koiné settembre-ottobre 2014

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SETTEMBRE - OTTOBRE 2014 ANNO XXIX NUMERO 1 1 L’Editoriale Vincenzo Oliveri V C Ben ritrovati studenti mauroliciani! Tra ultimi primi giorni di scuola e nuovi inizi, anche noi siamo finalmente ritornati sui vostri banchi, con la speranza di offrirvi una via di fuga dallo stress dei compiti e delle prime interrogazioni. La scuola infatti è ormai iniziata a pieno regime e al regio liceo c’è aria di novità: dopo le mille prove tecniche effettuate durante lo scorso anno scolastico, sono finalmente entrati in funzione le LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) e i registri elettronici, che dovrebbero definitivamente sostituire quelli cartacei; nessuno mette in dubbio l’effettiva utilità di questi strumenti, ma non sarebbe stato meglio valutare anche l’abilità dei docenti nell’usarli? Molti di loro si sono infatti trovati in difficoltà e costretti a chiedere l’aiuto degli studenti che nel migliore dei casi sono riusciti a mettere in funzione le apparecchiature, ma che in diverse PERIODICO DEGLI STUDENTI DEL LICEO CLASSICO “FRANCESCO MAUROLICO” In questo numero WILDERNESS PAG. 30 ISIS: FRA STORIA E ATTUALITÀ PAG. 6 PERSONAGGI STORICI: GIOVANNI FALCONE PAG. 14 INTERCULTURA DA PAG. 23 SPAZIO MUSICA DA PAG. 17 S c ri v i p e r i

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SETTEMBRE - OTTOBRE 2014 ANNO XXIX NUMERO 1

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L’Editoriale Vincenzo Oliveri V C Ben ritrovati studenti mauroliciani! Tra ultimi primi giorni di scuola e nuovi inizi, anche noi siamo finalmente ritornati sui vostri banchi, con la speranza di offrirvi una via di fuga dallo stress dei compiti e delle prime interrogazioni. La scuola infatti è ormai iniziata a pieno regime e al regio liceo c’è aria di novità: dopo le mille prove tecniche effettuate durante lo scorso anno scolastico, sono finalmente entrati in funzione le LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) e i r e g i s t r i e l e t t ro n i c i , ch e d ov re bb e ro definitivamente sostituire quelli cartacei; nessuno mette in dubbio l’effettiva utilità di questi strumenti, ma non sarebbe stato meglio valutare anche l’abilità dei docenti nell’usarli? Molti di loro si sono infatti trovati in difficoltà e costretti a chiedere l’aiuto degli studenti che nel migliore dei casi sono riusciti a mettere in funzione le apparecchiature, ma che in diverse

PERIODICO DEGLI STUDENTI DEL LICEO CLASSICO “FRANCESCO MAUROLICO”

In questo numero

!

WILDERNESS PAG. 30

ISIS: FRA STORIA E ATTUALITÀ

PAG. 6

PERSONAGGI STORICI: GIOVANNI FALCONE

PAG. 14

INTERCULTURA DA PAG. 23

SPAZIO MUSICA DA PAG. 17

Scri

vi p

er i

KOINOGRAFIA

Cristina Maiorana II B

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Laura La Rosa IV B

Κοινή EDITORIALE

situazioni si sono ritrovati i m p o t e n t i d i f r o n t e a l l ’ i m p o s s i b i l i t à d i accedere a internet per mancanza di password, che sono state rivelate ai docenti solo dopo due settimane di scuola, o per problemi di rete di cui ogni singolo componente all’interno della scuola ignora le cause. Ad ogni modo, nonostante questi piccoli disagi, si dimostra sempre viva e attiva la partecipazione alla vita scolastica degli studenti, alcuni dei quali hanno avuto la geniale intuizione di realizzare il diario ufficiale della nostra scuola, arrivato con qualche ritardo tra i nostri banchi, ma che ci accompagnerà come un fedele alleato nel corso di quest’anno. Non è però tutto oro quel che luccica: per l’ennesimo anno ci troviamo di fronte a un calo di iscrizioni che deve far riflettere tutti noi studenti sulla situazione della nostra società, in cui le materie umanistiche sembrano diventare sempre più inutili, ma in modo particolare sulle possibili colpe della nostra scuola, dato che l’altro liceo classico cittadino sembra risentire meno di questa carenza di alunni. Nonostante ciò noi di Koiné facciamo un grosso in bocca al lupo a tutti coloro che hanno deciso di intraprendere questo magnifico percorso di studi, con la speranza che in futuro diffondano all’interno dell’ambiente scolastico e cittadino quella cultura di cui il nos t ro g ior na le s i fa promotore,

dimostrandosi sempre attento al le problematiche interne alla scuola e non. Per questo motivo all’interno troverete articoli riguardanti i più svariati argomenti, fra cui fatti di attualità, musica, teatro, interviste e anche una rubrica dedicata ad alcuni personaggi celebri che hanno reso grande la storia del nostro paese e che dov- rebbero es-sere di esempio soprattutto in questo periodo di campagna elettorale. Ormai infatti siamo abituati a vedere spettacoli disdicevoli, liste che si ostacolano tra loro e candidati che si calunniano alle spalle pur di ottenere una manciata di voti in più. È forse questo il modo in cui vogliamo cambiare la società o capiremo finalmente che il vero obiettivo dev’essere il bene comune e che deve essere raggiunto con la collaborazione di tutti? Confidando nel vostro buon senso e sperando che leggiate, scriviate e soprattutto non buttiate il nostro giornale, vi auguriamo un buon anno scolastico. Alla prossima!

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Κοινή SOMMARIO

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Κοινή Il giornale libero e democratico degli studenti del

Liceo Classico “F. Maurolico”, dal 1986

Koinografia pag. 2 Editoriale pag. 3 !

Politically (s)correct I.S.I.S pag. 5 !

Agri-­cultura E cosa vuoi fare dopo? pag. 7 Taobuk pt.1 pag. 9 Taobuk pt. 2 pag. 11 Jesus Christ Superstar pag. 12 Rubrica “Personaggi storici” pag. 14 !

Spazio musica Sui tasti delle emozioni pag. 17 Fabrizio De Andrè pag. 18 Jack U pag. 19

Spazio Passioni Il teatro pag. 21 Coppa Davis pag. 22 American Dream pag. 23 British Dream pag. 26

Voci di corridoio Elezioni studentesche pag. 28 Wilderness pag. 30 !

Angolo della poesia All’ombra del tuo sorriso Alba pag. 31 Morte The sound of silence pag. 32 !Cruciverba pag. 33 Fumetto pag. 34 Ipse/Discipulus dixit pag. 35

Κοινή AGRI-CULTURA

Dario Trimarchi III A ISIS: Un acronimo che sembra essere apparso da un giorno all'altro e che già domina i media di tutto il m o n d o. N o n s e m b r a incredibile con quanta velocità il fenomeno “Stato Islamico”sia diventato parte delle nostre vite? Ebbene l'ISIS, in realtà, non ha una storia così rapida come ci appare. Esiste dal 2004, quando univa, sotto il nome di Organizzazione del Tawhid e del Jihad (JTJ), un corposo gruppo di Sunniti-Jihadisti che nell'ottobre dell'anno della sua fondazione ha giurato fedeltà ad Osama Bin Laden. Da quel momento il suo nome è stato oggetto di m o l t e p l i c i c a m b i a m e n t i , fi n o a giungere a l l 'acronimo a n g l o s a s s o n e d i ISIS( Islamic State of Iraq and Syria) o di ISIL (Islamic State of Iraq and Levant). I l suo obiet t ivo è la costruzione di un nuovo stato islamico sunnita del Levante, che rivendica ter r i tor i appartenent i prevalentemente allo Stato Siriano e all'Iraq. E' necessario,prima di continuare,far chiarezza sulla dicitura che identifica

i l m o v i m e n t o c o m e “Sunnita” e “Jihadista”. Sunnita deriva dal termine S u n n a ( l e t t e r a l m e n t e “consuetudine”),parola vo l t a a d i d e n t i fi c a re l'insieme dei detti e dei fatti di Maometto. I sunniti,in contrasto con gli sciiti e i kharigiti, rappresentano il 90% dell'intero mondo islamico,ma sono una minoranza in Iraq. Jihadista, dal termine Jiahd,parola riconducibile a numerosi significati tra cui “guerra santa”, è l'aggettivo che identifica coloro che si impegnano n e l l a l o t t a c o n t r o i “miscredenti” in nome del C o r a n o , c h e r e c i t a : «Uc c i d e t e l i d o vunqu e l i incontriate, e scacciateli da dove

v i h a n n o s c a c c i a t i : l a p e r s e c u z i o n e è p e g g i o r e d e l l ' o m i c i d i o . M a n o n attaccateli vicino alla Santa Moschea, fino a che essi non vi abbiano ag g redito. Se vi assalgono, uccideteli. Questa è la ricompensa dei miscredenti.» Bisogna sottolineare, però, c o m e a n c h e l a l o r o condizione di Sunniti sia messa in discussione da a l c u n i o p i n i o n i s t i islamici,che sostengono che l'ISIS sia in realtà un gruppo eretico-Kharigita che non ha nulla a che vedere con il sunnismo Alla fine, però, sorge spontanea una domanda: è davvero così importante s a p e r e q u a l e f e d e professano? Il concetto fondamentale è che, in

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I.S.I.S Fra storia e attualità

Κοινή AGRI-CULTURA

nome del Corano e della religione uccidono uomini, donne e bambini perché possiedono una cultura ma,sopratutto,un credo differente. Fa davvero poi cos ì tan ta d i f f e renza appoggiare gli sciiti contro L ' I S I S , q u a n d o p e r vendicarsi,i nostri alleati delle milizia irachena decapitano con orgoglio un prigioniero di guerra? P e n s i a m o veramente che s c o n fi t t i i Sunniti non ci ritroveremo ad a f f r o n t a r e nuovamente gli Sciiti, come è già successo in passato? L'occidente non smette mai di sbagliare sulla q u e s t i o n e M e d i o -o r i e n t a l e . P r i m a appoggiamo i Talebani contro l'Unione Sovietica, poi ci vengono contro. Appoggiamo gli Jihadisti contro Assad,il presidente Siriano,e ora ci ritroviamo a combatterli. Q u a l u n q u e s i a l a motivazione dell'intervento Americano, che sia per portare la Pace e la D e m o c r a z i a c o m e sostengono i “buonisti”, o per interessi polit ico-economici come ritengono invece i più “maligni”,

bisogna chiedersi, ne vale veramente la pena? Non è servito a nulla fino ad ora, n e è t e s t i m o n e l a situazione Libica,in cui dal la deposiz ione del colonnello Gheddafi regna l'anarchia più totale. E in tutto ciò l'Italia cosa fa? Resta in secondo piano, e mentre Stati Uniti, A u s t r a l i a , C a n a d a , Indonesia, Arabia Saudita,

Turchia e Regno Unito dichiarano ufficialmente l'ISIS un'organizzazione terroristica , noi facciamo qualche annuncio di poco c o n t o e n o n c i p r e o c c u p i a m o d e l l e minacce che ci vengono rivolte. “ R a g g i u n g e r e m o R o m a . Distruggeremo le vostre Croci e Stupreremo le vostre donne”. Questo urlano a gran voce. Non pongono al centro d e l l ' a t t e n z i o n e Londra,Washington o Canberra. Parlano di Roma, in quanto capitale

del mondo cristiano. La città eterna,una delle perle dell'occidente,minacciata da un'organizzazione di fondamentalisti islamici. C o s a a s p e t t i a m o a dichiararli un movimento terrorista? Fino a che una bomba non salterà in aria nel centro di San Pietro n o n c i s e n t i r e m o s u f fi c i e n t e m e n t e minacciati?

