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PERIODICO BIMESTRALE dell'ARCISPEDALE S. MARIA NUOVA di REGGIO EMILIA Reg. Trib. di Reggio E. n. 940 del 11/02/97 ANNO VI - 2000 - N. 1 Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/c legge 662/96. Filiale di Reggio Emilia Notizie Notizie Ciò che il bruco chiama fine del mondo il saggio chiama farfalla

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PERIODICO BIMESTRALEdell'ARCISPEDALE S. MARIA NUOVA

di REGGIO EMILIAReg. Trib. di Reggio E. n. 940 del 11/02/97

ANNO VI - 2000 - N. 1Spedizione in abbonamento postale

art. 2 comma 20/c legge 662/96.Filiale di Reggio Emilia

NotizieNotizieCiò che il brucochiamafine del mondoil saggiochiama farfalla

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pag. 2 Notizie - Gennaio ‘00 n. 1

SOMMARIO

Direttore ResponsabileAlessandra Morselli

RedazionePatrizia Beltrami

Catia Colli Maria Lodovica Fratti - Coord. Redazionale

Monica GubertiMarzia Prandi

Lidia ScalabriniLuca Scarano

Hanno collaboratoa questo numero

Giovanna ArtioliAlessandro Bertinelli

Piera BevoloGiovanni Bladelli

Patrizia CasaliRita ConigliaroPatrizia Copelli

Piergiuseppina FagandiniLiviana Fava

Marina FerrariAnna Maria FerrettiGiovanni Fornaciari

Gruppo di Lavoro “Procedureper una corretta manipolazione dei CHTA”

Antonio MarcatoMaria Ravelli

Cristina RimessiNilla Viani

Progetto Graficoe realizzazione Grafica

Lidia Scalabrini

Le immaginidi questo numero

sono state realizzate da:Foto: Servizio di Documentazione

Fotografica Medico-ScientificaL’immagine di copertina è stata presa

dalla rivista “L’Infermiere” Gen/Feb 1995

Sede RedazioneVia L. Sani, 15 - 42100 R.E.

Tel. 0522/296835-296836 - Fax 0522/296843

StampaA.T.A. Correggio

Questo giornale non inquina,utilizza carta ecologica

non trattata con cloro

SOMMARIOIN PRIMO PIANORistrutturazione dell’atrio dell’ospedale pag. 3

I SERVIZI RACCONTATIEcoendoscopia: una diagnostica che fa la differenza pag. 4Una rampa di lancio pag. 5L’U.Ma.C.A.: Unità di ManipolazioneCentralizzata Antiblastici pag. 6I codici colore: la procedura di prenotazione per gastroscopiee colonscopie pag. 8

ACCOGLIERE IL MALATO E DONARE SPERANZA pag. 11/14

FORMAZIONEUna esperienza americana in un reparto di riabilitazione pag. 10Curiosando qua e là nella formazione dell’infermiere pag. 15Memorandum pag. 16Genitorialità e nuove culture pag. 17Apprendere e far apprendere dall’esperienza:

il tutor e l’infermiere guida di tirocinio pag. 18

CARTA INTERAZIENDALE pag. 19

NOVITA’ DAL DIPARTIMENTO ALBERGHIEROUn passo avanti nella sicurezza ambientale pag. 20Lavorare insieme per lavorare meglio pag. 21

DAL DIPARTIMENTO AMMINISTRATIVOPiù responsabilità e autonomia ai dirigenti pag. 22

SPECIALE PERSONALE pag. 23

NUOVE NOMINE pag. 24

CORSI E CONVEGNI pag. 24

NOTIZIE

PERIODICO BIMESTRALEdell'ARCISPEDALE S. MARIA NUOVA

di REGGIO EMILIAReg. Trib. di Reggio E. n. 940 del 11/02/97

ANNO VI - 2000 - N. 1Spedizione in abbonamento postale

art. 2 comma 20/c legge 662/96.Filiale di Reggio Emilia

Buone notizie per i lettori di

NOTIZIE

Buone notizie per i lettori di

NOTIZIEIl giornale aziendale esce da questo numero in una veste completamenterinnovata.Esperienze, realizzazioni, strategie, informazioni, cultura, formazione,progetti, eventi rilevanti, visite ed altro ancora che ci segnalerete o ciinvierete, troveranno sempre più spazio nel nostro periodico bimestrale.Il cambiamento è stato ricercato e prodotto con lo spirito di fare ungiornale che sia atteso e letto.Con la nuova proposta grafica abbiamo cercato di far parlare le immagi-ni e di migliorare la leggibilità utilizzando elementi semplici e nitidi.Per fornire concrete e dirette informazioni sulla vita dell’azienda, pervalorizzare le esperienze degli operatori vi invitiamo a collaborare conla Redazione.Aspettiamo vostre notizie!La Redazione

Page 3: Notizie - asmn.re.it

Gennaio ‘00 n. 1 - Notizie pag. 3

C

Ristrutturazionedell�atrio dell�Ospedale

IN

PRI

MO

PIANO

di Anna Maria FerrettiIl coordinatore del Gruppo

Com’è noto, le opere per ultimare l’ampliamento dellastruttura ospedaliera preve-

dono tempi di esecuzione della dura-ta di circa un biennio, per un comple-tamento previsto alla primavera del2002.Il procedere dei lavori, così come laloro ultimazione, comportano la pre-disposizione di ipotesi di revisione,anche generale, della localizzazionedi reparti e servizi, le cui idoneità epraticabilità devono essere attenta-mente valutate.Si tratta di un’occasione unica perrazionalizzare e ridistribuire gli spa-zi disponibili secondo l’attuale orga-nizzazione delle attività e gli even-tuali sviluppi che se ne possono pre-vedere per i prossimi anni, nell’inten-to di offrire servizi sempre migliorianche nell’ottica dell’accessibi-lità agli stessi.In un tale contesto, la revisionelogistico – organizzativa del-l’atrio dell‘ingresso principaleal Presidio costituisce questio-ne rilevante sotto ogni punto divista con l’obiettivo di elevarequalitativamente l’accesso allastruttura per definire una revi-sione generale.Poiché la sistemazione del-l’atrio investe problematiche divaria natura, non solo puramen-te organizzativa (impiantistica,sicurezza, percorsi di accesso aservizi sanitari ovvero ammini-strativi, ristoro, funzioni di por-tineria, ecc…), la Direzione Ge-nerale ha costituito un gruppodi lavoro interdisciplinare colcompito di esaminare in modoapprofondito l’argomento e re-digere lo studio dei progetti di

Costituzione di un gruppo dilavoro interdisciplinare

fattibilità.Il gruppo composto dai responsabilidelle principali funzioni, (DirezioneSanitaria, Dipartimento Tecnico, Di-partimento Alberghiero, Servizio In-formatico, S.P.P.) è aperto, nella logicadel perseguimento della migliore effi-cacia, alla collaborazione di tuttequelle figure professionali in grado diportare un valido contributo.I lavori di studio dovranno essere ul-timati prima dell’inizio dell’estate,così da riservare un adeguato perio-do di tempo al compimento delle ope-re ed agli adempimenti successivi cheverranno decisi in base allo studio,nella considerazione che la sistema-zione dell’atrio dovrà coincidere conl’apertura dei nuovi padiglioni.Scopi, criteri e metodologie che ver-ranno seguiti dal gruppo di lavoro:4monitoraggio dell’esistente;4miglioramento generale dell’acces-

so alla struttura anche con riguar-do alla disabilità;

4individuazione dei percorsi di ac-cesso ai servizi centralizzati, in par-

ticolare a quelli allocati nella par-te anteriore del fabbricato;

4sicurezza, con riguardo alle vie difuga per eventuali uscite di massa;

4qualità del servizio erogato pressogli sportelli;

4localizzazione di nuovi servizi e/otrasferimento di quelli esistenti;

4migliore utilizzo delle risorse uma-ne e tecnologiche;

4efficace controllo degli accessi;4facilitazione accessi ai servizi di

diagnostica;4attività di prenotazione e sue even-

tuali modificazioni (rapporti conAUSL).

Il Direttore Sanitario e il DirettoreAmministrativo sovraintendono i la-vori del gruppo, presidiano i tempiprevisti per la conclusione e relazio-nano periodicamente sull’andamen-to alla Direzione Generale.

Ristrutturazionedell�atrio dell�Ospedale

Una delle ipotesi di lavoro all’esame del gruppo di studio insediato per laristrutturazione dell’atrio del S. Maria Nuova: le scale mobili, l’ascensore.

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pag. 4 Notizie - Gennaio ‘00 n. 1

I

Ecoendoscopia:una diagnostica che fa la

di Rita ConigliaroU.O. di Endoscopia Digestiva

Ecoendoscopia:una diagnostica che fa la

Nel corso degli ultimi annil’Ecoendoscopia ha permes-so progressi considerevolinell’esplorazione dell’appa-rato digerente e degli orga-ni adiacenti.

I

SERVIZI

RACCONTATI

Iniziata da alcuni mesi, al S. Ma-ria, una metodica nuova: L’ECO-ENDOSCOPIA resa possibile dal-

l’acquisto di un nuovo costoso appa-recchio (300 milioni) pagato in partecon fondi pubblici (120 milioni del-l’ASMN) e in parte privati (fondi ASC-MAD). Un grazie dunque all’ASCMAD,associazione Reggiana di volontaria-to, che con un lavoro assiduo e capilla-re ha raccolto in 3 anni la considerevo-le cifra di 180 milioni.Nel corso degli ultimi anni l’Ecoen-doscopia ha permesso progressi con-siderevoli nell’esplorazione del-l’Apparato Digerente e degli or-gani adiacenti.E’ una metodica ancora poco co-nosciuta nell’ambito della popo-lazione medica di base e specia-listica di 1° livello, mentre in am-biente ultraspecialistico è sem-pre più essenziale e “vincolante“nell’Iter diagnostico-terapeuticodi alcune patologie.L’Ecoendoscopia è “un’ecografiainterna“ che utilizza un trasdut-tore ecografico posto all’estremi-tà di un endoscopio flessibile.Chi ha iniziato la metodica aR.E. (Dr. ssa Rita Conigliaro, se-guita di recente dal Dr. RomanoSassatelli) ha dedicato tempoalla preparazione effettuandolunghi stage in Italia e all’Este-ro (Parigi e Amsterdam) per po-ter garantire al cittadino unaprestazione di Qualità coeren-temente con una serietà profes-sionale che, crediamo ben si ad-dica ad uno Ospedale che vuolerimanere punto di riferimento

Regionale.A cosa serve l’Ecoendoscopia?I campi di applicazione sono vari e sipossono sintetizzare in 3 indicazioniin cui l’applicazione della metodicapuò “fare la differenza“:1. Le anomalie sottomucose, intramu-

rali ed estrinseche (cioè contigue agliorgani) dell’Apparato Digerente.

