«il nuovo amico» n. 6 del 10 febbraio 2013

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SETTIMANALE D’INFORMAZIONE DIOCESI DI: PESARO • FANO • URBINO FONDATO NEL 1903 10 FEBBRAIO 2013 ANNO 110 • N. 6 Spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004 N. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Pesaro facebook.com/ilnuovoamico € 1,00 amico il nuovo www.ilnuovoamico.it COPIA OMAGGIO EDITORIALE hotel supplies Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro Tel. 0721 405274 Fax 0721 259164 www.arpaitalia.it - [email protected] FORNITURE ALBERGHIERE ARREDO BAGNO E CAMERA COMUNICAZIONE E PUBBLICITÁ Seguici su: SSS security systems SISTEMI DI VIDEOSORVEGLIANZA CON CONTROLLO REMOTO VIA INTERNET Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro Tel. 0721 405274 Fax 0721 259164 www.ipsorveglianza.com - [email protected] Richiedi il tuo preventivo Illustrazione: Mara Cerri Comunicazione: Hotelfantasy.co.uk IFI S.p.A. - Sede e Showroom Strada Selva Grossa 28/30 - Zona Case Bruciate - 61010 Tavullia (PU) - Italy - Tel. +39 0721 20021 - Fax +39 0721 201773 - www.ifi.it - info@ifi.it il tuo talento, il tuo futuro, il tuo primo bar. il bar diventa accessibile. start up è un servizio bar essenziale e basilare, che permette a chiunque di creare il proprio locale. Un’opportunità per i giovani e per chi sceglie di investire su sé stesso e sulla propria voglia di futuro. 5.959 + iva Prezzo al pubblico start up basic da 3 mt. Tale prezzo include, per il mercato italiano, il trasporto e la consegna in loco. Inclusi 3 anni di garanzia Moda Luciana NUOVI ARRIVI PREZZI SPECIALI Pesaro - via delle Betulle n. 4 (zona Torraccia) - Tel. 0721/22611 “L avorare dove gli altri lavorano”. Insieme. Il motto della Caritas altoatesina, potrebbe essere assunto anche dai politici. Allargato alle molte abilità e condizioni il ‘diversamente’ non dovrebbe essere motivo di divisione e separazione, bensì di unità almeno di intenti. Nello specifico politico tutti operano per il bene comune, seppure nella diversità dei compiti. Sembra di volare sulle ali di un’utopia, in realtà è la strada maestra della formazione all’impegno morale e civile del cittadino. Il giusto contrario di quanto sta accadendo attualmente. Il nostro Paese si trova a un bivio: o si rivolge al passato per ritrovare nel suo ricchissimo patrimonio di civiltà le proprie radici e valori e al futuro, partendo dalla drammatica esperienza della crisi non priva di luci, di suggestioni e di preziosi suggerimenti, onde riprendere, dopo la bufera, il cammino della speranza. Ovvero si lascia travolgere da questo concitato clima elettorale (elettori e candidati, di ogni genere e grado) sino al punto di offrire il peggio di sé. Prevale infatti la logica del conflitto ideologico e della delegittimazione reciproca. Un “guai ai vinti”, a passo ridotto, per il quale tutti ne rimangono sconfitti. Uno spettacolo come questo, che si ripete, non promette niente di buono: la solita stentata governabilità, orfana di idee e di programmazione e lo spettro di una crisi persistente. Si dimostra così come una democrazia immatura sistematicamente regredisce. Difficile affrontare una situazione simile, ma bisogna crederci e tentare. In campo aperto insieme urge riabilitare quella politica di cui abbiamo bisogno e ridarle la dignità che le compete. Ma come?! Cominciare a scegliere dalla società civile persone nuove, idee e mentalità nuove, schemi nuovi. (Siamo ancora fermi al ’48, non basta affidare il futuro alla memoria e ai valori datati, e per alcuni aspetti ambigui, della resistenza). Si tratta di rigenerare un’autentica democrazia e impedire qualsiasi degenerazione del potere. I cattolici porteranno il loro contributo laddove si opera, insieme, da qualsiasi parte si pongano e non vendano per un piatto di lenticchie la propria identità se vogliono essere rispettati e credibili, fedeli a quei valori in quanto non negoziabili, destinati a diventare comuni: secondo quella laicità a cui devono attenersi, non solo i cattolici, ma tutte le appartenenze ideologiche, compresi i cosiddetti ‘laicisti’ i quali, ipocritamente, si ritengono esenti. È importante inoltre che i cattolici si rendano conto che non sono digiuni di dottrina sociale. La loro esperienza secolare sopravvive a tutte le traversie e derive ideologiche del secolo scorso ed oggi patrimonio di tutti, credenti e non credenti. Infine non posso non rilevare quanto la Cei ha affermato nel recente Consiglio permanente come la crisi attuale sia di carattere antropologico, si tratta di ritrovare l’uomo con la sua dignità e identità. Sarà difficilissimo avendone smarrite le coordinate. Raffaele Mazzoli © RIPRODUZIONE RISERVATA Diversamente abili ma insieme Mons. De Angeli direttore della Caritas URBINO 17 Domenica sfila il carnevale in piazza PESARO 12 Le campane legate della Quaresima RACCONTO 23 Festa dell’Azione cattolica a S. Orso FANO 14 LIBRO DEL LICEO SCIENTIFICO “MARCONI” AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NAPOLITANO NEL GIORNO DEL RICORDO PAGINA 21 Pietro Damiani il padre degli esuli Se non stai pagando Banche e Finanziarie Contatta un nostro consulente e richiedi un’analisi gratuita della tua situazione. Guarda al tuo domani con fiducia. 800.321.762 Si organizziano pellegrinaggi, ritiri spirituali, incontri... per SINGOLI e GRUPPI, per camminare sulle orme di Gesù. Per informazioni: STEFANO IACUCCI cell. 333 7414744 Tel. 0721 820608 Via Ugo Bassi 2/c - FANO [email protected] www.ompellegrinaggi.it

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«Il Nuovo Amico» n. 6 del 10 febbraio 2013

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(zona Torraccia) - Tel. 0721/22611

“Lavorare dove gli altri lavorano”. Insieme. Il motto della Caritas altoatesina, potrebbe essere assunto anche dai politici. Allargato alle molte abilità e condizioni il ‘diversamente’

non dovrebbe essere motivo di divisione e separazione, bensì di unità almeno di intenti. Nello specifico politico tutti operano per il bene comune, seppure nella diversità dei compiti. Sembra di volare sulle ali di un’utopia, in realtà è la strada maestra della formazione all’impegno morale e civile del cittadino. Il giusto contrario di quanto sta accadendo attualmente. Il nostro Paese si trova a un bivio: o si rivolge al passato per ritrovare nel suo ricchissimo patrimonio di civiltà le proprie radici e valori e al futuro, partendo dalla drammatica esperienza della crisi non priva di luci, di suggestioni e di preziosi suggerimenti, onde riprendere, dopo la bufera, il cammino della speranza. Ovvero si lascia travolgere da questo concitato clima elettorale (elettori e candidati, di ogni genere e grado) sino al punto di offrire il peggio di sé. Prevale infatti la logica del conflitto ideologico e della delegittimazione reciproca. Un “guai ai vinti”, a passo ridotto, per il quale tutti ne rimangono sconfitti. Uno spettacolo come questo, che si ripete, non promette niente di buono: la solita stentata governabilità, orfana di idee e di programmazione e lo spettro di una crisi persistente. Si dimostra così come una democrazia immatura sistematicamente regredisce. Difficile affrontare una situazione simile, ma bisogna crederci e tentare. In campo aperto insieme urge riabilitare quella politica di cui abbiamo bisogno e ridarle la dignità che le compete. Ma come?!Cominciare a scegliere dalla società civile persone nuove, idee e mentalità nuove, schemi nuovi. (Siamo ancora fermi al ’48, non basta affidare il futuro alla memoria e ai valori datati, e per alcuni aspetti ambigui, della resistenza).Si tratta di rigenerare un’autentica democrazia e impedire qualsiasi degenerazione del potere. I cattolici porteranno il loro contributo laddove si opera, insieme, da qualsiasi parte si pongano e non vendano per un piatto di lenticchie la propria identità se vogliono essere rispettati e credibili, fedeli a quei valori in quanto non negoziabili, destinati a diventare comuni: secondo quella laicità a cui devono attenersi, non solo i cattolici, ma tutte le appartenenze ideologiche, compresi i cosiddetti ‘laicisti’ i quali, ipocritamente, si ritengono esenti.È importante inoltre che i cattolici si rendano conto che non sono digiuni di dottrina sociale. La loro esperienza secolare sopravvive a tutte le traversie e derive ideologiche del secolo scorso ed oggi patrimonio di tutti, credenti e non credenti. Infine non posso non rilevare quanto la Cei ha affermato nel recente Consiglio permanente come la crisi attuale sia di carattere antropologico, si tratta di ritrovare l’uomo con la sua dignità e identità. Sarà difficilissimo avendone smarrite le coordinate.

Raffaele Mazzoli© RIPRoDUZIonE RISERVATA

Diversamente abilima insieme

Mons. De Angeli direttore

della Caritas

urbino 17

Domenica sfilail carnevale

in piazza

pesaro 12

Le campanelegate dellaQuaresima

racconto 23

Festadell’Azione cattolica

a S. Orso

fano 14

libro del liceo scientifico “Marconi” al presidente della repubblica napolitano nel Giorno del ricordo

paGina 21

pietro damiani il padre degli esuli

Se non stai pagando Banche e FinanziarieContatta un nostro consulentee richiedi un’analisi gratuita della tua situazione.Guarda al tuo domani con �ducia. 800.321.762Si organizziano pellegrinaggi, ritiri spirituali, incontri...

per SINGOLI e GRUPPI, per camminare sulle orme di Gesù.

Per informazioni:STEFANO IACUCCIcell. 333 7414744Tel. 0721 820608Via Ugo Bassi 2/c - FANO

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Chiesa e Mondo10 febbraio 20132 amicoil nuovo• •

Aut. n. 83/85 Trib. di PesaroIL NUOVO AMICO RISPETTA L’AMBIENTE. STAMPIAMO SOLO SU CARTA RICICLATA.

REDAZIONE CENTRALE:Raffaele Mazzoli – Direttore - Ernesto Preziosi - Direttore ResponsabileRoberto Mazzoli - Caporedatt. CentraleGastone Mosci – Incaricato dei rapporti con la Regione MarcheVia del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) - Tel. 0721/64052 Fax 0721/69453e-mail: [email protected]

Redazione di Pesaro: Via del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) Tel. 0721/64052 - Fax 0721/69453e-mail: [email protected] Alvaro Coli – Responsabile diocesano.

Redazione di Fano: Via Roma 118 - 61032 FANO (PU) - Tel. 0721/802742 (dir.) - 803737 - Fax 0721/825595e-mail: [email protected]

Redazione di Urbino: Via BeatoMainardo, 4 - 61029 URBINO (PU)Tel. e Fax 0722/378395e-mail: [email protected]. Giancarlo Di Ludovico – Responsabile diocesano

EDITORE: Cooperativa Comunicare - Via del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU). Tel. 0721/64052 - Fax 0721/69453.Amministratore Unico: Marco Farina Presidente Cooperativa Comunicare

STAMPA: Galeati Industrie Grafiche/ImolaGRAFICA: arti grafiche pesaresi srl/pesaroLa testata “Il Nuovo Amico” fruisce dei contributi Statali diretti di cui alla Legge 7 agosto 1990, n. 250.PUBBLICITà Uffici della Redazionecentrale 0721/64052 e Paolo MorsianiL’Impresa Editrice COMUNICARE risulta iscritta al Registro delle imprese di PESARO presso la Camera di commercio al n. 98100

Questo settimanaleè iscritto alla FISCFederazione ItalianaSettimanali Cattolici

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Questo numero è stato chiuso in redazionemercoledì 6 febbraio 2013 alle ore 22 e stampato alle ore 6 di giovedì 7 febbraio

Al termine del concerto nell’Aula Paolo VI (4 febbraio) diretto dal maestro Zubin Mehta, nel quale l’orchestra del Maggio musicale

fiorentino ha offerto la sinfonia verdiana “La forza del destino” e la “Terza” di Beethoven, dopo i saluti, tra cui quello al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il Santo Padre ha proposto una riflessione sui brani appena ascoltati. “Affrontando il tema del destino Verdi si trova a confrontarsi con Dio, con la fede, con la Chiesa; ed emerge ancora una volta l’animo di questo musicista, la sua inquietudine, la sua

La ParoLa di dio V domenica del Tempo Ordinario - Anno CGeremia 1,4-5.17-19Isaia 1, 6,1-2.3-8La vocazione nasce sempre dalla libertà: “Eccomi, manda me!” La vocazione nasce nel tempio, cioè nel silenzio e nella preghiera. Pascal scriveva: “Ogni infelicità degli uomini deriva da una cosa sola: non saper restare in silenzio in una camera” (Pensieri, n. 139). Il compito profetico è affidato alle nostre labbra impure e alle nostre fragili mani.Luca 5,1-11La vocazione può nascere nella vita quotidiana e nei suoi problemi. Così’ avviene per Simone, Giacomo e Giovanni.Una fatica inutile? La risposta di Simone manifesta non solo la sua delusione per l’insuccesso contingente, ma dà voce ad un bilancio dell’intera esistenza. Vi si avverte la paura di aver fallito nelle scelte decisive della vita, di aver cercato qualcosa senza sapere con esattezza cosa si volesse davvero. E tutto appare come una notte faticosa, inconcludente e disperante.

Prendere il largo per gettare le reti è l’invito evangelico per i tempi di crisi. In periodi di difficoltà si tende a tirare i remi in barca. La tentazione oggi c’è, ed è tanta, nei più vari ambienti. Gesù si diverte a provocarci, lancia una sfida: i tempi migliori sono proprio questi! Bisogna osare di più, cioè gettare le reti più al largo per non pescare nella solita acqua. Abbiamo questo coraggio?1 Corinzi 15,1-11Paolo è in buona compagnia, con Isaia e con Pietro. Toc-ca con mano la sua piccolezza, eppure si sente coinvolto nell’esperienza di grazia che gli dà il Vangelo e non esita a farsi apostolo. La condizione di peccatore non costituisce impedimento alla missione. L’unica condizione è fidarsi di Lui e stare uniti a Lui.Meditatio- Gesù invita anche me a prendere il largo, ad andare avanti sempre e comunque, nonostante i fallimenti, le amarezze e le delusioni. A me fidarmi della sua parola per sperimentare come i discepoli frutti copiosi di vita.- Il compito cristiano consiste oggi nel portare agli uomini

l’annuncio del Vangelo… Se il Vange-lo è “buona notizia”, come può l’evan-gelizzatore rimanere schiacciato dal proprio bilancio fallimentare!?- Alla base della missione c’è una forte esperienza di Dio (pesca miracolosa), la comprensione della propria miseria, indegnità, incoeren-za (allontanati da me che sono peccatore), e la consepevolezza della trascendenza di Dio.- E’ quanto mai necessario ripartire dall’esperienza di Dio, il Dio di Gesù Cristo, rapiti e toccati da lui attraverso l’ascolto della sua Parola. Il Vangelo è la sola rete che può ancora riempirsi. Con te, Maestro, noi continueremo a gettare le reti, con te saremo sempre pronti a rifare anche cento volte la stes-sa strada e alla fine, qualsiasi sia stato il risultato raggiunto, diremo con la fede di Pietro: “Con te faremo cose grandi!...”..

Armando Trasarti, Vescovodi Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Duc in altum! Prendi il largo!

La Chiesa ricorda Scolastica come santa, ma di lei sappiamo ben poco. L’unico testo quasi contem-

poraneo che ne parla è il secondo libro dei Dialoghi di papa Gregorio Magno (590-604). Ma i Dialoghi sono soprattutto composizioni esortative,

edificanti, che propongono esempi di santità all’imitazione dei fedeli mi-rando ad appassionare e a commuo-vere, senza ricercare il dato esatto e la sicura referenza storica. Inoltre, Gregorio parla di lei solo in riferimen-to a Benedetto, solo all’ombra del grande fratello, padre del monachesi-mo occidentale. Ecco la pagina in cui li troviamo insieme. Tra loro è stato convenuto di incontrarsi solo una volta all’anno. E Gregorio ce li mostra appunto nella Quaresima (forse) del 542, fuori dai rispettivi monasteri, in una casetta sotto Montecassino. Un colloquio che non finirebbe più, su

tante cose del cielo e anche della terra. L’Italia del tempo è una preda contesa tra i Bizantini del generale Belisario e i Goti del re Totila, deva-stata dagli uni e dagli altri. Roma s’è arresa ai Goti per fame dopo due anni di assedio, in Italia centrale gli affamati masticano erbe e radici. A Montecassino passano vincitori e vin-ti; passa Totila attratto dalla fama di Benedetto, e passano le vittime della violenza, i portatori di tutte le dispe-razioni, gli assetati di speranza...Viene l’ora di separarsi. Scolastica vorrebbe prolungare il colloquio, ma Benedetto rifiuta: la Regola non

s’infrange, ciascuno torni a casa sua. Allora Scolastica si raccoglie inten-samente in preghiera, ed ecco scop-piare un temporale violentissimo che blocca tutti nella casetta. Così il collo-quio può continuare per un po’ anco-ra. Infine, fratello e sorella con i loro accompagnatori e accompagnatrici si separano; e questo sarà il loro ultimo incontro. Tre giorni dopo, leggiamo nei Dialoghi, Benedetto apprende la morte della sorella vedendo la sua anima salire verso l’alto in forma di colomba. I monaci scendono allora a prendere il suo corpo, dandogli se-poltura nella tomba che Benedetto ha fatto preparare per sé a Monte-cassino; e dove sarà deposto anche lui, morto in piedi sorretto dai suoi monaci, intorno all’anno 547.

IL SANTO DELLA SETTIMANA 10 febbraioSanta Scolastica Vergine

NEL MESSAGGIO PER LA QUARESIMA FEDE E CARITÀ SONO INSCINDIBILI

Il servizio della Parola è risposta d’amoreTalvolta si tende a circoscrivere il termine

‘carità’ alla solidarietà o al semplice aiuto umanitario. È importante, invece, ricordare che massima opera di carità

è proprio l’evangelizzazione, ossia il ‘servizio della Parola’. Il rapporto “fede-carità” viene sviluppato dal Papa su un duplice binario: il primo, teologico, nel quale analizza come la fede costituisca “una risposta all’amore di Dio” e la carità, a sua volta, una manifestazione concreta della “vita nella fede”. E il secondo, invece, più pratico ed esperienziale, nel quale il credente è chiamato a mostrare, tramite le “concrete opere di carità”, quanto la sua vita sia cambiata dopo aver sperimentato “l’amore di Dio”.“All’inizio dell’essere cristiano – scrive il Papa, richiamando l’Enciclica ‘Deus caritas est’ - non c’è una decisione etica o una grande idea,

bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva... Siccome Dio ci ha amati per primo, l’amore adesso non è più solo un ‘comandamento’, ma è la risposta al dono dell’amore, col quale Dio ci viene incontro”. La fede, così, “costituisce quella personale adesione – che include tutte le nostre facoltà – alla rivelazione dell’amore gratuito e ‘appassionato’, che Dio ha per noi”. Il Papa ammonisce, a questo punto del messaggio per la Quaresima, su un rischio che oggi si può facilmente correre. Scrive infatti che “risulta chiaro che non possiamo mai separare o, addirittura, opporre fede e carità. Queste due virtù teologali sono intimamente unite ed è fuorviante vedere tra di esse un contrasto o una “dialettica”. È a questo punto che Benedetto

XVI approfondisce il significato di “carità”, collegandolo alla sua forma più alta, che consiste nell’evangelizzazione. Citando Paolo VI, afferma infatti che “l’annuncio di Cristo è il primo e principale fattore di sviluppo”. E per spiegare questa verità aggiunge che “le opere della carità non sono frutto principalmente dello sforzo umano, da cui trarre vanto ma nascono dalla stessa fede”, di fatto testimoniando Cristo.Nella parte finale del messaggio, il Papa ritorna sui contenuti teologali del rapporto fede-carità. Ricorda che “la fede, dono e risposta, ci fa conoscere la verità di Cristo come Amore incarnato e crocifisso, piena e perfetta adesione alla volontà del Padre e infinita misericordia divina verso il prossimo”. Questa stessa fede “ci invita a guardare al futuro con la virtù della speranza, nell’attesa fiduciosa che la vittoria

ANNO DELLA FEDE 6

Newman, quando gli venne consegnata la lettera con la sua nomina a cardinale,

nel maggio del 1879, pronunciò un discorso drammatico, e per molti aspetti profetico e descrittivo di una mentalità oggi dominante

.“Per trenta, quaranta, cinquant’anni ho cercato di contrastare con tutte le mie forze lo spirito del liberalismo nella religione. …. Il liberalismo in campo religioso è la dottrina secondo cui non c’è alcuna verità positiva nella religione, ma un credo vale quanto un altro, e questa è una convinzione che ogni giorno acquista più credito e forza. È contro qualunque riconoscimento di una religione come vera. Insegna che tutte devono essere tollerate, perché per tutte si tratta di una questione di opinioni. La religione rivelata non è una verità, ma un sentimento e una preferenza personale; non un fatto oggettivo o miracoloso; ed è un diritto di ciascun individuo farle dire tutto ciò che più colpisce la sua fantasia. …. Invero, non c’è mai stato un piano del Nemico così abilmente architettato e con più grandi possibilità di riuscita. Troppe volte ormai il cristianesimo si è trovato in quello che sembrava essere un pericolo mortale; perché ora dobbiamo spaventarci di fronte a questa nuova prova. Questo è assolutamente certo; ciò che invece è incerto, e in queste grandi sfide solitamente lo è, e rappresenta solitamente una grande sorpresa per tutti, è il modo in cui di volta in volta la Provvidenza protegge e salva i suoi eletti. A volte il nemico si trasforma in amico, a volte viene spogliato della sua virulenza e aggressività, a volte cade a pezzi da solo, a volte infierisce quanto basta, a nostro vantaggio, poi scompare. Normalmente la Chiesa non deve far altro che continuare a fare ciò che deve fare, nella fiducia e nella pace, stare tranquilla e attendere la salvezza di Dio. «Gli umili erediteranno la terra e godranno di una gran pace» (Salmo 37,11)”. Profondamente cristiane sono le ultime parole di Newman; ricordano il compito del cristiano in pellegrinaggio fra i pericoli e gli attacchi del mondo. Come amava dire S. Teresa di Lisieux: “agitarsi non serve a nulla occorre pregare e sperare”

Lorenzo Federici© RIPRODUZIONE RISERVATA

La “ricerca del senso”di Verdi e Beethoven

Il cristiano e ipericoli del mondo

Socio Politico 10 febbraio 2013 3

Non è solo questione di “più” o “meno” Europa, ma di “quale” Europa. Il discorso sullo stato dei rapporti tra Regno Unito e Ue,

pronunciato il 23 gennaio da David Cameron, ha messo nero su bianco il concetto d’integrazione secondo il premier inglese, la quale tende sostanzialmente a limitarsi alla creazione di un mercato unico, in cui merci e capitali possano circolare liberamente, conservando però le altre barriere che hanno segnato per secoli la storia continentale, da quelle politiche a quelle sociali e culturali.“Prima gli inglesi, poi gli altri”, si potrebbe sintetizzare. Una visione oggettivamente legittima, probabilmente condivisa dalla maggior parte dei cittadini britannici, riconducibile alla tradizionale Europa degli Stati nazionali. Un’Europa nella quale non hanno ovviamente cittadinanza né l’euro né l’unione bancaria e tanto meno la governance economica e finanziaria, né il Fiscal compact o il fondo salva-Stati e neppure Schengen, né la convergenza su uno standard minimo di “diritti sociali” (si pensi agli opt out rispetto al Trattato di Lisbona), non la coesione territoriale, forse nemmeno una univoca politica energetica o ambientale…Diversa è la posizione di chi sembra aver fatto propria la lezione derivante dalla globalizzazione: le enormi sfide che ci consegna questa epoca - da quella economica alla demografica, dalla culturale alla ambientale, senza trascurare i nodi dei diritti fondamentali o delle trasformazioni profonde in atto nel mondo arabo, in Cina, in India, in Sudamerica… - reclamano un’Europa coesa, rafforzata, messa in grado di restare sulla scena internazionale come un attore protagonista, non come uno spettatore canuto e attardato.L’incontro faccia a faccia di Davos, al World Economic Forum, tra Cameron e Angela Merkel, ha posto di fronte, anche visivamente, le “due Europe”, i due modelli che si confrontano in questo frangente. La cancelliera tedesca, esponente del Ppe e comunque riconducibile a un’area politica moderata (forse in questo non distante dai Tories inglesi), ha ben altra prospettiva dello sviluppo economico e sociale per il suo Paese e per l’Ue nel suo complesso. Tra lei e Cameron s’inserisce la cosiddetta “economia sociale di mercato”, che, lungi dall’essere uno slogan, è una modalità d’interpretare la dimensione economica accanto a quello sociale e, dunque, culturale. Libero mercato sì, ma corretto da provvedimenti a carattere redistributivo; rigore di bilancio, certo, ma anche crescita, occupazione e un welfare in

grado di determinare politiche inclusive verso la parte di popolazione meno tutelata.Il modello di sviluppo che ha in mente la Merkel, e che in buona parte corrisponde al sistema francese, italiano, spagnolo e di vari Paesi dell’Est Europa, rilanciato lo scorso anno da un ampio documento della Comece (Commissione degli episcopati della Comunità europea), s’inserisce nel quadro

di mezzo secolo d’integrazione comunitaria, dalla quale eredita il ruolo orientativo e regolativo della politica rispetto all’economia e il principio cardine della solidarietà: elementi, questi, che non collimano con il profilo dell’Ue tracciato da Cameron con il suo aut-aut referendario.Molte voci levatesi nei giorni scorsi in risposta al proclama di Londra si sono

concentrate su un punto: l’integrazione europea prevede vantaggi e responsabilità, e i primi non possono essere alimentati o reclamati senza la seconda. È questo il punto sul quale Cameron dovrà chiarire la propria posizione, e ben prima del referendum del 2017.

