l'annuncio - settembre ottobre 2011

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L’Annuncio PERIODICO DI SPIRITUALITA’ CRISTIANA Annunciamo... Carissimi fratelli in Cristo, Ha inizio un nuovo anno pastorale, un anno ricco di prospettive per ciascuno e per la co- munità tutta, se è vero che siamo chiamati, come nel titolo del numero che avete tra le mani, in compagnia di Gesù e con il suo indispensabile ausilio ad essere pietre vive del Suo misti- co Corpo, operatori di misericordia verso il nostro prossimo. E’ il tema pastorale scelto per la nostra parrocchia ed a noi, che è dato essere uomini di fede, di speranza e di carità, giun- ga, pertanto, come un invito di conversione e di crescita. Mai come ora la parola “edificare” assuma per ciascuno un significato più intimo ed assieme solidaristico. Che l’Amore immen- so di Dio verso ciascuno di noi possa guidare con gioia e senso di profonda gratitudine i passi cui siamo chiamati, tirandoci l’un l’altro per mano, a compiere nel Suo solco. SETTEMBRE - OTTOBRE 2011 Anno II - Numero 1 CON CRISTO PIETRE VIVE, OPERATORI DI MISERICORDIA MESSAGGIO DEL SAN- TO PADRE BENEDET- TO XVI PER LA XXVI GIORNATA MONDIA- LE DELLA GIOVENTU’ 2 L’ANNUNCIO DEI PICCO- LI: RELIGIOCHI FILASTROCCHE 4-5 UOMINI E COMUNITA’: CON CRISTO PIETRE VIVE 6 UOMINI E COMUNITA’; IL PERDONO PER ES- SERE OPERATORI DI MISERICORDIA 8 LE NOSTRE TRADIZIONI: LA REGINA DELLE MELE 10 IN CUCINA: LA MARMELLATA DI MELE ANNURCHE 11 “La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d’angolo ” (Sal 118,22) L’EDITORIALE UN NUOVO ANNUNCIO! Don Genny

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Anno II -

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L’Annuncio PERIODICO DI SPIRITUALITA’ CRISTIANA

Annunciamo...

Carissimi fratelli in Cristo,

Ha inizio un nuovo anno pastorale, un anno ricco di prospettive per ciascuno e per la co-

munità tutta, se è vero che siamo chiamati, come nel titolo del numero che avete tra le mani,

in compagnia di Gesù e con il suo indispensabile ausilio ad essere pietre vive del Suo misti-

co Corpo, operatori di misericordia verso il nostro prossimo. E’ il tema pastorale scelto per

la nostra parrocchia ed a noi, che è dato essere uomini di fede, di speranza e di carità, giun-

ga, pertanto, come un invito di conversione e di crescita. Mai come ora la parola “edificare”

assuma per ciascuno un significato più intimo ed assieme solidaristico. Che l’Amore immen-

so di Dio verso ciascuno di noi possa guidare con gioia e senso di profonda gratitudine i

passi cui siamo chiamati, tirandoci l’un l’altro per mano, a compiere nel Suo solco.

SETTEMBRE - OTTOBRE 2011

Anno II - Numero 1

CON CRISTO PIETRE VIVE, OPERATORI DI MISERICORDIA

MESSAGGIO DEL SAN-TO PADRE BENEDET-TO XVI PER LA XXVI GIORNATA MONDIA-LE DELLA GIOVENTU’

2

L’ANNUNCIO DEI PICCO-

LI: RELIGIOCHI FILASTROCCHE

4-5

UOMINI E COMUNITA’:

CON CRISTO PIETRE VIVE

6

UOMINI E COMUNITA’;

IL PERDONO PER ES-SERE OPERATORI DI MISERICORDIA

8

LE NOSTRE TRADIZIONI:

LA REGINA DELLE MELE

10

IN CUCINA:

LA MARMELLATA DI MELE ANNURCHE

11

“La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d’angolo ” (Sal 118,22)

