della missione. Questo il tema della Giornata mondia-le della gioventù, il cui grande raduno internazionale sarà or-ganizzato in Brasile, a Rio de Janeiro, dal 23 al 28 luglio: «An-date e fate discepoli tutti i po-poli» (versetto 19 del capitolo 28 di Matteo, “si tratta del mandato ricevuto da Gesù”). Le Diocesi di tutte le Marche saranno presenti in un’esperienza che unisce al pel-legrinaggio, l’esperienza missiona-ria. Ci accompagneranno in que-sta avventura alcuni vescovi della nostra regione che conferiranno il mandato ad essere evangelizzato-

ri nella veglia dell’11 maggio nella Basilica di Loreto. Per qualsiasi informazione rivolgersi a don En-rico Giorgini responsabile della pastorale Giovanile della diocesi di Pesaro tramite una mail [email protected] oppure a [email protected], potrete seguire le prossime informazioni sul sito della pastorale giovanile, www.pesarogiovani.eu o all’in-dirizzo del Nuovo Amico www.ilnuovoamico.it. Già sul sito della pastorale giovanile sono in vendi-ta i gadget della GMG, per autofi-nanziamento e per aiutare coloro che parteciperanno all’esperien-za della GMG. Le iscrizioni si chiuderanno il 31 gennaio 2013. Don Enrico Giorgini invita tutti a «spargere la voce nelle comunità e nei gruppi perché sarebbe bel-lo avere almeno un giovane per ogni parrocchia che rappresenti la totalità della diocesi all’appunta-mento con il Santo Padre».

“Pi scusi, lei che professione pratica?” Sono sismologo.

“Dunque studia i terremoti? Allora stia molto attento, perché se prevede un movimento tellurico che poi non avviene, verrà denunciato per procurato allarme; se invece il sisma si verifica e lei non ha lanciato il segnale di pericolo verrà condannato a quattro anni di carcere per strage”.

“E lei, signor Pasquale Esposito di che si interessa?”Studio la Smorfia, cioè predìco i numeri del Lotto interpretando i sogni. “E mi dica, escono?”Guardi è una questione matematica, prima o poi qualsiasi numero su qualsiasi ruota viene estratto. “Certo, non si preoccupi, nessun giudice la condannerà mai per truffa”.Due professioni diverse: la prima basata su accurati studi scientifici che ci informano della non prevedibilità dei terremoti, ma solo della probabilità che avvengano in una determinata zona entro periodi di tempo limitati; la seconda che si basa sulla capacità di convincimento di strani personaggi e la credulità popolare.

“E lei, dottor Buttalachiave, che attività svolge”?Io sono un giudice penale, valuto le prove contro i sospetti, metto in carcere i colpevoli e lascio liberi gli innocenti.

“Allora può stare tranquillo, anche se nella sua attività commettesse dei grossolani errori, ovviamente involontari, a nessuno mai passerà per la mente di mandarlo in galera”..

Alvaro Coli© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il sorriso

di Marina

Ciao amici… voglio invi-tarvi a teatro per ride-re un po’ e per fare del

bene: sabato 10 novembre ore 21 – domenica 11 novembre ore 17 al Teatro Sperimentale di Pesaro la Compagnia Tea-trale “Del Gallo” presenta ‘Na mastella d’bugi’ “ , Il ricavato sarà devoluto in favore dell’As-sociazione GOFAR (Ricerca e cura per Atassia di Friedreich). Biglietto 10 euro – prevendita: tel. 3388352148 – 3498344191 – botteghino sabato ore 10-12 pomeriggio 16-19; domenica ore 10-12 pomeriggio 15-17.Ed ora il mio pensiero corre a voi che con umiltà e speranza scrivete dal carcere; con ami-cizia vi ringrazio e auguro che tanta luce interiore entri nel vostro cuore e con le molte fi-nestre aperte schiudano il por-tone. Riporto una poesia di A. Bonazzi (ex carcerato)

Non sempre è la sofferenzache mette in ginocchio l’uomo,non sempre è la sua infelicitàche gli fa ritornare sulle labbrala parola di invocazione, più spesso è un atto di umiltàche gli fa scoprire ed apprezza-reil gran dono della vita.

Un sorriso di libertà…Marina

Ai carcerati

ISCRIZIONI ENTRO IL 31 GENNAIO 2013

Le Marche verso la GMG di Rio de Janeiro

le proposte dell’Arcidiocesi di pesaro1) Per chi lavora, solo l’esperienza GMG – Dal 22 al 30 luglio. Arrivo a Rio e partenza da Rio Costo 2000 €2) Per coloro vogliono vivere anche un’esperienza di gemellaggio e missione. Dal 17 luglio al 1° agosto. Arrivo a San Paolo gemellaggio/missione. Oltre al-l’organizzazione e le iniziative delle diocesi che ci ospitano vivremo anche

la visita di alcuni luoghi: cascate di Iguazu e santuario di nostra signora di Aparecida. Aereo interno per Rio GMG - Partenza da Rio Costo 1950 €3) Per coloro che oltre alla GMG vogliono vivere una esperienza missionaria. Dal 21 luglio al 8 agosto si potranno scegliere diversi posti nel dove vivere questa esperienza: Sao LuisRecife, Camacari, San Paolo. Aereo interno per Rio GMG - Partenza da Rio - Costo 2200 €

IL RICONOSCIMENTO VERRA’ CONSEGNATO IL 4 NOVEMBRE

Marcello Urbinati Cavaliere della RepubblicaIl prossimo 4 novembre 2012, in

occasione della giornata dell’Uni-tà nazionale e Festa delle Forze

Armate, Marcello Urbinati riceverà il diploma di Cavaliere “al Merito della Repubblica Italiana”. Il ricono-scimento, conferito dal Signor Pre-sidente della Repubblica, sarà con-segnato da S.E. Prefetto di Pesaro e Urbino Dr. Attilio Visconti. Marcello Urbinati è stato dipendente della Soprintendenza per i Beni Ambien-tali e Architettonici dell’Emilia ed ha collaborato ai lavori di restau-ro con il Soprintendente Dr. Prof. Arch. Angelo Calvani per le Provin-cie di Parma e Piacenza. Ha inoltre collaborato con la Dott.ssa Marini

Mirella Calvani, direttore del mu-seo archeologico di Parma. E’ stato funzionario della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architetto-nici della Toscana per le Provincie di Firenze e Pistoia con vari incarichi per lavori di restauro agli affreschi della cupola di Filippo Brunelleschi iniziati da Giorgio Vasari nel 1572 e, terminati da Federico Zuccari nel 1579, al Duomo di Firenze (FI) - Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Successivamente alla Soprintenden-za per i Beni Artistici e Storici delle Marche di Urbino (PU) con sede nel palazzo Ducale di Urbino, collabo-rando con il Soprintendente Prof. Dr. Paolo Dal Poggetto, con vari in-

carichi tecnici nelle varie Provincie delle Marche. Da segnalare la colla-borazione ai cantieri di restauro per la Rocca di Gradara e, il Palazzo Du-cale di Pesaro dove ha collaborato con otto Prefetti. Da ultimo la col-laborazione con la Soprintendente, oggi Direttore Regionale Professo-ressa Lorenza Mochi Onori. Urbina-ti ha inoltre operato con le Diocesi della Metropolia di Pesaro. Il Santo Padre Benedetto XVI lo ha nomina-to Cavaliere di Gran Croce. Anche il settimanale “Il Nuovo Amico”, di cui Urbinato è stimato collaboratore, si complimenta per il prestigioso rico-noscimento.

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APPROVATO ALL’UNANIMITÀ IL BILANCIO PREVENTIVO 2013

Erogati oltre due milioni di Euro per cultura e socialeIl Consiglio Generale, Organo di In-

dirizzo della Fondazione, in data odierna ha approvato all’unani-

mità il Documento Programmatico Previsionale (D.P.P.) 2013 che destina alle erogazioni 2.308.827 euro che consentiranno la conclusione dei programmi avviati nel triennio 2011-2013. In particolare verranno termi-nati i recuperi dello storico Palazzo Cassi in San Costanzo, dell’ex Chiesa del Gonfalone in Saltara e degli ex appartamenti siti in Fano-via Martino da Fano da destinare ai laboratori per la ricerca svolta presso la sede distac-cata dell’Università di Urbino in Fano (Palazzo San Michele). Si darà inoltre avvio al primo stralcio dei lavori del Palazzo “Bracci Pagani” situato al centro di Fano che ospiterà attività di interesse culturale di varia umanità tra le quali un museo e sala esposi-tiva di arte contemporanea, una bi-blioteca specialistica della storia della ceramica, la sede di associazioni cul-turali con un’aula dedicata a Ruggero Ruggeri, celebre attore drammatico nato proprio a Fano in quel palazzo oltre cent’anni fa.

per quanto riguarda l’assistenza alle categorie Deboli nel prossimo esercizio verrà concluso e inaugurato il Centro Diurno per malati di Alzhei-mer e patologie assimilate realizzato in via San Michele a Fano. L’Ente, an-che per il 2013, riserverà particolare sostegno al settore del Volontariato con erogazioni mirate a favore di as-sociazioni locali che operano per le famiglie in difficoltà.Proseguirà inoltre l’iniziativa “Fonda-re Impresa” che vede l’assegnazione di contributi per l’avvio e la gestione di nuove attività di impresa da parte di giovani del nostro territorio.Il Consiglio Generale ha proceduto in prima votazione alla nomina dei cin-que componenti del Collegio dei Sin-daci Revisori dei Conti per il triennio 2012 – 2015 nelle persone del dott. Giorgio Gragnola quale Presidente del Collegio, dei dottori Francesco Buresta e Lorenzo Giommi quali Sin-daci Effettivi e dei dottori Carlo Ora-

zietti e Carmine Riggioni quali Sinda-ci Supplenti.Il Presidente ha ringraziato sentita-mente il dott. William Santorelli, il dott. Roberto Guerra e il prof. Enzo Uguccioni – non confermabili per cu-mulo di mandati – esprimendo gra-titudine per la valida collaborazione prestata quali membri del Collegio dei Revisori dei Conti nel periodo 2006-2012.Il 28 ottobre scorso poi, l’Assemblea dei Soci della Fondazione aveva pro-ceduto nella nomina di tre Soci degli Enti designanti nelle persone del dott.

Luciano Ordonselli, in rappresentan-za del Comune di Montemaggiore al Metauro, dell’arch. Stefano Carboni, in rappresentanza del Comune di Serrungarina e del geom. Francesco Vittorio Fragomeno, in rappresentan-za del Comune di San Costanzo.L’Assemblea ha espresso, all’unani-mità, parere favorevole sulle linee programmatiche del prossimo eser-cizio al fine di consentire al Consiglio Generale, nella seduta odierna, di approvare definitivamente tale docu-mento.

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4 novembre 2012 7amicoil nuovo• •

Redazione di Pesaro:Via del Seminario, 4 - 61121 PesaroTel. 0721 64052 - Fax 0721 69453E-mail: [email protected]

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Omaggio adAlda Merini

pagina

cultura

Meeting degli educatori

Il 29 e 30 Settembre si è svolto a Villa Borromeo di Pesa-ro, il meeting degli educatori. Un appuntamento di for-mazione che la Pastorale Giovanile propone ad inizio di

ogni anno pastorale a tutti gli educatori dei gruppi giovanili di movimenti, associazioni e parrocchie. Un momento di in-contro, scambio tra gli educatori di tutta la diocesi, ma in particolare un momento di formazione, oggi più che mai im-portante per svolgere bene l’importante ruolo dell’educare alla fede. Quest’anno la formazione non è stata affidata ad un gruppo di esperti esterni, ma al gruppo di giovani forma-tori per oratori presenti nella nostra diocesi. Un modo anche questo per essere in comunione e condividere le ricchezze presenti all’interno dell’arcidiocesi. Il Meeting si è sviluppato con relazioni sui vari aspetti dell’educatore e delle sue ca-ratteristiche, ma anche con laboratori dove si sono appro-fonditi vari argomenti come: l’accoglienza, la testimonianza, i differenti linguaggi e altri importanti aspetti per guidare un gruppo giovanile oggi. Non sono poi mancati momenti comuni di preghiera (come la celebrazione della S. Messa) e conviviali. Momenti anche questi importanti perché per-mettono ai vari educatori, provenienti da realtà diverse e da esperienze diverse, di conoscersi e di confrontarsi.Il Meeting, anche quest’anno, è stato molto edificante per coloro che vi hanno partecipato e sicuramente anche un uti-le strumento dove poter trovare materiale e idee per tutto

l’anno. Un ringraziamento speciale va ai giovani formatori degli ora-tori della nostra diocesi che hanno guidato il Meeting e anche al loro responsabile Don Giuseppe Fabbri-ni (FOTO)

Workshop musicale

Il servizio di pastorale giovani-le della diocesi di Pesaro offre, per il secondo anno, ai giovani

che amano fare musica un’occa-sione unica, un Workshop musi-cale in collaborazione con Hope Music. Hope nasce nel 1998 su idea del Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile diventando in breve una rete internazionale di servizio alla Chiesa nei settori della musica, dello spettacolo, degli eventi e della comunicazione mass-mediale. Parallelamente, ha mantenuto fede al suo mandato originario di formare i giovani ad essere artisti e creativi capaci e responsabili, portatori di una visione dell’uomo e della donna illumi-nata dal Vangelo.

Il workshop è aperto ai giovani tra i 15 e i 35 anni che amino cantare, suonare e vogliano vivere un’esperienza di chiesa giovane e vivace. I due giorni di sabato 17 e domenica 18 novembre presso Villa Borromeo, sono de-dicati particolarmente a chi si occupa dell’animazione liturgica del canto nelle parrocchie pesaresi. Due giorni di condivisione, musica e allegria. Inviare le iscrizioni a [email protected]

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nuove noMine in DiocesiL’Arcivescovo Piero Coccia, dovendo provvedere a

nuove esigenze pastorali emerse nella nostra dio-cesi, ha designato, con decreto di nomina, alcuni

sacerdoti a nuovi incarichi:• Don Guido Vincenzi: membro del Collegio dei Re-visori dei Conti dell’Istituto Diocesano Sostentamento Clero

• Don Matteo Merli: amministratore parrocchiale della Parrocchia dei Santi Quirico e Giulitta in Montelabbate• Padre Emanuel Agu: aiuto pastorale delle Parrocchie di Maria SS Immacolata in Gabicce Mare e S. Maria An-nunziata in Ponte Tavollo• Don Michele Rossini: direttore dell’Ufficio della Pa-storale Missionaria e Cooperazione fra le Chiese

incontri Mensili Di PregHiera e aDoraZione eucaristica

il sabato sera in dialogo con gesù

Dialogare con Gesù di notte, come Nicodemo. Senza tuttavia esse-re ancorati, come quel

dottore della Legge, a certezze prestabilite e prevedibili. Anzi, lasciandosi interpellare dallo Spi-rito, che chiama sempre a nuovi inizi, a nascite nuove.E’ stato questo il desiderio che ha mosso i responsabili della Pasto-rale Vocazionale – in passato don Massimo Regini, ora don Stefano Brizi – a promuovere “Le Notti di Nicodemo”: incontri mensili di preghiera e adorazione eucari-stica per giovani e adulti, iniziati lo scorso 27 ottobre e previsti per l’ultimo sabato di ogni mese nella Chiesa dei Cappuccini, dalle ore 21.15 alle ore 22.15.L’impostazione degli incontri, de-cisa da una Commissione appo-sitamente costituita, sarà sempre la stessa: un annuncio e un breve commento della Parola precede-ranno il silenzio e l’ adorazione eucaristica, cui seguirà la testimo-

nianza di una scelta vocazionale o alla vita consacrata o al matrimo-nio. L’animazione del gesto, gui-dato da don Stefano, sarà affidata alternativamente a una parrocchia e a un movimento. E’ stata la comunità di San Gio-vanni Bosco in Osteria Nuova a condurre il primo incontro: con il coro che ha guidato i canti, don Lorenzo Volponi che ha propo-sto una riflessione sulla chiamata di Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni (narrata nel Vangelo di Marco) e con il seminarista An-drea Marescotti che ha parlato della sua vocazione alla vita sacer-dotale.Sorprende la straordinaria affini-tà, nonostante il passare dei secoli, tra l’esperienza dei primi discepoli e quella del giovane seminarista. Identico è il metodo della ”prefe-renza” adottato da Gesù, che – ha detto don Lorenzo – “vede”, fissa con lo sguardo alcune persone nella quotidianità della loro esi-stenza e rivolge un invito a seguir-

lo. Gesù “elegge”, non per selezio-nare, ma per raggiungere tutti e trasformare i chiamati in “pesca-tori di uomini”.Identica è anche la dinamica della risposta: occorre la disponibilità a rischiare, a fidarsi della promessa anche senza comprenderla pre-ventivamente; occorre “lasciare tutto” confidando di potere “riap-propriarsi di tutto”. E’ necessario, in sostanza, chie-dersi “Come è possibile?” non con lo scetticismo strisciante di Nico-demo, ma con la docilità umile di Maria, aperta ad una novità radi-

cale e per lei assolutamente im-prevista. La stessa novità che ha rivoluzio-nato anche la vita di Andrea, cre-sciuto in una famiglia di non cre-denti, e quindi neppure battezzato, che un incontro – apparentemen-te casuale – con degli amici e con un prete ha portato alla decisione di ricevere i sacramenti a 17 anni, di fare esperienza di oratorio, di andare in missione tra i poveri e di entrare in Seminario.

