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SUSSIDIO FAMIGLIA “AVVENTO-NATALE” PAG.1 ARCIDIOCESI DI CAPUA PARROCCHIA SACRO CUORE NIENTE PAURA SUSSIDIO AVVENTO - NATALE 2019 - 2020

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SUSSIDIO FAMIGLIA “AVVENTO-NATALE” PAG.1

ARCIDIOCESI DI CAPUA

PARROCCHIA SACRO CUORE

NIENTE PAURA

SUSSIDIO AVVENTO - NATALE 2019 - 2020

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SUSSIDIO FAMIGLIA “AVVENTO-NATALE” PAG.3

PRESENTAZIONE

In questo tempo di avvento vogliamo accogliere l’invito a non avere paura!

“Non temere” sono le parole che l’Arcangelo Gabriele pronuncia a Maria,

quando d’un tratto si presenta sconvolgendo la sua quotidianità a Nazareth.

“Non temere perché hai trovato grazia presso Dio”.

“Non temere” è l’annuncio che l’angelo rivolge a Giuseppe guidandolo a

prendere Maria come sposa e a riconoscere quel bambino come frutto dello

Spirito Santo d’amore.

“Non temere” è l’invito forte rivolto a Zaccaria ormai nel giorno in cui

prevaleva la sfiducia per una vita sterile. La paura può avere fine perché la

preghiera dell’anziano sacerdote è stata esaudita e presto avrà un figlio.

“Non temere” è la voce che risuona ai pastori nella notte santa. È nato un

bambino, il Salvatore, avvolto in fasce che giace in una mangiatoia. Solo i

più piccoli sanno vedere. Solo chi è allenato ad attendere nella notte sa

riconoscere.

“Non temere” è lo stesso annuncio che Dio rivolge a ciascuno di noi.

Niente paura!!

L’avvento che prepara il Natale ci allena ed esercita nell’attesa ultima del

Signore, quando il Regno, il Signore della vita, sarà tutto in tutti.

Questo tempo di attesa ci invita a non avere paura e ad attendere con

speranza, ad accogliere la piccola e fragile vita di un neonato, accogliere

l’amore che disarma e scombussola i nostri piani, per essere pronti a Dio

che viene in mezzo a noi.

Buon cammino

don Raffaele D’Agosto

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INTRODUZIONE

Nelle stagioni buie quando si leva l'alba con i suoi cerchi di oscurità, il dubbio, spesso,

intristisce gli occhi e disperde la gioia del cuore. Abbiamo tanto cercato di superare le

pesantezze quotidiane, di portare il nostro amore fino alla incandescenza costante e di

fissare la fede nella carne della nostra vita!

Ora, con gli ultimi lembi della notte che si dilegua, la coscienza a volte ci viene dalla

nostra congenita fragilità.

Siamo noi soltanto rami sballottati dal soffio duro dei venti secchi dell'inverno?

Come ci sarà possibile uscire dai limiti che ci rinchiudono nella nostra umana

condizione?

Cosa rimane di noi e dei nostri desideri così brucianti di distenderci nella luce?

Briciole di esistenza, frammenti di sogno, brandelli di promesse, separazioni e ceneri,

pace mai raggiunta, fede senza azioni, e giorni che si spezzano sui muri della morte?

Il tempo di Avvento e il tempo di Natale risvegliano la speranza!

In questi giorni di Avvento e di Natale, di fronte alle paure e alle inquietudini, ci viene

annunciato che la speranza, debole seme di luce, è stata seminata una volta per tutte nelle

nostre tenebrose terre maltrattate.

Dio stesso è il seminatore. Egli è anche, proprio lui, la semente deposta. Viene di persona

a inserirsi nell'umanità così incerta e inadempiente. In carne e in spirito egli si installa

definitivamente in essa che diventa il luogo della sua umana condizione.

In corpo e in sangue egli si lega con passione ai figli della terra.

Così, anche se incurvano, anche se cadono, ì figli della terra volgeranno i loro occhi verso

di lui e sapranno che egli rimane al loro fianco, fedele e solidale, per camminare con

loro fino al compimento che è il loro unico desiderio.

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SUSSIDIO FAMIGLIA “AVVENTO-NATALE” PAG.5TEMPO DI AVVENTO E NATALE

L'origine del tempo di Avvento è più tardiva, infatti viene individuata tra il IV e il VI

secolo. La prima celebrazione del Natale a Roma è del 336, ed è proprio verso la fine

del IV secolo che si riscontra in Gallia e in Spagna un periodo di preparazione alla festa

del Natale. Per quanto la prima festa di Natale sia stata celebrata a Roma, qui si verifica

un tempo di preparazione solo a partire dal VI secolo. Senz'altro non desta meraviglia

il fatto che l'Avvento nasca con una configurazione simile alla quaresima, infatti la

celebrazione del Natale fin dalle origini venne concepita come la celebrazione della

risurrezione di Cristo nel giorno in cui si fa memoria della sua nascita. Nel 380 il

concilio di Saragozza impose la partecipazione continua dei fedeli agli incontri

comunitari compresi tra il 17 dicembre e il 6 gennaio.

In seguito verranno dedicate sei settimane di preparazione alle celebrazioni natalizie.

In questo periodo, come in quaresima, alcuni giorni vengono caratterizzati dal digiuno.

Tale arco di tempo fu chiamato "quaresima di S. Martino", poiché il digiuno iniziava

l'11novembre. Di ciò è testimone S. Gregorio di Tours, intorno al VI secolo.

Il Tempo di Avvento comincia dai primi Vespri dell'ultima domenica di novembre e

termina prima dei primi Vespri di Natale. È caratterizzato da un duplice itinerario-

domenicale e feriale- scandito dalla proclamazione della parola di Dio.

LE DOMENICHE

Le letture del Vangelo hanno nelle singole domeniche una loro caratteristica propria:

si riferiscono alla venuta del Signore alla fine dei tempi (I domenica), a Giovanni

Battista (II e III domenica); agli antefatti immediati della nascita del Signore (IV

domenica). Le letture dell'Antico Testamento sono profezie sul Messia e sul tempo

messianico, tratte soprattutto dal libro di Isaia. Le letture dell'Apostolo contengono

esortazioni e annunzi, in armonia con le caratteristiche di questo tempo.

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LE FERIE

Si ha una duplice serie di letture: una dall'inizio dell'Avvento fino al 16 dicembre, l'altra

dal 17 al 24. Nella prima parte dell'Avvento si legge il libro di Isaia, secondo l'ordine

del libro stesso, non esclusi i testi di maggior rilievo, che ricorrono anche in domenica.

La scelta dei Vangeli di questi giorni è stata fatta in riferimento alla prima lettura.

Dal giovedì della seconda settimana cominciano le letture del Vangelo su Giovanni

Battista; la prima lettura è invece o continuazione del libro di Isaia, o un altro testo,

scelto in riferimento al Vangelo.

Nell' ultima settimana prima del Natale, si leggono brani del Vangelo di Matteo (cap.1)

e di Luca (cap.1) che propongono il racconto degli eventi che precedettero

immediatamente la nascita del Signore. Per la prima lettura sono stati scelti, in

riferimento al Vangelo, testi vari dell'Antico Testamento, tra cui alcune profezie

messianiche di notevole importanza.

ORIENTAMENTI PRATICI

Il nuovo anno pastorale che vede come tema fondante il quinto verbo del Convegno di

Firenze, il verbo ANNUNCIARE. Dedicare una specifica attenzione alla tematica del

verbo annunciare non è una scelta ma un mandato che tocca ciascun battezzato.

Annunciare non è sinonimo di enunciare: comporta dinamismo appassionato e

coinvolgimento integrale di sé, che il Papa riassume in cinque verbi: prendere

l’iniziativa, coinvolgersi, accompagnare, fruttificare e festeggiare. (Evangelii Gaudium

n.24). L’annuncio come mandato, l’annuncio come testimonianza! Ci ritroveremo per

iniziare un nuovo cammino e sentirci tutti facenti parte di una grande famiglia che si

sostiene e si accompagna con la preghiera vicendevole, davanti a Gesù, riconoscersi

Figli amati, lasciarsi guidare dallo Spirito per essere testimoni e annunciatori gioiosi

dell’Amore che vince il Maligno. L’intera comunità parrocchiale è invitata tutta a

partecipare per scoprirsi ricchi di un rinnovato slancio, e non nella mediocrità di chi

trova tutto imposto e non partecipa alla vita ecclesiale con gusto, passione, audacia e

fervore.

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SUSSIDIO FAMIGLIA “AVVENTO-NATALE” PAG.7

La preghiera dell’Avvento sarà caratterizzata dalla dimensione dell’attesa (Vegliate

per essere pronti al Suo arrivo) come coscienza della nostra povertà e disponibilità

ad accogliere la salvezza che viene da Dio.

Il tempo di Avvento è il vero periodo mariano, poiché tra i modelli spicca la figura

di Maria di cui si parla in numerose letture bibliche (Annunciazione, Visitazione) e

di cui si celebra la solennità dell’Immacolata Concezione.

Si raccomanda di valorizzare i giorni precedenti il Natale (novena) utilizzando i

formulari che sviluppano il mistero natalizio.

Sarà opportuno riflettere sul ricco significato della festa del Natale e dell’Epifania,

correggendo la visione un po’ semplicistica del Natale come la nascita del Bambino

Gesù e l’Epifania come festa dei magi.

I SEGNI DA VIVERE IN AVVENTO

Ia DOMENICA D’AVVENTO: ESPONIAMO LA BIBBIA Il tema di questa prima domenica d’Avvento è la VIGILANZA perché c’è in noi il desiderio di incontrarlo, parlargli; ma l’ansia delle giornate che trascorrono con ritmo frenetico, non ci fanno avere un atteggiamento vigile e sveglio. Ecco per quale motivo scegliamo come simbolo di questa Ia settimana la Bibbia; in quanto l’incontro con la Parola di Gesù, oggi deve assumere per noi particolare forza, portandoci a sviluppare un atteggiamento di fede, consapevoli che, su tutti i nostri progetti e su tutti i nostri impegni, c’è sempre lo sguardo di Dio. Così il nostro correre non è un vagabondare, senza senso, verso il niente, ma è un viaggiare verso l’Assoluto. IIa DOMENICA D’AVVENTO: PREPARIAMO IL PRESEPE

Il tema di questa seconda domenica d’Avvento è l’ACCOGLIERE. Iniziato il nostro cammino, in questo mondo che ha estremo bisogno di Dio, vogliamo impegnarci a custodire nel nostro cuore gli stessi sentimenti della Vergine: come lei, in ascolto e in accoglienza del Signore che viene; come lei, in preghiera incessante; come lei e con lei, decisi a compiere la volontà del Padre: "Ecco, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto" (Lc 1,38)». Il simbolo di questa IIa settimana è caratterizzato

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da elementi semplici come la Paglia ed il Legno con i quali ci apprestiamo a preparare il presepe nelle nostre case. Questi simboli servono a ricordarci che dobbiamo preparare il nostro cuore ad accoglierlo, altrimenti per noi questo Natale sarà vuoto, senza senso e senza significato. IIIa DOMENICA D’AVVENTO: ESPONIAMO IL BAMBIN GESÙ

Il tema di questa terza domenica d’Avvento è l’ANNUNCIARE. Perché noi, popolo di Dio, continuiamo la missione di annunciare il Vangelo ad ogni uomo, usando il linguaggio della pace e la testimonianza dell’amore. Il simbolo di questa IIIa settimana è il Bambin Gesù che svela il grande mistero: Dio vuole stringere tutti gli uomini a sé nella persona di suo Figlio. Maria ha dato il suo assenso libero pronunciando il suo fiat e la sua disponibilità ha cambiato il corso della storia. Anche noi possiamo renderci disponibili a questo incontro del DIO-CON-NOI, con il nostro “si”. IVa DOMENICA D’AVVENTO: ACCOGLIAMO LA LUCE

Il tema di questa terza domenica d’Avvento è l’ASCOLTARE. Dopo aver ascoltato tante volte il vangelo, dopo aver sperimentato le nostre cadute, dopo aver cercato in tutti i modi di ascoltare la voce di Gesù che ci parla, siamo arrivati a questa conclusione: ma in fin dei conti che cosa devo fare per essere un buon discepolo, un buon cristiano? Gesù non ha una soluzione che va bene per tutti, ma ha una “soluzione” personalizzata: sì, ognuno di noi è chiamato a fare il proprio dovere, il proprio compito con il massimo impegno, con il massimo della carità. Se ascoltiamo dentro di noi troveremo le risposte più adeguate per testimoniare agli altri la carità di Gesù in ogni occasione. Il simbololdi questa IVa settimana è accogliamo la Luce che deve brillare nei nostri cuori, quella che illumina tutta la nostra esistenza ed è il segno di grande responsabilità e maturità spirituale, perché solo chi è illuminato dalla Parola che salva, può portare gli altri a Dio e farsi da parte, quando lo hanno trovato.

