«il nuovo amico» n. 10 del 10 marzo 2013

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In una recente intervista, durante il soggiorno alpino nel 2012, alla domanda postagli dal giornalista scrittore Peter Seewald se egli fosse la fine del vecchio o l’inizio del nuovo, la sua risposta fu: “Entrambi”. All’interno e al di là del sagrato molto si è detto e scritto sull’evento della rinuncia e del pontificato di Benedetto XVI, con criteri di giudizio non estranei alla fede. Ma al di là del sagrato, nella piazza, fra la gente e nei luoghi dove si fa cultura ed opinione, se ne parla ancora di più. Ma come? Esemplare è un’intervista di ‘Focus’ allo scrittore giornalista Peter Seewald che,rispondendo al settimanale tedesco, tra l’altro ha ricordato che il Papa “veniva descritto come un persecutore mentre era un perseguitato, il capro espiatorio da chiamare in causa per ogni ingiustizia, il ‘grande inquisitore’ per antonomasia, una definizione azzeccata quanto spacciare un gatto per un orso”. Lo descrive invece come uomo della tradizione che sa però distinguere quello che è davvero eterno da quello che è valido solo per l’epoca in cui è emerso. In sintesi. Pensatore e credente nella sua integralità non afferra la spada ma l’arma dell’umiltà e della persuasione, è l’uomo dei paradossi. Pensa in grande e presta attenzione al dettaglio. Teologo, incarna la nuova intelligenza della fede ma difende la fede popolare contro la religione dei professori, fredda come la cenere. Non è un caso che il Papa uscente abbia scelto il mercoledì delle ceneri per la sua ultima grande liturgia. “Era qui che voleva portarvi – conclude testualmente l’intervista – fin dall’inizio. Questa è la via, disintossicatevi, rasserenatevi, liberatevi dalla zavorra, non fatevi divorare dallo spirito del tempo, non perdete tempo, desecolarizzatevi! Dimagrite per aumentare di peso è il programma della Chiesa del futuro… ‘Convertitevi’, – così disse con le parole della Bibbia quando segnò la fronte di cardinali e abati con la cenere, – e credete al Vangelo”. Raffaele Mazzoli © RIPRODUZIONE RISERVATA Ratzinger l’uomo dei paradossi DONNA MA QUALE FESTA? Verso il Convegno ecclesiale marchigiano CHIESA 8 Rifinanziata la legge regionale sugli oratori MARCHE 23 Padre Egilio festeggia 100 primavere BEATO SANTE 10 Fino al 21 marzo mostra sulla Palestina QUADRANTE 21 SCIENZA&VITA: «IL SINDACATO NON TUTELA LE LAVORATRICI MADRI». NEL MIRINO ANCHE I MEDICI OBIETTORI PAGINA 11 Cgil provinciale polemica sull’aborto Cresce il precariato giovanile PESARO 6 Speciale Assemblea Pastorale Diocesana FANO 14 Pupi Avati all’ateneo urbinate URBINO 19 ABBONAMENTO ABBONATI AL NUOVO AMICO 110 e LODE

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«Il Nuovo Amico» n. 10 del 10 marzo 2013

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In questa pausa, durante la quale la Chiesa si sente orfana, è bello e doveroso trattenersi ancora con Benedetto XVI, Pontefice e Vescovo di Roma emerito. L’affetto, la

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Raffaele Mazzoli© RIPRoDUZIonE RISERVATA

Ratzinger l’uomodei paradossi

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Verso il Convegnoecclesiale

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Rifinanziata la legge regionale

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sulla Palestina

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ScieNZa&Vita: «il SiNdacato NoN tutela le laVoratrici madri».Nel miriNo aNche i medici obiettori

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cgil provincialepolemica sull’aborto

Cresce il precariato giovanile

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Speciale Assemblea Pastorale

Diocesana

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Pupi Avati all’ateneo

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ABBONATIAL NUOVO

AMICO 110e lode

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Verso il ConClaVe10 marzo 20132 amicoil nuovo• •

Aut. n. 83/85 Trib. di PesaroIL NUOVO AMICO RISPETTA L’AMBIENTE. STAMPIAMO SOLO SU CARTA RICICLATA.

REDAZIONE CENTRALE:Raffaele Mazzoli – Direttore - Ernesto Preziosi - Direttore ResponsabileRoberto Mazzoli - Caporedatt. CentraleGastone Mosci – Incaricato dei rapporti con la Regione MarcheVia del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) - Tel. 0721/64052 Fax 0721/69453e-mail: [email protected]

Redazione di Pesaro: Via del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) Tel. 0721/64052 - Fax 0721/69453e-mail: [email protected] Alvaro Coli – Responsabile diocesano.

Redazione di Fano: Via Roma 118 - 61032 FANO (PU) - Tel. 0721/802742 (dir.) - 803737 - Fax 0721/825595e-mail: [email protected]

Redazione di Urbino: Via BeatoMainardo, 4 - 61029 URBINO (PU)Tel. e Fax 0722/378395e-mail: [email protected]. Giancarlo Di Ludovico – Responsabile diocesano

EDITORE: Cooperativa Comunicare - Via del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU). Tel. 0721/64052 - Fax 0721/69453.Amministratore Unico: Marco Farina Presidente Cooperativa Comunicare

STAMPA: Galeati Industrie Grafiche/ImolaGRAFICA: arti grafiche pesaresi srl/pesaroLa testata “Il Nuovo Amico” fruisce dei contributi Statali diretti di cui alla Legge 7 agosto 1990, n. 250.PUBBLICITà Uffici della Redazionecentrale 0721/64052 e Paolo MorsianiL’Impresa Editrice COMUNICARE risulta iscritta al Registro delle imprese di PESARO presso la Camera di commercio al n. 98100

Questo settimanaleè iscritto alla FISCFederazione ItalianaSettimanali Cattolici

ed è associatoall’USPIUnione StampaPeriodica Italiana

settimanale d’informazione diocesi di: pesaro • fano, fossombrone, cagli, pergola •

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ABBONAMENTIOrdinario € 39 - Amico € 50 - Sostenitore € 100Da versare sul c/c 12522611 intestato a: “IL NUOVO AMICO” - Via del Seminario 4 / 61121 PESARO - www.ilnuovoamico.it

Questo numero è stato chiuso in redazione

S.. Simplicio, nativo di Tivoli, esercitò il ministero pontificio dal 468 al 483, in un periodo

tormentato sia per la vita della Chie-sa che per quella dello Stato. Com’è

noto, Odoacre, poiché non venivano soddisfatte le richieste di terre da col-tivare avanzate dai suoi Eruli, troncò ogni indugio: tolto di mezzo Oreste, ne depose il figlio Romolo Augustolo, ultimo rappresentante imperiale, che relegò in una villa napoletana con una rendita annuale di 6.000 libbre d’oro, e rinviò le insegne imperiali al-l’imperatore d’Oriente, Zenone.Neppure questi d’altra parte aveva una vita tranquilla, poichè proprio nel 475-476 dovette fronteggiare la rivolta di Basilisco: riuscì ad averne

ragione solo con l’aiuto di Teodorico, re degli Ostrogoti, che poi spode-stò anche Odoacre. Questa serie di avvicendamento non restava senza conseguenze anche per la vita della Chiesa sia in Occidente che in Orien-te. Odoacre, infatti, e anche Teodo-rico erano seguaci dell’eresia ariana, mentre Basilisco si appoggiava nella sua rivolta particolarmente sui segua-ci dell’eresia monofisita.Il monofisismo era stato suscitato da Dioscoro, patriarca di Alessandria d’Egitto, e soprattutto dal monaco

Eutiche: la sua tesi centrale, che le dava anche il nome, era che in Cristo vi è una sola natura, quella divina. Nonostante l’importante ed energico intervento di S. Leone Magno, l’ere-sia trionfò in occasione del cosiddet-to “latrocinio di Efeso”, ma due anni dopo la dottrina ortodossa venne affermata con chiarezza nel concilio di Calcedonia, che assunse come arti-colo di fede il documento di S. Leone Magno.Questo concilio emanò anche il fa-moso canone 28, che riconosceva una preminenza del patriarcato co-stantinopolitano, che venne contesta-ta come innovazione pericolosa dagli inviati di S. Leone Magno e venne

combattuta anche da S. Simplicio. La controversia sul monofisismo andò avanti ancora per qualche tempo: ne fu responsabile anche l’imperatore Zenone che nel 482 tentò un impos-sibile compromesso con il suo Heno-ticon, contro il quale papa Simplicio prese netta posizione.Oltre a questa difesa della dottrina cristiana genuina, S. Simplicio si rese benemerito per aver restaurato e de-dicato alcune chiese romane come S. Stefano Rotondo e S. Bibiana, e, mo-strandosi rispettoso di ogni valida arte, fu lui ad ordinare che venissero salvati dalla distruzione i mosaici pa-gani della chiesa di S. Andrea. Le sue reliquie si venerano a Tivoli.

IL SANTO DELLA SETTIMANA 10 marzoSan Simplicio Papa

DOMENICA 3 MARZO LA FINESTRA CHIUSA DI PIAZZA S. PIETRO

È il tempo del silenzio

è il tempo del silenzio. Anche piazza San Pietro lo dice guardando alla finestra chiusa.Non il “terribile silenzio” che Jan

Ross, opinionista laico di Die Zeit, temeva ipotizzando una Chiesa completamente muta, senza più voce. Ormai tutti sanno che quella iniziata alle ore 20 di giovedì 28 febbraio 2013 non è assenza di parole ma è una comunicazione altra che ogni persona sperimenta nei tornanti decisivi della propria e altrui vita. è un inanellarsi di domande e di risposte tra l’infinitamente piccolo e l’Infinito. è la stessa comunicazione che si vive entrando in una chiesa, posta sul lato di una piazza affollata o di una strada rumorosa, dove c’è un piccolo lume acceso. Una fiammella che dice di una presenza. Nulla di più e tutto di più di una scintilla. Occorre fermarsi per accorgersi di quella minuscola lampada accesa e la sosta è un esercizio sempre

più difficile in una società che si consuma nella velocità e nella fretta. Chi si ferma è perduto. Qualcuno ci ha detto e ci sta dicendo che così non è affatto quando si guarda con onestà dentro se stessi. C’è un altro messaggio forte che è venuto in questi giorni: si sono chiuse e sigillate le porte degli appartamenti pontifici ma se ne è spalancata una immensa: quella della preghiera. Cosa c’è dietro, o meglio, chi c’è dietro questa porta? Si è un po’ tutti, seppur in modo diverso, a cercare risposte alla domanda suscitata dal colpo di vento che ha interrotto la brezza alla quale ci si era abituati. Le analisi e i commenti ci hanno accompagnato e continueranno ad accompagnarci in un tempo in cui la debolezza e la forza si sono confrontate e si confrontano mettendo sotto esame le logiche del potere e del successo. Qualcuno è un po’ più avanti e qualche altro è un po’ più indietro nelle riflessioni e nella ricerca di una risposta. Nessuno tuttavia può

dire di essere giunto alla meta. L’impressione di essere arrivati lascia infatti il posto alla scoperta che la strada continua alzandosi a quote sempre più alte. Salire sul monte è molto faticoso per tutti, credenti e non credenti. Ma è anche molto bello per tutti, credenti e non credenti. Si è ancora totalmente coinvolti nell’ avventura iniziata l’11 febbraio 2013 e raccontata con impeto dai media, con i loro pregi e i loro difetti, con i loro limiti e le loro potenzialità. Anche il racconto mediatico può scuotere la coscienza e invitarla ad andare oltre, pur attraversandoli, i titoli, i testi, le immagini, i suoni. I media, d’altra parte, sanno molto bene che il loro compito si ferma alla soglia del silenzio, della preghiera, del mistero. Varcare quella soglia spetta alla coscienza diventata come un pellegrino sulla via dell’Infinito, come un mendicante della

verità. Spetta alla profondità dello sguardo di ciascuno leggere il messaggio del silenzio e della preghiera che sfugge alle parole scritte o pronunciate. Scoprire che per infinito amore si esce dal mondo e si entra nel cuore dell’uomo è il frutto dell’abbraccio del pensare e del credere, è frutto del sentirsi pensati. Un poeta come padre David Maria Turoldo può aiutare nel percorso che si è improvvisamente aperto: “Sommessa è la voce/ trattenuto il respiro/ si ode il sospiro/ e più quanto è taciuto. Dio chiama e seduce/ pago di un sorriso/ che irradia dal viso/ degli umili servi/ e l’inonda di luce”. La luce non si è spenta, è stata posta più in alto, continua a illuminare la storia. Quel volto rimane per sempre “mysterium lunae”.

Paolo Bustaffa© RIPRODUZIONE RISERVATA

ANNO DELLA FEDE 10

“Mi sostiene e mi illumina la certezza che la

Chiesa è di Cristo». Così il Papa, prima dell’Udienza generale del 13 febbraio, parlando della sua rinuncia. In questa frase c’è tutto un Pontificato. La forte insistenza, negli ultimi discorsi, sul fatto che sia Cristo il Sommo Pastore della Chiesa, rimanda alle prime parole dette da Ratzinger subito dopo la sua elezione: “Dopo il grande Papa Giovanni Paolo II, i signori cardinale hanno eletto me, un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore”. I Padri paragonavano la Chiesa alla luna, che riceve tutta la luce dal sole, simbolo di Cristo. Paolo VI nel Credo del popolo di Dio, a conclusione dell’Anno della fede, scriveva: “la Chiesa non possiede altra vita se non quella della grazia”.In fondo il problema della Chiesa e della sua riforma non sono i peccati dei suoi membri, siano essi anche eminenti (i peccati nella Chiesa ci sono sempre stati), ma sta tutto in questa frase: se la Chiesa è di Gesù, oppure se diventa altro. Allora, in questo secondo caso, anche il peccato cambia natura: non più peccato umano, fragilità umana, ma altro e diverso, più occulto e perverso.

don Daniele Federici© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il cuore di un Pontificato

La ParoLa di dio IV domenica di Quaresima Anno C

L’aspetto più difficile e contrastante di tutto l’annuncio cristiano non sono i cosiddetti misteri, ma l’afferma-zione della bontà di Dio. Gesù sorprende tutti: va a

mangiare con i peccatori, difende pubblicamente una donna adultera, chiama tra gli apostoli un pubblicano, entra nella casa dell’odiato Zaccheo, benedice e conforta un ladrone dalla croce.

Lc 15,1-3.11-32. Il peccato è il non cogliere la preziosità di questa vita che ci è data, la sostanza stessa di Dio e del suo cuore paterno. Non ne capisce il valore il figlio che se ne va di casa, dal momento che la sperpera in breve tempo; ma nemmeno il figlio rimasto in casa, che non ne vive il dono di gratuità, bensì in forme sostanzialmente servili.E’ di una tristezza unica che la relazione con Dio, attinente di per sé al registro dell’amore, venga misurata in termini di osservanza formale: non ho mai sgarrato.Giosuè 5,9°.10-12. L’infamia dell’Egitto è allontanata; non c’è più il marchio della schiavitù. Così come il perdono non

lascia in noi la vergogna dei nostri errori né ce li rinfaccia. Il perdono dischiude una terra di novità, di abbondanza di amore.2 Cor 5,17-21. La riconciliazione con Dio non significa che lui chiude un occhio, è piuttosto una nascita in novità, un’auten-tica rigenerazione. Il Figlio si è fatto peccato per noi, affinchè noi potessimo essere rivestiti della prima veste della nostra somiglianza con Dio.Meditatio• Siamo in un’eterna preadolescenza! Ci pare che ‘girare’ intor-no al Signore sia un handicap, un qualcosa che ci impedisce di sviluppare la personalità: se c’è Dio l’uomo è frustrato – si pensa. Il figlio prodigo è una parte di noi che grida: “Sono stufo di Te, Signore!”.• La debolezza non deve essere giustificata, ma deve essere ac-compagnata, presa in braccio! A volte il Signore ci strizza come uno straccio da pavimenti. Il Signore, a volte, ti prosciuga, ti lascia nell’aridità, ti fa toccare il fondo.• Se dall’umiuliazione arrivi all’umiltà, sei salvo. Se nell’umi-

liazione arrivi alla’ferita’ senza umiltà ti ribelli, imprechi, ti dai alla perdita totale di te: non hai più niente da perdere, ossia perdi tutto.• Riconoscere il fallimento è il primo passo, ma può condurti alla disperazione, all’annul-lamento di te (trattami come un servo), se non vedi lo spiraglio della grazia ‘gratuita’. Si può rientrare in sé senza trovarsi davanti al Padre. Entrare realmente in se stessi significa en-trare nell’Amore. Occorre lasciarsi salvare senza pretendere di meritare la salvezza. Questo è il Vangelo della grazia!Ci vorrebbero molti buoni preti (ed anche buoni cristiani) non per predicare, ma per prendere contatto, farsi ama-re, ispirare stima, fiducia, amicizia, rendere possibile un avvicinamento, dissodare la terra prima di seminare (C. De Foucauld)

Armando Trasarti, Vescovodi Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il ritorno del Padre

Page 3: «Il Nuovo Amico» n. 10 del 10 marzo 2013

Verso il ConClaVe 10 marzo 2013 3amicoil nuovo• •

Sono le parole del cuore a traghettare Benedetto XVI tra le rive scoscese e ardue della fede e della ragione nel giorno del saluto più intimo e più pubblico.

Il Papa teologo, il Papa tedesco, il Papa di Ratisbona e Gerusalemme, di Colonia e di Erfurt, della Westmister Hall e del Collegio des Bernardin, del Reichstag e di Ground Zero, di Sidney e di Madrid, ha aperto il suo cuore come una pagina del diario dell’anima, secondo la migliore tradizione dei mistici cristiani. Che non possono dimenticare le date più importanti della propria vita (il 19 aprile del 2005), ma hanno profonda consapevolezza che sono altre le domande e le certezze

che accompagnano l’uomo che affida tutto se stesso a Dio.“Signore che cosa mi chiedi?”. La domanda che ha guidato Benedetto nel suo cammino e che solennemente ha voluto sillabare in piazza San Pietro, risuona e vibra nelle coscienze di tutti i cristiani. È la domanda più esigente per Pietro e Giovanni, ma anche per ogni singolo credente in ogni angolo del mondo, senza distinzioni di condizione sociale, di orizzonte culturale, di convinzione politica, di dimensione antropologica. Una domanda a cui ciascun credente deve trovare risposta, ma nella certezza che “la Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua e non la lascia affondare; è Lui che la conduce, certamente anche attraverso gli uomini che ha scelto, perché così ha voluto”. Ma nel diario dell’anima c’è anche la pagina della fede “bambina” che si abbandona nelle braccia di Dio. È bello oggi, sperimentare con Benedetto l’accoccolarci nelle braccia del nostro Dio con quella preghiera che dovremmo tornare a recitare al mattino con la fiducia

dei bambini nei confronti del Padre. “Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio d’avermi creato, fatto cristiano...”. Parole strappate alla contemplazione e restituite a un cristianesimo esigente, “adulto” ci ha detto il Concilio, che non rinuncia alla sfida dell’evangelizzazione e della missione. E perciò stesso destinato all’incomprensione e sempre più spesso al martirio. Ma sarà sempre quell’amore certo di Dio a illuminare il cuore limpido del credente, a cui viene chiesto di andare incontro alla storia senza paura. Benedetto ha abbracciato “tutta la Chiesa sparsa nel mondo”, ha allargato “il cuore al mondo intero”. Poi ha toccato con mano la Chiesa, “non un’organizzazione, non un’associazione per fini religiosi o umanitari, ma un corpo vivo, una comunione di fratelli e sorelle nel Corpo di Gesù Cristo che ci unisce tutti”. Questa certezza l’abbiamo letta nello sguardo grato e commosso del Papa che ci accompagnerà nei giorni a venire.

©riproduzione riservata

suggestione

Le parole del cuore

Fervono i lavori delle Congregazioni generali. Quei cardinali che tra qualche giorno, come fu nel 2005, si affacceranno dai loggiati di San

Pietro a far corona con le loro vesti rosse, dopo l’elezione del nuovo Papa, in un clima di festa, sono al lavoro. Si confrontano sullo stato della Chiesa e cominciano a delineare il profilo di chi tra pochi giorni eleggeranno. Discutono, ascoltano, pregano. È un processo unico, guardato con interesse e rispetto da tutto il mondo.L’istituzione più universale di questo mondo pure “globalizzato”, rinnova così, ed anzi se possibile approfondisce e mostra a tutti, la sua dinamica di unità e di collegialità. I cardinali stanno discutendo degli affari della Santa Sede e dei diversi dicasteri e i loro rapporti con gli episcopati, del rinnovamento della Chiesa alla luce del Concilio Vaticano II, dello stato della Chiesa e delle esigenze della nuova evangelizzazione nel mondo e nelle diverse situazioni culturali, come si legge nei comunicati. Il collegio cardinalizio, che pure ha una sua

storia peculiare, legata proprio alla realtà del Papa come vescovo di Roma, di fatto oggi rappresenta il collegio episcopale. E proprio in questo anno della fede e dei cinquant’anni del Concilio più partecipato della storia, risaltano le parole di uno dei documenti più ispirati e importanti del Vaticano II, la costituzione dogmatica Lumen Gentium, sulla Chiesa: “Questo collegio - è detto a proposito del collegio episcopale -, in quanto composto da molti, esprime la varietà e l’universalità del popolo di Dio; in quanto poi è raccolto sotto un solo capo, significa l’unità del gregge di Cristo”. È l’identità della Chiesa, realtà visibile e spirituale, come sempre la definisce il concilio, che opera nella

storia, ma non può che poggiare sulla fede. “Quantunque per compiere la sua missione abbia bisogno di mezzi umani”, si legge nel Concilio, Paolo VI affermava che è la fede il “segreto” della Chiesa. Già il documento conciliare era ben consapevole che non mancavano i problemi. E questi non sono solo le persecuzioni. Oggi la cattolica è la religione più vessata, sul piano universale, come tutti sanno ed alcuni fanno fatica a riconoscere. I problemi sono anche interni. Benedetto XVI ne ha parlato con grande libertà e verità: il Concilio ricordava che la Chiesa “dalla virtù del Signore risuscitato trae la forza per vincere con pazienza e amore le afflizioni e le difficoltà, che le vengono sia dal di dentro che dal di fuori, e

per svelare in mezzo al mondo, con fedeltà, anche se non perfettamente, il mistero di lui, fino a che alla fine dei tempi esso sarà manifestato nella pienezza della luce”.La Chiesa, ha ricordato Benedetto XVI ai cardinali l’ultimo giorno del suo pontificato, assicurando al suo successore “incondizionata reverenza ed obbedienza”, è un corpo vivente, nel mondo, ma non del mondo, perché di Dio. Questa complessa consegna deve essere sempre attualizzata. E non è certo facile.Implica la realtà della comunione. Oggi chiamata ad un nuovo passaggio, nella scelta del nuovo Papa.

Francesco Bonini©riproduzione riservata

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I Candidati si confrontano sulla situazione della Chiesa

Terza congregazionegeneraleAlla terza Congregazione generale dei cardinali,

svoltasi martedì 5 marzo dalle 9.30 alle 12.40, con un intervallo di circa mezz’ora, erano presenti 148

cardinali, di cui 110 elettori. Sono cinque, dunque, i

cardinali elettori che mancano ancora all’appello. “Non c’è stata alcuna decisione sull’inizio del Conclave”, ha riferito padre Lombardi, aggiungendo che “il tema continua ad essere oggetto dell’attenzione dei cardinali”, ai quali oggi mons. Giuseppe Sciacca, uditore della Camera apostolica, ha letto integralmente e presentato il n. 37 della Costituzione apostolica “Universi Dominici Gregis”, integrato con le modifiche presenti nel Motu Proprio “Normas nonnullas” di Benedetto XVI, che conferisce la facoltà ai cardinali di anticipare

la data d’inizio del Conclave, rispetto ai 15 giorni dall’inizio della Sede Vacante. “La Congregazione vuole capire quando è opportuno prendere una decisione così importante, senza affrettare le cose”, ha detto il portavoce vaticano rispondendo alle domande dei giornalisti, e specificando che i cardinali non vogliono fare “le cose in anticipo”, ma al contrario prendersi

“ulteriore tempo per riflettere bene, per approfondire e non per affrettare”.

SIR

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10 marzo 20134 Verso il ConClaVe amicoil nuovo• •

‘’Mentre il portone si chiudeva - confida commosso il parroco di Castel Gandolfo - abbiamo avuto la sensazione che si scriveva e si metteva la firma ad una pagina di storia’’. Il sogno del Sindaco: conferire a Benedetto la cittadinanza onoraria

Castel Gandolfoil giorno dopo

Sulla piazza della Libertà su cui si affaccia il Palazzo Pontificio, passeggiano ancora incuriositi giornalisti, anche stranieri, e troupe

televisive che stazionano in città alla caccia di emozioni e notizie. Segno che qualcosa di storico è avvenuto in questa piccola cittadina che si affaccia sul lago di Albano. Per le strade, è ancora forte l’emozione vissuta alla chiusura del portone dietro il quale si è “nascosto” al mondo Benedetto XVI, Papa emerito. “È come un velo di tristezza che è sceso sulla città”, dice don Pietro Diletti, direttore responsabile

del settimanale di Macerata “Emmaus”, parroco della parrocchia pontificia San Tommaso da Villanova. “Mentre il portone si chiudeva - aggiunge commosso - abbiamo tutti avuto la sensazione che si scriveva e si metteva la firma a una pagina di storia”. Alla morte di un Papa, viene per consuetudine snodata una catena di ferro lungo il portone, tra le due colonnine di pietra che lo circondano. La catena oggi invece è rimasta annodata. “Segno - spiega il parroco - di una rinuncia e non di una morte”. Il parroco ha celebrato una Messa speciale per Benedetto XVI,

alla quale ha partecipato anche il sindaco di Castel Gandolfo, Milvia Monachesi. “Benedetto XVI - ha detto nell’omelia don Diletti - ci ha dato un esempio di umiltà e di rapporto intenso con Dio nella preghiera dalla quale ha preso poi la decisione irrevocabile di ritirarsi dal ministero petrino. Decisione che è un atto di amore per la Chiesa, capito da tutto il mondo”. E ha aggiunto: “Benedetto XVI non è fuggito, non è sceso dalla Croce: è più presente di prima”. Alla preghiera dei fedeli, i cittadini di Castel Gandolfo hanno pregato per “Sua Santità Benedetto XVI,

perché il Signore lo custodisca e gli dia giorni sereni”. “Gli vogliamo bene - dice poi don Pietro -. Poteva andare da qualsiasi parte e, invece, ha scelto Castel Gandolfo, segno che lui ama questa città e si trova bene in questi posti”. Lo aveva detto il Papa qualche anno fa, incontrando nel luglio del 2011 l’amministrazione comunale e le sue parole ora campeggiano su una targa posta a fianco del municipio: “Qui mi trovo bene: montagna, lago e vedo persino il mare e gente buona”.