L’EDITORIALE

UN NUOVO ANNUNCIO! Don Genny

Cari amici,

in ogni epoca, anche ai nostri gior-

ni, numerosi giovani sentono il

profondo desiderio che le relazioni

tra le persone siano vissute nella

verità e nella solidarietà. Molti ma-

nifestano l’aspirazione a costruire

rapporti autentici di amicizia, a

conoscere il vero amore, a fondare

una famiglia unita, a raggiungere

una stabilità personale e una reale

sicurezza, che possano garantire

un futuro sereno e felice. Certa-

mente, ricordando la mia giovinez-

za, so che stabilità e sicurezza non

sono le questioni che occupano di

più la mente dei giovani. Sì, la do-

manda del posto di lavoro e con

ciò quella di avere un terreno sicu-

ro sotto i piedi è un problema

grande e pressante, ma allo stesso

tempo la gioventù rimane comun-

que l’età in cui si è alla ricerca della

vita più grande. […] È parte

dell’essere giovane desiderare qual-

cosa di più della quotidianità rego-

lare di un impiego sicuro e sentire

l’anelito per ciò che è realmente

grande. Si tratta solo di un sogno

vuoto che svanisce quando si di-

venta adulti? No, l’uomo è vera-

mente creato per ciò che è grande,

per l’infinito. Qualsiasi altra cosa è

insufficiente. Sant’Agostino aveva

ragione: il nostro cuore è inquieto

sino a quando non riposa in Te. Il

desiderio della vita più grande è un

segno del fatto che ci ha creati Lui,

che portiamo la sua “impronta”.

Dio è vita, e per questo ogni crea-

tura tende alla vita; in modo unico

e speciale la persona umana, fatta

ad immagine di Dio, aspira

all’amore, alla gioia e alla pace. Al-

lora comprendiamo che è un con-

trosenso pretendere di eliminare

Dio per far vivere l’uomo! Dio è la

sorgente della vita; eliminarlo equi-

vale a separarsi da questa fonte e,

inevitabilmente, privarsi della pie-

nezza e della gioia: “la creatura,

infatti, senza il Creatore svani-

sce” (Con. Ecum. Vat. II, Cost. Gau-

dium et spes, 36). La cultura attuale,

in alcune aree del mondo, soprat-

tutto in Occidente, tende ad esclu-

dere Dio, o a considerare la fede

come un fatto privato, senza alcu-

na rilevanza nella vita sociale. Men-

tre l’insieme dei valori che sono

alla base della società proviene dal

Vangelo – come il senso della di-

gnità della persona, della solidarie-

tà, del lavoro e della famiglia –, si

constata una sorta di “eclissi di Di-

o”, una certa amnesia, se non un

vero rifiuto del Cristianesimo e una

negazione del tesoro della fede ri-

cevuta, col rischio di perdere la

propria identità profonda.

Per mettere in luce l’importanza

della fede nella vita dei credenti,

vorrei soffermarmi su ciascuno dei

tre termini che san Paolo utilizza in

questa sua espressione: “Radicati e

fondati in Cristo, saldi nella fede” (cfr

Col 2,7). Vi possiamo scorgere tre

immagini: “radicato” evoca l’albero

e le radici che lo alimentano;

“fondato” si riferisce alla costru-

zione di una casa; “saldo” rimanda

alla crescita della forza fisica o mo-

rale. Si tratta di immagini molto elo-

quenti. Prima di commentarle, va

notato semplicemente che nel testo

originale i tre termini, dal punto di

vista grammaticale, sono dei passivi:

ciò significa che è Cristo stesso che

prende l’iniziativa di radicare, fon-

dare e rendere saldi i credenti.

La prima immagine è quella

dell’albero, fermamente piantato al

suolo tramite le radici, che lo rendo-

no stabile e lo alimentano. Senza

radici, sarebbe trascinato via dal

vento, e morirebbe. Quali sono le

nostre radici? Naturalmente i geni-

tori, la famiglia e la cultura del no-

stro Paese, che sono una compo-

nente molto importante della nostra

identità. La Bibbia ne svela un’altra.

Il profeta Geremia scrive:

“Benedetto l’uomo che confida nel

Signore e il Signore è la sua fiducia.