2. La stadiazione di tumori del polmone,esofago, stomaco, pancreas e linfomi.

3.Le patologie delle Vie biliari (colecisti,coledoco) e del pancreas.

1. In queste categorie di indicazioni,l’ecoendoscopia esplora e definiscecon notevole accuratezza il grado diinfiltrazione di un tumore più o menosuperficiale, di una formazione sotto-mucosa di natura ignota o di un pro-cesso estrinseco che viene solo “visua-lizzato“ dall’immagine endoscopica.2. La diagnosi di cancro dipende pri-

mariamente dall’esame istologico, re-alizzato mediante l’indagine endo-scopica tradizionale. L’ecoendosco-pia però, esegue il completamentodella valutazione del grado di esten-sione del tumore essendo il metodopiù accurato per la valutazione del-l’infiltrazione locale e regionale di neo-plasie del polmone, esofago, stoma-co, pancreas retto e linfomi.Tale valutazione è decisiva ai fini pro-gnostici e di scelta di strategia tera-peutica da intraprendere, cioè nonavere questo dato può indurre il chi-rurgo a scelte scorrette o perlomenopiù invasive.3. Per le patologie biliopancreatichec’è ormai un’ottima evidenza scienti-fica sul fatto che l’Ecoendoscopiachiarisce i dubbi di natura diagnosti-ca meglio di altre metodiche quali:la TAC e la Risonanza Magnetica Nu-

cleare (RMN) applicata alla dia-gnosi di piccole lesioni (>a 1 cm)del pancreas e per la diagnosi dicalcolosi del coledoco (compresala microlitiasi). Soprattutto inquesti casi questa metodica “fa re-almente la differenza“ perché con-sente una diagnosi in pazienti neiquali non sarebbe possibile inter-venire (endoscopicamente o chi-rurgicamente) se non “alla cieca“,cioè senza avere definito primacome e cosa fare, senza quindiaspettare di capire il problema delmalato solo al momento dell’attooperatorio.Concludendo è vero pertanto chela metodica, nonostante i costi del-l’apparecchiatura e il “training”(tempo di apprendimento) neces-sario da parte degli operatori, è unametodica complessa con impiegodi alta tecnologia che rappresentauna competenza di “avanguardia“di cui anche il nostro ospedale si èdotato di recente.

differenza

L’ecoendoscopio

Page 5: Notizie - asmn.re.it

Gennaio ‘00 n. 1 - Notizie pag. 5

Una rampa di lancio

V

La positività del cambiamen-to in ortopedia.

I

SERVIZI

RACCONTATIViste le nuove disposizioni azien-

dali rispetto alla dipartimen-talizzazione, eravamo stati

chiamati più volte dalla Direzione Sa-nitaria ed Infermieristica, per arriva-re ad un accordo che sembrava irrag-giungibile. Infatti è normale che inprevisione di grandi cambiamenti cisi senta disorientati e diffidenti.Oltre al cambiamento organizzativovi sarebbero state molte variazioninuove che avrebbero comunque mo-dificato l’assetto esistente.Le modifiche proposte erano:3riduzione dei posti letto,3riduzione del numero delle stanze

di degenza (avremmmo perso quasicompletamente la zona centrale chesta di fronte alla S.O.),

3ridefinizione delle risorse infermieri-stiche (con possibilità di riduzione).

Presa visione dei cambiamenti ine-vitabili che sarebbero sopraggiun-ti, noi caposala (uomini, donne erecovery room), abbiamo fatto unascommessa: utilizzare questi cam-biamenti come “rampa di lancio”,anzi, come sfida per creare unanuova mentalità infermieristicaconsapevole del cambiamento e pro-fessionalmente pronta ad accettarlo.

E’ stato un percorso duro e difficileche ha dovuto abbattere due muri:3 il primo riguardava essenzial-

mente due aspetti dell’orga-nizzazione infermieristica: laridistribuzione delle risorsecon attenta valutazione deicarichi di lavoro e l’integrazionetra tutti gli operatori, dato che, eradiventato impensabile lasciare lavecchia suddivisione tra degenzauomini e donne;

3 il secondo riguardava il cambia-mento dei percorsi dovuto al nuo-vo assetto logistico.

Ci siamo orientati al supe-

ramento di questi ostacoli.Per favorire l’integrazione abbiamoagito tramite la formazione di tutto

il personale infermieristico, OTAed ausiliario, mirata ad uniforma-re i comportamenti, costruendo

piani di lavoro e protocolli co-muni. La formazione (do-cenza e organizzazione) èstata gestita da noi respon-sabili infermieristici pergarantire che tutti gli ope-

ratori potessero partecipareattivamente e sentirsi parte in-

tegrante del cambiamento. Larealizzazione di questo proget-

to in tutte le sue fasi ha richiesto 6-8mesi per l’elaborazione teorica ed al-trettanti per l’attuazione pratica.Per favorire l’organizzazione abbia-mo deciso, dopo forte sensibilizzazio-ne del personale, di passare dal turnoa 4 al turno a 5 (con alcune modifi-che), con attenta valutazione dei ca-richi di lavoro. Abbiamo inoltre otte-nuto la reperibilità notturna interna,cioè garantita solo da operatori del-l’ortopedia e modificata l’organizza-zione del Day Hospital, con assegna-

zione di I.P. dedicata per ottimizza-re l’accesso e il trattamento degliinterni che ne usufruiscono.Con l’ufficio Tecnico abbiamocollaborato ad ogni modificamuraria (es. O2 in tutte le stanze,prima non era presente).Guardando a ritroso, possia-mo infine dire che tutti gli

obiettivi che ci eravamo prefis-sati sono stati raggiunti, infatti

le due U.O. (uomini e donne) sonofunzionanti e soprattutto tutti gli

operatori sono in grado di operare indi-stintamente su entrambi i settori, utiliz-zando comportamenti comuni.Per il 2000 ci aspettiamo che questa in-tegrazione si rafforzi e migliori. Attra-verso la formazione (che per altro è giàiniziata) anche quest’anno stiamo la-vorando per ottenere questo risultato.Per ulteriori informazioni potete ri-volgervi al 6332 - Cristina Rimessi,6331 - Daniela Reverberi, 6373 G.Maria Fantuzzi.

di Cristina RimessiU.O. Ortopedia Uomini

Una rampa di lancio

In foto gli operatori dell’U.O. di Or-topedia

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pag. 6 Notizie - Gennaio ‘00 n. 1

Maggiore attenzione allasicurezza dell’operatorenella gestione dei farmacichemioterapici antiblastici.

N

L’U.Ma.C.A.L’U.Ma.C.A.I

SERVIZI

RACCONTATI

Unità di ManipolazioneCentralizzata Antiblastici

Non ha niente a che fare colmollusco munito di conchi-glia e antenne, che striscia,

ma significa “Unità di Manipolazio-ne Centralizzata Antiblastici”.La sigla potrebbe essere più sempli-ce, ma quello che importa è la so-stanza e sostanza vuol dire maggio-re attenzione alla sicurezza dell’ope-ratore nella gestione dei farmaci che-mioterapici antiblastici.L’impiego sempre più diffuso di far-maci chemioterapiciantiblastici(CHTA), parallelamente ad un co-stante incremento della patologianeoplastica, ha posto con urgenza ilproblema della protezione del per-sonale addetto alla manipolazio-ne di tali sostanze, nonché de-gli effetti ambientali che i ri-fiuti di tali prodotti possonoprovocare.I farmaci chemioterapici an-tiblastici presentano:1) una tossicità locale, do-

vuta a contatto concute, mucose, vie ae-ree, che si manifestacon effetti irritanti, vescicanti eallergizzanti (a seconda del tipodi farmaco)

2) una tossicità generale, più grave,a medio-lungo termine, che con-siste in una potenziale teratoge-nicità ed embriotossicità e in po-tenziali effetti mutageni e can-cerogeni, a seconda del tipo difarmaco.

I dati relativi a questa tossicità ge-nerale sono desunti dalla segnalazio-ne di eventi avversi - effetti collate-rali indesiderati nei pazienti tratta-

ti; non si dispone invece di informa-zioni ed evidenze altrettanto certe perquanto riguarda la tossicità dei CHTAsugli addetti alla loro manipolazio-ne; non sono a tutt’oggi definiti i datirelativi alla quantificazione di talerischio.Negli operatori professionalmenteesposti i possibili effetti patologici dafarmaci chemioterapici antiblasticisono molto più difficili da dimostraree da rilevare; le conoscenze su questoproblema sono in fase di risistema-zione e comunque i risultati disponi-bili, non sono univoci.Per parlare di potenziali tossicità ilpresupposto è che ci sia un’interazio-ne tra farmaco e operatore.Le fasi in cui l’eventuale contamina-zione può avvenire sono durante l’im-magazzinamento, l’allestimento, lasommini- strazione, il

trasporto

e lo smaltimento.Per ridurre in modo consistente e/oannullare il rischio di tossicità da far-maci antiblastici devono essere adot-tate misure preventive quali:- centralizzazione delle attività e

strutture,- formazione degli operatori sanita-

ri coinvolti,- utilizzo di metodiche di sicurezza e

di apposite procedure,- adozione di idonei mezzi protettivi

ambientali ed individuali.

E torniamo all’U.Ma.C.A.: il proble-ma della prevenzione, relativa a que-sti temi, era stato sollevato da moltotempo nel nostro Ospedale, ma soloin questi ultimi tempi si è cominciatoad affrontare in modo più sistemati-co, col supporto anche di normativespecifiche.Una tappa fondamentale, in questosenso, è stata l’istituzione del-l’U.Ma.C.A., cioè di un locale appo-sitamente attrezzato e riservato esclu-sivamente alla preparazione centra-lizzata dei farmaci chemioterapiciantiblastici.Questo ha significato che gradual-mente i farmaci antiblastici non do-vevano più essere allestiti nei singolireparti (ad eccezione della divisionedi Oncologia), ma preparati central-mente, sotto cappa, da personaleesperto dotato di idonei strumenti diprotezione.Un ulteriore punto di preparazione

centralizzata nel nostro Ospedale sitrova presso la Divisione di

Oncologia dove i farma-ci chemioterapici antibla-stici vengono allestiti inun locale apposito, dota-to di cappe; questo loca-le presenta alcuni limitidi tipo logistico, ma sono

in atto interventi e modifi-che per l’adeguamento dello

stesso ai requisiti previsti dalleprocedure elaborate.

Per quanto riguarda la formazionedegli operatori sanitari, nel Febbra-io 1999, il Servizio di Farmacia, incollaborazione con la Direzione Sa-nitaria ed il Servizio di ProtezionePrevenzione, organizzò una giornatadi aggiornamento sul tema in que-stione. In quell’occasione venneroanche presentati i nuovi dispositivi diprotezione (guanti, camici, spike, oc-chiali, maschere...) per i quali la far-macia aveva provveduto all’acquisto.Inoltre, per dare continuità alla for-

Page 7: Notizie - asmn.re.it

Gennaio ‘00 n. 1 - Notizie pag. 7

I

SERVIZI

RACCONTATI

mazione-aggiornamento degli operatori, fu proposta la costituzione di un gruppo di lavoro che avesse il precisocompito di elaborare le procedure per una corretta gestione dei farmaci chemioterapici antiblastici.Il criterio per formare il gruppo fu quello di chiederne la partecipazione ad infermieri in servizio c/o le Unità Operativenelle quali gli antiblastici venivano usati più di frequente, con l’obiettivo che queste stesse persone potessero poidiventare referenti all’interno delle rispettive Unità Operative per tutte le problematiche inerenti l’impiego di questifarmaci.