Maria Chiara Biagioni©riproduzione riservata

Circondato da un grande affetto, palpabile e coloratissimo, Benedetto

XVI ha parlato per l’ultima volta (27 febbraio) dal sagrato della basilica di San Pietro di fronte a oltre 150mila persone e alle telecamere di decine di emittenti internazionali. È stato questo lo “spettacolo” dal Vaticano, “centro del mondo” per il sistema della comunicazione che guarda ormai con un interesse quasi spasmodico all’uscita di scena di Benedetto XVI e all’imminente Conclave che sceglierà il suo successore. E il Papa non ha deluso i presenti e i milioni di persone collegate con radio e tv in tutto il mondo. Ha aperto il suo discorso collocando l’evento odierno nel 50° del Concilio, da lui proclamato “Anno della fede”. “Siamo nell’Anno della fede – ha detto - che ho voluto per rafforzare proprio la nostra fede in Dio in un contesto che sembra metterlo sempre più in secondo piano. Vorrei invitare tutti a rinnovare la ferma fiducia nel Signore, ad affidarci come bambini nelle braccia di Dio, certi che quelle braccia ci sostengono sempre e sono ciò che ci permette di camminare ogni giorno anche nella fatica”.

L’ultima Udienza

Marchigianoil parroco del Papa

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10 marzo 2013 5Socio Politicoamicoil nuovo• •

Il 6 marzo verranno ricordati, nel corso della prima Giornata europea, gli uomini e le donne che si sono impegnati per soccorrere i perseguitati durante i

genocidi e le dittature. ‘’Non può essere un vero cittadino europeo - sottolinea Gabriele Nissim - chi ricorda la Shoah ma dimentica i gulag e il genocidio armeno, o chi ricorda solo i gulag dimenticandosi della Shoah’’

Mercoledì 6 marzo si celebra la prima Giornata europea dei Giusti, istituita dal Parlamento europeo il 10 maggio 2012, su proposta, tra l’altro, del Comitato Foresta dei Giusti-Gariwo, onlus nata nel 2001 “al servizio della memoria”, che si propone di accrescere e approfondire la conoscenza e l’interesse verso le figure e le storie dei Giusti, con iniziative pubbliche. I “Giusti” sono coloro che si sono

impegnati a soccorrere i perseguitati durante i genocidi e il termine è nato dall’elaborazione del memoriale dell’olocausto dello Yad Vashem, a Gerusalemme, per ricordare i non ebrei che aiutarono gli ebrei durante gli anni del Nazismo. Capofila delle celebrazioni sarà Milano che ispira con Gariwo le iniziative in contemporanea in tutta Europa. Al Parlamento di Bruxelles, Rosen Plevneliev, presidente della Bulgaria, Simon Peres, presidente d’Israele, e Gabriele Nissim, presidente di Gariwo, ricordano il 70° anniversario del salvataggio degli ebrei bulgari durante la seconda guerra mondiale. A Varsavia, Tadeusz Mazowiecki, protagonista di Solidarnosc, annuncia la costituzione del Comitato onorario per la creazione del Giardino dei Giusti nella capitale polacca. A Praga, la Camera dei deputati promuove una conferenza

sull’eredità morale di Vaclav Havel e sui giusti della Shoah censurati dal regime comunista. A Sarajevo, Svetlana Broz, presidente della sezione bosniaca di Gariwo, organizza un incontro con migliaia di giovani per celebrare i Giusti dell’ex Jugoslavia. A San Pietroburgo, Anatolij Razumov, direttore del Centro nomi restituiti, ente prestigioso che documenta le vittime del comunismo, tiene una conferenza sulla memoria dei Giusti in Russia. Sul sito di Gariwo (www.gariwo.net) è consultabile il programma degli eventi. Sulla Giornata, Daniele Rocchi, per il Sir, ha intervistato il presidente di Gariwo, il giornalista e scrittore Gabriele Nissim, autore tra l’altro del libro “La bontà insensata - Il segreto degli uomini giusti” (Mondadori).

Agenzia Sir©riproduzione riservata

Tutti i “Giusti” del mondo – Il 6 marzo prima Giornata europea

NAPOLI A FUOCO LA “CITTÀ DELLA SCIENZA”

Hanno bruciato il futuro

Il professor Fusco Girard: “Questa cittadella rappresentava una infrastruttura intellettuale e

culturale che andava ad arricchire il patrimonio strutturale della città. Colpendola si è assestato un forte danno allo sforzo complessivo di ammodernare la città e di offrire alle giovani generazioni una prospettiva di novità”

La sera di lunedì 4 marzo, a Napoli, nell’area di Bagnoli, è andata quasi totalmente in fumo la “Città della

Scienza”, il museo interattivo considerato un gioiello del capoluogo partenopeo, visitato ogni anno da oltre 350mila persone. Costituita da spazi museali veri e propri, un planetario, un centro congressi, uno spazio dedicato alla formazione quale incubatore di imprese e un’area per mostre d’arte, la cittadella si trovava nella zona di Bagnoli, un tempo sede dell’Italsider poi bonificata e riconvertita. Al momento si indaga sulla ragione di questo incendio così devastante, che ha distrutto al 90 per cento le varie strutture museali. C’è sconcerto

e disperazione tra i 160 dipendenti che hanno perso il posto. L’esperto di economia urbana, professor Luigi Fusco Girard, che insegna tale disciplina all’Università Federico II di Napoli così si esprime: “Il tragico evento del rogo ha distrutto la “Città della Scienza” , un simbolo molto importante per la città di Napoli. Non sappiamo ancora quali siano le cause, se accidentali, dolose, colpose o criminali. Comunque sia, è stato colpito al cuore un simbolo, un luogo che significava e come anticipava un futuro migliore per la città di Napoli, un futuro più desiderabile, più umano. Per il capoluogo partenopeo esso voleva dire la prospettiva di un domani non legato solo al turismo, all’attrattiva ambientale e paesaggistica, alla sua storia culinaria e popolare, ma invece un futuro proiettato sul crescere della conoscenza in campo economico, scientifico, tecnologico. In una parola, sul futuro basato sulla creatività e sull’innovazione”.Non si può che concordare sul fatto che la ‘Città della Scienza’ rappresentasse un polo di attrazione di prim’ordine, con il richiamo diretto a interpretare il futuro in maniera più moderna, rispetto alla tradizione. Questa cittadella-museo in fondo proponeva la cultura scientifica come catalizzatore di creatività e

innovazione, veicolando il messaggio che la base culturale di una città è la sua prima e vera ricchezza”. Se si trattasse di un incendio doloso, appiccato a quanto pare in più punti, vorrebbe dire che, al di là dei motivi più diretti e negativi, chi lo ha innestato voleva anche colpire un’ “idea”, oltre che un sito concreto?“Certamente, perché questa cittadella rappresentava una infrastruttura intellettuale e culturale che andava ad arricchire il patrimonio strutturale della città di Napoli. Quindi colpendola si è assestato un forte danno simbolico e concreto a uno sforzo complessivo di ammodernare la città e di offrire alle giovani generazioni una prospettiva di novità. .Comunque occorre essere positivi e aperti alla speranza. Direi che bisogna impegnarsi, ciascuno a partire dalle proprie responsabilità, perché da un fatto negativo come questo derivi uno slancio in avanti. Credo sia opportuno farne un’occasione per rilanciare un piano strategico, che punti sulla cultura, sull’educazione, sulla creatività. Tutte virtù che rientrano nelle radici umane e culturali della città e che sono oggi quanto mai necessarie per costruire un futuro migliore”.

Agenzia Sir©riproduzione riservata

IL QUIRINALE PUÒ GARANTIRE LA GIUSTA DOSE DI REALISMO E DI SOLIDA CONCRETEZZA RIFORMISTAA QUESTA DIFFICILE FASE REPUBBLICANA

Non tifare per lo sfascioNon che si abbia paura dell’Europa,

ma con l’Europa bisogna fare i conti. E del giudizio dell’Europa non si può

non tenere conto, non fosse altro che per il rilievo economico finanziario che ogni sospiro dei capi di Stato e di Governo ha sulla tenuta dello spread e in generale sulle performance dei Paesi deboli, come l’Italia oggettivamente è.Non sorprende, quindi, l’iniziativa del premier tecnico Mario Monti, di invitare a Palazzo Chigi i leader dei tre principali partiti italiani (Pd, Pdl e M5S) in vista del consiglio europeo del 14 marzo. Un appuntamento vicinissimo al quale il governo italiano ha il dovere di presentarsi con un’idea di Europa che possibilmente goda della convergenza delle principali forze politiche italiane. Andare in ordine sparso e sparare a palle incatenate sul proprio esecutivo e sul governo europeo non solo non è uno spettacolo commendevole, ma soprattutto è un comportamento politicamente suicidario.Dietro questa mossa di Monti si intravede la sagoma del Quirinale. Una presenza tanto più solida e rassicurante nelle ore difficili della Repubblica, nelle quali tutti i tentativi di dialogo sembrano scontare ancora il clima arroventato della campagna elettorale. I cittadini guardano al Colle, e al suo inquilino, come un sigillo di garanzia per la tenuta democratica del Paese e per la qualità del dibattito pubblico. Nei giorni a venire, è la speranza che si fa strada nell’opinione pubblica più avvertita, le polveri dello scontro elettorale pian piano si depositeranno per lasciare spazio a una riflessione più pacata, magari lontana dai riflettori di un’informazione ancora troppo urlata e poco pensata. È possibile immaginare che dagli incontri separati di Monti con Bersani, Berlusconi e Grillo, e in particolare dalla qualità del dialogo che si svilupperà a Palazzo Chigi, il presidente della Repubblica potrà trarre alcune indicazioni preziose in vista delle consultazioni per la formazione del nuovo governo. La saggezza di Giorgio Napolitano non è in discussione, così

come il suo desiderio di garantire all’Italia un posto fra i Grandi in Europa e nel Mondo, ma a condizione di tenere unito il Paese attorno a un’idea di comunità solidale che sa trovare dentro di sé le risorse morali per fronteggiare anche la più grave delle crisi istituzionali che l’Italia sia stata chiamata a vivere. Lo spettro dell’ingovernabilità certamente lo angustia, ma ancor più lo rende pensoso il rischio di uno sfilacciamento della coesione nazionale se, all’interno delle forze politiche, vecchie e nuove, emergono e si consolidano egoismi di partito che fanno perdere di vista il bene comune. Che in questo preciso momento, coincide con la costruzione di un governo in grado di preparare il futuro attraverso un’immediata svolta riformista. Il Quirinale, come tutti noi cittadini responsabili, immagina e spera che il governo futuro possa contare su una maggioranza in grado di dotare il Paese di una legge elettorale che garantisca governabilità e rappresentatività. Che possa mandare un segnale di speranza al Paese con interventi fiscali in grado di

dare ossigeno immediato alle famiglie e ai lavoratori. Che sappia traghettare il Paese per un periodo congruo a garantire un fisiologico ricambio delle classi dirigenti, così che i vecchi partiti si riassettino e i nuovi si sperimentino nell’Agorà.Nessuno può e deve tifare per lo sfascio nella speranza, mal riposta, di lucrare sulle macerie delle istituzioni, dell’economia e della società. Questa consapevolezza

talvolta si appanna quando vecchi e nuovi pregiudizi prendono il posto del realismo. Se qualcuno non l’ha ancora capito, la casa brucia. E se tutti i pompieri non collaborano, non possono bastare neppure la saggezza e la lungimiranza del presidente della Repubblica. Questa è l’ora dell’orgoglio repubblicano.

Domenico Delle Foglie©riproduzione riservata

Page 6: «Il Nuovo Amico» n. 10 del 10 marzo 2013

10 marzo 20136 Regione PRovincia amicoil nuovo• •

Siamo davvero in ginocchio?Gentilissimo Direttore,

sarei felice che lei possa leggere, ed anche pubblicare sul suo interessante giornale “Il Nuovo Amico” la mia

riflessione.Da tempo ormai si sentono dire frasi del tipo: “Siamo in ginoc-chio! Da qualche anno stiamo attraversando una crisi economi-ca preoccupante, profonda, epocale! Questa è una crisi senza ritorno! “. Ed altre espressioni simili.L’altro giorno Maria, la mia amica moldava: “Piero – mi dice - perché nel vostro paese parlate sempre di crisi e di miseri? Sie-te tra le dieci Nazioni al mondo più potenti e più ricche, cosa

dobbiamo dire allora noi moldavi che emigriamo all’estero per poter sopravvivere!” Si butta in ginocchio sul pavimento per mimare la situazione dell’Italia in crisi, poi si sdraia a terra:

“Se voi siete in ginocchio, noi siamo completamente per terra!” Perché dunque ci lamentiamo sempre, ci piangiamo addos-so quando, nonostante la crisi, nonostante la politica assente, nonostante che la casta dei nostri politici viva da nababbi ed abbia stipendi, pensioni e liquidazioni milionarie, riusciamo ancora a vivere dignitosamente?Non è giusto che in Moldavia il marito di Maria per guada-gnare l’equivalente di 150 euro al mese deve fare tre o quat-tro lavori! Non è giusto che in alcuni paesi dell’Africa molti bambini per nutrirsi succhiano una canna da zucchero per tutto il giorno e fanno 15 Km per andare a scuola. Non è giusto che si faccia tanta pubblicità al cibo per cani e per gat-ti, ed anche per il loro abbigliamento, mentre c’è gente nel mondo che non ha cibo sufficiente per sfamarsi.Negli anni ottanta/novanta del secolo scorso abbiamo pre-parato i nostri figli per lavori di concetto, di dirigenza. In-somma volevamo che essi non lavorassero con le mani come abbiamo fatto noi, ma che diventassero degli impiegati, dei

professori, dei bancari, dei dirigenti, dei managers, dei ricer-catori ecc. Abbiamo mai pensato che se la crisi un domani diventasse veramente seria, molti dei nostri figli e dei nostri nipoti non sarebbero in grado di mettere mano alle mani per sopravvivere?

Piero Talevi il poeta del Metauro

Gent.mo signor Talevi,le sue riflessioni fanno appunto “riflettere”, scusi il bisticcio di parole. Mi torna in mente un aneddoto raccontato dal nonno: Un tale camminando per strada mangiava dei lupini e si lamentava per avere solo quelli. Girandosi vide un altro che raccoglieva le bucce. Allora si accorse di essere molto fortunato. Noi italiani riusciremo mai a guardarci dietro le spalle ed accorgerci di essere ricchi rispetto agli altri? Baste-rebbe solo ricordare la vita del nonno e riflettere.Il problema è grande come una torre: purtroppo c’è un grande sviluppo scientifico, tecnico, industriale, ma non c’é progresso per l’uomo. (cfr. Populorum progressio di Paolo VI).

A.C.© RIPRODUZIONE RISERVATA

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INTERVISTA AL SEGRETARIO REGIONALE CISL METALMECCANICI BARTOLUCCI

Cresce il precariato giovanile nel pesarese

Si è svolto n e l l a s a l a

del Consiglio C o m u n a l e di Pesaro un incontro sul tema: “Gio-

vani: una flessibilità precaria?’’, a cui hanno partecipato Leonardo Bartolucci, segretario regionale FIM (Federazione Metalmeccani-ci) della CISL, Loredana Longhin della CGIL, Filippo Sorcinelli im-prenditore del settore metalmec-canico e Barbara Lisi che ha svolto il ruolo di moderatore. Abbiamo intervistato Leonardo Bartolucci sulle problematiche di drammatica attualità legate alla disoccupazione giovanile e al mondo del lavoro.

Il problema del precariato nel mondo giovanile è sempre più incisivo e si coniuga ad un dato preoccupante: la disoccupazio-ne giovanile che ha raggiunto il 37%. Qual è la situazione nella provincia di Pesaro e Urbino?

La situazione è molto preoccupan-te perchè anche il problema della disoccupazione giovanile è estre-mamente serio per la sua entità e rispecchia purtroppo anche dalle

nostre parti i dati nazionali. Ma il problema è più generale e investe l’intera occupazione. E’ una crisi che si sta sviluppando da 4 anni e di cui ancora non si conosce la fine. Nella nostra provincia il set-tore della metalmeccanica e del le-gno, sono state le più penalizzate.Nel settore dei metalmeccanici nel 2012 sono state autorizzate nelle Marche 23.078.217 ore ordinarie e straordinarie di cassa integrazione, mentre nel 2011 erano 15.039.203, con un incremento del 55%. In particolare nella provincia di Pe-saro e Urbino nel 2012 sono state autorizzate nel settore metalmec-canico, 5.722.649 ore. Vi è poi la situazione drammatica degli arti-giani e della piccola impresa, che sono l’ossatura principale della no-stra provincia. La Cassa in deroga per gli artigiani per le Marche nel 2012 ha autorizzato 4.200.000 ore per 17.000 lavoratori coinvolti e 3.720 imprese. Di queste in pre-valenza riguardano la provincia di Pesaro e Urbino. In una situazione di crisi economica come è quella che stiamo vivendo, la possibilità di ingressi nel mondo del lavoro è ridotta e ogni giorno vi sono deci-ne di persone che perdono il posto di lavoro, accanto alle problema-

tiche giovanili, che non trovano possibilità di inserimento lavorati-vo. La situazione economica nella nostra provincia trova delle dif-ficoltà in ingresso e in uscita che significa incremento di perdita di posti di lavoro e cassa integrazio-ne. E a maggio termineranno gli ammortizzatori sociali e quindi la disoccupazione aumenterà ancora di più.

Quali proposte dal sindacato?Bisogna cercare in primo luogo di ragionare e costruire e far si che tutte le istituzioni possano dialogare per vedere la prospet-tiva del nostro territorio, che non è più un’isola felice. In secondo luogo mettere al centro il lavo-ro. Per quanto riguarda il mondo giovanile è determinante creare i collegamenti fra scuola e mondo del lavoro, realizzando percorsi di vicinanza come gli stage dentro le aziende e nuovi servizi all’interno dell’impresa. Dunque un percorso strutturale per il mondo giovanile collegato alle necessità del mondo dell’impresa.

La flessibilità è un termine cer-tamente abusato nel mondo del lavoro. Ma qual è il suo vero si-gnificato?

La flessibilità può sussistere se

non nasconde, come spesso ac-cade, quello che è un rapporto di lavoro subordinato (es. collabora-zioni coordinate a progetto e par-tite Iva). L’altro aspetto riguarda la

flessibilità nei contratti interinali che abbiano un costo più elevato a quello del contratto indeterminato.

a cura di Paolo Montanari© RIPRODUZIONE RISERVATA

CIRCOLO ACLI DI FERMIGNANO “PROGETTO SPAZIO AI GIOVANI”

Avviato un laboratorio di fotografiaIl Circolo Acli di Fermignano

non è certamente un circolo d’anziani anzi, la presenza di

giovani è la maggioranza assoluta.Ma il consiglio direttivo guidato dal Presidente Roberto Grossi as-sieme alle Acli provinciali hanno portato a Fermignano il Progetto “Spazio ai Giovani - Ragazzi adulti per costruire comunità” promos-so dalle Acli nazionali in cinque province Italiane tra cui quella di Pesaro e Urbino.L’iniziativa, che vede il sostegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento del-la Gioventù e la collaborazione dell’associazione culturale “Tafed

Zakur”, è iniziata con un laborato-rio di fotografia che si svolge nei locali messi gentilmente a dispo-sizione dal Comune. Il laboratorio,

al quale hanno aderito 12 giovani fermignanesi, si concluderà con una mostra dove i ragazzi avran-no la possibilità di esporre i pro-pri lavori.Altre saranno le attività aggrega-tive che si svolgeranno durante l’anno con un principio di sussi-diarietà tra pubblico e organizza-zione non profit volto a sostenere il complesso ruolo educativo delle giovani generazioni. La finalità del progetto è la promozione dell’ag-gregazione giovanile attraverso un percorso di educazione e for-mazione all’impegno civile e alla cittadinanza attiva.

Recuperare la “Identità cristiana”Il parroco della Badia di San Tom-

maso in Foglia, (Apsella, comune di Montelabbate) in questo anno de-

dicato alla Fede, ed in considerazione della scarsa frequenza dei fedeli alla Messa domenicale, ha ritenuto oppor-tuno distribuire in occasione della Qua-resima e della Pasqua, un libretto per ricordare le Radici della Fede: ricollega-re cioè le famiglie del territorio a quella civiltà, non tanto remota, la cui anima era autenticamente cristiana. Don Ze-naldo non fa altro che ripercorrere la luminosa testimonianza storica di quel territorio che va dal Farneto, Sant’Ange-lo in Lizzola e Montelabbate, di cui la chiesa della vecchia abbazia è splendi-do e significativo documento. Egli è certo che recuperando la cultura antecedente è come ritrovare se stessi e quindi la propria identità.

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Regione PRovincia 10 marzo 2013 7amicoil nuovo• •

Segui i noStri ForuM

facebook.com/il nuovoamico

Nel corrente anno 2013, l’Unilit integra la sua of-ferta formativa con la pro-

secuzione dell’attività del Centro Studi filosofici.Come afferma il filosofo S. Nato-li: “Il nostro tempo offre all’uomo possibilità e opportunità che non ha mai avuto nella sua storia, con tutti i rischi connessi. Questo im-pone, a maggior ragione, di saper fare un buon uso del mondo”.Il programma delle conver-sazioni di quest’anno , dal titolo”Conversazioni sul potere” propone alcune riflessioni con lo

scopo di stimolare il confronto, il dialogo alla luce della contempo-raneità.Le conversazioni, aperte agli iscritti e alla città, si terranno presso la Sala S. Terenzio, Via Rossini, 66 con inizio alle ore 16,30, secondo il seguente calen-dario:Mercoledì 13 marzo: “Il potere nel passaggio di civiltà” Relatore prof. Antonio Nanni

Mercoledì 10 aprile: “ Coraggio e potere” Relatrice prof. Sandra Ca-legariMercoledì 24 aprile: “Verso un nuovo umanesimo” Relatrice prof. Maria Pia ZoffoliMercoledì 8 maggio: “ Gli intel-lettuali e il potere” Relatrice prof. Maria Rosa TomaselloMercoledì 5 giugno: “ Comunismo e nazifascismo” Relatore prof. Paolo Bellinazzi

LE INIZIATIVE DELL’UNILIT

Il Centro studi filosofici

LE APPARIZIONI IN TV DEL NOSTRO ENTROTERRA

Le bellezze di Cagli a “Geo&Geo”

CAGLI - Cagli ha perso la gara e la possibilità di continuare a par-tecipare a Mezzogiorno in Fami-glia. Ma due giorni come prota-gonista della trasmissione di Rai2 hanno fatto vincere alla città un

po’ di visibilità.Altra ne guadagnerà venerdì 15, quando, tra le 16 e le 17, andran-no in onda filmati girati a Pianello, Cagli e Apecchio.Il palio storico Giuoco dell’Oca è

stato il filo conduttore dei colle-gamenti in esterna della trasmis-sione del weekend Mezzogiorno in Famiglia, passati per bellezze architettoniche, tradizioni e arti-gianato locale. Domenica matti-na, Cagli ha iniziato la puntata in svantaggio (deciso col lancio della moneta, dopo che i giochi erano terminati in parità), ma aveva gua-dagnato un importante vantaggio, perso con l’ultimo e decisivo gio-co. La squadra in studio è tornata a casa con una targa ricordo, ma senza lo scuolabus messo in pa-lio per il vincitore della stagione. Cagli si scontrava con il comune senese di Monteriggioni, già vin-citore il weekend precedente.Centro storico di Cagli e frazione di Pianello, ma anche il birrificio Collesi di Apecchio, invece, sa-ranno i protagonisti della punta-ta di Geo&Geo in onda venerdì 15 marzo alle 16, all’interno dello

spazio “Cose dell’altro Geo”.Grazie all’interessamento di Pao-la Sabbatini, infatti, il conduttore Massimiliano Ossini (anche lui marchigiano) e la troupe si sono “arrampicati” fino a Pianello per raccontarne storia e tradizioni, anche gastronomiche, visto che qui è stata preparata la polenta più grande del mondo, entrata nel libro dei Guinness. La polen-ta condita con lardo di maiale e formaggio era l’alimento pove-ro che accompagnava la vita del bosco. Un bosco che viveva e in parte vive ancora di muli, sellai, maniscalchi, boscaioli e carbonai, come racconterà il servizio tv.Nelle riprese, poi, ci sarà anche la cripta del duomo di Cagli, scri-gno che si aprirà nelle prossime giornate Fai di primavera: 23 e 24 marzo.La Giornata Fai a Cagli è ormai un consolidato e importante appun-

tamento che consente non solo di vedere spazi monumentali del tutto inediti ma addirittura di en-trare nei cantieri (come successo per esempio, nel castello di Naro), anche grazie all’impegno del vi-cesindaco Alberto Mazzacchera, da lungo tempo responsabile Fai di Cagli, del Fai di Pesaro e Urbi-no, del Fai Marche, del Comune di Cagli, dei volontari Fai e dei piccoli ciceroni dell’Istituto Com-prensivo Franco Michelini Tocci.I prossimi 23 e 24 marzo potranno essere visitati la ritrovata inedita cripta della Cattedrale, i recupe-rati spazi del museo archeologico e della via Flaminia (non ancora aperti al pubblico) gli spazi del Polo Culturale di Eccellenza (bi-blioteca, archivio, fototeca, me-diateca) a Palazzo Berardi Mochi Zamperoli.