“Commozione” è il sentimento che Andrea ha detto di aver provato guardando indietro alla sua vita. E forse è proprio questa commo-zione che dovremmo recuperare tutti di fronte alla figura del sa-cerdote – di ogni sacerdote – che, come spesso l’Arcivescovo Piero Coccia ricorda, va guardato con simpatia e rispetto per la grandez-za del mistero della sua vocazione.

Paola Campanini © RIPRODUZIONE RISERVATA

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amicoil nuovo• •Pesaro4 novembre 20128

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Incontro con Francesco Soddu - Direttore di Caritas ItaliaPESARO - Prosegue il corso di formazione per gli animatori pastorali delle Caritas par-rocchiali. Sabato 10 novembre, a Villa Borro-meo, è prevista la presenza significativa del direttore nazionale di Caritas italiana mons.

Francesco Soddu che ci aiuterà nel cammino di formazione parlandocidella scelta preferenziale dei poveri che la Chiesa ha fatto dal Concilio ad oggi e del-la realtà e prospettive della Caritas italiana.

L’incontro è aperto a tutti gli iscritti al corso ma, vista l’importanzae l’unicità’ dell’evento, sono invitati tutti i parroci e quegli operatori pastorali sensibili al tema della carità( orario incontro; 16-18).

CORSO PER GLI OPERATORI PASTORALI DELL’ARCIDIOCESI

Il Catechismo della Chiesa Cattolica

Venerdì 26 ottobre 2012, nei locali dell’Istituto Supe-riore di Scienze Religio-se “Giovanni Paolo II”, è

iniziato il corso per gli Operatori pastorali dell’Arcidiocesi di Pesa-ro, che quest’anno è dedicato al. Ad introdurre i lavori, in una sala gremita, è stato S. E. mons. Piero Coccia. L’Arcivescovo di Pesaro ha ricordato agli Operatori Pasto-rali la necessità di un cammino di formazione permanente, in grado di approfondire i contenuti del-la pastorale e dell’esperienza di fede. Per questo motivo, seguen-do quanto suggerito da Benedetto XVI nel Motu proprio Porta fidei, ha invitato i presenti, durante quest’anno dedicato alla fede, a prendere in mano i documenti conciliari ed il Catechismo, frutto prezioso del Concilio Vaticano II. Il testo, ha proseguito, è uno stru-mento base per conoscere la fede cattolica e comunicarla in modo motivato a giovani ed adulti. Il corso, pertanto, continua e appro-fondisce quanto emerso dal Con-vegno Diocesano di settembre. A questo punto ha preso la parola il relatore, don Agostino Tisselli, do-cente di Pedagogia presso l’Istituto

“Giovanni Paolo II” di Pesaro. Con una notevole carica di entusiasmo e profondità di contenuti, don Tis-selli ha iniziato la sua relazione ci-tando Romano Guardini, quando afferma che “l’educatore è colui che si fa educare”, e ha sottolinea-to la forza del Catechismo della Chiesa Cattolica, indispensabile strumento di formazione e mezzo di nuova evangelizzazione. Non è un caso che il beato Giovanni Paolo II ne abbia parlato come di uno “strumento saggio, uno dei tesori più grandi del XX secolo”. Il relatore ha poi spiegato come la parola “evangelizzazione” indichi un’attesa di cambiamento radicale dell’uomo, capace di trasformare l’esistenza, una “nuova notizia” che

il cuore di ogni uomo attende da sempre. A questo punto don Tis-selli ha descritto il modo di essere di chi educa, che non può essere un distributore di norme, genera-trici di ansie, ma uno che sa usci-re dall’individualismo e aprirsi a Dio, perché l’uomo è relazione fin nell’intimo del suo cuore, essendo stato creato a “immagine e somi-glianza di Dio”. L’educatore, come sottolineato nella Deus caritas est, è colui che sa dare a ciascuno il suo e ciò che spetta ad ognuno è il diritto inalienabile di entrare in rapporto con Dio. Togliere Dio dai rapporti sociali, dalla cultu-ra, dall’educazione è produrre un io liquefatto. Questa apertura al Trascendente è il fondamento dei

comportamenti umani, che si de-vono costituire a partire dal valore assoluto di ogni persona, perché tutto è stato fatto per l’uomo. Per questo motivo a nessuno può es-sere torto nemmeno un capello e, viceversa, nessuno ha il diritto di togliere la vita ad un essere umano, anche se feto o malato. Don Ago-stino ha poi mostrato l’importanza di una caratteristica del Catechi-smo, l’essenzialità. Il Catechismo va all’essenziale sulla fede: senso religioso, mistero cristiano, mo-ralità, preghiera, togliendo spazio a tante fantasie o inutili immagi-nazioni. Attraverso lo studio del Catechismo e del suo Compendio è possibile purificare la concezione della vita e della realtà, perché l’es-

senziale sono Gesù, unico maestro e pastore, e la Chiesa. Successiva-mente don Tisselli si è soffermato sulla scrittura del Catechismo, che prevede domande esistenziali, mo-rali e comunitarie. Il testo, infatti, mostra attenzione a tutti gli inter-rogativi che nascono dalle esigen-ze del cuore di ogni uomo. Questi interrogativi costituiscono il primo passo per diventare saggi, contro la cultura di oggi che ha smesso di essere attenta alle esigenze dell’es-sere umano ed è, al contrario, me-ticolosa nei confronti del compor-tamento. Il Catechismo prevede risposte esatte, brevi ed esaurienti, redatte in un linguaggio semplice e non banale. Di aiuto alla com-prensione del Catechismo saranno anche le udienze del mercoledì, che Benedetto XVI dedicherà alla spiegazione delle verità di fede. La conferenza si è chiusa con un forte, caldissimo applauso, dopo un pro-fondo silenzio, denso di attenzio-ne, da parte di una moltitudine di operatori pastorali che ha esaurito ogni posto dell’aula magna dell’I.S.S.R. “Giovanni Paolo II” di Pe-saro.

Donatella Valentini© RIPRODUZIONE RISERVATA

PESARO – L’UNITALSI, dopo i pellegrinaggi estivi, ringrazia tutti i parte-cipanti per quanto ognuno ha saputo donare all’associazione e rende-re vivaci i momenti di fraternità vissuti insieme.Un ringraziamento particolare al nostro Arcivescovo che ha presieduto per noi l’Eucaristia a Loreto durante il pellegrinaggio di Agosto dove è stato ritratto sul Sagrato della Basilica con i nostri bambini.Le attività dell’anno ci hanno visti impegnati nella solenne processione per le vie di Pesaro nella Giornata dedicata al Voto alla Madonna delle Grazie del 21 ottobre.Come tutti gli altri anni, per ricordare gli amici e i fratelli che ci han-no preceduto nel cammino terreno, celebreremo insieme l’Eucaristia in memoria Giovedì 8 novembre alle ore 19.00 nella chiesa di San Giuseppe.

Sulle orme di San Paolo

Un gruppo di fedeli pesaresi, guidato da don Alberto Levrini, parroco di Santa Croce, ha compiuto un pel-legrinaggio in Turchia ripercorrendo il cammino che fece San Paolo nei primi tempi dell’evangelizzazio-ne. Al ritorno i pellegrini si sono dichiarati soddisfatti degli effetti che l’itinerario ha provocato sulla cre-

scita della loro spiritualità e della loro fede. Contenti anche della perfetta organizzazione logistica del viaggio.

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Pesaro 4 novembre 2012 9Br

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1903-1923

L’Italia è uno dei Paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo. La sua posizione geografica la pone alla convergenza tra

lo zolla africana e quella eurasiatica. Solo nel secolo scorso, ben 7 terremoti hanno avuto una magnitudo uguale o superiore a 6.5. Uno di questi è stato quello del 13 gennaio 1915 che colpì la Marsica in Provincia di l’Aquila; una delle più gravi catastrofi nella storia d’Italia. Distrusse completamente Sora ed Avezzano causando circa 10 mila morti su una popolazione di 13 mila. Le scosse vennero percepite in ben 8 province. L’Idea pubblicò quel mese una articolo dal titolo: “A flagello terraemotus …”, che così iniziava: “Ancora una volta il terribile visitatore ha gettato nel lutto l’Italia. Mercoledì mattina 13 corr., poco prima delle 8, mentre i pesaresi spaventati da improvvise scosse ondulatorie e sussultorie, passavano una ventina di secondi

senza potersi neppure orizzontare di che si trattasse, e molti provavano la strana sensazione di un incipiente deliquio o di una minaccia di paralisi, erano però ben lontani dall’immaginare l’immane tragedia che si svolgeva intanto nella Campania e

nell’Abruzzo”. Di fronte a questi sconvolgimenti tellurici il giornale diocesano si rammaricava che c’era ancora: … della gente che desidera elevare alla centesima potenza tanti guai con lo spingere senza necessità l’Italia ad ardere nell’immenso braciere europeo!”. La dichiarazione di guerra dell’Italia all’Impero Austro-Ungarico giunse il 23 maggio di quel 1915, mentre ad Avezzano non si era ancora sciolta la neve sulle macerie e sui cadaveri. Poi, in piena prima guerra mondiale, Pesaro non venne devastata dalle bombe (che pure la colpirono nel 1915 da un cacciatorpediniere austriaco) ma dal terremoto del 1916. Le scosse telluriche iniziarono col farsi sentire lievemente il 12 marzo, una diventò lunga e violenta il 17 maggio, per concludere la loro opera demolitrice il 15 e il 16 agosto.

Stefano Giampaoli© RIPRODUZIONE RISERVATA

Terremoto13 gennaio 1915

A cura di Vittorio Cassiani

DOMENICA 4 NOVEMBRE “L’EUCARESTIA EDUCA LA FAMI-GLIA” – Da oggi a sabato prossimo adorazione eucaristica nella chiesa di via della Maternità con la par-rocchia di San Martino Vescovo. “MAHAMUDRA” – Ultimo giorno di mostra per le pitture di Marga (Maria Rita Salvi). Al n°. 34 di Stra-da Adriatica. Orario 17-20. Info: 320.0730239.NELLO SCALONE VANVITELLIANO – In piazza del Monte. Si conclude la mostra di Patriarca: “Incontri”. Ore 17.30-19.30.VESPRI SOLENNI – Ogni domenica, alle ore 18.00, nella chiesa di via della Maternità.“ALEGRIA” ALL’ADRIATIC ARENA – Ultimo incontro con “Cirque du Soleil”. Info. 0721/400272.

LUNEDI’ 5 NOVEMBRENELL’UNIVERSITA’ DELL’ETA’ LI-BERA – Campus scolastico di via Nanterre. In settimana iniziano i corsi di: ceramica raku (oggi), in-formatica di base (martedì), scul-tura ceramica (mercoledì), filosofia (nella sede del Liceo scientifico) e lavorazione del vimine (giovedì 8 novembre).“LA COMUNICAZIONE EFFICACE” – Incontro promosso dalla Fonda-zione ANT. Nella sede CSV in via Faggi n°. 62. Ore 20.30.CINEVISIONI – Nell’Auditorium del-l’Università dell’età libera (Campus

scolastico). Ore 21.00. Sullo scher-mo: “Gioventù amore e rabbia” di T. Richardson (1962). Ingresso libero.

MARTEDI’ 6 NOVEMBRE CONVERSAZIONE DI IVANA BAL-DASSARRI – Nella Sala San Teren-zio, in via Rossini n°. 66. Ore 16.00. Primo incontro dell’anno accade-mico UNILIT (Università libera iti-nerante). Tema: “Edda: tra i fanta-smi del cuore”.GAD FESTIVAL RAGAZZI – Il Teatro Accademia presenta: “La gabbia-nella ed il gatto” di Luis Sepulveda. Allo “Sperimentale”, ore 18.00.“COME SI DIVENTA COLLEZIONISTI” – “L’arte di collezionare arte con-temporanea”. Inizia oggi il corso a cura di Ludovico Pratesi. Fondazio-ne Pescheria, via Cavour n°. 5. Ore 19.00. Info: 0721/387651-52.“A VOCE ALTA” – “I passaggi emo-tivi e la lettura: comprendere per trasmettere”. A cura di Alessia Can-ducci. Libreria “Le foglie d’oro”, in via Morselli (ore 20-22).

MERCOLEDI’ 7 NOVEMBRE“SOCIALE BOCCE” – Scadono oggi i termini per la partecipazione all’in-contro intergenerazionale fissato per sabato 24 novembre. Previste, come già in passato, gare a cop-pie Lei/Lui e Lui/Lui. Alle ore 15.30, presso il Centro socio culturale “Sereni”, in via Tombesi, riunione preparatoria presieduta da Enrico Biettini.“GRUPPO DUI PAROLE” – Primo

incontro del corso con Mariarosa Gaudiano ed Alessandra Boldre-ghini. Ore 16.30. Presso la sede di “InformaFamiglia” (ex InformaGio-vani), in via Rossini.CONFERENZA DEL CIF – Nella Sala del Consiglio comunale (ore 17.00). “La famiglia come ‘stakeholdei’ e le politiche aziendali”. Relatrice Mara Del Baldo, docente universitaria.NELLA CHIESA DELL’ADORAZIONE – In via della Maternità. Ora di ado-razione per giovani e per coloro che vogliono unirsi alla preghiera. Ore 21.00.

GIOVEDI’ 8 NOVEMBRERELAZIONE D’AIUTO – “Stare bene con sé per poter stare meglio con l’altro”. Incontro con la dottoressa Marika Bertuccioli. Nella sede del 2° Quartiere, in Largo volontari del Sangue, Ore 15.00.

NEL “MARIA ROSSI” – In via Toschi Mosca n°. 20 (tel. 0721/34804), ore 17.00. La Compagnia “Le due lettu-re”, con la regia di Bruno Marini, presenta: “Voci contemporanee di autrici ed autori pesaresi…ed al-tro”. “INSALATA DI FIABE” – Ultimo incontro per ragazzi dagli 8 ai 12 anni. Presso la Biblioteca di Pan-tano, via Confalonieri n°. 11. Ore 17.30 – 19.00.

VENERDI’ 9 NOVEMBRENELL’UNILIT – Conversazione di Primo Ciarlantini: Sant’Agostino: la

conferenza di Cartagine”. Sala San Terenzio (via Rossini, 66), ore 16.00.FESTIVAL DEI GAD – Ultimo ap-puntamento della 65^ edizione. La Compagnia “Al Castello” di Foligno (Perugia) presenta “Cyrano de Ber-gerac” di Edmondo Rostano per la regia di Claduio Pesaresi. Teatro Rossini, ore 21.00.NELL’AUDITORIUM PEDROTTI – Concerto del duo Durah (violon-cello e pianoforte). Ore 21.00. In programma musiche di Beethoven, Mendelsshon, Stravinskij, Tachma-

ninov e Tausman.Le persone interessate possono ritirare il biglietto-invito presso il Conservatorio.

