«il nuovo amico» n. 1 del 6 gennaio 2013

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SETTIMANALE D’INFORMAZIONE DIOCESI DI: PESARO • FANO • URBINO FONDATO NEL 1903 6 GENNAIO 2013 ANNO 110 • N. 1 Spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004 N. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Pesaro facebook.com/ilnuovoamico € 1,00 amico il nuovo www.ilnuovoamico.it COPIA OMAGGIO hotel supplies Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro Tel. 0721 405274 Fax 0721 259164 www.arpaitalia.it - [email protected] FORNITURE ALBERGHIERE ARREDO BAGNO E CAMERA COMUNICAZIONE E PUBBLICITÁ Seguici su: SSS security systems SISTEMI DI VIDEOSORVEGLIANZA CON CONTROLLO REMOTO VIA INTERNET Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro Tel. 0721 405274 Fax 0721 259164 www.ipsorveglianza.com - [email protected] Richiedi il tuo preventivo Illustrazione: Mara Cerri Comunicazione: Hotelfantasy.co.uk IFI S.p.A. - Sede e Showroom Strada Selva Grossa 28/30 - Zona Case Bruciate - 61010 Tavullia (PU) - Italy - Tel. +39 0721 20021 - Fax +39 0721 201773 - www.ifi.it - info@ifi.it il tuo talento, il tuo futuro, il tuo primo bar. il bar diventa accessibile. start up è un servizio bar essenziale e basilare, che permette a chiunque di creare il proprio locale. Un’opportunità per i giovani e per chi sceglie di investire su sé stesso e sulla propria voglia di futuro. 5.959 + iva Prezzo al pubblico start up basic da 3 mt. Tale prezzo include, per il mercato italiano, il trasporto e la consegna in loco. Inclusi 3 anni di garanzia Moda Luciana NUOVI ARRIVI PREZZI SPECIALI Pesaro - via delle Betulle n. 4 (zona Torraccia) - Tel. 0721/22611 110 e LODE Rinnova subito l’abbonamento al Nuovo Amico. Segui le novità del 2013 Antifurto - Antincendio TVCC - Videocontrollo Cotrollo Accessi Cablaggio Strutturato Impianti telefonici Automazioni FAAC Portoni Sezionali Preventivi e sopralluoghi gratuiti Assistenza tecnica 24 ore su 24 0721 - 851005 Fano Antifurto - Antincendio TVCC - Videocontrollo Cotrollo Accessi Cablaggio Strutturato Impianti telefonici Automazioni FAAC Portoni Sezionali Preventivi e sopralluoghi gratuiti Assistenza tecnica 24 ore su 24 0721 - 851005 Fano EDITORIALE C os’avrà pensato Jemima Segal prima di arrivare sulla spiaggia? Perché ha scelto di coricarsi proprio lì, in riva al mare, dove il vento e il freddo di queste gelide notti invernali mordono ancora più forti? I quotidiani locali hanno ripreso la notizia più volte per mettere in luce i risvolti di una tragedia che sembra dare poche spiegazioni. Nei titoli riecheggiavano parole come “morte assurda, uccisa dal freddo, dramma della solitudine”, quasi a lasciare intendere che è inutile cercare responsabilità, non ci sono colpevoli, nessuno poteva evitarlo, è accaduto e basta. Jemima, uno zaino e una coperta si addormentano sotto l’inclemente gelo di gennaio. Immaginare il freddo, i brividi, il tormento è quasi impossibile. Dicono che a un certo punto, gradualmente, si smetta di soffrire. Il corpo si assidera un po’ alla volta, si entra in uno stato confusionale e ci si addormenta. E’ una morte calma, silenziosa. Se non ti vengono a salvare è la fine. All’alba del 6 gennaio, qualcuno ha notato un corpo disteso sulla spiaggia, ha dato l’allarme, ma ormai era troppo tardi. Inutili i tentativi di rianimazione. Jemima è morta. Con calma, in silenzio. Stando ai dati Istat in Italia ci sono quasi 50 mila persone che vivono senza casa, a Pesaro se ne contano alcune decine, ma la maggior parte trovano riparo nelle varie strutture d’accoglienza. Chi non trova posto nella nostra città chiede aiuto altrove, oppure si rifugia all’ospedale, presso la stazione ferroviaria, in edifici abbandonati. In ogni caso cerca un riparo. La morte di questa signora di 42 anni lascia a bocca aperta perché è avvenuta in circostanze inspiegabili. Chi la conosceva bene, ne parla come di una persona schiva, che preferiva starsene da sola. E in effetti posso testimoniare che negli ultimi quattro anni, da quando sono responsabile del Centro di Ascolto della Caritas diocesana, non si è mai rivolta ai nostri servizi. Ogni tanto frequentava i luoghi di ritrovo dei nostri ospiti, ma non ha mai chiesto neppure un buono pasto per mangiare alla mensa dei poveri. L’ultima volta in cui a Pesaro è morta una persona per strada era il 19 settembre 2010, quando ci lasciò Massimo Mirigelli che viveva in una baracca lungo il fiume Foglia. Da quel giorno tutti si accorsero di quanto fosse grave il problema dei senza-tetto e il suo “sacrificio” ha dato il via a tante iniziative e ha commosso l’opinione pubblica. Ma il caso di Jemima è diverso: chi poteva intervenire e impedirle di abbandonarsi in quel modo? Se si riflette bene fa ancora più paura: la solitudine, la depressione, il disorientamento, sono mali che esistono e sono ben radicati nella nostra società, ma si nascondono in luoghi un tempo impensabili, che sono le nostre case, i nostri cuori. Luoghi fragili, continuamente esposti alle intemperie della vita e che a volte, paradossalmente, sono ancora più invisibili di una tenda, sull’argine di un fiume. *Responsabile Centro di Ascolto Caritas Diocesana di Pesaro” © RIPRODUZIONE RISERVATA Persone e luoghi invisibili di Matteo Donati*

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«Il Nuovo Amico» n. 1 del 6 gennaio 2013

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editoriale

Cos’avrà pensato Jemima Segal prima di arrivare sulla spiaggia? Perché ha scelto di coricarsi proprio lì, in riva al mare, dove il vento e il freddo di queste gelide notti invernali mordono ancora

più forti? I quotidiani locali hanno ripreso la notizia più volte per mettere in luce i risvolti di una tragedia che sembra dare poche spiegazioni. Nei titoli riecheggiavano parole come “morte assurda, uccisa dal freddo, dramma della solitudine”, quasi a lasciare intendere che è inutile cercare responsabilità, non ci sono colpevoli, nessuno poteva evitarlo, è accaduto e basta. Jemima, uno zaino e una coperta si addormentano sotto l’inclemente gelo di gennaio. Immaginare il freddo, i brividi, il tormento è quasi impossibile. Dicono che a un certo punto, gradualmente, si smetta di soffrire. Il corpo si assidera un po’ alla volta, si entra in uno stato confusionale e ci si addormenta. E’ una morte calma, silenziosa. Se non ti vengono a salvare è la fine. All’alba del 6 gennaio, qualcuno ha notato un corpo disteso sulla spiaggia, ha dato l’allarme, ma ormai era troppo tardi. Inutili i tentativi di rianimazione. Jemima è morta. Con calma, in silenzio. Stando ai dati Istat in Italia ci sono quasi 50 mila persone che vivono senza casa, a Pesaro se ne contano alcune decine, ma la maggior parte trovano riparo nelle varie strutture d’accoglienza. Chi non trova posto nella nostra città chiede aiuto altrove, oppure si rifugia all’ospedale, presso la stazione ferroviaria, in edifici abbandonati. In ogni caso cerca un riparo.La morte di questa signora di 42 anni lascia a bocca aperta perché è avvenuta in circostanze inspiegabili. Chi la conosceva bene, ne parla come di una persona schiva, che preferiva starsene da sola. E in effetti posso testimoniare che negli ultimi quattro anni, da quando sono responsabile del Centro di Ascolto della Caritas diocesana, non si è mai rivolta ai nostri servizi. Ogni tanto frequentava i luoghi di ritrovo dei nostri ospiti, ma non ha mai chiesto neppure un buono pasto per mangiare alla mensa dei poveri.L’ultima volta in cui a Pesaro è morta una persona per strada era il 19 settembre 2010, quando ci lasciò Massimo Mirigelli che viveva in una baracca lungo il fiume Foglia. Da quel giorno tutti si accorsero di quanto fosse grave il problema dei senza-tetto e il suo “sacrificio” ha dato il via a tante iniziative e ha commosso l’opinione pubblica. Ma il caso di Jemima è diverso: chi poteva intervenire e impedirle di abbandonarsi in quel modo? Se si riflette bene fa ancora più paura: la solitudine, la depressione, il disorientamento, sono mali che esistono e sono ben radicati nella nostra società, ma si nascondono in luoghi un tempo impensabili, che sono le nostre case, i nostri cuori. Luoghi fragili, continuamente esposti alle intemperie della vita e che a volte, paradossalmente, sono ancora più invisibili di una tenda, sull’argine di un fiume.

*Responsabile Centro di Ascolto Caritas Diocesana di Pesaro”

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Persone e luoghi invisibilidi Matteo Donati*

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6 gennaio 20132

Aut. n. 83/85 Trib. di PesaroIL NUOVO AMICO RISPETTA L’AMBIENTE. STAMPIAMO SOLO SU CARTA RICICLATA.

REDAZIONE CENTRALE:Raffaele Mazzoli – Direttore - Ernesto Preziosi - Direttore ResponsabileRoberto Mazzoli - Caporedatt. CentraleGastone Mosci – Incaricato dei rapporti con la Regione MarcheVia del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) - Tel. 0721/64052 Fax 0721/69453e-mail: [email protected]

Redazione di Pesaro: Via del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) Tel. 0721/64052 - Fax 0721/69453e-mail: [email protected] Alvaro Coli – Responsabile diocesano.