Forse non ci è ancora chiaro che questa volta ci ritroviamo ad affrontare un n e m i c o n o n solo spietato e ben organizza-to, ma anche r i c c o a b b a -s t a n z a d a p e r m e t t e r s i armi sofisticate da usare contro d i n o i . G l i

esperti calcolano che l'ISIS guadagna più di tre milioni di dollari al giorno, e l'intelligence irachena ha scoperto un patrimonio ch e a m m o n t a a d u e miliardi di dollari, rendendo

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“Non sembra incredibile con quanta velocità il fenomeno “Stato Islamico”sia diventato parte delle nostre vite?”

Κοινή AGRI-CULTURA

Giulia Graziano V C No, non sono ancora riuscita a elaborare una risposta gentile, intelligente ed elegante per chi mi rivolge questa domanda. Solitamente comincio a b a l b e t t a r e , r i d e n d o c o n v u l s a m e n t e e c o n f o n d e n d o i l m i o interlocutore, che non r i e s c e , a h i m é , a comprendere l’assurdità della sua pretesa: vuole davvero sapere quale indirizzo io abbia scelto per l’università. E continua a fissarmi, come se mi avesse chiesto quanto di più naturale ci sia al mondo, mentre io a fatica rispondo sospirando “Non lo so”.

Ma no, non pensate che la tortura finisca qui. A questo punto viene il bello: lui mi guarda sbalordito, a b o c c a a p e r t a , e a c c o m p a g n a l a s u a prossima astuta riflessione gesticolando in fretta e indicandomi: “Ma come? Ce l’avrai un’idea almeno! O r m a i d ov re s t i ave r deciso…”. Interrompiamo p e r u n a t t i m o ques t ’ imbarazzante e frequente tipo di incontro e pensiamo insieme a una risposta adeguata, per favore, che non comprenda insulti e minacce di morte. Vi fornisco di seguito dei dati per comprendere il contesto generale. Considerate un’indecisa cronica, un diploma (si

spera) al liceo classico, una leggerissima insofferenza -se così la si può definire- per le materie scientifiche, un amore sconfinato per quelle umanistiche, un tasso di disoccupazione pari al 12,6% in Italia e l ’”inutil ità” di alcune lauree per i l s i s tema produttivo. Adesso che la situazione vi è abbas tanza ch iara , ditemi, cosa dovrei fare? Be’, direi che le opzioni possibili siano due: a) “passare al lato oscuro”, e c i o è s c e g l i e r e d i frequentare una facoltà che non mi piace e non mi in teres sa ( ingegner ia , medicina, giurisprudenza, economia, architettura), ma che mi offrirà degli

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in questo modo l'ISIS la più ricca organizzazione Sunnita esistente. Tale ricchezza è dovuta a molteplici fattori, tra i q u a l i u n o d e i p i ù important è la produzione e la vendita del petrolio. Ma parte del patrimonio p r o v i e n e a n c h e d a finanziamenti ricevuti in passato da stati come l'Arabia Saudita, che era s o l i t a fi n a n z i a r e organizzazioni, anche estremiste, di fede Sunnita.

Ma il nostro nemico non è letale solo per la sua spietatezza o per il suo patrimonio, c'è un'altra ca ra t t e r i s t i ca che lo contraddistingue dagli altri movimenti incontrati finora: ISIS non è solo al fronte, è anche a casa nostra. Lo dimostra la recente decapitazione di una donna avvenuta in Oklahoma, negli Stati Uniti, da parte di un lavoratore Musulmano, che aveva cercato di

convertirla all’Islam. Ogni giorno, in tv, sentiamo di nuove decapitazioni di cittadini innocenti. Un ritorno alle barbarie del Medioevo, che ci rimanda a tempi lontani, ma che in realtà si rivela essere qualcosa di sempre più a t t u a l e . I n c r e d i b i l e pensare come, dopo tante epoche passate, l'uomo continui sempre a fare le stesse identiche cose.

E cosa vuoi fare dopo? Tra indecisioni e certezze: è il tempo delle scelte

Κοινή AGRI-CULTURA

sbocchi lavorativi in tempi più brevi rispetto alle altre; b) “giocar mi tutte le carte”, e quindi decidere di studiare ciò che amo, con la consapevolezza che, nel mondo del lavoro, il valore di una laurea in lettere, filosofia, beni culturali, sociologia e quant’altro sia quasi pari a zero. Vi sembrerà un dilemma stupido, facile da risolvere, p e r c h é a l l a fi n e l’importante è lavorare, guadagnare, arricchirsi, no? O almeno, è questo ciò c h e c i d i c o n o s i a importante. La nostra società ci educa a scegliere razionalmente, mettendo da parte i nostri interessi, t a l e n t i , p a s s i o n i , e puntando a un unico obiettivo: il denaro.

No, non pensate che io voglia fare del moralismo: nessuno può vivere senza uno stipendio adeguato ai propri bisogni e a quelli della propria famiglia, nessuno dovrebbe essere costretto a farlo. Ma sono convinta che questo non possa essere l’unico scopo della nostra vita, non possiamo alzarci ogni mattina per trent’anni e svolgere di malumore un compito che detestiamo, soltanto per ricevere a fine mese una busta paga più o meno soddisfacente. Si tratta di scegliere di “essere” e non soltanto di “avere” e di riuscire, con tutte le proprie forze, a t rov a r e u n a v i a p e r mantenersi senza vendersi. Intendo dire che ogni u o m o h a l e p ro p r i e

peculiarità, le proprie capaci tà e dovrebbe realizzarle al meglio per realizzare se stesso. Sto parlando soltanto di un’utopia? Sì, lo so, lì fuori non è tutto rose e fiori, vince il più forte spesso, non il migliore, sopravvive chi evita gli o s t aco l i , non ch i l i affronta, ma mi chiedo se a noi vada bene così. A me no. Io non ci sto a odiare chi sono e cosa faccio, non ci sto ad avere r i m p i a n t i e a n o n dimostrare fino alla fine quanto valgo, non ci sto a

non scommettere tutto su me stessa e sulle mie forze. D’altro canto, anche se così non sembra, il mondo ha ancora b i sogno de l l ’uomo, de l la fantasia, dell’amore. !“ H o u n s e g r e t o d a confessarvi, avvicinatevi. Avvicinatevi. Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino: noi le g giamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana, e la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento, ma la poes ia, la be l l ezza, i l romanticismo, l'amore, sono queste le cose che ci tengono in vita.” - L’attimo fuggente

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Κοινή AGRI-CULTURA

Gregorio Scrima III C 20-09-2014 Le mura e le colonne del Teatro Greco di Taormina, uno dei monumenti più affascinanti d’Italia e del m o n d o , b r u l i c a n o d i g e n t e c h e discute, sorride, s f o g l i a silenziosamente le pagine di un libro, passeggia a l l a l u c e d e l c r e p u s c o l o o semplicemente sta seduta nei posti in cavea, in attesa dell’inizio della serata. Sta per cominciare un evento che, già da tre anni, raduna e c c e l l e n z e e n u o v e proposte della letteratura italiana e internazionale. Nella cornice unica della storica cittadina siciliana, nelle edizioni passate, si sono susseguiti autori come Beppe Severgnini, Xue Xinran, Valerio Massimo M a n f re d i , S i m o n e t t a Agnello Hornby, Nicolai Lilin e tanti altri. Anche quest’anno saranno p r e s e n t i n u m e r o s i interessantissimi autori, e stasera mi trovo qua, alla Cerimonia di apertura del

Festival Internazionale del Libro Taobuk, proprio per tentare di incontrare uno di loro in particolare. Dopo aver gironzolato un poco e tentato di ottenere informazioni fugaci da

qualche membro dello staff, deluso mi siedo nel mio bel posto in seconda fila, immaginando che non avrò la possibilità di fare qualche domanda a Luis Sepúlveda, uno dei più grandi scrittori cileni, famoso in Italia per il suo l ib ro “S tor ia d i una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, e qui presente per ricevere un premio. Tuttavia, passati alcuni minuti, vedo una gran folla di giornalisti accalcarsi attorno all’ingresso laterale del teatro, e in mezzo a

loro proprio lo scrittore s u d a m e r i c a n o ! M i p r e c i p i t o s u l p o s t o (rischiando di travolgere u n ’ a n z i a n a s i g n o r a capitata accidentalmente nel mio tragitto) e mi

a c c o r g o che, o l t re allo strato di g ior nal i s t i “ufficial i”, d o v r ò sfondare un u l t e r i o r e m a s s a d i appassionati che, libro e penna alla m a n o , s i avvinghiano in una lotta a l l ’ u l t i m o

sangue per un autografo. Fortunatamente, il buon Sepúlveda s i concede molto amabilmente ai suoi fan e non si preoccupa di s p r e c a r e t e m p o a scr ibacchiare fir me e dediche varie per mogli, figlie, amici e suocere. Cos ì , con un po ’ d i pazienza (e, avendo perso il mio posto, finendo a sedermi sulle scalette di ferro laterali) riesco ad avvicinarmi e a porgere la mia domanda. Poi vengo costretto ad allontanarmi, per via dell’imminente inizio dello spettacolo; la

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Taobuk: emozioni uniche in una cornice altrettanto unica Cronaca dei primi due giorni del festival taorminese

