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www.slidetube.it Pagina 1 La Polmonite www.slidetube.it La polmonite è una patologia infettiva del parenchima polmonare, generalmente di natura batterica, che nei pazienti non trattati con adeguata terapia antibiotica può evolvere nel 70-80% dei casi nella sepsi POLMONITE LOBARE: coinvolgimento di un intero lobo E’ dovuta nella maggior parte dei casi a pneumococchi e colpisce soprattutto i giovano spesso dopo un raffreddamento o un affaticamento, altre condizioni predisponesti sono l’alcolismo,nefriti croniche e neoplasie. Questo tipo polmonite colpisce uno o più lobi; con adeguata terapia antibiotica si può risolvere in 1-2 sett. BRONCOPOLMONITE: processo limitato agli alveoli contigui ai bronchi E’ un’infiammazione dei bronchi e degli alveoli polmonari, causata da virus e batteri che si insidiano nei polmoni. È una malattia contagiosa, molto frequente nei bambini perché oltre a non avere ancora del tutto sviluppate tutte le difese immunitarie, sono a contatto diretta con altri bambini che generalmente sono più soggetti a contrarre infezioni.Talvolta la causa della polmonite oltre ad essere di natura batterica o virale può essere causata dall’inalazione o dall’ingestione di sostanza tossiche. POLMONITE INTERSTIZIALE: processo coinvolgente soprattutto l’interstizio Queste distinzioni si basano generalmente sulle osservazioni radiografiche. Epidemiologia La polmonite rappresenta la sesta categoria di patologie causa di mortalità La più comune infezione letale nosocomiale (contratta in ambiente ospedaliero). Nei paesi in via di sviluppo, le infezioni del tratto respiratorio inferiore sono solitamente la maggiore causa di morte o si posizionano al secondo posto solamente dietro alla diarrea infettiva. POLMONITI EXTRANOSOCOMIALI: - acquisite in comunità - sintomatologia presente al momento del ricovero Questa polmonite è una delle più comuni malattie infettive e causa importante di mortalità in tutto il mondo. È solitamente acquisita attraverso l’inalazione o aspirazione di agenti patogeni in un segmento o lobo polmonare. I pazienti che richiedono cure ospedaliere sono in genere anziani. In Europa rappresenta una delle prime cause di morte, i soggetti maschili risultano più colpiti, la fascia di età più interessata: <5 anni - > 75 anni.

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La Polmonite www.slidetube.it

La polmonite è una patologia infettiva del parenchima polmonare, generalmente di natura batterica, che

nei pazienti non trattati con adeguata terapia antibiotica può evolvere nel 70-80% dei casi nella sepsi

• POLMONITE LOBARE: coinvolgimento di un intero lobo

E’ dovuta nella maggior parte dei casi a pneumococchi e colpisce soprattutto i giovano spesso dopo un

raffreddamento o un affaticamento, altre condizioni predisponesti sono l’alcolismo,nefriti croniche e

neoplasie. Questo tipo polmonite colpisce uno o più lobi; con adeguata terapia antibiotica si può

risolvere in 1-2 sett.

• BRONCOPOLMONITE: processo limitato agli alveoli contigui ai bronchi

E’ un’infiammazione dei bronchi e degli alveoli polmonari, causata da virus e batteri che si insidiano nei

polmoni. È una malattia contagiosa, molto frequente nei bambini perché oltre a non avere ancora del tutto

sviluppate tutte le difese immunitarie, sono a contatto diretta con altri bambini che generalmente sono più

soggetti a contrarre infezioni.Talvolta la causa della polmonite oltre ad essere di natura batterica o virale

può essere causata dall’inalazione o dall’ingestione di sostanza tossiche.

• POLMONITE INTERSTIZIALE: processo coinvolgente soprattutto l’interstizio

– Queste distinzioni si basano generalmente sulle osservazioni radiografiche.

Epidemiologia

• La polmonite rappresenta la sesta categoria di patologie causa di mortalità

• La più comune infezione letale nosocomiale (contratta in ambiente ospedaliero).

