infoanziani settembre ottobre 2012

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STARBENE news Inserto al bimestrale Infoanziani.it Settembre/Ottobre 2012 Numero 55 LE AZIENDE SANITARIE INFORMANO: Precauzioni per non cadere in ospedale PAG.5 Donne con esperienze sfavorevoli infantili PAG.7 INSERTO STARBENE NEWS: Pistacchi contro lo stress PAG.1 Il mango fa dimagrire PAG.4 LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO INFORMANO: I nonni raccontano... PAG.9 L’Associazione A.V.U.L.S.S. PAG.10

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Rivista infoanziani di Settembre ottobre 2012

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Settembre/Ottobre 2012 Numero 55

LE AZIENDE SANITARIE INFORMANO: Precauzioni per non cadere in ospedale PAG.5Donne con esperienze sfavorevoli infantili PAG.7

INSERTO STARBENE NEWS: Pistacchi contro lo stress PAG.1 Il mango fa dimagrire PAG.4

LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO INFORMANO:I nonni raccontano... PAG.9L’Associazione A.V.U.L.S.S. PAG.10

Sommario:LE AZIENDE SANITARIE INFORMANO: Precauzioni per non cadere in ospedale PAG.5

Donne con esperienze sfavorevoli infantili PAG.7

INSERTO STARBENE NEWS:

Pistacchi contro lo stress

Le 7 regole degli sportivi

L’omeopatia

Il mango fa dimagrire

STARBENE news

LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO INFORMANO: Comitato Parenti Ospiti I.G.A. PAG.9

A.V.U.L.S.S. PAG.10

NEWS IN BREVEI rischi per gli anziani

dall’uso improprio dei farmaci PAG.11

PAG.1

PAG.2

PAG.3

PAG.4

www.infoanziani.it SETTEMBRE/OTTOBRE 2012N° 55

Informazioni per i lettori:

Registrazione Aut.Trib. di UD n.24 del 10.05.2005 Bimestrale gratuito Direttore editoriale Sandro Di Filippo Direttore responsabile Sandro Di Filippo Editore Newprojects.it S.r.l. Viale Palmanova, 22 33100 Udine Tel. 0432 526981 - Fax 0432 624246 [email protected] - [email protected] Layout Elisa Gorsa - Newprojects.it S.r.l. Collaboratori Azienda per i Servizi Sanitari n°3 “Alto Friuli” Azienda per i Servizi Sanitari n°5 “Bassa Friulana” Comitato Parenti Ospiti I.G.A. (Magda Minotti) A.V.U.L.S.S. Pubblicità commerciale Newprojects.it S.r.l. Viale Palmanova, 22 33100 Udine Tel. 0432 526981 - Fax 0432 624246 [email protected] - [email protected] Stampa Tipografia Menini - Spilimbergo (PN) Abbonamenti Inviare i propri dati a: Newprojects.it S.r.l. Viale Palmanova, 22 33100 Udine Fax 0432 624246 [email protected] - [email protected]

A.S.S.n°3 “Alto Friuli”LE AZIENDE SANITARIE INFORMANO:

La maggior parte degli infortuni nelle per-sone di età superiore ai 65 anni riguarda le cadute per diversi motivi: cambia il modo di camminare, compaiono disturbi di vista e udito, di equilibrio, diminuisce la forza mu-scolare.Questo articolo vuole informare e descrivere le precauzioni che possono ridurre il rischio di caduta durante la degenza in ospedale.

1. Mi assicuro di avere il campanello sem-pre a portata di mano.

2. Durante il ricovero utilizzo pantofole chiuse e con suola antiscivolo.

3. Quando ho bisogno di alzarmi e anda-re in bagno e non mi sento sicuro oppure non posso raggiungere i miei oggetti per-sonali sul comodino senza sporgermi dal letto suono il campanello.

4. Se porto gli occhiali mi ricordo di met-terli prima di alzarmi dal letto.

5. Quando mi alzo dal letto o dalla pol-trona devo muovermi lentamente, attendo qualche minuto e se ho capogiri o mi sento debole mi rimetto a letto e suono il cam-panello.

6. Quando mi alzo da solo di notte mi ricordo di accendere la luce sopra la te-stata del letto; mi metto seduto e attendo qualche minuto prima di scendere dal let-to.

7. Se a casa uso stampelle o altri presidi per aiutarmi a camminare avverto il per-sonale di assistenza e me li faccio portare portare dai familiari.

8. Tengo le stampelle o il bastone a por-tata di mano (altrimenti chiamo il perso-nale) e li impugno prima di cominciare a camminare.

9. Quando vado in bagno:- indosso le pantofole- mi accerto di avere tutto il necessario o chiedo al personale di portarmelo- accendo la luce prima di entrare (interruttore sulla parete esterna)- non chiudo a chiave la porta- utilizzo i maniglioni come sostegno- in caso di malessere suono subito il cam-panello (corda bianca vicino al water)

10. Quando utilizzo il pappagallo o il water, mi siedo.

11. Cerco di mantenere l’autonomia nel-le piccole attività di ogni giorno (lavar-mi, mangiare, vestirmi...) anche con l’aiuto del personale, e muovermi all’interno del reparto se non ci sono controindicazioni mediche.