Κοινή AGRI-CULTURA

serata appare magica, energica e ricca di spunti culturali, grazie alla lettura di diversi frammenti di libri e a stacchi musicali m o l t o p i a c e v o l i . A presentare è Franco Di Mare. Si aggiunge al resto dei pezzi la lectio magistralis dell’On. Pietro Grasso, che p a r l a d i c r i m i n a l i t à organizzata, della sua vita e del suo rapporto con Giovanni Falcone. Arriva dunque il momento dei premi; sale prima sul palco Nicola Piovani, premiato per il suo libro “La musica è pericolosa”, e dopo uno scambio di battute non troppo lungo ed una splendida performance al piano lascia il posto a S e p ú l ve d a . I l c i l e n o racconta della sua scelta di scrivere favole, considerate un mezzo per “distaccarsi dalla realtà degli uomini”, p o i p a r l a d e l l a s u a esperienza in carcere durante la d i t ta tura , dicendo che non aveva c o l t i v a t o l ’ o d i o n e i confronti del dittatore, poiché coltivando l’odio non avrebbe coltivato il r i s p e t t o p e r i s u o i compagni e per la loro forza d ’an imo. Parla dunque della particolare e difficile sensibilità dei bambini, che si è trovato ad affrontare trattando il genere della favola e, dopo qualche battuta sul suo

nuovo libro scritto con Carlo Petrini, a sorpresa riprende la mia domanda, aggiungendo alla risposta qualche particolare. La serata finisce ed io, g raz ie a l l ’a iuto de l la moglie di Sepúlveda, che mi trascina con sé, riesco ad avvicinarmi di nuovo al marito e a porgli un’ultima rapida domanda. Mi allontano dunque dallo splendido teatro greco, certo di aver ricavato qualcosa di prezioso da questa splendida serata. !21-09-2014 È mattina, e sono di nuovo a Taormina, presso l’hotel San Domenico. Si sta svolgendo un’interessante tavola rotonda con i r a p p r e s e n t a n t i d e l l e principali case editrici e si parla di diverse questioni e problematiche legate alla modernizzazione dei mezzi editoriali e di lettura, con particolare riferimento agli e-book e alla vendita su internet. Purtroppo, come viene presto evidenziato, gli e-book messi in rete diventano presto soggetto di diffusione pirata, e ciò i n d e b o l i s c e economicamente le case editrici. Spesso chi scarica un prodotto pirata gratis non si rende conto che sta commettendo un vero e p r o p r i o f u r t o , danneggiando lo stipendio

d i n u m e r o s i s s i m i lavoratori. A sua volta, l’eccessiva diffusione degli e-book crea problemi alle l ibrerie, soprattutto a quelle indipendenti, che vengono viste non più come centri culturali ma come punti vendita sterili, eguagliando il prodotto “libro” a un qualsiasi altro prodotto commerciale, “preferendo l’ebook perché ha lo sconto del 15% al posto del 10% della copia cartacea reperibile in libreria”, come testimonia uno dei presenti. A fine evento si evidenzia dunque la necessità di rivalorizzare le librerie come centri culturali e di modernizzare le esigenze delle case editrici. Nel pomeriggio, in piazza IX apr i l e, i l f amoso giornalista Alan Friedman presenta i l suo l ibro “ A m m a z z i a m o i l gattopardo”, coinvolgendo nel suo discorso questioni importanti e interessanti di c a r a t t e r e p o l i t i c o e p a r l a n d o a n c h e d e l meridione. Decido che non p o s s o p e r d e r e quest’occasione, e rinuncio all’incontro successivo per tentare di intervistarlo. Faccio la fila insieme agli altri giornalisti, mi viene concessa una sola domanda

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Κοινή AGRI-CULTURA

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m a i o l o t r a t t e n g o i m p e d e n d o g l i d i andarsene e gliene faccio u n ’ a l t r a . L u i , cordialmente, risponde ad entrambe e mi stringe la mano. Soddisfatto, mi dirigo verso Porta Messina

per andarmene, con delle emozioni uniche nel cuore e con la certezza che il festival proseguirà nel migliore dei modi. Forse il momento più bello di questo weekend unico è stata quella mezz’oretta in

cui, entrato nella piccola libreria del corso, mi sono messo a spulciare tra i l ibri, per i l semplice piacere di vivere, come poche volte, un momento di pura immaginazione.

A tu per tu con Luis Sepúlveda e Alan Friedman Le mie domande in occasione del Taobuk

Gregorio Scrima III C

In occasione del Taobuk, il f e s t i va l d e l l i b ro d i Taor m in a , h o av u to occasione di incontrare per qualche minuto due grandi personaggi: i l famoso scrittore Luis Sepúlveda e l’altrettanto famoso giornalista Alan Friedman. Vorrei dunque condividere con voi lettori le poche domande che mi sono state concesse e le preziose risposte che ho ricevuto. Luis Sepúlveda (Ovalle, 4 ot tobre 1949) è uno

scr i t tore, g ior nal i s ta , sceneggiatore, regista ed attivista cileno. Nato in Cile, ha lasciato il suo Pae s e a l t e r m ine d i un’intensa stagione di attività politica, conclusasi con l’incarcerazione da parte del regime del generale Pinochet. Vive attualmente in Spagna.* Le mie domande: -Signor Sepúlveda, cosa c o n s i g l i e r e b b e a u n g i ov a n e c h e vo l e s s e diventare scrittore? -È un lavoro di molta disciplina. L’ispirazione non esiste (spiega questa

affermazione poi, sul palco, dicendo che spesso si pensa alla scrittura come ad un lavoro fatto di getto, quasi dettato d a q u a l c o s a d i s u p e r i o r e - l ’ i s p i r a z i o n e , appunto - mentre è f r u t t o d i d u r o lavoro.) Si lavora tutti i giorni, a volte

lavoro otto o dieci ore al giorno, e quando ottengo una pagina dopo otto o dieci ore di lavoro, quella è stata una buona giornata. C i v u o l e p a z i e n z a , pazienza, pazienza! - (dopo lo spet tacolo, frettolosamente) Se posso c h i e d e r e u n ’ u l t i m a curiosità…qual è il suo libro preferito? -Di tutta la letteratura universale? -Sì, di ogni genere e ogni nazionalità. -(ci pensa un po’ su) El Quijote! (Don Chisciotte della Mancia) -Grazie mille, y ¡buenas noches! !Alan Friedman (New York, 30 aprile 1956) è un giornalista, conduttore te lev i s ivo e scr i t tore statunitense. Ha lavorato in diversi paesi, compresa l’Italia. Tra i suoi scoop più celebri la scoperta dello scandalo Iraq-gate, la vendita di armi a

Κοινή AGRI-CULTURA

Saddam Hussein grazie ai fi n a n z i a m e n t i i l l e c i t i effettuati anche tramite la BNL, che hanno coinvolto la CIA.* Le mie due domande: -Signor Friedman, lei hai parlato di tutta la situazione difficile che stanno vivendo l’Italia, e la Sicilia in Particolare, cosa possono fare i giovani in prima persona p e r c o n t r i b u i r e a migliorare la situazione? - S o p r a t t u t t o p e r i g i ova n i ch e h a n n o d i ffico l tà a t rovare lavoro…io direi che ci sono due possibilità in q u e s t o m o m e n t o nell’economia: Uno, di informarsi bene sul le poss ibi l i tà di e-business, si può vendere QUA L S I A S I c o s a s u internet, si possono creare app, siamo nel ventunesimo secolo e qui, in Sicilia, si

può pure fare e-commerce a casa, senza soldi della banca. Due, triste come può sembrare, andate a Londra. Siete cittadini europei, avete il passaporto,

potete vivere – è un vostro diritto – in uno qualsiasi dei ventotto paesi. Se vi piace Londra, Londra è l ’ e c o n o m i a p i ù fo r t e del l ’Europa in questo momento e si può trovare lavoro lì. Quindi…scusami se lo dico così, non dico

“vai in Germania a fare il cameriere”, dico “vai a L o n d r a e f a i i l professionista”, ok? -Molto bene…un’ultima cosa: cosa consiglierebbe a

u n g i o v a n e c h e volesse diventare giornalista? - N o n s t u d i a r e giornalismo! (ride) Le scuole di giornalismo fanno schifo, in Italia come all’estero, non sono necessarie per fare il giornalista. S t u d i a t e s c i e n ze politiche, economia, storia, altre cose, e poi fate apprendi-

stato, perché le scuole di giornalismo… non mi convincono, ok? -Grazie mille, buona serata! !*adattato da it.wikipedia.org

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Jesus Christ Superstar E Cristo si è fermato (anche) a Messina

Elena Vicinanza III A

È per celebrare i 20 anni della produzione italiana del musical da lui firmato che Mass imo Romeo Piparo ha superato se stesso: prodotto dalla Peep Arrow Entertainment, il 13 e il 14 settembre scorsi è andato in scena alla Fiera di Messina  “Jesus Chri s t Supers tar” , i l

celeberrimo musical che racconta in chiave rock le ultime settimane della vita di Cristo. La novità? Un Jesus d’eccezione: Ted Neeley che, ancora in ottima forma, anche se dall’età non si direbbe, con grande bravura ha saputo rimettersi nei panni di Gesù Cristo: proprio come nel film cult del 1973, che

gli aveva assicurato il successo. Con la sua bravura e, sicuramente, con la sua esperienza, ha fatto sì che il ruolo gli si cucisse addosso: con la sua voce potente (e un po’ invecchiata dal tempo) e la sua grinta è riuscito a conquistare il pubblico, r e g a l a n d o e m o z i o n i indescrivibili. Come nella

Κοινή PERSONAGGI STORICI

canzone Gethsemane, grido disperato di un Gesù incredulo per la sua sorte, “Why should I die?”, che alla fine viene accettata, anche se con un po’ di rabbia, “Alright, I’ll die! Just watch me die, see how I die!”. Tra i protagonisti, nomi affermati nel mondo dei musical in Italia: un Paride Acacia che non delude mai nei panni di Hannas, mentre per 20 anni era stato lui ad impersonare Gesù. Emozionante è stata anche l’interpretazione di !!!!

Simona Molinari nei panni della Maddalena. Braviss imo i l giovane Feysal Bonciani nel recitare la parte di Giuda. Non sono mancati paragoni con il grande Carl Anderson, attore del film del 1973, non del tutto sbagliati: il giovanissimo Feysal infatti, o l t r e c h e p e r l a somiglianza con il celebre cantante americano, è riuscito a farsi apprezzare dal pubblico grazie alla sua voce forte e coinvolgente. Sulle splendide musiche del compositore inglese !!!

Andrew Lloyd Webber, eseguite da un’orchestra di 12 elementi, il regista Massino Romeo Piparo ha allestito una performance degna di nota: con pochi elementi scenografici ha reso lo spettacolo unico nel suo genere. Con una particolarità: a fare da s f o n d o , u n o S t r e t t o illuminato dalle luci della città e una splendida luna che sorgeva dai monti calabresi. Anche questo unico nel suo genere. !!!!!