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SUSSIDIO FAMIGLIA “AVVENTO-NATALE” PAG.9

Ia domenica dell’avvento

VEGLIARE Andiamo con gioia incontro al Signore

Monizione iniziale In questo tempo di Avvento, la Chiesa ci invita a vegliare e a riflettere sulle parole della Sacra Scrittura. La Parola accende in noi la speranza di una nuova Luce, di una nuova vita che può germogliare in questo tempo speciale, nel quale la chiamata di Dio diventa più pressante. Lasciamoci illuminare quella parte del nostro cuore ancora avvolta dalla oscurità, dal torpore e dal sonno. Svegliarsi, vegliare e pregare sono i tre atteggiamenti del cuore che ci aprono la strada per poter attendere ed incontrare il Signore che viene. Preghiera finale Signore, Tu vieni nell’ora che meno mi aspetto. Ma vieni sempre al momento giusto! Vieni presto, io sono qui, un po’ impaurito, dietro le finestre del mio cuore. Non so se sono pronto, ma tu vieni lo stesso e portami ad un amore più forte del tempo, portami ad una gioia più profonda degli abissi del mare, portami ad una serenità più duratura di mille primavere. Guarisci le mie lacerazioni, i miei rapporti sbagliati, costruisci in me spazi nuovi di condivisione e di solidarietà, di fiducia e di tenerezza. Signore, vieni nel buio della mia notte e sprigiona in me, in noi, la tua luce! Amen.

Impegno: Oggi seminerò un sorriso, affinché la gioia cresca.

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IIa domenica dell’avvento

ACCOGLIERE

Cantate al Signore un canto nuovo

SOLENNITÀ DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE

La solennità dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria si inserisce nel contesto dell’Avvento e del Natale, congiungendo l’attesa messianica e il ritorno glorioso di Cristo con la memoria della Madre. In tal senso questo periodo liturgico deve essere considerato un tempo particolarmente adatto per il culto della Madre del Signore. Maria è la tutta santa, immune da ogni macchia di peccato, dallo Spirito Santo quasi plasmata e resa nuova creatura. Già profeticamente adombrata nella promessa fatta ai progenitori della vittoria sul serpente, Maria è la Vergine che concepirà e partorirà un figlio il cui nome sarà Emmanuele. Il dogma dell’Immacolata Concezione fu proclamato da Pio IX nel 1854 con la bolla Ineffabilis Deus, che recita: “La beatissima Vergine Maria, sin dal primo istante del suo concepimento, per singolare grazia e privilegio di Dio e in vista dei meriti di Gesù Cristo, fu preservata immune da ogni macchia di peccato originale”. Monizione iniziale Maria è certamente modello di ascolto e di obbedienza. Non è però, in nessun senso possibile, un esempio di accettazione passiva e di remissività. Ella ci viene rappresentata, piuttosto, come una personalità dinamica, che non si accontenta delle spiegazioni superficiali ma desidera comprendere ciò che le accade, per poter mettere tutta la sua intelligenza e tutta la sua volontà al servizio di Dio.

PREGHIERA DI CONSACRAZIONE

ALLA VERGINE IMMACOLATA

Maria, prima discepola del Signore,

a te ricorriamo, misericordiosa Madre di Dio, perseverante e fedele nel tuo «Sì»

generoso al Signore, fino al sacrificio del Calvario.

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SUSSIDIO FAMIGLIA “AVVENTO-NATALE” PAG.11

Tu che, fidandoti completamente di Dio, nello Spirito hai generato nel tuo cuore e nel tuo grembo Gesù salvatore di tutti, concedi anche a noi di seguire il Signore

e la sua Parola ogni giorno, come hai saputo fare tu.

Madre e Maestra di ogni discepolo del Signore, sii sempre presente in mezzo ai nostri bambini

con gli esempi della tua vita santa; in un mondo senza mete,

dona ai nostri giovani di credere come te all' «imprevedibile» volontà del Padre, che anche oggi chiama;

ottieni ai sacerdoti e alle religiose di condividere

il tuo forte amore e il tuo generoso servizio verso Dio e verso l'uomo

con speranza grande e carità gratuita;

insegna ai nostri ammalati a seguire Cristo anche sulla via della croce,

perenne sorgente di nuova vitalità;

rendi le nostre famiglie vere discepole del Signore, credibili testimoni del suo Vangelo,

aperte al dono della Vita.

Per questo, oggi a te ci affidiamo, o Maria Madre Immacolata,

perché tu possa orientare i nostri passi verso Cristo nostra speranza.

Amen.

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IIIa domenica dell’avvento

ANNUNCIARE

Vieni Signore, a salvarci

Monizione iniziale La liturgia di oggi mira a fare i conti, dato l'avvicinarsi della venuta del Messia, con la lunga attesa del popolo d'Israele per questo evento è con la tradizione ad essa legata. Gesù è colui di cui parla Isaia, colui al quale Giovanni Battista aveva preparato la strada. Egli è però anche qualcos'altro, qualcosa di più importante, che risponde a un'attesa ancora più profonda. Tutto ciò ha un significato più generale: la nostra storia non è solo cambiata dalla venuta di Cristo nel mondo, essa è redenta; non abbiamo solo la speranza che potenti giusti si susseguano a potenti ingiusti, scalzandoli con la violenza dai troni, abbiamo la certezza che Dio ama gli ultimi e ha mandato suo Figlio per condividere la loro sofferenza.

Preghiera Finale Signore, a volte mi sento molto confuso, disorientato. Cerco la verità nelle cose che faccio, negli sguardi che incrocio, nella fedeltà all’amore promesso, nella dignità riconosciuta ad ogni persona, nella condivisione delle risorse della terra… Cerco la verità in una Chiesa fraterna, povera e nuda, lontana da potere e diplomazie, unicamente preoccupata di portare a tutti la Tua tenerezza. Ma questa Chiesa sono anche io... Credere allora diventa per me soprattutto fidarmi di te, mettere la mia giornata nelle tue mani, bruciare d’amore, desiderando solo la tua presenza, musica muova per miei passi stanchi danza di gioia insieme ai miei fratelli”. Impegno: Oggi seminerò parole e gesti di verità, per vincere la menzogna.

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SUSSIDIO FAMIGLIA “AVVENTO-NATALE” PAG.13

IVa domenica dell’avvento

ASCOLTARE

Ecco, viene il Signore, Re della gloria

Monizione iniziale Nell'ultima domenica di Avvento, la liturgia ci invita a interrogarci su quale sia l'ultimo passo da compiere per accogliere degnamente il Figlio di Dio. La risposta sta negli opposti atteggiamenti di Acaz (Is 7,10-14) e di Giuseppe (Mt 1,18-24). Il primo non si fida del Signore, preferisce tentare di affermare sé stesso, confidando nella potenza militare e in amicizie altolocate; il secondo, al contrario, ha il coraggio di mettere da parte i suoi desideri e di porsi a servizio di coloro che ama. Il risultato sarà che il re di Giuda perderà tutto il suo regno e verrà privato della sua libertà, mentre il falegname di Betlemme guadagnerà la salvezza per lui e per tutta umanità. Preghiera Finale Tante volte, provo paura, Signore! Ti prego, ti invoco, ti cerco, ma poi… ho paura, ho paura che tutto non sia vero, che tu non venga più, che mi sia illuso! La notte avanza e prende possesso delle mie speranze, del mio sorriso, della mia luce. Inghiotte tutto, la notte: desideri, sogni, verità, promesse… Sento che mi manca la tua luce. Vieni, Signore, sbrigati, la mia terra ti desidera, ormai è da tanto che ti aspetto. Ogni sera, torno a casa e spero di trovarti. Ogni mattina, mi alzo e mi chiedo se forse oggi arriverai… Anche se tutto non è pronto, io sono qui. Il mio cuore è qui, a un passo dal cielo. E nel mio cuore so che ci sei Tu. E non ho più paura…”. Impegno: Oggi seminerò giustizia nei miei gesti e nelle parole, affinché la verità trionfi.

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NOVENA DELL’IMMACOLATA 29 novembre – 7 dicembre

Il primo grande pensatore cristiano che affrontò l’argomento fu Sant’Agostino, il quale riconosceva in Maria, pur senza saperlo ancora definire con chiarezza, un privilegio speciale rispetto al peccato originale. Ad ogni modo, è soltanto con la teologia scolastica medievale che si infiamma il dibattito, soprattutto sul tema chiave del concepimento di Maria: dunque il nodo della questione non riguarda il frutto virginale del suo seno, cioè Gesù, come spesso erroneamente si dice, ma la concezione di lei stessa, cioè il momento in cui la Vergine Maria fu generata dai genitori Anna e Gioacchino. La tesi sulla quale gli autori medievali si scontrarono è la seguente: 40 settimane prima della sua nascita, Maria era già pensata dal cielo senza macchia di peccato originale. I teologi si divisero per secoli, al punto tale che sorse una vera e propria disputa tra francescani e dominicani: i primi tendevano ad ammettere lo speciale privilegio mariano, mentre i secondi gridarono addirittura all’eresia. Nel 1854, il papa Pio IX, spinto da quel sentire certo che anima da secoli i fedeli circa la purezza di Maria, cerca di concludere la controversia proclamando, con la bolla Ineffabilis Deus, il Dogma dell’Immacolata Concezione, che riafferma con forza la grazia unica ed eccezione riservata da Dio a Maria preservandola dal peccato originale. La novena all’Immacolata è un ottimo modo per riflettere sulle virtù mariane e chiedere l’intercessione della Vergine.

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SUSSIDIO FAMIGLIA “AVVENTO-NATALE” PAG.15

PREGHIERA INIZIALE Cel.: Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

La pace del Signore, che ci chiama a meditare il Mistero dell'Immacolata

Concezione di Maria, sia con tutti voi. E con il tuo spirito.

Fratelli e Sorelle, devoti dell'Immacolata Vergine, apriamo i nostri cuori, e

la nostra bocca proclami la lode della SS. Trinità, che risplende nella

bellezza di Maria.

Solenne Consacrazione alla Vergine Maria

A TE AFFIDO LA MIA VITA

Vergine Maria, Madre mia,

mi consacro a te e affido nelle tue mani tutta la mia vita.

Con questa totale consacrazione ti affido quanto ho e quanto sono,

tutto quello che ho ricevuto da Dio.

Ti affido la mia intelligenza, la mia volontà, il mio cuore.

Depongo nelle tue mani la mia libertà,

le mie ansie e i miei timori,

le mie speranze e i miei desideri,

le mie tristezze e le mie gioie.

Ti affido, o Maria, il mio corpo perché si conservi puro;

ti affido la mia anima perché tu la preservi dal male.

Ti affido la mia fame di amore.

Custodisci la mia vita perché sia sempre fedele a Dio

e, con il tuo aiuto, raggiunga la salvezza.

Amen.

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1° giorno

PUREZZA

“Il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: “Dove sei?”. Rispose: “Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto”. Riprese: “Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?”. Rispose l’uomo: “La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato”. Il Signore Dio disse alla donna: “Che hai fatto?”. Rispose la donna: “Il serpente mi ha ingannata ed io ho mangiato”. Allora il Signore Dio disse al serpente: “Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”.

