il notiziario agricolo n.10/2011

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Anno 60° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI ASTI COLDIRETTI Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 10 - Anno 2011. In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo 10 numero 10 agosto 2011

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Il Notiziario Agricolo N.10/2011

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Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 Fax 0141.355.138 e-mail: [email protected] ufficiale Coldiretti Anno 60° numero 8-15 giugno 2011*Realizzazione grafica e stampaRiflesso – S.r.l. F.lli Scaravaglio & C.Reg. Trib. di Asti n.44 del 10-8-2011 Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano ZuninoPubblicità: Impresa Verde Asti srl – Riflesso scarl Tel. 0141.380.400 – 0141.590425Abbonamento annuale: Euro 20,00*Data di chiusura del giornale

Manifestazioni di protesta:- Crisi frutticola in piazza S. Carlo a Torino- Crisi suinicola in piazza Affari a Milano

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

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Asti: quale futuroper il mercatoortofrutticolo

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Contributi per i giovanie piani verdi

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Periodo vendemmialee trasportodelle uve

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Cell. 335.6542368 Tel. Ufficio: 0144.857004www.borelliimpianti.it - [email protected]

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Avanti con le Botteghe di Campagna AmicaLa dirigenza nazionale del Consorzio in visita in Piemonte

S i è tenuto ad inizio agosto un incontro a livello regionale tra le cooperative piemontesi del

sistema Coopcoldiretti e aderenti ad UNCI Coldiretti Piemonte con la dirigenza nazionale del Consorzio Botteghe di Campagna Amica.Obiettivo dell’incontro che ha destato notevole interesse tra i numerosi partecipanti, quello di illustrare il ruolo delle coope-rative agroalimentari che fanno riferimento a Coldiretti rispetto al progetto nazionale che si sta realizzando con le Botteghe di Campagna Amica.Claudio Filipuzzi e Pietro Pagliu-ca rispettivamente Presidente e Consigliere Delegato del Consorzio Produttori di Campagna Amica: “la proposta di Coldiretti di sviluppare una rete sul territorio nazionale di negozi specializzati per la vendita di prodotti agroalimentari made in Italy rappresenta un ulteriore passo per la realizzazione della filiera agricola tutta italiana.Attualmente stanno partendo cir-ca ottanta punti vendita, con un’ attenzione particolare ai grandi centri urbani.Il progetto vede anche la presenza attiva della società CAI (Consorzi Agrari d’Italia) che sta mettendo a disposizione numerose strutture atte a soddisfare la logistica e non solo, considerata la capillarità sul territorio delle agenzie dei Con-sorzi Agrari”.Pietro Montaldo Presidente di UNCI Coldiretti Piemonte: “ il siste-ma cooperativo che fa riferimento alla Coldiretti non solo è molto interessato alla proposta econo-mica, ma vede reali opportunità di crescita per le imprese cooperative associate. Le eccellenze alimentari della nostra Regione troveranno ulteriori momenti di contatto con i

consumatori che ci hanno sempre premiati con la loro attenzione quando affrontiamo il delicato argomento della vendita e della valorizzazione dei prodotti locali, etichettati e rintracciabili”.Paolo Rovellotti e Bruno Riva-rossa, presidente e direttore di Coldiretti Piemonte: “ la rete delle botteghe di Campagna Amica sta destando nella nostra Regione un notevole interesse da parte delle imprese associate, siano esse singole che cooperative. Le botteghe si affiancheranno ai mercati di Campagna Amica e ai punti vendita aziendali.Continueremo anche il nostro im-pegno dando seguito alla strategia

sindacale degli accordi di filiera per tutti i prodotti che necessitano di trasformazione”.I responsabili nazionali del Con-sorzio hanno anche fatto tappa nell’Astigiano, guidati dal presi-dente e dal direttore Coldiretti Asti, Maurizio Soave e Antonio Ciotta, hanno seguito gli sviluppi locali del progetto che prevede l’imminente apertura in città di un punto vendita.Nel frattempo Renzo Allegretti, orticoltore e allevatore di Ca-stell’Alfero è stato chiamato alla guida di “Orto Piemonte”, la so-cietà cooperativa che ha stilato un importante accordo di fornitura con la F.lli Saclà di Asti.

Paolo RovellottiAntonio Ciotta e Maurizio Soave

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“La pesca della solidarietà”10 mila Kg di pesche per denunciare lo stato di crisi del settore frutticolo

Ha colpito nel segno la “Pe-sca della Solidarietà” orga-nizzata venerdì in Piazza

San Carlo a Torino da Coldiretti Pie-monte. Sono stati smistati 10.000 chilogrammi di pesche a favore dei Centri di accoglienza. I cittadini hanno compreso come un’assurdità economica senza con-fronti mette in ginocchio la nostra agricoltura. I ricavi in campo dei frutticoltori non coprono i costi di produzione.Coldiretti regionale ha avviato con-tatti con le principali associazioni che forniscono accoglienza ed assistenza ai nuovi poveri ed alle persone economicamente disa-giate. Su indicazione della Caritas del Piemonte, all’iniziativa hanno aderito il Gruppo Abele rappre-sentato da Manuela Battista, il Banco Alimentare del Piemonte rappresentato da Paolo Marchetti ed Emanuele Sirugo, il Sermig rappresentato da Antonio Tondo e la Mensa dei Francescani. Subito dopo lo smistamento in piazza San Carla, sono partiti 10 pulmini per consegnare le pesche ai Centri di accoglienza.“Abbiamo scelto una nuova strada per evidenziare un problema che assilla le nostre imprese frutticole

- dicono Paolo Rovellotti e Bruno Rivarossa, presidente e diretto-re di Coldiretti Piemonte - . Per denunciare il basso prezzo delle pesche in campo, piuttosto che procedere alla loro distruzione e successivo interramento, abbiamo preferito donarle alle categorie più deboli. Un modo per comunicare che l’impresa agricola non può più sostenere economicamente una situazione di pesantezza del mercato, dove nell’ambito della filiera i centri di condizionamento e di vendita scaricano i loro costi anche sui consumatori, andando a colpire l’anello iniziale e quello finale. Facciamo incontrare così i soggetti che operano verso la

parte debole della società con la vera economia territoriale che sa esprimere anche il buon senso, richiamato dal nostro presidente confederale Sergio Marini, pochi giorni fa al Palalottomatica di Roma”. A nome del Gruppo Abele, com-menta don Luigi Ciotti: “Regalare a chi ne ha bisogno ciò che altrimenti andrebbe sprecato è un gesto dal doppio valore: reale e simbolico. Una risposta a quelle povertà e disuguaglianze che è compito di ognuno di noi contribuire a supe-rare, e insieme alla miopia di un sistema economico che, accecato dai profitti, non sa più vedere i diritti e i bisogni delle persone”.

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Ecco i “Guardiani gialli del Made in Italy”Vigileranno nei negozi e nei supermercati per rendere forte l’economia del territorio

100kg di frutta in menoIn 10 anni le famiglie hanno ridotto drasticamente i consumi

In occasione dell’iniziativa della “Pesca della Solida-rietà” sono stati presentati

ufficialmente “I Guardiani Gialli del Made in Italy”: volontari di Coldiretti Piemonte che avranno il compito di verificare come nei negozi e nei supermercati la tracciabilità dei prodotti alimen-tari sia garantita, per evitare le speculazioni a danno delle pro-duzioni italiane e, in particolare, di quelle locali. Coldiretti inaugura una forma di vigilanza a tutela del made in Italy e dei consumatori: i Guar-diani del Made in Italy avranno una maglietta e un basco gialli

contraddistinti da uno speciale logo identificativo in cui il simbolo di Coldiretti si accompagna a spighe alate. Saranno facilmente riconoscibili dai consumatori. “Nel nostro Paese – sottolinea Bruno Rivarossa , direttore Coldiretti Piemonte - il compito di vegliare sulla tutela igienico-sanitaria degli alimenti, con com-piti preventivi, spetta al Servizio sanitario nazionale, mentre al Nucleo antisofisticazioni NAS, e alla Guardia di Finanza, nelle rispettive competenze, è affidato il compito di reprimere gli illeciti. Proprio in questo ambito, i no-stri volontari segnaleranno ogni

situazione sospetta riguardante la genuinità e la sicurezza di un prodotto alimentare, dopodiché Coldiretti provvederà a denuncia-re le eventuali anomalie riscon-trate direttamente agli organi preposti”.

“Gli acquisti di frutta e verdura delle famiglie italiane sono passati da 450 chili a famiglia

all’anno del 2000 ai 350 chili del 2010, con una riduzione di ben 100 chili annui (-22 per cento) che rappresenta un dato estremamen-te allarmante. E’ quanto afferma la Coldiretti che ha distribuito gratuitamente diecimila chili di ottime pesche italiane ai poveri per denunciare le speculazioni che trasformano i pochi centesimi pa-gati nei campi ai produttori in euro per il portafoglio dei consumatori. Con questo gesto gli agricoltori della Coldiretti hanno voluto far conoscere il valore di prodotti ai quali tantissime persone devono rinunciare per i proibitivi prezzi al dettaglio mentre è crisi profonda nei campi.

Il calo continua anche nel 2011 con i consumi familiari di frutta e verdura che sono diminuiti del 9 per cento nel primo trimestre, dopo che nel 2010 le famiglie italiane hanno acquistato 8,3 milioni di tonnellate di ortofrutta per una spesa complessiva di 13

miliardi, di cui circa 4,5 milioni di tonnellate gli acquisti di frutta e 3,8 milioni di tonnellate quelli degli ortaggi.La causa va ricercata nella moltiplicazione dei prezzi dal campo alla tavola che ha reso piu’ onerosi gli acquisti, ma ha

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anche fatto crollare il reddito degli agricoltori che negli ultimi quindici anni sono stati costretti ad abbattere quasi la metà delle coltivazioni di pesche in Italia. La scomparsa del frutteto italiano ha effetti economici, ambientali, paesaggistici ed anche per la salute perché rischia di privare i consumatori della freschezza di prodotti indispensabili per la salute raccolti vicino a casa. Le motivazioni della crisi at-tuale sono congiunturali come l’andamento meteorologico che ha provocato la maturazione contemporanea di produzioni e l’emergenza dell’”Escherichia Coli” che ha causato il conte-nimento dei consumi, ma sot-to accusa ci sono soprattutto l’inadeguatezza delle normative comunitarie per la prevenzione e la gestione delle crisi di mercato e la distribuzione commerciale che non è riuscita fino ad ora ad arrivare ad offrire prodotti di qualità al giusto grado di matu-razione e ad un prezzo equo per produttori e consumatori.Secondo l’ultima indagine dell’An-titrust sul settore ortofrutticolo i prezzi mediamente triplicano (+ 200 per cento) dal campo alla tavola, ma possono anche qua-druplicare (+ 294 per cento) per la filiera lunga (presenza di 3 o 4 intermediari tra produttore e distributore finale). L’ampia for-bice dei prezzi tra produzione e consumo dimostra che c’è spazio da recuperare per garantire redditi soddisfacenti per le imprese ed acquisti convenienti per i con-sumatori.

