«il nuovo amico» n. 33 del 30 settembre 2012

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Antifurto - Antincendio TVCC - Videocontrollo Cotrollo Accessi Cablaggio Strutturato Impianti telefonici Automazioni FAAC Portoni Sezionali Preventivi e sopralluoghi gratuiti Assistenza tecnica 24 ore su 24 0721 - 851005 Fano SETTIMANALE D’INFORMAZIONE DIOCESI DI: PESARO • FANO • URBINO FONDATO NEL 1903 30 SETTEMBRE 2012 ANNO 109 • N. 33 Spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004 N. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Pesaro facebook.com/ilnuovoamico € 1,00 amico il nuovo www.ilnuovoamico.it Antifurto - Antincendio TVCC - Videocontrollo Cotrollo Accessi Cablaggio Strutturato Impianti telefonici Automazioni FAAC Portoni Sezionali Preventivi e sopralluoghi gratuiti Assistenza tecnica 24 ore su 24 0721 - 851005 Fano COPIA OMAGGIO EDITORIALE hotel supplies Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro Tel. 0721 405274 Fax 0721 259164 www.arpaitalia.it - [email protected] FORNITURE ALBERGHIERE ARREDO BAGNO E CAMERA COMUNICAZIONE E PUBBLICITÁ Seguici su: SSS security systems SISTEMI DI VIDEOSORVEGLIANZA CON CONTROLLO REMOTO VIA INTERNET Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro Tel. 0721 405274 Fax 0721 259164 www.ipsorveglianza.com - [email protected] Richiedi il tuo preventivo Illustrazione: Mara Cerri Comunicazione: Hotelfantasy.co.uk Moda Luciana NUOVI ARRIVI PREZZI SPECIALI Pesaro - via delle Betulle n. 4 (zona Torraccia) - Tel. 0721/22611 L addove si fa sperimentazione scientifica a favore dell’uomo si fa anche sperimentazione di fede a favore dell’uomo. Più che un auspicio è una sfida per la moltitudine di individui che si professano agnostici ed è il cuore della riflessione che Papa Ratzinger fece nell’inaugurazione del 50^ dell’Istituzione delle Facoltà di Medicina e Chirurgia ‘Agostino Gemelli’. Le molteplici scoperte innovative sono motivo di vanto, non prive di inquietanti risvolti. Sullo sfondo del sapere scientifico si protende l’ombra di una grave crisi culturale. L’abbaglio dell’efficacia della tecnica, oscurando la dimensione spirituale e morale, genera un rischioso equivoco fra ciò che è possibile tecnicamente e ciò che è realmente buono. È necessario che la cultura riapra l’orizzonte delle domande di senso e di significato e soprattutto quella che Benedetto XVI chiama “Quaerere Deum”, vale a dire la ricerca di Dio. Si può dire che lo stesso impulso alla ricerca scientifica scaturisca dalla nostalgia di Dio, di quel Dio che abita il cuore dell’uomo. È insita anche la tendenza di ampliare il campo visivo della ricerca, sebbene non sia in grado di chiarire completamente la strana penombra che grava su quelle realtà. Il trascendente bussa alla porta. Bisogna restituire infatti all’intelletto quello spazio di ricerca che condivide con la fede. “Scienza e fede – dice testualmente papa Ratzinger – hanno una reciprocità feconda, quasi una complementare esigenza della conoscenza del reale”. Escludendo dal dibattito, come avviene spesso oggi, la domanda su Dio si determina l’impoverimento del pensiero e della sua capacità di intendere. Ma l’uomo non è lasciato solo. È Dio stesso che lo avvicina. Entra nella storia, perfino nella storia personale di ciascuno. Egli è la Parola (Verbum in latino e Logos in greco) che si rivela incarnandosi (Incarnazione) e diventa Uno di noi (Emmanuel), Gesù il Cristo. Sicché il Cristianesimo è la religione della Parola che si consegna alla ragione affinché possa dire “Io credo”. In definitiva l’uomo ha due desideri fondamentali: conoscere la verità delle cose e di sé e la permanenza nell’esistere. In Cristo che si definisce “Via, Verità e Vita”, trova l’uno e l’altro. Ed è proprio percorrendo il sentiero della fede che l’uomo si mette in grado di scorgere nelle stesse realtà di sofferenza e di morte, che attraversano la sua esistenza, una possibilità autentica di bene e di vita. ‘Ragione e Fede’ è il binomio che tende a restituire l’uomo completo nell’essere e nel conoscere, perciò capace di avviare un umanesimo integrale che è alla base di un processo di vera, autentica ed esauriente civiltà. Raffaele Mazzoli © RIPRODUZIONE RISERVATA Un rischioso equivoco Convegno diocesano e Festa di S. Terenzio PESARO 9/10/11 LA FAMIGLIA SARANO SCAMPATA ALLA SHOAH GRAZIE AI “GIUSTI” DI MOMBAROCCIO PAGINA 5 Direzione spirituale dei divorziati FANO 13 Solennità del patrono S. Michele S. ANGELO IN VADO 18 SONDAGGIO 12 Rocca Costanza: monumento o sgambatoio?

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«Il Nuovo Amico» n. 33 del 30 settembre 2012

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30 settembre 2012 • Anno 109 • N. 33 • Spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004 n. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Pesaro • facebook.com/ilnuovoamico € 1,00

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ed è il cuore della riflessione che Papa Ratzinger fece nell’inaugurazione del 50^ dell’Istituzione delle Facoltà di Medicina e Chirurgia ‘Agostino Gemelli’. Le molteplici scoperte innovative sono motivo di vanto, non prive di inquietanti risvolti. Sullo sfondo del sapere scientifico si protende l’ombra di una grave crisi culturale. L’abbaglio dell’efficacia della tecnica, oscurando la dimensione spirituale e morale, genera un rischioso equivoco fra ciò che è possibile tecnicamente e ciò che è realmente buono. È necessario che la cultura riapra l’orizzonte delle domande di senso e di significato e soprattutto quella che Benedetto XVI chiama “Quaerere Deum”, vale a dire la ricerca di Dio. Si può dire che lo stesso impulso alla ricerca scientifica scaturisca dalla nostalgia di Dio, di quel Dio che abita il cuore dell’uomo. È insita anche la tendenza di ampliare il campo visivo della ricerca, sebbene non sia in grado di chiarire completamente la strana penombra che grava su quelle realtà. Il trascendente bussa alla porta. Bisogna restituire infatti all’intelletto quello spazio di ricerca che condivide con la fede. “Scienza e fede – dice testualmente papa Ratzinger – hanno una reciprocità feconda, quasi una complementare esigenza della conoscenza del reale”. Escludendo dal dibattito, come avviene spesso oggi, la domanda su Dio si determina l’impoverimento del pensiero e della sua capacità di intendere. Ma l’uomo non è lasciato solo. È Dio stesso che lo avvicina. Entra nella storia, perfino nella storia personale di ciascuno. Egli è la Parola (Verbum in latino e Logos in greco) che si rivela incarnandosi (Incarnazione) e diventa Uno di noi (Emmanuel), Gesù il Cristo. Sicché il Cristianesimo è la religione della Parola che si consegna alla ragione affinché possa dire “Io credo”. In definitiva l’uomo ha due desideri fondamentali: conoscere la verità delle cose e di sé e la permanenza nell’esistere. In Cristo che si definisce “Via, Verità e Vita”, trova l’uno e l’altro. Ed è proprio percorrendo il sentiero della fede che l’uomo si mette in grado di scorgere nelle stesse realtà di sofferenza e di morte, che attraversano la sua esistenza, una possibilità autentica di bene e di vita.‘Ragione e Fede’ è il binomio che tende a restituire l’uomo completo nell’essere e nel conoscere, perciò capace di avviare un umanesimo integrale che è alla base di un processo di vera, autentica ed esauriente civiltà.

Raffaele Mazzoli© RIPRoDUZIonE RISERVATA

Un rischioso equivoco

Convegno diocesano e

Festa di S. Terenzio

Pesaro 9/10/11

la famiglia sarano scamPata alla shoah grazie ai “giusti” di mombaroccio

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Direzione spirituale dei

divorziati

fano 13

Solennità del

patrono S. Michele

s. angelo in vado 18 sondaggio 12

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Chiesa e Mondo30 settembre 20122 amicoil nuovo• •

Aut. n. 83/85 Trib. di PesaroIL NUOVO AMICO RISPETTA L’AMBIENTE. STAMPIAMO SOLO SU CARTA RICICLATA.

REDAZIONE CENTRALE:Raffaele Mazzoli – Direttore - Ernesto Preziosi - Direttore ResponsabileRoberto Mazzoli - Caporedatt. CentraleGastone Mosci – Incaricato dei rapporti con la Regione MarcheVia del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) - Tel. 0721/64052 Fax 0721/69453e-mail: [email protected]

Redazione di Pesaro: Via del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) Tel. 0721/64052 - Fax 0721/69453e-mail: [email protected] Alvaro Coli – Responsabile diocesano.

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La ParoLa di dio

“Mettere in luce il volto positivo della musica rock, amata da più di una generazione, cogliendo ciò che di autenticamente umano c’è in tante canzoni di autori, italiani e di altri Paesi, più o meno famosi”. È l’intento della rubrica “Il Rock e l’Assoluto”, partita il 25 settembre su Romasette.it,

la testata d’informazione on line della diocesi di Roma (www.romasette.it). “Una proposta - informa la testata diocesana - che avrà incursioni anche in altri generi, rivolta a giovani ed educatori, ma anche ad ogni appassionato di musica e a tutti coloro che nella musica vedono uno straordinario veicolo di comu-nicazione tra gli uomini e di ricerca dell’Assoluto”. L’obiettivo è “indicare semi di verità, speranza, amicizia, amore sparsi attraverso i testi di tanti brani”. A curare la rubrica è Walter Gatti, che si occupa di musica rock dai primi anni Ottanta, ha collaborato con numerose testate nazionali e con molte emittenti radiofoniche e ha pubblicato alcune antologie de-dicate alle grandi canzoni del rock, della musica italiana e del blues. Nel segno di una ricerca, che sarà anche quella della rubrica, “tesa a scovare il dato più profondamente umano e religioso degli artisti e delle loro canzoni”.

GIORNALI FISC - LA NUOVA RUBRICA SU ROMASETTE.IT

Il rock e l’assoluto

XXIV domenica del tempo or-dinario - Anno BLETTURE: Nm 11,25-29; Sal 18; Gc 5,1-6; Mc 9,38-43.45.47-48 ossiamo leggere il vangelo di oggi come una serie di sentenze che riguardano il discepolo. Innanzitutto im- pariamo che accanto all’essere “di Cristo”, c’è anche l’essere “per Cristo”. Cioè c’è anche chi, pur non facendo parte del gruppo che segue Gesù, tuttavia può profetizzare (prima lettura), e anche compiere miracoli nel

suo nome. “Chi non è contro di noi è per noi”. Tutti coloro che amano la ve-rità e per essa combattono sono “per Cristo”. In secondo luogo, Gesù dice che anche il gesto più piccolo (come dare un bicchiere d’acqua) compiu-to nel suo nome verso “i suoi”, meri-ta una ricompensa, tanta è la dignità dell’appartenere a Cristo. In terzo luo-go egli dice di non “profanare” coloro che credono in Gesù, e qui troviamo immagini molto forti sia verso colo-ro che “scandalizzano”, cioè pongono ostacoli ai credenti per deviarli dalla loro fede (“sarebbe meglio per lui che gli venga messa al collo una macina

da mulino e sia gettato nel mare”); sia verso i credenti stessi che non fanno di tutto per custodire la loro dignità di discepoli: “Se la tua mano ti è mo-tivo di scandalo, tagliala…”.Cosa dice a noi il Signore? Le nostre comunità non siano anguste, chiuse ed esclusive. Lo Spirito del Signore lavora dove vuole ed è necessario ri-conoscere i segni della sua presenza ovunque. Ciò non toglie che debba essere forte la consapevolezza della nostra dignità (di essere ”di Cristo”) e quindi della nostra appartenenza alla Chiesa: per non diventare insi-gnificanti in mezzo agli altri. Al con-

trario deve essere eccellente la nostra testimonianza nella vita personale, familiare e professionale, per esse-re la lampada sul moggio, la città sul monte. E così possiamo collaborare responsabilmente con chiunque vuo-le costruire un mondo migliore.Cosa diciamo noi al Signore? “Si-gnore, continua a effondere su di noi la tua grazia, affinché possiamo com-prendere sempre più a quale dignità siamo stati chiamati”.

Giovanni Tani, Arcivescovodi Urbino-Urbania -S. Angelo in Vado

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nessuno ha il monopolio di Cristo

CALENDARIO 30 settembreS. Sofia (Sonia) Martire

I anta Sofia è venerata insieme alle figlie Pistis, Elpis, Agape, nomi greci che tradotti sono Sapienza,

Fede, Speranza, Carità. Tutte e quat-tro martiri sotto Traiano; la più anti-ca notizia sulla loro esistenza e ve-nerazione risale alla fine del sec. VI, come autore il presbitero Giovanni, il quale raccolse gli olii sui sepolcri dei martiri romani al tempo di s. Gregorio Magno (590-604); egli dice, in contraddizione, che esse erano venerate sulla via Aurelia con nomi greci e sulla via Appia con nomi la-tini. I loro nomi furono inseriti al 1° agosto nel Martirologio di Usuardo, mentre nel 1500 il Baronio li inse-risce nel Martirologio Romano ma dividendole: le tre figlie al 1° agosto e la madre al 30 settembre. Qualche studioso mette in dubbio l’esistenza reale delle quattro sante, volendo inserirle invece come figure allego-riche delle virtù di cui portavano il nome. Nell’arte hanno avuto un loro spazio abbastanza importante sia in Oriente che in Occidente, in partico-lare per quanto riguarda s. Sofia che come già detto significa Sapienza Divina, a lei furono intitolate spe-cie in Oriente le più belle e grandi chiese tra cui S. Sofia di Costantino-poli, S. Sofia di Salonicco, S. Sofia di Bulgaria. Il culto della madre e delle tre simboliche figlie Fede, Speranza, Carità è sopravvissuto anche lì dove il Cristianesimo ha subito gli eventi storici come Costantinopoli, Kiev, Novograd, Salonicco dove le grandi chiese intarsiate di mosaici, di troni, corone, scettri d’oro tempestati di gemme, sono ancora oggi visibili. In Occidente questa regina si è tra-sformata in una pietosa matrona che protegge le sue figlie sotto il suo mantello, mentre le giovani martiri tengono in mano lo strumento del loro martirio (fornace, clava), Fede ha le mani giunte in preghiera.

Dal 7 al 28 ottobre 2012, si è tenuta in Vaticano la XIII assemblea generale ordinaria del Sinodo dei

vescovi sul tema “La nuova evan-gelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”. Sotto la guida di Benedetto XVI, presidente del Sinodo dei vescovi, rappresentan-ti dell’episcopato del mondo inte-ro in un ambiente di preghiera, di dialogo e di fraterna comunione, rifletteranno sulla trasmissio-ne della fede cristiana, ha detto mons. Nikola Eterović, segretario generale del Sinodo.Il prossimo evento riguarda solo i vescovi? Certamente essi sono i primi interessati, a motivo della missione che svolgono, ma il tema a motivo della sua portata riguar-da tutto il popolo di Dio. Nessuno, infatti, può rimanere indifferente al fatto che in alcune regioni della terra la fede vada estinguendosi o che il discorso su Dio sia conside-rato non significativo per l’uomo contemporaneo.

Ora, proprio i padri conciliari sentirono forte il desiderio di rin-novare la vita di tutti i cristiani – pastori e fedeli – guidandoli a un’adesione sempre più personale a Cristo Gesù. E dalla contempla-zione del volto di Cristo nasce il desiderio, prima che impegno, della nuova evangelizzazione. Questa dinamica la riaffermò con chiarezza il beato Giovanni Pao-lo II al termine del grande Giu-bileo, altro evento significativo del periodo postconciliare. Se la preparazione aveva avuto lo sco-po di mantenere lo sguardo fisso su Gesù, se il Giubileo era stato una grande celebrazione di Cristo Salvatore, gli anni a venire avreb-bero dovuto costituire un grande impegno, inteso come un conti-nuo ripartire dal volto di Cristo. Un impegno, questo, che riguar-da tutti coloro che compongono, nella loro diversità e complemen-tarietà, il Corpo mistico di Cristo. Su questo c’è da fare un passo in più per recuperare la prospetti-

va globale del Concilio; in questi cinquant’anni si è giustamente insistito che la Chiesa ha inteso rivalutare la condizione battesi-male dei fedeli al fine di renderli partecipi della missione evange-lizzatrice. Questo è vero, ma non è tutto. Prima ancora, il Concilio ha voluto mostrare la bellezza della vita cristiana e la chiamata a partecipare alla vita stessa di Dio, come dono offerto a tutti. Perciò l’impegno per la nuova evange-lizzazione tocca l’intero popolo santo di Dio e la sua realizzazio-ne può essere l’occasione per un armonico operare di pastori, re-ligiosi e fedeli. Da dove partire? Non ci sono dubbi: dal grande incontro con Gesù, grazie al suo Spirito, voluto e donato dal Padre. “È un incontro nel quale ci sentia-mo attratti, e che mentre ci attrae ci trasfigura, introducendosi in dimensioni nuove della nostra identità, facendoci partecipi del-la vita divina. L’evangelizzatore è, dunque, un servo che mette se

stesso nelle mani della Chiesa, af-finché gli uomini incontrino Dio ed entrino a far parte della sua fa-miglia con la fede e i sacramenti. In questa prospettiva di grazia si vive l’armonia dei compiti e dei ruoli; ci si considera evangelica-mente servi inutili, ma chiamati per grazia ad annunciare il Van-gelo, secondo lo stile di Cristo. Sebbene egli sia il rivelatore pieno e definitivo di Dio, non ha ferma-to a sé gli uomini, ma, come una porta, li ha introdotti alla comu-nione con il Padre. Anche l’evan-gelizzatore sa di non dover atti-rare a sé gli uomini, di non dover impressionarli per i suoi mezzi o le doti personali, ma di condurli all’incontro con il Dio misericor-dioso. Propriamente parlando la missione evangelizzatrice resta opera dello Spirito Santo e consi-ste nell’offerta del Vangelo, l’uni-co a realizzare l’uomo nella sua storia.

Marco Doldi© RIPRODUZIONE RISERVATA

SINODO DEI VESCOVI NEL 50^ DEL CONCILIO

Tutta la Chiesa impegnatanella nuova evangelizzazione

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Socio Politico 30 settembre 2012 3

Una polemica motivata da una non conoscenza oggi non più giustificata e giustificabileC’è da chiedersi perché. Perché il ministro Profumo ester-

na sull’insegnamento della religione cattolica (Irc), mostrando tra l’altro di non conoscerlo molto bene? Perché adesso? Lo stesso ministro, non molto tempo fa, ha firmato un’intesa con la Conferenza episcopale italiana sulle nuove indicazioni didat-tiche per l’Ircnelle scuole superiori (oltre a un’altra sulla qualifi-cazione dei docenti) che tengono certamente conto dell’atten-zione alla società multietnica, della conoscenza e del rapporto tra le religioni. Quei temi che, secondo le ultime esternazioni, renderebbero invece l’Irc inadeguato e da rivedere. Già a Torino, settimana scorsa, alla festa di Sinistra, ecologia e libertà, Profu-mo aveva sostenuto che l’ora di religione, così com’è strutturata, avrebbe poco senso e andrebbe modificata. Perché ormai “nel-le nostre classi, soprattutto alle elementari e alle medie, il 30% degli studenti è di origine straniera e, spesso, non di religione cattolica”. “Probabilmente - aveva aggiunto - quell’ora di lezio-ne andrebbe adattata, potrebbe diventare un corso di storia

delle religioni o di etica”. Oggi, a margine di un incontro per la presentazione della biblioteca ministeriale, è tornato sulla que-stione, scatenando inevitabilmente una ridda di commenti, e di confusione, sull’Irc“catechismo coi soldi pubblici”, che indottri-na i ragazzi.A chi giova sollevare un polverone del genere? Tanto più che il ministro dovrebbe sapere bene che l’Irc è ben diverso dal “ca-techismo” su cui insistono gli irriducibili paladini di ideologie ormai superate, non è solo per i cattolici ma è per tutti, concor-re al pieno raggiungimento delle finalità della scuola pubblica, non chiede adesioni di fede, contempla, nei programmi e negli strumenti didattici, la conoscenza e il confronto con tradizioni culturali e religiose diverse. Dovrebbe sapere, anche, il ministro, che tale insegnamentoè frequentato in concreto da molti allievi non cattolici, anche stranieri, i quali evidentemente non si sen-tono discriminati dall’Irc e, attraverso la conoscenza dei principi del cattolicesimo, parte del patrimonio storico del popolo ita-liano, contribuisce a promuovere integrazione culturale e citta-dinanza. Lo ha ricordato molto bene, tra l’altro, Giuseppe Della

Torre su “Avvenire”, facendo intendere come il Paese e la scuola abbiano ben altri e “gravissimi” problemi.E allora viene da pensare che il polverone - alimentato anche da un modo senza scrupoli di fare notizia (un titolo sull’ora di religione “tira” sempre, anche se c’è poco da mordere) - serve a coprire proprio i “gravissimi” problemi, che vanno dall’edilizia scolastica disastrata alla situazione precaria delle scuole terre-motate, dalla situazione irrisolta del precariato al malumore e disamore di molti operatori scolastici e chi più ne ha più ne metta. Problemi che evidentemente nemmeno i proclami sulla “scuola digitale” riescono a mettere in secondo piano.Davvero non serve oggi una polemica in più sull’Irc. Ben ven-ga una riflessione sulle didattiche innovative, sulla necessità di restare al passo con la società e i bisogni educativi delle nuove generazioni, ma senza confusioni. L’Irc in questi anni ha cammi-nato proprio in questa direzione. Si può sempre migliorare, ma polemiche e ideologia non sono la strada giusta.

Alberto Campoleoni© RIPRODUZIONE RISERVATA

“I cattolici devono essere in pri-ma fila per fedeltà al Vangelo e all’uomo. Devono agire da

lievito per formare le coscienze e lasciar esprimere nei fatti le novità liberanti della fede”. Il giorno pri-ma della conclusione del Master di aggiornamento della Federa-zione italiana settimanali cattolici (Fisc) - dedicato a don Alfio Inser-ra che ne fu l’ideatore e sostenitore - i giornalisti hanno incontrato don Francesco Fiorino, direttore del quindicinale “Condividere” della diocesi di Mazara Del Vallo. L’in-contro è avvenuto nell’agriturismo “Al ciliegio” di Salemi (Tp), uno dei cinque beni confiscati alla mafia e affidato alla fondazione “San Vito onlus”, cui don Francesco è pre-sidente. Per il sacerdote “il ruolo della stampa cattolica è fonda-mentale per far emergere il posi-tivo e far vedere che è possibile il

cambiamento”. Don Francesco da quasi dieci anni è impegnato nella gestione di terreni, case, proprie-tà, confiscati alla mafia e diventati centri d’accoglienza, colonie, abi-tazioni per persone in difficoltà. “Non bisogna essere eroe per fare certe cose - assicura al Sir -, è la di-gnità di battezzato che ce lo chiede. Sono i doni che ci sono stati dati, e dobbiamo lasciarci trasformare dalle esigenze del territorio in cui siamo chiamati a vivere”. In questa logica, “il prete è chiamato a stare dove esiste una mentalità antie-vangelica, una mentalità di morte”,

e a ritornare “all’esercizio più reli-gioso dopo la preghiera, l’impegno per il bene comune”. Un impegno per il bene comune condiviso anche da Francesco Za-notti, presidente della Fisc, che ha invitato i settimanali, e la stampa cattolica in generale, a “non va-nificare l’eredità lasciata da tutte quelle persone che si sono battute e hanno dato la vita per dimostra-re che una terra come la Sicilia e un Paese come l’Italia hanno la capacità di andare ‘oltre le mafie’”. “Non sono morti invano. E ora - ha rimarcato al Sir il presidente

Fisc - è nostra responsabilità non dimenticarlo e diffondere un mes-saggio di speranza, fatto di una quotidianità come quella che ab-biamo vissuto in questi giorni, che ci ha permesso di entrare in con-tatto con le opere di persone che non si piegano alle logiche di un potere occulto che a volte sembra invincibile”. Secondo Zanotti, è necessario “creare una cultura antimafia tra-mite un percorso che si può pro-porre a tutti, in particolare ai gio-vani. Perché è soprattutto a loro che dobbiamo far capire che un futuro è possibile, come nel caso delle belle esperienze realizzate anche grazie ai beni confiscati alla mafia”. In questo senso, un buon giornalista deve “formare, vigilare, denunciare e progettare”. “Impor-tante - ha proseguito - è anche raccontare l’accoglienza, il calore,

l’affetto e le tante ‘voci fuori dal coro’ che sono presenti in Sicilia e nel nostro Paese. Realtà che di-mostrano che non solo è possibile una Sicilia oltre le mafie, ma tutta una nazione può andare oltre”. Anche secondo Carlo Cammo-ranesi, direttore de “L’Azione” di Fabriano, nella lotta alla mafia i giornali diocesani “giocano un ruolo importante”, dal momento che “veicolano i tanti messaggi che arrivano dal territorio”. “Parlare di mafia però - ha precisato - non può limitarsi esclusivamente a un insieme di parole. Si deve avere il coraggio di sostenere le proprie idee anche a costo di sembrare impopolari. Solo così si può creare una mentalità nuova che tutelerà realmente le persone”.

Agenzia Sir© RIPRODUZIONE RISERVATA

MASTER DEI SETTIMANALI DIOCESANI

Oltre le mafiescrivere a testa alta

L’assonanza “educativa” tra l’appello di Giorgio Na-politano e quello del card. Angelo Bagnasco

C’è una singolare assonanza tra le parole che il presidente della Re-pubblica, Giorgio Napolitano, ha rivolto ieri al mondo della scuo-la nell’inaugurazione ufficiale dell’anno scolastico e quelle che il cardinale presidente della Cei, Angelo Bagnasco, ha pronunciato il giorno prima, aprendo il Con-siglio permanente della Confe-renza episcopale. Parole gravi, a sottolineare il momento difficile per l’Italia, tra una politica che ha perso il filo e la corruzione che pare dilagante, immoralità, malaffare, motivo di disagio e di “rabbia degli onesti”, come sug-geriva il cardinale. Il presidente, parlando soprattutto agli studenti, ha ricordato il valore della legali-tà che la scuola cerca di promuo-vere e ha sottolineato, riferendosi alla cronaca, come proprio “nel disprezzo per la legalità si molti-plichino malversazioni e fenome-ni di corruzione inimmaginabili, vergognosi. Non è questo accet-tabile - ha aggiunto - per perso-ne sensibili al bene comune, per cittadini onesti, né per chi voglia avviare un’impresa”.Non c’è solo l’assonanza nella denuncia. Pare di cogliere anche qualcosa di più: la convinzione e la speranza che si possa voltare pagina. Ed è forse questo l’aspet-to più importante, per evitare, oltre la rabbia, la rassegnazione degli onesti, imbarcati su una nave alla deriva dove sul ponte si balla allegramente e si fa festa, pri-ma del naufragio. “La cittadinanza è più avanti di quanto non si pen-si”, suggeriva il cardinale, lascian-do intendere l’esistenza di energie positive, capaci di risollevarsi pur nella grave crisi. E Napolitano ha parlato agli studenti, ai giovani, che sono il futuro del Paese. Invi-tandoli a guardare avanti, perché “risanare la politica, far vincere la legge si può”.Ma come è possibile? E qui il di-scorso di Napolitano apre uno

scenario decisivo, facendo appello al mondo dell’educazione e della scuola, quella scuola che “educa alla cittadinanza, promuovendo la condivisione di quei valori so-ciali e civili che tengono unite le comunità vitali, le società demo-cratiche”. Lo ha sottolineato anche il ministro Profumo. La scuola la-boratorio della convivenza, dove si “macinano” e si sperimentano i valori del vivere insieme. Dove la legalità, ad esempi - ed è anco-ra Napolitano a ricordarlo -, vuole

dire rispetto delle regole, “rispetto dei compagni, specie di quelli più deboli, e soprattutto, vorrei sotto-linearlo, rispetto degli insegnanti che sono il cuore pulsante della scuola, e guai a indebolirlo”.Una scuola che diventa efficace se funziona il “triangolo amoroso” tra insegnanti, studenti e famiglie, se operano insieme “almeno altri tre soggetti : una società che creda e pratichi la superiorità dell’istruir-si bene rispetto al contare sulla raccomandazione, un mondo del

lavoro che contribuisca alla forma-zione dei giovani e premi le loro competenze, un’azione pubblica che riconosca il ruolo cardine del-l’istruzione e in essa investa idee e risorse”. Il discorso del presidente è forte e al di là delle ricadute che potrebbe avere in termini di poli-tica scolastica - servono più risor-se - è in sostanza un richiamo alla responsabilità condivisa, ad uno sforzo educativo cui non può sot-trarsi nessuno, che comincia nelle famiglie, passa per la scuola e fini-

sce nelle stesse aule della politica, nutrendosi necessariamente della consapevolezza dei compiti perso-nali e comunitari. Per non tradire i giovani. Tutto si tiene. E rimanda al grande sforzo dell’educazione, alla neces-sità di testimoni, alla convinzione che “oggi meno che mai - lo dice-va ancora il cardinale Bagnasco al Consiglio permanente - nessuno può illudersi di salvarsi da solo”.

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Ora di religione: perché tanta confusione?