Gn 3,9.11b-15

MEDITAZIONE La splendida armonia del piano creaturale voluta da Dio ha subìto purtroppo fin dagli inizi le tragiche conseguenze del peccato. Il disordine degli istinti ha causato all’interno della relazione uomo-donna una tensione che appare irriducibile; tensione di cui spesso la donna ha portato le più dure e umilianti conseguenze. E ciò non perché sia stata maggiormente responsabile della caduta, ma perché a motivo della sua delicata struttura biologica e psicologica è più facilmente vulnerabile. Viene però anche messo in risalto il fatto che, come attraverso la donna era passata la seduzione del maligno, così pure attraverso una donna è passata la grazia inestimabile della redenzione. Viene infatti annunziata tra “il serpente e la Donna” una lotta il cui esito sarà vittorioso per la Discendenza di lei. Si tratta di Maria, di Colei che Dio ha scelta e designata quale “nuova

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SUSSIDIO FAMIGLIA “AVVENTO-NATALE” PAG.17

Eva”, vera madre dei viventi, madre nell’ordine della grazia, madre cioè dell’umanità rigenerata dal Cristo, vincitore del peccato e della morte. Dio ha deciso di distruggere la morte causata dal peccato attraverso un rinnovamento, una nuova creazione che fece nascere Maria Immacolata, dalla Quale è nato Gesù, il Verbo della vita immortale. Eva aveva ceduto alla tentazione ed era diventata causa di morte e di infelicità; Maria riporta tutto all’origine, alla bellezza del disegno creatore di Dio. Questa donna dolce, soave e nello stesso tempo fortissima può vincere con la purezza tutto quello che invece il serpente ha introdotto di brutto e di triste nel mondo e nel cuore dell’uomo. Anche su di noi il Signore riversa la sua grazia perché possiamo diventare Santi ed essere quindi degni di stare alla sua presenza e di corrispondere al suo Amore. Tramite Maria che dice: “Si, eccomi!”, comincia la nuova generazione, la nuova umanità riconciliata con Dio che può vivere alla sua presenza nella confidenza, nella adorazione e nella lode. Siamo in cammino e talora, incerti, inciampiamo e cadiamo, ma Maria, l’Immacolata, è lì a sollevarci con la sua mano e ci conduce avanti fino a presentarci al Signore nella gloria, quando ci riconosceremo amati e salvati per la sovrabbondanza della sua misericordia e del suo amore.

PREGHIERA Tu sei bella, o santa Madre di Dio!

Tu sei la gioia del Paradiso: la gioia di Dio!

Questi tuoi figli anneriti dal fumo, dalla caligine del mondo, immergili nel tuo candore

per trarli fuori come da un bagno lustrale

splendenti di grazia. Amen.

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Canto finale TOTA PULCHRA

Tota pulchra es, Maria

Tota pulchra es, Maria

Et macula originalis non est in Te

Et macula originalis non est in Te

Tu gloria Ierusalem

Tu laetitia Israel

Tu honorificentia populi nostri

Tu advocata peccatorum

O Maria, O Maria

Virgo prudentissima

Mater clementissima

Ora pro nobis

Intercede pro nobis

Ad Dominum Iesum Christum

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SUSSIDIO FAMIGLIA “AVVENTO-NATALE” PAG.19

2° giorno

LODE

“Il mio cuore esulta nel Signore, la mia forza s’innalza grazie al mio Dio. Non c’è santo come il Signore, perché non c’è altri all’infuori di te e non c’è roccia come il nostro Dio. I sazi si sono venduti per un pane, hanno smesso di farlo gli affamati. La sterile ha partorito sette volte e la ricca di figli è sfiorita. Il Signore rende povero e arricchisce, abbassa ed esalta. Solleva dalla polvere il debole, dall’immondizia rialza il povero, per farli sedere con i nobili ed assegnare loro un trono di gloria”.

1 Sam 2,1-2.5.7-8

MEDITAZIONE Già anziana e sterile, Anna vive in una situazione di angoscia che nessuno sa condividere, neppure il marito, pur amandola intensamente. Anna, però, pur vivendo all’estremo l’umiliazione della sterilità, non viene meno nella sua grande fiducia in Dio, ed è a Lui solo che si rivolge, sicura che Egli può aiutarla a superare quella prova. Con una fede adamantina, là, alla presenza del Volto del Signore, depone la sua pena, il suo intimo tormento, il suo ardente desiderio, e, nella certezza di essere esaudita, osa anche pronunziare un voto in cui si rivela in pienezza la nobiltà del suo animo religioso: supplica il Signore chiedendo la possibilità di generare un figlio per poterglielo a sua volta ridonare. Dato da Dio ad Anna e poi restituito da Anna a Dio, il piccolo Samuele diventerà un dono per tutto il popolo eletto. Al momento dell’offerta dal cuore e dalle labbra di Anna sgorga un bellissimo cantico di ringraziamento. Tutte le donne dell’Antica Alleanza preludono ai tempi in cui si manifesterà pienamente il disegno di Dio con la nascita del Figlio della grazia per eccellenza, il Messia da tutti atteso. Ma in Anna si riconoscono in modo particolarmente suggestivo i tratti propri di Maria, della povera resa ricca di grazia, dell’umile glorificata mediante la maternità, di Colei che accoglie l’annunzio della maternità verginale senza

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contare su se stessa, ma lasciandosi invadere totalmente dalla potenza dello Spirito e riconoscendo il Figlio tutto appartenente a Dio Padre. Maria richiama proprio le parole di esultanza sgorgate dalle labbra di Anna e prestando a tutti la propria voce: gioisce pienamente nel Signore Colei che ha ricevuto da Lui la grazia in sovrabbondanza mentre davanti al suo sguardo interiore passano tutte le generazioni di Israele, tutte le vicende del suo popolo più volte calpestato dal nemico e risollevato da Dio, tutte le schiere dei poveri e degli umili che hanno mantenuta viva la speranza della salvezza. Maria nella sua sovrana libertà, a somiglianza di Dio stesso, va sempre oltre quello che noi chiameremmo il giusto, il dovuto, perché ha la coscienza del tutto che ha ricevuto e quindi l’urgenza di ringraziare ridonando quel tutto. In questo c’è anche il segreto della sua santa letizia: la sua anima davvero sempre esulta nel Signore perché, essendo piccola, vede come egli agisce con magnificenza verso tutti i piccoli. Ci sia dato di trovarci fra coloro che cantano senza fine le grazie del Signore e ringraziano di poter cantare e di poter ringraziare, perché questa è la meravigliosa gratuità della vita: dono che fiorisce in dono.

PREGHIERA O Dio grande e misericordioso,

con Maria ti vogliamo degnamente ringraziare. Tu che ti sei chinato sulla nostra piccolezza,

rendici un segno trasparente del tuo amore fedele. Tu che abbassi i superbi e innalzi gli umili,

infondi nei nostri cuori la gioia pura e inalienabile, tesoro dei poveri che null’altro hanno

al di fuori di te. Amen.

Canto finale TOTA PULCHRA

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SUSSIDIO FAMIGLIA “AVVENTO-NATALE” PAG.21

3° giorno

GIOIA

“Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza, mi ha avvolto con il mantello della giustizia, come uno sposo si mette il diadema e come una sposa si adorna di gioielli”.

Is 61,10

MEDITAZIONE Quando Dio, che è Amore, guardando la sua creatura la trova in un atteggiamento di umiltà e di docilità, può fare cose grandi: la salva, la esalta, la solleva, le dona dignità e bellezza, la riveste di santità, la rende partecipe del suo amore, la chiama a collaborare al suo disegno di salvezza. Così è Maria che, riempita di gioia nel Signore, danza di gioia non per motivi suoi, per le sue qualità umane, per la fortuna che le è toccata, ma esulta nel Signore riconoscendolo Salvatore: “mio Salvatore”. Riconosce che quello che è lei, lo è per grazia del Signore. La Chiesa, come Maria, ha motivo di gioire nel Signore perché l’ha scelta e l’ha resa sua sposa, ha fatto un’alleanza con Lei, con noi, che siamo la Chiesa; un’alleanza di amore e di pace, un’alleanza che stabilisce una comunione di amore e di unità. Solo un cuore povero, umile, casto, vergine, sa riconoscere questo, perché non si mette assolutamente al posto di Dio e riconosce a Dio quel che è di Dio. La gioia di Maria promana dalla sua bellezza interiore, dalla sua unione con Dio, dal suo essere totalmente dedicata al Verbo incarnato e con lui consacrata all’opera della redenzione per ridonare all’umanità e a tutte le creature la felicità originaria, il sorriso di cui il Creatore le aveva inondate compiacendosi della loro bellezza e bontà. Da questo mistero di bellezza –

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di santità – si sprigiona il fascino della Vergine Madre, Donna che vive nella profondità del silenzio perché è abitata dalla Parola; Donna che sta alla Sorgente della vita nuova perché fecondata dallo Spirito d’Amore; Donna che, come nessun’altra creatura, canta il “cantico nuovo” perché è il primo frutto della Pasqua di Cristo. Come di Maria, così anche della Chiesa, di ogni anima redenta e santificata, il Signore vuole fare “tutta una gioia”, del suo “popolo un gaudio” per compiacersi dell’opera delle sue mani (cfr. Is 65,18). Spetta a noi, però, lasciarci spogliare delle vesti da lutto e rivestire dell’abito di gioia. Tutta la nostra vita allora diventa un cantico che proclama la grandezza dell’amore del Signore, della sua santità, della sua misericordia per noi e per gli altri.

PREGHIERA

Possa la nostra vita, o Signore, diventare, sull’esempio di Maria, un canto di lode alla tua gloria,

un canto che, intonato sulla nota purissima del SI,

ti confessi con l’obbedienza della fede, ti riveli con l’ardore della carità,

ti benedica e ti magnifichi con gioiosa speranza,

perché forte e bello è il tuo amore per noi, e la tua fedeltà dura in eterno.

Amen.

Canto finale TOTA PULCHRA

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4° giorno

FEDE

“Benedetta sei tu, figlia, davanti al Dio altissimo più di tutte le donne che vivono sulla terra, e benedetto il Signore Dio che ha creato il cielo e la terra”.

Gdt 13,18

MEDITAZIONE Benedetta da Dio fin dalle origini è tutta la creazione, l’essere umano in modo particolare. la benedizione divina non si arresta neppure davanti al dramma del peccato: pur nella fatica e nel dolore, tra tentazioni, arresti e cadute, la storia prosegue come storia di benedizione. Benedetto è Abramo, e dopo di lui tutti i patriarchi e i profeti…, benedette sono le Madri di Israele, benedetti sono i piccoli e i poveri che con la loro fedeltà alla legge del Signore portano avanti silenziosamente la storia della salvezza… Benedette sono le grandi eroine che mettono a repentaglio la propria vita per salvare il popolo dai nemici, come Giuditta – una donna vedova, ai margini della vita sociale. La benedizione divina si posa sui piccoli e dai piccoli è irradiata, comunicata. Questo dono di Dio ha trovato in Maria, la Piena di grazia, l’unica risposta adeguata: la fede. La stessa risposta il Signore si attende oggi dalla Chiesa, da ciascuno di noi. Maria ha creduto alla Parola e ha offerto la sua totale disponibilità a Dio in profonda umiltà e silenzio di sé. Atteggiamenti, questi, che non si improvvisano, ma sono il frutto di un’abitudine quotidiana all’ascolto, alla preghiera, alla bontà, alla mitezza. Dio crea continuamente e continuamente può rinnovarci, ma è necessario che noi vogliamo veramente cambiare. Domandiamoci allora seriamente se noi permettiamo al Signore di operare in noi le sue meraviglie, di farci diventare in Cristo “i vicini”, gli intimi, i “suoi”. Non dobbiamo mai

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dimenticare che questa è “la straordinaria grandezza della potenza di Dio verso di noi”: da peccatori ci vuole fare santi, da creature mandate in esilio lontano dal suo Volto vuole renderci figli per mezzo dell’unico Figlio e introdurci nella sua divina intimità. Come discernere con verità dentro di noi? Una via sicura è di specchiarci nella Vergine Maria. Il cristiano, sull’esempio di Maria, dovrebbe potersi riconoscere proprio per queste qualità, che, senza avere nulla di appariscente, trasfigurano tutto il suo modo di essere e di agire, rendendolo silenzioso cooperatore della salvezza e gioioso testimone del Vangelo. Quale meraviglia di grazia avvolge l’esistenza cristiana!

