foglie n.06/2014

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AgricolturA • AgroAlimentAre • turismo rurAle n° 6 • 1 Aprile 2014 R No a più frutta nelle bibite: vincono (per ora) le lobbies Vino ed Olio, occasioni per raccontarsi La mafia nel piatto AGROALIMENTARE AGRICOLTURA TURISMO RURALE colpo grosso della nostra regione al Vinitaly 2014: piace il binomio con il territorio Fra tradizione e modernità cin cin PUGLIA

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AGRICOLTURA AGROALIMENTARE TURISMO RURALE

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AgricolturA • AgroAlimentAre • turismo rurAle n° 6 • 1 Aprile 2014

R

No a più frutta nelle bibite:vincono (per ora) le lobbies

Vino ed Olio,occasioni per raccontarsi

La mafia nel piatto

agroalimentare

agricoltura

turiSmo rurale

colpo grosso della nostra regioneal Vinitaly 2014: piace

il binomio con il territorio

Fra tradizione e modernità

cin cinPuglia

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editoriale

N

Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952

EditriceG.Ed.A. Giovani Editori AssociatiSoc. Coop. Via Alcide De Gasperi

11/13 - 70015 - Noci (BA)

Direttore responsabileVito Castellaneta

Grafica e impaginazione

Hanno collaboratoDonato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini,

Giuseppe Perrotta, Paola Dileo, Annalinda Laruccia,

Nica Ruospo, Maria Fortino, Gianni Colaianni,

Rino Pavone

Pubblicità Click On Studio

Via Q. Sella, 40 - 70122 - BariTel. 080 9755146

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Registratoal Registro Nazionale della Stampa

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Nei paesi ricchi tornadi moda l’agricoltura 1 aprile 2014 - N. 6 - aNNo 9

QuiNdiciNale diagricoltura

agroalimeNtareturismo rurale

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di Vito Castellaneta

ei paesi ricchi del mondo si torna all’agricoltura e se in Giappone si mandano i disoccupati a lavorare nel-

le campagne, negli Stati Uniti dall’ini-zio della crisi, per la prima volta nella storia recente, gli agricoltori giovani tra i 25 e i 35 anni sono aumentati del 2 per cento, passando da 106.735 a 109.146 nel giro di cinque anni secondo l’ultimo censimento. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata all’Assemblea ge-nerale della Organizzazione mondiale degli Agricoltori (OMA) a Buenos Aires alla quale hanno partecipato 100 dele-gazioni da oltre 80 paesi di tutti i conti-nenti. Dagli Usa al Giappone fino all’Eu-ropa siamo di fronte ad una decisa svolta verso l’economia reale dopo che la crisi finanziaria ha messo in ginocchio i Paesi più sviluppati con livelli inaccettabili di disoccupazione. Lo scorso mese il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha firmato un pro-gramma di sostegno quinquennale al settore agricolo statunitense, il cosid-detto Farm Bill, per un valore di 956 mi-liardi di dollari secondo la delegazione statunitense presente all’Assemblea con il Ministro dell’agricoltura Usa Tom Vil-sak che ha definito gli ultimi cinque anni dell’agricoltura americana i migliori della storia del Paese e si intende quindi dare continuità a questo trend positivo preve-dendo finanziamenti per favorire l’inse-rimento di nuovi agricoltori e allevatori. Il governo giapponese per affrontare la crisi nelle fabbriche in città dove sono state perse migliaia di posti di lavoro ha avviato con successo un pro-getto per trasferire nelle campagna i giovani disoccupati con l’obiettivo di trovare un lavoro alternativo e inco-

raggiare l’agricoltura con il risultato che, nel Paese del Sol Levante, i giova-ni agricoltori dai 39 anni in giù sono oggi considerevolmente aumentati. Anche l’Europa ha appena varato una riforma di politica agricola con maggio-re attenzione ai giovani. E in Portogallo il presidente in persona, Anibal Cavaco Silva, ha addirittura esortato i giovani a tentare la fortuna in agricoltura prima di scegliere di emigrare a causa della man-canza di opportunità di lavoro, poiché il settore agricolo “è uno di quelli che pos-sono permettere al Portogallo di avere una ripresa economica più veloce dopo anni di crisi”. All’Italia spetta il prima-to nell’aumento delle iscrizioni alle Facoltà di scienze agrarie, forestali ed alimentari che hanno fatto registrare la crescita più alta nel periodo consi-derato con un aumento del 45%. Nell’agricoltura italiana il 7,2 per cento dei titolari di impresa ha meno di 35 anni ed è alla guida di 58.663 aziende delle quali il 70% opera in attività multifunzionali: dall’agriturismo alle fattorie didattiche, dalla vendita di-retta dei prodotti tipici e del vino alla trasformazione aziendale del latte in formaggio, dell’uva in vino, delle olive in olio, ma anche pane, birra, salumi, gelati e addirittura cosmetici. Esempi di imprese d’eccellenza che troveranno una grande vetrina nell’Expo 2015. L’interesse dei giovani è giustificato da nuove opportunità che si stanno consoli-dando, come ha affermato all’Assemblea l’ex presidente sudafricano dell’OMA Robert Carlson nel sottolineare che “la domanda alimentare sta crescendo per la carne, i cereali, ortaggi e frutta men-tre si sta andando verso un mondo con 9 miliardi di persone nel 2050”.

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Sommario

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24 La mafia neL piatto 1/2 mld di sequestri nei primi mesi25 criminaLità in agricoLtura L’osservatorio sul sistema terreni agricoLi pubbLici Iniziativa legislativa della Regione Puglia26 un europeo guida agricoLtori l’organizzazione mondiale agricoltori28 comparto agrumicoLo Succhi di frutta ostaggio delle lobby mostra nazionaLe deLLa bufaLa Durante Fieragricola di Caserta

6 consumo di vino neL 2013 Diminuisce nei supermercati 7 cLassifica dei vini più venduti Sul podio chianti, lambrusco e vermentino10 2014, L’inizio è promettente Le strategie delle catene distributive11 per La pugLia “sociaL Wine” Tur - Vinitaly 2014 un’edizione Social

agricoltura Speciale vinitaly15 radici deL sud una giuria doc A Carovigno dal 4 al 9 giugno20 concorso “oLive oiL in cooking” L’olio di oliva sale in cattedra21 podio itaLiano aL premio bioL Vince il casertano “Monte della Torre”22 oLio bio, crescita deLLe vendite Trainate dal “km. zero”23 oLio capitaLe 2014 Una sala d’incontro tra aziende e buyers

agroalimentare

10 “spaccanoci” cibo, saLute e sport PerunfinesettimanaaNoci13 saLotto divino Incontri con le Cantine del Salento

turiSmo rurale

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el 2013 gli italiani han-no bevuto meno vino in quantità, cercando con-temporaneamente sia la

qualità che il risparmio. Si sono orien-tati sulle bottiglie “doc” ed hanno ini-ziato ad apprezzare il vino biologico, ma si sono spostati anche su formati meno costosi come quello del vino da tavola ed il vino con la marca del distributore, cioè del supermercato stesso. I vini bianchi crescono più dei rossi ed i frizzanti vanno meglio dei fermi; spumante italiano e prosecco sono sempre più acquistati. Questo il quadro emerge dalla ricerca svolta dall’IRI per Vinitaly 2014 sulle ven-dite di vino nei supermercati, un canale che distribuisce circa il 63% del vino. “L’indagine sugli acquisti di vino nella grande distribuzione che Vinitaly com-missiona ormai da 10 anni – ha dichia-rato Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafiere - conferma una tendenza che si può riassumere in una maggiore consapevolezza della qualità e soprattutto del giusto rapporto qualità/prezzo da parte del consumatore medio quando deve scegliere. Questo richiede alla grande distribuzione una maggiore attenzione nella proposta, che deve essere anche in grado di assecondare le nuove richieste, come quella dei vini biologici”.La grande distribuzione ha venduto, nel 2013, 517 milioni di litri di vino confezionato per un valore di 1 miliar-do e mezzo di euro, con una sensibile flessione in volume del 6,5% rispetto all’anno precedente (nel 2012 era sta-ta del 3,6%), certamente condiziona-ta dal sensibile aumento dei prezzi: + 10,2% al litro, tanto che le vendite in valore fanno segnare un + 3,1%. Il formato più venduto nel 2013 ri-mane quello delle bottiglie da 75cl a denominazione d’origine (Doc, Docg e Igt) che nel 2013 ha fatto registrare un volume di oltre 213 milioni di litri per un valore di quasi 1 miliardo di euro.