Il gruppo di lavoro risultò così composto:Coordinatore:Dr.ssa VIANI NILLAFarmaciaComponenti:Sig.ra BOCEDI MANUELAOncologiaSig.ra BIGI BRUNAMedicina 2°Sig.ra BOIARDI SABRINAMedicina 3°Sig.ra BONACINI MARIAEmatologiaSig.ra CASONI LINAUnità Preparazione AntiblasticiSig.ra DENTI RITAPneumologiaSig.ra MASINI DONATAOncologiaSig.ra NEGRI CELESTINAMedicina 1°Sig.ra SALSI RITAOtorinolaringoiatria

Dopo una prima fase di ricerca di materiale e documentazione e di suddivisione di compiti, si è passati alla elabora-zione del documento, nel quale sono state affrontate le seguenti tematiche:1. requisiti dei locali2. requisiti e utilizzo delle cappe biologiche3. procedure per l’allestimento dei farmaci4. procedure per richiedere la preparazione centralizzata dei farmaci5. procedure per la preparazione dei farmaci su campo libero6. procedure in caso di spandimenti7. procedure per la somministrazione8. procedure in caso di stravaso9. procedure per lo smaltimento.

Il testo dovrà essere adeguatamente presentato a tutto il personale infermieristico, come parte di altre iniziative chesarà opportuno proporre e studiare per favorire l’informazione e la sensibilizzazione su questi temi.L’ importanza del lavoro svolto è stata supportata dalla recente pubblicazione sulla G.U. n° 236 del 7.10.99 del provvedi-mento 5.5.99 del Ministero della Sanità dal titolo “Documenti di linee guida per la sicurezza e la salute dei lavoratoriesposti a chemioterapici antiblastici in ambiente sanitario” nel quale viene codificata la necessità di centralizzare lestrutture e le attività e viene fissato un limite di tre anni per la realizzazione delle misure previste dalle linee guida.

Gruppo di Lavoro �Procedure per una corretta manipolazione dei CHTA�

Da sinistra a destra: Emanuela Bocedi, Maria Bonacini, Donata Masini, Nilla Viani.

Page 8: Notizie - asmn.re.it

pag. 8 Notizie - Gennaio ‘00 n. 1

N

I codici colore:I

SERVIZI

RACCONTATI

la procedura di prenotazione pergastroscopia e colonscopia

Nel febbraio scorso è stata istituita una commissione perun progetto di modifica del-

le modalità di prenotazione degli esa-mi endoscopici; tale commissione eracomposta dalla Dott. Maria GraziaMortilla, dalla C.S. Elena Fontana,dalla Segretaria Emma Ronzoni perl’Endoscopia Digestiva e dal Dott.Giovanni Fornaciari e dal C.S. Ste-fano Finotto per la III Medicina.

PremessaLa scelta di effettuare una sperimen-tazione sulle modalità di prenotazio-ne delle procedure endoscopiche de-rivava dalle difficoltà incontrate,sempre più di frequente, da parte del-l’Endoscopia Digestiva, nel soddisfa-re le richieste provenienti dai Repartidell’Arcispedale. Dato che la III Divi-sione di Medicina e Gastroenterolo-gia, per le sue caratteristiche, rappre-senta l’U.O. con il maggior numerodi richieste, si è deciso di sperimenta-re in quest’Unità la prenotazione percodici colore, procedura già in uso alP.S. e, in parte, anche nelle richiesteper pazienti esterni.

ConcettoIl concetto di fondo nell’applicazio-ne dei Codici colore è quello di affi-dare al Medico richiedente l’esamela scelta della gradazione di urgenzadell’esame medesimo. Solo il Medi-co richiedente, tendendo conto dellasituazione clinica e di tutti i parame-tri disponibili, è, infatti, in grado divalutare se l’esame rivesta una parti-colare urgenza. Gli esami endosco-pici (gastroscopia e colonscopia) pos-

I codici colore:

Miglioramento delle proce-dure di prenotazione internadegli esami endoscopici.

sono essere richiesti secondo quattrodiversi codici corrispondenti ai crite-ri di priorità clinicaNelle prime riunioni si decise di ri-volgere particolare attenzione allaprenotazione degli esami in pazientiche, negli anni precedenti, avevanogià eseguito la medesima indagineendoscopica. Per quanto riguarda so-prattutto la colonscopia, un codicegiallo è raramente giustificato in unpaziente con colonscopia negativa ne-gli anni precedenti. Per l’esecuzionedi ERCP il codice, a seconda della ti-pologia della richiesta, veniva stabi-lito direttamente dall’Endoscopia(previa valutazione di un medico)

SperimentazioneI risultati, analizzati per il periodogennaio-settembre, sono i seguenti:· Gastroscopie:

127 esami richiesti,di cui 65 codice gialloe 62 codice verde.

Tempo medio di attesacodice giallo 4.14 giorni,codice verde 13.29 giorni

· Colonscopie:40 esami richiesti,

di cui 20 codice gialloe 20 codice verde.

Tempo medio di attesacodice giallo 3.5 giorni,codice verde 14.0 giorni

· ERCP:34 esami richiesti,

di cui 4 codice gialloe 30 codice verde.

Tempo medio di attesacodice giallo 3.5 giorni,codice verde 7.5 giorni.

Analisi dei risultatiDalla discussione effettuata dallaCommissione è emersa la necessitàdi valutare approfonditamente le ri-chieste in codice giallo, in particola-re per quanto riguarda la gastrosco-pia, dato che quest’esame risulta digran lunga il più richiesto, con tempi

Esame da esegui-re immediatamente o in

ogni caso nel più breve tem-po possibile. L’appuntamen-to viene fissato per via tele-fonica: il codice rosso è ri-servato, nei Reparti medi-ci, a emorragie digesti-

ve in atto.

Si tratta di esami in-dispensabili per poter ese-

guire una corretta terapia me-dica o chirurgica. Es. malattieinfiammatorie intestinali sospet-te o già note ma con un severopeggioramento in atto, sospet-te neoplasie del TD, sangui-

namento digestivo accer-tato (melena).

Esami da pro-grammare anche a

tempi lunghi. Esempio:controlli di varici esofagee,controlli dopo polipecto-mie, dopo interventi perneoplasia, controlli inmalattie infiammato-

rie intestinali.

Codice Rosso

Codice Giallo

Codice Verde

Esami indispensa-bili ma nella cui attesa può

comunque essere iniziata unaterapia. Es. malattia infiamma-toria intestinale con peggiora-mento non severo, ulcera sospettao sindrome dispeptica (in questicasi può essere iniziata una te-

rapia valida anche senzaessere certi della dia-

gnosi.

Codice Bianco

Page 9: Notizie - asmn.re.it

Gennaio ‘00 n. 1 - Notizie pag. 9

di attesa più lunghi. Pertanto è statoaffidato incarico al Dott. Fornaciaridi rivedere le richieste di gastrosco-pie in codice giallo, in particolare neicasi in cui era già stato effettuato unesame nei 5 anni precedenti.Sono stati effettuati controlli campio-ne su circa la metà degli esami richie-sti. Da quest’esame retrospettivo e dal-la discussione che ne è seguita si sonoriportate le seguenti conclusioni.3 In ipotesi si ritiene che, all’incirca,

le richieste di un Reparto Medicodovrebbero essere per 1/3 codicigialli e per 2/3 codici verdi

3 In effetti, dall’analisi retrospetti-va, si deduce che poco meno dellametà dei codici gialli rivalutati nonerano giustificati: ¼ erano total-mente non giustificati, ¼ parzial-mente non giustificati

3 Nei primi mesi della sperimenta-zione vi è stato un risultato moltoconfortante, con tempi di rispostaai due codici soddisfacenti e richie-ste di solito motivate. Durante imesi estivi, e soprattutto in settem-bre, le richieste sono quasi semprestate di codice giallo anche per l’al-lungarsi dei tempi di appuntamen-to a causa della riduzione dell’at-tività del Servizio di Endoscopia

3 Non si ritiene corretto modificarela scelta del codice in base allalunghezza della lista d’attesa,come spesso accade durante la te-lefonata di prenotazione

3 Di norma gli esami richiesti in co-dice verde possono essere eseguitianche come “coda di ricovero”,non essendo la scelta terapeutica,in questi casi, completamente in-fluenzata dall’esito dell’esame

3 Una particolare attenzione va ri-volta alla richiesta di esami perpazienti che hanno già eseguitol’esame medesimo negli anni pre-cedenti. In questi casi, qualora il

paziente non siain grado di for-nire la documen-

tazione richiesta, il Servizio di En-doscopia può verificare l’esisten-za di esami precedenti e fornire, surichiesta, copia all’ U.O. richieden-te. In un prossimo futuro, quandoil programma di refertazione en-doscopica sarà disponibile in rete,si potrà ottenere direttamente taleinformazione

ConclusioneDopo la discussione nel comitato diDipartimento nel febbraio scorso, si èdeciso di ampliare la modalità di pre-notazione a tutte le U.O. del Diparti-mento. I punti fondamentali della nuo-va gestione della prenotazione per esa-mi endoscopici sono i seguenti:1) Restano i quattro codici di preno-

tazione.2) Nel caso di prenotazione di esami

con codice rosso si manterrà l’abi-tuale richiesta telefonica.

3) I codici verranno stabiliti dal Me-dico di Reparto all’atto della richie-sta e riportati nella richiesta mede-sima. Per quanto riguarda l’ERCP ilcodice, a seconda della tipologiadella richiesta, viene stabilito di-rettamente da un endoscopi-sta.

4) Nei casi in cui sia ne-cessario richiederesia gastro sia colon-scopia, si ritiene pre-feribile effettuareprioritariamente lagastroscopia ma, almomento della pre-notazione, si dovràprecisare la doppia ri-chiesta. La segreteriadell’Endoscopia fisse-rà l’appuntamento perla gastroscopia ma ter-rà in debito conto, incaso di negatività delprimo esame, la neces-

I

SERVIZI

RACCONTATI

sità di effettuare il secondo in tempicontenuti.