“Nella moltiplicazione dei prezzi dalla produzione al consumo c’è il margine

per consentire di risparmiare ai consumatori e garantire un’adeguata remunerazione ai produttori agricoli, ai quali oggi la frutta viene pagata, al di sotto dei costi di produ-zione”. Lo afferma Coldiretti, interprete delle legittime attese dei frutticoltori, che chiede alla Grande Distribuzione Organiz-zata di sottoscrivere l’accordo interprofessionale, già firmato

dagli altri attori della filiera. “Regolamentare l ’uso del sottocosto dei prodotti orto-frutticoli e l’uso degli sconti, ridurre i tempi di pagamento sui prodotti deperibili, fissare l’obbligo di una corretta infor-mazione al consumatore sulla stagionalità sono aspetti, a cui va riconosciuta la priorità as-soluta per difendere il futuro di una componente fondamentale del Made in Italy”, commenta Bruno Rivarossa, direttore di Coldiretti Piemonte.

La Grande distribuzionesottoscriva l’accordo

Via C. Botta, 4 - 14015San Damiano d’Asti

Tel. & Fax 0141.975146cell. 336.253369

S. DamianoCisternaCelle EnomondoFerrere

Coldiretti sollecita la GDO verso l’interprofessioneper garantire un risparmio ai consumatori e la giustaremunerazione ai produttori agricoli

Bruno Rivarossa, direttore Coldiretti Piemonte

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I prodotti piemontesi sono controllati e presentano ca-ratteristiche qualitative ec-

cellenti. “La lettura del recente rapporto di Legambiente dal titolo “I pesticidi nel piatto”, inerente la possibile presenza di residui chi-mici all’interno di frutta e verdura rappresenta l’ennesimo rischioso e gratuito allarme che colpisce ingiustificatamente il settore orto-frutticolo piemontese – commenta in una comunicazione ufficiale la Regione Piemonte, che si schiera in difesa del comparto ortofrut-ticolo regionale - . Il settore si contraddistingue per l’alta qualità. A confermare l’eccellenza dei pro-dotti della terra piemontese sono i risultati emergenti dai continui monitoraggi costantemente ap-plicati attraverso l’azione dell’Ipla, l’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente”. L’Ipla dal 1998 effettua severi controlli sul territorio: fino al 2006 l’attività fu sostenuta dal Ministero per le Politiche Agricole, in seguito la Regione Piemonte si è incaricata della copertura fi-nanziaria, giudicando tali controlli indispensabili per il mantenimento di un’agricoltura sana e credibile. I dati delle analisi condotte in questi anni fotografano una situazione estremamente positiva, i prodotti ortofrutticoli piemontesi sono “puliti” e denotano una salubrità superiore rispetto a molte Regioni del Paese: dal 2003 al 2010 sono stati analizzati circa 5.000 campioni di prodotti ortofrutticoli, acque irrigue e reflue di magazzino, suoli con sospetto di contaminazione, miele, api in areali viticoli (tra gli altri, nello specifico, 3.000 campio-ni di prodotti fruttiferi e 1.000 di orticoli). Gli studi su tali elementi hanno evidenziato che se negli anni intorno al 2000 i prodotti piemonte-

si non conformi erano circa il 2-3% della totalità, nel 2010 i prodotti con una quantità di residui non idonea erano meno dello 0,5%. Commenta l’assessore Regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto: “I dati scientifici denotano che in primo luogo, frutta e verdura del Piemonte sono eccellenti, i valori sono ottimali e soprattutto decisamente migliori di gran par-te delle Regioni italiane, per non

parlare di altri Stati europei dove i residui di agrofarmaci raggiungono cifre enormi. Va evidenziato come valori già di per sé positivi, siano esponenzialmente migliorati negli ultimi 10 anni. E’ ora di finirla con il lancio di emergenze e paure che mettono in ginocchio interi comparti, è giunto il momento di lasciar lavorare in pace gli agricol-tori senza pregiudicare il lavoro di mesi con falsi allarmi”.

I piemontesi la fanno meglioFrutta e verdura migliore al mondo

Il Servizio Economico di Coldi-retti Piemonte informa che nel corso del Comitato di gestione

ortofrutta dell’Unione Europea, gli Stati membri hanno approvato la proposta della Commissione di aumentare da 210 milioni di euro a 227 milioni le risorse previste dal piano di emergenza per i produttori di ortaggi colpiti dalla crisi E.coli. All’Italia sono stati assegnati 34,6 milioni euro per i ritiri di mercato e la raccolta verde. Tra gli altri Stati membri, 70,9 milioni sono stati richiesti dalla Spagna, 46,3 milioni dalla Polonia, 27,1

dall’Olanda e 16 alla Germania. I prodotti interessati sono: cetrioli, pomodori, lattuga, zucchine e peperoni ritirati dal mercato tra il 26 maggio e la fine di giugno in conseguenza della crisi E.coli. “Anche se con questo provve-dimento la Commissione potrà pagare le domande di com-pensazione degli Stati membri - evidenziano Paolo Rovellotti e Bruno Rivarossa, presidente e direttore di Coldiretti Piemonte - le indennità previste non sono comunque sufficienti a coprire i gravi danni causati dall’emergen-za dell’E.coli“.

Crisi “E.COLI”Insufficienti le indennita’ ai produttori di ortaggi

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I l 26 luglio scorso, all’apertura della Borsa di Milano, c’erano i maiali a razzolare davanti a

Piazza Affari.Quasi un migliaio gli allevatori della Coldiretti arrivati dal Pie-monte, dalla Lombardia, dal Ve-neto, dall’Emilia Romagna, dalla Toscana, dalle Marche e dal Friuli per denunciare le speculazioni internazionali sulle materie prime, dall’oro al petrolio fino ai man-gimi, che hanno fatto impennare i costi per l’alimentazione degli animali e messo in ginocchio migliaia di allevamenti e la vera salumeria Made in Italy.Le speculazioni su materie pri-

me ed energia sono costate in un anno almeno 300 milioni agli allevatori di maiali italiani con migliaia di aziende che hanno chiuso o stanno per farlo. Gli allevatori hanno voluto conse-gnare piccoli maiali con coccarda tricolore agli operatori della borsa perchè non essere più in grado di farli crescere anche per la concorrenza sleale dei prodotti stranieri che vengono spacciati come Made in Italy.“La speculazione è servita a ta-vola”, “Voi controllate le borse noi il cibo”, “Meno finanza e più stalle”, “Globalizzazione senza regole tratta il cibo come i frigo-

riferi”, “Giu’ le mani dal Made in Italy”, “Piu’ trasparenza in borsa e al mercato” sono alcuni degli slogan urlati dai manifestanti “armati” di cartelli e colorate bandiere gialle.

Una nutrita delegazione di allevatori di suini del Piemonte ha partecipato

il 26 luglio alla manifestazione di Milano davanti alla Borsa Merci. Tema della giornata di protesta “ Gli allevatori italiani portano i maiali in piazza degli Affari. L’economia di carta sta uccidendo quella reale”. La delegazione piemontese gui-data dal presidente e dal direttore di Coldiretti regionale, Paolo Rovellotti e Bruno Rivarossa, ha rappresentato con forza la drammatica situazione degli alle-vamenti piemontesi che da alcuni anni lavorano in perdita, stretti nella morsa di un mercato che ha visto da una parte la diminuzione dei consumi, dall’altra l’aumento dei costi di produzione.

Dice Paolo Rovellotti: “Gli alle-vatori di Coldiretti hanno deciso di lasciare in affidamento i propri animali alla Borsa di Milano per salvare gli allevamenti e la vera salumeria made in Italy”. “Un’iniziativa – ha aggiunto Riva-rossa – a sostegno dell’economia reale, che è alla base del succes-so del made in Italy nel mondo, ma che è sotto l’attacco delle manovre finanziarie internazio-nali che rischiano di far sparire dalla tavola salami e prosciutti italiani”.Alla manifestazione ha aderito anche APS Piemonte, l’asso-ciazione Produttori Suini che fa riferimento a Coldiretti e la Coo-perativa di commercializzazione presieduta da Mauro Marengo, presente all’iniziativa insieme ad

un gruppo di amministratori.Davanti alla Borsa Merci di Mi-lano, è stato anche distribuito il prosciutto crudo di Cuneo, che ha recentemente ottenuto la DOP e sta riscuotendo notevoli consensi per l’ottima qualità del prodotto tra i ristoratori ed i consumatori.

I maiali razzolano davanti Piazza AffariBlitz della Coldiretti per denunciare che l’economa di carta uccide quella reale

Nutrita la delegazione piemonteseGli allevatori hanno dato in affidamento alla Borsa i loro suini

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Anche la Regione Piemonte, in un comunicato diramato lo stesso giorno della ma-

nifestazione Coldiretti alla Borsa di Milano, ha appoggiato l’iniziativa di salvaguardia della suinicoltura nazionale.“E’ un problema trascurato da trop-po tempo – scrive l’assessorato re-gionale all’Agricoltura - nonostante i numerosi appelli disperati lanciati da molti mesi a questa parte alle Istituzioni competenti”.Il Presidente della Regione Pie-monte Roberto Cota e l’Assessore Regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto, nel corso della prima decade di marzo, unendosi agli appelli di altre regioni, si sono rivolti direttamente al Ministero chiedendo un’analisi della gravosa situazione e l’attuazione conseguente di un in-sieme di provvedimenti concreti utili a rialzare le sorti del comparto. Così l’assessore regionale all’Agricoltura, Claudio Sacchet-to: “La crisi esiste ed è importante ascoltare le istanze degli allevatori. Come Regione, il sottoscritto e il Presidente, abbiamo contattato il Ministro all’Agricoltura affinché si attivasse un interesse concreto alla problematica. La situazione in cui versa il settore suinicolo (con costi di produzione elevati),

ulteriormente peggiorata da una quantità sproporzionata di carni provenienti dall’estero e spacciate per nostrane, potrebbe coinvolgere tutto l’indotto che ruota attorno all’eccellenza alimentare italiana.

Continueremo, come fatto in questi mesi, a monitorare attentamente la situazione e, soprattutto, a solle-citare presso le sedi competenti, una serie di interventi che possano davvero rilanciare il settore”.

“ È importante la convoca-zione del tavolo suinicolo da parte del Ministero delle

Politiche agricole, alimentari e forestali, per la definizione delle linee attuative del piano di settore della filiera”. Lo ha affermato il presidente della Col-

diretti Sergio Marini all’indomani della manifestazione di Milano, esprimendo apprezzamento per la sollecita risposta del Mini-stero alle difficoltà evidenziate dagli allevatori della Coldiretti provenienti dalle diverse Regioni davanti a Piazza Affari.