È come un albero piantato lungo

un corso d’acqua, verso la corrente

stende le radici; non teme quando

viene il caldo, le sue foglie rimango-

no verdi, nell’anno della siccità non

si dà pena, non smette di produrre

frutti” (Ger 17,7-8). Stendere le radi-

ci, per il profeta, significa riporre la

propria fiducia in Dio. Da Lui attin-

giamo la nostra vita; senza di Lui

non potremmo vivere veramente.

“Dio ci ha donato la vita eterna e

questa vita è nel suo Figlio” (1 Gv

5,11). Gesù stesso si presenta come

nostra vita (cfr Gv 14,6). Perciò la

fede cristiana non è solo credere a

delle verità, ma è anzitutto una rela-

zione personale con Gesù Cristo, è

l’incontro con il Figlio di Dio, che

dà a tutta l’esistenza un dinamismo

nuovo. (continua nella pagina seguente)

“Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” (cfr. Col 2,7) MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI PER LA XXVI GIORNATA

MONDIALE DELLA GIOVENTU’ 2011

Pagina 2 L ’Annuncio Anno II - Numero 1

Pagina 3 L ’Annuncio Anno II - Numero 1

Quando entriamo in rapporto per-

sonale con Lui, Cristo ci rivela la

nostra identità, e, nella sua amici-

zia, la vita cresce e si realizza in

pienezza. C’è un momento, da gio-

vani, in cui ognuno di noi si do-

manda: che senso ha la mia vita,

quale scopo, quale direzione do-

vrei darle? E’ una fase fondamen-

tale, che può turbare l’animo, a

volte anche a lungo. Si pensa al

tipo di lavoro da intraprendere, a

quali relazioni sociali stabilire, a

quali affetti sviluppare… In questo

contesto, ripenso alla mia giovi-

nezza. In qualche modo ho avuto

ben presto la consapevolezza che

il Signore mi voleva sacerdote. Ma

poi, dopo la Guerra, quando in

seminario e all’università ero in

cammino verso questa meta, ho

dovuto riconquistare questa cer-

tezza. Ho dovuto chiedermi: è

questa veramente la mia strada? È

veramente questa la volontà del

Signore per me? Sarò capace di

rimanere fedele a Lui e di essere

totalmente disponibile per Lui, al

Suo servizio? Una tale decisione

deve anche essere sofferta. Non

può essere diversamente. Ma poi è

sorta la certezza: è bene così! Sì, il

Signore mi vuole, pertanto mi darà

anche la forza. Nell’ascoltarLo,

nell’andare insieme con Lui diven-

to veramente me stesso. Non con-

ta la realizzazione dei miei propri

desideri, ma la Sua volontà. Così la

vita diventa autentica. Come le

radici dell’albero lo tengono salda-

mente piantato nel terreno, così le

fondamenta danno alla casa una

stabilità duratura. Mediante la

fede, noi siamo fondati in Cristo

(cfr Col 2,7), come una casa è co-

struita sulle fondamenta. Nella

storia sacra abbiamo numerosi

esempi di santi che hanno edifica-

to la loro vita sulla Parola di Dio.