Nei paesi in via di sviluppo, le infezioni del tratto respiratorio inferiore sono solitamente la maggiore causa

di morte o si posizionano al secondo posto solamente dietro alla diarrea infettiva.

• POLMONITI EXTRANOSOCOMIALI:

- acquisite in comunità

- sintomatologia presente al momento del ricovero

Questa polmonite è una delle più comuni malattie infettive e causa importante di mortalità in tutto il

mondo. È solitamente acquisita attraverso l’inalazione o aspirazione di agenti patogeni in un segmento o

lobo polmonare. I pazienti che richiedono cure ospedaliere sono in genere anziani. In Europa rappresenta

una delle prime cause di morte, i soggetti maschili risultano più colpiti, la fascia di età più interessata: <5

anni - > 75 anni.

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• POLMONITI NOSOCOMIALI:

(contratte in ambiente ospedaliero)

Causate soprattutto da batteri gram negativi, S.Aureus,S.Pneumoniae.

Si verifica in circa il 5%dei pz ricoverati in reparti universitari e nel 10% dei pz ricoverati in ospedale. La

mortalità è del 35% dei casi, nel quali quasi la metà ha sviluppato la polmonite durante un periodo di

ventilazione assistita. La polmonite insorge quando sono trascorsi almeno 2 gg del ricovero in ospedale

oppure entro le 48 ore dalle dimissioni.

- Fattori di rischio: intubazione, ICU, antibiotici, chirurgia, età avanzata,

immunodepressione

Caratteristiche definenti maggiori:

• Febbre non alta • Tosse non produttiva • Stato di confusione mentale • Leucopenia, neutropenia (immunodepressi)

Un sottogruppo delle polmoniti acquisite in ambito ospedaliero è costituito dalle cosiddette VAP,

le polmoniti associate a ventilazione assistita; le VAP sono polmoniti la cui insorgenza avviene in soggetti

che sono sottoposti a un trattamento di terapia endotracheale.

Solitamente questo tipo di polmonite si manifesta due o tre giorni dall'inizio della sopracitata terapia.

POLMONITE AB INGESTIS

E’ provocata dall’aspirazione nell’albero tracheobronchiale di cibo e succhi digestivi, si tratta di una forma

di polmonite chimica, nella quale il danno al tessuto polmonare è essenzialmente causato dal contatto con

il contenuto gastrico (estremamente acido).

i fattori predisponesti dell’insorgenza di questa polmonite sono :

Depressione dei riflessi di protezione delle vie aeree (p.ab ingestis nel corso di anestesia e nell’immediato post-operatorio)

Alterazione dei meccanismi di deglutizione e delle svuotamento gastrico (ostruzione pilorica). La terapia prevede l’immediata aspirazione del materiale inalato,la somministrazione di ossigeno e

antibiotici.

Eziologia

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• Batterica: Pneumococco, Staphylococcus Aureus, Legionella Pneumophila, Haemophilus

influentiae, Moraxella Catarrhalis…

• Virale: virus influenzale A e B, virus respiratorio sinciziale, virus parainfluenzali...

• Funghi e micobatteri (Bacillo di Koch)

I batteri sono la causa più comune di polmoniti negli adulti > 30 anni. Streptococcus pneumoniae è il

più comune.

I virus:

• nella prima e nella seconda infanzia, i principali patogeni polmonari: il virus respiratorio

sinciziale, il virus parainfluenzale e i virus dell'influenza A e B.

• Questi agenti possono causare polmoniti anche negli adulti;

• i virus comuni negli adulti sani sono solamente l'influenza A, occasionalmente l'influenza B

e raramente la varicella-zoster

Fisiopatologia

L’agente infettivo responsabile della polmonite raggiunge il parenchima polmonare superando le

barriere anatomiche (mucose, IgA, ciglia) ed evadendo le difese innate.