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la classifica dei vini più venduti nel 2013: sul podio chianti, lambrusco e vermentino

diminuisce nel 2013 il consumo di vinodegli italiani nei supermercati

Questo formato ha subito nel 2013 una flessione del 3,2%, calo sensibi-le ma pur sempre minore del - 3,5% del 2012, risultato più apprezzabile se si considera l’aumento di prezzo del 5,6% in un anno che ha portato il prez-zo medio della bottiglia a 4,5 euro.Il formato che presenta invece un dra-stico calo è quello del vino in brik, le cui vendite scendono nel 2013 del 9,4%, influenzate da un aumento di prezzo del 20,5%. Resiste invece il tradizionale vino da tavola in botti-glia da 75cl, sostanzialmente stabile con una lieve flessione a volume dello 0,3%, che diviene di fatto il formato più performante del 2013.Sul fronte della ricerca della qualità da parte dei consumatori, va segnala-ta la crescita del 4% in volume delle vendite di vini biologici nei supermer-cati, con 1 milione di litri venduti per un valore di 5 milioni di euro.“Difronte alla crisi, le imprese della grande distribuzione hanno incre-mentato la leva promozionale – ha commentato Alberto Miraglia, rap-presentante di Federdistribuzio-ne a Vinitaly, Direttore Marketing Auchan - ma oltre non si può andare

perché i margini sono già troppo ero-si. Cercheremo quindi di diversificare, puntando ancor di più sulla marca del distributore, dando attenzione a pro-duzioni come quella del vino biologico e sviluppando ulteriormente la presenza di piccoli produttori legati al territorio”.E quali sono i vini più amati dagli ita-liani? La classifica elaborata da IRI per Vinitaly 2014 presenta delle con-ferme con interessanti sorprese se si analizzano i tassi di crescita. I vini più venduti in assoluto sono: Chian-ti, Lambrusco, Vermentino, Barbera, Bonarda, Montepulciano d’Abruzzo, Nero d’Avola, Muller Thurgau, Morel-lino, Dolcetto ed altri. Tra i vini emer-genti, cioè quelli con il maggiore tasso di crescita troviamo il sorprendente exploit del Pignoletto e del Cannonau, il primo sospinto da una presenza sempre maggiore sugli scaffali di tut-ta Italia ed il secondo favorito anche da una considerevole spinta promo-zionale. In questa particolare clas-sifica troviamo anche il Prosecco, il Vermentino (che non a caso compare nella classifica dei vini più venduti in assoluto), il Pecorino, l’Aglianico.

Speciale vinitaly

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verona 6 - 9 aprile 2014

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Speciale vinitaly

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Speciale vinitaly

igliorano le vendite di vino nei supermercati nei primi due mesi del 2014. Nel primo bime-

stre gennaio/febbraio le vendite di bot-tiglie da 75cl sono più dinamiche e gua-dagnano 3 punti percentuali sul 2013, facendo segnare un -0,3% a volume ri-spetto a ad una chiusura 2013 del -3,4%. “In realtà già l’ultimo trimestre 2013 aveva dato segnali positivi, cioè di un rallentamento del calo delle vendite - ha spiegato Virgilio Romano, Direc-tor Cliente Service di IRI – ed ora i primi due mesi del 2014 mostrano un netto miglioramento. Recupera anche il brik con un -2,1% (rispetto al -9,4% del 2013). Probabilmente abbiamo la-sciato alle spalle le difficoltà del 2013, in linea con l’andamento dell’economia e dei consumi, e possiamo essere fidu-ciosi per il 2014”.Il dato positivo ha creato interesse nel mondo delle cantine che cercano di capire quali saranno le strategie fu-ture della grande distribuzione, come ha sottolineato Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafie-re: “Si tratta di un dato che potrebbe rappresentare l’inversione di tendenza rispetto al continuo calo dei consumi interni registrato negli ultimi anni”. Per rilanciare le vendite di vino nei supermercati le catene distributive stanno valutando diverse leve poten-ziali: la ristrutturazione degli scaffali, una maggiore comunicazione, una ri-duzione o un aumento delle promo-zioni, una maggiore enfasi su prodotti a marchio del distributore, vino biolo-gico e vino bag in box.“Il cambiamento dei consumi e delle lo-giche di acquisto apre a nuove prospet-tive di mercato - ha dichiarato Luigi Rubinelli, Direttore di RetailWatch.it - bisogna comunicare il valore del prodotto, la sua funzione d’uso, la sua cultura locale. Indispensabile un riferi-mento all’Italia per chi esporta. Infine il prezzo: attenzione alle nuove confe-zioni come il bag in box che recano in sè l’esigenza alla disponibilità imme-

diata di prodotto sfuso con un buon rapporto valore-prezzo”.La spinta promozionale è già troppo alta secondo la Coop che ha un pro-gramma ben definito: “La strategia per il 2014 riguarderà una riduzione marcata delle promozioni sul vino tipi-co mentre replicheremo le stesse dello scorso anno sugli spumanti. Riguardo i vini tavola faremo promozioni più pro-fonde dovute al calo del prezzo di acqui-sto degli stessi” ha riferito Francesco Scarcelli, buyer vino di Coop Italia.Diversa la strategia del Gruppo Selex (insegne come Famila, A&O), come ha spiegato il Category manager Flavio Bellotti: “Per il 2014 prevediamo di aumentare la pressione promozionale a fronte del mantenimento del prezzo nominale dei singoli prodotti e di ri-strutturare lo scaffale aumentando lo spazio dedicato ai marchi privati e ai vini spumanti”.Bisogna parlare di più al consumato-re, aiutarlo ad orientarsi tra gli scaffa-li sempre più pieni di vini tipici, come sostiene Valerio Frascaroli, buyer vino di Conad: “Siamo impegnati a definire un’adeguata comunicazione a scaffale. Coi prodotti a nostro marchio cerchiamo di dare una risposta adegua-ta alle esigenze del consumatore, ma non sarà mai totalmente esaustiva”.La comunicazione è tra le leve strate-giche di Carrefour, che lancia l’etichet-ta parlante: “Presenteremo una nuova etichetta “parlante” che dettaglierà al cliente tutte le informazioni sul vitigno, la tipologia, la provenienza e l’abbina-mento di cibo consigliato – ha riferito Paolo Colombo, Category manager di Carrefour - Continueremo lo svilup-po iniziato lo scorso anno di prodotti ad etichetta esclusiva e l’organizzazione di eventi/attività di degustazione e valoriz-zazione dei prodotti, oltre a un maggior presidio del localismo e del territorio con la selezione di piccoli produttori”.La composizione e la ristrutturazione dello scaffale è la chiave della strategia per il 2014 di Despar, Gruppo Sisa e Billa.Per Simone Pambianco, Product