QUANDO LA POLITICA TRADISCE LE ASPETTATIVE DEI GIOVANI

Corruzione e malaffare

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30 settembre 20124 Socio culturale amicoil nuovo• •

LA PROLUSIONE AL CONSIGLIO PERMANENTE DELLA CONfERENzA EPISCOPALE ITALIANA

Le gravissime questionidel momentoLe gravi questioni del mo-

mento, dall’economia alla politica, dalla corruzione alla disoccupazione gio-

vanile, dall’attacco all’istituto del-la famiglia a quello verso la vita sono state al centro dell’analisi che il presidente della Conferenza episcopale italiana, card. Ange-lo Bagnasco, ha proposto questa sera nella prolusione ai lavori del Consiglio episcopale permanen-te riunito a Roma (testo integrale della prolusione in *.pdf: clicca qui). Il suo discorso, undici pagi-ne di testo con ampi riferimenti a diversi interventi recenti del Papa, ha preso le mosse dall’esigenza “di meglio comprendere le radi-ci profonde - culturali, morali ed economiche - della crisi”, anche se “non è la prima volta, nell’Italia moderna, che si debbano affronta-re prove dure e inesorabili”. “For-se, in altri passaggi - ha aggiunto - s’imponevano convinzione diffu-sa, coraggio corale, quasi un en-tusiasmo contagioso”. Invece oggi sembra non essere più così. Anzi, il cardinale presidente ha nota-to che il Paese è come avvolto in “una cappa di sfiducia”, “fattore più pernicioso e pervasivo”, a cui fa da contrasto soltanto un “popolo che tiene, resiste; naturalmente si in-terroga e patisce; ma non si arren-de e vuol reagire”. Il card. Bagna-sco ha quindi richiamato gli eventi del terremoto nelle regioni del nord. Per una pastorale dinamica. La morte di don Ivan Martini nel-

la sua chiesa colpita dal terremo-to, la scomparsa del card. Carlo Maria Martini pochi giorni dopo quella del vescovo emerito mons. Maffeo Ducoli, i “tradimenti im-pensabili” che hanno riguardato la casa pontificia sono stati richia-mati dal cardinale presidente, per ricordare una verità: “La Chiesa non è moribonda - come a volte si vorrebbe e viene rappresentata … la Chiesa è unita e - seppure sotto sforzo - vuole affrontare le traver-sie del tempo con umiltà, vigore e lungimiranza”. Da questo ricono-scimento ha quindi fatto derivare il legame del popolo cristiano con gli eventi che ci attendono - Anno della Fede, Sinodo dei Vescovi sul-la nuova evangelizzazione, ricordo dei 50 anni del Concilio e dei 20 del Catechismo della Chiesa catto-lica - auspicando per questi tempi nuovi e difficili “una pastorale non più solo stanziale” ma aperta a “un contesto culturale dinamico”. Di fronte a un Dio “diventato per molti il grande Sconosciuto” ha auspicato un annuncio più incisi-vo, fatto anche con gli strumenti di cui la Chiesa italiana dispone (Avvenire, Sir, Tv2000). I protago-nisti di questo impegno per riav-vicinare gli uomini a Dio - ha poi ricordato - sono da un lato il clero, per il quale urge “una decisa acce-lerazione alla pastorale vocaziona-le” per avere “preti entusiasti, con una chiara identità”; e il laicato fat-to di “credenti di prim’ordine, con una forte presa soprannaturale”.

Le riforme attese. Riprendendo il tema della crisi, il cardinale ha deplorato il “reticolo di corrutte-le e di scandali” emerso in questi ultimi tempi, creando “una raffor-zata indignazione che la classe po-litica continua a sottovalutare”. Ha quindi auspicato “riforme tanto importanti quanto attese”, avendo presente le imminenti elezioni che rappresentano “non un passag-gio taumaturgico, ma un vincolo democraticamente insuperabile, e quindi qualificante e decisivo”. Del resto, la crisi “che non è con-giunturale ma di sistema” esige di essere affrontata con “competen-

za e autorevolezza”. Diversamen-te il futuro sarebbe ancora più nero per i giovani che - ha detto - “sono il nostro maggiore assillo” perché “è intollerabile lo sperpero antropologico di cui, loro malgra-do, sono attori”. Parole accorate e ferme il cardinale ha usato anche a proposito degli attacchi alla fa-miglia, con la rivendicazione delle unioni di fatto cui “assicurare gli stessi diritti della famiglia fondata sul matrimonio, senza l’aggravio dei suoi doveri”. Da qui ha fatto derivare la richiesta alla politica di “presidiare in maniera privilegiata la famiglia, riconoscendo pubbli-

camente il valore unico e ponendo in essere le misure necessarie e urgenti, affinché non sia umiliata e non deperisca”. Forte il richiamo anche ai valori “non negoziabili”, tra cui quello alla tutela della vita contro - ad esempio - la richiesta “palese o larvata” di introduzione dell’eutanasia. In questo quadro ha ricordato che la comunità ci-vile attende “il varo definitivo, da parte del Senato, del provvedi-mento relativo al fine vita, cioè le Dat (Dichiarazioni anticipate di trattamento)”.

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L’EXPO DEI fOCOLARI E LA POLITICA

La parola ai cittadini“Lo stallo dei partiti. La

politica dei tecnici. e i cittadini?”. se ne è par-

lato anche ieri in uno dei più affollati laboratori tematici che hanno accompagnato i circa 3.000 visitatori a LoppianoLab, la manifestazione promossa dal Movimento dei Focolari dal 20 al 23 settembre nella cittadella “focolarina” a pochi chilometri da Firenze. a margine dell’in-contro, Maria Chiara Biagioni per il sir ha chiesto al politolo-go antonio Maria Baggio, una sua analisi sulla situazione poli-tica attuale e la possibile via di uscita da intraprendere. oltre allo stallo della politica, anche gli scandali e gli sprechi. a che punto siamo arrivati? da dove dobbiamo partire?“C’è una situazione generalizzata che abbiamo ereditato non da alcuni mesi, ma da decenni. abbiamo cioè un ceto politico che in questi anni è riuscito a ipergarantirsi. si è distaccato dalla popolazione assicurando-si appannaggi sproporzionati al ruolo che dovrebbe svolgere. e attraverso la legge elettora-le, non sul piano regionale ma su quello nazionale, si è reso completamente autonomo. in sintesi ci troviamo una classe politica che anziché essere stru-mento per risolvere i problemi che la società non può risolvere da sola perché sono problemi condivisi e di bene comune, è diventata essa stessa un proble-ma. un certo tasso fisiologico di immoralità e di spreco c’è sem-pre in politica. però finché la politica è trai-

nante ed è capace di progettare, il tasso di spreco e parassitismo viene controllato, e se emerge, emerge nei casi singoli. Quello che è scoppiato adesso in italia, rivela una situazione che è critica sotto due aspetti: il primo è l’inefficacia, l’incapaci-tà cioè a svolgere il proprio me-stiere, alcuni addirittura parla-no dell’inutilità della politica. il secondo aspetto critico è la crisi economica per cui gli sprechi fanno ancor più ribellare”. si può ripartire dalla società civile? “È la società che deve manifestarsi, farsi avanti. penso alle organizzazioni di categoria, ai sindacati, alle associazioni. se le forze della società civile riescono a spingersi fuori dal particolarismo e cominciano a lavorare insieme e a dialogare con i politici, si possono pren-dere di petto con i partiti esi-stenti le loro esigenze e strin-gere veri e propri patti politici, trasparenti, democratici, etici, per costruire dei programmi per l’italia che vogliamo per i prossimi 20 anni. scommettere quindi sul nostro futuro e non sulla nostra disfatta”. “La grande sfida è che nella so-cietà devono rimanere dei cen-tri di pensiero politico: è dentro la società che dobbiamo man-tenere la capacità di ragionare politicamente per poter inter-loquire con le istituzioni e con i partiti. È un lavoro da fare. e se si vota in primavera, non c’è molto tempo. È un processo da avvia-re subito”.

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L’AzIONE CATTOLICA E IL DIBATTITO POLITICO

Nascita di nuovi soggetti

“Chi si concentra sui ‘con-tenitori’” rischia “di sot-tostimare una fase nuova

e promettente in cui i credenti, a partire dai territori, si caricano con uno spirito comune della ne-cessità di tenere unito il Paese e di protendere tutti, senza indugi, verso il bene comune”. È il monito che lancia la presidenza naziona-le dell’Azione Cattolica (Ac) con una nota resa pubblica nazionale dei presidenti e assistenti unitari, intervenendo nel dibattito “sulla nascita di nuovi soggetti politici e sul ruolo dei cattolici”. Secondo l’associazione siamo “in una fase confusa, in cui la crisi è ancora in corso e gli scenari politici sono

ingessati dalle incertezze e dai tat-ticismi, dalla ricerca di scorciatoie che finiscono per screditare le stesse istituzioni democratiche”, ed è in questo contesto che i cat-tolici vengono “tirati per la giacca”, “come fossero portatori di pochi e sparuti interessi”. Però “è pro-prio in questo momento, invece, che emerge il lungimirante lavo-ro svolto, ancora una volta, sui ‘contenuti’: il mondo associativo appare perfettamente cosciente di avere radici comuni in un’agenda fondata sulla centralità della per-sona, della famiglia e dell’etica della vita, sulla preferenza assolu-ta per gli ultimi, sulla trasparenza e sobrietà della vita istituzionale,

sulla relatività, e non assolutezza, della politica rispetto all’interez-za della vita civile”. A entrare per primo nel merito di “questioni poi puntualmente rivelatesi cruciali e indifferibili” è stato il mondo cat-tolico, “sulla scia del magistero di Benedetto XVI e dei vescovi ita-liani, e attraverso il confronto po-sitivo tra tante intelligenze”. Come pure da qui sono nate “interessan-ti letture del mutato scenario eco-nomico globalizzato, delle nuove relazioni tra diritti e doveri, tra libertà e responsabilità, tra pote-re e partecipazione, tra economia, finanza e sovranità dei popoli”.

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30 settembre 2012 5Specialeamicoil nuovo• •

I Sarano scampati alla Shoah grazie ai “giusti” di Mombaroccio

DOPO 70 ANNI LA CERIMONIA PUBBLICA AL BEATO SANTE

Domenica 23 settembre, a distanza di quasi 70 anni, Mombaroccio ha festeggiato

il ritorno della famiglia Sarano, che qui trovò protezione scampando così alla shoah. Era la fine del 1943 quando Alfredo Sarano, segretario della Comunità Israelitica di Milano, giunse a Mombaroccio con la moglie Diana e le figlie Matilde e Vittoria. Insieme a loro c’erano anche la ma-dre e il fratello di Alfredo. Cercavano di sfuggire allo sterminio del popolo ebraico pianificato dalla Germania nazista e, paradossalmente, sarà

proprio un ufficiale tedesco, Erich Eder, a non deportarli pur avendoli scoperti. Ma la loro salvezza passa anche attraverso alcuni “Giusti” che a Mombaroccio rischiarono la vita per proteggerli, come Padre Sante Raffaelli e i coniugi Igino e Annetta Ciaffoni.IL PROGETTO DELLA SCUOLA “BAROCCI”La vicenda è tornata alla luce dopo accurate ricerche storiche del gior-nalista Roberto Mazzoli che, all’ini-zio del 2012, è riuscito a ritrovare la famiglia Sarano, attualmente re-

sidente tra Israele e Boston. Di qui una serie di articoli pubblicati su Avvenire e sul Nuovo Amico che hanno coinvolto la piccola comuni-tà di Mombaroccio. E così la scuola media “Barocci” ha coordinato un progetto didattico educativo grazie agli insegnanti Michele Alexis, Elisa Buoncompagni e Beatrice Vincenzi. È stato realizzato un documenta-rio curato dal regista Giorgio Ricci, dove gli studenti si sono improvvi-sati attori riuscendo a far rivivere quegli avvenimenti quasi cancellati dal tempo. Lo scorso 23 settembre il cortome-traggio è stato proiettato presso lo splendido refettorio antico del Beato Sante dove circa 200 persone hanno potuto rivivere una pagina densa di storia e umanità. Per l’occasione erano presenti le sorelle Miriam e Vittoria Sarano, insieme ai rispettivi mariti. Matilde invece, la più anzia-na delle tre sorelle, non era presente per motivi di salute ma ha inviato una toccante video testimonianza e incaricato sua figlia Liora e la nipote Avigayl, di rappresentarla. Palpabile l’emozione tra i presenti nell’ascol-tare il racconto dalla viva voce dei protagonisti di allora.SCAMBIO DI DONI Poi uno scambio di doni. Il labora-torio artistico della Scuola “Barocci” ha presentato un piccolo monumen-to a ricordo delle famiglie Sarano e Ciaffoni, del comandante Eder e di Padre Raffaelli. Si tratta di quattro piccoli sampietrini benedetti dai fra-ti del Convento a attualmente visibili nella cappella del Beato Sante Bran-corsini. Da Israele la famiglia Sarano ha fatto incidere su alcune cornici decorate, la propria riconoscenza per la Scuola Media, i frati e l’ammi-nistrazione comunale, quest’ultima presente alla cerimonia con il Sinda-co Massimo Muratori in rappresen-tanza di tutta la cittadinanza.È stata Giuliana Ceccarelli, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo, a concludere le emozioni della gior-nata auspicando che il ricordo di questa vicenda di dolore e gioia pos-sa insegnare, alle nuove generazio-ni, a saper scegliere sempre il bene proprio come avvenuto 70 anni fa a Mombaroccio.

Francesco Gennari © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il 21 e 22 settembre la piccola delegazione della famiglia Sarano, (che dal 1945 ad oggi è giunta alla quarta generazione) ha potuto visitare la città di Pesaro. E’ stata ricevuta in udienza dall’Arcivescovo di Pesaro mons. Piero Coccia che ha ricordato il ruolo del suo predecessore mons. Bonaventura

Porta apertamente ostile alle leggi razziali varate dal governo fascista.

Grazie alla collaborazione della comunità ebraica di Ancona e del sistema museale di Pesaro, i Sarano insieme agli insegnanti di Mombaroccio, hanno

potuto visitare la sinagoga sefardita di Pesaro, dove alla fine del 1944 la signora Diana Sarano con Matilde, si recava per svolgere le pulizie. Aperta per l’occasione anche l’area archeologia dei mosaici e la mostra “La stanza

degli Avori” del museo diocesano.

Il filmato realizzato dalla scuola di Mombaroccio verrà presentato nel corso dell’anno anche nel circuito scolastico di Gerusalemme tradotto in inglese

ed ebraico. Inoltre la comunità ebraica di Boston ha ipotizzato la possibilità di un incontro nel mese di aprile del 2013. La testata giornalista Rai delle

Marche trasmetterà un ampio reportage sugli eventi di Mombaroccio in occasione del 27 gennaio 2013, “Giornata della Memoria”.

Il Sindaco Massimo Muratori ha ritirato un premio portato da Israele come ringraziamento a tutta la cittadinanza di Mombaroccio

Nel chiostro del Convento con tutti i membri della famiglia Sarano, il dirigente Ceccarelli, gli insegnanti e gli amici

Padre Tommaso guardiano del Beato Sante mostra i Sampietrini realizzati dagli studenti della Scuola “Barocci” con i nomi

di P. Sante Raffaelli, i coniugi Ciaffoni, il comandante Eder e la famiglia Sarano

Nel 2003 su proposta di Anna Guerra il consiglio comunale di Pesaro ha approvato con delibera, la creazione di un “Giardino dei Giusti” per ricordare le persone che anche nel nostro territorio si sono adoperate per salvare gli ebrei dalla Shoah.

Le sorelle Miriam e Vittoria Sarano

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Regione PRovincia30 settembre 20126

2° CONVEGNO ECCLESIALE MARCHIGIANO

Sussidio pastorale per il cammino nelle diocesiIl Sussidio pastorale per aiu-

tare il cammino delle diocesi verso il 2° convegno ecclesia-

le marchigiano, sostenuto dai Vescovi ed elaborato in maniera condivisa dal Comitato prepara-torio è in corso di distribuzio-ne (15 mila copie) presso le 824 Parrocchie della regione e in vendita nelle librerie a 1,5 €. Il documento stampato dal Centro Editoriale Dehoniano di Bologna (EDB) giunge dopo la lettera dei Vescovi nella quale si esortano le Chiese delle Marche ad affron-tare le sfide dei tempi e testimo-niare nel territorio e nella quoti-dianità il Vangelo con immutato vigore a partire dalle parole di incoraggiamento pronunciate dal Santo Padre Benedetto XVI a conclusione del XXV Congresso Eucaristico Nazionale nell’area portuale di Ancona: “Ripartiamo da questa terra marchigiana con la forza dell’Eucaristia”. Compito primario è di verifica-re attentamente, a venti anni dal primo convegno del 1993 sul tema della Nuova Evangeliz-

zazione, il cammino compiuto e rilanciare attraverso un am-pio confronto di esperienze e un’apertura profetica un più ni-tido slancio missionario ed edu-cativo.I veloci cambiamenti sociali e culturali sollecitano la comunità cristiana, ad aggiornare la sua capacità di vivere e trasmettere la fede. Taluni processi di comu-nicazione e formazione, come l’Iniziazione Cristiana e la cate-chesi, mostrano crescenti segna-li di difficoltà. Nuove presenze e nuove generazioni impongono una ripresa di coraggio missio-nario nell’annuncio e nella nar-razione della fede cristiana, at-traverso la testimonianza e una rinnovata incidenza culturale.L’icona biblica prescelta per gui-dare la riflessione è il testo de-gli Atti degli Apostoli 8,26-40: il diacono Filippo , guidato dallo Spirito, lungo la strada della vita, è capace di intercettare la do-manda di senso e di compagnia nascosta nelle parole di uno straniero per offrirgli così la ca-

rità della verità rivelata e intro-durre all’esperienza ecclesiale della fede. Le Chiese delle Mar-che si pongono la stessa doman-da a cui il Vaticano II intendeva rispondere: “Chiesa, che dici di te stessa?” A tale domanda le comunità cristiane intendono rispondere con estrema concre-tezza misurandosi con il tempo presente, servendo Dio e l’uomo e costruendo ponti con tutte le dinamiche della vita, personali e sociali, senza dimenticare che il compito primario dell’evan-gelizzazione e dell’educazione può richiedere anche il coraggio di potare tutto ciò che è di peso e coniugare sempre più l’essere credenti con l’essere credibili.La centralità della famiglia è lo snodo che non si può ignorare, perché luogo primario di gene-ratività nella trasmissione della vita e della fede. La Parrocchia, “famiglia di famiglie”, ha il com-pito di imitarla e di individuare e sperimentare metodi efficaci e sinergie concrete nella società.I destinatari del sussidio sono

innanzitutto i Consigli Pastorali Diocesani e i Consigli Pastorali Parrocchiali, luoghi primari di corresponsabilità e di comunio-ne con tutte le componenti ec-clesiali.Certamente l’uso di questo stru-mento arricchito da domande alla fine di ogni capitolo, sarà utile occasione di confronto an-che per i catechisti, gli educato-ri, i responsabili di aggregazioni laicali, gli istituti e gli ordini re-ligiosi e gli operatori pastorali impegnati nei diversi settori. E’ desiderio del Comitato che diventi motivo di dialogo anche con le realtà culturali, sociali e civili della nostra regione sem-pre a partire dalla centralità del-la persona e del bene comune. Il documento suggerisce una scan-sione temporale attraverso i vari periodi liturgici, proponendo anche gesti e iniziative concrete e si sviluppa su cinque capitoli: primato dell’ascolto (annuncio della parola di Dio e ascolto degli uomini e delle donne e delle loro domande); scrutare i

segni dei tempi (esame situazio-ne attuale alla luce delle gran-di chiavi di lettura espresse dal Concilio); vivere la fede in Gesù Cristo (riscoperta del Catechismo della Chiesa cattolica); testimoni credibili della fede (itinerari di un modello marchigiano di edu-cazione-evangelizzazione); “Al-zati e và…” Chiese delle Marche in cammino (preparazione del convegno, a chiusura dell’Anno della fede, curando la ricaduta dell’evento nel cammino delle Chiese locali. Il testo del sussi-dio è consultabile sul sito www.convegno2013.chiesacattolica-marche.it (S.B.)

INTERVISTA ALL’AUTORE IL GIORNALISTA fANESE PAOLO fUCILI SULL’ANNO DELLA fEDE

Un libro per «Credere ancora?»“Hai ‘sminuzzato’ gli in-

segnamenti del Papa rendendoli accessibili a tutti”: questo, dice Pao-

lo Fucili, fanese, 41 anni, vaticani-sta di TV2000, è il commento che più lo ha ripagato della sua ulti-ma fatica. Modesta, forse, quanto a volume, dato che “Credere an-cora? La fede secondo Benedetto XVI”, appena approdato in libreria, conta appena 64 pagine. Ma rara-mente un libro condensa in così poco spazio temi che potrebbero occupare un’enciclopedia. “Senza considerare”, ci tiene a premettere Fucili, “che il tema ‘Dio’ è per de-finizione inesauribile, mistero infi-nito. Mi viene in mente l’aneddoto di sant’Agostino, quando incontrò sulla spiaggia un bambino intento a svuotare il mare con una con-chiglia e pensò che anche per il più ferrato teologo comprendere Dio sarebbe una pretesa altrettanto infantile”.

E allora perché e come “credere ancora?”?

Anche la fede all’apparenza più salda è domanda, tensione, dub-bio. Ma pure così sa far miracoli, dimostra la storia di santi ecce-zionali come madre Teresa di Cal-cutta, che per lunghissimi anni, si seppe dopo la sua morte, attra-versò una lunghissima ‘notte della fede’. E tutto sommato è ‘salutare’ che sia così, insegna Papa Ratzin-ger, perché chi crede non finisca per ‘appropriarsi’ di Dio e persino far violenza ad altri in suo nome.

Potremmo definirlo “apologeti-ca in pillole”?

L’apologetica è materia sistemati-ca e rigorosa, e io ben lungi dal-l’esserne uno specialista. Dicia-mo però che “Credere ancora?” e apologetica condividono una

‘premessa’: Dio è ‘questione’ anche (sebbene non solo) di conoscen-za, con gli strumenti della nostra ragione. E ‘questione’, dal latino, vuol dire proprio ‘ricerca’, ‘doman-da’…

E la ‘risposta’ per un cristiano qual è?

Il massimo della concretezza, in tutta la storia umana delle religio-ni; una persona in carne ed ossa, Dio fatto uomo: Gesù Cristo! Il cristiano è colui al quale, per sua fortuna, se non vogliamo parla-re di Provvidenza, è stata ‘gira-ta’ oggi la domanda di Gesù agli apostoli, “e voi chi dite che io sia?”. Certo, carne e sangue, ovvero la nostra ‘umanità’, non bastano poi da sole per dare la risposta giusta, insegna quella stessa pagina di Vangelo. Ma non c’è fede, per un cristiano, aggirando questa cru-ciale domanda.

“Gesù sì, Chiesa no”, la pensano in tanti. E la Chiesa si può ag-girare?

Qui alzo le mani e chiamo in cau-sa piuttosto un apologeta formi-dabile, lui sì!, del cristianesimo, Joseph Ratzinger, che ha bene spiegato più volte che una fede inventata ognuno da sé è con-traddittoria alla radice, perché mi garantisce solo ciò che io sono e so, senza proiettarmi fuori di me stesso. Diventa solo uno specchio e uno strumento dei miei desideri.

Come ignorare però gli scanda-li che la Chiesa ha dato e conti-nua a dare?

Ignorarli no, ma neppure veder solo quelli! Fatta questa premessa, qui tocchiamo l’altrettanto fonda-mentale categoria della ‘testimo-nianza’. Testimonianza dell’amo-re, il ‘comandamento nuovo’ che riassume tutti gli altri. E’ la ‘prati-ca’ che tocca davvero il cuore, non

la ‘teoria’. Ma lasciatemi ancora citare Agostino: “si conosce solo ciò che si ama”. Bisogna amare la Chiesa, per saggiarne la bellezza del farne parte, pure con tutti i li-miti dei suoi membri… noi stessi inclusi! Così non scendo nel detta-glio di infiniti episodi più o meno scandalosi, dal Vaticano alla più sperduta parrocchia del mondo. Vale per tutti l’impegnativa am-missione del Papa parlando una volta ai giornalisti sullo ‘scandalo’ per antonomasia, la pedofilia del clero: “la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa.

E se chiedessi personalmente a te perché “credere ancora?”?

Provo a fare sintesi, ma non è faci-le. Perché la fede, dico sapendo di sfidare un diffuso pregiudizio, è la più affascinante potenzialità della ragione umana. E per un cristia-no, in particolare, è l’incontro con il più rivoluzionario personaggio della storia, vedi sopra. Basta?

La coincidenza tra pubblicazio-ne di “credere ancora?” e inizio dell’anno della fede ovviamen-te non è casuale…

Tutti gli editori, e con loro gli au-tori, ‘cavalcano’ eventi per moti-vi anzitutto di marketing… Ma l’ambizione mia più vera è un’al-tra, avere scritto un libro che si legga spero con interesse non solo oggi. In fondo Dio, la fede, crede-re, sono domande vecchie come il mondo. Figuriamoci se passano di moda nel giro di dodici mesi!.

A cura di Roberto Mazzoli© RIPRoDuzIoNE RISERVATA

CREDERE ANCORA? La fede se-condo Benedetto XVI di Paolo Fucili (Editrice Elledici, pagg. 64, prezzo 6,00 €).

Scheda dell’autore Paolo Fucili, fanese, classe 1971, laureato in lettere classiche, giornalista dell’emittente TV2000 promossa dalla Conferenza episcopale italiana, ha mosso i suoi primi passi nel giornalismo dalle colonne del settimanale “Il Nuovo Amico”. Dal Giubileo dell’anno santo 2000 segue le attività del Papa e la vita della Chiesa a Roma, in Italia e all’estero, come vaticanista accreditato in sala stampa vaticana. È autore anche di “Effetto Benedetto. Papa Ratzinger in quaranta parole” (ed. Effatà, 2007, insieme a Leonardo Possati) e “Giovani Cristo vi chiama. Giovani e fede nel terzo millennio” (ed. Rogate, 2010).

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30 settembre 2012 7Regione PRovincia

Il sorriso

di Marina

“Chi è senzapeccato...”Ciao amici, ho ancora

tanto desiderio di par-lare con voi ed a voi….

eccomi qua con un forte sor-riso carico di speranza. Sono successe tantissime cose che mi hanno profon-damente toccato; cose mie e cose accadute ad altri: pur-troppo un altro mio amico è morto, Elmo Reggiani, un uomo molto buono ed umi-le che con dignità ha vissuto una terribile malattia. Ti ri-cordo Elmo e ti chiedo scusa se tanti tuoi amici non hanno avuto il coraggio di amarti.Poi i molti suicidi avvenuti nei mesi scorsi mi hanno ve-ramente sconcertato; posso capire la crisi economica, la disperazione di un uomo senza soldi per mantenere la famiglia, ma mi dico: “ la vita è così piccola ed inutile???“.Tante persone hanno voluto colpevolizzare e discrimi-nare; sono sempre gli altri a sbagliare.Mi viene subito in mente l’affermazione di Gesù “chi è senza peccato scagli la prima pietra”, ma quante pietre ci scagliamo noi addosso?Comunque tra dolori e gioie vivo ancora e cerco di tra-sformare le pesanti pietre in profumati fiori.Un sorriso.

Marina© riproduzione riservata

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Anche l’Università di Ur-bino mette in atto il carpooling. Grazie alla cooperazione fra http://

www.carpooling.it – il più grande portale per viaggiare insieme in auto e risparmiare – e l’Universi-tà Carlo Bo, studenti, professori e personale universitario potranno usufruire da subito del servizio di carpooling per raggiungere l’Ateneo in modo più economico, flessibile e non da ultimo sosteni-bile.Promuovendo il carpooling, l’Università di Urbino risponde in particolare all’esigenza di mobi-lità della gran parte dei suoi stu-denti pendolari e fuori sede (circa il 55%) e fornisce loro una valida alternativa di trasporto, permet-tendo di risparmiare fino al 75% sulle spese di viaggio. I vantag-gi del carpooling però non sono solo in termini monetari. Da un lato, l’auto di gruppo favorisce, la socializzazione fra gli studenti, facilita l’integrazione delle nuo-ve matricole e dei tanti studenti stranieri non solo all’interno del-l’Università ma anche del tessuto cittadino. Dall’altro, “incentivan-do questa modalità di sposta-mento” sottolinea Daniela Milillil, country manager di carpooling.it “l’Università di Urbino si pone

all’avanguardia e si candida qua-le modello italiano d’università green”. Per fruire del servizio di carpooling basta andare su www.uniurb.it/carpooling. Qui è pos-sibile visionare in qualche click tutte le offerte di passaggio da

e per Urbino e mettersi in con-tatto tramite la piattaforma con il potenziale compagno di viag-gio. Il servizio è molto utile an-che per gli studenti automuniti che, iscrivendosi gratuitamente a www.carpooling.it possono of-

frire un posto in auto in pochi minuti. “La collaborazione con carpooling.it rappresenta al me-glio la nostra attenzione alle esi-genze degli studenti – sottolinea il rettore Stefano Pivato – ma anche alla mobilità sostenibile e all’interazione con il territo-rio: potranno infatti utilizzare il portale anche i lavoratori pen-dolari e i turisti intenzionati a visitare Urbino, che a maggior titolo può candidarsi a divenire una smart city, un modello di città ecosostenibile.”Carpooling.it è la piattaforma gratuita di car-pooling che permette a chi cerca e chi offre passaggi auto in Italia ed Europa di mettersi facilmente in contatto per viaggiare insieme in modo facile e veloce. Il servizio è disponibile anche in versione mo-bile, iPhone/Android app (http://www.carpooling.it/pages/mobile) e come applicazione applicazione face book (http://apps.facebook.com/carpooling_it/). All’insegna

del motto “Clicca. Viaggia. Ri-sparmia”, il portale promuove una nuova modalità di spostamento, basata sulla condivisione dell’au-to da parte di più persone che percorrono lo stesso itinerario. Il fine è risparmiare tempo e costi di viaggio, diminuire la congestione stradale e concorrere così alla ri-duzione delle emissioni di anidri-de carbonica per una mobilità più sostenibile. Carpooling.it fa parte del network di carpooling.com, la più grande rete di carpooling nel mondo, che ogni mese traspor-ta più di 1 milione di persone. Il portale è attivo con siti dedica-ti anche in Germania, Austria, Svizzera, Francia, Gran Bretagna, Spagna, Polonia e Grecia e sono stati risparmiati 860.000 tonnella-te di CO2 e 430 milioni di litri di carburante, senza contare i milio-ni di euro risparmiati dagli utenti e le migliaia di amicizie nate du-rante i viaggi.