SABATO 10 NOVEMBREANIMATORI PASTORALI – Il terzo incontro del corso propone: “Dal Concilio ad oggi. La scelta prefe-renziale dei poveri. La Caritas in Italia: realtà e prospettive”. Relato-re don Francesco Soddu, direttore Caritas italiana. Villa Borromeo (via Avogadro), ore 16.00.

IL PUNTO DEL SINDACO DI PESARO SUI LAVORI

Il porto: una “grande incompiuta”? Il sindaco Luca Ceriscioli era

evidentemente ansioso di dare buone notizie, dopo aver

messo le mani avanti sulle fal-cidie - attuali o paventate - rese necessarie dai provvedimenti del Governo. E lo ha fatto parlando ai giornalisti convenuti di una “grande incompiuta”: il porto. Egli ha sintetizzato così lo stato dei lavori e la prognosi per l’im-mediato futuro. Il molo di levante è terminato; riguardo al molo di ponente, ter-minate le opere a gettata, deve essere ancora realizzato il muro paraonde e la demolizione di 60 metri residui del vecchio molo nord per aprire l’ingresso alla darsena insabbiata, lavori, que-sti, il cui termine è previsto per il 31 gennaio 2013 e per i quali “si stanno spendendo” 8,5 mln di Euro, finanziati dal Ministero e diretti dalla Sovrintendenza ope-re marittime. Lamentele della ditta appal-tatrice (la Costruzioni Genera-li Cimorelli SpA di Montaquila prov. Isernia) per il ritardo nei pagamenti ma ha aggiunto che

il problema è ormai generalizza-to, pertanto ha detto di confidare nel rispetto della scadenza. L’ARPAM ha stabilito che la sab-bia della darsena non è inquina-ta, e questo consentirà, una volta che la Regione darà luce verde per l’esame granulometrico che si presume favorevole, di effet-tuare il “ripascimento” del tratto di spiaggia indicato dalla Regio-ne con l’afflusso di 60 mila mc di sabbia proveniente dal dragaggio della darsena (Ceriscioli ha ricor-dato che ne erano stati già “spal-mati” 95.000 in precedenza). Entro questo novembre è previ-sto l’inizio dei lavori di comple-tamento e manutenzione della banchina di Calata Caio Duilio (costo 1 mln e ½, ditta appaltante la Bresciani srl di Porto Viro, in quel di Rovigo), a cui si affian-

cheranno lavori di risistemazione della segnaletica, costruzione di

un guardrail e lavori di manuten-zione delle opere d’arte al porto

(costo 150mila, ditta appaltante la Lattanzi srl di Roma). Tirando le somme, il primo cit-tadino ha parlato di un totale di 13 mln di investimenti sul porto negli ultimi 4 anni, di cui è stato già speso l’85%. Ha avuto parole di elogio per la Sovrintendenza op. mar. e per il contributo for-nito dalla Camera di Commercio locale. Ha concluso l’argomento porto ricordando di aver richiesto un appuntamento con il curatore fallimentare del cantiere navale di Pesaro Giorgio Gragnola, per conoscere lo stato delle eventuali offerte di rilevamento e le conse-guenti prospettive di ripartenza delle attività.

Claudio Turco © RIPRODUZIONE RISERVATA

CORSO PER ALLIEVE INFERMIERE VOLONTARIE C.R.I.Il corso, disciplinato con D.M. 9 novembre 2010, ha durata biennale ed è orien-tato a fornire competenze attuali con particolare sviluppo nel campo dell’emer-genza. Il percorso formativo comprende attività didattiche teorico-pratiche e di pratica clinica. Requisiti di base: Cittadinanza italiana; età compresa tra i 18 e i 55 anni; titolo di studio di Scuola Secondaria di II grado; sana e robusta costi-tuzione, con idoneità all’esercizio delle funzioni. Al compimento del Corso vie-ne conseguito il Titolo di Infermiera Volontaria della Croce Rossa Italiana, abilitante in ambito Forze Armate e Croce Rossa Italiana alle funzioni e attività della professione infermieristica ed equivalente alla qualifica di Operatore So-cio Sanitario Specializzato (O.S.S.S.). Le candidate in possesso di titoli di studio di ambito sanitario potranno presentare il proprio curriculum per valutazione. Per informazioni www.cri.it Oppure rivolgersi presso le sedi degli Ispettorati del Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana della vostra cit-tà. Riferimenti per Pesaro Ufficio Infermiere Volontarie CRI Pesaro, via Saffi 8 (aperto martedì ore 16-18 ; tel. 0721 410842 ; e-mail [email protected]) cell. 348 3844544 / cell. 338 1862299 / cell. 338 6392851

Nella Saletta San Domenico

MERCATINO PRO UGANDAPESARO- La Saletta San Domenico, in via Branca n°. 5, ospita, dal 9 al 19 novembre, con orario 9.00- 22.00, il Mercatino proposto dalla sede regionale di Morciola di Colbordolo del Movimento Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo. In vetrina il materiale esclusivamente prodotto e donato dai soci e simpatizzanti dell’associazione nonché oggetti dell’artigianato ugandese por-tati in Italia dai volontari che partecipano a laboratori mirati in Africa. I pro-venti della mostra-mercato saranno destinati a sostenere il progetto “Taglio e cucito” in Lopotuk nella regione del Moroto (Uganda).

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4 novembre 201210 amicoil nuovo• •

Redazione di Fano:Via Roma, 118 - 61032 FanoTel. 0721 802742 dir. 803737 Fax 0721 825595E-mail: [email protected]

Fossombrone Cagli Pergola

venerdì 2 novembreore 10.30, Santa Messa al cimitero urbanoore 15, Santa Messa al cimitero dell’Ulivo

sabato 3 novembreore 18, presso la parrocchia Santa Famiglia incontro per ricordare don Oreste Benzi a cinque anni dalla morteore 19, Santa Messa presso la parrocchia San-ta Famiglia

domenica 4 novembreore 17, presso il Centro Pastorale Cattedra del Dialogo sul tema: “Concilio Vaticano II: un evento per la Chiesa e per la società”

lunedì 5 novembreore 10, in Cattedrale celebra l’Eucaristia in occasione della festa del Corpo di Polizia Mu-nicipaleore 21, incontro con i catechisti a Pergola

a cura della Segreteria Vescovile

AgendA del vescovoNomiNato come vice direttore il giorNalista marco gaspariNi

L’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi ha un nuovo direttoreFANO – Dal 1 ottobre 2012, per un quinquennio, il vescovo della diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola Mons. Armando Trasarti ha no-minato Enrica Papetti direttore dell’Ufficio dio-cesano Comunicazioni Sociali. È stato, inoltre, nominato come vice direttore Marco Gasparini.Papetti e Gasparini sono giornalisti pubblicisti

iscritti all’Ordine dei Giornalisti delle Marche.Gli incarichi del direttore saranno quelli di re-sponsabile dell’Ufficio Stampa Diocesano e del Sito Internet diocesani. Come direttore e vice di-rettore, sono anche responsabili delle pagine di Fano del settimanale interdiocesano “Il Nuovo Amico”.

“cUra la FraterNitÀ e la dediZioNe pastorale”

Diego Fascinettiordinato diaconoTORRETTE DI FANO – “Co-raggio! Alzati ti chiama” queste le parole che sono riecheggiate domenica 28 ottobre nella chiesa parrocchiale di Torrette di Fano che ha accolto Diego Fascinetti, ordinato Diacono per l’imposi-zione delle mani e la preghiera consacratoria del Vescovo Mons. Armando Trasarti. Le comunità di Torrette, di Fenile e di S. Orso si sono ritrovate assieme per ac-compagnare Diego a questa fon-damentale tappa del suo cammi-no verso il Sacerdozio, tantissimi anche gli amici e i giovani della diocesi che lo hanno conosciu-to in questi anni e i compagni di seminario che si sono stretti a lui nella preghiera. Emozionato ma profondamente consapevole del

grande dono che Dio Padre gli stava facendo, Diego ha abbrac-ciato tutti con il suo sorriso che testimonia in modo disarmante come Dio ama il suo popolo. Nel-l’omelia il Vescovo ha voluto sot-tolineare come “Bartimeo”, perso-naggio Evangelico delle letture, è icona di un itinerario per passare dalla cecità alla vista. “Il Vangelo di questa domenica - ha spiegato Mons. Trasarti - ci propone l’espe-rienza di Bartimeo quale itinera-rio emblematico per passare dalla cecità alla vista, quella vista pro-fonda che è la fede in Gesù Cristo Salvatore: Bartimeo sente che sta passando Gesù e comprende che è l’occasione della sua vita; alza la voce sopra il rumore della folla e grida la sua disperata speranza:

“Figlio di David abbi pietà di me” senza preoccuparsi di disturba-re, senza cedere alla tentazione di rassegnarsi e di accontentarsi della sua condizione. L’esempio di Bartimeo si scomoda e ci conduce a non rassegnarci al buio che in-contriamo in noi e attorno a noi, ci spinge a non accontentarci di una vita a tentoni. Mendicante di luce, seduto ai bordi di una strada, è simbolo di ogni uomo che vive distratto e disabituato a porre do-mande. Mendicante cieco diviene emblema della potente salvezza di Gesù Cristo che passa accanto e ascolta il grido di chi è perduto”.“Carissimo Diego – ha detto il Ve-scovo - oggi la Chiesa è in festa, la tua famiglia è in festa, oggi il Signore benedice questa Diocesi. L’ordine del Diaconato che stai per ricevere ti abilita ad un servizio ecclesiale carico di responsabilità che richiede la volontà di assume-re lo stile di Gesù che è venuto in mezzo a noi come Colui che ser-ve. Tu non entri in una comunità di perfetti ma di uomini sicura-mente chiamati dal Signore. Tie-ni bene a mente – ha proseguito Mons. Trasarti – che ogni mini-stero ecclesiale è sempre risposta a una chiamata di Dio, non è mai frutto di un proprio progetto. Un grazie speciale alla tua famiglia, l’evento che si compie è segno di un Dio che non si è stancato di noi ma ci mostra il suo amore e la sua vicinanza. Tu sei un segno di speranza, un esempio di coraggio

evangelico per tutti noi. Sei diaco-no ovvero servo che si conforma a Cristo Signore servo di tutti. Oggi non rinunci a niente ma hai trova-to la Chiesa sposa, sei divenuto un moltiplicato dell’amore. Ti racco-mando – ha concluso il Vescovo - la liturgia delle Ore affidata ai sa-cri ministri. Mantieni vivo, inten-so il dialogo con il Padre pregando per te stesso e per il mondo intero.

Abbi un comportamento coerente e irreprensibile, cura la fraternità e la dedizione con la carità pasto-rale, la sobrietà, la serenità, l’ob-bedienza nella parresia”.Mons. Trasarti si è poi rivolto ai tanti giovani presenti con queste parole: “Carissimi ragazzi qui pre-senti, vi rinnovo l’invito, non ab-biate paura di Gesù, non abbiate paura di una vita profonda, non banale, che alimenta lo spazio per la preghiera. Coraggio, imparate a rispondere con la preghiera, con il dialogo, non soffocate la voce sot-tile ma presente di Dio”. Alla fine della solenne celebrazio-ne Diego ha ringraziato tutti i pre-senti e in modo particolare i suoi parroci e i sacerdoti che in questi anni lo hanno aiutato, assieme alla sua famiglia, a dire il suo sì a Dio ad accogliere l’invito di Gesù ad alzarsi e a dire sì con coraggio a questa chiamata.

Marco Gasparini© RIPRODUZIONE RISERVATA

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amicoil nuovo• • 11Fano Fossombrone Cagli Pergola 4 novembre 2012

LA PARROCCHIA S. MARIA GORETTI IN PELLEGRINAGGIO AD ASSISI

Sulle orme di San FrancescoFANO - Sicuramente tanti dei centoquaranta partecipanti al pellegrinaggio ad Assisi della parrocchia di S. Maria Goretti di Fano avevano già visitato alme-no una volta la città e ammirato la bellezza del suo paesaggio e la ricchezza della sua arte. Ma forse non tanti avevano già fatto l’espe-rienza di essere portati per mano, come è successo a noi, alla sco-perta dei luoghi di Francesco.Le nostre guide, padre Filippo a Fano e padre Pasqualino ad As-sisi, ci hanno aiutato ad andare oltre e, sotto il fascino dell’arte, a fare un salto indietro nel tempo e ricostruire con l’aiuto dell’imma-ginazione e della fede i luoghi di Francesco, la sua grande figura e la sua spiritualità.In preghiera nella Cappella della Porziuncola, che Francesco eles-se a sua dimora e dove restò con i suoi primi compagni per alcuni anni, abbiamo meditato sulla ra-dicalità della fede di Francesco, sul suo amore per Cristo, sulla re-lazione immediata che aveva con Gesù e con la parola di Dio.La Cappellina del Transito, dove Francesco morì nudo, sulla nuda terra, la sera del 3 ottobre 1226, ci ha ricordato che Francesco rima-se fino alla fine fedelissimo a Ma-donna Povertà.Nella Chiesa inferiore della gran-diosa basilica di San Francesco ci siamo inginocchiati davanti al sarcofago che custodisce le sue

spoglie mortali, la sua tomba, collocata, per sua volontà, nel luogo in cui venivano sepolti i senza legge, il Collis inferni poi ribattezzato Collis Paradisi. Da lì siamo saliti alla Chiesa superiore, dove abbiamo ripercorso le tappe

fondamentali della vita di Fran-cesco attraverso gli affreschi di Giotto.Abbiamo poi potuto ripercorrere la vita di Santa Chiara, giovane donna di Assisi di nobile fami-glia, la quale si mise alla scuola

di Francesco e dalla quale ebbe origine il Secondo Ordine fran-cescano, quello delle Clarisse, riassunta attraverso otto storie nella tavola attribuita a Cimabue e collocata nella Basilica di Santa Chiara. Qui è avvenuto il nostro

incontro con il Crocifisso che parlò a Francesco nel 1206, allora a San Damiano, con le parole “Va, Francesco e ripara la mia casa in rovina”. In ginocchio abbiamo chiesto al Signore l’aiuto per pas-sare da una fede superficiale a una fede capace di trasformare la nostra vita e di rafforzare l’unità dei credenti.Infine a San Damiano abbiamo ancora riflettuto su Francesco che lì lavorò per riparare la chiesetta in rovina prima di capire che la sua missione andava ben oltre il restauro di una vecchia chiesa; e ancora su Santa Chiara attraverso il coretto, il refettorio, il dormito-rio, dove la Santa morì l’11 agosto del 1253. Possiamo forse dire che con il pellegrinaggio ad Assisi ha avuto inizio per la nostra comu-nità l’Anno della Fede in compa-gnia di Francesco, in cui l’amore per Cristo ha fatto nascere l’amo-re verso le persone e anche verso tutte le creature di Dio ( Benedet-to XVI, udienza generale del 27 gennaio 2010).

Graziella Giorgiper la comunità© RIPRODUZIONE RISERVATA

AL VIA “GIOVANI DI…PAROLA”

L’importanza del raccontareFANO - Venerdì 26 Ottobre, presso la parrocchia Gran Madre di Dio, sono ripresi gli incontri della seconda edizione di “Gio-vani di… Parola” organizzati dal settore Giovani dell’AC diocesana. Ogni ultimo venerdì del mese i giovani della nostra diocesi si in-contrano per una lectio divina te-nuta da vari sacerdoti. «Scriptura crescit cum legente», la Scrittura cresce con chi la legge, diceva San Gregorio Magno ed è con questo spirito che si è dato il via al primo appuntamento di questo percor-so annuale che è iniziato con lo studio del prologo del Vangelo di Luca (il Vangelo dell’anno 2012-2013) aiutati da don Giuseppe Marini. Azzeccata la scelta di don Giuseppe di far coincidere il primo incontro con la riflessione

sui versetti iniziali dell’evangeli-sta Luca. Come il sacerdote ci ha spiegato, si tratta di un prologo in piena regola in cui viene citato l’argomento, quello cioè di rac-contare in modo ordinato i fatti che sin dall’inizio hanno caratte-rizzato la vita di Gesù. In realtà tutto il Vangelo di Luca è un rac-conto di fatti oggettivi dove è im-plicita l’importanza fondamentale del RACCONTARE.Don Giuseppe ha definito la pri-ma parte del Vangelo una “logote-rapia” ovvero una terapia median-te la parola che, per essere efficace, deve essere ascoltata quotidia-namente. Ecco che Luca quindi dice di scrivere direttamente «per te Teofilo», personaggio che pro-babilmente rappresenta tutti noi Chiesa, al quale poi spetta l’im-portante compito del raccontare

quanto ascoltato.«La nostra stessa vita è la realizza-zione di ciò che noi raccontiamo di noi stessi» ha detto don Giu-seppe. Raccontare è fondamentale nelle nostre relazioni. Il racconto ci legge dentro, anche le profondi-tà inesplorate, «Dio ci ha fatti per un racconto bello e il più bello è il Vangelo perché è fatto sull’uomo».Soddisfatti di aver ricominciato con un incontro così di “Giovani di… Parola” che ci ha ricordato che anche questo essere noi gio-vani di AC diventa vero quando lo comunichiamo.Il prossimo incontro si terrà il 30 Novembre a Pergola, questa volta aiutati dal vice-parroco don Filip-po Fradelloni.