5) La prenotazione sarà effettuata pervia telematica: sarà predispostodall’Endoscopia un “modulo” informato Word che riporti tutte le no-tizie utili alla prenotazione. Al ter-mine delle visite in Reparto e in DHdovranno essere raccolte tutte leconsuete richieste cartacee utilizza-te fino ad ora; le richieste andran-no riportate sul modulo sopra cita-to (ogni U.O. dovrà decidere se taleoperazione sarà effettuata dalla Se-gretaria, dal Capo Sala o da altropersonale) ed infine il modulo an-drà inviato per posta elettronica aENDOSCOPIA DIGESTIVA. La se-greteria dell’Endoscopia rinvierà ilmodulo con a fianco l’appuntamen-to per ogni esame richiesto. Si pre-cisa che le “vecchie” richieste do-vranno rimanere, come di consue-to, sul frontespizio della cartellaclinica. Si raccomanda inoltre laprecisione nella formulazione delmotivo della richiesta perché suquesto punto saranno effettuate leverifiche di congruenza.

6) L’applicazione della nuova proce-dura inizia il 14 febbraio ’00; da

tale data ogni U.O. del Diparti-mento dovrà comunicare il co-

dice colore delle gastro e del-le colonscopie al momen-to della prenotazione al-l’Endoscopia Digestiva.7) Sono stati nominati re-ferenti medici per ogniU.O. che dovranno riunirsiperiodicamente, unitamen-te ai Capo Sala ed agli I.P.dei DH per verificare la cor-retta applicazione dellaprocedura e per proporneeventuali modifiche.

di Giovanni FornaciariU.O. Medicina III^

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pag. 10 Notizie - Gennaio ‘00 n. 1

H

Una esperienzaamericana

Una esperienzaamericana

di Antonio MarcatoRecupero e Rieducazione Funzionale

FORMAZIONE

Ho recentemente conclusouno stage di un mese comevisiting doctor presso il Di-

partimento di Medicina Fisica e Ria-bilitazione della Mayo Clinic di Ro-chester, Minnesota-USA. La visita faparte di una frequenza prevista nelbudget di un programma di aggior-namento dipartimentale.La Mayo Clinic vanta una gloriosatradizione medica essendo stata fon-data nel 1864 dal dr. William W. Mayoe rappresenta perciò uno dei più vec-chi ospedali statunitensi. Al suo in-terno sono presenti tutte le specialitàdella Medicina. Oggi la sua notorie-

in un reparto di riabilitazionetà nel campo scientifico è legata a unospedale che rappresenta un punto diriferimento mondiale per cura, tec-nologia e ricerca. E’ interessante no-tare che i 3 simboli del logo della Cli-nica vogliono ricordare i cardini suiquali poggia l’essenza dell’attivitàdella Mayo.Essi sono: la cura del paziente (Care)assicurata ai massimi livelli, la ricer-ca (Research) che fin dall’inizio hacontribuito con scoperte importantis-sime come ad esempio l’indicazionedel trattamento cortisonico per le ma-lattie reumatiche e infine l’istruzionee l’aggiornamento (Education) deimedici e di tutti coloro che sono coin-volti nella cura per esssere a loro vol-ta una fonte fidata di informazioniper i pazienti e la popolazione in ge-nerale.A tal proposito si può veramente af-fermare che i pazienti non vengonosolo curati, ma anche adeguatamen-te istruiti per renderli elementi attivi

e responsabili della loro cura.L’equipe riabilitativa che ho avu-to modo di conoscere è costitui-ta da 36 medici fisiatri con cir-ca 120 fisioterapisti di cui 40sono terapisti occupazionali.Nella mia permanenza ho potu-to affiancare diversi medici se-guendo di volta in volta aspettiriabilitativi di medicina sporti-va, reumatologia, neurologia eil trattamento del linfedema.Individualism in Medicine canno longer exist non ci sarà piùindividualismo in Medicina, so-steneva uno del fondatori dellaMayo. In realtà sono rimastoimpressionato dal gran numerodi professionasti che prendonoparte attivamente al program-ma riabilitativo del paziente:medici internisti, fisiatri, fisio-terapisti, logoterapisti, terapistioccupazionali, psicologi e via di-cendo fino al terapista ricreazio-nale figura che si occupa deltempo libero del paziente.

Il lavoro di gruppo è rigorosamenteinterdisciplinare perché si svolge conuna collaborazione continua e profi-cua tra i vari specialisti i quali coin-volgono il paziente rendendolo ele-mento attivo nella cura. Quello chene deriva è una cura olistica dellapersona che tiene conto di tutti gliaspetti (fisici-psichici-spirituali).Molto attuale rimane ancora una af-fennazione del dr. William J. Mayoche “the best interest of the patient isthe only to be considred” ovvero chel’interesse del paziente è l’unico daessere perseguito da parte degli ope-ratori sanitari. La Mayo Clinic è unain effetti fondazione senza scopo dilucro che si propone di fornire la piùalta qualità di cura per i pazienti.Ho potuto del resto verificare chemolto tempo viene dedicato al pazien-te per la raccolta dell’anamnesi, lavisita, l’informazione e cura.Altro aspetto che infine merita di es-sere sottolineato è costituito dallaEducation ovvero il fornire una istru-zione continua resa facile da un am-pio numero di mezzi messi a disposi-zione dei professionisti della salutema anche dei pazienti e popolazionein genere con opportunità di confe-renze, videos, libri, libretti e opuscoliinformativi sulle varie patologie.Ho avuto veramente l’impressione chealla fine quello che ciascuno ha appre-so con lo studio e l’esperienza sia conti-nuamente comunicato ai colleghi conil fine dichiarato di riuscire ad ottenerela migliore cura per il paziente.E’ stato un importante momento nonsolo di studio ma anche di scambioculturale in quanto sebbene la realtàsocioassitenziale europea rimangaancora molto diversa da quella sta-tunitense, rimane sempre importanteun confronto che pemetta di indivi-duare i punti positivi che possano es-sere applicati nella nostra realtà.

Da sinistra a destra: specializzando, Dr. GailGamble - esperta in linfedema, Dott.Antonio Marcato

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Gennaio ‘00 n. 1 - Notizie pag. 11

Accogliere il malatoe donare speranza

[...] E’ stato detto che l’ospedale è il

luogo ove si esercita la competenza

tecnica. Da questo particolare e li-

mitato punto di vista donare speran-

za credo significhi offrire quanto di

meglio la scienza e la tecnologia

consentono per ottenere la guarigio-

ne dalla malattia.

Credo di poter affermare che in que-

sti ultimi 5 anni l’A.S.M.N. ha fatto

molti passi avanti in questa direzio-

ne. Basti ricordare quante nuove im-

portanti attività sono oggi pratica-

te al S. Maria rispetto al passato:

ricordo solo quelle praticate nei

Servizi di Endocrinologia, Reuma-

tologia, Ematologia, Medicina Nu-

cleare, Cardiologia Interventistica,

Neurotraumatologia, RMN, Endo-

scopia, ecc..

Altri passi dovremo compiere, sia ele-

vando la qualità delle attività oggi

svolte sia introducendone di nuove per

soddisfare i bisogni emergenti che le

nuove opportunità e lo sviluppo scien-

tifico e tecnologico rendono possibile.

Sempre dal punto di vista “tecnico”

dare speranza implica anche offrire

condizioni organizzative “efficienti”:

l’utilizzo migliore possibile delle ri-

sorse, l’offerta di spazi e luoghi dignitosi, coniugando insieme assiten-

za e produttività, efficienza e qualità, equità e solidarietà.

Da questo punto di vista non avrei particolari preoccupazioni e non

ritengo fondati i timori ed i sospetti riguardo al processo di aziendaliz-

zazione in corso nel Servizio Sanitario Nazionale.

Premesso che il solo criterio economico non può essere discrimi-

nante [...]

Ritengo però di valutare positivamente l’introduzione di criteri gestio-

nali di tipo aziendalistico se la finalizzazione è rivolta ad ottimizzare

l’impiego delle risorse finanziarie, tecnologiche ed umane affinchè la

cura della persona sia la più adeguata e sia garantito a ciascuno, secon-

do i reali bisogni, il diritto alla tutela della propria salute.

In questo contesto l’aziendalizzazione non è un fine bensì uno strumen-

to per la difesa di un sistema che fonda le sue radici su equità, solidarie-

tà, universalità.

Il sistema è sicuramente perfettibile, non so se è il migliore possibile ma

Tavola Rotonda:

Accogliere il malatoe donare speranzaRiportiamo un’ampia sintesi del saluto del Direttore Generale, Dott. Leonida Grisendi, alla TavolaRotonda promossa dalla Parrocchia dell’Arcispedale S. Maria Nuova che si è tenuta a Reggio Emi-lia il 12.02.2000.

I relatori alla Tavola Rotonda

Page 12: Notizie - asmn.re.it

pag. 12 Notizie - Gennaio ‘00 n. 1

mi pare che al momento non vi siano

altri modelli che offrano, a questi li-

velli di spesa, uguali garanzie dal

punto di vista dell’universalità e del-

la solidarietà, né credo che la priva-

tizzazione del sistema possa rappre-

sentare un cambiamento auspicabile.

Voglio brevemente ricordare che il

nostro Paese spende per la sanità il

7,6% del proprio P.I.L. (di cui il 5,3%

rappresenta la spesa pubblica) men-

tre la Francia spende il 9,6%, la Ger-

mania il 10,7%, l’Olanda l’8,5%, gli

U.S.A. il 13,9%.

Se noi saremo capaci di dimostrare

che con questo livello di spesa siamo

in grado di assicurare questo livello

di prestazioni garantendo la compa-

tibilità con le esigenze di bilancio,

che ormai non sono più soltanto na-

zionali ma europee, avremo fatto,

credo, un grande servizio alla collet-

tività e, in particolare, alle fascie più

deboli della popolazione.

Dobbiamo però realizzare questo

obiettivo ponendo maggiore atten-

zione ai bisogni della persona.

Occorre riaffermare la centralità del-

la persona umana e in particolare

della persona che si trova in uno sta-

to di sofferenza, di malattia, di debo-

lezza, in direzione della costituzione

di un rapporto paritario improntato

al reciproco rispetto.

L’organizzazione, l’aziendalizzazio-

ne, la tecnologia avanzata non ba-

stano se manca il coinvolgimento

emotivo del personale, se non c’è una

disponibilità affettiva alla protezio-

ne ed alla rassicurazione che crea fi-

ducia e facilita la comunicazione con

chi ha bisogno.

Per questo è stato scritto, credo con

ragione, che il personale dei servizi

dev’essere mano d’opera emozionale.

[...] Dobbiamo porre maggiore atten-

zione ai bisogni della persona, non

solo ai bisogni fisiologici ma anche

ai bisogni psicosociali e spirituali.

Perché la malattia, come ci ha inse-

gnato il Vescovo Adriano nell’incon-

tro dello scorso anno, determina una

“lacerazione dell’unità soggettiva”,

una “crisi dalla comunicazione con

gli altri”, una “più profonda com-

prensione di sé come finitezza” la pre-

sa di coscienza di “un’eventualità del-

la morte”.