PREGHIERA Ti preghiamo, Signore, scenda anche su di noi,

come sulla Vergine Maria, la potenza creatrice del tuo Spirito

per rendere feconda in noi ogni tua Parola

e plasmare nel segreto del nostro cuore la creatura nuova,

capace di amare e di servire, la creatura capace di cantare

che grande è la tua misericordia, eterna la tua fedeltà

per quelli che respirano in te e nulla antepongono

al tuo Amore. Amen.

Canto finale TOTA PULCHRA

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5° giorno

VERGINITÀ

“Così fu generato Gesù Cristo: sua Madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”. Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi”.

Mt 1,18-23

MEDITAZIONE Maria è nata, si può dire, come figlia di Adamo, figlia di Abramo, pienamente nostra sorella secondo la carne; tuttavia, in quanto preservata dal peccato, è motivo per noi di meraviglia, di stupore, di gioia e di grande speranza. Per mezzo di Maria Dio è l’Emmanuele, Dio con noi e perciò abbiamo motivo per essere veramente pieni di gratitudine e di gioia e nonostante tutte le tristezze che ancora vediamo nel mondo abbiamo motivo di proclamare la nostra viva speranza che le cose vecchie sono passate davvero e ne sono nate e ne nascono sempre di nuove. Tutto il travaglio non è che un cammino di nascita, di passaggio dal vecchio al nuovo, dalla morte alla vita immortale e Maria presiede a questa grande opera: è la Madre che sempre genera per potenza di Spirito Santo la vita

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nuova in noi. Maria cammina nella fede, nell’umiltà, ignara delle grandi cose di cui è portatrice, cose che sono umanamente inconcepibili; ella rimane serena, gioiosa, perché non dubita del suo Dio. Maria è strumento della grazia di Dio, strumento docile, umile, piccola, ma tutta aperta ad accogliere la potenza di Dio, potenza creatrice, potenza trasformatrice. La sua bellezza sta nella sua pienezza di grazia, nella piena adesione alla volontà di Dio, nel suo amore per Dio e per gli uomini, fino ad essere tutta una relazione di amore a Dio e agli uomini, tutta data per la gloria di Dio e per la salvezza degli uomini. Maria è la Chiesa, Maria siamo noi che pur nella umiltà della nostra condizione umana portiamo questa presenza divina e abbiamo la possibilità di vivere i grandi eventi della salvezza e di essere nel mondo, in mezzo agli uomini una presenza concreta di Dio. Attraverso tutta la storia il Signore ha operato le meraviglie del suo amore e ancora oggi opera per mezzo di strumenti umili, semplici, poveri, perché Lui è il forte, è Lui che agisce e fa nuove tutte le cose. Maria è questo strumento e il cristiano deve essere fiducioso di potere pure come Maria, a imitazione di Lei, diventare strumento docile nella mano di Dio.

PREGHIERA La Vergine: un’aurora dischiusa ogni mattina

davanti la finestra d’ogni cuore. Un’aurora limpida canora

che trasfigura il volto delle cose. Sorgente viva del mistero di tutto il dolore

di tutta la gioia. La Vergine: inviolato silenzio,

“primo amore” dell’Eterno Amore. Amen.

Canto finale TOTA PULCHRA

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SUSSIDIO FAMIGLIA “AVVENTO-NATALE” PAG.27

6° giorno

SILENZIO

“In quel tempo, i pastori andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”.

Lc 2, 16

MEDITAZIONE Mentre i pastori se ne tornarono ai loro pascoli glorificando e lodando Dio, Maria va meditando quanto accade attorno a lei e quanto ascolta a riguardo del Bambino che stringe tra le sue braccia. Mentre tutt’intorno esplode la gioia, Maria sta in ascolto e raccoglie e custodisce nel suo cuore tutto quello che accade, tutto quello che si dice attorno al suo Bambino, e così facendo entra sempre più profondamente nel disegno universale salvezza disposto da Dio. Per mezzo di Maria, purissima, immacolata e tutta bella, è venuto al mondo il Figlio di Dio per ridonare la bellezza a tutta l’umanità. Per Lei sono venute nel mondo la Luce e la Gioia ed è venuta la Pace, che è la pienezza e la somma di tutti i beni. Tutto è stato predisposto perché potessimo ricevere in ogni momento della nostra vita quell’aiuto, quello sguardo di amore e di compassione che è lo sguardo di Gesù su di noi, lo sguardo stesso del Padre e la consolazione materna di Maria. Madre di Cristo, Maria si farà sua umile discepola; dal “fiat”, pronunciato al momento dell’annunciazione in un’atmosfera di limpida gioia, giungerà a dire il “si” definitivo ai piedi della croce, quando, come in un parto doloroso, riconsegnerà al Padre, il Figlio e se stessa: guardando a Lei e

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rifugiandoci in Lei, possiamo ricevere l’aiuto di cui abbiamo bisogno per vivere come figli di Dio. Tutto Maria fa e opera nella nostra vita affinché noi crediamo nel Figlio di Dio che Lei ha generato e, credendo in Lui, abbiamo la vita. In questo modo Maria non solo ci genera, ma ci rende anche generatori, capaci di comunicare la vita agli altri. Il mistero della Madre di Dio avvolge tutta la Chiesa e ognuno di noi, perché Maria custodisce nel suo cuore come in uno scrigno tutto quello che riguarda il Figlio e lo consegna alla Chiesa, alla umanità, a noi oggi, irradiando sul mondo la luce, la pace, l’amore, la gioia e la benedizione. Siamo quindi invitati a imitare Maria, a interiorizzare e custodire tutto nel silenzio del cuore, per diventare noi stessi creature nuove, Vangelo vivente, presenza di gioia e di pace tra i fratelli.

PREGHIERA O Padre,

Tu che donasti a Maria la memoria del cuore

per custodire in silenzio - meditando - ogni parola e ogni evento,

rendici sempre intenti, a compiere con amore ogni tuo volere

e concedi anche a noi il dono di una fede umile

e piena di stupore per vedere in ogni piccolo segno

un mistero di grazia. Amen.

Canto finale TOTA PULCHRA

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7° giorno

ASCOLTO

“Una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!”. Ma Gesù disse: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!”.

Lc 11, 27-28

MEDITAZIONE Sulla bocca di Gesù tali parole non sono, come potrebbe apparire, un’irriverente presa di posizione nei confronti di sua Madre, bensì un elogio che aiuta a conoscere la vera grandezza di Maria. Il suo discepolato alla maternità, iniziato a Nazareth, e rivelatosi in tutta la sua sollecitudine a Cana, culmina ai piedi della croce del nuovo “si” alla volontà di Dio che le chiede l’offerta del Figlio. Maria è chiamata a divenire Madre della Chiesa, a generarla nella sofferenza, a custodirla nella fedeltà, a educarla nell’amore. Tutta la storia del cristianesimo e della spiritualità cristiana sono un’eloquente testimonianza di tale maternità. Benché già assunta in cielo, Maria rimane ancora, come Gesù, pellegrina sulla terra a guidare e sostenere i passi della Chiesa in cammino nella storia tempestosa verso la pace della Gerusalemme celeste. Attribuendole il titolo di “Madre della Chiesa”, i cristiani si riconoscono suoi figli. Che cosa significa e comporta ciò? Innanzitutto significa che ci si riconosce dipendenti da lei, ma anche chiamati alla stessa vocazione. In Maria, la Chiesa non ha solo un sicuro rifugio, ha un modello da imitare, ha una missione da continuare. Ciò che Maria è stata fin dalle origini – Santa, Immacolata – anche la Chiesa lo può diventare per grazia. Come Maria ha donato al mondo Cristo secondo la carne, così la Chiesa è chiamata a donare all’umanità di oggi il Cristo

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presente nella Parola e nei sacramenti; come Maria ha servito e seguito il Figlio fino alla Croce, così la Chiesa è davvero fedele alla sua vocazione se partecipa al mistero della croce di Cristo e lo serve nei più poveri e sofferenti. Essere Madre della Chiesa comporta per Maria essere ancora pellegrina con la Chiesa; vivere la missione di Maria comporta per la Chiesa essere madre premurosa dell’umanità, casa accogliente, portatrice di speranza, finché tutti, attraversato il mare tempestoso della storia, giungano alla dimora del Padre.

PREGHIERA O Vergine Purissima,

tu che nel Figlio unigenito di Dio hai generato i figli di adozione,

insegnaci la via della carità sincera, dell’umile servizio

e dello zelo infaticabile, perché anche la nostra vita

sia feconda nella grazia e giovi a santificare la Chiesa

e a salvare il mondo. Amen.

Canto finale TOTA PULCHRA

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SUSSIDIO FAMIGLIA “AVVENTO-NATALE” PAG.31

8° giorno

OBBEDIENZA

“Mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: “Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti”. Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”. Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: “Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre”.

Mt 12, 46-50

MEDITAZIONE Tutti e tre i Vangeli sinottici – Matteo, Marco e Luca – riportano l’episodio in cui Gesù, informato della presenza dei suoi parenti, pone sorprendentemente la domanda: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”. Ed egli stesso dà la risposta. Ogni sfumatura in questi passi paralleli ha la sua importanza; ne risulta chiaramente la verità della dimensione soprannaturale della nostra relazione con Dio, della nostra parentela con Lui: veramente la più stretta che possa esistere, perché si tratta di una appartenenza vitale, di una inscindibile unità creata dall’Amore divino. Per questo la condizione migliore per seguire Gesù e diventare “suoi” discepoli è quella di lasciare tutto, di sciogliere ogni legame puramente naturale, nulla e nessuno anteponendo all’amore per Lui. L’egoismo è, infatti, un nemico che sta sempre in agguato dentro di noi, per impedirci di raggiungere quell’amore perfetto che ci conforma pienamente a Cristo e che ci rende come lui dimentichi di noi stessi e viventi per gli altri. Gesù era vissuto trent’anni nella modesta casa di Nazareth e la Madre – come pure Giuseppe, il silenzioso padre putativo – si era nutrita delle parole della sua bocca, parole di sapienza divina, pane di vita quotidiano. Come

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avrebbe potuto non essere proprio lei la prima, la più beata per la parentela spirituale fondata sull’ascolto della Parola e l’adesione alla volontà del Padre celeste? Anche Maria proprio per questo è beata, perché ha ascoltato la parola di Dio e l’ha osservata. Il mistero dell’Incarnazione è sempre in atto nella Chiesa, nel cuore dei credenti; avviene perciò una continua crescita della nuova generazione parentale di Gesù Figlio di Dio, Figlio di Maria, figlio – si può dire – della Madre Chiesa, che prima di essergli madre gli è figlia, nata dal suo stesso cuore trafitto. In tanti modi Maria si è manifestata come Madre, come Colei che può aiutarci a vivere secondo la volontà di Dio: è per noi Maestra di umiltà e di obbedienza, Maestra di carità, Maestra di sollecitudine verso tutti e anche Maestra di gratitudine e di gioia. Guardando a lei, che è povera, umile, obbediente, tutta al servizio di Dio, piena di carità, piena di amore, noi sappiamo come si diventa santi: imitando le sue virtù.

PREGHIERA O Maria, tu ci appari

nel tuo umile e fedele rimanere tutta raccolta sotto lo sguardo di Dio,

abbandonata alla potenza dell’Altissimo. Con la tua materna intercessione

fa che abbondante si riversi la grazia del Signore su di noi che contempliamo

l’ineffabile mistero della tua bellezza, per entrare silenziosamente

nella dimensione della profondità, là donde sgorga in perenne giovinezza

la fonte dell’amore. Amen.

Canto finale TOTA PULCHRA

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SUSSIDIO FAMIGLIA “AVVENTO-NATALE” PAG.33

9° giorno

SANTITÀ

“Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi ed immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia”.

