n. 243 settembre ottobre

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Seembre - Oobre 2012 Periodico della comunità parrocchiale di Villa d’Adda (Bg) - N. 243 - Seembre/Oobre 2012 dial gare n. 243

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dial gareDirettore editoriale: don Diego Nodari

Redazione: don Gian Maria Berta, Lucia Baroncelli,Davide Chiari, Luisa Dinale, Stefania Fetti, Mara Fuoco,Sara Marchetti, Giovanni Nervi, Gabriele Sala, Giusi Spreafico

Hanno collaborato: Claudia Andreotti, Giuditta Chiappa,Luca Gambirasio, Emanuele Mangili, Federica Perico,Giulia Rissotto, Matteo Viscardi

Direttore responsabile: Maria Luisa GiovanzanaPeriodico della comunità parrocchiale di Villa d'Adda (Bg)Via del Borgo, 2 - n. 243 - Settembre/Ottobre 2012 - Anno XXIX

Pubblicità: Tel. 035 792115 (segreteria parrocchiale)

Distribuzione:Maria Milani - Tel. 035 784608

Ritiro fotografie:Liliana Chiappa - Tel. 035 791625

Stampa: Tipografia dell'Isola s.n.c. Tel. 035 4940845 -Terno d'Isola (Bg)

e-mail: [email protected]

Iscrizione al Registro stampadel Tribunale di Bergamo n. 26 del 22 luglio 1985Abbonamento annuo € 20,00 - Una copia € 3,50

BATTESIMI21 ottobre, ore 18 - 25 novembre, ore 10.3013 gennaio 2013, ore 10.30La celebrazione chiede un incontro con i genitori, il padrino e la madrina concordato con il parroco.

MATRIMONII fidanzati sono invitati a presentarsi in parrocchia per i documenti almeno tre mesi prima del matrimo-nio, possibilmente nella giornata di sabato.

CONFESSIONISabato, ore 17.00 - 18.00Prima o dopo la Messa feriale. Per i ragazzi una volta al mese. Per gli ammalati e gli anziani, al primo venerdì del mese (e delle feste) e a richiesta.

VISITE AGLI AMMALATI E UNZIONE SANTALa famiglia che desidera la visita per l’Eucarestia e per l’Unzione santa è pregata di avvisare il parroco o la segreteria parrocchiale.

VISITE NEGLI OSPEDALIChi ha piacere di ricevere la visita dei sacerdoti del-la parrocchia è pregato di far conoscere agli stessi il nominativo dell’ammalato e il luogo di degenza.

FUNERALII parenti del defunto sono invitati a comunicare alla parrocchia l’avvenuto decesso. Si eviti che l’avviso giunga in parrocchia da parte dell’agenzia funebre. La data del funerale deve essere concordata con la parrocchia: per esigenze pastorali, può essere scel-to qualsiasi giorno, in mattinata e nel pomeriggio, esclusi il sabato pomeriggio e i giorni festivi.

Don Diego Nodari: Via del Borgo, 2 - Tel. e Fax 035 792115 - e-mail: [email protected] Gian Maria Berta: Via del Borgo, 2 - Tel. 335 6840832Segreteria parrocchiale: da lunedì a venerdì (9.30 - 12.30) - Tel. e Fax 035 792115Segreteria Oratorio: Via San Carlo, 3 - Tel. 035 4380113 - e-mail: [email protected] materna “T. Frigerio”: Tel. 035 792014 - e-mail: [email protected] San Giuseppe: Tel. 035 791057Istituto Sacro Cuore - Villa Peschiera: Tel. 035 791228

In copertina: Andreina Parpajola, Gesù cammina sulle acque, in “Acqua. I colori del sacro”, Padova 2005

SANTE MESSEFestive 18.00 prefestiva 7.30 - 10.30 - 18.00 (9.15 all’Istituto)Feriali Lun. - Mar. - Mer.: ore 8.30 in parrocchia Giovedì: ore 9.00 Messa al Cimitero (dal 15 novembre a San Martirio) Venerdì: ore 17.00 in parrocchia

Feriali (all’Istituto) Lun.- Mar.- Mer.- Ven.- Sab.: ore 7.00 Giovedì: ore 17.00 Giovedì: ore 16.00 Adorazione

1° Venerdì del mese 15.00 - 17.00 Adorazione in parrocchia

Ogni domenica 16.00 Adorazione Eucaristica presso l’Istituto Sacro Cuore - Villa Peschiera

Per la richiesta di celebrazione di Sante Messe rivol-gersi in sacrestia, dopo la liturgia; oppure passare presso la segreteria parrocchiale (lunedì - venerdì, ore 9.30 - 12.00).Per questioni organizzative di calendario si consiglia di non prenotare telefonicamente.

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3 Settembre/Ottobre 2012

Non da soli, ma da fratelli

La fraternità cristiana. Questo è il titolo della Lettera che il nostro vescovo Francesco ha consegnato a tutte le parrocchie della nostra diocesi per questo nuovo anno pastorale e che leggeremo insieme alle Messe

della settimana della comunità, dal 14 al 21 ottobre prossimi.La fraternità dei cristiani nasce dall’essere fratelli di Gesù, chiamati quindi a testimoniare agli uomini la bel-lezza della paternità di Dio. Essere fratelli non è un modo di dire, ma un dono e un impegno a costruire dei rapporti capaci di parlare agli uomini e rendere credibile la fede che celebriamo.

Da fratelli ci mettiamo in cammino insieme, dietro allo stesso Signore Gesù per riscoprire quella fede che ci accomuna: lo facciamo in questo anno che il papa Benedetto XVI ha dichiarato proprio Anno della Fede, ricordando i 50 anni dall’evento stra-ordinario del Concilio Vaticano II, voluto con tutte le sue forze da papa Giovanni XXIII e i 20 anni dalla pub-blicazione di Giovanni Paolo II del Ca-techismo della Chiesa cattolica.

Certo la fede non è solo questione di parole da sapere e questo anno ci chiede di andare oltre le frasi fatte per cercare di fare nostra quella pro-fessione di fede, che forse con un po’ di abitudine recitiamo ogni domenica a Messa. La fede non solo come in-sieme di cose a cui/in cui credere, ma come relazione con Gesù nella quale si gioca la salvezza della nostra vita.La nostra fede è ben rappresentata dall’immagine di copertina, dove Gesù insieme rimprovera e salva Pie-tro, che sta affondando, dopo essere andato incontro a Gesù che cammi-na sulle acque. “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?” (Mt14,31): Gesù lo dice a Pietro, ma lo dice an-che a noi, perché non ci spaventiamo della nostra “poca” fede, e ci lascia-mo prendere per mano da Lui.

La fede è un dono che abbiamo ricevuto, e che siamo chiamati a donare a nostra volta. Chiamati a esser fratelli come Gesù lo è stato con ogni uomo, sentiamo che fare incontrare con Gesù le persone a cui vogliamo bene, è il modo più bello per essere fratelli e di condividere ciò che di più prezioso abbiamo.

Questa fraternità che viene dalla fede e che genera alla fede ci obbliga ad affrontare insieme le fatiche che le nostre comunità cristiane stanno attraversando, senza cadere nell’errore dello scarica-barile: il venir meno della fede e di tutte quelle vocazioni anche laicali che riempivano le nostre comunità un tempo, non è un problema di altri, o un problema del parroco e di una migliore organizzazione da dare alle cose…Quanta capacità c’è nelle nostre comunità di annunciare il Vangelo? E perché l’annuncio è diventato sempre più solo una questione di addetti ai lavori? E perché gli addetti ai lavori, i catechisti, sono sempre di meno? È il momento, credo, non di mettersi in atteggiamento di “difesa” degli schemi del passato, ma di aiutarci a curare la qualità della testimonianza della fede nella nostra vita e rendere così sempre più vero anche ciò che celebriamo.

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Tutti noi siamo chiamati a renderci conto di una mentalità segnata dall’individualismo che noi stessi e i nostri ragazzi assimiliamo quasi inconsapevolmente; una mentalità che alimenta la convinzione che non essere “fratelli” di nessuno, non avere legami, non avere impegni, sia meglio; e dove la passione e l’impegno per il bene comune sembra essere considerato un di più, se non un lusso…Si tratta allora di costruire esperienze di fraternità vera, che tornino a far uscire le persone dalle loro case, con la voglia di stare insieme e di confrontarsi; senza la paura di parlare delle proprie difficoltà e di chiedere aiuto, riconoscendo nella comunità non un ostacolo, ma il luogo della condivisione di una responsabilità…Penso soprattutto al coinvolgimento delle famiglie nei percorsi della catechesi dei figli e alla necessità da parte dei genitori di figli adolescenti, di avere degli spazi in cui confrontarsi, da fratelli che si aiutano e non da persone che si giudicano.Percorsi di fraternità che siano visibili nella comunità così da parlare ai nostri ragazzi e aiutarli a capire che si diventa uomini e grandi, quando si ha il coraggio di prendersi cura di un pezzo di mondo e non solo perché senti di essere forte e poter fare quello che vuoi. Purtroppo o per fortuna non possiamo essere sempre forti…

Mi auguro che la festa della comunità il prossimo 14 ottobre (staccata quest’anno dalla Madonna del Rosa-rio) aiuti tutti a cogliere nella presenza di tanti gruppi e associazioni nella nostra comunità, un dono per cui dire grazie… Non sono nati come “passatempo” per qualcuno, ma come testimonianza di una cura e di un servizio. Impariamo a lasciarci educare tutti, grandi e piccoli, da questa fraternità.Buon anno a tutti,

don Diego

Ordinazione diaconale di Luca GambirasioIl prossimo 31 ottobre, alle ore 20.30 nella chiesa Ipogea del Seminario di Bergamo, Luca diventerà diacono, ultimo passo prima di essere ordinato sacerdote il prossimo maggio. Siamo invitati in que-ste prossime settimane e durante l’anno ad accompagnarlo con la preghiera.La parrocchia organizzerà un pullman. Chi volesse partecipare alla celebrazione può iscriversi presso la segreteria parrocchiale entro venerdì 26 ottobre.

Promemoria per tutti i genitoriMartedì 9 Ottobre ore 20.30 all’Oratorio:

Incontro genitori dei bambini di 3a e 4a elementare

Venerdì 12 ottobre ore 20.30 all’Oratorio: Incontro genitori dei ragazzi di 5a elementare, 1a e 2a media

A tutte le famiglie dei ragazzi della Catechesi è chiesto di essere presenti alla S. Messa delle ore 10.30 in Parrocchia durante l’anno in queste 7 domeniche:

Domenica 14 ottobre Domenica 17 febbraio(Mandato ai catechisti e inizio Anno catechistico) (Giornate Eucaristiche)Domenica 11 novembre Domenica 24 marzoDomenica 16 dicembre (Delle Palme)Domenica 27 gennaio (inizio Settimana dell’Oratorio) Domenica 21 aprile

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5 Settembre/Ottobre 2012

All’inizio del nuovo anno catechistico, don Diego ha chiesto ai genitori che iscriveranno i propri figli al cammino della catechesi (dalla 3a elementare alla 2a media) alcuni impegni precisi: la partecipazione a una Messa mensile con i propri figli e la partecipazione agli incontri formativi, alcuni dei quali obbligatori e altri invece più facoltativi. Ai genitori di 2a elementare invece è chiesto di essere loro i catechisti dei loro figli, attraverso un percorso che metta in gioco innanzitutto la propria fede. Questa modalità, già sperimentata al tempo di don Egidio, vorrebbe essere non solo una risposta all’emergenza della mancanza di catechisti, ma una scelta precisa sulla necessità di un coinvolgimento delle famiglie, soprattut-to all’inizio (1a e 2a elementare) del cammino di catechesi.