Alessandra Fioranelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

FANO – “In questo cammino di recupero dobbiamo ritrovare dentro noi stessi il sorriso di Dio”. Con queste parole il cofondatore di Alcolisti Anonimi di Fano ha introdotto, sabato 27 ottobre al Centro Pastorale, l’incontro per festeggiare vent’anni di attività dei gruppi fanesi (Alcolisti Anonimi e Al-Anon gruppo dei familiari). Tante le persone che non sono volute mancare a questo appunta-mento, comprese le autorità civili e il vescovo Mons. Armando Trasarti. “Fin quando terremo sotto la cenere le problematiche – ha esordito il Vescovo – non guariremo mai, non riusciremo mai a recuperare il cammino. Gli Alcoli-sti Anonimi hanno avuto il coraggio di chiamare per nome la loro situazione, senza usare mai la parola peccato, ma piuttosto la parola spiritualità. Voi – ha proseguito Mons. Trasarti – avete fatto oggi un trattato di teologia, un trattato che deriva dalla vita concreta”. Tanti sono stati gli interventi che si sono susse-guiti durante la serata, fra i quali quello dell’ex delegato mondiale di Alcolisti Anonimi il quale ha raccontato la sua esperienza personale e il suo ingresso in Alcolisti Anonimi. “Il gruppo mi ha fatto capire – ha spiegato – che avevo davvero una speranza. Ho capito che mi stavo uccidendo a piccoli sorsi e ho reagito, ho iniziato a lottare contro la morte perché volevo vivere e oggi sono qui a raccontarvi la mia esperienza. Nel mio cammino, ho scoperto che Dio è Amore, con la A maiuscola”. Anche la fiduciaria nazionale del gruppo fami-liari Al-Anon ha voluto portare il suo contributo ai presenti. “L’associazione è nata per aiutare i familiari e tutti coloro che vivono accanto a persone che hanno problemi di alcol. Quando sono entrata nel gruppo per la prima volta trent’anni fa, quale moglie di un alcolista, e ho iniziato a raccontare la mia sto-ria, vedevo che gli altri mi ascoltavano, capivano veramente la mia situazione e mi accettavano. Questo per me è stato fondamentale. Prendendo parte al programma, che è praticamente uguale a quello che seguono gli alcolisti, ho iniziato a comprendere che vivevo una realtà fuori dalla realtà e che ero piena di sensi di colpa. Avevo bisogno di ritrovare me stessa e di imparare a gestire le mie emozioni. All’interno del gruppo sono cresciuta molto”.Vincenzo Aliotta, coordinatore della casa di cura “Villa Silvia” di Senigallia, partendo dalla sua esperienza di vita, ha illustrato la struttura e i suoi obiet-tivi e ha posto l’attenzione sul problema dell’alcolismo che, oggi come oggi, si sta diffondendo soprattutto fra i più giovani. La serata è poi proseguita con l’assessore ai Servizi Sociali Davide Del Vecchio che ha voluto portare il suo saluto a questo importante convegno, con il dottor Carlo De Marchi il quale ha posto l’attenzione sull’alcolismo femminile e ciò che ne può derivare in caso di gravidanza, la vice comandante della Polizia Municipale di Fano Annarita Montagna che ha messo in evidenza il disagio sociale fra i giovani e il dottor Luca Dezi del Sert di Fano che ha sottolineato la collaborazione fra la struttura e i Servizi Sociali del Comune. Inoltre è stato dato spazio alle testimonianza degli alcolisti anonimi e del gruppo familiari.

EP© RIPRODUZIONE RISERVATA

GLI ALCOLISTI ANONIMI FESTEGGIANO 20 ANNI DI ATTIVITÀ

Ritrovare se stessi lungo il cammino di recupero

VENERDì 2 NOVEMbRE, ALLE ORE 17, PRESSO LA PARROCCHIA SANTA FAMIGLIA

Incontro di formazione ecumenicaFANO - La diocesi di Fano, Fos-sombrone, Cagli, Pergola e la Commissione Ecumenica Dio-cesana organizzano, venerdì 2 novembre alle ore 17 presso la parrocchia Santa Famiglia, un incontro sul tema “Annunciare il Vangelo oggi”. Esperienza di un parroco anglicano padre Robert Evens di Shanbrook (St Albans)Nel ricordo appena trascorso dei 50 anni dall’inizio del Concilio che aveva tra le sue priorità quel-la di promuovere l’unità tra tutti i cristiani, abbiamo l’opportuni-

tà di proseguire con rinnovata convinzione le strade già avviate insieme per favorire l’incontro e la preghiera tra cristiani di diver-sa Confessione. L’incontro con la Chiesa Anglicana è l’occasione per invitare da ogni parrocchia alcuni fratelli più sensibili che possano poi diventare membri della com-missione ecumenica parrocchia-le come ci siamo ripromessi nel nostro programma diocesano di quest’anno.Con molta probabilità nel set-tembre 2013 avremo un pelle-

grinaggio di giovani e famiglie in Inghilterra al santuario mariano anglicano di Walsingham. Programmaore 17 Accoglienzaore 17,15 Momento di Preghieraore 17,30 “Annunciare il Vangelo oggi” Esperienza di un parroco anglicanoore 18,30 Gruppi di confrontoore 20 Buffetore 20,45 Comunicazione e con-clusione

ALLA “CATTEDRA DEL DIALOGO” SI PARLA DI CONCILIO VATICANO II

Un evento per le Chiese e per la societàFANO - Il secondo incontro della cattedra del dialogo ha come tema quella esperienza storica di grande rilievo che è stata e tuttora è il Con-cilio Vaticano II, dal titolo Un evento per le Chiese e per la società. A cin-quant’anni di distanza. Si svolgerà presso la Sala-conferenze del Centro pastorale di Fano (ex se-minario) domenica 4 novembre alle ore 17. Ne parleranno relatori d’ec-cezione: Alberto Melloni (Università

di Modena-Reggio Emilia e Bologna), ritenuto il più grande studioso in Ita-lia del Vaticano II, Paolo Ricca (Uni-versità valdese di Roma), ammesso a partecipare al Concilio come giorna-lista e Gian Enrico Rusconi (Universi-tà di Torino) storico e politologo.Si tratta non soltanto di un momento celebrativo o di una semplice testi-monianza di un avvenimento storico, ma di un’occasione per l’uomo di oggi, che vive nella società della ragione

calcolante e nell’indifferenza della dimensione trascendente, di confron-tarsi con l’eredità del Concilio che comporta non soltanto una semplice rievocazione del passato, ma anche una rielaborazione per capire più a fondo il significato e farne scaturire eredità nuove e antiche e soprattutto impegni per il futuro.

Irene CavalliResponsabile

“Cattedra del Dialogo”

ESERCIZI SPIRITUALI A VILLA SAN BIAGIOVILLA SAN BIAGIO – “Anno della Fede: Giungeremo alla Sa-pienza del cuore...”. E’ questo il tema di due corsi di esercizi spirituali e lectio divina che si svolgeranno a Villa S. Biagio nei prossimi giorni. I corsi che si ispirano ai libri sapienziali sono particolarmente adatti a Preti - religiosi - diaconi ed operatori pastorali.4-9 novembre: Giungeremo alla Sapienza del cuore.12-17 novembre: Che io sappia cosa ti è gradito.

Info e prenotazioni: Don Vincenzo Alesiani -Casa di Spiritualità “Villa San Biagio” 61032 FANO (PU) tel. 0721 - 823.175 - e-mail: [email protected] - www.sanbiagiofano.it

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4 novembre 201212 Fano Fossombrone Cagli Pergola

FAMIGLIE, SCUOLE, GIOVANI

Life love light (la vita ama la luce)

FANO - Il disorientamento ge-nerale nel quale la nostra società sembra essere immersa risulta il filo conduttore di molte relazio-

ni fondamentali, come quelle tra adulti e ragazzi, portando così i più a non considerare il potenzia-le che i giovani rappresentano. A loro nulla è chiesto perché nulla si crede possano dare. Coerenza, radicalità, generosità sono com-ponenti non sufficientemente riconosciute e potenziate nei gio-vani sui quali varrebbe la pena di investire maggiormente.Ciò spinge i giovani a vivere la loro vita solo sulla base del diver-timento fatuo, del piacere.E sappiamo anche quanta soffe-renza e disagio si nasconde dietro questa apparente superficialità delle nuove generazioni e non solo. Le famiglie, prime agenzie educative, credono nei giovani e vogliono per loro il meglio.

Per questo riunite nel Forum delle Associazioni familiari del territorio, unitamente agli uffici di pastorale scolastica, giovanile e familiare della nostra diocesi, propongono per gli studenti delle scuole superiori di Fano il proget-to “Life Love Light”: per i credenti una proposta ambiziosa nell’anno della fede, per i non credenti una riflessione sulla vita e la realizza-zione dell’uomo.Il progetto si articola in più tem-pi: dapprima i ragazzi attraverso la lettura del libro “Dai tetti in giù. Chiara Luce Badano raccontata dal basso” conosceranno questa giovane nostra contemporanea elevata agli onori degli altari due anni fa come beata, dal punto di vista di Franz Coriasco, critico

musicale, autore radiotelevisivo, testimone della beata e autore del libro.Dall’ottica laica di Coriasco, in quanto agnostico, i ragazzi riflet-teranno sulla breve vita di Chia-ra Badano e sul modello che essa rappresenta, pur nella più sempli-ce ordinarietà, per gli uomini del nostro tempo.All’incontro con l’autore, sabato 15 dicembre in orario scolastico, i protagonisti saranno i giovani ma saranno invitate a partecipare anche le famiglie che insieme agli insegnanti vogliono sottolineare, questa la sfida contenuta nel pro-getto, la necessità di una solida alleanza educativa tra le agenzie coinvolte.Seguirà il dialogo con Coriasco

attraverso le domande che gli stu-denti vorranno porgli.L’appuntamento verrà concluso con la presenza telematica dei ge-nitori della giovane beata.Studenti, genitori ed insegnanti di ogni materia possono prendere parte all’iniziativa con la classe dei propri figli o dove esercitano la loro docenza.Per informazioni e per aderire al progetto è possibile contattare il numero 3771302498 in orario po-meridiano.

Don Piergiorgio GiorginiResponsabile

Ufficio diocesano ScuolaDott.ssa Melania Macchiarola

Presidente Forum AssociazioniFamiliari di Pesaro Urbino

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A CERASA UN INCONTRO PER PROMUOVERE LA DONAZIONE DI SANGUE

ACLI e AVIS insieme per donareCERASA – Il Circolo ACLI di Cerasa e l’AVIS di San Costanzo hanno organizzato, giovedì 25 ottobre, una serata di sensibiliz-zazione e promozione sulla do-nazioni di sangue. Ad introdurre l’incontro il presidente dell’AVIS di San Costanzo, Rodolfo Sorci-nelli, che ha portato il suo saluto sottolineando l’importanza del lavoro svolto dall’associazione sul territorio che nel solo comune di S. Costanzo conta ben 230 tesse-rati di cui 120 donatori effettivi. Presente all’incontro anche il pre-sidente provinciale dell’AVIS, dott. Daniele Ragnetti, che ha voluto ri-cordare come la nostra provincia raccoglie ogni anno ben ventidue-mila sacche di sangue, un nume-ro considerevole ma non ancora sufficiente a coprire il fabbisogno dei nostri ospedali locali. Donare è una risposa a un bisogno reale ma anche un grande gesto di so-lidarietà che fa bene a chi riceve ma anche a chi dona, per questo è bene aumentare il numero dei do-natori, e questo è l’impegno che l’AVIS si prende quotidianamente. A concludere la serata la dott.ssa Monica Marconi del Centro Tra-

sfusionale dell’ospedale di Fano che, nel suo intervento, ha evi-denziato gli aspetti sanitari della donazione, dal bisogno continuo di sangue, plasma ed emo derivati per poi rassicurare i futuri donato-ri sui rischi di tale gesto che sono ormai minimi garantendo tra l’al-tro un continuo controllo medi-co dei donatori. Possono donare sangue – ha proseguito la dott.ssa Marconi – tutte le persone di età compresa tra i 18 e 65 anni (limite questo che potrà arrivare anche ai 67-68 in un prossimo futuro), in salute, con un peso corporeo non inferiore a 50 chili, dopo aver

fatto alcuni accertamenti medici preliminari. Il proprio sangue aiu-ta l’altro e aiuta anche noi stessi, per questo il messaggio dell’AVIS deve continuare a circolare e deve pian piano cambiare la mentalità di quanti, per paura, non rispon-dono a questa chiamata. Piena soddisfazione per la riuscita del-l’iniziativa è stata espressa da par-te degli organizzatori della serata tra cui il presidente dell’ACLI di Cerasa Elisa Rossini che ha messo a disposizione il circolo e la logi-stica per l’incontro.

M G© RIPRODUZIONE RISERVATA

I RAGAZZI DEL LICEO ARTISTICORICORDANO PASCOLIFANO - Sabato 3 e domenica 4 novembre, presso la ex Chiesa di San Michele a Fano, gli alunni delle classi 2A e2B dell’anno scolastico 2011/12 del Liceo Artistico “A. Apolloni” Polo scolastico 3” presenteranno una serie di elabo-rati plastici in terracotta che interpretano la figura e la poetica di Giovanni Pascoli. L’esposizione, dal titolo “E cielo e terra si mostrò qual era”, allestita in occasione del centenario della scomparsa del poeta (S.Mauro di Romagna 1855- Bologna 1912), sarà inaugurata sabato 03 novembre alle ore 17,00 con l’intervento dell’attore Fabrizio Bartolucci che leggerà alcune liriche di Pa-scoli. La mostra rimarrà aperta fino alle ore 20,00; domenica aprirà dalle ore 10,00 alle 12,00 e dalle ore 17,00 alle 20,00.

Per festeggiare i suoi 30 anni di carriera

IL SOPRANO PATRIZIA ORCIANI AL TEATRO DELLA FORTUNAFANO - Sabato 10 novembre alle ore 21 al Tea-tro della Fortuna di Fano si esibirà la soprano fanese Patrizia Orciani, assieme al tenore Carlo Barricelli e al pianista Dragan Babic per la regia di Francesco Esposito. Sarà questa l’occasione per festeggiare i suoi 30 anni di carriera arti-stica. Il ricavato della serata sarà interamente devoluto all’Associazione di volontariato fanese A.D.AM.O. Allieva, fra gli altri, di Vincenzo Cec-chetelli, Leone Magiera, Rodolfo Celletti, Sergio Bertocchi e Paola Molinari, dopo un precoce debutto nella Bohème (Mimì) alla Corte Malatestiana di Fano, Patrizia Orciani ha intrapreso un rapida e intensa carriera artistica, che l’ha condotta a canta-re presso numerose ed importanti istituzioni a livello internazionale.