manager prodotti a marchio De-spar :“Questo 2014 dovrebbe rappre-sentare l’anno del riposizionamento a scaffale dopo due anni di esplosione dei prezzi. Questo contribuirà sicuramente a riportare i consumi entro binari di-versi, soprattutto per la fascia di con-sumo entry level”.Per Germano Ottone, buyer vino del Gruppo Sisa: “Tra gli obiettivi del 2014 c’è la revisione del format assortimen-tale nella categoria vini, ogni centro di-stributivo del Gruppo proporrà ai punti di vendita un cluster specifico; nell’am-bito di questa revisione è previsto l’inse-rimento di vini di alta gamma”.Per Alfonso Ruffo, buyer senior bevande di Billa: “Il 2014 sarà per Billa l’anno di consolidamento della strategia espositiva e assortimentale implementata nel 2013: vini esposti per fascia prezzo con attenzione alla comunicazione al cliente”.VINO BIOLOGICO E BAG IN BOX TRA GLI SCAFFALI - Un contributo alle vendite arriva anche, oltre che dalle bottiglie a marchio del distributore, anche dal vino biologico e dal vino bag in box, cioè di quelle confezioni da 3/5 litri di vino conservato senza ossigeno, spillabile dal rubinetto. Tra chi punta decisamente sul biologico c’è Carrefour, come ha spiegato Co-lombo: “Abbiamo già in assortimento 15 etichette e tra queste 5 sono vini biologici senza solfiti aggiunti. Sono esposti a scaffale sia nella corsia del vino che in quella riservata al settore biologico, in particolare nei punti ven-dita dove è previsto uno spazio dedi-cato al BIO (planet)”. Guarda con inte-resse al biologico anche Coop, che non dispone di corner anche se sta testando corner specifici, e Conad, come ha rac-contato Frascaroli: “Il Vino Biologico sta cominciando ad essere richiesto dal consumatore e le vendite presentano trend in crescita, ma si parla sempre di numeri bassi”.Attenzione al biologico anche in Billa anche perché le vendite potrebbero beneficiare “delle ultime modifiche in

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Le strategie delle catene distributive

2014, l’inizio è promettentedi Nicola Trisolini

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verona 6 - 9 aprile 2014

orte degli apprezzamen-ti e consensi ricevuti dai critici, opinion leader e wine lovers nelle scorse

edizioni, la Puglia enologica è tornata anche quest’anno, dal 6 al 9 aprile, al Vinitaly di Verona, il salone interna-zionale del vino e dei distillati. Fiore all’occhiello della nuova edizione è stato un programma di alto livello dal profilo “social” frutto di un’interazio-ne e condivisione di etichette del vino non solo di Rete e virtuale ma di in-contri e uno scambio di vedute “faccia a faccia” fra buyers e aziende, giorna-listi e produttori, titolari d’azienda ed enoappassionati: si è spaziato dun-que da una consolidata divulgazione enogastronomica ed enologica per passare a workshop tra produttori e buyers internazionali fino ad arrivare ad incontri one-to one tra giornalisti specializzati e i 119 imprenditori vi-tivinicoli pugliesi. Diversi sono stati anche i momenti rivolti ai visitatori dell’area espositiva con speciali ango-li di intrattenimento rivolti agli ospiti tra cui spicca “Vino & Social Network” nel quale, grazie a una macchina fo-tografica collegata a un pc e a una sagoma con un foro all’interno dove infilare il viso, i visitatori si sono di-vertiti a farsi scattare una foto in uno splendido scenario pugliese come Castel del Monte e pubblicarla “in di-retta” sul proprio profilo social di Fa-cebook. Nel corso della quattro giorni scaligera spazio anche ai laboratori

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tur - Vinitaly 2014, per la pugliaun’edizione all’insegna del “social Wine”

di Nica Ruospo

termini di regolamento comunitario (legge 203), per cui è possibile scrivere sull’etichetta del prodotto che il vino è biologico (e non più solamente le uve)”. Anche Agorà Network gioca la carta del biologico, come ha riferito il buyer Massimo Cavaleri: “Testeremo sui punti vendita più grandi tre referenze di vino ottenuto con l’impiego di un sistema agricolo biodinamico di un’a-zienda siciliana. Al momento non pre-vediamo di creare un corner a parte,

ma di inserire le referenze sul lineare o al massimo di posizionarle nella can-tinetta evidenziandole opportunamen-te”. Ancora sotto esame delle catene distributive l’eventuale investimento sul vino bag in box. “Il vino in bag in box si sta evolvendo da solo prodotto basico, di prezzo, a prodotto di mag-gior pregio, includendo anche vini Doc e per il 2014 prevediamo di aumenta-re l’offerta di questo tipo di prodotto” ha spiegato Bellotti del Gruppo Selex.

In Coop, al contrario, non si prevede uno sviluppo immediato del bag in box: “L’unica valutazione che stiamo facendo riguarda se cambiare il forma-to passando dall’attuale 5 litri a un più piccolo e comodo 3 litri”.Anche alla Conad osservano che il bag in box non sta avendo per ora un grande successo in Italia, a differenza di quanto avviene in Europa.

del gusto di Slow Food con un abbina-mento dei vini della Puglia ai Presidi simbolo delle eccellenze delle diverse aree della regione e al consueto spa-zio degustazione dei vini della regione all’interno dell’Enoteca dei vini della Puglia (l’area, curata dall’Ais Puglia, Associazione Italiana Sommelier, ha permesso di conoscere le etichette dei principali territori enoici: Daunia e Alta Murgia, Bassa Murgia e Valle d’Itria, Salento). Il momento “clou” per gli operatori vitivinicoli pugliesi è stato invece rappresentato da “Taste & Press”. Lo spazio, curato dal Movi-mento Turismo del Vino, ha previsto incontri one-to one tra i produttori pugliesi e importanti firme del giorna-lismo/blogger di settore per presen-

tare vini ed eventuali nuove etichette alla stampa. Parallelamente a questa iniziativa la Regione Puglia ha orga-nizzato il workshop “Taste & Buy”, finalizzato a mettere in connessione i produttori e i buyers internazionali. Tra gli altri appuntamenti collatera-li della programmazione pugliese di Vinitaly 2014 si sono rinnovati quelli con “Le Donne del Vino”, con le infor-mazioni turistiche dell’Agenzia Pu-gliaPromozione, con la premiazione dell’edizione 2013 del premio gior-nalistico “Terre del Primitivo” e con la presentazione, attraverso una serata di Gala, della III edizione del “Concor-so enologico nazionale dei vini rosa-ti d’Italia”, in calendario in Puglia la prossima Primavera.

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ra racconti “di spirito”, emozioni rivelate ed ap-passionanti degustazio-ni, “Salotto Divino” - la

prima rassegna di incontri informali con le cantine salentine – è giunta al termine della sua prima edizione. Quattro appuntamenti si sono susse-guiti presso i locali della suggestiva Enoteca Salentusole di Parabita, per parlare di vino, di storia e di passione, assieme ad un pubblico sempre nu-meroso ed interessato. Le quattro cantine si sono rivelate at-traverso gli occhi e le mani dei loro am-ministratori e ci hanno fatto degustare i loro vini migliori, tutti raccontati con trasporto dal sommelier – nonché di-rettore artistico - William Vitali. Sabato 1 marzo il primo appuntamento della rassegna: Paolo Cantele ci ha rac-contato la sua cantina Cantele, accom-pagnandoci nella storia della sua fami-

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Gli incontri informali con le Cantine del Salento

“salotto divino”, successo per la prima edizione di Antonio Resta

glia, assieme al giornalista Pino del Luca. Giovanni Calò della cantina Michele Calò & Figli è stato il secondo ospite del Salotto Divino, sabato 15 marzo, a raccontarci gioie e dolori del suo diffi-cile mestiere, con Loris Coppola a diri-gere le danze dell’incontro informale.