Agenzia Sir© RIPRODUZIONE RISERVATA

La campagna elettorale è ormai nel vivo e sempre più assume i caratteri di una grande rappresentazione. Ne presenta i molteplici e

anche contraddittori registri: si tratta, infatti, ormai di pescare in quel bacino d’indecisi, delusi e adirati, per i quali sono state anche coniate offerte politiche ad hoc. In questa grande rappresentazione, paradossalmente, tutto (sembra) politica, si celebra l’autonomia della politica. Gli italiani, che sono spettatori partecipi, ma anche smaliziati, lo sanno bene. Si godono - alla televisione, ma anche, in certi casi, nelle piazze - le rappresentazioni, ma non per questo dimenticano i grandi problemi che quotidianamente viviamo. “Il Paese sano è stanco di populismi e reticenze di qualunque provenienza e comunque vestiti”, aveva detto con franchezza il cardinale Bagnasco aprendo i lavori del Consiglio permanente, il cui comunicato finale ha rilanciato appunto i grandi temi, a partire dalla famiglia. Ecco, allora, l’esercizio cui siamo chiamati, attraverso questa campagna elettorale, ma

soprattutto verso la transizione, cui i risultati delle elezioni, probabilmente, apriranno nuovamente: riportare, al di là delle rappresentazioni, alla concretezza della realtà, ma fatta di persone, di passioni, di attese. “La politica è anche una complessa arte di equilibrio tra ideali e interessi”, aveva ripetuto papa Benedetto XVI in un impegnato discorso-quadro al Pontificio Consiglio dei laici: sono quattro parole chiave e un aggettivo che ci possono molto aiutare. È un’arte, complessa, proprio perché comporta la ricerca di un equilibrio, tra forze molteplici. Infine, evoca interessi (ovviamente non quelli personali cui purtroppo siamo abituati, ma quelli legati al bene comune) e ideali e la loro chiara dichiarazione. Questa definizione, da un lato, detta criteri non moralistici, ma realistici, per la scelta e per l’impegno. Dall’altro, stimola all’innovazione e a disegnare un possibile approdo virtuoso della (ennesima) transizione che stiamo vivendo. Per essere vantaggioso alla democrazia, dunque in concreto a tutti noi, l’approdo della crisi dovrà essere a un sano realismo, inclusivo e

innovativo.Certo, c’è una consolidata scuola di realismo politico che facilmente degenera in cinismo, con tutto il seguito di malefatte che ben conosciamo. Come c’è pure un idealismo astratto. La via della concretezza e della realtà non è però quella di un arido bilanciamento. È invece la “sintesi tra ideali e interessi”, che siano gli uni e gli altri chiaramente definiti. In tal modo può essere capace di parlare non solo alla testa, ma anche al cuore e alla pancia della gente, come pure è necessario - e lo ripetono sondaggisti e strateghi della campagna elettorale. In questo modo diventa non “politica assoluta” e impotente, ma efficace funzione e, senza retorica, un “ambito molto importante di esercizio della carità”. Che questo sia estremamente difficile lo dimostra la nostra situazione italiana ed europea, questo lungo e difficile passaggio di crisi, che continuiamo a definire transizione, ma che non può essere un alibi per nessuno.

Francesco Bonini© RIPRODUZIONE RISERVATA

VERSO IL VOTO / 1

Il Paese è stanco di populismi e reticenze

CONFRONTO DIVERGENTE PER IL FUTURO DELL’UNIONE

Cameron-Merkel due strade per l’integrazione dell’Europa

“La famiglia c’è, al di là dei catastrofismi”. Ad assicurarlo è stato mons. Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio

Consiglio per la famiglia, nella sua prima conferenza stampa in questa veste, svoltasi oggi presso la sala stampa della Santa Sede. “Anche se non si vede - ha detto il vescovo - la stragrande maggioranza delle nostre famiglie vive una condizione di difficoltà, anche economica, e tuttavia resta un sostegno. Se oggi, in Italia e altrove non ci fossero le famiglie, non so dove andrebbero i giovani che non trovano lavoro”. In Italia, ha ricordato

mons. Paglia riferendosi a una ricerca fatta in occasione dell’incontro mondiale delle famiglie a Milano, circa l’80% dei giovani dichiarano di preferire il matrimonio, civile o religioso che sia, mentre solo il 20% opta per la convivenza. In Francia, “i sondaggi rilevano che il 77% desidera costruire la propria vita di famiglia, rimanendo con la stessa persona per tutta la vita”. Questo vuol dire, ha commentato mons. Paglia, che “la famiglia è ancora una buona notizia per il mondo di oggi”, come ha detto il Papa a Milano. Eppure, “il desiderio di famiglia - l’analisi del

presule - oggi è stroncato da una cultura che privilegia l’individuo alla società, l’io al noi, i diritti dell’individuo a quelli della famiglia”. “Sorprende – ha detto mons. Paglia a questo proposito – la superficialità con cui la Chiesa viene accusata di conservatorismo. Non si tratta d’istituzioni superate, ma di pensare al futuro della stessa società umana. Semmai si potrebbe dire che siamo ‘conservatori dell’avvenire’, appunto, del futuro della società”.

Agenzia Sir© RIPRODUZIONE RISERVATA

MONS. PAGLIA SULLA NATURA PUBBLICA DEL MATRIMONIO

Famiglia: conservatori dell’avvenire

10 febbraio 20134 Chiesa e Mondo amicoil nuovo• •

Sono ormai tanti anni che la Chiesa italiana dedica una giornata al tema della vita umana fragile e indifesa.

Lo fa senza facili moralismi e con ragion veduta: invita a promuovere e difendere la vita umana, tenendo conto via via delle reali difficoltà, ma anche indicando le possibili soluzioni. In questo senso la Chiesa non si è mai rassegnata all’idea che l’aborto sia una soluzione comprensibile e accettabile, una possibilità senza conseguenze negative per la vita sociale. Già su questo piano c’è da registrare una continua novità e originalità di pensiero, rispetto a coloro che da decenni propongono le stesse tesi a favore della soppressione della vita nel grembo della madre. Sotto questo aspetto la cultura di morte - come la definiva il beato Giovanni Paolo II - è

chiusa e avviluppata in sé stessa, mentre la riflessione a favore della vita offre insieme ragioni di sempre e speranze possibili. Il motivo di questo successo sta nel fatto che la cultura della vita dà voce a quanto di più naturale è inscritto nel cuore di ciascuno: ad esempio, il valore e il rispetto per ogni vita umana, il desiderio di generare. Lo ricorda bene il messaggio dei vescovi italiani per la Giornata nazionale per la vita (3 febbraio); essi scrivono: “La disponibilità a generare, ancora ben presente nella nostra cultura e nei giovani, è tutt’uno con la possibilità

di crescita e di sviluppo; non si esce da questa fase critica generando meno figli o peggio ancora soffocando la vita con l’aborto, bensì facendo forza sulla verità della persona umana, sulla logica della gratuità e sul dono grande e unico del trasmettere la vita, proprio in una situazione di crisi”. C’è una disponibilità a generare che nasce direttamente dal cuore dei giovani, perché inscritto nella verità della persona. Chiudersi alla vita in tutte le forme possibili è contro la natura umana ed è una forma di egoismo.

Marco Doldi©rIProduzIone rIServata

GIORNATA PER LA VITA

La cultura della morte è in affanno

ASSEMBLEA PLENARIA DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA CULTURA

Il cardinale Ravasisu giovani e fede

I giovani “sono il presente e non solo il futuro dell’umanità”, e la loro “diversità” contiene “semi sorprendenti di fecondità e autenticità”. Per questo, “abbandonando le pur necessarie analisi” sulla loro fede, “preferirei puntare sulla fede nei giovani, cioè sulla fiducia nelle loro potenzialità, pur sepolte sotto quelle differenze che a prima vista mi impressionano”. Così il card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, presentando l’assemblea plenaria del Dicastero su “Culture giovanili emergenti”.

Le “domande spesso contraddittorie” dei giovani “hanno molto da dire anche a me, appartenente a una generazione ormai sorpassata”,

ha assicurato il card. Ravasi auspicando l’affiorare di “un esame di coscienza nei genitori, nei maestri, nei preti, nella classe dirigente”: insomma in quegli adulti che hanno creato una “insopportabile complessità sociale, politica, religiosa” dalla quale i giovani si sentono spesso esclusi. Noi, ha ammesso, “li abbiamo esclusi con la nostra corruzione e incoerenza, col precariato, la disoccupazione, la marginalità”. Tra i principali temi che saranno oggetto di riflessione e confronto, la cultura digitale che richiede “un discernimento da parte della Chiesa e un profondo cambiamento

di linguaggio”, l’alfabeto “emotivo” e le modalità di socializzazione dei giovani, la loro fede. Della sua Africa “ferita e divisa”, ma che “avrebbe tanto da dare al mondo” in termini di “forte accoglienza” e “apertura al trascendente”, ha parlato la malgascia Fara Bemahazaka, studentessa presso la Facoltà di economia e commercio dell’Università di Firenze. “Come tanti giovani - ha detto - vorrei realizzare qualcosa di grande nella mia vita. In particolare, desidero tradurre la spiritualità e i valori della fede cristiana in azioni per il bene della mia gente”. Fara, che con altri giovani ha costituito l’Associazione degli studenti africani a Firenze, è persuasa che i giovani possano e debbano “entrare nel vivo della società, pronti a intervenire là dove si manifestano le sofferenze più acute”.

Oggi la Chiesa “deve fare i conti” con l’indifferenza e il pressapochismo dell’habitat degli odierni “nativi digitali”. Ne è convinto Alessio Antonielli, secondo il quale “nella società liquida”, o “la Chiesa impara a nuotare oppure affoga”. C’è bisogno di “intercettare le esigenze” dei giovani, “c’è bisogno di presenza”. “Se oggi non si è presenti in certi canali è come se non si esistesse”, ma soprattutto, ha precisato Antonielli, occorre “tradurre” il messaggio della fede “attraverso la coerenza, mediante la testimonianza di vita, con un ragionamento razionale che possa arrivare alle persone in modo semplice e veloce da una parte, profondo e comprensibile dall’altra”. Rispondendo ad alcuni interrogativi arrivati in diretta durante l’incontro a padre Enzo Fortunato,

direttore della sala stampa del Sacro convento di Assisi, il card. Ravasi ha rammentato, con riferimento agli scandali, che la Chiesa “non è una comunità angelica al di sopra della realtà, ma una realtà incarnata” che sta “anche nella polvere e nel fango”, e questo “è un rischio”, ma ne ha ricordato anche l’impegno di carità in diversi ambiti ed emergenze sociali. Replicando a un’altra domanda, il porporato ha sottolineato la difficoltà del dialogo non con chi si dice “fieramente laico”, bensì con “la zona grigia, la mucillagine, la nebbia dell’incredulità” che “non consente di avere un’interlocuzione”.

Sir©rIProduzIone rIServata

“Guardare con positività, con speranza e con coraggio, senza farsi ingannare da imbonitori di qualsiasi

sorta, ma valutando onestamente tutti gli elementi, il quadro complessivo”. È un invito al discernimento, sulla base dei “valori non negoziabili”, quello rivolto da mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, in vista delle prossime elezioni politiche. Rispondendo alle domande dei giornalisti sul rapporto tra cattolici e politica - nel corso della conferenza stampa di presentazione del comunicato finale del Consiglio episcopale permanente - mons. Crociata ha esortato a “scegliere con mente aperta, non guardando solo all’immediato”. “Non lasciamoci ingannare - ha detto - da formule illusorie, orientiamoci alla scelta del bene maggiore di tutti, della società intera, che alla base ha i valori della persona e che

cerca però un progetto di società capace di salvaguardare il bene della persona a partire da quella base”. Il riferimento è ai valori fondamentali, o non negoziabili, che non sono “una scelta arbitraria o ideologica”, ma le “basi per il vero bene della persona e della collettività intera”, le “basi di ogni valore e di ogni diritto”, e a partire dalle quali è possibile concepire “una visione di società, di bene comune che guarda alla crescita economica e di tutte le dimensioni della persona e della società”. In politica, ha ammonito, “non possiamo essere provinciali: non possiamo pensare che il bene di tutti si giochi in questioni localistiche. Bisogna avere uno sguardo nazionale, uno sguardo che ormai richiede anche una politica globale e che si muove in un orizzonte più vasto”.

Sir©rIProduzIone rIServata

DAL DOCUMENTO FINALE DELLA CEI

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10 febbraio 2013 5amicoil nuovo• •

MEDUGORJE15 Marzo 20 Marzo29 Marzo 3 Aprile29 Aprile 3 Maggio22 Maggio 27 Maggio29 Maggio 3 Giugno28 Giugno 3 Luglio31 Luglio 7 Agosto12 Agosto 18 Agosto21 Agosto 26 Agosto26 Agosto 1 Agosto1 Settembre 6 Settembre30 Agosto 4 Settembre30 Settembre 4 Ottobre6 Dicembre 11 Dicembre30 Dicembre 3 Gennaio 2014CON BUS 28 Maggio / 3 Giugno

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2013

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SABATO 9 FEBBRAIO L’INAUGURAZIONE IN VIA UGO BASSI – ZONA VALLATO

Apre a Fano l’Opera Mariana PellegrinaggiOpera Mariana Pellegrinaggi, inaugura a Fano l’apertura della propria Agenzia Viaggi in Via Ugo Bassi n. 2/c. Il titolare Stefano Iacucci, in attività dal 2005, migliora e amplia l’offerta, dotandosi di un logo per meglio identificarsi e fornire un servizio adatto al “pellegrino” in cerca di DIO.Il 2013 prevede come mete: FATIMA – LOURDES – MEDJUGORJE – TERRA SANTA – ASSISI – COLLEVALENZA - LANCIANO – SAN GIOVANNI

ROTONDO – MONTE SANT’ANGELO.I viaggi organizzati come da consuetudine prevedono la guida tecnica e l’accompagnatore spirituale Sacerdoti o Consacrate. Ulteriori informazioni sul sito www.ompellegrinaggi.it (in costruzione) - tel. 0721/820608 – e-mail [email protected]’inaugurazione è prevista per sabato 9 febbraio con il seguente programma:

ORE 17,00 BENEDIZIONE LOCALEORE 17,30 SANTO ROSARIO CHIESASAN PAOLO FANOORE 18,00 SANTA MESSA ORE 19,00 APERITIVO

Superare “ogni discriminazione economica tra alunni del sistema nazionale d’istruzione e di formazione”, “basandosi sul

principio costituzionale della sussidiarietà”. A chiederlo è un documento congiunto sottoscritto da associazioni e federazioni di area cattolica che operano nell’ambito dell’istruzione e della formazione: Fidae (federazione delle scuole cattoliche), Fism (materne), Confap (formazione professionale), Foe Cdo (ambito educativo della Compagnia delle opere), Agidae (gestori), Agesc (genitori), Msc (studenti).

In tal modo “si vuole evidenziare al mondo della politica e delle istituzioni l’importanza della scuola nel suo insieme”, sottolinea don Francesco Macrì, presidente della Fidae, ricordando che “la scuola paritaria, che in stragrande maggioranza è cattolica, fa parte del sistema d’istruzione e formazione”. Da qui il richiamo “del ruolo che hanno la scuola e la formazione professionale nella società moderna” e, in secondo luogo, “dell’importanza di valorizzare la scuola cattolica per la sua lunga tradizione pedagogica, che non dovrebbe andare dispersa”. A tal fine, però, “serve un sostegno non solo legislativo, ma pure economico”, sottolinea Macrì. Soprattutto oggi, poiché “la scuola paritaria cattolica si trova in una crisi fortissima, a fronte della situazione drammatica dell’occupazione e della paura del futuro” che coinvolgono tante famiglie, fattori che creano una “grossa difficoltà” nella scelta di una scuola paritaria, per l’onere economico che ne consegue. “A questo - prosegue il presidente della Fidae - si aggiungono poi altri problemi, come una tassazione penalizzante, specialmente con l’Imu”. Un’imposta che, ad avviso di Macrì, “sarebbe nata a partire da un normativa europea che prevede la non turbativa della concorrenza”, ma che, anzi, allontana ancor di più tale obiettivo. Infatti, “se c’è

uno sbilanciamento nella concorrenza, è a favore della scuola statale, che è pienamente finanziata a differenza delle paritarie”.Il documento sottoscritto si rivolge “a tutte le forze politiche affinché nel corso della prossima legislatura portino a compimento i principi costituzionali dell’autonomia e della parità, per adeguare il nostro sistema d’istruzione e di formazione ai parametri europei e alle sfide culturali, sociali ed economiche della complessa contemporaneità”. La realtà, osserva Macrì, è che “nell’Unione europea gran parte delle scuole paritarie sono finanziate dallo Stato,

con l’eccezione della Grecia e dell’Italia”. Al riguardo, precisa, contribuiscono pure due risoluzioni del Parlamento europeo: la prima, del 1984, prevede che “gli Stati membri devono sostenere le scuole paritarie senza discriminazione”; tesi ribadita nella seconda risoluzione, che risale al 2012. “In un sistema di governo fondato sul principio costituzionale della sussidiarietà, lo Stato - riporta il testo - detta le norme di carattere generale del sistema d’istruzione, attua il controllo e la valutazione dei risultati raggiunti e interviene in forma sussidiaria nei confronti degli enti territoriali che non

sono in grado di assicurare l’erogazione del servizio e il raggiungimento dei livelli essenziali delle prestazioni”. Si tratta, in fondo, di garantire alla famiglia “una piena libertà di scelta tra scuole statali, scuole paritarie, centri di formazione professionale”, così “come sancito dalla nostra Carta costituzionale” - ultima, in ordine di tempo, “l’introduzione dell’autonomia delle istituzioni scolastiche” con la riforma del 2001, che rende la parità “ulteriormente fondata” - e “dalle dichiarazioni internazionali dei diritti”.

Agenzia Sir© riproduzione riservata

DOCUMENTO UNITARIO DELLE ASSOCIAZIONI E FEDERAZIONI DI AREA CATTOLICA

Per una parità economica della Scuola

10 febbraio 20136 Regione PRovincia

La storia ci insegnaCaro Nuovo Amico,

sono un’insegnante a riposo e da sempre nutro vivo interesse per

la storia, con particolare riferimento al nostro territorio. Di recente ho se-guito il conferimento delle medaglie d’onore in Prefettura a Pesaro in occa-sione della Giornata della Memoria. Mi pare che spesso si rischi un po’ troppa confusione assimilando ad esempio le deportazioni dei nostri soldati allo sterminio del popolo ebraico. A tal pro-posto mi sento di ringraziare il Nuovo Amico perché negli ultimi anni è stato l’unico giornale a ricostruire, in questa data della “Memoria” (27 gennaio) sto-rie mai raccontate di alcune famiglie ebree scampate alla Shoah grazie alla bontà dei nostri concittadini. Con i più cordiali saluti

Maria Teresa Bernardini

Spett.le Nuovo Amico,storie come quella dei “Giusti di Secchiano” da voi pubblicata di re-

cente, ci debbono convincere di quanto il razzismo non debba più esistere. Il fatto che avete raccontato è bellissimo e pienamente compendiato da una del-

le grandi virtù, la MISERICORDIA e la fratellanza fra le persone.Umanamente mi sento orgoglioso di appartenere a questa terra che è sem-pre stata abitata da persone davvero degne di definirsi umanamente miseri-cordiose. Queste memorie non dovreb-bero essere viste come un spot televisi-vo relativo ad una data, ma dovrebbero far parte della cultura sociologica da impartire ai nostri giovani. Non dimen-tichiamo che Secchiano ha dato suore di clausura al monastero di San Nicco-lò, le quali durante l’esecrabile periodo bellico, nascosero una famiglia ebrea di Senigallia. Anche questa è STORIA.

Giuseppe Aguzzi

Marchigiani brava gente, tanto per para-frasare un titolo famoso. Un giornale cat-tolico è tenuto a raccontare anche storie belle ed edificanti (perché questa parola non si usa più?). Nella vita ci sono luci ed ombre: se necessario possiamo anche ri-portare la cronaca nera o ridere di quella rosa, ma la cronaca bianca (così la de-finiamo) se non la narriamo noi non la narra nessuno.

La Redazione© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lettere in redazione

IL LIONS CLUB DI URBI-NO, su iniziativa del pre-sidente Emanuele Brancati ha dedicato la conviviale del

mese di febbraio al Service Na-zionale Multidistretto 108 Italy per l’anno scolastico 2012-2013 conosciuto come il “progetto Martina: parliamo ai giovani di tumori.”Il progetto è ispirato all’eredità morale di Martina, una ragazza morta a causa di un tumore mam-mario.L’incontro è stato presentato dal Coordinatore nazionale Prof Cosi-mo Di Maggio e dal Coordinatore distrettuale PDG Carlo D’Angelo .Nel corso della serata il coordina-tore nazionale ed il coordinatore distrettuale per il progetto Mar-tina hanno illustrato in modo più esauriente obiettivi, metodologia attuativa e risultati del progetto Martina.Lo stesso ha trovato attuazione, il giorno dopo, nelle scuole superio-ri di Urbino, già informate e felici per aver partecipato.E’ stato un incontro denso di si-gnificato proprio per l’argomento delicato che affrontava e di come si dovevano informare i giovani.

Il progetto è da anni condotto da medici Lions tra migliaia di stu-

denti di scuo-le superiori ed è cresciuto nel tempo.Ora esso è stato scelto in occasione del Congres-so nazionale Lion di Tori-no come Ser-vice (impegno condiviso) na-zionale 2011-12 da adottare in tutto il ter-ritorio italia-no.

Il progetto è rivolto agli studenti delle Istituzioni Scolastiche su-

periori di II grado –classi terze e quarte di tutto il territorio italia-no ed ha l’obiettivo di fornire co-noscenza per la prevenzione e la diagnosi precoce e le strategie di lotta ai tumori. Gli obiettivi sono articolati con la seguente metodologia operativa:a) incontri programmati (dura-ta circa 2 ore ad incontro) tra gli studenti e alcuni medici, spe-cialisti nelle branche coinvol-te nelle neoplasie giovanili più frequenti(dermatologo, oncologo, ginecologo, urologo, senologo);B) monitoraggio del grado di apprendimento e di gradimen-to degli studenti mediante la compilazione,al termine di ogni incontro, di un test preconfezio-

nato ad hoc.Quindi un invito a credere in de-terminati Service sia come club sia come singoli appartenenti ai clubs, affinché simili progetti pos-sano portare ad una informazione fattiva.Una grande azione di servizio è dunque nata da uno scritto fatto da una giovane che ci ha lasciato affinché altri giovani non debba-no soffrire e morire per tali brutti mali.I Lions sono impegnati a portare avanti questo Service come di-mostrazione che ogni Lion è im-pegnato ad onorare con i fatti, gli scopi e le finalità della grande fa-miglia dei Lions.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

UN SERVIZIO DEL LIONS CLUB DI URBINO PER GLI STUDENTI DELLE SUPERIORI

Progetto Martina: parlare di tumore ai giovani

SPORTELLO DEL CENTRO ITALIANO FEMMINILE

Depressione: come superarla insiemeIl C.I.F. Centro Italiano Femminile, Comitato Comunale di Pesaro, tramite lo spor-tello “TerritorialMente”, organizza un servizio informativo e di assistenza sul tema: “La Depressione. Come superarla insieme ”. Per informazioni rivolgersi presso la Sede del C.I.F in Via Branca n.29 tutti i Martedì dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 18.00, oppure telefonando al 339 4962055. Vincere la Depressione è difficile, ma è possibile. Non siamo destinati ad essere vittime passive del passato, delle circostanze, della vulnerabilità biologica. Forte di questa convinzione il C.I.F. Comunale di Pesaro organizza incontri di supporto psicologico di gruppo, rivolti non solo a chi ne soffre ma anche a tutti coloro che possono esserne a rischio, per vivere in modo più sereno e costruttivo, per comunicare meglio con gli altri e saperli aiutare all’occorrenza, in modo più effi-cace. Gli interessati possono lasciare allo sportello il proprio nominativo, saranno in seguito contattati da una psicologa-psicoterapeuta cognitivo comportamentale per un colloquio conoscitivo, mirato a selezionare adeguatamente i partecipanti ai gruppi.

Regione PRovincia 10 febbraio 2013 7

Mario Balotelli è tra i più grandi talenti del calcio italiano.

Sfacciato, generoso, infantile, da quando ha debuttato con l’Inter di Roberto Mancini, è costantemente nella bufera. Di lui si sono occupati tutti: scrittori, capi ultra, politici, ministri e responsabili del calcio, che hanno dovuto modificare le norme federali per tamponare la grandine di cori razzisti che per mesi l’ha preso a bersaglio. Noi, non tifosi di calcio, di lui non possiamo dire nulla, salvo che riportarne le grandi capacità atletiche. Certo è un personaggio strano, ma non più di tanti altri atleti italiani. Al massimo, copiando il Cavaliere, possiamo dare la definizione di Obama. “Un giovanotto abbronzato”, per il resto è italianissimo, con pregi e difetti. Comunque il problema attuale non è il suo, ma della politica italiana. Famosi giornalisti e docenti universitari discettano in televisione se l’acquisto del Milan possa aumentare e di quanto i voti del Cavaliere. Siamo veramente un Paese strano: una palla di cuoio entra o non entra in una rete ed i voti si elevano o si abbassano di conseguenza. Non conta lo spread, la crisi bancaria, le percentuali di disoccupati, le aziende che chiudono; quello che conta è il gol. Panem et circenses dicevano gli antichi romani. Proprio di questo ha bisogno il Paese: il calcio allo stadio, le stupidaggini televisive, il lotto ed i gratta e vinci. Dicono che 80.000 persone hanno deciso di cambiare il loro voto dopo l’acquisto del Milan. Siamo proprio alla frutta!