Elisa Venturi© RIPRODUZIONE RISERVATA

URBINO. E’ in programma per venerdì 15 marzo l’UniStem Day 2013, evento de-dicato alle cellule staminali su iniziativa del Gruppo UniStem dell’Università di Milano, con la partecipazione dell’Uni-versità degli Studi di Urbino. L’evento coinvolge 35 Atenei italiani e alcuni Paesi europei, per unire Italia ed Europa attra-verso la scienza e la ricerca sulle cellule staminali. Per l’occasione è prevista la partecipa-zione contemporanea in tutta Italia di 15 mila studenti. Urbino accoglierà 600 stu-denti delle scuole locali (il Liceo Classico Raffaello, il Liceo Scientifico Laurana e l’Istituto Tecnico ITIS Mattei di Urbino) che saranno coinvolti in un momento

di apprendimento e di confronto sulla scienza e la ricerca sulle cellule staminali.Diversi aspetti verranno affrontati duran-te l’evento organizzato dal Dipartimento di Scienze Biomolecolari dell’Univer-sità degli Studi di Urbino. Dopo i saluti del direttore del Dipartimento, Orazio Cantoni e del Magnifico Rettore Stefano Pivato, coordineranno l’evento i Proff. Maria Cristina Albertini e Ferdinando Mannello del Dipartimento di Scienze Biomolecolari. Urbino sarà capogruppo di un collega-mento che coinvolgerà le Università di Roma (Sapienza e Tor Vergata), l’Univer-sità della Basilicata, l’Università Federico II di Napoli e l’Università Valle D’Aosta. Il

primo intervento sarà in video-conferen-za con il prof. Giuseppe Novelli dell’Uni-versità Tor Vergata che farà il punto sulle nuove sfide della medicina rigenerativa. Dopo di lui, il prof. Ferdinando Mannel-lo illustrerà le potenzialità differenziative delle cellule staminali embrionali e adulte. Infine la prof.ssa Maria Cristina Albertini aprirà un dibattito sul presente e futuro delle cellule staminali per arrivare all’ul-timo intervento della giornata che ri-guarderà le cellule staminali e la Bioetica, argomento molto discusso in questo am-bito che verrà presentato dal prof. Marco Rocchi del Dipartimento di Scienze Bio-molecolari dell’Università di Urbino.

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IL 15 MARZO UNISTEM DAY

Urbino e l’Italia celebrano la scienza

A CASTELDIMEZZO NEL 1941

Sposi di guerra

GABICCE MARE - Tempi di guerra e tempo di fiducia nel futuro per i coniugi Umberto Giammarchi, e Isabella Ortolani, lei nipote del parroco don Maria-no Nini, nel 1941 si sono sposati nella chiesa di Casteldimezzo, ha celebrato lo stesso zio parroco

che l’aveva battezzata, cresimata e data la prima comunione. Lui Umberto, marinaio, é stato guar-diano del faro del San Bartolo dove viveva la sua famiglia.L’altro faro di Casteldimezzo nella falesia l’hanno fatto saltare i te-deschi al passaggio del fronte nel

1944. La signora Isabella ricorda come fosse oggi quel giorno del 27 set-tembre 1941 davanti al santuario del santissimo Crocefisso di Ca-steldimezzo.In fotografia c’é la piccola dami-gella Maria Vincenzetti figlia del mezzadro Michele e i figli che su quel podere della parrocchia della Sacra Famiglia di Colombarone, sono stati 206 anni, come aveva trovato, studiando i registri, il loro parroco. E’ stata nonna Augusta a preparare la torta nuziale rom-pendo 60 uova del pollaio di casa.I figli ora, Claudio e Paolo, hanno voluto ricordare quel tempo, la mamma Isabella ricorda ancora lucidamente quel giorno di set-tembre in festa in campagna con conoscenti e parenti. (Foto).

Claudio Vincenzetti© RIPRODUZIONE RISERVATA

FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO

Elezione di un nuovo socio

L’affollata seduta dell’As-semblea dei Soci della Fondazione di domenica

scorsa ha eletto la Sig.ra Maria Teresa Bagnaresi nuova socia in sostituzione del compianto prof. Giovanni Citroni recente-mente scomparso. L’esperien-za artistica e culturale della Sig.ra Bagnaresi è maturata attraverso assiduo rapporto con frequenti viaggi presso le popolazioni autoctone del-l’Africa, dell’Asia, delle Ameri-che e dell’Australia.Lo studio è stato arricchito dall’acquisto di preziosi reper-ti di interesse straordinario

avori, argenti, porcellane, bronzi, rame e armi di varie foggie: il tutto (2500 oggetti circa) per costituire un unicum preziosissimo donato re-centemente alla Fondazione. Il museo etnico che occupa l’ultimo piano del Palazzo Malatestiano sarà inaugurato il prossimo mese di giugno.La neo eletta, pur risidedendo a Milano, è di famiglia fanese, figlia del notissimo e stimato prof. Giacomo, già primario di Medicina Generale all’Ospedale Santa Croce.Con l’elezione della Sig.ra Maria Teresa si amplia la componente fem-minile dell’Ente che vanta la presenza di imprenditrici, professioniste e docenti di sicuro valore.

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10 marzo 20138 Regione PRovincia amicoil nuovo• •

C’è una vecchissima barzelletta: “Pierino fammi un esempio

di luogo comune – Nebbia in Val Padana – Ma no, più interessante – I familiari sono stati avvertiti-”. Prendeva in giro i telegiornali. Adesso sarebbe più facile, la televisione è piena di luoghi comuni ed anche di politicamente corretto.Gustave Flaubert li ha così definiti: «tutto ciò che è bene dire in società per essere un uomo educato e apprezzabile».L’obiettivo di risultare piacevoli non è affatto una prerogativa esclusiva di coloro che desiderano conversare amabilmente. Al contrario, è esattamente l’obiettivo di chi ha interesse a conquistare il consenso, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista del potere. Ed in questo i politici, tutti, sono veramente dei maestri. “Bisogna rispondere ai bisogni della gente.” E’ la scoperta dell’acqua calda; cosa dovrebbero fare i politici (oltre ai loro p… comodi ed interessi) se non rispondere ai bisogni degli amministrati? Ecco alcuni esempi di luoghi comuni molto diffusi: “Non ci sono più le stagioni”, “I giovani di oggi non hanno voglia di fare nulla”, “Le donne al volante sono un pericolo costante” “I politici sono tutti ladri”,. Sono errori comuni. Le stagioni esistono eccome: d’estate fa caldo e d’inverno fa freddo, ieri come oggi. Vi sono giovani perbene e fannulloni che si fanno mantenere. Le donne non ritengono affatto di essere un pericolo al volante di un’automobile. I politici non sono tutti ladri: ci sono anche quelli incapaci (perfino) di rubare.

Alvaro Coli© RIPRODUZIONE RISERVATA

il peperoncino

Luoghi comuni

Confronto di esperienze a Loreto

“testimoni di Cristo, in ascolto”

Il vicario pastorale della diocesi di Padova, mons. Renato Marangoni, ha illustrato al Comitato preparatorio

“Aquileia 2”.

Il percorso di preparazione al 2° Convegno Ecclesiale Regiona-le 2013 è entrato nel vivo della vita delle diocesi marchigiane

con molteplici iniziative in cui le realtà pastorali e associative hanno promosso momenti di riflessione, studio e approfondimento degli ambiti del percorso unitario deli-neato nel sussidio pastorale predi-sposto dal Comitato preparatorio. Il programma che accompagna il cammino fino all’evento di novem-bre 2013 ha previsto anche il con-fronto con altre iniziative analoghe, come quella che ha coinvolto le 15 diocesi della Chiesa del Triveneto, evento che ha preceduto il Con-vegno Marchigiano essendosi con-cluso nell’aprile 2012 ad Aquileia. A illustrare il cammino e i risultati di tale esperienza al Comitato pre-

paratorio riunito a Loreto presso il centro Giovanni Paolo II è stato il vicario pastorale della diocesi di Padova, mons. Renato Marangoni, segretario di “Aquileia2” (il pri-mo convegno si è svolto nel 1990). Presenti mons. Claudio Giuliodori - vescovo di Macerata e coordina-tore del convegno marchigiano per la CEM- che ha guidato la discus-sione preceduta dalla preghiera e i vescovi di Ancona e Jesi, Meni-chelli e Rocconi. Mons. Giuliodo-ri ha rivolto un pensiero grato e commosso a Benedetto XVI, dono di Dio alla Chiesa universale, per il suo peculiare e forte pontificato da cui potremo attingere insegna-menti e ispirazione per il futuro cammino della Barca di Pietro.“Abbiamo preparato il Convegno ecclesiale triveneto – ha spiega-to mons. Marangoni – con due anni di percorso comune, facendo memoria e dando testimonian-za del vissuto delle nostre Chiese. Si è quindi cercato di discernere ciò che, oggi, lo Spirito ci dice at-traverso le esigenze e le difficoltà pastorali, le sfide del territorio, i cambiamenti socioculturali, le do-mande nuove di religiosità. L’at-tenzione si è soffermata soprat-tutto su come comunicare oggi il Vangelo ed educare alla fede nel Nordest. Abbiamo preso coscien-za delle profonde trasformazioni avvenute sul piano demografico, della visione del mondo, dei rife-rimenti valoriali, del costume e dei modelli e stili di vita. Tutto questo

ha comportato profonde ripercus-sioni, in particolare, sulla famiglia, sulle nuove generazioni, sulla figu-ra femminile. Il fenomeno dell’im-migrazione, poi, sta modificando il tessuto della società. Non abbia-mo potuto, inoltre, dimenticare la crisi economica e finanziaria con irreversibili ripercussioni sul piano sociale e politico. Tale crisi è di na-tura etica e spirituale e costringe a ripensare la stessa antropologia.”“Importante – ha poi continuato il vicario pastorale della diocesi di Padova – è stato anche il metodo adottato, caratterizzato dal reci-proco ascolto e dalla vicendevole narrazione del vissuto ecclesiale. Nei vari momenti del Convegno si è delineato un rinnovato “volto di Chiesa”: contemplativa e inna-morata del suo Signore e, perciò, semplice, sobria, umile, distaccata dalla ricerca del potere, dell’appa-rire, della ricchezza, così da essere trasparenza di Cristo. La nuova evangelizzazione parte da una convincente testimonianza. Per evangelizzare la Chiesa deve esse-re sempre rievangelizzata e affin-ché sia riconosciuta come “segno” efficace ha due necessità: proporsi come accogliente per tutti (aperta all’incontro e al dialogo) nonché propositiva e creativa, che annun-cia a tutti con freschezza il Vange-lo, senza cedere a tristezza e ras-segnazione. Su queste prospettive pastorali hanno lavorato seicento convegnisti, divisi in trenta gruppi. Il frutto dell’ascolto vicendevole è

raccolto in sessanta proposizioni, ordinate in dieci tematiche: le pri-me cinque con l’attenzione prio-ritaria all’evangelizzazione e alla vita ecclesiale e le altre orientate in prospettiva missionaria di dialogo con le culture e di impegno per il bene comune. Le sessanta pro-posizioni, per la loro ricchezza di esperienze e di riflessione su cui si potrà esercitare ulteriore discerni-mento, sono state messe a disposi-zione di tutte le Diocesi.” Il Comitato preparatorio ha anche discusso una bozza di programma del Convegno (22, 23 e 24 novem-bre 2013) presentata dal segretario generale don Francesco Pierpao-li. Lo svolgimento si articolerà tra Ancona e Loreto. Molti i sug-gerimenti raccolti dalla ricca di-scussione seguita all’illustrazione, proposte che mons. Giuliodori ha assicurato saranno valutate e tenu-te nella massima considerazione dalla Conferenza Episcopale Mar-chigiana. Pierpaoli ha infine pre-sentato una scheda informativa del Sussidio Mariano (maggio 2013) il cui testo avrà la caratteristica della semplicità e della popolarità, sarà diviso secondo le 5 settima-ne del mese di maggio, seguendo la lettura continua degli Atti de-gli Apostoli, cinque temi mariani approfonditi dai testi del Concilio Vaticano II e commentati per l’oggi delle nostre Chiese da laici e reli-giosi delle Marche.

Sauro Brandoni© RIPRODUZIONE RISERVATA

URBINO. In un momento diffici-le della storia italiana ove spinte centrifughe tendono a creare divisione geografica, sociale e politica dell’italico territorio, l’Ateneo urbinate, lunedì 4 mar-zo alle ore 13, ha scoperto una lapide all’interno dell’edificio di Via Saffi 1, a ricordo di 6 docenti, espulsi dall’Università per essere stati i pionieri dei moti risorgi-mentali del 1831 che, trent’anni dopo, porteranno all’Unificazio-ne italiana. Nell’Aula Magna del Rettorato, tanto cara a Carlo Bo, il Rettore Stefano Pivato ha fat-to ruotare la cerimonia, intorno alla presentazione del Diario delle cose di Urbino dal 1797 al 1799 dell’Abate Crescentino Fiorini, un inedito di storia locale sepolto da due secoli ed ora ben curato da Dino Mengozzi, con la presentazione dello stesso Retto-re per le edizioni locali Quattro-venti (2012). A illustrare il libro, i docenti Luigi Mascilli Migliorini dell’Università “L’Orientale“ di Napoli e Paolo Giannotti della “Carlo Bo” di Urbino. A dimo-strare come i moti risorgimentali iniziano proprio negli anni del diario ed è per questo che l’abate Fiorini annota minuziosamente i fatti che accadono in Urbino, giorno per giorno, avendo capi-to, con buon anticipo, la portata storica del nuovo movimento di

idee che non poteva non avere all’interno dell’Università la sua grande Cassa di risonanza. Per dare brio e pregnanza all’avveni-mento, il Coro 1506 della “Carlo Bo” di Paola Sabbatani e Roberto Bartoli si è espresso con grande professionalità e grazia su i canti del Risorgimento come “Donna Caritea”, “la Canzone del volon-tario” e “Il Canto degli Italiani”, a noi più noto come Fratelli d’Italia. Canto e abbigliamento sono stati sempre legati ai grandi movimen-ti di idee, fautori dei futuri nuovi assetti istituzionali e culturali. La storia leggera che accompa-gna ed enfatizza la grande storia. O, in altri termini, la storia legge-ra che aiuta il popolo a capire e a forzare la spinta al cambiamento. Come dice una strofa della can-zone “Donna Caritea” :” …..chi muore e che non da /di gloria un segno/ alla futura età/ di fama è

indegno”. L’Università urbinate è stata sem-pre, dal 1506 anno della sua fon-dazione, una fucina di idee ed un veicolo di trasmissioni di saperi. Le chiusure del 1824 per “de-fectum reddituum” e quella del 1831 per sovversivismo politico, hanno retto poco. La garanzia è nella lunga storia di questo Ate-neo che non dimentica gli ideali dei suoi predecessori. Come in questa cerimonia che ha portato allo scoprimento di una lapide con inciso i nomi di Alessandro Corticelli, Tommaso Gostoli Co-smi, Gian Ludovico Fabbri, Gio-vanni Fanelli, Andrea Marcanto-ni, Gabriello Rossi che nel 1831 compresero con largo anticipo la portata dell’ideale della patria comune.

Sergio Pretelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

a ViLLa Baratoff Con Mons. piero CoCCia

Incontro quaresimale del CIFPESARO - Villa Baratoff ha ospitato il tradizionale incontro quaresimale del CIF con l’Arcivescovo di Pesaro, durante il quale S.E. mons. Piero Coccia ha esposto con la con-sueta chiarezza ed esaustività il tema della Nuova Evangelizzazione, trattato come ar-gomento principale nell’ultimo Sinodo svoltosi a Roma dal 7 al 28 ottobre 2012 dopo che Benedetto XVI aveva proclamato l’anno pastorale “Anno della fede”: una grande opportunità, ha affermato l’Arcivescovo, per cogliere l’esperienza della fede partendo dall’ambito universale per poi restringersi alle varie realtà. Partendo dalla domanda cosa sia la fede, la risposta è l’incontro con il Signore, l’unico che può darci l’ultima parola sulla vita e sul significato del dolore e della morte. “Chi ha la fede sa ben vive-re, ben soffrire, ben morire”. Lo scopo della Nuova Evangelizzazione di trasmettere la fede è il punto di partenza del nuovo Convegno Regionale delle Chiese delle Marche dal tema “Alzati e vai”, tratto dagli Atti degli Apostoli seguito da “per comunicare la fede”, che si concluderà a Loreto il 24 novembre 2013, completando il cammino indica-to dal Convegno della Chiesa di Pesaro svoltosi il 19 e 20 settembre 2012 su “una fede adulta da testimoniare”. Tornando al Sinodo di Roma, l’Arcivescovo ne traccia storia e significato partendo dal precedente del 1953, sessant’anni di trasformazioni e cambia-menti di grande portata. Nel complesso meccanismo della sinodalità, che vede riunite tutte le componenti della Chiesa universale, i passaggi principali sono la definizione del tema da parte del Papa dopo un’indagine globale; i “lineamenti” cioè i percorsi tra-smessi a tutti i Vescovi, i quali dopo averli rielaborati li rimandano alla Segreteria del Sinodo; l’elaborazione del documento chiamato “Strumento di Lavoro” nel quale i Pa-dri Sinodali danno le indicazioni (“Proposizioni”) che il Papa in ultima analisi utilizzerà per un documento finale, l’”Esortazione Apostolica” post-sinodale, che in questo caso spetterà al nuovo Papa diffondere. Se i contesti storici sono diversi, la missione della Chiesa è stata sempre presentare Gesù Cristo come “buon annuncio”, dice l’Arcivesco-vo e aggiunge che chi per primo ha unito il termine “nuova” ad “evangelizzazione” è stato Giovanni Paolo II nell’enciclica “Redemptoris missio”che delineava una Chiesa im-pegnata a rievangelizzare il mondo intero usando nuovo entusiasmo, nuovi linguaggi concettuali e nuovi metodi adattati ai contesti culturali nuovi e in continua mutazione. Viviamo, dice in sostanza l’Arcivescovo, in una società fatta di relativismo, con una forte impronta secolaristica e nichilista che prescinde dal trascendente e l’assoluto e tende allo scivolamento in una fede vaga, soggettivizzata, emozionale. Viviamo un trapasso culturale che coinvolge il modo di intendere la vita, il matrimonio, l’educazione, il mo-rire. Il lato positivo, il “bicchiere mezzo pieno” in ambito locale sono le belle realtà nel settore giovanile, gli oratori a cui lavorano sacerdoti e laici, le associazioni come il CIF che svolgono un lavoro di formazione da protagoniste, valorizzando il ruolo femminile e i suoi caratteri di sensibilità e predisposizione a trasmettere una fede come esperien-za. La preghiera scritta dall’Arcivescovo per le vocazioni e recitata insieme chiude il fat-tivo, cordiale incontro. Milena Milazzo

presentato iL diario deLL’aBate CresCentino fiorini

L’università ricorda i pionieri del Risorgimento

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10 marzo 2013 9amicoil nuovo• •

è iniziato Sabato 2 marzo nel-la Sala S. Terenzio – con una relazione di S. E. Mons.

Piero Coccia sulla “ministerialità della Chiesa”– il Corso di forma-zione per i “Ministri straordinari della Comunione”, promosso dal direttore dell’Ufficio Liturgico diocesano, don Gino Rossini e ar-ticolato in sei appuntamenti che si concluderanno il 20 aprile 2013.Nella nostra diocesi, ha sottoli-neato l’Arcivescovo, esiste una bella realtà di “Ministri straordi-nari della Comunione”, persone cioè che hanno ricevuto dalla Chiesa, per mandato del Vescovo o del parroco, l’incarico sia di di-stribuire la Comunione ai fedeli durante celebrazioni eucaristiche particolarmente affollate sia di portarla ai malati o alle persone anziane che non possono parteci-pare alla Messa.A tali “Ministri”, che tra l’altro sono in continua crescita, mons. Coccia ha espresso sincera gra-titudine: essi, infatti, non solo svolgono un compito che si rivela sempre più necessario e prezio-so, data la scarsità di sacerdoti e religiosi di cui soffre la nostra diocesi, ma soprattutto riescono ad instaurare, con la fede che li caratterizza, una relazione di vici-nanza ai malati e agli anziani mol-to al di là della mera funzione del loro servizio. In questo modo essi danno un contributo ancora più significativo alla comunità: rendo-no visibile la natura essenzialmen-te “ministeriale” della Chiesa.Soffermandosi su questo aspetto,

l’Arcivescovo ha spiegato come esso sia strettamente dipenden-te da un altro elemento specifico della natura della Chiesa: il suo essere “mistero”. Occorre infatti tener presente che per i cattolici la parola “mistero” non indica qualcosa di confuso e incomprensibile (come avviene nell’uso comune) e neppure qual-cosa di totalmente trascendente ed eccedente l’uomo (come è per i filosofi). Tale parola indica inve-

ce (in senso biblico) la realtà del-l’amore di Dio, che, pur ecceden-do l’uomo, si è resa conoscibile, comprensibile, verificabile attra-verso la storicità e “corporeità” di Gesù, il quale con la concretezza e “fisicità” della sua parola, delle sue azioni, della sua testimonianza, ha reso accessibile ciò che sarebbe ri-masto altrimenti inaccessibile.La Chiesa dunque, in quanto prolungamento della corporeità di Cristo, custodisce il “miste-

ro” dell’amore di Dio rendendolo comprensibile e verificabile attra-verso il proprio “ministero” – il “servizio” della parola (catechesi), dell’azione (liturgia) della testi-monianza (carità) – che permette il continuo rinnovarsi nel tempo dell’incontro tra l’uomo e Dio.Dopo aver ricordato che esisto-no tante forme di “ministerialità” – ministeri ordinati (episcopato, presbiterato, diaconato), istitui-ti (accolitato e lettorato), di fatto

– mons. Coccia ha raccomandato ai “Ministri straordinari della Co-munione” di conformare la loro vita alla spiritualità eucaristica (tema di uno degli incontri in pro-gramma) e di curare in modo per-manente la propria formazione, valutando la grande opportunità offerta dalla presenza in diocesi di luoghi e strutture atte a tale sco-po.

Paola Campanini©riproduzione riservata

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Radio Maria dalla Parrocchia delle Fabbrecce

da Chiesa s. Maria delle Fabbrecce, titolo succeduto all’originaria s.Maria impe-

riale, trae origine da “fabbricole”, piccole casette che nel 1300 ospi-tavano i pellegrini ai quali di notte non era consentito di entrare nella città di pesaro. eretta parrocchia nell’anno 1700 subì molteplici tra-sformazioni giungendo alla odier-na dimensione neoclassica ricca di opere significative in ambito arti-stico.

venerdì 22 febbraio 2013 la par-rocchia ha vissuto un momento di spiritualità in collegamento mon-diale con l’emittente cattolica ra-dio Maria. Le intenzioni particolari per cui è stata offerta la preghie-ra erano ovviamente il passaggio che stà vivendo la Chiesa perché sia docile allo spirito santo, e la persona del santo padre che stà offrendo al mondo intero una te-stimonianza sul cui valore si dovrà lungamente meditare, come passo avanti “strutturale” nella vita della Chiesa.La preghiera si è espansa all’italia in questo momento di scelte per il suo cammino storico.dopo la preghiera del s. rosario contenente precise intenzioni , il momento della via Crucis ha unito particolarmente i fedeli presenti con milioni di ascoltatori nell’italia e nel mondo.

sublimate dalle voci del coro dul-cis Memoria, diretto dal giovane Maestro Federico raffaelli,le meditazioni delle 14 stazioni si sono sviluppate partendo dalle tentazioni (Mt.4) contemplate come confronto definitivo fra il mondo della Gloria del padre comunicato da Gesù a coloro che gli hanno aperto occhi e cuo-re e il mondo di satana, di coloro cioè che hanno chiuso occhi e cuore a Gesù consegnando-si alla menzogna.Meditando il cammino di Gesù con i suoi ci si è fermati sulla parteci-pazione di Maria, la Madre, alla passione del Figlio; poi alcuni pas-saggi particolari come il cireneo, le donne di Gerusalemme (legno sec-co e legno verde), la tunica “incon-sutile”, la penetrazione in Cristo della punta delle spine, dei chiodi e poi della lancia, vista come pro-

fezia del nostro essere “in Cristo” (io in voi e voi in me). infine la se-poltura di Gesù, avvenimento di silenzio apparente;ma con la sua discesa agli inferi Gesù compie la liberazione glorio-sa di tutti i santi della precedente storia umana e la “inaugurazione del paradiso”, con la presenza stu-pita del buon ladrone!dalla Chiesa di s. Maria delle Fab-brecce giunga il messaggio quare-simale a tutti gli ascoltatori, per proseguire il proprio impegno di vita nel fare della fedeltà quo-tidiana alle esigenze dell’amore di dio il proprio sacrificio spirituale, unitamente al raccoglimento nel cuore addolorato di Maria, esem-pio di coraggio forte e nascosto, prostrato dalla prova e vittorioso nella sua fedeltà.

Il Parroco Don Lino Capriotti©riproduzione riservata

I riti della PasquaVIA CRUCIS DIOCESANAvenerdì 22 marzo alle ore 21 via Crucis diocesana. Quest’an-no l’itinerario riguarderà le vie della Città: partirà da piazza-le europa (zona Baia Flaminia) e si concluderà in Cattedra-le. per l’occasione verrà consegnato il Messaggio del papa in vista della Giornata mondiale della Gioventù che, come

ogni anno, coincide con la celebrazione della domenica del-le palme (24 marzo)S. MESSA CRISMALEMercoledì 27 marzo alle ore 18, verrà celebrata la s. Messa Crismale in cattedrale presieduta da Mons. arcivescovo pie-ro Coccia.

I riti della Pasqua

Momenti DiocesaniDomenica 17 marzoRitiro dei fidanzati a Loreto, con la presenza del nostro Vescovo, Mons. Piero Coccia. Giovedì 21 marzo Ore 9,30, incontro di aggiorna-mento del Clero Diocesano, dei Diaconi e Religiosi a Villa Borro-meo. Sarà presente don Vittorio Metalli, docente dell’ISSR della Diocesi di Rimini, che interverrà sulla Lumen Gentium.Venerdì 22 marzo Presso Villa Borromeo dalle 18,30 alle 20, sesto ed ultimo incontro del Corso per Operatori Pastorali della Catechesi, Liturgia e Carità

Relazione di vicinanzaai malati e agli anziani

CORSO DI FORMAZIONE PER I MINISTRI STRAORDINARI DELLA COMUNIONE

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GRANDE FESTA AL SANTUARIO DEL BEATO SANTE

Le 100 candeline di Padre Egilio Ciarrocchi

APPELLO ALLA CITTA’

Progetto su Primo Levi a PesaroLa Biblioteca Bobbato e l’Iscop (Istituto di Storia Contemporanea della Pro-

vincia di Pesaro-Urbino) sono stati coinvolti in un progetto su Primo Levi, proposto dalla Fon-dazione Villa Emma di Modena, che si occupa di memoria legata alla Shoah, in collaborazione con il Centro Internazionale di Studi su Primo Levi e la Regione Emi-lia Romagna.Il progetto, inserito in una rifles-sione sul grande scrittore in oc-casione del 25° della sua morte, vuole proporre nuovi contributi

sul ruolo del testimone e sul rap-porto tra il racconto di memoria e la ricerca storica. La presenza a Pesaro di Primo Levi il 5 maggio del 1986 al teatro Rossini, nel-l’ambito dell’iniziativa “Il gusto dei contemporanei”, quando Levi cominciava ad evitare gli incontri pubblici, a pochi mesi dalla sua tragica morte, rappresenta un momento molto importante per-

chè fu una delle ultime occasioni in cui l’autore accettò di incon-trarsi con studenti e insegnanti. Nell’occasione fu girato un video che oggi sarà parte significativa del lavoro su Levi, che si incen-trerà proprio sulla memoria che i testimoni di allora conservano, a 27 anni di distanza, del loro in-contro con una figura così signi-ficativa della letteratura e della

memoria storica.Poichè non è facile rintracciare gli studenti che allora partecipa-rono all’incontro tenutosi al Tea-tro Rossini, con la collaborazione del Comune di Pesaro, rivolgia-mo un appello a quei ragazzi che furono presenti, a mettersi in contatto con la Biblioteca (0721 451550).