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URBINO - VIAGGIO PIÙ ECONOMICO, FLESSIBILE E SOSTENIBILE

All’Università si fa carpooling

TRIGESIMA – ATTIVA NELL’ASSOCIAZIONISMO CATTOLICO PESARESE

Wanda protagonista di una vita esemplare

Nel giorno trigesimo Il Nuo-vo Amico non può non ricordare Wanda Magi

Sabbatini, per quanto ha fatto nel campo dell’associazionismo cat-tolico, della catechesi e particolar-mente nell’assistenza attraverso la Caritas parrocchiale e, ultima-mente, nella comunicazione come presidente dell’AIART. Per oltre tre lustri ha collaborato con il set-timanale interdiocesano con i suoi

corsivi di carattere spirituale, mo-rale e sociale. Ha fatto parte an-che della redazione . Oltre ai suoi suggerimenti ha coperto il ruolo delicato e paziente del correttore di bozze. Quante volte ha percor-so le pagine del giornale ad una ad una, scrupolosamente. Pertanto la ringraziamo per il suo quotidiano impegno che, rientrando nell’or-ganico pastorale, anche a nome di tutta la Diocesi. Il ringraziamen-to non si dissocia mai da un me-mento di suffragio nella preghie-ra. Mio particolare affetto per le tante ore trascorse insieme nella reciproca stima, sopportazione e gratitudine. Mi rimane la gioia del giorno passato insieme a Varese, nella casa della figlia Maria Tere-sa. Il pomeriggio, sul Sacro Mon-te, quando il sole declinava verso il vespero il panorama volgeva sui laghi, la voglia di prolungare que-sta visione in un religioso silenzio! Poteva essere l’ultimo saluto. In realtà lo è stato e, comunque, era solo un arrivederci.Il Direttore e la redazione

*****Wanda Magi Sabbatini. Lascia il ricordo di una vita operosa, dedi-cata alla famiglia, spesa al servizio delle opere caritative nella fedeltà ad una appartenenza, profonda-mente sentita, al mondo cattoli-co. Fin dal primo dopoguerra ha svolto un’incisiva attività nell’am-bito della Caritas parrocchiale dei Cappuccini e nell’impegno per la formazione dei ragazzi apparte-nenti all’Azione Cattolica. Assidua frequentatrice della chiesa del-l’Adorazione, notevole è risultato il suo impegno di collaborazione con la Comunità religiosa delle Figlie del Cuore Sacratissimo di Gesù. Il giornale della Congrega-zione “Luce eucaristica” ha ospita-to diversi suoi scritti per offrire ai fedeli motivi di riflessione e di ap-profondimento culturale. Sul ter-ritorio ha animato, per molti anni, nelle vesti di presidente provincia-le, l’AIART (Associazione italiana ascoltatori radio e telespettatori) organizzando convegni ed incon-

tri mirati per la corretta lettura ed interpretazione degli avvenimenti e dei fatti di cronaca.Così la ricorda, affettuosamente, Aldina, catechista della parrocchia del Porto, sua ex allieva: “Vivere il tempo che si è donato, con la mente e il cuore rivolto al Signore, ci aiuta a vivere oltre il tempo at-traverso le persone che il Signore ha posto lungo il cammino della vita. Così è stato per Wanda. Mol-ti non se ne sono accorti della sua profondità spirituale; altri, ancor oggi e per sempre, porteranno nel cuore il suo vivo ricordo e la rin-grazieranno per l’aiuto e la forza che ha donato. Donna piena di vi-talità che ha speso gran parte del-l’esistenza al servizio della Chiesa. Grazie da tutti i ragazzi che hai aiutato a diventare adulti”.

Vittorio Cassiani © riproduzione riservata

La s. Messa in suffragio verrà cele-brata nella parrocchia di s. Lucia, lunedì 1 ottobre ore 18.

Case popolariuase popolari o case proprietari? il dilemma si pone dal momento che

tra quanti degli assegnatari di alloggi pubblici dell’erap sono diventa-ti proprietari del bene immobile della loro dimora; ciò per una legge

che ha consentito a questi enti di vendere la loro proprietà pubblica ai loro

inquilini. Ma per ordinarsi in tale riforma, i nuovi proprietari hanno dovuto regolarsi presso certi servizi condominiali. e qui le spese si sono accresciute per tanti conguagli di conto, reali, fittizi e/o surrettizi. Cioè il bene immobile appartamento paga un costo servizi-comuni al comun denominatore di dirit-to civile condominiale. e non è di poco conto; non è di piccolo importo que-sto continuo salire delle spese, anche per i non proprietari rimasti al vecchio status. Che fare? Continue cause contrattuali sono impossibili perché costose e lunghissime. e poi, dove è andato a finire lo scopo etico e sociale di dare case agli indigenti? Forse nel mercato edilizio tout court, ovvero nell’accu-mulazione capitalista finanziaria, di sempre difficile individuazione in italia (Catasto) e dubbia utilità morale del suo accrescimento.

Aurelio Cesarinii© riproduzione riservata

Lettere al direttore

SINDROMIATASSICHE A CONVEGNO pesaro – L’aisa, associazione italiana per la lotta alle sindromi atassiche, ha in programma un Convegno-dibattito dal tema Sindromi atassiche genetiche, l’assistenza tra le prospettive terapeuti-che future e l’attualità di una disabilità progressiva. il Convegno è fissato per il 6 ottobre presso la sala auditorium Comu-nale “Giovanni tebaldini” viale alcide de Gasperi, 124, s. Benedetto del tronto (ap). informazioni: segreteria organizza-tiva aisa Marche 393.20.90.458e-mail [email protected]

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Page 8: «Il Nuovo Amico» n. 33 del 30 settembre 2012

30 settembre 20128 Regione PRovincia amicoil nuovo• •

Ebbene sì, devo fare outing, come si dice oggi, devo uscire allo

scoperto: Sono diventato monarchico e vi spiego il motivo: Se ci fosse il Re, quando abbiamo dato da mangiare a lui e tutta la sua famiglia (lascia pure che sia numerosa) saremmo a posto. Oggi invece siamo costretti a foraggiare una pletora di politici: dai consiglieri comunali a quelli provinciali e regionali, presidenti e relativi vice di ogni ordine e grado, senatori, deputati e temo di averne dimenticati un po’. Con tutto quel denaro potremmo mantenere non uno ma dieci sovrani e ne avanzerebbe per i servizi sociali. Il secondo motivo è che non esiste più un partito monarchico (mi sembra) e questo depone senz’altro a favore dei fans del Re. Se non c’è un partito non ci sono ruberie e malversazioni.Potreste dire:”Ma i Savoia hanno combinato un bel po’ di pasticci prima, durante e dopo la guerra”.Verissimo, ma quelli che li hanno sostituiti hanno fatto molto meglio? Potremmo sempre trovare un’altra famiglia reale meno chiacchierata. In giro ce ne sono tante. E poi diciamolo, i Re sono decorativi e fanno sempre bella figura nei consessi internazionali. Al massimo dovremmo stare attenti alle principesse che ultimamente si fanno fotografare in topless e di più. Però niente che superi le varie veline e attricette, e poi mostrano solo roba loro (bella o brutta che sia) e non si approfittano del denaro pubblico. Pensiamoci bene: la monarchia in fondo non è poi così male.

Alvaro Coli© RIPRODUZIONE RISERVATA

il peperoncino

Io sono monarchico

RIUNIONE DELLA “LISTA CIVICA NAZIONALE” DI PESARO E URBINO

Il fermento dei movimenti anticastaLo scorso martedì 25 settem-

bre, il movimento “Per una Lista civica nazionale” che ha circa due anni di vita, ha

riunito a Fano la propria struttura provinciale, guidata da Ermanno Cavallini, quest’ultimo anche coor-dinatore della “Lista per il territorio di Fano”. Tra i presenti Italo Campa-gnoli (ex aderente a “Liberi per Pe-saro”) esponente del Coordinamen-to nazionale di “Per una Lista civica nazionale”, e Carlo De Marchi espo-nente del coordinamento regionale della Lista Civica e già consigliere comunale a Fano per “Bene Comu-ne” di cui è presidente. Hanno par-tecipato al confronto esponenti del “Fronte di Azione popolare” guidati da Iacopo Rossi, Giancarlo Iachini del direttivo del “Movimento radi-cale socialista fanese”, Lorenzo Lu-gli di “Democrazia Diretta” di Pesa-

ro, già aderente a 5 Stelle, Gianluca Cespuglio di “Fano dei Quartieri”, Cinzia Leoni di “5 Stelle di Fano”, e alcuni cittadini fanesi e del territo-rio limitrofo tra cui Nevio Paganelli, Lorenzo Sorci, Michele Fattorini e altri, e Annalisa Cardinali di Anco-na. “Per una Lista civica naziona-le” è un “contenitore” che si avvale dell’apporto di esperienze civiche già presenti sul territorio regionale marchigiano e nazionale. La costru-zione di una struttura federativa di realtà che operano nel sociale e nel-la politica è la prima meta alla qua-le la Lista vuole approdare in vista, anche, delle prossime elezioni poli-tiche nazionali. Di ciò si è discusso nella riunione di ieri: dell’impor-tanza di sollecitare una rinnovata presa di coscienza dell’elettorato in direzione di quello che è stato defi-nito un “cambiamento radicale” del

fare politica e dei temi stessi della politica. «La federazione di movimenti e liste che stiamo costruendo - ha esordito il responsabile provinciale Erman-no Cavallini sarà espressione di un movimento anticasta, innanzitutto, ma non antipartitica”, nel rispetto delle singole peculiarità delle realtà che ne vorranno far parte. Uno dei punti fondanti del nostro impe-gno, l’elaborazione collettiva degli obiettivi ai quali vogliamo giungere attraverso un dialogo costante con le realtà sociali e civiche esistenti e in fieri: un modo diverso di fare po-litica esiste». Se la parola d’ordine è, come si è ascoltato, “mandarli a casa tutti” -sull’onda del malconten-to diffuso verso certa politica - pure non si è celata la difficoltà di supe-rare diffidenze e antagonismi tra movimenti e liste e, più chiaramen-

te, la necessità di spogliarsi della propria “casacca politica”, come ha suggerito Iacopo Rossi del Fronte di azione popolare, per «affrontare insieme un cammino difficile ma foriero di importanti sviluppi per il bene collettivo». «Che la politica ritrovi se stessa - indicato Carlo De Marchi - asse-condando ciò che si è oggi irrime-diabilmente perduto: il valore del-l’autentico spirito di servizio che la politica deve esprimere verso il proprio Paese». Il 10 Ottobre a Fano gli aderenti riuniti per il consolidamento della struttura federativa, valuteranno anche l’opportunità di manifestare, insieme, su alcuni argomenti di at-tuale interesse pubblico a Fano e a Pesaro.

Paolo Maria Rocco© RIPRODUZIONE RISERVATA

pesaro - primo corso per animatori caritas

Si svolgerà a cavallo tra il 2012 e il 2013 il primo “Corso di formazio-ne per animatori pastorali delle

Caritas parrocchiali di Pesaro”. Filo conduttore degli appuntamenti sarà

il brano di S. Giacomo: “Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo?”. Questo il programma: sabato 13 ottobre 2012 “IL METODO PASTORALE CARITAS. LA CARITAS PAR-ROCCHIALE e L’ANIMAZIONE DELLA COMUNITA’ Don Salvatore Ferdinandi Responsabile Nazionale Formazione e Promozione Caritas Diocesane e Parrocchiali.sabato 27 ottobre 2012 STRUMEN-TI E METODI DI ANIMAZIONE PER LA COMUNITA’ PARROCCHIALE a cura del Laboratorio Caritassabato 10 novembre 2012 DAL CON-CILIO AD OGGI: LA SCELTA PREFEREN-ZIALEDEI POVERI - LA CARITAS IN ITALIA REALTA’ E PROSPETTIVE. Don France-sco Soddu Direttore Caritas italiana.sabato 24 novembre 2012 FONDA-MENTI BIBLICO-TEOLOGICI DELLA CA-RITA’. Don Giovanni Nicolini ex diret-tore Caritas Bolognasabato 12 gennaio 2013 LE POVERTA’ E LE EMERGENZE DEL NOSTRO TER-

RITORIO DIOCESANO. Don Marco Di Giorgio – Matteo Donati- M.Rosa To-masello - Miria Lazzarisabato 26 gennaio 2013 EDUCARE SENSIBILIZZARE E ANIMARE LA CO-MUNITA’ ALLA TESTIMONIANZA CO-MUNITARIA DELLA CARITA’ a cura del Laboratorio CaritasNote organizzative:• Gli incontri si svolgono a Villa Borro-meo in Via Avogadro con inizio alle ore 16 (arrivare 15minuti prima) e termine alle ore 18. Sabato 13 ottobre l’accoglienza inizierà alle 15,30. Compatibilmente con i limi-ti di posto il corso è aperto anche ad

“operatori” e “volontari” della carità. L’adesione al corso deve essere fatta sul modulo di “mandato” compilata dal parroco indicando i nomi degli anima-tori e degli eventuali operatori e volon-tari. E’ previsto un contributo alle spe-se di organizzazione di 10 € a persona da versarsi al primo incontro per ogni informazione rivolgersi ai seguenti nu-meri: Giorgio Filippini 329 6212434 / don Marco Di Giorgio 335 5650241 / Segreteria Caritas 0721 33743

lezioni all’iSSr “Giovanni paolo ii”I corsi all’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Giovanni Paolo II” di Pesa-ro sono iniziati martedì 25 settembre. L’orario delle lezioni è dalle 18 alle 21 ogni lunedì, martedì e mercoledì. Ne-gli stessi giorni della settimana, per tutto il mese di ottobre, la Segreteria riceverà le iscrizioni in via Avogadro 40, presso Villa Borromeo (Seminario nuovo), dalle 17,00 alle 19,30. Ai cor-si possono accedere sia gli studenti ordinari, coloro che intendono con-seguire la Laurea in Scienze Religio-se (il titolo richiesto per insegnare religione cattolica), sia gli studenti uditori (quanti intendono frequenta-re liberamente uno o più corsi). Gli insegnamenti offerti sono 33, 11 per ogni anno di corso, divisi in aree che riguardano discipline bibliche, stori-che e patristiche, sistematiche, mo-rali, filosofiche e delle scienze umane. Altre informazioni si possono riceve-re consultando il sito www.issrpesa-ro.it., oppure telefonando ai numeri

0721/52109 e 3383064497. concerto dei Vespri della nativitàSabato 29 settembre, alle 21, nel Santuario della Santa Vergine del Car-melo, in Corso XI settembre a Pesaro, l’Ensemble vocale “Toto Corde” di Ri-mini diretto dal Maestro Pietro Cec-carelli, e il Coro gregoriano “Beata Gens” diretto dal Maestro Oscar Chio-dini eseguiranno JOANNES VOCABI-TUR: Vespri della Natività di San Gio-vanni Battista in forma di concerto. I canti saranno accompagnati all’orga-no dal maestro Alessandro Casali con musiche di Bach, Bull, Gabrieli e Pa-chelbel. Il repertorio nasce da una ri-cerca di canti inediti che hanno dato vita alla liturgia. Tra i cantori figura-no Antonino Amato, Giuseppe Buda, Maddalena Casadei, Pietro Ceccarelli, Raffaella Ceccarelli, Oscar Chiodini, Fabrizia Conti, Giampiero Lascaro, Annarita Mancini, Alessandra Pedini, Paolo Rinaldi, Marco Rossi, Giambat-tista Volpones, Alessandra Zuli.

VILLA BORROMEOOTTOBRE 2012

GENNAIO 2013

“ Che giova, fratelli miei, se unodice di avere la fede ma non hale opere? Forse che quella fedepuò salvarlo?”Gc 2,14

PRIMO CORSO DI FORMAZIONEPER ANIMATORI PASTORALIDELLE CARITAS PARROCCHIALI.

VOCI LOCALI

Scelgo i malati non i comitatidi Giuseppina Catalano*

Quando la forza delle cose urge e la barca rischia di andare a fondo, bisogna decidere il campo nel quale esercitare quella che riteniamo essere la giustizia. In questa situa-zione ogni ulteriore mediazione diventa una colpa e io scelgo il campo dei malati e

non quello dei comitati.Ad essi non nego spessore di argomenti,ma rimprovero la lontanan-za dalla realtà, la mancanza di quella umiltà intellettuale che dovrebbe spingerli a mettere in discussione le proprie convinzioni se qualcuno avverte di un pericolo e chiede quelle azioni compatte, senza sfumature che l’emergenza richiede.E l’emergenza del nostro terri-torio è sopratutto un’integrazione professionale tra due ospedali che sta affrontando diffi-coltà notevoli e che sarebbe molto facilitata dalla disponibilità dell’ospedale nuovo e unico.E’ vero che ci vuole comunque tempo e che bisogna salvaguardare la qualità dell’assistenza sanitaria durante il periodo di realizzazione,ma questo obiettivo, continuamente coinvolto nelle diatribe tra siti che non vanno bene, piccoli ospedali che non accettano di riconvertirsi per fare cose che servono meglio la qualità del sistema sanitario e la sicurezza, in un con-testo di risorse scarse e contese, diventa facile vittima di chi ancora non riesce a digerire la legge regionale che ha istituito l’azienda unica Ospedale Marche nord e di quanti da questo clima possono comunque trarre vantaggio, in un circuito senza sbocchi e quindi pericoloso.I comitati hanno evidentemente certezze morali che permettono loro di stare dentro questo gioco nonostante il rischio che la collettività corre.Personalmente certezze non ne ho, perché una ad una si sono tutte infrante contro la realtà di migliaia di pazienti che mi hanno inse-gnato la differenza tra il difendere un’idea e il difendere una persona.I comitati facciano un passo indietro e cerchino di trovare la strada della concretezza, che passa necessariamente per un’azione forte di tutti per avere subito le risorse che permettano alle due strutture di funzionare e contemporaneamente per accelerare la realizzazione di quell’ ospedale nuovo e unico che tante difficoltà dell’integrazione sarebbe in grado di dissolvere.

*Medico Oncologo e vice-sindaco Pesaro © RIPRODUZIONE RISERVATA

CIF PROVINCIALE E COMUNE DI PESARO

Sportello di mediazione familiarepeSAro – e’ stato presen-tato, lo scorso 20 settembre, alla presenza del vicesinda-co Giuseppina catalano e del p r e s i d e n t e del cif elena Sormani, lo “Sportello di

mediazione familiare”, promosso dall’assessorato alle politiche per la Famiglia e dal cif, centro italiano femminile provinciale. il servizio, gratuito, si avvale di professionisti esperti di mediazio-ne familiare e di composizione dei conflitti della coppia in fase separazione o di divorzio. lo sportello sarà disponibile dal mese di ottobre nei locali dell’informaFamiglia (ex informaGiovani, tra piazza del popolo e via rossini) - a disposizione dei genitori in via di separazione. inoltre dal mese di novembre riprenderà il corso “Gruppo di parola” riservato ai genitori separati e ai loro bambini. le date previste sono tutte di mercoledì, precisamente il 7 - 14 - 21 - 28 novembre alle 16.30 alle 18.30 presso l’informaFamiglia. il corso verrà condotto da Maria rosa Gaudiano e Alessandra Bol-dreghini. Tutte queste attività vengono condotte dall’Assessorato alle politiche per la famiglia in collaborazione con l’Ambito Terri-toriale Sociale n° 1. informazioni: 0721.387551 - 387538

Page 9: «Il Nuovo Amico» n. 33 del 30 settembre 2012

30 settembre 2012 9amicoil nuovo• •

Redazione di Pesaro:Via del Seminario, 4 - 61121 PesaroTel. 0721 64052 - Fax 0721 69453E-mail: [email protected]

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Centenario della nascita

di Mons. Nicola Alegi

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GranDe ParTeCiPaZione aL ConveGno annUaLe DeLL’arCiDioCesi Di Pesaro

“essere adulti nella fede”aperto l’anno pastorale

Sono stati più numerosi de-gli scorsi anni i Convegnisti che il 22 e il 23 settembre hanno partecipato all’an-

nuale appuntamento promosso dall’Arcivescovo di Pesaro mons. Piero Coccia, in prossimità della festa di San Terenzio, per dare ini-zio al nuovo anno pastorale. Più numerosi ed anche più “fedeli”: la sera del sabato, per la relazione di mons. Armando Matteo, docen-te presso la Pontificia Università Urbaniana, il Cinema di Loreto non è bastato a contenere tutti i presenti e si è dovuto utilizzare un locale vicino, dove era già stato predisposto un maxischermo per seguire i lavori.Il giorno seguente molte persone hanno ascoltato, al mattino, le tre testimonianze (di Suor Eliana Za-notelli, della diocesi di Brescia e delle parrocchie pesaresi di Borgo S. Maria e Loreto) e nel pomerig-gio hanno partecipato ai cinque gruppi di lavoro. Il tema del Convegno – “Essere adulti nella fede” – strettamente legato all’Anno della fede indetto dal Papa, ha sollevato diverse do-mande: che cosa significa essere “adulti”, in particolare “nella fede”, in un tempo come l’attuale in cui la figura dell’adulto sembra scom-parsa, oscurata dalla mentalità giovanilistica dominante? Quan-do la fede può definirsi adulta? Quali elementi la sostanziano? Quali responsabilità ne derivano? E, soprattutto, come si può co-municare la fede al mondo degli adulti, con particolare riferimen-to a quei genitori che, pur conti-nuando a chiedere i sacramenti dell’iniziazione cristiana per i figli, non sono né credenti né pratican-ti? Come rinnovare la catechesi, tenendo conto della necessità di un coinvolgimento anche delle fa-miglie? Dagli interventi dell’Arcivescovo, dalla relazione di Mons. Armando e dalle testimonianze sono emerse diversi spunti di riflessione. In questa e nelle pagine seguente riportiamo una sintesi dei pas-saggi più significativi. Torneremo sulle tematiche proposte dal Con-vegno sulle prossime uscite del Nuovo Amico.

Intervento di S. E. Mons. Piero Coccia Saluto e ringrazio tutti voi per una presenza numerosa, attenta ed in-teressata e ancor di più per la de-cisiva testimonianza che date del-la fede in Cristo e per il prezioso ed apprezzato servizio che offrite nella chiesa e per la chiesa che è in Pesaro.Esprimo viva gratitudine a tutti coloro che hanno preparato que-sto Convegno diocesano con cura, premura e passione, impegnando tempo, energie e risorse. Già da sette anni l’avvio dell’Anno pastorale nella nostra Arcidiocesi

è segnato dal Convegno diocesano che ci indica il percorso da segui-re sia per la pastorale ordinaria come anche per quella straordi-naria della nostra realtà di chiesa locale. E’ questo un forte momento di co-munione ecclesiale ma anche un appuntamento prezioso per co-gliere le linee guida che ci attendo-no e che devono impegnarci come comunità diocesana in tutte le sue articolazioni. Questo anno siamo chiamati a riflettere, a pregare e soprattutto a vivere una fede sem-pre più adulta e da proporre o ri-proporre agli adulti.Ma quali sono i motivi che ci han-no spinto a questa scelta? Vari. Innanzitutto la sollecitazione motivata e mirata che Papa Be-nedetto XVI ha dato a tutta la chiesa, chiamandola a vivere l’An-no della Fede attraverso quella bellissima ed interessante lettera apostolica quale è la “Porta della Fede”, dove ci invita a tenere fisso lo sguardo su Gesù Cristo, “colui che dà origine alla fede e la porta a compimento” (Eb 12, 2). Inoltre come chiesa che è in Italia siamo impegnati a dare attuazione agli Orientamenti pastorali dell’at-tuale decennio, dove l’educare alla vita buona del Vangelo implica il vivere e l’educare ad una fede adulta. Per di più ci accingiamo a vivere il cammino di prepara-zione del 2° Convegno regionale delle Chiese Marchigiane che in-dividuerà le priorità pastorali che attendono le nostre comunità, ma

che farà perno sulla consapevo-lezza di vivere e di comunicare la fede nei nuovi contesti che caratte-rizzano la nostra regione. Inoltre non possiamo dimenticare che la nostra chiesa di Pesaro necessita di crescere in una fede sempre più adulta con tutte le implicanze che ne derivano, sia perché ciò fa parte del dinamismo proprio della fede in quanto tale, sia perché sente forte la responsabilità di proporre e di ri-proporre la fede come vitale esperienza di “incontro con il Mi-stero di Gesù il Cristo”, sgombran-do il campo da tante incertezze, da tanti fraintendimenti e anche da tante strumentalizzazioni. Faccio un’ultima considerazione. Ma l’esperienza di una fede sem-pre più adulta quindi realizza-tiva, affidabile, generativa, a chi la nostra chiesa di Pesaro sente di doverla proporre e testimonia-re? Certamente a tutti. Ma non dimentichiamo che noi a Pesaro dobbiamo prestare particolare attenzione, con tutto ciò che ne consegue anche a livello pastorale, agli adulti.A quegli adulti detti della soglia perché incerti, titubanti, che sono con un piede dentro la chiesa e con l’altro fuori. A quegli adul-ti detti ricomincianti perché si trovano nella condizione di ri - iniziare il cammino della fede. A quegli adulti detti cercatori di Dio perché vivono, a volte in maniera sofferta, l’esperienza della ricerca della fede. A quegli adulti animati nella fede più dalla tradizione che

dalla convinzione. A quegli adulti coinvolti nell’esperienza dell’ini-ziazione cristiana a vari livelli. A quegli adulti che formano la fa-miglia ferita o in difficoltà come i separati, i divorziati, i risposati. A quegli adulti impegnati nelle istituzioni, nel mondo del lavoro, nella politica, nel sociale, nell’eco-nomia, nell’imprenditoria, nella scuola.A tutti quegli adulti che il Signo-re ci ha posto accanto perché la luce della fede riacquisti in loro lucentezza e ridoni nuovo slancio. A quegli adulti che hanno specifi-ci compiti ministeriali e formativi all’interno della chiesa, come sa-cerdoti, diaconi, religiosi, religiose e consacrati tutti. Non dimentichiamo quanto ci ha detto il Papa nella sua lettera apostolica: “sarà decisivo nel corso di questo Anno ripercorrere la sto-ria della nostra fede…per provo-care in ognuno una sincera e per-

manente opera di conversione...” (Porta della Fede, n. 13). A questo variegato e complesso mondo degli adulti, la nostra chiesa sente di doversi rivolgere facendosi com-pagna di cammino testimoniando che Dio è vicino a tutti e che l’in-contro con il Cristo è possibile e fattibile per tutti.Termino ringraziando di cuore Mons. Armando Matteo. Lo rin-grazio anche per il lavoro che svol-ge a vantaggio della chiesa italia-na. Lo ringrazio in modo specifico per aver accolto il nostro invito, per quanto ci dirà, per l’esperienza che ci comunicherà e per le stra-de che ci indicherà per crescere in una fede adulta e da comunicare agli adulti. A tutti un caloroso e proficuo buon lavoro. Grazie.

+ Piero Coccia Arcivescovo Pesaro, Cinema

Loreto 22 settembre 2012© RIPRODUZIONE RISERVATA

Mons. Piero Coccia tra il Vicario di Pesaro don Stefano Brizi e don Armando Matteo

CONVEGNO DIOCESANO E FESTA DI SAN TERENZIO ANCHE A PAGINA 10 E 11

Page 10: «Il Nuovo Amico» n. 33 del 30 settembre 2012

Pesaro23 settembre 201210

CONVEGNO ANNUALE ARCIDIOCESI DI PESARO – LECTIO DI DON ARMANDO

La “presenza assente” degli adulti nella fede

È stata molto apprezzata ed ap-plaudita la relazione di mons. Armando Matteo, docente presso la Pontificia Universi-

tà Urbaniana. Ne riportiamo alcuni passaggi. Chi volesse consultare il testo completo può contattare l’uf-ficio diocesano delle Comunicazioni Sociali oppure prendere visione de-gli atti all’indirizzo: www.arcidioce-sipesaro.it

Il pericolo del giovanilismo a tutti i costiSenza adulti non ci può essere né un’educazione feconda dei nostri ra-

gazzi né una trasmissione della fede efficace. Mi pare però corretto av-viare la nostra riflessione lasciando-ci interrogare da una grande muta-zione culturale avvenuta nel nostro tempo: la “presenza assente” degli adulti. Se proviamo a sovrapporre le due grandi tematiche della Chiesa attuale - e cioè quella dell’emergenza educativa e quella della nuova evan-gelizzazione, resa sempre più urgen-te dal fatto che i giovani con la cre-sima ci abbandonano - noi troviamo un medesimo punto di intersezione: la questione della scomparsa degli adulti. Significa che la grande mac-china di felicità, il bene degli adulti odierni è diventata la giovinezza. I maestri di oggi sono i figli, i giovani… La giovinezza non può finire. Non deve finire. Costi quel che costi in chirurgie, creme, pillole e abbiglia-mento… E da questo amore per la giovinezza discende una lotta acca-nita contro la vecchiaia e tutte le sue manifestazioni.La categoria del giovanilismo carat-terizza a tal punto gli adulti di oggi da farli abdicare alla loro funzione. Alla scomparsa degli adulti è lega-ta, in un unico movimento, l’attuale

infecondità dell’educazione e l’ineffi-cacia della trasmissione della fede.