12. Prima di uscire dalla stanza verifico che il corridoio non sia bagnato.

Precauzioni per non cadere in ospedale Dodici consigli per i ricoverati ed i loro congiunti

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i.it Pistacchi

contro lo stress

In uno studio clinico su un gruppo di adulti con elevati valori di co-lesterolo sono state messe a con-fronto diete contenenti pistacchi e una dieta a basso contenuto di grassi. I risultati mostrano che una dieta sana ed equilibrata integrata con pistacchi contribuisce a ridur-re la pressione sanguigna sistolica, la resistenza vascolare periferica e la frequenza cardiaca nel corso di episodi di stress acuto. Le risposte cardiovascolari sono state misurate mentre i parteci-panti erano impegnati in un diffi-cile test di aritmetica mentale e di nuovo mentre immergevano i piedi in acqua fredda. Lo studio ha esaminato il modo in cui diete contenenti pistacchi (42g e 85g) verso una dieta a basso con-tenuto di grassi senza pistacchi, in-fluenzano le risposte allo stress in soggetti con elevato colesterolo LDL ma pressione arteriosa norma-le. Questo studio è il primo a mostra-re che includere pistacchi sia sala-ti sia non salati in una dieta sana contribuisce a ridurre la pressione arteriosa e il carico vascolare sul cuore. Eventi quotidiani, quali lo stress da lavoro, una scadenza rav-vicinata o dover parlare in pubblico fanno aumentare la pressione arte-riosa, e sappiamo che è impossibi-le evitare tutti i fattori stressogeni nella nostra vita. Questi risultati sono significativi perché mostrano che le risposte fi-siologiche allo stress sono influen-zate dagli alimenti che consumia-mo.

In collaborazione con Italiasalute - Direttore responsabile Riccardo Antinori

Sottoporsi ad allenamenti eccessivi o a grossi sforzi in maniera drastica non serve, oltre ad es-sere rischioso per chi non è abituato a un costante sforzo fisico; come non è consigliato ricorrere a diete drastiche come quelle che escludono com-pletamente alcune categorie di cibi.Allenarsi a casa è è semplice: basta avere co-stanza e cominciare nel proprio quotidiano fa-cendo almeno 30 minuti di movimento al giorno, camminando o andando in bicicletta e mangian-do in modo sano e bilanciato, scegliendo alimenti leggeri e metodi di cottura e condimenti più sa-lutari.Attenzione, quindi, ad aperitivi e stuzzichini ipercalorici davanti alla televisione e via all’attività fisica all’aria aperta. La scelta degli alimenti giusti è fondamentale, e il grosso errore è sedersi a ve-

dere la tv con davanti a sé patatine, merendine, alcol o bibite dolci; tutti alimenti che fanno tornare in fretta l’appetito a scapito della for-ma fisica. Il suggerimento è preparare ricette semplici e ricche di proteine perché capaci di soddisfare la fame e mantenere a lungo il sen-so di sazietà. Inoltre, è bene scegliere alimenti ricchi di proteine nobili: il pesce va considerato in questo senso

il più salutare. Inoltre, le varietà di pesce più ric-che in omega 3, come il salmone, hanno ulteriori proprietà: questi preziosi acidi grassi sono stra-ordinari antinfiammatori naturali, capaci di pre-venire tante malattie come l’infarto, altre malattie cardiache, oltre che contribuire a mantenere gio-vane il cervello. Ecco quindi le 7 “regole” del medico sportivo:1. Compiere almeno 30 minuti al giorno di attivi-tà fisica, da intensificare progressivamente se si desidera arrivare a un allenamento costante più articolato e impegnativo2. Bere almeno un litro e mezzo di acqua al gior-no; liscia o, se si vuole con gas, escludendo le bevande alcoliche e quelle ricche di zucchero.3. Consumare a ogni pasto principale verdu-re crude o bollite e frutta anche negli spuntini, escludendo il consumo di cibi grassi come quelli fritti.4. Ridurre drasticamente la quantità dei cibi ric-chi di carboidrati concentrati e raffinati (es. pane, riso, patate, pasta, ecc).5. Privilegiare cibi ricchi di proteine di valore bio-logico elevatissimo e di vitamine, come il salmo-ne.6. Non arrivare mai affamati all’inizio dell’allena-mento.7. Dormire almeno 7-8 ore a notte per aiutare il corretto funzionamento del metabolismo e ricari-care le energie per l’allenamento.