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L’Arcivescovo Piero Coccia, il ministro provinciale dei Francescani Minori padre Ferdinando Campana, il

Sindaco di Mombaroccio, il Que-store, i comandanti provinciali dei Carabinieri, del Corpo Fore-stale, della Polizia, della Guar-dia di Finanza, il Presidente del Consiglio provinciale Bartolucci: erano tante le autorità convenu-te, Lunedì 4 marzo, al Santuario del Beato Sante per festeggiare, insieme ai familiari, agli amici e a tutta la comunità dei frati, i 100 anni di Padre Egilio Ciarrocchi. “Cento anni di fedeltà, sapienza, bontà, generosità”, ha detto padre

Campana. “Un uomo di Dio e di servizio in tutti i luoghi in cui è stato mandato” (Montefiorentino, Urbino, Monteprandone, Beato Sante). “Un frate impegnato non solo nelle attività religiose, ma anche in quelle sociali, capace di relazionarsi pienamente con la comunità civile, oltre che eccle-siale, del territorio.Il Sindaco e i presidenti della Pro Loco e dell’AVIS di Mombaroc-cio hanno ricordato con commo-zione alcune tappe significative di questo impegno: padre Egilio fu tra i 20 soci fondatori del-la Pro Loco nel 1967; fece parte per molti anni del Consiglio di

Amministrazione dell’Ospeda-le Bricciotti; a metà degli anni Sessanta promosse l’apertura di un maglificio al centro del paese, nell’ex Caserma dei Carabinieri, permettendo a una quindicina di ragazze di intraprendere un’espe-rienza lavorativa che sarebbe sta-ta molto importante per loro e per l’intera comunità.Il ministero di padre Egilio, ha detto mons. Coccia, non è stato selettivo ed elitario, ma si è rivol-to “ad ogni uomo e a tutto l’uomo” (secondo l’espressione di Paolo VI), abbracciando le grandezze e le miserie di ciascuno, senza pre-giudizi.

Del resto – ha precisato con mente lucidissima lo stesso fe-steggiato – tutti gli uomini sono fatti a immagine e somiglianza di Dio ed anche chi è “nemico” sul piano delle idee o dei comporta-menti va accolto come fratello e guardato con lo stesso amore che il Signore Gesù nutre per lui.A Cristo dunque occorre alzare lo sguardo, ha detto l’Arcivesco-vo: Lui solo infatti può risanare quella “lebbra” fatta di male, do-lore, dubbio che, come Naam il Siro delle Scritture, colpisce ognuno di noi.

Paola Campanini©riproduzione riservata

A cura di Vittorio Cassiani

DOMENICA 10 MARZOLA FESTA DEL CIOCCOLATO – si conclude oggi in piazza del popolo. orario continuato dal-le 10 alle 22.AL TEATRO “ROSSINI” – va in scena (ore 17): “Quello che prende gli schiaffi” di Leonid nikolaevic andreev con Glauco Mauri e roberto sturno.“SIGNORINA, LA BALA?!” – La Compagnia teatrale “il Cavalca-via” presenta due atti in verna-colo pesarese di Gabriele Mor-bidi. regia di albino Calcinari. Cinema astra ore 17. ingresso euro 8. NELL’AUDITORIUM DI PALAZ-ZO MONTANI ANTALDI – Con-versazione del professor enrico Capodaglio: “paolo volponi, un poeta nella macchina del mon-do”. Letture di Lucia Ferrati. a cura dell’università dell’età li-bera. ore 17.30.

LUNEDI’ 11 MARZOBURRACO INTERNAZIONALE – nella sede del Centro socio-culturale “Maria rossi”, in via toschi Mosca 20. dalle ore 16.CINEVISIONI – sullo schermo: “L’età inquieta” di B. dumont

(1997). auditorium dell’uni-versità dell’età libera (Campus scolastico di via nanterre). ore 21. ingresso libero.

MARTEDI’ 12 MARZONELL’UNILIT – Continuano gli incontri con Francesco zacca-relli su “islam in trasformazio-ne”. sala san terenzio, ore 16.GIOVANI AUTORI ITALIANI – sullo schermo “Henry” di alessandro piva. Cinema sola-ris, ore 21. ingresso euro 6.“NOI CREDIAMO IN GESU’ CRI-STO” – nella parrocchia san Martino. ore 21.15. Conversa-zione di don Lorenzo volponi.

MERCOLEDI’ 13 MARZOGITA A VERONA CON IL CIF – “da Botticelli a Matisse” mostra Gran Guardia. informazioni: Giusi (tel. 0721/638692), doria-na (tel. 0721/371039).CENTRO STUDI FILOSOFICI – Conversazione per l’uniLit del professor antonio nanni: “il potere nel passaggio di civiltà”. sala san terenzio, ore 16,30.

GIOVEDI’ 14 MARZONEL CENTRO SC “MARIA ROS-SI” – incontro con la scrittrice anna Maria rinaldini e le sue fiabe. Canti e chitarra di Mi-

chele Merlini. presenta dona-tella Galli. ore 16.15.“LECTIO DIVINA” – sulla parola della domenica successiva (17 marzo). nella chiesa dell’ado-razione, ore 18.

VENERDI’ 15 MARZOIN GITA CON IL “MARIA ROSSI” – a verona per visitare la mo-stra “da Botticelli a Matisse”. partenza alle ore 8 da piazzale Matteotti. rientro alle 20.30.NELL’ UNIVERSITA’ LIBERA ITI-NERANTE – incontro con Lore-na Mombello (“sviluppo della comunità assistenziale ospeda-liera e territoriale”) e Giuseppe Cucco (“dalla pietà alla carità”: la storia delle Confraternite d’urbino”). sala san terenzio, dalle ore 16.NELLA SALA BEI DELLA PRO-VINCIA – performance de “il megafono delle donne”, “voci nel buio: musica, parole, dan-za e pittura”, ore 18.“INCONTRARE LA VITA” – nella sede della 2^ Circoscrizione (5 torri – Largo volontari del san-gue), ore 20.45, Conversazione del magistrato pino Morandini, vice presidente nazionale del Movimento per la vita. tema: “L’aborto in italia”.

SABATO 16 MARZOPRESENTAZIONE LIBRO – “il Conclave” di Fabrizio Battistelli. Biblioteca san Giovanni, ore 17. FIABE ANIMATE – in inglese per bambini a partire dai 5 anni. a cura di Francesca Man-ganelli. Biblioteca san Giovan-ni, area ragazzi. ore 16.30.MINISTRI STRAORDINARI DEL-L’EUCARESTIA – don Marco de

Franceschi propone: “L’eucare-stia nel catechismo della Chie-sa Cattolica”. sala san terenzio, ore 16.30.AL CINEMA ASTRA – La picco-la ribalta oplontina di torre annunziata presenta: “’a mor-te ‘e carnevale”, commedia di raffaele viviani. regia di Luigi Marasca. ore 21.15.

Influenza: “la spagnola”1903-1923

“Veramente il “morbo spagnolo” si è ridotto a qual-che caso di influenza e bronco polmonite e tale da non allarmare la cittadinanza”. Così L’Idea del

28 settembre 1918 dava conto dei casi di “febbre spagno-la” che, a Pesaro, avevano cominciato a manifestarsi agli inizi del mese di agosto. In quel periodo la nostra città era piena di feriti militari e di migliaia di profughi prove-nienti dalle zone di guerra. Questi ultimi erano per lo più alloggiati in locali fatiscen-

ti privi di servizi igienici. E’ del 15 marzo di quel 1918 il provvedimento adottato dal consiglio comunale per “il risanamento del (…) ghetto, dove una numerosa popo-lazione s’addensa in case umide, prive di aria e di luce in onta ad ogni più elementare norma d’igiene” (tratto da “Pesaro – crescita urbana fra le due guerre” di Glauco Caresana). In un contesto urbano di questo tipo fu una fortuna che le vittime del “morbo spagnolo” fossero po-che. Non fu così nel resto d’Italia dove l’epidemia fece 375.000 morti. Nei primi giorni di febbraio un’agenzia di stampa spagnola aveva trasmesso il seguente comunica-to: “Una strana forma di malattia a carattere epidemico è comparsa a Madrid …”. Dal luogo di provenienza del virus, la malattia prese il nome di “Spagnola” in tutta Eu-ropa. Il giornale diocesano invitava i cittadini pesaresi, nono-stante il piccolo numero di casi riscontrati, a non dimen-ticare le norme igieniche precauzionali perché la malattia

stessa non si diffondesse. “Il Municipio ha lodevolmente pubblicato un manifesto del locale Ufficio Sanitario ed ha raccomandato la massima igiene; ma noi desideriamo qualche cosa di più di un manifesto … che lascia il tempo che trova.” Suggeriva di istituire delle commissioni per ciascun rio-ne che avessero lo scopo di visitare tutte le abitazioni, specialmente le povere, “per vedere se vi occorre qual-che energico disinfettante”. Rilevava: “Altro inconvenien-te gravissimo è che al cader del giorno ed al sorgere delle prime tenebre … le strade sono attraversate da numerosi rigagnoletti di orina che ammorba l’aria e la rende infet-ta; e dalle finestre delle case site in vie secondarie si getta sulla sottostante strada ciò che … tacere è bello. Il tutto contribuisce in verità a favorire l’epidemia. Desidererem-mo dalle Autorità adeguati provvedimenti per la salute ed il bene dei cittadini.”

Stefano Giampaoli© riproduzione riservata

Page 11: «Il Nuovo Amico» n. 10 del 10 marzo 2013

amicoil nuovo• • Pesaro 10 marzo 2013 11

Non c’è che dire: tem-pismo perfetto. Alla vigilia della festa del-

la donna la Cgil di Pesaro e Urbino riesce a confezionare un bel pacco regalo carico di ideologia e ambiguità.Lo scorso 5 marzo infatti, la segretaria generale di Pesaro e Urbino, Simona Ricci, ha diramato un comunicato nel quale si lamenta l’esiguo nu-mero di aborti nelle strutture ospedaliere delle Marche, con particolare riguardo alla pro-vincia di Pesaro, prendendo di mira soprattutto il S. Croce di Fano dove - a suo giudizio - il 100% dei ginecologi sarebbe obiettore di coscienza.Ma nell’invettiva della Ricci, oltre ai medici, finiscono den-tro anche la 194, i consultori e la Ru486. Come è possibile

– si domanda la Cgil di Pe-saro – che le Marche siano all’ultimo posto in Italia per interruzioni di gravidanza con la pillola abortiva?In Emilia Romagna – ricorda la Ricci – il 17% degli aborti avviene con la pillola abor-tiva e in Toscana l’8%. Nelle Marche invece nessun aborto chimico nel secondo seme-stre del 2011. Insomma dalle nostre parti nascono troppi bambini… Eppure ogni anno a Pesaro (vedi tabella in pa-gina) scompaiono 10 classi di scuola a causa degli aborti. In dieci anni sono mancati così all’appello 2.301 nuovi cittadini.Un recente studio della dire-zione provinciale del lavoro dimostra che a Pesaro molte donne sono “costrette” a la-sciare la propria occupazione per l’impossibilità di concilia-re figli e lavoro. Un sindacato come la Cgil dovrebbe bat-tersi perché la società rispetti il diritto a diventare madre eliminando tutti gli ostacoli che spingono oggi le donne ad abortire. Purtroppo nel co-municato di Cgil Pesaro que-sta priorità è completamente dimenticata.Possibile davvero che la Cgil non riesca a fare un passo di buonsenso verso una nuova cultura che metta al centro i diritti del nascituro?

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Nota Locale

Sabato 2 marzo, un gruppo di residenti in via Nanterre e componenti della scuola, a seguito delle notizie sulla cosi detta

“variante non sostanziale del Campus scola-stico”, si sono incontrati e hanno dato vita al comitato “salviamo il Campus”. All’iniziativa

hanno presenziato anche tecnici e rappre-sentanti di alcune forze politiche che hanno manifestato solidarietà al comitato. In base alle informazioni raccolte, il comi-tato esprime viva preoccupazione per gli interventi prospettati. Si chiede come possa

essere definita non sostanziale una variante che, per quello che ci è stato dato modo di sapere, cambia la destinazione degli immo-bili previsti dall’attuale PRG (40.000 metri quadrati da servizi ad uso delle scuole e per la cultura a servizi generici e relativa quota di appartamenti; 5.000 metri quadrati da appartamenti per studenti ad appartamenti per il libero mercato) che sconvolge com-pletamente un comparto ad altissima sen-sibilità (quattro Istituti medi superiori e un Istituto comprensivo confinante) limitando a pochi residui le aree verdi e le attrezzatu-re già a disposizione del Campus secondo le quote standard.L’area che l’attuale PRG destina a Parco con interventi di compensazione e mitigazione verso l’interquartieri invece, in base ad una legge regionale, ospiterà un ulteriore nuo-vo distributore con 1.200 metri quadrati di commerciale.Nuovi insediamenti e servizi che vanno a gravare in un’area con strutture e viabilità

sature, basta passare per via Nanterre nel-le ore d’ingresso e di uscita delle scuole per rendersene conto.Un intervento che non pare finalizzato ad edilizia scolastica, visto anche le dichiara-zioni della neo deputata On. Alessia Morani, già assessore provinciale alla pubblica istru-zione, che nelle scorse settimane, dichiara-va che dell’edificazione di nuove scuole se ne potrà parlare solo fra dieci anni.Come si può pensare di svendere il futuro consumando un bene finito come il territo-rio? Per cosa?Chi ha convenienza a prevedere ulteriori metri cubi di cemento in un mercato immo-biliare più che saturo e con un piano rego-latore già sovradimensionato?Il comitato “salviamo il Campus” ribadendo la propria preoccupata contrarietà agli in-terventi prospettati chiede che, prima che siano prese così importanti decisioni, l’Am-ministrazione Comunale vada ad un pubbli-co e sincero dibattito con la popolazione, il quartiere e le scuole.

Comitato “Salviamo il Campus” (contatti 3890616326)

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I resIdentI dI vIa nanterre chIedono chIarImentI al comune

Nasce il Comitato Civico “Salviamo il Campus”

Donnama quale

festa?di Roberto Mazzoli

scIenZa&vIta: «l’osPedale Pesaro-Fano e’ unIto»

Ancora una volta la Cgil pro-vinciale solleva il polverone sull’obiezione di coscienza

alla legge 194/78 in tema di abor-to volontario (vedi nota a lato). Lo fa attraverso la stampa locale con un comunicato apparso lo scorso 6 marzo. E ciò che più suona strano è che la polemica – ancora una volta – viene posta enfatizzando il conflitto tra i diritti delle persone: da un lato il diritto degli operato-ri sanitari a invocare l’obiezione di coscienza, dall’altro il diritto delle pazienti di accedere ad un servizio, nel caso specifico il ser-vizio per l’interruzione volontaria della gravidanza.

UNICO OSPEDALE Per quanto risulta, il servizio re-lativo alle interruzioni volontarie della gravidanza presso l’Ospedale di Fano non è mai stato interrotto e si è realizzato attraverso il ricorso al personale sanitario dell’Azienda Ospedali Riuniti Marche Nord (che – è bene ricordarlo – è nata dalla unificazione degli ospedali di Pesaro e Fano). Dunque – ahinoi – nessuna

interruzione, ma diversa organiz-zazione della attività, tenuto conto del rispetto del diritto ad invocare l’obiezione di coscienza da parte del personale sanitario. Vogliamo spe-rare che non si voglia in alcun modo conculcare il diritto ad esprimere le proprie convinzioni, né – ad un tempo – di invocare per ciascuno il primato della propria coscienza.Ma lo stupore per la reiterazione della polemica (cui la Cgil non è nuova), è legata al fatto che nem-meno una parola viene invece spesa per sostenere la necessità di imple-mentare i servizi per garantire alle donne il diritto di poter scegliere davvero se proseguire o no la pro-pria gravidanza: come mai non ci si chiede quali e quante risorse sono state investite per mettere la donna in condizioni di non dover abortire?

I CONSULTORIL’art. 5 della legge 194/78 recita in-fatti testualmente: “Il consultorio e la struttura socio-sanitaria, … hanno il compito in ogni caso, e specialmente quando la richiesta di interruzione della gravidanza

sia motivata dall’incidenza delle condizioni economiche, o sociali, o familiari sulla salute della ge-stante, di esaminare con la donna e con il padre del concepito, ove la donna lo consenta … le possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interru-zione della gravidanza, di met-terla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre, di promuovere ogni opportuno in-tervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessa-ri sia durante la gravidanza sia dopo il parto”. Quali aiuti economici – specie in questo tempo di crisi – vengono offerti concretamente alle donne af-finché possa davvero essere libera di scegliere se proseguire la gravidanza o rinunciare al bambino che porta in grembo?

QUALI INIZIATIVE DEL SINDA-CATO?Dato che la polemica è “promossa” da una grande forza sindacale, ci dobbiamo domandare: quali inizia-

tive ha intrapreso il sindacato per impedire che imprenditori e datori di lavoro “censurino” la proprie di-pendenti dall’intraprendere una gra-vidanza? Ben triste che proprio in vista dell’8 marzo non si abbiano altri argo-menti per promuovere la dignità e la salute della donna! In coda all’ar-ticolo, poi, ci si stupisce per il ridot-tissimo uso della pillola RU486: nel 2011 nessun ricorso a tale metodica per abortire. È evidente che le donne marchigia-ne, pur avendola a disposizione ne-gli ospedali pubblici della Regione, hanno preferito ricorrere alla tradi-zionale tecnica chirurgica che, evi-dentemente, ritengono di maggior garanzia, almeno sotto il profilo del-la salute. E questo sarebbe un male? O forse dobbiamo convincerci per forza che “pillola è bello”?

Paolo Marchionni Emanuela Lulli

Associazione Scienza&Vita di Pesaro, Fano e Urbino

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Cgil polemica sulla 194pochi aborti in provincia

Page 12: «Il Nuovo Amico» n. 10 del 10 marzo 2013

10 marzo 201312 Pesaro amicoil nuovo• •

✞Venerdì 1 Marzo è mancata serena-mente nella sua abitazione all’età di anni 94

ANTONIATOMASICCHIO

ved. PiraniIl funerale ha avuto luogo Lunedì 4 Marzo nella chiesa parrocchiale di Cristo RE. La salma è stata tumu-lata nel Cimitero di Albacina di Fa-briano. La ricordano con profondo dolore e affetto i figli PLINIO e IDA MARIA, la nuora, gli adorati nipoti e pronipoti e i parenti tutti.IROF Funeral Services - Pesaro via Cattaneo n.11 -Tel. 0721 31494

✞Domenica 3 Marzo alle ore 23.30 è mancato in Ancona, munito dei conforti religiosi, all’età di anni 53

DOMENICO RUSSOLo annunciano con profondo dolore la moglie KATERINA, la figlia MARTI-NA, il fratello MARCO e i nipoti tutti.Il funerale ha avuto luogo Venerdì 8 Marzo nella Chiesa parrocchiale di Villa S. Martino. La cara salma è stata tumulata nel-Cimitero Centrale.IROF Funeral Services - Pesaro via Cattaneo n.11 -Tel. 0721 31494

✞Venerdì sera, primo marzo, alle ore

20.43 è manca-to all’affetto dei suoi cari, muni-to dei conforti religiosi, all’età di anni 76

GILBER-TO CAR-

LONILo annunciano con profondo dolo-re la moglie LILIANA, i figli SILVIA, EMANUELA e MICHELE, la nuora, i generi, gli adorati nipoti, pronipote, i fratelli ed i parenti tutti.Il funerale ha avuto luogo Lunedì 4 Marzo nella Chiesa parrocchiale di S. Maria di Loreto.Non fiori, sono gradite offerte allo I.O.P.R.A.IROF Funeral Services - Pesaro via Cattaneo n.11 -Tel. 0721 31494

✞Martedì 26 feb-braio è mancata all’affetto dei suoi cari

GIULIA RAGNOnata il 18/07/1924

Il funerale ha avuto luogo venerdì primo marzo nella chiesa di S. Giu-seppeO.F. ALMA MATER di Tonelli Stefaniavia del Fallo 8, Pesaro – tel. 0721/33100

✞Mercoledì 27 febbraio è mancato all’af-fetto dei suoi cari

GIUSEPPE TONELLInato il 10/08/1923

Il funerale ha avuto luogo venerdì primo marzo nella chiesa di Ma-donna di Loreto.O.F. ALMA MATER di Tonelli Stefaniavia del Fallo 8, Pesaro – tel. 0721/33100

✞Domenica 3 marzo è mancata all’af-fetto dei suoi cari

ASSUNTA GIORGIIl funerale ha avuto luogo lunedì 4 marzo nella chiesa di RoncagliaO.F. ALMA MATER di Tonelli Stefaniavia del Fallo 8, Pesaro – tel. 0721/33100

✞Domenica 3 Marzo è mancata al-l’affetto dei suoi cari

GIUSEPPA SANTINELLIIl funerale ha avuto luogo Mercoledì 6 Marzo nella Chiesa parrocchiale di S.Giuseppe.Ag. Funebre Marinelli - Via Del Governatore, 4 – tel. 336/284055 – 337/635960

✞Venerdì 1 marzo è mancata all’af-fetto dei suoi cari

NERINA FATTORInata il 10.3.1925

I familiari la ricordano con immutato affetto. la figlia Silvana, il genero Va-leriano, i nipoti Silvia e Giacomo.OF. SAN PIETRO Marco Giombetti Via Fastiggi 105, Pesaro – tel. 0721/282549

✞Martedì 26 Febbraio alle ore 13.30, mu-nito dei con-forti religiosi, è mancato all’età di anni 74

GIORGIO BARUFFI Ne danno il triste annuncio la mo-glie, la mamma, i fratelli, le sorelle, i cognati, le cognate e parenti tutti.Il funerale ha avuto luogo Giovedì 28 Febbraio nella Chiesa parrocchia-le del Sacro Cuore di Soria.Ag. Funebre Marinelli - Via Del Governatore, 4 – tel. 336/284055 – 337/635960

✞RINGRAzIAMENTO

La famiglia BARUFFI-CAMILLI nel-l’impossibilità di farlo singolarmen-te, ringrazia commossa quanti han-no partecipato al suo dolore per la perdita del caro

GIORGIOMartedì 5 Marzo è stata celebrata celebrata la S. Messa di settima nella Chiesa parrocchiale del Sacro Cuore a Soria.Ag. Funebre Marinelli - Via Del Governatore, 4 – tel. 336/284055 – 337/635960

✞Giovedì 21 febbraio è mancato al-l’affetto dei suoi cari all’età di anni 83

GINO MORONIIl funerale ha avuto luogo sabato 23 febbraio nella chiesa parrocchiale di S. Carlo BorromeoO.F. Euroservice di Poderi, Tonelli, Ricci – Via Flaminia 287 – Pesaro tel. 0721/392425

✞Giovedì 28 febbraio è mancata al-l’affetto dei suoi cari all’età di anni 93

PIETRO FALCONIIl funerale ha avuto luogo sabato 2 marzo nella chiesa parrocchiale di Osteria Nuova

O.F. Euroservice di Poderi, Tonelli, Ricci – Via Flaminia 287 – Pesaro tel. 0721/392425

✞Mercoledì 27 febbraio è mancato all’affetto dei suoi cari all’età di anni 93

Dott. ORLANDO GHIRLANDA

Il funerale ha avuto luogo venerdì 1 marzo nella chiesa parrocchiale di Cristo ReO.F. Euroservice di Poderi, Tonelli, Ricci – Via Flaminia 287 – Pesaro tel. 0721/392425

✞7° ANNIVERSARIO

ROGER SALUCCIIl mio amore e ogni mio pensiero sono per te.

Mamma Graziella La tua famiglia, i tuoi amici e parenti ti ricorderanno con tanto amore con una Messa Sabato 16 Marzo alle ore 20 nella Chiesa di S. Lorenzo a Tavullia. Si ringraziano quanti si uni-ranno nel ricordo e nella preghiera.Ag. Funebre Marinelli - Via Del Governatore, 4 – tel. 336/284055 – 337/635960

✞ANNIVERSARIO

GIUSEPPE OTTAVIANON. 1.9.1934 - M. 3.3.2007

I familiari lo ricordano con immuta-to affetto. la moglie Norma, il figlio Andrea e la moglie Monica, il figlio Mario, la figlia Sabrina con il marito Pasquale.OF. SAN PIETRO Marco Giombetti Via Fastiggi 105, Pesaro – tel. 0721/282549

✞ANNIVERSARIO

8.3.2013

È trascorso un anno dalla scomparsa del caro

NINO - DOMENICO FALCIONILa figlia Camilla lo ricorda con una S. Messa celebrata in Duomo sabato 9 marzo alle ore 18,30.O.F. Terenzi F. Via Pagano 5/7 – Pesaro – tel. 0721/31591

✞ANNIVERSARIO

Ricorre il 3° anniversario della scomparsa del caro

GIUSEPPE BERARDILa moglie Aldina ed i familiari tutti lo ricordano con una Santa Messa in suffragio che sarà celebrata do-menica 17 marzo alle ore 10 nella chiesa parrocchiale di S.Giuseppe

necrologi

✞ANNIVERSARIO

Nella ricorrenza degli anniversari dei coniugi

DILEO PIERLEONI INES FABBRIzIIl figlio Daniele, la nuora Carla, i parenti e gli amici li ricordano con tanto affet-to e rimpianto.Una S. Messa in suffragio sarà celebrata Domenica 10 Marzo alle ore 8.30 nel-la Chiesa parrocchiale di Borgo S. Maria.Si ringraziano quanti si uniranno nel ricordo e nella preghieraAgenzia Funebre Marinelli –Via Del Governatore, 4 – tel. 336/284055 – 337/635960

✞ANNIVERSARIO

LEONIDAS CHATzINIKOLAOUn. 04.02.1934 m. 08.02.2013

“Fa’ Signore, / che addormentandomi / Io mi rimpasti a nuovo di silenzio e pace, / e sulla mia arida anima / la rugiada celeste / faccia sì che de-standomi / possa fiorire ai Tuoi piedi. (Fabio Tombari). La moglie Annarita, la figlia Efi ed il genero Themi ringra-ziano commossi parenti ed amici per le tante attestazioni di affetto e stima.Ag. Funebre Marinelli - Via Del Governatore, 4 – tel. 336/284055 – 337/635960

✞ANNIVERSARIO

Sabato 23 Febbraio è ricorso il secon-do anniversario della scomparsa del caro

SERGIO BALDELLILo ricordano con immutato affetto i figli Marcello, Loretta, Werther e i pa-renti tutti.Una S. Messa in suffragio è stata cele-brata domenica 3 Marzo nella Chiesa parrocchiale di Trebbiantico.Ag. Funebre Marinelli - Via Del Governatore, 4 – tel. 336/284055 – 337/635960

erA STATo PreSiDenTe DioceSAno A.c.