Ef 1, 3-6

MEDITAZIONE La bellezza che splende in Maria – che è la bellezza stessa di Dio, la bellezza di Cristo risorto – splende nella Chiesa fin d’ora, splende nei santi che hanno realizzato la loro vocazione con fedeltà e con costanza e può risplendere anche in noi. Ma la bellezza è santità, dobbiamo dunque innamorarci di questa bellezza che è Dio stesso e che Egli ci vuole partecipi, perché ci ha fatti a sua immagine e ci vuole vedere non deformati e deturpati ma trasparenti. Sta a noi riuscire ogni giorno a deciderci per la santità confidando nell’aiuto di Maria. Se guardiamo alla realtà più appariscente della situazione umana siamo tentati di pensare che questo grandioso progetto di Dio sia andato fallito, almeno su larga scala, talmente il male è ancora radicato nel cuore dell’uomo e tremenda è la sua influenza devastante su ogni cosa. Eppure i santi ci sono in ogni tempo e in ogni luogo e sono certamente meno rari di quanto può sembrare, soprattutto i santi dell’eroico quotidiano, quelli che non appaiono, ma costituiscono l’ordito nel prezioso tessuto della veste nuziale della Chiesa. Anche Maria apparteneva a questa categoria di santi umili e nascosti, ignari di sé e attenti a Dio e al prossimo, al punto da vivere

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al di là di se stessi, per l’Altro e per gli altri. Il disegno di Dio si è realizzato già pienamente in Maria, ma anche noi siamo chiamati ad essere santi e immacolati alla sua presenza e quindi a rimanere nel suo amore per l’eternità. Non dobbiamo mai dubitare della potenza della grazia di Dio, perché il Signore fa sempre trionfare la misericordia e la grazia sul peccato, a condizione che noi davvero crediamo e confidiamo in Lui. Di che cosa è infatti costituita la santità di Maria? Di silenzio, di umiltà, di povertà, di ascolto, di obbedienza, di preghiera, di fede, di speranza, di carità, di gratuità, di pace e di gioia nel Signore. Tutte queste virtù formano il tessuto dei suoi “brevi giorni” e la pongono accanto a ognuno di noi che, nella consapevolezza di essere fragili come l’erba e il fiore del campo, cerchiamo consistenza nella Parola di Dio viva ed eterna. Proprio guardando a Maria comprendiamo che la santità non è la realizzazione di un progetto umano con sforzi ed espedienti umani, ma opera del divino vasaio che modella la creta con le sue mani – con la sua grazia – e da ad ogni vaso un tocco originale, che lo rende unico e inconfondibile tra tutti gli altri.

PREGHIERA O Maria, o tutta santa,

di te gioisce tutto il Paradiso; con la tua bellezza consolatrice

rassicura il nostro cuore perché sappiamo comprendere

a quale speranza Dio ci ha chiamati, quale tesoro di gloria ci attende nell’eterna comunione dei santi.

Amen.

Canto finale TOTA PULCHRA

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SUSSIDIO FAMIGLIA “AVVENTO-NATALE” PAG.35

NOVENA A GESÙ BAMBINO

L’immagine di Gesù Bambino evoca nelle nostre menti dolcezza e mansuetudine, atmosfera di festa e partecipazione. Al contesto prettamente terreno, si affianca anche quello spirituale, ovvero il mistero cristiano della nascita di un bimbo in una mangiatoria venuto al mondo per la salvezza degli uomini. Gesù bambino è il Dio fatto uomo che tutti noi abbiamo cominciato ad amare fin da fanciulli nell’immagine di una grotta in un presepe. La tenerezza dalla quale siamo mossi vedendo questo Santo Bimbo in fasce bisognoso di protezione e calore, e le immagini della Vergine e di San Giuseppe che lo accudiscono, ci conforta e ci rimanda ad un Dio-Padre che si prende cura di tutte le sue creature come se fossero le uniche al mondo. La novena di Natale evoca quei giorni lieti che la nostra memoria sempre desidera ricordare, nella certezza che il perpetuarsi, anche simbolico, di quegli avvenimenti, sia un atto grandemente gradito a quel Gesù che fattosi uomo come noi, ha patito tutto il possibile per trarci in salvo, proteggerci dai pericoli e difenderci dalla schiavitù del peccato.

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TU SCENDI DALLE STELLE

1. Tu scendi dalle stelle, o Re del cielo,

e vieni in una grotta al freddo e al gelo.

O Bambino mio divino, io ti vedo qui tremar;

o Dio beato! Ah quanto ti costò l'avermi amato!

2. A te, che sei del mondo il Creatore,

mancano panni e foco, o mio Signore.

Caro eletto pargoletto, quanto questa povertà

più m'innamora, giacché ti fece amor povero ancora.

3. Tu lasci il bel gioire del divin seno,

per venire a penar su questo fieno.

Dolce amore del mio core, dove amore ti trasportò?

O Gesù mio, perché tanto patir per amor mio!

4. Ma se fu tuo volere il tuo patire,

perché vuoi pianger poi, perché vagire?

Sposo mio, amato Dio,

mio Gesù, t'intendo sì! Ah, mio Signore!

Tu piangi non per duol, ma per amore.

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SUSSIDIO FAMIGLIA “AVVENTO-NATALE” PAG.37

5. Tu piangi per vederti da me ingrato

dopo sì grande amor, sì poco amato!

O diletto - del mio petto,

se già un tempo fu così, or te sol bramo

Caro non pianger più, ch'io t'amo e t'amo.

6. Tu dormi, Ninno mio, ma intanto il core

non dorme, no ma veglia a tutte l'ore

Deh, mio bello e puro Agnello

a che pensi? dimmi tu. O amore immenso,

"un dì morir per te", rispondi, "io penso".

7. Dunque a morire per me, tu pensi, o Dio

ed altro, fuor di te, amar poss'io?

O Maria, speranza mia,

s'io poc'amo il tuo Gesù, non ti sdegnare

amalo s'io non so amare!

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PREGHIERA INIZIALE

Entriamo sempre di più

nel mistero dell’umiltà di Dio

che si fa uomo,

dell’umiltà del Verbo

che si fa silenzio.

Di quale silenzio

dobbiamo dunque impegnarci sempre più?

Del silenzio dell’essere,

prima di tutto,

e questo silenzio è umiltà.

L’essere deve diventare umile

fino a non parlare

- né piano, né forte - di sé.

È questo il silenzio

che mette nella condizione

di poter cogliere il silenzio di Dio,

il vero messaggio della Parola.

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1° giorno

SILENZIO

“È bene aspettare in silenzio la venuta del Signore”. Lam 3, 26

MEDITIAMO Realtà costitutiva dell’uomo, il silenzio è un dono che Dio ha immesso nell’uomo e nel cosmo come traccia della sua stessa presenza. Potremmo in certo modo dire che il silenzio è Dio presente a noi. Affascinato da Dio e ferito dalla nostalgia di vedere svelatamente il suo Volto, l’uomo che vive nella fede sente urgere dentro di sé un’imprescindibile esigenza di silenzio. Elemento fondamentale per una profonda vita interiore, il silenzio non è riducibile a semplice “ascesi”; esso è innanzitutto un mistero di grazia che attinge la sua motivazione in Dio, nel desiderio di entrare in comunione con lui e di rimanere in adorazione alla sua presenza. Il silenzio è forse il modo più consono alla creatura umana per comunicare con il suo Creatore. Silenzio, infatti, significa anche umiltà e gratitudine; consapevolezza della propria piccolezza e stupore nello scoprirsi amati con predilezione da Dio. Il silenzio è dentro di noi, ma dobbiamo farlo emergere, liberarlo, lasciargli lo spazio vitale, non soffocarlo! Dobbiamo educarci al silenzio; meglio, lasciarci educare. Se vogliamo, possiamo sempre trovare – se non di giorno, certo di notte – momenti in cui metterci in ascolto del silenzio cosmico, ascoltarlo nel firmamento, nei fiori, in tutte le creature. È un silenzio che parla, una bellezza che affascina: lì si percepisce la presenza di Dio, presenza che è silente e ci mette in silenzio. In questo la Vergine Maria ci è donata come modello incomparabile. Ella, infatti, è la Vergine del silenzio e dell’ascolto, che ha accolto il Verbo divino, lo ha concepito e partorito.

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Ripetiamo: Ascoltaci, Signore. -Per intercessione di Maria, ti chiediamo il dono di scoprire nel silenzio la porta di accesso all’incontro con te. Rit. -Aiutaci a essere fedeli all’impegno di vivere momenti di silenzio per prepararci ad accogliere la tua nascita. Rit. -Aiutaci a scoprire, nel silenzio, il rispetto per ogni cosa creata, così che possiamo contribuire all’ordine che hai disposto per la vita del mondo. Rit. PREGHIERA FINALE Signore, mentre attendiamo la tua venuta, oggi vogliamo accogliere il dono del silenzio perché possa diventare, nei giorni di preparazione al Natale, lo spazio per contemplare il mistero della tua nascita. Amen.

Canto Finale: FERMARONO I CIELI

Fermarono i cieli la loro armonia cantando Maria la nanna a Gesù Con voce Divina la Vergine bella più vaga che stella cantava così: Dormi dormi fai la ninna nanna Gesù Dormi dormi fai la ninna nanna Gesù.

La luce più bella negli occhi brillava sul viso sembrava Divino splendor La madre felice di un bimbo Divino gridava il suo amore cantando così: Dormi dormi fai la ninna nanna Gesù Dormi dormi fai la ninna nanna Gesù.

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2° giorno

UMILTÀ

Si dirà: “Spianate, spianate, preparate la via, rimuovete gli ostacoli sulla via del mio popolo”. Poiché così parla l’Alto e l’Eccelso, che ha una sede eterna e il cui nome è santo. “In un luogo eccelso e santo io dimoro, ma sono anche con gli oppressi e gli umiliati, per ravvivare lo spirito degli umili e rianimare il cuore degli oppressi”.

Is 57,14-15

MEDITIAMO Per custodire il silenzio occorre vigilare molto attentamente e coltivare l’umiltà. Ciò non è possibile se non pregando e meditando nel cuore la Parola di Dio, sull’esempio della Vergine Maria che fu una creatura tutta silenzio ed ascolto, perché umile e obbediente, totalmente attenta a Dio. Maria non aveva parole da dire né su se stessa, né su altri o sugli eventi. Per lei l’amore al silenzio coincideva con l’amore alla volontà di Dio e alla sua Parola, con l’amore al servizio nel nascondimento. È questo l’autentico silenzio che porta con sé pace, serenità, calma, equilibrio, compostezza, ordine in tutto l’essere e, di conseguenza, fiducioso abbandono a Dio. Senza amore al silenzio, che fortifica l’animo, la vita di fede vacilla e viene meno appena incontra una difficoltà. Nel momento della prova occorre saper abbracciare – come suggerisce san Benedetto – “la pazienza con maturo e consapevole silenzio interiore”, altrimenti non si riesce a porre un argine alle acque tempestose del dubbio, e quando l’animo è agitato più facilmente si lascia portare lontano dai pascoli del Signore. In tale situazione accade spesso che ci si getti a capofitto nell’attività esteriore, quasi per riempire il vuoto e rimuovere le difficoltà interiori. Così facendo, però, anche l’azione rischia di non essere più autentico slancio oblativo, bensì ricerca di sé, di gratificazione e di autoaffermazione. È perciò necessaria molta vigilanza per

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smascherare queste ambiguità della coscienza e lasciarsi guidare dallo Spirito che è dato agli umili e ai puri di cuore.

Ripetiamo: Ascoltaci, Signore. -Per intercessione di Maria, ti chiediamo di poter scoprire la nostra vera forza nell’umiltà. Rit. -Aiutaci a sperimentare l’umiltà di fermarci, ogni tanto, dalle numerose attività, così che nel silenzio possiamo scoprire la bellezza di non essere indispensabili. Rit. -Insegnaci a essere testimoni di umiltà nei nostri incontri e nelle nostre relazioni, onorando nell’altro la libertà di essere se stesso. Rit. PREGHIERA FINALE Signore, mentre attendiamo la tua venuta, oggi vogliamo accogliere il dono dell’umiltà, per poter fare spazio a te che hai scelto di nascere piccolo nel nostro cuore. Amen.

Canto Finale: FERMARONO I CIELI

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3° giorno

SPERANZA

Il Signore aspetta con fiducia per farvi grazia, per questo sorge per avere pietà di voi, perché un Dio giusto è il Signore; beati coloro che sperano in lui.”