INAUGURATO L’ANNO SOCIALE DEL CIRCOLO CULTURALE “BIANCHINI”

Luci e ombre della Belle Époque

CAGLI - A Cagli vive e lavora. Ma Eleonora Masciotti ha scelto Ac-qualagna per la sua quarta Perso-nale. Resterà nella Sala d’Arte del Wasabi bar, infatti, in via Flaminia ad Acqualagna, fino al 4 novem-bre “Un giorno la sabbia volerà”.Un sogno che è l’unione di due sogni, questa mostra: quelli di due trentenni convinti che l’arte si possa gustare dappertutto e che hanno scelto un bar per far re-spirare quelle foto scattate con il pennello e illuminate da una luce calda. L’olio su tela è la tecnica usata per questi quadri, nei quali il sole, la luce e le ombre giocano, evocando un passato percepito come lontano, ma parte integran-te di questo futuro. La mostra, dedicata da Eleonora alla sorella Samanta, ha già avuto molti visi-tatori, ma può essere apprezzata

tutti i giorni (escluso il lunedì) dalle 6 alle 21.La formazione artistica di Eleo-nora inizia con il Cinema d’Ani-mazione alla Scuola del Libro di Urbino e prosegue all’Accademia di Belle Arti di Bologna dove si diploma in Pittura.“Un giorno la sabbia volerà – scri-ve Eleonora - nasce dalla voglia di evocare fantasmi, figure di pas-saggio e supposizioni che scaval-cano le apparenze alla ricerca di storie nascoste. Spazi ricostruiti dall’osservazione, dal ricordo, dal pensiero continuo di un’occasione mancata o di un’altra occasione non voluta ma per necessità de-gli eventi vissuta. Attimi simulta-neamente miei, vostri, loro. Im-magini mie ma non soltanto mie. Un sole accecante, il pomeriggio di un’estate afosa, figure che non fanno da padrone alla scena ma che dietro di loro lasciano cer-tezza di un sapore. Tutti dipinti non necessari gli uni agli altri ma indispensabili al fine ultimo che è la transitorietà dei corpi e degli eventi nello spazio. Palchi di un teatro nel quale l’imprevedibilità di un fattore può trasformare gli spettatori in attori e viceversa”.

Elisa Venturi© RIPRODUZIONE RISERVATA

FANO - Mercoledì 24 ottobre 2012, al Cinema Teatro “Politea-ma”, il circolo culturale “Angiola Bianchini” ha inaugurato il venti-novesimo anno sociale, 2012-2013, con uno spettacolo affidato alla brillante ed inesauribile fantasia e bravura del gruppo Musicaparole diretto da Enzo Vecchiarelli.In coerenza con il programma dei primi mesi del circolo “Bianchini”, ispirato agli anni della Belle Épo-que, il gruppo Musicaparole ne ha rievocato gli aspetti artistici, stori-ci, sociali, attraverso musiche, can-zoni, romanze, balletti. Altri temi saranno trattati nei mesi seguenti dal circolo “Bianchini”, come ha illustrato la presidente Maria As-sunta Maiorano, che ha fatto di-stribuire il libretto con il program-ma di tutto l’anno. Belle Époque: bastano queste parole per evocare ai nostri occhi e alla nostra fanta-sia un mondo straordinario, fatto di luci e di ombre, ma impron-tato tutto ad una gioia di vivere, quale raramente la società umana ha vissuto. L’opera dei pittori im-pressionisti o post-impressionisti (Degas, Renoir, Toulouse-Lautrec) vissuti in questo periodo, ha sapu-to fissare nelle tele immagini indi-menticabili, momenti irripetibili di una società che voleva vivere la

sua vita, o anche bruciarla, nelle feste, nella danza, nell’eccesso. Il gruppo Musicaparole ha saputo concretizzare questa atmosfera fe-stosa e spensierata, in cui la socie-tà europea godeva gli ultimi scam-poli di un periodo di pace, prima che l’ “inutile strage” della I guerra mondiale (così definita dal Papa Benedetto XV) annegasse tutto in un bagno di sangue. I giovani atto-ri del gruppo sono assai dotati di capacità artistiche: a cominciare da Enzo Vecchiarelli, autore delle ricerche storiche, delle musiche, sceneggiatore dello spettacolo nonché cantante, e dalla sua ele-gante e dolcissima moglie Susan-na Pusineri, arpista e cantante del gruppo. Ci piace ricordare anche Claudio Tombini, voce recitante, Claudio Morosi alla tastiera, Mau-rizio Mainardi, flauto, e Massimi-

liano Poderi, violino. L’intervento di alcuni componenti della scuola di danza “Vaganova” ha contribui-to a far rivivere l’atmosfera festosa e di coinvolgente allegria con uno scatenato Can Can.Il numerosissimo pubblico che gre-miva il Politeama in ogni sua par-te, ha tributato allo spettacolo una entusiastica accoglienza, applau-dendo e partecipando vivamente. Il circolo “Bianchini” ringrazia e saluta tutti i soci e simpatizzanti. Un ringraziamento particolare al Sindaco Aguzzi, al vice-sindaco Cocuzza e al vice-presidente pro-vinciale Davide Rossi che han-no partecipato allo spettacolo di inaugurazione dimostrando la loro solidarietà e simpatia per il circolo “Bianchini”.

Leda Pedinotti© RIPRODUZIONE RISERVATA

AD ACQUALAGNA LA QUARTA PERSONALE DI ELEONORA MASCIOTTI

“Un giorno la sabbia volerà”

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4 novembre 2012amicoil nuovo• • 13Speciale

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Al Convento Francescano partono i lavori al tetto

ma senza soldi del nevone

pagina

lavoriRedazione di Urbino:Via Beato Mainardo, 4 - 61029 UrbinoTel. e Fax 0722/[email protected]: Mattino 9.00-12.00Pomeriggio 15.00-17.00Urbino

Urbania Sant’Angelo in Vado

la reliquia del Beato Giovanni Paolo ii

veglia di Preghiera a San FrancescoURBINO. Ancora una volta, il grande e indimenticabile Bea-to Giovanni Paolo II è riuscito a emozionare e scaldare i cuori dei tanti fedeli di Urbino accorsi per venerare la sua Reliquia. Una profonda gioia unita alla grande soddisfazione di poter fare me-moria dell’insegnamento e della profonda fede di questo grande Papa, la cui instancabile attività pastorale è ancora più che viva in tutto il mondo. Una fede in-crollabile e incarnata ha guidato i suoi passi nella proclamazione e diffusione del Vangelo. Le cele-brazioni sono iniziate nella Chie-sa della S.S. Annunziata, gremita come nelle grandi occasioni, dove il parroco don Umberto Bramba-ti ha tratteggiato con chiarezza e sobrietà la figura e le tappe prin-cipali dell’alto magistero di Gio-vanni Paolo II, nonché la convin-ta testimonianza lasciata dal suo successore, Papa Benedetto XVI. A seguire, la processione, guida-ta dall’Arcivescovo Mons. Tani, fino alla Chiesa di S. Francesco,

dove è iniziata, alla presenza di molti giovani, la lunga veglia di preghiera il cui filo conduttore è stato: “Cercate il volto di Cristo”. Dopo l’intronizzazione della Cro-ce e della Reliquia di Giovanni Paolo II, l’Arcivescovo ha chiesto al Signore la grazia di accogliere e custodire sempre la memoria e l’eredità del Beato Giovanni Paolo II. Poi ha proseguito con la lettura dell’appassionato messaggio del grande Papa a “non avere paura di accogliere Cristo, ad aprire, anzi, spalancare le porte al Signore e alla sua salvatrice potestà, e ri-volto ai giovani a non avere paura del futuro, a non avere paura di andare per le strade e nei luoghi pubblici, come hanno fatto i pri-mi Apostoli, a predicare Cristo e la buona novella della salvezza, a non avere paura di proclamare in ogni circostanza il Vangelo della Croce, a non avere paura di dire di “sì” al Signore e fidarsi di lui fino in fondo”. Dopo la proclama-zione del Vangelo, l’Arcivescovo ha ricordato che “questa Reliquia,

queste gocce di sangue del Beato Giovanni Paolo II, sono il segno della sua presenza che continua ad essere tra noi. Il Signore gli ha affidato la missione di diffondere il Vangelo a tutti i popoli. Quanto più l’uomo si allontana da Cristo, tanto più si allontana da se stesso. Giovanni Paolo II è beato, cioè vive in totale comunione con Cri-sto e quindi anche della sua forza

potente, per cui può ottenere dal Signore le grazie che ci sono ne-cessarie”. Poi Mons. Tani e alcuni frati hanno consegnato ai presen-ti e in particolare ai giovani, “il mandato” a diffondere il Vangelo. Ed i giovani, in un ideale collo-quio con il Beato Giovanni Paolo II, hanno chiesto “la grazia di cre-dere che solo Gesù è il Redentore dell’uomo e di volersi impegnare

ad essere sentinelle del mattino di un giorno nuovo”. La Croce dei giovani è stata poi portata nel sagrato della Chiesa a simboleg-giare la forza redentrice di Cristo e l’invito ai passanti a fermarsi, a riflettere, a pregare e a guardare sempre al traguardo della vita che non ha fine. Diversi giovani, qua-li “luci della notte”, si sono recati, fino a tarda notte, in piazza, nelle vie e nei luoghi di ritrovo, per in-vitare coloro che lo desideravano, a recarsi in Chiesa dove alcuni frati li attendevano per colloqui, per eventuali confessioni e per invitarli ad incontrare il divino Viandante, esperto delle loro stra-de e conoscitore del loro cuore, per non rimanere prigionieri delle ombre della sera. La comunità del Convento di S. Francesco ha cura-to nei minimi particolari la veglia, affidando la conduzione alla sa-piente regia del padre guardiano Albino Tanucci.

Giuseppe Magnanelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

La visita a MercatelloMercatello sul Metauro. Gio-vanni Paolo II è vivo, oggi ancora di più, nel cuore e nella vita dei cristia-ni. la presenza della sua reliquia ha smosso anche a Mercatello tan-tissimi fedeli a fermarsi per qualche attimo in preghiera, nel ricordo di questo “uomo di Dio” forte e tene-

ro, spontaneo e illuminato, grande perché sapeva stare anche con i più piccoli, credibile perché testimone.Inaugurazione dell’anno scolasti-co; visita agli ospiti della casa di

riposo; sosta nella chiesa di san Francesco e nel monastero delle cappuccine, con preghiera persona-le e momenti comunitari altamente partecipati.

un piccolo dato: stampati in tut-ta fretta oltre 700 ricordini con la sua immagine e il suo primo e fondamentale messaggio “aprite le porte a cristo”, questi si sono esau-riti completamente tra il mercoledì mattino e il giovedì pomeriggio, qui a Mercatello dove tutta la popola-

zione non supera i 1500 abitanti.un grazie sincero ai sacerdoti di s. angelo che hanno pensato di con-dividere con altre comunità questa grazia che non sarà certamente una

“nuvola passeggera”.Don Nico

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4 novembre 201214 Speciale amicoil nuovo• •

MOMENTI DI GRAZIA NEI TRE GIORNI DELLA PEREGRINAZIO

Urbania ha venerato la preziosa ReliquiaURBANIA. All’inizio dell’Anno della Fede e nel quadro di una singolare iniziativa diocesana, anche la nostra parrocchia di Ur-bania ha vissuto alcuni giorni di grazia per la visita e la presenza della preziosa reliquia del sangue del beato Giovanni Paolo II. Si tratta di un’originale teca a forma di libro. Questa è stata accolta nella nostra chiesa concattedra-le domenica 21 ottobre, alle ore 11:30 e ci è stato concesso di trat-tenerla per tre giorni. All’arrivo c’era un gruppo di fanciulli che l’hanno accompagnata in chiesa, dove erano già in attesa numerosi fedeli raccolti in preghiera con il parroco mons. Piero Pellegrini. Nei tre giorni della “peregrinatio”, tutta la comunità parrocchiale è stata coinvolta in un fitto pro-gramma di incontri, di preghiera e di meditazioni su temi cari al papa polacco. I giovani, i numero-si fedeli, i monasteri, le scuole, le catechiste, gli operatori pastorali…hanno pregato insieme con com-mozione ricordando e riflettendo sui pensieri del grande pontefice.

Ma uno dei momenti clou del programma è stato senz’altro il trasferimento della preziosa teca nelle corsie della RSA e la visita alla due case di riposo, dove, oltre alla possibilità offerta ai degenti di rendere omaggio alla reliquia, è stata toccante la loro preghiera dal letto della loro croce per una loro sofferenza umana nascosta agli occhi della gente.Lunedì 22 ottobre, memoria li-turgica del beato Giovanni Pao-lo II, la nostra parrocchia ne ha vissuto la felice coincidenza or-ganizzando una speciale liturgia con una solenne celebrazione eucaristica e poi con una veglia di preghiera con tutti i gruppi del-la parrocchia. Durante la veglia, che aveva per titolo “Ripartire da Cristo guidati dal beato Giovanni Paolo II”, tanta gente si è ritrovata insieme per pregare ed ascoltare la viva voce del Pontefice, le cui immagini venivano proiettate su di un teleschermo a grandezza naturale. Noi di Urbania abbiamo tanti motivi per dire “grazie” al bea-

to Giovanni Paolo II. Ognuno lo può ricordare personalmente per la sua fede, per la sua apertura al mondo dei giovani, per la sua testimonianza e la sua vita di pre-ghiera, ma soprattutto per la sua guida pastorale entusiasmante. Diverse persone di Urbania han-no avuto la fortuna di incontrar-lo personalmente. Ma, il “grazie” che gli dobbiamo, come cittadini di Urbania, credo che debba na-scere innanzitutto dal fatto che nel 1994, dopo cinquant’anni dal bombardamento del 23 gennaio 1944, fu lui a incoronare la Ma-donna della Misericordia della chiesa dello Spirito Santo, che era rimasta miracolosamente intatta con il suo vetro protettivo, quan-do, per lo schiantarsi delle bombe

devastanti, tutto l’edificio sacro cadde raso al suolo. Ma dobbia-mo dirgli grazie ancor più perché da tempo aveva Urbania nel suo cuore. Aveva infatti programmato di venire a Urbania subito dopo il Conclave del 1978 per far visita alla nostra città e soprattutto alla dottoressa Maria Teresa Carloni, “vittima consacrata” per la chiesa perseguitata dai regimi marxisti e fondatrice della commissione della “Chiesa del silenzio”. La sua inaspettata elezione a Sommo Pontefice lo costrinse ad annulla-re ogni precedente programma. Inoltre non è difficile vedere nel suo sangue sparso nell’attentato del 13 maggio 1981 un riferimen-to anche con il sangue innocente sparso nella nostra città con le

235 vittime sotto le macerie, di cui era ben informato. E…pochi sanno che fu la dottoressa Maria Teresa Carloni ad assisterlo in una intera notte quando era rico-verato in fin di vita al Policlinico Gemelli per l’attentato. Sono tanti i motivi ed i legami per cui Urbania debba rimanere affe-zionata e riconoscente a questo grande pontefice. Ma (è straor-dinario!), prima di noi, c’è lui che ci dice “Grazie”. Lo ha detto una lettrice a conclusione della veglia riportando le sue parole di saluto:

“…un papa deve saper dire grazie a tutti; tutti siete stati amati: la storia vissuta, ma soprattutto al-l’uomo ho dato il mio amore”.