Orlando Girlanda nitida figura di cristiano veroPESARO - Mercole-dì 27 febbraio, all’età di 93 anni, è tornato al Signore Orlando Ghirlanda, nitida fi-gura di cristiano vero. L’Azione Cattolica pe-sarese esprime il suo affettuoso rimpianto e cordoglio: egli, nella sua lunga vita, molto ha dato con grande spirito di servizio all’Associa-zione e a tutta la comunità religiosa e civica pesarese. Nato e cresciuto nella fede di una famiglia esemplare (il padre, Augusto, fondatore con al-tri del Circolo di S. Terenzio primo nucleo di A.C. a Pesaro; la madre, Anna Gaudenzi, donna di grande fede e dedizione alla famiglia; 6 figli) Orlando aderì fin dalla giovinezza all’Associazione di S. Maria di Lore-to sotto la guida indimenticabile di grandi educatori: il Parroco Mons. Bruscolini e gli Assistenti giovanili Mons. Vichi, prima, e Don Damia-ni poi. Superata la tragica parentesi della guerra e della dura prigionia in Germania, riprese il suo servi-zio con disponibilità e naturalezza. In particolare, ci è caro ricordare i circa 12 anni in cui fu Presidente diocesano dell’ A.C. pesarese; anni

difficili del Concilio e del post-Concilio e poi del cambiamento dello Sta-tuto e successivo rilancio, affrontati con spirito di sacrificio, obbedienza e disponibilità verso la Chiesa. La stampa locale e, nell’affollato funerale, chi gli è vissuto accanto,

hanno ricordato la sua testimonian-za di fede e di servizio da lui porta-ta in tanti altri campi della società: dallo sport attivo alla politica, dal lavoro alla cultura, dalle attività ca-ritative e assistenziali alla vita della sua parrocchia. Sempre ed ovunque col suo stile improntato a serietà e discrezione, mai sopra le righe, at-tento e disponibile per ogni neces-sità, pur senza disdegnare, a tempo opportuno, la battuta bonariamente ironica di osservatore acuto ma mai irrispettoso. L’ A.C. pesarese rin-grazia il Signore per il grande dono di Orlando e lo ricorda affettuosa-mente con fervida preghiera mentre esprime fraterne condoglianze alla vedova signora Jolanda, al cognato Mons. Franco Tamburini e ai paren-ti tutti.

Guido Gaudenzi© RIPRODUZIONE RISERVATA

La sua presidenza al Conservatorio

L’operosa vita terrena di Orlando Ghirlanda, di cui sono stati giustamente ricordati i numerosi e generosi servizi recati alla comunità locale, si è svolta all’insegna di un profilo personale di cui momenti salienti

erano il tratto altamente signorile e l’espressione sempre sorridente, dinanzi alla quale l’interlocutore avvertiva attenzione sincera e sensibile accoglienza. Caratteristiche che hanno contrassegnato anche la sua presidenza del Conservatorio statale “Rossini” dove Egli non mancò di sviluppare sinergie con la città, come quando favorì la cessione alla parrocchia di Cristo Re di un organo obsoleto che l’Istituto doveva dismettere. E che poi la Parrocchia, con qualche sacrificio, rimise in sesto per il livello delle sue esigenze, e del quale tuttora viene fatto ottimo uso liturgico e artistico. Ovvero quando con serenità affrontò complesse questioni amministrative legate all’uso legale di Palazzo Olivieri da parte del Ministero della Istruzione. Orlando Ghirlanda, un pesarese solido che accompagniamo al grande appuntamento con forte rimpianto.

Giorgio Girelli Presidente Emerito Conservatorio Statale “Rossini” © RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 13: «Il Nuovo Amico» n. 10 del 10 marzo 2013

10 marzo 2013 13amicoil nuovo• •

Redazione di Fano:Via Roma, 118 - 61032 FanoTel. 0721 802742 dir. 803737 Fax 0721 825595E-mail: [email protected]

Fossombrone Cagli Pergola

Terzo Quaresimale del VescoVo a san PaTerniano

Mosè: la scelta, la vocazione, la missioneFANO - L’intensa narrazione del Ve-scovo nella terza tappa del percorso biblico continua con la presenta-zione dell’immagine di Mosè, icona dell’uomo dalla fede audace, guida del popolo dell’elezione. Per mezzo di Mosè Dio lo ha liberato e sug-gellato l’alleanza. Presentato nella concretezza del suo agire, egli è un punto di riferimento forte per i nu-merosi fedeli: la parola si fa prossi-ma all’attenzione e giunge diretta a interrogare e provocare l’uomo del-la contemporaneità che si trova ad attraversare le contraddizioni della vita e le smentite delle promesse di bene. Mosè ha fiducia nelle “speran-ze future” e nel compiersi delle “real-tà invisibili”, lasciando un margine di attesa in cui Dio possa intervenire. Agitatore profetico, condottiero se-vero ma uomo di fede. Fede incarna-ta nella storia del suo popolo. Il Vescovo Armando sottolinea i tre aspetti della fede nella vita di Mosè nei quali ogni creatura umana può riconoscere i propri decisivi passag-gi esistenziali: la scelta, la vocazione, la missione.Mosè, uomo brillante, cresciuto alla corte del Faraone, consapevole di es-sere un figlio di Israele, vuole cono-scere le condizioni in cui versa il suo

popolo tenuto in schiavitù. Il giova-ne, vissuto nell’incoscienza, scopre la pesante realtà. Non esita nella scelta: Mosè lascia una sicurezza e un’identità egiziana condividendo la situazione della sua gente, oggetto di umiliazioni e soprusi. Condivisio-ne è una parola chiave su cui insiste particolarmente il Vescovo perché la compromissione di Mosè col popo-lo è la misura dell’amore di Dio per l’umanità. Come Gesù, Mosè, prefi-gurazione del Cristo, assume la con-

dizione della sua gente fino a por-tarla dalla schiavitù alla liberazione e alla terra promessa. “Non vi può essere una distinzione- prosegue il Vescovo Armando- io/voi: noi non siamo altro dal mondo e l’audacia di Mosè è audacia di fede in favore del popolo”.Il secondo passaggio è la vocazione. Mosè ha rinunciato ai privilegi della corte; tradito dai suoi, fugge in terra d’esilio. E’ il tempo della rassegna-zione e anche della maturazione,

della solitudine con Dio. Ma Dio irrompe nella sua vita. Sul monte Sinai si scorge la fiamma di un ro-veto ardente: è il fuoco sacro dove parla il Signore. Il fuoco che non dovrà spegnersi mai. Arriva la chia-mata: “Mosè! Mosè” Dio lo nomina ed egli si accorge di essere amato personalmente da Lui. Gli chiede di avvicinarsi e di togliere i sandali, in atto di umiltà. Si presenta come il Dio dei Padri, trascendente, che si fa conoscere ‘come il Dio per te’. “Sono

io che ti mando…va dal Faraone…” Mosè pronuncia l’ “Eccomi”, parola che rivela la verità della Bibbia in bocca di volta in volta ad Abramo, a Mosè, fino a Maria e a Gesù di Na-zareth. E’ l’incontro dell’Eccomi di Dio con l’Eccomi dell’uomo. “Dio si compromette con la nostra miseria, Dio piange con il pianto dei deboli…” prosegue il Vescovo. Ma la fede più sincera non esclude il timore: Mosè comincia a dubitare di se stesso e, dunque, nel terzo passaggio (la missione) troviamo una fede che ‘brontola’ perché provata. Ma è nella debolezza che Mosè è forte. Infat-ti, sarà il condottiero che parla a tu per tu con Dio, che intercede, invo-ca, chiede perdono per il suo popolo, sarà la guida che incoraggia e risolve le difficoltà interne, sarà colui che vorrà salvarsi soltanto con i suoi. Mosè vedrà da lontano la terra pro-messa: muore solo, in obbedienza a Dio.La sua è la fede dell’impegno nel mondo, una fede che si misura nel-la storia e misurarsi sulla storia è un’esperienza di coraggio. Bisogna avere il coraggio di vivere.

Irene Maria Cavalli© RIPRODUZIONE RISERVATA

all’isTiTuTo “maesTre Pie Venerini”

La scuola secondaria chiudeFANO – Da tre anni si stava fa-cendo di tutto pur di salvare la scuola, ma di fronte alla dila-gante crisi economica ha dovuto soccombere. L’Istituto “Maestre Pie Venerini” perde un segmento importante: la scuola secondaria di primo grado. Una scelta sof-ferta quella che la congregazione, che ha sede a Roma, ha dovuto prendere. Un passo, purtroppo, inevitabile. “Siamo amareggiati e rattristati – questo il commento della preside Lucia Ragnetti – e, con noi, anche i genitori e i ragaz-

zi che frequentano il nostro istitu-to. Per l’anno scolastico 2013-2014 non avremo più la classe prima e la seconda, ovvero l’attuale prima, sarà spostata in una scuola statale. Accompagneremo, comunque, i ragazzi della terza classe fino alla fine del loro percorso scolastico. Per quanto riguarda gli insegnan-

ti, il loro orario sarà decurtato dei due terzi che dovranno implemen-tare con cattedre in altre scuole. All’inizio – prosegue la preside – si era parlato di un incremento del-la retta scolastica, ma con la crisi economica che stiamo vivendo, ciò non è stato possibile. Credo che sia davvero una grande per-

dita per tutta la città”. La preside Ragnetti, a dimostrazione del fatto che nessuno vuole abbandonare l’istituto, ha annunciato l’apertura di un asilo nido 0-3 anni che an-drà ad implementare le classi della scuola primaria. Amareggiata anche la madre supe-riora suor Lucia Filippi. “Chiudere

la scuola media a Fano significa chiudere un pezzo di noi, della no-stra storia. Da tre anni cercavamo una soluzione a questo problema, ma la crisi economica non ci ha lasciato scelta: dallo Stato non ri-ceviamo nulla, dobbiamo basarci esclusivamente sulle rette. Sap-piamo che tanti sono rammaricati: addirittura molti genitori si sono riuniti in un comitato per starci vi-cino e aiutarci in questo momento non facile per la nostra scuola”.

EP© RIPRODUZIONE RISERVATA

circolo acli “G. Burrai e oraTorio la sTazione”

Al via il progetto “Spazio ai giovani”

FANO - Le Acli Pesaresi sono un’or-ganizzazione che conta 6.200 iscrit-ti ma con ben 1200 giovani dai 16 ai 30 anni pari al 20% sul totale dei soci. È per questo che il Ministero della Gioventù e le Acli Nazionali hanno scelto il Circolo e l’Orato-rio di Cuccurano come sede di un

progetto sperimentale da realiz-zarsi in cinque Province italiale tra cui Pesaro. Il progetto denominato “Spazio Giovani, ragazzi e adulti per costruire comunità” è un progetto articolato su più azioni che si con-cretizzerà con un percorso forma-tivo a livello nazionale attraverso

l’approfondimento di tematiche centrate sul protagonismo giovanile e a livello locale con laboratori fina-lizzati all’aggregazione giovanile.Dopo un’attenta lettura dei bisogni curata dal coordinatore del Proget-to Andrea Ordonselli nel quartiere di Cuccurano si è deciso, in accordo con i giovani e con il Presidente del Circolo Francesco Pedini, l’avvio di un laboratorio musicale gestito in collaborazione con la scuola di mu-sica dell’A.ge (associazioni genitori) per 12 giovani. L’Oratorio la Stazio-ne con la Presidente Carla Scardac-chi, vista la consolidata e parteci-pata esperienza fatta con i musical, ha individuato, per migliorare le competenze dei giovani stessi, un laboratorio teatrale con la colla-

borazione dell’esperta Maria Flora Giammarioli. ’iniziativa che ha avu-to il patrocinio dell’Assessorato alle Politiche Giovanili di Fano è di fatto un modo innovativo che mette in rete collaborazioni tra privato non profit e amministrazioni locali, for-temente centrato sulla sussidiarietà. Le Acli come ente di promozione sociale sia a livello nazionale che locale hanno da tempo messo al centro delle propria vita associativa quello che la Chiesa ha giustamente definito “sfida educativa”.Per info: Andrea 3402810691 - [email protected] - Tommaso 3272561260 - [email protected]

Maurizio Tomassini© RIPRODUZIONE RISERVATA

Dal 18 al 20 marzo presso il Santuario “San Giovanni Bosco”

ESERCIZI SPIRITUALI SERALIFANO – Dal 18 al 20 marzo, presso il santua-rio “San Giovanni Bosco”, sono in programma gli esercizi spirituali serali aperti a tutti in prepa-razione alla Pasqua sul tema “La fede nelle pro-ve della vita”. Info 0721.823.175 - [email protected] www.sanbiagiofano.it

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amicoil nuovo• •14 Fano Fossombrone Cagli Pergola10 marzo 2013

SPECIALE ASSEMBLEA PASTORALE DIOCESANA

FANO – “Entrare nella fede, per uscire nel mondo” è stato il tema della relazione di padre Gianni Giacomelli priore del Monastero di Fonte Avellana all’assemblea pastorale diocesana.

La nostra esperienza di fede è autentica quan-do è veramente Libera“Vorrei partire, nella mia riflessio-ne, dal testo evangelico dell’adul-tera che credo sia uno dei testi più conosciuti e sconosciuti al tempo stesso. Conosciuti perché sappia-mo tutti che è arrivato a noi ad-dirittura a livello proverbiale, fra l’altro in forma sbagliata. Non è la prima pietra, infatti, che viene gettata, ma è il primo a lanciarla. Sconosciuto per la sua implicazio-ne nuova, profonda e profetica. Il testo in questione apre proprio a una libertà a cui il popolo ebraico, nostro fratello, non era abituato in una forma che è abbastanza dura vista dal lato dei nostri fratelli. Quelle pietre che non vengono lanciate, che vengono lasciate sul terreno, sono proprio le pietre, pezzi di quelle due tavole su cui è stata scritta la legge, che di fronte ad una legge differente, a quella della libertà, della misericordia e del perdono si mostrano nella loro insufficienza. “Avete inteso che fu detto…ma io vi dico”. In quel gior-no accade qualcosa di importante: una ricentralizzazione dell’uomo e non della legge. Credo che uno dei primi elementi che dovremmo sempre tenere presente, a propo-sito del nostro cammino di fede, è il fatto che la nostra esperienza di fede è autentica, vivace, profonda e vera quando è libera, quando è

veramente un’adesione libera a una parola, a una persona, a una relazione. Allora davvero il nostro stare in contesto di fede diventa differente, cambia la nostra po-stura, il nostro sguardo, la nostra prospettiva e sicuramente sap-piamo leggere la realtà con occhi un po’ diversi, magari un po’ più pazienti e misericordiosi e, pro-prio per questo, anche più pieni di speranza. Uno degli elementi che più sono in crisi, forse anche nella Chiesa ma soprattutto nel mondo contemporaneo, è proprio questa visione di speranza. Più parliamo con le persone e più ci rendiamo conto che forse uno dei deficit di questo tempo è proprio quello della speranza. Assistiamo a uno sbandamento dentro e fuo-ri la comunità ecclesiale che non fa più vedere dove camminare, la direzione verso cui rivolgere lo sguardo e affrettare il passo. Tut-to diventa molto evanescente. Un grande sociologo ci parlava del-l’uomo liquido, ma forse queste parole sono già vecchie. Ho l’im-

pressione che questa società e l’uomo stesso siano evaporati in una incomprensibilità radicale”. benedetto Xvi: una beLLa Lezione di umiLtà“E’ molto interessante vedere come vi siano state reazioni così differenti proprio in merito agli ultimi eventi ecclesiali vaticani. Mi riferisco alle dimissioni di Be-nedetto XVI, un atto di coraggio e umiltà. Di contro c’è stato un esponente che ha affermato che non si scende dalla Croce. Bene-detto XVI, vescovo di Roma eme-rito, ha risposto che vivrà la Croce in un altro modo. Credo che, con queste parole, abbia dato una bel-la lezione di umiltà e di sguardo ampio. Questo atto ci ha detto “Il Papa è un uomo” e io mi son detto “Finalmente, la più bella enciclica che si potesse scrivere sul mini-stero petrino e sul ministero tout court”. Il ministero è nella respon-sabilità e nelle mani degli uomini e delle donne. Con noi il ministe-ro nasce e si sviluppa, ha tramon-to e rinascita”.

i paradossi deL mondo contemporaneo“Credo che il mondo contempo-raneo oggi viva due paradossi: è mondo che si presenta autonomo, indipendente e libero e malgrado ciò si trova ad essere impaurito. Gli uomini del nostro tempo sono forti, autonomi liberi arroganti ma impauriti. La paura non vede un orizzonte, una soluzione a nul-la. Credo che come cristiani dob-biamo stare molto vigili in questo senso. Di cosa ha paura la gente? Tante sono le paure: un primo ti-more è la perdita di identità, una seconda la perdita della sicurezza. Terzo elemento, una sorta di di-secclesializzaizone della fede. Ho l’impressione che siamo convinti di vivere la fede al di fuori di un contesto ecclesiale e comunitario. Credo che non comprenderemmo mai il messaggio evangelico se dis-sociassimo l’esperienza della fede dall’esperienza della Chiesa. Molti considerano la Chiesa una religio-ne, un luogo chiuso e imperativo e a volte è così. In che senso? La religione è il sistema sociale che prende l’esperienza di fede per-sonale. Al di fuori dell’esperienza di chiesa, comunità, vita insieme non possiamo vivere la fede”.L’acqua e La fede “La fede è un luogo, una casa, un centro vitale in cui entrare, un pozzo a cui attingere un acqua da bere. Dobbiamo entrare in questa esperienza per comprendere, fino in fondo, che cosa ci viene dato come discepoli di Cristo. Dove ci porta esperienza di fede? Vorrei, a questo proposito, parlare del-l’acqua e del suo rapporto con la fede. C’è qualcosa in questo sim-

bolo che spiega molto l’esperienza di fede. Vorrei ricordare il popo-lo che si ritrova a viaggiare in un orizzonte nuovo, che si trova di fronte a un mare che viene diviso. Il popolo camminava all’asciutto, passava il mare. E’ Dio che ope-rato. Successivamente viaggia nel deserto e si trova di fronte all’ac-qua del Giordano e si anche qui si tratta di una separazione delle acque. Il popolo ancora una volta cammina all’asciutto. C’è poi un cambio di stile con Gesù sul lago di Tiberiade. L’uomo cammina sopra le acque. Gesù invita Pie-tro a fare lo stesso, a camminare sopra le sue paure, il suo peccato, le sue angosce e capire che le può dominare personalmente. A un certo punto, Pietro non ci riesce più a farlo e piano piano comincia ad affondare: non aveva più speri-mentato fino in fondo la sua fede”. L’importanza deLLa co-municazione“Oggi viviamo questo parados-so: un mondo contemporaneo largamente comunicativo e co-municante interconnesso eppure un mondo solo. Un aumento di comunicazione non ha portato un aumento di relazione. Dentro un’esperienza di fede, la vera co-municazione è l’offerta di una vita, non solo di informazioni e parole. Senza una comunicazione sapien-te non ci sarà mai evangelizza-zione ovvero offerta di un dono a un mondo. Credo che oggi essere coscienti e attenti al mondo e al modo della comunicazione è for-se uno dei modi più urgenti oggi proprio per fare un atto teologico”.

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LA RIFLESSIONE DI PADRE GIACOMELLI PRIORE DI FONTE AVELLANA

Leggere la realtà con gli occhi della speranza

IL VESCOVO ALL’ASSEMBLEA PASTORALE DIOCESANA

Riscoprire la gioia della fedeFANO - Il vescovo Armando Tra-sarti, che ha aperto i lavori dell’as-semblea pastorale diocesana di mezza Quaresima, tenutasi dome-nica 3 marzo, ha definito questo tradizionale appuntamento come una sorta di “sosta”, considerando anche la fase liturgica in cui si in-serisce. Radunarsi insieme, quindi, non tanto per cercare soluzioni agli ordinari problemi della pa-storale, ma per coltivare l’accom-pagnamento di ognuno all’interno della Chiesa. Ed è stato proprio questo il tema trattato dal priore di Fonte Avellana, padre Gianni Giacomelli, dal titolo Entrare nel-la fede per uscire nel mondo.Monsignor Trasarti, nel suo inter-vento iniziale, ha analizzato più volte la genesi della fede, dicendo che essa nasce da un incontro e vive di un incontro: «La gioia di credere accenda la gioia di annun-ciare. La fede cresce quando è vis-suta come esperienza di un amore ricevuto e quando viene comuni-

cata come esperienza di grazia e di gioia». Il dono della fede non è infatti un’esperienza solitaria; se vissuto in profondità, esso crea la

necessità ardente di condividere la nostra gioia con altri.Il problema che oggi affligge gli stessi operatori pastorali, come

ha evidenziato il Vescovo, è quello della mancanza di evangelizza-zione ad intra: «Siamo costretti a promuovere una pastorale di auto-

evangelizzazione». Da questa ini-ziale constatazione, monsignor Trasarti ha rilevato la contestuale necessità di un urgente rifaci-mento del tessuto cristiano della società umana, con la condizione preminente di rifare il tessuto cri-stiano delle stesse comunità eccle-siali che, come le nostre, vivono in antichi ambiti di tradizione cri-stiana. «È necessario un più con-vinto impegno ecclesiale a favore di una nuova evangelizzazione – ha concluso il vescovo Trasarti citando la lettera apostolica Porta fidei – per riscoprire la gioia nel credere e ritrovare l’entusiasmo nel comunicare la fede».Una riflessione ben accolta dai presenti, come dallo stesso padre Giacomelli, che ha a sua volta ri-badito l’importanza della centrali-tà della fede come elemento costi-tutivo di un mondo.

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Page 15: «Il Nuovo Amico» n. 10 del 10 marzo 2013

10 marzo 2013 15Fano Fossombrone Cagli Pergolaamicoil nuovo• •

◆ “FRAMMENTI DALLA BOSNIA”SAN MICHELE AL FIUME – Venerdì 8 marzo, alle ore 21.15 presso la biblioteca comunale di San Michele al Fiume, è in programma “Frammenti dalla Bosnia”, fotografie di Matthias Canapini. Interver-ranno lo stesso Matthias Canapini, fotoreporter, Giacomo Scattolini che ha fotografato la guerra in Croazia, Bosnia, Serbia, Kosovo, Kur-distan e ha collaborato a progetti di solidarietà nella ex Jugoslavia e Marco Labbate che si occupa della Sala della Pace di Fano.

◆ DA DIECI ANNI, IL CAGLIESECAGLI - Da dieci anni, Il Cagliese. Domenica 10 si svolgerà il consue-to appuntamento con il premio nato proprio 10 anni fa da un’idea dei Giochi Storici e cresciuto con il contributo delle altre associa-zioni locali, di parrocchie e Comune, per dare il giusto riconosci-mento al lavoro di tutte quelle persone che si sono adoperate per anni, spesso in silenzio, per raccontare, far crescere la propria città e le sue tradizioni. Cagliesi, semplicemente, ma profondamente. Il giusto tributo a un cagliese (e alla memoria di uno che non c’è più) sarà ospitato dal teatro comunale, domenica 10 marzo, alle 17.30.

◆ CERCASI FIGURANTI PER LA PASSIOSERRAVALLE – La proloco di Serravalle di Carda ha deciso di lanciare un appello a tutta la cittadinanza per cercare nuovi figuranti per la nuova edizione de La Passio, la rievocazione storica religiosa che, nella notte del Venerdì Santo, porta in scena la passione e morte di Cristo.

NOTIZIE IN BREVE

CONCORSO BANDITO DALL’AGENZIA GIOVANI DEL COMUNE DI FANO

Progetta il tuo lavoroFANO – Giovedì 28 febbraio è stato presentato il concorso “Pro-getta il tuo Lavoro”, bandito dal-l’Agenzia Giovani del Comune di Fano, in collaborazione con nu-merosi partner.Erano presenti l’Assessore alle Po-litiche Giovanili Luca Serfilippi, Roberto Busca funzionario del-le Politiche Giovanili, Massimo Seri Assessore alle Politiche per il Lavoro e Ario Ramovecchi della Provincia di Pesaro e Urbino, So-nia Battistini coordinatrice Ambi-to 6, Giacomo Falcioni e Massimo De sanctis in rapprsentanza della Banca di Credito Cooperativo di Fano e le operatrici dell’Agenzia Giovani Sara Nucci e Linda Bar-gnesi. “Già dallo scorso anno – ha sottolineato l’assessore Serfilippi – l’Agenzia Giovani offre un aiuto al Centro per l’Impiego di Fano attraverso un protocollo d’intesa rivolto ai giovani under35 della nostra città che prevede la stesura, a titolo gratuito, di curriculum eu-ropei presso la nostra sede. Oggi

presentiamo il concorso “Pro-getta il tuo lavoro” che stimola la creazione di nuove idee impren-ditoriali, trasformando la carenza di lavoro in nuove possibilità di espressione. Credo fermamente che sia un’importante opportuni-tà per i giovani che hanno perso il lavoro o sono in cerca di un pri-mo impiego”. Sonia Battistini ha sottolineato l’importanza di que-sta iniziativa e la volontà, come Ambito, di diffonderla nei comuni limitrofi, realtà più piccole che si-curamente sentono più pesante la situazione di crisi lavorativa che stiamo vivendo.L’Assessore provinciale al Lavo-ro Massimo Seri ha illustrato il ruolo svolto dal Centro per l’Im-piego, mettendone in evidenza la dinamicità in quanto è suo com-pito anche quello di promuovere e stimolare soprattutto i giovani. “Nella ricerca di opportunità lavo-rative diverse da quelle canoniche del lavoro dipendente, anche la Provincia incentiva la creativi-

tà ed il progetto del Comune di Fano corre sugli stessi binari. Due i punti fondamentali: sicuramen-te è importante, per un giovane che si mette in gioco, il supporto degli Enti che gli permetterà di raggiungere con meno difficoltà risultati positivi. Altro punto car-dine per la realizzazione di questa, come di tante altre iniziative, è la collaborazione fattiva di tutte le istituzioni”. Il Direttore generale della BCC di Fano Giacomo Falcioni ha espres-so subito il suo giudizio positivo nei confronti del progetto, affer-mando di crederci senza riserve, e sottolineando che il futuro va gestito e creato insieme. “Il Con-corso – hanno spiegato Linda Bargnesi e Sara Nucci - si rivolge ai giovani residenti nel Comune di Fano di età compresa tra i 18 e i 35 anni.Per partecipare è necessario sca-ricare il modulo di partecipazione sul sito www.agenziagiovani.co-mune.fano.ps.it dove si possono

trovare le linee guida per descri-vere la propria idea imprendito-riale. Può essere presentato entro il 15 Maggio 2013 un solo proget-to ideato da un singolo o da un gruppo di più giovani.I primi tre progetti più creativi, innovativi e realizzati verranno premiati rispettivamente con 500, 300 e 200 euro.Inoltre i giovani vincitori che de-cideranno di realizzare concre-tamente la loro idea imprendito-

riale potranno usufruire di una pacchetto pubblicitario gratuito per promuovere la propria attivi-tà e tutte le Agevolazioni previste dal progetto Buona Impresa della BCC.I primi 5 classificati parteciperan-no di diritti al corso di formazione sull’ auto-imprenditorialità pro-mosso dalla Provincia di Pesaro e Urbino, nell’ambito del progetto Youth Adrinet.