Redazione di Fano: Via Roma 118 - 61032 FANO (PU) - Tel. 0721/802742 (dir.) - 803737 - Fax 0721/825595e-mail: [email protected]

Redazione di Urbino: Via BeatoMainardo, 4 - 61029 URBINO (PU)Tel. e Fax 0722/378395e-mail: [email protected]. Giancarlo Di Ludovico – Responsabile diocesano

EDITORE: Cooperativa Comunicare - Via del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU). Tel. 0721/64052 - Fax 0721/69453.Amministratore Unico: Marco Farina Presidente Cooperativa Comunicare

STAMPA: Galeati Industrie Grafiche/ImolaGRAFICA: arti grafiche pesaresi srl/pesaroLa testata “Il Nuovo Amico” fruisce dei contributi Statali diretti di cui alla Legge 7 agosto 1990, n. 250.PUBBLICITà Uffici della Redazionecentrale 0721/64052 e Paolo MorsianiL’Impresa Editrice COMUNICARE risulta iscritta al Registro delle imprese di PESARO presso la Camera di commercio al n. 98100

Questo settimanaleè iscritto alla FISCFederazione ItalianaSettimanali Cattolici

ed è associatoall’USPIUnione StampaPeriodica Italiana

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ABBONAMENTIOrdinario € 39 - Amico € 50 - Sostenitore € 100Da versare sul c/c 12522611 intestato a: “IL NUOVO AMICO” - Via del Seminario 4 / 61121 PESARO - www.ilnuovoamico.it

Questo numero è stato chiuso in redazionemercoledì 2 gennaio 2013 alle ore 22 e stampato alle ore 6 di giovedì 3 gennaio

Appello alle comunità cristiane e una richiesta all’Unione europeaIn occasione della 99ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che si terrà il 13 gennaio, dalla Commissione episcopale triveneta per il settore Migrantes e dai direttori della Migrantes del Triveneto è giunto oggi un messaggio di preoccupazione. “Gli immigrati sono tra coloro che pagano il prezzo pesante della disoccupazione e della conseguente disgregazione delle famiglie, perché vengono rimandati ai paesi d’origine alcuni componenti dei nuclei familiari e si accresce il pericolo, per molti, di entrare in condizione di irregolarità e di accettare situazioni di lavoro irregolare e talora di sfruttamento, pur di garantire una vita dignitosa ai familiari”, scrive la Commissione Migrantes nel messaggio, facendo notare come gli immigrati nel Nordest siano già diminuiti di 50mila unità negli ultimi anni (Dossier Migrantes-Caritas 2012).

Una cultura per la personaIl patriarca di Venezia, mons. Fran-cesco Moraglia, intervenuto alla conferenza stampa di presentazio-ne del documento, ha chiesto con forza un maggiore impegno del-l’Unione Europea per una politica comune nei confronti dei migranti. “Mi pare che l’Italia sia stata lascia-ta un troppo po’ sola e che serva una politica europea per garanti-re l’accoglienza, così come ci si è mossi con impegno nel settore del-l’economia”, ha commentato, riaf-fermando contestualmente il dirit-to dell’uomo a non emigrare, come richiamato anche dal messaggio di Benedetto XVI in occasione della Giornata dei migranti. “Lasciare la propria terra è quasi sempre un trauma e spesso lo si fa non per migliorare le proprie condizioni di vita, ma solo per la sopravvivenza. Lo sa bene una terra come il Vene-to, patria di migranti”, ha ribadito

mons. Moraglia, ricordando che la Giornata del migrante forse non a caso fu istituita, nel 1914, da un Papa veneto, Pio X. Alla domanda sulla posizione della Chiesa trive-neta in merito alla richiesta di con-cessione della cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia, mons. Moraglia ha dichiarato che ciò che sta a cuore alla Chiesa è promuo-vere una mentalità e una cultura che consideri “la persona nel suo insieme, la accolga, la accompagni e la valorizzi”. “Auspico - ha detto - che un tema così importante non diventi occasione di lacerazioni e che una legge di questo tipo, se verrà adottata, non venga letta come un togliere qualcosa a qual-cuno. Per non restare lettera mor-ta, dovrà comunque essere frutto di una cultura condivisa”.

La maggioranza è cristianaSecondo i dati forniti da Migran-

tes, la stima dell’ap-partenenza religiosa dei 774mila immigrati presenti nel Trivene-to è che oltre la metà siano cristiani (per la precisione il 54%, ov-vero 417 mila, sud-divisi in 29,6% orto-dossi, 19,2 cattolici e solo 4,4% protestanti) e un terzo musulmani (255 mila, 33%), il 6 % appartenenti a tradi-zioni religiose orien-tali. Mons. Adriano Tessarollo, vescovo di Chioggia e delegato Cet per i Migrantes, ha sottolineato quindi l’impegno della chiesa triveneta in supporto di tutti i migranti, ma in particolare l’accoglienza pa-storale nei confronti dei cattolici. “Sono ormai oltre 100 i Centri pa-storali diocesani per gli immigrati cattolici nel Triveneto, e ben 60

sono i sacerdoti provenienti dai vari paesi d’origine che seguono le proprie comunità nei loro cam-mini di fede. Molti provengono dall’est europeo ma giungono

anche da Africa, Estremo oriente e America del Sud”, ha spiegato mons. Tessarollo.

a cura di Emanuele Cenghiaro ©RIPROdUzIONE RISERVATA

DOMENICA 13 GENNAIO GIORNATA MONDIALE DELLE MIGRAZIONI

Accogliamo persone non manodoperaTutti, anche quelli che per anni hanno ostentato ottimi-smo, parlano ormai di crisi

economica e di paura del futuro. Chi sta nel sociale, sul territorio, sulla strada, lo tocca con mano da tempo e ne ha segnalato, ina-scoltato, le avvisaglie. È una crisi da cui non si uscirà facilmente. Se ne uscirà solo – a dispetto di chi, dopo averla provocata, ne promette il superamento grazie a una nuova crescita dietro l’an-golo – con trasformazioni socia-li profonde. E, soprattutto non chiudendo gli occhi. “Perché la crisi non è uguale per tutti. Non è uguale per i vecchi che frugano nelle pattumiere e per i 200.000 acquirenti annui di auto di lus-so da 100.000 euro e più. Non è uguale per i milioni di giovani senza lavoro o con lavori fin-ti e per chi incrementa rendite miliardarie, evadendo ogni for-ma di tassazione. Non è uguale per chi muore di lavoro nero e pericoloso pagato quattro euro all’ora e per chi si arricchisce sfruttando quel lavoro. Non è uguale per l’operaio che gua-dagna 1.000 euro al mese e per l’amministratore delegato che guadagna più di quattrocento volte tanto. La crisi è una lente di ingrandimento che mostra anche a chi non vuole vedere due mondi diversi e divaricati. Due mondi che non si parlano, dove la parte soddisfatta della società sembra vivere come un problema la presenza e la visi-bilità degli ultimi “(don Ciotti).

La crisi vista dalla stradaVista dalla strada, la crisi non ri-guarda né il prodotto interno lor-do (il mitico PIL), né il crollo delle borse, discorsi troppo lontani dal-la vita reale della gente. Vista dalla strada la crisi riguarda le condi-zioni di vita, sempre più difficile, delle persone.La disuguaglianza è ovunque, ma c’è un luogo che ne è diventato un simbolo: l’immigrazione. Le frontiere e il mare Mediterraneo in particolare, ma prima ancora i deserti africani, si macchiano di sangue, cimiteri per migliaia di “senza nome” uccisi da una guerra che invece un nome ce l’ha, anche se pochi hanno il coraggio di pro-nunciarlo: guerra all’umanità.«Oggi,vediamo che molte migra-zioni sono conseguenza di pre-carietà economica, di mancanza dei beni essenziali, di calamità naturali, di guerre e disordini sociali. Invece di un pellegri-naggio animato dalla fiducia, dalla fede e dalla speranza, mi-grare diventa allora un «calva-rio» per la sopravvivenza, dove uomini e donne appaiono più vittime che autori e responsabi-li della loro vicenda migratoria. Così, mentre vi sono migranti che raggiungono una buona po-sizione e vivono dignitosamente,

con giusta integrazione nell’am-biente d’accoglienza, ve ne sono molti che vivono in condizioni di marginalità e, talvolta, di sfruttamento e di privazione dei fondamentali diritti umani». (Benedetto XVI, Messaggio per la Giornata Mondiale del Mi-grante e del Rifugiato 2013)L’immigrazione è stata affronta-ta come una eterna emergenza. Lungi dall’essere ricondotta ai dati reali, l’immagine dell’immigrato è stata assimilata a quella di un “in-vasore” e di un potenziale crimi-nale, è stata amplificata dai media, impegnati a dare risalto soltanto a fatti di cronaca negativi, tacendo quelli positivi. Così, i movimenti migratori hanno suscitato paure e chiusure, preoccupazioni e an-sie, che si sono tradotte in rifiuti e discriminazioni.. Queste stesse paure, a cui bisognava dare del-le risposte sul piano educativo e sociale, sono state invece usate come formidabili leve di consenso elettorale. Chiediamoci con sere-nità: «Cosa vedono i bambini che stanno crescendo in questi anni? Che parole ascoltano in famiglia e nella società? Che esperienze sono costretti a vivere nelle loro comunità, tra i banchi di scuola? Cosa si forma nella testa di un bambino che vede alunni della sua classe esclusi dalla mensa scola-stica perché i genitori non sono

in grado di pagare la retta, o che da un giorno all’altro non trova più il compagno di banco perché la sua famiglia è stata colpita da uno sfratto o da uno sgombero e ha dovuto trasferirsi altrove?La storia ci ha insegnato che nel disumano si può scivolare lenta-mente, complice la disattenzione e l’indifferenza dei più. Risonano belle più che mai le pa-role di Benedetto XVI, che, nel suo Messaggio di quest’anno, ri-corda a tutti noi l’ansia della Chie-sa per l’umanità, la famiglia di Dio: «Il Concilio Ecumenico Vaticano II, nella Costituzione pastorale Gaudium et spes, ha ricordato che «la Chiesa cammina insieme con l’umanità tutta» (n. 40), per cui «le gioie e le speranze, le tri-stezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tri-stezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genui-namente umano che non trovi eco nel loro cuore» (ibid., 1).

La Chiesa dei poveri e degli abbandonatiDon Tonino Bello sognava una chiesa “per il mondo”, capace di incontrare le persone attraverso Dio e Dio attraverso le persone.