Cari genitori,eccoci all’inizio di un nuovo anno pastorale e di un nuovo anno catechistico. (…)L’iscrizione al cammino della catechesi non è evidentemente un atto tecnico soltanto. Se così fosse, sarebbe un po’ una perdita di tempo, perché i dati dei bambini e dei ragazzi li abbiamo già e al massimo si tratterebbe di comunicare la data di inizio degli incontri… In realtà, il catechismo è solo un pezzo di un discorso più ampio, che tocca insieme la comunità cristiana e le famiglie, chiamate a costruire un cammino nel quale i nostri ragazzi possano maturare le conoscenze e le esperienze di una vita cristiana.Capite che diventa molto difficile iniziare il catechismo, senza che questo patto tra la comunità e le famiglie venga in qualche modo confermato, anche e soprattutto agli occhi dei nostri ragazzi, che solo così possono intraprendere un cammino consapevoli che i loro passi interessano a qualcuno.

Molte volte la fatica di un catechista o del sacerdote nel parlare di Gesù ai ragazzi non è motivata dalla loro disattenzione o dalla mancanza di strumenti tecnologici in grado di incuriosirli… È piuttosto il percepire che questi discorsi appaiono loro come inutili e finti. Evidentemente, l’impegno a cercare di rendere più vere le parole del catechismo non può riguardare soltan-to il catechista e quello che si fa in un’ora alla settimana all’Oratorio, ma coinvolge la testimonianza cristiana dei genitori, il modo di vivere nelle nostre famiglie e di tutta la nostra comunità. Non possiamo allora camminare separatamente e non possiamo pensare che per i nostri ragazzi diventare cristiani sia solo memorizzare delle informazioni religiose. Se fosse così basterebbe qualche “esperto”… Se fosse così (come qualcuno mi ha detto lo scorso anno), basterebbe l’ora di religione a scuola…

Se le cose stanno così, però, è evidente che un cammino di catechesi non può iniziare e finire dentro un’aula. Esperienze di preghiera, caritative o di socializzazione sono l’occasione per una conoscenza “dal di dentro” della vita cristiana. Come si fa, per esempio, a spiegare la Messa su banchi di un’aula o con un libro, per quanto ben illustrato? Solo vivendola, solo incontrando lì una comunità che si raccoglie, un ragazzo capisce cosa è la Messa… Pensare allora che il catechismo sia l’incontro che si svolge dentro un’aula e dire a mio figlio che le altre cose non servono, non sono così importanti, che può farne a meno…, significa mortificare il Vangelo riducendolo a nozioni da sapere; e significa togliere a quel ragazzo la possibilità di mettere in gioco la sua vita su quella parola del Vangelo che ha imparato a conoscere, ma che deve diventare “sua” e non solo degli altri che gliela raccon-tano. Lo ribadisco: i nostri ragazzi hanno solo bisogno di “cose vere”. (…)

La firma da parte dei genitori del modulo di iscrizione poi, non può essere solo il consenso a lasciare che il figlio partecipi al catechismo. Deve essere piuttosto l’impegno della famiglia a fare la propria parte in questo cammino. Nel caso invece una famiglia non voglia assumersi questo impegno, evidentemente c’è la neces-sità (anche prima che il sacramento della Cresima lo richieda…) di un padrino o di una madrina che possa impegnarsi in questo accompagnamento. (…)

Dalla lettera ai genitori per l’anno catechistico 2012-2013

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Ottobre missionario:ore 20.30 recita del Santo RosarioMercoledì 3 ottobre a San Giovanni; 10 ottobre a San Zenone; 17 ottobre in Oratorio nella Settimana della Co-munità con invito particolare ai ragazzi e alle famiglie; 24 ottobre a San Bernardino

Mercoledì 31 ottobre, vigilia di Tutti i SantiOre 20.30 in Seminario a Bergamo, Ordinazione diacona-le di Luca Gambirasio

- alle ore 21 ci sarà la possibilità di pregare il Santo Rosa-rio nella chiesina della Madonna di Lourdes

- all’arrivo da Bergamo benedizione eucaristica in parroc-chia

- giorno dei Santi: ore 10.30 presenza di don Luca alla Messa e rinfresco sul sagrato della chiesa parrocchiale

Ottavario defuntiGiovedì 1° novembre Ognissanti: Messe a orario festivo, con Messa alle ore 15.30 al cimitero e non alle ore 18 in parrocchia

Gli altri giorni ore 15 Messa al cimitero(sabato la mattina ore 9)

Domenica 4 novembre San Carlo: ore 18 Santa Messa in Oratorio e non in chiesa parrocchiale

Sabato 10 e domenica 11: ricordo di tutti i defunti del-l’anno

Sant’Andrea: venerdì 30 novembreTriduo: 27 presso Sant’Andrea in Catello Messa ore 20.30 28 e 29 in parrocchia Messa ore 20.30

Venerdì: Messa ore 10.30 (con invito ai sacerdoti nativi e che hanno svolto il ministero)

Messa ore 20.30 (presiederà mons. Erminio De Scalzi, vescovo ausiliare di Milano e abate di Sant’Ambrogio)

Sabato 1 dicembre concerto Gospel offerto dal Comune a Sant’Andrea in Catello

Festa del dono: Epifania 6 gennaio 2013

Settimana dell’Oratorioda domenica 27 gennaio a domenica 3 febbraio 2013

Giornate eucaristichevenerdì 15, sabato 16 e domenica 17 febbraio

Il Calendario pastorale 2012-2013

Stazioni quaresimali: venerdì 22 febbraio; 1° marzo; 8 marzo; 15 marzo; 22 marzo; 29 marzo Venerdì Santo

Sacramenti Iniziazione cristianaPrime Confessioni 12 maggioComunioni 28 aprileCresime 5 maggio

Ordinazioni presbiteralisabato 25 maggio

Anniversari di matrimonio 9 giugno

Centri d’ascolto della ParolaOttobre: giovedì 18 ore 20.30 in chiesa parrocchiale Inizio insieme del camminoNovembre: da lunedì 12 a venerdì 16Dicembre: da lunedì 10 a venerdì 14Gennaio: da lunedì 14 a venerdì 18Febbraio: da lunedì 18 a venerdì 22Marzo: da lunedì 18 a venerdì 22Aprile: da lunedì 22 a venerdì 26Maggio: data da stabilire per chiusura insieme

Mese di MaggioMercoledì 1° maggio Messa a San Giuseppe: ore 9.15Martedì 7 a San GiovanniMartedì 14 a San ZenoneMartedì 21 a San BernardinoMartedì 28 a San MartirioVenerdì 31 a Tassodine

BattesimiDomenica 21 ottobre ore 18 (Dedicazione della Chiesa)Domenica 25 novembre ore 10.30Domenica 13 gennaio ore 10.30 (Battesimo di Gesù)Domenica 24 febbraio ore 18Sabato Santo 30 marzo ore 20.30 (Veglia Pasquale)Domenica 21 aprile 10.30Domenica 19 maggio ore 18Domenica 23 giugno ore 10.30Domenica 21 luglio ore 18Domenica 15 settembre ore 10.30

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7 Settembre/Ottobre 2012

L’Anno della fede

Con la Lettera apostolica, in forma di motu proprio, “Porta fidei” dell’11 ottobre 2011, papa Benedetto XVI ha indetto un Anno della fede, che avrà inizio il prossimo 11 ottobre 2012, nella ricorrenza del cinquantesimo anniversario dell’inizio del Concilio Vaticano II (indetto dal nostro amato e venerato papa Giovanni XXIII), e terminerà il 24 novembre 2013, solennità di Cristo Re

Nel documento citato, il Papa ricorda l’Anno della fede indetto da papa Paolo VI nel 1967 con l’intento di

«fare memoria del martirio degli apostoli Pietro e Paolo nel diciannovesimo centenario della loro testimonianza suprema». Benedetto XVI segue dunque le orme del suo predecessore che aveva pensato questo anno «come un momento solenne perché in tutta la Chiesa vi fos-se un’autentica e sincera professione della medesima fede» e «volle che questa venisse confermata in manie-ra individuale e collettiva, libera e cosciente, interiore ed esteriore, umile e franca» (n. 4).La celebrazione dell’Anno della fede, a cinquant’anni dall’inizio del Concilio Vaticano II, ha suggerito alla re-dazione di offrire ai nostri lettori alcune riflessioni e rac-

cogliere alcuni degli interventi di Paolo VI sul tema della fede che si sono susseguiti tra il 1967 e il 1968, durante la preparazione e la celebrazione del XIX centenario del martirio degli apostoli Pietro e Paolo.Al di là delle circostanze immediate nelle quali hanno avuto origine e del contesto storico ed ecclesiale indub-biamente mutato, anche oggi questi testi propongono una me ditazione sulla fede di grande ricchezza e pro-fondità.