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DIPENDENZA ENERGETICA IN ITALIA: COME RISOLVERE IL PROBLEMA

Quale energia per quale società

FANO - Mercoledì 27 febbraio, nella sede Argonauta in Via Pan-dolfo III Malatesta, si è tenuta la conferenza a cura del fisico Lucia-no Benini con tema la nostra Ita-lia, lo stile di vita di noi cittadini italiani in relazione al consumo di energia. Dopo una breve presen-tazione dell’associazione Lupus in fabula, è cominciata la serata divisa in due parti: una dedicata alla riflessione sugli errori passati e sul presente, l’altra rivolta agli scenari futuri. Benini ha comin-ciato l’intervento con la volontà di mettere in luce il vero proble-ma che oggi l’Italia ha: la nazione

è in buona parte energeticamente dipendente da paesi esteri e ciò ha comportato il rafforzamento di un sistema militare che sorprenden-temente in periodo di crisi è stato ulteriormente allargato nell’anno 2013. Altro problema fondamen-tale è che non è presente un piano energetico nazionale che potrebbe farci uscire dalla così detta “era dei combustibili fossili”. Potremmo ri-manere senza fonti combustibili da un momento all’altro, infatti da queste siamo dipendenti. Allora come intervenire e prevenire? Il fisico Benini più volte durante il corso della serata ha ribadito il

concetto che sono tre i principi base: quello del risparmio, dell’ef-ficienza e delle rinnovabili. Alla base di tutto però c’è la mentali-tà di uno stile di vita mirato alla riduzione di consumi, una parte-cipazione democratica alle fonti energetiche che dovrebbero essere flessibili e prodotte da tanti (cosa che in questo momento non si sta facendo, si pensi al petrolio). Ma l’Italia è un piccolo tassello di una Grande Europa che nel 1998 adot-tò la così detta strategia “Europa 2020” con l’obiettivo di aumenta-re entro il 2020 la produzione e il consumo di fonti rinnovabili e l’efficienza energetica del 20%. Ma oggi l’Italia a che punto è? Stando a dati scientifici, ad oggi in Italia sul totale dei consumi energetici solo il 3,6% è costituito da fonti di energia rinnovabile. Benini ha poi concluso la conferenza con una provocazione: se fino al 1700 l’uo-mo ha vissuto di energia rinnova-bile, quale braccia da lavoro, legna etc., poi in tre secoli ha utilizzato la maggior parte delle risorse che l’ambiente ci ha messo a disposi-zione, non sia mai che in futuro ritorni a rispettare la natura e il nostro pianeta! Le molte doman-de e interventi che sono state fatte durante la serata e la numerosa partecipazione hanno confermato l’interesse di conoscenza e cam-biamento.

Letizia Pagnetti©RIPRoDUzIoNE RISERVAtA

DALLE ORE 0:00 DI GIOVEDì 28 MARZO ALLE ORE 24:00 DI VENERDì 29 MARZO

48 ore per l’altroL’Azione Cattolica della dio-

cesi di Fano Fossombro-ne Cagli Pergola propone

anche quest’anno un’iniziativa di digiuno-silenzio, come invito alla sobrietà e come “occasione” di premura verso l’altro, rivolta a tutti i giovani, educatori, ragazzi acr e a tutte le nostre comunità. Dalle ore 0:00 di giovedì 28 marzo alle ore 24:00 di venerdì 29 marzo 2013, 48 ore di digiuno comple-to da telefono cellulare, internet, mail, facebook, twitter.Il settore giovani e acr propongo-no il digiuno completo da queste tecnologie, non come boicottag-gio, ma come occasione per spe-rimentare che esse sono al nostro servizio (e non noi al loro). Le

persone che ci vivono accanto sono più importanti: vogliamo quindi approfittare di questo tem-po “telematico”, che solitamente dedichiamo alle nostre relazioni “virtuali”, come occasione per de-dicarci agli altri e vivere così la preparazione alla Pasqua. Perché? Per scoprire che la sobrietà non è solo sacrificio, ma liberazione dalle troppe cose che, in parte, ci semplificano la vita, ma, in gran parte, ce l’assorbono alienandoci un po’.Per riscoprire il piacere di relazio-ni vere e non solo virtuali.* visitare una persona ammalata;* scrivere una lettera ad un amico che non vediamo da tempo;* vivere un momento di preghiera;

* visita al cimitero;* dedicare del tempo a un amico in difficoltà;* mettersi al pari con lo studio (al-meno una materia);* andare a fare la spesa con mam-ma;* lavare l’automobile a babbo;

Viene proposto ad ogni parteci-pante di avvisare del proprio di-giuno i giorni precedenti amici e famiglia. Al termine, una verifica di gruppo sull’esperienza (il saba-to santo potrebbe essere un mo-mento opportuno oppure succes-sivamente).

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Fano Fossombrone Cagli Pergola10 marzo 201316 amicoil nuovo• •

“Cagliprimaateatro” in Cartellone anChe gli under 35

Un sogno realizzatoCAGLI - I ragazzi in scena hanno dimostrato che è possibile avere un sogno e realizzarlo. Gli adulti, quelli di Comune di Cagli e Isti-tuzione Teatro, hanno dimostrato che il teatro comunale è davvero quella fabbrica presentata tempo fa, in grado di creare (e non solo ospitare, come fatto con grandi nomi come Cristicchi, Einaudi e i Negrita) spettacoli, indotto e pro-spettive. Ottimizzando i costi di più produzioni insieme.Sabato, a Cagli, sono andati in sce-na “Molly” e “Sono ancora vivo”: non solo spettacoli, ma produzio-ni under 35, inserite nel ricco car-tellone di “Cagliprimaateatro”.Con due cagliesi tra gli attori di Sono ancora vivo (Giacomo Tar-si e Lavinia Mochi, 29 e 23 anni), che proprio a Cagli hanno voluto presentare il debutto della com-

pagnia Teatro Ardito. Con un te-sto che ardito lo è davvero.“Io sono ancora vivo” è il grido di un uomo ormai morto, ma che storia e letteratura faranno so-pravvivere in eterno. Caligola era l’imperatore perfetto, immortale quanto immorale nel seguire la logica per cui denaro e vita hanno lo stesso valore. In quella logica, normalità e follia diventano facce della stessa medaglia e potere e amore, il sommo bene che porta al male assoluto. Il potere, per i giovani attori che hanno dato voce all’opera di Camus (grazie alla collaborazione di Damiano Gia-comelli per la riduzione teatrale e di Stefania De Santis alla regia) Giacomo Tarsi, Lavinia Mochi, Marco Cacciapuoti e Tommaso Arnaldi è il tema sul quale riflette-re. Specie ora, in questo momento

politico. Lavinia e Giacomo, dopo anni, sono tornati su quel palco che sostenne i loro primi passi. “Non poteva che essere da qui”, ne sono certi. “Il teatro regala emo-zioni - spiega Giacomo -. E non c’è niente di più bello che regala-re emozioni a un pubblico che già conosci, fatto di familiari, amici di infanzia, gente che ti ha visto cre-scere e alla quale hai voglia di mo-strare cosa hai imparato, cosa sei diventato in quel periodo forzato lontano da Cagli”.Amore e potere, in modo diffe-rente, sono tra i temi di Molly, lo studio interpretato dalla 19enne fanese Giulia Bocciero. Compli-cata l’interpretazione dell’ultimo capitolo dell’Ulisse di Joyce: un flusso di coscienza che attraversa una vita passionale e irrequieta.Le produzioni under 35, insom-

ma, hanno fatto centro. Perché hanno riempito il Ridotto e la platea e due ordini di palchetti del teatro comunale, ma, soprattutto, perché hanno lasciato senza fia-to i presenti (molti giovani), per i quali ha parlato un applauso che sembrava interminabile e che è

continuato anche fuori dal teatro.Gli appuntamenti con la stagio-ne teatrale continuano: sabato 23, sul palco del teatro comunale ci saranno Lina Wertmuller e la sua carrellata di personaggi fin de sie-cle.

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all’eremo di monte giove

Quattro weekend dedicati alla regola di San Benedetto

MONTE GIOVE – “Dal Silenzio all’ascolto” è il tema del primo dei quattro week end di formazione

a partire dalla regola di San Be-nedetto. Quattro momenti per riflettere, condividere, dialogare

e per approfondire la conoscenza della Regola di San Benedetto e la sua sapienza che da circa 1500 anni scandisce la vita dei mona-steri, ma che si propone come via per vivere in pienezza la chiamata di ciascuno a “desiderare la vita e vivere giorni felici”.

PROGRAMMAVENERDì 8 – DOMENICA 10 MARzO 2013Dal Silenzio all’AscoltoLa giornata è rivolta a tutte le persone che vogliono migliorare la conoscenza e la gestione del-le proprie emozioni e dei propri pensieri, avendo come fine la ca-pacità di costruire azioni più inci-sive sia nel rapporto con se stessi che nel rapporto con altri.

VENERDì 7 – DOMENICA 9 GIUGNO 2013Alla ricerca del tempo opportu-

noLa capacità di gestire al meglio il proprio tempo è forse una del-le urgenze della nostra società; e nello stesso tempo si sente la ne-cessità di poter vivere il presente in modo pieno e consapevole.L’incontro si propone quindi di portare a conoscenza alcuni stru-menti per vivere il tempo presen-te come occasione propizia per “gustare” la vita in tutta la sua pie-nezza e profondità.

VENERDì 12- DOMENICA 14 LUGLIO 2013Il cammino interioreLa giornata ha come obiettivo di aiutare le persone a prendere con-sapevolezza della propria identità, di “auto-centrarsi” per poter met-tere a frutto le proprie qualità e gestire i propri limiti. È necessario quindi acquisire alcuni strumenti per permettere a ciascuno di non

tralasciare nulla, ma di convoglia-re tutto verso un’armonizzazione integrale.

VENERDì 13 – DOMENICA 15 SETTEMBRE 2013Darsi una regolaQuando San Benedetto scrive la sua Regola la comunità di Mon-tecassino è agli inizi, così come agli inizi è questo modello nuovo di vivere assieme che il santo di Norcia ha intenzione di costruire. Lo spiega, lo tratteggia, lo motiva ma, certo del fatto che ogni uomo ha bisogno di costruire il proprio cambiamento nella quotidianità, lo supporta con una Regola.

Gli incontri saranno tenuti da Pa-dre Natale, Priore dell’Eremo.Info: Padre Marino Tel: 0721.864090

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Nuovo Consiglioper il C.B. Club “Mattei”

Fano - domenica 3 marzo, presso la sede del C.B. Club e. Mattei vo-lontariato di protezione Civile, si sono tenute le elezioni per il rinno-vo del Consiglio direttivo dell’associazione. all’assemblea hanno par-tecipato 80 soci su un totale di 83 iscritti aventi diritto al voto 79.il nuovo consiglio è cosi composto:presidente saverio olivivice presidente vincenzo Mentuccisegretario Catia primaveratesoriere Gabriele BresciniConsiglieri adriano Ferri, alessandro sartor e danie-le razzano

probiviri:Loris rosatiLuciano Battestiniaurelio Gennari

revisori:donato zuccariniBeatrice anselmiCaterina negusanti

a ColloQuio Con l’autore rodolFo ColariZi

Da Milano con amoreFANO – Sabato 2 marzo, al Cir-colo Città di Fano, è stato presen-tato il nuovo libro dello scrittore e giornalista Rodolfo Colarizi dal titolo “Da Milano con amore Racconti” (Tecnoprint Editrice). Abbiamo chiesto all’autore di rac-contarci questo suo nuovo lavoro.“Da dove nasce questo libro?Arriva sempre un momento di riflessio-ne che ci spinge a raccontare e a valutare quegli eventi che hanno rappresentato le pietre miliari del proprio percorso esistenziale, di fare un bilancio sulle vicende e sulle persone che, nel bene e nel male, hanno attraversato il no-stro cammino. Su questa pulsio-ne – ha proseguito Colarizi - si è innescato il piacere di descrivere il mio vissuto. Ho deciso di am-bientare i racconti a Milano negli anni Settanta e Ottanta, una lun-ga stagione nella quale la città si è risvegliata dopo gli anni bui fune-stati dal terrorismo. Lo si evinceva dagli atteggiamenti e dai compor-tamenti della gente, in strada, in metropolitana, allo stadio, nei bar. Nasceva così quella che è stata de-finita la “Milano da bere”, il desi-derio di tornare a vivere, a sogna-re, a progettare e più ampiamente a socializzare. Milano viveva il suo momento magico: la borsa aveva ripreso a tirare, Piazza Duomo e la Galleria Vittorio Emanuele era-no ritornate il salotto della città, il craxismo imperava, nel quadrila-

tero della moda erano ricomparsi gli acquirenti stranieri, la Linea 3 della metropolitana avanzava. Ed io come me la sono cavata? Non potevo sfiorare questa ventata di aria nuova e di efficienza, pena l’emarginazione. Dovevo viverla a pieno! Allora ho ritenuto corretto ripercorrere sul terreno scosceso della memoria gli avvenimenti più significativi, ma soprattutto trac-ciare il profilo dei personaggi che la buona sorte mi ha fatto incon-

trare: dal grande mae-stro di giornalismo In-dro Montanelli, al quale debbo l’amore per la carta stampata, all’indi-menticabile romanziere Piero Chiara, del quale ero diventato buon co-noscente, dal fraterno amico professor Ro-berto Klinger, medico dell’Inter a Nestore Morosini, il più noto e versatile giornalista della formula 1 al quale debbo la mia lunga col-laborazione al Corriere della Sera. E’ doveroso segnalare che non c’è soltanto un affettuoso affresco di Milano, ma anche parecchia mar-chigianità: dalla visita del Papa Giovanni Pao-lo II a Fano all’incontro con Pippi Diotallevi a

Lugano, dai colloqui con gli emi-granti alla stazione di zurigo fino all’affresco della deliziosa Carto-ceto. In consuntivo – ha conclu-so Colarizi - è pur vero che i miei atri battono per Milano, ma i miei ventricoli pulsano per Fano che occupa nel mio cuore un palco di proscenio. Mi fa piacere, pertan-to, devolvere i diritti d’autore alla benemerita associazione fanese A.D.AM.O”.

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Dall’11 marzoparte il controllo

con le telecameredell’accesso

pagina

centro storicoRedazione di Urbino:Via Beato Mainardo, 4 - 61029 UrbinoTel. e Fax 0722/[email protected]: Mattino 9.00-12.00Pomeriggio 15.00-17.00Urbino

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ritiro A cAsteLcAVALLino Per i cresiMAnDi Di UrBino

noi come gli apostoli: insieme è più bello

URBINO. Domenica scorsa 3 mar-zo per 65 ragazzi di seconda media provenienti dalle parrocchie del Duomo, Annunziata, Mazzafer-ro, San Bernardino, Ca’ Staccolo, Gadana e Cavallino – i cresimandi dell’Unità Pastorale di Urbino qua-si al gran completo – è stata una giornata memorabile, resa ancora più bella da un tiepido sole qua-si primaverile. Dalle 9.30 alle 17 i nostri ragazzi si sono “goduti” una giornata di ritiro nella stupenda ed accogliente struttura di Castelca-vallino alla scuola degli Apostoli e della prima comunità cristiana di

Gerusalemme (At 2,42-48). In un sapiente armonizzarsi di gioco, preghiera e lavoro a grup-pi (senza dimenticare il pranzo, al sacco ma con un buon piatto di pasta amorevolmente preparato da Gino e amici), con le catechiste che ringraziamo per la presenza e la passione educativa, questi cresi-mandi sono stati aiutati a prendere coscienza dell’importanza e della bellezza dell’essere Chiesa, pro-prio come al tempo degli apostoli, avendo come stile lo stare assieme, il condividere la stessa eucaristia, l’impegno di aiutare caritatevol-

mente i bisognosi, ben consapevoli che non siamo soli a vivere la fede. E su tutti, come dono sovrabbon-dante della Grazia, lo Spirito Santo. Se lo vogliamo, oggi come allora si può… Alle 15 si sono poi uniti i ge-nitori che hanno avuto con l’Arcive-scovo un incontro formativo. Infine alle 16.15 l’appuntamento culmi-nante di tutta la giornata: la cele-brazione dell’Eucaristia, nell’antica ed austera Pieve di San Cassiano, traboccante di genitori e di ragaz-zi, veramente protagonisti nei canti, nelle profonde preghiere dei fedeli, nella partecipazione sentita e gioio-

sa. Una cosa ha positivamente stu-pito noi educatori, il coraggio ed il desiderio dei ragazzi di mostrare e spiegare all’Arcivescovo – all’inizio della messa, davanti a tutti ed alla presenza dei genitori – il lavoro dei loro gruppi, sintetizzato in sei sim-patici cartelloni. Ha presieduto la celebrazione, concelebrata da mons. Sandro de Angeli e da don Andreas Fassa, mons. Giovanni Tani che, nell’omelia, ha esortato i ragazzi ad essere come quel contadino che non si stanca di essere di aiuto e di sostegno a chi fa fatica a vivere la “vita buona del Vangelo”, persisten-

do nel dissodare il terreno attorno ad un fico che non dà frutto.Ora, terminata un’indimenticabi-le giornata, ce ne torniamo a casa, nelle nostre parrocchie, stanchi – forse – ma contenti di aver vissuto una vera esperienza di comunione. E non finisce qui. Infatti, altri due “appuntamenti insieme” ci aspetta-no in vista della cresima (il 23 giu-gno nella Basilica Cattedrale di Ur-bino): l’uscita ad Assisi, il prossimo 25 aprile, ed il ritiro – dal 19 al 22 giugno – a Mazzaferro.

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Veglia di preghieraurBino. La comunità delle monache agostiniane di urbino (via saffi, 33), nell’ambito del progetto “un monastero nella città”, organizza per mercoledì 13 marzo, nella chiesa di santa Caterina (ore 21.15), una veglia di preghiera quaresimale dal titolo Io come Tommaso. e’ un momento importante di pre-ghiera e di comunione per tutta la città.

URBINO. Tutta la diocesi si è riu-nita in preghiera attorno al suo Pastore, per ringraziare il papa emerito Benedetto XVI di questi otto anni trascorsi intensamen-te sul soglio di San Pietro come “semplice e umile lavoratore nel-la vigna del Signore” e perché il Signore doni alla sua Chiesa un nuovo Pontefice a Lui accetto per santità di vita e interamente con-sacrato al servizio del suo popolo. I fedeli hanno risposto in modo significativo, consci del particola-re momento storico ma anche con l’auspicio di crescere sempre più nella consapevolezza di essere co-munità missionaria, secondo il ge-nuino insegnamento del Concilio vaticano II. In questa terza tappa quaresimale ci viene sottolineato come l’incontro con Dio si tradu-ca in un mettersi in gioco affinché il mondo trovi la realizzazione voluta da Dio, ma alla quale Egli chiama tutti a contribuire. Sof-fermandosi sulla pagina evange-lica, l’Arcivescovo ha sottolineato che “il padrone che ha piantato l’albero di fichi nella vigna rappre-senta Dio, e quell’albero la Chiesa, il mondo, la società, ma anche

ciascuno di noi. Il vignaiolo rap-presenta ogni persona che si im-pegna a coltivare questo albero af-finché porti frutto. Il frutto è ogni bene, ogni cosa positiva che può scaturire dalla Chiesa e dal mon-do. Il mondo è pieno di difficoltà, di sofferenze e di ingiustizie. Co-nosciamo più da vicino quello che accade in Italia e ne siamo preoc-cupati. Pensiamo che quando Dio viene a raccogliere i frutti, deside-ri trovare amore, gioia, pace, bon-tà, fedeltà, mitezza, dominio di sé. Certamente trova questi frutti, ma anche tanta ingiustizia, tanta dis-solutezza, tanta discordia. Anche se siamo tentati dallo scoraggia-mento, non dobbiamo essere pes-simisti; soprattutto non possiamo pensare che la salvezza operata da Gesù sia vanificata”. Mons. Tani ha

quindi invitato tutti a uscire dalle proprie sicurezze per mettersi in gioco in una fede ritrovata e in un impegno a favore degli altri. Ovvero ad essere come quell’al-bero che finalmente deve portare frutto, ma anche come il vignaiolo che chiede pazienza al padrone e si impegna a coltivare, zappare e concimare l’albero. “Chiediamo a Dio di pazientare ancora per un anno, cioè per la durata della no-stra vita e per la durata della vita del mondo. Poi verrà un giorno in cui, per l’ultima volta, biso-gnerà vedere se sul nostro albero ci sono frutti buoni: l’albero che non produrrà frutti verrà tagliato”. L’Arcivescovo ha quindi ricordato la missione svolta da papa Bene-detto in questi otto anni, sottoli-neando come sia stato da subito

umile e semplice operaio nella vi-gna del Signore e come abbia ret-to con mano ferma il timone della Chiesa, indicando a tutti credenti e non credenti, la verità. E inol-tre come ha portato la Chiesa in un confronto vero e mite con le problematiche di questo tempo. È seguito poi un invito a pregare, affinché il Signore doni alla Chie-sa un altro lavoratore della vigna, paziente e fiducioso, il cui impe-gno sia volto a far maturare i frut-ti della fede, della testimonianza e della carità. Stupisce veramente vedere come i fedeli si siano stretti attorno a questo grande teologo,

apprezzandone la semplicità, il rigore, l’umanità e la sensibilità, doti, queste ultime due, emerse chiaramente con il coraggioso gesto delle dimissioni. Ora, però, è arrivato il momento di voltare pagine. I prossimi giorni saranno da dedicare alla riflessione, alla preghiera e alla speranza: tutta la diocesi è chiamata a invocare lo Spirito Santo affinché anche il fu-turo Papa si impegni “a zappare e concimare” affinché questo albero porti frutto. Un uomo mite, pa-ziente e pieno di speranza.

Giuseppe Magnanelli©riproduzione riservata

Preghiera per l’elezione del Papa:O Dio, pastore eterno, / che governi il tuo popolo con sollecitudine di padre, / dona alla tua Chiesa / un pontefice a te accetto per santità di vita, / interamente consacrato al servizio del tuo popolo. / Allieta la tua Chiesa / con il dono di un papa secondo il tuo cuore / che illumini il tuo popolo con la verità del Vangelo / e lo edifichi con la testimonianza della vita. Amen

FeDeLi DA tUttA L’ArciDiocesi in DUoMo

Messa “pro eligendo pontifice”

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10 marzo 201318 Urbino Urbania Sant’angelo in Vado amicoil nuovo• •

URBINO. In questa terza tappa quaresimale siamo richiamati a non sprecare il tempo che ci separa dalla Pasqua, perché è prezioso per la nostra conversione. Non biso-gna abusare della pazienza di Dio, se non si vuole correre il rischio di perdersi definitivamente. Per que-sto occorre che tutti si convertano. Il nostro Dio non vuole punirci, anzi concede tutto il tempo neces-sario, ci dà sempre un’opportunità di ravvedimento e conversione. Convertirsi significa cambiare rot-ta, cambiare riferimenti, orientare diversamente speranze e sicurezze per la vita. Credete al vangelo, ov-vero ascoltate la novità, la bella no-tizia! Ma quale bella notizia si può mai attendere ancora in un mondo

che sembra sazio, cioè autosuffi-ciente e orgoglioso della propria autonoma secolarità; oppure ras-segnato a non aspettarsi più nien-te di positivo, a non credere più a nessuno, a non alzare più di tanto il tiro delle proprie aspettative? La Parola di Dio stimola un sussulto di coraggio e di speranza per pren-dere coscienza dei propri limiti e convincersi che è possibile ancora qualcosa di diverso. Qual è la bel-la notizia, qual è il fatto nuovo che risolleva il mondo? Il Regno di Dio è vicino, è qui. La storia volta pagi-na, Dio entra nella vicenda umana e vi instaura una sua signoria. L’ul-tima parola non è più la morte ma la vita, non è più l’ingiustizia ma il giudizio, non più la menzogna

ma la verità. Il bene e il male non sono più misurati dalla prepotenza o dall’interesse soggettivo, ma dal riferimento ormai oggettivo a Dio fondamento e giudice delle scelte degli uomini. Una risorsa gratui-ta di perdono e di vita è offerta all’uomo che si aggrappa dentro i naufragi di questo mondo all’ar-ca di salvezza che viene dal legno della croce di Cristo. Se convertir-si richiede serietà e responsabilità, non di meno richiede sollecitudine, anzi immediatezza e decisione. “Il Signore”, ha detto padre Luca Ga-brielli, “dà sempre la possibilità di convertirci; ci aspetta, ci custodi-sce, ci corteggia, ci dà tempo fino alla fine. Dio è amore, pazienza e misericordia; aspetta sempre che

l’albero porti frutto”. Il parroco ha quindi invitato i ragazzi a prega-re per la loro conversione e per la Chiesa, che siamo tutti noi, affin-

ché si conformi al volere del Signo-re e porti frutto per la nostra vita.

Giuseppe Magnanelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pastorale universitaria

“La conversione”

Urbania e dintorni di raimondo rossiQUasi Un diario

■ Pensare il cristianesimo al tempo della ReteVenerdì 8 marzo alle ore 17,15 presso la Sala degli incisori ur-binati del palazzo del Collegio Raffaello in Urbino si terrà, orga-nizzata dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Italo Mancini”, la prolusione al Biennio di Alta Specializzazione in Scienze Re-ligiose tenuta dal Prof. Antonio Spadaro Direttore de “La Civiltà Cattolica” che tratterà l’argomen-to in oggetto.