Genitori assenti nel dare l’esempio I giovani sono figli di adulti che non hanno dato più spazio alla cura della propria fede cristiana: hanno conti-nuato a chiedere i sacramenti della fede, ma senza fede nei sacramenti; hanno portato i figli in Chiesa, ma non hanno portato la Chiesa ai loro figli; hanno favorito l’ora di religione ma hanno ridotto la religione a una semplice questione di un’ora. Hanno chiesto ai loro piccoli di pregare e di andare a Messa, ma di loro neppu-re l’ombra in Chiesa. E soprattutto i piccoli non hanno colto i loro geni-tori nel gesto della preghiera o nella lettura del Vangelo. Pur senza nega-re direttamente Dio, hanno imposto una divergenza netta tra le istruzioni per vivere e quelle per credere e han-no avallato l’idea che se “Dio non è importante per mio padre e per mia madre, non lo può essere per me”. Si è dunque molto ridotto il catecume-nato familiare, cioè quella silenziosa ma efficace opera di testimonianza della famiglia, che la nostra azione

pastorale normalmente presuppone quale prima iniziazione alla fede.

Domande e provocazioni per i cristiani L’adulto è colui che ama la vita no-nostante la vecchiaia e la morte, è riconciliato con la verità e fragilità della vita senza bisogno di trucchi. Ma come è possibile accostarsi a questo limite, senza la promessa di vita di Cristo, senza una luce che dia luce a questo fondo senza fondo che è il morire? Ecco allora alcune domande per la comunità cristiana: quanto stiamo effettivamente lavorando perché cresca negli adulti la familiarità con la Bibbia che ci consegna quel pen-siero e quello sguardo di Cristo che può davvero plasmare il nostro pen-siero e il nostro sguardo sul mondo? Quanto, inoltre, stiamo insegnando a pregare? Dovremmo aprire “scuole della preghiera” per tutti. Dovrem-mo, inoltre, creare dei laboratori della fede, almeno a livello inter-parrocchiale: luoghi ove noi adulti possiamo divenire capaci sul serio di rendere ragione della speran-za che Gesù ha acceso in noi…, di

amare sul serio l’altro facilitandogli l’ingresso nel mistero della vita…, di trasmettergli la nostra storia, la no-stra biografia, la nostra passione. La nostra è una fede comunitaria, che trova il suo apice nella celebra-zione domenicale. Ma spesso ab-biamo messe con poca gioia, poca dimensione di festa. Il Papa parla addirittura di un tedio dell’essere cristiani. Dobbiamo chiederci: il codice della nostra liturgia è il co-dice della festa? Le nostre comunità parrocchiali, le nostre associazioni e movimenti, sono luoghi di festa, di gioia, di incontro tra fratelli e sorelle, che riconoscono in Gesù la possi-bilità di essere uomini e donne non egoisti, non ossessionati dal mito della giovinezza e non marchiati da una tristezza senza fine? Il nostro compito è di restituire ai vissuti concreti della nostra Chiesa la gioia della fede, la gioia dell’essere cristiano. È questa gioia che di tutto cuore auguro alla vostra Diocesi.

Dalla relazione di mons. Arman-do Matteo, docente

presso la Pontificia Università Urbaniana

©riproduzione riservata

«ISCRIVERE I FIGLI AL CATECHISMO NON E’ COME MANDARLI AL CORSO DI NUOTO»

Suor Eliana: prima la Cresima poi la ComunioneQuali sono state le ragioni che

hanno indotto i responsabili della Catechesi a rinnovare il

percorso dell’iniziazione cristiana? al Convegno della diocesi di pesaro suor eliana le ha spiegate molto chiara-mente.nella nostra diocesi c’era un percorso tradizionale di catechismo molto soli-do. tuttavia ci rendevamo conto che i ragazzi di i e ii media, attraversando un’età problematica di grande turba-mento ormonale e psicologico, si tro-vavano a ricevere il sacramento della Cresima in un periodo della loro vita che non ci sembrava certo il più adat-to. La nostra valutazione trovava con-ferma nel fatto che, appena concluso il ciclo catechistico, i ragazzi lascia-vano immediatamente la parrocchia, generando in noi un senso di frustra-zione perché al nostro impegno tanto faticoso non corrispondeva quasi mai il risultato atteso. Ci siamo allora chie-sti: “perché gli adolescenti, dopo la Cresima, se ne vanno?”. Ma abbiamo

capito subito che era meglio doman-darsi: “perché dovrebbero rimanere, dal momento che provengono da famiglie che per il 75% non sono cre-denti o non sono praticanti? il mes-saggio che i loro genitori trasmettono (anche se tacitamente) è che la messa e il catechismo sono cose da bambini; quando si è grandi non servono più.Quanto conta la famiglia nella tra-smissione della fede?L’apostasia della chiesa si realizza tra la i e la ii media; dietro un apparen-te conformismo, dietro una crosta di adesione, c’è il vuoto assoluto dal punto di vista della risonanza religiosa nella persona; dio diventa sempre più lontano, l’interesse per le cose religio-se sempre meno rilevante, non si par-la di religione con il gruppo. Quindi la cosa non esiste. Ci siamo detti che dovevamo tenta-re di agire sulla famiglia, dovevamo cercare di tappare il buco di questa indifferenza familiare, perché non c’è niente di più incisivo sul ragazzo della

famiglia, nel bene e nel male.”Come è stata rinnovata l’iniziazione cristiana a Brescia? abbiamo abbreviato il percorso da 8 a 6 anni. poi il conferimento del-la Cresima prima dell’eucarestia ed infine abbiamo chiesto ai genitori di frequentare un corso obbligatorio di 6 anni (26 incontri circa) parallelo a quello dei figli. Indubbiamente gli ultimi due aspet-ti lasciano un po’ sconcertati.i bambini ricevono la Cresima al ter-mine del quinto anno del percorso (5^ elementare), prima dunque della Co-munione. La ragione di questa scelta sta nel fatto che la Cresima è apertura al pieno compimento della iniziazione cristiana, che si realizza nell’eucare-stia. L’iniziazione cristiana è un per-corso che finisce con l’eucarestia. se poi si vuol fare una celebrazione per il raggiungimento della piena maturità cristiana, questa si può fare anche a 20 anni, ma è un’altra cosa. Per quanto riguarda poi l’obbliga-

torietà del coinvolgimento dei ge-nitori La nostra scelta è un percorso di “ri-cominciamento” obbligatorio (per genitori o nonni o fratelli) su temi paralleli a quelli del percorso dei figli. e’ da sottolineare il fatto che in que-sti incontri non si parla dei problemi dei bambini o di aspetti organizzativi, ma proprio della fede (è utile far venir fuori da loro tutte le questioni aperte sulla chiesa). Certo non bisogna pre-sentare l’obbligatorietà come un ricat-to, ma come un dono, un’opportunità positiva per loro e per i figli; occorre presentare, con chiarezza e fermezza, l’obbligatorietà come responsabiliz-zazione. i genitori sostanzialmente devono capire che iscrivere il figlio al catechismo non è come iscriverlo a corsi di nuoto (per i quali non è neces-sario che i genitori sappiano nuotare); lo iscrivono a un luogo che i genitori stessi concorrono a determinare.

a cura di Paola Campanini©riproduzione riservata

Suor Eliana Zanoletti appartiene alla diocesi di Brescia, lavora in particolare nella Commissione per la Catechesi e si occupa della progettazione per la formazio-ne dei catechisti. Ha illustrato il nuovo modello di Iniziazione Cristiana per fanciulli, ragazzi e famiglie, elaborato nella sua diocesi alla fine degli anni ’90, ma sottoposto a sperimentazio-ne, su impulso del Vescovo S.E. Mons Giulio Sanguineti, a partire dal 2002.

Sul ProSSIMo nuMEro lE

ConCluSIonI DEl

ConVEGno

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amicoil nuovo• • Pesaro 30 settembre 2012 11

CENTENARIO DELLA NASCITA DI MONS. NICOLA ALEGI

Ancora nel cuore di CandelaraIl 9 ottobre ricorre il primo cente-

nario della nascita di mons. Nicola Alegi, parroco storico di Cande-

lara. I candelaresi lo hanno sempre chiamato “don Nicola”, e tutt’oggi lo ricordano così nonostante gli fosse stato concesso il titolo di “monsi-gnore”. Nasce a Novilara nel 1912. Il vescovo Bonaventura Porta lo ordina sacerdote il 14 agosto del 1938 e nel settembre 1938 lo nomina vicepar-roco di Candelara. Il 31 maggio 1945 diventa parroco e nel 1988, dopo aver celebrato il cinquantesimo di or-dinazione sacerdotale, gli è affidata

anche la parrocchia di Santa Maria dell’Arzilla. Il suo servizio pastorale nella parrocchia di Santo Stefano di Candelara perdura fino il giorno del-la sua morte, avvenuta il 15 agosto 1994, ad esclusione del periodo che va dal 21 aprile 1941 al 1 settembre 1943, quando ricoprì l’incarico di cappellano militare a Roma, Trento e Russia.La figura di don Nicola è indelebile tra gli abitanti di Candelara: tutti lo ricordano per il grande zelo pasto-rale, l’intraprendenza nell’aiutare i giovani ad apprendere un mestiere

e, soprattutto, nel crescerli con valori cristiani; il suo sorriso, la sua schiet-tezza ed autorità nell’affermare le idee in cui credeva sono le caratte-ristiche fisiche e morali che ognuno ricorda di lui.La parrocchia di Candelara e Santa Maria dell’Arzilla, insieme alla Pro Loco di Candelara, vogliono ricordare il prossimo 9 ottobre la figura di “don Nicola” con una celebrazione eucari-stica presso la pieve di Santo Stefano di Candelara alle ore 21.00; al termi-ne della liturgia seguirà un incontro in cui alcuni testimoni ne tracceran-

no un primo breve profilo. Nel corso dell’anno del centenario seguiranno altri momenti di approfondimento

per riscoprire la figura di questo sa-cerdote.

Lorenzo Fattori© RIPRODUZIONE RISERVATA

Popolo e autorità cittadine, ci-vili e militari di Pesaro hanno formato – lunedì 24 settem-bre – una grandissima folla

che, in occasione della Festività del Patrono San Terenzio, ha seguito la tradizionale processione per le vie del Centro e ha gremito la Cattedra-le per la concelebrazione eucaristica delle ore 18. A presiedere i due momenti è stato il nostro Arcivescovo, S. E. Mons. Piero Coccia, il quale, riferendosi alla preghiera liturgica della colletta, ha sviluppato la sua omelia intorno alle quattro invocazioni in essa rac-chiuse. Ne pubblichiamo i passaggi fondamentali.

L’annuale celebrazione della solenni-tà di San Terenzio, vescovo, martire e patrono della città e dell’Arcidio-cesi di Pesaro, ci offre l’occasione per

una puntuale riflessione. La nostra comunità cristiana è viva, concreta, incarnata in un territorio... Quindi la sua vita si intreccia con quella di tutta la realtà territoria-le: culturale, politica, economica e sociale. In questo intreccio possiamo e dobbiamo dare un contributo del tutto originale per la crescita della comunità pesarese nel suo insieme. Ma tale apporto è possibile solo se tutti noi credenti viviamo la fede in Cristo senza pretese egemoniche, ma anche senza omologazioni e ridu-zionismi…Per questa ragione siamo chiamati a far nostra la preghiera liturgica della colletta, che include precise invocazioni che diventano per tutti noi altrettanto graffianti interrogazioni... Vediamole una ad una.

Essere illuminati dalla Parola

Abbiamo chiesto, innanzitutto, di essere illuminati dalla Parola e mi chiedo: abbiamo bisogno anche noi, come S. Terenzio, di questa illumi-nazione? Sempre la comunità cristiana neces-sita di essere guidata da quella Pa-rola di Verità che è il Signore Gesù. Tuttavia tale esigenza oggi è ancora più urgente per le sfide che ci atten-dono in un contest caratterizzato da confusione, disorientamento e prurito di novità... Anche a Pesaro c’è incertezza sui valori fondamen-tali della persona e della vita oppure passiva accettazione del sovverti-mento di quelli che sono i cardini dell’ordine naturale…Faccio rife-rimento alla concezione della vita, alla definizione dell’identità sessuale, alla definizione di famiglia, di giusti-zia, di democrazia, di economia, ecc. Anche Pesaro non è immune da un

soggettivismo che a volte si traduce in un vero e proprio nichilismo. Abbiamo bisogno più che mai che la Parola del Signore diventi, prima ancora che criterio di azione opera-tiva e di valutazione etica, criterio di interpretazione della realtà. Del resto oggi la forma più preoc-cupante di povertà non è quella sociale, ma quella veritativa. E’ qui l’emergenza delle emergenze. Solo la Parola del Signore può fare luce sul-la pienezza del mistero dell’uomo.

Essere una comunità di testimoniLa comunità di Pesaro ha bisogno di fare l’esperienza della testimonianza cristiana sull’esempio di San Teren-zio. Tale testimonianza non è, come si è soliti pensare, una coerenza eti-ca, ma il frutto naturale di una fede vissuta in tutta la sua forza ed in tutta la sua dinamicità. Anche per noi che viviamo a Pesaro è passato il tempo della tradizione ed è scattato il tempo della convin-zione... Oggi la fede o è sperimenta-ta e quindi diventa di per sé testi-moniata o non è…E’ finito il tempo delle apparenze, come quello delle convenienze. Oggi tutti siamo messi a nudo e riveliamo quello che real-mente siamo e sperimentiamo anche in merito alla fede.

Essere custodi del patrimonio della fede cristianaL’esperienza della fede in Cristo a noi è giunta dopo un cammino di circa 1700 anni di storia. Essa ci è stata trasmessa dal Collegio apo-stolico, da San Terenzio, dai martiri, dai santi e dai nostri padri… Questo patrimonio lo abbiamo colto come necessario e lo abbiamo conservato integro? Oppure lo abbiamo rele-

gato al campo della opzionalità, ac-comodato ai nostri interessi a volte anche ideologici? A Pesaro il rischio di molteplici riduzionismi in riferi-mento alla fede e alla chiesa è una realtà, non una fantasia dell’Arcive-scovo.Teniamo presente che grazie al-l’azione dello Spirito, ma anche gra-zie alla chiesa come istituzione, il patrimonio della fede ci è pervenu-to nella sua autenticità e come tale dobbiamo conservarlo.

Essere una comunità impegnata nel-la trasmissione della fedeE’ questa una responsabilità da cui non possiamo esimerci. Non sono scusanti le difficoltà che oggi incon-triamo…Il problema della comuni-cazione della fede, oggi come sem-pre, non riguarda tanto le tecniche quanto l’esperienza profonda del Mistero di Cristo nella nostra vita. Ce lo ha ricordato Benedetto XVI: ”Se la fede non riprende vitalità, di-ventando una profonda convinzione ed una forza reale grazie all’incontro con Gesù Cristo, tutte le altre rifor-me rimarranno inefficaci”.Cari fedeli, togliamoci di dosso la sindrome del pessimismo rinuncia-tario, che può portarci all’immobi-lismo fatalista, come anche quella della costante ricerca del capro espiatorio su cui far convergere re-sponsabilità che invece ci appar-tengono. I nostri Compatroni, la Madonna della Grazie e S. Terenzio ci accompagnino. Sia lodato Gesù Cristo.

Dall’Omelia di S.E. mons. Piero Coccia Arcivescovo di Pesaro in

occasione della Solennità del Santo Patrono Terenzio

ESORTAZIONE DELL’ARCIVESCOVO ALLA CITTA’ DI PESARO

Fare esperienza della testimonianza cristiana sull’esempio di S. Terenzio

Come è tradizione, inoltre, al termine della solenne conce-lebrazione eucaristica sono

stati ricordati i 25, 50, 60, 70 anni

di Ordinazione Sacerdotale e di Professione Religiosa di sacerdo-ti e i religiosi che sono stati per la Chiesa di Pesaro - e non solo

- testimonianza di amore fedele a Cristo e di servizio generoso agli uomini. Li ricordiamo con gratitu-dine: 60° di Ordinazione: Sac. Semri Santini (secolare) e padre Amedeo Frezzotti (Francescani Minori Cap-puccini)50° di Ordinazione: Card. Anto-nio Maria Vegliò (secolare), Mons. Marco De Franceschi (secolare) (nella foto a sinistra), Mons. Franco Tamburini (secolare), Padre Fabio Ottaviani (Francescani Minori Cap-pucini), Padre Francesco Neroni (Francescani Minori), Padre Giu-seppe Virgili (Sacramentini), Padre Giuseppe Egidi (Servi di Maria).25° di Ordinazione: Sac. Riccardo Gambaccini (secolare) e Sac. Massi-mo Regini (secolare) (foto a destra)70° di Professione religiosa: Pa-dre Giuseppe Guiducci (Francesca-ni Minori)60° di Professione religiosa: Pa-

dre Andrea Pazzaglia (Missionari Comboniani)50° di Professione Religiosa: Pa-dre Bruno Fioretti (Francescani Mi-nori) e Padre Antonio Campanini (Missionari Comboniani)

In serata, a Villa Borromeo, i ve-scovi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i collaboratori dell’ar-cidiocesi si sono ritrovati per un momento di serena e fraterna con-vivialità.

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30 setttembre 201212 Pesaro amicoil nuovo• •

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La Festa Federale di Montecchio1903-1923

Cento anni or sono, il 14 maggio, era domenica ed a Montecchio si celebrò la festa federale delle asso-

ciazioni cattoliche. La cronaca dell’Idea narra di una splendida manifestazione di solidità e forza delle organizzazioni religiose. Queste si erano date convegno “lassù nel ridente paesello”, su invito della

direzione diocesana, “… per inneggiare al lavoro concorde, fecondo di sante riven-dicazioni sociali …”. Accanto ai lavoratori dei campi, c’erano quelli delle officine, i giovani ed anche una schiera di operaie. Montecchio, gentile e ospitale, ha accolto tutti “ … con espansione, con festa, con gioia ed ha mostrato che il suo cuore è col cuore degli operai i quali sentono che la loro fede religiosa può e deve essere sem-pre unita a tutte le manifestazioni della vita sociale”. Fin dalle prime ore del mat-tino giunsero le rappresentanze che fece-ro poi parte del corteo ufficiale. Sui muri delle case erano affissi numerosi striscioni

che davano il benvenuto agli ospiti; dal-le finestre pendevano arazzi, mentre alle persiane erano affisse tantissime bandie-rine dai colori nazionali. “ … tutt’intorno spira una nota di poesia gentile, che è mi-sta al profumo della primavera e sembra bene augurare alla novella fioritura delle organizzazioni cattoliche. Alle 10 circa la fanfara cattolica del paese accolse e salutò il forte propagandista cattolico milanese Cav. Stefano Cavazzoni. Quando il cor-teo giunse in chiesa, il presidente della direzione diocesana canonico Prof. Stra-migioli, benedisse solennemente la nuova bandiera della Società operaia cattolica

di M. S. di Montecchio. In seguito il Cav. Cavazzoni, in modo improvvisato, tenne un breve discorso inneggiante ai lavo-ratori cattolici che non erano secondi a nessuno nell’amore sincero per la patria. La festa si concluse, alle 12,30, presso il capannone che il Comitato, costituitosi a Montecchio per l’occasione, aveva tra-sformato in elegante sala da pranzo; era adornata di festoni, di fiori e tempestata di motti e di striscioni. Vi parteciparono circa 200 commensali.

Stefano Giampaoli© RIPRODUZIONE RISERVATA

FOSSATO UTILIZZATO IN MANIERA ABUSIVA SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI

Rocca Costanza: monumento o sgambatoio?

Il fossato di Rocca Costanza è sicuramente lo sgambatoio per cani più frequentato di Pesaro. Centinaia e centinaia

di metri quadrati per correre in libertà, giocare e lasciar andare le amate bestiole all’istinto natura-le. Probabilmente si tratta del più grande spazio per cani all’interno di una città. Il problema è però che si tratta di uno spazio legato anche ad altre manifestazioni e per la maggior parte contestate. Ricordiamo il Palio dei braceri, la festa del Pdl, la festa del Pd, uno

spettacolo con i cavalli e danze gitane ed altro ancora.Rocca Costanza è sotto la tute-la della Sovrintendenza dei beni storici e artistici, necessita di restauri e manutenzione e la cit-tadinanza si attende che venga utilizzata per incontri, convegni, manifestazioni e mostre d’arte. Ovviamente nulla vieta che il fos-sato possa essere anche utilizzato come sgambatoio per cani, ma in questo caso occorrono cartelli all’ingresso, cancelli adeguati, pu-lizie igieniche ed un regolamento preciso.E’ di pochi giorni la notizia che due cani di grossa taglia, sfuggi-ti al controllo dei proprietari, si sono azzuffati e, fuggendo dal fossato, hanno quasi causato un incidente stradale e fatto accor-rere i vigili urbani. La situazione dello sgambatoio abusivo è sotto gli occhi di tutti. Sul cancello di ingresso esiste anche una pub-blicità per dog-sitter e servizi di tolettatura. La pubblicità, è ovvio si pone dove più frequenti sono i passaggi di potenziali clienti.Il fossato sarebbe adatto anche a parco giochi (ovviamente incom-patibile con la presenza di anima-li) ma probabilmente nella zona centro sono più numerosi i cani

dei bambini. Da questa settimana sul sito www.ilnuovoamico.it è attivo un son-daggio per esprimere il proprio parere. Siete favorevoli all’utiliz-zo del fossato della Rocca come sgambatoio per cani?Attendiamo le risposte dei letto-ri ma nel frattempo sollecitiamo

anche il parere dell’Amministra-zione comunale e delle autorità preposte all’ordine pubblico im-pegnate, giustamente, a ricordare le buone maniere della conviven-za sia per la “circolazione” strada-le (biciclette) che … “animale”

A.C.© RIPRODUZIONE RISERVATA

A cura di Vittorio Cassiani

DOMENICA 30 SETTEMRECON IL CAI – Escursione al Gruppo Velino-Sirente. Da La Foce alla fonte Acqua delle Fate per le Gole di Celano. Accompagnatori Piccini (329.4509942) e Stradini.MEETING EDUCATORI – Si conclude oggi a Villa Borromeo (via Avogadro). Inizio lavori alle ore 9.30.DEDICATA A GIOVANNI GENTILETTI – Ultimo giorno di mostra a Palazzo Gradari (via Rossini, 24). Orario: 10-13 e 17.30-22.30.“ROSSINI OPERA STAMPA” – Nella Casa Rossini (via Rossini, 34): i cartello-ni del ROF nell’interpretazione grafica di sei artisti incisori. Ultimo giorno di mostra. Orario: 10-13 e 16-19.30.“THE HANGAR FEST” – Nel Salone Vanvitelliano, in Piazza del Monte. Ul-timo giorno di mostra. Orario: 11-13 e 17-20.“WEEK-END GASTRONOMICI” – Oggi sono aperti i seguenti ristoranti: Il Par-co di Novafeltria (0541/922018), Pitrok di Fossombrone (0721/715545), Villa Palombara di Castelvecchio di Monte-porzio (0721/955617).NEL CENTRO SOCIALE “SERENI” – In via Tombesi. Iniziano le attività au-tunnali. Tutte le domeniche, dalle ore 15.30, tombola. Ogni sabato ballo (ore 20.30), martedì e venerdì scuola di ballo (ore 21.00).“HANGARTFEST” – In via Ponchielli, 87 (tel. 0721/392388). Dalle ore 17.30: Franca Zagatti ed Eugenia Casini Ropa in “La danza di comunità”. Alle ore 21.00 Lara Martelli propone: “La dan-za non ha un senso…ne ha almeno cinque”.

MOSTRA DEDICATA A MATTIACCI – A Monteciccardo, nel Conventino dei Servi di Maria. Si conclude oggi. Ora-rio: 18-20. Info: 0721/910586.

LUNEDI’ 1° OTTOBRE PROGRAMMAZIONE PASTORALE – Alle ore 10, in Curia, Consiglio presbi-terale diocesano; alle ore 21, in Vesco-vado, Consiglio pastorale. Domani (ore 10) Consiglio dei Vicari.INDUMENTI USATI IN BUONO STATO – Sono disponibili, per chi ne avesse bisogno, presso la parrocchia di Santa Lucia. E’ possibile ritirarli nei giorni di lunedì, dalle ore 15 alle 17, e giovedì dalle 9 alle 11.“TELEFONO AMICO” – Per ascolto e consulenza, dal lunedì al venerdì con orario 16-18: tel. 0721/33327.NELL’UNIVERSITA’ DELL’ETA’ LIBERA – In via Nanterre (Campus scolastico). In settimana iniziano i corsi di: ginnasti-ca funzionale (oggi), psichiatria (mar-tedì), hatha yoga (mercoledì), “English for travel and tourism” e “Des mots pour voyaher” (giovedì), letteratura 2 (venerdì), la relazione d’aiuto (sabato).ITINERARI PER FIDANZATI – Ogni lu-nedì e mercoledì per quattro settima-ne (ore 21.15) nella parrocchia Santa Maria di Loreto. Info: 0721/390606.

MARTEDI’ 2 OTTOBRESCIENZE RELIGIOSE – La Biblioteca dell’Istituto superiore di scienze re-ligiose (via Rossini, 58) è aperta al pubblico nelle giornate di martedì e giovedì, dalle ore 9 alle 12. Venerdì su prenotazione (339.8928158).ITALIANO PER STRANIERI – Lezio-ni vengono impartite nelle sedi di Pesaro (via Luca della Robbia n°. 4)

e di Morciola di Colbordolo, via Ne-rini n°. 35. Info: Patrizia Girolomoni (0721/3592803).MUSEO ARTE DELLA STAMPA – In via Podgora n°. 10 (tel. 0721/403803). Vi-site dalle ore 16 alle 20. Esposizione permanente di macchine ed attrezza-ture tipografiche dal 1840.

MERCOLEDI’ 3 OTTOBRECAMMINI FORMATIVI PER ADULTI – A cura delle parrocchie dell’Unità pastorale centro. Oggi a San Giuseppe (9-12 e 16-19), giovedì in Duomo (9-12 e 16-18.30), venerdì a Santa Lucia (9-12 e 16-18).INCONTRI – Alle ore 10 si riunisce il Consiglio dei direttori degli uffici di Curia. Alle 21, nei locali del Vescovado, Consulta delle aggregazioni laicali.NELLA CHIESA DI VIA DELLA MATER-NITA’ – Ora di adorazione per giovani e coloro che vogliono unirsi alla pre-ghiera (ore 21). Domani, giovedì, ado-razione comunitaria per le vocazioni (ore 21).“IL CORPO IN GIOCO” – Movimen-to espressivo con la musica. A Villa San Martino (ore 21-22.30) presenta-zione gratuita. Info: Chiara Federici (0721/910673 – 335.6835791).

GIOVEDI’ 4 OTTOBRENELLA CHIESA DEL CARMINE – In Corso XI Settembre 127/1. Tutti i giorni, dalle ore 8 alle 12 e dalle 16 alle 19, si raccolgono accessori da cucina ed altri oggetti per la casa. Info: 393.9128221 o 340.3390444.PREPARAZIONE ADULTI ALLA CRESI-MA – Previsti dodici incontri: ogni gio-vedì, alle ore 21, presso la Curia, in via Rossini n°. 66. Info: 0721/30043.

VENERDI’ 5 OTTOBREMOSTRA MERCATO DEI FIORI E DEL-LE PIANTE ORNAMENTALI – Fino a domenica prossima, in piazza del Po-polo, si svolge la 58^ edizione. Dalle ore 8 alle 22.30.NEL PARCO DEL SAN BARTOLO – In programma, fino a domenica, “Tre giornate intorno al paesaggio”: incontri teorici sulla fotografia. Info: 347/2974406.MUSEO DELLA MARINERIA – In via Pola n°. 9. Da ottobre a maggio è aper-to al pubblico nelle giornate di vener-

dì, sabato, domenica e festivi, dalle ore 16 alle 19. Info: 0721/5588.FESTIVAL DEI GAD – La Compagnia dell’Orso di Lonigo (Vicenza) presenta “L’allegro spirito” di Noel Coward. Tea-tro Rossini, ore 21.00.

SABATO 6 OTTOBRE“COLLINE D’AUTORE” – Le colline dell’entroterra pesarese con guida di un madrelingua inglese. Con “Il Pon-ticello” (0721/482607 – 338.7145465). Ritrovo, alle ore 15, presso “Polvere di Caffè” in via Fratti 126. Quota euro 12 (escursione e inglese).