La polmonite ad eziologia batterica tipica (agenti extracellulari) è accompagnata da una risposta

immunitaria neutrofilica, mentre la polmonite ad eziologia virale è accompagnata da un’attivazione

linfocitaria

La polmonite batterica si caratterizza per un quadro di alveolite, con riempimento dello spazio

alveolare da parte di batteri, pus e detriti cellulari. L’effetto clinico conseguente si traduce

nell’alterazione degli scambi gassosi e nella individuazione di reperti semeiologici tipici.

La polmonite virale interessa invece l’interstizio, con un pressochè totale risparmio alveolare, se

non in casi di sovrainfezione batterica (es. influenza complicata da broncopolmonite da S. aures),

ma anche in questo caso in presenza di alterazione degli scambi gassosi.

Patogenesi

FATTORI DI RISCHIO:

• Infezioni delle alte vie respiratorie

• Ospedalizzazione

• Fumo di sigarette

• Insufficienza cardiaca

• Patologie ostruttive croniche delle vie aeree

• Età estreme della vita

• Debilitazione

• Immunodepressioni (come nel diabete mellito o nell'insufficienza renale cronica)

• Compromissione dello stato di coscienza

• Alcolismo

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• Disfagia

• Esposizione ad agenti trasmissibili

• Aspirazione di microrganismi che colonizzano l’orofaringe

• Inalazione di particelle aerosolizzate infette

• Disseminazione ematica da una sede extrapolmonare di infezione

Complicanze

• Versamento pleurico

• Empiema pleurico

• Ascesso polmonare

• Sepsi

• Insufficienza respiratoria (Pa O2 < 60 mmHg)

• Sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS)

Versamento pleurico : raccolta di liquido nel cavo pleurico superiore a quella fisiologicamente

presente (10-20ml) Cause: aumentata produzione di liquido,inadeguato smaltimento.

2 TIPI DI VERSAMENTO: ESSUDATIZIO E TRASUDATIZIO.Quello essudatizio lo possiamo ritrovare

nelle neoplasie maligne,infezioni virali,embolia polmonare,quello trasudatizio chiamato anche

IDROTORACE,è dovuto ad insufficienza cardiaca,cirrosi epatica,embolia polmonare,sindrome

nefrosica.

SINTOMI : DISPNEA ,DOLORE TORACICO,CIANOSI,ANEMIA,FEBBRE

SEGNI APPREZZABILI:

Fremito vocale tattile diminuito

Murmore vescicolare diminuto

Soffio pleurico

Ottusità plessica alla percussione

L' empiema pleurico è la raccolta anomala di pus (empiema) che avviene nello spazio pleurico.

Cause: malattia preesistente,intervento chirurgico,trauma. Ve ne sono due tipi:essudativo poco

denso e fibrino purulento.

I batteri responsabili sono il Klebsiella pneumoniae, Escherichia coli, Proteus Salmonella e lo

Staphylococcus aureus.

Fra i sintomi e segni clinici possiamo riscontrare tosse, febbre, le due manifestazioni più

comuni,dolore toracico, respiro corto.

Ascesso polmonare: Cavità localizzata contenente pus, conseguente a necrosi del tessuto

polmonare, circondata da un'area di flogosi polmonare .

Può essere putrido o non putrido in base ai batteri aerobi e non.

L’ascesso di solito si apre in un bronco e il suo contenuto viene espettorato,lasciando nel polmone

una cavità con livello idroaereo.

Cause: - materiale infetto inalato dal tratto superiore delle vie aeree

-droghe

-malattie del snc

-anestesia generale

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-coma

Sintomi precoci:malessere, inappetenza, tosse produttiva, sudorazione e febbre. Può essere

presente una grave prostrazione con febbre a 39,4°C e oltre.Espettorato è purulento e può essere

striato di sangue.

Segni fisici : piccola area di ottusità

abolizione del murmure vescicolare

Sepsi o setticemia: presenza contemporanea di SIRS(sindrome da risposta infiammatoria

sistemica)e di infezione presunta o documentata.

Si instaura prevalentemente in pz critici,immunocompromessi e anziani.

