il sistema agricolo del friuli venezia giulia

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IL SISTEMA AGRICOLO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA PICCOLI NUMERI E ALCUNE ECCELLENZE AGROALIMENTARI INEA Sede Regionale per il Friuli Venezia Giulia

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Page 1: IL SISTEMA AGRICOLO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA

IL SISTEMA AGRICOLO DEL FRIULI VENEZIA GIULIApICCOLI NUMERI E ALCUNE ECCELLENZE AGROALIMENTARI

INEASede Regionaleper il Friuli Venezia Giulia

collana pUBBLICAZIONI REGIONALI

ISBN 9788881452163

Le attività delle Sedi Regionali dell’Istituto sono molteplici, dall’assistenza alle Regioni e agli altri enti locali, in particolare per l’attuazione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche comunitarie (interventi strutturali, di mercato, sviluppo rurale, ecc.), per la produzione di fonti informative originali sul funzionamento delle imprese agricole (RICA) e sulle dinamiche di importanti fenomeni che investono il settore primario: irrigazione, foreste, immigrati, mercato fondiario, filiere agroalimentari, produzioni di qualità e biologiche, ecc. Ma una componente di rilievo è rappresentata anche dalle attività di ricerca che le sedi regionali assicurano per la realizzazione di indagini condotte dalla sede nazionale dell’Ente e dalle collaborazioni attivate in partnership con il mondo della ricerca nazionale e internazionale.La produzione tecnica e scientifica delle Sedi Regionali spazia dai rapporti finalizzati alle esigenze di supporto alle decisioni delle istituzioni locali ai quaderni divulgativi sul sistema della conoscenza in agricoltura e sulla evoluzione e gli scenari di sviluppo agricolo e rurale. Le competenze e le esperienze accumulate in molte sedi consentono anche di sviluppare autonome attività di studio e di ricerca mirate a fornire contributi metodologici e un avanzamento delle conoscenze.

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INEA - Sede Regionale per il Friuli Venezia Giulia

Istituto Nazionale di Economia Agraria

2011

IL SISTEMA AGRICOLO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA

pICCOLI NUMERI E ALCUNE ECCELLENZE AGROALIMENTARI

Page 3: IL SISTEMA AGRICOLO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA

Il presente lavoro è stato realizzato nell’ambito del progetto FRIVITIS - “Il settore vitivinicolo del Friuli Venezia Giu-lia: struttura, produzione, mercato” - frutto della collaborazione tra l’Istituto Nazionale di Economia Agraria (INEA)

e l’Agenzia di sviluppo rurale della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (ERSA).

La pubblicazione è a cura dell’INEA

Coordinamento e Responsabile progetto:

Federica Cisilino

La stesura del testo e le elaborazioni si devono ai seguenti autori:

Federica Cisilino

Stefano Rosso

Gabriele Zanuttig

Greta Zilli

Coordinamento editoriale:

Benedetto Venuto

Realizzazione grafica:

Ufficio grafico INEA

(Barone, Cesarini, Lapiana, Mannozzi)

Segreteria editoriale:

Roberta Capretti

È consentita la riproduzione citando la fonte

Foto: Stefano Rosso, Gabriele Zanuttig, Federica Cisilino

Stampa: CSR Centro Stampa e Riproduzione - Roma

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piccoli numeri ma grande qualità: ecco il sistema agri-colo Fvg.

Se si pensa al Friuli Venezia Giulia, non è possibile non pensare ad una tradizione agricola e rurale che vede in-trecciarsi aspetti sociali ed economici di rilievo. purtrop-po in questi ultimi anni, anche il nostro settore agricolo ha risentito della crisi mondiale che sta attraversando tutti i settori economici: l’agricoltura friulana ha la ne-cessità di ritrovare una guida, una sorta di stella polare che possa farla uscire dalla crisi con metodi e propositi nuovi.