Alvaro Coli© riproduzione riservata

il peperoncino

Balotelli

GESTIONE ASSOCIATA DEI SERVIZI DI URBINO, MONTECALVO, PETRIANO, AUDITORE E TAVOLETO

Nuove strategieComuni uniti per vincere

Urbino – il comune di Monte-calvo in Foglia ha fatto proprio e rilanciato in questi giorni un pro-getto di cui da tempo si parla a vari livelli e che ha trovato modo di concretizzarsi in altre realtà: associarsi con Urbino per mi-gliorare i servizi ai cittadini. La proposta ha trovato subito un’eco favorevole e condivisa nel comune di Petriano. A parere del sindaco del comune fogliense Domenico Ceccaroli bisogna giungere ad una aggregazione di servizi tra Urbino, Petriano, Montecalvo, Auditore e Tavoleto, che costituirebbe una realtà di oltre 25.000 abitanti, un insieme di tutto rispetto. Ma an-che altre realtà potrebbero essere interessate. Urbino con il suo va-sto territorio confina ed è a diretto contatto con numerosi comuni (a

quelli citati vanno aggiunti Fer-mignano, Urbania, Sassocorvaro, Fossombrone, Colbordolo) e con alcuni di questi – Montecalvo, Auditore, Tavoleto - è stato crea-to, da anni, il consorzio per la ge-stione del servizio scolastico di Ca’ Lanciarino. Questi comuni po-trebbero associarsi cominciando con l’istituzione di un servizio di polizia municipale adatto alle at-tuali esigenze. Ma oltre alla polizia municipale e ai servizi scolastici si potrebbero mettere insieme i ser-vizi tributari, l’assistenza domici-liare ed educativa, l’ufficio per lo studio e la formulazione di appalti pubblici (ad Urbino si occupa di questo settore del personale spe-cifico). il tema dell’associazione di comu-ni per gestire insieme importanti

servizi è particolarmente attuale nella prospettiva della soppres-sione delle province, o comunque in vista di un loro ruolo sempre più marginale, e delle comunità montane. L’aggregazione di realtà omogenee diventa quindi, oltre che utile, opportuna e necessaria, perché il Comune è alla base del sistema delle autonomie locali e la sua funzione va sempre più rico-nosciuta, potenziata e dotata del-le indispensabili risorse, pur nella precarietà dei tempi. Perché c’è anche un’altra realtà con la quale la politica non vuole fare i conti, facendo finta che presto tutto sarà come prima e meglio di prima. Son finiti i tempi belli, è solito ripetere ancora oggi un urbinate ricco di anni, di esperienza e di saggezza. non si può crescere all’infinito, per lo meno non si può crescere nello stesso modo con cui lo si è fatto finora; anni fa un consiglie-re comunale urbinate suggerì, in mancanza di risorse, di “spendere il deficit” e quella che ai più sem-brò una “ingenuità” si tradusse poi in una pratica comune e ci si indebitò, ovunque, fino al collo. Ci saranno, infatti, profondi cambia-menti nel modo di vivere e si do-vrà rinunciare a molti dei modelli fin qui seguiti. non ci sono abba-stanza risorse per far fronte alle esigenze del vivere fin qui seguito; regioni, province e comuni (questi ultimi speravano di ottenere mag-giori trasferimenti statali nel 2013 attraverso l’imu, ma non è chiaro come andrà a finire !) si vedono ri-durre sempre più i finanziamenti. Quando si parla e si promette di togliere qualche tassa, o si ha in mente di introdurne un’altra (in modo magari più furbesco e meno

evidente) o ci si vuole far stringere ancora di più la cinghia o si pensa di ricorrere al taglio di altri servizi. Difficile credere, secondo il vec-chio detto, di poter avere “la botte piena…”, con quel che segue. nella prospettiva dunque di do-ver affrontare situazioni sempre più pesanti, i comuni fanno bene a cercare di mettersi insieme per gestire una serie di servizi senza rinunciare alla propria autonomia e identità. Uniti si vince. Come modo di dire è sicuramente da-tato ma è sempre attuale, anzi in questo momento lo è ancora di più. E ci sono i giusti elementi per evidenziare che una guerra tra po-veri è il peggio che possa capitare ai centri dell’alta provincia povera di abitanti, di servizi, di risorse e di prospettive. insieme si possono condurre anche battaglie impor-tanti come quelle per la viabilità, la sanità, la scuola, i trasporti. Un impegno comune dovrebbe essere rivolto anche allo studio e alla ri-cerca di modi, tempi e mezzi per rilanciare economicamente il ter-ritorio, mettendo fine ad una fase che va avanti dal secondo dopo-guerra e che ha fatto dell’alta pro-vincia un serbatoio di manodope-ra (spesso occasionale) per le zone costiere e le grandi aree industria-lizzate. Anche i serbatoi si svuo-tano e quelle città della costa che hanno pretese di diventare centri sempre più importanti devono sapere che non avranno futuro se non avranno un territorio vivace ricco e produttivo su cui contare, cosa prevedibile se l’alta provincia sarà sempre più disabitata e de-pauperata.

giancarlo di ludovico © riproduzione riservata

Gli stemmi dei comuni di Urbino,

Montecalvo, petriano, Auditore e

Tavoleto

APPELLO AI SINDACI DI FANO E DI PESARO

Nominare i disoccupati ai seggi delle elezionipesaro – il presidente regionale del Coni Fa-bio sturani, in ossequio al nuovo regolamento dell ’organiz zazione periferica, ha nomina-to alberto paccapelo delegato provinciale dell’ente determinan-do, così, un ritorno al passato.paccapelo è titolare di un notevole iter spor-tivo con particolare riferimento alla palla-canestro. Giovanissimo è entrato a far parte della “rosa” della vL Butangas per poi di-fendere i colori delle pesaresi Lupo, Loreto e Febal, in serie B, prima di approdare all’aurora Jesi ed al Basket Cagli.Gratificante il suo cam-mino dirigenziale. vice presidente del Comi-tato provinciale Fip, socio fondatore e pre-

sidente per vent’anni del pesaro basket è entrato, successivamente, a far parte della dirigenza nazionale ricoprendo gli incarichi di vice presidente dei settori minibasket ed agonistico nonché di respon-sabile della nazionale under 16 maschile e master con la quale ha conquistato tre titoli europei ed uno mondiale. stella d’argento al merito sportivo, nel 2008 è stato eletto presidente del Comitato pro-vinciale del Coni di pesaro-urbino, succedendo a Marco paolini che aveva retto l’incarico per oltre 35 anni. paccapelo è chiamato ora a dare un volto alla delegazione provincia-le ed a progettare il futuro in un clima di notevole incertezza.

PER IL qUADRIENNIO OLIMPICO 2013-2016

Paccapelo nominato delegato del CONI

La meritoria azione dell’”associazione di pro-mozione sociale disoccupati di pesaro e urbi-no” aggiunge un importante tassello alla rete

di interventi e proposte che, da circa un anno, rea-lizza nel nostro territorio: Gruppi di auto/aiuto con supporto psicologico, Laboratori formativi e di auto/sostegno, ufficio di collocamento autogestito “dalla parte del disoccupato”, rappresentanza presso isti-tuzioni per sostegno e promozione di iniziative per disoccupati, Formazione di nuove aziende o coope-rative per dare lavoro agli associati. oltre a queste diversificate attività già in corso a favore di quanti oggi scontano, loro malgrado, gli effetti di una crisi economico/finanziaria che colpisce come una man-naia il settore industriale/artigianale italiano, l’asso-ciazione, presieduta da ermanno Cavallini e che ha sede centrale a Fano e un’altra a pesaro, lancia un appello sotto forma di lettera aperta al sindaco di

Fano stefano aguzzi e al sindaco di pesaro Luca Ce-riscioli: per le prossime elezioni politiche nazionali si occupino, nei seggi elettorali, come scrutatori e presidenti di seggio, i disoccupati prima di tutti gli altri. L’associazione chiede, in particolare, che ven-ga utilizzato per tutte le operazioni dei seggi “quel rilevante numero di disoccupati non più soggetti ad alcun ammortizzatore sociale”. non è impossibile of-frire a queste persone –che nella maggior parte dei casi hanno una famiglia, ed erano produttori di un unico reddito- la precedenza rispetto ad altri sog-getti: “Come sa bene, Sindaco –si legge nell’appello- gli scrutatori nei seggi elettorali sono nominati dalla Commissione elettorale del Comune, a sua volta no-minata dal Consiglio comunale. Ogni scrutatore ha di-ritto ad un rimborso economico e in ogni seggio sono presenti quattro scrutatori. Un tesoretto –in termini di guadagno- che, se non cambiano le cose, andrà ai so-liti noti. Ecco, gentile Sindaco, noi vogliamo suggerir-le di aiutare chi è oggi in difficoltà”. in questo senso l’associazione indica “quale titolo di priorità ai fini della nomina a incarichi relativi alla formazione dei componenti delle sezioni elettorali del Comune, la va-lutazione dello stato di disoccupato e di inoccupato e di scegliere in modo prioritario (fra quei cittadini che hanno espresso la propria disponibilità nell’apposi-to albo) quelli appartenenti a fasce sociali disagiate o che non presentino familiari prossimi già designati come scrutatori o presidenti di seggio”. La proposta dell’associazione disoccupati si fa forza, anche, di quanto avviene in altre amministrazioni comunali italiane: “Analoghe iniziative sono già in corso di va-lutazione in molti altri Comuni del Paese tra cui an-che quello della vicina Perugia”. La lettera-aperta si conclude con una esortazione ai sindaci destinatari:

“sappiate cogliere anche questa occasione per dare un segnale che dimostri l’attenzione delle istituzioni ai problemi legati alla disoccupazione”.

Paolo Maria Rocco© riproduzione riservata

10 febbraio 20138 amicoil nuovo• •

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“Che bella festa, che splen-dida festa tutti fanno per noi. Ma che giornata movi-

mentata...”: così diceva una can-zonetta di qualche anno fa che rallegrava i nostri sabato sera. Eh sì, devo riconoscere che la gior-nata per la vita consacrata del 2 febbraio, è stata proprio una bel-la festa e una giornata movimen-tata, che ha visto riuniti religiose, religiosi, appartenenti agli istituti secolari, per un pomeriggio mar-cato dalla fraternità, dall’amore per la chiesa e … dalla pioggia. P. Giuseppe, superiore della co-munità dei Servi di Maria, ci ha accolti per un primo incontro fra-terno, animato dal P. Michele Sar-della, missionario comboniano. La sua riflessione sulla vita consa-crata a 50 anni dal concilio è stata molto apprezzata. Forse perché la quasi totalità dell’assemblea era viva quando è iniziato il Concilio e ha vissuto in prima persona le speranze, le gioie e i sogni che il Concilio aveva portato con sé. Sta di fatto che nelle parole del P. Mi-chele, ciascuno si sentiva a casa sua e riviveva le problematiche legate alla vita religiosa, fondata non tanto sul proprio impegno, ma piuttosto sull’azione di Dio

che consacra a se le persone che ha chiamato e che hanno risposto con la disponibilità ad essere te-stimoni del suo amore in mezzo ai fratelli. La diminuzione delle persone consacrate in Italia, l’in-vecchiamento delle persone, l’an-goscia davanti alla mancanza di nuove vocazioni, la lentezza della Chiesa a cogliere i segni dei tempi

e il disagio dei religiosi, sono stati alcuni dei punti toccati.Abbiamo terminato l’incontro ri-cordando ciò che è stato il Conci-lio, con una formidabile sintesi di P. Michele: essere Chiesa chinata sul mondo e a favore del mondo, per viverne assieme “le gioie e le speranze” (Gaudium et Spes), che annuncia e testimonia Cristo luce

delle genti (Lumen Gentium), che, animata dallo Spirito, celebra la presenza di Gesù nella liturgia (Sacrosantum Concilium), ed è popolo di Dio in cammino e in religioso ascolto della sua Parola, che proclama a tutti con fiducia (Dei Verbum). La nostra sfilata verso il duomo, anche se poco va-riopinta nei colori, (chissà perché le persone che hanno scelto di amare e servire Dio e i fratelli con tutto il cuore si vestono tutti di scuro... Ah l’Africa, com’è diversa!) ha animato per qualche istante l’elegante via Rossini. Nel duomo di Pesaro, luminoso e solenne, ci ha accolti l’Arcivescovo per la ce-lebrazione dell’Eucarestia. All’inizio della celebrazione ogni famiglia religiosa ha portato al-l’altare l’immagine del proprio Fondatore e un simbolo che ri-cordava il carisma dell’Istituto e -non poteva mancare- un lumino che rappresentava la dedicazione

a Dio di ogni persona consacrata.L’Arcivescovo ha apprezzato e ha ringraziato i religiosi presenti che animano l’arcidiocesi attraverso il loro ministeri, non sempre vi-sibili, ma certamente efficaci dal punto di vista evangelico. Nella sua riflessione sulla Parola Mons. Coccia ha fatto emergere dalle letture del giorno tre parole che marcano la vita delle persone consacrate: il coraggio, la carità e la testimonianza.La voce laica e bellissima di Mina con il suo Magnificat conclusivo ha accompagnato religiose e reli-giosi ad un ultimo simpatico in-contro: quello della convivialità, dove antichi sapori, preparati da mani esperte, sono stati offerti ai presenti per concludere nel segno della fraternità un’altra giornata, dono di Dio.

P. Renzo Piazzamissionario comboniano.

©RIPRoDuzIoNE RISERvAtA

GIORNATA PER LA VITA CONSACRATA NELLA CHIESA DI PESARO

Ogni famiglia religiosa ha portato all’altarel’immagine del proprio Fondatore

è lecito interrogarsi su Dio? Si potrebbe, in linea di principio, affermare di no. Ma se si osserva l’esperien-

za, si può constatare che l’uomo è portato per natura a domandare e non sopporta limitazioni. La sua intelligenza desidera conoscere non solo i singoli oggetti, ma an-che la totalità dell’esistere. Inter-rogarsi su Dio, perciò, oltre che lecito, è inevitabile. E costringe a prendere posizione.L’argomentare serrato e limpido del Cardinale Camillo Ruini – già presidente della CEI e del Comi-tato per il Progetto culturale, in-vitato venerdì 1 febbraio dall’Arci-vescovo Piero Coccia a presentare in Cattedrale il suo ultimo libro “Intervista su Dio” – è stato segui-to da una folla attentissima, tipica delle grandi occasioni. Ad ascol-tarlo c’erano anche l’arcivescovo di Urbino, mons. Giovanni Tani e S.E. mons. Marinelli.Che interrogarsi su Dio sia inevi-tabile – ha detto il Cardinale – in realtà oggi non sembra così vero. Nel nostro tempo, infatti, si sta verificando un fenomeno nuovo, un po’ eccezionale rispetto ad al-tre epoche che pure hanno vissu-to forti crisi di fede. Oggi il contesto socio-culturale sta affievolendo non solo la “fede” in una precisa religione, ma anche quel “senso religioso” che precede di gran lunga le religioni orga-

nizzate e che era proprio anche dell’homo erectus: quando, con-templando il cielo stellato, intuiva il manifestarsi nella realtà di qual-cosa di sacro, trascendente, asso-luto; qualcosa verso cui si sentiva orientato e che considerava indi-spensabile a sé, perché, senza quel “quid”, si sarebbe scoperto squili-brato, “desiderio inutile”.La cultura moderna invece, nata dall’Umanesimo, ha segnato la ca-duta di questa “religiosità”: l’uomo infatti, da una parte, è diventato giustamente più cosciente della sua importanza, della sua centra-lità nell’universo, della sua supe-riorità sulla natura; dall’altra però è caduto nell’illusione che per af-fermare se stesso fosse necessario eclissare Dio, considerato ostaco-lo alla propria libertà.

Questa autoreferenzialità dell’uo-mo, tuttavia, ha finito per ritorcer-si contro di lui: i fondamenti della cultura moderna sono caduti con la cultura contemporanea. Oggi non solo non si parla più della centralità dell’uomo, ma si tende a negare persino la sua “diversità” dalla natura. L’uomo viene consi-derato “natura”, riassorbito nella natura, manipolato come ogni al-tra cosa in natura.Oggi, pertanto, porre la questione di Dio – che va sempre storica-mente collocata, ha tenuto a pre-cisare il Cardinale – significa pro-prio questo: difendere la “diversità” dell’uomo dalla natura, rivendica-re l’irriducibile originalità della ragione umana. Paradossalmente, in questo laico tempo, difendere la ragione è diventato soprattutto

compito di chi ha fede.Ed è proprio dalla ragione che partono le domande fondamentali per arrivare a Dio: perché esiste la realtà piuttosto che il nulla? Perché la natura, pur non essendo intelligente, è strutturata in modo intelligente e razionale, tanto da poter essere conosciuta attraverso le scienze empiriche? Perché l’uo-mo è libero? Le argomentazioni per risponde-re a questi interrogativi possono reggere fino in fondo solo se si ammette l’esistenza di Dio quale “essere” “intelligente” e “libero”.Ma queste “vie dal basso”, inade-guate soprattutto a rispondere al problema del male, trovano un supporto più sicuro nelle “vie dall’alto”, quelle dell’iniziativa gra-tuita di Dio, che si comunica al-

l’uomo attraverso la storia e che hanno avuto compimento in Gesù di Nazareth. Lo aveva già intuito Platone nel Fedone, là dove par-lava della necessità di un “veicolo più sicuro dei ragionamenti uma-ni, che può essere solo la parola rivelata della divinità”.Rispondendo infine alle doman-de dell’assemblea, il Cardinale Ruini ha affermato che quanto sappiamo di Dio va vissuto con la preghiera e la testimonianza. E il fatto che tale conoscenza rimanga imperfetta non deve essere sen-tito come un limite, ma come un rispetto per la nostra libertà, alla quale Dio non si impone, ma di-scretamente si propone. Anche nel mondo di oggi.

Paola Campanini©RIPRoDuzIoNE RISERvAtA

FOLLA IN CATTEDRALE PER LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DEL CARDINALE RuINI

«Inevitabile interrogarsi su Dio»

Pesaro10 febbraio 201310

Domenica 10 febbraio, alle ore 11.30 presso la Pieve di Candelara, verrà cele-brato il primo anniversa-

rio della nascita al cielo (dies nata-lis) del sacerdote Don Silvio Linfi. Presiederà la S. Messa Il Vicario Generale Don Stefano Brizi. Don Silvio Linfi nasce a Novilara il 31 ottobre 1924. Il 1° marzo 1947 viene ordinato sacerdote. Filosofo e storico, il suo impegno si dispie-gherà soprattutto nel campo del-l’educazione. Professore di italia-no, greco, latino, geografia, storia e filosofia al Liceo Classico inter-no al Seminario minore di Pesa-

ro e poi per lunghi anni presso il Liceo Scientifico “G. Marconi” di Pesaro. Assistente della FUCI e dei Laureati Cattolici. I suoi studenti ricordano la sua impressionante preparazione, il suo metodo luci-dissimo ma anche la sua grande umanità che sapeva cogliere con fine ironia e umorismo le difficol-tà quotidiane. Grande studioso, in particolare di storia, si dedicherà soprattutto allo studio della Chie-sa di Pesaro nel periodo della Ri-voluzione Francese e dell’avvento di Napoleone. Da questi studi usciranno tre articoli sulla rivista dell’Archivio Diocesano di Pesaro

“Frammenti”, ed oggi raccolti in un bel volume dal titolo “La Chiesa di Pesaro nell’epoca napoleonica in Italia”, pubblicato nell’agosto del 2012, a cura di Giorgio Benelli e Filippo Pinto.La sua attività pastorale si svolse sempre nella parrocchia di Can-delara, che lo vede presente fin dal 1947. Confessore di intere ge-nerazioni di candelaresi, lascia in tutti la traccia della sua semplice amabilità, della sua saggezza spi-rituale e del suo mite buonumore. Don Silvio lascia una grande ere-dità spirituale con i suoi esempi di umiltà, sapienza e servizio si-

lenzioso a noi che lo pensiamo già nella comunione dei Santi.Domenica 10 febbraio, verrà bene-detta una targa ed una porta arti-stica a lui dedicate -completamen-te in vetro colorato realizzato dalla Lauretana Arte di Mombaroccio - raffigurante l’Agnello dell’Apoca-lisse presso la Cappella del Taber-nacolo dove ogni giorno celebrava la S. Messa, luogo dove è più vivo il suo ricordo, la sua presenza e più forte la sua testimonianza.

Don Giampiero Cernuschi parroco di Candelara e S. Maria dell’Arzilla.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Brev

iario

di n

otizi

e pes

ares

i A cura di Vittorio Cassiani

DOMENICA 10 FEBBRAIOCARNEVALE DEI RAGAZZI – Dalle ore 15 sul tracciato costituito da piazzale Carducci, viale Gramsci, piazzale Matteotti, via Cialdini e via Manzoni. Conclusione in piaz-za del Popolo intorno alle ore 17.“IDEM” – Al cinema Astra alle ore 16 e alle ore 21. Proiezione di “Idem”, film realizzato dagli studenti delle scuole superiori di Pesaro.AL TEATRO ROSSINI – Va in scena (ore 17) “Il discorso del re” di Da-vid Seidler con Luca Barbareschi e Filippo Dini.

LUNEDI’ 11 FEBBRAIOCORSI PER IL TEMPO LIBERO – Proseguono, a cura del Centro socio culturale Maria Rossi (via Toschi Mosca n°. 20), i corsi rife-riti a: lingua inglese, architettura sacra, bridge, recitazione, magia, enigmistica e ludo linguistica, ballo di gruppo, grafologia e pit-tura su stoffa. Info: 0721/34804 con orario16 – 19.IN CATTEDRALE – Santa Messa presieduta dall’Arcivescovo nel-la ricorrenza della 21^ Giornata mondiale del malato. Ore 18.30.

MARTEDI’ 12 FEBBRAIOL’ARCIVESCOVO IN VISITA AL “SAN SALVATORE” – Incontra dirigenti, primari, il personale e, quindi, gli ammalati nei vari re-parti.

IL CIF VA IN GITA – Ad Ascoli Pi-ceno per il Carnevale ed una visi-ta guidata al centro storico. Info: 0721/638692 – 0721/371039.SFILATA DI CARNEVALE – Con carri allestiti da vari rioni. Nel pomeriggio a Villa Fastiggi.LA DEPRESSIONE - Ogni martedì, presso la sede del Cif, al n. 29 di via Branca, con orario 10-12 e 16-18, incontri di supporto psicologi-co, in piccoli gruppi, con la dott.ssa Laura Mulazzani, psicologa e psicoterapeuta.

MERCOLEDI’ 13 FEBBRAIOPRESENTAZIONE LIBRO – “Mister sei miliardi” di Luca Leone con l’intervento dell’autore e Riccardo Mourj, portavoce della Sezione italiana Amnesty International. Biblioteca San Giovanni ore 18.LE CENERI – Celebrazione, in Cat-tedrale, presieduta dall’Arcivesco-vo. Ore 18.30.

GIOVEDI’ 14 FEBBRAIOGARA DI BURRACO “INTERNA-ZIONALE” - Nel Centro socio cul-turale Maria Rossi, in via Toschi Mosca 20 (tel. 0721/34804). Dalle ore 16.SAN VALENTINO: DEDICHE E SO-NETTI – Serata romantica con un menestrello e cena in agriturismo tipico della Valle del Conca. Con “Il Ponticello” (tel. 0731/482607). Ritrovo, alle ore 19, presso “Pol-vere di caffè”, in via Fratti 126.

VENERDI’ 15 FEBBRAIONELL’UNILIT – Incontro con San-dra Calegari (“La filosofia di don Giovanni”) e Patrizia Pagnini (“La gelosia dei bambini dai loro di-segni”). Sala San Terenzio, ore 16.00.“CONTEMPORARY JUKEBOX – ASCOLTIAMO IL NOVECENTO” – The Dorian Horizon in an autumn garden. La musica di Toru Taka-mitsu, tra Oriente ed Occidente, tra Kurosawa e Debussy. A cura di Paolo Tarsi. Biblioteca San Gio-vanni, ore 17.LE LETTURE DI DOCUMENTI AN-TICHI – Sesto incontro nella Sala delle Colonne di Palazzo Montani Antaldi, con Anna Falcioni. Ore 17.CORSO DEL CENTRO AIUTO ALLA VITA (CAV) – Sara Pagnini, psico-loga e psicoterapeuta, propone: “La figura dell’operatore: moti-vazioni ed aspetti deontologici”. Nella sede della 2^ Circoscrizione (Largo Volontari del Sangue – 5 Torri). Ore 20.45.STAGIONE CONCERTISTICA – Al teatro Rossini, ore 21. Concerto della FORM – Orchestra Filar-monica Marchigiana. Giampaolo Maria Bisanti, direttore. Stefan Milenkovich, violino. All’ascolto brani di Cajkovskij e Mozart.