San Daniele Comboni parlava di “fare causa comune” con i più po-veri e abbandonati.La Chiesa può gioire nel constata-re come quest’impegno trovi oggi espressioni di grande valore nel-le comunità e sacerdoti che ogni giorno, senza clamore, in contesti difficili, si spendono per i diritti e la dignità di tutti. Alla stessa ma-niera essa è cosciente delle fragi-lità ancora esistenti al suo interno: omissioni, rifiuti, minimizzazioni, silenzi. I migranti in mezzo a noi portano la freschezza della fede delle giovani chiese e delle loro culture. È imperativo «cammi-nare insieme», avendoli presenti nelle nostre comunità cristiane, nelle sue attività di animazione e di catechesi, negli organismi ec-clesiali parrocchiali e diocesani, come pure nei vari organismi di intervento e di ascolto in campo sociale, politico ed economico. In parole brevi possiamo dire: “aiuta-re i migranti attraverso i migranti”. Solo così, dando cioè risposte accettabili, si creerà umanità e comunità e i migranti avranno « l’occasione di incontrare e di ri-conoscere il volto di Cristo nei gesti di bontà che ricevono nel loro pellegrinaggio migratorio» (Benedetto XVI).

P. Michele Sardellacomboniano Pesaro

©RIPROdUzIONE RISERVATA

Primo Piano

Page 3: «Il Nuovo Amico» n. 1 del 6 gennaio 2013

6 gennaio 2013 3

Uno sguardo a presepi e rappresentazioni

È arrivata l’ora di un bilancio (seppur non proprio defini-tivo) per Luciano Biagiotti, l’artista urbinate che per ben

sette anni è stato impegnato nella realizzazione del maestoso presepe che si è potuto ammirare durante le feste nella Chiesa di San Domenico a Urbino: l’imponente opera, di cir-ca 26 metri quadrati, nata nel 2006 come presepe del Duomo, rappre-senta tantissimi scorci dell’Urbino dello scorso secolo, cartelloni del cinema compresi, anche se i vestiti e i mestieri dei personaggi lo collo-cano in un’epoca a noi più lontana. Tirando un po’ le somme, elenchia-mo alcuni dati e caratteristiche del-la Città Ideale, titolo del singolare presepe.

Maestro, quanti pezzi conta la sua opera?

Solo di alcune categorie ho tenuto il numero, come per le statuine, che sono 120, tutte di terracotta con ve-stiti di stoffa, e per i coppi dei tetti: circa 4200. Impossibile calcolare oggettini o animali!

Quali i materiali usati nella realizzazione?

Soprattutto polistirolo, sagomato e colorato, poi colla, das, sabbia e muschio, stoffe e tanti altri.Ma lei non si è fermato agli esterni… No, infatti ho arredato e popolato tantissime case e palazzi, grotte e arcate, come quella in cui c’è la Sa-cra famiglia, corrispondente a Cor-so Garibaldi. All’interno della Data e nella Casa di Raffaello ho allestito anche un museo!

Alcuni angoli particolari?Caratteristico il mercato di Piaz-za delle Erbe idealmente vicino a

porta Valbona, così come il cortile dell’asilo Valerio col platano pieno di aquiloni impigliati. La novità di quest’anno è Piazzale Roma con l’obelisco egizio al posto di Raffael-lo, già presente da anni di fronte all’orto botanico. In più in piazza c’è anche il mio personaggio, che augura a tutti “Buon Natale”!

Non le dispiace chiudere que-sto capitolo lungo sette anni?

I lavori ad un presepe non finisco-no certo con il suo allestimento: i ritocchi e gli aggiustamenti non mancheranno, e poi sto già pensan-do a qualche aggiunta qua e là… La Città Ideale di Luciano Biagiot-ti per il momento è dunque termi-nata; solo tra un anno vedremo se sarà rimasta la stessa.

Giovanni Volponi©riproduzione riservata

SUCCESSO DELLE INIZIATIVE NATALIZIE

Il programma incentrato sulla tradizione del presepeurbino - il natale 2012 ad urbino è stato caratterizzato da una serie di eventi che hanno ottenuto un si-gnificativo successo. L’associazione rievocazioni storiche ha proposto, per la prima volta, una edizione invernale della Festa del duca dan-do vita ad un presepe vivente in stile e costumi rinascimentali che ha ottenuto molti consensi. piazza duca Federico è stata la scenografia naturale per accogliere la ricostru-zione di una natività che ha preso lo spunto da un dipinto del perugino e poiché il natale è la tipica festa della luce sia nella tradizione pagana, sia in quella cristiana, l’intera piazza è stata illuminata dalla suggestiva luce delle candele di Candelara. tutt’attorno artigiani, mercanti, musici, arcieri, tamburi, giocolieri con il fuoco, burattinai e banchetti gastronomici del rinasci-mento natalizio, hanno animato questo magico luogo.nelle sale del Castellare di palazzo ducale è stato allesti-to dal Consorzio artigianapoli - arte tradizione ricerca di napoli, un diorama presepiale della tradizione napoleta-na, prodotto di altissima finitura che ripercorre i modelli settecenteschi più noti, con ambientazioni di grande re-spiro e scorci della città di napoli. anche in questo caso ci sono stati tanti apprezzamenti da parte dei visitatori.nel suggestivo percorso dell’oratorio della Grotta del-la Cattedrale, si è potuta ammirare la mostra “La danza degli angeli” - iconografie del natale nell’arte, a cura dell’ufficio arte sacra e beni Culturali dell’arcidiocesi di urbino-urbania-sant’angelo in vado. La mostra ha inteso

costruire un percorso sul tema della natività, attraverso opere d’arte rea-lizzate da artisti ed artigiani operosi ad urbino o su commissione locale, fra Xv e Xviii secolo, che costitui-scono uno dei tesori dell’arcidiocesi. La via dell’agrifoglio ha permesso di scoprire bellissimi presepi artistici e laboratori di artigianato artistico, mentre canti Gospel e popolari su temi evangelici, zampognari, con-certi natalizi, hanno pervaso le vie cittadine. Contestualmente alla via

dell’agrifoglio, tante natività realizzate artigianalmente hanno caratterizzato Le vie dei presepi creati lungo le strade di urbino, negli angoli più suggestivi del centro storico. L’arcidiocesi di urbino, urbania e sant’angelo in vado ha organizzato il tradizionale Concorso dei presepi, cui ogni anno aderiscono centinaia di famiglie, con la pre-miazione, all’oratorio della Grotta domenica prossima 13 gennaio alle 16, del miglior presepe di ogni categoria. il 1° gennaio 2013 si è ripetuta un’iniziativa avviata alcuni anni fa per rendere omaggio alla Madonna di san Luca, collocata nella facciata nord del palazzo municipale, e per invocare la sua materna intercessione affinché la pace si diffonda e regni fra gli uomini. Grazie alla collaborazione dei vigili del Fuoco di urbino è stata deposta una corona ai piedi della sacra immagine della vergine. La festa della befana per tutti i bambini organizzata dal Comune al pa-lazzetto dello sport ha concluso il periodo natalizio.

gdl©riproduzione riservata

I Presepi artistici di Pietro Angra-diLa realizzazione di pre-sepi e dei loro singoli componenti (personag-gi o scenari) costituisce uno dei settori più ric-chi dell’arte popolare italiana. A Cantiano Pietro Angradi realiz-za i suoi presepi arti-stici con materiali na-

turali del Monte Catria (rami, cortecce e muschio). Pietro Angradi è ritratto nella casa ubicata presso il torrente Bevano in Via Ventura Mazza.

Suggestive sculture di ghiaccio Poco dopo la Messa di mez-zanotte, a Natale, i fedeli di Tavullia hanno potuto vede-re una eccezionale sorpresa fuori della chiesa: una Na-tività scolpita nel ghiaccio dallo scultore Francesco Fa-lasconi, campione mondiale di questa arte. I sentimenti di gioia del Natale si sono cristallizzati in quest’opera suggestiva e piena di luce, che ha emozionato tutti!

S. Veneranda fino al 2 febbraioAnche quest’anno nella chiesa di Santa Veneranda è stato realizzato un presepio artistico di grande pregio, curato nei particolari e nell’utilizzo dei materiali. Il lavoro da certosino è iniziato già da quest’ estate dalla mano paziente di Davide Meccanici e dallo staff di giovani genitori: Tonti Paolo, Ga-bucci Carlo, Pierini Sergio, Battistoni Agostino, Fusciani De-vis. Don Michele Rossini ringrazia tutti i realizzatori di que-sta opera che ci aiuta veramente a rivivere il momento della nascita di Gesù a Betlemme. Nelle foto scattate da “PHOTO LOVE” il gruppo dei presepisti. In primo piano alcuni angeli donati dal noto stilista Piero Guidi.Il presepio sarà visibile tutti i giorni fino ai primi di Febbraio.

Per tutto il mese di gennaio inoltre ogni sabato alle ore 21 e ogni domenica alle ore 16.30 si terrà la tombola. Sabato 2 febbraio la grande tombola di beneficienza alle ore 21.

L’oro della nostra libertà Siamo venuti per adorarlo (Mt 2,2). Anche quest’anno, e per la terza volta, i bambini della parrocchia Santa Maria del Porto hanno accolto con gioia l’ar-rivo dei Re Magi, vero senso della festa che la Chiesa Universale celebra il 6 gennaio (Solennità dell’Epifania del Signore). Oggi più che mai sentiamo l’urgenza di recuperare il senso cristiano di molte feste, tra queste il Natale, che come diceva il Papa Benedetto XVI: “è diventata una festa dei negozi, il cui luccichio abbagliante nasconde il mistero dell’umiltà di Dio, la quale ci invita all’umiltà e alla semplicità”. Anche noi, pellegrini sulle orme dei Magi, siamo chiamati ogni giorno ad uscire, a partire, a lasciare il peccato che ci allon-tana da Cristo, e a seguire la stella che ci conduce verso di Lui per poter infine offrire “l’oro della nostra libertà”, certi che Dio non ci toglie nulla, ma ci dona quella pace, quella serenità, quella felicità vera che il mondo, per quanto ci provi, non può offrire. Finiamo augurando a tutti un buon Natale e felice anno nuovo con le parole che Benedetto XVI nel 2005 rivolse ai giovani di tutto il mondo a Colonia, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù: “..Spalancate il vostro cuore a Dio, lasciandovi sorprendere da Cristo! Concedetegli il diritto di parlarvi..aprite le porte della vostra libertà al suo amore misericordioso! Esponete le vostre gioie e le vostre pene a Cristo, lasciando che Egli illumini con la sua luce la vostra mente e tocchi con la sua grazia il vostro cuore”.