Il primo è Abramo. Il nostro pa-

dre nella fede obbedì a Dio che gli

chiedeva di lasciare la casa paterna

per incamminarsi verso un Paese

sconosciuto. “Abramo credette a

Dio e gli fu accreditato come giu-

stizia, ed egli fu chiamato amico di

Dio” (Gc 2,23). Essere fondati in

Cristo significa rispondere concre-

tamente alla chiamata di Dio, fi-

dandosi di Lui e mettendo in pra-

tica la sua Parola. Gesù stesso am-

monisce i suoi discepoli: “Perché

mi invocate: «Signore, Signore!» e

non fate quello che dico?” (Lc

6,46). E, ricorrendo all’immagine

della costruzione della casa, ag-

giunge: “Chiunque viene a me e

ascolta le mie parole e le mette in

pratica… è simile a un uomo che,

costruendo una casa, ha scavato

molto profondo e ha posto le fon-

damenta sulla roccia. Venuta la

piena, il fiume investì quella casa,

ma non riuscì a smuoverla perché

era costruita bene” (Lc 6,47-48). Cari

amici, costruite la vostra casa sulla

roccia, come l’uomo che “ha scavato

molto profondo”. Cercate anche voi,

tutti i giorni, di seguire la Parola di

Cristo. Sentitelo come il vero Amico

con cui condividere il cammino della

vostra vita. Con Lui accanto sarete

capaci di affrontare con coraggio e

speranza le difficoltà, i problemi, an-

che le delusioni e le sconfitte. Vi ven-

gono presentate continuamente pro-

poste più facili, ma voi stessi vi ac-

corgete che si rivelano ingannevoli,

non vi danno serenità e gioia. Solo la

Parola di Dio ci indica la via autenti-

ca, solo la fede che ci è stata trasmes-

sa è la luce che illumina il cammino.

Accogliete con gratitudine questo

dono spirituale che avete ricevuto

dalle vostre famiglie e impegnatevi a

rispondere con responsabilità alla

chiamata di Dio, diventando adulti

nella fede. Non credete a coloro che

vi dicono che non avete bisogno de-

gli altri per costruire la vostra vita!

Appoggiatevi, invece, alla fede dei

vostri cari, alla fede della Chiesa, e

ringraziate il Signore di averla ricevu-

ta e di averla fatta vostra!

BENEDETTO XVI

“Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” (cfr. Col 2,7) MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI PER LA XXVI GIORNATA

MONDIALE DELLA GIOVENTU’ 2011

LA RELIQUIA DEL BEATO

PAPA GIOVANNI PAOLO II

Dal 27 settembre 2011 al 2 ottobre 2011

NELLA NOSTRA PARROCCHIA

(programma allegato alla presente copia de “L’Annuncio”)

Pagina 4 L ’Annuncio Anno II - Numero 1

L’ANNUNCIO DEI PICCOLI

RELIGIOCHI

I COLORI DELL’ANIMA - di Giulia Gentile - 16,60 €

in vendita sul web e presso il centro Q in +

I colori dell’anima è un suggestivo ed intenso romanzo generazionale vissuto in un

unico tempo, fuso tra ricordi ed esperienze. Attorno al legame tra Tosca, una donna

di fede forte e romantica e sua nipote Kyra, si costruisce un intreccio di storie e di

anime la cui linfa è l’amore vissuto nelle sue sottili sfumature e contrasti come nelle

sue nette manifestazioni. Il tutto raccontato mai banalmente, con uno stile semplice

e diretto, ma indubbiamente intenso e sentito dall’autrice e per questo vero e credibi-

le fino in fondo. Da leggere tutto di un fiato. (recensione di Marcello Buonaurio)

Pagina 5 L ’Annuncio Anno II - Numero 1

L’ANNUNCIO DEI PICCOLI

FILASTROCCHE

Aiutateci a sostenere i fratelli palestinesi di Betlemme, la culla terrena di

Nostro Signore!

Presso il punto parrocchiale MEMENTO Shop, all’interno del centro

Qin+, potrete trovare delle splendide idee regalo per i vostri doni. Pezzi

di artigianato fatti a mano con legno di ulivo di Betlemme , provvisti di

certificato di provenienza, dall’oggettistica sacra più svariata a semplici

ninnoli intagliati.

Nessun dono può essere più grande di quello che vien fatto due volte

con un unico oggetto: al caro nei vostri pensieri come ad una famiglia

palestinese bisognosa. Nessun oggetto sacro pensato come dono è più

emblematico per un cristiano che quello fatto con legno proveniente dal

luogo in cui Nostro Signore ha visto la luce sulla Terra!

UN BAMBINO AL MARE Gianni Rodari

Conosco un bambino così povero

che non ha mai veduto il mare:

a Ferragosto lo vado a prendere

in treno a Ostia lo voglio portare.

"Ecco, guarda, gli dirò

questo è il mare, pigliane un po'!"

Col suo secchiello, fra tanta gente,

potrà rubarne poco o niente:

ma con gli occhi che sbarrerà

il mare intero si prenderà

Un bambino al mare: Filastrocca tratta da "Filastrocche in cielo e in terra" di Gianni Rodari ed. Einaudi.