■ Incontro con i giovani a San-t’Angelo in VadoL’Arcivescovo venerdì 8 marzo alle ore 20,45 guiderà un incontro di preghiera per giovani presso la parrocchia San Michele Arcangelo di Sant’Angelo in Vado.

■ Santa Messa per anniversa-rio morte di don Luigi GiussaniSabato 9 marzo alle ore 16,30 si terrà presso il Santuario del Pe-lingo una Santa Messa presiedu-ta da S.E. Mons. Giovanni Tani in suffragio di don Luigi Giussani in occasione della ricorrenza dell’an-niversario della sua morte.

■ Santa Messa in CattedraleDomenica 10 marzo l’arcivescovo mons. Giovanni Tani celebrerà la Santa Messa in Cattedrale alle ore 18,30.

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La storia deL monastero dai monteFeLtro

San Bernardino torna a splendere

URBINO – Dopo il restauro che prenderà il via a breve, la chiesa di San Bernardino ritornerà con l’an-nesso cenobio agli antichi splen-dori. Splendori non sfarzosi, né ricchi di decorazioni o abbellimen-ti superflui. Splendori di un primo rinascimento molto lineare, cano-nico e strettamente legato all’an-tico. L’architettura del complesso è, seppur non banale e per l’epoca innovativa, tuttavia sorprendente-mente semplice e nitida. Dunque nel corso dei secoli, quando attri-buire un edificio a un architetto iniziava a diventare importante in una sorta di “gara” tra le città d’arte italiane a quale contasse più capolavori, a Urbino iniziarono a spuntare dei nomi. Il più caldeg-giato e che riscosse consensi fino a qualche decennio fa fu quello di Donato Bramante. Chi meglio di

un Urbinate che si era fatto ono-re a Roma poteva essere additato come costruttore di quel mauso-leo? (Va detto che Bramante era nato a Monte Asdrubaldo, “frazio-ne” di un paio di case nella cam-pagna urbinate, e che nonostante Fermignano ora ne rivendichi i natali in quanto, divenuto comu-ne nell’ottocento, lo stesso archi-tetto si definiva Urbinate). Così la tradizione ce lo tramanda come “Il bramantesco mausoleo ducale”. Ma in proposito non vi sono do-cumenti. Da qui le successive ipo-tesi, anch’esse non documentate, che lo assegnerebbero a Francesco di Giorgio Martini, vista l’intensa attività in zona e il confronto con la frontale Santa Chiara. Stando ai dati, in ogni caso, la chiesa viene costruita per volontà di Federico da Montefeltro dopo la sua morte,

dal 1482 al 1491 circa, come luogo per la sepoltura della casata. Nel 1620 vengono eretti i due monu-menti barocchi bianchi e neri che ricordano le importanti sepol-ture; nel 1741 viene danneggiata dal terremoto, rendendo tronco il campanile a causa del crollo della cuspide. Nel 1810 le truppe napoleoniche, dando seguito alla soppressione degli ordini religiosi, confiscano e portano a Milano la celebre pala di S. Bernardino con il Duca Federico, sostituita da una tela ottocentesca con la Madonna col Bambino. Il convento invece lo si fa risalire al 1475-1480, af-fiancandosi alla preesistente chie-sa di S. Donato del XII secolo. Il chiostro, fulcro della fabbrica, è a pilastri architravati e sormontati da una cornice simile a quelle che si ritrovano nella chiesa. Nel 1965 nello stesso chio-stro, nei corridoi e nel retrostan-te giardino del convento furo-no girate alcune scene del film La Mandragola, di Alberto Lattuada con Totò, Philip-pe Leroy e Nilla Pizzi. Poco dopo alcuni restauri anziché portare

la stabilità all’antica fabbrica re-carono dei danni che oggi vanno analizzati e rivisti uno ad uno: nel 1973 vari travi e colate di cemento sono inserite tra le antiche mura-ture in cotto urbinate credendo-le risolutrici, mentre si rivelano dannosissima fonte di umidità che minaccia di sgretolarlo dalle fondamenta. Nel gennaio del 2011 invece crolla parte del tetto e del-la volta del dormitorio. L’auspicio è dunque che il futuro intervento vada a riportare all’antico splen-dore quel gioiello che illumina i panorami urbinati da più di mez-zo millennio, non solo col minimo indispensabile per tenerlo in piedi, ma rispolverando le originali sfu-mature e i primitivi intenti del-l’ancora ignoto, ma sicuramente geniale architetto che lo pensò.

Giovanni Volponi© RIPRODUZIONE RISERVATA

URbIno In bReVe

1. Scritto di getto. ”Di ventotto ce n’è uno tutti gli altri ne han trentuno”, ma questo ventotto del 2013 è unico. Ore 18, il Papa, appoggiato al bastone, è salito sul grande elicottero bianco e sta sorvolando la città eterna nel suo splendore pomeridiano tra i verdi caldi e freddi dell’incipiente pri-mavera. Con Roma sembra che tutto sia eterno. Giunge a Castel Gandolfo, e l’emozione prende anche me. Ci sentiamo tutti più

vicini. Chiamo i nipotini a vede-re l’elicottero, ma non lasciano i giocattoli. Il momento storico da tramandare mi sembra trop-po importante e meriterebbe di fissarlo nella memoria anche per loro. Pretendo troppo. Ricordo che Castel Gandolfo, la villa che ospiterà papa Ratzinger, fu volu-ta da Urbano VIII, il papa che nel Seicento volle dare la diocesi e il suo nome Urbania. Motivo, forse terra terra, legame lontano, per sentirmi presente come urbanie-se. Gli urbaniese, se sarà eletto un papa di colore nero. non si impressioneranno perché sono abituati ad avere dei sacerdoti di quel colore. Piacerebbe anche a me. 2. barocci a Londra. La Madonna del gatto. Con un voluminoso ca-

talogo di 360 pagine si è aperta alla National Gallery la mostra sull’artista urbinate (27 febbraio – 19 maggio), con prestiti da tutto il mondo. Presenti alla inaugu-razione il Comune di Piobbico con il sindaco e l’assessore alla cultura, orgogliosi perchè dal loro paese uscirono due capola-vori del Barocci: la Fuga in Egit-to sempre esposto nella chiesa parrocchiale e La Madonna del gatto, quest’ultima di proprietà dalla National Gallery. Questo di-pinto fu commissionato dal conte Antonio II Brancaleoni nel 1575, per abbellire il suo appartamen-to. Il Comune di Piobbico è stato presente all’inaugurazione anche per restituire la visita che gli or-ganizzatori inglesi della mostra avevano fatto a Piobbico per ve-

dere il dipinto della chiesa di S. Stefano e conoscere il luogo. Urbania è presente con molti disegni originali della Col-lezione Ubaldini di cui è ricco il museo comunale.3. Il bellori, a propo-sito della Madonna del gatto, nel 1762 scrisse: La Vergine sedente in una ca-mera col Bambino in seno a cui addita un gatto, che si lancia ad una Rondinella tenuta da San Giovannino legato in alto col filo, e dietro si appoggia San Giuseppe con la mano ad un tavo-lino, e si fa avanti per vedere. Un altro scherzo.

4. Il 23 marzo in Urbania si aprirà la mostra dedi-cata a Tommaso Amantini, Ca-steldurante 1625 – Urbania 1675) un maiolicaro e scultore urbanie-se per tanti anni sconosciuto, ma che ebbe una grande attività nelle Marche, Ur-bania, Urbino,

Ascoli Piceno, Osimo. Nel Museo diocesano Corrado Leopardi è conservata un bel bassorilievo in terracotta della Madonna, e in Casa Filippi grandi bassorilievi di carattere religioso.

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10 marzo 2013 19Urbino Urbania Sant’angelo in Vadoamicoil nuovo• •

Pupi Avati, all’Università di Urbino, Aula Magna di Economia e Commercio, ha trascinato nell’ora e

mezza di racconto quasi cinema-tografico, una platea infinita di studenti medi ed universitari, dot-ti, professori e sapienti. Applausi a scena aperta per ogni punto e per ogni virgola. La standing ovation finale è stata il prologo di una poesia infinita coniugata con il cinema e, soprattutto, con la vita. Avati torna nella città ducale dopo 10 anni. “Pupi è il regista che scal-da i cuori” – ha sottolineato il Rettore Pivato. Oggi uscirà nelle librerie la sua autobiografia e tra pochi giorni, in TV, sarà trasmes-so il suo ultimo lavoro: “Un ma-trimonio”. L’ennesima produzio-ne dal lontano 1968. “Avati – ha continuato il Rettore - è la giusta continuità della narrazione di Camilleri, esattamente l’emiliani-tà. E’ bravissimo a tradurre le sue scritture e sceneggiature in poesia ed immagini”. C’è stato il tempo anche del ricordo verso l’amico di sempre. Avati e Dalla: “il so-gno del primo – ha sottolineato

il regista bolognese - era fare il clarinettista mentre il secondo, il clarinetto, lo suonava con un ta-lento di prim’ordine”. Il prof. Valli ha tracciato per l’amico Pupi un bel apprezzamento: “Comprende-re il mondo attraverso i film, noi italiani, l’abbiamo fatto meglio di altri. Pupi è il testimone di una

grande storia”. Avati si trova come un pascià in mezzo alla platea di giovani: “Sono riconoscente per questa mattinata. Uno come me ha avuto con la scuola un pessi-mo rapporto. Solo all’asilo anda-vo benino. Alla maturità solo tre giorni prima mi sono accorto di non essere preparato in nessuna

materia. Avevo un grande ammi-ratore in San Francesco da Paola ma mia madre ha svolto un ruolo di primaria importanza trovando il pezzo mancante della collezio-ne di stilografiche del Presidente di commissione. Facoltà univer-sitaria? Ho sempre pensato che per essere felici occorreva una professione che mi rendesse tale”. Il ricordo della madre non si fer-ma. “Vorrei fosse viva ancora mia mamma per portarle una foto di questa giornata con in testa il cap-pello da docente e la toga da pro-fessore universitario”. Il momento più bello della giornata? “Prima di addormentarmi perché mi si apre un territorio. Ho una visione sem-pre: ripasso continuamente il rin-graziamento in inglese per l’otte-nimento dell’Oscar. Cambio solo qualche parolina qua e là”. Il cine-

ma? “Me ne sono completamente innamorato dopo aver visto ‘Otto e mezzo’ di Fellini. Ho l’oppor-tunità di dire agli altri quello che sono”. Alla platea di giovani: “Non dovete arrendervi. Ognuno di voi ha la sua identità, siamo diver-si. Dovete imparare a coltivare la passione del talento. Molti di noi fanno lavori con approcci insen-sati. Meglio mangiare pane e ci-polla”. Sui suoi 74 anni. “Mi sento dentro tutte le età non cancellate. Rifletto sulla vita come se avessi ancora 12 anni. Un anziano come me è un insieme di saperi possibi-li e praticabili. Quello che hai alle spalle è più interessante di quello che devi ancora vivere. Ho grande nostalgia della mia infanzia”.

eg© RIPRODUZIONE RISERVATA

PROFESSORI E STUDENTI HANNO ACCOLTO IL REGISTA BOLOGNESE

Pupi Avati all’Ateneo urbinate

URBINO – Sabato 9 marzo secondo appun-tamento con la stagione concertistica della città di Urbino. Per questa seconda data la location dell’evento si sposta al teatro “La Vela” dei collegi universitari: questo per adattare al meglio il genere proposto al con-tenitore. Si parlerà infatti, dopo il successo del classico recital pianistico della prima se-rata, della storia della canzone italiana. Mu-siche di ogni decade del secolo scorso scan-diranno il ritmo della serata, ripercorrendo in una sorta di “storia suonata” le vicende che il nostro Paese ha attraversato dalla sua nascita fino agli anni ’90. Non sarà quindi un banale concerto, ma una vera e propria serata di cultura musicale che unirà la mi-gliore musica italiana a momenti di ricordi e memorie sociali, culturali e ovviamente musicali riguardanti il “Bel Paese” e inserite

nel contesto mondiale. Animatori di questa serata la cantante Valentina Bernardini, Fe-derico Del Bianco alla chitarra e voce, Leo-nardo Battistelli alla chitarra e basso, Gio-vanni Bedetti al pianoforte e Paolo Bianchi alla batteria, tutti insegnanti “nostrani” della scuola di musica Harmonia di Urbino, sita presso l’antica Cappella Musicale di via Va-lerio. Ospite speciale sarà poi il coro “1506” dell’Università Carlo Bo, chiamato ad una rara uscita pubblica per interpretare due brani appunto corali, tra cui l’Inno d’Italia di Mameli e Novaro. Appuntamento dunque a sabato prossimo alle 21:00, sperando di bis-sare il successo di pubblico ottenuto a Feb-braio con le melodie mozartiane e i classici della tastiera. Buon ascolto!

Giovanni Volponi© RIPRODUZIONE RISERVATA

URbINO - Prosegue con continuità l’attività di collaborazione tra Università, territorio e scuole secondarie superiori.Mercoledì 27 e giovedì 28 febbraio gli stu-denti (classi III, rispettivamente 50 e 43 ragazzi) del Liceo Scientifico “Laurana” di Urbino hanno fatto visita al Dipartimento di Scienze della Terra, della Vita e dell’Am-biente (DiSTeVA), Campus Scientifico “Enrico Mattei” (località Crocicchia). Il target sono stati i laboratori di microscopia elettronica e microscopia confocale che vantano attrez-zature e competenze d’eccellenza. Prima della visita gli studenti sono stati accolti dai saluti del prof. Riccardo Cuppini, direttore del DiSTeVA.La giornata di visita ha avuto inizio alle 9 ed è stata suddivisa in due momenti. Una prima sessione in aula ha avuto come og-getto “Microscopie e modelli biologici” (E.Falcieri), “Principi e tecniche della micro-scopia confocale”(C.Ciacci) e “La microscopia elettronica applicata ai foraminiferi come fondamentale tecnica per la valutazione

dello stato di salute dell’ambiente marino” (F.Frontalini)Son seguite sessioni parallele di esercitazio-ni in laboratorio a turno (per circa trenta minuti) nei Laboratori di Microscopia Elet-tronica a Scansione, Microscopia Elettronica a Trasmissione, Ultramicrotomia, Microsco-pia Confocale, Microscopia invertita e col-ture cellulari / Image-based Cytometry, Os-servazioni macroscopiche e microscopiche animali.La visita ha consentito agli studenti di far-si un’idea più chiara sulla relazione fra gli aspetti teorici e la pratica nei laboratori di ricerca e didattici, sulle applicazioni e sulle tecniche di base, favorendo anche un ap-prendimento in una dimensione concreta, significativa e costruttiva. Le giornate sono state organizzate dalla prof.ssa Elisabetta Falcieri, docente di Anatomia Umana e De-legato Rettorale al Riordino e potenziamen-to delle Strutture Dipartimentali. Le attività in laboratorio sono a cura di ricercatori, tec-nici, assegnisti e dottorandi del DiSTeVA.

SECONDO APPUNTAMENTO MUSICALE URBINATE

La canzone italiana al teatro “La Vela”COLLABORAZIONE TRA UNIVERSITÀ E SCUOLE SUPERIORI

Visita ai laboratori del DiSTeVA

URBINO. Sabato 2 febbraio scor-so è stato un giorno di festa per la famiglia degli scout di Urbino. Infatti Martina e Veronica, due ragazze del Reparto (in gergo il gruppo di ragazzi e ragazze dagli 11 ai 16 anni), hanno pronunciato la loro “Promessa”. Nella bellissima Cappella dell’Immacolata Conce-zione all’interno della Cattedrale di Urbino, nelle mani dei loro capi e in presenza dei loro fratelli e sorelle scout hanno pronunciato queste parole: «Con l’aiuto di Dio prometto sul mio onore di fare del mio meglio: per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese; per aiutare gli altri in ogni circostanza; per osservare la Leg-ge scout».Per il nostro Gruppo queste sono state le prime Promesse di questo 2013 a cui, speriamo, ne seguiran-no tante altre. Con la Promessa Scout Martina e Veronica sono entrate ufficialmente a far parte della fratellanza mondiale dello scautismo. La formula è infatti uguale in tutti i paesi del mondo. Possono cambiare alcuni termini, ovviamente la lingua in cui viene pronunciata, ma i concetti che si

esprimono sono sempre gli stessi: si chiama in aiuto Dio per portare a compimento il proprio impe-gno di ”fare del proprio meglio” nel servire Dio, il proprio paese e il Prossimo, nonché di osserva-

re la Legge Scout. La Legge è un decalogo di regole di vita, sem-pre espresse in chiave positiva (lo scout è, lo scout fa) e mai con di-vieti (lo scout non è, lo scout non fa), a cui spontaneamente si ade-

risce per aspirare a diventare un “buon cittadino”.Il nostro augurio per Martina e Veronica è che le parole pronun-ciate sabato scorso siano per loro una guida nelle scelte che affron-

teranno tutti i giorni, fino al loro termine nel cammino Scout e poi per il resto della loro vita.

La Comunità Capi Gruppo AGESCI Urbino 1

© RIPRODUZIONE RISERVATA

MARTINA E VERONICA HANNO PRONUNCIATO LA “PROMESSA”

Due nuovi scout nel Reparto di Urbino

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PARTE IL SISTEMA DI CONTROLLO DELL’ACCESSO AL CENTRO STORICO

Dall’ 11 marzo telecamere in funzioneUrbino. Controllo del centro storico con telecamere: scatta l’ora X. Da lunedì 11 marzo 2013, alle ore 8, ci sarà l’effettiva entrata in funzione, 24 ore su 24, del si-stema di controllo di accesso alla Zona a Traffico Limitato (centro storico) tramite telecamere. L’an-nuncio ufficiale, dopo un’appro-fondita sperimentazione e dopo aver consultato le associazioni di categoria, è stato dato dal sindaco Franco Corbucci nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella sala di rappresentanza del Mu-nicipio, presenti il presidente del consiglio comunale Lino Mechel-li, il comandante dei Vigili Urbani roberto Matassoni, Gian Franco Fedrigucci presidente della com-missione urbanistica. Da quel momento, chi entrerà nella ZTL senza permesso sarà soggetto ad una sanzione amministrativa di 80 euro per divieto di transito e a una di 41 nel caso di sosta vietata. Altre multe potranno aggiunger-si ogni volta che il divieto verrà violato, anche a breve distanza di tempo. Finora il sistema di con-trollo con telecamere è servito per il monitoraggio del traffico; che ha permesso di ricavare una serie di interessanti elementi per quan-to riguarda il numero e il ripetersi delle infrazioni: è emerso che in un giorno si verificavano da 300 a 400 passaggi abusivi con punte di 16 passaggi da parte di singoli

automobilisti. Da lunedì il divieto diventerà effettivo, le telecamere “leggeranno” le targhe dei veicoli e le auto che entreranno in cen-tro senza autorizzazione finiran-no in una “liste nera” (una vera e propria black list) che si tradurrà in un verbale per infrazione al co-dice della strada. naturalmente, è stata prevista un’ampia gamma di permessi che riguardano i resi-denti, i commercianti, gli artigiani, i fornitori, i professionisti, gli enti e le istituzioni, gli accompagnato-ri di bambini, i produttori agricoli e partecipanti ai mercatini, gli al-berghi, il servizio stampa e così via. in vari casi, in particolare per lo svolgimento di attività di tra-sporto, artigianali e commercial, è previsto il pagamento di corri-spettivi annui. L’obiettivo rimane quello di migliorare la tutela e la fruibilità del centro storico di Ur-

bino, oltre che incrementarne la sicurezza. Chi avrà la documen-tata urgenza (es. ricetta urgente in farmacia di turno) di accedere al centro storico in orari in cui non è possibile ottenere un permesso temporaneo, potrà telefonare al numero indicato sui cartelli infor-mativi (0722-37.82.06), lasciare alla segreteria telefonica nome, targa del veicolo e motivazione, e potrà accedere senza sanzione. Stessa cosa avverrà per i titolari di permesso da invalido provenien-ti da altre città; mentre saranno i titolari degli alberghi presenti nel centro storico a comunicare i numeri di targa dei propri clienti.

La Polizia Municipale controllerà la correttezza delle informazioni fornite. i dati relativi ai permessi già in uso, sono invece da tempo inseriti nel sistema e vengono ri-conosciuti automaticamente. A ogni permesso è anche assegna-to lo specifico varco di accesso alla ZTL che occorrerà utilizzare: questo contribuirà a mettere ordi-ne ai flussi dei veicoli che entrano nel centro storico. Quattro sono i varchi attraverso i quali si potrà accedere al centro storico: Santa Lucia, il Monte, via Matteotti e via delle Mura. Tali varchi potranno essere aperti per particolari eventi (convegni e occasioni straordina-

rie, funerali, cerimonie religiose); farà fede la scritta “varco attivo” o “varco non attivo”. A questo pro-posito sarebbe da tener presente la necessità di consentire l’accesso alla zona del duomo in concomi-tanza con le celebrazioni festive del sabato e della domenica. La sperimentazione del nuovo si-stema era partita nell’estate 2012. Da quel momento è stato fatto il monitoraggio della situazio-ne, sono state valutate le criticità emerse, sono stati fatti vari incon-tri con le Associazioni di Catego-ria e la cittadinanza: molte delle proposte scaturite da quegli in-contri sono state accolte dall’Am-ministrazione comunale. «il siste-ma con telecamere – ha spiegato il sindaco Franco Corbucci - è solo uno strumento di controllo che permette di individuare gli “abusi-vi totali”. Per gli altri utenti nulla cambia. A Urbino la ZTL esiste da molti anni e in tal senso non abbiamo modificato nulla. Siamo convinti che questo provvedi-mento contribuirà a migliorare la qualità della vita e le sicurezza nel centro storico. Se poi verranno in luce delle difficoltà non previste, le valuteremo. Quello di lunedì 11 marzo è un punto di partenza. in ogni caso siamo al servizio della cittadinanza».

gdl© riproduzione riservata

LA SOCIETÀ DEL SOLDO IN FESTA

Quattro attestati di meritoUrbino – La Società del Soldo promuove una giornata di festa con vecchi e nuovi iscritti, simpa-tizzanti, urbinati che apprezzano e condividono le finalità dell’an-tico sodalizio, in programma domenica 17 marzo. Al pranzo sociale che si terrà al ristorante nEnE’ in via biancalana (Strada rossa) nei pressi di Crocicchio, seguirà l’assegnazione di attestati di merito a quattro concittadini. il pomeriggio prevede musica e di-vertimento con l’orchestra Max e Toni de’ Galet e una bella lotteria. La partecipazione è aperta a tutti e accogliere l’invito rappresenta un atto di solidarietà nei confronti della più antica associazione della città.. La Società del Soldo è sta-

ta istituita nel 1900 con finalità di mutuo soccorso e di solidarietà ad anziani ed invalidi. ogni anno organizza la tradizionale “Passeg-giata cittadina al Colle dei Cap-puccini”, una festa che si ripete da oltre un secolo sempre il giorno di Ferragosto. La manifestazione ha di fatto portato avanti nel tempo i festeggiamenti organizzati nell’an-no dell’Unità d’italia che si erano tradotti in una fiaccolata serale proprio al Colle dei Cappuccini che si innalza davanti ai Torrici-

ni. in tale occasione, fino a qual-che anno fa, venivano festeggiati anche gli anziani e invalidi ospiti nell’ex convento dei frati Cappuc-cini. il trasferimento degli anziani dapprima nella Casa Albergo di Via De Gasperi e poi al Padiglione, non ha fatto venire meno la festa di Ferragosto che si ripete annual-mente con larga partecipazione di urbinati, di studenti ospiti dei collegi universitari e di turisti. La Società del Soldo invita gli urbi-nati ad aderire all’associazione per

partecipare, venute meno le fina-lità istituzionali previste all’atto della fondazione, alle numerose attività che vengono svolte attual-mente quali la raccolta di alimen-tari e di fondi per i più bisognosi, l’organizzazione di gite sociali, la promozione di iniziative presso la casa pr anziani: tombole, lotterie, momenti di assistenza e svago. Far parte della Società del Soldo è per gli urbinati un segno distintivo. Per prenotarsi si può telefonare, entro lunedì 11 marzo, ad uno dei

seguenti recapiti: 0722329014 – 3391304316 (Anna), 0722327268 – 3408633769 (Lidia), 07224376 – 3391261331 (rita), 3494676108 (Giuseppe), 3667064247 (Giovan-na). il costo del pranzo è di: 30 euro con tessera 2013, 18 euro per i già tesserati, di 22 euro solo pranzo

giancarlo di ludovico© riproduzione riservata

UN’OFFERTA PER UNA PIANTINA D’ULIVO

12ª Giornata Nazionale UNITALSIurBino. L’unitalsi di urbino con i suoi volontari, sarà presente in piazza della repubblica, e nei sagrati di alcune chiese come s. Francesco, ss. annunziata, santuario del pelingo, Mercatello sul Metauro, piobbico, peglio santuario Ca’ staccolo e altre, oltre che nel piazzale del supermercato Conad di urbino, nei giorni sabato 9 e domenica 10 marzo. sarà consegnata una piantina d’ulivo a coloro che faranno un’offerta a favore dell’as-sociazione.ricordando con gratitudine le persone che con loro sensibilità hanno contribuito alla buona riu-scita nell’anno precedente, a nome dei fratelli bisognosi che avranno un aiuto per la partecipa-zione ai pellegrinaggi, si augurano che non man-chi la sensibilità e l’altruismo anche in questa 12a edizione di un evento a portata nazionale.

Ml Gulini© riproduzione riservata

PROGETTO SPONSORIZZATO DALLA TVS DI FERMIGNANO

Educazione all’arte contemporaneaFErMiGnAno. Ha avuto inizio il pro-getto di educazione all’arte contempo-ranea a Fermignano. Per il quarto anno consecutivo il Comune di Fermignano – Assessorato alle Attività Produttive e all’istruzione –, l’istituto Comprensivo Donato bramante e l’associazione “Etra. Tra arte e educazione” di Pesaro danno vita ad un’esperienza di educazione al-l’arte contemporanea per gli studenti del-la cittadina. Dopo il percorso su Walter Piacesi, quello sul 150° dell’Unità d’italia con il dipartimento educazione del Ca-stello di rivoli – Museo d’Arte contem-poranea – e quello sull’opera di Massimo Kaufmann con la galleria Mancini di Pe-saro, Fermignano realizza il progetto con la ditta TVS s.p.a. di Fermignano. E’ già nota la sensibilità per l’arte del cavaliere bertozzini, che colleziona opere d’arte e che ha scelto di ospitarne una parte

in azienda, facendole diventare patrimonio da condividere, che apre l’azienda a studenti di desi-gn, che ha prodotto pentole fir-mate da designers (Pistoletto e Paladino) ma anche da noti chef. La disponibilità del cavaliere ha connotato una reale vocazione filantropica dell’azienda, che si lega al territorio sotto un profilo produttivo, ma anche culturale. il progetto ha tre obiettivi specifici: far conoscere l’arte contempora-nea a questi giovani studenti; farli riflettere sui rapporti che legano il mondo dell’impresa alla cultu-ra, il mondo della produzione all’arte; far sperimentare come l’arte contemporanea fornisca innanzitutto spunti di riflessione per interpretare la realtà, non puntando sul virtuosismo tecnico e compositivo,

ma piuttosto sulla espressione di visioni del mondo che ci circonda e del nostro rapporto con esso. il progetto prevede una festa finale in cui tutti gli elaborati prodotti dai ragazzi verranno resi visibili alle famiglie e alla cittadinanza.