Terzo appuntamento della rassegna sabato 22 marzo: ospite del salotto Dominique Galluccio, portavoce della cantina Le Tre Terre, azienda di fa-miglia dai sapori nobili e femminili. Intervista a cura di Nunzio Pacella.Infine, per concludere il primo ciclo della rassegna, giovedì 27 marzo Pino De Luca nuovamente in salotto assie-me a Stefano Garofano dell’Azienda Monaci di Severino Garofano, a ri-spondere ad un pubblico affascinato dalla storia della cantina.Concluso il percorso, sono molte le nuove richieste di partecipazione giunte da parte di cantine che vorreb-bero raccontarsi.. e tante le promesse fatte al pubblico, che attende già una nuova edizione della rassegna. Il Salento è anche una terra assetata di sapere e legata indissolubilmente alla tradizione locale: questo l’elemento emerso che inorgoglisce, più di tutti.

turismo rurale

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15n°6 - 1 aprile 2014

mportante panel di esperti di degustazione sarà chiamato a raccolta per valutare le migliori etichette meridionali a Radici

del Sud (Carovigno - Brindisi, 4/9 giu-gno 2014). Numerose e significative in questa compagine le personalità na-zionali ed estere che hanno sviluppato una profonda conoscenza dell’autoc-tono meridionale, animati dalla pas-sione e dal fascino che i territori del Sud Italia sanno esprimere in campo enologico e non solo. A loro il gran-de compito di giudicare le etichette di Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, e Sicilia protagoniste al 2° Salone del Vino da Vitigno Autoctono. Lo scoz-zese Tom Cannavan, presiederà la giuria internazionale in qualità, tra l’altro, di esperto e ricercato giudice nelle più importanti manifestazioni attraverso i cinque continenti. Can-navan, oltre che pioniere del vino su internet e apprezzato scrittore in ma-teria, vanta numerose collaborazioni con importanti testate internazionali come The Sunday Times, il Financial Times e The indipendent dando par-ticolare autorevolezza alla giuria com-posta da ospiti provenienti da tutto il mondo. Tra questi attesi dalla Ger-mania Monika Krupski, wine-wri-ter (weinreferenten.de), Matthias Stelzig, wine-writer e Otmar Kiem, wine writer (falstaff.de), dall’Un-gheria Daniel Ercsey, wine-writer (Borigo.hu) e Attila Geonczeol, wine buyer (Ital Magyarország Kft), dalla Russia Vasilly Raskov, wine-writer (simplewinenews.ru) e Margari-ta Krasnopolskaya, wine-writer (newstyle-mag.com), dalla Lituania Daivam Mumgaudiene, wine buyer (www.vynoklubas.lt), dalla Svizze-ra Markus Hungerbuhler, wine-writer free-lance, dall’Olanda Hans Bijvoets, wine-buyer (anfors.com), dalla Gran Bretagna Mark Priestly, wine-buyer (ItalianwineJob) e Nick Bielak, wine-buyer (vinexus.co.uk), dagli Stati Uniti Deborah Parker Wong, wine-writer (www.tastingpa-nelmag.com) e John Rankin, wine-buyer (chambersstwines.com), dalla

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A Carovigno dal 4 al 9 giugno

a radici del sud una giuria doc internazionale di Rocco Resta

Colombia Alicia Diaz, wine-buyer (Naturvinos) e infine dal Brasile Homero Sodrè, wine-buyer (bebida-sparaiso.com.br). E infine Ole Udsen fra tutti, il giornalista e scrittore da-nese amante dell’Italia e della qualità della vita, esperto degustatore e fine intenditore dei vitigni meridionali. Anticipiamo anche alcuni dei nomi della folta schiera di appassionati in-tenditori della giuria nazionale: come presidente Francesco Muci, coordi-natore Slow-wine Puglia, poi Paolo Bargelloni, wine-blogger (istintopri-mitivo.it), Antonio Muci, giornalista del Quotidiano di Lecce, Francesco Zompì, Alberto Lupini, giornalista, direttore di Italia a Tavola, Maurizio Gily, giornalista, editor di Millevigne, Enrico Malgi, wine-blogger (Lucia-nopignataro.it), Alfredo Pinto (Eno-teca -distribuzione Enotown, Roma), Giancarlo Rafele, delegato Ais Catan-zaro, Maurizio Valeriani, giornalista,

docente ONAV, Giacomo Manzo, eno-logo (Istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia) e Chiara Giorleo, food&wine blogger. Dal 6 all’8 giugno le etichette meridionali saranno valutate da due differenti giurie, la prima composta da esperti internazionali e la secon-da da esperti italiani, che avranno il compito di identificare i vini più rap-presentativi di ogni singolo vitigno. Il wine-tasting si svolgerà rigorosamen-te alla cieca e con l’assegnazione di un punteggio da parte dei giurati. La premiazione dei migliori vini avverrà pubblicamente solo il 9 giugno, gior-no dell’apertura del Salone del Vino al pubblico e agli enoappassionati. L’evento Radici del Sud rappresenta un’importante occasione per le azien-de produttrici, per confrontarsi con wine buyer, la stampa nazionale ed in-ternazionale, tutti gli esperti del set-tore attenti alle novità, gli enocultori e i consumatori.

agroalimentare

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OCI - Si rinsalda il bi-nomio tra agricoltura, alimentazione e sport. Il Comune di Noci in

collaborazione con Il Gal Terre di Murgia e Campagna Amica Coldi-retti ha organizzato gli scorsi 5 e 6 aprile “Spaccanoci” per un week end all’insegna di cibo,salute e sport. “Siamo stati orgogliosi di ospi-tare un evento che collega i prodotti tipici del territorio ad azioni benefi-che e rinsalda il legame esistente tra la nostra attività istituzionale e la cit-tadinanza” ha spiegato il Sindaco di Noci Domenico Nisi, “queste feste - continua- possono diventare un effi-cace strumento per promuovere e dif-fondere buone pratiche per la riduzio-ne e gestione dei rifiuti, e incoraggiare comportamenti individuali virtuosi e sostenibili” La kermesse ha previsto presso il

Chiostro delle Clarisse, il convegno su «COLTIVIAMO LA SALUTE: GENS SANA IN CORPORE SANO». Contem-poraneamente su Piazza Garibaldi i consumatori in erba delle scuole dell’obbligo di Noci sono stati con-dotti lungo i percorsi didattici e del gusto curati dalle imprese agricole di Campagna Amica. Sempre nel Chio-stro delle Clarisse, si è tenuto il se-condo convegno su ““DIVER-ABILI-TA’”: storie e racconti, organizzato in collaborazione con l’UNIUTALSI.Nella serata di sabato i cittadini – consumatori sono stati attirati dagli odori ed i sapori dei cibi di strada che hanno accompagnato l’inizio del-lo spettacolo della cantante e atleta Annalisa Minetti, degustando i cibi di Campagna Amica. “L’idea dei Mercati di Campagna Ami-ca nasce dalla esigenza di far incon-trare i produttori ed i consumatori

in un mercato senza alcuna interme-diazione – ha dichiarato il Direttore Corsetti - al fine di ottenere il conte-nimento dei prezzi e creare maggiore potere di acquisto per i consumatori che grazie alla vendita diretta hanno garanzia della sicurezza sull’origine, della qualità e del prezzo. Le manife-stazioni come quella di Noci ci aiuta-no a ribadire la necessità di stanare e combattere tutti i falsari dell’agroali-mentare che speculano sulla pelle di imprenditori agricoli e consumatori”.Domenica 6 aprile c’è stato il mo-mento clou della due giorni con la diciassettesima ‘SPACCANOCI’, gara podistica annuale aperta anche ad atleti diversamente abili, sia iscritti al C.I.P. (comitato italiano paraolim-pico) che all’U.N.I.T.A.L.S.I. provenien-ti da tutta la regione. La gara anche quest’anno ha raccolto un buon suc-cesso per numero di partecipanti.