Pagina 6 L ’Annuncio Anno II - Numero 1

“Con Cristo pietre vive, operatori di misericordia”

sarà il tema all’insegna del quale la nostra comunità

parrocchiale vivrà l’anno pastorale 2011-2012.

Nella comune accezione, sin dall’antichità con il ter-

mine pietra si vuole intendere un agglomerato di mi-

nerali di forma irregolare e colore neutro largamente

utilizzato in edilizia per la costruzione e la decora-

zione. Il riferimento alle pietre è molto ricorrente

nelle Sacre Scritture; ciò è da attribuirsi al fatto che la

pietra è un oggetto assai comune in Giudea e in Gali-

lea. La stessa Gerusalemme colpisce il pellegrino per

l’enorme quantità di pietre presenti in natura allo sta-

to grezzo ma utilizzate copiosamente anche per il

rivestimento degli edifici. Non va dimenticato che la

pietra è stata per secoli il principale strumento di tor-

tura e di morte per molte civiltà: la lapidazione era il

modo consueto di eseguire una condanna a morte

per il popolo ebraico anche ai tempi di Gesù. Basti

pensare, ad esempio, all’episodio della donna adulte-

ra. Nella nostra mentalità razionalista l’aggettivo

“vivo” abbinato al termine “pietra” sembra una con-

traddizione in termini, perché la pietra viene general-

mente considerata un materiale morto, amorfo, im-

mutabile o, peggio ancora, uno strumento di offesa.

Allora cosa vuol dire oggi per un credente essere pie-

tre vive? Ci viene in aiuto la Prima Lettera di Pietro.

Al capitolo 2, versetti 4 e 5, si legge: “Stringendovi a

Lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa

davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per

la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo,

per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio” e ancora al ver-

setto 7: “La pietra che i costruttori hanno scartato è divenuta

pietra angolare, sasso d’inciampo e pietra di scandalo.” La

pietra angolare, quando ai tempi degli ebrei non ve-

niva fatto ancora uso di materiale legante come la

calce, era considerata non soltanto la pietra che con-

sentiva a due muri portanti di stare insieme, ma an-

che quella pietra che, posta alla sommità di un edifi-

cio, consentiva allo stesso di restare saldo e non crol-

lare. La pietra viva non si accontenta semplicemente

di restare pietra ma sente di aver assolto al suo com-

pito soltanto se utilizzata, unitamente ad altre pietre,

UOMINI E COMUNITA’

CON CRISTO PIETRE VIVE

Maurizio De Simone

nella realizzazione di una costruzione, senza timore di

andare controcorrente e di essere messe da parte. Ri-

portando il ragionamento alla nostra realtà parrocchia-

le, l’invito che il parroco, unitamente al Consiglio Pa-

storale Parrocchiale, rivolge a ciascun componente

della comunità è di acquisire consapevolezza di essere

pietra viva. A ciascuno di noi viene richiesto di fare

uno scatto in avanti: non ci si può più accontentare di

essere i cristiani della domenica, quelli cioè che dedica-

no alla propria vita spirituale un’ora a settimana. Se

veramente desideriamo costruire l’edificio spirituale

occorre rispondere alle sfide della società secolarizzata

mediante un impegno più fattivo, più intenso, che non

si limiti soltanto alla S. Messa domenicale, che pure

resta il momento centrale della vita del cristiano, ma

che si estenda all’intera settimana, coinvolgendo la

parrocchia e abbracciando anche quelle realtà, come la

famiglia, la scuola ed il lavoro, che oggi sono autenti-

che terre di missione. La nostra parrocchia ha biso-

gno di cuori, di menti e di braccia e tutte le attività,

anche quelle considerate a torto più umili, contribui-

scono alla creazione dell’edificio spirituale. Le occasio-

ni per un impegno concreto in parrocchia sono molte-

plici: è sufficiente consultare le pagine di questo gior-

nalino o il sito internet www.divinmaestro.it e sceglie-

re l’attività che più ci piace. Vinciamo la pigrizia, la

ritrosia, la vergogna. E’ bello vivere la propria spiritua-

lità in una dimensione comunitaria, è tutta un’altra

cosa. L’edificio spirituale a cui dobbiamo aspirare de-

ve essere come quello descritto negli Atti degli Apo-

stoli al capitolo 2: “erano assidui nell’ascoltare

l’insegnamento degli apostoli, nell’unione fraterna, nella frazione

del pane e nelle preghiere… Tutti coloro che erano diventati

credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune. Chi

aveva proprietà o sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti,

secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno frequentavano insie-

me il tempio…, lodando Dio e godendo della simpatia di tutto

il popolo”.