SABATO 16 FEBBRAIOFIABE ANIMATE IN LINGUA IN-GLESE – Per bambini a partire da 5 anni. A cura di Francesca Man-ganelli. Biblioteca San Giovanni,

area ragazzi, ore 16.30.PEZZI FACILI – Leonardo Gubelli-ni e Nicole Hofmann presentano e illustrano: “L’erbario e le carte inedite di Pietro Petrucci (1777-1863), patriota e scienziato pesa-rese. Auditorium di Palazzo Mon-tani Antaldi, ore 17.“PAZZI SCATENATI” – Presenta-zione del libro di Federico Di Vita. L’autore conversa con Marina Del-la Bella. Biblioteca San Giovanni, ore 17.“PRENDI E MANGIA” – Nella chiesa San Luigi (zona Calcinari),

ore 21.15. Oggetto di approfondi-mento: “Piaghe d’Egitto e piaghe d’oggi”, sofferenza e responsabili-tà umana. Don Nazareno Marconi con Rosanna Marchionni. Les flu-tes joyeuses. Voce narrante Lucia Ferrati.RASSEGNA DI TEATRO COMICO – Nella Sala polivalente del Centro civico Vismara, via Basento. La Piccola ribalta presenta: “T’ha un coloracc!”, commedia in verna-colo pesarese scritta e diretta da Massimo Cimini e Stefano Genna-ri. Ore 21.15. Ingresso libero.

DOMENICA 10 FEBBRAIO LA S. MESSA NEL PRIMO ANNIVERSARIO

Candelara ricorda don Linfi ad un anno dalla morte

ALLA PARROCCHIA DI S. MARIA DI LORETO IL RABBINO CAPO SERMONETA

Nel segno dell’amicizia ebraico-cristianaIl 24 gennaio, presso l’oratorio

della Parrocchia Santa Maria di Loreto, si è svolto l’incontro,

il primo per la diocesi di Pesaro, di amicizia ebraico – cristiana.L’iniziativa fa parte di un pro-gramma di riflessione ebraico - cristiana, elaborato dal respon-sabile della Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, Mons. Mansueto Bianchi, insieme al re-sponsabile delle Comunità ebrai-che in Italia. Abbiamo avuto la gioia di avere con noi il rabbino capo di Bologna, Alberto Sermo-neta, in dialogo rispettoso e ami-chevole col nostro sacerdote dio-cesano don Giuseppe Fabbrini.La “Parola” alla quale quest’anno dovevamo volgere la nostra at-tenzione era : “Non commettere adulterio”- Es.20,1-14 -Ma la Parola o le Parole che sog-giacevano tra le molte persone convenute a questo incontro era-no due: ascolto e dialogo. Ed è stato un continuo rincorrerle e perderle per poi ritrovarle, ma

non senza difficoltà ed esercizi di equilibrio. Don Giuseppe Fabbrini, ha sotto-lineato con passione la bontà e la misericordia di Dio nostro Padre che vuole la persona umana in ar-moniosa relazione con se stessa e con l’altro/a, che ci educa rispet-tando la nostra libertà.Il rabbino Alberto Sermoneta ha aperto in noi un universo di atten-zione, di amore, di rispetto dovuto a ciascuna Parola e a quell’intrec-cio di suoni e segni che formano le parole e la struttura stessa della lingua ebraica.Del resto, in nessun’altra lingua, forse, come nell’ebraico, un alfabe-to è così intriso di storia, di senso, di materia dell’uomo e di presen-za di Dio. Poi, dalla lingua, nasce la passione per quel pensiero mai arreso all’evidenza, per quell’insa-ziabile indagare nelle più minute pieghe del senso, quel continuo interpretare senza mai approdare alla staticità di una definizione in sé conclusa.

Il brusio degli ascoltatori infatti emergeva all’inizio delle afferma-zioni del rabbino e poi, a poco a poco si smorzava quando il rabbi-no tornava a ridefinire una affer-

mazione che sembrava ancora da precisare.Anche il rabbino ha incontrato le sue difficoltà nell’ascoltare e nel ricomporre il dialogo.

A fare opera di ricomposizione e armonia era sempre il moderato-re, p. Renzo Piazza, missionario comboniano, che sottolineava sempre il positivo e sembrava a noi di udire, attraverso la sua voce, la voce stessa del cardinale Marti-ni: “Bisogna, e l’ho ribadito molte volte, amare Israele con un amore aperto a tutto e a tutti. Bisogna amare la creatura ebraica di oggi, la loro musica, la loro letteratura, la loro storia, il loro modo di pre-gare, il loro modo di far festa. Solo un amore così permette il supera-mento dei timori e delle difficoltà e dà al dialogo quella gioia e quel-l’umanità che si addice all’incon-tro tra amici”. Visto l’interesse e la numerosa par-tecipazione (molti sono rimasti in piedi...), forse per la prossima edi-zione, sarà opportuno ‘ascoltare’ la proposta di don Giuseppe Fab-brini di scegliere il cinema di Lo-reto come luogo per l’incontro.

Margherita Palazzi© RIPRODUZIONE RISERVATA

amicoil nuovo• • Pesaro 10 febbraio 2013 11ELLEGRINAGGIO IN TERRASANTA. TESTIMONIANZA DI GRAZIA, AMICIZIA E CONDIVISIONE

Pietre e silenzi che hanno veduto il Cristo“E io a domandare alle pie-

tre agli astri al silenzio: chi ha veduto Cristo?”. I versi di Turoldo espri-

mono perfettamente lo slancio e l’intima richiesta che hanno ani-mato tutti noi pellegrini in visita alla Terra Santa dal 27 dicembre al gennaio 2013. Pellegrinaggio orga-nizzato dall’Opera Romana e dal-l’instancabile don Marco Di Gior-gio, Digio per tutti, che da diversi anni sceglie di trascorrere insieme ai pellegrini, gli ultimi e i primi giorni dell’anno a Gerusalemme.Ci siamo ritrovati insieme a per-correre le stesse strade battute da Cristo e dagli apostoli duemila anni prima, persone di età, storie, caratteri diversi che, per una strana casualità, o forse, per grazia dello Spirito, con lo scorrere dei giorni, si sono sentite sempre più unite e compartecipi delle esigenze e delle gioie degli altri; aiutati da un clima splendido per tutta la durata del viaggio.Il nostro itinerario spirituale è ini-ziato a Nazaret, in Galilea, al san-tuario dell’Annunciazione in cui è possibile vedere la grotta della casa di Maria e i resti delle precedenti chiese (bizantina e crociata). Mol-to intensa anche la fiaccolata del sabato sera dedicata alla Madonna

con la recita del Rosario in varie lingue (fra cui ovviamente l’arabo) conclusasi proprio davanti la santa grotta. Passando per Cafarnao, vi-sitando e pregando nella sinagoga dove Gesù iniziò la sua predica-zione, siamo arrivati al lago di Ti-beriade, forse ancora oggi il luogo più intatto, durante la traversata in battello, ascoltando i passi del Vangelo avvenuti su quelle sponde, credo si sia sperimentata una delle emozioni più profonde.Dopo la visita ai resti della cele-

bre fortezza di Masada e al sito di Qumran vicino al mar Morto, siamo giunti alla città santa, Geru-salemme. Arrivati nel tardo pome-riggio, la visione delle antiche mura avvolte, al contempo, dal buio della sera e dalle luci delle case, ci ha af-fascinati sin da subito.Non ci sono parole troppo efficaci, penso, per raccontare i posti fon-damentali della storia della salvez-za: il cenacolo, san Pietro in Galli-cantu, luogo del rinnegamento di Pietro, l’Orto degli ulivi con alberi

ultramillenari, opera d’arte natura-le sotto l’arco del cielo dove Cristo ha sudato sangue nell’agonia e su tutto, l’immensa basilica del Santo Sepolcro, con all’interno, la roccia del Calvario e la pietra che ha ospi-tato il corpo del figlio di Dio. D’al-tronde per ciascuno il rapporto con la fede è sempre e totalmente qualcosa di personale, spesso an-che non semplice. Il pellegrinaggio si è concluso a Betlemme, con la visita alla Basilica della Natività e alla santa grotta.

Durante il percorso, abbiamo an-che incontrato il vescovo Mons. Marcuzzo, ausiliare per la Galilea e Mons. Shomali, ausiliare del Pa-triarca latino per Gerusalemme, oltre che l’esperienza del Baby Charitas Hospital, l’ospedale dei bambini di Betlemme, che ci han-no aiutato a capire la situazione delle “pietre vive”, cioè dei cristiani di Terrasanta, che stanno vivendo una fase molto difficile della loro storia.Nonostante qualche piccola ac-ciaccatura, curata da ottimi medici provvidenzialmente presenti nel gruppo, e la stanchezza fisica per il tanto marciare, (il brivido di silen-zio che precedeva l’annuncio se-rale della sveglia mattutina e l’eco di protesta dopo la “lieta novella”, sono rimasti una costante diver-tente dell’intero viaggio), abbiamo veramente toccato pietre e silenzi che hanno veduto il Cristo, vivo e presente ora come duemila anni fa. A nome di tutti i pellegrini mi sento di ringraziare Dio per que-sti giorni di grazia, di amicizia e di condivisone e anche don Marco per il suo meraviglioso carisma di donare una “notizia” che ha vera-mente il sapore della gioia.

Laura Corraducci © RIPRODUZIONE RISERVATA

Da Pesaro al Brasileper le adozioni a distanza

Durante le festività Natalizie la parrocchia di Santa Croce di Pesaro ha fatto visita alla

Comunità di Sao Bento (San Be-nedetto) nella Provincia di Cama-carì, nello stato di Bahia (Brasile) a qualche decina di chilometri dalla capitale Salvador, dove opera un sacerdote marchigiano, Don Luigi Carrescia di Jesi. La delegazione era composta da Don Alberto, 2 parrocchiani (Luigi e Andrea) e da Don Gianpiero Cernuschi. Scopo del viaggio era quello di visitare le famiglie de bambini inserite nel progetto di adozioni affettive a di-stanza. Dei circa 110 bambini se-guiti nell’intero progetto, 40 fanno parte di questa parrocchia brasilia-na. In particolare è stata realizzata una scuola materna frequentata da 120 bambini ed un doposcuola al quale partecipano 60 tra bambini e ragazzi. Scuola, salute, nutrizio-ne, sono questi i vitali programmi perseguiti. Altri programmi sono in cantiere: un ambulatorio pub-blico con servizi per più poveri, un centro sportivo e varie iniziative

formative per giovani.La zona visitata è periferica dove nascono e si sviluppano le cosid-dette “invasioni”, una versione ru-rale delle più conosciute “favelas”, ovvero disperati che occupano terreni, spesso di proprietà pub-blica, sperando di cominciare da qui un futuro migliore, o almeno più stabile. Qui la Parrocchia (di superficie paragonabile a quella di una provincia italiana) cerca di svolgere attività di aggregazione, educazione e catechesi grazie a vo-lontari encomiabili pieni di amore verso Dio e verso l’essere umano. Si dice che il Brasile sia in crescita economica... è pur vero che tante cose siamo cambiate in meglio, ma non per tutti! Ci sono sempre nuo-vi poveri, accanto ad ogni bambino “adottato” infatti ne sbucano tanti altri nelle medesime condizioni.La Comunità di Santa Croce ha in programma di visitare l’India nel mese di Ottobre. Anche qui sostie-ne le attività educative di una Par-rocchia dell’Andhra Pradesh.

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GESTIONE COMUNE DEI SERVIZI FRA PESARO E MOMBAROCCIO

Prove di gestione associata bipartisanIl sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli, il sinda-

co di Mombaroccio Massimo Muratori ed il suo vice Giancarlo Clini hanno annunciato

di recente la gestione associata fra i due Co-muni di nove su dieci funzioni municipali. Lo impone la legge per i Comuni al di sotto dei 5mila abitanti. Muratori, esordendo davanti ai giornalisti, ha confessato di essersi inizial-mente preoccupato. “Ma ci è bastato un col-loquio di mezz’ora con il sindaco di Pesaro per confermarci nell’intuizione che si trattava di un’opportunità, e non di un fattore negativo.” Giudizio sostanzialmente confermato da Ceri-scioli che ha affermato di comprendere paure e perplessità iniziali ma di ritenere che esse

vadano vinte accettando la sfida del coordina-mento. I servizi da gestire in associazione ri-guarderanno gli ambiti sociali, culturali, edu-cativi, informatici, il personale, l’urbanistica, le attività economiche, la protezione civile. I servizi anagrafici rimarranno esclusi; quanto alla polizia urbana Mombaroccio la gestisce già in comune con Cartoceto. I due sindaci, dopo aver rimarcato di aver realizzato la ge-stione con molti mesi di anticipo rispetto al termine previsto (6 funzioni andavano “fuse” entro la fine del 2013) hanno annunciato che le linee guida saranno regolate da due Convenzioni identiche per ciascuno dei due Comuni. Si prevede la creazione di un organi-

smo di coordinamento diretto da funzionari di entrambi i municipi. Clini ha sottolineato che il costo dell’operazione sarà zero, mentre Ceriscioli ha rimarcato che la gestione asso-ciata dei servizi sociali (per anziani) farà si che, rispetto alle residenze protette del Beato Sante e di Santa Colomba sarà più agevole ge-stire eventuali emergenze. Particolare curio-so, che il sindaco di Pesaro ha sottolineato in positivo: questa collaborazione, almeno per tutto il prossimo anno, sarà “bipartisan” (Mu-ratori presiede una giunta di centro-destra, Ceriscioli di centro-sinistra).

Claudio Turco© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pianosi Guido (45 anni) e Pascucci Luisa (34 anni)Tonelli Luca (42 anni) e Palazzi Eugenia (34 anni)Rossi Andrea (39 anni) e Remedi Sara (30 anni)Simoncelli Lucio (53 anni) e De Simone Cinzia (52 anni)Bartolucci Ivan (41 anni) e Grassi Francesca (40 anni)Bavusi Domenico(58 anni) e Brunetti Daniela (59 anni)Baioni Gianluca (37 anni) e Salgado Annie Marina (38 anni)Venturelli Enrico ( 29 anni) e Duqja Danjela (26 anni)Artusio Alessandro (29 anni) e Sanchioni Alice (26 anni)Azzolini Andrea (49 anni) e Decarolis Maria (40 anni)Cecchini Matteo(31 anni) e Della Bella Serena (26 anni)

PUBBLICAZIONI FINO AL 14 FEBBRAIO

Oggi sposi!a cura di Caterina Tani

Comune di Pesaro

10 febbraio 201312 Pesaro amicoil nuovo• •

Ceramiche a Pesaro1903-1923

La tradizione delle maioliche a Pesaro risale al 1400. Molaroni e Mengaroni sono due cognomi che si intrecciano nel

revival rinascimentale che si sviluppa nell’arte della ceramica pesarese fra la seconda metà dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Fer-

ruccio Mengaroni si era formato presso la fab-brica Molaroni che fu impegnata nel recupero della tradizione rinascimentale attraverso gli stili dell’istoriato e delle grottesche. L’Idea il 29 aprile 1916 scrisse il seguente trafiletto sul brevetto che Casa Savoia concesse alle Cera-miche Molaroni: “La Real Casa, volendo dare a questa Ditta cittadina uno speciale e pubbli-co attestato della sua benevola considerazione, ha ordinato di concederle la facoltà di tenere innalzato lo Stemma Reale con la leggenda – Brevetto della Real Casa - . E’ questa una onorificenza che la Ditta Molaroni meritava perché le sue maioliche onorano la nostra cit-tà e vanno ad abbellire i migliori salotti mon-

diali. Rallegramenti vivissimi”. Il Mengaroni, che aveva svolto la sua prima attività presso la fabbrica Molaroni, nel 1908 aprì a sua volta una piccola fornace dove realizzò piatti, vasi e mattonelle ispirati ai repertori quatrro-cin-quecenteschi. Il 21 settembre 1918, ecco cosa scrisse L’Idea su di una visita fatta alla nuova recente fabbrica: “E’ un vero godimen-to artistico visitare la fabbrica di maioliche Mengaroni che sorge, nel caratteristico stile del quattrocento, in mezzo alle civettuole vil-le in riva al mare, fabbrica che quantunque agli inizi, gareggia tra le migliori d’Italia e che insieme a quella Molaroni continua la buona tradizione delle rinomate maioliche Pesaresi”. Il cronista descrive le “ristrette sale destinate ad allargarsi” dove si raccolgono veri gioielli d’arte. Nel centro del laboratorio erano acca-

tastati infiniti piccoli oggetti foggiati a rilievo e a superficie liscia su disegni svariatissimi policromati: portacenere, portafiori, posa gioie, scatole di bomboniere, per sigarette, per pomate. “Qua e la servizi da caffè da the, da rosolio, da toletta, tra cui spiccano alcuni nel bello stile raffaellesco con profusioni di giallo – oro”. Vasi ed anfore, coppe, cofani e piatti “rappresentano scene sacre, profane e mito-logiche su sfondi architettonici e paesaggi di una bellezza attraente”. Campeggiava su tutti un vaso stupendo con un dipinto del giudizio universale, riproduzione fedele del michelan-giolesco della Cappella sistina. Mengaroni e Molaroni sono ancora oggi motivo d’orgoglio per la nostra Pesaro.

Stefano Giampaoli© RIPRODUZIONE RISERVATA

✞anniversario

6.2.2000 - 6.2.2013

FiLiPPo FosCHi Carissimo Filip-po, sei sempre nei nostri cuori con immenso amore. La mamma e tutta la famiglia.

O.F. F. Terenzi srl – Pesaro – Viale Pagano, 5 – tel. 0721/31591

✞Giovedì 31 Gen-naio alle ore 12 munito dei con-forti religiosi, è mancato all’età di anni 68

Mario BenvenUTi

Ne danno il triste annuncio il fratel-lo GIUSEPPE con la cognata LINA, la sorella ALBA con il cognato FRANCO, i nipoti MARCO, CLAUDIA, MARCO e parenti tutti. Il funerale ha avuto luogo Sabato 2 Febbraio alle ore 14.30 nella Chiesa parrocchiale di S. Lorenzo in Tavullia.Agenzia Funebre Marinelli – Via del Go-vernatore 4 – Pesaro – tel. 336/284055, 337/635960

✞ringraziaMenTo

La famiglia BENVENUTI nell’im-possibilità di farlo singolarmente, ringrazia commossa quanti hanno partecipato al suo dolore per la perdita del caro

MarioMercoledì 6 Febbraio è stata cele-brata alle ore 20 la S. Messa di set-tima nella Chiesa parrocchiale di S. Lorenzo Martire a Tavullia.Agenzia Funebre Marinelli – Via del Go-vernatore 4 – Pesaro – tel. 336/284055, 337/635960

✞Lunedì 4 febbraio è stato celebrato il funerale nella Chiesa di S. Maria del Porto di

nazzareno siLvesTrini (neno)

Lo partecipano la moglie Ada, le figlie, il genero e i nipoti.O.F. PAIANINI – Via Belgioioso, 70/74Pesaro – 0721/410097

✞Giovedì 31 Gennaio è mancato all’affetto dei suoi cari all’età di anni 86

vaLenTino BaCCHiani

Il funerale ha avuto luogo Sabato 2 Febbraio nella Chiesa parrocchiale di s. Carlo Borromeo.O.F. Euroservice Tonelli.Poderi.Ricci G – Via Giolitti 19 – Pesaro - tel. 0721/67070

✞Sabato 2 Febbraio è mancata all’af-fetto dei suoi cari all’età di anni 93

LiDia MaseTTiLo annunciano con dolore la sorel-la, i nipoti ed i parenti tutti.O.F. Euroservice Tonelli.Poderi.Ricci G – Via Giolitti 19 – Pesaro - tel. 0721/67070

✞Mercoledì 30 Gennaio alle ore 2.30 munito dei conforti religiosi, è mancato all’età di anni 83

ivo vioLaNe danno l’annuncio le nipoti, le sorelle Baldelli, gli amici del labo-ratorio della Provincia, quelli della residenza Santa Colomba e parenti tutti. Il funerale ha avuto luogo Sa-bato 2 Febbraio nella Chiesa par-rocchiale di S. Veneranda.Agenzia Funebre Marinelli – Via del Go-vernatore 4 – Pesaro – tel. 336/284055, 337/635960

✞ringraziaMenTo

Le nipoti VIOLA nell’impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano commosse quanti hanno parteci-pato al loro dolore per la perdita del caro

ivo (Bibi)Sabato 9 Febbraio alle ore 18.30 verrà celebrata la S. Messa di set-tima nella Chiesa parrocchiale di S. Veneranda.Agenzia Funebre Marinelli – Via del Go-vernatore 4 – Pesaro – tel. 336/284055, 337/635960

✞anniversarioVenerdì 8 Feb-braio ricorre il terzo triste an-niversario della scomparsa della cara

zaira rossi

ved. rosCeTTiLa ricordano con amore e rimpian-to i figli, le nuore, i generi, i nipoti, i pronipoti e parenti tutti.Una S. Messa in suffragio sarà ce-lebrata Domenica 10 Febbraio alle ore 8.30 nella Chiesa parrocchiale di S. Stefano a Candelara. Si ringraziano quanti si uniranno nel ricordo e nella preghiera.Agenzia Funebre Marinelli – Via del Go-vernatore 4 – Pesaro – tel. 336/284055, 337/635960

✞5° anniversario 9.2.2008 - 9.2.2013

MassiMoPeTriPaoLi

La moglie Renata, la mamma, la so-rella, la suocera, i cognati lo ricorda-no con immutato affetto.Una Santa Messa in suffragio sarà celebrata sabato 9 febbraio alle ore 18 presso la chiesa di S. Carlo Borro-meo. parrocchiale dei CappucciniO.F. Euroservice Tonelli.Poderi.Ricci G – Via Giolitti 19 – Pesaro - tel. 0721/67070

necrologiDomenica 10 febbraio la 56^ eDizione con nove allegorie in gara

Il carnevale in piazza … tempo permettendo

PESARO – Il Comitato promotore diocesano propone, con il concor-so delle parrocchie, la 56^ edizione del Carnevale dei ragazzi. L’appun-tamento è fissato per le ore 14.45 in piazzale Carducci. Un quarto d’ora dopo inizierà la sfilata sul tracciato, ormai consueto, costituito da viale Gamsci, piazzale Matteotti, viale Cialdini e Manzoni. Al termine del

secondo giro il corteo, preceduto dal Corpo bandistico di Candelara con il gruppo folk e dalla carrozza di Rabachèn , si porterà in via San Francesco per raggiungere piazza del Popolo dove avverrà la procla-mazione dei vincitori per la sezione carri e formazioni a piedi.In gara nove allegorie con un or-ganico di circa 600 figuranti: “L’éra

…fredd un bel po’” (San Martino), “Madagascar 2: San Pietro Circus” (San Pietro in Calibano), “Asterix e Obelix” (San Giovanni di Gra-dara), sezione carri. “La camineda dla banda del Port” (Santa Maria del Porto), “I magnifici pagliacci” (Santa Maria delle Fabbrecce), “La magia del bosco” (San Terenzio e Marina di Cattabrighe), “La carica dei 101” (San Fabiano di Villa Cec-colini), “Il ristorante” (Santa Maria di Loreto), “I succhia sangue ‘Dra-cula’” (AVIS Gradara), formazioni a piedi. Il verdetto sarà espresso da una giuria composta da un delegato di ogni parrocchia partecipante.La lotteria di sostegno, legata al nome di Rabachèn, prevede l’asse-gnazione di venti premi. L’estrazio-ne dei biglietti vincenti avverrà, per non escludere i ritardatari, un mese dopo, nella mattinata di lunedì 11 marzo.i

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Nel “Teatrino della Fantasia” dei Dopolavoro Azien-dale della Cassa di Risparmio di Pesaro - Banca Marche, grazie alla grande capacità organizzativa

della poetessa Donatella Galli, adulti e bambini hanno trascorso un pomeriggio insieme, tutto all’insegna del-la fantasia e della magia. Infatti, insieme ad Alice Pace, Anna Maria Rinaldini. con il suo kamishibai, alla manie-ra degli antichi cantastorie giapponesi, ha presentato “L’Omino di Neve”, un racconto per bambini da lei scritto

e illustrato dal pittore Luca Sguanci. Mentre le splendide tavole si succedevano, la narrazione faceva riflettere e pensare. Sì, perché “L’Omino di Neve” è carico di elemen-ti simbolici che sottendono vari significati quali la ricerca di un posto per vivere felicemente per sempre, ma anche la precarietà dell’esistenza, la paura della morte e il desi-derio dell’eternità.Il pomeriggio è stato allietato, inoltre, dai brani suonati dall’eccellente violinista Oscar Badioli e dai giochi di pre-stigio dei bravissimo e comunicativo Claudio Gatti che ha saputo coinvolgere tutti i bambini presenti in sala. Sem-bra proprio che per far felici i bambini siano sufficienti... un pizzico di fantasia e... un pizzico di magia.

Ogni scherzo … ValeRifacendosi alla nota prescri-

zione dell’ stenersi dal man-giar carne, è per ‘carnem leva-

re’, che vale carne Carnevale. A cui si aggiunge quel ‘semel in anno licet insanire’ che consente di far pazzie soltanto una volta all’anno. Come, ad esempio, il vestirsi di ambiguità e trasgressione, travestendosi l’uo-mo da donna e la donna da uomo. A proposito, la parola Carnevale contiene ben sedici nomi di donna: Vera e Verena; Lea, Lena, Alena ed Elena; Eva, Ave ed Ava; Clara e Carla; quindi le latine Rea (Rea Silvia) e Venera (da cui Santa Ve-neranda) e la greca Era (moglie di Zeus); infine l’inglese Lana e la tede-sca Ela di cui alla diva Lana Turner ed all’attrice Ela Weber. Contiene 4 vocali Carnevale ma qualitativa-

mente soltanto due perché ‘a’ ed ‘e’ si duplicano. Diversamente, nella fra-se: ‘Orecchiuta, pennacchiuta e dai gesti funamboleschi, è maschera che denota sbruffonaggine’, nelle parole orecchiuta, pennacchiuta, funam-boleschi e sbruffonaggine le vocali ci sono proprio tutte. A riposizio-narle invece le vocali, ma anche le consonanti, e cioè ad anagrammare, se da ’maschera’ s’ottiene ‘marche-sa’, con forte rimando al Carnevale per antonomasia, quello di Venezia, da ‘coriandoli’ si ricavano le cinque espressioni ‘cordiali no’, ‘indica loro’, ‘lo ridicano’, ‘lo condirai’ e ‘No, ridi-cola!’. Alla domanda ‘Che differen-za passa tra il Carnevale e la paura’ deve rispondersi: nessuna, perché se la paura fa novanta, il Carnevale… Fano vanta. Ed proprio tra i carri

che sfilano lì che è capitato di vede-re il pupo di Valentino Rossi (vedi foto). Peccato che per l’occasione se ne sia contestualmente persa una ghiotta. Scriverci sotto: a Carnevale ogni scherzo … Vale.