Giuseppe Mangani© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’EMOZIONE DI SANT’ANGELO IN VADO

Tanta preghiera e vivacità spiritualeSANT’ANGELO IN VADO. È proprio vero quanto ci avevano assicurato le suore dell’Istituto Cuore Immacolato di Maria in Roma quando, lunedì 15 ottobre scorso, siamo andati a prendere la reliquia del beato Giovanni Paolo II: «Vedrete quanta partecipa-zione, quanta preghiera, quanta vivacità spirituale!». La forza di Giovanni Paolo II, la sua capacità di attirare le persone a Cristo non si è spenta la sera di quel triste 2 aprile 2005, ma si è rinvigori-ta, ora che – beato dal paradiso – continua a benedire, pregare ed intercedere per i suoi. Quante vol-te durante la settimana dal 15 al 21 ottobre, celebrando l’eucaristia in onore del beato Giovanni Paolo II, abbiamo ascoltato dal Vangelo di Giovanni: «Pasci i miei agnelli, le mie pecorelle» … e lui, obbedien-te al suo Gesù, lo sta facendo oggi

più di quando era in vita. Abbia-mo ancora nel cuore l’emozione dell’arrivo in paese, a porta Alba-ni, la processione verso il Duomo, il Vespro e la messa della sera. Altri momenti nel corso della settimana sono stati parimenti profondamente toccanti e par-tecipati: la messa con le scuole (martedì mattina), la preghiera mariana (giovedì sera), la visita agli ammalati ed agli anziani del-la casa di riposo e dell’ospedale, i tanti incontri “personali ed intimi”, ricchi di devozione sincera, tra il grande papa ed i singoli fedeli che pregando, imploravano grazie per sé o per i loro cari, non senza calde lacrime che rigavano i loro volti. Ancora, come dimenticare la gratitudine delle monache di Sant’Angelo (Serve di Maria) e di Mercatello (Clarisse Cappuccine) per la “statio” della preziosa reli-

quia nelle loro comunità religiose.Ma senz’altro due momenti indi-menticabili e ricchi di grazia (en-trambi presieduti dall’arcivescovo mons. Giovanni Tani) sono stati la preghiera della Via Lucis con i giovani della Vicaria, venerdì sera, aiutati dalle parole che il beato Giovanni Paolo II ci ha rivolto in occasione delle Giornate Mondia-

li della Gioventù e la celebrazione dell’eucaristia con il sacramento dell’Unzione degli infermi (sabato sera).Ora la preziosa reliquia, dopo aver visitato, pellegrina, le altre comunità della nostra Arcidio-cesi, è tornata a Roma, città del Papa. Che la sua presenza in mez-zo a noi ci sia di stimolo, monito

e conforto ad aprire e spalancare senza paura «le porte a Cristo», vivendo con coraggio, gioia ed en-tusiasmo la nostra fede, ciascuno conforme alla propria vocazione ricevuta nel battesimo, confer-mata nella cresima ed alimentata dall’eucaristia.

Don Andreas Fassa© RIPRODUZIONE RISERVATA

URBINO. Molti urbinati si sono ritrovati, domenica 28 ottobre, in Cattedrale per pregare e interce-dere grazie davanti alla Reliquia del Beato Giovanni Paolo II, che dopo aver sostato per due set-timane in molte comunità della nostra diocesi, è stata riportata a Roma. Molti fedeli hanno colto l’occasione per vivere momenti di preghiera e di approfondimen-to della loro fede. Il Vangelo di questa ultima domenica si è ben adattato all’insegnamento e alla testimonianza fornita dal grande Papa nella sua lunga e coerente attività pastorale. Gesù si trova a Gerico e mentre usciva dalla città, seguito da una grande folla, in-contra un povero cieco, chiama-

to “Figlio di Timèo”. Questo cieco mendicante che non aveva nean-che un nome proprio, descrive una persona misera che si trova ai margini dell’esistenza. Avendo capito che quello che passava era il Messia, gridò: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!”. “Questo brano”, ha detto l’Arcivescovo che ha presieduto la celebrazione,”è una catechesi sul battesimo. I circostanti vorrebbero impedire questo incontro, ma Gesù ordinò di chiamarlo e il cieco senza in-

dugio gli va incontro, buttando via il suo mantello, cioè si libera dell’abito con il quale viveva ai margini della società, chiedendo in elemosina tante cose nessuna delle quali per lui, era veramen-te soddisfacente. Cosa vuoi? Che io veda! Un po’ tutti siamo men-dicanti e per poter sopravvive-re chiediamo tante cose: salute affetto, amore, felicità, successo, ma ci sembra di essere sempre ai margini della vita e pertanto cerchiamo una risposta definitiva.

Il Beato Giovanni Paolo II spesso ci ha ricordato che solo Gesù è il Redentore dell’uomo. Con Gesù, ognuno è in grado di decidere della propria vita. Ma se vogliamo veramente incontrare il Signore, dobbiamo metterci a pregare. Così si trova il benessere della propria vita”. Mons. Tani ha ricor-dato che Giovanni Paolo II dedi-cava ogni giorno, molte ore alla preghiera, appoggiando la testa sul tabernacolo. La preghiera era l’aria che gli permetteva di vivere.

“La preghiera è un sentirsi dire: va, la tua fede ti ha salvato”. Il brano evangelico termina dicendo che dopo la guarigione, il figlio di Ti-mèo ha continuato a seguire Gesù lungo la strada. “Se anche noi lo seguiremo nel nostro cammino quotidiano”, ha concluso l’Arcive-scovo, il nostro domani non sarà nero, ma certamente ci riserverà dei momenti in cui il Signore ci manifesterà la sua misericordia. Come facciamo a credere alla Resurrezione se manteniamo un atteggiamento pessimista? Il Bea-to Giovanni Paolo II ci conceda di vivere a contatto con il Signore e sperimentare la salvezza”.

Giuseppe Magnanelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ULTIMO OMAGGIO NELLA CATTEDRALE DI URBINO

Il ritorno a Roma

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4 novembre 2012 15Urbino Urbania Sant’angelo in Vadoamicoil nuovo• •

FESTOSA ACCOGLIENZA A DON PIERO PASQUINI

Nuovo parroco a Mercatello sul Metauro

MERCATELLO SUL METAURO. Domenica 28 ottobre u.s. la co-munità parrocchiale di Mercatello ha vissuto un momento di parti-colare gioia e solennità, perché l’arcivescovo mons. Giovanni Tani ha insediato il nuovo parroco don Piero Pasquini. Il rito è iniziato presso la chiesa del Sacro Cuore del Monastero delle Cappuccine, dove, dopo la celebrazione dell’Ora Terza, don Piero Pasquini ha emesso pub-blicamente la sua professione di fede e di fedeltà alla dottrina e al Magistero della chiesa cattolica: giuramento prestato sul Vangelo e poi sottoscritto alla presenza dell’arcivescovo mons. Tani, di un testimone e del cancelliere dioce-sano. Poi, in processione, è inizia-to il solenne ingresso nella chiesa collegiata. Nell’omelia mons. Tani ha chiesto con determinazione alla comunità di Mercatello di partecipare alla sua responsabilità di provvedere sacerdoti alle varie comunità del-la diocesi; un tempo forte e diffi-cile, ma anche pieno della grazia di Dio. “Questo comporta sposta-menti – ha detto l’Arcivescovo Giovanni - e quindi sofferenza e difficoltà, perché il parroco entra molto in profondità nella vita e nelle coscienze della gente. Con il trasferimento di don Nico a Piob-bico, Mercatello si rende partecipe

di una dinamica di comunione diocesana e in un certo modo fa un grande dono ai fratelli che a Piobbico e in tutta quella unità pastorale hanno bisogno di un aiuto”.D’altra parte Mercatello, acco-gliendo il nuovo parroco nella per-sona di don Piero Pasquini, con-tribuisce a dare inizio a una nuova fase della sua vita in un impegno pastorale più diretto nella vita del-la diocesi. Ed ha proseguito: “So di affidare a lui una comunità molto ricca, con tradizioni molto radica-te, con una intensa attività che si protrae per tutto il corso dell’an-no. So di affidarvi a lui, perché vi

porterà il suo bagaglio culturale e pastorale col desiderio di servir-vi. Si chiede a tutti voi quel balzo che ha compiuto il cieco del Van-gelo di oggi quando ha sentito che Gesù lo chiamava. Si è alzato, ha buttato via il mantello e si è in-dirizzato verso Gesù. Un atto di fiducia e anche di coraggio. Come sempre ci vuole coraggio all’inizio di un nuovo cammino”. Il nuovo parroco ha rinnovato le promesse fatte nel giorno della sua ordina-zione, ha emesso la professione di fede ed ha ricevuto dall’Arcive-scovo la consegna dei luoghi che serviranno al suo ministero: la sede, il tabernacolo, il battistero e

il confessionale.Il parroco uscente don Nico ha espresso il suo commosso saluto a tutta la comunità parrocchiale ringraziando le suore, le catechi-ste, le confraternite, le cappucci-ne, i ministranti, la caritas, tutti i fedeli per la collaborazione avuta nel camminino pastorale com-piuto in venti anni insieme. Poi è intervenuto il nuovo parroco don Piero dichiarando, sulla base di una sua lunga esperienza di vita parrocchiale e diocesana, la piena disponibilità a servire con gioia e nel migliore dei modi la bella comunità di Mercatello che l’Ar-civescovo con fiducia gli ha affi-dato. Don Fabio Bricca ha invece trasmesso al nuovo parroco il sa-luto dei sacerdoti della città che restano impossibilitati a interve-nire, a causa dell’età come mons. Aldo Tacchi e della salute come don Adamo Lucciarini. Il Sindaco, a nome della città, ha ringraziato don Nico ed ha augurato a don Piero un felice cammino pastorale assicurando la piena collaborazio-ne da parte dell’Amministrazione comunale. Un rappresentante del-la parrocchia e un rappresentane della confraternita del SS. Sacra-mento hanno espresso ciascuno un proprio pensiero di gratitudine sia a don Nico e sia a don Piero. La liturgia è stata molto articola-ta, ben partecipata e solennizzata dal coro polifonico Ircense che ha eseguito i canti con diligente pre-parazione artistica.

Giuseppe Mangani© riproduzione riservata

IL SALUTO DELL’ANNUNZIATA A DON UMBERTO BRAMBATI

Res et verbaurBino. res et verba: con queste parole don romano ruggeri ha si-glato il proprio saluto di confratel-lo, riconoscendo nella presenza di don umberto Brambati al timone della parrocchia della ss. annun-ziata, la giusta mistione di fatti ed insegnamenti che nell’esercizio del suo ministero ha donato con gene-rosità ai fedeli, al termine di una celebrazione carica di emozione, nella quale la Comunità ha rivolto al parroco le parole che qui si pub-blicano per esteso.

Caro don Umberto,è arrivato anche per noi, la sua par-rocchia, il momento di congedarsi da lei; ora bisogna raccogliere le idee, chiamare in soccorso tutte le forze per non cedere all’emozione e formularle un saluto bello, adatto alla circostanza, come lei merita. Lei è tornato – perché in un certo senso il suo è stato un ritorno - all’Annun-ziata domenica 15 dicembre 1996, portato dal vescovo Bianchi. Da allora la sua è stata una presenza costante, salda, disponibile, gioiosa, caritatevole, discreta, ma soprattut-to lei è stato vicino ai fedeli della sua parrocchia.Vorrei rubarle un suo cavallo di bat-taglia, ispirandomi alla statistica che annualmente lei formula in gennaio, come traccia per il saluto della Par-

rocchia, facendo parlare numeri e fatti dei motivi per i quali le siamo grati.219 bambini sono stati battezzati in questa chiesa, dopo aver preparato i genitori all’amministrazione del sacramento inserendo i Rigenerati nell’Assemblea dei Cristiani.283 bambini si sono nutriti per la prima volta del Corpo di Cristo, 285 ragazzi sono stati confermati nella fede, completando così la prima for-mazione del Cristiano.Si sono sposate in questa Chiesa 31 coppie. Questi i momenti gioiosi del-la vita di Parrocchia. Nel corso della statistica però, il momento clou era sempre lo spropositato numero di funerali che si sono celebrati, 704; momenti, nei quali il Parroco è chia-mato a stare vicino alle famiglie pro-vate dal dolore: qui purtroppo ha saggiato tutta la varietà della casi-stica di quella parte della vita che è la morte, da quelle serene di anziani centenari, alle dolorosissime morti dei giovani. La parrocchia ha sentito molto la sua vicinanza in queste cir-costanze ed anche i numerosi malati che lei ha visitato. Tre preti della Parrocchia sono stati

ordinati in que-sto periodo: don Salvatore Parisi, don Fabio Pier-leoni, don Ales-sandro Mastro-pasqua, con la particolarità di don Fabio, che in questa Par-rocchia è nato.Lei ha avuto molto a cuore la cura della liturgia, il canto dell’as-semblea, il rispetto del calendario, la solennizzazione dei momenti crucia-li, istruendo chi si affacciava a que-sto servizio e lasciandolo esprimere una volta maturato. Si è celebrato il giubileo nell’anno 2000, ogni mese si è pregato per le vocazioni, istituendo l’adorazione eucaristica comunitaria. Qui ha avuto sede la centrale gestio-nale della Missione vocazionale del Seminario Maggiore Romano, attra-verso la creazione di numerosi centri di ascolto. Dall’anno 2001 fa capo a questa parrocchia l’organizzazione di un campo estivo per ragazzi, vera palestra educativa e cemento sociale; ha accompagnato i suoi parrocchia-

ni alla scoperta di santuari mariani, li ha portati sulla tomba di Padre Pio, ha organizzato i bellissimi ritiri dei cresimandi a Cavallino, autenti-co seme per la pastorale giovanile! le cene coi genitori, degl’indimenticabi-li spaccati di umanità, un osservato-rio privilegiato sui drammi della no-stra società, non quella astratta, ma quella vicina, delle nostre vie.Anche i muri di questa chiesa par-lano di lei, la ristrutturazione del presbiterio, l’altare, dove è stata messa, prima che venisse posata la lastra, la scatolina di latta bianca e rossa con le reliquie che si trovava-no nel sepolcreto dell’altare vecchio, accompagnata da un foglio in cui

gioiosamente scriveva che era stato nominato il nuovo vescovo di Urbi-no, Marinelli, una lettera che tradiva un entusiasmo carico di aspettative. Un po’tutta la canonica, il salone sono stati risistemati, la Cappella del Nelli e l’organo settecentesco che ac-compagna le animazioni liturgiche. Voglio chiudere ricordando le feste mariane: la Madonna dei Mainar-di, di cui è stato riattato l’interno e che ogni maggio ha raccolto in pro-cessione folle di fedeli, la Madonna dell’Homo con la festa della Madon-na Auxilium Christianorum, vero momento di festa tradizionale, in pieno tessuto urbano. Con successo è stata accolta la statua itinerante della Madonna di Loreto, con una folla che aveva dell’inusuale. Infine la Madonna del Giro, la forma più tradizionalmente locale del culto mariano in Diocesi, una devozione di cui non sentirà a lungo la man-canza, dato che toccherà alla sua ormai prossima Parrocchia l’acco-glienza dell’Immagine il prossimo settembre.A Maria, la Vergine Annunciata, l’aiuto dei Cristiani, caro don Um-berto, noi affidiamo il suo nuovo in-carico, col sostegno, con la preghiera, con l’affetto e l’amicizia con la cer-tezza che tanto lei è nel nostro cuore, come noi siamo nel suo.