Is 30, 18

MEDITIAMO È la luce della Parola, nella quale bisogna “rimanere”, per conoscere la verità e, nella verità, fare l’esperienza della vera libertà. La grande decisione da prendere ogni mattina è dunque sempre e solo questa: diventare davvero, nonostante tutte le difficoltà che si oppongono, discepoli del Signore, figli della luce, docili alla guida dello Spirito Santo che è Amore e ci libera dalla schiavitù del peccato, e ci fa correre sulla via della carità, protesi al cielo e intanto donati sulla terra, umilmente, nascostamente, sicuri nella speranza che ogni umana fatica fatta per amore avrà un suo frutto, perché anche un piccolo seme può dare una grande messe, diventare un grande albero. Urge annunziare la speranza, dare la certezza che il Signore è sempre vicino e ci conduce per mano. Egli si è fatto compagno di viaggio e ci ha promesso di rimanere con noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. Ed è veramente così. Non c’è giorno, non c’è ora, non c’è luogo dove noi non possiamo essere con lui e, se lui è con noi e noi con lui, tutto prende senso, tutto rientra nel mistero adorabile della sua volontà che è volontà di salvezza per noi e per tutti i nostri fratelli. Questa, dunque, è la conversione profonda da compiere: non voler vivere solo per noi, ma essere per gli altri.

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Ripetiamo: Ascoltaci, Signore. -Donaci la speranza che si fonda sul tuo amore per ogni creatura. Rit. -Aiutaci a sentire la tua presenza e il tuo aiuto nei momenti di smarrimento, di dolore, di malattia, di lutto. Rit. -Insegnaci a essere testimoni silenziosi di speranza, nella preghiera per i fratelli in difficoltà. Rit. Preghiera finale Signore, mentre attendiamo la tua venuta, oggi vogliamo accogliere il dono della speranza, per lasciarci nutrire dall’abbondanza del tuo amore che vuole la gioia e la salvezza per ogni uomo. Amen.

Canto Finale: FERMARONO I CIELI

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4° giorno

PREGHIERA

“Porgi l’orecchio, Signore, alle mie parole: intendi il mio lamento. Sii attento alla voce del mio grido, o mio re e mio Dio, perché a te, Signore, rivolgo la mia preghiera. Al mattino ascolta la mia voce; al mattino ti espongo la mia richiesta e resto in attesa.”

Sal 5, 2-4

MEDITIAMO Viviamo nell’era della massima comunicazione; oggi si ritiene che la persona si possa realizzare solo nella misura in cui comunica nel “villaggio globale”: il mondo intero è ormai raggiungibile in tutta la sua estensione nel giro di pochi secondi, in modo virtuale. Tale esigenza di comunicazione è certamente buona, tuttavia se diventa invasiva, al punto da far smarrire la dimensione del silenzio e dell’interiorità, ne derivano gravissimi danni per la persona proprio per il fatto che si disperde e si frantuma nell’esteriorità. La parola, quasi inevitabilmente, scade a chiacchiera, con una spasmodica ricerca del sensazionale, anche a scapito della verità che ne rimane offuscata. Occorre mettere le cose al giusto posto, ordinarle secondo la giusta misura, riservando il primo posto all’ascolto, alla preghiera, alla comunicazione intima con il Signore. Particolarmente importante è la preghiera del mattino, prima di cominciare la giornata lavorativa: il tempo dedicato ad essa è, per certi aspetti, paragonabile al tempo in cui si fanno i preparativi prima di partire per un viaggio. Inizia, infatti, il viaggio del nuovo giorno e occorre premunirsi di tutto quello che è necessario per il nostro servizio nei vari ambiti della vita

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sociale. Per poter affrontare bene il lavoro, per poterlo compiere davvero cristianamente, ci vuole proprio il silenzio, lo stare a cuore a cuore con Dio, affinché in tutto quello che facciamo sempre risuoni dentro di noi la sua Parola che diventa preghiera incessante e carità fattiva. Ripetiamo: Ascoltaci, Signore. -Per intercessione di Maria, accompagnaci a scoprire la forza della preghiera. Rit. -Insegnaci a scoprire la preghiera come presenza e silenzio. Rit. -Benedici e sostieni il nostro desiderio di iniziare ogni giornata nell’incontro con te. Rit. PREGHIERA FINALE Signore, mentre attendiamo la tua venuta, oggi vogliamo accogliere il dono della preghiera, perché la tua Parola sia, anche per la nostra vita, verbo che si fa carne e che ci rende semplicemente fratelli nella grande famiglia umana. Amen.

Canto Finale: FERMARONO I CIELI

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5° giorno

LIBERTÀ

“Allora Maria disse all’angelo: “Come avverrà questo?”. Le rispose l’angelo: “Nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”.

Lc 1, 34-35.37-38

MEDITIAMO La libertà è necessaria per poter rispondere con amore all’amore; nello stesso tempo, rispondendo all’amore la libertà si impegna totalmente, si vincola liberamente in una scelta che non si riduce all’istante fuggevole, ma diventa progetto di vita. Se non giunge a questa stabilità, la libertà non ha senso; anzi, mentre dà all’uomo l’impressione di essere padrone di se stesso, lo imprigiona nella rete del capriccio momentaneo, senza passato e senza futuro. L’uomo che non impegna la propria libertà è “sradicato” e facilmente cade in preda all’angoscia o si degrada nel più basso permissivismo. Ne consegue che noi siamo veramente liberi, ossia viviamo bene la nostra libertà, nella misura in cui aderiamo a Dio nell’amore, inserendoci nel suo disegno di salvezza che dilata il nostro cuore a dimensioni universali. L’amore di Dio, poi, non è solo un sentimento, non è un’emozione – che oggi può esserci e domani scompare – ma è lo stesso Spirito Santo, che viene effuso, riversato nei nostri cuori. Dire di sì all’amore, è, dunque, stringere una vera e propria alleanza, intraprendere un cammino con un “Altro” che ci guida su sentieri a noi inaccessibili, rendendoceli praticabili. “Come avverrà questo?”, domanda Maria all’angelo. “Nulla è impossibile a Dio”, le viene risposto. Ma occorre affidarsi. E si affida solo chi è umile, chi è piccolo, chi ha capito che all’amore si deve dare una risposta di amore, senza calcoli e senza paura.

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Ripetiamo: Ascoltaci, Signore. -Aiutaci a costruire nel nostro cuore la libertà che nasce dalla fiducia in te. Rit. -Insegnaci a vivere la libertà nel rispetto e nell’amore per i fratelli. Rit. -Le nostre giornate sono piene di impegni, di cose da fare e da pensare: aiutaci, Signore, a mantenere il nostro animo sereno, libero dal senso di onnipotenza e dal bisogno di controllo. Rit. PREGHIERA FINALE Signore, mentre attendiamo la tua venuta, oggi vogliamo accogliere il dono della libertà e, sull’esempio di Maria, desideriamo vivere facendo brillare i doni che hai dato a ciascuno di noi, con fiducia e coraggio. Amen.

Canto Finale: FERMARONO I CIELI

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6° giorno

VIGILANZA

“Tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo.”

1Ts 5, 23

MEDITIAMO Tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Questa preghiera incessante, intessuta di desiderio, di vigilanza, di umile attesa, è veramente una forza invincibile contro tutte le insidie del maligno. Essa sgorga da un cuore ormai purificato e perciò disarmato, benevolo verso tutti, totalmente pacificato. In effetti, la preghiera è un fuoco purificatore che brucia tutte le scorie e, facendo passare l’anima attraverso il crogiuolo dello Spirito Santo, la rende oro puro. Avviene una vera trasfigurazione. Il cristiano, quando prega, sale sulla cima del monte che ha dentro di sé, sale sul Tabor del suo cuore, che è Cristo stesso. Fuoco divino, lo Spirito Santo divinizza l’umana creatura, e talvolta ciò appare anche esteriormente durante la preghiera. Nei Detti dei Padri del deserto si legge che un discepolo andò dal suo abba e gli chiese: “Abba, quale è la perfezione della preghiera?”. Abba Giuseppe, allora, si alzò e tese le mani verso il cielo e le sue dita divennero come dieci ceri accesi, e disse: “Ecco, divieni tutto fuoco. Sia in te lo Spirito Santo”, perché è lo Spirito che ci trasforma in amore, in fuoco ardente. A volte nella preghiera si sperimenta vuoto, desolazione, abbandono, aridità… È proprio allora che la preghiera “vale” di più, è più preziosa dell’oro, perché allora non si prega più per se stessi, ma vi è una mano

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aperta, una mano mendicante che riceve il dono di Dio per riversarlo sugli altri. Come nel deserto si scopre la preziosità dell’acqua, così nella povertà del cuore si scopre la bellezza, la necessità della preghiera che diventa un grido silenzioso e penetrante, che giunge nelle altezze del cielo. Ripetiamo: Ascoltaci, Signore. -Accresci in noi, Signore, la fedeltà alla preghiera affinché, nel silenzio, lo Spirito possa purificare il nostro spirito, la nostra anima, il nostro corpo. Rit. -Fa che la pace abiti i nostri pensieri e il nostro cuore, così che possiamo sperimentare sempre di più la benevolenza, verso noi stessi e verso gli altri. Rit. -Aiutaci a vivere la preghiera con umiltà e senza pretese; quieta i nostri pensieri, affinché la mente possa dare spazio al nutrimento del cuore. Rit. PREGHIERA FINALE Signore, mentre attendiamo la tua venuta, oggi vogliamo accogliere il dono della vigilanza, così che possiamo prepararci ad accogliere la tua nascita con l’aiuto dello Spirito Santo, che ci fortifica nell’umiltà, nella pace, nell’amore. Amen.

Canto Finale: FERMARONO I CIELI

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7° giorno

PERDONO

“L’empio abbandoni la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona.”

Is 55, 7

MEDITIAMO Quando preghiamo il Padre nostro diciamo: “Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Tutti siamo debitori – e quanto! – e tutti abbiamo anche qualche debitore. Dio ci comanda di perdonare il nostro prossimo se vogliamo essere perdonati da lui. Qualcuno ci ha offeso? Qualcuno non ha fatto per noi tutto quello che poteva e doveva fare per aiutarci nell’ora della prova? Qualcuno può forse avere avuto un po’ di responsabilità nella nostra errata condotta di vita? Consapevoli di aver bisogno di perdono da parte di Dio, cominciamo ad aprire il nostro cuore alla misericordia verso tutti. Allora scende anche nel nostro cuore la pace, cominciamo a sentire la gioia di essere liberati dai sentimenti e dai desideri cattivi, dai pensieri che ci rattristano, che ci induriscono il cuore, dalla schiavitù delle passioni. Ma sarebbe ancora poco. Questa libertà può e deve diventare – ecco l’esito della vera conversione! – “buona volontà” di impegnarci in una vita nuova. La capacità di perdono è segno di amore autentico. A volte si sente dire: “Perdono, ma …sto alla larga…”. In realtà, quello non è vero perdono, perché il per-dono è un dono al superlativo; per-donare vuol dire “donare un amore più grande”. Se io perdono, do un amore più grande, un amore che ricolma di bontà chi mi ha offeso. Una persona perdonata è una persona

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doppiamente amata, per questo l’accolgo nel mio cuore, non cerco di evitarla ma di esserle ancor più vicino. Ripetiamo: Ascoltaci, Signore. -Liberaci, Signore, dal senso di colpa, così che possiamo riconoscere con libertà i nostri errori e con fiducia imparare a chiedere perdono. Rit. -Insegnaci a perdonare con amore, affinché la riconciliazione sia vera accoglienza e pace sincera. Rit. -Nel sacramento della confessione sperimentiamo la generosità del tuo amore; aiutaci a riceverlo con semplicità e gratitudine. Rit. PREGHIERA FINALE Signore, mentre attendiamo la tua venuta, oggi vogliamo accogliere il perdono che sempre ci offri perché, in questo Natale, possiamo celebrarti nella nostra vita e, trasformati dal tuo amore, divenire capaci di accogliere la nostra fragilità e la fragilità dei nostri fratelli. Amen.

Canto Finale: FERMARONO I CIELI

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8° giorno

MARIA, MAESTRA DI SILENZIO

“Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.”