Allora forza e coraggio ! Ognuno dia il proprio contri-

buto, smettiamo di restare alla finestra e criticare, co-

minciamo un po’ a “sporcarci le mani”. Buon anno

pastorale a tutti!

Pagina 7 L ’Annuncio Anno II - Numero 1

Pagina 8 L ’Annuncio Anno II - Numero 1

Uomo o donna, vecchio o giovane, bianco o nero,

credente o ateo…qualunque sia il sesso, l’età, la razza

o l’orientamento religioso che ci caratterizzi, la cosa

più difficile da uomini è, nella vita, camminare con

amore e nell’amore. Se è vero, infatti, che è sempre

più semplice stabilire "relazioni” interpersonali sfrut-

tando al massimo le forme di comunicazione più va-

rie, è altrettanto vero che la profondità dei sentimenti

che ci lega è sempre più labile. Sempre più spesso è

facile cadere nella tentazione di cedere al proprio

egoismo ed alla propria superficialità, sempre più faci-

le è restare delusi e feriti dall’egoismo e dalla superfi-

cialità altrui e bramare per questo sete di giustizia. Mi

domando, dunque: è utopia o è cosa possibile vivere

vincendo rancori e risentimenti? Vincendo la sete di

rivalsa e di punizione? E' possibile vi-

vere avendo indulgenza delle debolez-

ze altrui? Beh, se così fosse avremmo

imparato a vivere, ad amare, a perdo-

nare... Ma voglio crederci, o meglio

voglio credere sia possibile anche se

con sforzi eroici.

Tempo addietro, soffermandomi a

pensare razionalmente, forse troppo

razionalmente, mi è sembrato Che il

perdono fosse quasi una negazione del

male, o meglio, fosse un modo per na-

scondere il male fuori e dentro di noi.

Oggi, con un minimo di maturità in

più che le esperienze ti impongono di acquisire, sono

arrivata ad una conclusione ben diversa. Perdonare

forse è proprio il modo per riconoscerlo il male…

guardarlo in faccia…e imparare a superarlo.

Mi piace pensare all’esperienza del perdono come ad

un viaggio…un viaggio che personalmente mi porta a

volte lì dove non vorrei mai arrivare, di fronte a quel-

la porta che non vorrei mai aprire, quella della grande

ferita…quella che mi è sembrato potesse soffocarmi,

togliermi l’aria…

L'esperienza del dolore, della delusione per il torto

ricevuto talvolta, infatti, può essere alienante, ma è

proprio allora che mi piace pensare che il viaggio ri-

cominci, ripartendo verso l’alto fino ad arrivare ad

un’altra porta: quella della libertà. Libertà dalle catene

della rabbia, con cuore sereno perché consapevole di

un medesimo destino di fragilità che accumuna quanti

si trovano nella condizione di perdonare e di ricevere

il perdono.

Ma, ahimè!, se la prima parte del viaggio è esperienza

vissuta e toccata con mano, quella della

risalita è qualcosa che posso solo im-

maginare…magari ne avessi fatto espe-

rienza davvero.

Sogno che il viaggio si concluda con

un’ultima tappa: quella della compas-

sione e della misericordia...misericordia

di chi perdona e assolve l’altro perché

ha imparato finalmente a perdonare se

stesso.

A mio avviso è solo affrontando ed

accettando le molteplici sfumature fisi-

che, psicologiche e sociali che ci divi-

dono dal resto del mondo che si può

fare esperienza del perdono. E' solo se riesco a vede-

re la mia incapacità di amare incondizionatamente

l’altro e Dio, che sono in grado, veramente, di chie-

dere perdono per le mie mancanze.