“Occorre affrontare con deci-sione le distorsioni della filiera che - sottolinea Marini - sono favor i te nel la mancanza di trasparenza sull’origine della carne di maiale e dei salumi, che danneggia allevatori e con-sumatori”.

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Anche la Regione appoggia gli allevatoriServono azioni a favore di uno dei comparti più importanti

Un primo risultato la convocazione del “tavolo”Il Ministero delle Politiche Agricole adotta un “piano suinicolo”

Roberto Cota, pres. Reg. Piemonte Claudio Sacchetto, ass. Reg. all’ Agricoltura

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T re prosciutti su quattro venduti in Italia sono in realtà ottenuti da maiali

allevati all’estero, ma i consuma-tori non lo sanno perché non è obbligatorio indicare in etichetta la provenienza. E’ quanto affer-ma la Coldiretti che ha portato i maiali davanti a Pazza Affari a Milano per denunciare le specu-lazioni sul cibo.L’Italia ha importato 62 milioni di cosce di maiale destinate, con la trasformazione e la stagionatura, a diventare prosciutti “Made in Italy” con un inganno nei con-fronti dei consumatori e danni per i produttori che subiscono una concorrenza sleale. Anche perché mentre negli allevamenti italiani i maiali sono alimentati con prodotti di qualità sulla base di rigorosi disciplinari di produzione “Dop”, all’estero si usano spesso sottoprodotti se non addirittura sostanze illegali come è accaduto nel recen-te scandalo dei mangimi alla diossina prodotti in Germania e utilizzati negli allevamenti di polli e maiali. Sul mercato è facile acquistare prosciutti contrassegnati dal tricolore, con nomi accattivanti come prosciutto nostrano o di montagna che in realtà non

hanno nulla a che fare con la realtà produttiva nazionale. Una situazione favorita dall’inerzia dell’Unione Europea che dopo i recenti allarmi sanitari ha deciso di estendere con un regolamento l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della carne di maiale, al pari di quanto è stato fatto con quella bovina dopo l’emergenza mucca pazza, ad esclusione però degli alimenti trasformati come salami e pro-sciutti dove spesso si nasconde l’inganno. Gli allevatori Coldiretti chiedono che vengano emanati i provvedimenti applicativi previsti dalla legge nazionale sull’eti-

chettatura di origine approvata all’unanimità dal Parlamento italiano all’inizio dell’anno che prevede l’obbligo di indicare l’origine per tutti gli alimenti.

3 prosciutti su 4 da maiali stranieriI consumatori non lo sanno: ci vuole la provenienza in etichetta

Sergio Marini e Giancarlo Galan (all’epoca Ministro delle politiche agricole) al Brennero controllano le importazioni

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Dal maiale alla braciola i prezzi aumentano di almeno cinque volte per

effetto delle distorsioni che si verificano nel passaggio dalla stalla alla tavola con gli allevatori che sono costretti a chiudere le stalle e i consumatori a rinunciare alla carne. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti. Gli allevatori di maiali sono stretti nella morsa dell’aumento dei costi di produzioni con le spe-culazioni sulle materie prime che hanno determinato rincari del 17 per cento dei mangimi e delle distorsioni di filiera che sottopagano il nostro prodotto ad appena 1,4 euro al chilo mentre la braciola di maiali viene venduta mediamente a 6,85 euro al chilo, secondo le elaborazioni sui dati sms consumatori.Il risultato è che per ogni euro speso per l’acquisto di carne di maiale appena 15,5 centesimi arrivano all’allevatore, 10,5 al macellatore, 25,5 al trasformatore e ben 48,5 alla distribuzione com-merciale. Una analisi che dimo-stra come nella forbice tra prezzi alla produzione e al consumo c’è un sufficiente margine per garan-tire una adeguata remunerazione agli allevatori e non aggravare i

bilanci delle famiglie.C’e’ un rischio di estinzione con-creto per gli allevamenti italiani e con essi dei prelibati prodotti della norcineria nazionale dalle tavole degli italiani con ben 33 prodotti che hanno ottenuto dall’Unione Europea il ricono-scimento di denominazione di origine.La carne di maiale fresca o tra-sformata è la più acquistata dagli italiani che ne consumano ben 37,2 chili a testa ma in dieci anni si è praticamente dimezzato il nu-mero delle stalle italiane (-85 per cento) che è passato dai 193mila del 2000 alle 26mila attuali dove si allevano 9,3 milioni di maiali soprattutto in Lombardia, Emilia

Romagna, Piemonte e Veneto ma anche l’Umbria e la Sardegna sono regioni vocate. Nel 2010 l’Italia ha importato quasi un mi-lione di maiali dall’estero (+22 per cento rispetto al 2009) ed oltre un milione di tonnellate di carne di maiale (+12 per cento).Questo significa che oltre un terzo (34 per cento) della carne di maiale, salumi o prosciutti consumati in Italia è stata in realtà ottenuta da maiali allevati all’estero. Una situazione che rischia di aggravarsi con effetti anche occupazionali nella filiera della carne suina dove lavorano in Italia circa 120mila gli addetti tra allevamento, macellazione, trasformazione e distribuzione.

Aumenti di 5 volte da maiale a braciolaLe speculazioni aumentano i prezzi lungo la filiera

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I l Comune di Asti non ha ancora trovato una nuova collocazione al Mercato or-

tofrutticolo all’ingrosso.Il bando per la vendita all’asta dell’area di corso Venezia-piazza Saragat, è già stato pubblicato, ma da parte del sindaco Giorgio Galvagno, contravvenendo agli impegni assunti, non è venuta nessuna comunicazione.Il presidente provinciale Coldi-retti, Maurizio Soave, ha chiesto lumi al primo cittadino.“Ci rivolgiamo direttamente al Sindaco – sottolinea Soave - anche per la sua funzione di responsabile del settore agricolo, delega che non ha mai voluto consegnare in mani di altri asses-sori o consiglieri comunali.E lo facciamo pubblicamente con un certo fastidio, perché non ha ancora risposto alle nostre richie-ste scritte, pur avendo assunto in passato impegni precisi”.Infatti il Sindaco aveva dato tutte le rassicurazioni in merito.E in più di un incontro pubbli-co i rappresentati del Comune, avevano assicurato che presto si sarebbero prospettate più so-luzioni alternative per ospitare il mercato ortofrutticolo.“Ci era anche stato garantito – sottolinea Soave - che prima ancora di vendere la struttura si sarebbe trovata una nuova area e sarebbero stati stanziati fondi per la sua nuova destinazione”.A questo punto Coldiretti ha chiesto a Galvagno un incon-tro urgente, per discutere non solo della destinazione futura del mercato ortofrutticolo all’in-grosso, ma dell’intera politica dell’amministrazione comunale

nei confronti del settore primario. Di fatto, spiegano alla Coldiretti, non solo si sottrae un’area impor-tante al settore senza dire nulla, ma la si vuole consegnare alla grande distribuzione, con tutte le controindicazioni del caso.Insomma in altri comuni si ragiona

sul chilometro zero, sulla filiera corta e sulla tutela del commercio di qualità, qui ad Asti si continua a pensare di fare cassa costruen-do supermercati.Qualcosa in più si saprà nei pros-simi giorni, dopo l’incontro fra Coldiretti, Comune e Provincia.

Quale futuro per l’ortofrutticolo?Coldiretti chiede lumi sulla destinazione del mercato di corso Venezia

Immagine esterna dell’area del Mercato Ortofrutticolo all’ingrosso di fronte a Piazza Saragat

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Attività agricole in difficoltà a causa degli ingenti danni provocati alle produzioni da

parte degli animali selvatici. Sono, soprattutto, le scorribande di cin-ghiali e caprioli a decimare i raccolti. In particolare su tutta la provincia di Asti imperversano i cinghiali mentre nella zona sud diversi vigneti sono stati letteralmente divorati dai ca-prioli. Nel lanciare l’allarme, Coldiretti Asti sollecita le istituzioni ad attuare un serio piano di contenimento dei selvatici e dei danni alle colture.“Pur rimanendo nel pieno rispetto della fauna – scrive il presidente pro-vinciale Coldiretti, Maurizio Soave, in una lettera di sollecito all’assessore provinciale all’Agricoltura, Fulvio Brusa - credo siano ancora prioritari gli interessi di tanta gente che con la loro fatica e la loro permanenza sul territorio non solo rendono belle le nostre colline ma ci permettono anche di candidarle all’Unesco come patrimonio dell’umanità.Bisogna in ogni caso salvaguardare la redditività delle imprese agricole e l’economia. Così, però, non si può andare avanti.” Coldiretti Asti sollecita alla Provincia misure per ridurre urgentemente la presenza di cinghiali e caprioli sul territorio, non escludendo l’autodifesa o la caccia notturna, soprattutto per i cinghiali.

Troppi danni alle coltureColdiretti sollecita alla Provincia interventi contro cinghiali e caprioli

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Il turismo enogastronomico vale 5 miliardiPer 1 italiano su 3 il successo della vacanza dipende dal cibo

Nuovo servizio all’infanziaDopo gli Agriasilo, Coldiretti Piemonte lancia “Agritata”

C resce nel 2011 il turismo enogastronomico, con 5 miliardi di fatturato stima-

to, è l’unico segmento in costante e continua crescita. Per più di un italiano su tre (35 per cento) Nel l’esito della vacanza Made in Italy, dipende proprio dal cibo.Per essere perfetta, una vacan-za non deve mai far mancare la degustazione delle specialità enogastronomiche locali. Il cibo è considerato dagli italiani l’in-grediente più importante della vacanza che batte la visita a musei e mostre, (29 per cento), lo shopping (16 per cento), la ricerca di nuove amicizie (12 per cento), lo sport (6 per cento) e il gioco d’azzardo (2 per cento) secondo

l’indagine Swg.L’Italia è l’unico paese al mondo a poter contare anche sulla lea-dership europea nella produzione biologica e nell’offerta di prodotti tipici con ben 228 denominazioni di origine riconosciute a livello comunitario e 4.511 specialità tradizionali censite dalle regioni, mentre sono 505 vini a denomina-zione di origine controllata (Doc), controllata e garantita (Docg) e a indicazione geografica tipica (331 vini Doc, 59 Docg e 119 Igt).Specialità nostrane che possono essere acquistate nella gran-de varietà dei percorsi turistici legati all’enogastronomia con oltre ai diciannovemila agrituri-smi, 63mila tra frantoi, cantine,

malghe e cascine dove compe-rare direttamente dai produttori senza intermediazioni ma anche oltre 750 mercati degli agricoltori di campagna amica organizzati dalla Coldiretti dove è possibile fare acquisti di prodotti genuini direttamente dal campo alla tavola alla tavola.Una opportunità per i vacanzieri italiani e stranieri che possono così garantirsi souvenir esclusivi e di qualità al giusto prezzo , ma anche una occasione per le imprese agricole che possono vendere senza intermediazioni e far conoscere direttamente le ca-ratteristiche e il lavoro necessario per realizzare specialità territoriali uniche ed inimitabili.