C’è da dire che il Friuli non può puntare sui grandi nume-ri e aumentare le produzioni: le dimensioni delle nostre aziende e dei nostri prodotti non potranno mai compete-re con le grandi economie di scala e con le estensioni dei grandi paesi produttori, che vantano coltivazioni di ettari ed ettari. Che cosa può – anzi, direi deve – fare la no-stra agricoltura per poter uscire dalla crisi? L’agricoltura deve continuare ad essere “friulana” anzi deve conserva-re, semmai fosse possibile, la consapevolezza della pro-pria identità. Questo significa che dai nostri campi e dalle nostre stalle devono uscire prodotti di qualità, quelli che abbiamo sempre continuato a fare, cercando di radicare ancora di più questa tenedenza legando le produzioni al nostro territorio. Mi piace dire spesso che la nostra agri-coltura in un fututo non troppo lontano “o sarà friulana o non sarà”. È una scelta non solo di campo, ma anche di modello in primis culturale, agricolo ed economico che in tempi come questi ci troviamo costretti a fare. E sono convinto che se il Friuli, con i suoi piccoli numeri, ma con le sue eccellenze, punterà su questo, potrà uscire dalla crisi più facilmente e soprattutto con la propria faccia.

Dott. Claudio Violino

Assessore alle risorse rurali, agroalimentari e forestali

L’INEA da molti anni propone studi di settore, dedicando ad essi numerose pubblicazioni che affrontano tematiche legate alle produzioni, alla qualità e alle politiche.

Il progetto nel quale si inquadra questa pubblicazione, frutto della collaborazione tra INEA ed ERSA, si colloca, dunque, in un filone di ricerca ormai consolidato, ovvero nell’alveo delle ricerche di economia e politica del set-tore agroalimentare. Tuttavia, l’approccio tenuto da que-sto studio risulta originale poiché propone un’analisi di mercato relativa ad un prodotto agroalimentare in parti-colare e segue, in parte, modalità tipiche delle ricerche di marketing: tra gli obiettivi, infatti, l’acquisizione di in-formazioni utili per le decisioni in tema di concorrenti, aree di mercato, distribuzione, efficacia delle tecniche promozionali e in generale della valutazione complessi-va della posizione dei vini friulani sul mercato nazionale e internazionale.

Il lavoro presentato in questa pubblicazione si colloca tra le attività sviluppate nella prima parte dello studio, dedicata all’analisi della struttura e della produzione, e intende fornire gli elementi principali dell’ambiente nel quale si colloca il settore oggetto di analisi. La pubbli-cazione si propone, infatti, di illustrare gli elementi prin-cipali che caratterizzano l’agricoltura del Friuli Venezia Giulia, facendo anche riferimento ad alcuni prodotti agro-alimentari particolarmente significativi. Le informazioni riportate intendono rappresentare, dunque, una base per comprendere i cambiamenti che interesseranno in futuro il settore primario e l’agroalimentare regionale.

Dott. Alberto Manelli

Direttore Generale INEA

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Presentazione 7

L’AGRICOLTURAREGIONALESuperficie e popolazione 9

Valore aggiunto e prodotto Interno Lordo 9

Aziende agricole 11

Aziende con allevamenti 14

Lavoro in Agricoltura 15

Mercato Fondiario 16

Risultati produttivi 17

Consumi intermedi 19

ISETTORIPRINCIPALISettore zootecnico 21

Settore della pesca 24

Settore vitivinicolo 26

Settore forestale 30

Agricoltura biologica 32

prodotti a denominazione 35

Aziende agrituristiche 39

Le aziende agricole secondo la RICA 41

CONCLUSIONI 43

SOMMARIO

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Il Friuli Venezia Giulia è una regione autonoma a statu-to speciale dal 1963 e conta circa 1,2 milioni d’abitanti. Creata negli anni del dopoguerra è formata dal Friuli (province di Udine e pordenone e parte della provincia di Gorizia) e dalla Venezia Giulia (provincia di Trieste e parte orientale della provincia di Gorizia). Negli ultimi decen-ni si sono registrati notevoli cambiamenti nelle struttu-re produttive: in passato, infatti, questa piccola regione nord orientale dell’Italia fu caratterizzata da un’agri-coltura poverissima, tanto da sviluppare fortemente il fenomeno dell’emigrazione. E se all’epoca dell’impero austro-ungarico la regione mostrava il suo punto di for-za nel porto di Trieste, (fondamentale sbocco dell’Austria sull’Adriatico), dopo gli anni ’50 i grandi mutamenti sono avvenuti proprio nel settore primario e secondario. Oggi il reddito pro-capite supera la media nazionale e si col-loca tra i più elevati dell’Italia settentrionale.