Leone Pantaleoni - Enigmista© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’Omino di neve

appuntamentiriTiro QUaresiMaLe CenTro sTo-riCo - Domenica 17 febbraio alle ore 16 nel salone parrocchiale della chiesa del Porto Via Cecchi 24 Le parrocchie del Centro storico or-ganizzano un ritiro di Quaresima con

la presenza di Daniele garota che parlerà della “Dinamica della fede. La fede tra conoscenza e grido”PrenDi e Mangiasabato 16 febbraio ore 21,15 nella Chiesa di San Luigi appuntamento mensile per “assaggiare” la Parola

di Dio. Tema dell’incontro: “Piaghe d’Egitto e piaghe d’oggi” Sofferenza e responsabilità umana. Relatori: don Nazareno Marconi con Rosanna Marchionni. Commento musicale: Les Flutes joyeuses. Voce narrante: Lucia Ferrati

10 febbraio 2013 13amicoil nuovo• •

Redazione di Fano:Via Roma, 118 - 61032 FanoTel. 0721 802742 dir. 803737 Fax 0721 825595E-mail: [email protected]

Fossombrone Cagli Pergola

NELLA BASILICA DI S. PATERNIANO LA VEGLIA PER LA VITA

“Un investimento di vera umanità”FANO - In occasione della tren-tacinquesima giornata per la vita, sabato 2 febbraio, nella basilica di San Paterniano, è stata organizza-ta la tradizionale veglia per la vita. Un appuntamento che ogni anno riporta importanti temi bioetici tramite l’ausilio di testimonianze dirette che, in forte contrasto con le mentalità oggi dilaganti, resti-tuiscono forti emozioni in grado di interrogare profondamente cia-scuno sull’ordine di priorità che poniamo alla base della nostra esistenza.“Generare la vita vince la crisi”. Un titolo che può apparire un ossi-

moro, ma che – come si legge dal messaggio redatto dai Vescovi italiani – introduce un concetto in controtendenza, quello dei fi-gli come fonte di ricchezza e non solo un aggravio economico per il precario bilancio famigliare di questi tempi. «La crisi ha costret-to ognuno a stilare una scala di valori, in cui l’economia fa da pa-drone. La questione non riguarda però l’economia o la società, ma l’uomo e l’etica, in cui protagoni-sta è la vita», ha detto il vescovo Armando Trasarti. Accettare la vita, in particolare quella nascente, è innanzitutto un investimento di

vera umanità. La forza per aprirsi a questo tipo di accoglienza sca-turisce dalla capacità di rimuove-re ogni tipo di impedimento alla fede e alla comprensione del pie-no significato del Verbo incarnato. Il dottore Francesco Amaduzzi, referente diocesano del Centro di Aiuto alla Vita, ha introdotto un contributo video contenente una storia che ha del surreale: quella di Gianna Jessen, soprannomina-ta la “bambina di Dio”, in quanto superstite da un tentativo di abor-to da parte dei genitori allora di-ciassettenni. Oggi Gianna è viva e racconta, come nel filmato che

è stato presentato, la sua espe-rienza di fede legata alla propria “chiamata alla vita”, nonostante le gravi complicanze con cui è stata condannata a convivere. In questo senso, poi, si è inserita la testimo-nianza di Rossella, una volontaria che, da tre anni, collabora con il CAV, la quale ha esortato che le varie realtà di aiuto alla vita siano sempre più conosciute, in modo tale da compiere appieno il pro-prio servizio di supporto ed ac-

compagnamento.«C’è ogni volta grande entusiasmo quando si parla di iniziative be-nevole, ma mai nessuno che si fa carico della mentalità aperta alla vita, oggi largamente dissociata dal concetto di affettività di cop-pia. – ha denunciato il Vescovo – È necessaria l’umiltà a lasciarsi plasmare dagli eventi della vita, con gratuità».

Matteo Itri© RIPRODUZIONE RISERVATA

LUIGI ALICI SABATO 9, ALLE ORE 16.30, AL CENTRO PASTORALE

Il Concilio, il cristiano e la pace

FANO – Proseguono gli appun-tamenti con la Scuola di Pace. Sabato 9 febbraio, alle ore 16.30 presso il Centro Pastorale, è in

programma il secondo incontro della Scuola di Pace sul tema “Il Concilio, il cristiano e la pace”. Relazionerà Luigi Alici. Allievo del filosofo Armando Rigobel-lo, ha insegnato Filosofia morale nell’Università degli studi di Pe-rugia e Filosofia teoretica presso la LUMSA (Roma). Attualmente è professore ordinario di Filoso-fia morale presso l’Università di Macerata. Studioso dell’opera di Agostino di Ippona. Impegnato fin da giovane nell’Azione Catto-lica, è stato direttore della rivista culturale “Dialoghi”. Dal 2005 al 2008 è stato presidente naziona-le di Azione Cattolica. Dirige la sezione di Filosofia della Collana “Saggi” (La Scuola Editrice, Bre-scia) e della Collana “Percorsi di etica” (Aracne Editrice, Roma).

NELLA CHIESA DI S. TOMMASO

Itinerario spirituale per la QuaresimaFANO - Ogni giorno siamo chiamati a vivere la fede, a fare esperienza di Gesù attraverso l’ascolto e la meditazione della Parola, la preghiera e possibilmente la partecipazione al Mi-stero Eucaristico. Illuminata dal Mistero Pasquale la Quaresima è un tempo privilegiato nel quale si amplifica questa esigenza di comunione con Cristo per alimentare in ciascuno la conver-sione che nasce dall’umiltà del cuore. L’umiltà del cuore por-ta la creatura non solo a riconoscere ed ad accogliere il dono dell’Amore misericordioso di Dio, ma grazie all’azione dello Spirito Santo, a lasciarsi trasformare da tale Amore per farsi a sua volta dono nella carità vissuta quotidianamente. Come dice il Santo Padre nel messaggio per la Quaresima “Con la fede si entra nell’amicizia con il Signore; con la carità si vive e si coltiva questa amicizia (cfr Gv 15,14s). La fede ci fa accogliere il comandamento del Signore e Maestro; la carità ci dona la beatitudine di metterlo in pratica (cfr Gv 13,13-17). Nella fede siamo generati come figli di Dio (cfr Gv 1,12s); la carità ci fa perseverare concretamente nella figliolanza divina portando il frutto dello Spirito Santo”.Per aiutarci in questo cammino, anche quest’anno nella Chie-sa di S. Tommaso ogni sabato di quaresima il nostro Vescovo Mons Armando Trasarti celebrerà la S. Messa delle ore 8.30.Ogni giovedì alle 16 adorazione guidata per le vocazioni sacer-dotali e religiose

DAL 22 AL 29 AGOSTO 2013 IL PELLEGRINAGGIO DIOCESANO

In Terra Santa con il Vescovo ArmandoFANO – Dal 22 al 29 agosto è in programma il pellegrinaggio dio-cesano in Terra Santa insieme al nostro vescovo Armando Trasarti (organizzazione tecnica Arimi-num Viaggi).Riportiamo, in sintesi, il program-ma:22 agosto - Partenza in aereo da Rimini per Tel Aviv. Arrivo e tra-sferimento in Galilea. Arrivo e trasferimento a Nazareth23 agosto - Nazareth: mattino, salita sul Monte Tabor e visita del Santuario della Trasfigurazione; sosta a Cana di Galilea. Nel pome-riggio, visita al Santuario dell’An-

nunciazione e alla Nuova Basilica, alla Chiesa di San Giuseppe.24 agosto - Nazareth: partenza per la regione del Lago di Tiberia-de. Traversata in battello del lago, visite a Tabga e Cafarnao, salita al Monte delle Beatitudini.25 agosto - Gerusalemme: par-tenza per il Mar Morto. Sosta a Qumran. Arrivo in serata a Geru-salemme.26 agosto - Gerusalemme: al mat-

tino partenza in pullman per Ge-rusalemme. Visita al Monte degli Ulivi. Nel pomeriggio, Via Crucis per le vie della città vecchia e in-gresso alla Basilica del Santo Se-polcro, sul Monte Calvario, sorta sul luogo dove Gesù venne croci-fisso e, poco distante, sepolto27 agosto - Gerusalemme: visita alla Basilica della Natività e alla grotta dove nacque Gesù, alla grotta di S. Girolamo e al Campo

dei Pastori. Nel pomeriggio, par-tenza in pullman per la visita ad Ain Karem, luogo della nascita di San Giovanni Battista e visita al Santuario della Visitazione. Si-stemazione in albergo a Gerusa-lemme.28 agosto - Gerusalemme: visita al Monte Sion. Nel pomeriggio, sosta al Muro del Pianto. Visita alla chiesa di S. Anna, alla Piscina probativa, Cardo Maximo.

29 agosto - Gerusalemme: trasfe-rimento all’aeroporto di Tel Aviv e partenza in aereo per RiminiQuota da Rimini: euro 1.020 + tasse e assicurazione euro 180. Supplemento volo da Rimini euro 120 (minimo 100 persone). Quota di iscrizione: euro 30.Per i cittadini italiani è richiesto il passaporto individuale valido (almeno sei mesi oltre la data di partenza) e regolarmente bollato.

amicoil nuovo• •14 Fano Fossombrone Cagli Pergola10 febbraio 2013

di Sanzio Ubaldi(Chiuso il lunedì)

Ristorante tipico con servizio di pesceMenù riservati • Accoglienza distintaServizio inappuntabile

Strada delle Marche, 61 - Zona Gelsi - tel. 0721 65405

RistoranteLo Squero

CONOSCERE UN IMPORTANTE EVENTO PER LA CHIESA

Alla luce del ConcilioMolto è stato fatto, ma il cammi-no è appena iniziato. Con questa idea, da cui nasce il proposito di impegnarsi concretamente, si è concluso l’incontro pubblico or-ganizzato dall’Azione Cattolica “San Giorgio” della parrocchia di San Cristoforo in Fano, dal tito-lo Alla luce del Concilio, tenutosi venerdì 25 gennaio. A prendere la parola, moderati dal presidente dell’associazione Matteo Itri, sono stati il monaco Salvatore Frigerio, ex presidente diocesano dell’Azio-

ne Cattolica di Milano ai tempi del Concilio Ecumenico Vaticano II, Luisella Maggioli, responsabile diocesana per il settore Adulti di Azione Cattolica, e Fabio Bilan-cioni, diacono e docente di reli-gione cattolica. Insieme, anche grazie al largo confronto con i presenti, si è potuto delineare un profilo atipico dell’ultimo concilio, definendo i punti chiave di svolta e quelli che, nonostante quanto sancito nei vari documenti pro-dotti, rappresentano dei nodi cru-

ciali tuttora mal digeriti. Primo tra tutti, la concezione di una Chiesa guidata da “altri”, in cui si tende a delegare sempre e solo alla gerar-chia, forse anche per convenienza, ma facendo in modo che ci sia uno schieramento attivo ed uno passivo, in cui la maggioranza non riesce ad essere compartecipe di quello che vive. Non un solo vizio di metodo, ma una vera e propria incomprensione del concetto di comunità, che va a ricadere sullo stesso modo di vivere da cristiani,

i quali, in quanto battezzati, costi-tuiscono l’unico ed indissolubile “popolo di sacerdoti”.L’audio integrale dell’incontro è

disponibile sul sito www.sancri-stoforofano.it.

MI© RIPRODUZIONE RISERVATA

FESTA DELL’AZIONE CATTOLICA NELLA PARROCCHIA DI SANT’ORSO

La fede per l’uomo è essenziale

FANO - Domenica 20 gennaio si è svolta la Festa dell’Adesione al-l’Azione Cattolica nella parrocchia Santa Maria Goretti in S. Orso, fe-sta in cui i soci dell’Azione Cattoli-ca si ritrovano per rinnovare il loro Sì all’associazione e per presentarla a tutta la comunità, rinnovando il loro impegno di partecipare alla vita associativa e parrocchiale. La festa ha carattere parrocchiale, rivolta ai vecchi aderenti così come a chi ha il desiderio di avvicinarsi per la prima volta all’AC. Il primo momento della festa è stata la Santa Messa, animata per l’occasione dai soci dell’Azione Cattolica. All’interno della Messa si è svolta la benedizione delle tessere, segno materiale e concreto dell’ade-sione all’Azione Cattolica e alla Chie-

sa. La festa è proseguita con un im-mancabile momento di convivialità con il pranzo preparato dalle giovani famiglie della parrocchia, a cui han-no partecipato molte persone della comunità; al termine si è svolto un bellissimo incontro tenuto da Don Marco Presciutti, vicario diocesano della pastorale, sul tema della Fede e in particolare in riferimento all’Anno della Fede. Con parole chiare e pre-cise, Don Marco ci ha guidato in un percorso volto a spiegare quanto sia essenziale la Fede per l’uomo, senza la quale non può dirsi completo e realizzato e non può definirsi uomo vero e l’importanza dell’essere cre-denti insieme, come comunità e non come singolo. Va detto che, oltre alla festa dell’Adesione di domenica 20,

venerdì 18 si è svolta un’altra festa, a misura di giovanissimo, che nel-l’Azione Cattolica sono i ragazzi dai 15 ai 18 anni, molto importanti per l’Azione Cattolica parrocchiale per-ché la loro formazione costituisce una delle due principali attività for-mative proposte dall’AC. In ultimo ricordiamo che la giornata della Fe-sta dell’Adesione non è l’unico mo-mento in cui si può aderire all’Azio-ne Cattolica; per conoscere questa realtà e quali sono le sue attività ci si può rivolgere ai responsabili par-rocchiali tutte le domenica dopo la Messa delle ore 11.

Andrea Paoloni(responsabile Giovani

Azione Cattolica S.Orso)© RIPRODUZIONE RISERVATA

ALLA CASA DI SPIRITUALITÀ VILLA SAN BIAGIO

Proposte formative Febbraio 2013VILLA SAN BIAGIO - Siamo a Febbraio: il mese più breve. Ma pieno di vita. In tutti i suoi aspetti. Di luce e di ombre, di bellezza e fragilità. Sì, luce del mondo è Gesù già nella sua presentazione al Tempio (2 Febbraio) Uno splendore, ogni vita nuova che nasce (3 Febbraio: giornata della vita) Bel-la una vita completamente donata al Signore (2 Febbraio: giornata della vita consacrata) come quella di chi ama e si sente amato (14 Febbraio: S. Valentino).Fragile si fa la vita quando il dolore fisico o morale bussa alla nostra por-ta o quando il peccato ci attira e travolge (11 Febbraio: giornata del ma-lato).Prima o poi, per tutti la vita si fa cammino... in salita. Ce lo ricorda l’au-stero rito delle ceneri (Mercoledì 13 Febbraio) con cui iniziamo il cammi-no quaresimale verso la Pasqua di Resurrezione con il Signore… Con Lui potremo raggiungere quella “vita in abbondanza” che Gesù è venuto a portarci. Buon cammino quaresimale...Proposte formative 1,2,3 febbraio: Festa di San Biagio9 febbraio: Scuola di Preghiera alle ore 16 in via 4 Novembre 47 –Fano13 febbraio: Mercoledì delle Ceneri - Meditazione (on line)14 febbraio: Formazione dei laici orionini alle ore 21 in via 4 Novembre 47 – Fano16 febbraio: Scuola di Preghiera (S. Agostino) alle ore 16 in via 4 Novem-bre 47 – Fano17 febbraio: Domenica a S. Biagio S. Messa 10.30 - imposizione delle ce-neri -Ritiro 23 febbraio: Scuola di Preghiera alle ore 16 in via 4 Novembre 47 - Fano24 febbraio: Ritiro per famiglie alle ore 15.30 -laboratori educativi a Villa S. Biagio

Don Vincenzo Alesiani© RIPRODUZIONE RISERVATA

BENEDETTA LA PRIMA PIETRA DELLA CASA DELLA COMUNITÀ

Cuccurano festeggia il patrono

CUCCURANO – Doppi festeggiamen-ti per Cuccurano. Domenica 3 febbraio, infatti, la parrocchia non ha voluto solo ricordare il patrono San Biagio, a cui anche la chiesa è dedicata, ma il Vesco-vo, che ha presieduto la celebrazione eucaristica delle 16, ha benedetto la pri-ma pietra di un’opera parrocchiale im-portante per tutti i parrocchiani: la Casa della comunità che sorgerà proprio vicino alla chiesa, un edificio che avrà finalità religiose, culturali e ricreative. Durante l’omelia, Mons. Trasarti, riflet-tendo sul Vangelo della domenica (Luca 4,21-30), ha sottolineato come Gesù non si lascia mai soffocare dalla folla e accetta, senza patteggiamenti, di essere

“scartato”. “L’essere scartato rappresenta – ha spiegato il Vescovo – la vittoria dei vinti, una vittoria non immediata, ma che dà risposta ‘a lunga gettata’”. Inoltre, il Vescovo ha ricorda-to, nel corso della Santa Messa, la figura di grandi personaggi come don Milani, don Mazzolari, fratel Carlo Carretto e padre Turoldo, figure esemplari per il nostro cammino di fede. Prima della benedizione della prima pietra e della firma della pergamena da parte del Ve-scovo, dei sacerdoti don Marzio Berloni e don Attilio Rivelli, del sindaco Stefa-no Aguzzi e della ditta SICAP di Car-toceto che effettuerà i lavori, sono stati

presentati alla comunità i ragazzi che il 29 settembre prossimo riceveranno il sacramento della Confermazione.La Casa della comunità, che sorgerà adiacente alla chiesa, sarà divisa in due piani: il piano terra ospiterà un salo-ne di 200 mq, un garage che la Caritas userà come deposito e distribuzione del vestiario, una cucina e dei bagni. Al primo piano, invece, vi saranno cinque stanze, di cui quattro più piccole ed una più grande di circa 50 mq.

Sabato 9 febbraio, alle ore 18.30 presso la chiesa parrocchiale di Roncosambaccio, sarà inaugurata la pala d’altare S. Anastasio dono della Fondazio-

ne Cassa di Risparmio di Fano. Interverrà il vescovo Mons. Armando Trasarti. Seguirà la Santa Messa e l’esibizione del coro di voci giovanili “Incanto”.

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La Pala d’altare S. Anastasioa Roncosambaccio

10 febbraio 2013 15Fano Fossombrone Cagli Pergola

Terra di MezzoFANO – Lunedì 11 febbraio, alle ore 21 a Palazzo Palazzi (Via De Cuppis, 2) è in programma il secondo appuntamento con Terra di Mezzo, iniziativa culturale “Terra di Mezzo” promossa dal Circolo Culturale Jacques Maritain di Fano, Comunità Mo-

nastica di Monte Giove, Azione Cattolica, ACLI Provinciale, Argomenti2000 e Parroc-chia Sant’Apollinare di Lucrezia. Si parlerà di “La fuga delle quarantenni. Il difficile rapporto delle donne con la Chiesa – Ed Rubettino” con Monia Andreani, filosofa (e studiosa della teoria) della differenza sessuale e Benedetta Zorzi, monaca be-

nedettina. Modera l’incontro don Miche-le Pischedda, assistente nazionale della FUCI.

Ma che colpa abbiamo noi!?SALTARA – Domenica 10 febbraio, alle

ore 18 presso la delegazione comunale di Calcinelli, l’associazione delle Arti, la compagnia teatrale “Insieme per caso”, in collaborazione con il comune di Saltara, presentano lo spettacolo “Ma che colpa abbiamo noi!?” per la regia di Fabio Ferri.

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notizie in breve

PADre GAbrieLe È tornAto in CoLoMbiA AD AiUtAre i PiÙ biSoGnoSi

Quel sorriso che sa di divinoP. Gabriele Perfetti, missio-nario Comboniano della diocesi di Fano, Fossom-brone, Cagli, Pergola, ori-

ginario di Serravalle di Carda, da qualche mese è ripartito per la Colombia dove lavora a fianco dei più poveri. Un uomo attento a tutti e a ciascuno che ha sem-pre saputo infondere speranza nel cuore delle persone, lo abbiamo raggiunto in Colombia facendoci raccontare la sua esperienza.

P. Gabriele come ti hanno ac-colto appena arrivato ?

Sono stato accolto con un sorriso aperto che mi ha mostrato una dentatura priva dei due incisivi superiori...Carmen afro colom-biana vive in casa con due figli speciali. Il ragazzo di 23 anni non parla però è superattivo, si muove in modo scoordinato, con il pu-gno colpisce pareti, porte, perso-ne...come se volesse scoprire cosa succede. Di fronte a un vetro che si rompe e la mano che sanguina guarda stupito …si lascia fasciare con occhi che sprofondano nel mistero: perché… che è successo? La figlia 26 anni non ode né par-la… è sempre seduta con la testa bassa appoggiando il mento sullo sterno e le mani consumate per tenerle sempre in bocca. Da 26 anni questa mamma, senza arren-dersi, lotta con amore irresistibi-le… un amore che sa tanto di divi-no… Carmen non aspetta che Dio faccia qualcosa… è certa che Lui è sempre stato con lei… da sola non ci sarebbe mai riuscita ad essere: “dono totale di chi dà la vita per l’amato”.

Come si vive in questa terra di missione l’essere Cristiani, c’è

un atteggiamento di attesa ?Dio è la Salvezza ed è già con noi… quello che di Dio è in me è il mio vero essere… non devo aggiun-gere né cambiare niente in me. Semplicemente devo svegliarmi e scoprirlo. Devo uscire dall’in-ganno di credere che sono quello che non sono… e incominciare ad essere quello che realmente sono: figlia di Dio … figlio di Dio amato.. sono la sua Gioia!! Dio e il suo Regno già sono in noi, a volte come un tesoro nascosto, come un piccolo seme.. però Lui c’è. Se comprendessimo che Dio già ci ha dato tutto quello che può dar-ci: “perfino se stesso”, smetterem-mo di aspettare che Dio venga a “fare”qualcosa per salvarci. Scopri-remmo che quello che dipende da me non lo può fare Dio, né lo può fare un altro uomo. Questa è la causa del nostro fracasso. Aspet-tiamo che un altro faccia quello che solamente noi possiamo fare. A questa donna analfabeta è stato rivelato quello che è nascosto ai sapienti e potenti. Lc. 10, 22 Dio è sempre qui. Se l’incontro non c’è è perché siamo addormentati o quello che è peggio con l’attenzio-ne posta in altra parte.

Spesso si chiede a Dio di fare qualcosa per noi, ci aspettiamo da Lui azioni concrete ...è così anche in Colombia ?

Le nostre aspettative vanno in

una direzione sbagliata. Aspettia-mo azioni spettacolari da parte di Dio, ci risulta difficile abbandona-re quell’idea di Dio “Onnipotente”. Sempre preferiamo pensare che Dio agisce, magari a capriccio, dove vuole, quando vuole, con chi vuole e sempre dall’alto, da fuori. Ci sentiamo forzati a fare quello che crediamo gli faccia piacere e dall’altra aspettare con paura che all’ultimo momento ci trovi con-fessati... E così la colpa di tutto è sempre di Dio che tarda a salvar-ci e concederci quello che tanto desideriamo... sempre, ci è facile

riconoscere Dio nei momenti fa-vorevoli e pensare che Dio si è allontanato da noi quando le cose non vanno bene.. Gesù ha detto chiaramente che il Padre è sem-pre qui e nei momenti di croce è crocifisso con noi. Il sorriso di Carmen anche senza i due denti trasmette quella gioia mescolata a pace che ti riempie di speranza... esco dalla casa e sento di cammi-nare più leggero, sento che Lui è con me.

Gabriele, Ora che vivi lontano dall’Italia qual è la visione che hai del nostro paese e della si-

tuazione di crisi ?Vi pongo delle domande …. in Italia come stiamo vivendo que-sti tempi difficili per quasi tutti, angustiosi per molti e per altri crudeli. Siamo svegli? Viviamo addormentati? Cerchiamo la no-stra salvezza individuale, magari a scapito di altri? esiste solo un cammino: ravvivare la nostra fi-ducia, rialzare l’animo e agire in-sieme. Sono contento di vedere confratelli Comboniani come P. Ottavio Raimondo, P. Alex Zano-telli ed altri che non si danno pace proponendo in tutti i modi questo cammino del vangelo... questo sogno del Padre Dio. Mi rallegro ogni volta che la loro parola ed esempio di vita sprona e coinvolge perché insieme possiamo scrollar-ci di dosso quelle bende fatte di norme e tradizioni che vorrebbe-ro imbalsamare come una mum-mia il Vangelo... ed essere insieme quel volto di Dio che vuole libe-rare e dare vita in abbondanza a tutti. I nostri sforzi per un mondo più umano non si perderanno per sempre perché Dio fa crescere. Un giorno i poteri finanziari affonde-ranno. La insensatezza dei potenti finirà. Le vittime di tante guerre, crimini e genocidi conosceranno la vita. L’abbraccio del Padre Dio ci unisca sempre più come fratelli e sorelle.