Non più solo agriasilo: la Coldiretti Piemonte pro-pone una nuova forma di

servizio all’infanzia denominato “Agritata”. “Si tratta di un proget-to sperimentale, approvato dalla Giunta Regionale” hanno precisato Paolo Rovellotti e Bruno Rivarossa, presidente e direttore di Coldiretti Piemonte “che intende fornire al territorio rurale nuove opportunità e nuovi servizi, nell’ottica anche del grande progetto strategico di Coldiretti”. Le agritate potranno accogliere bambini con età com-presa fra i 3 mesi e i 3 anni in vere aziende agricole con un orario flessibile e in una casa accogliente “a misura di bimbo”: per avviare l’attività saranno tenute a frequen-

tare un percorso formativo di 400 ore, fra teoria e stage, e una prova finale di abilitazione.“Farà la differenza rispetto ai modelli tradizionali” aggiungono Rovellotti e Rivarossa “l’ambito agricolo e familiare in cui è inserito tale servizio e l’approccio didattico - educativo che sarà improntato sulla conoscenza dell’agricoltura,

della stagionalità, dei prodotti del territorio.Ma sarà anche una nuova op-portunità lavorativa per le donne in agricoltura, stimolando da un lato l’occupazione in aree svan-taggiate e fornendo d’altro canto maggiori servizi proprio laddove c’è carenza e le famiglie si trovano in difficoltà”.

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Cresce del 6% l’occupazione agricolaUn lavoratore su 4 ha meno di 40 anni di età

La benzina supera 1kg di pastaIl prezzo alla pompa incide più del cibo

È boom di assunzioni in agri-coltura nel 2011 con un aumento del 6 per cento

del numero di lavoratori dipendenti impegnati in campagna che fa se-gnare il maggiore incremento tra tutti i settori produttivi, dai servizi all’ industria.E’ quanto emerge da analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al primo trimestre del 2011, in riferimento ai dati dell’osserva-torio della Cisl.Il risultato positivo dell’agricoltura è particolarmente importante per-ché piuttosto omogeneo su tutto il territorio nazionale con un aumento del 7,6 per cento al nord, del 6,6 per cento al centro e del 5,2 per cento al sud. Si stima, peraltro, che un lavoratore dipendente su quattro assunti in agricoltura, abbia meno di 40 anni. Si registra anche una forte presen-za di lavoratori immigrati che hanno abbondantemente superato quota centomila. I dati dimostrano che

l’agricoltura ha grandi potenzialità per battere la disoccupazione e che la stabilizzazione delle age-volazioni contributive per le aree montane e svantaggiate, prevista dalla legge ‘Stabilità 2011’, for-temente voluta da Coldiretti, ha consentito di continuare a svolgere questa funzione essenziale.Un impatto positivo si deve anche all’esperienza dei buoni lavoro, i cosiddetti voucher, tenuto conto che in agricoltura sono stati utiliz-zati quasi un terzo (27 per cento)

dei circa 12,3 milioni di buoni cartacei venduti in Italia dall’1 agosto 2008 ad oggi. I “voucher” rappresentano uno strumento che offre interessanti opportunità di reddito e occupazione a categorie particolarmente deboli e rispon-de coerentemente alle richieste di semplificazione del lavoro nei campi che può così meglio espri-mere le proprie potenzialità in un momento di crisi, senza con ciò destrutturare il mercato del lavoro agricolo.

Con le ultime quotazioni il prezzo di un litro di benzina alla pompa ha sorpassato

quello di un chilo di pasta in vendita sugli scaffali del supermercato in molte città. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in oc-casione del nuovo record storico raggiunto dal prezzo della benzina a 1,641 euro al litro, superiore a quanto viene pagata in media la pasta di grano. A Bolzano un chilo di pasta in media costa 1,64 euro, a Genova 1,58 euro, a Verona 1,54 euro, a Reggio Calabria 1,51

euro e a Bologna 1,46 euro, ma a Firenze raggiunge in media 1,65 euro a Roma 1,69 euro e a Milano 1,86 euro/kg, secondo le rilevazioni Osservaprezzi del Ministero dello Sviluppo economico.Si tratta dell’effetto più evidente dei cambiamenti in atto nella distribu-zione della spesa degli italiani. Con l’aumento del costo del petrolio la spesa per trasporti, combustibili ed energia elettrica delle famiglie italia-ne ha infatti sorpassato quella per gli alimentari e le bevande, secondo una analisi della Coldiretti.

Insieme cibo ed energia assorbono ora quasi il 40 per cento della spe-sa totale delle famiglie italiane. Si tratta in realtà di due voci di spesa strettamente connesse in un Paese come l’Italia dove l`86 per cento dei trasporti commerciali avviene su gomma.L’aumento dei carburanti pesa no-tevolmente sui costi della logistica e sul prezzo finale di vendita dei prodotti alimentari ma spinge anche verso il consumo di prodotti locali e di stagione che non devono subire lunghi trasporti.

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Anticipato il pagamento della PacSoddisfazione per le norme approvate in finanziaria

Coldiretti Piemonte accoglie con viva soddisfazione l’approvazione, da parte

del Consiglio Regionale, del collegato alla Legge Finanziaria 2011. La nuova Legge introduce una se-rie di novità per il settore agricolo che si rifanno ad emendamenti espressamente chiesti da Col-diretti Piemonte: in particolare, con la nuova norma, entrano in vigore le procedure per la sti-pula di nuove convenzioni con i Centri di Assistenza Agricola, con l’obiettivo di perseguire la semplificazione amministrativa per gli agricoltori, decade l’ob-bligatorietà della polizza assicu-rativa per lo smaltimento delle carcasse derivante dall’adesione al Consorzio Cosman, viene con-fermato l’anticipo sui pagamenti della PAC, definendo le modalità per l’erogazione, sono previsti contributi e nuove sanzioni per l’eradicazione delle fitopatie, con particolare riferimento alla batte-riosi del kiwi e alla flavescenza dorata della vite. Per quanto attiene all’erogazione di un anticipo dei finanziamenti delle domande uniche 2011,i regolamenti comunitari che di-sciplinano il pagamento dei premi afferenti la politica agricola co-munitaria prevedono un periodo di pagamento degli stessi com-preso tra il 1° dicembre dell’anno della domanda ed il 30 giugno dell’anno successivo.Constatata la negativa congiuntu-ra in cui versa il settore agricolo piemontese ed al fine di fornire liquidità alle aziende agricole, la Regione ha deciso di anticipare al 31 luglio 2011 l’erogazione del

50% dei premi PAC utilizzando risorse proprie e sfruttando il meccanismo dei contributi de minimis per coprire le spese di tale anticipo.I contributi de minimis sono contributi di importanza minore (erogabili da varie amministra-zioni pubbliche) che per la loro modesta entità non necessitano di essere notificati a Bruxelles, per le aziende agricole l’importo massimo erogabile in tale regime è di 7.500 € in un triennio.Il bilancio comunitario prevede un’assegnazione di risorse a ciascuno stato membro da uti-lizzarsi per gli aiuti de minimis, ogni stato ripartisce poi i fondi tra le regioni e queste ultime e loro volta stabiliscono come e con quali provvedimenti erogare gli aiuti.Il Piemonte sulla base delle di-sponibilità delle risorse del regime de minimis intende coprire con

essi il costo dell’anticipazione finanziaria dei premi Pac 2011.Tutte le aziende che hanno fatto domanda Pac 2011 possono quindi vedersi erogare il 50% del premio teorico spettante, in seguito se ulteriori controlli verificheranno che le domande non avevano diritto all’anticipo, si prevede il recupero delle somme erogate.Gli uffici Coldiretti sono a di-sposizione per ogni ulteriore informazione.Commentano Paolo Rovellotti e Bruno Rivarossa, rispettivamente Presidente e Direttore di Coldiretti Piemonte: “Ringraziamo l’as-sessore all’Agricoltura Claudio Sacchetto per aver accolto le indicazioni dell’Organizzazione. In particolare, l’aver confermato le anticipazioni della PAC, in questi momenti difficili per l’agricoltura, rappresenta un fatto importante per dare respiro al settore”.

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Nuovi investimenti in agricolturaInsediamenti per i giovani agricoltori e nuove sfide Health Check

Riapre il bando regionali per l’insediamento di giovani agricoltori.

Un intervento ormai storico che in questi anni ha contribuito al rinnovamento del settore primario. I finanziamenti previsti fanno riferi-mento alla misura 112 del Piano di Sviluppo Rurale.Il sostegno all’insediamento dei gio-vani prevede uno stanziamento pari 6,5 milioni di euro con la possibilità di adeguare e ammodernare strut-turale delle nuove aziende agricole che si costituiranno. La Regione ha anche attivato la misura 121 che riguarda le nuove sfide Health Check individuate dall’Unione Europea.In un primo bando, con uno stan-ziamento di 7,5 milioni di euro, vengono attivate azioni di sostegno agli investimenti per la produzione lattiero caseari, con finanziamenti in conto interessi.Un secondo bando mette a dispo-sizione di 16 milioni di euro, per attivare azioni di adattamento ai cambiamenti climatici e di gestio-ne delle risorse idriche. In questo caso i finanziamenti sono in conto capitale. In entrambi i casi sono finanziabili opere che consentono un maggior risparmio energetico, la sistemazione

dei terreni per prevenire smottamenti ed erosione, la realizzazione di invasi e altre opere di accumulo acqua, la razionalizzazione dei sistemi irrigui per ridurre le dispersioni e le perdi-

te, i sistemi di irrigazione a basso utilizzo di acqua, il miglioramento della qualità dell’acqua.I bandi saranno aperti dal 5 settem-bre 2011 al 10 gennaio 2012.

Dal 5 settembresi possono presentarele domande anche per i“Piani Verdi”

La Regioneapre i bandi per30 milioni di euroriguardanole Misure 112 e 121

Tutti coloro che effettuano la vendita diretta di ortofrutta sui mercati rionali e comu-

nali sono tenuti a possedere e aggiornare il manuale di autocon-trollo igienico-sanitario(HACCP),

in assenza del quale vengono applicate pesanti sanzioni.Tutti gli interessati possono rivolgersi al servizio specialisti-co in Coldiretti Asti, tel. 0141-380439.