Il sistema agricolo del Friuli Venezia Giulia si presenta con caratteristiche storiche e culturali molto radicate che, pur essendo un punto di forza, rischiano, talvolta, di rappresentare un vincolo allo sviluppo dell’economia regionale. Questo lavoro si propone come strumento per comprendere l’entità, il peso e le peculiarità dell’agri-coltura del Friuli Venezia Giulia, in una prospettiva di confronto con il dato nazionale. Le politiche agricole regionali destinate allo sviluppo del sistema rurale sa-ranno invece trattate in un successivo aggiornamento di questo lavoro.

La pubblicazione adotta una modalità di presentazione che punta verso un’estrema sintesi degli argomenti trat-

tati. La struttura, pertanto, risulta piuttosto snella, co-stituita da elementi grafici e tavole, accompagnati da un testo essenziale. Le informazioni sono relative al valore aggiunto, all’occupazione, alle produzioni e ai consumi intermedi dell’agricoltura a livello regionale. Vengono, inoltre, esaminate le più recenti evoluzioni che hanno caratterizzato le strutture delle aziende agricole e de-gli allevamenti della regione. Un’attenzione particolare viene dedicata ai numerosi prodotti agroalimentari tipici e di qualità che contraddistinguono un territorio lega-to profondamente alla propria cultura enogastronomica tradizionale che, in alcuni casi, subisce l’influenza dei paesi confinanti.

Questo libello, primo di due, si inserisce all’interno del progetto Frivitis, frutto dell’accordo tra la Sede regionale INEA e l’Agenzia per lo sviluppo rurale ERSA della Re-gione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Il progetto prevede una fase di approfondimento e di analisi del comparto vitivinicolo inquadrato nel sistema agroalimentare re-gionale e un focus dedicato alle dinamiche di mercato. Il secondo leaflet riporterà i principali risultati della ri-levazione diretta che indagherà sulla qualità, gli investi-menti, i canali commerciali e le attività di promozione di un campione di aziende.

Tra le fonti utilizzate, i dati ISTAT (Struttura delle pro-duzioni Agricole, Conti Economici Regionali), INEA (An-nuario dell’Agricoltura Italiana, RICA), SINAB e Camera di Commercio di Udine. per i prodotti tradizionali e a denominazione sono stati consultati i documenti del MIpAAF.

Federica Cisilino

Responsabile Sede INEA Friuli Venezia Giulia

Presentazione

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Superficieepopolazione

Da un punto di vista morfologico il territorio regionale si dimostra prevalentemente avverso alla pratica agricola, poiché risulta montuoso per il 43%, pianeggiante per il 38% e collinare per il 19%. Il divario esistente tra mon-tagna e pianura è ancora oggi molto forte, non solo per quel che riguarda l’agricoltura, ma anche da un punto di vista socio-economico e delle attività infrastrutturali e produttive nel complesso. La montagna friulana è carat-terizzata da una densità abitativa (38 ab/Kmq) inferiore alla media della montagna europea (50 ab./Kmq) e sem-bra che il fenomeno dello spopolamento non sia pros-simo ad attenuarsi. La configurazione territoriale da un punto di vista abitativo si presenta piuttosto omogenea, poiché non vi è una forte polarizzazione verso un unico centro abitativo: i centri urbani che superano i 25 mila abitanti sono solo 5 in tutta la regione, che conta com-plessivamente 219 comuni. Sono solo due, inoltre, i cen-tri che superano i 50 mila abitanti (Udine e pordenone) e solo il capoluogo supera i 200 mila abitanti. Si possono individuare due poli di minore e maggiore popolamen-to: il primo corrisponde alla fascia montana e collinare, mentre il secondo caratterizza la media pianura. Le mo-dalità di insediamento che hanno caratterizzato questa regione corrispondono alle aree di bonifica e di riordino fondiario che ancora oggi costituiscono la linea ideale

di un asse portante che comprende la bassa friulana (province di Udine e pordenone) e la zona pedemonta-na (province di Udine, pordenone e Gorizia). La super-ficie delle province mette in evidenza alcune disparità: pordenone e Udine complessivamente superano i 7.000 kmq con una densità che varia da 108 a 131 abitanti circa per kmq. Gorizia, invece, registra una densità più eleva-ta, anche se il vero caso anomalo è Trieste, che, avendo perduto tutto il suo entroterra al termine della seconda guerra mondiale, è formata solo da un’esigua striscia litoranea, che corrisponde in buona sostanza alla città stessa (la provincia conta in tutto sei comuni e ha una densità di 1.124 abitanti per kmq).