Echi Natalizi

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Sarebbe stato possibile rappresenta-re, entro uno spazio per sua natura limitato, come quello di un teatro, le

vicende di Gesù di Nazareth? Avere cioè la possibilità di racchiudere questa vicen-da, così carica di mistero, sul legno di un palcoscenico e lì, immaginarvi l’antica ed instabile terra di Giudea? Nell’Enrico V di Shakespeare, il coro attin-geva all’immaginazione del pubblico chie-dendo alla fantasia dei singoli spettatori di parteciparvi attivamente: “…o miei signori, vogliate scusare le menti ottuse e volgari che hanno osato portare un argomento così vasto su un palcoscenico così indegno; come potrebbe infatti, questa platea, comprende-re in sé gli immensi campi di Francia.. .ma diamo ora esca alla vostra fantasia…”.Così è stato a Pesaro, la sera del 16 dicem-bre, al Teatro Sperimentale, dove l’imma-ginazione del pubblico accoglieva la calda rievocazione della vita di Gesù contenuta nel “C’era una volta Nazareth”, rappresen-tazione teatrale e musicale entro la quale

si rendevano visibili le vicende salienti del Figlio di Dio, fattosi, per noi, bambino ed uomo. Un caleidoscopio di musiche, bal-li, parole e canti, che ha prismaticamente restituito nel presente, il quotidiano di al-lora, con i suoi costumi, i suoi riti, quelli cioè di una comunità umana tumultuosa nonché impreparata all’arrivo di un messia e di un messaggio che ne avrebbe scosso le consolidate fondamenta.L’esperimento poteva dirsi riuscito. Gra-zie, prima di tutto, ad una scelta accorta e principalmente antologica della vita del Messia, dipanatasi negli episodi: “la nasci-ta di Gesù”, “Gesù al tempio”, “Maddalena” e “L’ultima cena”, sintesi rappresentativa di una vita terrena umanamente breve ma spiritualmente eterna, che attraverso i quattro quadri scelti, esaltava lo speciale rapporto di Gesù col mondo.Poi, per una calibrata alternanza, tra esibita

popolarità etnica ed intimi, e quasi magici, raccoglimenti dell’anima. “C’era una volta Nazareth”, non si è limitata a declinare in nuovi moduli espressivi, il messaggio divi-no di salvezza ma è riuscito, in una sera di

bello spettacolo e colorato intrattenimento, ad enucleare il bisogno di esso, un bisogno che abita in questo nostro ipercinetico ed agitato mondo, forse moderno, ma inces-santemente alla ricerca di una confortante e luminosa Betlemme.

Massimo Baronciani©riproduzione riservata

In scena la Giudea di Gesù

C’era una voLta nazaretH

direttore artistico Tiziana Montanidirettore Coro Roseto Saccàvoci recitanti Jader Baiocchi Massimo Baronciani Tiziana Montanisoprano Barbara Kubatovaorgano Luca GrandicelliFlauto Brunella Radioboe Luciano Francaviolino Massimiliano Poderitromba Luigi FaggiCoro Santuario Madonna delle Grazie Pesaro

Scuole di Danza della Uisp di Pesaro:

Danz’art Coreografi Cristian Giunta e Lucia Foresta

PerformanceCoreografa Anna Rebecchi

Centro Studi DanzaCoeraografi Paola Forlani e Chiara Frulli

Center StageCoreografa Laura Mungherli

Gli auguri per il 2013 nelle parole di mons. Tani

L’Arcivescovo di Urbi-no-Urbania-S. Angelo in Vado, per inviare gli auguri per il 2013, si è

ispirato al passo del Vangelo di Giovanni in cui l’apostolo spiega che Gesù, a quanti lo hanno accol-to, ha dato il potere di diventare figli di Dio. «Con Gesù inizia una nuova umanità e noi ne facciamo parte – spiega Mons. Tani -. Gli auguri che ci facciamo sono un invito ad accogliere la novità che Dio ci dona. Chissà quante cose ci portiamo nel cuore. Spero tante gioie, ma inevitabilmente anche sofferenze o, per lo meno, fatiche. Quante delusioni e quante attese». Non bisogna mai abbandonare nel proprio cuore la speranza: «Mi au-guro che in questo 2013 cambino un po’ le cose. Le cose cambiano se noi cambiamo. Il mondo di allora, a cominciare dalla grande potenza dell’impero romano, con la venu-ta del Signore non è immediata-mente cambiato; ma con il tempo, quando uomini nuovi che avevano accolto il messaggio di Gesù, co-minciarono ad agire nel mondo, a poco a poco il mondo è cambiato. Sono gli uomini nuovi che rendo-

no nuovo il mondo. Questo è pos-sibile anche oggi». E tutto questo è possibile per la novità assoluta, ricordata in questi giorni, che è la nascita del Signore: «Egli è venuto a insegnarci – ha sottolineato l’Arcivescovo nella messa di Natale – a “rinnegare em-pietà e i desideri mondani”: tutte cose che vediamo probabilmente nel nostro piccolo personale e che abitano con evidenza nel grande mondo. Esse attirano e lusingano, promettono libertà e gioia, cose che puntualmente non arrivano. La proposta di Gesù sembra che ci tolga la gioia di vivere, in realtà ci mette nelle condizioni più vere per sperimentare la pienezza del-la vita. Anche i pastori non erano famosi per essere persone pie. Al

contrario vivevano ai margini del-la società e della legge. Ma proprio loro sono stati avvolti dalla luce della gloria divina. E hanno sentito l’annuncio che poi avrebbe invaso il mondo intero: È nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. È lo stesso annuncio che raggiunge anche noi in questa notte e io au-guro a me e a voi che sia forte la luce della fede che si accende in noi». Mons. Tani ha anche ricordato che stiamo vivendo l’anno della fede: «Questo è il Natale dell’anno della fede. C’è fede in noi? Direi di sì, altrimenti non saremmo qui. Ma quanto spazio diamo a Dio? Quanto apriamo a lui il cuore? Lo preghiamo? Abbiamo tempo per lui? Siamo convinti che possiamo

incontrarlo nei sacramenti della confessione e della comunione?Gesù è nato in una stalla, di que-sto possiamo essere sicuri, perché è stato adagiato in una mangiatoia. Infatti, non c’era posto per loro nelle locande. Come si vede, Gesù non disturba troppo il mondo. E così non disturberà noi, se noi non lo vogliamo. Ma rimane sempre aperta la questione della fede e la domanda: cosa decido di fare con questo Dio che diventa uomo?». Quindi l’augurio per il nuovo anno: «L’annuncio della nascita del Salva-tore che ascoltiamo nella notte di Natale, mi auguro che raggiunga tutti noi e sia forte la luce della fede che si accende in noi. Il mio pen-siero va alle famiglie, in particolare a quelle che soffrono e che si tro-

vano in difficoltà per questa crisi economica. La fede cresca e diven-ti solida in questo anno della fede. Nascendo in una stalla, Gesù non disturba troppo il mondo. E così non disturberà noi, ma certamente solo lui è la salvezza del mondo. La carità mostri il volto concreto della vita nuova che abbiamo in Cristo». Anche nella messa del “Te Deum”, celebrata la sera di san Silvestro, l’Arcivescovo ha ricordato le luci e le ombre, le fatiche e le difficoltà trascorse e contemporaneamente ha pregato il Signore a donare a tutti un supplemento di speranza e che la sua venuta porti un nuovo inizio, in modo da diventare nuovi accogliendo la sua presenza.

GM©riproduzione riservata

SANT’ANDREA IN VILLIS - La festa della Be-fana promossa dal Circolo Acli di San-

t’Andrea in Villis quest’anno ha com-piuto venticinque anni, un’iniziativa volta a rafforzare la solidarietà, la

promozione della famiglia e dell’infanzia.Un appuntamento parte-cipato soprattutto da tan-

te famiglie di un popoloso quartiere quello del Fenile che

in questi ultimi anni è cresciuto con tante giovani coppie e fortunatamen-

te con tanti bambini. E’ proprio grazie al volontariato dei nostri soci assieme a tanti cittadini che si rafforzano i legami di una comunità specie in un contesto di grandi

difficoltà delle famiglie.Il Circolo presieduto da Donatella Piermaria, si è sempre prefisso in

questi anni di coniugare la festa alla solidarietà pertanto il ricavato della lotteria è stato interamente devoluto a Casa Serena di Bellocchi, all’Oasi Casa dell’Accoglienza, all’associazione Apito che sostiene le opere di Don Paolo Tonucci in Brasile ed infine alla realizzazione della scuola di Iriri in Uganda.Grazie al lavoro di squadra di tutti i soci del direttivo dai vice presiden-ti Enzo di Sante e Giuseppe Diottalevi, ma soprattutto la disponibilità di tanti amici delle ACLI nel quartiere si è riusciti nell’intento di dare conti-nuità nel tempo all’iniziativa.In una serata conviviale che si è svolta venerdì 4 gennaio alla presenza di diversi amministratori della città guidati dal Sindaco Aguzzi sono stati consegnati dei significativi attestati alle signore che negli anni sono state le Befane e a diversi amici che con la loro disponibilità hanno sempre so-stenuto la festa.Il Presidente Provinciale Tomassini e il Vice Tebaldi (tra gli organizzato-ri) hanno portato il sostegno della Presidenza Provinciale delle Acli che ha nel circolo di Sant’Andrea in Villis una presenza qualificata di dirigenti che fanno sì che l’associazione si distingua positivamente nell’intero terri-torio provinciale. L’iniziativa è stata inoltre realizzata con la collaborazio-ne dell’A.ge (associazione genitori), della Parrocchia e con il patrocinio del Comune di Fano.