NComune di Noci, Campagna Amica Coldiretti e GAL Terre di Murgia

“spaccanoci” per un fine settimana all’insegna di cibo, salute e sportdi Donato Fanelli

turismo rurale

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olio extra vergine di oliva, la professionalità e la fantasia di giovani futuri chef saranno il

mix straordinario di “Olive Oil in Co-oking”, il concorso promosso dall’a-zienda olearia Pietro Coricelli – attiva da 75 anni a Spoleto (PG), nel cuore dell’Umbria – per esaltare un ingre-diente “principe” della grande tradi-zione gastronomica italiana, nonché alimento fondamentale della dieta mediterranea.Tra le principali aziende olearie eu-ropee, con esportazioni che raggiun-gono 110 paesi nel mondo (dove ai primi posti figurano USA, Canada e Giappone), la Pietro Coricelli rappre-senta uno dei marchi italiani più di-stribuiti a livello globale, grazie anche al forte impegno profuso nella ricerca e sviluppo, nella sicurezza e qualità produttiva, nel rispetto della tradi-zione, con una grande attenzione alla segmentazione del mercato per ri-spondere alle diverse esigenze nutri-zionali dei consumatori. Forte di que-sta solida esperienza, l’azienda umbra ha inteso valorizzare la buona cucina italiana promuovendo una gara di ga-stronomia tra i maggiori istituti alber-ghieri italiani in programma venerdì 11 aprile 2014 (ore 8.45) a Spoleto, presso l’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri della Ristorazione e Turistici “G. De Ca-rolis” (Via S. Paolo 1), che vedrà coin-volti cinque agguerrite brigate di alun-ni e futuri chef, promotori della cultura alimentare e culinaria nazionale.Al concorso “Olive Oil in Cooking” sono giunti in finale l’Istituto Alberghiero I.P.S.S.A.R. di Assisi (Perugia), l’Istituto I.P.S.E.O.A. “Michelangelo Buonarroti” di Fiuggi (Frosinone), l’Istituto I.I.S. “Alfredo Panzini” di Senigallia (Anco-na), l’Istituto I.P.S.E.O.A. “Marco Polo” di Genova e l’Istituto I.I.S.S. Giancardi-Galilei-Aicardi di Alassio (Savona). Gli studenti in concorso dovranno pro-porre ricette legate al loro territorio e nelle quali l’olio extra vergine di oliva, appositamente selezionato, sarà pro-

l’

L’olio di oliva sale in cattedra

il concorso “olive oil in cooking”

tagonista assoluto. L’Istituto di Spo-leto non gareggerà, ma organizzerà il pranzo a tema post-premiazione, pre-parato dai ragazzi della IV classe che stanno partecipando al progetto bien-nale promosso dall’azienda. La giuria chiamata a valutare i piatti sarà composta da Fabrizio Rivaroli, chef e food consultant, vincitore del-la quarta Caccia al Cuoco all’interno della popolare trasmissione “La Pro-va del Cuoco” condotta da Antonella Clerici; Paolo Trippini, prestigioso chef e titolare dell’omonimo ristoran-te a Civitella del Lago (Terni); Anna Cane, direttore Ricerca e Sviluppo della Pietro Coricelli ed esperta di olio extra vergine a livello internazionale; Lorenzo Coricelli, amministratore delegato della Pietro Coricelli; Lam-berto Mazzotti, giornalista e diretto-re della rivista “Gustando”. Presidente della giuria sarà la professoressa Fio-

rella Sagrestani, dirigente scolastica dell’Istituto Alberghiero “G. De Caro-lis” di Spoleto.I lavori della giornata saranno incen-trati sulla sfida che vedrà impegnati gli studenti, ma non mancherà anche un dibattito sull’olio extra vergine. Mentre i concorrenti si cimenteranno nelle loro preparazioni culinarie, Anna Cane curerà “Olive Oil in Cooking”, un interessante confronto tra esperti di olio e di gastronomia sulle peculiarità dell’olio extra vergine in cucina, sco-prendo anche qualche curiosità rela-tiva agli abbinamenti ed alle modalità di impiego. Un momento culturale per apprendere le tante virtù di questo prezioso prodotto e le sue incredibili performance. A seguire la competizio-ne gastronomica e la proclamazione dei vincitori con l’assegnazione dei premi costituiti da attrezzi professio-nali di particolare pregio.

agroalimentare

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NDRIA – Podio tutto made in Italy per il XIX Premio internazionale Biol. E’ l’extravergine

“Monte della Torre” dell’omonima azienda di Caserta, infatti, a vincere la kermesse internazionale riservata ai migliori oli bio, che assegna in Puglia i più importanti riconoscimenti mondiali del settore. L’olio campano è risultato il migliore assoluto dell’ultima annata tra i 425 oli in gara - cifra record - giunti da 17 Paesi, superando al fotofinish un tipico olio del Chianti, il “San Martino” della Tenuta omonima di Bagno a Ripoli (Firenze). Terzo posto al pug-liese “Tenuta Arcamone” prodotto da De Carlo a Bitritto (Bari), che porta a casa anche il riconoscimento tematico per la miglior coratina. Fra gli stranieri, miglior piazzamento - al nono posto - per lo spagnolo “Finca La Torre Selec-tion” di Malaga. Ad aggiudicarsi il Premio BiolPack (mi-glior accoppiata etichetta-packaging assegnato da una specifica giuria di esperti in comunicazione e consumo) l’umbro “Viola” dell’omonima azien-da di S. Eraclio Foligno (Perugina). Premio BiolKids, assegnato dalla giuria dei bambini, al portoghese “Carm Grande Escolana”. La proclamazione dei vincitori è avve-nuta a Castel del Monte, con l’interven-to tra gli altri dell’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia Fa-brizio Nardoni, del presidente della Ca-mera di commercio di Bari Alessandro Ambrosi, del sindaco di Andria Nicola

a

Tutti i verdetti del concorso per i migliori extravergini ecocompatibili

podio tutto italiano al premio Biol:vince il casertano “monte della torre”

Giorgino, in una spettacolare cornice formata dai 600 bambini del BiolKids: progetto che con percorsi formativi e la-boratori d’assaggio degli oli bio ha coin-volto 26 classi di scuole primarie delle sei province pugliesi e quest’anno anche sette classi calabresi, sarde e liguri, for-mando un baby panel che ha affiancato i giurati internazionali per assegnare l’o-lio più piacevole ai giovani palati. “La giuria internazionale - ha dichiara-to il coordinatore del Biol Nino Paparel-la - ha rilevato come, nel costante miglio-ramento della qualità generale, sia stata un’ottima annata per gli oli bio italiani, nonostante caldo e siccità. Con una qua-lità diffusa tra le varie regioni, e non più concentrata in poche. Per l’estero, nella selezione finale ottima figura per gli spa-gnoli, portoghesi, greci e sloveni: a ripro-

va che la qualità si ottiene a prescindere da aree geografiche e clima. Quanto agli oli di casa, ottimi, e per tutte le varietà pugliesi. Con coratine ormai da premio”. I vincitori e i circa 150 oli aggiudicatisi le Medaglie ExtraGold, Gold e Silver saran-no pubblicati nel tradizionale Catalogo del Biol, poi presentato alle principali fiere internazionali, dal BioFach di No-rimberga al Sana di Bologna.Si chiude dunque la kermesse organiz-zata dal CiBi e promossa da Regione Pu-glia - Area Politiche per lo sviluppo rura-le, Camera di Commercio di Bari e Città di Andria, che tra sessioni della Giuria internazionale, il convegno (promosso da Bridgeconomies - Unioncamere Pu-glia) sull’olio bio tra produzione e mer-cato - col suo focus su Cina, Giappone e Usa - la mostra degli oli in concorso, le “Biol Officine” - con incontri aperti su birra, olio e miele bio, laboratori di vi-deoarte, BiolBar e concerti serali, per tre giorni ha reso Andria epicentro in-ternazionale del movimento olivicolo biologico. Il Premio Biol è patrocinato da Provin-cia Bat, Ifoam, AgroBioMediterraneo, e si svolge in collaborazione con Associa-zione BiolItalia, Gal - Le Città di Castel del Monte, Consorzio Puglia Natura, Lilt e Axiom Group.