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Κοινή PERSONAGGI STORICI

Antonio Bottari IV B Le grandi storie sono s c r i t t e d a g r a n d i personaggi. C o n l a r u b r i c a d e i personaggi storici si tende a far rinascere queste figure che non sono mai morte. A mio parere, si muore quando qualcuno smette di sapere chi siamo, quando cadiamo nell’oblio più profondo aspettando che qualcuno ci rievochi e che ci faccia conoscere ad altra gente. La storia di cui parleremo oggi è quella di un uomo che veniva considerato incosciente e senza paura, ma che in realtà con la paura aveva imparato a conviverci e a vincerla, divenendo uno dei simboli cardini della lotta alla mafia. “La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un p r i n c i p i o , u n a s u a evoluzione e avrà quindi anche una fine”. G i ov a n n i ( S a l v a t o r e Augusto) Falcone nasce a Palermo (nel quartiere della Kalsa, lo stesso di Paolo Borsel l ino, suo futuro collega nella lotta contro la mafia, e di Tommaso Buscetta, futuro mafioso) il 18 maggio 1939

da Arturo Falcone e da Luisa Bentivegna. Giovanni Fa lcone dà subito prova della sua g r a n d e i n t e l l i g e n z a d u r a n t e i l p e r i o d o scolastico riuscendo ad ottenere delle medie molto alte. Nel corso della sua giovinezza, il suo destino sembra cominciare ad avvertirlo. Conosce infatti, g i o c a n d o a c a l c e t t o all’oratorio locale, Paolo Borsellino, futuro collega di università e compagno di sorte; sempre nello stesso oratorio incontrerà anche Buscetta. Diventa magistrato nel 1964. l’anno successivo viene assegnato quale pretore a Lentini, nel 1966 diventa giudice presso il Tribunale di Trapani e nel 1978 ritorna a Palermo iniziando a lavorare nella sezione fallimentare del Tribunale, occupandosi di Diritto Civile. La vera svolta nella sua v i ta a r r iva ne l 1979 a c c e t t a n d o , d o p o l ' o m i c i d i o d e l giudice Cesare Terranova, l’offerta fattagli da Rocco Chinnici che gli proponeva d i pas sare a l l ’Uffic io istruzione della sezione penale, affiancato da Paolo Borsellino

Nel maggio 1980, Rocco Chinnici affida a Falcone la sua prima inchiesta contro i l palermitano R o s a r i o S p a t o l a , incensurato, costruttore edile molto famoso e rispettato che aveva basato l a s u a f o r t u n a s u l riciclaggio di denaro frutto del traffico di eroina dei c l an i t a lo -amer i can i , g u i d a t i d a S t e f a n o B o n t a d e , S a l v a t o r e Inzerillo e Carlo Gambino. Giovanni Falcone, indaga le associazioni mafiose, s v o l g e n d o i n d a g i n i patrimoniali e bancarie che hanno permesso di ricostruire il percorso del

denaro che accompagna il t r a f fi c o d i d r o g a . Basandosi sul rapporto che la mafia aveva con banche e istituzioni pubbliche, riesce a smascherare il “gioco” dello scambio monetario (lira-dollaro), risalendo al rapporto fra gli amici di Spatola e la famiglia Gambino ed i collegamenti fra mafia americana e siciliana.

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Giovanni Falcone L’uomo che ha imparato a convivere con la paura

“A mio parere, si muore quando qualcuno smette di sapere chi siamo, quando cadiamo nell’oblio più profondo “

Κοινή PERSONAGGI STORICI

Nel frattempo, la cornice storica palermitana viene dipinta dagli “anni di piombo” nei quali si ha l’ascesa dei corleonesi che per arrivare ai vertici delle associazioni mafiose decide di eliminare tutti coloro che intralciano il loro cammino. Anni di terrore a Palermo, d i p i n t i d i r o s s o dall’assassinio del generale Alberto Dalla Chiesa e di Pio La Torre (colui che introdusse la pena per associazione mafiosa - legge 13 settembre 1982 n . 646 de t t a Rognoni-La Torre). Falcone, non lasciandosi s c o r a g g i a r e d a i n u m e r o s i o m i c i d i , munito di scorta, va avanti con il processo a Spatola che trova la sua conclusione nel giugno 1983, quando l’imputato viene condannato a dieci anni di reclusione, r i u s c e n d o c o s ì a concludere ciò che aveva p r e c e d e n t e m e n t e cominciato il capo della s q u a d r a m o b i l e d i Palermo Giuliano Boris, anch’esso ucciso per mano mafiosa il 21 luglio 1979. Spatola Rosario, dopo un periodo di latitanza viene catturato in America nel 1999 dall’Fbi, su input della Polizia Italiana. Il 28 luglio 1983 assistiamo ad un altro omicidio che

vede come vittima Rocco Chinnici ucciso davanti alla sua abitazione in via Pipitone Federico con una Fiat 126 imbottita di esplosivo per mano di Cosa Nostra. Ma quali sono le cause di questo o m i c i d i o ? S e m p l i c e . Chinnici aveva ideato un progetto che verrà ripreso d a l s u o s u c c e s s o r e Antonino Caponnetto: il

Pool Antimafia. Questo cosìddetto “pool” viene compos to da quat t ro m a g i s t r a t i : Fa l c o n e , Borsellino, Di Lello e Guarnotta. Lo scopo del Pool era quello di restituire ai palermitani la loro città ormai comandata dalla m a fi a . L a s v o l t a

fondamentale del Pool Antimafia avviene nel 1984 con la cattura del boss mafioso Tommaso B u s c e t t a c h e , d o p o numerose eventi, decide di c o l l a b o r a r e c o n l a Giustizia. Grazie alle informazione di Buscetta, Falcone e i suoi colleghi realizzano il più grande risultato della loro carriera e il più

grande processo mafioso d e l l a s t o r i a . I l 1 0 febbraio 1986 a Palermo si apre il Maxi Processo che si chiuderà il 16 d i c e m b r e 1 9 8 7 . I q u a t t r o m a g i s t r a t i c o o r d i n a t i d a Caponnetto, riescono ad inquisire, arrestare e processare 475 mafiosi tra soldati, gregari, capi decina e membri della commissione di Cosa Nostra, organizzazione che prende il nome di “cupola” per via della sua struttura gerarchica a “cerchi concentrici” che vede rispettivamente nel “cerchio” più grande i “picciotti” e in quello

più piccolo gli “uomini d’onore” e quindi i capi d e l l ’ o r g a n i z z a z i o n e . Nonos tan te l a svo l ta positiva concretizzatasi con il Maxi Processo, ancora non si era riuscito ad a r r e s t a r e i m a s s i m i e s p o n e n t i d e l l a “Commissione” mafiosa ,

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Κοινή PERSONAGGI STORICI

t r a i q u a l i R i i n a e Provenzano, perché ancora ricercati e quindi latitanti. A l l a fi n e d e l M a x i processo, si contarono 2665 anni di carcere assegnati, undici miliardi e mezzo di lire in multe da pagare e per la prima volta u n a r i s p o s t a v e r a e concreta da parte dello Stato alla mafia. Ma lo Stato aveva solo vinto una battaglia, ancora la guerra era lunga. Nel 1987 Caponnetto decide di lasciare il posto per motivi di salute. Nel settembre dello stesso anno si ha la candidatura di Falcone e Antonino Meli che vede c o m e v i n c i t o r e quest’ultimo per motivi di anzianità. Meli si insedia a capo del Pool nel gennaio del 1988. Una volta al comando, smantella il vecchio sistema del Pool e lo riforma a modo suo cambiandone addirittura i m a g i s t r a t i c h e l o componevano. Nonostante gli sforzi di Falcone il Pool si scioglie definitivamente il 30 luglio dello stesso anno. Dietro la porta un’altra amarezza aspettava i l magistrato, poiché non era riuscito a divenire il nuovo c a p o d e l l ’ A l t o Commissariato per la lotta alla Mafia”. Tutto ciò, c o m u n q u e , n o n l o scoraggia riusce, infatti, a completare un’importante

operazione antidroga in c o l l a b o r a z i o n e c o n Rudolph Giuliani, l’allora Procuratore Distrettuale di New York. Il 21 luglio del 1989, mentre è nella sua casa a mare affittata per l’estate diviene obbiettivo di un attentato detto “attentato dell’Addaura”. Un borsone c o n c i n q u a n t o t t o candelotti di dinamite è nascosto sulla scogliera v i c i n o l a c a s a , m a l’attentato fallisce, poiché il killer non riesce a far esplodere la dinamite a causa de l detonatore difettoso. Dal 1991 fino alla sua morte, Giovanni Falcone dovrà difendersi e superare ostacoli e attacchi, ma nonostante tutto, continua la sua lotta alla mafia. Ormai la sua ora è quasi giunta e la profetizza lui stesso nel programma “Cose di Cosa Nostra”. Dice infatti: «Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato n o n è r i u s c i t o a proteggere». Falcone è ucciso il 23 maggio 1992 nella “strage di Capaci”, nel corso della

quale sono stati utilizzati 400 chili di tritolo, che vengono az ionat i da l mafioso Giovanni Brusca. Insieme a lui sono coinvolti l a m o g l i e Fr a n c e s c a Morvillo e tre agenti della scorta,Vito Schifani, Rocco D i c i l l o ,  A n t o n i o Montinaro. L'uccisione di Giovanni Falcone  viene decisa nel corso di alcune r i u n i o n i d e l l a " C o m m i s s i o n e " regionale  e  provinciale  di Cosa Nostra, avvenute tra i l s e t t e m b r e i l dicembre 1991, presiedute dal boss Salvatore Riina. Se realmente la mafia pensava di uccidere le idee di un uomo ammazzando l’uomo stesso si sbagliava e si sbaglia ancora oggi. La mafia ha ucciso Falcone, ma le sue idee continuano a “camminare con le nostre gambe”. Falcone non è morto. Falcone è vivo in tutti coloro che credono nelle sue idee, che voglio cambiare il mondo, che vogliono mettere la parola fine alla mafia. Falcone è l’uomo che è riuscito a convivere con la paura, a domarla, a farla propria. “Il vigliacco muore più v o l t e a l g i o r n o , i l coraggioso una volta sola”.