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specialisti nell’arte dell’ortopedia

CURIOSI Tà

LE 7 REGOLE DEGLI SPORT IVIACQUA, SALmOnE E fRU T TA: I SEGRE T I DELL’AT LE TA IDEALE

La conoscenza rimane ancora allo stadio superfi-ciale, ma oltre l’82% degli italiani conosce i far-maci omeopatici.Nell’ultimo anno più del 16% della popolazione li ha utilizzati con un 2,5% che ne fa uso almeno una volta alla settimana. Un intervistato su due ha dichiarato di sapere che i farmaci omeopatici hanno provenienza naturale e non presentano effetti collaterali e si propone di appro-fondire l’argomento.Il canale di informazione principale ri-mane il passaparola tra parenti e cono-scenti.Un ruolo minoritario lo hanno gli esperti del settore medico: medici e farmacisti. La ricerca, che ha utilizzato un un cam-pione rappresentativo della popolazione italiana adulta con oltre 1.000 interviste personali, ha portato a distinguere cin-que approcci all’omeopatia: gli entusiasti, i favo-revoli ma poco informati, i lontani e poco infor-mati, i lontani assoluti e, infine, gli ostili.Gli ‘entusiasti’ rappresentano l’8,5% del campio-ne. Sono molto informati, hanno fiducia nei pro-dotti e sono convinti della superiorità del medici-nale omeopatico sul farmaco allopatico.Seguono i ‘favorevoli ma poco informati’, che rap-presentano il 26,2% del campione: desiderereb-bero usarli di più, ma hanno poca informazione e considerano costosi questi prodotti.I ‘Lontani poco informati’ sono il 32,1%, pensa-no che i medicinali omeopatici possano risolvere unicamente problematiche minori ammettendo una scarsa informazione sull’argomento.Chiudono i ‘Lontani assoluti’ (23,6%) che riten-gono di avere una buona informazione e che mantengono la loro sfiducia verso l’omeopatia.Un medico omeopatico come può attuare una te-rapia che tenga conto della globalità del paziente e non solo dei sintomi della malattia?Prima cosa da fare è una completa anamnesi del paziente utile a allargare la conoscenza del ma-lato dai suoi disturbi fisici alle sue abitudini; fase successiva sarà quella di interrogare il paziente così da comprendere le ragioni del suo malesse-re e per scegliere i sintomi individuali che lo ca-ratterizzano; subito dopo andranno gerarchizzati i sintomi al fine di stabilire il loro ordine d’impor-tanza.

INdIvIduare La gIuSta terapIa omeopatIca L’omeopata, partendo dal quadro patologico che ha condotto il paziente all’ambulatorio, deve al-largare la conoscenza del malato non solo per ciò che che riguarda i disturbi fisici ma anche le abitudini, le preferenze o avversioni alimentari, le reazioni alle variazioni di clima, il sonno, le vac-cinazioni subite ed eventuali reazioni alle stesse, malattie nel passato ed interventi chirurgici, fa-cilità alle emorragie, sintomi mentali (carattere, ansie, irritabilità, ecc...).Nell’interrogatorio omeopatico si rivela la capaci-tà del medico, che diventa il conduttore del dia-logo con il paziente senza togliergli l’impressione di essere “il primo attore”; stimola il paziente a cambiare argomento quando tende a dilungarsi su particolari che il terapeuta ritiene di interes-se secondario e non deve coercizzare le risposte. L’interrogatorio è strutturato con un’indagine sul motivo della visita, sul modo in cui la malattia si è presentata; sull’anamnesi familiare; sui prece-denti personali (ad esempio gravidanza prima, durante e dopo); sui sintomi generali (reazioni al caldo e al freddo; quando sta meglio o peg-gio nell’arco della giornata; posizione durante il sonno; localizzazione dei dolori; come sta prima durante e dopo i pasti); sui sintomi mentali (incli-nazione al pianto, variazioni di umore, irritabilità, umore al risveglio, memoria).

SALU T E

L’ OmEOPAT IA1 I TALIAnO SU 6 hA SCELTO fARmACI OmEOPAT ICI

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ALImEn TAZIOnE

IL mAnGO fA DImAGRIREnELLA bUCCIA PRESEn T I COmPOS T I ChE OS TACOLAnO LE CELLULE ADIPOSE

Non buttate via la buccia del mango, po-treste pentirvene! Secondo una recente ricerca, infatti, in questa parte del frutto risiedono dei composti che avrebbero la capacità di inibire l’adipogenesi, ovvero il meccanismo che produce cellule adi-pose nel corpo.In due varietà di mango, precisamente la Irwin e la Nam Doc Mai, la buccia na-sconde questo prezioso effetto collatera-le sul nostro organismo.Diversi frutti tropicali hanno mostrato la capacità di bloccare la formazione di nuove cellule adipose grazie a com-plesse combinazioni di sostanze fitochi-miche. Per questo, i ricercatori hanno voluto analizzare anche il mango, per la precisione tre particolari varietà: “proba-bilmente il responsabile delle differenze sta in una complessa interazione di com-posti bioattivi unici per ogni estratto di buccia”.Oltre alle due già citate, gli scienziati hanno testa-to anche la Kensington Pride, registrando in que-sto caso l’effetto opposto, ovvero una tendenza all’accumulo dei lipidi. È quindi fondamentale anche la scelta della va-rietà se si vuole dare una mano al nostro organi-smo per buttare giù i chili di troppo.