La superficie agricola utilizzabile (SAU) della regione Friuli Venezia Giulia, con circa 230 mila ettari, rappre-senta il 29% del territorio regionale ovvero il 4,9% del-la SAU del Nord Italia, mentre se posta a confronto con quella italiana il rapporto vale 1,8%.

ValoreaggiuntoeProdottoInternoLordo

Il Valore Aggiunto totale (agricoltura, industria e servi-zi) della regione Friuli Venezia Giulia si attesta intorno a 32.500 milioni di euro e rappresenta il 2,3% dell’econo-

L’AGRICOLTURAREGIONALE

Tabella 1: Valore aggiunto regionale totale (milion di €) e incidenza sul valore nazionale (%) 2008

Area geografica VA (milioni di €)

VA/PIL (%) VA/VA Italia (%)

Nord orientale 321.971 90,3 22,8

FVG 32.499 90,1 2,3

Italia 1.412.910 89,9 100

Fonte: elaborazioni INEA su dati ISTAT

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mia nazionale, mentre il Nord Est contribuisce all’eco-nomia nazionale con il 22,8% (tabella 1).

Osservando i dati relativi al Valore Aggiunto a livello re-gionale, è possibile rilevare il peso dei comparti produt-tivi: 2 % agricoltura, silvicoltura e pesca 26% industria e 72% servizi (figura 1).

Il contributo del settore agricolo alla formazione del va-lore aggiunto può essere interpretato come una sorta di indicatore di specializzazione agricola: da questo punto

di vista, il Friuli-Venezia Giulia risulta essere la quarta tra le otto regioni del Nord che possono vantare una spe-cializzazione macro-economica del settore agricolo.

Tuttavia, il valore aggiunto di origine agricola sul totale dell’economia è diminuito nel corso degli ultimi decenni (nel 1980 pesava per il 3,7%). Tra le ragioni di tale con-trazione si rileva un tasso di crescita inferiore rispetto a quello degli altri comparti, in modo particolare rispetto al terziario.

Figura 1: Valore aggiunto FVG ai prezzi di base per settore 2008 (%)

Fonte: elaborazioni INEA su dati ISTAT

Tabella 2: Valore aggiunto dell’agricoltura a prezzi correnti 2008 (milioni di euro)

Area VA Agricoltura(milioni euro)

Incidenza VA agricoltura sul totale nazionale (%)

FVG 600,5 2,1

Nord 12.518,4 44,0

Centro 4.690,6 16,5

Sud 7.302,2 25,7

Isole 3.932,1 13,8

Italia 28.443,3 100,0

Fonte: elaborazioni INEA su dati ISTAT

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Figura 2: Andamento del PIL regionale (milioni di euro) - valore a prezzi correnti e a valori concatenati

Fonte: elaborazioni INEA su dati ISTAT

Il settore agricolo della regione presenta un valore ag-giunto pari a 600,5 milioni di euro ed incide per il 2,1%

Aziendeagricole

Il forte calo del numero di aziende agricole nel periodo intercorso tra gli ultimi due Censimenti colloca il Friuli Venezia Giulia tra le prime tre regioni che hanno subito una perdita molto consistente, insieme a Lombardia e Liguria. È da sottolineare, pertanto, quanto sia stato profondo il cambiamento che ha caratterizzato, e che contraddistingue ancora adesso l’agricoltura regio–nale.

Nel 2008 l’88,5% della SAU della regione Friuli Venezia Giulia è complessivamente impiegata per la coltivazio-

ne di quattro tipologie di colture: foraggere permanenti (prati e pascoli) e temporanee (erbai e prati avvicendati) che interessano il 21,7% della SAU; cereali (frumento e mais) per il 52%; infine le colture industriali (girasole, soia, colza) rappresentano quasi il 15% della superficie. pertanto, la SAU regionale è impiegata prevalentemen-te per la produzione di seminativi, a dispetto di colture permanenti come ad esempio quelle arboree (figura 3).

L’andamento del prodotto Interno Lordo regionale a prezzi correnti evidenzia un trend positivo (figura 2).

sul totale nazionale, mentre il Nord Italia vi contribuisce per il 44% (tabella 2).