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30 settembre 2012 13amicoil nuovo• •

Redazione di Fano:Via Roma, 118 - 61032 FanoTel. 0721 802742 dir. 803737 Fax 0721 825595E-mail: [email protected]

Fossombrone Cagli Pergola

venerdì 28 settembreudienze in sede - ore 21, incontro con i genitori e i padrini dei ragazzi che si preparano a ricevere il sacramento della Confermazione presso la parrocchia di San Cristoforosabato 29 settembreore 9, saluto ai partecipanti al convegno “Morbo di Addison. Una ma-lattia da conoscere” presso il Centro Pastoraleore 17, saluto conclusivo alla Settimana Regionale Africanaore 18, presiede l’Eucaristia nella Cattedrale di Fanodomenica 30 settembreore 9.30, conferimento del sacramento della Confermazione presso la parrocchia di Ponte Metauro - ore 11, conferimento del sacramento della Confermazione presso la parrocchia di Cuccuranoore 16, presiede l’Eucaristia a Villa del Monte in occasione della festa del Santissimo Crocifissomercoledì 3 ottobreore 21, incontro con i genitori e i padrini che si preparano a ricevere il sacramento della Confermazione presso la parrocchia di Centinarola

a cura della Segreteria Vescovile

AgendA del vescovo

FANO – Sarà don Carlo Rocchetta, teo-logo e responsabile della “Casa della tenerezza” di Perugina ad affrontare il tema, martedì 2 ottobre alle ore 21 presso il Centro Pastorale, della pasto-rale per i battezzati separati e divorzia-ti. La comunità dei credenti non può emarginare ed escludere dal suo seno le persone separate, divorziate, risposa-te, ma deve stare loro vicino ed aiutarle nel limite del possibile. Perciò bisogna proclamare non solo le norme dettate da Dio, ma anche la sua misericordia. Nelle direttive e nelle norme pastorali, la Chiesa deve seguire l’esempio di Cri-

sto, che accoglieva con misericordia i caduti in colpa, ma li chiamava anche alla conversione.Separazione e divorzio sono esperienze dolorose. E’ compito dei cristiani e della comunità cristiana dei fedeli condivide-re tali travagli e mettersi dalla parte di coloro che soffrono. Oggi si sottolinea il diritto di ognuno a prendere decisioni personali nelle scelte relative all’impo-stazione della propria vita. Separazio-ne e divorzio, in questo contesto, sono condannati meno che in passato. Ma in certi casi, con la separazione e il divor-zio, si fanno torto ai coniugi e ai figli. La

comunità cristiana non può accettare decisioni esistenziali che provocano sofferenze e ingiustizie; tanto essa che i curatori d’anime devono avere rispetto e comprensione delle persone coinvol-te, assisterle con amore e seguirle sulla loro strada dolorosa con comprensione e bontà.Don Mauro Bargnesi - Ufficio Famiglia

Per info sul percorso diocesano di ac-compagnamento spirituale, rivolgersi a don Mauro Bargnesi (348.6721991 – email: [email protected])

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AccompAgnAmento spirituAle di sepArAti, divorziAti e riAccompAgnAti

Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito

secondo incontro di formAzione per cAtechisti con mons. trAsArti

Le immagini: strumento di evangelizzazione

presenti Anche il vescovo e l’Assessore Ai servizi sociAli

Festa dell’ accoglienza all’Opera Padre PioFANO - Si è svolta nei giorni 22 e 23 settembre, nel Chiostro e Basi-lica di San Paterniano, la IV° edi-zione della Festa dell’Accoglienza, che l’Associazione di volontariato San Paterniano onlus celebra in onore di San Pio da Pietrelcina, patrono dell’Opera che compren-de la mensa dei poveri e il cen-tro di accoglienza notturna per i senza tetto e senza fissa dimora, situata in una parte del convento dei frati cappuccini, grazie alla intuizione e grande volontà del compianto Padre Valerio.Nel giorno di sabato alle 17 è stata aperta la mostra di pittura denominata “Arte Solidale” nel Chiostro, frutto dell’intervento di alcuni fra i più importanti pittori locali, che hanno messo a dispo-sizione una loro opera per questa iniziativa di solidarietà. Unica ec-

cezione rispetto alla territorialità degli artisti, l’esposizione di un quadro di Pietro Annigoni gra-zie alla disponibilità del maestro Grilli.All’apertura, oltre ad alcuni auto-ri, tra cui Antonio Fortuna, Ga-briele Biagetti e Clara Lionello, è intervenuto anche sua eccellenza il Vescovo Mons. Armando Tra-sarti, ha sottolineare il contributo costante che la Diocesi assicura a questa importante opera, insieme all’assessore ai servizi Sociali Da-vide Del Vecchio.Subito dopo, il Vescovo, impegna-to in alcune Cresime, ha lasciato il

testimone al Vicario Generale don Tintori che ha concelebrato la Santa Messa insieme ai frati cap-puccini di San Paterniano, ed in particolare a Padre Daniele Farne-di, assistente spirituale dell’Opera, per conto della Provincia Picena dei Frati Cappuccini delle Marche. Dopo la Santa Messa, ci si è trafe-riti nel Chiostro dove c’è stato un breve intervento del Presidente Gabriele Darpetti, che ha salu-tato tutti gli ospiti intervenuti, e poi subito dopo è iniziato il buffet, allietato dalla musica del gruppo musicale “I Figli Di Sion”, che han-no continuato poi a suonare fino a

notte inoltrata.La festa si è poi conclusa domeni-ca 23 settembre con un riuscitis-simo concerto per voce e organo nella Basilica di San Paterniano,

protagonisti Giovannimaria Per-ruci (organo) e Daniela Nuzzoli (soprano).

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FANO – “Un pennello sa dire mol-to più di una penna”. Con queste parole il vescovo Mons. Trasarti ha aperto, lunedì 24 settembre, il secondo incontro per la formazio-ne dei catechisti al Centro Pasto-rale. Una serata dedicata all’im-magine in tutte le sue forme, dalle opere d’arte, alle icone fino ad arri-vare al mondo del web. “Se voglio esprimere il dolore di una madre – ha proseguito il Vescovo - faccio fatica a mettere questo sentimen-to per iscritto, ma se prendo, ad esempio, una Madonna del Cec-carini che contempla la corona di spine tutto diventa più immediato. L’arte è, dunque, evangelizzazio-ne, uno strumento nato non come arredo, ma come catechesi”. Dopo l’introduzione di Mons. Trasarti, i catechisti presenti sono stati chia-

mati a dividersi in quattro gruppi di lavoro, ognuno dei quali guida-to da un esperto del settore. Il primo gruppo, guidato dal pro-fessor Paolo Clini, ha approfondi-to il concetto di immagine nelle opere d’arte. “Bellezza – ha sotto-lineato Clini – non è solo una bella forma, ma il suo significato origi-nario sta in ciò che riesce a comu-nicare. Per rimanere in tema – ha concluso Clini – vorrei riprendere una celebre frase di Marc Chagall: la Bibbia è la fonte da cui hanno attinto, come un alfabeto colorato, gli artisti di tutti i tempi”. Il secondo gruppo, guidato dal Marco Gasparini e Stefano Giral-di esperti di new media, ha foca-lizzato l’attenzione sulle imma-gini nel mondo di internet. “Se un tempo l’album delle fotografie

– ha spiegato Gasparini – immor-talava solo i momenti salienti della nostra vita, ora, con il web ed in particolare con l’avvento di face-book, l’immagine è diventata lo strumento attraverso il quale rac-contiamo il quotidiano. Questo ci rende davvero felici? Credo di sì, ma occorre valutarne bene poten-zialità e rischi”. Gasparini ha sottolineato inol-tre l’importanza delle immagini per educare alla vita buona del Vangelo.Il terzo gruppo, insieme a suor Paola, ha posto l’attenzione sulle icone, mezzo di preghiera, più vicino al lin-guaggio delle chiese orienta-li. “L’iconografo – ha affermato suor Paola - scri-ve l’icona, nella preghiera, nel

digiuno e nell’ascesi”.Il quarto gruppo, guidato dai dia-coni Carlo Berloni e Lucio Dio-tallevi, ha approfondito il tema dell’uso delle immagini nella cate-chesi dei bambini, facendo parti-colare riferimento alle omelie.

Enrica Papetti© RIPRODUZIONE RISERVATA

Prossimo appuntamento: sa-bato 29 settembre 2012, ore 15:30-19 presso il centro Pastorale, “Quali oratori per quale catechesi?”. Presenta-zione delle varie esperienze oratoriali.

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amicoil nuovo• •14 Fano Fossombrone Cagli Pergola30 settembre 2012

di Sanzio Ubaldi(Chiuso il lunedì)

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ConclusioniMi rendo conto di aver toccato superficialmen-te temi complessi, vasti e di averne trascurato altrettanti non secondari (penso alla pastorale dei fidanzati che chiedono di celebrare il ma-trimonio, a coloro che si riavvicinano alle co-munità con il desiderio della fede in occasioni particolari della loro vita, i riti di esequie ecc.). Il mio intento è quello di riprendere un dialogo con i miei fratelli presbiteri, i diaconi e tutta la santa Chiesa. Ci troviamo di fronte ad una tra-sformazione profonda perché siamo passati da un piccolo mondo cristiano (famiglia, quartiere, parrocchia, città), dentro il quale accogliere il sacramento coincideva con accogliere la fede, ad un mondo multiculturale, globalizzato dove gli stimoli e le voci sono tante, contraddittorie e complesse. Oggi la Chiesa deve dar prova del

suo amore per il Vangelo e per l’uomo nell’indi-viduare una modalità di annuncio e di educa-zione alla fede che sia adatta alla situazione attuale. Il convegno ecclesiale di Verona, ripro-ponendoci la testimonianza della risurrezione di Cristo (è questo il primo annuncio) negli am-biti in cui l’uomo vive, ci ricorda che «la testi-monianza è […] un modo di leggere e agire nel proprio tempo alla luce della speranza. Essa deve evitare di elaborare teorie o modelli sen-za che diventino scelte storicamente possibili e praticabili: “discernere” significa capire e sce-gliere, ma la decisione non segue a un compren-dere già chiaro e distinto, bensì esige un sapere pratico, un incremento di sapienza cristiana proprio sugli ambiti della vita personale e so-ciale» .Sono davvero tante le esperienze nate nella no-

stra diocesi grazie ai molti stimoli che sono ve-nuti sia dagli uffici pastorali che per iniziative di singole comunità, ma è arrivato il momento di dare ordine, per necessità provvisorio, al no-stro sforzo. Vogliamo che la Chiesa, la nostra Chiesa, sia Madre di credenti e non solo luogo nel quale si distribuiscono sacramenti.Mentre ringraziamo Dio per tutto quello che è stato il cammino fatto fino ad oggi, gli chie-diamo il dono dello Spirito Santo «per poter di-scernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto» .Maria Madre della Chiesa interceda per me e per noi tutti

+ Armando Trasarti© RIPRODUZIONE RISERVATA

La Chiesa che genera/42

LA FEDE, QUEL TESORO NASCOSTO NELLA VITA QUOTIDIANA

L’AC di Fermo in ritiro a San FrancescoSAN FRANCESCO IN ROVERE-TO - Estate: tempo di riposo per il corpo e per lo Spirito. Tempo di pausa, per “rompere” un po’ gli schemi dell’ordinarietà e darsi oc-casioni stra-ordinarie per ristorar-si… E’ quanto dal 13 al 15 luglio hanno vissuto gli adulti di Azione Cattolica della Diocesi di Fermo in un week-end trascorso insieme presso il Centro di Spiritualità San Francesco in Rovereto di Saltara. Un appuntamento che si ripete da alcuni anni in diversi luoghi di spiritualità e che vuole essere oc-casione di convivialità e riflessione, riposo e preghiera per il corpo e lo spirito. Quest’anno ci siamo lanciati alla riscoperta della nostra Fede come Tesoro Nascosto negli ambiti ordi-nari della nostra vita, sofferman-doci sulle complessità degli aspetti oggi più mutevoli e in divenire. Abbiamo avuto modo di interro-garci sul tema della trasmissione della fede nell’ambito familiare, tra

i coniugi, tra genitori e figli e tra le diverse generazioni.Anche i bambini che erano con noi hanno avuto il loro spazio e l’occasione di condividere in se-renità questa esperienza, grazie al prezioso servizio reso ai più pic-coli da una giovane di AC. Anche loro sono stati accompagnati alla scoperta dei tesori preziosi disse-minati nella loro vita, per poi con-dividerli con semplicità con i più grandi. La calda accoglienza delle Sorelle Discepole di Gesù euca-ristico ci ha fatto sentire parte di una famiglia orante, guidandoci anche nel confronto con la Parola in un momento di Adorazione a Gesù Eucaristico vissuto intorno al pozzo del chiostro: proprio come la Samaritana che chiedeva a Gesù

acqua viva, lì Lo abbiamo incontra-to, riscoprendolo nei volti di chi ci

stava al fianco e tra le pieghe della nostra storia. Da lì, da quell’incon-

tro, vogliamo ripartire, tornando alle nostre realtà familiari, lavo-rative, parrocchiali con rinnovato slancio e con generosità, consape-voli che quanto dà sapore alla no-stra vita può essere condiviso con quanti ci è dato di camminare.Abbiamo concluso i nostri giorni di spiritualità con la Celebrazio-ne dell’ eucaristia nella Chiesa del convento ricordando anche il ve-scovo Mons. Armando Trasarti che non è potuto intervenire al ritiro, ma è stato vicino a noi spi-ritualmente; nella persona del Ve-scovo ci sentiamo sempre più uniti alla Diocesi di Fano nel cammino di Chiesa.

Sabrina e gruppo A.C adulti Diocesi di Fermo

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L’UNITALSI IN PELLEGRINAGGIO A CARTOCETO

Un momento di riflessioneCARTOCETO - Domenica 16 settembre 2012 oltre 250 fra soci e simpatizzanti dell’Unitalsi Fano, Fossombrone, Cagli e Pergola, si sono ritrovati presso il Santua-rio della Madonna delle Grazie di Cartoceto per il tradizionale “Pel-legrinaggio Unitalsi”.Al mattino, per il solo personale, si è svolto un momento formativo tenuto dall’ Assistente Spirituale Don Luigi Spallacci sul Santo Ro-sario, a cui è seguita relazione del Presidente Piergiuseppe Manenti, con i dati sui pellegrinaggi a Lour-des e Loreto e spunti di riflessione ricavati dalla moltiplicazione dei pani e dei pesci così come nar-rata nel Vangelo di Giovanni. In particolare è stata apprezzato il parallelo con la situazione attua-le della Sottosezione di Fano, che quest’anno ha visto una “moltipli-cazione” di oltre il 20% del nume-ro degli ammalati ai pellegrinaggi, a cui purtroppo non è seguito un pari aumento del numero dei soci

volontari. Ma Gesù ha operato ugualmente una moltiplicazio-ne all’interno della Sottosezione: quella delle forze, dell’impegno e della disponibilità dei Soci Volon-tari, per questo ognuno dei malati ha avuto la sua razione di “pani e pesci” e, come nel Vangelo, ha ri-portato a casa “…. i pezzi avanzati,

perché nulla vada perduto.” Il Pre-sidente ha anche ricordato la gran-de soddisfazione che ci è venuta dalla partecipazione, per la prima volta, degli ospiti di Casa Penelope ai pellegrinaggi. Elvis, Elisa, Rober-to, Francesco,Amalia, Giuseppe e Ines sono diventati i nostri nuovi amici e la sfida di quest’anno: col-

tivare un rapporto di conoscenza e collaborazione durante l’anno, come avviene già per le altre Case o Istituti. La Premiazione dei Soci Benemeriti ha visto la consegna di 1 medaglia d’oro, 6 d’argento e 4 di bronzo ai Volontari. Ottimo è stato anche il pranzo al Ristorante “Agli Olivi”, cui è seguito l’arrivo

delle corriere messe a disposizione dalla Sottosezione con gli anziani e gli ammalati provenienti da tut-ta la Diocesi. Alla recita del Santo Rosario è seguita la Santa Messa, celebrata dal Socio Don Gianfran-co Ciccolini e da Don Luigi Spal-lacci Assistente Spirituale della nostra Sottosezione, ed una rifles-sione del Vescovo Mons. Trasarti. Al termine della celebrazione, nei giardini prospicienti il Santuario, il Comune di Cartoceto ha messo a disposizione materiale e volontari per il rinfresco e la musica offerti dai Volontari dell’Unitalsi Fano. Ci piace ricordare che fra i tanti an-ziani partecipanti, accompagnato dalla figlia, era presente il Socio Attilio Girolomoni, che, immanca-bile alle nostre iniziative, è la prova vivente di quanto l’Unitalsi “faccia bene” agli altri, ma soprattutto a chi partecipa, Attilio ha infatti 102 anni!!!!!!

A.T.© RIPRODUZIONE RISERVATA

LA PARROCCHIA DI SANT’ORSO AD ASSISIFANO – La parrocchia Santa Maria Goretti in Sant’Orso organizza, domenica 14 ottobre, il pellegrinaggio ad Assisi per giovani e adulti insieme nella città di San Fran-cesco e Santa Chiara.Riportiamo, di seguito, il programma:ore 6,45: ritrovo davanti alla Chiesa di Santa Maria Go-retti ore7: partenzaore 9,30: rrivo ad Assisi e visita guidata a San Damiano, Eremo delle carceri, Basilica S. Francesco, Basilica S. Chiaraore 12,30: pranzo libero

ore 15,30: partenza per Santa Maria degli Angeli e visita della Basilicaore 17: Santa Messa presso la Basilica di Santa Maria degli Angeliore 18.30: partenza e ritorno a Fanoore 21: arrivo a FanoAdesioni entro domenica 7 ottobre contattando ritiran-do gli appositi tagliandi:- don Giorgio e don Matteo 0721/867283- Orietta Crinelli 335/6761405- Capodagli Giorgio 348/5497834Per coloro che parteciperanno al pellegrinaggio, venerdì 12 ottobre alle ore 21,00 è in programma un incontro preparatorio con padre Filippo Caioni, Guardiano del Convento di San Paterniano.

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23 settembre 201215Fano Fossombrone Cagli Pergola

TRE DOMANDE A UNA DELLA RESPONSABILI DEL GRUPPO ACR

Giornata associativa dell’AC di Pergola

PERGOLA – Il 14 ottobre l’Azio-ne Cattolica di Pergola si prepara a vivere la consueta giornata as-sociativa, che riunisce tutti i soci per l’assemblea annuale, vivere un momento di festa e riflessione in-sieme. Quest’anno si è optato per fare una gita fuori porta, piuttosto che l’intera giornata presso l’ora-torio Arcobaleno di Pergola, così si è deciso di trascorrere la gior-nata associativa a Corinaldo, in onore di Santa Maria Goretti.

Abbiamo incontrato una della responsabili dell’ACR, Agnese Fioranelli, che insieme a Cristian Savelli, guida il gruppo educatori ACR della parrocchia di Pergo-la. Agnese ci ha spiegato che la giornata è stata organizzata dai responsabili di vari settori parroc-chiali AC, in collaborazione con il viceparroco Don Filippo Fradel-loni e il responsabile AC dioce-sano, Ubaldo Alimenti. Agnese ci ha inoltre illustrato il programma per la giornata del 14 ottobre, con partenza e colazione la mattina alle 8.00, arrivo a Corinaldo, mo-mento di assemblea e testimo-nianza, messa con la comunità di Corinaldo, pranzo in oratorio, gioco e visita al Santuario di Santa Maria Goretti.Abbiamo chiesto ad Agnese di spiegarci il significato della gior-nata associativa per l’AC di Per-

gola: “Far parte di un’associazione, non significa solo avere una tes-sera” dice Agnese “ma essere vivi e associazione viva. Far in modo che chi fa parte dell’associazione si conosca, perché spesso la gente conosce noi ragazzi della parroc-chia che facciamo servizio con i ragazzi o cantiamo a messa, ma quelli più grandi no, non si cono-scono perché magari hanno un ruolo più marginale, o semplice-mente non hanno un ruolo attivo in parrocchia, ma sono comunque di Azione Cattolica. Lo scorso anno è stata inaugurata la nuova sede dell’AC, accanto alla chie-sa di S. Francesco nella vecchia sede scout e abbiamo tenuto lì la giornata associativa. Questa vuole anche essere un buon augurio per iniziare bene l’anno.”“Tutti i settori partecipano alla realizzazione della giornata: l’Acr

si occupa del gioco e il settore adulti all’assemblea e del momen-to di testimonianza. Chiaramente il momento associativo è aperto a tutti, l’idea di Ubaldo era anche quella di richiamare ex educato-ri che per un motivo o per l’altro non fanno più parte di questa as-sociazione”Abbiamo poi chiesto ad Agnese: come lavora l’AC a Pergola? “Ci sono delle difficoltà per gli educa-tori perché sono tutta la settima-na fuori per studio. Il momento per il lavoro organizzativo e con-fronto è solo durante il week end.” L’idea di fondo della responsabile sarebbe quella di smuovere anche quella fascia d’età di adulti che in qualche modo potrebbero af-fiancare gli educatoti più giovani. “Purtroppo la difficoltà quest’anno sta anche nei numeri, siamo rima-sti pochi educatori e riusciamo

a mantenere solo le classi delle medie con l’Ac, quinta elementa-re (che fin’ora era gestita dall’AC, n.d.r.) passerà probabilmente al catechismo.”Ultima domanda è stata: quali sono gli appuntamenti di que-st’anno dell’A.C. della parrocchia di Pergola? “Il 20 inizia l’Acr il sabato con i ragazzi, molto pro-babilmente il sabato dopo ci sarà la consueta Festa del ciao. Poi l’ottavario, cha caratterizza la par-rocchia di San Francesco dall’8 di-cembre fino al 15 dicembre, sarà tenuto dal novello sacerdote, Don Gabriele Micci e Don Giacomo della Parrocchia di Castelleone di Suasa. Per il momento questi sono gli appuntamenti più importanti in cui coinvolgiamo educatori e ragazzi AC.”

Martina Pieri©riproduzione riservata

IL CANZONIERE DI ANNA MARIA BATTISTINI FERRI

“L’umiltà della solitudine”FANO – Una raccolta inedita di poesie che raccontano un viaggio. Venerdì 21 settembre, la chiesa del Suffragio, gremita di persone, ha fatto da cornice alla presentazione del libro di Anna Maria Battistini Ferri “Canzoniere. L’umiltà della solitudine”. La serata, imprezio-sita dalle musiche dei chitarristi Lorenzo e Simone Salucci e del suonatore di viola Giammarco Orciani, è stata presentata da Glauco Faroni, scrittore e amico di Anna, il quale ha introdotto il canzoniere e ha letto il saluto che il giornalista e scrittore Silvano Clappis, assente, ha voluto rivol-gere ad Anna Maria. Intervenuto alla presentazione anche il profes-sore Alberto Berardi. “Se dovessi-mo sottoporre questo libro – ha spiegato Berardi – ad un’analisi tassonomica, ci renderemmo con-to di come la parola amore sia la vera protagonista del canzoniere. Il sorriso di Anna, seppure colpita nella sua vita da vicende dolorose, rappresenta la sua apertura verso gli altri, una dimensione di amo-re spirituale anche quando è pro-

fano. Anna, infatti, ha compreso quello che un grande saggio, al quale si ispirò una parte rilevan-te della nostra vita, diceva ovvero che nessun uomo è un’isola”.Durante la serata Arianna Faroni e Antonio Boiano hanno prestato la voce alle poesie di Anna Maria Battistini.

Riportiamo una delle poesie di Anna Maria Battistini Ferri pre-senti nel “Canzoniere”

NoiImmagino silenziper te

e nei tuoi silenzisogni

Fantasie dolci, libere, pureper un giocoche sa di misteromache non temeperché osa

Amore dunqueper il tuo silenzioliberatoe non più sofferto.Certezza di vita

EP©riproduzione riservata

IL CALENDARIO DEGLI INCONTRI

Itinerari per fidanzatisi è tenuto il 19 settembre presso il

Centro pastorale di via roma, a cura di don Mauro Bargnesi, responsabile

dell’ufficio Famiglia della diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-pergola, l’incontro annuale per la verifica degli itinerari di preparazione al matrimonio già svolti e per predisporre il programma dell’anno 201212013. e’ emerso evidente, come al-tre volte constatato, che la situazione dei fidanzati che chiedono di prepa-rarsi al matrimonio cristiano è completamente cambiata rispetto agli anni precedenti. oggi spesso ci troviamo di fronte a coppie che, per diverse ra-gioni, convivono da tempo e che chiedono di sposarsi in chiesa dopo aver celebrato il matrimonio civile o in occasione della prossima nascita di un figlio. il cammino di fede di molte coppie è fermo alla Cresima e la parte-cipazione alla Messa domenicale ed alla vita della comunità parrocchiale è scarsa. operare in una simile situazione non è facile, tuttavia non bisogna perdersi di coraggio e mantenere sempre un atteggiamento di accoglienza e creare negli incontri un clima di ascolto e di comprensione. per fare questo è indispensabile nei percorsi la presenza di una coppia e di un sacerdote capaci di dialogare, senza assumere l’atteggiamento cattedratico di chi vuol impartire lezioni. il Coordinatore dei lavori, don Mauro Bargnesi, ha insistito anche sull’importanza di presentare il nuovo rito del matrimonio, spiegando il valore dei gesti, la ricchezza dei testi e delle letture e sull’opportunità di far riflettere sul cammino di fede che ha portato a chiedere il sacramento del matrimonio. in questi ultimi giorni si sta completando il calendario degli itinerari dell’intera diocesi di Fano-Fossombrone-Cagii- pergola e pertanto presto sarà pronto il pieghevole con l’indicazione della località e della data di inizio di ciascun percorso formativo. per tutte le coppie dei vari itinerari è previsto, nel mese di aprile 2013, un incontro di spiritualità a Loreto con la presenza del nostro vescovo mons. armando trasarti. si raccomanda ai gio-vani interessati alla frequenza del cammino di fede di contattare tempesti-vamente il proprio parroco per renderlo partecipe della scelta che si intende operare, ed ai sacerdoti di completare la preparazione con gli indispensabili colloqui prima delle nozze.

nei mesi di ottobre e novembre ini-ziano i seguenti percorsi formativi: a Calcinelli martedì 2 ottobre ore 21; a pergola lunedì 8 ottobre ore 21; s. Cesareo di Fano mercoledì 17 otto-bre ore 21; Cagli venerdì 19 ottobre ore 21; nei locali di Casa nazareth - via paga-no, 6 -Fano sabato 20 ottobre ore 17; nella parrocchia della Gran Madre di dio di Fano sabato 20 ottobre ore 21; nella parrocchia di s.Biagio di Cuccu-rano di Fano giovedì 25 ottobre ore

21; nella parrocchia di s. Maria del Car-mine di Fano martedì 30 ottobre ore 21; nella parrocchia di s.Cristoforo di Fano martedì 13 novembre ore 21;nella parrocchia di s.Giovanni apo-stolo di Marotta venerdì 16 novem-bre ore 21; nei locali di villanova di Montemag-giore in ottobre, data da stabilire.

Gabriele Volpini©riproduzione riservata

INCONTRO DIOCESANO ACGFano – venerdì 28 settembre, nella parrocchia di san paolo al vallato di Fano, è in programma l’incontro diocesano giovani e giovanissimi e presentazione delle guide aCG. sarà l’occasione per iniziare il nuovo anno associativo ma soprattutto ripartire con le attività nelle nostre comunità.programma e orari:- ore 19,15 arrivi- ore 19.30 vespri

- ore 20 cena (ci stiamo organizzando, vi faremo sapere a breve)- ore 21 presentazione guide, indi-cazioni e condivisione iniziative per ripartire in parrocchiaper info:Cucca 338-5276086simo 328-1129337Mino 333-8093663andri paolo 340-2368722Brocco 349-5913674Cli 328-9061750dado Cecco 333-6136054

Nuove date per Casa GiovaniFANO - La Casa Giovani della nostra diocesi è una proposta di vita comune nell’ex casa del Clero in via don Bosco, 14. Temi e obiettivi delle 3 settimane di condivisione alla Casa Giovani: Prima settimana “Che cosa cercate?” – suscitare e riconoscere un desiderio. Il coraggio di una risposta;Seconda settimana “E rimasero con Lui” – accettare la sfida; Terza settimana “Tu sei Simone, fi-glio di Giovanni, sarai chiamato Cefa” – recupero della propria identità.Riportiamo, di seguito, le nuove date:Gruppo 1 7 - 26 ottobreGruppo 2 11 - 30 novembreGruppo 3 20 gennaio – 8 febbraioGruppo 4 24 febbraio – 16 marzoGruppo 5 7 – 26 aprileGruppo 6 12 – 31 maggio

Il premio sarà consegnato sabato 29 settembre in Piazza Amiani

“HO L’AFRICA NEL CUORE” ALLA RIVISTA NIGRIZIAFano – a conclusione della settimana regionale africana, sabato 29 settembre ai Giardini di piazza amiani sarà consegnato il premio “Ho l’africa nel Cuore” alla rivista nigrizia e verrà aperta la sesta edizione della notte nera, musica, danza, street art e stand gastronomici. Fra gli ospiti della festa La banda degli zulu, i Maalish, il collettivo ruvida e Lion d.

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Fano Fossombrone Cagli Pergola30 settembre 201216 amicoil nuovo• •

NUOVO MUSICAL PER I RAGAZZI DELL’ORATORIO DI CUCCURANO

“Sister Act Revolution”CUCCURANO - I ragazzi dell’oratorio “La Stazione” di Cuccurano anche quest’anno si cimenteranno in un nuovo musical: Revo-lution Sister Act!. Il musical, infatti, prende spunto dalla famosa suora del S.Caterina interpretata dalla formidabile Whoopi Goldberg negli anni Novanta. Tutti i ragaz-zi partecipanti sono attori e ballerini non

professionisti, ma tutti spinti dalla stessa voglia di suscitare emozioni in chi li guarda. Le coreografie sono state, infatti, elaborate dai ragazzi, la regia è stata curata da Vitto-ria Lettieri mentre le scenografie sono state realizzate dai genitori dei ragazzi, sempre pronti a sostenerli ed aiutarli in ogni loro esperienza. Quest’anno i ragazzi saranno

anche accompagnati dal coro gospel Slave Song che eseguirà i brani caratteristici di Sister Act. Insomma uno spettacolo da non perdere! L’8 e 9 ottobre al Cityplex Politea-ma di Fano alle ore 21.00, non mancate!.