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4 novembre 201216 Urbino Urbania Sant’angelo in Vado amicoil nuovo• •

Urbania e dintorni di Raimondo RossiQUasi Un diario DIARIO1. 500 ˆdel-la Cappel-la Sistina. F r a n c e s c o Amatori da C a s t e l d u -rante, detto Urbino, fu q u a l c h e

cosa di più di “mundator”, come ha scritto Antonio Paolucci, il soprintendente vati-cano. Corrado Leonardi nel suo volume : “ Michelangelo, l’Urbino il Taruga” (Città di Castello, Peruzzi editore, 1995), scrive: Non nascondo la difficoltà di parlare di questo personaggio che assieme alla moglie Corne-lia e ai due figli Michelangelo e Francesco, è stato il perno della vita affettiva ed artistica del grande Fiorentino… Michelangelo tenne in casa Cornelia Colonnelli col poppante Mi-

chelangiolino, offrendole un appartamento a Macel de’ Corvi… L’Urbino è descritto bene da Giovanni Papini nel punto dove scrive che “Michelangelo aveva bisogno di aiutan-ti semplici e ligi, che l’aiutassero un po’ nel suo lavoro e un po’ nel governo della casa…L’unico che egli abbia amato e rimpianto quasi come amico e fratello fu Francesco Amatori di Castel Durante, soprannomina-to l’Urbino, che stette con lui venticinque o ventisei anni, cioè dal 1530 fino alla morte che fu nal 1555…” Il Leonardi continua: La collaborazione all’opera michelangiolesca del pittore e scultore Francesco degli Ama-tori di Casteldurante nei palazzi apostolici, nella Sistina prima e poi nella Paolina gli viene riconosciuta dal conferimento, con breve di Paolo III dell’ufficio di “mundator picturarum Cappellarum Palatii Apostolici” e la provvigione di 6 ducati mensili. Una carica che fu mantenuta pur dopo l’inter-

vento dei “braghettoni… Un bel documen-to notarile del 1554 , continua il Leonardi, ci informa come Michelangelo si nutrisse di formaggio dolce dei poderi che aveva fatto acquistare in Castel Durante da Francecso Amatori e ci indica l’ubicazione della casa paterna di questi”.2. L’arte, ha detto Paolucci, al termine del-la sua dotta illustrazione del Giudizio Uni-versale di Michelangelo, serve a rendere felici e oggi, in questo periodo difficile, è consolatoria.3. Massimo Moretti dell’Università La Sa-pienza, ospite dell’Istituto di Storia dell’Ar-te dell’Università di Urbino, ha tenuto una relazione sul dipinto della Madonna della neve della Chiesa del Crocifisso di Urbania, nella giornata dedicata al Barocci. Nell’oc-casione Moretti ha circostanziato l’opera d’arte con un piccolo affresco storico del ducato terminato con Francesco Maria II.

aL ConVento FranCesCano non GiUnGono i Fondi deL neVone

Partiranno i lavori, ma senza soldiURBINO – A nove mesi dai tre me-tri e passa di neve caduti sul terri-torio feltresco (era il 12 Febbraio quando smise di fioccare), ancora i coppi del convento di San Fran-cesco non vedono notizie positive all’orizzonte. Sembra anzi che il cielo sia ancora coperto dalla coltre grigia e nebbiosa che non lascia tra-sparire luce tipica delle giornate co-siddette “da lupi”, quando è meglio stare in casa in compagnia di una calda polenta piuttosto che impe-gnarsi in qualsiasi attività. Purtrop-po non è stato possibile fare questo per i frati che si trovavano lo scorso Febbraio sotto le travi che hanno ceduto, oberati dalla massa della coltre ghiacciata. Tre stanze sono state sgomberate d’urgenza e, per evitare crolli ancora peggiori, nelle ore successive due vigili del fuoco si sono subito precipitati per spazzare via tutta la neve presente e sollevare i coppi in modo che, il giorno dopo, si ponesse subito rimedio sostituen-do un trave marcio con uno nuovo. Si pensava: “Sarà finita…”, e invece no, ad oggi i tre locali (vederli è ve-ramente una tristezza) sono vuoti, inagibili, occupati solo da una rete

di pali da ponteggio che, trapassan-do con dei buchi (doppia tristezza) il controsoffitto, vanno a sostenere i travicelli del tetto non ancora sosti-tuiti. Insomma i lavori dovrebbero rinnovare totalmente la copertura di un lato del convento, consolidare i muri su cui poggiano i travi prin-cipali, ripristinare i controsoffitti (antichi) per cifre che partono dai cinque zeri. Ci si chiede: ma il con-vento non è un monumento storico

di qualche interesse? Non merita una parte dei finanziamenti che sono stati stanziati per Urbino dopo i tragici crolli invernali? Evidente-mente no, visto che al convento non arriverà nemmeno uno spicciolo. “I lavori partiranno perché così non si può stare -ci dice Fra Albino, padre guardiano del convento- ma non godranno di nessun aiuto statale. Abbiamo un fondo come frati e se non basterà accenderemo un mu-

tuo, ma intanto i lavori partiranno. Sono indispensabili.” Oggi infatti i cinque frati urbinati dispongono di cinque celle, della mensa, dei servi-zi e di poche altre stanze già piene, tra l’altro, anche degli arredi che si sono dovuti sgombrare dalle stanze evacuate. I lavori dunque partiran-no ignorati dai più e anche dalle istituzioni, che non hanno inserito il convento nell’elenco degli edifici “bisognosi”, nonostante l’adiacente

Chiesa francescana sia presente e non abbia subito crolli come invece ha avuto il cenobio. Forse una spie-gazione sta nel fatto che la chiesa è di proprietà comunale…Nelle foto due momenti del pron-to intervento dello scorso anno: i pompieri sgomberano la neve e gli operai sono pronti a sostituire il trave.

Giovanni Volponi © RIPRODUZIONE RISERVATA

ConCorso deLL’istitUto aLberGHiero

“Un panino tutto d’oro”

PIOBBICO. Nell’ambito della mo-stra mercato del tartufo bianco di

Pergola è stato organizzato un con-corso dal titolo “Un panino tutto

d’oro”, denominato così per gli in-gredienti che sono l’Oro del nostro territorio, ideato da Elsa Mazzolini, direttrice della rivista “ La madia travel food”. Al concorso hanno par-tecipato anche tre studenti dell’Isti-tuto Alberghiero di Piobbico, sup-portati dagli sponsor: T&C tartufi d’Acqualagna che ha con l’Istituto Alberghiero una collaborazione or-mai pluriennale attraverso fornitura di tartufi locali e ottimi prodotti de-rivati dalla loro lavorazione. Apec-chio città della birra, fornitrice della birra scura Collesi con cui è stato prodotto il panino che ha ottenuto il 3° premio (ricordiamo che con la

suddetta associazione l’Istituto ha collaborato all’organizzazione del primo festival dell’Alogastronomia – Neologismo coniato per definire la cucina che ha tra i suoi ingredien-ti principali la birra – l’1 e il 2 set-tembre scorsi).I partecipanti, Marco Magagnini, Giovanni Paolini, Lucia Martino hanno ideato il Panino vincitore e assieme al prof Paolo Tomassi-ni lo hanno testato nei laboratori della scuola a Piobbico. Nell’idear-lo docente e alunni, in linea con il titolo del concorso, hanno voluto utilizzare ciò che di più prezioso offre il Montefeltro tra funghi, for-

maggi, tartufi e birre artigianali in un connubio armonico di sapori, particolarmente apprezzato dalla giuria. L’evento ripreso da Rai 1, è stato trasmesso nell’edizione del 26 ottobre di Uno Mattina. Prossima-mente l’Istituto Alberghiero sarà coinvolto in altre manifestazioni legate alla promozione del tartufo; in particolare gli allievi delle classi 3° si esibiranno con alcuni piatti a base di tartufo bianco pregiato presso il Palazzo del Gusto nel contesto del-la mostra mercato del tartufo d’Ac-qualagna.

Bruno Bonci© RIPRODUZIONE RISERVATA

se ne ParLerÀ aL Career daY deLL’ateneo

Istituto Grafologico Internazionale MorettiiL FiLm sarÀ Proiettato neLLa saLa LUx di Urbania

Il Cammino per SantiagoURBANIA - Nella sala Lux di Urbania il prossimo 8 e 9 novembre, sarà proiettato, per iniziativa della Parrocchia in occasione dell’Anno della Fede, il Film “Il Cammino per Santiago”, con la regia di Emilio Estevez e come protagonista Martin Sheen, nel ruo-lo di Tom. Si tratta della vicenda di un medico della California (Tom) che, alla morte del figlio sui Pirenei, si reca in Francia per farlo cremare. Dopo aver mes-so le ceneri nello zaino, si mette in viaggio, per por-tare a termine quello che il figlio non ha potuto rea-lizzare. In questo cammino, lungo 800 km, incontra una serie di persone e di situazioni.L’incrocio tra fede, ragione e devozione popolare fa sì che questo film sia un punto di partenza per capire

cosa muove l’uomo attuale a fare scelte diverse da quelle che la vita propone e come in questa strada si incrociano e poi si affrontano le difficoltà.Chi vuole prenotarsi per la visione del film (ore 9.15), può contattare il Cinema al tel. 0722.317324

URBINO. Giovedì 8 novembre l’Istituto Grafologico Internazio-nale Girolamo Moretti sarà presente all’undicesima edizione del Career Day dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, che si terrà a Palazzo Battiferri, in Via Saffi 42. Nella giornata di incontro con studenti, laureati ed aziende, l’Istituto si propone come realtà che, con uno strumento speciale quale è la grafologia, si occupa di orientamento e di valutazione attitudinale delle risorse umane, per facilitare le scelte dei giovani e agevolare quelle delle azien-de. In questa sede verranno illustrati anche gli sbocchi professionali del Master di primo livello in Consulenza grafologica afferente alla Facoltà di Scienze della Formazione con la collaborazione dell’Istituto Moretti e della sua ricca biblioteca. Gli ambiti occupazionali del Master prevedono due direzioni: la consulenza grafologica peritale-giudiziaria e la consulenza grafologica professionale. Presenti al desk Mauro Bozzetti, direttore del Ma-ster; Roberto Bartolini e Francesco Giungato, esperti di dinamiche aziendali; Carlo Merlet-ti con altri grafologi dell’Istituto Moretti.

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Chi è stato don Oreste Benzi? A cinque anni dalla sua morte avve-nuta il 2 novembre 2007

ancora ci si interroga sul prete dalla tonaca lisa. La Comunità da lui fondata, la papa Giovanni XXIII, in questo fine settimana ha organizzato una tre giorni per ricordarlo e per raccogliere la sua eredità. La domanda, co-munque rimane. Fu un profeta o un pazzo? Un illuso o un provo-catore? Oppure un uomo perico-loso, come molti lo hanno dipin-to lungo i suoi anni di impegno instancabile? Nel 1999 incontrai il cardinale Ersilio Tonini per intervistarlo sulla figura di don Oreste. Quel colloquio avrebbe fatto da pre-sentazione a un libro che racco-glieva le sue risposte alle lettere che giungevano al Corriere Ce-senate. “Io dico che è un matto – mi disse l’arcivescovo emerito di Ravenna -. Uno di quei matti che bisognerebbe ammazzare per po-ter ungere gli altri, uno di quelli che portano dentro la fiamma di quella carità che ha inventiva, ha coraggio, non conosce limiti. In lui – concluse il cardinale – sono

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“Perle del Concilio”.

Autore Vergottini

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libri

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Torna“Un rebusper amico”

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concorso

4 novembre 2012 17amicoil nuovo• •

di arte cultura sport

ben armonizzate due attitudini che sembrerebbero elidersi: l’ar-dimento e la prudenza”. Ora lo sappiamo di certo, e tutti quelli che hanno avuto il privi-legio di incontrarlo lo possono testimoniare: don Oreste era un santo. Non importa il tempo che occorrerà per dichiaralo in maniera esplicita, anche se sono convinto che non ci vorranno secoli. Don Oreste portava den-tro di sé una consapevolezza tal-mente grande di essere debitore verso Dio da fare della sua vita un’unica lode al Signore. L’aveva imparato in famiglia. Poi ne ha fatto una regola: la sua im-mensa gratitudine per il dono della vita ha fatto sì che la sua esistenza venisse spesa totalmen-te per il prossimo. Là dove c’era un uomo sofferente, lì arrivava don Oreste. Combatteva l’in-giustizia perché in chi gli viveva accanto ha sempre visto il volto di Gesù, quello che ha indicato a tutti coloro che incrociava nella mille strade da lui percorse a una velocità impressionante. Uomo di preghiera e di una fede incrollabile, era un mistico-ope-rativo, come mi piace definirlo.

Non era un buonista. Di certo era un ottimo prete, giusto, severo con sé e con gli altri. Era un pre-te fedele alla Chiesa intesa anche come istituzione. Un prete che consigliava a tutti la ricetta per vivere in questo strano mondo: se vuoi stare in piedi, devi stare in ginocchio. Don Oreste se ne è andato in si-lenzio, nella notte fra la festività dei Santi e il ricordo dei defunti. Non ha lasciato nulla di persona-le, ma ha lasciato dietro di sé una

Il sorriso contagioso di un pretedi Francesco Zanotti*

A 5 Anni dAllA morte l’eredità di don BenZi

scia d’amore che non ha confini. La sua comunità lo testimonia ogni giorno con le case-famiglia, le comunità di ogni tipo, l’ac-coglienza verso i più diseredati. Don Oreste è stato un uragano e chi lo ha conosciuto lo sa con certezza. Dove è passato nulla è più stato come prima. “Quando vedi non puoi più fare finta di non avere visto”, diceva con un candore disarmante. Allora via dal quieto vivere, dalla banalità di ogni giorno. “Non posso tace-

re”, diceva ancora il don. Quando hai incontrato il centuplo quag-giù non puoi non annunciarlo sui tetti, a tutte le latitudini, come ha fatto don Oreste, testimone, profeta e santo che ancora oggi ci sorride e ci incoraggia a non mancare al nostro quotidiano “incontro simpatico con Gesù”, quello che dà sapore alla nostra vita.

*Presidente della Federazione Italiana Settimanali Cattolici

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nei rumori confusi e anonimi della socie-tà moderna l’uomo è diventato sordo ai suoni che provengono dall’interiorità.

uomini e donne di oggi, sulle orme dei padri fondatori, hanno scelto di rispondere alla chia-

mata di dio nella vita monastica. Luoghi soli-tari, radicati sul monte, intarsiati nella roccia sono meta costante di persone che desiderano tendere l’orecchio del cuore per mettersi in ascolto della propria anima. Che cosa cerca chi bussa ad un monastero? dio. dai luoghi dove dio si fa silenzio-parola-testimonianza in una triade reciproca si alzano, ogni giorno, le voci della preghiera, della meditazione della Bibbia, dell’ascolto dei padri della Chiesa. La voce non rimane ovattata nel profumo dell’incenso o nei righi musicali del canto gregoriano, ma si fa eco trasportato dal vento dello spirito santo. Ma per ascoltare l’eco bisogna fare silenzio dentro e attorno a sé. La nuova Collana delle edizioni Montefano “echi dal Chiostro” nasce dal desiderio di condividere con i lettori e gli appassionati di spiritualità delle meditazioni intorno a tematiche legate alla ricca e variega-ta tradizione monastica. il vento dello spirito conduce l’eco là dove non osiamo immaginare. ed è per questo che la nuova Collana vuole ri-volgersi ad ogni persona, credente e in ricerca, giovane e adulta, impegnata in parrocchia o ai

bordi di essa che desidera andare al profondo di sé. ogni testo, editato dalla Collana, è un eco genuino che lo spirito santo ha suscitato. e come ogni eco profondo che si percepisce, si in-vita qualcun altro ad ascoltarlo. Buon ascolto!il primo volume della collana “echi dal Chio-stro”, recante il titolo Nell’abbraccio della Trinità, è di don daniele Cogoni, sacerdote della diocesi di Camerino-san severino Marche e docente di teologia dogmatica presso l’istituto teologico Marchigiano e l’istituto superiore di scienze religiose di ancona. L’autore - rivolgendosi ad un amico spirituale - offre meditazioni intense su alcuni aspetti della vita spirituale dipanando, con fine disinvoltura, quanto racchiuso nel sot-totitolo dell’opera: Vita spirituale e discernimen-to di coscienza alla scuola di Nazareth.La persona del tempo post moderno e post di-gitale è sempre più mondo per se stesso e oriz-zonte a se stesso. La sua fatica ad instaurare relazioni vere è pari al desiderio inconscio, ma non sempre consapevole, della sua fame e sete di compagnia, della sua vera identità, degli altri, di dio. Le pagine del libro di Cogoni Nell’abbrac-

cio della Trinità sono espressione dell’intento di volgersi a questo tipo di uomo nella ricerca della sua stessa verità e della sua coscienza. nel migrare, insieme all’autore, attraverso luoghi concreti come la grotta della valle dell’elce, la santa Casa di Loreto e il Monastero silvestrino di Fabriano, il lettore si trova accompagnato da riflessioni e meditazioni che hanno, come per-no, una centrale chiave ermeneutica: se pensia-mo, infatti, al dio dei cristiani come una per-sona sola, solitaria, solenne, siamo fuori strada; «dio è amore e l’amore è in noi come “relazio-ne-comunione” delle tre persone divine della cui vita siamo resi partecipi» (p. 19). L’a. dialoga con l’interlocutore che si sente, gradualmente, in compagnia della «santa trinità che non può che benedire la tua sincerità profonda e il tuo anelito alla santità che posso dire di aver con-templato nelle tue parole» (p. 15). Quello dell’a. è un rispondere a domande che ogni persona porta nel profondo.

il volume, di pagine 288, è messo in vendita al prezzo di € 15. si può ordinare presso il Mo-nastero di san silvestro – 60044 Fabriano (an) - tel. 0732.21631 - Fax 0732.21633, o acquistar-lo presso l’agenzia ecclesiastica di Fabriano - e-mail: [email protected].

libri

Nuova Collana “Echi dal Chiostro”

Page 18: «Il Nuovo Amico» n. 38 del 4 novembre 2012

4 novembre 201218 amicoil nuovo• •arte culturaPER ABBA MARCELLO SIGNORETTI E UN VIAGGIO IN ETIOPIA

Una cena di beneficenzaLa “Onlus” Villaggio dei Ra-

gazzi Sorridenti di Pesaro, organizza una cena il 9 novembre a Villa Cattani

Stuart di Trebbiantico, mentre il viaggio in Etiopia è previsto dal 19 novembre all’1 dicembre. La cena con inizio alle 20,30, sarà caratte-rizzata da un ricco menù (il costo previsto è di 35 euro) e vedrà la partecipazione di personalità cit-tadine e di personaggi dello sport.Marcello Signoretti, dopo un bre-ve periodo di riposo trascorso in Italia, è tornato in Etiopia, per continuare la sua missione. Da

Soddo, Abba Marcello ha inviato alla fine di settembre il suo rin-graziamento per iscritto ai tanti benefattori che lo hanno aiutato. Inoltre, ha elencato le opere che ha in mente di realizzare e che consistono in:1-Un ponte a Wondo Bisare, ur-gentissimo, perché con la stagio-ne delle grandi piogge (che dura quasi sempre 6 mesi), il fiume si ingrossa e prende con sé ogni anno tanti capi di bestiame e an-che vittime umane.2-Due scuole per il villaggio di Hello Herasho e Innafe Bisare.