In tutti e tre i casi, comunque, la polpa si è rivela-ta inadeguata allo scopo. I ricercatori tuttavia sottolineano il rischio di un effetto collaterale negativo dovuto al fatto che l’inibizione dell’adipogenesi potrebbe costringere l’organismo a produrre cellule adipose più gran-di, spesso coinvolte nell’insorgenza del diabete di tipo 2.

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Situata in una splendida posizione a ridosso delle colline moreniche friulane offre ai suoi ospiti un ambiente piacevole e familiare.Villa Nimis accoglie anziani autosufficienti e non autosufficienti.

La Direzione ed il Personale condividono passo dopo passo con l’ospite e la sua famiglia l’attività assistenziale e la vita relazionale ed affettiva.

Residenza Polifunzionale convenzionata VILLA NIMIS Via Roma, 38 NIMIS (UD) Tel. 0432 790113 [email protected]

In seguito alle numerose richieste di chiarimento, pervenute da parte dei Sindaci dell’ Alto Friuli, in merito alla eccezionale presenza di topi sul terri-torio dei rispettivi Comuni, il Servizio Veterinario dell’Azienda Sanitaria n. 3 Alto Friuli ha ritenuto opportuno trasmettere ai Sindaci stessi una nota chiarificatrice, i cui contenuti qui riassumiamo.Riconoscendo la giusta preoccupazione per quan-to accade e per le inevitabili pressioni dei cit-tadini nei confronti dell’Autorità sul territorio, il dr.Glauco Squecco, Direttore del Servizio Vete-rinario dell’ASS 3”Alto Friuli” , ha inteso in primo luogo chiarire le differenze tra i Ratti e i Topi.“I primi, rappresentati dal Rattus Norvegicus (pantegana) e Rattus Rattus (ratto nero o dei tet-ti) sono animali metropolitani strettamente legati all’ambiente urbano e quindi vivono nelle fogne e nei siti in cui trovano cibo che l’uomo o conserva o elimina in maniera non conforme (magazzini, stal-le, depositi di derrate, discariche ecc.).Questi animali sono oggetto di campagne seme-strali di contenimento attraverso Ditte Specializ-zate per la Derattizzazione a cui l’Azienda sa-nitaria ha appaltato il Servizio stesso attraverso una Gara Pubblica.Questi interventi routinari vengono integrati da derattizzazioni straordinarie ove richiesta e veri-ficata la necessità e comunque sempre autorizza-te da questo Servizio.I Topi, invece, sono rappresentati dal Mus Muscu-lus o Mus Domesticus (topo domestico) e Apode-mus Sylvaticus (topo selvatico).Il primo è notoriamente il topo delle cantine e dei granai mentre il secondo è il topo campagnolo che vive in tutte le aree selvatiche fino al livel-lo dei pascoli alpini. è a quest’ultima specie che si deve principalmente l’incremento eccezionale della popolazione murina di questi ultimi mesi.” La eccezionale prolificità e contemporaneamente le particolari condizioni metereologiche dell’in-verno trascorso hanno favorito la crescita espo-nenziale della popolazione che trovandosi ora in

difficoltà alimentare si ciba in maniera disordi-nata di tutto quello che la natura offre tra cui le primizie degli orti.In una visione ecologica del problema, riferiscono gli esperti dell’Istituto Zooprofilattico delle Vene-zie, laboratorio a cui sono stati inviati i campioni, si può ragionevolmente pensare che la popola-zione murina abbia avviato un sistema di auto-controllo della specie per cui si verificano delle morie che erroneamente vengono imputate a ma-lattie trasmissibili, ma sono provocate da dege-nerazioni parenchimali della midollare del rene e del fegato.Anche se questa teoria risulta la più probabile, confortata dall’esame istologico e dalla microsco-pia elettronica per la ricerca microbiologica, al-tri campioni sono stati comunque inviati all’Istituto Superiore della Sanità e allo Zooprofilattico di Brescia per le ulteriori indagini virologiche.Per quanto riguarda le misure di contenimento dei danni, appare intuitivo che, a differenza della lotta ai Ratti, le cui esche vengono poste nei tom-bini e in zone inaccessibili all’uomo e agli animali, non si possa spargere veleno su un territorio di migliaia di ettari, attraversato da corsi d’acqua e campi coltivati, senza alterare gravemente tutto l’ecosistema.Pertanto la lotta ai topi si può fare solo con mezzi tradizionali (trappole, colle, ecc.).“Inoltre,” prosegue il dottor Squecco “alla pari di altri fenomeni naturali che in passato hanno pro-vocato apprensione, quali incrementi di coleotteri e delle loro larve, bisogna abituarsi e convivere con le conseguenze dei cambiamenti climatici sulle dinamiche delle popolazioni di animali vertebrati ed invertebrati.”Per qualsiasi informazione l’amministrazione di riferimento è il Comune di residenza, che verrà periodicamente e tempestivamente aggiornato su eventuali modificazioni epidemiologiche da parte del Servizio Veterinario.