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Figura 4: Distribuzione della SAU per classi di superficie in FVG 2007 (%)

Fonte: elaborazioni INEA su dati ISTAT

Figura 3: Superficie investita per le principali colture in FVG 2008 (%)

Fonte: elaborazioni INEA su dati ISTAT

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In Friuli Venezia Giulia vi sono circa 24 mila aziende agri-cole con SAU, distribuite su una superficie totale di poco superiore a 360 mila ettari, di cui circa il 63% utilizzato per la produzione agricola (ISTAT). La superficie agrico-la media regionale, sempre nello stesso anno si attesta intorno a 9,4 ettari/azienda, evidenziando un certo feno-meno di parcellizzazione della superficie.

La distribuzione della superficie agricola regionale vede le classi di superficie compresa tra 2 e 20 ettari costitui-re il 36,5 % della SAU regionale, mentre il 27% della SAU ricade nella classe oltre i 100 ettari (figura 4).

Figura 5: Distribuzione delle aziende per classi di superficie in FVG 2007 (%)

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

La dimensione aziendale in termini di superficie è piut-tosto ridotta: l’82% delle imprese agricole presenta una superficie agricola utilizzabile fino a 10 ettari. Solo l’1,6% delle aziende appartiene alla classe di SAU tra i 50 e 100 ettari. Nella classe di aziende di 100 ettari e oltre, che costituisce lo 0,9 % del numero totale di aziende, la SAU corrisponde al 26% dell’intera superficie a disposizione. Si conferma pertanto l’elevato grado di frammentazio-ne dell’agricoltura regionale, costituita in prevalenza da aziende di piccola estensione con una superficie produt-tiva assai ridotta (figura 5).

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Aziendeconallevamenti

Le aziende zootecniche del FVG con allevamento rappre-sentano il 4,3% degli allevamenti del Nord Italia (4.850 unità) e l’1,57 % di quelli nazionali (tabella 3).

Il comparto zootecnico più rilevante a livello regionale,

come numero di aziende, risulta quello dell’allevamento di bovini e bufalini (31,8 %), seguito da quello suinicolo. Dal punto di vista della numerosità dei capi il compar-to avicolo regionale pesa a livello nazionale per il 3,3% circa.

Tabella 3A: Numero aziende e numerosità capi per specie – confronto FVG con altre macroaree 2007

Area Totale az. allevamenti

Bovini e bufalini Suini Ovini

n. az. n. capi n. az. n. capi n. az. n. capi

FVG 4.850 1.541 95.077 1.477 175.181 83 6.349

Nord 112.526 78.857 4.271.609 16.970 7.687.520 11.629 362.833

Centro 60.821 20.343 561.493 19.907 545.223 17.518 1.510.893

Mezzogiorno 136.122 47.789 1.531.253 64.075 807.503 46.234 4.916.328

Italia 309.468 146.993 6.364.355 100.952 9.040.247 75.383 6.790.053

Fonte: elaborazioni INEA su dati ISTAT

Tabella 3B: Numero aziende e numerosità capi per specie – confronto FVG con altre macroaree 2007

Area Allevamenti avicoli Polli da carne

n. az. n. capi n. az. n. capi

FVG 332 5.234.581 108 3.863.151

Nord 13.325 127.797.948 5.373 76.933.096

Centro 17.068 13.981.827 11.659 8.640.977

Mezzogiorno 44.888 15.448.107 35.183 7.681.108

Italia 75.280 157.227.881 52.215 93.255.182

Fonte: elaborazioni INEA su dati ISTAT

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LavoroinAgricoltura

L’agricoltura occupa oggi in Friuli Venezia Giulia circa 13 mila addetti, pari al 2,5% del totale di occupati in regione (ISTAT). Si assiste ad una costante diminuzione degli oc-cupati in agricoltura a partire dai primi anni del duemi-la che ha determinato sostanzialmente la perdita della metà dei lavoratori del settore primario. Tra gli elementi che hanno contribuito al taglio degli occupati in agricol-tura si annoverano anche la chiusura delle aziende meno produttive e l’evoluzione delle aziende agricole rimaste attive in termini di innovazione tecnologica, macchine e

Tabella 4: Occupati in agricoltura per sesso e posizione professionale in FVG 2008

Occupati dipendenti Occupati indipendenti

totali % donne totali % donne

FVG 4.080 33,1 9.180 34,1

Nord 111.880 27,6 216.190 28,1

Italia 425.040 30,7 470.250 29,5

Fonte: elaborazioni INEA su dati ISTAT

Figura 6: Occupati per settore di attività economica in FVG 2008 (%)

Fonte: elaborazioni INEA su dati ISTAT

attrezzature. La contrazione dell’occupazione agricola da un lato e la crescita della produzione dall’altro, hanno comunque determinato una buona capacità di produrre reddito da parte del settore primario regionale.