Sintomi: temperatura corporea <36 o >38,3 C

tachicardia

tachipnea

leucociti<4000mm3 o >12000mm3

Attivazione delle vie dell’infiammazione e della coagulazione

- Shock settico,sindrome da disfunzione multiorgano(mods),morte.

Insufficienza respiratoria :lo scambio gassoso nel sangue arterioso non è sufficiente con

conseguente ipossiemia e dell'ipercapnia:

• PaO2 < 60 mmHg

• PaCO2 > 45 mmHg

E' una sindrome che si divide nella forma 1 (chiamata anche parziale) dove si osserva ipossiemia

senza ipercapnia o nella forma 2 (definita anche globale) dove riscontriamo ipossiemia ipercapnica.

Vi sono alcune patologie in cui si mostra tale sindrome:

• Broncopneumopatia cronica ostruttiva

• Sindrome da distress respiratorio

• Asma

• Emotorace, come complicanza durante il trattamento

• Trauma cranico

• Edema polmonare acuto

• Embolia polmonare massiva

• Pneumotorace iperteso

Sindrome da distress respiratorio (ARDS) è un danno diffuso dei capillari alveolari determinante

grave insufficienza respiratoria con ipossiemia arteriosa refrattaria alla somministrazione di

ossigeno. Quindi è dovuta ad una qualsiasi causa che fa diminuire la concentrazione di 02 nel

sangue,la quale non sale(è refrattaria) neanche somministrando ossigeno al pz.

Criteri diagnostici (ARDS):

-Esordio acuto.

-Infiltrati polmonari bilaterali suggestivi di edema.

-Nessuna evidenza di ipertensione atriale destra .

-Rapporto PaO2/FiO2 < 200 (se < 300 danno polmonare acuto) Fi (frazione inspirata)

Le cause:fattori di danno al microcircolo e di edema

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Sintomi : tachipnea, dispnea e aumentato fabbisogno di ossigeno.

Segni : L'auscultazione polmonare rivela suono chiaro polmonare o rantoli sparsi.

Entro poche ore si sviluppa ipossiemia severa con ipercapnia. L'inizio dell'ARDS può essere molto

variabile nella sepsi, fulmineo nell'aspirazione polmonare o insidioso nei danni neurologici acuti o

nello shock.

Nel neonato questa sindrome è chiamata sindrome da distress respiratorio neonatale(nrds)

Segni e sintomi

• Febbre (accompagnata da brividi nelle

polmoniti batteriche)

• Dispnea

• Dolore toracico

con espettorato se batterica

• Tosse

secca se virale

Esame obiettivo

• Ridotta escursione delle basi polmonari

• Ottusità plessica che si modifica con gli atti respiratori

• Ronchi e rantoli all’auscultazione

• FVT accentuato (diagnosi differenziale con il versamento pleurico)

Diagnosi strumentale

• Rx del torace (Pneumococco:interessamento lobare, S. aureus:interessamento diffuso bronco-

polmonare)

• Tc (per ricercare eventuali complicanze)

• Broncoscopia e brushing delle vie aeree

• Lavaggio bronco alveolare

Diagnosi di laboratorio

• Emocromo (leucocitosi in caso di polmonite batterica, linfocitosi in caso di polmonite virale) +

markers infiammazione(PCR-PCT) pct pro calcitonina:pre ormone prodotto dalla tiroide. Molto

specifico in caso di infezione batterica. Se valore > 1,5=sepsi

• Emogas analisi

• Emocoltura in 3 tempi + antibiogramma

• Esame dell’espettorato: colorazione di Gram e coltura

• Esame delle urine: per antigene della Legionella e dello Pneumococco. Anche se risulta negativo

non esclude la presenza di polmonite. Ha una sensibilità del 70% e una specificità del 95%.