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Il Circolo Acli S. Andrea in Villis ha festeggiato la Befana

Concerto dell’Epifania a Tavulliaun’occasione lieta quale il concerto dell’epifania è diven-

tata un momento di grande significato, un momento di luce e speranza per tutti noi! Mentre eravamo semplice-

mente lieti di ascoltare i nostri bambini che ci auguravano il Buon natale con i loro canti, mentre il Coro dei piccoli Cantori diretto dal Maestro Gilberto del Chierico ci riempiva di alle-gria e stupore, ci è stato fatto un grande dono. roberto e sara, i genitori del piccolo alessandro Guidi, sono venuti a trovarci, hanno condiviso con noi un momento della strada che hanno intrapreso con alessandro, un bimbo cerebroleso dotato però

di una grande volontà e gioia. roberto e sara hanno deciso di incominciare a seguire il metodo doman, che attra-verso una serie di esercizi fisici eseguiti quotidianamente, grazie a una sequenza di stimoli visivi e uditivi , per-mette ad alessandro di acquisire capacità che gli consentono di avere una vita sempre migliore. e’ una strada che richiede una dedizione continua, che roberto e sara riescono a dare anche grazie alla loro famiglia e a una tren-tina di volontari diventati ormai amici. Ci è stata comunicata una grande speranza e una grande forza e di questo li ringraziamo. allora anche concludere questo incontro con i tre re Magi che recavano doni ad ogni bambino ha avuto più senso, perché il vero dono lo abbiamo avuto noi incontrando roberto, sara e alessandro!

Luigi Signoretti©riproduzione riservata

Pace e solidarietà alla Scuola Media “A. Manzoni”Giovedì 20 dicembre, la scuola secondaria di I grado “A. Manzoni” di Villa S. Martino di Pesaro si è ritrovata

nel teatro della parrocchia “S. Martino” a festeggiare il Natale, la Pace e la Solidarietà.Da molti anni la scuola propone il “Progetto Pace” coinvolgendo gli alunni e le famiglie nella produzione di

oggetti che servono a sostenere l’adozione a distanza di due bambini etiopi. Gli alunni inoltre elaborano cartello-ni, balletti, canzoni, video riguardanti il tema della Pace; una commissione formata da alcuni studenti di II me-dia, con l’aiuto dei docenti, organizza la presentazione del progetto e il coordinamento delle attività. In occasione del Natale tutto ciò che i ragazzi hanno creato viene condiviso in uno spettacolo che è un momento di gioia, di espressività carica di significato e di valore, un’occasione unica per sperimentare la Pace in modo concreto.

6 gennaio 20134 Echi Natalizi

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6 gennaio 2013 5TESTIMONIANZA SULLA MISSIONE DI ABBA MARCELLO SIGNORETTI

Ho conosciuto un angelo in terra d’Etiopia

Come tantissime persone di questo mondo, fino a poco tempo fa avevo una conoscenza sommaria

e una vaga cognizione del mon-do missionario, se non per averne sentito parlare dalle persone diret-tamente o indirettamente coinvol-te o dai vari mass media. Ma poi sempre attratto da questa realtà, ho intrapreso insieme ad altri co-noscenti, poi divenuti amici, un viaggio in Etiopia allo scopo di portare aiuti al centro denominato “Smiling Children Town” di Soddo, cittadina ubicata su un altopiano a circa 370 chilometri a sud di Addis Abeba, fondato da Don Marcello Signoretti. Arrivati a destinazione ci accoglieva, un timido ragazzo etiope di nome Wondesen, di 26 anni, laureato in Economia, il qua-le dopo averci illustrato come i ra-gazzi di strada vengono contattati ed invitati a frequentare il centro e tutte le attività che si svolgono all’interno, con lo scopo di dare loro un futuro almeno dignitoso, ci parlava della sua conoscenza di “Abba Marcello”, avvenuta quan-do lui era uno “street children” ed aveva circa dieci anni; Wondesen ci ha raccontato come Abba Mar-cello lo aveva aiutato a portare avanti gli studi fino alla laurea e ha aggiunto che, senza il suo aiuto, non avrebbe potuto permettersi un corso di studi ed una laurea, in quanto la sua famiglia era molto povera. Questo ragazzo si dedica oggi, dopo essersi laureato, ad aiu-tare i suoi “fratelli” di strada, ed è diventato uno dei responsabili del Centro. Mentre Wondesen ci rac-contava di Abba Marcello, defi-nendolo come suo secondo padre, dai suoi occhioni neri e molto co-municativi, oscurati da un cappel-lo con visiera che è solito portare,

iniziarono ad uscire dolci lacrime che lentamente solcavano il suo viso, esprimendo una commozione coinvolgente. Ma, il vero coinvol-gimento emotivo lo si prova quan-do si conosce realmente quest’uo-mo speciale, non carismatico, ma umile, sereno e addirittura timido, di grande fede religiosa e con quel-l’amore che sa trasmettere ai bam-bini etiopi da “mancato” padre, più che da religioso, come in effetti era prima di vestire l’abito talare. Du-rante le giornate che abbiamo tra-scorso insieme ad Abba Marcello nel visitare i vari villaggi e missioni nel sud dell’Etiopia, sono rimasto colpito, dall’accoglienza che ri-ceveva in ogni dove e di come la gente che incontrava con dignità

lo ringraziava per tutto ciò che lui aveva fatto per loro, anche se a vol-te, non proferivano neanche una parola, si leggeva nelle espressioni dei loro occhi quanta gratitudine avevano nei suoi confronti. Bam-bini poverissimi a volte comple-tamente nudi che si avvicinavano con i loro occhi sorridenti e carichi di speranza ed urlavano: “Abba, Abba”, oppure “Marcè…Marcè”…..oppure l’intercalare tipicamente pesarese “Allora….Allora….!!!”, o ancora malati e anziani malnutriti, che comunque si prostravano in-nanzi a questo grande uomo e per tutti quanti Abba, che con il suo tipico gesto di mettere loro una mano sulla testa, aveva sempre una parola di conforto o una pro-

messa o un gesto di aiuto, morale ed anche economico. Ho provato una profonda commozione quan-do ci siamo recati presso una fab-brica di mattoni completamente gestita e composta da lavoranti cechi, mi ha colpito il loro modo di muovere la testa appena hanno udito la voce di Abba Marcello e dopo che lo avevano salutato mi è sembrato di vedere gioia e sere-nità trasparire dai loro occhi fissi e senza colore. Il momento più commovente dell’intero viaggio è stato la visita al “Children’s Blind Centre di Soddo”, dove vengono raccolti ed assistiti bambini cechi dalla nascita, che frequentano la scuola ed altre attività, affinché ab-biamo una qualsivoglia futura pro-spettiva di vita dignitosa. Il Centro è diretto da un ragazzo anch’egli cieco, laureato, molto capace ma con scarsissima sussistenza econo-mica. I ragazzi dormono in stanze con materassi di gommapiuma spesso bucati e sottili come fette di formaggio emmenthal, che de-bolmente sostengono il peso, sia pur leggero di questi ragazzi, mi si è stretto il cuore nel vedere questi bambini passeggiare nel giardi-no abbracciati o tenersi per mani a gruppi di tre, quattro o cinque per evitare di cadere o inciampa-re. Erano sorridenti, immersi in

un oasi naturale di sole e colori di fiori variopinti, di cui è gremito naturalmente il giardino dove essi passeggiano, mai purtroppo con-sapevoli delle bellezze del creato, ma pur tuttavia sorridenti, così era quell’adolescente di nome Abdel, che stava leggendo su di un libro con metodo braille a rilievo ed alla domanda di Abba Marcello se gli piaceva studiare, rispondeva di sì e diceva che intendeva studiare fino a laurearsi, così da grande avreb-be potuto aiutare la sua famiglia molto povera, facendo trasparire una serenità e mostrando un sor-riso radioso, difficile da cogliere in altri ragazzi vedenti. Toccante è stata la funzione religiosa celebrata in uno dei villaggi etiopi da Abba Marcello, contornata da canti di cori composti da giovani e balli di ringraziamento al “Signore” a cui hanno partecipati tutti i presenti in chiesa. Fiumi di pagine possono scriversi a proposito del grande la-voro che questo prete missionario sta svolgendo in quel paese Africa-no, ma in questo mi ha preceduto Vincenzo Varagona giornalista del TG3, che ha scritto il libro “Abba Marcello – Viaggio nel cuore del-l’Africa Missionaria”.

Antonio Cardinali©riproduzione riservata

Festa della parrocchia di Na-mapa il primo gennaio. La chiesa parrocchiale termi-

nata nel 2002 ricorda i 10 anni dall’accordo di Roma tra Frelimo e Renamo. Finita la guerra civi-le le parti in lotta si trasformano in partiti politici. La gente può riprendere la sua vita normale. Lavoro e pace porteranno pre-sto i primi segni del benessere. La parrocchia di Namapa,diocesi di Nacala porto(Mozambico) riconoscente,dedica la sua pri-ma grande chiesa in muratura alla madonna della pace :NOSSA SENHORA DA PAZ. Ogni anno il primo gennaio rinnoviamo i no-stri sentimenti di riconoscenza e un rinnovato impegno per la pace. Niente tribunali, niente condanne per crimini di guerra.. Il male fu fatto perché le persone non vive-vano nel loro ambiente naturale.