L’eredità del Concilio Vaticano IICome l’Anno della fede indetto da Benedetto XVI si lega al ricordo del cinquantesimo anniversario dell’inizio del Concilio Vaticano II, così quello celebrato da Paolo VI ha

Nella foto gentilmente offerta da un nipote, vediamo un giovane padre Carlo Viscardi (a destra),mentre svolge il servizio liturgico in una celebrazione durante il Concilio Vaticano II, in San Pietro, Roma

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uno stretto legame con il Concilio appena terminato. Nell’omelia del 29 giugno 1967, aprendo l’Anno della fede, Paolo VI afferma che esso è «l’anno post-conciliare, nel quale la Chiesa ripensa la sua ragion d’essere, ritrova la sua nativa energia, ricompone in ordinata dottrina il contenuto e il senso della parola vivificante della rivela-zione, si presenta in attitudine di umile e amorosa certez-za ai fratelli ancora distinti dalla nostra comunione, e si prodiga per il mondo odierno qual è, pieno di grandezza e di ricchezza, e bisognoso fino al pianto dell’annuncio consolatore della fede».L’intenzione di celebrare nei debiti modi il XIX centena-rio di martirio dell’apostolo Pietro è dichiarata da Paolo VI nel discorso ai padri conciliari il 18 novembre 1965, in occasione della penultima sessione pubblica del Concilio Vaticano II. Il 23 settembre 1966 Paolo VI dirà che, nelle sue intenzioni, «l’anniversario del martirio di Pietro deve divenire occasione per riaffermare la fede di Pietro. Que-sta rinnovata professione di fede - aggiunge - sarà il coro-namento e il sigillo del Concilio ecumenico Vaticano II e offrirà alla Chiesa il fondamento che non crolla, la pietra appunto quale Cristo la volle e la fece, la fede di Simone, figlio di Giona, detto Pietro, su cui ella, la Chiesa, senti-rà Cristo medesimo continuare la sua misteriosa, eppure storica e tangibile costruzione. Ma occorre che tale fede sia cosciente, sia sostenuta dall’intima convinzione d’es-sere derivata dall’autorità della Parola di Dio, sia istruita e agguerrita, sia tutta luce della carità rivelatrice e salvifica del Padre celeste. La celebrazione della fede di Pietro è un nuovo avvenimento che non vuole essere trascurabile ne-gli annali della Chiesa, sì bene fecondo di quella certezza

soprannaturale e vitale, di cui si alimenta il popolo di Dio, e di cui il nostro mondo ha tanto bisogno». Alla memoria dell’apostolo Pietro, il 23 dicembre 1966 Paolo VI associa il ricordo del martirio dell’apostolo Paolo e ribadisce la con-vinzione che la forma più appropriata per celebrare questa memoria sarà la professione della fede, una professione «che dovrà essere preparata e cosciente e ferma in tutti i fedeli cattolici, e che potrà rivestire carattere di gaudioso impegno sia per le singole persone, che per le varie comu-nità del popolo di Dio». La difesa dell’integrità della fede e il suo consolidamento appaiono dunque a Paolo VI un’esi-genza inevitabile per la Chiesa che vive la prima stagione postconciliare e un imperativo al quale non può sottrarsi chi ha ricevuto il ministero di successore di Pietro. Ed è per questo scopo che è indetto l’Anno della fede.

Il Credo del popolo di DioIl 30 giugno 1968, all’interno della celebrazione eucaristi-ca in piazza San Pietro, Paolo VI proclama pubblicamen-te il Credo del popolo di Dio, una professione di fede che vuole avere il significato di «un Amen solenne, a conclu-sione dell’Anno della fede, celebrato in ricordo del XIX Centenario del martirio degli apostoli Pietro e Paolo ». È una professione di fede proclamata personalmente da Pa-olo VI e, insieme, pronunciata in nome di tutto il popolo di Dio. All’Angelus di quello stesso giorno, quasi scusandosi per la lunghezza e il linguaggio tecnico in alcuni passaggi della professione di fede, Paolo VI precisa che «si tratta semplicemente d’una parafrasi del Simbolo di Nicea» che «abbiamo voluto rendere più diffuso per confortare nei credenti la certezza e la chiarezza della fede comune e

L’assemblea conciliare dei Vescovi nella navata centrale della basilica di San Pietro

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9 Settembre/Ottobre 2012

Credo del Popolo di Dio di Paolo VI Signore, io credo;

io voglio credere in Te.

O Signore, fa’ che la mia fede sia piena, senza riserve, e che essa penetri nel mio pensiero, nel mio modo di giudicare le cose divine e le cose umane.

O Signore, fa’ che la mia fede sia li-bera; cioè abbia il concorso personale della mia adesione, accetti le rinunce e i doveri ch’essa comporta e che esprima l’apice de-cisivo della mia personalità: credo in Te, o Signore.

O Signore, fa’ che la mia fede sia certa; certa d’una esteriore congruenza di prove e di un’interiore testimonianza dello Spirito Santo, certa d’una sua luce rassicu-rante, d’una sua conclusione pacificante, d’una sua assimilazione riposante.

O Signore, fa’ che la mia fede sia forte, non tema le contrarietà dei problemi, onde è piena l’esperienza della nostra vita avida di luce, non tema le avversità di chi la discute, la impugna, la rifiuta, la nega; ma si rinsaldi nell’intima prova della Tua verità, resista alla fatica della critica, si corrobori nell’affermazione continua sormontante le difficoltà dialettiche e spirituali in cui si svol-ge la nostra temporale esistenza.

O Signore, fa’ che la mia fede sia gioiosa e dia pace e letizia al mio spirito, e lo abiliti all’orazione con Dio, e alla conver-sazione con gli uomini, così che irradi nel colloquio sacro e profano l’interiore beati-tudine del suo fortunato possesso.

O Signore, fa’ che la mia fede sia operosa e dia alla carità le ragioni della sua espansione morale, così che sia vera amici-zia con Te e sia in Te nelle opere, nelle sof-ferenze, nell’attesa della rivelazione finale, una continua ricerca, una continua testimo-nianza, un alimento continuo di speranza.

O Signore, fa’ che la mia fede sia umile e non presuma fondarsi sull’esperien-za del mio pensiero e del mio sentimento; ma si arrenda alla testimonianza dello Spiri-to Santo, e non abbia altra migliore garan-zia che nella docilità alla Tradizione e all’au-torità del Magistero della santa Chiesa.

Amen.

Il logo che segnerà tutti gli avvenimenti di quest’Anno. Esso rappresenta una barca, immagine della Chiesa, in navigazio-ne sui flutti. L’albero maestro è una croce che issa le vele le quali, con segni dinamici, realizzano il trigramma di Cristo (IHS). Sullo sfondo delle vele è rappresentato il sole che as-sociato al trigramma, rimanda all’Eucaristia.

Per maggiori informazioni, documenti e programmi: www.annusfidei.va www.vatican.va

tradizionale» in uno dei momenti più difficili della storia della Chiesa, segnato da laceranti discussioni, che scuotono posizioni ritenute fino a ora certe.Non si poteva non condividere l’inquietudine che Paolo VI aveva più di una volta espresso di fronte all’imprudenza e al radicali-smo di molti, insieme ad ammonimenti pressanti, ma al tempo stesso insieme alla sua fermissima volontà di non fermare né scoraggiare alcuna ricerca valida. In quella situazione come è intervenuto il Santo Padre? Non promulgando un Sillabo, non predicando, ma dando l’esempio; mettendosi alla testa dei fe-deli cattolici, non come autorità al di sopra di loro, ma come uno di loro, il primo di loro: «Ecco la mia fede». Confermando i suoi fratelli non con una misura d’autorità, ma attraverso la testimonianza e la comunicazione del suo fervore. È questo un modo molto evangelico e apostolico di esercitare la responsabi-lità dell’autorità.

Sono ancora questi i motivi che hanno suggerito a Benedetto XVI di riproporre l’Anno della fede e di ripartire dal Credo del Popolo di Dio, formulato dal suo predecessore Paolo VI.

don GiovanMaria

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Essere adulti ed essere cristiani

Dopo aver affrontato in alcuni numeri precedenti i temi dell’infanzia e dell’adolescenza, propo-niamo ora una riflessione sulle persone adulte, colonne portanti di ogni comunità, inclusa quel-la cristiana. È utile e bello allo stesso tempo affrontare l’argomento ora che sta iniziando l’anno pastorale, perché la comunità ha bisogno che ciascun adulto abbia piena coscienza di quanto sia importante la sua presenza e il suo assumersi il ruolo di testimone e di accompagnatore di fede e carità nei confronti dei più giovani e dei più fragili

Maurice Denis, Marta e Maria, Museo dell’Ermitage, San Pietroburgo, 1896

Immaginiamoci una situazione classica da film comico e applichiamola a noi, modesti frequentatori della comu-

nità cristiana di Villa d’Adda. Situazione: il parroco, un po’ imbarazzato, annuncia al microfono dopo la Messa domenicale che sono andati persi una marea di documenti dell’archivio parrocchiale, inclusi i certificati dei Sacramenti, che pertanto andranno rifatti.E visto che il parroco in questione è impossibile che pos-sa ricostruire la storia di tutti i parrocchiani, per non far torto a nessuno, ordina: “Tutti di nuovo sui banchi del

catechismo!”. Ed eccoli qui, gli obbedienti parrocchiani, tutti seduti al tavolo il primo giorno di catechismo, un po’ scocciati e un po’ divertiti, pronti però a dimostrare che di quella roba non ce n’era proprio bisogno, e che insom-ma, dopo anni e anni di partecipazione alle Messe e alle attività parrocchiali, qualcosa la conoscono anche loro. Inutile dire che il giorno prima c’era stata la corsa al ripas-so, giusto per non fare una figura troppo misera, per cui tutti erano più o meno prepararti alle domande classiche sulla differenza tra Nuovo e Antico Testamento, sulle pa-rabole di Gesù, sulle tappe importanti dell’anno liturgico

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11 Settembre/Ottobre 2012

e cose così. Ma ‘sta qui (la catechista, si intende) cosa fa? Non va a chiedere: “Datemi una definizione di cristiano adulto”? “Ma come?! E Gesù? E tutto il nostro ripasso?!”. “ Vabbè”, costretti a stare al gioco, i buoni parrocchiani provano anche a rispondere: “È una persona di chiesa” e tutti gli altri: “Sì, ma non basta”. “Si occupa degli altri” e tutti: ”Non basta neanche questo”. “È uno che prega”, ma neppure questo sembra essere sufficiente. E giù risposte su risposte, tutte giuste, ma tutte insufficienti a comple-tare in una frase la descrizione di uno che, adulto, possa definirsi cristiano.A questo punto ogni lettore può continuare la storia a modo suo, però, al di là degli scherzi, provate a pensarci: non è facile rispondere alla domanda della nostra catechi-sta. Il motivo è semplice: cosa è e cosa fa un cristiano per potersi definire tale, è una questione complessa che apre apparentemente a una valanga di risposte e che, non a caso, porta spesso a discussioni anche molto accese tra il “partito” di chi dice che il cristia-no è innanzitutto sempre in chiesa e chi afferma che il buon praticante è chiunque si dedichi alla carità. Cerchiamo di arrivare a una risposta sensata, perché una risposta accet-tabile un po’ per tutti ci deve pur es-sere. Per farlo partiamo, come pre-vedibile, da Gesù e dal Vangelo. Se ci pensiamo, Gesù ci ha invitato a essere tutti cristiani, ma non ci ha chiesto di essere tutti uguali: i talen-ti, lo ha detto chiaro e tondo, sono personali. L’unica indicazione certa e uguale per tutti è stata: “seguitemi”. Bene, facciamoci coraggio, visto che lo ha detto Lui, sicuramente da que-sta parola è possibile tirare fuori la risposta che cerchiamo.Iniziamo allora col dire che un cristia-no è uno che deve camminare; non in tondo ma verso una direzione. Per forza: sennò come si fa a seguire qualcuno che viaggia al passo di Gesù? Proseguiamo dicendo che nel cammino che ha intrapreso il cristiano non è solo: c’è Gesù, che sta seguendo, e ci sono gli altri, invitati anch’essi. Esistono allora almeno queste due caratteristiche comu-ni: un cristiano è in cammino; un cristiano non è solo. La cosa più interessante, e che non si può assolutamente dimenticare nel discorso è che tutto questo non avviene per caso, ma per scelta, perché la sequela è un invito che si è scelto di accettare. Diciamo che siamo in cammino perché amare come Gesù ama non è roba da poco, né una meta facilmente rag-giungibile. È un impegno che dura necessariamente, dal momento che si fa questa scelta, per tutta la vita. Diciamo che siamo con Gesù e con gli altri perché la fede cristiana si sviluppa, cresce, si concretizza, sempre e solo all’inter-