Andrea Ordonselli©riproduzione riservata

TERZO TORNEO NAZIONALE DI BASKIN

Gli alunni della Padalino sul podioIL CANTAUTORE SIMONE CRISTICCHI A CAGLICaGLi - as-surda e stu-pida. Questa è la guerra s e c o n d o simone Cri-sticchi. Che vuole dirlo a tutta ita-lia e lo farà, portando in tour “Mio nonno è morto in guerra”, uno spettacolo fatto di e da aneddoti, ricordi e canzoni di Fran-cesco de Gregori, ivano Fossati e Boris vian, oltre ai canti alpini. Lo spettacolo di e con Cristicchi, sarà anche a Cagli, il prossimo 26 ottobre, primo appunta-mento della stagione di teatro & Musi-ca.ad accompagnare il giovane romano, cantautore di “ti regalerò una rosa”, brano vincitore del Festival di sanremo del 2007, sul palco del teatro comunale di Cagli ci sarà Michele ranieri, a pia-noforte e fisarmonica. È già possibile prenotare i biglietti.

FANO - Dal 7 al 9 settembre scorso a Chatil-lon, in Valle D’Aosta, si è svolto il terzo torneo nazionale di baskin, una disciplina sportiva che, prendendo le mosse dal basket, consente a giovani “senza” e ai giovani “con disabilità” di giocare insieme. Alla manifestazione han-no partecipato le principali realtà del baskin attive in Italia: si tratta delle squadre prove-

nienti da Aosta, Bra, Cremona, Dormelletto, Ferrara, Rho, Pesaro e Fano, presenti con cin-que squadre delle scuole superiori e quattro delle medie per un totale di duecento ragazzi. Gli alunni della Padalino hanno raggiunto un ottimo risultato conquistato il secondo posto nel torneo nazionale e il primo nel triango-lare tra le squadre di Aosta, Urbania e Fano.

La squadra, composta da Blasi Astor, Felicetti Federico, Gregori Lorenza, Tonucci Enrico, Mei Davide, Roberto Valentina, Sow Betty, Tallone Alessio, Patrignani Mattia, ha dato dimostrazione di quanto le capacità e le abili-tà di ognuno siano necessarie per contribuire al successo del gruppo. Alla scuola media Pa-dalino, durante la cerimonia di apertura del nuovo anno scolastico il neo dirigente, prof. Pierluigi Addarii, insieme all’assessore alla Cultura del Comune di Fano, Franco Manci-nelli, hanno premiato i giovani studenti alla presenza dei loro allenatori i proff. Turiani Giorgio e Ceccarelli Cinzia la quale ha sot-tolineato la validità dell’esperienza vissuta dai ragazzi ad Aosta, dimostrazione di come abilità e differenze possano essere integrate e valorizzate in iniziative come queste. Ai gio-vani campioni, che bissano il successo dello scorso anno, vanno le nostre congratulazioni per i traguardi raggiunti con l’augurio che la stessa grinta e passione li possa accompagna-re anche nelle competizioni future.

TERZA EDIZIONE RICCA DI ARTISTI

Al via “Musiche d’autunno”CaGLi – Quattro concerti. Ma molti di più gli artisti che si esibiranno tra Cagli e Fron-tone durante la terza edizione di Musiche d’autunno. Musiche, perché diversi sono i generi proposti dall’associazione culturale nova Civitas Cale di Cagli che organizza la stagione concertistica 2012 ed è impegna-ta anche nella scuola di musica: il primo dei quattro concerti in cartellone inaugu-rerà proprio il nuovo anno accademico, che riparte la prima settimana di ottobre. L’impegno dell’associazione culturale pre-sieduta da adriano pigna (direttore della scuola è, invece, Giuliano Mensà) è quello di diffondere la cultura musicale e dare un contributo alla vita culturale del territorio, tanto che tra le intenzioni c’è proprio quel-la di valorizzare artisti locali o legati al ter-ritorio. La rassegna Musiche d’autunno, per l’associazione culturale nova Civitas Cale, rappresenta un appuntamento importante e significativo per la sua attività, che vuole crescere, coinvolgendo sempre più settori culturali e artistici. La stagione concerti-

stica 2012 parte dal teatro di Cagli dove, il 29 settembre, si esibiranno, alle 21, il trio composto da Matilde tosetti (violino), iana Lavrova (violoncello), alessandro petrolati (pianoforte) e roberta pandolfi (pianoforte). sempre alle 21, il 3 ottobre l’appuntamento è a san Francesco: le musiche vocali e stru-mentali sono del trio barocco composto da sandro pigna (organo), Klodiana Babo (vio-lino), Colombo silviotti (violoncello), insie-me al coro polifonico Città di Cagli e con le voci recitanti della compagnia La pioletta. sono alle 17 i due concerti al Castello, orga-nizzati con la collaborazione della pro loco di Frontone e con il sostegno del Comune di Frontone. domenica 7 tocca al pianofor-te di roberta pandolfi e alla fisarmonica di raffaele damen, mentre sabato 14 sarà la volta del quartetto jazz composto da Filip-po sebastianelli (sassofono), Luca pecchia (chitarra), Gabriele pesaresi (contrabbasso) e Massimo Manzi (batteria).

Elisa Venturi©riproduzione riservata

Francesca 21 anni ed è già in A2PERGOLA – Si chiama Francesca Rosa, classe ’91, una grande amica e una bravissima giocatrice di pallavolo da quando era piccolina e dopo una bella stagione in B1 con la squadra del Falconara, quest’anno è arrivata a giocare in A2 nella squadra di Ca’ del Bosco di Sopra, in provincia di Reggio Emilia. Pergolese DOC, Francesca ha sempre giocato a pallavolo iniziando proprio a Pergola, dove poi altri han-no notato il suo talento e la sua tena-cia nel gioco di squadra e questo l’ha portata a giocare prima a Jesi e poi a Falconara in B1. Lo scorso anno è stato per lei un anno di grandi soddisfazioni: ha giocato ti-tolare nella squadra, confermandosi una bravis-sima giocatrice, talentuosa e sempre pronta a buttarsi e mai tirarsi indietro. E a fine stagione sono arrivate le offerte di varie squadre italiane, e Francesca ha scelto di giocare il suo ‘campio-nato di conferma’ (come viene definito in gergo il campionato dopo il primo anno da titolare fissa) con la squadra emiliana, che vedendola giocare lo scorso inverno l’ha subito contatta, entusiasti di questa promessa della pallavolo.

Francesca è una di noi, fa parte del gruppo della parrocchia da sempre, è cresciuta fra i campi scuola ACR e ama follemente Pergola, nonostante che, duran-te le superiori , sia vissuta fuori proprio per gli impegni sporti-vi. Lo scorso anno abbiamo fat-to la GMG di Madrid insieme, una delle esperienze più belle per formarsi, conoscersi e vive-re bene. Ci ha dato una grande carica per ripartire per il nuovo anno scolastico, universitario

e sportivo. Inoltre, sarebbe davvero riduttivo dire che Francesca sa cantare, lei è bravissima: lo sa bene chi l’ha sentita e chi era con noi di Pergola nel bus per Madrid, non a caso è an-che la nostra solista nel coro della parrocchia. Lei è in gamba, una grande giocatrice, un’ami-ca meravigliosa, una persona con cui parli e ridi per ore. Di una semplicità ammirevole, mai ba-nale e forte come una roccia. Non possiamo che augurarle un bellissimo campionato.

M.P.©riproduzione riservata

LA ROTATORIA SULLA FLAMINIA È DEFINITIVACaGLi – i lavori sarebbero dovuti partire questa settimana. invece, si parla già di lunedì come data d’avvio. Comunque, ormai ci siamo: finita la fase di sperimentazione, la rotatoria sulla Flaminia, all’in-gresso delle mura di Cagli per chi viene da acqualagna, è definitiva. L’area è quella davanti alla stazione di rifornimento carburante esso, ai piedi di una delle porte d’ingresso al centro storico, ormai da circa due anni oggetto di restyling. prima era stato l’aspetto della stazione e del bar adiacente a cambiare, poi la stessa viabilità, con l’introduzione della rotatoria in un ampio piazzale che era tutt’uno con la strada e che rendeva complicato il passaggio dei pedoni in particolare. al progetto della provincia (la via Flaminia è una strada provinciale) era seguita la fase di sperimentazione, andata a buon fine, visto che ora, i blocchi bianchi e rossi che hanno costituito la segnalazione temporanea saranno sostituiti da strutture in muratu-

ra. L’intervento sarà realizzato grazie a una collaborazione tra pub-blico e privato (la proprietà delle strutture) e i lavori dovrebbero partire già lunedì, in base al progetto sperimentato in questi mesi. Mesi durante i quali la rotatoria è uscita non proprio indenne da incidenti, maltempo e manovre di mezzi pesanti: tutte cose, però, che strutture basse e fisse dovrebbero poter risolvere. La volontà è quella di mettere in sicurezza un tratto complicato, oggetto, in questi ultimi anni, di un traffico crescente anche a causa dei nuovi centri commerciali realizzati appena fuori dalle mura storiche e a ridosso della Flaminia. rotatoria è femminile: intitolate a due don-ne altre due rotonde cagliesi. Quella di via Mameli ricorda la beata Cecilia eusepi e quella al bivio di acquaviva porta il nome di Marie Curie.

EV©riproduzione riservata

VENERDÌ 5 OTTOBRE PRESENTAZIONE DELLE GUIDE ACR

“In cerca d’autore”Fano – venerdì 5 ot-tobre, alle ore 20.45 a san Bartolo (Barchi), è in programma la pre-sentazione delle guide aCr. e’ il primo ap-puntamento del nuo-vo anno associativo per tutti gli educatori e aiuto educatori aCr.per info: Fabio 331.9977535 – erika 346.2167334

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Inauguratauna nuova Bibliotea

a Fermignano

pagina

culturaRedazione di Urbino:Via Beato Mainardo, 4 - 61029 UrbinoTel. e Fax 0722/[email protected]: Mattino 9.00-12.00Pomeriggio 15.00-17.00Urbino

Urbania Sant’Angelo in Vado

PErcOrSI E aPPuNtaMENtI DElla PaStOralE FaMIlIarE DIOcESaNa

l’anno della Fede in famigliaURBINO. Siamo quasi all’inizio del-l’Anno della Fede indetto dal Papa in occasione del cinquantesimo an-niversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II. Sarà un’occa-sione importantissima per riscoprire il nostro “Credo” e fidarci sempre più – oserei dire totalmente – del Signore risorto, come afferma Benedetto XVI: «Professare la fede nella Trinità – Pa-dre, Figlio e Spirito Santo – equivale a credere in un solo Dio che è Amore (cfr 1Gv 4,8): il Padre, che nella pienezza del tempo ha inviato suo Figlio per la nostra salvezza; Gesù Cristo, che nel mistero della sua morte e risurrezione ha redento il mondo; lo Spirito Santo, che conduce la Chiesa attraverso i se-coli nell’attesa del ritorno glorioso del Signore» (Porta fidei, 1), In passaggio centrale del documento di indizione il papa, poi, sottolinea con vigore: «Desideriamo che questo Anno susciti in ogni credente l’aspirazione a confes-sare la fede in pienezza e con rinnova-

ta convinzione, con fiducia e speranza. Sarà un’occasione propizia anche per intensificare la celebrazione della fede nella liturgia, e in particolare nell’Eu-caristia, che è “il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e insieme la fonte da cui promana tutta la sua energia”. Nel contempo, auspichia-mo che la testimonianza di vita dei credenti cresca nella sua credibilità. Riscoprire i contenuti della fede pro-fessata, celebrata, vissuta e pregata, e riflettere sullo stesso atto con cui si crede, è un impegno che ogni credente deve fare proprio, soprattutto in que-sto Anno» (Porta fidei, 9).Indubbiamente la famiglia, cellula della società e chiesa domestica, è il luogo privilegiato dove la fede viene trasmessa dagli adulti ai fanciulli: pensiamo alla testimonianza di fede cui sono chiamati tanto i genitori, quanto i padrini del Battesimo e del-la Cresima. In questo contesto e con questa finalità si inseriscono gli ap-

puntamenti che l’Ufficio diocesano di pastorale familiare ha predisposto per questo anno pastorale 2012-2013, secondo tre filoni.

Percorsi formativi per fidanzati. Parrocchia di Fermignano (0722-332190): in primavera; parrocchia di Morciola (0721-495147): da ottobre; parrocchia dell’Annunziata di Urbino (0722-327579): dal 10 ottobre; par-rocchia di Sant’Angelo in Vado (0722-818423): dal 10 ottobre; parrocchia di Urbania (0722-319446): dal 9 otto-bre; parrocchia di Acqualagna (0721-7981399): da novembre; parrocchia di Borgo Massano (0722-357030): da gennaio. Per domenica 2 dicembre, nel pomeriggio, è previsto l’incontro delle coppie con l’Arcivescovo al Pe-lingo.

Incontro diocesano per le famiglie.Nel pomeriggio di domenica 25 no-vembre, presso la parrocchia di Fer-mignano ci sarà un incontro, aperto

a tutte le famiglie, con il dott. Gigi Avanti (impegnato nella pastorale fa-miliare nazionale), dal tema “Aspetti educativi in famiglia”.

Percorso per giovani famiglie.La parrocchia di Urbania propone, presso l’oratorio San Domenico Savio, un cammino di formazione per le giovani famiglie, estendendo l’invito alle famiglie delle parrocchie della Vicaria dell’Alto Metauro. Le temati-

che prese in esame saranno inerenti al cammino educativo tra genitori e figli. Sono già state definite le date dei primi incontri: domenica 14 otto-bre e domenica 11 novembre, dalle 16 alla cena compresa (offerta dalla Parrocchia). Per ragioni organizza-tive, è necessario prenotarsi presso la parrocchia di Urbania, tel. 0722-319446.

Don Andreas Fassa © RIPRODUZIONE RISERVATA

SaBatO 6 OttOBrE NElla cattEDralE DI urBINO

Inaugurazione dell’anno PastoraleUrbino. Con una solenne ceri-monia, che si terrà nella basilica cattedrale di Urbino dedicata a Santa Maria Assunta, sabato 6 ot-tobre alle ore 17, verrà inaugurato il nuovo anno pastorale 2012-2013. Le celebrazione sarà presieduta dall’arcivescovo mons. Giovanni Tani alla presenza delle autorità, del clero, dei parroci e amministratori parrocchiali, dei religiosi e delle re-ligiose, di quanti svolgono un mi-nistero nella vita della chiesa, dei catechisti e delle catechiste e dei fedeli della città e dell’arcidiocesi di Urbino – Urbania – Sant’An-gelo in Vado. Parteciperà il coro diocesano diretto da don Daniale

brivio, all’organo Alessandro Ve-neri, che viene convocato in occa-sione dei principali eventi liturgici dell’anno ed è composto da coristi provenienti dalle diverse comunità parrocchiali le cui esecuzioni sono molto apprezzate per la grande for-za espressiva che le caratterizza e che imprimono grande suggestio-ne ai riti religiosi. La cerimonia è sempre un momento importante della vita della comunità diocesana perché segna l’inizio ed evidenzia il significato ed il percorso del nuovo anno pastorale. E’ in questa circo-stanza che l’arcivescovo sottolinea i contenuti e le caratteristiche dal-l’attività pastorale che verrà portata

avanti nei prossimi dodici mesi ed è anche occasione per rendere note le eventuali decisioni assunte per la guida e la conduzione dei vari uffici dell’arcidiocesi, che sono numero-si, diversificati e complessi: Curia, Amministrazione, Settore tecnico, Sezione artistica e culturale, Asso-ciazionismo, Commissioni dioce-sane e parrocchiali, Movimenti e Gruppi ecclesiali. Quando un anno fa, il 17 settembre 2011, mons. Tani venne consacrato, nella cattedrale urbinate, arcivescovo di Urbino – Urbania – Sant’Angelo in Vado fece sapere che si sarebbe riservato un anno di tempo, dedicato alla presa di conoscenza della realtà diocesa-

na ed alla riflessione, prima di assu-mere eventuali decisioni che preve-dessero possibili avvicendamenti di coloro che avevano ruoli e funzioni di responsabilità nelle diverse man-sioni: fatte salve, naturalmente, le situazioni di urgenza e non proro-gabili venutesi a creare per il venir meno degli addetti ad incarichi specifici. Come nel caso dei movi-menti di sacerdoti determinati dalla esigenza di sopperire alle necessità venutesi a creare in qualche realtà parrocchiale. Così è accaduto per la parrocchia di Calpino dove, è venu-to a mancare don Giuseppe righi sostituito da don Fabio Pierleoni e,

proprio in questi giorni, per quella di Canavaccio.Se saranno maturate le condizioni per determinare mutamenti nel-l’ordinamento curiale, l’arcivescovo potrebbe annunciarlo il giorno del-l’inaugurazione dell’anno pastorale. Tuttavia non è detto che ciò avven-ga o comunque che si verifichi in questo solenne evento, dal quale tutta l’Arcidiocesi prenderà nuo-vo slancio e vigore per vivere con fede rinnovata ed impegno fattivo la propria appartenenza alla Chiesa di Cristo.

gdl© RIPRODUZIONE RISERVATA

GraZIE DON alDO, BENVENutO DON GIacOMO

la parrocchia di canavaccio ha un nuovo pastore

CAnAVACCio Di Urbino. “Ecco il sommo sacerdote, che du-rante la sua vita piacque a Dio. non se ne trovò uno simile a lui nell’os-servare la legge dell’Altissimo...”: il canto “Ecce Sacerdos magnus” ha aperto la solenne celebrazione eu-caristica di sabato 22 settembre presso la Chiesa di S. Maria As-sunta di Canavaccio per l’ingresso di don Giacomo, nuovo parroco di Canavaccio, S. Stefano di Gaifa, S.

Cristoforo dei Valli e Calmazzo.Don Jacques Mukinyi Kadat inizia il suo servizio pastorale nella Par-rocchia amministrata per quasi 50 anni da don Aldo, che ha scelto di andare in pensione e ritirarsi pres-so la Casa del Clero della Chiesa della Santissima Annunziata di Urbino. Al caro don Aldo la stima e la riconoscenza di tutta la comu-nità per il suo incessante operato. nato ad Urbino il 5 aprile 1932

ed ordinato sacerdote il 23 giugno 1956 da mons. Anacleto Cazzaniga, don Aldo è stato delegato Diocesa-no dell’Apostolato della Preghiera ed ha svolto il ministero pastorale quasi interamente come Parroco di S. Maria Assunta in Canavaccio e Amministratore Parrocchiale della Pieve di S. Stefano di Gaifa.L’Arcivescovo mons. Giovanni Tani ha celebrato la Messa della “presa di possesso canonico”, con la partecipazione di mons. Giuseppe Tabarini parroco di Fermignano e Vicario Zonale, ed il servizio del diacono Giuseppe Mangani. Mons. Tani ha così presentato don Giacomo: “La nostra comu-nità parrocchiale vive un momen-to di particolare gioia e solennità perché riceve dal Vescovo il suo nuovo parroco. nella successione e nella continuità del ministero si esprime l’indole pastorale della Chiesa.” Letto il decreto di nomi-na, attraverso il Coro parrocchiale

guidato da Daniela e Fabio, è stato invocato lo Spirito Santo nel canto “Lo Spirito del Signore è su di me”.nell’omelia sul Vangelo, l’Arcive-scovo ha ringraziato Don Aldo per gli anni a servizio della parrocchia e ha augurato a Don Giacomo un proficuo ministero, prendendo spunto dalla Parola di Dio in cui Gesù insegna che per diventare il primo nel regno dei Cieli, occorre essere l’ultimo, il servitore di tutti.Don Giacomo ha quindi rinnovato le promesse manifestate nella sua ordinazione, impegnandosi ver-so l’Arcivescovo e i parrocchiani: “alla perseveranza nel suo ufficio, fedele cooperatore dell’ordine dei Vescovi, nel servizio del popolo di Dio sotto la guida dello Spirito Santo; alla predicazione del Van-gelo e nell’insegnamento della fede cattolica; a celebrare con devozio-ne e fedeltà i misteri di Cristo; alla preghiera costante alla Divina Mi-sericordia per il popolo affidatogli;

a essere sempre più strettamente unito a Cristo, per la salvezza di tutti gli uomini”.Durante una breve processione, don Giacomo ha ricevuto, attra-verso l’invocazione dell’Arcive-scovo, i luoghi che serviranno per il suo ministero, quali il Fonte battesimale, il Confessionale e il Tabernacolo. invitando don Giaco-mo alla Sede, monsignor Tani l’ha esortato al servizio fedele verso la comunità parrocchiale: il nuovo Parroco è stato accolto con gioia dall’applauso dei presenti. il Coro gli ha dedicato le parole del canto “Tu sarai profeta di salvezza”. Dopo la Messa, la festa per don Giacomo è proseguita con la cena preparata dalle signore di Canavaccio.benvenuto don Giacomo e buon lavoro, dalle comunità parrocchiali di Canavaccio, S. Stefano di Gaifa, S. Cristoforo dei Valli e Calmazzo.

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30 settembre 201218 Urbino Urbania Sant’angelo in Vado

Quasi un diario

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Quasi un diario in Mostra aL PaLaZZo duCaLe di urbania

La “Madonna della neve” di BarocciUrbania - L’ esposizione del dipinto “La Madonna della neve” di Federico ba-rocci che il Comune di Ur-bania, nel quarto centenario della morte (1535 – 1612), ha promosso in omaggio al genio di uno dei maestri della pittura cinquecente-sca, sarà aperta fino al 31 ottobre. L’opera ha ottenuto un forte apprezzamento da parte di appassionati, stu-diosi dell’arte, collezionisti, antiquari e responsabili di case d’asta italiani e interna-zionali, e ha ricevuto un’ac-coglienza di pubblico rile-vante (si stimano oltre 5mila ingressi). Per questi ultimi giorni si arricchisce di un nuovo e importante dipinto appartenente alla Scuola di barocci. Si tratta di un quadro raffi-gurante San Francesco d’assisi mentre riceve le sacre stimmate nel Santuario di La Verna. E’ un deposito di Paolo Castellani, noto re-stauratore e di sua figlia Francesca Castella-ni, motivato in parte dalla piacevolezza della rassegna, che intende ora procedere alla do-nazione di quasi sessanta opere tra acquatin-

te, incisioni, litografie e se-rigrafie del padre Leonardo Castellani (Faenza 1948 - Urbino 1961), grande inci-sore, ceramista e scrittore, pittore e scultore, che ha reso celebre in modo me-morabile insieme a renato bruscaglia e Carlo Ceci la Scuola del Libro di Urbi-no. La mostra, ospitata nel prestigioso Palazzo Ducale, con il contributo della Fon-dazione Cassa di rispar-mio di Pesaro, ha riscosso un considerevole successo contribuendo a valorizza-re l’opera “Madonna del-la neve”, conservata nella Chiesa dell’Ospedale di Urbania. il successo è con-

fermato anche dalle numerose richieste cata-logo della mostra arrivate da tutto il mondo e, già messo a disposizione degli studenti di un crescente numero di biblioteche di universi-tà italiane e straniere, quali la biblioteca del-la Johns Hopkins University di Washington, una delle più prestigiose degli Stati Uniti.

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1. “se i giovani sapessero, se i vecchi potessero”. una pillola di sapienza popolare.2. La Biblioteca Vaticana va in rete. Catalogo sul sito www.vaticanlibrary.va .180.000 manoscritti, 1.6000.000 libri stampati, 8.6000 incunaboli, 3000.000 monete e medaglie, 150.000 fra stampe e disegni. (“La Bibliote-ca apostolica vaticana”, Jacabook, Lev e Musei vaticani, pagine 352, euro 130).3. La rassegna di Cori polifonici di urbania è giun-ta alla 40° edizione. Gli ospiti di quest’anno sono il

Gaudium vocis di orciano e il Tifernum vocalis di Città di Castello. 22 set-tembre, in Cattedrale alle 21. ad ascoltare una ventina di persone, assente l’”intellighenzia” e le istituzioni.4. in piazza san Cristoforo, domenica scorsa ho sentito risuonare le note del Requiem di verdi, ma subito dopo le Quattro stagioni di vivaldi. tutto dedicato al Metauro cantato dal poeta così“ o del grand’appennino / figlio picciol sì, ma glorioso…” un invito agli urbaniesi a preoccuparsi di salvare il loro fiume dall’inquinamento: denuncia per la sua possibile morte con le note di verdi e speranza della sua rinascita con le Stagioni di vivaldi. “poco pesce e malanotte”.5. “il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me”. (Kant). non sapevo che questa famosa frase del grande filosofo fosse scolpita sulla sua tomba. 6. il turicaravan di urbania in partenza per il veneto: un modo per promuo-vere la città, le sue bellezze, la gastronomia e le tradizioni. La delegazione formata dall’assessore Giulio Cesare Fantoni, dal presidente della proloco Casteldurante ebe Biagetti, dal responsabile del servizio turismo Giovanna Meliffi e da alcuni volontari della proloco che si recherà al tòca-a-tì, Festival internazionale dei Giochi in strada è stata invitata dall’organizzazione, unica a rappresentare le Marche con il popolare gioco del punta e cul che si fa nel periodo di pasqua e richiama diversi turisti.

sant’anGeLo si PrePara a CeLebrare iL Patrono

San Michele ArcangeloSanT’anGELO in VaDO. “Salve, glorioso Principe delle celesti schie-re”. inizia così l’inno a san Michele che il popolo cristiano di Sant’an-gelo in Vado canterà in questi gior-ni di preparazione alla sua festa patronale, nonché sabato prossimo 29 settembre, solennità degli ar-cangeli Michel, raffaele e Gabriele. Ma chi è il nostro patrono?Michele è un arcangelo menziona-to nella bibbia, così come Gabriele e raffaele. il nome Michele deriva dall’espressione “Mi-ka-El” che si-gnifica “chi è come Dio?”. L’arcan-gelo Michele è ricordato per aver difeso la fede in Dio contro le orde di Satana. Michele, capo degli an-geli, dapprima accanto a Lucifero (Satana) nel rappresentare la cop-pia angelica, si separa poi da Sa-tana e dagli angeli che operano la scissione da Dio, rimanendo inve-ce fedele a Lui, mentre Satana e le sue schiere precipitano negli inferi. nel calendario liturgico cattolico si festeggia come San Michele ar-cangelo il 29 settembre, con San Gabriele arcangelo e San raffae-le arcangelo.Michele è citato nella bibbia ebrai-ca, nel Libro di Daniele 12,1, come primo dei principi e custode del popolo di israele. nel nuovo Te-stamento è definito come arcan-gelo nella Lettera di Giuda 9, e nell’apocalisse di Giovanni 12,7-8 Michele è l’angelo che conduce gli angeli nella battaglia contro il dra-go, rappresentante il demonio, e lo sconfigge.

L’iconografiaL’immagine di San Michele ar-cangelo sia per il culto che per l’iconografia, dipende dai passi dell’apocalisse. È comunemente rappresentato alato in armatu-ra con la spada o lancia con cui sconfigge il demonio, spesso nelle sembianze di drago. È il coman-dante dell’esercito celeste contro gli angeli ribelli del diavolo, che vengono precipitati a terra.

La diffusione del cultonella Messa tridentina san Mi-chele è ricordato espressamente più volte. innanzitutto è men-zionato nel Confiteor primo fra i santi dopo la Vergine Maria. Lo si ritrova quindi nella preghiera di benedizione dell’incenso, in cui l’arcangelo viene invocato come «colui che sta alla destra dell’altare dell’incenso». Papa Leone Xiii ordinò infine di reci-tare la Preghiera a San Michele in ginocchio davanti all’altare al termine di tutte le Messe, escluse quelle solenni. Lo stesso pontefice stabilì un rito esorcistico (chia-mato “Exorcismus in Satanam et Angelos Apostaticos”) in cui, nella prima parte, viene invocato come “Principe gloriosissimo del-

le milizie celesti”, come “custode e patrono della Santa Chiesa”, San Michele arcangelo, affinché ven-ga in difesa dei Cristiani contro il demonio.il Santuario di San Michele ar-cangelo a Monte Sant’angelo (FG), detto anche “Celeste basi-lica”, fu decisivo per lo sviluppo della devozione all’arcangelo e per la sua propagazione nell’Occi-dente europeo. il culto micaelico,

difatti, partì dall’Oriente bizanti-no e si insediò nell’Occidente la-tino soprattutto grazie al santua-rio garganico, che fu legato a vari protettori: bizantini, Longobardi (dei quali l’arcangelo divenne il patrono nazionale), normanni, Svevi, angioini; si costituirono altre analoghe istituzioni e strut-ture cultuali, poste sotto il suo patrocinio.il culto micaelico, così, superando

la valenza religiosa, divenne un collante politico, testimoniato dal fatto che varie personalità politi-che, religiose, militari abbiano nei secoli visitato la Montagna Sacra. il santuario garganico fu impor-tante anche per l’ampia frequen-tazione di pellegrini provenienti da varie parti d’Europa. Ciò è testimoniato dal passaggio attra-verso San Michele nel Gargano di quel tratto della Via Francigena oggi chiamato “Via Sacra Lan-gobardorum”, che proseguiva per la Val Susa, dove sorge l’impo-nente Sacra di San Michele, per terminare a Mont Saint-Michel in normandia. Tale percorso fu utilizzato, al contrario - dal nord-Europa - come itinerario per giun-gere a bari e brindisi per l’imbar-co verso la Terra Santa.

Il culto localenella nostra arcidiocesi, con la basilica concattedrale di Sant’an-gelo in Vado, sono dedicate a san Michele l’antica abbazia di Lamo-li (a custodia e protezione della bocca Trabaria) e la parrocchiale di Talacchio.