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enerale crescita delle vendite, in particolare a kilometro zero, cioè direttamente in azien-

da; una spiccata attenzione ai mercati internazionali, e al volano turistico-culturale per sviluppare il proprio brand; potenzialità non ancora del tutto espresse attraverso il web per vendita e promozione. Questo, in sin-tesi, il profilo delle aziende produttrici di olio biologico emerso dalla ricerca sul marketing del settore condotta dall’Osservatorio del Premio Biol at-traverso il Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università di Bari. Corposo il campione analizzato: 187 imprese, di cui 32 estere (prevalente-mente provenienti dal bacino mediter-raneo: Grecia, Spagna, Albania, Nord Africa), produttrici di olio extraver-gine d’oliva biologico partecipanti al Premio Biol 2013, per un interessante quadro sull’orientamento strategico e commerciale delle imprese biolivicole.

GI risultati della ricerca sul marketing del settore

olio bio, crescita delle vendite trainate dal “km. zero”

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I temi dell’incontro sono stati il va-lore della sostenibilità, il percorso di certificazione e l’esperienza delle aziende fondatrici. L’ incontro or-ganizzato da Bayer CropScience in collaborazione con Unione Italiana Vini è stato rivolto alle aziende viti-vinicole che hanno propensione ad intraprendere percorsi di valorizza-zione ad alto contenuto innovativo.

Dal risparmio idrico, alla ridu-zione dei consumi energetici, ecco i temi dell’incontro tecnico organizzato da Netafim a Tenuta Pinto dal titolo: “Irrigazione: una gestione migliore per una produ-zione sostenibile e di qualità”.

Si è svolto presso la Dimora Maz-zarò l’incontro tecnico dal tito-lo Nuove soluzioni Gowan per il controllo dei Tripidi su uva da tavola (e non solo...).Sono intervenuti Vincenzo Sta-niscia e Giuseppe Padula ad illu-strare i benefici del Dicarzol e dei prodotti del catalogo Gowan.

INCONTRO MAGIS sostenibilità certificata in etichetta

IRRIGAzIONeuna gestione migliore

NuOVe SOLuzIONI GOwAN controllo dei Tripidi su uva da tavola

Guarda il video Guarda il video Guarda il video

www.FOGLIe.TV l’informazione sul mondo agricolo a portata di click

“Innanzi tutto - spiega il curatore del-la ricerca, prof. Savino Santovito, del Dipartimento di Scienze Economiche - l’andamento delle vendite dell’u-niverso produttivo dell’olivoleicolo biologico, negli ultimi tre anni è in crescita per il 53% delle imprese intervistate. Il 90% delle imprese adotta una politica commerciale mono-marchio e multicanale, con il tratto distintivo della vendita diret-ta in azienda, utilizzata dall’83% delle imprese intervistate, a di-mostrazione da un lato del forte radicamento delle aziende con il territorio d’origine e dall’altro di un approccio distributivo non par-ticolarmente orientato a canali che consentano di sviluppare il busi-ness in mercati potenziali anche molto distanti”. Il 30% del prodotto è commercializzato attraverso il det-taglio tradizionale specializzato (dun-que un posizionamento del prodotto olio evo biologico in un segmento di

mercato medio alto, confermato da una presenza nella GDO limitata al solo 4,5%).L’e-commerce è utilizzata dal 21% delle imprese intervistate: fra que-ste, la stragrande maggioranza sa-rebbe felice di utilizzare piattaforme on-line per incrementare le vendite tramite strategie di integrazione oriz-zontale nella filiera. Da sottolineare che il cluster delle aziende estere si posiziona sopra la media (il 31%,), specie da parte delle piccole aziende. Controversa la presenza e notorietà sul web: per il 42% fattore poco in-cisivo nel successo commerciale del proprio brand, a fronte di un 58% che invece lo considera un elemento “ab-bastanza” importante. Quasi unanime la visione, come chiave di sviluppo, del connubio tra extravergine bio e turismo nel territorio aziendale. Infine, quanto ai mercati esteri, i principali di riferimento sono il Nord Europa, il Nord America e il Giappone.

agroalimentare

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23n°6 - 1 aprile 2014

nche quest’anno Olio Capitale ( evento fieri-stico svoltosi a Trieste dal 7 al 1 marzo scorso)

si conferma vetrina d’eccellenza inter-nazionale per espositori-produttori di oli extra vergini tipici, di qualità. In ogni edizione poi, si consolida la mis-sione non secondaria di diffondere la cultura dell’olio extra vergine d’oliva di qualità oltre i confini nazionali, at-traverso una serie di attività collate-rali. Olio Capitale 2014 in particolare, ha coinvolto 30 buyers esteri prove-nienti da Austria , Canada, Germa-nia, Polonia, Gran Bretagna, Russia, Svizzera, Emirati Arabi, Giappone, Brasile e Stati Uniti. Molti sono stati gli espositori provenienti delle diverse regioni italiane e straniere (in totale 112 rispetto ai 92 del 2013), oltre ad operatori del settore, ristoratori, gior-nalisti, assaggiatori, visitatori (risulta-ti in tutto 10600, 100 in più rispetto al 2013). Tra le presenze eccellenti di quest’anno l’ambasciatore del Giap-pone Masahru Kohno e Curtis Cord, direttore della più importante rivista in lingua inglese sull’olio d’oliva a li-vello internazionale “Olive Oil Ti-mes Usa”. Un’ occasione ideale per promuovere il sapere sull’olio extra vergine sia verso il grande pubblico che verso i paesi dell’est europeo, eco-nomicamente in crescita, che stanno mostrando interesse per il settore oli-vicolo. Infatti non sono mancati corsi di approfondimento, degustazione e orientamento del gusto, organizzati da professionisti e aperti a tutti. Inve-ce è stato lo chef Emilio Cuk a coor-dinare gli appuntamenti con la scuola di cucina, in cui gli oli in esposizione sono stati abbinati a piatti della tra-dizione triestina, siciliana e pugliese ( il nostro era il pancotto alle cime di rapa). La Regione Puglia e Union Ca-mere Puglia anche quest’anno hanno allestito un’area con pannelli rappre-sentativi del territorio destinate alle aziende dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio pugliesi. Del sud barese hanno aderito i comuni di Monopoli, Castellana Grotte e Fasano (rispet-

aLa novità dell’anno? Una sala d’incontro ad hoc tra aziende e buyers

“olio capitale 2014”: missione compiutadi Paola Dileo

tivamente con 9, 11 e 10 aziende). Determinante come sempre per la programmazione del salone fieristico è stato il ruolo di collegamento svol-to dall’associazione Città dell’Olio, in particolare nella organizzazione di eventi specifici, come il convegno: “Territorio , salute e alimentazio-ne: opportunità per l’olio extra ver-gine d’oliva” o il mini corso di assag-gio per i bambini della scuola inglese Giromondo di Trieste. Di supporto alle iniziative anche il “Club Amici Cit-tà dell’olio” impegnato nell’afferma-zione della cultura olio nella società, per valorizzarne gli aspetti salutistici e nutrizionali. “Cerchiamo di creare opinione e massa critica ad ogni livello – spiega Paolo Leoci coordinatore re-gionale del “Club Amici Città dell’Olio” Puglia -. Olio Capitale è lo spunto per attuare una sinergia tra le aziende pu-

gliesi espositrici e le realtà territoriali maggiormente coinvolte nel consumo di olio – il riferimento va alle mense scolastiche, agli ospedali, enti vari –, affinché il prodotto olio faccia marke-ting territoriale. L’obiettivo del club - continua Leoci - è commercializzare con consapevolezza a partire dalle molteplici varietà dell’olio pugliese, da quello fruttato ,piccante, amaro, a quello fruttato medio d’erba e car-ciofo o al più dolce mandorlato o con note al pomodoro”. Tra le proposte migliorative dell’evento Olio Capitale : incentivare la presenza di operatori del settore, in testa ristoratori; coin-volgere produttori e venditori di mac-chine per la raccolta e la lavorazione delle olive o produttori e venditori di accessori (bottiglie, dosatori, tappi); creare un reparto ad hoc per i prodotti cosmetici; entrata gratuita alla fiera.