no di relazioni personali. Non c’è risposta alla fede se non c’è la ricerca e la cura della relazione con Gesù e con gli altri. Un po’ come dire che la fede ci lega a Gesù e che la fede ci lega agli altri. Ecco allora prospettarsi la risposta che cercavamo. Un cri-stiano è un uomo (una donna) libero, diverso da tutti gli altri, che desidera amare come Gesù ama; non dimentica di essere amato da Dio e di rimanere in “contatto” con Lui con gratitudine; si occupa e preoccupa dei fratelli, cioè del suo prossimo, prendendosene cura come la situazio-ne lo richiede, perché sente il bisogno di mettere in pra-tica e di condividere quello che prova e quello che vive.Questi due aspetti, gratitudine e attenzione al prossimo, non sono generiche caratteristiche, ma segnano necessa-riamente la vita e le giornate con gesti e decisioni concre-ti: sono ciò che caratterizzano e distinguono il cristiano che ha scelto di essere tale.La gratitudine è lo “spazio” della fede “pratica” e prati-

cata, con tutto ciò che l’accompagna: preghiera, Eucaristia, spiritualità.L’attenzione ai più piccoli, ai più de-boli e agli altri in generale, è lo “spa-zio” della carità e del servizio. Una volta in cammino il cristiano comprende queste due relazioni con Dio e con gli altri non tanto come ob-bligo, quanto come responsabilità, e non se la sentirà di rinunciare a nes-suna delle due. Un po’ come il fatto che per camminare bene è necessa-rio avere due gambe. E se uno prega e non serve o serve e non prega? Beh, non è necessario saltargli addosso: in fondo cadiamo un po’ tutti prima o poi in una di que-ste due “buche”. Però quando ci ac-corgiamo di deviare in questo modo dal percorso “maestro”, è necessario che ci correggiamo: che sia faticoso o

meno, per un cristiano pregare e andare in chiesa non è un optional, e servire neppure. Marta e Maria ci mostrano bene l’importanza dei due aspetti. Non è che Gesù ce l’ha con Marta perché lavora, ma perché la sua preoccupazione è orientata solo verso il lavoro e il servizio, tanto che agli occhi di Gesù questa è “agitazione”.E Maria non è brava perché ascolta invece di lavorare, ma perché Gesù sa che dopo aver ascoltato servirà anche lei, con la differenza che comprenderà meglio le esigenze de-gli altri secondo il “vocabolario” evangelico e riuscendo a farlo mettendo al centro Gesù e gli altri e non solo se stes-sa. Marta cammina con una sola gamba, Maria con due.In un certo senso si può dire allora che l’essere cristiani costituisce la qualità della vita di chi sceglie di esserlo.

Luisa Dinale

Un cristiano è un uomo(una donna) libero,

diverso da tutti gli altri,che desidera amare

come Gesù ama; non dimentica di essere amato da Dio e di

rimanere in “contatto”con Lui con gratitudine; si occupa e preoccupa

dei fratelli, cioè del suo prossimo

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dial gare 12

Era il pomeriggio di domenica 23 settembre, quando, mentre stavo giocando a carte con i ragazzi di Cividino

e Quintano all’Oratorio, il mio cellulare è iniziato a vibrare all’impazzata: uno, due, tre, quattro... sms.Tutti quanti provenienti da ragazzi e ragazze di Villa d’Ad-da, tutti quanti che iniziavano con “Ho saputo che...”. Giusto il tempo di finire la partita, prendere in mano il cellulare, aprire i primi messaggi e leggerli, che il mistero si è subito svelato: don Diego, nelle messe domenicali, aveva detto alla comunità che avevo fatto la domanda al Vescovo di essere ammesso all’ordine del diacono e che sarebbero state esposte le pubblicazioni.Una cosa mi ha colpito: tutti quanti terminavano con la stessa espressione “pregherò per te!”.Che bello!!! Cosa poter desiderare di più? Dire semplice-mente auguri o in bocca al lupo è come dire: “Sono con-tento per te, spero che tu riesca a realizzare quello che stai facendo, buon cammino”, ma dire pregherò per te, è tutt’altra cosa, è qualcosa di più, va ben oltre a dei sempli-ci auguri. Pregherò per te è dire: “Sono contento per te e non ti lascerò camminare da solo. Sono contento per te e ti accompagnerò in questa tua scelta. Sono contento per te e ti sosterrò sempre”. Pregare non è semplicemente un ricordare qualcuno, ma è un essere vicino alla persona per cui si prega anche quando non si è fisicamente accanto.Il mio cammino in Seminario, che dura ormai da 13 anni, sta giungendo al termine (qualcuno scherzando osereb-be aggiungere probabilmente). Ogni anno è stato diverso da quello precedente, alcuni più facili, altri più faticosi e

«Ho saputo che… Pregherò per te!»

L’Ordinazione diaconale di Luca Gambirasio:Mercoledì 31 Ottobre, ore 20.30, Chiesa Ipogea del Seminario

impegnativi, ma sono contento della scelta che ho fatto, sono entusiasta della strada che ho intrapreso. La cosa più bella di tutto questo è che non ho mai camminato da solo reggendomi esclusivamente sulle mie gambe, sulle mie forze, ma sempre accanto a me ci sono state, e ci sono tutt’ora, tante persone che camminano con me e pregano per me. Allora, davanti a una tappa così importante come quella del diaconato, nonostante la sana agitazione che viene quando si fa una scelta fondamentale per la propria vita, non ho paura di fare questo passo perché in tutti questi anni il Signore mi ha guidato, gli amici sostenuto, la fami-glia incoraggiato e tutti voi, dai più piccoli fino ai grandi, avete pregato per me, e sono certo che non smetterete proprio ora.Concludo dicendovi “Grazie!” per tutto quello che avete fatto per me e per il mio cammino (piccoli gesti, una bat-tuta o due parole scambiate, che magari per voi possono essere sembrati inutili, per me sono stati preziosi: al Cre, alle feste, per strada, in chiesa, in oratorio...) e mi per-metto di chiedervi di continuare a pregare per me, per i miei compagni e per tutti coloro che stanno pensando di regalare al Signore la propria vita. Così anche io vi pro-metto un forte ricordo nella preghiera affinché il Signore vi possa ricompensare per tutto quello che mi avete re-galato e vi possa sostenere, come ha fatto con me, nelle vostre vite quotidiane.Grazie di tutto comunità di Villa d’Adda,

Luca

Foto digruppocon icompagnidi classe

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13 Settembre/Ottobre 2012

Et facc ol sègn de cruss?(Hai fatto il segno di croce?)

All’inizio dell’Anno della fede, viene spontaneo andare con la memoria ai segni di fede delle generazioni che

ci hanno preceduto. Certo, si tratta di segni, come a dire di piccoli germogli che tuttavia non sarebbero manifesti se nei cuori, più o meno profondamente, non ci fosse quella radice, che si chiama fede, ereditata dai nostri ge-nitori.Quando nasceva un bambino, oltre a imporgli il nome di un santo che lo avesse a proteggere, il padrino o la ma-drina di solito gli regalava anche una catenina con una medaglietta o una piccola croce che poi avrebbe portato negli anni a venire. Chi di noi non ricorda le raccomanda-zioni materne prima di uscire da casa per andare a scuo-la? «Et dicc sö ol pàter?» (Hai recitato il Padre nostro?) oppure «Et facc ol sègn de cruss?» (Hai fatto il segno del-la croce?). Un altro segno di fede era la recita dell’Angelus a mezzogiorno, accompagnata dal suono delle campane; anche queste “segnavano” e “segnano” ancora l’inizio e il termine della giornata, oltre al mezzodì e ai momenti salienti della vita di una persona: la nascita, la morte, le feste... Un tempo segnavano pure le calamità naturali; il loro suono non solo aveva un significato informativo, ma era anche inteso come una preghiera rivolta a Dio. Nelle case, accanto al letto, non mancava mai “l’acqua-santino” o, appeso alla parete, un quadro con un’effigie religiosa. Le numerose “tribuline” (santelle o edicole re-ligiose) sparse un po’ su tutto il territorio del paese, un tempo mete di devozione presso le quali annualmente si celebrava una breve funzione, erano altri segni della fede dei nostri padri. In prossimità del Santo Natale si allestiva in un angolo della cucina il presepe. In casa non manca-vano altarini raffiguranti la Sacra Famiglia, immagini del Sacro Cuore o del Papa. Anche questi erano tanti piccoli segni di fede. Come pure la partecipazione alle ricorrenze parrocchiali. La festa di Sant’Antonio Abate, fino al 1945, si celebrava nella chiesa e sul sacrato di San Giovanni: il santo era ritenuto non solo protettore della salute dei devoti ma anche protettore degli animali da stalla e da cortile, tanto utili all’uomo di quel tempo. San Gaetano, il Santo della provvidenza, era ricordato solennemente la seconda domenica di agosto.La festa della Madonna del Rosario cadeva invece la pri-ma domenica di ottobre. Tutte queste date erano an-nunciate in anticipo di una ottava con le campane che suonavano a festa ogni giorno a lungo, fino a tarda sera. Le processioni avvenivano con grande sfarzo e ordine. Il mattino, sul sacrato, si procedeva all’“incanto” del trono: al gruppo miglior offerente spettava l’onore di portare per le vie del paese, opportunamente addobbate, i ri-spettivi simulacri. Non mancavano le bancarelle, i botti,

le luminarie, la Confraternita del Santissimo Sacramento, le Figlie di Maria in divisa, i Fanciulli cattolici, ecc. C’era la banda musicale che, prima di partecipare alla funzione, faceva il giro del paese, o meglio, delle osterie accompa-gnata da una frotta di ragazzi.Il culto dei morti era ed è ancora un segno di fede. Duran-te le sere d’estate le nostre nonne, recitando il rosario, raggiungevano il cancello del cimitero. Riporto dagli ap-punti di Felice Esposito alcune preghiere: Terza part del rusàre, a unur e gloria del Signùr, in penitenza di noscc pecàcc, in sufragio de töcc i noscc pòer morcc, per fa chi pöde pregà ol Signùr per töcc i noscc bisògn de l’anima e del corp.(Terza parte del rosario, / a onore e gloria del Signore, / in penitenza dei nostri peccati, / in suffragio di tutti i nostri poveri morti, / per far sì che possano pregare il Signore / per tutti i nostri bisogni dell’anima e del corpo.) Requiem etèrna dona eis Domine... Anime sante, anime purgante, òtre séref come notre, notre éndéentérà come òtre, preghì ol Signùr per notre, che notre ampréghérà per votre. Requiescant in pace. Amen.(L’eterno riposo dona a loro Signore... / Anime sante, / anime purganti, / voi eravate come noi, / noi diventere-mo come voi, / pregate il Signore per noi, / che noi pre-gheremo per voi. / Riposino in pace. Amen.)Segnali di fede erano anche i pellegrinaggi a San Gero-lamo, alla Madonna di Caderizzi, alle Ghiaie di Bonate o alla Madonna del Bosco: qua si recitavano tre corone del rosario, un’Ave Maria per ogni gradino; molte persone addirittura salivano la scala in ginocchio!Un altro segno erano le “Rogazioni”: processioni fatte il mattino in mezzo ai campi per propiziare un buon raccol-to. Nella storia del nostro paese non mancarono le pesti-lenze: il colera, la “spagnola”... A tale proposito va ricor-data la peste del 1630/31 per la quale è stata tramandata la cappella dei “Morti del Rit”, voluta dalla nostra gente e costruita più tardi, nel 1855.Le devozioni alla Madonna, al Sacro Cuore, ai Santi in-segnavano la pazienza nei momenti della malattia e del lutto e alimentavano la convinzione che Dio è presente in tutti i momenti della vita: la fede stessa diventava, nel suo insieme, la risposta ai grandi bisogni dell’uomo.