Ora sì. Perciò le leggi invitano al rispetto per tutti. Non ci sono ne-mici da odiare. Le votazioni libere permettono ai cittadini di sce-gliere i loro capi e il loro governo. Certo c’è ancora molto da fare. Ma si farà nel rispetto della lega-lità. Ciò che sta rovinando questa pace e questo rispetto per i diritti del cittadino,sono ora gli abusi in campo economico e la corruzione di chi per amore del denaro chiu-de un occhio o tutti e due sulle leggi e sul vero bene comune. E siccome sono entrate in Mozam-bico molte multinazionali e molti

soldi, le tentazioni sono forti. I soldi finiscono in mano a pochi e i poveri,dopo vent’anni di pace e di lavoro onesto,stanno lottando an-cora contro la POVERTA’ ASSO-LUTA (che mi pare sia avere un dollaro al girono per campare….).Noi missionari stabiliamo in ogni diocesi delle commissioni di laici impegnati per educare il popolo, orientare chi ha buona volontà ma anche per denunciare la cor-ruzione e gli abusi. Padre Antonio Campanini (1° gennaio 2013 NAMAPA)

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LETTERA DI PADRE ANTONIO CAMPANINI DAL MOZAMBICO

Namapa ringrazia Mariaper il dono della pace

LE SUE SCULTURE ANCHE DA PAPA GIOVANNI XXIII

Rivive l’affascinante arte di Aurelio BurziPresentate al pubblico, la notte di Na-

tale, nella monumentale chiesa di San Giovanni a Pesaro, tre sculture

lignee di Aurelio Burzi, scultore, pittore e baritono pesarese. Le opere raffigurano la Madonna della Pace, che è stata collo-cata in una cappella laterale della chiesa, la figura di Cristo coronato di spine e la statua policroma del vescovo S.Leo, che si trovano nel museo del convento di S.Giovanni Battista. “Le opere ci sono state donate, ha sottolineato padre Aldo Marinelli, superiore della fraternità fran-cescana, da Lydia Oor, vedova dello scul-tore. L’artista ha realizzato delle opere ri-gorose e delicate allo stesso tempo, che si rispecchiano la sua ricca personalità’’. Ma perchè ricordare Aurelio Burzi? “Aure-lio - ha sottolineato padre Aldo Marinelli - ha vissuto un’infanzia difficile e ricca allo stesso tempo; dove si mescolano i compiti di figlio maggiore di una famiglia laborio-sa e i giochi fatti al porto con i compagni. E Aurelio farà i lavori più umili, come raddrizzare i chiodi da un falegname, il cameriere da un pasticcere in via Branca, dove incontrerà Vittorio De Sica con il suo piccolo cane bianco. Un incontro for-

tuito e fortunato, perchè già Aurelio Bur-zi, aveva la musica dentro di sè e il grande De Sica lo sentì cantare mentre portava un vassoio di paste di fichi, gli accarezzò i capelli e gli predisse un avvenire mera-

viglioso.’’ E per Aurelio Burzi si apre l’affascinante mondo dell’arte. A bottega da un ebanista per fare esperienza, inizia a studiare a Bo-logna e poi a Venezia, dove vincerà il pri-mo premio di scultura. Poi gli studi mu-sicali. Nel 1948/49 Burzi segue il corso di canto nella classe di Arturo Malocchi. La sua vocalità di baritono lo porteranno presto verso i teatri d’oltralpe, dove inter-preterà prestigiosi ruoli in lingua italiana e francese. La sua specializzazione sarà di avere una vocalità verdiana e con le ope-re del genio di Busseto calcherà le scene del teatro Royal Mannaie di Bruxelles, la Scala di Milano, il teatro americano di Se-tale, l’Operà di Parigi e l’Opera di Gand e D’Anvers in Belgio. Contemporaneamen-te riemerge in Aurelio Burzi l’amore per la scultura e realizzerà un bassorilievo di Papa Giovanni XXIII per una chiesa di Bruxelles. Poi la realizzazione in Italia della testa del Cristo, ora nel museo del convento S.Giovanni, dove la semplicità dell’espressione artistica è prodotta da un’intensa e profonda ricerca interiore.

Paolo Montanari©riproduzione riservata

Il 19 gennaio incontro con lo scienziato Lucio Rossi

sabato 19 Gennaio 2013, presso la sala Con-gressi di Baia Flaminia resort, viale parigi,8 pesaro ore 17.00 si terrà l’incontro: LA CAC-CIA AL BOSONE DI HIGGS AL LHC DEL CERN, il mistero della materia e i nuovi confini del-l’avventura della conoscenza. relazionerà il prof. LuCio rossi, responsabile del progetto LHC ad alta luminosità del Cern di Ginevra.

Regione PRovincia

Page 6: «Il Nuovo Amico» n. 1 del 6 gennaio 2013

6 gennaio 20136LIONS CLUB PESARO HOST E PESARO DELLA ROVERE

Un Natale nel segno della solidarietàNell’accogliente sala del Tri-

tone dell’Hotel Flaminio di Pesaro, in perfetta sintonia

con il clima natalizio, suffraga-to dalle fraterne voci di due abiti talari, si sono riuniti per trascor-rere insieme la Festa degli Auguri e scambiarsi i relativi voti, come già accaduto in anni precedenti, i Lions Club Pesaro Host e Pesa-ro Della Rovere. La serata è stata caratterizzata ed allietata dall’in-gresso di due nuovi soci nel So-dalizio veterano. Il cerimoniere del Club Pesaro Della Rovere Fe-derico Buscarini, coadiuvato dal pari ruolo del Club Pesaro Host Michele Della Chiara, ha svolto il consueto rituale ed ha nomi-nato le autorità presenti, fra cui Gianfranco Buscarini past gover-natore distrettuale, Piero Coccia arcivescovo, Nino Montemurro presidente della III Circoscrizione Lions, Giuseppina Catalano asses-

sore ai servizi sociali del Comu-ne, in rappresentanza del sinda-co, Italo D’Angelo questore, il col. Giovanni Gagliano comandante del 28° Reggimento Pavia, il ten. col. Giuseppe Donnarumma co-mandante dell’arma dei carabinie-ri, don Marco di Giorgio respon-sabile della Caritas ed i molteplici

ospiti. Ludovico Pazzi presidente del Club Della Rovere, nel suo in-tervento, ha espresso il parere che proprio in considerazione della critica situazione generale, in cui siamo immersi, prendendo gli stimoli dalla ricorrenza natalizia, pervasa dagli stessi valori lionisti-ci, dobbiamo sempre più ancorar-

ci ad essi che costituiscono i capi-saldi del nostro credo. Com’è noto, siamo impegnati nella realizzazio-ne del service distrettuale, da noi promosso, “La casa d’accoglienza per i senzatetto” ed è necessario lavorare alacremente tutti insieme perché l’agognata meta sia rag-giunta. L’Arcivescovo Coccia, nel suo saluto, ha fatto riferimento al recente 46° rapporto del Censis che si può sintetizzare nel nostro stato di sopravvivenza, contraddi-stinto da risparmi, rinunce, rinvii di scelte. L’assessore Catalano ha ricordato che nella nostra città vi sono molti casi di famiglie indi-genti e le Istituzioni da sole non sarebbero in grado di fornire gli aiuti richiesti, occorre, pertanto, il sostegno della collettività. . Don Marco, Di Giorgio anch’egli coin-volto nel citato service, poiché la Caritas avrà il compito di gestire la funzionalità di detta casa del-

la speranza, ha rammentato che la loro mensa di Via del Teatro è quotidianamente “assaltata come la diligenza da tutte le parti” ed ogni aiuto sarà ben accetto; nel nome della Chiesa, “Il Natale è una risposta di Dio al dramma dell’umanità in cerca della vera pace”, parole di Papa Benedetto XVI che sono state riproposte per il loro pregnante significato.

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Fhoto Love / Da destra: past governatore Gianfranco Buscarini

(padrino), Attilio Della Santina (nuovo socio), Marco D’Angeli (nuovo socio), past presidente

Pietro Paccapelo (padrino), presidente Roberto Bracci (sul

podio), segretario Michele Graziano Giua, cerimoniere

Federico Buscarini (più indietro), cerimoniere Michele Della Chiara.

MOSTRA DELLO SCULTORE CLAUDIO CESARINI

«Nella mia arte la sofferenza dell’uomo»FANo- E’ in corso nell’atelier del pittore pesarese Alessandro Ton-ti in via Montevecchio a Fano, la mostra dello scultore pesarese Claudio Cesarini. Per la prima volta lo studio di un’artista apre ad un altro artista. “Questo fatto, ha sottolineato Tonti, potrebbe essere d’auspicio per dare vita ad un dialogo poetico’’. E Claudio Cesarini, durante l’inaugurazione a cui era presente il critico e storica dell’arte Silvia Cuppini, ha sottolineato, come la sua scultura non è commerciale, perchè “ho sempre lavorato con l’uomo che soffre. I miei soggetti sono stati i vecchi dell’ospizio e dell’ospedale psichiatrico. E que-ste storie le ho interiorizzate ed ho compreso come la sofferenza si estende a tutto il mondo. Le mie sculture nascono da dentro di me, per questo realizzarle, si-gnifica intraprendere un lungo percorso artistico’’. Per Silvia

Cuppini, in “Claudio Cesarini, si può vedere anche un percorso inverso, dalla scultura si può ri-salire alla spiritualità dell’artista. E in questo difficile momento economico e sociale sarebbe un errore capitale, sottrarre la fun-zione dell’artista, perchè dà degli schemi per poter vedere il mon-do’’. Claudio Cesarini, ha affermato il critico d’arte Renato Barilli, “è uno scultore che se ne sta ben abbarbicato alla sua terra, con poche preoccupazioni di uscir-ne fuori e di curare un successo mondano. Del resto poche volte si incontra un ‘arte a scavo ver-ticale, protesa a percorrere di fretta i gradini della filogenesi,

della grande “catena dell’essere’’ e a riportare la nostra condizione umana allo stato in cui si doveva trovare qualche millennio fa....’’ “Per questa audacia nel far regre-dire l’immagine tradizionale del-l’uomo Cesarini rasenta in parte il grande caso pittorico di Francis Bacon, e trova pure qualche tan-genza con un pesarese “d’ado-zione’’, Giuliano Vangi...’’ “Se gli “stanti, conclude Barilli,di Cesa-rini parlassero, certo si esprime-rebbero con parole ugualmente strozzate, come i suoi personaggi, e rivolte a gridare un elementa-re bisogno di cibo, di affetto, di comprensione.’’

P.M.©riproduzione riservata

Nasce la piattaforma multimediale de “Il Nuovo Amico”

Compatibile con iPad / iPhone / Android

Integrato con i principali social network.

Anticipazione delle notizie in tempo reale.

Commento dei forum www.ilnuovoamico.it

Moni Ovadia a Pesaro Si terrà al teatro Rossini di Pesaro, giovedì 17 gennaio alle ore 21, lo spettacolo di Moni Ovadia dal titolo “Il re-gistro dei peccati”. Un racconto nel quale Moni Ovadia, attraverso stralci di Franz Kafka, Martin Buber e altri esponenti del chassidismo, conduce il pubblico alla sco-perta di quella spiritualità che è alla base dell’opera di pensatori come Freud, Einstein, Marx, Trotsky e artisti come Marc Chagall, che hanno dato un contributo signifi-cativo al sapere moderno.