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Κοινή AGRI-CULTURA

Ivana Ceraolo I B

Sono una ragazza di primo l iceo e sono davvero entusiasta di poter scrivere p e r l a p r i m a v o l t a , sperando non sia l’ultima, nel Koinè. In questo art icolo parlerò del la m u s i c a , d e l l a m i a e s p e r i e n z a c o n i l pianoforte, di ciò che il suono che proviene dai quei tasti significhi per me. Ho iniziato a suonare pianoforte all’età di nove anni e per me suonarlo è sempre stato un privilegio; all’inizio l’impatto è stato difficile, ma poi, come tutte l e d i f fi c o l t à , è s t a t a superata anche questa. Lo studio di uno strumento, che sia chitarra, clarinetto, violino, arpa e chi più ne ha più ne metta, richiede impegno, co s t anza e soprattutto deve essere affrontato con serenità s e n z a p a r t i r e c o l p r e s u p p o s t o d i n o n potercela fare, o studiarlo col pensiero di diventare u n n u o v o M o z a r t , Beethoven, Chopin, dopo la prima lezione, tempo al tempo e tutto riuscirà come è giusto che sia. Questi ultimi tre anni che ho v i s su to s tud iando pianoforte si può dire siano stati i più intensi quelli nei

quali ho studiato ogni giorno di più: volevo diventare proprio brava e speravo di poter entrare al C o n s e r v a t o r i o , m a purtroppo l’inizio di una nuova scuola mi ha fatto u n p o ’ s c o r a g g i a r e r iguardo a l le at t iv i tà extrascolastiche, credendo di non riuscire a conciliare studio e musica. Spero c o m u n q u e d i p o t e r a f f rontare l ’e same di a m m i s s i o n e a l Conservator io l ’ anno p r o s s i m o c o n b u o n i risultati. Il mondo ormai, è governato dalla musica, basti pensare a tutti i film si ricordano per la loro colonna sonora, a quanti inni e canzoni ci ricordano dei determinati momenti storici. La musica e il p iano for te mi hanno sempre accompagnata nei momenti più bui della mia vita, ogni canzone, o brano che suono mi ricorda un momento preciso, qualche brano del le vo l te mi ricorda l’occasione in cui l’ho eseguito davanti al pubblico o il modo in cui la professoressa me l’ha insegnato, la fatica e l’impegno che ho fatto per impararlo. Il pianoforte è l ’unico specchio delle p ropr i e emoz ion i , l e sensazioni che esso da

rappresentano il proprio stato d’animo. Io nel pianoforte, personalmente, ho sempre trovato un rifugio dalla realtà, quando suono evado da tutti i problemi, mi lascio andare e d è c o m e s e m i teletrasportassi in un altro mondo, un po’ come se sognassi ad occhi aperti. Mi sento libera da qualsiasi pericolo, da qualsiasi paura e i n s i c u r e z z a c h e “regnano” su d i me. Q u a n d o s u o n o a l pianoforte, è come se fuoriuscisse la mia anima da quei tasti, da quelle m a n i e p o i è u n o strumento dolce e attuale. Io sono dell’opinione che il suono del pianoforte sia un po’ come la libertà, a una persona possono levare t u t t o , v i d e o g a m e , televisione, ma non il suono che proviene dai quei tasti; la musica. Ecco perché vivo suonando il pianoforte, questa mia grande passione che niente e nessuno potrà mai togliermi: non ho mai tradito il pianoforte e mai lo farò.

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SPAZIO MUSICA

Sui tasti delle emozioni Quando la musica è più che un hobby

Κοινή SPAZIO MUSICA

Matteo De Luca I B Musica, una parola dai diversi significati: un’arte, i n t e s a d a i p i ù c o m e concatenazione di suoni, fondata sul valore di questi ultimi. Soprattutto in questa ultima generazione la musica viene definita in tal modo. Un uomo tempo fa si è staccato dalle "leggi del branco", ha soppresso i c a n o n i d e l l a mu s i c a nostrana e con i suoi mot iv i l ’ha s travol ta , diventando uno dei pilastri

della canzone italiana: Fabrizio De André. Con le sue canzoni dà parola all'angoscia dei sottomessi, troppo fragili per poter manifestare i loro ideali, imprigionati dalla paura di essere maltrattati dai prepotenti. Distrugge gli arroganti, prende sotto mira i superbi, i desiderosi di potere, gli ipocriti, i boia, coloro che sanno a memoria il diritto divino e dimenticano il perdono.

Faber ,soprannominato così dal migliore amico, Paolo Villaggio, insegna ai deboli a sognare. Coloro che sono stati trattati come i parassiti della società, calpestati e dimenticati, vengono identifica come i veri eroi, non i re cialtroni o le figure ecclesiastiche, ma coloro che sono riusciti a staccarsi dalle idee di questi. Definiti blasfemi perché non accettavano le idee di massa, perché non volevano seguire l’ortodos-

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Fabrizio De Andrè La musica è l’essenza del sogno

Κοινή SPAZIO MUSICA

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sia, il pensiero “giusto”, ma perseguire i propri idea l i , “ in d i rez ione ostinata e contraria”. Parla degli anarchici, delle angherie che questi ultimi hanno dovuto sopportare nel corso dei secoli e lui s t e s s o s i d e fi n i s c e anarchico, un uomo “che pensa di essere abbastanza civile da riuscire a governarsi per conto proprio.” Ascolto le poesie di De André ogni qual volta ne c a p i t a l ’ o c c a s i o n e , estasiato dalle parole di un a n a r c h i c o , d i u n c a n t a s t o r i e , d i u n sognatore. Udii De André per la prima volta con la canzone “Bocca di Rosa”, uno dei testi più conosciuti del genovese. Spesso si p e n s a c h e u n quattordicenne non possa comprendere appieno le poesie di un artista come

Faber, ma quello che apprezzo dei grandi artisti è il fatto che possono essere accessibili a tutti. La p r i m a c a n z o n e c h e compresi appieno di De André fu “Il testamento di Ti to” . Es sa r ie sce a smontare i l decalogo divino, facendolo vedere d a g l i o c c h i d i u n popolano, di un uomo. Un uomo che trova ingiusto ch e d e l l e r e g o l e g l i vengano insegnate proprio dai primi che non le rispettano, da preti ipocriti e da finti “benpensanti”. Un uomo che invece di basarsi sulle regole e trova il suo ideale in queste ultime, trova l’amore nella pietà e che ,anche non essendo un prete o un v e s c o v o , r i e s c e a perdonare più di questi che invece giudicano e diventano persecutori. Un

uomo non deve essere un Dio per poter perdonare e n o n d e ve e s s e r e u n cristiano per poter essere perdonato. !D o v e m u s i c a è u n susseguirsi di note, De André rende la parola musica come un ideale, e la musica di De André diventa l ’essenza del sogno. Come egli stesso affermò: “Un uomo senza sogni, senza utopie, senza ideali, sarebbe un mostruoso animale, un cinghiale laureato in matematica pura.” Un uomo senza ideale è un animale, con l’unico scopo di sopravvivere. Senza l ’ambiz ione, senza i l desiderio, senza il sogno, sei, sì, un essere munito di i n t e l l e t t o , m a s e n z a saperlo utilizzare. !

Jack U L’elettronica si rinnova

Andrea Gugliandolo V C

Il genere della musica e l e t t ro n i c a p o s s i e d e numerose sfaccettature e vari “sottogeneri”, alcuni più conosciuti di altri. E’ que s to i l c a so de l l a dubstep, genere in ascesa da alcuni anni, anche grazie alla diffusione di quel fenomeno sociale che prende il nome di Skrillex. Quest’ultimo, reduce da

ampi successi in ambito d i s c o g r a fi c o a n c h e p i u t t o s t o r e c e n t i , probabilmente bramoso di nov i tà , ne l 2013 ha in i z i a to un proge t to particolare. Ciò fu rivelato a grande sorpresa da parte del suo compagno in questa avventura, il dj americano Diplo, che, nel comunicare le date del suo tour Mad Decent Block

Party (sotto il patronato di Mad Decent, etichetta discografica di Diplo stesso), ha annunciato delle collaborazioni con Skrillex sotto il nome di JACK Ü. I due dj hanno scelto come slogan il motto originale di MTV “You’ll never look at music the same way again”, ed in e f f e t t i m a i c i f u

Κοινή SPAZIO MUSICA

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Tomorrowland 2014 Giudizi e pareri sul più grande festival musicale del mondo

Alessio Vetrano V D

Come sempre il Tomorrowland non delude mai le aspettative di nessuno. Per quanto mi riguarda le tracce che mi hanno più colpito e fatto emozionare  sono state : !-Dimitri Vegas & Like Mike - Tremor, specialmente il mashup con Ping Pong (Armin Van Buuren) - D i m i t r i Ve g a s & L i k e M i k e i n collaborazione con Ummet Otzcan - The Wolf (ID che si spera presto diventerà una traccia ufficiale) !-Blasterjaxx - Legend Comes To Life !-Ummet Ozcan - Raise Your Hands !E per ultima la mia canzone preferita dell'intera annata 2014 : Deorro - Five Hours, una canzone che mi ha regalato tante emozioni. !Come avete ben potuto intuire dalle canzoni che ho preferito, dichiaro

a f f e r m a z i o n e p i ù azzeccata: questo duo riesce a fondere la dubstep piuttosto spinta di Skrillex con la trap di Diplo, in un mix inedito ed esplosivo. La loro consacrazione è avvenuta abbas tanza recentemente, all’ULTRA MUSIC FESTIVAL di marzo/aprile tenutosi presso Miami, dove, nel loro set, hanno rilasciato in anteprima mondiale il

loro primo singolo (in collaborazione con la cantante pop Kiesza -per intenderci, quella di “ooh, ah, ah, ooh”-) “Take U There”, riscontrando un gran favore di critica e pubblico. Ma il vero motivo del loro successo è la componente innovativa del loro set: i due non si pongono come obbligo il suonare contemporanea-mente, ma sono liberi di

operare singolarmente, in m o d o t a l e d a u n i r e entrambi i loro stili che, seppur diversi, insieme creano un’atmosfera unica e, a mio avviso, eccentrica. E se qualcuno può ritenere i Jack U un’operazione commerciale, beh, sarà la commercialata più bella della storia della musica elettronica. !

ufficialmente che gli artisti che ho preferito in assoluto in questa edizione del Tomorrowland sono stati: !-Blasterjaxx !-DIMITRI VEGAS & LIKE MIKE, che secondo il mio modesto parere riusciranno ad aggiudicarsi il primo posto nella classifica di DjMag (Dj Magazine) 2014, che uscirà il 18

Andrea Gugliandolo V C Le mie 5 canzon i p re f e r i t e de l Tomorrowland 2014 sono state: -Payback perchè Steve Angello come sempre mi suscita emozioni -Anytime perchè Don Diablo ultimamente non sbaglia un colpo -Bounce Generation perchè è buono puntare su giovani italiani come Vinai -Virus perché Martin Garrix  un ragazzo che riesce a tenere la tensione alla sua età -The Wolf perchè è un capolavoro

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SPAZIO… PASSIONI

Il teatro Tristezza, dolore, felicità… passione!