A.S.S.n°3 “Alto Friuli”LE AZIENDE SANITARIE INFORMANO:

Eccezionale incremento popolazione murina.Il servizio veterinario dell’ASS3 scrive ai Sindaci. Nessun rischio infettivo.

6A cura di: Olga Passera

Le Esperienze Sfavorevoli Infantili (ESI) modifi-cano in maniera profonda il nostro modo di fun-zionare e di vedere la realtà e ci fanno “indos-sare degli occhiali deformanti” attraverso i quali ci vediamo come persone di scarso valore e poco meritevoli di affetto e attenzioni, mentre il mondo ci appare come un posto “malsicuro e malevolo”. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sa-nità (OMS) «per maltrattamento all’infanzia si intendono tutte le forme di cattiva cura fisica e affettiva, di abusi sessuali, di trascuratezza o di trattamento trascurante, di sfruttamento commer-ciale o altre, che comportano un pregiudizio (ri-schio) reale o potenziale per la salute del bambi-no, la sua sopravvivenza, il suo sviluppo o la sua dignità nel contesto di una relazione di responsa-bilità, di fiducia o di potere». Ci sono esperienze direttamente vissute dal bam-

bino:- la trascuratezza nelle cure e nelle attenzioni;- il maltrattamento fisico, che consiste in aggres-sioni e punizioni corporali;- il maltrattamento psicologico, che vede instau-rarsi una relazione emotiva caratterizzata da ripetute e continue pressioni psicologiche, ricatti affettivi, indifferenza, rifiuto, denigrazione e sva-lutazioni;- l’abuso sessuale, che è il coinvolgimento di un minore in atti sessuali.Ci sono poi esperienze indirette, che comunque rendono l’ambiente familiare un luogo poco si-curo ed imprevedibile per un bambino, quali la violenza assistita (per esempio l’assistere a liti violente e maltrattamenti fisici tra i due genitori).

Nel 2011, si è formato un gruppo di lavoro, com-posto da operatrici dei Consultori Familiari e del Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda per i Servizi Sanitari n. 5 “Bassa Friulana” e opera-trici del Servizio Sociale dei Comuni dell’Ambito Distrettuale di Cervignano del Friuli, per avviare gruppi di terapia con donne adulte, mamme di figli minori, presentanti esperienze infantili sfavo-revoli.Il progetto prevede:- il superamento della terapia individuale che spesso si rivela molto lunga,- l’avvio di un’esperienza di gruppo che permet-te di uscire da un forte senso di isolamento, che offre una valida opportunità di confronto e ap-profondimento su temi quali la vergogna, il senso di colpa e l’ impotenza e che consente di attivare la consapevolezza che “è ora di spezzare la ca-tena”. Il primo gruppo di donne, partito a dicembre 2011, con incontri quindicinali e della durata di circa 2 ore per incontro, si è appena concluso. Si prevede di attivare un nuovo gruppo da otto-bre 2012.

A.S.S.n°5 “Bassa Friulana”LE AZIENDE SANITARIE INFORMANO:

Donne con esperienze sfavorevoli infantili (ESI)Un percorso di terapia di gruppo nel consultorio familiare

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I dati di numerose ricerche evidenziano che una persona su cinque ha subito qualche forma di maltrattamento durante la propria infanzia. Nel mondo scientifico si ritiene ormai quasi all’unanimità che queste esperienze siano dei veri e propri traumi e che abbiano degli effetti a lungo termine nella vita delle persone. è infatti appurato che ansia, dolori fisici e malattie psicosomatiche, disturbi mentali e di personalità, problemi alimentari, dipendenza da sostanze, delinquenza, gravi problemi nelle relazioni con gli altri e soprattutto in quelle con i propri figli e partner, problemi sessuali, possono essere diretta conseguenza di violenze fisiche, psicologiche o sessuali subite nell’infanzia.

Il programma degli incontri contempla degli ar-gomenti che fungono da “filo conduttore”:- Quali sono le esperienze sfavorevoli infantili e gli effetti che queste hanno sul nostro modo di funzionare- Ricordare e affrontare la realtà è parte essen-ziale della guarigione, anche se inizialmente si può stare anche peggio (e avere voglia di fuggi-re, anche dal gruppo…)- Lavorare anche sulle difficoltà attuali legate alle esperienze traumatiche e su come certe situazioni tendono a ripetersi - Gli occhiali attraverso cui le persone traumatiz-zate vedono il mondo: “io non valgo, il mondo è un luogo malevolo”- La regola dei tre passi: “mi conosco, so come sto, ho delle buone ragioni per sentirmi così, posso fare di più per stare meglio”