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una tesi di Laurea suLLe Pitture deLL’antiCo oratorio

Gli affreschi di San GiuseppeUrbinO. il 7 agosto, nelle Con-versazioni di Palazzo Petrangolini, è stato presentato il libro di Mari-lena Luzietti Arte e devozione nella Urbino degli Albani, Edizioni Cen-tro Studi “G. Mazzini” 2012. Era una tesi di laurea, ma era anche il primo studio serio sulle pitture e sugli affreschi esistenti nella chie-sa di San Giuseppe di Urbino. Uno studio che aveva appassionato an-che la relatrice, prof.ssa Monica Grasso che è venuta appositamen-te da roma per onorare lo studio della sua allieva Marilena Luzietti. a presentare lo studio la prof. bo-nita Cleri, direttrice della Collana editoriale, e la prof. Laura Vanni, un’altra giovane appassionata del suo lavoro di storica dell’arte, già presente come autrice nella stessa collana. E’ indubbio che la fortuna di San

Giuseppe e della sua compagnia è legata al Casato albani. Ed in ma-niera intelligente, Grasso, Cleri e Luzietti hanno voluto onorare, col titolo del Libro, l’illustre casato al-bani che ha dominato la scena cul-turale urbinate e del territorio per almeno tre secoli. Ma è anche una conferma della continuità dei rap-porti artistici e devozionali di Ur-bino con roma. Carlo roncalli di Colbordolo è nella capitale al ser-vizio degli albani e da questi viene riportato in Urbino a decorare la rinnovata chiesa di San Giuseppe della cui confraternita gli albani sono confratelli. non solo, come ben documenta l’autrice, la figura di Giuseppe, dopo il Concilio di Trento, diventa uno dei temi figu-rativi più diffusi. Giuseppe come testimone della buona morte, in linea anche con le finalità sociali

della Confraternita dell’assisten-za ai moribondi e dei condannati a morte. La ricerca della Giulietti conferma alle docenti che hanno seguito il libro che, l’ispirazione del soggetto pittorico che domina la chiesa è riconducibile alla regia e alla forte personalità del card. annibale albani, l’autentico mece-nate della città ed esecutore della volontà dello zio Clemente Xi che aveva inviato in Urbino i suoi fidu-ciari Curzio Origo e Giovanni Ma-ria Lancisi per il rilancio della città natale. La nuova tecnologia ha consentito ai presenti di poter ve-dere pitture e affreschi nelle proie-zioni più significative scelte dal-l’autrice, visti si può dire, da tutti per la prima volta così da vicino, anche nei particolari. L’illustra-zione e la presentazione di Mari-lena, sicura e decisa, ha convinto i

presenti che all’Università ci sono ancora docenti seri e preparati e studenti che hanno voglia di lavo-rare, con il comune denominatore della passione. Le Conversazio-ni di Palazzo Petrangolini hanno

anche questo fine: di presentare le eccellenze dell’attuale salto ge-nerazionale che omologa male le minoranze impegnate.

Sergio Pretelli© riproduzione riservata

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30 settembre 2012 19Urbino Urbania Sant’angelo in Vado

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LA VITA E L’OPERA DI DON ELIA BELLEBONO

Un apostolo del Sacro Cuore di Gesù

Don Elia nasce a Cividate al Piano, piccolo paese della Lombardia in provincia di Bergamo, l’8 ottobre 1912

da Gian Maria Bellebono e Teresa Bonomelli (nipote di Monsignor Geremia Bonomelli, Vescovo di Cremona). Elia è il penultimo figlio di una famiglia numerosa e molto povera, ma ricca di fede. La madre, donna di grande fede e di preghiera, porta avanti la famiglia tra sacrifici e tribolazioni. Educa i figli alla fede e alla spiritualità con l’esempio e le parole, sempre fiduciosa nella Provvidenza di Dio. Dopo la terza elementare, Elia deve abbandona-re la scuola per aiutare e sostenere economicamente la famiglia, di-ventando apprendista nella bottega di un calzolaio, detto “Ciolet”.Fin da adolescente Don Elia matu-ra la decisione di farsi religioso e desideroso di andare in India come missionario. Ma durante la seconda guerra mondiale viene chiamato a servire la Patria come soldato della divisione “Lupi di Toscana” e man-dato in Albania presso l’Ospedale

da campo a Koriza, dove si prodiga nell’aiuto ai malati. Tornato in Ita-lia, a 27 anni, si diede subito da fare a realizzare il suo proposito di farsi religioso. Per raggiungere questo obbiettivo impegna tutte le sue for-ze e la sua volontà. Il cammino sarà lungo ma il suo sogno avrà l’auspi-cato coronamento. Il 21 novembre 1939, giorno della presentazione della Beata Vergine Maria , entra nell’ Istituto Aloisianum di Gallara-te e dopo aver superato la verifica vocazionale, entra nel Noviziato dei Padri Gesuiti come fratello coa-ditore Alonigo il 6 ottobre 1940.Scrive Don Elia: “Una sera, verso le 17, mentre ero nella Cappella Mater Divinae Gratiae con gli altri, dopo aver detto la Corona e fatto la lettura spirituale, mi sento appan-nare gli occhi come fossi nella neb-bia. Vedo che esce dal Tabernacolo una nube bianchissima, che si alza lentamente sopra l’altare, si apre ad una certa altezza e viene fuori la figura di Gesù, bello, alto, con i capelli biondo scuri, che fluivano sulle spalle, aperti in mezzo al capo

da una scriminatura. Aveva una tunica bianca di seta lucente, fer-mata da un cingolo ai fianchi, con due fiocchi d’oro che pendevano al lato sinistro. Sulle spalle aveva un manto d’oro. Calzava un paio di sandali con una piccola suola e con le fettucce alla romana. Alle mani e ai piedi aveva le cicatrici. Sopra il petto aveva il Suo Cuore sormonta-to dalla piccola croce circondato di spine; dal cuore ferito usciva san-gue e sporcava tutta la tunica bian-ca fino ai piedi.”Si inchinò verso di noi e si mise a par-lare. Io pensavo che lo vedessero tutti. Mi disse: “Mi ami tu, figliolo?”. “Sì, Gesù, che io ti amo”. “Allora ama il tuo prossimo con lo stesso amore con cui ami Me”. “Sì Gesù, lo farò”. Toccando con il Suo dito indice la fe-rita del Cuore, mi mandò un raggio di luce così potente, che mi penetrò nella carne, passando attraverso la veste talare, la camicia e la maglia. La nube si chiuse, Gesù disparve e io sentivo un calore in tutto il mio corpo. Una gioia, una pace! Iniziano le incomprensioni e l’in-

credulità, tanto da essere ritenuto un visionario, un soggetto fanta-sioso, se non matto. Un medico lo definì un isterico, un altro, invece, lo definì sano di nervi e i fenome-ni da lui vissuti di origine mistica e non patologica. I ripetersi di questi fenomeni che Elia non cercava af-fatto e le cui esternazioni eclatanti sconvolgevano tutta la comunità, non son compresi, né creduti dal Padre Provinciale, che lo ritenne non adatto alla vita religiosa. Nel 1943 venne dimesso dalla Compa-gnia e deve lasciare la vita religiosa che tanto ama.Le rivelazioni del Sacro Cuore di Gesù lo segnano per sempre, soprattutto lo orientano decisa-mente verso il Sacerdozio anche se dovranno passare molti anni prima che questo evento si rea-lizzi. Gli ostacoli da superare sono molto forti, soprattutto la sua difficoltà ad imparare il latino. Così questi fenomeni lo seguono per tutta la vita. Nel passare a fare la visita al SS. Sacramento, Gesù apparve di nuovo a don Elia e gli disse: “Desidero che tu sia mio Sa-cerdote, che sia tu ad assolvere que-ste anime che io stesso ti mando a chiamare. Ti darò le prove che sono io a chiamarti”.Dopo molte prove, viene ordina-to sacerdote l’11 Aprile 1977 a 65 anni, per l’imposizione delle mani da parte del Cardinale Pietro Pa-lazzini, a Roma, ma solo dopo aver ricevuto una speciale dispensa della Santa Sede, vista la mancanza quasi totale degli studi teologici necessari. A detta di diversi testimoni tutto-

ra viventi, a Don Elia da sacerdote, quando confessava, spesso per gra-zia divina veniva concesso di “vede-re” anche i peccati non confessati e quando l’anima di un penitente era in grazia di Dio allora la chiamava “Anima bella”.Un giorno, nella chiesa di S. France-sco in Urbino, dopo aver ascoltato la S. Messa e fatta la S. Comunio-ne, Don Elia sosta in raccoglimento nella cappella del SS. Sacramento. gli appare Gesù come sempre e gli dice: “Sono contento che i tuoi pa-dri spirituali ti abbiano permesso di parlare di Me nella città di Urbi-no. Desidero che tu faccia costruire un Santuario dedicato al mio Cuo-re Sacratissimo. Farai dipingere un quadro come tu mi vedi, che abbia a regnare nel centro del Santuario stesso e lì farò piovere tante grazie”. Qualche tempo dopo. nella chie-sa dell’Eremo di Monte Giove a Fano, il 1° ottobre 1982, Gesù gli apparve come al solito, dicendogli:

“Desidero che oltre al Santuario ci sia anche una Casa di Spiritualità, perché ci sono tanti universitari che ne hanno bisogno, sono come pe-core senza pastore. Siano i Gesuiti a prendere in mano tutto, perché sono più preparati a lavorare fra i giovani universitari e perché la pri-ma volta che ti sono apparso eri nei Gesuiti; inoltre la Compagnia di Gesù ha l’incarico di diffondere la devozione al Mio Cuore Sacratissi-mo”. I lavori di costruzione del Santuario sono a buon punto ma della Casa di Spiritualità ancora non si parla.

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DOMENICA 7 E LUNEDÌ 8 OTTOBRE 2012

Pellegrinaggio a Fontanellato

URBINO. Per celebrare insieme la festa della Beata Vergine del Rosa-rio, la fondazione del Sacro Cuore di Gesù di Urbino organizza un pellegrinaggio al Santuario Basi-lica della Beata Vergine del Santo Rosario di Fontanellato (Parma), secondo il seguente programma: ore 6.00 partenza dal parcheggio della chiesa del Sacro Cuore di Gesù in via Ca’ Staccolo 5 - Ur-

bino, con soste a Fano e Pesaro; S. Messa al San-tuario della Beata Vergi-ne del Santo Rosario di Fontanellato. Visita mo-stra allestita presso l’an-tico convento Domenica-no accanto al Santuario. Pranzo al ristorante. Si-stemazione camere Hotel a Bergamo e visita città di Bergamo alta. Cena e pernottamento. Il 17 settembre 1571 il Papa San Pio V aveva ordinato a tutta la cri-stianità di chiedere aiuto dal Cielo mediante la re-cita del Santo Rosario per sconfiggere i nemici della Chiesa. Il 7 ottobre 1571 venne il grande trionfo della flotta cristiana per la po-tente intercessione della Regina del Rosario, in

quel giorno il Papa istituì la festa di Nostra Signora della Vittoria, poi trasformata festa della Beata Vergine Maria del Rosario. Nelle apparizioni di Lourdes e di Fatima la Madonna ci ha invitato a recitare il Rosario come Arma potente contro il male, per por-tarci alla vera pace. L’Arma potente del Rosario è uti-le a tutti, efficace a coloro che lo

recitano con umiltà, Fede, perse-veranza, grande attenzione, e so-prattutto con amore. Lunedì 8 ottobre 2012 in occasio-ne del Centenario della nascita di Don Elia Bellebono (Fonda-tore dell’opera del Sacro Cuore di Gesù in Urbino) ci si ritroverà alle 9, presso casa natale a Civida-te al Piano (Bergamo); alle ore 10 presso la chiesa Parrocchiale, ci saranno le testimonianze di Don Andrea Adobati, Umberto Calle-garo, Ivan Balestra. Seguiranno gli interventi dei progettisti dell’eri-gendo Santuario Sacro Cuore di Gesù in Urbino: Walter Valentini e Yasuo Watanabe. La mattinata sarà conclusa dalla celebrazione della Santa messa e dal pranzo, quindi ci sarà il ritorno ad Ur-bino. Quota di partecipazione € 130. (Prenotarsi appena possibile). Comprende: Viaggio in pullman andata e ritorno; 2 pranzi; 1 cena; 1 pernottamento con colazione. Supplemento camera singola € 18. Prenotazione: presso Fonda-zione Opera del Sacro Cuore di Gesù - Via Ca’ Staccolo 5 - URBI-NO. Tel. 0722 322698 - Fax 0722 377091. - Cel. Antonio Dal Ben 334 9762548 - Acconto € 50. Or-ganizzazione tecnica: Marcheg-giani Viaggi s.n.c. di Cini Gabriele & C. Via Mazzini 60 - URBINO - Telefono 0722 329284.

Vigili per un giornourBino. sabato 22 settembre in piaz-za san Francesco si è svolta un’eser-citazione dei vigili del Fuoco che ha coinvolto tanti bambini delle scuole materne ed elementari, «arruolati» per un giorno come pompieri. al loro arrivo i vigili del Fuoco hanno fatto in-dossare loro una piccola divisa con re-lativo elmetto e li hanno istruiti sulle prime nozioni necessarie per spegnere un incendio ed a svolgere tutte le azio-ni relative, sempre con spirito giocoso ma senza trascurare di fornire loro il

senso della sicurezza e della prevenzione: «La sicurezza si impara da piccoli – ha detto uno dei vigili presenti – come da piccoli si impara la prudenza e la capacità di prevenire ciò che potrebbe diventare un pericolo». ai bambini che hanno preso parte all’iniziativa è stato con-segnato un diploma come segno di partecipazione e ringraziamento.

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Page 20: «Il Nuovo Amico» n. 33 del 30 settembre 2012

Chiesa e Mondo30 settembre 20122 amicoil nuovo• •

Aut. n. 83/85 Trib. di PesaroIL NUOVO AMICO RISPETTA L’AMBIENTE. STAMPIAMO SOLO SU CARTA RICICLATA.

REDAZIONE CENTRALE:Raffaele Mazzoli – Direttore - Ernesto Preziosi - Direttore ResponsabileRoberto Mazzoli - Caporedatt. CentraleGastone Mosci – Incaricato dei rapporti con la Regione MarcheVia del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) - Tel. 0721/64052 Fax 0721/69453e-mail: [email protected]

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Questo numero è stato chiuso in redazionemercoledì 26 settembre 2012 alle ore 22 e stampato alle ore 6 di giovedì 27 settembre

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La ParoLa di dio

“Mettere in luce il volto positivo della musica rock, amata da più di una generazione, cogliendo ciò che di autenticamente umano c’è in tante canzoni di autori, italiani e di altri Paesi, più o meno famosi”. È l’intento della rubrica “Il Rock e l’Assoluto”, partita il 25 settembre su Romasette.it,

la testata d’informazione on line della diocesi di Roma (www.romasette.it). “Una proposta - informa la testata diocesana - che avrà incursioni anche in altri generi, rivolta a giovani ed educatori, ma anche ad ogni appassionato di musica e a tutti coloro che nella musica vedono uno straordinario veicolo di comu-nicazione tra gli uomini e di ricerca dell’Assoluto”. L’obiettivo è “indicare semi di verità, speranza, amicizia, amore sparsi attraverso i testi di tanti brani”. A curare la rubrica è Walter Gatti, che si occupa di musica rock dai primi anni Ottanta, ha collaborato con numerose testate nazionali e con molte emittenti radiofoniche e ha pubblicato alcune antologie de-dicate alle grandi canzoni del rock, della musica italiana e del blues. Nel segno di una ricerca, che sarà anche quella della rubrica, “tesa a scovare il dato più profondamente umano e religioso degli artisti e delle loro canzoni”.

GIORNALI FISC - LA NUOVA RUBRICA SU ROMASETTE.IT

Il rock e l’assoluto

XXIV domenica del tempo or-dinario - Anno BLETTURE: Nm 11,25-29; Sal 18; Gc 5,1-6; Mc 9,38-43.45.47-48 ossiamo leggere il vangelo di oggi come una serie di sentenze che riguardano il discepolo. Innanzitutto im- pariamo che accanto all’essere “di Cristo”, c’è anche l’essere “per Cristo”. Cioè c’è anche chi, pur non facendo parte del gruppo che segue Gesù, tuttavia può profetizzare (prima lettura), e anche compiere miracoli nel

suo nome. “Chi non è contro di noi è per noi”. Tutti coloro che amano la ve-rità e per essa combattono sono “per Cristo”. In secondo luogo, Gesù dice che anche il gesto più piccolo (come dare un bicchiere d’acqua) compiu-to nel suo nome verso “i suoi”, meri-ta una ricompensa, tanta è la dignità dell’appartenere a Cristo. In terzo luo-go egli dice di non “profanare” coloro che credono in Gesù, e qui troviamo immagini molto forti sia verso colo-ro che “scandalizzano”, cioè pongono ostacoli ai credenti per deviarli dalla loro fede (“sarebbe meglio per lui che gli venga messa al collo una macina

da mulino e sia gettato nel mare”); sia verso i credenti stessi che non fanno di tutto per custodire la loro dignità di discepoli: “Se la tua mano ti è mo-tivo di scandalo, tagliala…”.Cosa dice a noi il Signore? Le nostre comunità non siano anguste, chiuse ed esclusive. Lo Spirito del Signore lavora dove vuole ed è necessario ri-conoscere i segni della sua presenza ovunque. Ciò non toglie che debba essere forte la consapevolezza della nostra dignità (di essere ”di Cristo”) e quindi della nostra appartenenza alla Chiesa: per non diventare insi-gnificanti in mezzo agli altri. Al con-

trario deve essere eccellente la nostra testimonianza nella vita personale, familiare e professionale, per esse-re la lampada sul moggio, la città sul monte. E così possiamo collaborare responsabilmente con chiunque vuo-le costruire un mondo migliore.Cosa diciamo noi al Signore? “Si-gnore, continua a effondere su di noi la tua grazia, affinché possiamo com-prendere sempre più a quale dignità siamo stati chiamati”.

Giovanni Tani, Arcivescovodi Urbino-Urbania -S. Angelo in Vado

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Nessuno ha il monopolio di Cristo

CALENDARIO 30 settembreS. Sofia (Sonia) Martire

I anta Sofia è venerata insieme alle figlie Pistis, Elpis, Agape, nomi greci che tradotti sono Sapienza,

Fede, Speranza, Carità. Tutte e quat-tro martiri sotto Traiano; la più anti-ca notizia sulla loro esistenza e ve-nerazione risale alla fine del sec. VI, come autore il presbitero Giovanni, il quale raccolse gli olii sui sepolcri dei martiri romani al tempo di s. Gregorio Magno (590-604); egli dice, in contraddizione, che esse erano venerate sulla via Aurelia con nomi greci e sulla via Appia con nomi la-tini. I loro nomi furono inseriti al 1° agosto nel Martirologio di Usuardo, mentre nel 1500 il Baronio li inse-risce nel Martirologio Romano ma dividendole: le tre figlie al 1° agosto e la madre al 30 settembre. Qualche studioso mette in dubbio l’esistenza reale delle quattro sante, volendo inserirle invece come figure allego-riche delle virtù di cui portavano il nome. Nell’arte hanno avuto un loro spazio abbastanza importante sia in Oriente che in Occidente, in partico-lare per quanto riguarda s. Sofia che come già detto significa Sapienza Divina, a lei furono intitolate spe-cie in Oriente le più belle e grandi chiese tra cui S. Sofia di Costantino-poli, S. Sofia di Salonicco, S. Sofia di Bulgaria. Il culto della madre e delle tre simboliche figlie Fede, Speranza, Carità è sopravvissuto anche lì dove il Cristianesimo ha subito gli eventi storici come Costantinopoli, Kiev, Novograd, Salonicco dove le grandi chiese intarsiate di mosaici, di troni, corone, scettri d’oro tempestati di gemme, sono ancora oggi visibili. In Occidente questa regina si è tra-sformata in una pietosa matrona che protegge le sue figlie sotto il suo mantello, mentre le giovani martiri tengono in mano lo strumento del loro martirio (fornace, clava), Fede ha le mani giunte in preghiera.

Dal 7 al 28 ottobre 2012, si è tenuta in Vaticano la XIII assemblea generale ordinaria del Sinodo dei

vescovi sul tema “La nuova evan-gelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”. Sotto la guida di Benedetto XVI, presidente del Sinodo dei vescovi, rappresentan-ti dell’episcopato del mondo inte-ro in un ambiente di preghiera, di dialogo e di fraterna comunione, rifletteranno sulla trasmissio-ne della fede cristiana, ha detto mons. Nikola Eterović, segretario generale del Sinodo.Il prossimo evento riguarda solo i vescovi? Certamente essi sono i primi interessati, a motivo della missione che svolgono, ma il tema a motivo della sua portata riguar-da tutto il popolo di Dio. Nessuno, infatti, può rimanere indifferente al fatto che in alcune regioni della terra la fede vada estinguendosi o che il discorso su Dio sia conside-rato non significativo per l’uomo contemporaneo.

Ora, proprio i padri conciliari sentirono forte il desiderio di rin-novare la vita di tutti i cristiani – pastori e fedeli – guidandoli a un’adesione sempre più personale a Cristo Gesù. E dalla contempla-zione del volto di Cristo nasce il desiderio, prima che impegno, della nuova evangelizzazione. Questa dinamica la riaffermò con chiarezza il beato Giovanni Pao-lo II al termine del grande Giu-bileo, altro evento significativo del periodo postconciliare. Se la preparazione aveva avuto lo sco-po di mantenere lo sguardo fisso su Gesù, se il Giubileo era stato una grande celebrazione di Cristo Salvatore, gli anni a venire avreb-bero dovuto costituire un grande impegno, inteso come un conti-nuo ripartire dal volto di Cristo. Un impegno, questo, che riguar-da tutti coloro che compongono, nella loro diversità e complemen-tarietà, il Corpo mistico di Cristo. Su questo c’è da fare un passo in più per recuperare la prospetti-

va globale del Concilio; in questi cinquant’anni si è giustamente insistito che la Chiesa ha inteso rivalutare la condizione battesi-male dei fedeli al fine di renderli partecipi della missione evange-lizzatrice. Questo è vero, ma non è tutto. Prima ancora, il Concilio ha voluto mostrare la bellezza della vita cristiana e la chiamata a partecipare alla vita stessa di Dio, come dono offerto a tutti. Perciò l’impegno per la nuova evange-lizzazione tocca l’intero popolo santo di Dio e la sua realizzazio-ne può essere l’occasione per un armonico operare di pastori, re-ligiosi e fedeli. Da dove partire? Non ci sono dubbi: dal grande incontro con Gesù, grazie al suo Spirito, voluto e donato dal Padre. “È un incontro nel quale ci sentia-mo attratti, e che mentre ci attrae ci trasfigura, introducendosi in dimensioni nuove della nostra identità, facendoci partecipi del-la vita divina. L’evangelizzatore è, dunque, un servo che mette se

stesso nelle mani della Chiesa, af-finché gli uomini incontrino Dio ed entrino a far parte della sua fa-miglia con la fede e i sacramenti. In questa prospettiva di grazia si vive l’armonia dei compiti e dei ruoli; ci si considera evangelica-mente servi inutili, ma chiamati per grazia ad annunciare il Van-gelo, secondo lo stile di Cristo. Sebbene egli sia il rivelatore pieno e definitivo di Dio, non ha ferma-to a sé gli uomini, ma, come una porta, li ha introdotti alla comu-nione con il Padre. Anche l’evan-gelizzatore sa di non dover atti-rare a sé gli uomini, di non dover impressionarli per i suoi mezzi o le doti personali, ma di condurli all’incontro con il Dio misericor-dioso. Propriamente parlando la missione evangelizzatrice resta opera dello Spirito Santo e consi-ste nell’offerta del Vangelo, l’uni-co a realizzare l’uomo nella sua storia.

Marco Doldi© RIPRODUZIONE RISERVATA

SINODO DEI VESCOVI NEL 50^ DEL CONCILIO

Tutta la Chiesa impegnatanella nuova evangelizzazione

Page 21: «Il Nuovo Amico» n. 33 del 30 settembre 2012

30 settembre 201220 Urbino Urbania Sant’angelo in Vado amicoil nuovo• •

INAUGURAZIONE ALLA PRESENZA DELLE AUTORITÀ

Una nuova biblioteca a Fermignano

Fermignano - e’ stata inaugurata presso la Scuola media “Donato Bramante” di Fermignano la nuo-va biblioteca. alla cerimonia han-no partecipato, tra gli altri, la di-rigente scolastica Delfina Betonica, il sindaco di Fermignano, giorgio Cancellieri, il vicesindaco, l’asses-sore alla cultura nicoletta Bonci, il maresciallo dei carabinieri emilio Portanova, la responsabile delle risorse umane dell’imaB, Serena mingione ed alcuni consiglieri co-munali. inoltre sono stati invitati i sette ragazzi che lo scorso anno all’esame di terza media hanno conseguito il massimo dei voti con lode. La scuola locale è sempre più impegnata per la cultura dei ragazzi. La manifestazione è sta-ta molto suggestiva ed ha visto la

partecipazione di tanti studenti. Tra i presenti vi era anche il pro-fessor marcello Urbinati, umanista e persona di cultura, ex preside che ha dato un contributo fattivo e di partecipazione all’apertura del-la biblioteca. il suo sguardo acuto ed intelligente sembrava quello di un ragazzo, solo il passo era un

poco incerto e affaticato. nella stessa giornata sono stati premiati alcuni ragazzi extracomunitari che hanno svolto un corso per impa-rare la lingua italiana ed hanno terminato questo corso con un’alta valutazione. il Dirigente scolasti-co, Delfina Betonica, a cui si deve la coordinazione degli sforzi pro-

dotti per la messa in opera della biblioteca, ha inoltre “ricordato il professor andrea Passanisi che ha collaborato regalando alcuni quadri per rendere l’ambiente più estetico”. L’associazione Bramante ha sponsorizzato l’evento regalan-do un computer e fornendo altri materiali. infine la ditta “Sette co-

lori” di orlandi alessio ha fornito la lavagna colorata. La biblioteca possiede molti libri di tutte le ca-tegorie, dai gialli ai classici, fino ad arrivare a quelli comici, storici e di avventura. i libri sono indicati per tutte le età. La biblioteca possiede anche un computer che può essere utiliz-zato per ricerche e aggiornamen-ti diretti dal mondo della rete. Si auspica che in futuro la biblioteca, oltre alla carta, utilizzi nuove tec-nologie come i tablets. “Per ora la biblioteca ci piace così e ci augu-riamo che piaccia a tutti quelli che in futuro la utilizzeranno”, hanno semplicemente risposto i ragazzi all’unisono.

eg© riProDUZione riSerVaTa

UN CICLO DI INCONTRI SUL SOMMO POETA

Dante a San VincenzoACQUALAGNA. Non poteva es-ser fatta scelta migliore per parla-re di Dante Alighieri: le solide, so-brie e millenarie mura dell’abbazia di San Vincenzo al Furlo. E’ qui che sabato 22 settembre scorso, il Centro Culturale “Mounier” di Acqualagna, ha organizzato l’ in-contro pubblico “…da cielo in ter-ra a miracol mostrare… Dante e la Vita nova”. Relatore il professor Paolo Valentini, giovane docen-te di Lettere in un liceo riminese, nonché collaboratore, a suo tem-po, di quella straordinaria espe-rienza che è stata l’Associazione Cento canti (lecturae dantis fatte in tutta Italia). Passione, entusia-smo e indubbia competenza han-no caratterizzato il suo intervento, concepito come propedeutico ad una riflessione sulla Divina Com-media, quindi a possibili appun-

tamenti come questo. In modo chiaro e lineare il Dante della Vita nova è apparso complesso e semplice allo stesso tempo, dal punto di vista umano; affascinan-te e creativo da quello letterario. In particolare, l’abilità del pro-fessor Valentini è stata quella di strappare Dante dalle pastoie del conformismo scolastico e dell’ef-fimero mediatico, suscitando una curiosità spontanea, evidenziatasi nelle domande al termine del suo intervento. Di fronte ad una cir-costanza come questa, davvero l’opera letteraria rappresenta uno strumento privilegiato per mi-surarsi con il mistero dell’uomo, coinvolgersi con le sue domande e nell’intuizione delle risposte. Il numeroso pubblico presente avrà sicuramente percepito questo e avvertito il desiderio di riprende-

re un libro in mano, di cercare un confronto, un’amicizia (attraverso

Dante o chi per lui). La presenza attratta di chi ha partecipato e la palpabile gratitudine finale, sotto-lineano il valore di queste iniziati-ve, erroneamente considerate spe-cialistiche o marginali. Non a caso quella dell’Alighieri è l’esperienza di una storia, di una cultura e di

un popolo e non semplicemente individuale. Un plauso quindi al Centro Culturale “Mounier” che da anni, con coraggio e umiltà, dà vita a piccole e grandi iniziative di grande valore.

Bruno Bonci© riProDUZione riSerVaTa

CONCLUSA LA MOSTRA DI RENZO SCOPA

“Nel segno del sacro”UrBino. Soddisfa-zione della famiglia Scopa per i risultati ottenuti dalla mostra. «Urbino ha dato otti-ma visibilità all’ope-ra artistica di mio padre- ha dichiarato Saulo Scopa - . La mostra che è rimasta aperta nelle Sale del Castellare del Palaz-zo Ducale fino a do-

menica 23 settembre ha avuto molti visitatori. e anche il recital “Amo tutti i colori”, ispirato al libro di mio padre, dal titolo “il segno della parola”, tenu-to al Teatro Sanzio lo scorso 13 settembre, ha avuto un bel successo. insom-ma, possiamo dire che il ritorno di renzo Scopa a Urbino ha avuto un esito felice». Dunque, soddisfazione su tutto il fronte per i familiari dell’artista scomparso quindici anni fa (Urbino 1933 – Città di Castello 1997). Le Sale del Castellare hanno ospitato oltre 50 opere, in gran parte inedite (incisioni, di-pinti e creazioni su carta): una vera e propria personale postuma che illustra tutto il lavoro compiuto da renzo Scopa, la sua ricerca espressiva, solitaria e profondamente intimista. L’esposizione è stata patrocinata dalle Province di Pesaro – Urbino e Perugia, dalle regioni marche ed Umbria, dal Comune di Urbino, dall’arcidiocesi di Urbino - Urbania - Sant’angelo in Vado e dalla Con-ferenza episcopale umbra. Dopo Urbino, nel mese di dicembre l’esposizione andrà ad assisi. il giorno dell’inaugurazione, lo scorso 1 ottobre, la famiglia Scopa ha donato alla città di Urbino un’opera dell’artista: si tratta di una tavola realizzata con tecnica mista dal titolo “Urbino” (110 x 186), la quale raffigura una veduta del Palazzo Ducale. La foto mostra il dipinto di renzo Scopa donato alla città di Urbino; accanto all’opera, da sinistra, compaiono il figlio dell’artista Saulo, l’assessore Lucia Pretelli e il docente universitario gualtiero De Santi.