Mercati rionali, obbligatorio il manuale haccp

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Via ai “Piani Verdi”2 milioni di euro per finanziare investimenti fondiari e agrari

È stato approvato il Pro-gramma regionale per la concessione di contributi

negli interessi su prestiti deno-minato “Piani Verdi”.Potranno essere utilizzati per la realizzazione di investimenti materiali in agricoltura (fondiari: strutture, impianti e macchinari fissi; agrari: macchine e at-trezzature agricole) e, a partire dal 2012, per la conduzione aziendale.Il provvedimento prevede un sistema di finanziamento per le piccole e medie imprese agrico-le aventi sede nella Regione Pie-monte per investimenti fondiari,

investimenti agrari e prestiti di conduzione aziendale.Prevedono una copertura fi-nanziaria per una somma pari a oltre 2 milioni di euro.Con tale somma, la Regione attiverà investimenti materiali per circa 20 milioni di euro. Il finanziamento a favore delle imprese agricole è in conto interessi al 3% in pianura e al 3,5% in montagna. E’ prevista la ricezione delle domande fino all’esaurimento delle risorse finanziarie dispo-nibili. L’azienda che riceve l’aiuto deve avere una dimensione minima

in termini di numero di giornate lavorative convenzionali pari ad almeno 130 in montagna, 180 in collina e 210 in pianura. La spesa minima e massima richiesta per ciascuna doman-da dovrà rispettare i seguenti limiti:

INVESTIMENTI FONDIARI: da 20.000,00 a 300.000,00 Euro;INVESTIMENTI AGRARI: da 5.000,00 a 150.000,00 Euro. Al bando si potrà accedere dal 5 settembre, fino al 31 dicembre 2011.Ulteriori informazioni presso gli uffici Coldiretti.

Tutti coloro che effettuano la vendita diretta di ortofrutta sui mercati rionali e comu-

nali sono tenuti a possedere e aggiornare il manuale di autocon-trollo igienico-sanitario(HACCP),

in assenza del quale vengono applicate pesanti sanzioni.Tutti gli interessati possono rivolgersi al servizio specialisti-co in Coldiretti Asti, tel. 0141-380439.

Mercati rionali, obbligatorio il manuale haccp

ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVAai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013

Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Notizie Coldiretti sempre aggiornateRichiedete l’invio delle notizie tramite e-mail o SMS

da ritagliare e spedire a: ColDIRETTI ASTI - C.So CAvAlloTTI 41 - 14100 ASTI

Io sottoscritto_____________________________________________________________

Indirizzo__________________________________________________________________

Settore produttivo di interesse_______________________________________________desidero ricevere l’invio delle informazioni divulgate da Coldiretti Asti inerenti i vari argomenti di interesse per la propria impresa agricola, tramite:

e-mail all’indirizzo: _______________________________________

SMS al telefono di cellulare: _______________________________

Coldiretti Asti, nell’ambito dell’Azione 111-1B del PSR, ha predisposto un nuovo servizio per la diffusione delle notizie in tempi rapidi e puntuali. Per essere sempre informati sugli adempimenti, le scadenze, le opportuità inerenti l’attività delle imprese agricole, Coldiretti divulgherà le noti-zie tramite e-mail e/o SMS telefonici. Si tratta di un’opportunità per essere sempre aggiornati e tenere sotto controllo la propria azienda, dal punto di vista tecnico, burocratico ed economico.Per aderire all’iniziativa e ricevere quindi le notizie è sufficiente compilare e restituire il presen-te modello agli uffici Coldiretti.

Autorizzo Coldiretti Asti ad inserire i miei dati nelle liste per la gestione dell’invio dei comunicati in-formativi. In qualsiasi momento in base all’Art. 13 della legge 675/96 potrò chiedere la modifica o la cancellazione, oppure negare il consenso al loro utilizzo scrivendo a Coldiretti C.so F. Cavallotti 41 – 14100 Asti.

Luogo ____________________________________Data__________________________Firma_____________________________

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ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Periodo vendemmiale del 26 luglio 2011Alcuni chiarimenti sulla detrmina regionale 756

Nel territorio della Regio-ne Piemonte il perio-do entro il quale sono

consentite le fermentazioni e le rifermentazioni vinarie è compreso tra il 1 agosto 2011 ed il 30 novembre 2011.Le vinacce di tutti i vini, esclusi i passiti menzionati in seguito, devono essere ottenute entro il 30/11/11 e consegnate in distille-ria o centri di raccolta autorizzati. La consegna deve avvenire entro 30gg dall’ottenimento.In deroga alla distillazione le aziende che producono meno di 80 q.li di vino feccioso possono optare per la distruzione sotto controllo previo comunicazione all’ Icq con preavviso di 72 ore indicando le quantità e le moda-lità di distruzione. Interramento o concimaia: attenzione questa pratica è a rischio di inquinamen-to con possibile di sanzione.Per la produzione dei vini tradi-zionali regionali il periodo delle fermentazioni e rifermentazioni vi-narie è compreso tra il 01 agosto 2011 ed il 1 maggio 2012. Sono individuati tradizionali, ai soli fini dell’applicazione delle norme citate in premessa, i seguenti vini: Piemonte Moscato passito, Casorzo passito o Malvasia di Casorzo passito, Caluso passi-to, Strevi ed ogni altro prodotto vinicolo le cui caratteristiche rispondano alle definizioni di cui all’articolo 1 - punto uno, lettera a – della Legge 20.02.2006, n. 82 e di cui ai punti 15 e 16 dell’al-legato IV del Regolamento CE n. 479/08.La detenzione delle vinacce ot-tenute dalla produzione di detti

vini tradizionali è vietata a decor-rere dal trentesimo giorno a far data dal loro ottenimento come risultante dalla documentazione ufficiale di cantina e, comunque, non oltre la data del 31 maggio 2009.Solo per i vini passiti elencati sopra le vinacce si possono ot-tenere fino alla data del 1 /05/12 e l’invio alla distillazione può sempre avvenire entro i trenta giorni dal termine ultimo, quindi entro il 31/05/12

FECCIA: anche se la determi-na regionale non riporta nulla sull’ottenimento della feccia e lo smaltimento, si ricorda che può essere ottenuta fino 31 luglio dell’anno successivo e che, una volta ottenuta, deve essere inviata alla distillazione entro 30 gg.Le comunicazioni relative a fer-mentazioni spontanee che avven-gono al di fuori dei periodi stabiliti ai precedenti punti 1 e 2, per le quali vige l’obbligo di immediata comunicazione ai sensi dell’ar-ticolo 9 - punto 3 – della Legge 20.02.2006, n. 82 devono essere indirizzate a: Ispettorato Centrale Repressione Frodi – Ufficio pe-riferico di Torino – str antica di Collegno 259 TORINO 10146 e comunicate mediante telegramma o telefax.Fuori dal periodo vendemmiale le rifermentazioni sono vietate, a meno che non si tratti di spu-mantizzazioni che devono essere comunicate 5 gg prima dell’avvio alla spumantizzazione con appo-sito modulo con tutti i dati richie-sti (zucchero usato, recipiente, e tipo di spumantizzazione) quindi

in caso di rifermentazione spon-tanea bisogna avvertire tempesti-vamente l’ICQ per evitare verbali in sede di controlli.Ai soli fini dell’applicazione dell’articolo 9 - punto 4 - della Legge 20.02.2006, n. 82, sono considerati “mosti parzialmente fermentati frizzanti” i prodotti vinicoli riconducibili alla defini-zione di cui al punto 11 dell’al-legato IV del Regolamento CE n. 479/08, nonché i seguenti vini a D.O.C. o D.O.C.G.: Brachetto d’Acqui nella tipologia rosso (ex D.M. 24.04.1996), Asti nella ti-pologia Moscato d’Asti (ex D.M. 29.11.1993 e s.m.i.), Malvasia di Casorzo (ex D.M. 26.05.1997), Malvasia di Castelnuovo Don Bosco (ex D.M. 28.02.1995), Pie-monte nelle tipologie Brachetto e Moscato (ex D.M. 22.11.1994).Solo per i vini sopra citati in base alla legge 82 non bisogna comunicare la rifermentazione fuori periodo.La dichiarazione preventiva che veniva effettuata nel periodo ven-demmiale per le rifermentazioni future fuori dallo stesso periodo non esiste più.Le aziende che effettueranno delle spumantizzazioni devono inviare la dichiarazione di spumantizza-zione 5 gg prima dell’operazione all’ICQ.Le aziende che devono produr-re vini frizzanti devono fare una comunicazione preventiva 30 gg prima di iniziare le operazioni ed aprire presso l’ICQ i registri dei frizzanti. (Attenzione, questa comunicazione è unatantum cioè chi la ha già presentata non deve piu farla).

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ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Tabella per il trasporto delle uveTutte le casistiche utili nel periodo della vendemmia

DESTINAZIONE DELLE UVE MODALITA' DEL TRASPORTO DOCUMENTI NECESSARI PER IL TRASPORTO UVE

PRODUTTORE IN PRODUTTORE CONTABILITA' IVA ESONERATO IVA

t ENTRO LO STESSO PRODUTTORE NESSUN DOC NESSUN DOC CANTINA DELLO 40 KM VETTORE / CONTO TERZISTA SCHEDA DI TRASPORTO O DDT INTEGRATO DATI SCHEDA STESSO PRODUTTORE OTRE LO STESSO PRODUTTORE DA DA

40 KM VETTORE / CONTO TERZISTA DA INTEGRATO DEI DATI SCHEDA OPPURE DA + SCHEDA

LO STESSO PRODUTTORE NESSUN DOC NESSUN DOC ENTRO VETTORE / CONTO TERZISTA 40 KM PAGATO DAL PRODUTTORE SCHEDA DI TRASPORTO O DDT INTEGRATO DATI SCHEDA

CANTINA VETTORE / CONTO TERZISTA PAGATO DALLA CANTINA SOC DA INTEGRATO DEI DATI SCHEDA OPPURE DA + SCHEDA

SOCIALELO STESSO PRODUTTORE DA DA

OLTRE VETTORE / CONTO TERZISTA 40 KM PAGATO DAL PRODUTTORE DA INTEGRATO DEI DATI SCHEDA OPPURE DA+ SCHEDA

VETTORE / CONTO TERZISTA PAGATO DALLA CANTINA SOC DA INTEGRATO DEI DATI SCHEDA OPPURE DA + SCHEDA

LO STESSO PRODUTTORE DDT O IN PARTENZA O ALL'ARRIVO NESSUN DOCUMENTO ENTRO VETTORE / CONTO TERZISTA 40 KM PAGATO DAL PRODUTTORE SCHEDA DI TRASPORTO O DDT INTEGRATO DATI SCHEDA

ACQUIRENTE VETTORE / CONTO TERZISTA VINIFICATORE PAGATO DALL'ACQUIRENTE DA INTEGRATO DEI DATI SCHEDA OPPURE DA + SCHEDA

LO STESSO PRODUTTORE DA DAOLTRE VETTORE / CONTO TERZISTA 40 KM PAGATO DAL PRODUTTORE DA INTEGRATO DEI DATI SCHEDA OPPURE DA + SCHEDA

VETTORE / CONTO TERZISTA PAGATO DALLA CANTINA SOC DA INTEGRATO DEI DATI SCHEDA OPPURE DA + SCHEDA

TRASPORTO SENZA NESSUNPRIVATO NESSUN VETTORE IN PROPRIO DA DACONSUMATORE ESONERO

IN KM TRASPORTO A CURADI UN VETTORE DA INTEGRATO DEI DATI SCHEDA OPPURE DA + SCHEDA

TRASPORTO SENZA NESSUNCENTRI DI NESSUN VETTORE IN PRORIO DA DAINTERMEDIAZIONE ESONERO

IN KM TRASPORTO A CURADI UN VETTORE DA INTEGRATO DEI DETI SCHEDA OPPURE DA + SCHEDA

SI PRECISA CHE LE AZIENDE AGRICOLE CHE COME ATTIVITA' ANNESSA EFFETTUANO IL TRASPORTO DI UVE OCCASIONALMENTE PER CONTO TERZI NON SONO TENUTE AD ISCRIVERSI ALL'ALBO DEI TRASPORTATORI QUINDI L'INDICAZIONE DEL SUDDETTO NUMEROSULLA SCHEDA DI TRASPORTO INTERESSA SOLO GLI AUTOTRASPORTATORI.