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treCentoventi rAGAzzi SUi PASSi Di SAn FrAnCeSCo

Chiamati perché amatiè stato questo il motto che ha accompagnato circa 320 ra-gazzi e ragazze tra i 16 ed i

21 anni di tutta la Regione Mar-che, appartenenti all’Associazione Guide e Scouts d’Europa Cattolici FSE, nel pellegrinaggio notturno condotto ad Assisi nella notte tra il 26 e il 27 Gennaio scorso.In questo periodo dell’anno asso-ciativo, infatti, in occasione della conversione di San Paolo, patro-no di quella che noi chiamiamo “branca rover” (la fascia di età tra i 16 ed i 21 anni, appunto), vengo-no solitamente organizzati incon-tri di approfondimento religioso, quest’anno rafforzati per l’anno della fede proposto dal Papa Be-nedetto XVI. Per la nostra dio-cesi hanno partecipato circa 75 giovani dei gruppi FSE di Fano, Calcinelli, Pergola e circa 25 del gruppo di Pesaro. Il lungo ser-pentone, partito dalla basilica di S. Maria degli Angeli alle ore 20:00 e ritornato nel medesimo posto alle ore 8:00 per la messa conclu-siva, ha toccato in 9 tappe tutti i luoghi più significativi della vita di San Francesco, tra cui la Basi-lica di San Francesco (dove viene

custodita la tomba), San Damiano (accogliendo l’invito del crocifisso, Francesco riparò questa piccola chiesina), San Ruffino (dove Fran-cesco è stato battezzato), Chiesa Nuova (luogo dove sorgeva la casa paterna di Francesco), Santa Ma-ria Maggiore (dove Francesco con un gesto radicale rinunziò alle sue ricchezze restituendo al pa-dre perfino le vesti che indossava), Porziuncola (fu nella Porziuncola che scese nel cuore di San Fran-

cesco la parola di Gesù: andate... annunciate che il regno dei cieli è vicino; non procuratevi né oro né argento né bisaccia, gratuitamen-te avete ricevuto, gratuitamente date). Nelle varie chiese o luoghi delle 9 tappe, aperte straordina-riamente per l’occasione, si sono svolte delle catechesi su vari temi legati alla vita, alle scelte, alla fede che San Francesco ha saputo ab-bracciare proponendo ai ragazzi delle riflessioni attualizzate per la

loro vita in modo da comunicare l’idea che le scelte radicali che San Francesco ha saputo prendere e la decisa sterzata che ha avuto il co-raggio di imprimere alla sua vita interpellano anche noi nella no-stra quotidiana esistenza.Il Signore ci ha accompagnato do-nandoci un tempo meteorologico perfetto: cielo stellato per poter godere del suo meraviglioso crea-to durante il cammino e freddo pungente (anche -5°C), per non

dimenticare che la strada della vita è difficile e faticosa e non è una passeggiata. Anche i vescovi del-le nostre varie diocesi, informati del pellegrinaggio, hanno voluto accompagnarci spiritualmente in-coraggiandoci affettuosamente in questa “full immersion” nei luo-ghi della vita di San Francesco. Si è visto, in una Assisi silenziosa e deserta, il volto bello della gioven-tù delle nostre comunità ecclesia-li. I nostri giovani, a qualunque parrocchia, associazione o movi-mento essi appartengano, sono il futuro della Chiesa; incoraggiati dall’esempio dei giganti della fede come San Francesco e San Pao-lo, sappiano incontrare il volto di Gesù e sappiano “rendere ragio-ne della speranza che è in loro” a chiunque li interpelli.Dopo l’immancabile foto di grup-po sui gradini di Santa Maria degli Angeli, volti stanchi ed assonnati ma felici dell’esperienza vissuta si sono diretti verso gli autobus per il rientro a casa… Si narra che gli autisti si siano sentiti un po’ soli durante il viaggio di ritorno!

Cascioli G./ Giovannelli G.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Fano Fossombrone Cagli Pergola10 febbraio 201316 amicoil nuovo• •

FANO – Una giornata particolare per la mensa di San Paterniano. Da mercoledì 30 gennaio, infatti, sulla tavola dei più bisognosi c’è qualco-sa di molto pregiato: l’olio utilizzato per la selezione nazionale del con-corso sugli olii d’Italia. L’associazione Olea, rappresentata dal presidente Ettore Franca e dal segretario Giorgio Sorcinelli, ha voluto donare alla struttura 330 bottiglie di olio che andranno ad arricchire il sapore dei cibi preparati dalle cuoche della mensa. “Il concorso – ha spiegato Ettore Franca – ha visto la partecipazione di 330 aziende di tutta Italia. Ventisette assaggiatori e quattro giorni di in-tenso lavoro hanno portato ad una graduatoria finale stilata per tipolo-gie e diversità del fruttato: leggero, medio e intenso. Tanti i parametri valutati dagli esperti i cui giudizi sono stati inseriti in un software, creato da Olea, che li ha elaborati per il risultato finale”. A ringraziare Olea per questo dono così prezioso sono intervenuti il ve-scovo Mons. Armando Trasarti e il presidente dell’Opera Padre Pio Ga-

briele Darpetti. Ettore Franca ha poi conclu-so la mattinata, alla quale ha partecipato an-che la stampa locale, raccon-tando storie e tradizioni del-l’olio, dalla ma-cina di pietra fino alla tecno-logia odierna.

TRA LE NOVITÀ DELL’A. S. 2012/2013 AL DON ORIONE DI FANO

Un nuovo laboratorio di meccanica

LA TESTIMONIANZA DI CHIARA AZALEA GIORNALISTA DI CAGLI

La speranza in un futuro miglioreUn viaggio nel cuore del-

la Tanzania per visitare e raccontare il Kipepeo Nutritional Center e il

centro per disabili Sambamba ge-stito da L’Africa Chiama di Fano. Dopo 12 ore di aereo e 10 ore di pullman nel cuore della Tanzania, abbiamo raggiunto la città di Irin-ga. Qui ad aspettarci Silvia Bon-garzoni e Luca Marano, una cop-pia di giovani amici che gestiscono, per conto dell’Africa Chiama di Fano, il centro nutrizionale Kipe-peo e il Centro per disabili Sam-bamba. Due realtà, ancora giovani, ma fortemente radicate nel tessuto sociale della popolazione.Abbiamo visitato per primo il Sambamba, un’accogliente struttu-ra sulle colline a ridosso di Ipogolo. Ventitré i bambini disabili attual-mente ospitati, con una previsione di nuovi ingressi nel corso dell’an-no.Ventitré storie diverse, ventitré pic-cole grandi realtà, sostenute quo-tidianamente grazie all’impegno e alla dedizione di operatori locali

formati dall’associazione stessa in collaborazione con il CESC Project. “La cosa più difficile da fare è quella di creare una coscienza collettiva, innescando un processo culturale che porti ad accettare la disabilità in un paese dove un figlio disabi-le è una vergogna da nascondere” commentano Silvia e Luca, eviden-ziando il loro impegno nel coinvol-gimento delle famiglie dei bambini in laboratori di cucito e in incontri periodici. Storie che si intrecciano, tanti racconti di vita sussurrati che riescono a darti la forza per spe-rare in un futuro sempre migliore, fatto di piccoli grandi traguardi. “In un solo anno sono stati fatti grandi passi considerata la società nella quale ci troviamo a operare. I bambini stanno imparando piccole azioni che possono aiutare la loro quotidianità e le mamme sono sempre più attive, coinvolte, con-sapevoli” continua Silvia. Pensavo che la cosa più difficile da affronta-re fossero la sofferenza, il degrado, la tristezza. Mi sbagliavo. Niente di tutto questo, a travolgermi è stata

la forza, l’entusiasmo, la voglia di andare avanti e di combattere per trasformare utopie in normalità. Dopo il Sambamba è stata la vol-ta del Kipepeo allestito nel gara-ge dell’abitazione di Silvia e Luca, sede dell’Associazione Call Africa. Sono entrata per la prima volta nel centro la mattina presto. Lo avevo visto solamente in foto e mi sono meravigliata di quanto, in realtà, fosse piccolo. A partire dalle 13 il centro ha iniziato a prendere vita.Bambini allegri, “grassottelli” e pieni di voglia di fare, di ridere e di giocare. Bambini arrivati qual-che mese prima in condizioni di salute precarie o drammatiche, gravemente malnutriti, debilitati e con poche speranze di riuscire a sopravvivere in queste condizioni. Bambini rinati, risbocciati, gior-no dopo giorno, grazie a un pasto completo offerto dal centro, diffe-renziato ogni giorno in modo da garantire un corretto ed equilibra-to apporto nutrizionale.

©rIPrODUzIONE rISErVATA

FANO – L’Istituto Tecnico Indu-striale del Centro di formazione Professionale Don Orione di Fano si arricchisce, per l’anno scolasti-co 2012-2013, di un nuovo labora-torio di meccanica o autotronica. Una strumentazione innovativa che permette ai percorsi di istru-zione tecnica e di istruzione pro-fessionale dell’Istituto di svilup-pare una preparazione tecnica e specialistica nell’ambito dell’elet-tronica e della automazione ap-plicata alla meccanica. L’Istituto

ha infatti appaltato la realizzazio-ne di un nuovo laboratorio con strumentazione dimostrativa e di simulazione didattica utile per l’introduzione e la specializzazio-ne della manutenzione e assisten-za tecnica dell’auto. Dalla larga diffusione di sofisticati sistemi elettronici nel settore delle auto-mobili nasce l’esigenza di creare figure professionali con adeguata preparazione a questo riguardo. Le nuove apparecchiature per-mettono di analizzare in manie-

ra teorica e sperimentale questo aspetto professionalizzante par-tendo dai sistemi elettrici di base fino ad un’approfondita analisi di tutti gli impianti elettrici/elettro-nici di controllo del motore e del movimento del veicolo, comprese la ricerca delle anomalie di fun-zionamento e la successiva messa a punto. Il nuovo laboratorio, rea-lizzato grazie alla professionalità di una industria leader nella stru-mentazione l’Elettronica Veneta S.p.A. di Motta di Livenza (Trevi-so), permetterà di sviluppare mag-giore professionalità negli allievi sui sistemi di controllo elettrico dell’auto, sul controllo dell’iniezio-ne benzina e diesel, sul sistema di controllo di frenaggio e controllo di sicurezza. Il laboratorio sarà attivato nel mese di febbraio 2013 investendo le risorse che l’Ope-ra Don Orione ha finalizzato per lo sviluppo e adeguamento delle strutture scolastiche e formative presenti in Fano.

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DA OLEA LE BOTTIGLIE D’OLIO DELLA SELEZIONE NAZIONALE

Un dono prezioso per la mensa di S. Paterniano

EDUCAZIONE ALIMENTARE CON LE SCUOLE

Un mondo di cereali“Un mondo di cereali” per promuovere la

cultura di un’alimentazione sana fra i bambini e i giovani e il consumo di cibo

biologico. E’ l’obiettivo del progetto promos-so dalla cooperativa di agricoltura biologica La Terra e il Cielo di Piticchio di Arcevia di cui si è discusso nel seminario “Strumenti innovativi per la promozione sul territorio dei prodotti delle cooperative cerealicole biologiche marchigiane: informazione, educazione, cultura”, che si è svol-to nella sede dell’azienda, organizzato insieme al settore Agroalimentare alle Centrali cooperative delle Marche, Agci, Confcooperative, Legacoop. Al progetto hanno aderito tre scuole, l’Istituto comprensivo di Arcevia (An), l’Istituto compren-sivo-Scuola dell’infanzia “Tiro a segno” di Cori-naldo (An) e l’Istituto di scuola primaria Binotti di Pergola. I bambini sono stati affiancati da tre agricoltori, soci della Terra e il Cielo, nel “lavoro” nei campi. “I giovani – ha detto Teodoro Bolognini, responsa-bile del settore Agroalimentare di Legacoop Mar-che - adeguatamente informati e coinvolti, come in questo caso, nella coltivazione di orti biologici, diventano il veicolo di nuovi stili alimentari”. Bruno Sebastianelli, presidente della Terra e il Cielo, ha sottolineato che “il progetto ha per noi un forte valore culturale, per l’intento di far co-noscere alimenti sani e biologici, per sensibilizza-re le giovani generazioni e le loro famiglie al con-sumo di prodotti locali”. La scuola, ha ricordato

Sandro Buatti, agronomo, “rappresenta il collega-mento con le istituzioni e le comunità locali per la conoscenza, sia dei prodotti sia del valore ag-giunto ambientale del quale le cooperative stesse sono portatrici”. Francesco Torriani, presidente del Consorzio Marche Biologiche, ha detto che “la sfida dei nostri associati non è produrre qualche centinaio di quintali di prodotti biologici in più ma è quella di favorire la diffusione della cultura del biologico”. Andrea Fantini, Laboratorio di Eco-nomia e Marketing agroalimentare dell’Università degli Studi di Teramo, ha aggiornato i presenti al seminario sulle tecniche di promozione di questi prodotti ricordando come, sempre più, aumenti-no i consumatori che cercano prodotti garantiti nella propria salubrità. All’iniziativa hanno partecipato anche le rappre-sentanze delle scuole coinvolte nel progetto, gli assessori del Comune di Corinaldo, Vinicio Fran-ceschetti e Giorgia Fabri, il sindaco di Serra de’ Conti, Arduino Tassi, il sindaco di Isola del Piano, Giuseppe Paolini, e Mauro Tiberi dell’Osservato-rio regionale suoli.

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FANO - Era il 1923 quando dall’iniziativa di un barbiere fanese, Grisante Travaglini, nacque la prima compagine del complesso bandistico folcloristico “La Musica Arabi-ta”, che oltre a fisarmoniche ed a pochi altri strumenti usuali, per far musica utilizzava soprattutto oggetti bizzarri come caffettiere, pentole, forbici, tenaglie, graticole ed altro ancora. In seguito, dal 1937, la direzione passò a Enzo Berardi, che tanto fece per far crescere l’originale gruppo, rimanendo però sempre fedele al motto “Divertire, diverten-dosi”. Ebbene questi anni sono stati ricchi di successi, non solo in ambito locale ma anche nelle tante città d’Europa in cui il gruppo si è esibito. E non poche sono state le perso-nalità illustri che se ne sono interessate ed hanno espresso commenti positivi: da Fabio

Tombari a Curzio Malaparte a Guido Pio-vene che nel suo “Viaggio in Italia” lo definì jazz italiano. Doveroso dunque festeggiare tale compleanno con una mostra, idea che Paolo Del Signore ha realizzato, curandola ed allestendola nella ex chiesa di S. Leonar-do (rimarrà aperta fino al 10 febbraio); ad essere esposte non sono solo le immagini fotografiche che ne rievocano la storia, ma anche diversi oggetti simbolo come gli inso-liti strumenti usati per suonare ed i costumi indossati. Ad inaugurare l’evento lo scorso 3 febbraio, con tanta partecipazione di pubbli-co, sono stati l’assessore M. Antonia Cucuz-za, il presidente dell’Ente Carnevalesca Lu-ciano Cecchini e lo storico Alberto Berardi (figlio di Enzo Berardi), il quale ha ricordato come la nascita della Musica Arabita avve-nuta tra la popolazione di ceto modesto, sia stata un po’ la risposta o la sfida alla musi-ca che i nobili suonavano nei palazzi. Una rivendicazione sociale, per affermare che la musica è per tutti. La Musica Arabita viene giustamente definita un esempio della ge-nialità e dell’umorismo dei fanesi e le sue allegre parodie delle orchestre di alto livel-lo ogni anno arricchiscono il Carnevale di Fano.

Mariella Polverari©rIPrODUzIONE rISErVATA

UNA MOSTRA PER I 90 ANNI DELLO STORICO COMPLESSO BANDISTICO

Buon compleanno Musica Arabita!

10 febbraio 2013amicoil nuovo• • 17

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Ad un anno dal “nevone”stanno per essere

ultimati i lavorial Convento S. Francesco

pagina

lavoriRedazione di Urbino:Via Beato Mainardo, 4 - 61029 UrbinoTel. e Fax 0722/[email protected]: Mattino 9.00-12.00Pomeriggio 15.00-17.00Urbino

Urbania Sant’Angelo in Vado

CElEBraZioNE CoN l’arCivESCovo DallE aGoSTiNiaNE Di UrBiNo

Giornata della vita ConsacrataURBINO – Il Vangelo è regola di vita, e deve esserlo fino in fondo, come norma suprema, per colo-ro che hanno avuto dal Signore la chiamata a seguirlo per tutta la vita, in castità, povertà e obbe-dienza. Questo uno dei messaggi lanciati come spunto di rifles-sione dall’Arcivescovo Giovanni Tani durante la celebrazione del-la Giornata Mondiale della Vita Consacrata che si è svolta sabato 2 Febbraio presso la chiesa del monastero delle Agostiniane di Urbino. All’incontro erano pre-senti religiosi e religiose delle va-rie comunità operanti nel nostro territorio, ospitati da uno dei sei monasteri claustrali della diocesi, quello appunto delle seguaci di S. Agostino, uno dei grandi pa-dri della nostra Chiesa, ricordato nelle meditazioni proposte dalle stesse monache. Il pomeriggio ha infatti presentato dapprima un momento di riflessione guidato da Mons. Tani, che ha ripreso in par-

ticolare passaggi tratti dal Motu proprio “Porta Fidei” di Papa Be-nedetto XVI e dal messaggio con-clusivo del Sinodo dei Vescovi; si è passati dunque all’adorazione eucaristica animata da letture e canti preparati dalle Agostiniane, per poi concludere la giornata con la Messa presieduta dall’Arcive-

scovo. Nel suo intervento Mons. Tani ha ripercorso i passi del Si-nodo sulla Nuova Evangelizza-zione che riguardano la vita con-sacrata: come detto in apertura, il consacrato è chiamato a seguire il Vangelo come regola suprema, al di sopra delle finalità e dei cari-smi propri di ciascun istituto, ma

non per questo cancellandoli. Del resto Gesù deve essere “salvezza e luce della nostra vita”, come dice Simeone; Gesù che allo stesso tempo si è offerto al Padre in un “Sì” eterno. Chi meglio di Gesù in-carna l’esempio di castità, pover-tà e obbedienza, vivendo solo di amore per gli altri, della genero-sità della gente e dell’obbedienza che portava verso Dio, suo Padre? Dunque i consacrati sono chiama-ti come Cristo a rispondere con questi tre voti al mondo odierno che propugna piuttosto piacere, possesso e prestigio. Sono i testi-moni dell’esistenza umana finaliz-zata ad un orizzonte ultraterreno, vivendo una vita che “è il segno di un mondo futuro che relati-vizza ogni bene di questo mondo” (mess. del Sinodo dei Vescovi). I consacrati sono anch’essi destina-tari della nuova evangelizzazione: devono anche loro lottare costan-temente tra la logica dell’uomo carnale e quella della croce, tra

cercare se stessi e il Signore. È quindi per questo fine, cioè ar-rivare al Signore, che devono se-guire i principi fondamentali che guidano la loro vita: nutrimento della Parola di Dio, preghiera e adorazione, eucaristia, fine e sor-gente, e carità. Solo così si speri-menta il frutto dello Spirito, che è amore, gioia, pace, bontà, mitez-za; e lo è sempre, anche nei mo-menti di prova, così da diventare verifica dell’autenticità del percor-so intrapreso. Nella celebrazione eucaristica infine è stato simboli-co il momento di accensione dei lumi, uno per ogni comunità, che si sono accesi vicini per andare poi nei tanti luoghi della fede del-la nostra diocesi: un segno che i consacrati non sono certo soli, ma rifulgono dello Spirito Santo che li accompagna sempre e che li acco-muna nelle diversità.

Giovanni Volponi©riproduzione riservata

CoSa riCorDarE. CoME riCorDarlo

Nel nome della MemoriaMercatello sul Metauro - La sera di domenica 27 gennaio 2013, Giornata della Memoria, si è te-nuta, presso la sala consigliare del Comune di Mercatello sul Metau-ro, una conferenza multimediale sulla Shoah a cura del prof. Pari-de Dobloni, storico e docente di storia e filosofia presso il Liceo Scientifico “G. Torelli” di Fano. Nonostante l’evento si sia svolto di domenica si è registrata una notevole partecipazione della cit-tadinanza e la sala era piena. Dopo i ringraziamenti al Sindaco Giovanni Pistola per aver con-cesso la sala consigliare ed a don Fabio Bricca che ha organizzato l’incontro e presentato il relatore, il prof. Dobloni ha iniziato met-

tendo a confronto la pianta di Auschwitz con quella di Merca-tello, facendo così capire da subi-to la grande estensione di quello che è il più conosciuto campo di sterminio. Poi ha sottolinea-to l’importanza del saper legge-re le foto e i documenti e sapersi porre le domande giuste, poiché le testimonianze sono anch’esse fondamentali, però sono inevita-bilmente intrise di emozioni; oltre a ciò si deve tener presente che i testimoni viventi sono sempre di meno e un giorno spetterà a noi rendere viva questa memoria. Quindi, con l’aiuto di immagini e documenti significativi non solo per le emozioni, ma soprattutto per l’importanza storica, il pro-

fessore ha cercato di far compren-dere che le persecuzioni e le leggi razziali non sono stati eventi poi così lontani anche dalle nostre piccole realtà: infatti ha illustrato un documento proveniente dal comune di Urbania nel quale era vietata la frequentazione della scuola elementare a un bambino ebreo. Ma lo scopo principale della sera-ta è stato sicuramente quello di far capire che la Giornata della Me-moria non deve essere semplice-mente un giorno di commozione generale, dopo il quale torniamo alla nostra vita e “non ci pensiamo più per un po’”, bensì una presa di coscienza sulle atrocità che l’uo-mo è in grado di commettere se

gli è concesso; proprio per questo motivo questa giornata deve aiu-tarci a capire che la nostra libertà e quella degli altri vanno difese tutti i giorni perché barbarie di questo genere possono ripresen-tarsi anche nel nostro tempo. Dunque, riprendendo il video fi-nale con l’intervistata ai contadini che durante la Shoah lavoravano i campi adiacenti ad Auschwitz, in

cui questi, alla domanda su come facevano a lavorare sentendo le grida provenienti dal campo di sterminio risposero: “Ci si abitua a tutto”, il prof. Dobloni ha con-cluso la serata dicendo: “noi dob-biamo celebrare la Giornata della Memoria perché non vogliamo abituarci a tutto”.

Antonio Hua Sheng©riproduzione riservata

PrESENTaTi i ProSSiMi aPPUNTaMENTi

vita dell’Unitalsi diocesana

URBINO. L’Assistente Spirituale don Piergiogio Angelini ha celebrato nella parrocchia di S Lucia in Acqualagna, la giornata nazionale dell’adesione Unitalsi il 16 dicembre 2012, in cui sono state rin-novato le promesse. Erano presenti alcu-ni consiglieri della sezione di Loreto, che con la loro partecipazione e con i loro in-terventi, hanno arricchito i vari momenti della giornata, che è stata per noi unital-siani, sia di saluto per la conclusione del 2012 che di inizio dell’anno sociale 2013.Il Consiglio Direttivo Unitalsi, riunitosi il

15 gennaio, dopo aver rivolto un sentito grazie ed affettuoso saluto a tutti i soci, ai giovani, ai volontari, alle persone sole, agli anziani, ai tanti simpatizzanti e ai lettori, ha presentato le prossime attività, con l’augurio di sentirci ancora vicini e par-tecipi nel segno della solidarietà e della fede. Domenica 10 febbraio, XXI giorna-ta del malato e festa della beata Vergine di Lourdes, alle 16 nel Duomo di Urbino si terrà una celebrazione eucaristica, nel corso della quale verrà conferito ai pre-senti il sacramento dell’unzione degli in-

fermi. Seguirà una fiaccolata con il canto alla Madonna, per ricordare il flambeaux che ogni sera si svolge a Lourdes in suo onore. Presiederà don Piergiorgio Ange-lini. Sono invitate a partecipare tutte le associazioni ed i gruppi che operano nel campo della solidarietà. Il 16 febbraio si terrà l’assemblea annuale di tutti i soci, comunque aperta a tutte le persone che volessero conoscere la nostra associazio-ne, con il seguente programma: alle 16 Vespri nella Sala parrocchia della ss.ma Annunziata di Urbino e, alle 16.30, As-semblea, e consegna del programma del-le attività per il 2013. Nei giorni 22/23/24 febbraio a Loreto avranno luogo gli eser-cizi spirituali (per prenotarsi contattare il Sig Fuoco, cell 347 0191025).Infine, in collaborazione con il Tribunale del Malato, l’11 febbraio saranno cele-brate due sante messe: alle 9,30 al Cen-tro Diurno “ Montefeltro” (nuova casa per anziani) di Urbino e, alle 18, nella Cappella dell’Ospedale di Urbino (per informazioni contattare il sig. Fuoco 347 0191025, o la segreteria unitalsi, cell. 347 6800074).

M Luisa Gulini©riproduzione riservata

Mons. Sandro De Angeli direttore della Caritas urBino. L’ar-civescovo, s. e. Mons. Giovan-ni tani, ha no-minato Mons. sandro de an-geli direttore della Caritas diocesana di urbino urba-nia sant’an-gelo in vado. il 31 gennaio, presso la sede Caritas, l’arci-vescovo e i vo-lontari hanno espresso un sentito ringra-ziamento al dott. emanue-le Brancati e mons. riccar-do Magnanelli, per aver operato come co-direttori a servizio della comunità diocesana, e nel contempo il benvenuto al nuovo direttore, con l’augurio che il signore possa sostenerlo in questa nuo-va esperienza.