E' solo se affronto la mia grande ferita, quotidiana-

mente, che riesco a chiedere perdono a Dio per tutte

le volte che non sono riuscita a riconoscerLo.

UOMINI E COMUNITA’

IL PERDONO PER ESSERE OPERATORI DI MISERICORDIA

Antonella Amazzini

COLLABORA CON NOI!

CARISSIMO LETTORE, AIUTACI A RENDERE IL NOSTRO GIORNALINO PARROCCHIALE SEMPRE PIU’ UN’ORCHESTRA DI PENNE!

SCRIVICI, INVIACI SUGGERIMENTI E COMMENTI A

tel/fax: 0818768526 - [email protected] - www.divinmaestro.it/lannuncio

Pagina 9 L ’Annuncio Anno II - Numero 1

La Resurrezione di Nostro Signore è liturgicamente seguita dalla solennità del Corpus Domini che quest’anno

cade di 26 giugno. E' bello condividere al proposito una piacevole immagine di San Carlo Borromeo, il quale si

chiedeva perché la Chiesa liturgicamente portasse la celebrazione del SS Sacramento dal giovedì Santo, giorno

in cui Gesù generò il mistero della Sua presenza nel pane e nel vino, a data successiva alla resurrezione di No-

stro Signore. La Chiesa, rispondeva il Santo con dolcezza, si comporta da Sua degna Sposa. Essa è infatti trop-

po presa dal piangere lo Sposo e riserva ad un momento successivo alla Pasqua l’attenzione al gran patrimonio

da Egli lasciato in eredità. Ma in maggio è caduto anche il mese mariano, il mese della Madre della Chiesa, Av-

vocata nostra, sotto la cui veste protettrice la Sposa Chiesa conduce il suo cammino in amore e comunione. E,

ultimo cronologicamente, un evento importantissimo segna questo periodo per la nostra parrocchia: il 2 luglio

ricorre la memoria della dedicazione della nostra Chiesa, al suo quinto anno. Ancora una bambina certo, ma

che procede spedita con passi da gigante, grazie allo Spirito di Dio che agisce in maniera tangibile tra le sue mu-

ra ed attraverso i suoi ministri. In questo, credo sia corale il nostro grazie al Signore Dio per aver scelto quale

suo strumento per la crescita di questa Parrocchia il nostro amato sacerdote Don Genny, giovane e pure gigan-

te nelle opere della sua azione pastorale, proprio come la Chiesa di cui si è preso cura.

DALLA PRIMA PAGINA

CHIUSURA DELL’ANNO PASTORALE: TEMPO DI ANNUNCI

La Redazione

Pagina 10 L ’Annuncio Anno II - Numero 1

La mela Annurca, o melannurca, è un prodotto or-

tofrutticolo italiano a Indicazione Geografica Pro-

tetta tipico della Campania. Diffusis-

sima nelle nostre zone ed in partico-

lare proprio nel nostro territorio par-

rocchiale, essa è definita la “regina

delle mele” ed è l’unica mela origina-

ria dell'Italia meridionale

La prima testimonianza attestante un

legame di circa duemila anni tra il

territorio della Campania Felix e la

melannurca, è stata rinvenuta nella Casa dei Cervi

degli scavi di Ercolano, ove è raffigurata in alcuni

dipinti pompeiani. Dalla lettura della “Naturalis Hi-

storia”, antica opera scientifica di Plinio il Vecchio,

si ipotizza l’origine nell’area dei Campi Flegrei della

melannurca; infatti nel territorio del Comune di

Pozzuoli è ubicato il lago di Averno, ingresso agli

Inferi, e Plinio chiama “Mala Orcula” la mela an-

nurca perché coltivata intorno all’Orco (gli Inferi);

Plinio le descrive, inoltre, “orbiculate” perché han-

no la figura del giro arrotondato della terra). Altra

testimonianze dell’origine puteolana della melan-

nurca si ritrovano nell’opera il “Pomarium” di G.B.

Della Porta del 1583 e “Manuale di Arboricoltura”

di G.A. Pasquale (1876).