Page 13: Notizie - asmn.re.it

Gennaio ‘00 n. 1 - Notizie pag. 13

La cultura oggi prevalente considera

il tempo della malattia un tempo sciu-

pato e rimuove l’idea della morte.

Tutto ciò, unitamente ad una conce-

zione quasi miracolistica della me-

dicina, porta inevitabilmente ad una

elevata conflittualità quando il risul-

tato atteso non viene conseguito, ma

anche ad una maggiore tensione in

via ordinaria.

Questo stato di cose porta gli ope-

ratori, soprattutto quelli che opera-

no nei reparti più “pesanti” dove i

malati sono più difficili da gestire,

a situazioni di burn-out nelle quali

dovremmo prevedere azioni di “ma-

nutenzione” [...]

Penso che ritrovarci periodicamente

a discutere di questi temi possa costi-

tuire una occasione di ricarica, etica,

morale e spirituale ed una efficace

opportunità di manutenzione nel sen-

so sopra descritto.

Personalmente vorrei concludere

questo saluto a tutti Voi con una som-

messa e personale riflessione sulla

necessità di essere portatori di spe-

ranza per poter offrire speranza, pur

nella consapevolezza delle difficol-

tà che quotidianamente dobbiamo

affrontare.

E vorrei fare ciò prendendo a prestito

parole, che io non saprei altrettanto

efficacemente trovare, da una lettera

di Leone Tolstoj ad Aleksandra

Tolstaja: “l’eterna inquietudine, il

lavoro, la lotta, le privazioni, sono con-

dizioni imprescindibili da cui nessun

uomo, neppure per un istante, deve osar

pensare di poter uscire.

Soltanto una onesta inquietudine, la

Il personale AVO in servizio all’Arcispedale

Il personale AVO in servizio all’Arcispedale

Page 14: Notizie - asmn.re.it

pag. 14 Notizie - Gennaio ‘00 n. 1

lotta e il lavoro, fondati sull’amore sono

quel che si chiama la felicità. …. Mi

vien da ridere a ricordare come io la

pensavo una volta e come, mi sembra,

le pensate voi: che si possa costruire

un piccolo mondo felice e onesto nel

quale sia possibile vivere quieti quie-

ti, tranquillamente, senza errori, sen-

za rimorso, senza confusione, e, senza

fretta, accuratamente operare sempre

e soltanto il bene.

E’ ridicolo! Non si può, babuska.

Per vivere onestamente bisogna dilace-

rarsi, confondersi, lottare, sbagliare, dare

inizio e lasciar andare e di nuovo inizia-

re e di nuovo abbandonare ed eterna-

mente battersi e rinunziare.

La quiete è una vigliaccheria dell’ani-

ma, e per questa ragione la parte peg-

giore dell’animo nostro tende verso la

quiete senza rendersi conto che la con-

quista di essa è collegata alla perdita

di tutto quello che in noi c’è di bello,

di umano, e ci viene dall’alto”.

Ecco, con la consapevolezza che que-

sto stato di cose rappresenta la nor-

malità della condizione umana vor-

rei concludere richiamando il pensie-

ro del filosofo Karl Popper per ricor-

darci che abbiamo il dovere di essere

ottimisti.

E in questo ottimismo c’è anche la

consapevolezza che quando avremo

esaurito il nostro compito propulsivo

ci sarà chi saprà continuare facendo

ancora meglio di noi.

Così concludendo mi rendo conto di

non avere fatto ragionamenti di carattere manageriale ma

sono fermamente convinto che questi vadano fatti, dal punto

di vista logico, in un momento successivo.

In questa ottica colgo questa occasione per sottoporre alla

Vostra attenzione una ipotesi concreta di lavoro su uno dei

temi della giornata: “l’accoglienza”.

Nella nostra realtà, così ricca di risorse del volontariato,

come anche la giornata odierna dimostra, potrebbe essere

realizzato un sistema di accoglienza del malato al suo

ingresso da parte di personale volontario.

Questo modello, già realizzato in altri Paesi, potrebbe col-

locarci nel solco della tradizione del nostro ospedale da

sempre particolarmente attento a questi temi (ricordo la

valigetta con generi di prima necessità distribuita alcuni

anni fa al Pronto Soccorso) con una efficacia ed utilità a

mio avviso ancora maggiore.

E’ solo un piccolo flash che sottopongo alla Vostra atten-

zione per un discorso che potremo riprendere più avanti se

lo riterrete opportuno.

Leonida Grisendi

I relatori alla Tavola Rotonda

Page 15: Notizie - asmn.re.it

Gennaio ‘00 n. 1 - Notizie pag. 15

I

Curiosando qua e là

nella formazionedell’infermiere

Curiosando qua e là

nella formazionedell’infermiere

di Patrizia CopelliDiploma Universitario perInfermiere

FORMAZIONE

I l sito Orienta Net (http://www.quipo . i t / o r ien tane t /home.htm), che offre una guida

on-line ai percorsi di formazione uni-versitaria e dettagliatissime istruzio-ni alla scelta delle facoltà, contieneun interessante collegamento (http://scienza.quipo.it/scripts/university/dove.asp?id=546) alle sedi di Diplo-ma Universitario per Infermiere(DUI) che presentano una pagina Web.In generale, i siti in elenco si limitanoa presentare l’organizzazione e l’arti-colazione del corso di Diploma per In-fermiere, attraverso una pagina di vi-deoscrittura molto semplice che nondà possibilità di altri collegamenti.Se un interesse può essere espresso,questo è per le Home Page delle Uni-versità di riferimento, attraverso lequali accedere per giungere alle sedidi Diploma, poiché tali Home Pageoffrono collegamenti che permetto-no di spaziare nell’articolato mondouniversitario.Ben altro scenario si presenta navi-gando tra le School of Nursing d’ol-tre oceano che da tempo hanno av-viato una consolidata relazione “In-fermieristica – Internet“.In questi paesi, la formazione in uni-versità degli infermieri già è storia.Ciò ha permesso la creazione disiti molto articolati che, in-direttamente, riflettono lecaratteristiche peculiaridelle School of Nursing.La School of Nursingdella Mc Master Uni-versity (http://www-fhs.mcmaster.ca/nursing)– sede tra le più prestigio-se della formazione infer-

mieristica internazionale – afferisce allaFacoltà di Scienze della Salute, insie-me al corso di Medicina, di Ostetricia edi Scienze della Riabilitazione.Nella propria pagina, specifica Vision,Mission, Principi su cui fonda la pro-pria formazione, condotta attraversometodologie innovative: Problem Ba-sic Learning (PBL) Contract Learning(Contratti di apprendimento).Nella sezione “Education” è presen-tata l’articolazione degli studi dellaformazione base (Bachelor of Scien-ce Nursing) e post diploma. La sezio-ne merita anche solo una rapida let-tura per cogliere, nel dettaglio, il li-vello avanzato di questa formazio-ne, così come, desta interesse la se-zione “Research” che presenta Unitàdi Ricerca e di Sviluppo del Nursing.Ancora più sorprendente e, per certiversi, professionalmente stimolante,è curiosare tra i 206 profili dello staffdocente della School of Nursing del-la Mc Master, per scoprire che ognu-no dei docenti identifica “un’area diinteresse” e “un area di competenza”della disciplina infermieristica anchemolto particolari (es. approccio co-gnitivo-comportamentale nella ge-stione del dolore cronico, sviluppodelle risorse nel processo educativodel paziente, cura della cute nel neo-nato pre-termine, qualità della vitalavorativa dell’infermiere).Per rientrare nel panorama italiano,da segnalare i siti dei corsi per Diri-genti dell’Assistenza Infermieristicain quanto offrono alcune possibilitàinteressanti.La scuola universitaria per Dirigen-

ti e Docenti in Scienze Infer-mieristiche (D.D.S.I.) di

T o r i n o ( h t t p : / /molecola.medfarm.unito.it/nurse/DDSI1.HTM)oltre a fornire indica-zioni sul corso, ispira-to ad un modello didat-tico “non tradizionale”

(leggere con attenzionela sezione “Scuola”), forni-

sce un servizio estremamente prezio-so, di grande utilità. Cliccando su“Mappa delle riviste” è possibile ac-cedere al repertorio di riviste di inte-resse infermieristico sia italiane chestraniere, reperibili in Italia. Chi peraggiornamento o studio si sia avven-turato nella faticosa ricerca dell’arti-colo, ben sa della difficoltà incontra-ta nel trovare le riviste nella nostra na-zione, senza dover accedere al servi-zio a pagamento offerto dalla BritishLibrary of London. Dal 1994 il sito spe-cifica le sedi ove reperire le più im-portanti riviste e da che anno di abbo-namento. Purtroppo da alcuni anninon c’è un regolare aggiornamento delsito, anche se i curatori si stanno atti-vando per colmare tale lacuna.La Scuola Universitaria di DisciplineInfermieristiche (S.U.D.I.) di Milano(http://studenti.unimi.it/sudi/) presentai Link delle otto sedi per Dirigenti In-fermieri, istituite in Italia. In parti-colare, il sito della scuola per Dirigentidella Assistenza Infermieristica (D.A.I)dell’Università “La Sapienza”- Roma(http://www.nursing.uniroma1.it/) offreuna rete di Link da non perdere, unforum infermieristico di discussione edi confronto in “Graffiti”, mentre in“Biblioteca” è possibile consultare ilcatalogo delle riviste infermieristichedisponibili. L’area è in aggiornamen-to e si attende il collegamento a “Li-bri” e “CD-Rom”.Ed infine……il sito creato in proprioda uno studente del Diploma Univer-sitario per Infermiere di Reggio Emi-lia che fissa gli studenti del corso... nei(rari) momenti di svago e relax!!!(http://www.comune.modena.it/118/paolo/du/)

Page 16: Notizie - asmn.re.it

pag. 16 Notizie - Gennaio ‘00 n. 1

MemorandumIncontri delle commissioniper l’aggiornamento corsi,convegni, congressi.

U

di Marzia Prandi - Ufficio Sviluppo Organizzativo

FORMAZIONE

Utilizzando Microsoft Outlookè possibile accedere alla pro-cedura relativa alla Gestio-

ne della formazione permanente.Come fare?Cliccare su:- cartelle pubbliche,- tutte le cartelle pubbliche,- documentazione pubblica,- procedure,- gestione della formazione perma-

nente.Di seguito si riporta la parte dellaprocedura relativa alla partecipazio-ne a corsi, convegni, congressi, semi-nari o workshop (organizzati pressoterzi) su richiesta individuale del sin-golo operatore.Modalità organizzative0 Ogni anno vengono stanziati due

budget (uno per il personale lau-reato dirigente e uno per il perso-nale infermieristico, tecnico, am-ministrativo e laureato non diri-gente) per partecipazione a corsi,convegni, congressi, seminari oworkshop (organizzati presso ter-zi) su richiesta individuale del sin-golo operatore.