Giovanni Nervi

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Volontariamente… indispensabili!

Settembre: tempo di riapertu-ra delle scuole, tempo di pro-

getti, calendari e prospettive. Le scuole parrocchiali come la no-stra, con la loro originale e speci-fica proposta educativa, costitu-iscono una rete significativa di istituti, senza i quali molte fami-glie si troverebbero prive di riferi-menti; una grande risorsa, quindi, per la quale far quadrare i bilanci non è tuttavia uno scherzo. Se i contributi comunali sono certi e importanti, spesso quelli statali e regionali rappresentano un’incognita, e questo fa sì che le scuole siano costrette a fare i salti mortali nella propria gestio-ne economica. Grazie al cielo la differenza, non di rado, la posso-no fare i volontari che, con il loro prezioso aiuto e la loro presenza, rappresentano un importante bacino da cui attingere forza e sostegno.La nostra scuola, in particolare, da sempre si avvale della pre-ziosa collaborazione di decine e decine di volontari, sin dai tempi della sua importante ristruttura-zione fino a oggi: tante persone che, nel corso degli anni (e per alcuni da e per molti anni) han-no gratuitamente sostenuto e condiviso il nostro fare educativo con passione e infaticabile voglia di fare e dare. I nostri volonta-ri sono sicuramente una delle espressioni più belle della cura della comunità verso i più piccoli.A ben pensarci, sono davvero tanti e diversi i servizi offerti alla scuola: l’aiuto agli insegnanti nelle uscite didattiche e nel mo-mento del riposo quotidiano; la pulizia settimanale delle grandi vetrate; la cura del giardino; la manutenzione degli spazi interni

L’aiuto dei volontari, dono prezioso per la nostra Scuola dell’Infanzia

ed esterni, l’imbiancatura di aule, corridoi e uffici; lo sgombero del materiale; la preparazione delle caldarroste in autunno; l’aiuto nella gestione delle pratiche bu-rocratiche; l’organizzazione di feste e vendite a nostro soste-gno; la partecipazione a piccole attività con i bambini come l’ani-mazione di una lettura o di uno speciale evento come la festa di Santa Lucia; lo scatto di fotogra-fie utili alla documentazione del nostro stare insieme. E molto al-tro ancora.Ciascuno ci mette del proprio, con il tempo e le capacità di cui dispone, ma tutti allo stesso modo si fanno dono, a testimo-nianza di quella carità cristiana che li contraddistingue e che ci riempie tanto il cuore. Nel volon-tariato possiamo vedere la faccia più pratica della spiritualità e del-la preghiera, quel fare che - se fat-to per gli altri - è fatto anche per Cristo, e nella relazione gratuita e solidale ben esprime quel senti-mento d’amore assoluto che que-ste indispensabili persone testi-moniano nella nostra comunità.Grazie a tutti voi, dunque, che quotidianamente ci accompa-gnate in questo favoloso e im-portante compito educativo, so-stenendoci nei momenti di fatica e regalandoci tempo, spontanei-tà e sorrisi che sono linfa impor-tante per vivere con e per i nostri bambini nel migliore dei modi.Chissà poi che qualcuno, leggen-do queste poche righe, non pos-sa avere la voglia o la curiosità di partecipare a questa buona colla-borazione… Le nostre porte sono sempre aperte, venite a trovarci, vi aspettiamo!

Mara FuocoAlcuni volontari in gita con i bambini

della Scuola dell’Infanzia

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15 Settembre/Ottobre 2012

“Nosce te ipsum!”... Conosci te stesso

Il campo estivo di prima e seconda media a Fiumenero di Valbondione

Domenica 22 luglio. Ore 16. Sotto la chiesa parrocchia-le. Partenza per il campo medie. Destinazione: Fiu-

menero. Per i ragazzi di seconda media, il primo gruppo a partire.Non era la loro prima esperienza, infatti avevano già tra-scorso due giorni insieme a Mezzoldo il lunedì e il marte-dì successivi alla Pasqua 2011, tuttavia erano emozionati come se lo fosse. Arrivati nel tardo pomeriggio nella casa vacanze di Fiumenero, ci siamo sistemati nelle camere e ci siamo ritrovati nella sala dove abbiamo riso, giocato e provato grandi emozioni per quattro giorni. Le giornate sono passate veloci nonostante le due lunghe camminate di lunedì alla Manina e mercoledì al Curò che, tra un feri-to e l’altro, sono risultate due ottime occasioni per parla-re, scambiare idee e, quindi, conoscersi. Martedì è stato fatto un lavoro inerente al tema del campo “Nosce te ip-sum” ovvero “Conosci te stesso”: i ragazzi, divisi a coppie,

hanno disegnato la loro sagoma e poi hanno risposto ad alcune domande fatte da noi animatori scrivendo su di essa; alla fine ci siamo ritrovati e ci siamo scambiati idee e opinioni anche sulla base del film Stand by me, visto la sera prima, il quale racconta la storia di quattro ragazzini che per vedere un cadavere decidono di intraprendere un viaggio. Durante questo viaggio i protagonisti si sono confrontati, supportati e capiti, un po’ come abbiamo fat-to noi durante il lungo tragitto per salire al Curò. “Abbia-mo camminato tanto, ma chiacchierando siamo arrivati in cima alla montagna senza fare fatica: siamo sicuri che anche i nostri compagni si sono divertiti come noi per-ché, anche se non ci conoscevamo bene, siamo riusciti ad andare d’accordo e a stare tutti insieme allegramente”; questo è quello che hanno detto i ragazzi di seconda me-dia che, il giovedì hanno dovuto lasciare spazio ai ragazzi di prima media.

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Quel giorno la sveglia è suonata alle 8, dopo un’allegra serata all’insegna del divertimento e dello scherzo, e alle 9 sono iniziate le pulizie aspettando con tristezza il mo-mento di andare a casa. I ragazzi di prima media sono arrivati verso le 10.30 e, dopo aver fatto una foto tutti insieme, i ragazzi in partenza ci hanno salutati (ammet-tendo di avere gli occhi lucidi) e i ragazzi in arrivo ci sono venuti incontro con armi e bagagli per affrontare questa avventura. Per i nuovi era la prima esperienza di campo estivo, infatti erano un po’ spaesati: capire chi doveva la-vare i piatti, spazzare il pavimento e, soprattutto, pulire i bagni è stato difficile. Il giorno della grande camminata, venerdì, siamo andati in Maslana dove abbiamo mangia-to i fantastici panini dei nostri cuochi e giocato insieme; il cammino è stato lungo e, anche se stanchi e affaticati, siamo tornati a casa felici. Anche i ragazzi di prima media hanno visto il film Stand by me e hanno partecipato alla caccia al tesoro notturna in cui dovevano cercare per il paese di Fiumenero gli animatori e svolgere delle prove per ottenere i pezzi di puzzle che componevano la cartina che li avrebbe portati al tesoro. Purtroppo verso le dieci ha iniziato a piovere, per cui il gioco è stato sospeso e

nessuno ha trovato il tesoro che sarebbe stato un gelato offerto dal don, ma... nonostante tutti sappiamo quanto è buono il gelato, questo non è così prezioso come il teso-ro di emozioni che ci siamo portati a casa da questa breve esperienza. Il campo vissuto con i ragazzi di 1a e 2a media è stata un’esperienza unica: non capita tutti i giorni di tra-scorrere una settimana insieme ad altre persone, alcune già incontrate e altre di cui si conosce poco o nulla. Ma è proprio grazie a questa convivenza che siamo riusciti ad avvicinarci fra noi e a stringere dei legami, anche profon-di: non più degli sconosciuti che nemmeno si salutano, ma degli amici che si fermano volentieri per scambiare quattro parole. Nonostante le fatiche e il sudore, tanto da essere sul punto di rinominare il campo “Barcollo ma non mollo”, siamo felici di aver partecipato a questa avventu-ra che ci ha lasciato tanto nel cuore e nella mente: ricordi indelebili di una settimana all’insegna della conoscenza. Ringraziamo il don, i catechisti, i cuochi Marilena, Gra-zia e Gianni e naturalmente i ragazzi di prima e seconda media: senza di loro non avremmo potuto vivere questa esperienza.

Giuditta

Mezzoldo 2012: corso animatori

Un luogo di amicizia e di calore

Quando siamo arrivate a Mezzoldo domenica 26 agosto non sapevamo cosa aspettarci e, a essere sincere, provavamo un

po’ di timore all’idea di trascorrere una settimana in compagnia di sconosciuti! Ci avevano assicurato che ci saremmo divertite e che sarebbe stata una bellissima esperienza, ma come crederci? Appena siamo scese dalla macchina, ogni paura è passata gra-zie al sorriso degli animatori dell’Upee che accoglievano i ragazzi man mano che arrivavano. Nel giro di un’ora, di volta in volta che ci venivano assegnate le camere, abbiamo iniziato a fare amicizia con coloro che sarebbero stati i nostri compagni di avventura. A Mezzoldo ognuno è libero di essere se stesso senza temere le impressioni altrui, dando sfogo alla propria personalità. Mezzoldo è un luogo di amicizia e di calore.Nel corso della settimana abbiamo affrontato tematiche importanti riguardo all’essere animatori, all’interno dei nostri oratori: abbiamo capito che non esistono manuali o regole precise per diventarlo, educatori lo siamo tutti ogni volta che ci prendiamo cura dell’altro senza aspettarci nulla in cambio, ogni volta che mettiamo da parte i nostri pensieri.Ascolto e comunicazione: due doti fondamentali per essere educatori, ma di certo non le uniche, poiché abbiamo com-

preso che il lavoro di educatore non si impara a scuola, studiando li-bri e seguendo elenchi di regole; per essere buoni animatori occorrono soprattutto passione e sentimento. Mezzoldo è stato straordinario e al momento della partenza nessuno si è stupito al vedere così tanti occhi lucidi, quegli stessi occhi che nemmeno una settimana prima si guar-davano attorno spaesati e impauriti: è stata un’esperienza unica e indi-menticabile. E poi da Mezzoldo si portano a casa anche tanti sguardi, tanti visi, tante amicizie, tanti sorrisi: tutti quelli che s’incontrano pos-sono diventare occasione per dare al proprio stile quel tocco di colore in più che loro ci possono regalare. E magari anche un tantino di coraggio in più per provare a buttarsi e a darsi da fare di più.