SI PRECISA CHE LE AZIENDE AGRICOLE CHE COME ATTIVITà ANNESSA EFFETTUANO

IL TRASPORTO DI UVE OCCASIONALMENTE PER CONTO DI TERZI NON SONO TENUTE AD ISCRIVERSI ALL’ALBO DEI TRASPORTATORI. QUINDI L’INDICAZIONE DEL SUDDETTO

NUMERO SULLA SCHEDA DI TRASPORTO INTERESSA SOLO AGLI AUTOTRASPORTATORI.

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ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Percorso di allineamento delle superfici vitate Sottoscritto il protocollo d’intesa con la Regione per lo schedario

In attuazione del dm 16 dicem-bre 2010 e della circolare agea n 143 del 17 febbraio 2011

il fascicolo aziendale diventerà l’unica base dati delle aziende agricole la Regione Piemonte dovrà terminare l’allineamento delle proprie superfici vitate entro il 31 marzo 2012 ,per rispettare tale temine si è resa necessaria la predisposizione di un piano operativo in accordo con le Rap-presentanze Agricole che prevede diversi punti vista la complessità del percorso. In questi giorni dopo alcuni mesi di incontri a livello regionale le parti sono arrivate alla sottoscrizione del protocollo d’intesa fra la Regione e le rap-presentanze del mondo agricolo dotando cosi l’intero comparto di un percorso di allineamento che vedrà condividere i principi del piano operativo iniziando una collaborazione fattiva fra modo agricolo ed istituzioni ,ognuno per la parte di propria competenza, lavorando alla realizzazione del percorso di allineamento delle superfici vitate ed al relativo trasferimento dei dati dei vini ottenibili da tali superfici , gli impegni e le finalità dell’accordo prevedono :-di effettuare un monitoraggio periodico del percorso di alli-neamento, con cadenza almeno mensile, al fine di assicurarne il completamento nei tempi pre-visti; -di accettare che, al termine del percorso di allineamento, le su-perfici vitate saranno espresse dal solo dato fotointerpretativo e che tale valore di superficie deve essere utilizzato come rife-

rimento unico per tutti i procedi-menti tecnico-amministrativi, ivi comprese le attività di controllo, sostituendosi a quanto preceden-temente accertato dai funzionari della Pubblica Amministrazione e dagli Organismi di controllo;-di stabilire che al termine del per-corso di allineamento le superfici dichiarate che risultino superiori al dato fotointerpretativo e che siano concordi con lo stesso (sulla base della tolleranza pre-vista dal DM 16 dicembre 2010 e della circolare AGEA n. 143 del 17 febbraio 2011) danno luogo a diritti di impianto in portafoglio delle aziende conduttrici di tali superfici;-di stabilire che il trasferimento dei dati relativi ai vini deve consentire un lineare passaggio dalla logica “dell’iscrizione all’Albo” a quella

“dell’idoneità produttiva delle su-perfici ai fini della rivendicazione delle produzioni a DOP”;-il trasferimento dei dati relativi ai vini deve avvenire in tempo utile per consentire la presenta-zione della dichiarazione unica (di vendemmia, di produzione e di rivendicazione) relativa alla vendemmia 2011;-di stabilire che, ai fini della presentazione della dichiara-zione unica (di vendemmia, di produzione e di rivendicazione) relativa alla vendemmia 2011 per le superfici vitate concordi con il dato fotointerpretativo anche in considerazione della tolleranza prevista dal DM 16 dicembre 2010 e della circolare AGEA n°143 del 17 febbraio 2011 , non che per quelle non concordi che abbia-no attivato l’istanza di riesame,

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Dichiarazione unica di vendemmia Produzione e rivendicazione per la campagna 2011-12

Punto fondamentale del per-corso del piano operativo sarà la vendemmia 2011

in quanto la raccolta delle uve avrà come unica base di certifi-cazione i dati riportai sul fascicolo aziendale, a tal proposito occorre ricordare che da questo anno gli albi doc/docg gestiti fino alla vendemmia 2010 dalle Camere di Commercio per effetto ed in ap-plicazione del decreto legislativo 61 /2010 non sono più attivi.La d ichiaraz ione unica d i vendemmia,di produzione, e rivendicazione sarà quindi com-prensiva di tutti i dati di raccolta, cessione delle uve, vinificazione e certificazione dop. Tutto il processo dichiarativo verrà poi convalidato e certificato dai vari enti d i controllo incaricati per le nostre denominazioni in base al piano dei controlli:La Regione Piemonte, in attua-zione del regolamento (CE) n.

436/2009, metterà in linea come già avvenuto negli anni scorsi il servizio on-line per la gestione delle dichiarazioni di vendemmia 2011 dando così la possibilità ai produttori di espletare tut-ti gli adempimenti burocratici necessari alla certificazione e rivendicazione della produzione vitivinicola. Nei prossimi giorni prima di iniziare le operazioni di vendemmia sarà estremamente importante verificare la propria situazione aziendale vitivinicola presso gli uffici tecnici della no-stra struttura, in quanto come già riportato le vecchie iscrizioni doc delle Camere di Commercio per la vendemmia 2011 non sono più attive e gli unici dati certi-ficativi saranno quelli presenti sul fascicolo aziendale, presso i nostri uffici sarà anche possibile richiedere una stampa aggiornata comprensiva di superfici suddi-vise per denominazione.

l’azienda potrà avvalersi delle superfici dichiarate in fascicolo nel periodo a far data dal 11feb-braio 2011; -di concludere il percorso di allineamento delle superfici en-tro il 31 marzo 2012, al fine di consentire la stabilizzazione delle superfici vitate iscritte allo Sche-dario viticolo e la definizione degli eventuali diritti di reimpianto da attribuire alle aziende destinata-rie. Il percorso vedrà quindi due fasi operative ,la prima legata alla vendemmia 2011 che si baserà ancora sul dato alfanumerico catastale ed utilizzerà una valida-zione del fascicolo aziendale dal 11 febbraio ad una data ante ven-demmia, a tal proposito occorre precisare che con la cessazione degli albi doc /docg gestiti dalle Camere di Commercio in base al d.lgs 61 la dichiarazione unica di vendemmia,di produzione, e rivendicazione doc avrà come unica base il dato contenuto sul fascicolo del produttore. La seconda fase del piano prevede il completo allineamento delle unità vitate alla superficie foto interpretata entro il 31 marzo 2012 ,l’allineamento dei dati nello schedario viticolo è previsto dal DM 16 dicembre 2010, artt. 21 e 22. l’obiettivo di tale operazione è la definizione a Schedario di un unico dato di superficie vitata a livello di singola unità vitata, inte-grando tutte le informazioni ine-renti l’attitudine alla produzione di vini a DO. Tale dato sarà quello utilizzato in tutti i procedimenti (PSR, DU, gestione potenziale viticolo, dichiarazione unificata di vendemmia-produzione-riven-dicazione), fatta eccezione per i regimi di aiuto “Ristrutturazione vigneti” e “Vendemmia verde” che riguardano l’applicazione dell’art. 75 del Reg. CE 555/08.

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Asti: approvato il disciplinareLe nuove regole per la vendemmia moscato 2011

I l comitato nazionale vini nella sua seduta del 19 e 20 luglio ha approvato il nuovo

disciplinare del Asti e Moscato d’Asti DOCG.Approvate anche le sottozone, “metodo classico” e la valvola di sfogo del blocage/déblocage.Ma non l’allagamento della zona di produzione al comune di Asti che sarebbe stato il 53° Comune delle tre province piemontesi.Nell’ultima riunione romana di Luglio si è dato il via libera al nuovo disciplinare dell’Asti docg. Un comparto vitivinicolo tutto Piemontese che muove 92 milioni di bottiglie tra Asti spumante e Moscato “tappo raso” con pro-spettive sempre in crescita tanto che per il 2011 si parla di vendite in Italia e nel mondo tra i 100 e i 105 milioni di bottiglie.Le modifiche tanto discusse e sofferte apportate e approvate dal Ministero al nuovo disciplinare prevedeno la possibilità di indica-re in etichetta il metodo classico fermentazione in bottiglia come tecnica di vinificazione.La pratica del metodo classico, come quella della vendemmia tardiva, era usata da tempo, per produzioni di nicchia, ma di fatto non regolamentata dal disciplinare. La resa delle uve è rimasta a 100 quintali per ettaro a docg, più un 20% di tolleranza, nessun aumen-to, mantenendo i quantitativi alla resa originaria del disciplinare si potrà mantenere una buona qualità delle uve e dei vini.La decisione eclatante, mutuata dai cugini francesi, è l’intridu-

zione del blocage/déblocage. È in pratica la possibilità di “congelare” una quantità di uva fino a 10 quintali per ettaro, che potrà passare da “supero” a docg a seconda delle richieste di mercato.Per il Moscato d’Asti docg sono state approvate finalmente le tre Sottozone, tanto aspettate dai produttori delle zone.Strevi, Canelli e Santa Vittoria, comprenderanno i comuni vocati che le cricondano e potranno comparire in etichetta già con al produzione 2011.Solo nell’ambito della denomina-zione Moscato d’Asti fortemente voluta dai produttori sarà obbli-

gatoria l’indicazione dell’annata di produzione, questo anche per l’adeguamento alle nuove norme sull’etichettatura imposte dal decreto legislativo 61 del 2010 dove tutte le denominazione ad esclusione di quelle tipologie spumanti dovranno indicare tale indicazione in etichetta.Ora si attende solo l’esito della Commissione Paritetica, che in questi giorni di agosto si sta incontrando, coordinata della Regione Piemonte, e la super-visione del Consorzio di Tutela, che dovrebbe decidere sulle rese 2011 per l’uva moscato per Asti e “tappo raso” docg e soprattutto sul prezzo delle uve.