• Sierologia: per virus e batteri intracellulari

• Esami specifici per il bacillo di Koch (TBC)

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Terapia

La polmonite prevede come trattamento terapeutico la somministrazione di antibiotici, specifici per

l’agente infettivo che l’ha determinata. Non sempre è possibile identificare l’agente eziologico per

cui, in questi casi, si ricorre ad una terapia di tipo ‘’empirico’’

Penicilline o cefalosporine + fluorochinolonici (levoflaxacina= tafanic)

Terapia di sostegno

• Adeguato apporto di liquidi (non eccessivo x non sovraccaricare il lavoro cardiaco)

• Ossigenoterapia

• Manovre fisioterapiche

• Ginnastica respiratoria

• Farmaci broncodilatatori

• Farmaci antinfiammatori

Trattamento delle complicanze

Nel caso in cui il paziente presenti delle complicanze anche queste devono essere trattate.

• Versamento pleurico: toracentesi

• Empiema pleurico ed ascesso polmonare: drenaggio

• Insufficienza respiratoria: ossigeno-terapia

• ARDS: ricovero in terapia intensiva

Diagnosi Infermieristiche

• Liberazione inefficace delle vie aeree, correlata a secrezioni eccessive e dense

• Intolleranza all’attività, correlata ad ossigenazione inadeguata per le attività e ad affaticamento

• Ansia, correlata a dispnea e paura di soffocamento

D.I.:Liberazione inefficace delle vie aeree, correlata a secrezioni eccessive e dense

• Definizione

- Stato nel quale le condizioni respiratorie della persona sono minacciate in relazione all’incapacità di

tossire efficacemente

• Criteri per l’accertamento mirato:

- Capacità di mantenere la posizione eretta

- Tosse (produttiva,dolorosa,efficace)

Escreato (colorato,caratteri,quantità,odore

D.I.:Liberazione inefficace delle vie aeree, correlata a secrezioni eccessive e dense

• Interventi:

1) Istruire il cliente sui metodi appropriati di tosse controllata (una tosse non controllata è

stancante e non efficace e determina frustrazione):

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a) Respirare profondamente e lentamente sedendo il più eretto possibile

(stare seduti più eretti possibile allontana gli organi addominali dai polmoni)

b) Usare la respirazione diaframmatica

(la respirazione diaframmatica riduce la frequenza respiratoria e aumenta la ventilazione alveolare)

c) Trattenere il respiro per 3-5 secondi, poi espirare più lentamente possibile attraverso la bocca (il

bordo costale inferiore e l’addome si dovrebbero abbassare)

d) Fare un secondo respiro, trattenere e tossire dal torace (non dalla parte posteriore del cavo orale

o della faringe), con due colpi di tosse brevi e forzati

(un aumento del volume di aria nei polmoni promuove l’espulsione delle secrezioni)

2) Insegnare al cliente misure idonee a ridurre la viscosità delle secrezioni (le secrezioni dense

sono difficili da espettorare e possono dare origine a tappi di muco, che possono provocare

atelectasia):

a) Mantenere un’idratazione adeguata; aumentare l’assunzione i liquidi fino a 2,5-3,5 L al

giorno, se non controindicato da una diminuita gittata cardiaca e da patologie renali

b) Mantenere adeguata l’umidità dell’aria inspirata

3) Auscultare i polmoni prima e dopo gli esercizi di tosse

b) (questo esame aiuta a valutare l’efficacia dello sforzo del paziente per tossire)

c) 4) Incoraggiare o garantire una adeguata igiene orale dopo la tosse

d) (una buona igiene orale promuove una sensazione di benessere e previene l’alitosi)

D.I.: Intolleranza all’attività, correlata a ossigenazione inadeguata per le attività e ad affaticamento

• Definizione

- Riduzione della capacità fisica di tollerare l’attività a livello desiderato o richiesto

• Criteri per l’accertamento mirato:

- Tolleranza all’attività di vita quotidiana e risposta fisiologica all’attività, ad esempio, frequenza del

polso, pressione arteriosa, frequenza degli atti respiratori

- Fattori aggravanti (ambientali o emotivi)

• Interventi:

1) Spiegare le attività e i fattori che aumentano il fabbisogno di ossigeno (fumo, temperature

estreme, peso eccessivo, stress)