10 febbraio 201318 Urbino Urbania Sant’angelo in Vado

Urbania e dintorni di Raimondo RossiQUasi Un diario

URBINO. La liturgia di domeni-ca 3 febbraio ci ha presentato la storia di un doppio rifiuto che si è trasformato in un aperto contra-sto. Gesù, all’inizio della sua mis-sione pubblica, torna a Nazaret per recarsi nella sinagoga, dove incontra un’aperta ostilità da par-te dei suoi compaesani, fino a ri-schiare di essere gettato dal mon-te sul quale era stata costruita la loro città. È gente che ha vissuto per tanto tempo con Lui ed Egli in tutti quegli anni aveva tenuto

un comportamen-to normale senza alcun gesto ecla-tante. Gli ricor-dano le sue umili origini, e gli rim-proverano di aver

scelto un paese diverso dal suo, per compiere miracoli. “Chi è mai quest’uomo? Non è costui il figlio di Giuseppe?”. Lo consideravano talmente uno di famiglia, uno di loro, da rivendicare nei suoi con-fronti un senso di possesso e una sorta di pretesa. Spesso anche noi abbiamo, nei confronti del Signo-re, un atteggiamento di pretesa per risolvere le nostre richieste, suggerendogli addirittura cosa deve fare, e quindi una fede inte-ressata, oppure un atteggiamento

di fede abitudinaria che non si rinnova mai. Invece il vero cristia-no deve sapersi mantenere sem-pre profeta; lo Spirito lo abilita a testimoniare la parola giusta, la parola vera anche se questa venis-se respinta. Occorre saper torna-re, come Geremia, alla chiamata iniziale, soprattutto quando non si riesce a cogliere l’efficacia del proprio impegno. Il vero cristiano deve chiedere al Signore di poter rimanere libero, vero, profetico senza lasciarsi condizionare. “Gli abitanti di Nazaret”, ha detto pa-dre Luca Gabrielli, “sono arrab-biati con Gesù perché vogliono che faccia dei miracoli anche nel loro paese. Questa è la fede del mercenario. Gesù non vuole che abbiano fede per i miracoli; tutte

le volte che li ha compiuti è stato per amore o per compassione, e non per altri scopi. Gesù vuole instaurare un rapporto di carità e non uno scambio di interessi. Lui ama tutti: sia il ricco sia il povero, sia chi accetta il suo insegnamen-to sia chi lo rifiuta, sia chi lo ac-coglie sia chi lo perseguita. Tutti possono fare gesti di carità: tutto passerà tranne l’amore e noi sare-mo giudicati sull’amore”. E ancora: “Gli abitanti di Nazaret avevano visto crescere Gesù e lo conside-ravano come un semplice uomo; così facciamo anche noi con la Chiesa ed i suoi ministri vedendo-li semplicemente a livello umano e quindi mettendo in evidenza i loro difetti e le loro debolezze. Non riusciamo invece a cogliere

che Dio parla attraverso i sacer-doti. Questa è la fede che vuole il Signore”. In questa domenica è stata ricordata anche la giornata per la vita. Il parroco ha invitato i ragazzi a non dimenticare che ogni anno vengono praticati 120 .000 aborti e quindi si tratta di un olocausto silenzioso. Ha chiesto ai ragazzi di pregare per questi bam-bini mai nati e per le loro mamme, certamente ferite e addolorate. Quindi un invito a farsi messagge-ri e apostoli della vita. Al termine, Padre Luca ha annunciato che il mercoledì delle Ceneri, un frate passionista li introdurrà al tempo forte della Quaresima, cui seguirà il dibattito.

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“Pretesa e ripudio”Pastorale universitaria

1. i caccialepri. Ho appre-so di che si tratta. Così si chiama una prima erba dei campi. approfittando di queste poche giornate di clemenza, in campa-gna ho incontrato l’uomo

cercatore. siamo in tempo di crisi allora bisogna approfittare di tutto. Mi ha fatto vedere e descritto il tipo d’erba particolare, (dichiarando scherzosamente la sua gelo-sia). Bisogna stare attenti: cresce solo nei greppi. Ha scavato un poco con il coltellino

tre o quattro rari ceppetti fitti di foglioline modulate, riempiendo un sacchettino di plastica. e’ difficile riconoscere i caccialepri.2. Così scriveva valerio volpini: “ a pLinio, Lettera in ForMa di poesia // in forma di poesia non significa / vera poesia ma solo tentata / per dire della tua che invece / ci ferma col suo fuoco / ignari e consolati. // Ci gela e ci fa di sale / per il mistero che tu sembri toccare…. “ un frammento ricevuto, come atto d’amore, di Mariapia, figlia del grande poeta Acquabona. da lei si atten-de la ricognizione dell’archivio poetico del

babbo plinio.3. Pascal dice: “La grandezza dell’uomo è grande in quanto si conosce miserabile”.4. http:WWW.vaticanlibrary.va è il sito che consente di sfogliare, con il proprio compu-ter a chiunque e a qualsiasi latitudine del pianeta, i 265 codici miniati del Fondo pa-latino della Biblioteca apostolica vaticana. Lo ha voluto Benedetto Xvi, impiegando per due anni 12 persone a tempo pieno per digitalizzare i preziosi codici, con una tec-nologia di avanguardia.5. passando dalla piazza alla contrada di s.

Francesco, osservate questo primo palazzo a mano manca col portone foderato di la-mina e le finestre munite d’inferriate. que-sto è il Sacro Monte di Pietà. un riformato del Barco ne fu il fondatore e la duchessa elisabetta Gonzaga, moglie di Guidubaldo i il dì 23 Luglio 1509 gli assegnò convene-vole dote…” Così scrive il raffaelli. Questa a urbania la prima banca che chiuse i bat-tenti negli anni ’60, la banca dei poveri du-rata per secoli, ma efficiente, senza derivati. oggi resta il magnifico palazzo rinascimen-tale.

URBINO. E’ morta a 103 anni Domenica Cini in Buccarini, nata all’inizio del XX secolo, nel 1909. Purtroppo Domenica, decana del Montefeltro, non c’è più. Viveva a Torre San Tommaso con i due figli, la nuora, i nipoti e i pronipoti. Era l’ultima di 6 sorelle, tutte scompar-se sopra i novant’anni. “Ha deciso di andarsene in punta di piedi – ci ha detto la nipote Cristina Ales-sandrini di Fermignano - Il giorno prima del decesso, dopo pranzo, è andata a riposare spegnendosi in silenzio senza nemmeno accor-gersi. Ha trascorso una vita che le ha donato una salute di ferro, ma non gli ha risparmiato notevoli ed

inattese sofferenze. Nonostante tutto, il suo forte carattere le ha sempre permesso di rialzarsi più forte di prima. Non è mai stata in ospedale. Era sempre all’aria aper-ta lavorando nei campi dalla mat-tina alla sera”. Il suo centenario non era passato inosservato, anzi era stato un momento di riunione e di felicità per tutta la famiglia, la comunità di Torre San Tommaso e per l’amministrazione comunale di Urbino ben lieta di annoverare all’anagrafe una donna tanto in là con gli anni ma comunque grinto-sa e determinata.

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Ci Ha LasCiato L’ULtra Centenaria doMeniCa Cini

Era nata nel 1909

Riconoscimento a Marco MencarelliurBino. L’amministrazione comunale di urbino ha salutato e consegnato un piccolo ri-conoscimento a Marco Mencarelli, oggi Commissario tecnico della nazionale Femminile di pallavolo. Mencarelli è molto legato a urbino, dove risiede dal 2000. Lo uniscono sia motivi familiari (la moglie, simona, è urbinate), sia motivi sportivi, vista l’attività svolta in passato con la robur tiboni urbino volley. Hanno animato la breve cerimonia il sindaco Franco Corbucci, l’assessore allo sport Lorenzo tempesta e il presidente della Commissio-ne comunale sport, piero sestili. era presente all’incontro, invitato dall’amministrazione, il presidente della robur tiboni urbino volley, Giancarlo sacchi. eg

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Pellegrinaggio a Santiago e FatimaURBINO. Per questo anno della fede che stiamo vivendo, viene proposto un pelle-grinaggio, promosso dall’Opera Romana Pellegrinaggi, a Santiago di Compostela e Fatima, che si svolgerà dal 1° al 5 aprile prossimo. L’incontro con la testimonianza della Vergine Maria e dell’apostolo Giacomo, in due località meta di tanti pellegri-ni, può essere un’occasione per dare un più forte spessore alla nostra fede. La quota di parteci-pazione, con parten-za da Urbino e com-prensiva del viaggio in aereo, è di € 815. Tutti possono aderire. Per informazioni, la presa visione del pro-gramma dettagliato ed eventuali preno-tazioni, ci si può ri-volgere alla signora Santi Brunori Carola, tel 0722-328071, cell. 339 4979019.

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10 febbraio 2013 19Urbino Urbania Sant’angelo in Vado

Urbino - L’istituto di istruzione Superiore “raffaello” di Urbino, ha organizzato le “Giornate delle Lin-gue e delle Culture”. obiettivo di queste “Giornate” è sensibilizzare i giovani all’integrazione intercul-turale, al plurilinguismo, alla valo-rizzazione della diversità linguisti-ca attraverso laboratori culturali, stand, lezioni di lingua straniera, testimonianze, dibattiti al fine di favorire la crescita personale e il confronto con altri paesi e cultu-re. Sono stati allestiti stand riferiti alle lingue studiate nella scuola, sia moderne che classiche, ed uno multiculturale per dar voce agli studenti stranieri che frequentano i corsi Classico, Linguistico, Turisti-co e di Amministrazione Finanza e Marketing. Sono stati organizzati laboratori di lingue, di scienze, di fisica , di matematica e di tecnica per gli studenti ospiti degli istituti comprensivi Volponi e Pascoli di Urbino, di Gallo e di Fermignano. Gli studenti delle classi terminali hanno sostenuto la prova di isti-tuto dei “Campionato nazionale delle Lingue” promossi a livello nazionale dalla Facoltà di Lingue dell’Università di Urbino “Carlo

bo” ed hanno assistito all’interven-to della Prof.ssa Flora Sisti della Facoltà di Lingue e a testimonian-ze di giovani che hanno partecipa-to al progetto Erasmus. Le classi iii Liceo A e iii Liceo b hanno segui-to una lezione di Letteratura Greca della Prof.ssa M. Grazia Fileni del-l’istituto di Filologia Classica. Le classi dei corsi tecnici sono state coinvolte in una lezione di Fabio Manno di Eden Viaggi e hanno

seguito le “avventure” di Crescen-tino (Tino) Sacchi, grande viag-giatore e testimone di un turismo sostenibile creato e prodotto per conoscere e capire gli altri popoli. Tutte le classi quinte hanno par-tecipato, inoltre, all’intervento di Stefano Santini dell’informagiova-ni del Comune di Urbino e Laura Pierfelici dell’Associazione Vicolo Corto che hanno informato gli stu-denti sulle opportunità di mobilità

europea attraverso Progetto Leo-nardo, Scambi Giovanili, Servizio Volontariato Europeo e li hanno orientati verso percorsi di mobili-tà internazionale che permettono di contribuire fortemente alla loro crescita personale e professionale. Quest’anno le “Giornate delle Lin-gue e delle Culture “ si sono con-cluse con l’intervento dello scritto-re – giornalista beppe Severgnini. L’iniziativa è stata organizzata in-

sieme alla Facoltà di Lingue e lette-rature straniere dell’Università de-gli Studi “Carlo bo” di Urbino con la quale esistono da diversi anni stretti rapporti di collaborazione facilitati, oltre che dalla reciproca stima dei relativi presidi e docenti, da un comune sentire sulle esigen-ze didattiche e conseguenti meto-dologie messe in opera in entram-be le realtà di formazione.

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URBINO. Saba-to 9 febbraio Urbino festeg-gia il Carneva-le 2013 con un appuntamento in Piazza del-la Repubblica: “Carnevale in Piazza con ape-ritivo in ma-schera”. La ma-nifes taz ione, aperta a tutti, è organizzata dal Comune di Urbino insie-me alla Casa della Musica e alla Società del

Soldo. Dalle ore 16.00 alle 20.00 circa ci saranno musica e dolci per tutti. L’Amministrazione comu-nale e il Centro Educazione Ambientale “Casa delle Vigne” organizzano anche due appuntamenti dedicati ai bambini (ingresso gratuito): Sabato 9 febbraio, dalle ore 15.30 alle 18.30, nel Collegio Raffaello (Piazza della Repubblica) ci saranno Laboratori di Maschere (con materiale di riciclo); Tea-tro dei Burattini (a cura di “I burattini di Madamadorè”) e sessione di Trucco del viso – “Face pain-ting” con colori vegetali. Lunedì 11 febbraio, dalle ore 15.30 alle 17.30, nella sede del CEA (Casa delle Vigne) si faranno Laboratori di Maschere (con materiale di riciclo) e Trucco del viso – “Face painting” con colori vegetali.

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DUE INIZIATIVE PER I BAMBINI AL COLLEGIO RAFFAELLO E AL CEA

Sabato 9 febbraio “Carnevale in Piazza”

Urbino - “Prossima fermata: la capitale del rinascimento”. Que-sto lo slogan lanciato per la con-ferenza stampa promossa da Ami spa e tenutasi a Santa Chiara per la presentazione di nuovi servizi di trasporto pubblico, volendo in tal modo esaltare uno dei valo-ri culturali più forti che rendono nota Urbino in tutto il mondo proprio mentre si sta sviluppan-do l’operazione per dare forza alla candidatura della città quale ‘Ca-pitale europea della Cultura 2019’, esaltando uno dei suoi valori cul-turali più forti e che la rendono nota in tutta il mondo. Alla con-ferenza stampa sono intervenuti il presidente di Adriabus Giorgio Londei insieme al consiglio di am-ministrazione ed alla dirigenza della società, il sindaco di Urbino Franco Corbucci e Pietro Marco-lini assessore alla cultura della re-gione Marche. Affinché l’obiettivo possa essere raggiunto occorre predisporre un dettagliato pro-

getto nel quale una voce non se-condaria sarà rappresentata dalla possibilità di raggiungere il più facilmente possibile la città. A tal proposito Giorgio Londei ha illu-strato l’esistenza di uno struttu-rato sistema di trasporti messo in atto da Adriabus sia sul territorio provinciale che a livello più vasto, ricordando che è in atto un col-legamento quotidiano con roma e che a giorni sarà istituito un servizio di trasporto interregio-nale. <Si può contare oramai - ha detto Londei - su uno strutturato sistema, su gomma e ferro con le stazioni di Fano e Pesaro, aereo o navale con le strutture presenti ad Ancona. A conferma del nostro impegno e alla ricerca continua di nuovi bacini di utenza – ha anti-cipato Londei - attiveremo entro la prima metà di febbraio, insieme alla Simet, società specializzata in linee a lunga percorrenza, un collegamento trisettimanale tra le Marche, l’Abruzzo, la Puglia e

la Calabria. Lavoreremo, comun-que, in modo coordinato con gli altri attori del territorio nella con-sapevolezza che il titolo di ‘Città Europea’ sarà per tutte le Marche un formidabile volano di crescita anche economica>. <Siamo sempre più convinti che Urbino sia la città italiana con tutte le carte in regola per essere sede di questo prestigioso tito-lo – ha spiegato Pietro Marcolini, assessore alla Cultura della re-gione Marche -: possiamo vin-cere la corsa italiana, battendo le altre città candidate potendo anche contare su un sistema tu-ristico diffuso come quello che la regione Marche sta costruendo da tempo e che fa della cultura uno dei perni centrali a cui affi-dare il messaggio da portare al mondo intero, ponendo proprio le Marche al centro di un grande asse strategico come il corridoio Adriatico, all’interno della Macro-regione Adriatico – ionica>.

il sindaco di Urbino, Franco Cor-bucci, ha toccato il tema della viabilità e sottolineato che <il la-voro con Jack Lang va avanti con grande impegno e il progetto di candidatura sarà pronto entro i tempi stabiliti. oggi vogliamo ag-giungere un altro tassello strate-gico a tutto ciò che ruota intorno a Urbino, vincendo un’altra sfida: quella dei trasporti. Da questo punto di vista le conoscenze e le esperienze di Adriabus ci consen-tiranno di spingere ulteriormente sul concetto di ‘metropolitana di superficie’, in modo da mettere la nostra città, tutta la provincia e l’intera regione al centro di una sorta di mappa internazionale,

dove il visitatore potrà muoversi liberamente e facilmente sul terri-torio>. Corbucci ha aggiunto che la città si sta preparando anche a migliorare l’arrivo e la partenza degli autobus con la creazione di una nuova stazione delle corriere _ e annesso grande parcheggio _ a Santa Lucia che permetterà di li-berare dagli automezzi la grande piazza del Mercatale sotto i Tor-ricini; non ha mancato anche di mettere ancora una volta in evi-denza la necessità di realizzare la Fano-Grosseto, tanto più necessa-ria in quanto la città non ha più i collegamenti ferroviari.

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PROSSIMA FERMATA: LA CAPITALE DEL RINASCIMENTO

Nuovi servizi nel settore trasporti

LICEO RAFFAELLO: SENSIBILIZZARE I GIOVANI ALL’INTEGRAZIONE

Giornate delle lingue e delle culture

10 febbraio 201320 Urbino Urbania Sant’angelo in Vado amicoil nuovo• •

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CONFERENZA ALL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI

Spoleto e Urbino città dell’Unesco

IL CONVENTO DI S. FRANCESCO INTRAVEDE LA LUCE

Un (D)anno dal nevone

L’ATENEO URBINATE PREMIATO DAL MINISTERO CON NUOVE RISORSE

Università virtuosa

URBINO – Di solito si inizia a con-tare un mese dal giorno 1; l’anno scorso non fu così. Quello che poi sarebbe stato noto da tutti come “Il nevone” iniziò il 31 Gennaio di un anno fa, e da quel giorno iniziò anche il conto. Tredici giorni di tormento (e di tormenta) per tutti i residenti dell’entroterra marchi-giano-romagnolo che finirono solo il 12 Febbraio, quasi due settimane dopo. Per i più i disagi si conclusero nel giro di alcuni giorni, quando le scuole riaprirono, le attività tornaro-no alla normalità, le strade divenne-ro percorribili. Per altri non fu così facile la ripresa. Non fu semplice riaprire un’attività con il tetto della propria azienda crollato o le conse-gne annullate, così come non lo fu per gli allevatori col bestiame morto di stenti o sepolto dalle macerie e per gli agricoltori col raccolto per-duto. Non fu una passeggiata, eppu-re bene o male i mesi passavano e si è ricominciato a pedalare. Riman-gono però ancora oggi per qualcuno dei disagi cui non è stato possibile porre un rimedio nemmeno provvi-sorio: è il caso dei frati minori con-ventuali che risiedono nell’antico cenobio di via Raffaello a Urbino. Alcuni mesi fa parlammo proprio su queste pagine della difficile situazio-ne della comunità francescana; oggi, a distanza di un anno dal cedimento di una porzione del tetto, vogliamo approfondire lo stato delle tre stan-ze coinvolte dai danni. Come si può vedere dalle foto, il controsoffitto di

uno dei locali è totalmente crollato; un trave invece stava per precipi-tare quando è stato prontamente sostituito con uno provvisorio. Dal-l’esterno nulla traspare, ma la stan-za e le due adiacenti sono tuttora inagibili, piene di pali di sostegno ai vecchi travi restanti che trapassa-no come delle lance i controsoffitti di cannicce risalenti almeno a due secoli fa. La visione dal vivo, che la foto ha il merito di non rendere, è veramente triste per chiunque ami

la bellezza dell’antico e della storia che trasudano questi muri. Una luce però sembra vedersi in fondo al tun-nel: ci dicono i frati che presto co-minceranno i lavori di rifacimento totale del tetto dell’ala colpita. Bene, diciamo: finalmente dopo un anno son giunti i tanto reclamati soldi ro-mani! Macché, per il convento urbi-nate non c’è stato nemmeno un cent (ammesso che per altre opere giun-ga qualcosa). Tutto il necessario per dare avvio e conclusione alla corpo-

sa azione di restauro e rifacimento deriva dall’interessamento della so-printendenza che ha stanziato fondi propri, del tutto slegati dalla fanto-matica cassa pro-nevone. Come se i lavori fossero un’opera ordinaria non causata da alcuna calamità o danno imprevedibile, come se a Ur-bino non fossero caduti 3,27 metri di neve. Messe da parte le legittime osservazioni, non ci resta che ralle-grarci della lieta novella: verso Mar-zo-Aprile, quando i frati potranno

stare con un tetto scoperchiato sen-za rischiare polmoniti, inizieranno dunque i lavori che si protrarranno per diverso tempo, necessario allo smontaggio di coppi e travi, consoli-damento dei muri, posa delle nuove strutture antisismiche e impermea-bilizzazione. Seguirà poi il restauro interno di controsoffitti e pareti. Dopo un anno, almeno una buona notizia l’abbiamo data.eg.

Giovanni Volponi© riproduzione riservata

urBino – L’architetto Giorgio Flamini, spoletino, ha tenuto nella scuola di Grafica dell’accademia di Belle arti di stato di urbino una suggestiva con-ferenza su “spoleto ed il suo territo-rio: identità di un paesaggio, risorse sociali e simboliche nella città”. L’in-contro con gli studenti è stato curato dai docenti Gianluca Murasecchi e Giovanni turria. spoleto, nel secon-do dopoguerra, è salito alla ribalta internazionale per il Festival dei due mondi, ideato nel 1958 da Gian Carlo Menotti , come luogo per il confronto intercontinentale delle arti. recente-mente spoleto è stata riconosciuta dall’unesco, patrimonio Mondiale dell’umanità per le sue bellezze ar-

tistiche di epoca romana, medievale, rinascimentale ed oltre, fino ad ar-rivare, nel 1962, all’esposizione am-bientale “sculture nella città”, di oltre 100 opere di artisti italiani e stranieri, connubio tra arte e città, irripetibile, del quale permane segno vivissimo ancora oggi con le sculture di Leon-cillo, Franchina, pomodoro, pepper, Chadwick e Calder, assai ben integra-te nel paesaggio urbano. ne scrivia-mo perché scorgiamo varie analogie con la città di urbino. Concordiamo

pienamente con l’architetto quando dice che “ il segno ed il paesaggio sono il risultato della sedimentazione storica, economica, culturale ed arti-stica della comunità”. non è per caso che Menotti abbia scelto spoleto per il confronto intercontinentale delle arti. aveva intuito che, in quella cit-tà, c’era una comunità ricettiva per il dialogo tra le nuove espressioni arti-stiche, belle ma non facili da condivi-dere e difficili da piazzare all’interno del tessuto urbano. una comunità

che si era però dimostrata ricettiva nel coniugare l’arte romana con quel-la delle epoche successive, conservate amorevolmente nel tempo. La stessa cosa è avvenuta in urbino. il rettore Carlo Bo, arrivato nel 1937 (voleva ripartire subito), ha trovato una città che aveva conservato (e difeso) i suoi monumenti. ed ha capito la disponi-bilità culturale della Comunità e della sua università (allora libera), aprendo un dialogo a tutto campo, con gli uo-mini della politica, della cultura, degli

studenti e del paesaggio (il popolo). Con recuperi straordinari di vecchi manufatti, inserimenti del nuovo e studi per future proiezioni. L’archi-tettura (con de Carlo) è tornata, nel bene e nel male, ad essere centrale, come nel rinascimento, per la con-servazione ed il rilancio della città urbinate. Così urbino, come spoleto, sono diventate patrimonio Mondiale dell’umanità. Grazie, per condividere la tesi di Flamini, ai grandi cataliz-zatori positivi, Bo e Menotti, ed alle rispettive comunità, consapevoli del-l’eredità storica che le ha contraddi-stinte in ogni scansione temporale.

Sergio Pretelli© riproduzione riservata

URBINO. Fondi per il merito. Uniurb premiata dal MIUR. Il Mi-nistero dell’Istruzione, dell’Uni-versità e della Ricerca, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle finanze, con Decreto inter-ministeriale del 28 dicembre, ha inserito Urbino nel Piano straor-

dinario 2012-2013 di reclutamen-to di professori di seconda fascia. Il decreto dispone l’utilizzo delle risorse stanziate per gli anni 2012 e 2013 e corrisponde indicativa-mente a 6,40 punti organico.Le risorse sono ripartite anche in base ai risultati della didattica e

della ricerca raggiunti da ciascun ateneo e alla virtuosità dimostrata nella spesa del personale.Per Urbino il provvedimento, frutto dell’analisi di bilanci e atti-vità degli ultimi anni, consentirà di aumentare la qualità dell’ateneo tramite chiamate di idonei vinci-tori di concorso, trasferimenti e bando di nuovi concorsi.L’Università di Urbino Carlo Bo godrà dunque di nuove prospet-tive di crescita e potrà finalmente offrire nuova linfa che si tradurrà in ulteriore qualità dei suoi corsi. «Un riconoscimento importante – sottolinea con orgoglio il ret-tore Stefano Pivato – che ci darà modo di premiare l’impegno di tanti bravi ricercatori che per anni si sono fatti carico di compiti non riconosciuti e aumenterà la qua-lità dei nostri corsi attraverso la ripresa di una virtuosa politica di assunzioni».

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A RIPOSO LA DIRETTRICE DELLE POSTE DI FERMIGNANO

Una meritata pensione

FerMiGnano. daniela tomassini è andata in pensione. ai suoi collaborato-ri si associa il ringraziamento dei clienti dell’ufficio postale di Fermignano. Gennaio è stato l’ultimo mese di lavoro della direttrice che dopo oltre 40 anni di servizio ha raggiunto il meritato riposo. persona determinata, cortese e disponibile nei confronti degli utenti, daniela tomassini ha iniziato a lavorare come impiegata per poi passare a dirigere gli uffici di Mercatello sul Metauro e Cantiano. il culmine della carriera è arrivato negli anni duemila, con l’affi-damento della gestione dell’ufficio di Fermignano. “un percorso professionale in costante crescita e pieno di gratificazioni, nonché palese esempio che con il merito e la determinazione si raggiungono i propri obiettivi”, ci racconta una sua collaboratrice. “daniela tomassini – continua un portalettere – è una persona che ha dato molto alla sua azienda, ai suoi colleghi e a tutti i suoi clienti. una donna che ha sempre dato il massimo nel suo lavoro, svolgendolo con passione e massima professionalità”.