Claudia e Chicca

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17 Settembre/Ottobre 2012

Sognando a occhi aperti

Terza media e adolescenti a Borgo San Lorenzo (Fi), dal 5 al 12 agosto

La vita dell’uomo è una successione indeterminata di singoli istanti che scorrono senza sosta per non torna-

re più: il tempo è, infatti, insensibile agli eventi della no-stra storia e imperturbato dissolve lentamente il nostro passato, riducendolo a vaghi ricordi di cui gradualmente si perde perfino la certezza. Spesso non ci accorgiamo nemmeno che tutto ciò stia effettivamente avvenendo in noi, nella nostra memoria e, rapiti dalla frenesia della società della nostra epoca e nella fretta di vivere che ci caratterizza, non troviamo più neppure un minuto per volgere un po’ indietro il nostro sguardo, per riferirci al nostro trascorso, per fare il punto della nostra situazione o per rivedere quello che non va in noi: viviamo giorno per giorno, assorti nei nostri pensieri, trascurando noi stessi e talvolta anche gli altri; per noi ragazzi e giovani il rischio d’ignorare ciò che di volta in volta ci accade è ancora più elevato.Ma esiste una soluzione: si chiama campo adolescenti. Per chi non ne sapesse nulla, si tratta di un’esperienza si-curamente indimenticabile che l’oratorio mette a dispo-sizione dei ragazzi delle medie e delle superiori, ai quali viene proposto di trascorrere durante le vacanze estive una settimana rigorosamente insieme, condividendo gli stessi spazi e apprendendo nello stesso tempo a rispet-tarsi e a vivere civilmente. È un’opportunità, una delle poche, per poter apprezzare la gioia dello stare insieme, per fare nuove amicizie e per estraniarsi dalle ansie del-la vita mondana esterna, specchiandosi in se stessi, così come negli altri, compagni di viaggio non solo per quella breve settimana e ugualmente bisognosi di confronto, di relazione, di legami. Il luogo designato come meta è, in-fine, sempre adatto a permettere a ognuno di perseguire questi obiettivi, essendo generalmente isolato da tutto

il resto, immerso in un’atmosfera di placida calma e di religioso silenzio come possono essere i rifugi di monta-gna o, nel caso di quest’anno, gli splendidi paesaggi delle colline toscane.Fu così che all’alba del 5 agosto del corrente anno un pul-lman carico di aspettative e sogni lasciò Piazza della Vit-toria disposto a offrirci una nuova esperienza, la prima per alcuni distante da casa, non per altri, ormai in questo veterani. In realtà, dopo tanta fatica che da due mesi a quella parte stavamo sopportando lontano dai banchi di scuola, non era pensabile di dirigersi fin da subito a Bor-go San Lorenzo: fu così che gli educatori, evidentemen-te con il consenso di don Diego, ci concessero un primo giorno di completo relax distesi come lucertole lungo le assolate spiagge di Cesenatico; valicati gli Appennini, dalla serata del giorno successivo il campo vero e proprio avrebbe potuto avere inizio.Uno degli aspetti che sicuramente contribuiscono a ren-dere unica l’esperienza del campo adolescenti è la scel-ta di un titolo e di una tematica che possano in qualche modo fare da sfondo a ogni riflessione che viene propo-sta: non si può, infatti, prescindere da una componente

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dial gare 18

introspettiva che accompagna ogni indagine morale e personale, come quella effettuata all’interno dei nostri gruppi con la finalità ultima di approfondire tanti aspetti dell’esistenza, i quali altrimenti verrebbero con tutta pro-babilità trascurati ingiustamente; il titolo designato per il campo 2012 è stato così “Sognando a occhi aperti” e il soggetto quello delle ambizioni di ognuno nella propria vita. Tutti noi abbiamo bisogno di sognare, tutti abbiamo o abbiamo avuto dei desideri che, se non coltivati, pos-sono divenire rimpianti. Tutti noi, infine, desidereremmo dare alla nostra vita una forma che ci piaccia, che possa soddisfarci, che sia davvero nostra, ma occorre del tem-po; pensare ai sogni nell’epoca fortemente pragmatica in cui viviamo è molto difficile, specialmente al di fuori di un ambiente come quello dell’oratorio, ma bisogna

riconoscere l’importanza di sognare e di coltivare le aspi-razioni che ognuno ha. Pensare al futuro non è pensare a qualcosa di distante e inarrivabile, è piuttosto parlare di sé, sapersi vedere tra 5, 10, 15 anni; si tratta di saper capire attraverso le esperienze che ora si fanno la vera e originale vocazione di ciascuno di noi.Il campo è tutto questo e molto altro, l’occasione per ri-flettere con altri ragazzi nelle medesime condizioni ma anche per evadere dalla quotidianità, visitando insieme a tanti amici le bellezze che l’Italia ci riserba, quelle natu-rali come le colline toscane, quelle urbane come il comu-ne di Scarperia, famoso per la produzione artigianale di coltelli, o le magnifiche città di Firenze e Siena. Insomma, provare per credere!

Matteo

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19 Settembre/Ottobre 2012

Volontaria alle Olimpiadi di Londra 2012!

Tutto è inziato nell’estate 2010 quando io e la mia fa-miglia facevamo visita ad amici in Inghilterra. Lì per la

prima volta ho sentito che stavano reclutando volontari per le Olimpiadi che si sarebbero tenute due anni dopo. Ho visitato il sito dell’organizziazione e quasi per sfizio, senza intenzioni serie, ho compilato il form di candida-tura online. Sembrava uno scherzo, mi chiedevano che programmi avessi per l’estate 2012, pensavo “Beh, avrò finito le superiori” ma non avevo altre certezze. E così è iniziata una lunga attesa prima di sapere se fossi stata accettata o meno. Erano più di 200mila le candidature e solo 70mila i posti. A febbraio 2011 ho sostenuto un’in-tervista telefonica nella quale ho parlato di me, degli sport che mi piacciono e dello spirito di volontariato, già presente nella mia vita. Ad aprile 2011 finalmente è ar-rivata la notizia: mi avevano accettata. Poi vuoto, nessun segnale fino a novembre 2011 quando mi hanno final-mente convocato al primo evento per i volontari. Uno spettacolo di entusiasmo, allegria ed enormi aspettative. E poi di nuovo a casa, a continuare la vita universitaria appena iniziata. Gennaio 2012, un’altra email, un’altra convocazione, e ancora aereo, Londra, altra riunione di anime vivaci ed energiche e poi vita normale. Ogni volta era un’enorme carica di energie, tutti non aspettavamo altro che l’arrivo dell’estate. Lentamente comprendevo quale sarebbe stato il mio ruolo. Prima mi comunicarono lo sport al quale avrei lavorato, la pallavolo, poi il ruolo, e cioè interprete e infine quali sarebbero stati i “perso-naggi” che avrei dovuto tradurre: giornalisti e atleti. Ogni volta che mi davano un’informazione in più mi sembrava sempre più un sogno. L’ultima riunione è stata a giugno 2012 ed ero finalmente con la mia squadra di colleghi, altri interpreti che conoscevano altre lingue: un mix di internazionalità e di culture stupendo. La riunione era

allo stadio “Earls Court”, luogo dove avremmo la-vorato, ma era ancora in costruzione. La fantasia di ognuno di noi disegnava nella propria testa i rumo-ri, il pubblico, gli atleti, lo spettacolo che si sarebbe concretizzato in quel po-sto. Un mese dopo erava-mo lì con i rumori veri, il pubblico autentico, tutto era reale e tre volte più elettrizzante di come ce lo eravamo immaginato. Dal 31 luglio ho iniziato a lavorare. La mia giornata iniziava presto la mattina,

i turni erano due, dalle 8 alle 16 oppure nel pomeriggio fino alla sera tardi, dalle 15 alle 24. Il mio ruolo di inter-prete era necessario a ogni partita dell’Italia. Tutti i giorni quindi assistevo alla partita della Nazionale, femminile o maschile, per essere pronta a tradurre le domande dei giornalisti quando la partita fosse finita. Ho intervistato il capitano di entrambe le nazionali più volte. La prima intervista è stata alla Lo Bianco, ero agitatissima e nono-stante il giornalista mi avesse già ripetuto le domande da fare non smettevo di farmele ripetere. Così come le mie gambe tremavano alla prima conferenza stampa: mi trovavo proprio lì, in mezzo al capitano e al coach, come tante volte avevo visto da casa in tv. È stato bello poter essere a contatto con gli atleti in una delle esperienze più importanti della loro vita e sentirsi coinvolti in un evento così grande. Le ragazze sono state eliminate alle semifi-nali e doverle intervistare in lacrime è stato straziante; nei loro occhi si leggeva il tanto bramato sogno, infranto. I ragazzi invece erano molto contenti del bronzo. Il veder alzare la bandiera dell’Italia alle premiazioni è stato un orgoglio! La fortuna di conoscere due lingue mi ha così portato a fare un’esperienza ricca di emozioni e concentrata in due sole settimane. I ricordi di quei giorni penso rimarranno indelebili nella mente di ognuno di noi volontari; abbia-mo tutti dato il nostro contributo per creare qualcosa di davvero grande come le Olimpiadi e pensare di averne fatto parte rende tutti molto orgogliosi.Con ansia e trepidazione non mi resta che aspettare quattro anni per far di nuovo parte di un evento come questo: RIO 2016.

Giulia Rissotto

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dial gare 20

Inizia un nuovo anno sportivo e sarà difficile migliorare il precedente per molti motivi.Lo scorso anno ci sono state molte vittorie (il campionato con la palla-volo del misto e il girone

di calcetto con gli Amici di Omar) e pure delle pro-mozioni (gli Amici di Omar appunto e l’altra squa-dra di calcetto arrivata seconda nel suo girone).Poi è arrivata l’estate, ci sono state le prime elezio-ni della società che hanno visto il presidente Turani ancora rieletto (ma siete sicuri di quello che avete fatto?) e la programmazione della nuova stagione.

La nuova stagione ha rischiato per qualche setti-mana di non vedere ai blocchi di partenza la squa-dra del misto detentrice del titolo, ma grazie alla caparbietà del nostro Angelone e del nucleo stori-co della squadra saremo lì sotto rete a difendere lo scudetto che abbiamo cucito sulla maglia; si tratta solo di capire quanto valiamo.Ai blocchi di partenza della stagione c’è pure la squadra del basket che aspettiamo tutti con ansia alla prova di maturità (anche se hanno l’età media minore) perché dopo tanti miglioramenti, li vor-remmo vedere finalmente con un piazzamento a metà classifica o magari a lottare per i play off.Finiamo con le due squadre di calcetto che devono prendere le misure a un girone nuovo dove trove-ranno sicuramente più competitività e tecnica, ma sappiamo che i nostri ragazzi non faranno di certo mancare l’impegno.