Enrica La Rosa III B

Inizio a scrivere sotto le note di “Silenzio” di Beethoven; sì perché il teatro non è solo “parole, parole e parole” il teatro è sapere ascoltare, ascoltare chi e cosa ti sta intorno, e ascoltare te stesso/a. “ I l t e s t o è u n pretesto” ,come mi disse una volta il mio regista, ciò che reciti ti aiuta a dire quello che senti, ciò che provi. Il teatro è emozione, vogl ia di trasmettere qualcosa, che sia tristezza, dolore, gioia, rabbia, confusione, frustrazione, estasi ecc. Queste riflessioni che ho fatto e continuerò a fare ora sono solo un mio personale parere, poiché io non sono una regista, un’insegnante, un’attrice professionista, sono solo un’allieva che coltiva con

tu t ta l ’ an ima ques ta passione bellissima che è il teatro. Non credo che riuscirò m a i a d e s p r i m e r e veramente cosa sia il teatro per me, sarebbe come dare un colore a l l ’ a c q u a ; n o i t u t t i sappiamo che l’acqua, come ci hanno insegnato fi n d a p i c c o l i , è t rasparente, inodore, incolore, insapore. Ma se noi ci riflettiamo bene un colore l’acqua ce l ’ h a , p r e n d i a m o i n considerazione l’acqua del mare; è il colore riflesso del cielo, o dell’abisso, non è s e m p r e u g u a l e , è cangiante, ma c’è, noi lo vediamo, anche se in realtà è un illusione. Lo stesso vale per il teatro, o g n u n o h a u n a concezione diversa di esso, e se dovessi scegliere un

colore che lo descriva, sarebbe quello del mare, con tutte le sue sfumature. Il mio amore verso il teatro è sorto alla tenera età di cinque anni. Ci sarebbe da chiedersi come sia possibile che nasca una passione del genere già dai cinque anni. Beh, i bambini, in questa f a s c i a d ’ e t à sono l e creature più sensibili, e i miei cinque sensi entrando a t e a t r o s i e r a n o amplificati. Col crescere, mi abituavo a non guardare più, ma ad osservare, a non sentire più ma ad ascoltare e così via con gli altri tre sensi. Ora ho sedici anni e il teatro per me è diventato una valvola di sfogo, una bolla dove solo io posso entrare e che mi cambia c o m p l e t a m e n t e l a prospettiva di ciò che vedo. Il teatro è un dono. Il dono è ciò, al contrario del regalo, che dai senza a s p e t t a r t i n i e n t e i n cambio. In realtà l’attore riceve qualcosa in cambio, ed è l’espressione del pubblico q u a n d o r i e s c i a comunicarg l i c iò che desideravi.

Κοινή SPAZIO MUSICA

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SPAZIO… PASSIONI

Osservare lo sguardo di una qualsiasi persona a cui “stai donando il teatro” mentre reciti, e notare che ti sta capendo, che sta racchiudendo in sé tutte le emozioni che g l i s tai trasmettendo, è una delle cose più purificanti e affascinanti che possano esistere.

Nel momento in cui salgo su un palco o in qualsiasi altro posto dove vado a recitare, sento una bolla di energia  immensa. Prima di i n i z i a r e a r e c i t a r e , contraggo tutta la forza che ho in corpo e lasc io sbattere forte il kaos che ho in testa e poi d’un tratto inizio a “vivere”, il kaos diventa energia spaventosa

d a u s a r e d u r a n t e l a performance e si comincia. Sono ancora all’inizio di questo lungo percorso, cercherò di migliorarmi, d ' i m p a r a re e d o n a re sempre di più. E come disse il grande Gigi Proietti: “Benvenuti a t ea t ro . D ove tu t t o è finto ,ma niente è falso.”

Riccardo Morabito I B

La Coppa Davis è il maggiore torneo tennistico fra nazionali maschili. Quest’ anno si gioca la 103° edizione. Il torneo prende forma in più atti (primo turno, quarti di finale, semifinale e finale), i vari incontri tra le nazioni sono composti da 5 matches disputati in tre giorni e solitamente a giocare sono i migliori tennisti delle nazioni partecipanti, anche se talvolta i migliori disertano i l t o r n e o a s q u a d re preferendo dedicarsi ai soli tornei individuali. Il primo giorno si affrontano in due singoli i tennisti prescelti, il secondo si affrontano in un doppio questi stessi g iocator i o g iocator i

diversi magari più esperti in doppio. Per finire, il terzo giorno si disputano a l t r i d u e d o p p i ch e possono essere giocati dagli stessi del primo gior no con avversar i invertiti. Gli incontri sono disputati durante tutto l’arco dell’anno, ad oggi m a n c a d a g i o c a r e solamente la finale tra la Francia e la Svizzera; la pr ima ha bat tu to in semifinale la Repubblica Ceca, detentrice del titolo, mentre la Svizzera ha sconfitto i nostri azzurri che si sono dovuti piegare alla netta superiorità degli avversari tra i quali il n.3 del ranking mondiale R o g e r Fe d e r e r. L a fo r m a z i o n e i t a l i a n a , vittoriosa nel 1976, era quest’anno formata da

Andreas Seppi, Fabio Fognini, Simone Bolelli e Filippo Volandri, che avevano precedentemente battuto Argentina e Gran Bretagna con due brillanti prestazioni. Essi e gli altri giocatori delle nazioni sconfitte si preparano o r m a i p e r g l i a l t r i appuntamenti del circuito mondiale, sperando di essere protagonisti l’anno prossimo. Sperando di lottare per il titolo nella prossima edizione (al primo turno l’avversario d e l l ’ I t a l i a s a r à i l Kazakistan), aspettiamo c o n i n t e r e s s e l e performance di Francia e Svizzera, che dal 21 al 23 novembre si scontreranno indoor sulla terra rossa dello Stade Pierre-Mauroy di Lille.

Coppa Davis 2014 Analisi del più importante torneo tennistico

Κοινή SPAZIO MUSICA

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SPAZIO… PASSIONI

American Dream Intercultura (parte 1)

Chiara Santoro V C

Ho iniziato a scrivere questo articolo per il nostro amato giornalino scolastico alcuni mesi fa, quando aveva appena avuto inizio l'avventura che sto per raccontarvi. R i c o rd o a n c o r a ch e q u a n d o m i è s t a t o proposto di raccontare a voi lettori del Koiné q u a l c o s a d e l l a m i a esper ienza ho subi to pensato che sarebbe stata una bella idea condividere con tutti i Mauroliciani cosa significa essere un exchange student. Molti mi hanno chiesto che cosa mi abbia spinto a prendere questa decisione e spesso la mia risposta è stata: "imparare l'inglese, perché oggi solo dell'italiano non me faccio nulla". Ma in fondo mi sono resa conto che avevo davvero bisogno di allontanarmi per un p o ' , d i u s c i r e d a l l a campana di vetro in cui viviamo, esclusi dal resto del mondo, troppo spesso i g n a r i d e l l e g r a n d i differenze che ci separano d a g l i a l t r i P a e s i , consapevole che questa esperienza mi avrebbe aiutata a capire meglio chi

sono, a valutare con maggiore attenzione le opportunità che mi si presentano e ad avere un quadro più chiaro sulla via che desidero seguire. Mi h a i n s e g n a t o c h e affrontare un cambia- mento così drastico non è affatto facile, ma che in fondo non avere mamma e papà sempre pronti a tendere una mano fa davvero maturare. Sono arrivata in America alla fine del mese di Gennaio del 2014. Lo hanno chiamato "inverno insolito": freddo polare e neve mai così abbondante. Già a conoscenza delle preoccupanti condizioni climatiche ero ben fornita di maglioni e magliette

termiche di ogni genere. Sicuramente non era però il clima a spaventarmi ( so lo mia nonna era convinta che sarei morta in un tornado!). La mia piùgrande preoccupa- zione era di non riuscire ad integrarmi e impiegare troppo tempo a farmi nuovi amici. Da un giorno a l l ' a l t r o m i s o n o catapultata in una realtà diametralmente opposta rispetto a quella italiana (e soprattutto messinese) cui ero abituata. Ho iniziato una vera e propria nuova vita negli States, in una cittadina chiamata North Babylon, ad un'ora da New York. E s s e r e u n e x c h a n g e student è (stato) qualcosa

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di inspiegabilmente t r a v o l g e n t e e s t u p e f a c e n t e . Improvvisamente mi sono r i t r o v a t a a d o v e r ricominciare da zero, ad essere etichettata come "quella nuova", ad essere fi s s a t a c o n s g u a r d o contrariato perché utilizzo le posate per mangiare il pol lo e prefer isco la maionese al ketchup. Significa sentirsi dire "Ma sei proprio sicura di non volere uscire?", quando fuori ci sono -20º... E poi dover uscire lo stesso! É anche scoprire che la parola "conditioner" vuol dire "balsamo", solo dopo averlo abbondantemente usato come shampoo. Ma significa anche riuscire in

poco tempo a fare tuo uno stile di vita così diverso e sentirsi persino dire da alcuni professori che ormai non sei più la ragazzina straniera che il primo giorno di scuola si guardava intorno spaesata, m a s e i r i u s c i t a a d integrarti perfettamente e a d d i r i t t u r a t i s t a i t ras for mando in una "scansafatiche" come tutti gli altri. E s s e r e u n e x c h a n g e student significa anche imparare a fidarsi. Fidarsi di quelle persone che vedi per la prima volta e delle quali all'inizio fai troppa fatica a ricordare i nomi. Ed essere quot idia -

namente presa in giro per i l tuo

modo di pronunciarli o per il tuo accento italiano. E s s e r e u n e x c h a n g e student significa conoscere persone da tutto il mondo, persone che sanno chi sei anche se non ci hai mai parlato, per sone che invece sono curiose di conoscerti e altre che diventano subito tuoi amici, che ti accolgono nel loro gruppo e ti fanno sentire parte di qualcosa. Ma essere un exchange student a volte è stato anche frustrante. Significa essere gentili ogni volta, anche con le persone che non ti piacciono. Annuire, i primi tempi, anche se non hai capito una parola