Dopo un primo incontro di presentazione e con-divisione delle regole (puntualità e costanza, se-gretezza, libertà di parlare o meno rispettando l’alternanza dei turni, sospensione del giudizio), generalmente ogni seduta è suddivisa in due parti: una prima parte di interazione e confronto aperto tra le partecipanti ed una seconda parte in cui le conduttrici prendono spunto dai riferiti delle persone per farli rientrare all’interno delle teorie sulle esperienze sfavorevoli. Si ritiene infatti che la conoscenza sia un fattore importante per il cambiamento: le persone pos-sono finalmente dare un nome ai propri problemi e collocarli all’interno di un sistema di riferimen-to, si sentono rassicurate nell’apprendere che le loro esperienze non sono infrequenti e che ci sono strategie per affrontarle e rielaborarle; si sento-no quindi più motivate a proseguire in un percorso terapeutico. In vari momenti le conduttrici hanno inoltre dato risposte alternative a visioni univoche e pessimi-stiche di sé e del mondo che talora sono emerse, ma molto spesso sono state le stesse persone a fare importanti rielaborazioni e nuove attribuzio-ni di significato. Nelle fasi conclusive del percor-so sono state anche riportate dalle partecipanti nuove e più utili modalità di “fronteggiamento” oltre che “esperienze di successo” nelle relazioni

sociali (“sono riuscita a parlare in un gruppo di genitori a scuola e a farmi finalmente conoscere”, “ho affrontato con più convinzione il mio ex marito rispetto alla gestione dei figli”, “dopo molti anni si sta facendo strada l’idea di avere una nuova re-lazione con un uomo”), esperienze che le condut-trici, ma anche lo stesso gruppo, hanno rinforzato esprimendo la propria approvazione.

Nel gruppo sono cadute le difese, le negazioni, le idealizzazioni e le minimizzazioni rispetto alla propria esperienza, per lasciare posto, con inat-tesa velocità, ad una consapevolezza veramente nuova, spesso cruda e dolorosa, ma resa più sop-portabile proprio perché condivisa con altri e sul-la quale poter “ricostruire” sperimentando nuovi pensieri e comportamenti.

Le donne hanno, infine, rappresentato alcune ri-chieste importanti che dovranno essere approfon-dite e affrontate:- necessità di imparare strategie per essere più capaci nel saper esprimere in modo chiaro ed efficace i propri bisogni ed emozioni, sia nella quotidianità che di fronte ad importanti eventi di vita;- necessità di divulgare maggiori informazioni sui servizi offerti; sensibilizzare altri enti e istituzioni, in particolare forze dell’ordine e sistema giudi-ziario, affinché ci sia maggiore attenzione e tute-la delle vittime; sfatare i pregiudizi sugli psicologi e altri operatori del sociale “perché molti credo-no ancora che farsi aiutare significhi essere matte o essere madri poco adeguate”. Circa tali questioni, le operatrici stanno program-mando degli incontri cui invitare altri soggetti (Carabinieri, Magistrati, Centri Antiviolenza) per condividere percorsi comuni e buone pratiche.

L’articolo continua sul sito internet: www.infoanziani.it

A cura di: Maristella Cannalire, Psicologa Psicoterapeuta Consultorio Familiare San Giorgio di NogaroTel. 0431 624830-31Marina Canciani, Psicologa PsicoterapeutaConsultorio Familiare Cervignano del Friuli Tel. 0431 387715-16

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Fino a non molti anni fa, quando non si era abbastanza asini per essere bocciati e non sufficientemente bravi per essere promossi, si era ...“rimandati a ottobre”. Gli esami di riparazione, in effetti, si svolgevano a settembre, ma era rimasto il modo di dire d’inizio del secolo scorso quando a scuola, come tutte le attività pubbliche, iniziava a novembre, dopo San Martino. I rimandati, quindi, dovevano sostenere le verifiche per l’ammissione alla classe successiva, il mese di ottobre. Ora gli studenti non proprio in gamba, sono egualmente promossi con debiti formativi che, spesso, non sono “pagati”.Anche ai tempi dei nostri nonni andare a scuola era, spesso, un tormento e le insegnanti, erano sì persone importanti e degne di ogni rispetto:

…Su mostros, vâit a scuele;no la finìso mai

di rondolâsi chenti?Avanti folc-che-us-trai!…Vèso capît, salvadis?…E rispetait la mestre,se no a misdì no us moliné crodie, né minestre.

(da: “Poesiis di Zaneto” ed. Arti Graf. Friul.1986)

Ma, lis mestris, erano anche “odiate” e, così, senza farsi sentire, i bambini si rivolgevano loro:

Siore mestreche puce e che peste

che puce di ai,la folc che la trai!

e ancora: La mestre Angjeline

mi insegnave la dutrine,mi insegnave e bi e ba,

la mestre a mi da.E mi da

cu la bachete,la mestre malandrete!

Si sa, erano solo parole…

Le giornate si accorciano a grandi passi, il cielo è più bruno e fa già più freddo.Il verde si trasforma definitivamente in un caleidoscopio di colori caldi e accesi, ultima sfiammata di vita…Colori stupendi che, però, ricordano la “drammaticità” del passaggio ormai definitivo ad una nuova stagione in cui la morte rituale della natura ne esalta la passata fecondità, la vita… Ecco ottobre, che per la nostra ormai dimenticata civiltà contadina, era la centralità dell’anno agrario in cui si investiva e si sperava in una nuova stagione che avesse garantito le necessità della famiglia.Ecco ottobre con i suoi frutti dai colori accesi, con i suoi profumi dispersi nell’aria frizzantina. Ci si sta immergendo nell’autunno: sta arrivando quella che i nonni chiamavano Sierade. Sierade, quale parola migliore per racchiudere tutti i significati di questo periodo dell’anno?Sierade: non fine, ma “chiusura” di una stagione che racchiude in sé, nel rincorrersi infinito del tempo, il seme di nuova vita:...