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A URBINO IL PRIMO SUMMIT DELLE FAMIGLIE DEL VINO

UrVinum etichette con albero genealogico

URBINO - Dall’alpi alle piramidi, ovunque son vigneti. E come nel Bel Paese non mancano i filari, non c’è neppure carenza di aziende vi-nicole, piccole o grandi, piemonte-si o siciliane che siano. E da questo punto fermo prende avvio UrVi-num – il primo summit dedicato alle famiglie del vino, di scena sa-bato 29 e domenica 30 settembre nell’ urbs che gli ha prestato il pro-prio antico nome. Convergeranno dunque nella città ducale, antico luogo di passaggio e di incontro, più di venti antiche e rinomate famiglie di viticoltori (con prezio-so e abbondante carico al seguito) che si daranno battaglia “all’ul-tima bottiglia” nell’abbinamento con un piatto al tartufo pregiato del Montefeltro. Nella due giorni, che sostituisce la vecchia VipItaly inaugurando un nuovo corso nelle iniziative enogastronomiche pro-mosse dal comune assieme a Con-fcommercio, Camera di Commer-cio, Istituto Marchigiano Tutela dei Vini, Assam e Civiltà del Bere, famiglie del calibro della trentina Ferrari, delle toscane Marche An-tinori e Castello di Querceto, della

sarda Agro-las, della piemontese Gianni Ga-liardo, della s i c i l i a n a Cantine Pel-legrini, della l o m b a r d a Fratelli Muratori, della pugliese Mottura e della veneta Zonin (solo per citarne alcune) metteranno a disposizione di sommelier della do-menica e assaggiatori improvvisati le loro etichette più premiate nella cornice delle cucine e del castellare di Palazzo Ducale. Non manche-ranno ovviamente conferenze, dei Gran Buffet-Degustazioni e l’in-trattenimento serale, garantito in piazza Duca Federico sabato dalla pizzica salentina e domenica da un tributo al quasi concittadino e pro-duttore di vini Lucio Dalla. Tra le iniziative in programma c’è da se-gnalare il Convegno “Le Famiglie del vino: la tradizione nel futuro” coordinato da Alessandro Torcoli direttore di “Civiltà del bere” che si terrà sabato 29 settembre alle ore 11 al Teatro Sanzio. Dopo cinque

secoli nelle cucine del suo palazzo il Duca, che però gradiva di più il vino di mele, vedrà nuovamente stappare bottiglie e annusare gli aromi di pregiate uve; vedrà infine una giuria assegnare (con assoluta imparzialità, se è vero che in vino veritas) il “bollino città di Urbino Patrimonio Unesco” al piatto me-glio abbinato al tubero autunna-le. Una manifestazione nuova ed unica nel suo genere si apre quin-di in una città già per altro legata al turismo enogastronomico e al centro di un territorio dalle radica-te tradizioni culinarie, che farà da passerella alle casate più celebri e longeve d’Italia per quanto riguar-da la bevanda più amata in Italia e invidiata nel mondo. Cin-cin!

Giovanni Volponi© riProDUZione riSerVaTa

Page 22: «Il Nuovo Amico» n. 33 del 30 settembre 2012

La chiesa monumentale di San Gio-vanni Battista costituisce per la città di Pesaro e per l’Ordine francesca-no un grande patrimonio di arte, di

storia e di spiritualità. Un patrimonio che il tempo e la negligenza degli uomini hanno in gran parte disperso e rovinato. Tuttavia, grazie alla tenacia dei pochi religiosi france-scani che ancora vi abitano (il loro servizio è rivolto prevalentemente, oltre che alla cura della chiesa, all’assistenza spirituale dei ma-lati negli ospedali cittadini) le “reliquie” di quella storia e di quella tradizione spirituale vengono conservate e, nei limiti del possibi-le, restituite nella loro integrità.È quanto si è fatto ora per un altro fram-mento della storia di questa chiesa di San Giovanni Battista che viene recuperato.Una bella tela di buona mano (saranno i cri-tici ad indicarcene la probabile paternità) è stata restaurata e verrà ricollocata nella sua sede originale il prossimo 4 ottobre, festa li-turgica del padre San Francesco d’Assisi. Il lavoro di restauro del dipinto, raffigurante il santo francescano San Diego d’Alcalà, è stato possibile grazie alla sensibilità della Banca Popolare Valconca che, dopo aver re-centemente valorizzato la figura del pittore francescano P. Atanasio Favini – autore, tra l’altro, della pala d’altare del nostro “bel San Giovanni” – ha ora sponsorizzato il restauro del quadro raffigurante San Diego.A presentare il lavoro compiuto e l’opera,

saranno la restauratrice Letizia Bruscoli e la Prof.ssa Grazia Calegari, storica dell’arte.Spendiamo anche due parole per presentare San Diego, il personaggio raffigurato nella tela in questione. Diego nacque nell’Andalu-sia (Spagna) verso il 1400. Ancora giovane si sentì chiamato ad una vita solitaria, dedita alla preghiera e al lavoro. Entrato poi nel-l’Ordine di San Francesco, si dedicò ai più umili uffici.Nel 1441 partì missionario per le isole Ca-narie, dove affrontò molte difficoltà e disagi per la gloria di Dio. Nel 1450 fu a Roma e si dedicò alla cura degli appestati. Con le sue preghiere ottenne la guarigione di molti in-fermi.Ritornato in patria, morì in Alcalà de Hena-res, presso Madrid, il 12 novembre 1463.San Diego è stato il primo dei religiosi “fra-telli” (cioè non sacerdoti) francescani ad essere canonizzato solennemente da Sisto V; per questo è venerato nell’Ordine france-scano e, in particolare, dai religiosi “fratelli” come loro speciale patrono. La sua festa si celebra il 13 novembre.La preghiera della sua festa dice così: “O Dio onnipotente ed eterno, che scegli le creatu-re più umili per confondere ogni tipo di or-goglio, concedi a noi di imitare in ogni cir-costanza della vita le virtù di San Diego, per poter condividere la sua gloria nel cielo”.

Padre Aldo Marinelli©riproduzione riservata

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Capodannoin Terrasanta

nell’annodella Fede

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pellegrinaggi

24

Il 5 ottobrepresso la

Casa circondarialedi Villa Fastiggi

pagina

premio volpini

Il San Diego restauratoSarÀ preSenTaTo il 4 oTToBre nel ConvenTo S. giovanni

aBBadia di San TommaSo in foglia

Fu la sede di Clemente II

il parroco don zenaldo del vecchio in occasione dell’annuale festa dell’abbadia ha dato alle stampe

un prezioso opuscolo dove ripercorre,

da esperto, le vicende della Chiesa e del Monastero a cominciare dalla fondazione. suo principale intento è quello di mettere in risalto la per-manenza di papa Clemente ii e come da qui per sei mesi ha governato con sapienza e sacrificio la Chiesa.“nel 1047 qui per sei mesi (vedi Fran-cesco v. Lombardi su lettera di s. pier damiani) sostò papa Clemente ii, sui-dger nativo di Hornburg, arcivescovo di Bamberg, sceso come Cancelliere di enrico iii, chiamato in italia da s. pier damiani a difendere la Chie-sa dai soprusi delle potenti famiglie dei tusculani e Crescenzi, dichiarare a sutri la sede vacante e la nomina del nuovo pontefice per acclamazio-ne dal Clero romano il 24 dicembre

1046 papa Clemente ii, insediatosi sulla Cattedra di s. pietro il 25 natale, proseguì il suo viaggio come cancel-liere dell’imperatore fino a napoli e poi a ravenna, congedandosi da lui e scendendo stanco nel Monastero dell’abbadia, fu accolto col seguito di scorta con riverenza dai Monaci Benedettini. Qui ammalato e coa-diuvato da s. pier damiani, accolse i vescovi delle Marche, eliminò la si-monia, reggendo la Chiesa fino alla morte, come da bolla “octavo Ka-lendas octobris”; rimanendo sepolto con venerazione per due anni presso il piccolo ingresso dell’abbadia dove c’è la croce, come le tre sulla faccia-ta sostenute come base dal triangolo, segno faraonico dell’eternità, ma qui

per Cristo. (dall’opuscolo) programma Triduo di preparazionemercoledì 17 ottobre - Chiesa dello spirito santo ore 20,10 s. rosario Me-ditazione e Benedizionegiovedì 18 ottobre - Chiesa dello spirito santo ore 20,15 s. rosario, Confessioni e BenedizioneVenerdì 19 ottobre - Chiesa dello spirito santo ore 20,15 s. rosario, Li-turgia penitenziale e BenedizioneSabato 20 ottobre - ore 16,15 s. Mes-sa e Cresima all’abbadia presieduta dall’arcivescovo piero Cocciaore 20,15 Chiesa dello spirito santo ore 20,15 s. rosariodomenica 21 ottobre - ore 8,30 s. Messa nella Chiesa dello

spirito santo ore 11,15 s. Messa e prima Comunio-ne all’abbadiaore 15,45 solenne processione con la Beata vergine e reliquia con la Ban-da musicale di Colbordoloore 21,00 Fuochi artificiali della dit-ta alessi

©riproduzione riservata

30 settembre 2012 21amicoil nuovo• •

Il programma giovedì 4 ottobre ore 17,15: Presentazione al pubblico del dipinto restau-rato, raffigurante San Diego d’alcalà, nella Biblioteca del Convento dei Frati minori in Via Passeri, 98 – Pesaro.Saranno presenti e illustreranno l’opera: la prof.ssa grazia Calegari, stori-ca dell’arte, e la restauratrice Letizia Bruscoli. momenti musicali: Luciano Franca (oboe), Nunzio randazzo (organo).

di arte cultura sport

Piccolo ingresso laterale dell’abbadia.

ritratto di Papa Clemente II

Page 23: «Il Nuovo Amico» n. 33 del 30 settembre 2012

30 settembre 201222 arte cultura sport

i giochi di Leone PantaleonI da cagliUN PREMIO PER UN REBUS

I vincitori verranno estratti a sorte tra coloro che avranno inviato la soluzione corretta a [email protected] oppure a IL NUOVO AMICO Via del Seminario 4 – 61121 Pesaro. L’omaggio di que-sta settimana è un esclusivo SEGNALIBRO in silverplate

E’ possibile ritirare il premio da lunedì a merco-ledì dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 17 alle ore 19 presso la redazione di Pesaro (via Rossini

53). Per un diverso recapito contattare il n. ver-de gratuito 800/501170 sempre nei giorni e ore sopra indicate.

PER RICEVERE L’OMAGGIO È NECESSARIO DIMOSTRARE DI ESSERE IN REGOLA CON L’ABBONAMENTO AL NUOVO AMICO PER L’ANNO 2012 O REGOLARIZZARE LA POSI-ZIONE AL MOMENTO DEL RITIRO DEL PREMIO

Frase: 3-1-5-1-7-5

I VINCITORI DELLA SETTIMANA La chiave risolutiva del rebus di Leone da Ca-gli pubblicato a pag. 22 del n. 32 del “Nuovo Amico” di domenica 23 settembre era: Rebus frase (7-7) – “PR, emu; rea, M; O, rose”” (PRE-MURE AMOROSE)

Vincono un esclusivo SEGNALIBRO in silverpla-te

DAVIDE DEL PRETE ELENA CECCHINI FAUSTO SCHIAVONI

Un segnalibro in omaggio

L’INIZIATIVA NATA DAL POETA CARLO PAGNINI

Alla scoperta del teatro amatorialeFinisce l’estate, inizia la nuo-

va stagione del teatro ama-toriale, particolarmente vivo nella città del Teatro

Rossini di Pesaro, del Gad Festival ma anche delle tante Compagnie teatrali, gruppi d’Arte dramma-tica, laboratori che tutti insieme, per dirla con le parole del nostro grande concittadino Glauco Mau-ri, contribuiscono all’ “aprirsi a quei paesaggi della mente che ci erano nascosti” e ci “fecondano di umanità”. Si è appena chiusa la prima edizione di una rasse-gna promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune dal tito-lo “Tutta scena” che dal 19 al 23 settembre ha dato vita a Palazzo Gradari, al Teatro Rossini e allo Sperimentale a una serie di per-formance alla scoperta del teatro amatoriale. Il progetto, nato nel-l’ambito dell’iniziativa “Un giorno da sindaco” di Carlo Pagnini, si è

avvalso del contributo di realtà come l’Associazione Teatrale Le Ombre, il Teatro Accademia, La Piccola Ribalta, il Gad. Ha aperto la rassegna serale di mercoledì 19 il Teatro la Piccola Ribalta propo-nendo, sotto l’arcata del cortile di Palazzo Gradari, dopo la lettura di alcuni dei brillanti “Racconti del gatto” di Vittorio Palazzi, una scelta di storie di luoghi e perso-naggi del Porto di Pesaro dal ti-tolo “C’era una volta i portulott” che, raccontate dagli attori Anna Alexis, Loretta Cecchini, Antonio Nicoli, Paolo Paolini, Alba Russo, hanno fatto rivivere frammenti di vita di un quartiere tra i più tipici e amati. Storie curiose e sempre affascinanti anche per i giovani, vissute alcune in prima persona da un portulott d’oc come Anto-nio Nicoli, veterano della Piccola Ribalta, che come attore, regista, autore di testi e poesie in lingua e

in dialetto pluripremiati e pubbli-cati in Antologie, ha contribuito non poco alla crescita dell’Asso-ciazione. Nata nel lontano 1950, tra i suoi soci fondatori annovera Glauco Mauri, che curò la regia del primo allestimento, seguito da un repertorio prestigioso che comprese autori come Betti, Al-fieri, Eliot, Morselli. Dal 1981 il Teatro, nel frattempo divenuto stabile, aprì una sezione dialet-tale riscuotendo un successo di portata nazionale. Grazie alla sua vitalità sta ora vivendo una fase di grandi prospettive nella sua nuova sede di via dell’Acquedotto. Vorrei chiudere con una delle poesie in

vernacolo di Antonio Nicoli che rendono vere le parole di Glauco Mauri. Sono certa che non avrà bisogno di traduzione, tranne per la parola “cruchèl”, che significa gabbiano: “A vria”:A vria / essa ‘n cruchèl / par vulè tel cél / e fèm traspurtè dal vént.

// A vria / essa ‘n barchét / e fèm ninè da i lond / cum un fiulén. // A vria / essa na nuvla / par cerchè n’antre mond / e ‘n cél pio bel an-cora. // A vria…no, /an vria propi un bèl gnènt / d’pio de quant a jo.

Milena Milazzo© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Teatro di Pesaro La Piccola Ribalta ha lanciato la campagna “Adotta la Piccola” mirata non solo alla ri-strutturazione dell’immobile di via dell’Acquedotto, ma anche alla riqualificazione di uno spazio cittadino. Si può contribuire con Bonifico bancario o con Bollettino postale. Per informazioni, l’ufficio di largo Aldo Moro (ex-Bramante, ultimo piano) apre il mercoledì, ore 17-19. cell. 3498509796. Sito: wwwteatropiccolari-balta.it/adottalapiccola.

XIV EDIZIONE DEL PREMIO DIALETTALE PASQUALON

Fernando Magi sul podio

Sabato 22 settembre nell’Au-ditorium di Palazzo Montani Antaldi di Pesaro si è svolta

la manifestazione conclusiva della quattordicesima edizione del Pre-mio di Poesia Dialettale Odoardo Giansanti detto “Pasqualon” nel-l’ambito della Provincia di Pesaro e Urbino. Manifestazione nella quale si è conosciuto il vincitore del Premio 2012.La Commissione Giudicatrice, ringraziata dal Presidente del Do-polavoro Aziendale CRPS – Ban-ca Marche Andrea Gladioli, com-posta da cinque conoscitori del vernacolo, anonimi fra loro: Paolo Cappelloni, Sergio Giovannelli, Carlo Pagnini, Marco Pensalfine, Riccardo Paolo Uguccioni, ha va-lutato le opere pervenute conse-gnando i risultati alla segreteria del Premio, che ha, a sua volta, stilato la graduatoria.Il Premio è stato vinto da Fer-nando Magi di Pesaro, che ha dedicato il premio e ringraziato

il Prof. Marcello Martinelli per l’aiuto datogli negli anni, con la poesia “Vita Spensierata” premia-to dal Presidente della Fondazio-ne Cassa di Risparmio di Pesaro Gianfranco Sabbatici dal suo vice Leonardo Luchetti e da Andrea Gadioli. Altri poeti segnalati:Elvio Grilli, Bruno Lodovici premiati da Leonardo Luchetti.La sezione scuole ha visto la par-tecipazione dell’Istituto Com-prensivo F.lli Mercantini con la classe V A della Scuola Primaria di S.Ippolito con l’insegnante Fa-dia Fugazza premiati da Stefano Magi e Gianfranco Sabbatini.La Premiazione è stata preceduta dalla visione del DVD Carlo Pa-gnini legge Pasqualon realizzato per l’occasione da Gianni Balista con il contributo di Fabio Balista, Paolo Pagnini, Marcello Luchetti, Carlo Pagnini, omaggiati con rico-noscimenti dal Presidente Andrea Gadioli e dal maestro d’arte Car-lo Venturini il quale ha donato un

busto di un ironico Pasqualon al Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro. Altri rico-noscimenti sono stati consegnati al Maestro d’Arte Carlo Venturini, al pittore Claudio Benoffi.La Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro e il Dopolavoro Azien-dale Cassa di Risparmio di Pesaro – Banca Marche si sentono sem-pre più impegnate a proseguire nell’intento di continuare a pro-porre questo biennale premio di poesia allargato anche alle Scuole della Provincia.

Vita spensierataGióga fjulén e godj sti mumentadess ch’ancora ‘n t’ sà cò l’è i

pensir,strélla e schiamazza préma che i

suspiri arempirà ‘l tu cor d’avilimentpar via d’ na vita grigia e

cunplichèda.Pensa ma i giógh e nun avé mèi

prèsciade dventè grand, tè prova, préma

d’ créscia,se t’j la fa d’ nascost senza fèt védaa sparpajè tel mond una ventedad’ chel bonumor, c’è modi ch’ la tu

gioiaposa gambiè i mus lóngh in t’ na

risedae da le facc vilid scanc’lè la noiach’ chiapand el post d’ cla vita

spensieredala c’ fa canpè acsé tant de

malavoja.Fernando Magi© RIPRODUZIONE RISERVATA

Non si mormora contro il Padre“Saldamente legato alle fedeltà familiari, scopro il mondo dei miei

figli che non conoscevo, i loro traumi più nascosti,sputati dalla rabbia e da un immenso dolore…Poi chiedo con tutte le mie for-

ze aiuto a Dio, e c’è chi possa anche irridere, questa mia metodica meta-fisica ma, la roccia del dolore si frantuma e dolcemente, sopraggiunge la tenerezza del mio amore di padre”. (Sergio Soldani)

***Sergio Soldani con la sua poesia “Il mio amore di Padre” dimostra un senso dei valori molto acuto. Ogni bambino ha bisogno di sicurezza e in parte quella sicurezza è comprensione. Ci vuole veramente forza per amare e per essere padre. Il poeta Soldani dialoga quotidianamente con Dio per essere puro in anima e corpo, per essere un artista completo un educatore sincero. Si propone perciò di contribuire in prima persona al progresso morale e sociale della città in cui vive, della propria regione: le Marche e di fare in modo che la democrazia non sia parola vuota e che il padre sia sempre onorato dai figli perché i figli sono rose candide per tutta la vita.

Donatella Galli© RIPRODUZIONE RISERVATA

CURIOSITÀ IN PROVINCIA DI PESARO E URBINO

La lapide di Massimo PianforiniMassimo Pianforini è

nato a Serrungari-na (PU) il 2 febbraio

1890. Dopo avere interrot-to gli studi per dedicarsi all’arte drammatica venne scritturato dalle maggiori compagnie teatrali italiane. Lavorò nei maggiori teatri italiani e nel 1941 partecipò alla Biennale di Venezia con I MASNADIERI di Schiller per la regia di Guido Salvini. E’ nota la sua bella voce conosciuta in tutt’Italia in quanto il Pianforini fu il primo annunciatore dell’EIAR. Ha partecipato nel 1964 alla Serie TV I MISE-RABILI con la regia di Sandro Bolchi: interpretava il personaggio di Fauchelevent. Morì a Fano il giorno 11 agosto 1966.

Massimo Magi© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 24: «Il Nuovo Amico» n. 33 del 30 settembre 2012

30 settembre 2012 23amicoil nuovo• • arte cultura sport

FARMACIEDI PESARO

TURNO 1-7 OTTObRE 2012

INFORMAzIONI UTIlIIl turno 24 h va dalle ore 8,30 alle ore 8,30 del giorno suc-cessivo. Il turno AUSILIARIO nei giorni feriali va dalle ore 15.30-19.30. Il turno AUSILIARIO nei giorni festivi effettua orario di normale apertura.

Lunedì 1 MuragLia V. Commandino, 38 0721-54296 24 hMartedì 2 aLbini V. San Francesco, 14 0721-33987 24 hMercoledì 3 San SaLvatore L.go Aldo Moro, 1 0721-33135 24 hgiovedì 4 Pantano V. Dandolo, 6 0721-410050 24 hvenerdì 5 beLLagaMba St.da Adriatica, 403 0721-21422 24 hSabato 6 viLLa San Martino V. Solferino, 68/2 0721-453359 24 h

roSSini V. Recanati, 15 0721-22230 Ausil.antonioLi V. Branca, 118 0721-30172 Ausil.Mare V.le Fiume, 95 0721-69083 Ausil.

Domenica 7 viLLaanDrea CoSta V. Giolitti, 167 0721-454796 24 hroSSini V. Recanati, 15 0721-22230 Ausil.

12

3

ottobre

456

7TURNI DEllE FARMACIE TRAMITE SMSE’ sufficiente inviare un messaggio SMS al 320-2649186 scri-vendo farmacie PESARO farmacie FANO farmacie URBINO per ottenere un SMS di risposta con l’indicazione del nome delle farmacie di turno nel giorno della richiesta.

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L’INIZIATIVA DELL’OTTICA VENTURI E’ ORMAI UN APPUNTAMENTO ATTESO

Grande successo per il Circo CapovoltoPESARO - Domenica 23 settem-bre oltre 500 bambini con le loro famiglie e i nonni al seguito han-no colorato viale Cialdini, parteci-pando alla quarta edizione de “Il circo Capovolto”, festa organiz-zata da Ottica Venturi, divenuta un appuntamento annuale per la promozione ludica di temi legati alla qualità, alla sostenibilità e alla formazione consapevole dei bam-biniLe attività erano tantissime e i bambini le hanno provate tutte: dalla lavorazione dell’argilla alla costruzione di marionette, dalla

creazione di quadri su cartone alla lotta con i cuscini su assi di legno da equilibristi, dalle sfide con giochi di legno costruiti da-gli animatori alla pittura di lunghi teli posti sul manto stradale, dalla trasformazione del viso con fanta-stici trucchi a scorpacciate di zuc-chero filato.A scandire il ritmo del pomerig-gio tre spettacoli entusiasmanti e coinvolgenti: quello di magia di Claudio Gatti, presidente dei maghi di Pesaro; il teatro dei bu-rattini del gruppo di animazione Caimercati, giovani artigiani, ani-

matori che vogliono far rivivere le emozioni e le atmosfere delle antiche fiere di paese; ed infine, a conclusione dello splendido pomeriggio di sole, la suggestiva “danza del leone”, eseguita dagli allievi del maestro Rafael Luce-na, dell’a.s.d. Shen Long Shaolin Kung Fu Guan.C’era anche la nostra simpatica mascotte, Talpix by VenturiX, che ha ballato e saltato, si è fatta foto-grafare con i bambini e si è diver-tita sfidandoli nei giochi di legno e nella lotta con i cuscini.L’impegno nel proporre un intrat-

tenimento sempre più “sosteni-bile” si è concretizzato anche nel packaging della maglietta regalata ai bambini, fatto in modo tale da diventare un gioco, non un ri-fiuto. L’Ottica Venturi ringrazia tutti i bambini che hanno parte-cipato attraverso il sostegno del Comune di Pesaro, dell’Assessore

Andrea Biancani e della BANCA dell’ADRIATICO che hanno cre-duto in questo progetto, ha potu-to anche quest’anno dedicare un pomeriggio ai bambini e alle loro famiglie. Il Circo torna il prossi-mo anno!

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per inform

azioni utili, norme e condizioni,

si fa riferimento ai cataloghi in corso di

validità

Per informazioni contattare:Rev.mo Don Marco Di Giorgio: Cell. 335.56.50.241 Mail: [email protected]

Marina Venturini: Cell. 331.57.02.271 Mail: [email protected]

La foto, del 1951, riunisce gli arbitri di cal-cio dell’Associazione pesarese colti dal-l’obiettivo durante il ricevimento offerto

in occasione della gara, svoltasi a Pesaro, fra le rappresentative juniores delle Marche e del La-zio. Essa propone, da sinistra: Stelio Scherpia-ni, Zeno Viggiani, Anselmo Manzini ed Angelo Alberghetti. Al centro Jonni, uno degli arbitri marchigiani più qualificati e longevi avendo di-retto, nell’arco di circa vent’anni, 261 partite del massimo campionato e 19 incontri internazio-nali. Dopo di lui sono posizionati Carlo Ferri ed

Annibalini.Manzini può esibire un eccellen-te biglietto da visita avendo mi-litato anche in serie A nel ruolo di terzino dei canarini modenesi. Successivamente ha perfeziona-to la tecnica calcistica attraver-so un corso biennale presso la Farnesina. In pieno svolgimento del campionato 1940-’41 viene chiamato dal presidente Claudio Cangiotti a salvare la Vis dalla retrocessione, dopo l’esonero di Carlo Balzani e la breve reggenza di Osvaldo Pagnini. La squadra, spesso incompleta per gli eventi bellici, vacilla paurosamente ma,

alla fine, riesce a mantenere la serie C. Carlo Ferri, chiuso da Fabiani, giunto da Bologna, e poi dall’emergente Copponi affiancato da Gium-bini, difende la porta della Vis per 16 volte. Dà quindi prova di polivalenza diventando timo-niere dell’AIA provinciale (Associazione Italiana Arbitri) e, subito dopo, della FIPAV (Federazio-ne italiana palla a volo). Ma nel suo iter sportivo figurano positive esperienze nella palla al cesto, nel nuoto, canottaggio ed equitazione.

V.C.© RIPRODUZIONE RISERVATA

SARANNO PREMIATI IN NOVEMBRE ALLA CCIAA

Ecco i vincitori del Match RaceNei giorni 15-16 e 22 settembre si è svolto il

12° Match Race velico organizzato con imbar-cazioni Meteor da Assonautica Provinciale di

Pesaro e Urbino con la collaborazione del Club Nau-tico di Pesaro, autorizzato dalla Guardia Costiera. Campo di gara: zona foce del fiume Foglia. I primi due giorni sono stati caratterizzati da vento e mare agitato per cui la conclusione delle gare è avvenuta sabato 22 con mare quasi calmo e vento variabile da sud-ovest (libeccio) a sud-est (scirocco) in aumento fino a 12.14 nodi. Gli equipaggi partecipanti sono stati sette; in tutto 21 giovani animati da forte spiri-to combattivo agonistico. La barca appoggio-giuria è stata supportata da due gommoni e due giudici FIV:

Manlio Lucarini e Renato Morsiani. Le gare iniziate alle 9 del mattino sono ultimate alle ore 18. Ottima riuscita delle regate cui hanno collaborato numero-si soci dell’Assonautica fra i quali è da segnalare la signora Patrizia Coltrinari (Patty) e di soci armatori Lucarini e Bastianelli. La classifica finale è risultata: 1. equipaggio Grazzi; 2. equipaggio Pattelli; 3. equi-paggi a pari merito Marchetti, Francioni, Ceccolini; 4. equipaggio Querin-Cecchini; 5. equipaggio Stroglio.La premiazione dei partecipanti avverrà alla Camera di Commercio di Pesaro nel salone Mercantile nel prossimo mese di novembre in coincidenza con il premio AMICO DEL MARE.

COME ERAVAMO – CORREVA L’ANNO 1951

Arbitri pesaresi al traguardo dei ricordi

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30 settembre 201224

CONVEGNO ANNUALE DEL NUOVO AMICO

«Penna Libera Tutti»GIORNALISMO IN CARCERE

INTERVIENE

Ornella FaveroDirettore di “Ristretti Orizzonti”

ALLA QUALE VERRA’ ASSEGNATO IL

Premio giornalistico Volpini 8ª EDIZIONE

VENERDI’ 5 OTTOBRE 2012 - ORE 10TEATRO DELLA CASA CIRCONDARIALE DI VILLA FASTIGGI

STR. FONTESECCO 88 - PESARO

In collaborazione con la Casa Circondariale di Villa Fastiggi

Patrocinio di:Federazione Italiana Settimanali Cattolici / Presidenza del Consiglio Provinciale di Pesaro e Urbino / Comune di Pesaro

Ombudsman delle Marche / UCSI Marche

Dipartimento Amministrazione PenitenziariaDDIIRREEZZIIOONNEE CCAASSAA CCIIRRCCOONNDDAARRIIAALLEE

MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

PESARO

Saranno presenti i Vescovi di Pesaro - Fano - Urbino