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“L a Palestina della convivenza non è né uno slogan né un’utopia. La Palestina della convivenza é un accaduto al tempo stesso lontano

e vicino”. Per farla conoscere, farla parlare alle nostre coscienze e farci interrogare di fronte alla complessità della storia, è nata una mostra itinerante, intitolata appunto “La Palestina della Convivenza - Storia dei Palestinesi 1880|1948”, un percorso fotografico illustrato da immagini d’epoca, che sarà allestito anche a Pesaro, a Palazzo Gradari, dal 12 al 21 Marzo. La mostra, ideata e realizzata da Hawiyya onlus - Centro di Documentazione sulla Civiltà Palestinese, con sede a Siena, è promossa localmente dalla Campagna Palestina Solidarietà e Ya Basta Marche in collaborazione con il Comune di Pesaro – Assessorati alla Cooperazione Internazionale e alla Cultura, con il Centro Interculturale per la Pace del Ceis di Pesaro e il Centro servizi volontariato Marche.

DALL’IMPERO OTTOMANO AL 1948Composta da 22 pannelli, la mostra è suddivisa in quattro capitoli: La Palestina nell’impero ottomano; La Palestina sotto il mandato britannico; La grande rivolta araba (1936 – 1939) e La scomparsa della Palestina (1940 – 1948).

“La Palestina della convivenza è un percorso costruito anche con gli occhi di chi l’ha vissuta e di chi l’ha fotografata. – scrive Rabii El Gamrani, dell’associazione Hawiyya che ha curato l’esposizione - Per conoscere un paese bisogna penetrare dentro lo sguardo di chi l’ha vissuto, occorre accompagnare la sua gente nel quotidiano, mentre lavora, mentre canta, mentre piange, mentre soffre o mentre resiste. […] Perciò gli scatti sono stati raccontati nel loro intimo da didascalie che ne descrivono la biografia e ne sottoscrivono anche il contesto storico, culturale, politico e antropologico, che nella mente di chi fotografa e soprattutto di chi viene fotografato non è mai percepito nella sua totalità. Sarebbe legittimo chiedersi se si ha il diritto di riesumare quei volti, quei paesaggi e quelle vite, ma forse alla fine non è di diritto che si tratta bensì di dovere. Il dovere di ridare memoria alla memoria. Il dovere etico di riportare alla

luce delle narrazioni che a lungo sono state accantonate”.

“La Palestina della convivenza è una terra ricca e ospitale che vive e fa vivere le sue genti – continua Rabii El Gamrani - Negli scatti di Karima Abud, la fotografa palestinese che visse a Nazareth fra il 1896 e 1955, incontriamo i volti della Palestina colta e borghese, emancipata e aperta alla vita e alla modernità. Negli scatti di Felix Bonfils scopriamo la Palestina urbana e rurale, con i suoi campi coltivati, con le sue

fortificazioni maestose, con la sua varietà di persone e etnie. Nell’archivio Assebat Association abbiamo una panoramica di una Palestina che cammina a braccetto con la modernità. Tutti gli scatti si erigono a testimoni parziali e inconfutabili di un paese vivace, inserito nel suo contesto regionale e internazionale, soggetto, come è naturale, al flusso e riflusso di civiltà e culture. Questo Percorso fotografico, il più possibile documentato storicamente e commentato, ha l’intento di fornire

informazione. Nulla è stato aggiunto né manomesso, è stato solamente letto a voce alta ciò che altri hanno scritto e hanno fotografato”.

“Gli scatti – conclude - senza parola alcuna gridano la loro verità, parlano alla nostra coscienza, denunciano il nostro distacco e la nostra indifferenza. Ci chiedono : Dov’é ora la Palestina della Convivenza?”.

Monica Cerioni©riproduzione riservata

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La fonte di Sajano:sito culturale

da valorizzare

pagina

siti

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Rifinanziata la Legge regionale

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oratori

10 marzo 2013 21amicoil nuovo• •

di arte cultura sport

La Palestina della convivenzaLa Mostra a PaLaZZo GraDari Di PEsaro DaL 12 aL 21 MarZo

nablus primi del ‘900

Inaugurazione martedì 12 marzo alle ore 21. Orario d’apertura dalle 16 alle 19,30, il sabato e

la domenica dalle 10 alle 12,30 e dalle 16 alle 19,30. L’ingresso è libero e per le scuole è possibile prenotare visite contattando il

numero 329/9423841.

PrEVisto UN CoNVEGNo PEr iL CENtENario Di DoN aLBErto PoLVErari

Le novità di “Sestante” a trent’anni dalla fondazione

SENIGALLIA. I giorni scorsi il Circolo di Iniziativa Culturale Rivista “Sestante” Palazzo Mastai – Senigallia si è incontrato per definire il suo ruolo di agenzia associativa di natura culturale, dopo trent’anni dalla sua fondazione. E’ stata costituita prima una Associazione culturale (omonima) senza scopo di lucro. Sono stati nominati il Consiglio Direttivo, il quadro della dirigenza in carica per il triennio 2013/’15 e sono stati definiti i dipartimenti disciplinari nell’ambito dei quali operare.Il nuovo Statuto ha stabilito che il Circolo di Iniziativa Culturale avrà per oggetto la ricerca socio-storica e

letteraria, la conoscenza/promozione del territorio marchigiano e delle sue peculiarità, la valorizzazione delle eccellenze locali che si esprimono nelle diverse forme dell’arte, della cultura, della scuola, del solidarismo, delle professioni e dell’impresa.Pertanto, svilupperà la propria attività di animazione culturale con la organizzazione di seminari, convegni e pubblicazioni, nei seguenti ambiti: A- I cattolici e il sociale; B- I diritti civili; C- Informazione, Media & Pubblicità; D- Scuola, Educazione alla cittadinanza, Istruzione; E- L’identità marchigiana con le relazioni mediterraneo/europee e le sue risorse umane, artistiche, ambientali e della economia; F- Le forme dell’arte “viste” in siti, mostre ed eventi/spettacolo anche di carattere nazionale.”Il Consiglio Direttivo -composto da Marinella Bonvini Mozzanti, Fabrizio Chiappetti, Sergio Fraboni, Anna Montanari, Giulio Moraca, Franco Porcelli, Vincenzo Prediletto, Luca Rachetta, Antonella Starna- dopo aver definito il quadro dirigenziale (Porcelli, presidente; Fraboni, vice presidente; Montanari, Tesoriere; Starna,

segretario; Rachetta, segretario aggiunto), ha stabilito i primi “animatori e curatori d’area”, per cui a Marinella Bonvini Mazzanti e a Fabrizio Chiappetti è stata affidata la copertura dell’ambito storico e della memoria, a Roberto Ferretti quello filmico e cinematografico, a Giulio Moraca e a Vittorio Mencucci quello filosofico e dell’etica civile con i riverberi nella sociologia e in economia, a Luca Rachetta quello letterario con particolare attenzione al protagonismo locale contemporaneo e del passato recente, a Vincenzo Prediletto la ricognizione artistica e sul digitale; infine l’escursionismo e la redazione di “Sestante” faranno riferimento a Sergio Fraboni. A Franco Porcelli toccherà il coordinamento complessivo. L’Associazione ha in progetto di organizzare un convegno, nell’anno centenario della nascita di Alberto Polverari: prete, direttore/editorialista, militante nella politica e storico.Il 15 marzo è prevista la escursione alla Mole Vanvitelliana ove sono esposte le opere di “TRUBBIANI. De Rerum Fabula”. E’ prevista anche una visita al laboratorio orafo di Graziano Barzetti.

Page 22: «Il Nuovo Amico» n. 10 del 10 marzo 2013

10 marzo 201322 amicoil nuovo• •arte cultura sport

UN PREMIO PER UN REBUS Frase: 4, 5, 5, 5

I vincitori verranno estratti a sorte tra coloro che avranno inviato la soluzione corretta a [email protected] oppure a IL NUOVO AMICO Via del Seminario 4 – 61121 Pesaro. L’omaggio di questa settimana è un buono sconto del 20% pres-so la libreria “LA Buona Stampa” di Pesaro (Via Rossini 68)

E’ possibile ritirare il premio da lunedì a mercoledì dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 17 alle ore 19 presso la redazione di Pesaro (via Rossini 53). Per un diverso recapito contattare il n. verde gratuito 800/501170 sempre nei giorni e ore sopra indicate.

PER RICEVERE L’OMAGGIO È NECESSARIO DIMOSTRARE DI ESSERE IN REGOLA CON L’ABBONAMENTO AL NUOVO AMICO PER L’ANNO 2013 O REGOLARIZZARE LA POSIZIONE AL MOMENTO DEL RITIRO DEL PREMIO

LA ChIAVe rISOLUtIVA deL rebUS dI LeONe dA CAgLI PUbbLI-CAtO A PAg. 22 deL N. 9 deL “NUOVO AMICO” dI dOMeNICA 3 MArzO erA: (FrASe: 3, 8, 10) ChIAVe rISOLUtIVA: ‘U, NANe; bUL OSA CON ge; t tUrA’

SOLUzIONe: - UNA NebULOSA CONgettUrA

Vince il dVd SERGIO FEDUZI

Buono sconto in omaggio

LA SORGENTE SUL COLLE ARDIZIO ERA L’ACQUA MINERALE DI PESARO

La fonte di Sajano: sitoculturale da valorizzare

L’angolo della poesia “Ebbene è questo il momento di ricordare le memorie di una vecchia osteria che è ormai ca-duta nei recessi del tempo” (via Giangolini, via Del Moro, nel ricordo di Odoardo Giansanti. Il poeta Marco Giombetti dedica):

L’OSTERIADA “PARAVENT”(PESARO CENTRO)L’osteria è là,pronta all’inceder di stanchi passi,ritrovo di vecchi dalle vie del centroche affollano nel far della sera,le sue sapide stanze,dove appare dietro un tetro bancone

“Paravent” l’oste.Discorsi, chiacchiere, canzonimirano a una partita di carte,una trincata di vino e un pettegolezzo.Va nella penombra l’odor del vino novelloche sembra annunciar l’arrivo dell’inverno.Nelle umide sere di novembrequel odor sembra trasudardai muri, dalla botte, dove l’oste attingea comando con far solenne.E’il borgo di S. Giuseppe, dove

nelle notti d’estate stanchefalene volano attornoal giallino lume posto alla porta,mentre un piccolo cane varca lasoglia e, cerca sempre alla stessaora il padrone. La piazzettacircondata da antichi muri,sotto a quei quattro scalinicontinua ad ospitare vecchiebiciclette ossidate, malandate cheanelano al trasporto d’un fiasco

come chi le guida, che nel vinelloconosce gli umori più profondi.Panini, pizza bianca e lupini,per colorir la cena che i piùsolitari ghermiscono sicuri dellaloro condizione. Ciao “Paravent”,oggi sei chiuso, non hai resistitoal cambio epocale, al cambio generazionale.Ciao “Paravent”.

Marco Giombetti

L’antica Fonte di Sajano è ubicata nel fianco del Monte Ardizio un tempo chiamato Colle Sajano, più precisamente in una vallecola del bacino imbrifero del torrente Genica a sud della città di Pesaro. Rimasta per anni in uno stato di completo abbandono è stata degnamente restaurata nel 2007 per volere delle istituzioni e del Centro Operativo del Comune di Pesaro, in particolare il progetto è stato redatto del Geometra Aroldo Pozzolesi che ha lavorato con grande tenacia. Il suo recupero estetico è rimasto pressoché fedele all’iniziale progetto settecentesco dell’architetto Luigi Baldelli realizzato nel 1773, sopratutto per quel che riguarda l’opera muraria; comprendente l’edicola con l’epigrafe in latino, il mascherone dove sgorgava l’acqua, la vasca e il lavatoio. La lapide di marmo con l’iscrizione in latino fu formulata e dettata dall’archeologo, storico e studioso Annibale degli Abbati Olivieri Giordani, mentre il monumento fu ideato dall’erudito amico, l’architetto e pittore Giannandrea Lazzarini che concretizzò quello che lui stesso dipinse nella tela “Riposo durante la fuga in Egitto” di Maria, Gesù e Giuseppe opera realizzata intorno

al 1760. Il territorio dove è ubicata la Fonte pur essendo in parte antropizzato rimane un paesaggio suggestivo ed immerso nella natura, costituito da stradine panoramiche dove si può ammirare la città di Pesaro ed il Mar Adriatico, la ricca vegetazione e gli alberi secolari, inoltre il l’itinerario che porta alla sorgente immerge il visitatore nella storia perché è quasi sicuramente il tracciato dell’antica Via Flaminia Consolare.L’acqua che sgorgava dalla sorgente di Sajano era conosciuta nei secoli per la sua limpidezza e salubrità perchè aveva proprietà benefiche e curative, ed era molto indicata per la renella e la gotta, addirittura veniva paragonata per leggerezza all’acqua di Nocera. Riguardo alle caratteristiche dell’acqua il nobile Domenico Bonamini criticò l’operato dei lavori effettuati dal Baldelli; egli sosteneva che una volta a contatto con altre vene non della stessa naturalezza ne veniva pregiudicata la bontà, in effetti il tempo dimostrerà che l’acqua della Fonte con queste opere perse molte proprietà che l’avevano resa celebre.Inoltre va ricordato che essa fu la prima acqua minerale della storia sfruttata per

fini commerciali, imbottigliata in bellissimi fiaschi di maiolica, veniva venduta nelle fiere a 6 baiocchi al fiasco, il tutto è documentato nella “Gazzetta di Pesaro” il giornale di stampa locale dell’epoca, edito dalla Stamperia Gavelli in formato di soli 15x21 cm. L’acqua della Fonte di Sajano è stata anche utilizzata per uso pubblico fino agli anni ’60 dello scorso secolo, i più anziani si ricordano che era possibile attingere acqua nel momento del bisogno, questo perché le fonti e i lavatoi presenti nel nostro territorio oltre ad integrare l’acquedotto principale erano anche sistemi autosufficienti di approvvigionamento idrico. In seguito, con un miglior sviluppo della rete idrica comunale la fonte rimase disattivata e abbandonata fino al recente ripristino. Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento segnaliamo l’ottima pubblicazione di Silvio Picozzi: “La Fonte di Sajano - Ricerche di Silvio Picozzi”, studioso pesarese. Per finire un invito alle

istituzioni a valorizzare ed a rendere fruibile questo sito storico ambientale, anche esortando “l’Ente Parco Naturale Monte San Bartolo” ad organizzare percorsi sui sentieri storico naturalistici che portano alla Fonte , sarebbe il giusto riconoscimento che merita questo importante sito di cultura del settecento pesarese.

Claudio Zidolani©rIPrOdUzIONe rISerVAtA

Il decimo concerto della Stagione vede sul palco del ‘Rossini’ la Filarmonica marchigiana diretta dal M° Donato

Renzetti, il quale vanta una eccellente carriera direttoriale ed ha, con Pesaro, un frequente rapporto artistico avendo diretto, più volte, in occasione del ROF e per l’Ente Concerti. La prima parte è dedicata a Maurice Ravel, di cui viene eseguita una delle pagine più note: “Pavane poure una enfante defunte” (1899). Erroneamente avvicinato a Debussy, Ravel si differenzia per il rigore formale della costruzione, dove la melodia è sempre strutturata con disegno nitido, mentre il colorismo si avvicina più a quello pittorico dei ‘fauves’ che non a quello degli ‘impressionisti’. Composta originariamente per pianoforte e successivamente orchestrata, è una danza dai toni solenni che esprimono il cordoglio per la morte di una fanciulla. Quindi, il famoso ‘Concerto in sol magg.’ Per pianoforte ed orch. (1931), in cui esplode tutta la forza creativa e coloristica di cui era capace il geniale compositore francese; concerto che, ben presto, entrò nel repertorio dei grandi pianisti. Oggi, il magnifico interprete di questa difficilissima partitura, è Roberto Cominati (si era già fatto ammirare a Pesaro l’11 novembre 1993, appena adolescente); ai molti concorsi già vinti, quello stesso anno egli si aggiudicava il

concorso ‘Ferruccio Busoni’ – primo italiano a vincerlo dopo venti anni-.Nel III movimento, il concerto è caratterizzato da lampeggiamenti virtuosistici e, addirittura, da spunti jazzistici (Ravel era rimasto colpito da questa nuova forma musicale). Le dita del pianista devono sviluppare una velocità che non conosce pausa; Cominati domina la partitura dall’alto di uno stile

perfetto e di una tecnica trascendentale. Egli trae dalla tastiera i colori più ricercati, in una ridda di toni e ritmi, di scale, arpeggi, trilli e glissati da capogiro; il tutto è padroneggiato con luminoso nitore! Il teatro, vibra di entusiastici applausi e Roberto Cominati, concede, in bis, una parafrasi da concerto su temi della ‘Carmen’ composta da Moszkowski, pianista-compositore, vissuto

a cavallo dei due secoli otto e novecento, che si ispirò al secondo romanticismo tedesco, seguendo le orme di Liszt; al pubblico, non appagato, Cominati concede anche un famoso pezzo di Piazzolla, struggente per malinconica dolcezza. Nella seconda parte il M° Renzetti è il vigoroso orchestratore e conduttore: per prima, l’ouverture-fantasia di Cajkovskij ‘Romeo e Giulietta’, imperniata su due temi principali: quello tempestoso della lotta e quello divinamente romantico dell’amore (l’America si invaghì delle musiche di Cajkovskij, al punto che numerosi compositori locali ne rimasero influenzati); quindi, la suite dal balletto ‘L’oseau de feu’ (1919) di Igor Stravinskij: orchestrazione, dinamismo e danza sono ispirati al balletto russo del grande coreografo Diaghilev; l’inno finale è una grandiosa tavolozza orchestrale che apre la via alla celeberrima ‘Sagra della primavera’. Con questo concerto, l’Ente ha offerto ad un pubblico, attento ed assiduo, un’altra serata di grande musica.

Fulvio La Rosa©rIPrOdUzIONe rISerVAtA

IL PIANOFORTE DI ROBERTO COMINATI ESALTA RAVEL E STRAVINSKIJ

Al “Rossini” la grande musica del Novecento

Page 23: «Il Nuovo Amico» n. 10 del 10 marzo 2013

10 marzo 2013 23amicoil nuovo• • arte cultura sport

Da cinque anni nelle Marche esiste una legge specifica sugli oratori, circa 300 sul territorio, che è stata rifinanziata alla fine

di gennaio 2013 con 600mila euro. Nello scorso anno questi fondi sono stati utilizzati per progetti che hanno riguardato la formazione degli operatori; lo svolgimento di ricerche e sperimentazione di attività e metodologie d’intervento, soprattutto a carattere innovativo; la realizzazione di percorsi d’integrazione e recupero a favore di soggetti a rischio emarginazione sociale, devianza in ambito minorile o giovanile, con disabilità; il funzionamento degli enti come parrocchie, altri enti ecclesiastici della Chiesa cattolica, associazioni nazionali cattoliche degli oratori, ovviamente per attività oratoriali. Di particolare rilievo è stato il corso di formazione regionale per formatori degli oratori “Formati 3” (Forum Oratori Marche) promosso dalla Conferenza episcopale marchigiana, unitamente all’Associazione Amici del Centro Giovanni Paolo II, in accordo con tutti i referenti diocesani. Per il 2013 tra i progetti in cantiere c’è “Oratorio dove sei”, promosso dal Forum Oratori Marche (www.forumoratorimarche.it) con la supervisione scientifica dell’Istituto Teologico marchigiano, che si pone l’obiettivo di rileggere l’esperienza marchigiana attraverso il coinvolgimento di tutte le figure che con il loro contributo assicurano all’oratorio una significativa vitalità.

AlleAnze educAtive“La legge sugli oratori è stata un punto di partenza ma anche un riconoscimento del cammino fatto dalle nostre comunità nelle diocesi - afferma don Francesco Pierpaoli, coordinatore del Forum degli oratori marchigiani -. Questo riconoscimento ha rilanciato le alleanze educative, si è creato

un circolo virtuoso e si sono realizzate sinergie molto positive con gli ambiti territoriali sociali e con la realtà degli immigrati sul territorio: basti pensare che su 18mila ragazzi censiti, che frequentano le realtà oratoriali, il 10% è costituito da giovani che appartengono ad altre religioni”.Il sacerdote nota che questa legge è andata “a beneficio di tutta la società” e dentro la Chiesa “ha certamente sollecitato tutte le risorse educative, mettendo in gioco i vari talenti. Si è verificato un allargamento della ministerialità nelle parrocchie e nelle diocesi, tante persone adulte si sono messe in gioco”. Altro risultato positivo, secondo don Pierpaoli, è che questa legge ha spinto ogni diocesi a nominare un referente,

dietro cui ci sono le parrocchie, gli istituti religiosi, i salesiani, gli scout, l’Azione cattolica, il Centro sportivo italiano e tanti altri ancora “che hanno creato un polo unitario che vede negli oratori dei luoghi per ‘servire’ i ragazzi”.diritto di cittAdinAnzA educAtivAPer il presidente regionale del Centro sportivo italiano, Daniele Tassi, “la legge sugli oratori è stata una grande ricchezza perché ha dato diritto di cittadinanza educativa ai giovani che frequentano gli oratori e che prima non erano considerati nella programmazione delle politiche giovanili, dello sport e del tempo libero”. Inoltre, grazie a questa norma

“nelleMarche si è ampliata la presenza degli oratori: da una parte si sono consolidati quelli già esistenti, dall’altra sono sorte nuove realtà”. Importante, poi, che “si sia fatta tanta formazione per gli educatori che sono i primi attori e testimoni dei valori con cui i ragazzi entrano in contatto”, senza dimenticare che “gli oratori sono luoghi d’integrazione per giovani italiani e stranieri”. Per il futuro l’augurio che “ci sia sempre una maggiore integrazione tra parrocchie, scuole, famiglie e altre agenzie educative e che gli oratori siano considerati parte non trascurabile di politiche integrate per i giovani”.

a cura di Simona Mengascini© RIPRODUZIONE RISERVATA

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TURNO 11 - 17 MARzO 2013

INFORMAzIONI UTIlIIl turno 24 h va dalle ore 8,30 alle ore 8,30 del giorno suc-cessivo. Il turno AUSILIARIO nei giorni feriali va dalle ore 15.30-19.30. Il turno AUSILIARIO nei giorni festivi effettua orario di normale apertura.

Lunedì 11 Peroni V. del Novecento, 13 0721-453478 24 h

Martedì 12 Madonna di Loreto V. Ugolini, 1 0721-390645 24 h

Mercoledì13 Pantano V. Dandolo, 6 0721-410050 24 h

Giovedì 14 antonioLi V. Branca, 118 0721-30172 24 h

Venerdì 15 Soria V. Laurana, 4 0721-24790 24 h

Sabato 16 Maffei PenSerini V. Cecchi, 28 0721-33046 24 h

ruGGeri C.so XI Settembre, 3 0721-33206 Ausil.

domenica17 Mari V. Rosselli, 42 0721-67121 24 h

ruGGeri C.so XI Settembre, 3 0721-33206 Ausil.

1112

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Marzo

141516

17TURNI DEllE FARMACIE TRAMITE SMSE’ sufficiente inviare un messaggio SMS al 320-2649186 scri-vendo farmacie PESARO farmacie FANO farmacie URBINO per ottenere un SMS di risposta con l’indicazione del nome delle farmacie di turno nel giorno della richiesta.

IL NUOVO AMICOÈ NeLLe eDICOLe DI fANO• ferlito giuseppe v. le XII Settembre 1 • A.f. news s.n.c. p.za Amiani • edicolA di simonA gAroffolo v. Nolfi • rivenditA giornAli e riviste di pAlAzzi Augusto v. Roma 8/a

IL NUOVO AMICO È IN TUTTe Le eDICOLe DI PeSARO

RICONOSCIUTO IL VALORE EDUCATIVO DI TRECENTO STRUTTURE MARCHIgIANE

Rifinanziata la legge regionale sugli oratori

Nelle Marche sono 18mila i ragazzi che

frequentano un oratorio. Il 10% è costituito da

giovani che appartengono ad altre religioni.

La striscia vincente di Rolando Ugolini

I “limoni dell’amicizia”PESARO – Due giorni all’insegna della solidarietà, sabato 16 e domenica 17 marzo, pro African Mission – Cooperazione e sviluppo in 90 parrocchie della provincia di Pesaro e Urbino. Il comune di Procida (Napoli), seguendo una tradizione ormai consolidata, ha donato 80 quintali di gustosi agrumi alla sede regionale di Morciola di Colbordolo del movimento fondato da don Vittorio Pastori.L’iniziativa, che mobilita

circa 300 volontari, si ripete già da alcuni anni con risultati molto lusinghieri ed è finalizzata alla raccolta di fondi a sostegno di alcuni progetti da realizzare in Uganda, a Loputuk.

PESARO – Rolando Ugolini è impegnato a dare continuità ad una lunga striscia vincente. Dotato di una notevole sensibilità si produce con successo, dall’alto dei suoi 82 anni, nell’ambito di tre formazioni corali (Polifonico “San Carlo” di Pesaro, “I Cantori della città futura” dell’Unione dei Comuni di Pian del Bruscolo e Coro “Montefeltro”) ed anche, come solista, in funzioni religiose e manifestazioni ricreative. Le sue poesie mirate fanno riferimento ai principali avvenimenti che si svolgono sul territorio. Recentemente ha scritto versi per Radio Maria, di esaltazione di alcuni personaggi caratteristici e di luoghi d’incontro particolarmente noti e frequentati.

Page 24: «Il Nuovo Amico» n. 10 del 10 marzo 2013

10 marzo 201324 amicoil nuovo• •

I l concorso è organizzato dal Serviz io C.E. I . per la promozione del sostegno economico al la Chiesa cattol icain co l laboraz ione con l ’Uff ic io Naz iona le C.E. I . per l ’educaz ione, la scuola e l ’un ivers i tà e con i Caf Ac l i .