L’Annurca è definita “la regina delle mele” soprattutto

per le caratteristiche qualitative dei suoi frutti.

Le sue virtù salutari sono legate all’alto

contenuto in vitamine (B1, B2, PP e C) e

minerali (K, Fe, P, Mn); la ricchezza di

fibre regola le funzioni intestinali, ed i-

noltre una recente ricerca dell’Università

Federico II di Napoli – Dipartimento di Scien-

za degli alimenti ha evidenziato che

l’Annurca ha un’azione gastroprotettiva

contro i danni ossidativi alle cellule epi-

teliali per la ricchezza in composti fenolici. In parole

povere la mela in questione esercita una funzione di

protezione delle pareti gastriche di notevole azione.

Ricca di fruttosio, con un tasso di cellulosa dello 0,9%,

concentrato per lo più nella buccia, esalta le qualità di-

gestive graduando l'assorbimento del glucosio ed è di

grande beneficio per i diabetici. Abbassa il colesterolo

nel sangue perchè ostacola il suo assorbimento median-

te il fitosterolo e la pectina che rendono il colesterolo

alimentare inassimilabile.

Grazie ai suoi molteplici benefici per la salute, la mela

di cui Quarto è così ricca rende onore al proverbio se-

condo cui “una mela al giorno toglie il medico di torno”.

LE NOSTRE TRADIZIONI

LA REGINA DELLE MELE Floriana Leone

Union Pacific AD 6-6-6 - di Marcello Buonaurio - 9,80 €

in vendita sul web e presso il centro Q in +

Le vicende di un uomo che sul finire del XIX secolo compie un viaggio sur-

reale sono il tema di questo bellissimo libro. L’uomo si trova catapultato in

un ambiente foriero di presagi, che incute paura e terrore, ma che si apre poi

ad un finale di salvezza e gioia eterna. Quella che viene descritta è

un’apocalisse contemporanea, un viaggio fantastico su un treno in compagni-

a del male, un treno che corre ad una velocità fuori da ogni comprensione

umana. Lo scenario al quale il malcapitato viaggiatore assisterà sarà di distru-

zione, sofferenza e morte, ma il Bene, così come le Sacre Scritture riportano,

Pagina 11 L ’Annuncio Anno II - Numero 1

IN CUCINA

MARMELLATA DI MELE ANNURCHE Floriana Leone

E' davvero semplicissimo ottenere dell'ottima marmellata con questo regale frutto.

Gli ingredienti necessari sono: 3 Kg di mele sbucciate; 2 Kg di zucchero.

Essendo il frutto di suo ricco di pectina naturale non c'è bisogno di aggiungere nessun addensante.; questo

rende, quindi, questa marmellata davvero speciale per la genuinità oltre che per la bontà.

Si procede così: Sbucciare e tagliare a pezzi le mele; riporle in una grossa pentola; ricoprirle con lo zucchero.

Se le si lascia macerare qualche ora cacceranno l'acqua in cui le si farà bollire, altrimenti le si può mettere subito

sul fuoco (moderato) aggiungendo un dito d'acqua. Quando le mele saranno belle

morbide e quasi "spappolose" si può spegnere il fuoco. Igienizzare i vasetti di vetro

bollendoli. In una zuppiera passare le mele. Io ho utilizzato sempre il passa-

pomodori ma è ottimo anche lo schiaccia patate. Non resta che riempire i vasetti

fino all'orlo e chiuderli bene. Infine bollire i vasetti per qualche minuto e riporli in

luogo fresco e asciutto.

La marmellata ottenuta può essere consumata subito e si mantiene anche per un paio di anni.

8-9 ottobre 2011

SAGRA DELLA MELA ANNURCA

sabato 8 ottobre dalle 20:00 - Apertura stand e vendita all’asta

domenica 9 ottobre dalle 20:00 - Apertura stand e concerto di musica napoletana

Parrocchia Gesù Divino Maestro - Via Marmolito, 1/A

INFO: tel/fax: 0818768526 - www.divinmaestro.it - [email protected]

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“L’Annuncio”

Periodico di spiritualità cristiana

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Marcello Buonaurio - Maurizio De Simone - Antonella

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