IL CALENDARIO DI RINALDI – UgOLINI

Sulle tracce di Zangheripesaro – il calendario 2013 di ido rinaldi e delfina ugolini pone a con-fronto le fotografie scattate, negli anni che vanno dal 1931 al 1950, da pietro zangheri, forlivese, appassionato di osservazioni botaniche, con quelle degli autori realizzate, per quando possibile, dalle stesse inqua-drature. e così le immagini di ieri e di oggi scorrono in parallelo per dare vita ad una documentazione di indubbio valore storico ed artistico. i do-dici mesi dell’anno evidenziano, per lo più, paesaggi della valmarecchia, pareti del sasso simone e vedute dei “roccioni” di perticara, posti a pro-tezione del paese. Lo stesso criterio è stato adottato dai coniugi rinaldi per realizzare il calendario dedicato al passato (anni ’50) e al presente della repubblica di san Marino.

Cultura e territorio

Page 7: «Il Nuovo Amico» n. 1 del 6 gennaio 2013

Il Rotary Club Pesaro rinno-va la tradizione del concerto ‘’Note di Speranza’’ service giunto alla IV edizione e ri-

volto, per l’anno rotariano 2012-2013 presieduto da Alessandra Baronciani, alla ‘’Cooperativa l’Imprevisto ‘’ comunità terapeu-tica educativa che opera a Pesaro

dal 1990. L’evento di questa edizione offre alla musica una doppia valenza dare aiuto a chi soffre, come è costume del Rotary e ricordare i 60 anni del Club, che per l’impor-tante occasione è lieto d’invitare al concerto tutta la cittadinanza , sempre attenta alle iniziative soli-daristiche organizzate dal Rotary sul territorio, nell’ambito sanita-rio, culturale e umanitario.

Il concerto sinfonico si terrà al Teatro Rossini Domenica 13 gen-naio 2013 alle ore 17.30Il Maestro Simone Baiocchi diri-gerà l’Orchestra i Musici di Parma con musica di Rossini, Donizzetti, Bizet, Gounoud e Verdi .Il Sopra-no Cinzia Forte allieterà la serata con bellissime’’ arie’’.Maria Chiara Mazzi ,critico mu-sicale curerà l’introduzione al concerto.

Patrociniato della Provincia di Pe-saro Urbino, del Comune di Pesa-ro, de ‘’il Resto del Carlino ‘’L’evento è realizzato con la par-tecipazione di: FondazioneCassa di Risparmio di Pesaro/ Carifano Cassa di Risparmio Fano/ Cari-lo Cassa di Risparmio di Loreto/ A.N.C. E. –sez. Costruttori di Confindustria P-U Ditta Baiocchi Marco Pesaro / Isopak Adriatica SpA/ Sider Rottami Adriatica Spa/

Balestrieri Assicurazioni s.a.s/ Nuova T.C.M.s.r.l Gradara/Di.BA.S.p.A.)/ IFI S.p.A./ F.I.A.P. Fed. Agenti Immobiliari Professionisti Pu.Anche questa edizione è curata e coordinata da Giovanna Maria GiordanoINGRESSO LIBERO FINO ESAURIMENTO POSTI

V.C.©riproduzione riservata

6 gennaio 2013 7IL ROTARY CLUB PESARO FESTEGGIA I 60 ANNI

Concerto umanitario perle ragazze dell’Imprevisto

Concluse le celebrazioni per il 30° del Coro S. Carlo Il nuovo anno all’insegna della musicapesaro – natale e Capodanno ad alta concentrazione musicale in città. pesaro si conferma dunque città della musica, titolo che da tempo e da più parti si rivendica per la patria di rossini. si è svolta la Xvi edizione de i Concerti del Filarmonico, manife-stazione promossa dal Coro Filarmonico rossini e articolata in tre appuntamenti, seguiti da un pubblico numeroso, dedicati ri-spettivamente alla rassegna di cori polifonici, all’esecuzione del-l’oratorio di natale di saint-saëns e alle musiche dai più celebri balletti di Caikovskij. a metà dicembre si è tenuto il secondo ap-puntamento della stagione realizzata dal Conservatorio rossini in collaborazione con la Gioventù Musicale d’italia che ha avu-to come apprezzato protagonista il giovane pianista alexander schimpf, vincitore del primo premio al prestigioso Concorso in-ternazionale di Cleveland 2011. nell’ambito della stagione con-certistica promossa da ente Concerti e Comune di pesaro sono saliti sul palcoscenico del teatro rossini il pianista iraniano ra-min Baharami, che ha offerto la sua originale lettura della pro-duzione bachiana per strumento a tastiera, il ventunenne piani-sta russo daniil trifonov il cui tocco è stato definito da Martha argerich “tenero e demonico insieme”, e da ultimo una gradita ‘sorpresa’, il balletto russo di anna ivanova, intenso interprete di ”romeo e Giulietta” di prokof’ev. il 1 gennaio inoltre è sta-ta inaugurata, con il Concerto di Capodanno, la nuova stagione dell’orchestra sinfonica rossini: “sinfonica 3.0”. il neodirettore Massimo Quarta ha guidato l’orchestra sinfonica rossini in un turbinio di pagine musicali che la tradizione europea associa ai festeggiamenti del primo giorno dell’anno. un segno senz’altro positivo che rincuora in un momento di crisi economica e cultu-rale e che fa ben sperare per il futuro, grazie alla collaborazio-ne fra ente pubblico - l’amministrazione comunale - e sponsor privati. non poteva mancare neppure il consueto concerto del-l’epifania del Coro polifonico san Carlo, diretto dal M° salvatore Francavilla, insieme all’orchestra sinfonica rossini.

Maria Rita Tonti©riproduzione riservata

Domenica 6 gennaio, presso la Chiesa monumentale di S. Agostino di Pesaro, si è tenu-

to il tradizionale concerto per L’Epi-fania, promosso dalla parrocchia di S. Agostino, dal Coro San Carlo di Pesaro, in occasione del quale sono state idealmente chiuse le celebrazio-ni per il 30° di fondazione del com-plesso corale, alla presenza del fon-datore il Reverendissimo Don Guido e, con il prezioso contributo Istituto Ottica Ciaroni di Pesaro, il quale è da sempre vicino all’arte, alla Cultura, alla grande Musica Pesarese, Fonda-zione Cassa di Risparmio di Pesaro, si ringrazia la Parrocchia di S. Cas-siano per l’utilizzo dell’organo. Un

piccolo cenno storico del Coro: dopo alcuni anni incentrati sul servizio li-turgico - musicale presso la Chiesa di S. Carlo Borromeo in Pesaro, nel 1982 il gruppo inizia a cimentarsi in concorsi, rassegne, tournee in Italia e all’estero, proseguendo ancora oggi con immutato entusiasmo. In 30 anni di vita altre 150 coristi si sono avvi-cendati tra le file del gruppo, attratti dalla bellezza del canto e dello spirito di amicizia al di là di ogni differenza di età, professione ecc ……, quella magia che solo la grande musica è in grado di regalare! E questa lunga eredità è stata sim-bolicamente ricordata nel Concerto tenutosi il 6 gennaio. In programma,

musicale di Pergolesi (Magnificat) e Mozart (Ave Verum, Tantum Ergo, Dominicus Messe KV 66). Il Coro San Carlo, composto oggi da oltre 40 elementi, ha come sempre messo in luce tutto il proprio poten-ziale: ottima tecnica vocale, fusione delle voci, realizzazione delle dina-miche espressive e numerosi detta-gli tecnici ottenuti con un grande e infaticabile lavoro, ma ampiamente ripagati dal pubblico presente che al termine del concerto non smetteva di congratularsi con gli artisti. Ad accompagnare il coro, un quartetto di ottimi solisti: Gabriella Palmerini (soprano), Elim HAN (mezzo-sopra-no), Jung (tenore), Hyunseok Park (baritono). L’accompagnamento stru-mentale è stato affidato all’Orche-stra Sinfonica G. Rossini di Pesaro, mentre all’organo sedeva il Maestro Claudio Colapinto. La direzione della compagine è stata affidata alla mano esperta del M° Salvatore Francavilla, che ha evidenziato gesto elegante, sicurezza nella direzione e elevato coinvolgimento emotivo. Uno scrosciare interminabile di ap-plausi con standing ovation finale hanno coronato questo pomeriggio musicale … un bel viatico per il Coro S. Carlo a proseguire su questa strada per i prossimi 30 o chissà quanti altri anni ancora ….

Marcello Urbinati©riproduzione riservata

Sinfonie in San Pietro in ValleBuone note per A.D.AM.O.FANO - Venerdì 4 gennaio, è tornata la musica ba-rocca nella Chiesa di San Pietro in Valle a Fano. Se-condo appuntamento organizzato dall’Orchestra Sinfonica G. Rossini in collaborazione con l’Assesso-rato alla Cultura del Comune di Fano e Fondazione Cassa di Risparmio di Fano. Il primo concerto ha ottenuto uno straordinario suc-cesso di pubblico confermando l’attaccamento dei fanesi a questo prezioso luogo, esempio mirabile di arte barocca. Quando le prime note del pianoforte si sono propagate San Pietro si è rivelato luogo ideale per l’esecuzione di musica da camera del Seicento/Settecento suscitando grandi emozioni e suggestioni negli interpreti e negli intervenuti.L’Assessore alla Cultura, Maria Antonia Cucuzza, ringrazia, per il contributo offerto, la Fondazione Cassa Risparmio di Fano che si è nuovamente di-stinta per aver investito sul recupero di importanti luoghi della cultura fanese, e rivolge ai Maestri in-tervenuti un sentito ringraziamento per aver accet-tato con grande entusiasmo e professionalità l’invito a partecipare a questo importante evento culturale.