0 Le richieste degli operatori (attra-verso appositi moduli) da inviaredirettamente all’U.S.O. vengonovalutate da due Commissioni pre-poste:

1 commissione per il personalelaureato dirigente composta dairesponsabili dipartimentali per laformazione del personale laurea-to dirigente, coordinata dal Re-sponsabile dell’USO.

1 commissione bilaterale per ilpersonale infermieristico, tecnico,amministrativo e laureato non di-

Memorandumrigente, composta da operatori con diversa qualifica e professionalità,coordinata dal coordinatore dei Diplomi Universitari dell’ASMN.

Per il personale laureato dirigente le richieste che non richiedono rimborsispese, ma solo riconoscimento di ore, non vengono esaminate dalla Com-missione preposta.

0 Le commissioni si riuniscono una volta al mese e valutano le richiestepervenute

0 L’USO trasmette al singolo operatore l’esito della valutazione della Com-missione ed invia la scheda per l’auto certificazione oraria e per la docu-mentazione delle spese sostenute.

0 Il dipendente al ritorno dall’iniziativa deve inviare all’USO la scheda perl’auto certificazione oraria e per la documentazione delle spese sostenute.

CALENDARIO COMMISSIONI

N.B. LE RICHIESTE DEVONO PERVENIRE ALL’U.S.O. IN TEMPO UTILEAFFINCHE’ POSSANO ESSERE VALUTATE PRIMA DELLA LORO EF-FETTUAZIONE

Per informazioni rivolgersi alla Sig.ra Maria Fontanesi (Ufficio SviluppoOrganizzativo tel. 6840, dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 12).

Personale Laureato Dirigente Personale Infermieristico,Tecnico, Amministrativoe Laureato non Dirigente

19 gennaio11 febbraio10 marzo7 aprile

5 maggio

2 giugno7 luglio

15 settembre13 ottobre

10 novembre15 dicembre

28 gennaio25 febbraio31 marzo2 maggio6 giugno

4 luglio15 settembre

3 ottobre7 novembre5 dicembre

Page 17: Notizie - asmn.re.it

Gennaio ‘00 n. 1 - Notizie pag. 17

N

Genitorialitàe nuove cultureGenitorialità

e nuove culture

FORMAZIONE

Percorso nascita e ospedaliz-zazione delle famiglie immi-grate.

Nell’attuale contesto sociale infase di profonda trasformazione i Servizi Sanitari (e so-

ciali) non sono adeguatamente at-trezzati per cogliere i nuovi bisogni dellapopolazione immigrata e le nuove mo-dalità attraverso cui si presentano, an-che perché spesso i bisogni, che non cor-rispondono alle offerte di un determi-nato servizio, restano impliciti.In una realtà che sta diventando sem-pre più multietnica, occorre conosce-re le diverse rappresentazioni dellafamiglia, della genitorialità, le diver-se condizioni concrete e psicologichedi crescita dei bambini, le diverse con-cezioni della “salute “e della “malat-tia”, affinché gli operatori possano ri-spondere in modo sempre più adegua-to ai bisogni di questi nuovi utenti enel contempo le famiglie stranierepossano avere punti di riferimento ri-spetto ai servizi ai quali rivolgersi.Per tali motivazioni l’Azienda Arci-spedale S. Maria Nuova, l’AziendaUSL. hanno pensato ad un progettodal titolo “Genitorialità e nuove cul-ture: percorso nascita e ospedalizza-zione delle famiglie immigrate”, incollaborazione con il centro per lefamiglie del Comune di Reggio E., apartire da un lavoro di ricerca svolto

con la Regio EmiliaRomagna. Gli

obiettivi di

tale progetto sono:1. Fornire strumenti di conoscenza

sulle “nuove culture ” con cui glioperatori di entrambe le aziendequotidianamente si confrontanonella pratica sanitaria.

2. Facilitare l’informazione sui servi-zi sanitari ASMN –AUSL alle fa-miglie immigrate al fine di rispet-tare le culture di origine e favorirel’accesso all’utilizzo mirato ed ef-ficace dei Servizi a disposizionedella comunità.

Per ottimizzare il percorso formativoe offrire un canovaccio su cui basareil confronto e la discussione, si è pen-sato di strutturare un questionario dasottoporre al personale dei vari servi-zi, per rilevare tutte le problematichevissute dagli operatori nell’approcciocon l’utenza straniera.La formazione vera e propria preve-de incontri di formazione per il per-sonale sanitario (compreso i medici)sulle tematiche della vita di coppia,sessualità e nascita, famiglia, gravi-danza, genitorialità cura e alleva-mento dei figli. nelle famiglie immi-grate delle principali culture presentinella nostra provincia (Egitto, Maroc-co, Ghana, Senegal, Albania e Cina).Inoltre ci è sembrato necessario pre-parare materiale informativo multi-lingue da fornire agli utenti.Gli incontri sono organizzati secon-do la seguente modalità:1° Parte: 3 incontri per ogni gruppo(3 gruppi individuati sulla base del-l’area di competenza) in cui verrannoaffrontate le tematiche generali inda-gate attraverso la ricerca regionale.Saranno presenti i mediatori cultu-

rali delle rispettive culture.1° incontro su “Marocco ed Egitto”2° incontro su “Albania e Cina”3° incontro su “Ghana e Senegal”2° Parte: 2 incontri per ogni gruppo(ripetitivi) in cui si affronteranno leproblematiche specifiche all’area sa-nitaria, alla presenza dei mediatoriculturali e di operatori sanitari chevantano esperienze nel campo (Dr.Gherardi, pediatra e Dr. Foracchia,medico ostetrico).Nel corso del 1999 è stata inoltre at-tivata una convenzione con due me-diatrici culturali (una cinese e unaaraba), per affrontare in modo ade-guato le problematiche legate allapresenza di questa tipologia di utentie che si sta rilevando come un’attivi-tà molto significativa.A tutt’oggi sono stati effettuati i treincontri sulla cultura magrebina euno sulle tematiche dell’Albania edella Cina. Tutti gli operatori si sonoespressi molto positivamente rispet-to agli incontri, per la possibilità diconfronto offerto e la competenza sulcampo dai relatori. Inoltre date le ri-chieste presentate da operatori di al-tri servizi per partecipare a tale per-corso ci fa pensare ad una sensibiliz-zazione rispetto al problema che stadiventando sempre più rilevante.

Guberti MonicaServizio Assistenza Inf. e TecnicaPiergiuseppina FagandiniDipartimento Materno InfantilePiera BevoloPsicologa

Gruppo di formazione interaziendaleGennaio ‘00n. 1 - Notizie Notizie - Gennaio ‘00 n. 1

Page 18: Notizie - asmn.re.it

pag. 18 Notizie - Gennaio ‘00 n. 1

P

di Giovanna ArtioliPatrizia CasaliDiploma Universitario per Infermiere

FORMAZIONE

Apprendere e far apprenderedall’esperienza:

il tutor e l�infermiere guida di tirocinioil tutor e l�infermiere guida di tirocinio

PremessaI processi di formazione di base di moltefigure professionali, tra le quali quellainfermieristica, hanno subito, negli ul-timi anni profonde trasformazioni.Questa fase di cambiamento, nonancora conclusa, ha focalizzato l’at-tenzione sull’esigenza di un raccordotra formazione teorica e apprendi-mento sul campo.Il modello tutorialeIl tirocinio diventa uno spazio privi-legiato nel quale realizzare formeconcrete di collaborazione tra sediformative e sedi operative.Se è vero che l’Università non inse-gna i contenuti del sapere, ma i meto-di per sapere, la formazione infermie-ristica, oggi accademica, richiederàl’apprendimento di metodologie disoluzione di problemi. I metodi di-dattici tradizionali non sembrano piùcosì efficaci per il raggiungimento ditali competenze.L’insegnamento tuto-riale invece, basatosull’apprendimentoattivo dello studente,sviluppa la capacità dielaborazione, ragio-namento e l’acquisi-zione dei metodi.L’identikit del “tutor” deve perciò ri-spondere almeno a due requisiti: es-sere “motivato” come infermiere ecome formatore.Il mandato prevalente assegnato aqueste figure si riferisce all’appren-dimento delle competenze professionali

e metodologiche, man-dato che si esplica constrategie di tutorato chesi rendono operative neicontesti formativi (tutordelle sedi dei corsi) opresso i servizi dove glistudenti svolgono il ti-rocinio (guide di tirocinio).Chi è la guida di tirocnioLa guida di tirocinio, si configuracome colui che accompagna e facili-ta i processi di apprendimento all’in-terno dei servizi.E’ Infatti un infermiere con compro-vata competenza e motivazione all’in-segnamento, operante nei servizi sededi tirocinio e che ha frequentato uncorso di formazione specifico al finedi attrezzarsi per un tirocinio “nuo-vo”; costituito da processi di appren-dimento complessi e creativi, che ri-chiedono conoscenze, strumenti e abi-

lità per trasformareil tirocinio in un setformativo integratocon gli obiettivi del-la formazione. Laguida di tirociniorappresenta dunquequella figura che,collaborando con il

tutor della sede formativa, è punto diriferimento costante per lo studentenella realtà operativa.La formazione dell’infermiere guidaIl corso di formazione è stato proget-tato alla luce di queste considerazionied é costituito dai seguenti moduli:

ì la valenza del tirocinio nell’asset-to normativo universitario e nel-l’organizzazione dei servizi,

ì la peculiarità dell’apprendimentodell’adulto,

ì identità professionale alla luce deimutamenti normativi vigenti,

ì lo sviluppo di competenze specifiche:il case manager,la relazione di aiuto,la ricerca applicata,

ì la verifica del processo di appren-dimento.

Il corso prevede inoltre un esame fi-nale e l’effettuazione di uno stage incui sperimentarsi con il tirocinante.Considerazioni conclusiveL’esperienza di formazione di guidedi tirocinio intrapresa in questi anni(siamo ormai al VII corso), ha sicu-ramente portato a cambiamenti cul-turali e operativi nella effettuazionedei tirocini, ma soprattutto ha dimi-nuito la distanza tra teoria e praticae, ad oggi, la separazione tra forma-zione accademica e dei servizi.Il mondo del lavoro viene riconosciu-to oggi come luogo capace di cono-scenza e di formazione. I Diplomi Uni-versitari, in questo modo, si integranocon il contesto dei servizi; questi offro-no l’esperienza e l’opportunità per lostudente di collegare sistematicamen-te teoria e pratica professionale, mapossono diventare anche un laborato-rio di ricerca e di innovazione.Le guide di tirocinio, attraverso l’ap-prendimento dall’esperienza, favori-scono lo sviluppo di processi forma-tivi e culturali.

�Il tutor,- secondo il pedago-gista J.J. Guilbert � ha il com-pito di stimolare l�appren-dimento, di favorirlo e dicontrollare il processo edu-cativo del gruppo�.