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Vini: il ruolo dei tanniniSulla qualità e nell’affinamento

I l colore, la sapidità e la con-servabilità dei vini invecchiati dipende in principal modo dai

tannini.I tannini del commercio possono essere impiegati per conseguire diversi obiettivi enologici; la scelta del prodotto va effettuata in base alle caratteristiche del vino che si intende ottenere.I tannini ceduti dall’uva appar-tengono alla categoria dei tannini condensati o catechici o proan-tocianidinici.I tannini ceduti dal legno appar-tengono invece alla classe dei tannini idrolizzabili.

TANNINI CONDENSATIL’accumulo dei composti fenolici è molto limitato nelle viti giovani.Per la produzione dei grandi vini rossi occorrono viti relativamente vecchie.La quantità di fenoli accumulati dipende da molteplici fattori:tipo di terreno,dalla varietà,dallo stato sanitario delle uve,dallo stato di maturazione,dalla produzione/ha,dalla densità di impianto,dalle scelte colturali: quelle che aumentano il vigore della pianta e la produzione riducono l’accumulo di fenoli (potature, concimazioni, portinnesti).La maturità fenolica si ha quando il contenuto totale di polifenoli nelle uve è elevato e la loro estraibilità e capacità di diffusione nel vino risulta ottimale.Essa si verifica nella fase di sur-maturazione (lo stesso vale per gli antociani):

quando si ha maggiore incidenza dei tannini della buccia più poli-merizzati e meno astringenti,quando si ha minore incidenza dei tannini dei vinaccioli, più astringenti, meno polimerizzati e molto reattivi (che lignificano con la surmaturaziione).quando si ha maggior presenza di tannini pastosi, dolci, non aggres-sivi ed amari, per aumento del loro grado di polimerizzazione.

Non conviene andare oltre la fase di surmaturazione perché, a seguito della degradazione delle membrane, si può avere perdita consistente di aromi varietali e di colore.I tannini dell’uva sono presenti in percentuali diverse nelle varie parti del grappolo:1% circa nella polpa,10/15% nella buccia, 65% nei vinaccioli e 20% nel graspo.

Secondo Rabbione nel laboratorio analisi del Centro Studi Vini del Piemonte di San Damiano d’Asti

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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I tannini della buccia meno reat-tivi dei tannini dei vinaccioli ma sono tendenzialmente più amari e pastosi; prima della maturazione hanno sapori vegetali con elevata astringenza; con il progredire della maturazione perdono astringenza e conferiscono corpo senza ag-gressività.I tannini dei vinaccioli sono costi-tuiti da catechine poco polimeriz-zate, sono molto più reattivi con le proteine e caratterizzati da elevata astringenza; essi, in caso di uve non ben mature, conferiscono ruvidezza e secchezza.Essi sono rivestiti da uno strato lipidico che ne impedisce la dis-soluzione nel mosto; l’etanolo ne provoca la solubilizzazione.Quando sono ottenuti da uve molto mature sono indispensabili per vini di lungo invecchiamento, conferendo sensazioni di corpo e di armonia.

La combinazione tra antociani-tannini, indispensabili per la stabilità del colore, necessita infatti di una forte incidenza di proantocianidine reattive e quindi di un buon tenore di tannini dei vinaccioli.I tannini dei graspi hanno una reattività simile a quella dei vi-naccioli.

Il colore, la sapidità e la conserva-bilità dei vini invecchiati dipende in principal modo dai tannini; gli antociani infatti non influiscono sul sapore.A differenza degli antociani (che vengono estratti rapidamente), l’estrazione dei tannini è costante nel tempo con la macerazione e con l’aumentare dell’alcol.L’aggiunta di tannini commerciali ad inizio FA serve a supplire que-sta iniziale carenza per preservare gli antociani dall’ossidazione.I tannini si possono legare ai com-posti solforati prodotti dai lieviti che presentano odori sgradevoli di ridotto percepibili a soglie re-lativamente basse.Questo tipo di reazione viene sfruttata con l’uso dei tannini commerciali per eliminare l’odore di ridotto dai vini, anche se tali odori possono concorrere alla formazione di odori fruttati di altre componenti dell’uva.

TANNINI IDROLIZZABILINel vino i tannini idrolizzabili pro-vengono dal legno, dal sughero dei tappi e dai tannini idrolizzabili commerciali.

TANNINI DEL COMMERCIOI tannini del commercio possono essere impiegati durante la vinifi-

cazione, nella fase di affinamento o nella fase finale di imbottiglia-mento.Durante la vinificazione in rosso possono essere impiegati per perseguire gli obiettivi sopracitati (come antiossidanti e stabilizzanti del colore).Nella fase di affinamento dei vini (fino a 2 mesi prima dell’imbotti-gliamento) appare più opportuno utilizzarli in base alle caratteristi-che chimiche, allo scopo principal-mente di ottenere due obiettivi: a. bilanciamento dell’equilibrio redox (tannini di galla, ellagici, proantocianidinici); b. stabilizzazione del colore e po-limerizzazione dei tannini (tannini proantocianidinici da buccia e vi-nacciolo e tannini ellagici raffinati di alta gamma). Nella fase di imbottigliamento (da 2 mesi a 10 giorni prima dell’imbottigliamento), è invece assolutamente opportuno eseguire analisi organolettiche mirate per ottenere il miglioramento della struttura e dell’armonia del vino, restyling, che è in grado di produr-re effetti importanti sull’equilibrio gustativo. Dopo opportuna degustazione comparativa, si sceglie la configu-razione vino/tannini più adeguata all’esigenza.

SPORTELLI INFORMATIVI COLDIRETTI ASTI

INFORMAZIONI SULL’ATTIVITA’ AGRICOLA:

- PSR 2007-2013;

- produzioni ecocompatibili,difesa fitosanitaria;

- Condizionalità, agricoltura biologica;

- sicurezza alimentare;

- gestione dell’impresa;

- mercato, filiere,multifunzionalità;

- ricerca;

- aggiornamenti normativi;

- risorse naturali;

- cooperazione

AstiC. so F. Cavallotti, 41

CanelliV. Cassinasco 11/13

Castelnuovo D.B.V. Aldo Viglione 18

MoncalvoP.zza Carlo Alberto 25

Nizza Monf.toC. so Acqui, 42/44

San Damiano d’AstiV. Roma 23

Zona di VesimeP.zza V. Emanuele II, 3

Zona di VillanovaV. Oddone Blandino 19

Per informazioni: 0141.380.427

SPORTELLI INFORMATIVI COLDIRETTI ASTI

INFORMAZIONI SULL’ATTIVITA’ AGRICOLA:

- PSR 2007-2013;

- produzioni ecocompatibili,difesa fitosanitaria;

- Condizionalità, agricoltura biologica;

- sicurezza alimentare;

- gestione dell’impresa;

- mercato, filiere,multifunzionalità;

- ricerca;

- aggiornamenti normativi;

- risorse naturali;

- cooperazione

AstiC. so F. Cavallotti, 41

CanelliV. Cassinasco 11/13

Castelnuovo D.B.V. Aldo Viglione 18

MoncalvoP.zza Carlo Alberto 25

Nizza Monf.toC. so Acqui, 42/44

San Damiano d’AstiV. Roma 23

Zona di VesimeP.zza V. Emanuele II, 3

Zona di VillanovaV. Oddone Blandino 19

Per informazioni: 0141.380.427

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ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Flavescenza: via libera alle sanzioni Viticoltori esasperati dalla malattia della vite

v ia libera ad un’applica-zione immediata e tem-pestiva delle sanzioni

previste contro chi non applica la lotta alla Flavescenza dorata, la malattia che provoca la morte delle viti.L’esasperazione dei viticoltori professionisti per la decimazione dei vigneti astigiani è tale che molti sollecitano da tempo il “pugno duro” della Regione nei confronti di chi non si attiene alla normativa di lotta obbligatoria alla Flavescenza.Un’apposita determinazione del Settore Fitosanitario Regionale emanata recentemente ha adot-tato la normativa sanzionatoria di riferimento che prevede le se-guenti sanzioni amministrative:euro 3.000 per ettaro di super-ficie e comunque con un mini-mo di euro 500, per i soggetti che non rispettano gli obblighi relativi alle estirpazioni dei vigneti infetti; da euro 200 ad euro 1.200, per chiunque non rispetti gli obblighi relativi all’esecuzione di trattamenti fitoiatrici obbligatori.Dopo le ripetute e gravi recru-descenze della fitoplasmosi e la sua progressiva penetrazione in tutti i territori viticoli piemontesi, l’adozione di un regime di san-zioni amministrative, auspicato e ripetutamente richiesto dai viticoltori in questi anni, può in questo momento segnare una svolta importante ai fini del ri-spetto più rigoroso e diffuso de-gli obblighi di lotta obbligatoria (estirpo superfici vitate infette ed effettuazione dei trattamenti).

“Con la determina della Regione – sottolinea Antonio Bagnulo, responsabile assistenza tecnica Coldiretti Asti – si conta ora di non andare più in contro a lun-gaggini burocratiche o carenze organizzative.Il provvedimento sanzionatorio non deve essere svilito o diven-tare una mera azione di facciata. E’ importante e di notevole ef-fetto deterrente un’applicazione

immediata e puntiforme sul ter-ritorio delle inadempienze rileva-te, tenendo conto che esistono numerose situazioni di palese violazione già conosciute e ver-balizzate e che potrebbero esse-re immediatamente sottoposte al nuovo regime sanzionatorio. Chi vive sulla viticoltura si aspetta, anche dall’Assessorato Regio-nale all’Agricoltura, di procedere senza tentennamenti”.

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ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Bilancio della campagna grano ed orzoRaccolta scarsa, ma di qualità, per i cereali vernini

L’applicazione delle Azioni Agroambientali del nuovo Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013, prevede che le imprese agricole beneficiarie dei contributi rispettino molteplici impegni minimi (condizionalità) e impegni specifici (disciplinari di produzione). Inoltre, nel caso dell’Azione 214.1 “Applicazione delle tecniche di produzione integrata”,

è previsto che l’impresa agricola beneficiaria utilizzi un servizio di assistenza tecnica qualificato per il rispetto dei disciplinari produttivi. A tale riguardo la Coldiretti tramite la propria società di servizi, Impresa Verde Asti, mette a disposizione presso ogni Ufficio Zona un Servizio Tecnico a cui gli associati possono rivolgersi:

Uffici di zonaAstiSan DamianoVillanova d’AstiCastelnuovo D.B.MoncalvoNizza M.toCanelliValle Bormida

Telefono0141.380.4280141.97.10000141-946639011.987.68.630141.91.61.000141.72.11.170141.82.35.900144.85.98.01

Tecnici di riferimentoRaviola Monica, Frandino DavideTrinchero ChristianMarzano SimonettaCasalegno Emiliana, Torchio ClaudioBosso GiampieroMirandola Raffaella, Leone Lorena, Giacoppo SalvatoreBosca Pietro, Poggio MatteoMazzolo Sara, Mo Diego, Riva Marco

ASSISTENZA TECNICA AGROAMBIENTALEPer una giusta applicazione della “condizionalità” e dei disciplinari

Infine, per problematiche specifiche è possibile rivolgersi ai seguenti tecnici: Settore viticolo: Pietro Bosca, cell. 335-7502078; Settore frutticolo e corilicolo: Daniele Di Matteo, cell. 335-7502081; Settore Seminativi: Adriano Cavallito, cell. 335-6579172; Claudio Torchio, cell. 335-471016. Il gruppo di tecnici si avvale anche del sup-porto specialistico di esperti esterni ed è coordinato a livello provinciale da Antonio Bagnulo (Tel. 0141.380.427; Cell. 335.750.20.61) al quale ci si può rivolgere per ogni ulteriore chiarimento o problematica.