INIZIA UN NUOVO ANNO… E SI TORNA A CASA!

Forse pensate che sia finita qui e invece quest’an-no c’è una grossa novità e soprattutto dopo circa vent’anni torniamo a casa… Come non avete capito?Forse mi prenderete per matto, ma uno dei miei ricordi da bambino dei primi anni delle elementari è quello di andare in oratorio con mio papà, vedere il cancellone tutto coperto da un telo, pagare il bi-glietto ed entrare a vedere la partita serale dell’U.S. San Carlo della coppa Bresciani in oratorio.Poi, la società che prima era in oratorio si è sposta-ta al campo grande, ha cambiato nome, ecc…Circa quattro/cinque anni fa abbiamo ricostruito l’U.S. San Carlo sotto il nome di A.S.D. Oratorio San Carlo Villa d’Adda e da quest’anno, se di venerdì sera entrerete in oratorio (tranquilli che il cancel-lone non sarà coperto e non si pagherà il biglietto) troverete nel bar una squadra composta da 6 papà e 2 ragazzi che disputerà il campionato provinciale di calcio balilla.Una nuova esperienza che ci permette, innanzitut-to, di far nascere una nuova disciplina nel nostro paese (come avevamo già fatto col basket), ma so-prattutto ci permette di riportare la società sporti-va a giocare lì dove è nata: in Oratorio. In bocca al lupo ragazzi!

Come sempre vi aspettiamo numerosi alle partite in casa presso la palestra delle scuole medie o al bar dell’oratorio e per chi non riuscisse, seguiteci sul nostro blog.

Buon campionato a tutti!

Davide Chiari e la dirigenza

Invito dal Gruppo Rosa BluMartedì 16 ottobre, ore 20.30, in oratorioIncontro con i genitori dei ragazzi

L’invito è rivolto anche a tutti gli adulti e genitori di ognibambino o ragazzo che vorrebbe conoscere il nostro gruppo.Vi aspettiamo!

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21 Sett embre/Ott obre 2012

di Fabrizio Dett amanti Commedia musicale in dialett o bergamasco in tre atti .

“Andiamo a Teatro 4”

INIZIO SPETTACOLI ORE 21.00INGRESSO: INTERO 8,00 Euro - RIDOTTO 5,00 Euro (fi no a 15 anni di età e sopra i 65 anni)

INFO - PRENOTAZIONI - ABBONAMENTI: Cell. 340 5311404 - Cell. 349 3123350 (Piero) - www.compagniaolrasghi.it

CINE-TEATRO SAN CARLO VILLA D’ADDA

Rassegna Teatrale 2012

Con il patrociniodell’Amministrazione Comunale di Villa d’Adda

in collaborazione con l’Oratorio San Carlo

Sabato 6 ott obre - ore 20.45

FUORI RASSEGNA Sabato 13 ott obreL’Associazione

“Non Solo teatro”di Calusco d’Adda

presenta

regia di Giuseppe ColleoniCommedia brillante in due atti .

di Anna Beltrameadatt amento e regia di Giovanna Scardoni

Commedia psico brillante in due atti .

Sabato 20 ott obreTrio teatrale

“PensierinaffittO”di Nogara (VR)

presenta

Sabato 27 ott obreL’Associazione “TeatrOsfera”

di Lecco

regia di Matt eo PolvaraCommedia brillante in due atti .

Sabato 3 novembreL’Associazione “Ronzinante”

di Merate (LC)presenta

di Edmond Rostandadatt amento drammaturgico di Lorenzo Corengia

Sabato 8 dicembreLa Compagnia Stabile

“il Teatro del Gioppino”di Zanica

FUORI RASSEGNA

presenta

presenta

L’Amministrazione Comunale, all’interno delle iniziati ve proposte dalla CIBaventi per oggett o “UNA SCUOLA PER CAVEZZO (MO) - Comune dell’Emilia colpito dal terremoto”

ORGANIZZA per

SABATO 10 NOVEMBRE 2012presso il Cineteatro San Carlo di Villa d’Adda, la commedia dialett are in due atti di Mario Donetti inti toalta

LA BRÈSA ATALANTA: OL DERBY DE L’ÒI e rappresentata gratuitamente dalla compagnia teatrale “I BALORES” di Sott o il Monte

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a villa

d’ad

da...

dial gare 22

• 7 Ott obre: 10ª Camminata “Solidalmente” km. 6-12-22-27 - Almè (BG)

• 14 Ott obre: 4ª Quater Pass in Valverda km. 6-13-22 - Valverde (BG)

• 21 Ott obre: 7ª Strasuisio km. 6-11-14-22-30 - Suisio (BG)

• 20/21 oppure/proposta Gita / Camminata e Week End a Siena km. 10 e 18 Castelnuovo Berardenga (Siena)

• 28 Ott obre: 35ª Teremotata km. 8-15-24-32-50 Terno d’Isola (BG)

Per prenotazioni e informazioni rivolgersi presso:

Fiorenzo Paggi Tel. 035 793306Anna Maria Locatelli Tel. 035 784104

Umberto Chiari Tel. 035 792892Luigi Rota Tel. 035 798060

Per moti vi organizzati vi si prega di telefonaredalle 12 alle 14 del sabato.

Dai Bigacc de ËlaCentro Sporti vo ComunaleVia Donizetti - Villa d’Adda (Bergamo)F.I.D.A.L. - Bg - 339 - anno 2012

Prossimi appuntamenti

PerCarvico}

Addio a madre Alessandra Canziani,deceduta a La Ceiba de Guadalupe - El Salvador

Madre Alessandra Can-ziani, missionaria delle Figlie di San Girolamo Emiliani di Somasca, è morta il 26 agosto scorso, a La Ceiba de Guadalupe (El Salva-dor), all’età di 85 anni.Sono molte le famiglie del paese, e del territo-rio dell’Isola, che ogni anno fanno visita alla missione in Salvador,

che madre Alessandra nel 1958 aveva avviato e che, grazie a lei, avevano adott ato fi gli a distanza. Da qui era nato il “Gruppo Salvador” per sostenere le molte opere e necessità della missione.Questo il ricordo della portavoce del gruppo:«La so-rella ci ha lasciati per entrare nella casa del Padre del-la bontà e della misericordia. Ringraziamo il Signore per il dono di madre Alessandra, per la sua umile e serena presenza, il suo fedele, discreto e generoso servizio ai poveri e ai bambini abbandonati presso l’Isti tuto Hermanas Somascas in Salvador. Preghiamo affi nché possa essere ricompensata di tutt e le sue fa-ti che e venga colmata di benedizioni per aver fatt o della sua vita un dono di carità vissuta».Questa la speranza delle tante persone che compon-gono il gruppo delle famiglie adott anti .

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23 Sett embre/Ott obre 2012

Il grazie della CaritasAnche quest’anno la Caritas parrocchiale vuole rag-giungere, con un parti colare ringraziamento, tutti coloro che si sono prestati per la preparazione delle torte in occasione della Festa sul fi ume.Ringrazia i volontari che hanno allesti to lo spazio e, sopratt utt o, coloro che hanno acquistato sostenendo così le iniziati ve della Caritas parrocchiale.Il ricavato di € 1.139,00 servirà per l’acquisto di ge-neri di prima necessità e per il pagamento di utenze domesti che di famiglie in diffi coltà.

Gli Amici dell’Africa di Villa d’Adda organizzano la

19ª Edizione di

UNA MELA - UN SORRISO a VILLA D’ADDA:

SABATO 27 OTTOBRE (POMERIGGIO)

DOMENICA 28 OTTOBRE (MATTINA)

con l’aiuto di volontari animeranno levie del paese passando con furgoni carichi di:

MELE, ARANCE, UVA,MANDARINI, PERE, PATATE, RISO, MIELE...

E UN CARICO DI SORRISI...

Chi lo desidera può trovarci nella piazzasott o la chiesa parrocchiale

e presso l’Isti tuto San Giuseppe

IL RICAVATO SARÀ DEVOLUTO PER LE OPEREMISSIONARIE SOSTENUTE DAL NOSTRO GRUPPO

Si ringraziano anti cipatamente tutti i volontari,i sostenitori e i citt adini che collaboreranno

per la riuscita della manifestazione.

Il Centro di primo ascolto dellaCaritas parrocchiale

• materiale scolasti co• generi alimentari a lunga conservazione:

• scatolame vario(es. tonno, carne, verdure, legumi ecc.

e legumi secchi confezionati )

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ENTRATE

- N. 176 buste ........................................................................................................................ € 3.595,00

- Da partecipanti al pranzo .................................................................................................... € 1.945,00

- Off erte desti nate a don Andrea ........................................................................................... € 500,00

- Da cena presso Casa associazioni ........................................................................................ € 1.330,00

Totale..................................................................................................................................... € 7.370,00

USCITE

- Per il numero speciale “dialogare” ...................................................................................... € 1.400,00

- Stole regalate a don Andrea ................................................................................................ € 840,00

- Off erte desti nate a don Andrea ........................................................................................... € 500,00

- Off erta alla banda per servizio matti na e sera .................................................................... € 700,00

- Per pranzo e rinfresco ......................................................................................................... € 2.750,00

- Per fi ori, alcuni addobbi e varie........................................................................................... € € 380,00

Totale..................................................................................................................................... € 6.570,00

ALCUNE OSSERVAZIONI

- La cott a regalata a don Andrea dalla parrocchia è stata off erta da alcune persone

- Anche la spesa per il Musical “IL RISORTO” è stata coperta da un’off erta

- La torta e lo spumante all’Oratorio sono stati off erti dalla famiglia Pressiani

- La maggior parte dei nastri usati per gli addobbi è stata off erta

- Visto che la Banda non ha fatt o il servizio della sera, per la pioggia, siamo d’accordo che verrà fatt o gra-tuitamente un servizio nel prossimo anno.