Fano - Mercoledì 26 dicembre, si è tenuto, presso la Chiesa di s. Maria nuova di Fano, il Concerto di natale, in memoria di raffaella Londei, con la partecipazione del so-prano Giovanna donini accompagnata dall’organista M° Luca Muratori, del Gruppo vocale dell’istituto Maestre pie venerini di Fano, diretto dal M° stefano Baldelli e del “Coro Jubilate” di san Lorenzo in Campo, diretto dal M°olinto petrucci. il ricavato del-la serata è stato devoluto alla associazione adaMo (assistenza domiciliare aMmalati oncologici). in apertura, il presidente paganucci, su invito della organizzazione, ha illustrato brevemente cosa è adaMo, cosa fa e come opera.

P ennalibera tutti

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Cultura e territorio

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6 gennaio 20138

Giovani, casa, housing sociale e rilancio dell’edilizia

Lavoro, crescita, responsabilitàBilancio Regionale 2013

Misure per la difesa attivadel lavoro e dello sviluppo

senza alzare le tassee pensando ai giovani

RESISTENZA MARCHE:IMPRENDITORIALITÀ

RESISTENZA MARCHE:OCCUPAZIONE

COSTI DELLA POLITICA:MARCHE VIRTUOSE

TASSE REGIONALI MARCHE:SOTTO MEDIA NAZIONALE

Il massimo rigore per sostenere il lavoro e per riconfermare le mi-sure anticrisi a favore dello svi-luppo e dell’equità sociale, senza aumentare le tasse e garantendo il diritto alla salute di tutti i mar-chigiani. Sono i cardini su cui si innesta il bilancio di previsione 2013 della Regione Marche.

“Il bilancio 2013 fa i conti con 420 milioni di euro di tagli del Gover-no, ma non aumenta la pressione fiscale, conferma le misure anti-crisi a sostegno dell’occupazione, introduce nuovi elementi di svi-luppo e tutela il welfare e la coesio-ne sociale – spiega il presidente della Regione Marche Gian Ma-rio Spacca - In questo momento così difficile è importante superare rendite di posizione, immobilismo, paura e saper guardare avanti con intraprendenza per sfidare il futu-ro con coraggio. Attraverso una ri-gorosa spending review regionale e la lotta all’evasione fiscale liberia-mo quindi risorse dagli apparati e dalla burocrazia per destinarle su progetti concreti a favore dei gio-vani, del lavoro e della crescita del nostro territorio”.

“La redazione del bilancio – affer-ma l’assessore al bilancio Pietro Marcolini - è stata complessa a causa della drammatica riduzione dei trasferimenti statali, ma nono-stante ciò siamo riusciti a tenere in ordine i conti della Regione e a mantenere alta l’attenzione riser-vata alle categorie più fragili. Tra gli impegni decisivi la difesa e il miglioramento della qualità dei servizi socio assistenziali, il tra-sporto pubblico locale, la prima casa e gli aiuti alle imprese”.

RISORSE REGIONALI: con il Bilancio 2013 la Regione nei settori extra-sanitari mette a di-sposizione della comunità mar-chigiana risorse proprie per oltre 600 milioni di euro.PRIORITA’ BILANCIO 2013:invarianza della pressione fiscale; recupero di risorse tramite taglio dei costi della politica/burocrazia e lotta all’evasione; difesa attiva del lavoro e giovani; casa e hou-sing sociale; liquidità per le PMI; internazionalizzazione e attrazio-ne degli investimenti; turismo-cultura-territorio; politiche so-ciali e welfare; trasporti.

COSTI DELLA POLITICA/BUROCRAZIA: risparmi di -30 milioni di euro grazie a molte-plici misure quali soppressione di Enti regionali; abolizione Cda; azzeramento quasi totale delle consulenze esterne; eliminazione auto blu; taglio di commissioni, collegi e comitati; taglio di diri-genti e servizi regionali; blocco

del turnover; ecc. Approvata leg-ge statutaria con riduzione di as-sessori/consiglieri regionali.Per il 2013 si lavorerà anche alla razionalizzazione degli immobili regionali con ulteriori risparmi sul versante degli affitti e alla ul-teriore riduzione dei costi della burocrazia.LOTTA ALL’EVASIONE: con il potenziamento dell’attività di contrasto dell’evasione si è arriva-ti ad un recupero di circa 30 mi-lioni di euro all’anno; negli ultimi 5 anni in totale sono stati recupe-rati 140 mln di euro.PATTO DI STABILITA’ VERTI-CALE: per il terzo anno consecu-

tivo, la Regione conferma il Patto di stabilità verticale annuncian-dolo l’intervento fin dal bilancio 2013: un trasferimento di capaci-tà di spesa pari a 40 mln di euro che permetterà agli Enti locali di girare liquidità con i pagamenti alle piccole imprese del territorio.DIFESA ATTIVA DEL LAVO-RO E DELLE PMI: conferma nel bilancio 2013 del pacchetto di misure anticrisi per la tutela dell’occupazione, delle piccole imprese e della coesione sociale. Di seguito il report di quanto fat-

to nei 5 anni della crisi, dal 2008 ad oggi: fondo ammortizzatori sociali in deroga per lavoratori imprese sotto i 15 dipendenti; impegno con dotazione richiesta di 409 mln euro per la protezione di 80.305 lavoratori; aiuti alle as-sunzioni, progetti formativi, vou-cher (FSE): 196 mln euro; 60.914 beneficiari; contratti di solida-

rietà: 3.094 lavoratori coinvolti; prestiti d’onore regionale: avviate 976 nuove imprese (50% giovani sotto i 35 anni, 2/3 al femminile); borse lavoro (adotta un giovane), stabilizzazioni contratti a termi-ne, progetti per precari scuola: 2.675 beneficiari; contributi agli studi per figli lavoratori in diffi-coltà: 1.806 beneficiari; contribu-ti di solidarietà (200 euro mensi-li): 5.420 beneficiari; agevolazioni sanitarie: 39.815 ricette esentate da ticket per 27.984 lavoratori in difficoltà; Fondo di garanzia per la liquidità e l’accesso al credito delle PMI: 15.906 PMI coinvolte, 683 mln euro di finanziamen-

ti garantiti; progetti di ricerca, sviluppo, innovazione e trasferi-mento tecnologico per PMI: 551 mln euro di investimenti attivati, incentivi di 144 mln, 1.654 pro-getti agevolati, 1.793 imprese coinvolte; Fondo BEI per svilup-po PMI: 100 mln euro.INTERNAZIONALIZZAZIO-NE E ATTRAZIONE INVESTI-MENTI- Costituzione di un albo di pro-fessionisti (avvocati, commercia-listi, urbanisti, ingegneri gestio-nali, architetti, ecc.) specializzati nella assistenza tecnica e com-merciale ai potenziali investitori, in particolare a sostegno delle attività propedeutiche agli inve-stimenti esteri in entrata. - Costituzione di un “Fondo per la valorizzazione degli investi-menti produttivi ed occupazio-nali sul territorio”, con una dota-zione finanziaria per 1,5 milioni di euro, per la erogazione di vou-cher con copertura pubblica fino al 50% dell’importo, ai professio-nisti iscritti all’albo.PRESSIONE FISCALE: nono-stante i tagli nazionali il Bilancio 2013 mantiene invariata la pres-sione fiscale regionale, che nelle Marche è scesa nel tempo e risul-ta ora inferiore alla media italia-na; dal 2004 le addizionali regio-nali Irpef e Irap sono state ridotte di -36%, da 169 a 108 milioni di euro; oltre i 2/3 dei cittadini mar-chigiani sono esentati dall’addi-zionale regionale Irpef.DEBITO: il bilancio regionale presenta conti in ordine, testimo-niati anche dalla riduzione co-stante del debito regionale com-plessivo; è sceso costantemente, in controtendenza nazionale, dal 2004 fino ad oggi, arrivando alla cifra di 1.236 milioni (-8%).SANITA’ E WELFARE: nono-stante i -180 milioni di tagli di trasferimenti statali il Governo regionale conferma il suo impe-gno verso i cittadini e avvia una riforma per assicurare servizi ap-propriati in tutto il territorio. Per quanto riguarda le politiche so-ciali è prevista sostanziale inva-rianza della dotazione regionale rispetto lo scorso anno: in parti-colare viene confermata la quota storica di 35 mln di euro dal 2010 e l’integrazione di 10 mln in con-seguenza del definanziamento statale.

La Regione, con questo bilancio, si propone di sostene-re, oltre le categorie più fragili e gli anziani al centro di un progetto per la longevità attiva, in particolar modo i giovani e i loro diritti, sia per quanto riguarda la ricerca di occupazione che della casa.

Il fine è anche quello del rilancio del mercato edilizio, un vero e proprio moltiplicatore per tutti i settori che coinvolge.- Verranno impiegati 2,9 milioni di euro per l’innova-tivo progetto “Giovani nell’internazionalizzazione” che prevede voucher regionali con la riduzione per le PMI di -50% del costo di assunzione di giovani laureati e di-plomati a sostegno dei processi di internazionalizzazio-

ne delle PMI; anche per questi giovani viene istituito uno specifico albo regionale a cui le imprese potranno attingere, in coerenza con l’iniziativa del fondo per l’at-trazione degli investimenti.- Coinvolgimento di giovani qualificati nell’apertura dei siti turistici-culturali diffusi sul territorio (musei, archivi, biblioteche, teatri). L’intervento regionale pre-vede l’erogazione di borse di studio e di lavoro, cui sono destinati 2 milioni di euro.- E’ prevista poi la costituzione di un “Fondo per la casa, l’housing sociale e la riqualificazione urbana” di circa 15 milioni di euro, destinato all’acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie, nonché al sostegno di progetti integrati pubblico-privati e di riqualificazio-

ne dei centri abitati.Il Fondo agirà secondo un meccanismo di “rotazione” per consentire un effetto leva di stimolo all’edilizia e sarà costituito da diverse fonti finanziarie (Jessica, housing sociale, ecc.). La priorità regionale della casa si rafforza anche con la conferma del progetto di casa intelligente per la longevità attiva.

Per dare, infine, velocità alle Marche sono stati assunti tre impegni per il 2013: alta formazione e mestieri; at-trazione degli investimenti e Marche in rete per raffor-zare il modello policentrico di città-regione, grazie alla distribuzione diffusa ed equilibrata di servizi, attività e infrastrutture.