(il fumo, le temperature estreme e lo stress causano vasocostrizione, che aumenta il lavoro cardiaco

e il fabbisogno di ossigeno. Il peso eccessivo aumenta le resistenze periferiche, le quali aumentano a

loro volta il lavoro cardiaco)

2) Suggerire a cliente idee su come conservare l’energia:

a) sedersi, quando è possibile, per svolgere le attività di vita quotidiana, ad esempio, usare lo

sgabello per fare la doccia

b) Suddividere le attività durante il giorno

c) Programmare adeguati periodi di riposo

d) Alternare compiti facili e difficili nel corso della giornata

(si può prevenire un eccessivo consumo energetico suddividendo le attività e prendendosi un tempo

sufficiente per il recupero fra un’attività e l’altra)

3) Aumentare gradualmente le attività di vita quotidiana del cliente man mano che la sua

tolleranza aumenta

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(la dispnea moderata e prolungata che è dovuta agli esercizi effettuati con supervisione aumenta la

forza dei muscoli accessori e migliora la funzionalità respiratoria)

4) Insegnare al cliente tecniche efficaci di respirazione, come la respirazione diaframmatica e

quella a labbra socchiuse

(la respirazione diaframmatica evita il respiro rapido, inefficiente e superficiale che di solito

accompagna la BPCO. La respirazione a labbra socchiuse rallenta l’espirazione, mantiene gli alveoli

insufflati più a lungo e garantisce un certo controllo della dispnea)

8) Offrire sostegno emotivo e incoraggiamento

(la paura di andare incontro a dispnea potrebbe impedire di aumentare l’attività)

9) Dopo l’attività accertare se vi sono risposte anomale all’aumento di attività

a) Diminuzione della frequenza del polso

b) Pressione sistolica diminuita o invariata

c) Eccessivo aumento o diminuzione della frequenza respiratoria

d) Mancato ritorno del polso ai valori di riposo entro 3 minuti dopo l’attività

e) Confusione mentale, vertigini, movimenti non coordinati

(si può accertare l’intolleranza all’attività valutando lo stato cardiaco, circolatorio e respiratorio)

10) Pianificare adeguati periodi di riposo in base al programma quotidiano del cliente

(degli intervalli di riposo garantiscono all’organismo periodi di minore consumo energetico,

aumentando la tolleranza all’attività)

11) Valutare lo stato nutrizionale del cliente

(l’aumentato lavoro respiratorio riduce l’appetito e l’assunzione di cibo. Una maggiore introduzione

di carboidrati cause un incremento di produzione di CO2, mentre un’introduzione ridotta determina

un deficit energetico. Questo, a sua volta, è causa di malnutrizione e perdita di massa muscolare,

responsabili di una diminuzione della forza muscolare e diaframmatica)

12) Spiegare gli effetti della malnutrizione

a) Mortalità più elevata

(i clienti con un calo ponderale significativo hanno un tasso di mortalità maggiore di quelli il cui

peso è nella norma)

a) Depressione del sistema immunitario

(un sistema immunitario depresso riduce la capacità di combattere le infezioni)

a) Diminuzione della forza muscolare del diaframma e della parete toracica

(questi effetti possono ridurre la capacità di tossire efficacemente e i volumi inspiratorio ed

espiratorio)

a) Diminuzione della produzione di surfactante

(una quantità inadeguata di surfactante aumenterà la tensione di superficie alveolare, rendendo

l’insufflazione più difficile

13) Accertare la presenza di problemi associati all’alimentazione

a) Respirazione che compete con la nutrizione

b) Meteorismo

c) Problemi nel fare la spesa

d) Problemi nella preparazione dei pasti

(l’identificazione degli ostacoli a una nutrizione appropriata può prevenire o ridurre la

malnutrizione)

14) Insegnare strategie atte a migliorare lo stato nutrizionale

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a) Seguire una dieta ricca di lipidi/proteine e povera di carboidrati