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Gennaio ‘00 n. 1 - Notizie pag. 19

I

La Carta Interaziendale

CARTA

INTERAZIENDALE

di Maria RavelliUfficio Sviluppo Organizzativo

Il 15 gennaio c.a. abbiamo presentato presso la sala delle Farmacie Comunali Riunite la Car-

ta dei servizi interaziendale a cura delnostro Ospedale, dell’AUSL e delledue case di cura presenti nella nostracittà. E’ stato il primo passo verso larealizzazione di un sistema curanteprovinciale che vede al primo postole esigenze del cittadino.La Carta è costruita sul modello mini-steriale ed è aderente alla sua filoso-fia di fondo: trasparenza del contrattocon il cittadino\utente e sua tutela,miglioramento della qualità dei ser-vizi, dialogo con la comunità locale.Comune denominatore è la salute cherappresenta un bene individuale e col-lettivo primario per la qualità dellavita della comunità e per questo è og-getto di sempre maggiore attenzioneda parte dei soggetti pubblici e priva-ti che la promuovono e la tutelano.C’è poi un altro aspetto importanteche ha dato impulso alla elaborazio-ne della Carta interaziendale e chesicuramente contribuirà alla costru-zione del sistema curante: è la parte-cipazione della comunità provincia-le alla vita dei servizi sanitari attra-verso la partecipazione del volonta-

riato sociale e delle varie altre formedi associazionismo che garantisco-no ai Cittadini\utenti la tutela dei di-ritti nelle istituzioni sanitarie e lasemplificazione dei percorsi.La Carta è stata elaborata da un grup-po di operatori delle quattro Aziendesanitarie e sottoposta alla consulta-zione dei ComitatiConsultivi Misti delleAziende pubbliche chehanno contribuito allastesura finale e infinecondivisa dalle Dire-zioni delle Aziendepubbliche e privateaderenti.I contenuti possono es-sere così sintetizzati:2 definizione dei prin-

cipi del sistema cu-rante provinciale;

2 definizione dei di-ritti e doveri dei cit-tadini all’interno delle strutturepubbliche e private della nostraprovincia;

2 definizione di impegni comuni, chegarantiscono alcuni requisiti mi-nimi da attuarsi in tutte le azien-de nelle aree di informazione e fa-cilitazione dell’accesso, persona-lizzazione e umanizzazione del-l’assistenza, continuità dei percor-si assistenziali e tutela del cittadi-no/utente attraverso la condivisio-ne di un percorso minimo per la

gestione dei reclami.Ogni azienda continueràad utilizzare la propriaCarta dei servizi perchériflette la propria orga-nizzazione, quella comu-ne è una Carta che mettein relazione il pubblico eil privato e quindi rappre-senta un “ accordo “ trale aziende rispetto sia aiprincipi ispiratori che adalcuni impegni minimi

da garantire ai cittadini;

è per così dire una piattaforma di inten-ti e di azioni comuni su requisiti mini-mi essenziali da garantire ai cittadinidella provincia di Reggio Emilia nelmomento in cui si rivolgono alle strut-ture sanitarie.Per rendere operativo “l’accordo” in-tendiamo come gruppo che lavora a

questo progetto dar corso ad alcuneiniziative:3 la promozione di sistematici incon-

tri di Coordinamento fra le Direzio-ni delle Aziende, con l’obiettivo pri-mario di affrontare aspetti comples-si ‘di sistema’ e definire strategieoperative per facilitare i percorsi as-sistenziali del Cittadino/utente;

3 l’attuazione della verifica degli im-pegni assunti nella Carta;

3 il coinvolgimento - a far tempo daoggi - delle Direzioni di altri Sog-getti pubblici e privati nella adesio-ne ad un “sistema per la salute” piùgenerale e complesso.

Un ringraziamento particolare è pertutti coloro che hanno partecipato allagiornata di presentazione, agli altrioperatori comunichiamo che la Car-ta in oggetto è disponibile presso l’Uf-ficio Sviluppo Organizzativo e chi èinteressato può richiederla telefonan-do al n° 6807 (Maria Ravelli).

La Carta Interaziendale

dei servizi sanitariLa sanità provinciale verso lacostruzione del sistema curante.

Il pubblico alla presentazione della Carta

I relatori alla presentazione della Carta

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pag. 20 Notizie - Gennaio ‘00 n. 1

Un passo avantinella sicurezza ambientale

C

NOVITA’

DAL

DIPARTI

MENTO

ALBERGHIERO

di Anna Maria FerrettiDipartimento Alberghiero

Come noto da qualche anno,durante le ore notturne, la sorveglianza degli accessi e dei

locali privi di attività viene svol-ta da due persone addette alla vi-gilanza le quali ogni notte sorve-gliano l’ambiente effettuando unpercorso stabilito ad orari, di vol-ta in volta, differenti.Diversi sono stati gli interventi ef-fettuati per allontanare estraneiintrufolatisi attraverso i numerosiaccessi che l’Ospedale presenta.Pur riscontrando l’indubbia uti-lità del servizio prestato, è matu-rata la necessità di disporre di uncontrollo diffuso e costante, pertutta la durata della notte dei luo-ghi maggiormente esposti al ri-schio di intrusione, nella convizioneche affinché illivello di sicu-rezza possaconsiderarsisoddisfacentel’intrusione disoggetti estra-nei deve esse-re stroncataimmediata-mente ondeevitare qualsi-asi turbativaa l l ’ a t t i v i t àdell’Ospedale.Si sta valutan-do la fattibili-tà di sottopor-re a sorve-glianza cont e l e c a m e r eun’area delparcheggiodestinato alla

Un passo avantinella sicurezza ambientale

L’Ospedale affida alla più mo-derna tecnologia la sicurezzadell’ambiente.

sosta dei mezzi dei dipendenti.Il progetto, la cui realizzazione è incorso di completamento, si avvaledell’impiego di moderna tecnologiaquali ad es. telecamere, sensori, ido-nei a realizzare un servizio di videocontrollo degli accessi.Sulla base dell’esperienza maturataed avvalendoci della collaborazio-ne del Dipartimento di Attività Tec-

niche e della Direzione Sanitaria sisono indivi-duati i luo-ghi ad inten-so rischio diintrusione ein corri-spondenzadegli stessisono stati po-s i z i o n a t icomplessi-vamente ol-tre 140 sen-sori ed al-trettante te-lecamere.Per ogni luo-go controlla-to la Caposa-la Sig.raMorani Li-setta avva-lendosi dellaco l labora-

zione dei Responsabili delle Unità Ope-rative interessate sta provvedendo a sti-lare protocolli di intervento che defini-scono orari, luoghi, rischi, esigenze ditransito durante il funzionamento ecc.,protocolli da modificare, aggiornare,affinare man mano mano che la situa-zione lo richiede.In caso di violazione degli accessidelle aree controllate il sistema è ingrado di documentare l’evento che staaccadendo affinché la Centrale Ope-rativa possa valutare la necessità diprovvedere immediatamente secondole istruzione impartite.La rilevazione, il controllo degli even-ti che si verificano ed il ripristino del-la normalità avverranno in tempo re-ale e senza soluzione di continuità. Ilsistema è modulare, è aperto alle mo-difiche che si renderanno necessarie,può essere utilizzato in luoghi diversida quelli attualmente individuatiqualora si presentasse la necessità.In conclusione il Servizio di Telesor-veglianza che sta entrando in funzio-ne, unitamente alla progressiva com-partimentazione della degenza, mi-gliora sensibilmente la sicurezza nel-l’Ospedale durante la notte e nei gior-ni festivi senza richiedere il massic-cio impiego di risorse finanziare ag-giuntive.

Immagini riprese dalla telecamera

Obiettivi:3 migliorare il livello di sicurezza,3 garantire la protezione dei pa-

zienti ricoverati,3 garantire la protezione degli

operatori in Servizio,3 garantire la protezione delle

Banche dati,3 proteggere l’integrità dei servizi

diagnostici e delle attrezzatureinstallate, affinché siano mante-nuti in grado di funzionare pron-tamente al bisogno.

Si è deciso di passare da un servizioaffidato all’esclusiva attività di duepersone ad un altro che integri ilcontrollo di tipo strumentale conquello umano e che si estenda con-temporaneamente su tutte le aree in-dividuate.

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Gennaio ‘00 n. 1 - Notizie pag. 21

Lavorare insieme

SSovente accade che il livello dicomfort Alberghiero erogatosia adeguato non solo alle

aspettative dei clienti ma anche allerisorse che l’azienda impiega.Per monitorare il servizio, periodica-mente si sonda l’opinione degli uten-ti tramite interviste, si rac-colgono gli eventi criticiche compromettono ilcomfort. Il comfort è per-cepito non solo dagli uten-ti ma anche dai servizi chegestiscono l’assistenza: dalmancato rifornimento dicarta e saponi nei bagni,ecc.. alla difficoltà a farcomprendere le alternati-ve del menù a pazienti conabitudini alimentari mol-to diverse dalle nostre eche si esprimono in un’al-tra lingua, ecc..Varie sono le cause di taledisagio: dall’insufficientecontrollo che dovrebbeessere esercitato dalleU.O., al rapido turnoverdel personale spesso in-sufficientemente adde-strato circa le risorse e leopportunità disponibili,alla scarsa motivazione afornire un’assistenza al-berghiera di buona qua-lità perché è noto che illivello di comfort eroga-to è proporzionale ancheal valore che allo stessoattribuisce l’addetto al-l’erogazione.E’ pertanto importante

Lavorare insiemeper lavorare meglio

NOVITA’

DAL

DIPARTI

MENTO

ALBERGHIERO

Un progetto di formazione/intervento per promuovere ilcomfort alberghiero.

fare leva sulle motivazioni del perso-nale affinché gli aspetti alberghierivengano considerati indispensabiliper la qualità dell’intera assistenza,trattandosi di servizi direttamente va-lutabili dall’utente e in grado di in-fluenzare il giudizio sulle altre pre-stazioni ricevute.Occorrerà cercare di “organizzare edindirizzare” il comportamento di-screzionale dei singoli operatori inmodo da ottenere atteggiamenti pres-soché omogenei rispetto alle esigen-ze di comfort dell’utente.Alla luce di quanto sopra detto, lasituazione è stata analizzata con la

di Anna MariaFerrettiDipartimentoAlberghiero

Responsabile del servizio infermie-ristico e concordemente si è decisodi costituire per ogni Dipartimento,un Gruppo di Miglioramento costi-tuito da personale motivato a parte-cipare per migliorare il comfort al-berghiero.Nei gruppi, con la metodologia for-mazione/intervento, verranno analiz-zati i problemi, verranno esaminatele opportunità a disposizione che nonsempre sono conosciute fino in fon-do, (contratti, protocolli ecc..), si pre-disporranno le soluzioni e si monito-reranno i risultati ottenuti.La composizione dei gruppi varierà

a seconda della disponibi-lità che le varie figure pro-fessionali manifesterannoe comunque l’intendimen-to è quello di coinvolgerequel personale che è mag-giormente a contatto conil paziente che meglio sainterpretarne i bisogni(o.t.a., ausiliari, infermie-ri). I gruppi saranno con-dotti da una Caposala delDipartimento Alberghieroe sarà data priorità a queiDipartimenti che presenta-no situazioni di maggiorecriticità.Obiettivo finale della for-mazione/intervento è quel-lo di creare una rete di re-ferenti RESPONSABILIDELLA BUON A EROGA-ZIONE DEI SERVIZI AL-BERGHIERI.Si opererà affinché vengariconosciuto sia da parte deicolleghi che da parte del-l’azienda il nuovo ruolo as-sunto.