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iamo di fronte a una drammatica escalation con i sequestri che han-no già raggiunto nel

2014 il valore di circa mezzo miliar-do nell’agricoltura e nell’alimentare, diventate aree prioritarie di investi-mento dalla criminalità organizzata che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché del cibo, anche in tempi di difficoltà, nessuno potrà fare a meno, ma soprattutto perché consente di infiltrare in modo capil-lare la società civile e condizionare la via quotidiana delle imprese e del-le persone. E’ quanto ha denunciato Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti, che per contrastare questo fenomeno ha sostenuto la nascita in Italia della Fondazione ’“Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare”, promossa dalla Coldiretti con la presidenza del Comitato Scientifico del procuratore Giancarlo Caselli. La tendenza in atto è destinata a far salire il volume d’affari comples-sivo della criminalità organizzata che, secondo il rapporto Agromafie Coldiretti/Eurispes, aveva raggiunto circa 14 miliardi di euro nel 2013, con un aumento record del 12 per cento rispetto a due anni fa, in netta contro-tendenza rispetto alla fase recessiva del Paese, perché la criminalità orga-nizzata trova terreno fertile proprio nel tessuto economico indebolito dalla crisi. È peculiarità del moderno crimine organizzato estendere, con approccio imprenditoriale, il proprio controllo dell’economia invadendo i settori che si dimostrano strategici ed emergenti, come è quello agroalimen-tare. Per questo le mafie – sottolinea la Coldiretti - hanno già imposto il pro-prio controllo sulla produzione e la distribuzione di generi alimentari del tutto eterogenei tra loro. Controllano in molti territori la distribuzione e talvolta anche la produzione del latte,

S

Volumi d’affari illegali in aumento

la mafia Nel piatto,1/2 mld di sequestri nei primi mesi 2014

della carne, della mozzarella, del caffè, dello zucchero, dell’acqua minerale, della farina, del pane clandestino, del burro e, soprattutto, della frutta e del-la verdura. Potendo contare costante-mente su una larghissima ed imme-diata disponibilità di capitale e sulla possibilità di condizionare parte degli organi preposti alle autorizzazioni ed ai controlli, si muovono con maggio-re facilità rispetto all’imprenditoria legale. Con i classici strumenti dell’e-storsione e dell’intimidazione impon-gono la vendita di determinati marche e prodotti agli esercizi commerciali, che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare di-rettamente. Alcune stime - precisa la Coldiretti - valutano almeno 5.000 locali di ristorazione in Italia in mano alla criminalità organizzata (bar, ri-storanti, pizzerie), nella maggioranza dei casi intestati a prestanome. Questi esercizi non garantiscono solo profit-ti diretti, ma vengono utilizzati anche come copertura per riciclare denaro sporco. In alcuni casi agenti dei clan rappresentano specifici marchi ali-mentari, che impongono in tutta la loro zona di influenza. Per raggiunge-re l’obiettivo i clan ricorrono a tutte le tipologie di reato tradizionali: usura,

racket estorsivo, furti di attrezzature e mezzi agricoli, abigeato, macellazio-ni clandestine, danneggiamento delle colture, contraffazione e agropirate-ria, abusivismo edilizio, saccheggio del patrimonio boschivo, caporalato, truffe ai danni dell’Unione europea. A tutte le pressioni e minacce, esercitate in particolare nei confronti degli agri-coltori del Mezzogiorno, si aggiungo-no i nuovi sistemi di condizionamen-to mafioso per imporre dazi illegali ed assorbire grosse fette del settore. Secondo la Direzione Investigativa di Roma ben il 15 per cento del fatturato realizzato dalle attività agricole ap-partiene all’illecito. Mettendo le mani sul comparto alimentare le mafie han-no inoltre la possibilità di affermare il proprio controllo sul territorio. Non solo si appropriano di vasti compar-ti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la con-correnza ed il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma – conclude Coldiretti - compromet-tono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy.

agricoltura

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25n°6 - 1 aprile 2014

bbiamo dimostrato quanto teniamo all’eti-ca, alla trasparenza nel settore agroalimentare,

presentando ufficialmente l’“Osserva-torio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare”, la nuo-va Fondazione voluta e costituita da Coldiretti per diffondere la conoscen-za e la consapevolezza del patrimonio agroalimentare italiano, con l’obiettivo di creare un sistema coordinato e ca-pillare di controlli idonei a smasche-rare i comportamenti che si pongono in contrasto con la legalità. Nell’ottica della piena trasparenza – dichiara il Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, tornando sulla de-licata vicenda del lavoro in agricol-tura – abbiamo condiviso gli obietti-vi della legge pugliese sul lavoro non regolare in agricoltura, perché neces-

al ritorno degli im-mobili dismessi e delle terre pubbliche agli agricoltori che

le coltivano possono nascere nuove imprese o, in alternativa, essere am-pliate quelle esistenti, dato che il 50 per cento delle imprese agricole già esistenti condotte da giovani “chie-de” la disponibilità di terra in affitto o acquisizione, secondo una indagi-ne Coldiretti. “Per questo abbiamo accolto con grande compiacimento lo spirito costruttivo e di grande attenzione allo sviluppo dell’imprenditoria gio-vanile in agricoltura – commenta il Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – che anima la pro-posta di i legge con la quale la Regio-

ne Puglia intende favorire l’accesso dei giovani in agricoltura e contra-stare l’abbandono ed il consumo dei suoli agricoli. Con lo stesso spirito Coldiretti Puglia ha presentato in Commissione le osservazioni atte a migliorare un dispositivo di legge utile al ricambio generazionale in agricoltura”. “Il costo della terra in Puglia – ag-giunge il Direttore di Coldiretti Pu-glia, Angelo Corsetti - ha raggiunto i 14/16mila euro per l’incolto produt-tivo, i 20/25mila euro ad ettaro per i suoli olivetati, 30/32mila ad ettaro per i terreni ad uva da tavola, valori medi decisamente superiori addirit-tura a quelli di Germania e Francia. La dismissione della proprietà pub-blica dei terreni agricoli toglie allo

Stato il compito improprio di coltiva-re la terra e rende disponibili risorse per lo sviluppo, ma soprattutto dà un impulso alla crescita, all’occupa-zione e alla redditività delle imprese che realizzano performance migliori in agricoltura quando sono condotte da giovani”. “Ringraziamo la Regione Puglia per la lodevole iniziativa legislativa – di-chiara Serena Minunni, leader di Coldiretti Giovani Impresa Puglia – che favorirà certamente il processo di rigenerazione del settore agricolo che ha nei giovani imprenditori agri-coli gli attori principali, il quale va accompagnato da mirate azioni in-centivanti che diano risalto alle pro-fessionalità esistenti e promuovano un nuovo modo di fare impresa”.