Brusca riduzione dei raccolti nell’Astigiano per grano ed orzo.

L’andamento climatico sfavorevo-le, ha inciso sulle quantità, ma la qualità è comunque da conside-rarsi buona. E’ questo, in estrema sintesi, il bilancio della campagna dei cereali vernini, stilato dai tecnici di Coldiretti di Asti. La raccolta è iniziata a metà giugno, con orzi e grani seminati nella prima decade di ottobre. E’ poi proseguita a fasi alterne fino alla fine di luglio a seguito dei temporali che hanno causato un aumento di umidità nella granella.La qualità del prodotto risulta dun-que buona, con pesi specifici che

superano il valore di 75 e assenza di cariossidi perché danneggiate da funghi e quindi senza rischio di micotossine. Anche la cimice, la temuta Eurygaster Maura, non ha danneggiato le coltivazioni e la sua presenza in ogni caso è stata agevolmente controllata.Pur non avendo ancora un qua-dro definitivo - precisano i tecnici Coldiretti - dei dati analitici sulle caratteristiche tecnologiche delle farine, glutine e panificabilità, si può affermare che la qualità 2011 si attesti sulle caratteristiche tipiche di ogni varietà e alla relativa classe di commercializzazione ed utilizzo.In ogni caso la produzione è oscil-lata fra i 20 e i 35 q/Ha per l’orzo

e dai 20 ai 45 per il grano tenero (contro produzioni medie in annate normali di 50-70 q/Ha).Per quanto riguarda la commercia-lizzazione i primi valori di mercato sono allineati sui 20-22 Euro/q per il grano e 19-20 Euro/q per l’orzo.Fortunatamente non c’è stata pertanto una brusca discesa delle quotazioni come si poteva ipotiz-zare. Ai molti cerealicoltori pesa ancora l’andamento della scorsa campagna di commercializzazione quando si passò da valori di 13-14 Euro, nella fase di raccolta, per arrivare fino a 28-29 Euro al marzo successivo, quando il prodotto con grande amarezza non era più in loro possesso.

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ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Nocciole: annata positivaRese buone e prezzi in linea con lo scorso anno

Libero scambio U.E. e Corea del SudPer l’esportazione vini oltre i 6000 euro necessaria la dichiarazione

Sono buone le prospettive per la campagna della nocciola. Coltivata preva-

lentemente nella varietà “Tonda Gentile Tribolata”, in Piemonte se ne producono ogni anno circa 180 mila quintali su una superficie di oltre 11 mila ettari. In provincia di Asti la coltura è particolarmen-te apprezzata nella Langa, nel Canellese, a Castagnole Lanze, Settime e Castellero. Quest’anno la produzione dovrebbe attestarsi mediamente fra i 18-22 quintali ad ettaro. L’annata risulta parti-colarmente precoce grazie alle t temperature del mese di aprile, più elevate rispetto alla media del periodo.La crescita e lo sviluppo vegeta-tivo del nocciolo – sottolineano i tecnici Coldiretti – sono stati anticipati di circa una quindicina

di giorni e la prima caduta a terra dei frutti giunti a maturazione si è già avuta nella seconda metà di luglio.Durante la fase estiva i frequenti temporali e le basse temperature mattutine non consentono un accettabile essiccamento dei frutti già cascolati al suolo, è quindi opportuno prevedere più passaggi di raccolta in modo da ridurre la permanenza delle noc-ciole sul terreno. Tale operazione consente di poter destinare alla vendita un prodotto con minori tassi di umidità, di avere minori difficoltà nella separazione dei vuoti ed evitare l’insorgenza di muffe.Il carico di produzione risulta essere nella media delle ultime annate, con variazioni di resa e qualità a seconda delle zone di

produzione ma mediamente sti-mabile intorno ai 18-22q/Ha.Da Castagnole delle Lanze, sede della tradizionale fiera, emergono le prime contrattazioni. Il valore si attesta attorno ai 230 € al quintale in linea con prezzi dello scorso anno.

Con avviso pubbl icato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 168

del 28.6.2011 è reso noto che l’accordo di libero scambio tra l’Unione europea e i suoi Stati membri,con la Repubblica di Corea del sud , firmato a Bruxel-les il 6 ottobre 2010, si applica a titolo provvisorio a decorrere dal 1° luglio 2011L’accordo di libero scambio Unione Europea -Corea del Sud comprende il protocollo relativo

alla definizione della Dichiara-zione di origine ed Esportatore autorizzato. Il protocollo contiene regole di origine standard, disposizioni sulle prove di origine innovative che istituzionalizzano l’autocer-tificazione .L’accordo di libero scambio Unione Europea -Corea del Sud prevede la progressiva e recipro-ca liberalizzazione degli scambi di beni e servizi, nonché regole comuni sui problemi legati al

commercio.La normativa su citata rende necessaria la predisposizione delle certificazioni da richiedere agli uffici doganali competenti per tutte le esportazioni verso la Corea del sud con importo di fatturazione superiore ai i seimila euro.Per ulteriori informazioni ed eventuale predisposizione della modulistica rivolgersi all’ufficio vitivinicolo della nostra organiz-zazione .

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Decreto sviluppo Fabbricati RuraliDevono essere accatastati alle categorie A/6 D/10

I fabbricati che rispettano i requi-siti della ruralità di cui all’articolo 9 del Dl 557/1993 dovranno es-

sere iscritti nelle categorie catastali individuate dalla Cassazione, ovvero A/6 e D/10, entro il 30 settembre prossimo. Lo prevede l’articolo 7 del Dl 70/2011 (decreto Sviluppo) approvato lo scorso 7 luglio. L’ac-catastamento dei fabbricati rurali av-verrà attraverso apposita domanda del contribuente, da produrre entro il 30.09.2011 e a cui deve essere allegata l’autocertificazione della presenza dei requisiti per l’accata-stamento a tali categorie. A questo punto, per individuare le costruzioni destinatarie di questa disposizione, è necessario dividere i fabbricati rurali in due categorie: 1) Quelli segnalati in mappa nel catasto terreni per i quali non scatta l’obbligo di farli transitare nel catasto fabbricati; per queste costruzioni riteniamo che non si debba fare nulla in quanto nessuna norma di legge prevede l’obbligo dell’iscrizione al catasto fabbricati (si veda l’articolo 2, comma 36 del Dl 262/06); 2) I fabbricati rurali già iscritti nel catasto fabbricati, che, a loro volta, devono essere scomposti in due categorie: quelli accatastati nelle categorie A6 e D10 per i quali nulla deve essere fatto, e i fabbricati clas-sificati in altre categorie per i quali invece è opportuna la domanda di variazione di categoria catastale.Il contribuente dovrà autocertificare che il fabbricato rurale rispetta da almeno un quinquennio i requisiti stabiliti dall’art. 9 comma 3 e 3 bis del DL 557/93, ovvero i seguenti:

Requisiti necessari per l’inquadra-mento come abitazione a carattere agricolo: - il fabbricato deve essere utilizzato quale abitazione: dal soggetto titolare del diritto di proprietà o di altro diritto reale sul

terreno (o i suoi familiari conviventi a carico) per esigenze connesse all’at-tività agricola svolta, dell’affittuario del terreno stesso (o i suoi familiari conviventi a carico) o dal soggetto con altro titolo idoneo conduce il terreno a cui l’immobile è asservito, da coadiuvanti iscritti come tali ai fini previdenziali, di pensionati che ricevono una pensione da agricol-tore, da collaboratori nel caso siano assicurati come contadini, da per-sone che gestiscono una malga, da uno dei soci o amministratori delle società agricole; il terreno agricolo cui fabbricato è asservito deve avere una superficie non inferiore a 10.000 metri quadrati ( 3.000 metri quadrati in caso di utilizzo intensivo del terreno agri-colo) ed essere censito al catasto terreni con attribuzione di reddito agrario; la percentuale del fatturato agricolo sul complessivo volume d’affari della persona che coltiva l’attività agricola deve essere superiore al 50% ( 25% per zone montane);l’impresa agricola deve essere iscrit-ta al Registro Ditte della Camera di Commercio

Requisiti necessari per l’inquadra-mento come bene strumentale: - edifici atti a proteggere le piante (serre); - edifici atti alla conservazione di prodotti agricoli; - depositi agricoli e edifici per le macchine agricole; - edifici all’allevamento e al ricovero degli animali; - edifici dedicati per l’agriturismo; - abitazioni dei dipendenti esercenti attività agricole nell’azienda a tempo indeterminato a tempo determinato per un numero annuo di giornate lavorative superiore a cento, assunti in conformità alla normativa vigente in materia di collocamento; - edifici atti alle persone addet-

te all’attività di alpeggio in zona montagna; - ufficio atto dell’azienda agrico-la; - edifici dedicati alla manipolazione, trasformazione, conservazione, valo-rizzazione o commercializzazione dei prodotti agricoli, anche se effettuate da cooperative e loro consorzi; - edifici atti all’esercizio dell’attività agricola in maso chiuso.

Secondo quanto stabilito dal DL 577/93 questi edifici perdono la loro caratteristica agricola sola-mente se sono utilizzati per scopi che non fanno riferimento al settore primario.Una volta redatta e inviata la doman-da recante in allegato l’autocertifica-zione di detti requisiti, l’Agenzia del Territorio dovrà, entro il 20/11/2011, convalidare la richiesta e attribuire all’immobile una delle due catego-rie (A/6 D/10), previa verifica della presenza dei requisiti. Nel caso in cui entro tale termine l’Agenzia non si sia pronunciata il contribuente potrà utilizzare la categoria catastale richiesta per 12 mesi. Nel diverso caso in cui la categoria richiesta venga negata con decreto motivato, il contribuente entro il 20/11/2012 deve procedere: - al pagamento delle imposte dovute sul fabbricato, secondo la corretta categoria catastale; - al pagamento degli interessi e delle sanzioni in misura doppia, rispetto a quelle applicabili in via ordinaria.

Secondo quanto previsto, infine, in materia di presentazione dell’istanza in commento, il ministero dell’eco-nomia emanerà un decreto che definirà compiutamente le modalità operative con cui i contribuenti dovranno provvedere a presentare la documentazione e le autocerti-ficazioni.

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