AutunSierade nostrane

timp di polseapene disvinidrît de vendeme

tu preparis bielzàtal to cloci

il gnûf scjàs di vite. Tarcisio Venuti

Sierade, stagione di un andar ancora alla ricerca degli ultimi preziosi frutti nascosti tra le foglie che stanno per lasciarsi andare…Sierade, stagione dalle luci trasparenti ma declinanti, su spazi resi infiniti dai silenzi che stanno per abbracciare, malinconici ma profondi e sublimi, la natura tutta… Sierade, stagione che invita a letture agresti e all’ introspezione…

Comitato Parenti Ospiti I.G.A.

LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO INFORMANO:

Settembre: si riaprono le scuole Ottobre: pensieri

9Iniziativa realizzata con il sostegno della

Dal cassetto dei ricordi:

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Signore, insegnami a invecchiare! Convincimi che la comunità non compie alcun tor-to verso di me, se mi va esonerando da responsa-bilità, se non mi chiede più pareri, se ha indicato altri a subentrare al mio posto. Togli da me l’orgoglio dell’esperienza fatta, ed il senso della mia indispensabilità. Che io colga, in questo graduale distacco dalle cose, unicamente la legge del tempo, e avverta, in questo avvicendamento di compiti, una delle espressioni più interessanti della vita che si rinno-va sotto l’impulso della tua Provvidenza. Fa, o Signore, che io sia ancora utile al mondo, contribuendo con l’ottimismo e con la preghiera alla gioia e al corag-gio di chi è di turno nella responsabili-tà, vivendo uno stile di contatto umile e sereno con il mondo in trasformazio-ne senza rimpianti sul passato, facendo delle mie sofferenze umane un dono di riparazione sociale. Che la mia uscita dal campo di azione sia sempli-ce e naturale come un felice tramonto. Perdona se solo oggi, nella tranquillità, riesco a capire quanto tu mi abbia amato e soccorso, al-meno ora io abbia viva e penetrante la perce-zione del destino di gioia che mi hai preparato e verso il quale mi hai incamminato fin dal primo giorno di vita. Signore, insegnami a invecchiare. E quando sarà giunta l’ora della mia fine, te lo chiedo con tutto il cuore, fa che io sia assistito e spiri fra le braccia della tua e mia Santissima Madre e in quelle di San Giuseppe in un estasi di amore per te. Amen.Cantico di un anziano Benedetti quelli che mi guardano con simpatia. Benedetti quelli che comprendono il mio cammi-nare stanco.

Benedetti quel-li che parlano a voce alta per mi-nimizzare la mia sordità. Benedetti quelli che stringono con calore le mie mani tremanti. Benedetti quelli che si interessano della mia lonta-na giovinezza. Benedetti quelli che non si stancano di ascoltare i miei discorsi già tante volte ripetuti.

Benedetti quelli che comprendono il mio bisogno di affetto. Benedetti quelli che mi regalano fram-menti del loro tempo. Benedetti quelli che si ricordano della mia solitudine. Benedetti quelli che mi sono vicini nel-la sofferenza. Beati quelli che rallegrano gli ultimi

giorni della mia vita. Beati quelli che mi sono vicini nel momento del passaggio. Quando entrerò nella vita senza fine mi ricorderò di loro presso il Signore Gesù.

L’A.V.U.L.S.S. informa:Preghiera della terza età

Iniziativa realizzata con il sostegno della

Associazione di UdineVia Sant’Agostino, 7 UdineTel. 347 3726810E-mail: [email protected]

Al rientro dalle vacanze estive l’associazione AVULSS continua la sua Opera al servizio delle persone anziane e ammalate delle strutture Socio sanitarie di Udine, presso La Quiete, presso il Pronto soccorso Dell’Ospedale Civile, presso l’ospedale di riabilitazione Gervasutta, ecc….A questo proposito ricordando a tutti che all’inizio del prossimo anno 2013 si terrà il corso base per poter accedere alla nostra associazione (modalità ed orari di partecipazione verranno pubblicati prossimamente) ci è piaciuto ricordare con questa bella preghiera, proprio le persone che i volontari tutti aiutano e accompagnano nella loro quotidianità.