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pag. 22 Notizie - Gennaio ‘00 n. 1

C

DAL

DIPARTI

MENTO

AMMINISTRATIVO

I Dirigenti adottano provve-dimenti amministrativi dotatidi rilevanza giuridica internaed esterna e di autoritarietà.

C on provvedimento di fine1999, la Direzione Generaledella nostra Azienda ha di-

sposto che i dirigenti amministrativie tecnici, responsabili di servizio osettore, adottino provvedimenti am-ministrativi dotati di rilevanza giuri-dica interna ed esterna e di autorita-rietà, ovvero della capacità di incide-re sulla sfera giuridica di altri sog-getti creando, modificando, estin-guendo situazioni soggettive.Tale innovazione, poiché di innova-zione organizzativa si tratta, trae ori-gine dal principio fondamentale del-la separazione tra la funzione di pro-grammazione, indirizzo e controlloe la funzione di gestione.Questo principio, introdotto dal D.Lgs29/93 e rafforzato dal D. Lgs 80/98,permea tutta la recente produzionelegislativa emanata in attuazione delpiù vasto disegno riformatore dellaPubblica Amministrazione, ServizioSanitario Nazionale compreso.Ne è conseguito, dunque, che, dall’ini-zio dell’anno 2000 alla Direzione Ge-nerale competano le macro funzionidi indirizzo generale, controllo e re-sponsabilità complessiva della gestio-ne aziendale e, quindi, il compito difissazione degli obiettivi e delle linee

fondamentali dell’organizzazione, didestinazione delle risorse, di verificadei risultati.Al Dirigente sono affidate le scelte ge-stionali, anche a rilevanza esterna, lescelte organizzative e la direzionedelle procedure amministrative;l’operato del Dirigente corrisponde-rà ai principi di autonomia, funzio-nalità, economicità, professionalità eresponsabilità, come è tipico dei po-teri del Datore di Lavoro privato.I principi dell’autonomia e della re-sponsabilità, si manifestano con l’as-sunzione di specifiche metodologieoperative quali:3 programmazione, governo e ge-

stione delle competenze e dellefunzioni attribuite,

3 responsabilità di risultato a frontedegli obiettivi programmati, nel-l’ambito delle risorse disponibili,

3 superamento di una amministra-zione burocratico formale, affer-mazione di una azione più proiet-tata verso una logica di risultato,

3 attivazione dei processi di respon-sabilizzazione, valorizzazione ecoinvolgimento del personale as-segnato al fine di favorirne la cre-scita di consapevolezza e del sen-so di appartenenza,

3 creazione di una realtà organiz-zativa impegnata a rendersi ga-rante della tutela dei bisogni del-l’utenza, sulla base di una strate-gia gestionale coerente con i va-lori della missione aziendale.

Il provvedimento n. 849 adottato il30.12.99, con oggetto “Attribuzione aidirigenti delle funzioni di gestione edella competenza all’adozione degliatti e provvedimenti amministrativiin attuazione dei principi dettati inmateria dal D.Lgs. 29/93 come modi-ficato dal D.Lgs. n. 80/98”, nel pro-porre un modello aziendale organiz-zativo/funzionale aderente all’attua-le quadro normativo, ha ripartito lefunzioni storicamente esistenti tra laDirezione Strategica e i Dirigenti in-caricati della direzione di dipartimen-

ti, servizi e settori dell’area tecnico-amministrativa: Acquisti, SegreteriaGenerale, Economia e Finanze, Ge-stione del personale, Tecnologie bio-mediche, Attività tecniche, Logisti-co- alberghiero, ed ha individuato iprovvedimenti amministrativi di ri-spettiva competenza.L’atto è corredato da un analitico alle-gato definito, nel linguaggio internoagli uffici, “regolamento delle deter-mine” che riporta nel dettaglio com-petenze e casistiche per le quali il po-tere di provvedere è transitato dal Di-rettore Generale ai singoli Dirigenti.Il 28 gennaio di quest’anno la Dire-zione ha fatto seguito attribuendocapacità provvedimentale anche aiDirigenti Responsabili di DirezioneMedica del Presidio Ospedaliero edUfficio Sviluppo Organizzativo.La scelta attuata, oltre che costituiredoveroso adeguamento ai principi po-sti dalla normativa nazionale, validaper tutti i settori dalla Pubblica Ammi-nistrazione, intende valorizzare le pro-fessionalità esistenti in Azienda e a sem-plificare, riorganizzandola, tempi emodi di esercizio dell’attività ammini-strativa per pervenire a risultati positi-vi nell’ottica del più efficace persegui-mento della “mission” aziendale

Marina FerrariGiovanni BladelliSegreteria Generale

Più responsabilitàe autonomia ai dirigenti

Più responsabilitàe autonomia ai dirigenti

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Gennaio ‘00 n. 1 - Notizie pag. 23

Nell’ambito dei rapporti intercorrenti tra la Direzione e le Organizzazioni Sindacali presenti in azienda in rappresen-tanza e tutela dei dipendenti, sono state recentemente raggiunte importanti intese sul fronte assicurativo.Occorre premettere innanzitutto che l’Azienda Ospedaliera si è dotata di apposita polizza assicurativa a copertura deirischi connessi allo svolgimento delle attività istituzionali. Tale polizza copre i danni eventualmente causati a terzi,mantenendo tuttavia il diritto di rivalsa della compagnia assicuratrice sui dipendenti che hanno causato l’eventodannoso, nel caso si siano verificati comportamenti caratterizzati da colpa grave (comportamenti cioè gravati danegligenza, imperizia e imprudenza).Gli accordi conclusi riguardano appunto la copertura assicurativa ulteriore, che mette al riparo i dipendenti dalrischio della rivalsa da parte della compagnia assicuratrice, finanziando questa clausola aggiuntiva con fondi desti-nati originariamente all’incentivazione del personale e quindi agli stessi operatori che, in questo modo, tramitel’assenso delle proprie Organizzazioni Sindacali, con grande senso di responsabilità, consentono di utilizzare proprierisorse economiche per un obiettivo realmente comune e di portata generale.

Copertura assicurativaper colpa grave

SPECIALE

PERSONALE

L’Azienda ha efficacemente studiato e preventivamente adottato le misure organizzative ed operative che hanno evita-to l’insorgere di problemi derivanti dal passaggio al nuovo millennio.L’impegno profuso e la disponibilità dimostrata da tutti gli addetti ai lavori coinvolti è stata determinante.L’intento della Direzione Aziendale, previo confronto, già in atto, con le Organizzazioni Sindacali, è quello di ricono-scere un compenso a tutti gli operatori interessati, per l’impegno particolare e qualificato che ha consentito all’Azien-da di mettere in campo le necessarie strategie per la verifica di continuità e l’emergenza, effettuando la valutazionetecnica e dei rischi legati all’evento in questione, scegliendo opportunamente le applicazioni da convertire, collaudan-dole e ponendole in esercizio, con la piena consapevolezza del problema, non solo informativo, ma dell’intero soggettoerogatore di servizi sanitari, costituito da strutture funzionali critiche in quanto coinvolte nel processo assistenziale enei rapporti con l’esterno dell’azienda stessa.In questo ambito si è riscontrata la piena disponibilità di tutto il personale finalizzata a far fronte a possibili situazionidi emergenza con una organizzazione di operatori immediatamente reperibili.

EventoMillenium Bug

Entro i primi di marzo p.v. saranno già inseriti nelle Unità Operative del S. Maria Nuova i 30 infermieri professionalidi ruolo recentemente assunti dalla Direzione Aziendale, in accordo con le Organizzazioni Sindacali del comparto,con l’obiettivo di ridurre le criticità connesse alle note carenze di personale infermieristico e assicurare il mantenimen-to dei livelli quali-quantitativi di assistenza.Tale personale è stato assunto al fine di stabilizzare le dotazioni organiche e ridurre la probabilità che si verifichino infuturo, come talvolta è successo in passato, situazioni di emergenza a livello infermieristico con ripercussioni negative,sia per l’utenza che per gli operatori sanitari.La Regione ha infatti approvato, lo scorso mese di gennaio, l’atto di ampliamento della pianta organica deliberato il9 dicembre 1999 che non comporterà comunque oneri superiori a quelli che già si sostengono per la sostituzione delpersonale assente per gravidanza, aspettativa ecc..Le nuove unità potranno contribuire a migliorare l’erogazione del servizio e il clima aziendale poiché con il loroinserimento si prevede la riduzione dell’elevato turnover che da alcuni anni caratterizza, in modo particolarmenteconsistente, il personale infermieristico precario.

In arrivo30 infermieri professionali di ruolo

di Liviana Fava - Servizio Gestione del Personale

di Alessandro Bertinelli - Servizio Gestione del Personale

di Alessandro Bertinelli - Servizio Gestione del Personale

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22-24/03/2000

U.O. Endocrinologia

CorsoECOGRAFIA TIROIDEA

DIAGNOSTICA EDINTERVENTISTICA

Pad. Spallanzani

15/04/00

U.O. Neurologia

Hotel Mercure Astoria

5,6,7 e 17,18,19/04/00

U.O. Endocrinologia

CorsoEVIDENCE-BASEDENDOCRINOLOGY

Pad. Spallanzani

ConvegnoAGGIORNAMENTI

IN PATOLOGIACEREBROVASCOLARE

15-19/05/2000

U.O. Endocrinologia

StageECOGRAFIA TIROIDEA

E PARATIROIDEADIAGNOSTICA EDINTERVENTISTICA

Pad. Spallanzani

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E’ stata nomina-ta in qualità diResponsab i l edell’Ufficio Svi-luppo Organiz-zativo la Dott.ssaBarbara CurcioRubertini.

Ai nuovi Dirigenti i complimenti della Redazione

E’ stato attribuito l’inca-rico quinquennale di Di-rigente Medico di 2° li-vello nella Disciplina diCardiologia presso l’U.O.di Diagnostica ed Inter-ventistica Cardiologica alDott. Carlo Menozzi.

Sono state attribui-te le funzioni di Di-rigente Medico Re-sponsabile del Pre-sidio Ospedalieroal Dott. LucaSircana.

E’stato attribuito l’in-carico quinquennaledi Dirigente Medicodi 2° livello nella Di-sciplina di Pneumolo-gia presso l’U.O. diPneumologia al Dott.Luigi Zucchi.

8-12/05/00

U.O. Otorinolaringoiatria

Pad. SpallanzaniCorso

CHIRURGIADELLA TIROIDE