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I venerdì di lucea Candelara

fino a maggio

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appuntamenti

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Le campanelegate nel

Giovedì Santo

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racconti

10 febbraio 2013 21amicoil nuovo• •

di arte cultura sport

L’11 FeBBraio iL Liceo ScientiFico “G. marconi” Di peSaro in QuirinaLe Da GiorGio napoLitano

Grande soddisfazione per gli studenti della classe 5^A del Liceo Scientifico e Musicale “G. Marconi” di Pesaro

e per i docenti coordinatori, Prof. Roberto Romagnoli, Prof.ssa Daniela Dall’Acqua, Prof.ssa sr. Maristella Palac. Il loro lavoro su

“Padre Damiani” vincitore del Primo premio al Concorso Nazionale MIUR (10.2.2012) è diventato libro. Grazie al contributo della Legge 72/2001 e alla tenacia e all’impegno della prof.ssa Maria Elena Depetroni, coordinatrice del Seminario Nazionale MIUR e responsabile del Comitato ANVGD di Bergamo che si è impegnata, non solo a cercare ulteriori fondi per la pubblicazione, ma anche ha seguito i lavori della Casa Editrice Sestante dall’inizio alla fine sollecitando l’uscita del libro proprio entro il 10 febbraio. Il libro sarà consegnato al Presidente della Repubblica al Quirinale l’11 febbraio 2013 in occasione della celebrazione della Giornata del Ricordo. Alla solenne cerimonia parteciperà il dirigente scolastico Prof. Rossini, alcuni insegnanti e una delegazione di studenti.

L’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia“È motivo di grande soddisfazione assistere alla stampa di questo libro, - sottolinea nell’introduzione il Dott. Antonio Ballarin, Presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, - poiché è il frutto del lavoro di studenti e docenti che hanno deciso di partecipare al Concorso Nazionale, indetto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, “volto a promuovere l’educazione alla cittadinanza europea e della storia italiana attraverso la conoscenza e l’approfondimento dei rapporti storici e culturali nell’area dell’Adriatico orientale”.Meritatamente a tali studenti e docenti è stato assegnato il primo premio, specificatamente nell’edizione 2011-2012 per il II Ciclo di istruzione, per la ricerca di cospicue informazioni e numerose testimonianze riguardanti la figura di Pietro Damiani, un padre per gli esuli istriani, fiumani e dalmati e per la ricostruzione di fonti e documenti anche fotografici riguardanti l’assistenza ai profughi sul territorio locale e nazionale sostenuta costantemente dall’opera di solidarietà cristiana.(….)“Tra queste pagine – continua ancora il dott.

Ballarin, -si respirano valori, qualità e capacità che meritano di essere valorizzate in maniera specifica. Le pagine trasmettono l’entusiasmo ed il rispetto delle persone, dell’adulto e del suo vissuto, le carezze dell’anima che i giovani, proprio perché puri dentro, ancora sanno donare a chi ha tanto sofferto. Le tante fonti ed interviste trascritte costituiscono un piccolo tesoro ed è bello che ora tutto ciò si trasformi nella solidità di un libro, da conservare e tutelare nel patrimonio ben delineato dalla legge del 30 marzo 2004 sul Giorno del Ricordo.Il testo scritto ha una valenza in quanto tale, per i temi trattati, per il carico di sofferenza che racconta e, per chi legge ed ha vissuto sulla propria pelle la disumanità della diaspora, per il calore che ne riceve sentendosi meno solo. Quest’opera è un meraviglioso esempio di cosa significhi il concetto di ‘memoria in azione’, ovvero, non semplici ricordi collezionati e raccontati, ma gente viva che lavora attorno ad essa, che studia, che approfondisce e, nella laboriosità espressa, che si impegna per una civiltà in cui non è pensiero folle ridonare una dignità umana ad una vicenda, oggi più che mai viva e desiderosa di generare una nuova storia.Ai docenti, ai loro alunni, alle famiglie di tutti questi studenti che hanno dedicato tanto tempo del loro studio per affrontare un tema così delicato e complesso, con i complimenti per i risultati ottenuti, questo libro è dedicato, affinché possano mantenere vivo il Ricordo del loro lavoro e di tutte quelle piccole storie che hanno conosciuto di persone, vicende, umanità”. – E conclude il dott. Ballarin la presentazione del libro su Padre Damiani “Con riconoscenza,a nome degli esuli dall’Istria, da Fiume, dalla Dalmazia”.

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un altro prezioso tassello si aggiunge alla ricerca storica del territorio di pesaro e provincia. È in distribuzione

nelle librerie, il volume di Francesco rinaldi Mazzeo dal titolo “percorso storico sui castelli di Montegaudio e Monte s. Maria e loro parrocchie”. trecento pagine «nate – scrive l’autore – dall’amore per le colline pesaresi e dall’interesse di mettere in luce la vita della gente umile e semplice del nostro territorio, la loro cultura, il lavoro e la fede ricevuta dai genitori». La ricerca, durata quasi tre anni e svolta in collaborazione con l’archivio storico diocesano, si avvale di due prefatori di spicco come silvia Cuppini e da dante simoncelli, con presentazione del sindaco di Monteciccardo, Federico Goffi.pievi, parrocchie, conventi: una vita religiosa pluricentenaria in una parte del territorio della diocesi di pesaro. una microstoria quella che le antiche carte raccontano di Montegaudio e Monte s. Maria, intessuta di nascite, morti, progetti, fallimenti e

sconfitte. il lavoro di rinaldi mette in luce l’attività dell’ospedale locale, dei monti frumentari e delle confraternite. il percorso storico analizza e riporta alla luce tracce quasi completamente cancellate dal tempo. Come il castello di Montegaudio del quale, a causa degli eventi bellici, non rimane oggi più memoria. in quest’ottica la ricostruzione documentaristica delle vicende dei castelli va al di là della semplice opera letteraria, perché rappresenta l’occasione di rivedere l’articolato e a tratti drammatico percorso evolutivo che ha interessato le nostre colline e la gente che qui ha vissuto.il libro sarà presentato lunedì 11 febbraio alle ore 17, presso la Chiesa dell’annunziata di pesaro. tra i relatori l’avv. Federico Goffi, sindaco del Comune di Monteciccardo, la prof.ssa silvia Cuppini e il prof. dante simoncelli. sarà presente l’autore. ingresso libero.

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Le due sponde dell’Adriaticosulle note dei suoi musicisti

nella stessa cerimonia verranno premiati gli studenti e i docenti delle

sezioni M del Liceo Musicale che hanno partecipato al Concorso nazionale “Cultura e vita materiale tra la terra e il mare Adriatico orientale…” con il lavoro: “Le due sponde dell’Adriatico, sulle note dei suoi musicisti”. tale Concorso per a.s. 2012-2013 - è stato bandito da Miur in collaborazione con le associazioni del esuli istriani, Fiumani e dalmati, nell’ambito delle iniziative promosse

dal Gruppo di Lavoro dedicato alle tematiche del Confine orientale.

La preSentaZione LuneDi’ 11 FeBBraio aLL’annunZiata

Un libro su Montegaudio e Monte S. MariaPresentazione del volume

Francesco rinaldi Mazzeo

PERCORSO STORICOSUI CASTELLI

DI MONTEGAUDIOE MONTE SANTA MARIA

E LORO PARROCCHIEPesaro 2012

Lunedì 11 febbraio 2013 - ore 17,00

Pietro Damiani: un padre per gli esuli istriani, fiumani e dalmati

Il libro sarà presentato al pubblico a Pesaro nella seconda metà di febbraio ed è disponibile presso le librerie di Pesaro

settIMANA DeL rICorDo 11-13-16 FeBBrAIo 2013

Lunedì 11 febbraio ore 18Sala del Consiglio Provinciale A. Beiviale Gramsci 4“La comunità italiana d’istria” con Gianclaudio pellizer presidente della Comunità degli italiani di rovigno.

Mercoledì 13 febbraio ore 18Biblioteca S. Giovavanni – via Passeri 102 presentazione del libro di Luca Leone “Misteri sei miliardi “ alla presenza dell’autore e di ric-cardo noury, portavoce della sezione italiana di amnesty internationalore 21.00 Cinema Loreto – via Mirabelli 3 proiezione del film “Buon anno serajevo”

sabato 16 febbraio ore 10Sala del consiglio Provinciale W. Pierangeli – viale Gramsci 4presentazione dell’atlante delle guerre e dei conflitti del mondo a cura di raffaele Crocco, giornalista rai

10 febbraio 201322 arte cultura sport

i giochi di Leone PantaleonI da cagliUN PREMIO PER UN REBUSI vincitori verranno estratti a sorte tra coloro che avranno inviato la soluzione corretta a [email protected] oppure a IL NUOVO AMICO Via del Seminario 4 – 61121 Pesaro. L’omaggio di questa settimana è un prezioso dvd sulla Domus del Mito di S. Angelo in Vado

E’ possibile ritirare il premio da lunedì a mercoledì dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 17 alle ore 19 presso la redazione di Pesa-

ro (via Rossini 53). Per un diverso recapito contattare il n. verde gratuito 800/501170 sempre nei giorni e ore sopra indicate.

I VINCITORI DELLA SETTIMANA La chiave risolutiva del rebus di Leone da Cagli pubblicato a pag. 22 del n. 5 del “Nuovo Amico” di domenica 3 febbraio era: Rebus frase (3, 7, 3, 6, 10) – “U, nano; Tiziano, N; àncora con F erma TA” - Soluzione: - UNA NOTIZIA NON ANCORA CONFERMATA -Vince il DVD ENRICO GIARDINI

7, 9Un dvd in omaggio

PER RICEVERE L’OMAGGIO È NECESSARIO DIMOSTRARE DI ESSERE IN REGOLA CON L’ABBONAMENTO AL NUOVO AMICO PER L’ANNO 2013 O REGOLARIZZARE LA POSIZIONE AL MOMENTO DEL RITIRO DEL PREMIO

FINO AL 3 MAGGIO IL NUOVO CICLO DAL TITOLO “VENERDI’ DI LUCE”

Appuntamenti al “salotto culturale” di CandelaraL’associazione Turistica Proloco

Candelara, con il patrocinio della Regione Marche, della Provincia di Pesaro e Urbino, del Comune

di Pesaro e il consiglio di Quartiere n. 3 delle Colline e dei Castelli propone il secondo ciclo di incontri-conferenze che animeranno l’inverno-primavera candelarese. Il nuovo ciclo si intitola: “i Venerdì di Luce” ed è l’erede del precedente ciclo del 2012, “i Mercoledì di Mercurio”. Infatti, Mercurio, dio dell’eloquenza, del commercio e dei ladri rimane il logo anche di questo nuovo ciclo, che come fine ha sempre l’idea di realizzare una iniziativa per diffondere la cultura, fornendo soprattutto uno strumento nuovo ai giovani laureati per diffondere le proprie ricerche in una società dove non sempre trionfa la meritocrazia.Il ciclo “i Venerdì di Luce”, ha anche lo scopo di animare le fredde serate dell’inverno di Candelara. Con questo ciclo, che si assomma a “Candele a Candelara” ed a “CandelarArte”, la Pro Loco offre una serie di iniziative che coprono tutto il corso dell’anno. Le conferenze avranno una cadenza periodica, secondo il programma sotto riportato e si svolgeranno a Candelara, al primo piano dell’ex-Palazzo Comunale, attuale sede della Pro Loco, alle

ore 21 (ad esclusione degli appuntamenti dell’8 febbraio e del 15 marzo che si svolgeranno a Pesaro, la prima nella sala del Consiglio comunale e la seconda in quella del Consiglio provinciale). Il primo appuntamento è stato affidato a suor Maria Gloria Riva, che proporrà una interessante lettura iconografica degli angeli, partendo dai colorati angeli della “pala dell’Incoronazione” di Pesaro, firmata da Giovanni Bellini. Il secondo appuntamento, che apre il ciclo a Candelara, è una tavola rotonda dedicata alla scoperta e approfondimento di mons. Nicola Alegi, parroco per 50 anni a Candelara: essa rientra nelle iniziative celebrative per il I centenario della sua

nascita. La terza serata è tutta particolare, dedicata alla scoperta dell’“Energia: cielo e terra”, una riflessione sulla Meditazione, Chakra, Reiki, Cristalloterapia e Musicoterapiae tenuta da Nirmalam, al secolo Fabio Roccagli. Elena Bacchielli e Margherita Guerra, che tornano per il secondo anno a Candelara, ci aggiorneranno sulle ultime novità dei loro studi intorno la figura di Vittoria Mosca e le sue collezioni. Cecilia Sanchini propone invece uno studio sulle pitture marchigiane tradotte da pale d’altare in piccole incisioni, mentre con Francesca Rosa andremo alla scoperta delle antiche tecniche pittoriche.Se questi sono gli interventi dei giovani, l’appuntamento del 12 aprile, dal titolo

“Arte e Creato” è tenuto invece dai suoi amici i proff. Rodolfo Pierotti, Luigi Stortiero, Piero Talevi e Rodolfo Tonelli; si tratta di una serata dedicata alla lettura dell’opera di Antonio Battistoni. Infine, un altro appuntamento particolare è quello del 15 marzo alle ore 18 presso la Sala Adele Bei (PESARO Palazzo della Provincia) con una performance organizzata dall’Associazione “Il Megafono delle donne” di Ancona, con cui la Pro Loco collabora da un altre un anno, dal titolo “VOCI nel buio: musica parole danza e pittura”. Si tratterà di una performance che vedrà affiancarsi giovani talenti e scrittori o professori già affermati.

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Programma 8 febbraio - ore 18 PESARO (Palazzo comunale: Sala del consiglio)Suor Maria Gloria Riva: “Il colore degli angeli: lettura iconografica”15 febbraio - ore 21 Tavola rotonda“Mons. Nicola Alegi: 50 anni di sacerdozio a Candelara”22 febbraio - ore 21 Nirmalam Fabio Roccagli:“Energia: cielo e terra. Meditazione-Chakra-Reiki-Cristalloterapia-Musicoterapia”15 marzo - ore 18 PESARO (Palazzo della Provincia: Sala Adele Bei)Performance de “Il Megafono delle donne” - “VOCI nel buio: musi-ca parole danza e pittura”22 marzo, ore 21 Elena Bacchielli e Margherita Guerra:

“Una nuova analisi degli arazzi della eredità Mosca: percorso tra femminismo e collezionismo” 5 aprile, ore 21 Simona Laghetti:“Tonino Guerra: un viaggio tra cinema e poesia”12 aprile - ore 21 Rodolfo Pierotti, Luigi Stortiero, Piero Talevi, Ro-dolfo Tonelli:“Arte e Creato: l’opera di Antonio Battistini”19 aprile - ore 21 Cecilia Sanchini:“Dipinti marchigiani tradotti”3 maggio, ore 21 Francesca Rosa“Le tecniche pittoriche antiche: fusione alchemica tra materia e soggetto”

è stato un concerto meraviglioso, quello eseguito dal quartetto d’archi Zemlinsky (primo premio

al concorso internazionale di Bordeaux 2010) all’Auditorium Pedrotti, nell’ambito della Stagione Concertistica 2012/13 del Conservatorio Statale di Musica G.Rossini. Zemlinsky Quartet prende il nome dal compositore, direttore d’orchestra austriaco Alexander Zemlinsky (1871-1942) il cui enorme contributo alla cultura Ceca, Tedesca ed Ebraica nei suoi 16 anni di permanenza a Praga, venne sottovalutato per decenni. Il programma è stato di grande livello musicale. Si è iniziato con il Quartetto in Fa maggiore op.18 n.1 di Beethoven. Un’opera di grande intensità musicale, che ha trovato nell’affiatamento degli

archi, l’apice di un’esecuzione perfetta. I quattro movimenti si sono succeduti con grande equilibrio ed armonia. Si è poi passati al Quartetto n.3 di Bohuslav Martinu (1890-1959). Un’opera composta in tre movimenti, Allegro, Andante, Vivo, che ha evidenziato l’accentuazione dei valori espressivi musicali della tradizione ceca. Infine il Quartetto in Fa maggiore op.96 n.12 Antonin Dvorak “Americano’’, in cui la musicalità dei paesi dell’est si coniuga alla cultura musicale americana.

Paolo Montanari© RIPRODUZIONE RISERVATA

CONSERVATORIO “ROSSINI”

La perfezione del “Zemlinsky Quartet”

PESARO – Tutto esaurito, Teatro Rossini stracolmo, finale con il pubblico in piedi ad applaudire i protagonisti di “Pink Floyd, la storia, la leggenda”, spettacolo proposto nell’ambito della Stagione “Sinfonica 3.0” dell’Orchestra Sinfonica Rossini. Si è trattato di un ‘sentito’ omaggio al gruppo britannico, che nella seconda metà del Novecento ha dominato la scena della musica rock lasciando un’impronta indelebile, affidato alla tribute band anconetana DNA, guidata dai chitarristi Paolo Fiorini e David Mancinelli, affiancata dall’Orchestra Sinfonica Rossini con Roberto Molinelli nel ruolo di direttore e autore dei suggestivi arrangiamenti dei brani in programma. Una insolita versione di dodici successi dei Pink Floyd, nata dal connubio tra dimensione elettroacustica originale e rivisitazione in chiave sinfonica e classica, che ha coinvolto ed entusiasmato il pubblico, peraltro molto eterogeneo. Lo spettacolo è stato integrato da una narrazione a tre, affidata a Claudio Salvi, ideatore dell’evento, Fabrizio Bartolucci e Marco Florio, che ha contestualizzato la storia e la produzione dei Pink Floyd offrendo un interessante spaccato della società e della cultura dell’epoca. Finale elettrizzante con la riproposta della mitica “Shine on your crazy diamond”, struggente omaggio a Syd Barrett, il ‘diamante impazzito’, sempre in bilico fra genio e follia, primo leader dei Pink Floyd da cui si allontanò definitivamente nel 1968.

m.r.t. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SPETTACOLO DELLA STAGIONE “SINFONICA 3.0

Pink Floyd, la storia, la leggendaGIORNALISTI INGLESI IN VISITA AD URbINO

Mostra su Barocci a LondraURBINO. Una selezionata delegazione di giornalisti inglesi ha visitato i luoghi legati a Federico Barocci, in vista dell’inaugurazione della mostra “Barocci: Brilliance and Grace”, che si terrà a Londra dal 27 febbraio al 19 maggio 2013. I giornalisti che hanno partecipato al viaggio rappresentano le testate The Times, Bloomberg, The Telegraph e The Guardian. Il gruppo è arrivato nel pomeriggio di lunedì 4 febbraio, ha fatto una sosta a Senigallia e nel pomeriggio è giunto ad Urbino dove ha iniziato subito l’itinerario di visita, che ha proseguito nella giornata di martedì. Poi c’è stato il trasferimento a Piobbico per vedere il dipinto conservato nella Chiesa di Santo Stefano e lo spostamento a Perugia. Nella delegazione c’erano anche alcuni esponenti di rilievo della National Gallery. Il viaggio

promozionale nelle Marche è nato dalla stretta cooperazione fra l’Ufficio Stampa della Nazionale Gallery di Londra, l’ENIT (Agenzia di Londra), la Regione Marche e il Comune di Urbino (Assessorato al Turismo), assieme al supporto della Soprintendenza con sede a Urbino e del Comune di Piobbico. La presenza dei giornalisti del Regno Unito ha lo scopo di produrre una ricaduta turistica per

le Marche, Urbino e i territori legati a Federico Barocci, in quanto gli articoli che scaturiranno dal viaggio stampa, inquadreranno la mostra londinese nell’ambito dei luoghi e delle località che ispirarono l’artista, dove il pittore visse e lavorò e da dove provengono molte opere in prestito alla pinacoteca londinese per il tempo della mostra.

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10 febbraio 2013 23amicoil nuovo• • arte cultura sport

Un mare di opportunità

garanzia di assunzione per

almeno il 60% degli allievi formati

Provincia di Pesaro e UrbinoAssessorato Formazione Professionalee Politiche del Lavoro

Centro per l’impiego, l’orientamento e la formazione di Pesaro

unione europeaFondo Sociale europeo

Due corsi gratuiti di 306 ore destinati a 40 disoccupati e/o lavoratori in mobilità, residenti o domiciliati nella Regione Marche, che ha come obiettivo la formazione di personale di bordo da inserire nell’organico della Costa Crociere Spa come CRUISE STAFF o TOUR ESCORT. Almeno il 60% degli allievi formati verrà assunto. Per accedere al corso si richiede un Diploma quinquennale o Laurea, una buona conoscenza della lingua inglese e la conoscenza discreta di una 2° lingua (spagnolo, tedesco e/o francese). PER INFORMAZIONI: Numero verde: 840000676 - www.provincialavoro.it [email protected] - Ufficio corsi Job Pesaro: 0721 3592 941 (lun mer ven 9.00 / 12.00 -mar gio 9.00 / 12.00 - 15.00 / 17.00).

www.provincialavoro.it

Presentazione del corso: mercoledì 13 febbraio 2013

ore 11.00 Sala Congressi Tritone Baia Flaminia Resort

Viale Parigi 8 – Pesaro

Corsi di formazione

tecnico dell’accoglienza(Cruise Staff / Tour Escort)

La sera del Giovedì Santo, conclusa la funzione celebrativa che ricorda, e ne riaff erma l’importanza, la Cena di Gesù con gli apostoli e

l’istituzione della Eucarestia, mia madre diceva in tono solenne: “Ora si legano le campane!”.Ogni anno, puntualmente ripetuta nella circostanza, la frase non mancava di penetrare nel profondo della mente, del cuore, dell’anima, determinando una sensazione di tristezza per un vago sentore di abbandono ed anche una sorta di immaginifi ca confusione, perché mi domandavo chi mai e come sarebbe salito tanto in alto, fi no all’apice del campanile, per legare con una corda le campane.Sapevo che, non so come e perché, le campane venivano legate in segno di lutto: veniva a mancare Qualcuno. Un Qualcuno che aveva legami con la mia famiglia, con la mia persona, defi nito ed indefi nito, reale e misterioso, vicino e lontano, simile a me e immensamente più grande di me.Le campane legate mi dicevano, con il loro silenzio, che almeno temporaneamente Qualcuno sarebbe stato assente. Temporaneamente, perché ad incoraggiare l’attesa del ritorno, tra i meandri della memoria e dei percorsi della educazione religiosa famigliare, riaffi orava il ricordo dello scampanio diff uso e festoso del sabato, perché le note delle campane formavano, alternandosi nelle battute e unendosi nel suono, un prolungato in armonioso accordo.Non c’è cosa più gioiosa di un concerto, anche modesto, di campane.Appena sentivo la frase riferita alla legatura delle campane mi sentivo presa da un senso di malinconia e di mistero, e i bambini, da quel momento non erano lasciati soli.Il giorno successivo, Venerdì Santo, verso sera, passava in frotta per le vie del paese un nugolo di ragazzi alla cui testa, per diritto acquisito, si ponevano i più grandi; i più piccoli seguivano come fossero in attesa di ruolo per naturale successione.Il ragazzo incaricato di turno agitava tutto compreso nel suo servizio uno strumento magico in legno e ferro: la Raganella, che so avere in altri paesi nomi diversi. Lo strumento, scosso adeguatamente, concludeva la voce del ragazzo che lo aveva in mano e che aveva

detto, gridando: La messa suona per la prima volta. In seguito, con un intervallo di minuti contati, la stessa voce diceva: La messa suona per la seconda volta. Infi ne, a conclusione del giro per le principali vie del Castello e del Borgo: La messa suona per la terza e ultima volta.La ritualità indicava l’avvicinarsi di un importante appuntamento della sera stessa, ma per me era molto di più: c’era nel suono sordo della raganella una promessa, c’era nell’aria l’idea che sarebbe ritornato Chi mancava; sarebbe stato risolto il silenzio pesante di chi era assente.Finalmente, la sera del Sabato Santo si aspettava in casa il momento, ormai a breve, in cui esplodeva il suono gioioso delle campane, ancor più gioioso che in

altre volte per il lungo tacere forzato.Nell’attesa della festa del ritorno un pensiero, ogni volta, attraversava la mia mente: e se chi aveva legato le campane non riusciva più a scioglierle?Sentivo tutto il bisogno di ascoltare di nuovo il suono di chiamata a raccolta delle campane. Ne abbiamo bisogno, perché quel suono è un richiamo al rito, è rito esso stesso.Oggi più che mai abbiamo bisogno di riti.Che cosa è un rito?. E’ una cosa dimenticata. È quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora dalle altre ore…( Da Il Piccolo Principe di Antoine de Saint Exupéry)Il rito è la sublimazione di un gesto; è il modo per investire anche la più piccola

cosa di trascendenza per non farla morire, per renderla piccolo seme di eternità.Appena iniziato il suono di gioia, sentivo il grido di mia madre: “Presto, presto!, bisogna lavarsi gli occhi…”. Ma alla pozza, come aggiungeva il nonno, e non asciugarli. Alla pozza di Livio e della Menca, vicino alla mia casa, insieme agli altri, dove il plenilunio si specchiava magicamente e ci indicava la strada.Non ci si doveva lavare in casa, ma fuori: ritrovare la luce e la gioia insieme agli altri e sentire le raganelle cantare nella pozza d’acqua, perché la vita tornava a rinascere come ogni primavera, e Chi mancava era tornato.

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RACCONTI DI QUARESIMA

Le campane legate di Aquilina Fabbri e Rodolfo Tonelli (U.C.I.I.M.)

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Nell’autunno 2013 sono in programma alcune iniziative per la ricorrenza della fondazione del nostro giornale.

abbonamenti 2012Ordinario € 39Sostenitore € 50 Amico € 100

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110e lode

24 10 febbraio 2013

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