North Babylon High School -­ Graduation Day, Class of 2014

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di ciò che qualcuno ha detto o dover chiedere gentilmente di ripetere. È sentirsi in colpa perché la t u a f a m i g l i a v u o l e videochiamarti, ma tu ormai hai altri impegni. E ricevere 200 messaggi da t u a m a d r e , p r e o c c u - patissima perché non rispondi da 3 ore, solo perché si è dimenticata del fuso orario, o chiamate in piena notte, sempre per lo stesso motivo. Exchange student significa trascorrere tutto il tuo tempo a pensare, fissando il tetto della tua nuova camera, chiedendoti quale strano destino ti abbia portato proprio in quel posto e cosa accadrà una volta tornata a casa. È poi nostalgia e domandarsi che cosa staranno facendo i tuoi amici in questo momento dall'altra parte del mondo. Pensare a quanti compiti di latino e g r e c o s t a r a n n o a f f r o n t a n d o e p o i preoccuparti di sostenere il test di cucina. Cercare di prestare attenzione alle notizie del telegiornale e nel frattempo intrattenere una conver saz ione a tavola. Exchange student significa anche abituarsi ad andare a l s u p e r m e r c a t o o (addirittura) a scuola in

pigiama e pantofole e ad avere una vas t i s s ima gamma di fast foods proprio dietro l'angolo aperti 24 ore su 24. O uscire nel giardino di casa e vedere scorrazzare scoiattoli e conigli. E ancora "scuola chiusa causa neve". E s s e r e u n e x c h a n g e s tudent è fantas t i co. Passare dal sentirsi soli allo s t r i n g e re u n l e g a m e sempre più forte con la tua famiglia. Adottare le loro abitudini. Conoscere ogni angolo della loro casa, o meglio, della tua casa. Imparare a mangiare il b u r r o d ' a r a c h i d i e insegnare ad apprezzare pane e nutella. Svegliarsi ogni matt ina al l 'a lba perché lo scuolabus passa a prenderti alle 7. È sognare in inglese dopo il primo mese. Aiutare i tuoi amici a fare i compiti di italiano. È ricordarsi la c o m b i n a z i o n e d e l l ' a r m a d i e t t o e c o n f r o n t a r s i q u o t i d i a n a m e n t e i n velocità con i compagni attraverso i corridoi per c a m b i a r e c l a s s e . È cheerleaders e giocatori di football, ballo scolastico e lancio dei cappelli al diploma, stile High School Musical. È poi dover spiegare continuamente

quali siano le differenze tra l'Italia e l'America e sentirsi chiedere quale dei due paesi ti piaccia di più. È anche tornare in Italia ed avere mal di testa a p p e n a a r r i v a t a i n aeroporto perché tutti intorno a te parlano italiano. E s s e r e u n e x c h a n g e student è molto altro ancora. È sicuramente qualcosa che porterai sempre con te, in un angolo del tuo cuore e che n e s s u n o p o t r à m a i comprendere a meno che non l'abbia vissuto. Che siano 3, 5 o 10 mesi, poco importa. Staccate la spina e confrontatevi con voi stessi, siate coraggiosi e curiosi di conoscere e vi assicuro che ne varrà la pena, perché là fuori c'è un mondo meraviglioso che aspetta di essere scoperto e osservato con i vostri occhi. !“ Yo u w i l l n e v e r b e completely at home again, because part of your heart always will be elsewhere. That is the price you pay for the richness of loving and knowing people in more than one place.” Miriam Adeney

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British Dream Intercultura (parte 2)

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Giulia Di Bella V D “E se andassi a fare il quarto anno di l iceo all’estero?”. Fu proprio questo ciò che domandai ai miei genitori e che diede inizio alla mia esperienza negli UK. ! Ero entusiasta all’idea di vivere in un’altro paese, con un popolo e tradizioni del tutto diverse dalle nostre e così, dopo aver c o m p i l a t o i n fi n i t i documenti necessari per l’iter burocratico, avevo finalmente tutte le carte in regola per partire!

Il 31/08/2013 la mia avventura di exchange s tudent iniz i : arr ivai all’aeroporto Luton di Londra ma purtroppo l’accoglienza non fu delle m i g l i o r i ! Ta n t o p e r c o m i n c i a r e , a p p e n a atterrata, fui fermata da un ispettore doganale che, a causa della mia giovane età, non aveva la minima intenzione di lasciarmi passare. Il mio inglese per di più faceva pena e quindi riuscii a risolvere la faccenda so lo g raz ie all’intervento di un italo-inglese che ci fece da traduttore. Incontrai poi per la prima volta la mia host family! Fu strano pensare che da quel momento in poi avrei

dovuto vivere per 10 mesi con loro, che non erano altro che dei perfetti sconosciuti per me fino a quel momento. !

Passate le prime settimane, i n i z i a i q u i n d i a d ambientarmi e a fare le prime amicizie. Iniziò poi la scuola, ben diversa dal nostro Maurolico! Tutto p e r m e e r a n u o v o : cambiare classe ad ogni campana, avere un intero ed ific io so lo pe r g l i studenti del sixth form, corrispondenti al IV e V liceo, poter godere di molte attrezzature come campi da tennis e da calcio, un altro mondo insomma!

Rimasi però comple -tamente SCIOCCATA d a l l e l o r o r e g o l e rigidissime! Ad esempio,

tanto per dirne una, a scuola si deve rispettare necessariamente il DRESS CODE, secondo cui gli studenti non possono indossare jeans, leggings, felpe, tute, scarpe sportive e capi firmati! E allora la prima domanda che mi feci fu proprio questa: “come cavolo si vestono i ragazzi inglesi??”. Ben presto riuscii ad avere la risposta: “le ragazze con vestiti, gonne, scarpe basse o tacchi, i ragazzi invece in giacca e cravatta”, dovetti dunque dire addio a l l a c o m o d i t à p e r attenermi alle loro stupide rego le ( immaginatev i d i ve r s e c e n t i n a i a d i studenti vestiti di prima mattina come se dovessero andare ad un matrimonio piuttosto che a scuola!). Tuttavia al Maurolico

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questo per fortuna non esiste (già il caldo ci basta)! Per quanto r iguarda invece le loro abitudini, ci sarebbe davvero tanto da dire. La prima cosa che mi viene da pensare è la questione CIBO, non capisco infatti che cosa significhi per gli inglesi questo termine. La cosa che amano di più sono di certo i fast food (Mc Donald’s, Burger King, Domino’s ecc.). Hanno poi strane convenzioni nel mangiare il cibo italiano: inzuppano i tranci di pizza nella salse, mettono la salsa BBQ nella pasta, tuttavia preferisco non continuare il mio elenco per evitare di farvi sentire male! L’abitudine che mi ha maggiormente colpita, alla quale però mi sono dovuta abituare anche io, è stata quella di mangiare tutte le portate in un singolo piatto. Quindi la prima volta che la mia

host family cucinò per me, ricevetti un piatto in cui c’era sia il riso sia la carne sia l’insalata! E così, per poter evitare tutto questo, decisi di cimentarmi in cucina e i miei risultati furono probabilmente buoni dato che da quel momento in poi ero io quella che cucinava quasi s e m p r e p e r t u t t i ! Lasciando stare adesso tutti i bizzarri modi di fare inglesi, voglio parlarvi di quella città che sin da p i c c o l a m i a v e v a particolarmente attratta, e che, adesso, considero come la mia seconda città: Londra. Sempre affollata, visitata continuamente da milioni di turisti ,resa f r e n e t i c a d a i m i l l e lavoratori, con il suo Big Ben e London Bridge, le s u e p i c c o l e s t r a d e , illuminata da infinite luci specialmente nel periodo natalizio, è davvero uno spettacolo! E ciò che mi

piace ancora di più è il fat to di poter essere davvero se stessi, senza pregiudizi, liberi di potersi vestire come si vuole senza tener conto di ciò che pensano gli altri. ! E se mi chiedessero: “Rifaresti quest ’esper ienza?” io direi : “assolutamente si”. Vi incoraggio quindi a fare come me, ad allargare i vostri orizzonti, conoscere nuovi paesi, culture e popoli, perché non c’è cosa più bella, ma solo se siete voi a volerlo, dato che accanto ai tanti momenti di gioia ci sono stati anche quelli più tristi. Lontana da casa, dai propri genitori e amici. Spero comunque che possiate davvero vivere una simile avventura, v i a u g u r o i n fi n e d i trascorrere un buon anno scolastico!

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Elezioni studentesche I candidati gloriosi e pettoruti con la loro indubbiamente giusta campagna elettorale

Eleonora Samarelli IV E

Si ritiene, ormai da tempo immemore, e con ciò intendo dire almeno da tre anni, che l’elezione sia o r m a i d i v e n t a t o u n problema di poco conto. Studi alquanto superficiali so s te r rebbero che, a p a r t i r e d a l l ’ i n i z i o dell’estate, gli studenti “ a t t i v i ” d e c i d a n o a r b i t r a r i a m e n t e d i divenire succubi di un sistema affaristico che c o i n v o l g e l a c l a s s e dirigente media del nostro istituto REGIO: raccolta di voti e distribuzione di promesse meramente gratuite sulla base di considerazioni insensate e inattuabili. Secondo certi n o t i c o l t i , c i o è , s i assisterebbe ad una vero e proprio per cosi dire assalto di una vera e propria per cosi dire cavalleria. La cavalleria, d’altro canto, ben sa a m m i n i s t r a r e i s u o i cavalieri, con contratti molto convenienti: voti, cibo, pezzi di potere, un tetto sotto cui vivere e notorietà. Quanta verità c’è in quello che certi studiosi di poco conto stanno insinuando? Neanche una briciola, siamo tutti d’accordo su questo.

Il candidato, infatti, vede a l v o t a n t e n o n -assolutamente-perniente come un dittatore vede al popolino, e cioè proprio come un piccolo mondo che vale in termini di possibili voti e non dando a se medesmo il titolo di “ u n o d e l p o p o l o ” . Giammai ritiene simili impudicizie, giammai simili sciocchezzuole: egli, di fatto, accoglie tra le proprie braccia il votante con quel calore umano che, nel profondo, sostiene di essergli uguale. La stessa uguaglianza che ci potrebbe essere tra un pesce palla e un cavallo. D’altro canto, il popolino se ne intende di affari e alle elezioni non guarda con la sola ingenuità di uno scolaretto ben istruito, come invece sostengono gli stessi noti studiosi citati sopra: dal momento che sa far di conto, è sicuramente in grado di conoscere i trucchetti di potere che s o n o s t a t i s e m p r e abbastanza celati. A tal proposito, sostengono gli studi, situazione simile andrebbe r ibadi ta a l p o p o l i n o t u t t o specialmente per quel che concerne l’anno appena passato, anche se di certo alla parte più giovane di esso non si va a narrar

subito la novel la del prodigo Sonny Foschino e della sua piccola-grande associazione anti-mafia c h e s u p p o r t a v a l a campagna elettorale di alcuni ex-studenti prodigio del nostro sommo liceo ( s i c ché b i sognerebbe c a p i r e i n c o s a consisterebbe la sua idea di “anti”). Q u a n t o v a l e l a competenza nell’arte del pe scare, s econdo g l i eruditi che tanto parlano? Meno di zero, se si parte dal presupposto che i pesci abboccano all’amo tanto bene quanto sembra, benché non possiamo dar del pesce a un giovanotto d e l p o p o l o n e , d a l momento che costui saprà certamente riconoscere l’aggancio al quale in alcun modo deve provare ad aggrapparsi. Tuttavia, se ancora gli s tudiosi e i manager facoltosi provassero a s t ravo lgere le nos t re certezze, fatte di grandiosi candidati e grandi elettori, sosterrebbero le loro supponendo, in primo luogo, che vi sia quasi un g i o c o d i a b o l i c o c h e consisterebbe nell’andare a caccia del pesce più grosso, sicché tanti piccoli pesci racconterebbero cosi tante storielle sull’amo da

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rendere al pescatore il loro capo senza che, di fatto, e g l i a b b i a d o v u t o compiere cosi eccelsa gesta d i p e s c a . O p p u r e supporrebbero che sia proprio il pesce più grosso a portare tanti piccoli pesci, rimanendo tuttavia nella sua condizione di pesce in confronto al pescatore. A n c o r a g l i s t u d i o s i , d a l l ’ a l t o d e l l a l o r o ignoranza, noterebbero con cur io s i t à che i l popolino, nel caso in cui ce ne sia uno, accetta s i f f a t t i t e r m i n i e condizioni, prendendo cosi parte volontariamente a l l a p e s c a . S i accorgerebbero però, nel

p ro f o n d o d e l l a l o ro ignoranza, che il piccolo popolino, esclusivamente da sé fa poco e niente. D a l l ’ a l t o d e l l a l o r o s a g g e z z a e r u d i t a , punterebbero al rivalutare un p i cco lo popo l ino indifeso e a dargli un capo forte, un capo sicuro; gli donerebbero un nuovo regolamento d’istituto, non un nuovo motivo per abbandonare la scuola. Dall’alto della loro dignità intellettualistica, sempre gli studiosi darebbero il pane all’affamato: nel caso in cui ci dovesse essere un signorotto (o un candidato) prepotente, essi sarebbero pronti a far man bassa.  