Resoconto economico spese per la festa di don Andrea

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dial gare 24

N.N. ...............................................................€ 100N.N. ...............................................................€ 100N.N. ...............................................................€ 520

Una famiglia (giugno/luglio/agosto) ..............€ 210

Sottoscrizione a premi - Cre ..........................€ 1.339

Da ricavato “biscotti” .....................................€ 130

Offerta per pulizia sagrato - sposi ..................€ 100

In memoria di Nevio Perico ...........................€ 30

In memoria di Giannina Angela Pressiani:- i figli .............................................................€ 800

Da Gruppo Alpini Protezione Civile eAmici Volontari (taglio erba acconto 2012) ...€ 5.000

Dagli ammalati...............................................€ 365Bussolotto in chiesa .......................................€ 80

Totale .........................................................€ 8.774

Luglio 2012

Offerte per l’Oratorio

N.N. ...............................................................€ 250N.N. ...............................................................€ 30

Dagli ammalati...............................................€ 540Bussolotto in chiesa .......................................€ 208

Totale .........................................................€ 1.028

Agosto 2012

N.N. ...............................................................€ 100N.N. ...............................................................€ 80

Dagli Ammalati ..............................................€ 385

In memoria defunti coscritti classe 1938 .......€ 100

Una famiglia amica ........................................€ 100

Offerte varie ..................................................€ 500

In memoria di Albina Fiori:- i figli .............................................................€ 500

In memoria di L. M. .......................................€ 600

In memoria di padre Carlo Viscardi:- un nipote .....................................................€ 300

In memoria di Delia Locatelli:- la cognata Maria ..........................................€ 100

Dal Gruppo Alpini - Protezione Civilee Amici Volontari (taglio erba 2° acc. 2012) ......€ 8.000

Per pulizia sagrato - riso sposi .......................€ 50Per pulizia sagrato - riso sposi .......................€ 40

Bussolotto in chiesa .......................................€ 230

Totale .........................................................€ 11.085

Settembre 2012

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25 Settembre/Ottobre 2012

Giannina Angela Pressiani vedova Medolago, di anni 84, deceduta il 15 luglio In quel tempo Gesù disse: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero”.

(dal Vangelo di Matteo 11, 25-26.28-30)

i fratelli defunti

i piccoli appena battezzati

Il 15 luglio: Riccardo Masseretti di Robert e Claudia Rumi

Il 16 settembre: Francesco Pezzoli di Simone e Rossella Grande

Martina Borassi di Francesco e Elisa Tavola

Alessandro Milani di Matteo e Silvia Perico

Anita Sala di Francesco e Ramona Lecchi

Rebecca Riva di Michele e Emanuela Colombo

La nostra comunità ricorda

i novelli sposi

Umberto Pesenti con Ilenia Savini, il 21 Luglio a Villa d’Adda

Italo Mazzola con Cristina Comi, il 14 settembre a Villa d’Adda

Dario Oneda con Tiziana Cospito, il 28 settembre a Villa d’Adda

Andrea Locatelli con Simona Cavalli, il 7 luglio a Sotto il Monte

Damiano Rota con Cecilia Cavagnera, il 7 luglio a Bergamo

Gianenrico Colombo con Anna Fasola, il 14 luglio a Ponte San Pietro

Livio Roncalli con Cecilia Anna Gozzi, il 5 settembre a Peschiera del Garda

Michelangelo Mandaglio, di anni 72, deceduto il 23 luglio

Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre.Dica Israele: “Il suo amore è per sempre”.Dicano quelli che temono il Signore: “Il suo amore è per sempre”.Nel pericolo ho gridato al Signore:mi ha risposto il Signore, e mi ha tratto in salvo.

(dal Salmo 117)

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dial gare 26

Bruno Ambrosi, di anni 64, deceduto il 30 luglio

Amato Bruno,ci fa piacere ricordare su queste pagine la tua vita retta, onesta, piena di rispetto

e di amore per il prossimo. Se la tua anima ha spiccato il volo nello spazio tra il cielo e il mare per andare oltre, il tuo cuore è rimasto con noi per confortarci e aiutarci nella ricerca di una spiritualità sempre più profonda e vera.

Moglie e figli

Letizia Ghisleni, di anni 84, deceduta il 2 agosto

“Io credo, Signore,che alla fine della nottenon c’è la notte, ma l’aurora;che alla fine dell’invernonon c’è l’inverno,ma la primavera;che al termine dell’attesanon c’è ancora l’attesa,ma l’Incontro”. (Jules Folliet)

Carizzoni Rosa vedova Rainoldi, di anni 82, deceduta il 2 agosto

Guardo il cielo lassù, di notte, tra bagliori di stelle e penso a te Mamma. Grazie! Dalla tua grande sofferenza ho appreso quanto basti poco per essere felice.Ti voglio bene.

Giuliana

Guido Armelloni, di anni 64, deceduto il 20 agosto

“Coloro che ci hanno lasciati non sono degli assenti, sono solo degli invisibili:tengono i loro occhi pieni di gloria puntati nei nostri pieni di lacrime”.

(Sant’ Agostino)

Aristide Biffi, di anni 83, deceduto il 23 agosto

Il tuo motto era: «il rispetto e l’educazione innanzitutto». Sei stato un uomo onesto, sincero, gran lavoratore, di poche parole, ma di grandi fatti.

Tuo figlio Maurizioe tua moglie Maria Teresa

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27 Settembre/Ottobre 2012

Anna Giuseppina Ravasio vedova Nava, di anni 92, deceduta il 4 settembre

“Non si perdono mai coloro che amiamo,perché possiamo amarli in Colui che non si può perdere”.

Cara nonna,abbiamo trascorso tante belle giornate insieme: abbiamo riso, abbiamo scherza-

to, abbiamo giocato e abbiamo dormito con te. Sei stata per noi come una seconda mamma. Ora è arrivato il giorno da te tanto atteso, ti sei lasciata andare: eri molto stanca, ma hai sempre avuto vicino le persone da te tanto amate. Ti sei spenta con il sorriso ed ora noi sorridiamo con te.Ciao, cara nonnina.

I tuoi nipoti

Erminio Francesco Magni, di anni 73, deceduto l’11 settembre

Signore Dio, Padre della vita,se i nostri occhi si arrestano alle soglie della tomba, il nostro cuore sa che la speranza non delude, perché il tuo Spirito ci ha colmati del tuo amore, che è più forte della morte.Concedi ai nostri fratelli defunti di partecipare in pienezza al trionfo della risurrezionee a noi di camminare saldamente nella via della tua parola, per giungere a Te, sor-gente della vita.

(dalla liturgia)

Delia Locatelli in Fetti, di anni 74, deceduta il 12 settembre

“Tu sei giusto, Signore, e retti i tuoi giudizi.Agisci con il tuo servo secondo il tuo amore”. (dal Salmo 118)

Il 12 settembre il Dio dei giusti e dell’amore è venuto a prendere Delia e abbiamo sperimentato quanto sia grande il suo amore consentendoci di essere con lei fino all’ultimo respiro.Delia cara, dopo anni passati nel buio ora sei nella luce piena ricongiunta con la tua famiglia; ti vedo con mamma e papà, Dario.Gioisci con loro e tutti gli amici che ti hanno preceduto; sarai sempre nel cuore di chi ti ha voluto bene.

Mariuccia - Daniele

Gaetana Madonia vedova Collura, di anni 93, deceduta il 15 settembre

Avrai sempre un posto nei nosti cuori.I tuoi cari

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dial gare 28

gli anniversari

Battista Laini29.8.94 29.8.12

Silvio Limonta27.8.99 27.8.12

Il prossimo numero di è previsto per il 9 Dicembre 2012dial gare

Suor Rosalia Gentile, religiosa del Sacro CuoreGricignano di Aversa 1920 - Villa Peschiera 2012

Sabato 11 agosto, è stato celebrato il funerale di suor Rosalia Gentile, con la parte-cipazione dei suoi cinque nipoti, della comunità e di una buona rappresentanza del personale.La Messa, quasi pasquale, ha colmato i parenti e tutti noi di serenità e di pace.“Ti benedico, Padre… perché hai rivelato queste cose ai piccoli… Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi darò ristoro. Imparate da me che sono mite e umile di cuore”, queste le parole della liturgia eucaristica, che abbiamo scelto per il funerale, talmente ci sembravano adatte per sorella Rosalia Gentile. Quindi fiori bianchi sulla bara, paramenti bianchi… rappresentavano bene la semplicità di Rosalia e il suo affetto per Maria.

Suor Giuseppina Foglieni, religiosa del Sacro CuoreCalusco 1909 - Villa Peschiera 2012

Giovedì 23 agosto, circondata dai nipoti, in particolare suor Clotilde Agazzi, e da un fol-to numero di parenti e amici, è stato celebrato il funerale di suor Giuseppina Foglieni.“Vieni, alzati mia bella, mia amata vieni! L’inverno è passato… Vieni mia sposa!”Ricordiamo la nostra consorella come persona contemplativa, tutta data al Signore e impegnata costantemente, nella sua lunga vita, a offrirsi per la Chiesa e per il mondo.

Giuseppe Turani9.10.08 9.10.12

Gerolamo Caseri 8.10.98 8.10.12

Gianfranco Viscardi 1.9.10 1.9.12

Francesca Piazzoni22.9.00 22.9.12

Donato Colombo1.10.10 1.10.12

Alessandro Mora1.9.91 1.9.12

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Festa della Madonna del Rosario e Settimana della comunità

Settimana della ComunitàSarà vissuta dalla domenica 14 alla domenica 21 ottobre, data della ricorrenza della Consacrazione della chiesa parroc-chiale (1811)

• sabato 13 ottobre: nel pomeriggio incontro di inizio catechismo per tutti (2a elementare - 2a media)• domenica 14 ottobre ore 10.30: Santa Messa con Mandato ai catechisti Nel pomeriggio all’Oratorio: Pesca di Beneficenza e bancarelle con gruppi e associazioni del territorio. La

sera grigliata in oratorio e serata musicale con DJ Alessio• inizio catechismo (mercoledì 17 e sabato 20 ottobre)• mercoledì 17 ottobre ore 20.30: preghiera del Santo Rosario in Oratorio per tutte le famiglie dei ragazzi della

catechesi• giovedì 18 ottobre ore 20.30 nella chiesa parrocchiale: inizio insieme dei Centri di Ascolto della Parola di Dio

Durante la settimana la Messa sarà alle ore 8.30 con riflessione tratta dalla Lettera pastorale del Vescovo

Iscrizioni per il catechismo• Mercoledì 3 ottobre (dopo le confessioni delle medie) dalle 15 alle 18

• Venerdì 5 ottobre (dopo la messa in parrocchia): dalle 21 alle 22.30

• Sabato 6 ottobre dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18 in oratorio

• Domenica 7 ottobre dalle 15 alle 17 (prima della Messa e della processione)

Madonna del Rosario - Domenica 7 ottobreGiovedì 4 e Venerdì 5 ottobre: ore 20.00 Santo Rosario ore 20.30 Santa Messa con riflessione

Venerdì 5 ottobre: ore 16.00 Unzione degli infermi presso la chiesa di San Giuseppe (Istituto)

Sabato 6 ottobre: ore 17.30 Santo Rosario ore 18.00 Santa Messa

Domenica 7 ottobre:Messe alle ore 7.30; 9.15 (Istituto); 10.30La sera la Messa sarà anticipata di mezzora e inizierà alle ore 17.30 e a seguire la processione con la statua della Madonna e la Banda di Brivio lungo via del Borgo e via Fossa. Dalle ore 19.30 in avanti è possibile cenare all’Oratorio

Confessioni• per i ragazzi delle medie: mercoledì 3 ottobre ore 14.30• per i bambini delle elementari: sabato 6 ottobre ore 9.30• per i giovani e gli adulti: mercoledì 3 ottobre dalle 9.30 alle 11.30 giovedì 4 ottobre dopo la Messa delle ore 20.30 sabato 6 ottobre dalle 16 alle 17.30 domenica 7 ottobre dalle 16 alle 17