Medico specialista in geriatria e gerontologia

Guglielmo Dott.Luccariceve su appuntamentoCell.339 2665997

SEQEX: Terapia personalizzata non invasiva i cui benefici terapeutici riguardano- Il sistema muscolo scheletrico (artrosi)- L’effetto antidolorifico- Il sistema circolatorio

Guglielmo Dott.Lucca - Via Ponte Romano, 10 Premariacco UDINE

I danni provocati dall’alcol

NEWS IN BREVE:

Bere troppo e troppo spesso nel corso dell’adolescenza porta a danni significativi per il cervello dei ragazzi. I ricercatori hanno stabilito che un consumo di 4 o 5 bevande alcoliche ogni fine settimana provoca l’assottiglia-mento della corteccia prefronta-le rispettivamente delle ragazze e dei ragazzi. La corteccia pre-frontale è la zona del cervello coinvolta nei processi di attenzio-ne, nella gestione delle emozioni,

delle decisioni e degli impulsi. Il binge drinking, ovvero bere con l’intento di ubriacarsi e perdere i freni inibitori, è un fenome-no sempre più diffuso nei paesi anglosassoni e da qualche tem-po anche in Italia. I ragazzi che lo praticano rischiano anche di aver a che fare in futuro con ansia e stati depressivi, oltre che di danneggiare il fegato e l’eventualità, seppur remota, del coma etilico. Con tale sperimentazione, i medici hanno dimostrato che l’alcool può dar luogo a un’alterazione permanente a livello or-monale, con una iper-produzione di ormoni che reagiscono allo stress; tutto ciò può a sua volta innescare una serie di disturbi del comportamento in età adulta.

L’ALLENAMENTO IN PALESTRA

Puntare tutto sul lavoro aerobico, senza curare in maniera appro-priata la tonificazione dei muscoli, incide negativamente sulla salute dell’organismo e, difficilmente, fa ottenere i risultati sperati.Le palestre, oggigiorno, sono af-follate di donne che trascorrono ore ed ore sul tapis roulant o sullo step, disposte a tutto pur di per-dere quei dannati centimetri sui fianchi e sull’addome. Allenamenti troppo lunghi ed intensi, infatti, alimentano il rilascio di cortisolo da parte dell’organismo. Secreto dalle ghiandole surrenali quando l’organismo è affaticato e sotto stress, il cortisolo è, pertanto, definito “l’ormone dello stress” ed è considerato l’antagonista di chi vuole dimagrire in maniera spro-positata. L’organismo, quindi, è in

“sovrallenamento”: ciò che ne con-segue è un rallentamento del me-tabolismo e, al contrario, un incre-mento della ritenzione idrica, del catabolismo della massa muscola-re e di stanchezza generale. Ecco perché, dunque, il cortisolo non solo impedisce al corpo di ridurre i cuscinetti sui fianchi e di dima-grire, ma promuove esattamente l’effetto contrario, favorendo l’ac-cumulo di liquidi e di grassi. Un allenamento dimagrante ef-ficace deve impedire, anzitutto, l’innalzamento del cortisolo, per-tanto, non deve protrarsi a lungo. Il tempo ideale per svolgere un lavoro cardiovascolare dovrebbe rientrare tra i 20 e i 40 minuti, e non ore.

I rischi per gli anziani dall’uso improprio dei farmaciUn farmaco va assunto corret-tamente, sia nelle dosi che nei tempi e modalità di sommini-strazione. Contravvenire a que-sta regola può danneggiare seriamente il nostro organismo e, non per niente, la parola “farmacon” significa in greco sia “medicina” che “veleno”. Gli anziani sono la categoria che rischia maggiormente di subire danni alla salute causati dall’assunzione impropria di medicinali. è stato infatti calcolato che circa il 60-80% degli ultrasessantacinquenni assume almeno un farmaco e addirittura il 10% ne riceve cinque o più. I farmaci più utilizzati sono i cardiovascolari e gli antipertensivi, seguiti dagli analge-sici, dai sedativi e dai farmaci gastrointestinali come i lassativi e i gastroprotettori.

Apnee notturne nei bambini

Essere bambini non rende immuni dalle malattie, questo si sa, ma le apnee notturne sembravano un’esclusi-va dell’età adulta, ali-mentata da compor-tamenti sbagliati. La patologia contempla una parziale o com-pleta ostruzione delle vie aeree durante il sonno e la conseguen-te interruzione della normale ventilazione, problemi cardiova-scolari e deficit neu-

rocognitivi. Si possono registrare alterazioni metaboliche, iperten-sione arteriosa, riflessi negativi sullo sviluppo e sulla crescita, ridu-zione del quoziente intellettivo e delle ca-pacità riflessive.Per quanto riguarda le cause in età infan-tile, vi è senz’altro l’ipertrofia adeno-tonsillare, ma anche obesità, patologie neuromuscolari e al-terazioni anatomiche

cranio-facciali. I sin-tomi, oltre al russa-mento, sono una certa difficoltà nell’addor-mentarsi, agitazione durante il sonno, enu-resi e sudorazione. Un altro aspetto spes-so presente è un’ansia immotivata con am-plificazione di paure preesistenti. In alcuni casi, si possono mani-festare sintomi oppo-sti quali svogliatezza, sonnolenza e pigrizia.

Il binge drinking può rivelarsi fatale per le capacità cerebrali