Ma purtroppo gli studiosi sono andati in bancarotta poiché, come abbiamo p r e c e d e n t e m e n t e accennato, nessuno dei s e g u e n t i p ro b l e m i è presente all’interno del Regio Liceo Classico S t a t a l e “ F r a n c e s c o Maurolico”. Senza dubbio un grazie particolare dovremmo rivolgergli, poiché argomentare una propria tesi in siffatto modo instilla il seme del dubbio e dell’insicurezza nello studentello fasullo che e non vuole capire e non sa come rispondere. Ma studentelli fasulli non ce ne sono, siamo tutti studentelli modello.

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Marco Riccardo V F

Caro Diario, come puoi ben notare, mi trovo, ancora una volta, seduto sulla mia sedia malandata e scricchiolante a scriverti: è passato un anno all’incirca da quando ti ho dedicato del tempo e solo oggi, in un altro m o m e n t o d i n o i a –ringrazio Dio, o chi per lui, per darci questi attimi ricchi della nostra essenza-, la mia vita mi ha concesso l’opportunità di riflettere. E la poesia, di nuovo, mi è venuta in aiuto; stavo leggendo Emily Dickinson e sono rimasto sbalordito dall’incessante forza delle parole, che, per fortuna, riusciamo ad apprezzare, p u r t r o v a n d o c i i n un’epoca in cui i numeri ci sovrastano, come dispotici t i r a n n i p r o n t i a s p a v e n t a r c i . I l componimento che mi ha colpito, che ho, in maniera a l q u a n t o n a t u r a l e , imparato a memoria – o meglio, by hear t , ‘col cuore’, come direbbe la poetessa inglese- recita:

«Had I not seen the Sun,

I could have borne the Shade.

B u t L i g h t a n e w e r Wilderness

my Wilderness has made»

“Non avessi mai visto il Sole, avrei sopportato l’Ombra. Ma la Luce ha aggiunto al mio Deserto u n a D e s o l a z i o n e inaudita”. Ogni qual volta lo leggo, medito su quale possa essere la mia ombra e –di conseguenza- su quale sia quella luce, b e n e v o l a e m a l i g n a insieme, pronta a scegliere, per me, tra rinascita e deserto. Siamo davvero così incapaci di basare la nostra esistenza solo su noi s t e s s i e su l l e no s t re aspirazioni? Fino a che punto siamo costretti a dipendere da qualcos’altro di così ignoto, che, come una lama, riesce a scavarci dentro nonostante la nostra inconsapevolezza? Aristotele definiva gli uomini animali politici, i n d i v i d u i c a p a c i d i ottenere coscienza di se stessi solo nell’ambito della collettività: e se fosse l’altro a distruggerci e a

prendere la parte più recondi ta de l nos t ro essere, strappandoci dal nostro ramo (ricordi il frammento di Saffo?) immeritatamente? David G r o s s m a n , a u t o r e p a l e s t i n e s e contemporaneo, in Che tu sia per me il coltello scrive: “Per una volta vorrei sentirlo da te: se ci siamo già tutti suicidati una volta, perché continuare a farlo?”. E ora te lo chiedo anche io: perché? Perché r imanere nel deserto ricordando continuamente quell’irraggiungibile luce? Perché non provare, noi, ogni tanto a prenderci per mano, a coglierci e a salvarci, raggiungendo la luce del sole?

Spero, almeno, che ne valga la pena. Ripeto: ma tutto si sopporta, perché…

Buonanotte.

VOCI DI CORRIDOIO

Wilderness

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L’Angolo della PoesiaANGOLO DELLA POESIA

All'ombra del tuo sorriso !Osservavi, sempre di più, le cavità delle rocce, i fondali oscuri, gli ultimi, tremolanti respiri delle creature sofferenti, i lastricati bui, l'inverno pungente; rendendoti conto, alla fine, in quello spasmo mortale, che morivi, disperatamente, terribilmente, all'ombra del tuo stesso sorriso. !

Carol Cuzari IV A ! Alba !

Ecco arrivare quello spiraglio di luce, intanto il nero della notte si scuce;

vedere quel miscuglio di colori, mi fa provare diversi umori.

Ora il giallo ricopre il firmamento e le ultime stelle si vedono a stento,

anche la luna si è nascosta e il sole illumina la costa.

Ora il mare splende d’immenso e dal cielo arriva un bagliore intenso. !

Riccardo Morabito I B

Foto di Cristina Maiorana II B

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ANGOLO DELLA POESIA

Morte !Il buio che ho negli occhi La campana e i suoi rintocchi L’anima che va via, E impersona la follia. !Nell’immensità di te Ti sei persa come me. Solo io ti saprò far tornare Abbastanza viva da poter morire. !Seguimi e stiamo insieme È già stato piantato un seme Che presto frutterà E con me ti porterà. !

Paola Puleio III B

The sound of silenceBuio. Il rumore dei passi sul terreno smosso viene inghiottito dall'oscurità opprimente. Sarà questa la morte? La luce di un lampione troppo lontano è l'unico segno di speranza in questo paesaggio avvolto dall'oblio angosciante. Ovunque ti giri, ci sonopersone vuote, mute, incapaci di reagire: nessuno sembra voler sovrastare il suono del silenzio. Le tenebre celano tutte quelle parole non dette, le situazioni lasciate a metà

che ti riempiono il cuore di rimorsi e rimpianti. Osservi i volti di quelle persone che si limitano a sopravvivere, ti accorgi che sono tutti uguali, masse grigie tremolanti, che vivono la monotonia della quotidianità. Un incubo.Eppure è la realtà. Sai che non ti sveglierai gridando, o consolandoti, pensando che sia stato solo un brutto sogno: è la triste verità. Ma gli altri sembrano preferire la cara vecchia oscurità, dove riescono a nascondersi

meglio, a non esporsi. Il silenzio però cresce, cresce e tu non riesci a fermarlo, a rimarginare il danno ormai fatto. Non puoi, è troppo tardi.Cerchi di farti sentire, ma le tue parole urlate al vento cadono inascoltate sul terreno smosso.Non ti arrendi, gridi, gridi finché di te non rimane altro che un sussurro nel silenzio della notte.!

Futura Venuto II B

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CRUCIVERBA

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Orizzontali: 1-Dio greco della guerra. 5-La notte di Van Gogh. 11-Guidatore di cocchio. 13-Puntuto, aguzzo. 14-Ettore lo era di cavalli. 16-In caso. 17-Taverniere, vinaio. 18-Prima nota. 19-Dea greca della terra. 21-La fine dell’alba. 22-Spazio a New York. 25-Impossibile trovarlo in un pagliaio. 26-C’è quello delle Amazzoni. 27-Fondatore di Troia. 29-E’ fatale per i pesci. 30-Disordine, confusione. 31-Controllo elettronico di stabilità. 34-La macchina di Tom Cruise. 35-L’arma di Annibale.

39-Ritorno della voce. 41-Si contrappone alla poppa. 42-Colpevole. 44-L’osso in latino. 45-Mangiare a Londra. 46-Il “padre” di Montalbano (iniziali). 47-Sistemi di propulsione. 50-Il mago… di Frank Baum. 51-Il minore dei dioscuri. Verticali: 1-Ai confini dell’Africa. 2-Rozzo, scorbutico. 3-“Sono” ieri. 4-Riunione conviviale. 5-C’è quella politica. 6-Sbaglio, mancanza. 7-Non è qui. 8-Suonare l’arpa. 9-E’ sua la Gerusalemme liberata (iniziali). 10-Vi scorre la Dora Baltea.

12-In testa al gatto. 15-Esempio. 16-Subirono un famoso ratto. 20-Dio greco dei venti. 23-Attraversa Torino. 24-Di tutti. 28-Fenomeno di diffusione dei liquidi. 30-Cagliari. 32-Arriva “subito” per Quasimodo. 33-Il cane di topolino. 34-A noi. 36-Le pari in pera. 37-Distretto e città della Transilvania. 38-Volume di un opera. 40-Accompagna il cantante. 41-Polietilene tereftalato. 43-Andato. 48-Congiunzione eufonica. 49-Il centro del foro.

Riccardo Morabito I B

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IPSE DIXIT“Vorrei avere

la serenità di Zeus

sull'Olimpo, ma non sono Zeus e

non sono sull’Olimpo”

!Macris IV A (pt. 1)

“La droga è la scimmia di Dio” !Milazzo V C

- “Professore

possiamo andare in bagno

in due?"

- “E che siamo nel Bronx?"

!Macris IV A (pt. 2)

Prof.: - “Che signifca discendente?" Alunno: - "Che scende!" Prof.: - "Si, chi scinni i scali!” !Vetrò I B

DISCIPULUS DIXIT

Prof.ssa Milazzo:

“L’altro giorno sono andata alla

Chiesa della Mercedes”

Alunno: “Io alla chiesa della BMW”

!IV D

Alunna: “Pindaro scrisse molti peni…” Prof. Ponzio: “PeAni, al massimo…” !IV D

KOINOGRAFIA

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“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.”

Il direttivo Dario Morgante IV D Alessio Vetrano V D Francesco Abbadessa V C Vincenzo Oliveri V C Giorgio Cardile III C !La redazione Ivana Ceraolo I B

Riccardo Morabito I B

Ivana Ceraolo I B

Futura Venuto II B

Cristina Maiorana II B

Giuliana Tanner II B

Dario Trimarchi III A

Agnese Oliveri III A

Elena Vicinanza III A

Enrica La Rosa III B

Paola Puleio III B

Gregorio Scrima III C

Carol Cuzari IV A

Laura La Rosa IV B

Antonio Bottari IV B

Eleonora Samarelli IV E

Chiara Santoro V C

Andrea Gugliandolo V C

Giulia Graziano V C

Giulia di Bella V D

Testata di… MariaCarla Vicinanza V C

I REDATTORI

KOINOGRAFIA

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Giuliana Tanner II B

Agnese Oliveri III A

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