Lc 2, 19

MEDITIAMO Il silenzio e l’umiltà furono in Maria la radice e lo stelo su cui fiorì l’ascolto-obbedienza della Parola di Vita. Guardando a lei possiamo imparare l’ascolto obbediente, il silenzio umile e orante. Alla sua scuola possiamo diventare veri discepoli di Gesù, Parola di Dio. Gesù stesso l’ha proclamato: “Una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!”. Ma egli disse: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la Parola di Dio e la osservano!” (Lc 11,27-28). In altra occasione, aveva persino affermato che sua madre e i suoi fratelli sono coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica. Maria era umile, semplice, pura, silenziosa; per questo poté accogliere il Verbo della vita, concepirlo e darlo alla luce. Da lei impariamo che, per far crescere in noi la vita di relazione con Dio, dobbiamo coltivare con amore il silenzio, un silenzio che sia ascolto della Parola; dall’ascolto, poi, sboccia la carità, perché la Parola ascoltata è portatrice dell’Amore divino che ci plasma il cuore e ci conforma al Cristo. “Come è possibile questo?” Sono le parole che Maria pronuncia dinanzi all’angelo e la scuotono. È possibile, perché il silenzio non è soltanto assenza di parola, ma spazio interiore per accogliere il Verbo della vita. Ripetiamo: Ascoltaci, Signore. -Per intercessione di Maria, aiutaci a celebrare nel silenzio della nostra anima la tua nascita, mentre viviamo questi giorni di festa. Rit.

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-Per intercessione di Maria, porti la tua nascita pace e gioia nel cuore di ogni uomo, e fa che noi sappiamo essere testimoni autentici della gratuità del tuo amore. Rit. -Per intercessione di Maria, stai accanto a tutti coloro che sono nel dolore, nella paura e nella tristezza, e fa che noi sappiamo essere portatori umili della tua umanità. Rit. PREGHIERA FINALE Signore, stiamo per celebrare il dono della tua nascita nel mondo. Vogliamo metterci accanto a Maria, maestra di silenzio, per imparare a ospitare gli angeli, per avere il coraggio di fidarci di te, e per scoprire, nell’incontro con te, il sapore divino della nostra umanità. Amen.

Canto Finale: FERMARONO I CIELI

9° giorno

IN ADORAZIONE

“Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità.”

Is 42, 1-3

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SUSSIDIO FAMIGLIA “AVVENTO-NATALE” PAG.55

Meditiamo Ora, come si sta davanti a Dio, davanti alla sua maestà, alla sua gloria? In religioso silenzio. Noi dobbiamo deporre i nostri affari, i nostri pensieri, le nostre idee, e stare lì, totalmente presi, come “risucchiati” da lui, e pendere dalle sue labbra. Dice il profeta Abacuc: “Taccia, davanti a lui, tutta la terra!” Siamo invitati a stare alla presenza di Dio e quindi di tutta la corte celeste, con un cuore sgombro e totalmente attento a lui: questo significa essere in silenzio. Preghiera finale Il Signore ci doni il silenzio e l’attenzione d’amore di cui era colma la Vergine Maria; ci doni la capacità di accogliere la Parola, e la forza che viene dal silenzio per mettere tutto il nostro essere al servizio della Parola di vita. Ci doni il Signore, nella sua bontà, quel silenzio che è l’eco della Parola di cui deve riempirsi tutto lo spazio del nostro essere.

Canto Finale: FERMARONO I CIELI

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25 dicembre 2019

NATALE DEL SIGNORE Oggi è nato per noi il Salvatore

Monizione iniziale Tutti siamo invitati ad esultare per questo evento straordinario, capace di segnare in modo sconvolgente la storia dell’umanità e la vita di ciascuno di noi, ma al tempo stesso dobbiamo essere capaci di estrarre da questo incantevole mistero, circondato ormai da tanta mondanità ed esteriorità, la verità profonda e sconvolgente che esso porta con sé. Fermiamoci un momento, qualche minuto, anche solo un attimo, a rimirare come sanno fare i bambini estasiati dal presepe, scrutiamo con rinnovato stupore e meraviglia quella grotta, dove in una mangiatoia, nascosto dalla paglia, riposa il re del Cielo che si fece carne e venne ad abitare in mezzo agli uomini. A colpirci è sempre la straordinaria tenerezza che si accompagna a questa scena, incarnazione delle Beatitudini, perché è così vera, così vivida, così densa di significati, da riuscire a toccare le corde più intime del nostro cuore, solitamente silenziose, a causa del fracasso dei problemi e delle preoccupazioni della vita di ogni giorno, che non sempre ci permettono di sentire la voce di Dio nella nostra vita. Per questo siamo tutti invitati ad unirci festanti al gioioso inno cantato dallo stuolo degli angeli che diedero l’annunzio ai pastori, e come fecero questi ultimi in quella notte santa metterci in cammino fino alla stalla di Betlemme con il cuore stupito e ricolmo di gioia, annunciando a parenti, amici, compagni e a tutti i nostri conoscenti che l’Amore è sceso sulla terra per ciascuno di noi, che nessuno a Natale deve sentirsi solo, povero, abbandonato, disgraziato. Tutti siamo chiamati alla gioia, alla pace, alla speranza, a trasformare radicalmente la nostra vita grazie a quel Bambino, che nella notte di duemila anni fa venne al mondo nella povertà di una grotta.

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SUSSIDIO FAMIGLIA “AVVENTO-NATALE” PAG.57

Preghiera finale O Gesù, che ti sei fatto Bambino per venire a cercare e chiamare per nome ciascuno di noi, tu che vieni ogni giorno e che vieni a noi in questo giorno, donaci di aprirti il nostro cuore. Noi vogliamo consegnarti la nostra vita, il racconto della nostra storia personale, perché tu lo illumini, perché tu ci scopra il senso ultimo di ogni sofferenza, dolore, pianto e oscurità. Fa’ che la luce della tua “nascita” illumini e riscaldi i nostri cuori, donaci di contemplarti con Maria e Giuseppe, dona pace alle nostre case, alle nostre famiglie, alla nostra società! Fa’ che essa ti accolga e gioisca di te e del tuo amore.

29 dicembre 2019

SANTA FAMIGLIA Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie

Il Vangelo invita le famiglie a cogliere la luce di speranza proveniente dalla casa di Nazareth, nella quale si è sviluppata nella gioia, l’infanzia di Gesù, il quale – dice san Luca – «cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini» (2,52). Il nucleo familiare di Gesù, Maria e Giuseppe è per ogni credente, e specialmente per le famiglie, un’autentica scuola del Vangelo. Qui ammiriamo il compimento del disegno divino di fare della famiglia una speciale comunità di vita e d’amore. Qui apprendiamo che ogni nucleo familiare cristiano è chiamato ad essere “chiesa domestica”, per far risplendere le virtù evangeliche e diventare fermento di bene nella società. I tratti tipici della Santa Famiglia sono: raccoglimento e preghiera, mutua comprensione e rispetto, spirito di sacrificio, lavoro e solidarietà. Dall’esempio e dalla testimonianza della Santa Famiglia, ogni famiglia può trarre indicazioni preziose per lo stile e le scelte di vita, e può attingere forza e saggezza per

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il cammino di ogni giorno. La Madonna e san Giuseppe insegnano ad accogliere i figli come dono di Dio, a generarli e educarli cooperando in modo meraviglioso all’opera del Creatore e donando al mondo, in ogni bambino, un nuovo sorriso. È nella famiglia unita che i figli portano a maturazione la loro esistenza, vivendo l’esperienza significativa ed efficace dell’amore gratuito, della tenerezza, del rispetto reciproco, della mutua comprensione, del perdono e della gioia. Vorrei soffermarmi soprattutto sulla gioia. La vera gioia che si sperimenta nella famiglia non è qualcosa di casuale e fortuito. È una gioia frutto dell’armonia profonda tra le persone, che fa gustare la bellezza di essere insieme, di sostenerci a vicenda nel cammino della vita. Ma alla base della gioia sempre c’è la presenza di Dio, il suo amore accogliente, misericordioso e paziente verso tutti. Se non si apre la porta della famiglia alla presenza di Dio e al suo amore, la famiglia perde l’armonia, prevalgono gli individualismi, e si spegne la gioia. Invece la famiglia che vive la gioia, la gioia della vita, la gioia della fede, la comunica spontaneamente, è sale della terra e luce del mondo, è lievito per tutta la società. Gesù, Maria e Giuseppe benedicano e proteggano tutte le famiglie del mondo, perché in esse regnino la serenità e la gioia, la giustizia e la pace, che Cristo nascendo ha portato come dono all’umanità.

Papa Francesco

Monizione iniziale

È appena passato il Natale, festa di famiglia, nostalgia di tenerezza, di affetto

e riconciliazione. Lo stupore del Dio bambino che si è affidato a noi

attraverso le mani di Maria e di Giuseppe, oggi si manifesta invece nei disagi

di questi due giovani sposi che non trovano pace e che per difendere il

bambino da Erode devono rimettersi in viaggio e farsi profughi verso una

terra lontana.

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SUSSIDIO FAMIGLIA “AVVENTO-NATALE” PAG.59

CONSACRAZIONE ALLA SANTA FAMIGLIA

Santa Famiglia di Nazareth,

io mi consacro totalmente e per sempre a te,

per compiere sotto la tua guida

il mio cammino di santità.

Accolgo te, o Maria,

come mia vera madre

e te, o Giuseppe,

come mio custode e maestro,

per vivere come Gesù

a voi sottomesso in tutto

e crescere alla vostra scuola

in età, sapienza e grazia.

Aiutami, o Santa Famiglia,

a realizzare pienamente il progetto d’amore

che Dio ha su di me

e donami di vivere sempre nella Chiesa e con il Papa,

unito a te e alla tua comunione con il Padre.

Amen.

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31 dicembre 2019

GIORNATA DI RINGRAZIAMENTO

Gloria nei cieli e gioia sulla terra

Ti ringraziamo, Signore del tempo, degli anni e della storia. Il tuo amore fedele ci ha guidato fino a questo giorno che ci apre al 2020. Le nostre parole non saranno mai abbastanza per dirti il “grazie” che tu meriti. Per questo ci uniamo ai cori degli angeli per lodarti e magnificare la tua gloria infinita.

Noi ti lodiamo Dio* Ti proclamiamo Signore O eterno Padre* Tutta la terra ti adora A te cantano gli Angeli* E tutte le potenze dei cieli Santo, santo, santo* Il Signore Dio dell’Universo I cieli e la terra* Sono pieni della tua gloria Ti acclama il coro degli apostoli* E la candida schiera dei martiri Le voci dei profeti si uniscono nella tua lode* La santa chiesa proclama la tua gloria Adora il tuo unico figlio* E lo Spirito Santo Paraclito

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SUSSIDIO FAMIGLIA “AVVENTO-NATALE” PAG.61

O Cristo re della gloria* Eterno Figlio del Padre Tu nascesti dalla Vergine Madre* Per la salvezza dell’uomo Vincitore della morte* Hai aperto ai credenti il Regno dei Cieli Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre* Vieni a giudicare il mondo alla fine dei tempi. Soccorri i tuoi figli Signore* Che hai redento col tuo sangue prezioso Accoglici nella tua gloria* Nell’assemblea dei Santi Salva il tuo popolo Signore* Guida e proteggi i tuoi figli Ogni giorno ti benediciamo* Lodiamo il tuo nome per sempre Degnati oggi Signore* Di custodirci senza peccato Sia sempre con noi la tua misericordia* In te abbiamo sperato Pietà di noi Signore* Pietà di noi Tu sei la nostra speranza* Non saremo confusi in eterno.