La figura 6 descrive la situazione occupazionale regio-nale per il comparto industriale, agricolo e dei servizi.

I lavoratori indipendenti sono il 69,2% mentre nell’am-bito dei lavoratori dipendenti il 33 % risulta costituito da donne (tabella 4).

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MercatoFondiario

Il mercato fondiario regionale è piuttosto eterogeneo e presenta situazioni diverse nelle quattro province (ta-bella 5). A Gorizia e Trieste i prezzi sono in leggera cre-scita mentre mostrano una contrazione in certe zone delle province di Udine e pordenone. Gli scambi sono in calo nella montagna carnica (l’acquisto di terreni nelle aree montane è in genere finalizzato all’attività turisti-

ca) ma anche nella provincia di pordenone. Nelle zone di montagna e collina e nella pianura di sud-ovest prevale la richiesta di seminativi e prati.

Gli scambi nella provincia di Trieste sono rimasti sullo stesso livello del 2007 con equilibrio tra domanda e of-ferta. Nel goriziano il mercato fondiario è rimasto sta-bile.

.

2004 2005 2006 2007 2008

Min Max Min Max Min Max Min Max Min Max

Udine

Vigneti DOC nei Colli Orientali 33 90 35 94 34 92 35 90 40 95

Seminativi della pianura litoranea di Udine 24 45 27 45 27 45 27 45 27 45

Frutteto nella bassa pianura udinese 20 38 20 39 20 39 22 42 25 45

Prato e pascolo permanente in Carnia 5 14 5 14 5 14 5 14 5 14

Gorizia e Trieste

Vigneti DOC nella zona del Collio 44 71 46 75 48 79 49 80 49 79

Seminativo nella pianura litoranea di Gorizia 15 28 15 30 16 30 16 30 16 31

Orti nella pianura litoranea di Gorizia 18 30 19 32 19 33 20 35 20 36

Seminativi nella provincia di Trieste 35 54 35 56 36 58 35 57 35 60

Pordenone

Vivai viticoli di Rauscedo 38 61 39 63 38 62 39 63 39 65

Seminativi irrigui di collina 21 35 22 38 22 39 24 42 23 40

Vigneto nella zona centrale 51 69 50 67 50 69 50 76 53 78

Seminativi irrigui della pianura centro-merid. 29 53 31 58 31 58 33 60 33 55

Seminativi asciutti della pianura centro-merid. 19 42 19 42 20 42 21 44 21 42

Fonte: INEA

Tabella 5: Quotazione dei terreni per tipologia colturale per Provincia (migliaia di euro per ettaro)

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Risultatiproduttivi

Il 2008 è caratterizzato da un aumento della pro-duzione agricola regionale rispetto all’anno pre-cedente di poco superiore al 2% (tabella 6). I dati sulle produzioni e servizi ai prezzi di base per i diversi comparti evidenziano che il maggior peso sull’in-tera produzione agricola regionale è da attribuire alle coltivazioni agricole (602.579 migliaia di euro), seguito dagli allevamenti zootecnici (quasi 300.000 migliaia di euro). ponendo a confronto il biennio 2008-2007 si nota una flessione nei prezzi di base più evidente per le col-ture industriali (- 3,4%), per i cereali (-2,8%) e per le coltivazioni erbacee (-2,4%). Interessante sottolineare

l’andamento dei settori produttivi della frutta, del miele e dei prodotti zootecnici non alimentari: ad un calo del valore di fatturato (rispettivamente - 29,7%; - 15,9%; - 21%) è infatti associato un aumento percentuale del prezzo (rispettivamente +14,5%; + 26,1% e + 13,7%).

Il comparto delle produzioni dei prodotti agricoli vegetali del Friuli Venezia Giulia nel 2008 è descritto nella figura 7.