a

D

Lavoro, uno strumento in più

l’osservatorio sulla criminalità inagricoltura e sul sistema agroalimentare

Coldiretti Puglia plaude all’iniziativa legislativa della Regione Puglia

utilizzo di terreni agricoli pubblici

saria a non confondere la qualità dei prodotti ed il percorso di trasparenza intrapreso dalle imprese agricole re-gionali con le immagini di criminalità e schiavismo con cui né la vera agricoltu-ra di Capitanata né la vera agricoltura pugliese hanno mai avuto a che fare. Le imprese agricole ‘vere e sane’ rispetta-no le regole quotidianamente purché le regole siano ragionevoli e plausibili. In quest’ottica abbiamo denunciato sin da allora che la legge privilegia trop-po l’azione repressiva e vincolistica generalizzata, piuttosto che puntare sulle azioni positive delle imprese che accettano un percorso di legalità ed emersione per creare un contesto so-ciale virtuoso da cui estromettere qua-si naturalmente fatti e comportamenti non rispettosi delle regole”. “Abbiamo, invece, espresso forti per-plessità rispetto alla comunicazione

anticipata di assunzione e – continua il Direttore di Coldiretti Puglia, An-gelo Corsetti – agli indici di congruità – per cui è stato presentato ricorso al TAR - in considerazione dell’inadegua-tezza di questo strumento rispetto alle peculiarità del settore agricolo, carat-terizzato da rapporti di lavoro di bre-ve periodo e comunque condizionati dagli eventi climatici. Il tema cardine – specifica Corsetti - è relativo agli indici di congruità affrontato più volte anche a livello nazionale quale elemento uti-le ad attivare il controllo aziendale e non quale strumento automatico per elevare eventuale sanzione o decurta-re finanziamenti e/o sovvenzioni. Ab-biamo già espresso più volte la nostra disponibilità ad affrontare in maniera costruttiva la delicata tematica, a bene-ficio delle nostre imprese agricole”.

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ambio della guardia alla guida dell’organiz-zazione mondiale degli agricoltori (OMA) che si

affida per i prossimi due anni all’in-glese Peter Kendall eletto all’unanimi-tà nel corso dell’assemblea mondiale che si è svolta a Buenos Aires con la partecipazione di oltre 100 delega-zioni da circa 80 Paesi. Lo rende noto la Coldiretti che ha partecipato con una propria delegazione all’appunta-mento nel ringraziare per il prezioso lavoro svolto il segretario generale dell’Oma, l’italiano Marco Marzano De Marinis. Il neo presidente Peter Kendall che è stato presidente della National Farmers Union del Regno Unito ha sostituito il sudafricano Ro-bert Lewis Carlson ed è un agricoltore nel Eyeworth, East Bedfordshire nel Regno Unito dove coltiva una azienda con 620 ettari di terreno. Tra i primi a congratularsi per l’importante incari-

Cue: un europeo guida gli agricoltori di tutto il mondo

co è stato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo che ha sottolineato come “il presidente Kendall avrà la ca-pacità di interpretare e valorizzare le grandi energie che l’agricoltura puo’ sviluppare in un difficile momento di crisi anche alla luce delle capacità di

offrire lavoro alle nuove generazioni”. Ci auguriamo - ha concluso Moncalvo - che questo avvenga anche con un im-pegno per garantire maggiore traspa-renza dei mercati e dell’informazione ai consumatori anche sulla provenien-za dei cibi che portano in tavola.

agricoltura

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naccettabile la decisione della Commissione Politiche dell’Ue della Camera di bocciare l’e-mendamento alla Legge euro-

pea 2013 finalizzato ad innalzare la percentuale minima di frutta nei suc-chi e bevande analcoliche dall’attuale 12% al 20%. Ancora una volta le più bieche lobby industriali sono riuscite ad avere il sopravvento sulla logica della salute e della qualità”. E’ il duro commento del Presidente di Coldi-retti Puglia, Gianni Cantele, alla no-tizia della bocciatura in Commissio-ne parlamentare dell’emendamento presentato dai deputati PD Oliviero e Anzaldi, già approvato a gennaio, no-

i

Danneggiato il comparto agrumicolo pugliese

“succhi di frutta ostaggio delle lobby”

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nostante il parere contrario dell’allora Governo Letta e bocciato dal Sottose-gretario alle Politiche Agricole Gozi.“La decisione del Parlamento – conti-nua Cantele - getta nella più assoluta prostrazione i produttori di frutta, so-prattutto del meridione, e danneggia i consumatori italiani, in particolare i bambini che avrebbero diritto ad ali-menti di qualità superiore, secondo quanto ripetutamente denunciati da-gli stesi medici pediatri che collabora-no alle nostre attività di ‘Educazione alla Campagna Amica’”. La Coldiretti ricorda che, con l’aumen-to al 20 per cento del contenuto mini-mo di frutta nelle bevande analcoliche

prodotte e commercializzate in Italia, duecento milioni di chili di arance all’anno in più sarebbero “bevute” dai 23 milioni di italiani che consumano bibite gassate. “In Puglia si producono 1milione e 100mila quintali di arance e clemen-tine, prodotti di eccellente qualità che spesso non trovano mercato. Innalzare la percentuale minima di frutta nei suc-chi e bevande analcoliche dall’attuale 12% al 20% avrebbe concorso a mi-gliorare concretamente la qualità dell’a-limentazione mentre così ad uscire vincitrici sono state unicamente le multinazionali dell’aranciata”.

anca meno di un mese a Fiera Agri-cola, la rassegna annuale che, per il

decimo anno, celebrerà l’agricoltu-ra e la zootecnia. L’appuntamento è dal 24 al 27 Aprile nell’A1 Expo, il polo fieristico nelle immediate vi-cinanze dell’uscita autostradale di Capua (Ce), che si sta imponendo in maniera sempre più forte nel pa-norama delle strutture fieristiche italiane.Fiera Agricola quest’anno si avvale della collaborazione dell’Associa-zione Nazionale Allevatori della Specie Bufalina, che organizzerà, per la prima volta a Caserta, la Mo-stra Nazionale della Bufala Medi-terranea Italiana.Gli appuntamenti in calendario sono due; il primo è previsto saba-to, 26 Aprile, giornata interamente dedicata alla Mostra Nazionale: da tutta Italia, più di 120 esemplari di bufale e tori di elevato pregio ge-nealogico e morfologico sfileranno per l’intera giornata nel ring alle-stito in Fiera, per conquistare la vittoria nelle varie categorie pro-

MDurante Fieragricola di Caserta

mostra nazionale della bufala mediterranea italiana

grammate. Molte le province italiane rappresentate e in competizione con i loro allevamenti iscritti al Libro Ge-nealogico della Bufala Mediterranea Italiana.Il secondo appuntamento è invece per domenica, 27 aprile, con la V Asta Na-zionale e il concorso fotografico Pho-toBuba - III edizione, organizzato dalla “Compagnia degli Annutoli”, l’associa-zione dei giovani appassionati alla bu-fala. Protagonista indiscussa del con-corso sarà, ovviamente, la bufala: le aree tematiche che dovranno ispirare i giovani fotografi sono due, natura e allevamento.

Entusiasmo da parte del direttore dell’Anasb, Angelo Coletta: “È la pri-ma volta in assoluto che la Mostra Na-zionale si tiene a Caserta, culla della razza. In provincia di Caserta si alleva-no circa 190.000 bufali, in tutta la Re-gione Campania circa 280.000 mentre il patrimonio nazionale è costituito da circa 380.000 capi. In questa competi-zione giocano fuori casa molti alleva-tori provenienti da diverse province italiane e sono certo che il pubblico di casa apprezzerà l’impegno che gli ospiti da fuori provincia hanno dimo-strato per prender parte a questo im-portante evento”.

agricoltura

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