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1 gennaio 2020

MARIA SS. MADRE DI DIO Dio abbia pietà di noi e ci benedica

Oggi è la solennità di Maria, Madre di Dio. La maternità di Maria è la sua grandezza. Maria è la benedetta che partecipa a tutti questi eventi a occhi aperti, consapevole e attiva. Medita nel suo cuore, aderisce, collabora. L’anno nuovo si apre poi nel nome della pace. Facciamo nostre le parole di Paolo VI dette all’ONU nel 1965: “Mai più la guerra. Mai più gli uni contro gli altri, mai più! Basta ricordare che il sangue di milioni di uomini e innumerevoli e inaudite sofferenze, inutili stragi e formidabili rovine sanciscono il patto che vi unisce, con un giuramento che deve cambiare la storia futura del mondo: non più la guerra, non più la guerra! La pace deve guidare la sorte dei popoli. Se volete essere fratelli, lasciate cadere le armi dalle vostre mani!”. Dicevamo che al termine di un anno è doveroso ringraziare. Ma dobbiamo farlo anche all’inizio di un nuovo anno, perché siamo ancora qui, immersi in questo mondo meraviglioso che è dono di Dio. Molto di ciò che vivremo in questi 365 giorni dipenderà da noi e dobbiamo renderci generosi. Altre cose ci sorprenderanno e dobbiamo sin d’ora proporci di essere forti. Prendiamoci del tempo per coltivare dei sogni. Per proporci il meglio per noi, per i nostri, per tutti. Costruiamo amicizie, rapporti veri e personali, non quelli artificiali dei computer e dei cellulari. Monizione iniziale Iniziamo un nuovo anno che si apre nel nome di Maria e nel segno della pace. La celebrazione Eucaristica, diventi per noi il segno di quella redenzione, dischiusa da Cristo e perpetuata nei secoli dalla Chiesa.

OMAGGIO ALLA VERGINE

Grazie, o Santa Madre del Figlio di Dio, Gesù, Santa Madre di Dio!

Grazie per la tua umiltà che ha attirato lo sguardo di Dio; grazie per la fede

con cui hai accolto la sua Parola; grazie per il coraggio con cui hai detto

“Eccomi”, dimentica di te, affascinata dall’Amore santo, fatta un tutt’uno

con la sua speranza. Grazie, o Santa Madre di Dio! Prega per noi, pellegrini

nel tempo; aiutaci a camminare sulla via della pace. Amen.

Papa Francesco

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SUSSIDIO FAMIGLIA “AVVENTO-NATALE” PAG.63

6 gennaio 2020

EPIFANIA DEL SIGNORE Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra

Monizione iniziale I Magi, sempre guidati dalla stella che li conduce a Gesù, “provano una gioia grandissima”, colpiti dalla sorprendente semplicità e dal fascino di quel bambino e di sua madre: si inginocchiano, adorano, offrono i loro doni. Se all’inizio sono stati investiti solo da un barlume di luce, ora la luce si fa piena nel volto di quel bambino.

PREGHIERA

Signore Gesù Cristo, sei venuto con umiltà nella natura umana,

e sei stato proclamato Dio dalla stella: mentre il tempo scorre,

illumina il nostro spirito, affinché la tua Chiesa,

che oggi celebra esultante la festa della tua manifestazione,

rimanga stabile nella tua pace.

Venga gioiosa da te, che sarai la sua ricompensa,

da te che un tempo per la sua liberazione

ti sei degnato di apparire come meravigliosa stella.

Ascoltaci, o autore della pace e dell’amore,

Signore nostro Gesù Cristo, della stessa natura del Padre,

nell' unità dello Spirito Santo ora e sempre, nei secoli dei secoli.

Amen.

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8 gennaio 2020

BATTESIMO DEL SIGNORE Un Dio che riceve un battesimo di conversione come tutta la folla dei peccatori! È un fatto singolare, che stupisce. Il primo a stupirsi è lo stesso Giovanni il battezzatore che aveva già annunciato: “Colui che viene dopo di me è più forte di me”. Che senso ha allora per Gesù, Figlio di Dio, ricevere questo battesimo dalle mani di un uomo come Giovanni? Il battesimo di Gesù riveste 3 significati essenziali: - solidarietà all’umanità peccatrice - unzione del Santo Spirito - intronizzazione o presentazione pubblica del Figlio di Dio per segnare l’inizio del suo ministero. La festa di oggi conclude il ciclo di feste natalizie durante le quali abbiamo celebrato la manifestazione del Verbo di Dio nella nostra carne. La notte di Natale, gli angeli, nel dare l’annuncio ai pastori, chiamano un bambino appena nato «Salvatore d’Israele». I magi indicano questo bambino come il «Re d’Israele». Al battesimo appare una nuova caratteristica della persona di Gesù che ci viene presentato e manifestato dall’evento stesso: È il Figlio di Dio. Non è mandato solo per salvare Israele oppure per essere il Re d’Israele, ma è colui che Dio ha generato come suo Figlio dilettissimo, uguale a Lui, Dio, Figlio di Dio. Questa identità di Figlio di Dio è annunciata e manifestata pubblicamente nel battesimo di Gesù al momento di iniziare il suo ministero pubblico, come una sorta d’indicazione per comprendere la sua missione, i suoi gesti e tutto quello che succederà dopo. Il battesimo di Gesù è l’anticipazione della sua Pasqua e della nostra salvezza. Dio salva abbassandosi. Ecco perché era difficile per Giovanni Battista capire ciò e accettare di battezzare il suo Signore, lo stesso che aveva indicato come l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo; così sarà difficile per Pietro capire prima di accettare di farsi lavare i piedi dal Maestro. I padri della Chiesa hanno visto nella discesa di Gesù nell’acqua del Giordano il simbolo della sua immersione nella morte. Cristo è disceso fino in fondo nella nostra umanità, nel nostro peccato, per salvarcene. Lo ha fatto gratuitamente, senza necessità da parte sua. Nel battesimo è riassunta tutta la vita di Cristo che ha vinto la morte perché tutti gli uomini fossero salvati. Uscendo dall’acqua, ha visto il cielo aprirsi e lo Spirito Santo scendere su di Lui come una colomba. La rappresentazione che i lettori del vangelo di Luca si fanno del cielo è sicuramente quella di una volta, una frontiera che separa il mondo degli uomini dal mondo di Dio che è nei cieli. Questa comunicazione si manifesta in modo visibile con la discesa della colomba, che è il segno della presenza e dono dello Spirito Santo. E la voce che presenta ufficialmente Cristo suggerisce e indica che Gesù è la persona che unisce ormai il cielo e la terra, il ponte assoluto tra

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SUSSIDIO FAMIGLIA “AVVENTO-NATALE” PAG.65questi due mondi. Dopo questo momento che Gesù inizia il suo ministero pubblico, prima di tutto nell’intimità della preghiera con il Padre. Il battesimo di Gesù ci porta a riflettere sul nostro battesimo, momento iniziale di un cammino che ci ha configurati in Cristo e ci ha associati alla sua filiazione divina. L’impegno del battesimo è di farci diventare persone nuove con il sì a Cristo e alla sua proposta di salvezza. Un impegno che ci porta a remare spesso contro corrente nei confronti della logica normale dell’uomo, ad amare senza ma, senza sé, ad amare anche i propri nemici, a perdonare senza stancarsi. In occasione del nostro battesimo si stabilisce con Dio un dialogo, un collegamento, un rapporto diretto. E ci raggiunge questa dichiarazione: “Tu sei mio figlio, l’amato, in te ho posto la mia fiducia”. È questa l’occasione di riflettere sul nostro essere cristiani, una identità spesso rivendicata. Essere cristiani non è il semplice fatto di essere stati battezzati un giorno (spesso da bambini), ma si tratta di vivere davvero il nostro battesimo. Se così fosse, il mondo avrebbe oggi un volto nuovo. Perché il male che ci circonda, le guerre, la criminalità, l’esclusione, la nuova schiavitù, l’odio vengono spesso dai battezzati che siamo. Un mondo veramente cristiano produrrebbe tanta pace e tanto amore. Impegniamoci a riappropriarci del nostro battesimo e a viverlo davvero. Chiediamo a Dio la grazia della perseveranza e della costanza. Ma soprattutto la fiducia in Lui che ci ama di un amore forte, la grazia di sentirci amati da Dio. Monizione iniziale Nella solennità dell’Epifania si celebra il riconoscimento dell’identità di Gesù da parte dei misteriosi Magi, pagani venuti da lontano. Oggi celebriamo un’altra epifania, la manifestazione al popolo ebraico di Gesù in occasione del suo battesimo nel fiume Giordano alla presenza del Battista. Il Padre dice: “Gesù è il Figlio mio, l’amato, in lui ho posto il mio compiacimento”. È in questo momento che Gesù prende pienamente coscienza della propria missione, cambia vita, si fa itinerante, inizia l’esperienza della predicazione.

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PREGHIERA Signore Gesù, ti fai battezzare

non perché tu abbia bisogno di conversione, né per farti rimettere i peccati,

ma per essere solidale con gli uomini. Ti sei fatto uomo fino in fondo,

perché ogni uomo diventasse figlio di Dio. Oggi ci inviti a riscoprire la nostra identità,

a riappropriarci della nostra dignità. Grazie, perché nella fede della Chiesa e dei genitori

siamo stati battezzati in acqua e Spirito Santo. Ci hai donato la tua vita, un cuore nuovo,

un abbraccio di Padre, una grande famiglia che è la Chiesa.

Aiutaci, Signore, a mantenere sempre limpida la nostra veste battesimale, perché anche noi siamo tuoi figli.

Amen.

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SUSSIDIO FAMIGLIA “AVVENTO-NATALE” PAG.67

CANTO DELLA PROFEZIA

Il cantore intona:

Il Re viene, il Signore, venite adoriamo.

L’assemblea ripete:

Ant. Il Re viene, il Signore, venite adoriamo.

1.Gioisci, figlia di Sion,

esulta figlia di Gerusalemme,

ecco viene il Signore

e splenderà in quel giorno una grande luce

e i monti stilleranno dolcezza;

dai colli fluiranno latte e miele

perché verrà il gran Profeta,

Egli rinnoverà Gerusalemme.

Ant. Il Re viene, il Signore, venite adoriamo.

2.Ecco viene l’Uomo-Dio della casa di David,

Egli siederà sul trono.

Voi lo vedrete ed esulterà il vostro cuore.

Ant. Il Re viene, il Signore, venite adoriamo.

3.Ecco viene il nostro difensore, il Santo d’Israele,

porta sul capo la corona del regno:

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Egli e dominerà dall’uno all'altro mare

dal fiume ai confini estremi della terra.

Ant. Il Re viene, il Signore, venite adoriamo.

4.Ecco apparirà il Signore,

non verrà meno alla parola data,

fioriranno in quel giorno giustizia e pienezza di pace.

Tutti i re della terra lo adoreranno,

a lui tutte le genti serviranno.

Ant. Il Re viene, il Signore, venite adoriamo.

5.Ecco nascerà un bimbo,

si chiamerà Dio forte,

siederà sul trono di David, suo padre, e regnerà.

Sulle sue spalle porterà lo scettro.

Ant. Il Re viene, il Signore, venite adoriamo.

6.Betlemme, città del Dio altissimo,

in te nascerà il Dominatore d’ Israele,

generato dall'eternità,

tutta la terra canterà la sua lode;

e quando verrà sarà pace sulla nostra terra.

Ant. Il Re viene, il Signore, venite adoriamo.

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SUSSIDIO FAMIGLIA “AVVENTO-NATALE” PAG.69

Alla vigilia si aggiunge:

7.Domani sarà cancellata l’iniquità della terra

e su noi regnerà il Salvatore del mondo.

Ant. Il Re viene, il Signore, venite adoriamo.

Il cantore intona:

è vicino il Signore.

L’assemblea risponde:

Venite adoriamo.

EN CLARA VOX REDARGUIT

Inno della Novena di Natale

Una voce chiara ridesta l’oscura notte lontano fuggano i sogni dall’alto appare Gesù. Ecco l’Agnello che viene a cancellare ogni debito riuniamoci a chiedere perdono con sincere lacrime. Il Creatore del mondo viene fra gli uomini affinché l’opera delle sue mani non vada perduta.

Le viscere divine casta Genitrice sono state fecondate dalla Grazia celeste il suo ventre di fanciulla nasconde segreti ineffabili. Quel grembo purissimo diventa tempio di Dio intatta, senza conoscere uomo dà alla luce il Figlio. Sia Gloria al Padre e all’unico Figlio con il Santo Spirito Paraclito nei secoli dei secoli. Così sia.

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a cura di E. ZARRILLO & A. RANUCCI

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Buon cammino e per sempre uniti in Cristo

Vostro

don Raffaele D’Agosto parroco

26 febbraio 2012 11 gennaio 2020

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