3-Due dormitori per i ciechi di Soddo.4-Due Health Center (piccole cli-niche), ma per questo ho già la copertura economica.5- Letti a castello in ferro per 1700 carcerati di Soddo.Abba Marcello sta portando avan-ti questi progetti con fatica ma anche con speranza, con la sua pensione e con l’aiuto di alcuni suoi amici e fa sapere: “Se qualcu-no volesse o potesse contribuire in qualsiasi maniera e con qual-siasi cifra, parteciperebbe a una grande e nobile opera di solidarie-

tà e di umanità. Conosco le varie difficoltà che il popolo italiano sta attraversando, causa la grande cri-si economica. Ma io voglio spera-re che l’obolo della vedova non ci verrà mai a mancare”.e invita i cittadini, pesaresi e non, a partecipare a queste iniziative, per dimostrare di essere partecipi e sensibili verso chi soffre anche lontano da qui. Dal 19 novembre all’1 dicembre, inoltre, sarà organizzato anche un viaggio in Etiopia. La spesa com-plessiva (viaggio e soggiorno nei luoghi di Abba Marcello) è ancora

da definire.Per informazioni e per prenotazio-ni relative sia alla cena che al viag-gio, è possibile rivolgersi al signor Rolando Ferri, cell. 3683423985.

Rosalba Angiuli©riproduzione riservata

UN OMAGGIO AD ALDA MERINI

Canto degli esclusi

PESARO – E’ stato un successo il “Canto degli esclusi”, ‘concertato a due’ con il quale Alessio Boni e Marcello Prayer hanno reso omaggio alla poetessa Alda Merini, inaugurando la stagione teatrale del Comune di Pesaro. Il palcoscenico del Teatro Rossini, dietro il quale si intravedeva la nudità delle quinte, ha accolto i due interpreti che attraverso i componimenti poetici della Me-rini ne hanno disegnato con passione l’universo biografico ed emotivo. Il pubblico, immerso in una oscurità quasi totale, ha seguito con grande attenzione e partecipazione lo scambio dialettico fra i due interpreti che con intelligenza e sensi-bilità hanno restituito il crogiuolo di esperienze,

sensazioni, sofferenze che hanno segnato la vita e la poesia di Alda Merini. Una donna forte, dalla vita tormentata, attraversata dalla depressione e dalla ‘follia’ che la condurranno all’internamento, per quasi dieci anni, nel manicomio di Milano. Ma neppure la lunga serie di elettroshock a cui la poetessa viene sottoposta spegne la sua fame d’amore ed il suo desiderio di riscatto, la sua vo-glia di vivere e la volontà di comunicare con gli altri attraverso la poesia. La sua voce è risuonata tra le pause della recitazione con suggestivi in-terventi registrati in cui la Merini dialoga con il suo intervistatore, divertendosi ad accennare alcune canzoni. Uno spettacolo ‘difficile’ che il pubblico ha mostrato di apprezzare in tutta la sua complessità e che si è chiuso con un breve ‘bis’, fatto di aforismi “divertenti e pensierosi”. Un lungo e commosso applauso ha accolto gli inter-preti e ha salutato la travolgente vitalità di Alda Merini. “Io la vita l’ho goduta tutta a dispetto di quello che vanno dicendo sul manicomio. Io la vita l’ho goduta perché mi piace anche l’inferno della vita e la vita è spesso un inferno … per me la vita è stata bella perché l’ho pagata cara”.

Maria Rita Tonti©riproduzione riservata

Pesaro - Ha dato il via al nuovo programma culturale del CiF Comunale la vi-sita a palazzo almerici, sede del Museo archeologico e della Biblioteca olive-riana, con la guida d’eccezione del presidente del consiglio d’amministrazio-ne dell’ente olivieri, il prof.riccardo paolo uguccioni, giornalista e presidente della società pesarese di studi storici. La scelta di riscoprire i tesori racchiusi nello storico edificio, uno dei vanti della nostra città, risponde al duplice in-tento di arricchire la mente e di sostenere le istituzioni addette alla loro cura e mantenimento. sotto questa luce la visita è stata un’occasione per cono-scere l’associazione culturale “amici della Biblioteca oliveriana”, fondata nel 2011 per promuovere la conoscenza e mantenere la vitalità dell’incommensu-rabile patrimonio ivi custodito. il gruppo ha dapprima compiuto un excursus del Museo, che racchiude non soltanto il materiale archeologico, numismati-co, librario ceduto alla città da annibale degli abbati olivieri Giordani (1708-1789), ma anche reperti rari, collezioni, avori, donari e cippi dal Luco sacro e dalla necropoli di novilara e molti altri pezzi di notevole importanza. La visita è continuata ai piani alti, nella storica Biblioteca che, aperta allo stu-dio e ad una consultazione dei testi oggi ampliata dalle moderne tecniche di digitalizzazione, offre a studiosi e ricercatori un ricco campionario di antichi codici e documenti rari. a ciò si affianca una serie di iniziative culturali di alta qualità promosse o ospitate dall’ente olivieri con l’appoggio dei suoi sponsor, in grado di suscitare un coinvolgimento essenziale per la vita culturale della città.

Milena Milazzo

per informazioni e iscrizioni all’associazione: www.oliveriana .pu.it

IL CIF COMUNALE ALL’OLIVERIANA

I tesori di Palazzo Almerici

UN PENSIERO AL GIORNO PER TUTTO L’ANNO

Perle del ConcilioCardinali, vescovi, teologi, fi-

losofi, biblisti, storici, gior-nalisti, scrittori, donne e

uomini di cultura: più di 200 nomi autorevoli, del mondo ecclesiale e non, hanno aderito con solleci-tudine all’invito di commentare succintamente, a partire dalla propria singolare prospettiva, 365 citazioni brevi tratte dai docu-menti del Vaticano II. Contiene anche un pregevole contributo di don Mario Florio. Ne è scaturita una “collana di perle” - una perla al giorno per un intero anno -, la cui luce testimonia il fascino e la bellezza del messaggio del Conci-lio per l’uomo contemporaneo.A 50 anni di distanza, siamo di fronte a un evento che continua a segnare la vita della comunità cristiana, un albero ancora carico di frutti copiosi da saper cogliere. In ascolto del magistero, occorre propiziare un ritorno alle fonti del Vaticano II, per recuperarne

lo spirito e riassaporarne la lezione. Le “perle” sono oc-casione per riconsegnare al popolo di Dio questo patri-monio prezioso e aiutarlo a riscoprirne l’attualità.Il curatore dell’opera è Marco Vergottini, teologo laico, già vice-presidente dell’Associazione Teologica Italiana dal 2003 al 2011; è docente di Introduzione alla teologia e di Storia del-la teologia contemporanea presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale di Milano. Autore di saggi sul concilio Vaticano II, su Paolo VI e sulla teologia dei laici, è coordinatore del sito-web: www.vivailcon-cilio.it.

PERLE DEL CONCILIODal tesoro del Vaticano II. Intro-duzione di Carlo Maria Martini e

Marco VergottiniAnno: 2012 (ottobre) Pagine: 440 Prezzo: € 20.00

assoCIaZIoNe NaZIoNaLe eDUCaTorI BeNeMerITI – Pesaro

La foto riunisce i protagonisti del recente incontro dell’associazione nazionale educatori benemeriti sezione provinciale di Pesaro che agisce nel territorio dagli anni ’60. Rappresentanti onorarie di questa associazione sono le in-

segnanti Gabriella Filonzi Dozza e Aldina Rombaldoni Berardi a dimostrazione che Aneb e’ vita! In tempi diversi e’ stata presieduta dal direttore didattico Elio Tonelli e dalle insegnanti Maria Rocchi Gaio e Gabriella Filonzi Dozza. Attual-mente la presidente in carica e’ Tombari Beatrice. Il suo impegno e’ ampiamente condiviso dalla segretaria Luciana Severino.Gli anebini si riuniscono, di norma, seguendo il ritmo delle stagioni, per andare al traguardo dei ricordi, vivere il presente e programmare il futuro.

Fano – “padri. tra regole e de-siderio” è il titolo del ciclo di conferenze, cineforum, labo-ratori, percorsi ed esperienze per una nuova consapevolez-za del ruolo di padre orga-nizzato dai circoli didattici di sant’orso e di san Lazzaro e dall’assessorato ai servizi edu-cativi. riportiamo, di seguito, gli appuntamenti di ottobre, novembre e dicembre:

ConFerenze:giovedì 25 ottobre – presso la scuola primaria “Filippo Montesi” di sant’orso - il gesto di ettore – preistoria, storia, attualità e scomparsa del pa-dre. -prof. Luigi zojamercoledì 7 novembre – sala riunioni del Centro pastoraledovere e responsabilità in educazione - Luigi CiottiLaBoratori

29 ottobre/dicembre - pres-so la scuola primaria “Filippo Montesi” di sant’orsoCosa fa di me un padre…ri-cerca di un’identità tra legge e desiderio. Quattro incontri laboratoriali a cura degli psi-cologi alessandro Cinti Luciani e agnese iovenittiper info e approfondimentiWwwddsantorso.it

CICLO DI CONFERENZE SUL RUOLO DI PADRE

Padri tra regola e desiderioPremio al roF L’associazione marchigiana rievocazioni storiche, in occasione della Giorna-ta nazionale della storia, conferirà il premio “Benemerito per la storia delle Marche” al rossini opera Festival. La cerimonia si svolgerà presso la sala del-la repubblica del teatro rossini alle ore 16 di sabato 17 novembre. alle ore 18.30 l’arcivescovo di pesaro mons. piero Coccia celebrerà in cattedrale la santa Messa della Memoria.

Compleanno Fondazione Carisp venti anni fa nasceva la Fondazione cassa di risparmio di pesaro. per que-sto il prossimo martedì 13 novembre, alle ore 17, presso il teatro rossini di pesaro, si terrà una conferenza dal titolo: “20+15 una storia che continua”. interverranno il ministro per la Cooperazione internazionale e per l’integra-zione andrea riccardi e il vice presidente dell’associazione di Fondazioni e di Casse di risparmio spa vincenzo Marini.

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4 novembre 2012 19arte cultura sport

REGOLAMENTO dEL cONcORsO

ART.1 – Il concorso, aperto a tutti, pre-vede una sezione di gara riservata agli alunni delle scuole di Pesaro e provincia che potranno partecipare come singoli o gruppi fino alla intera classe. Il concor-rente non può presentare più di 5 lavori. Il gioco dovrà corredarsi di relativa de-scrizione, perché del disegno se ne farà carico la Redazione.

ART.2 - Gli elaborati dovranno riportare in forma leggibile nome, cognome, re-sidenza, telefono, e indirizzo di posta elettronica del singolo autore o di quel-lo che rappresenta il gruppo o la classe di appartenenza; i lavori, inoltre, do-vranno essere consegnati o spediti alla libreria Buona stampa di Via Rossini n.

68 (61121 Pesaro) con la dicitura “ UN REBUs PER AMIcO, 2a edizione ” sulla busta.

ART 3 – Il tema del presente concorso è “ IL REBUs E’ sERVITO” e riguarda l’ambi-to della culinaria in tutte le sue possibili raffigurazioni e applicazioni.Esso dovrà comparire in almeno uno dei tre elementi costitutivi del rebus: illu-strazione, chiave risolutiva e frase risul-tante.Esempi: Nella illustrazione: UN GEsTO AsTUTO(Unge s toast UTO)

Nella chiave risolutiva:TURPI ATTI(TUR, piatti)

Nella frase risultante:MANGIARE sALATO(MAN, giare; s, alato)

ART. 4 – Qualora gli esaminatori doves-sero constatare che il gioco non è origi-nale, anche se ciò non implica la mala fede del concorrente, il Rebus dovrà es-sere scartato. E sarà scartato anche nel caso che contenga riferimenti politici, espressioni dialettali e, peggio ancora, volgarità; i lavori dovranno pervenire ai sopra citati punti di raccolta entro e non oltre la data di sabato 30 marzo 2013.

ART. 5 – A insindacabile giudizio della commissione Esaminatrice, tra tutti i lavori pervenuti verranno scelti quelli ritenuti vincenti. Ai partecipanti verrà tempestivamente comunicata la data

della pubblica premiazione.

ART. 6 – Impreziositi di lapidario com-mento di Leone Pantaleoni, il Leone da cagli della settimana Enigmistica, ai vincitori verranno consegnati i propri elaborati su pergamena. I Rebus vincen-ti verranno pubblicati sul Nuovo Amico e, nel caso, inviati alla settimana Enig-mistica.Per eventuali approfondimenti dei pun-ti di cui al presente bando, contattare il seguente indirizzo e-mail: [email protected]

Il settimanale d’informazione “Il Nuovo Amico” con il contributo della BCC di Gradara, in collaborazione con Leone Pantaleoni, da

un’idea di Carmine Russo, bandisce il secondo concorso di

enigmistica dal titolo: «Un Rebus per AMICO».Quest’anno il tema riguarderà l’ambito della culinaria in tutte le sue possibili “ricette”. In questa pagina pubblichiamo gli schemi ideati dai partecipanti della prima edizione sul tema “la tua città”. Sulle prossime uscite del Nuovo Amico continueremo con questa carrellata inedita di rebus…

sPONsOR

Concorso di enigmistica«Un Rebus per AMICO»

2ª edIzIOne

UN PREMIO PER UN REBUSI vincitori verranno estratti a sorte tra coloro che avranno inviato la soluzione corretta a [email protected] oppure a IL NUOVO AMICO Via del Seminario 4 – 61121 Pesaro. L’omaggio di questa settimana è il libro di Gaetano Michetti: “Quasi un dia-rio”. Per vincere occorre risolvere i 4 rebus proposti in pagina

E’ possibile ritirare il premio da lunedì a mercoledì dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 17 alle ore 19 presso la redazione di Pesaro (via Rossini 53). Per un diverso recapito contattare il n. verde gratuito 800/501170 sempre nei giorni e ore sopra indicate.PER RIcEVERE L’OMAGGIO È NEcEssARIO dIMOsTRARE dI EssERE IN REGOLA cON L’ABBONAMENTO AL NUOVO AMI-cO PER L’ANNO 2012 O REGOLARIZZARE LA POsIZIONE AL MOMENTO dEL RITIRO dEL PREMIO

I VINcITORI dELLA sETTIMANA La chiave risolutiva dei rebus pubblicati a pag. 23 del n. 37 del “Nuovo Amico” di domenica 28 ottobre 1. MACERATA FELTRIA ERA PER I ROMANI IL PRESIDIO PITINUM 2. TERME DI CARIGNANO3. PERTICARI PESARESE ADOTTIVO4. TEATRO SANZIO A URBINOVince il libro “Quasi un diario” di Gaetano Michetti cEccHINI ANdREA

Un libro in omaggio

Page 20: «Il Nuovo Amico» n. 38 del 4 novembre 2012

4 novembre 201220 amicoil nuovo• •

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