(la digestione dei carboidrati produce più anidride carbonica. Le proteine sono essenziali per la

guarigione)

a) Evitare cibi ad alto contenuto di grassi e calorie

(questi alimenti offrono scarsi benefici al cliente)

a) Preparare i pasti in anticipo

(il cliente può riposare prima di riscaldare i cibi)

a) Preparare il cibo stando seduto a tavola

(stare seduti riduce il consumo energetico)

e) Assumere giornalmente una grande quantità di liquidi (2000-2500 ml)

(questa misura riduce la viscosità delle secrezioni e il senso di soffocamento)

f) Evitare latte, cioccolato e altri cibi che aumentano la viscosità della saliva

(la possibilità di espettorare le secrezioni riduce l’anoressia)

g) Evitare alcool e caffeina

(queste sostanze hanno un’azione diuretica)

h) Ridurre la quantità di liquidi durante i pasti

(in questo modo si riduce il volume di materiale gastrico e il gonfiore di stomaco)

i) Evitare cibi caldi e asciutti

j) Aumentare da 4 a 6 piccoli pasti

15) Insegnare a risparmiare energia nel fare la spesa

a) Usare il carrello

b) Scegliere negozi piccoli

c) Acquistare solo pochi prodotti da portare nella borsa

(queste strategie riducono il consumo energetico)

a) Riporre i cibi freschi e quelli surgelati nella stessa borsa

(questa accortezza permetterà di refrigerare immediatamente tali cibi, mentre altri alimenti

possono aspetare che il cliente si sia riposat

D.I.: Ansia, correlata a dispnea e paura di soffocamento

• Definizione

- Stato in cui la persona/gruppo prova un senso di inquietudine (apprensione), unito all’attivazione

del sistema nervoso autonomo, in risposta a una minaccia vaga, non specifica.

• Criteri per l’accertamento mirato

- Livello di ansia

- Conoscenza delle tecniche di respirazione

• Interventi:

1) Garantire un ambiente calmo e tranquillo quando il cliente prova un senso di affanno

(la riduzione degli stimoli esterni promuove il rilassamento)

1) Non lasciare solo il cliente durante i periodi di dispnea acuta

(il cliente ha bisogno di rassicurazione circa il fatto che sarà aiutato all’occorrenza)

1) Riconoscere la paura del cliente e fornire un rinforzo positivo ai suoi sforzi. Riconoscere i

momenti in cui la dispnea è più grave del solito

(la paura determina dispnea e la dispnea aumenta la paura. I clienti riferiscono che questo

riconoscimento diminuisce la paura e la difficoltà respiratoria

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) Riconoscere il senso di mancanza di speranza. Evitare suggerimenti quali “mantenga il

controllo”o “Si rilassi”

(i clienti riferiscono che gli infermieri che concentrano l’attenzione sull’incapacità della persona di

mantenere il controllo accentuano il suo senso di impotenza)

5) Offrire aiuto per tutte le azioni da compiere durante gli episodi acuti di dispnea

(in tali momenti le persone non sono capaci di eseguire le attività che svolgono abitualmente)

6) Durante gli episodi acuti non discutere delle misure preventive

(l’insegnamento è più proficuo quando il cliente ha meno dispnea)

7) Dimostrare le tecniche di respirazione e chiedere al cliente di provarle insieme

(un modello di ruolo per le tecniche respiratorie aiuta il cliente a ridurre il bisogno di consumare

energia per concentrarsi)

8) Durante gli episodi non acuti insegnare tecniche di rilassamento quali, ad esempio, ascolto di

audiocassette o immagine guidata

(è stato dimostrato che le tecniche di rilassamento diminuiscono l’ansia, la dispnea e l’ostruzione

delle vie aeree)

9) Durante i periodi di dispnea acuta fare quanto segue:

a) Aprire tendine o porte

b) Togliere le attrezzature non necessarie

c) Limitare il numero di visitatori

d) Eliminare il fumo e gli odori

(queste misure possono contribuire a ridurre il senso di soffocamento)

10) Incoraggiare il cliente a usare le tecniche di respirazione, specialmente nei momenti di

maggiore ansia. Guidarlo nel corso degli esercizi

(concentrarsi sulla respirazione diaframmatica o a labbra socchiuse rallenta la frequenza

respiratoria e dà al cliente un senso di controllo)

• Senso di impotenza, correlato a sensazione di perdita del controllo e restrizioni che la condizione

impone allo stile di vita

• Disturbo del modello di sonno, correlato a tosse, incapacità di assumere la posizione sdraiata e

stimoli ambientali

• Rischio elevato di nutrizione alterata (inferiore al fabbisogno), correlato ad anoressia secondaria a

dispnea, alitosi e affaticamento

• Rischio elevato di gestione inefficace del regime terapeutico, correlato a insufficiente conoscenza

della condizione, dei trattamenti, della prevenzione delle infezioni, degli esercizi respiratori, dei

fattori di rischio e dei segni e sintomi di complicanze

D.I: rischio elevato di alterazione della mucosa del cavo orale correlato a respirazione attraverso

la bocca , frequenti espettorazioni ediminuita assunzione di liquidi secondare a malessere

• Interventi infermieristici:

• Eseguire igiene del cavo orale

• Scoraggiare la respirazione attraverso la bocca e incoraggiare frequenti risciacqui della bocca

• Evitare lavaggi della bocca con sostanze contenenti alcol

• Monitorare l’ idratazione :

-apporto orale

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-terapia parenterale

-entrate e uscite

-peso specifico delle urine.

• scoraggiare il pz a consumare alcol e tabacco e incoraggiarlo a lubrificare le labbra ogni 2 ore o

quando occorre

D.I: rischio elevato di gestione inefficace del regime terapeutico , correlato a inefficente

conoscenza della condizione , della trasmissione delle infezione, della trasmissione delle recidive,

della dieta, dei segni e sintomi di recidiva e del follow –up

• Interventi infermieristici:

• Spiegare la fisiopatologia della polmonite facendo uso di ausili didattici

• Spiegare le misure atte a prevenire la diffusione di infezioni:

- Coprire il naso e la bocca quando si starnutisce e tossisce

- Mettere i fazzoletti usati in un sacchetto di carta , quando è mezzo pieno chiuderlo in modo sicuro

e porlo in un contenitore per rifiuti più grandi

- Lavarsi le mani frequentemente

• Completare il cilco di t.a. Prescritto

• Rispettare il programma di appuntamenti medici stabilito per il follow-up

• Continuare gli esercizi di respirazione profonda per 6/8 settimane durante la convalescenza

• Pianificare periodi di riposo nel corso della mattina e del pomeriggio

• Provvedere per la vaccinazione antifluenzale e antipneumococcica se il pz presenta patologie

respiratorie croniche, è anziano o immunodepresso

• Esortare il pz a smettere di fumare

• Posizionare il pz in modo da ridurre al minimo l’ aspirazione

D.I: rischio elevato di gestione inefficente del regime terapeutico, correlato a insufficente

conoscenza della condizioni , dei trattamenti , della prevenzione delle infezioni , degli esercizi

respiratori, dei fattori di rischio e dei segni e sintomi di crisi imminente.

Interventi infermieristici:

• Dare istruzioni sulla diagnosi e sul regime terapeutico

• Insegnare al pz gli esercizi respiratori e chiedergli di dimostrarli

-spirometro

-assumere una posizione inclinata in avanti

-respirare a labbra socchiuse

• Spiegare il rischio di infezioni e i modi per ridurlo

-evitare contatti con persone infette

-provvedere alla vaccinazione nei confronti dell’ influenza e della polmonite batterica

-attenersi ai programmi di assunzione di farmaci

• Istruire il pz a riferire quanto segue:

-variazioni dei caratteri dell escreato o mancato ritorno di esso al colore normale dopo 3 gg di t.a.

-T elevata

-aumento della tosse , dell ‘ astenia e dalla dispnea

-aumento del peso e gonfiore ai piedi e alle caviglie

• Insegnare l’ uso del nebulizzatore , dell’ ossigeno terapia e degli inalatori e osservare se è

appropriato.

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• Sviluppare una routine per gli esercizi

Istruire il pz a formulare un piano di gestione