La ripartizione percentuale delle produzioni agricole vegetali vede la predominanza del settore cerealicolo

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Anno Var. % 2008/07

2007 2008 valore quantità prezzo

COLTIVAZIONI AGRICOLE 498.344 602.579 20,9 21,2 -0,2

Coltivazioni erbacee 304.301 401.818 32,0 35,3 -2,4

Cereali 217.379 322.566 48,4 52,7 -2,8

Legumi secchi 268 1.999 644,7 630,8 1,9

Patate e ortaggi 49.608 25.227 -49,1 -49,3 0,3

Industriali 18.681 33.559 79,6 85,9 -3,4

Fiori e piante da vaso 18.365 18.467 0,6 -1,9 2,5

Coltivazioni foraggere 16.196 23.107 42,7 31,4 8,6

Coltivazioni legnose 177.847 177.654 -0,1 -4,0 4,1

Prodotti vitivinicoli 103.886 108.102 4,1 1,3 2,7

Frutta 25.121 17.649 -29,7 -38,7 14,5

Altre legnose 48.840 51.902 6,3 2,5 3,7

ALLEVAMENTI ZOOTECNICI 329.897 351.139 6,4 0,1 6,4

Prodotti zootecnici alimentari 329.871 351.119 6,4 0,1 6,4

Carni 196.496 203.852 3,7 0,6 3,2

Latte 120.821 133.910 10,8 -0,8 11,7

Uova 11.879 12.790 7,7 2,2 5,3

Miele 674 567 -15,9 -33,3 26,1

Prodotti zootecnici non alimentari 26 20 -21,0 -30,5 13,7

ATTIVITA’ DEI SERVIZI CONNESSI 125.406 131.494 4,9 1,0 3,9

Produzione di beni e servizi dell’agricoltura 953.648 1.085.212 13,8 11,2 2,3

(+) Attività secondarie * 35.992 38.952 8,2 6,3 1,8

(-) Attività secondarie * 12.864 10.887 -15,4 -19,2 4,8

Produzione della branca agricoltura 976.776 1.113.277 14,0 11,4 2,3

Fonte: INEA

Tabella 6: Produzione dell’agricoltura FVG ai prezzi di base per gruppi di prodotti - valori correnti (migliaia di euro) e variazioni (%)

*: Per attività secondaria va intesa sia quella effettuata nell’ambito della branca di attività agricola e quindi non separabile, ovvero agriturismo, trasformazione del latte, frutta e carne, evidenziata con il segno (+) e sia quella esercitata da altre branche d’attività economiche nell’ambito delle coltivazioni e degli allevamenti (per esempio da imprese commerciali) che vengono evidenziati con il segno (-).

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(85%), seguito da quello delle colture industriali (giraso-le, tabacco, soia, barbabietola da zucchero) con il 10%. L’uva da vino venduta il 2,3% e la frutticoltura l’1,6%.

Accanto alle superfici agricole dedicate alle coltivazioni estensive ve ne sono alcune molto più contenute, desti-nate alla produzione di prodotti tipici regionali, ricono-

Figura 7: Produzione dei principali prodotti agricoli vegetali in FVG 2008 (%)

Fonte: elaborazioni INEA su dati ISTAT

conducibile ai terreni del comune di Mortegliano (Ud), per la produzione di uno sfarinato per polenta di qualità.

Nel settore frutticolo, la varietà di mela “Zeuka” rien-tra tra i prodotti tradizionali; varietà autoctona con frutti dalla pezzatura media, si apprezza per una discreta pro-duttività e per le apprezzabili caratteristiche pomologi-che e gustative del frutto; è destinata prevalentemente alla commercializzazione nei mercati locali. Il territorio interessato alla produzione comprende le province di Udine e pordenone, in particolare le Valli del Natisone

sciuti come tradizionali dal MIpAAF. Tra questi, classifi-cata come prodotto vegetale non trasformato, si ricorda la “Blave di Mortean”, una farina da polenta ottenuta da varietà autoctone di mais con granella a colorazione gialla, bianca o rossa. Il seme di mais impiegato viene coltivato e raccolto in un’area piuttosto circoscritta e ri-

(UD) e il comprensorio di Castelnuovo del Friuli (pN).

Consumiintermedi

La spesa per i consumi intermedi in agricoltura presenta un valore complessivo pari a 590,9 milioni di euro (figura 8). Considerando il biennio 2007-2008 si osserva un au-mento della spesa pari al 21,2% rispetto al 2007 (ISTAT). La variazione positiva è comune a tutte le tipologie di

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consumi tra i quali, in particolare, spiccano i concimi (+79,6%) che registrano un valore di 73,1 milioni di euro, ovvero il 12,4% del mercato. L’utilizzo delle sementi (43,6 milioni di euro) evidenzia una crescita del 30,8% e i fito-sanitari (23,1 milioni di euro) aumentano del 25,3%. più contenuto è l’incremento delle spese per la zootecnia

(alimenti e spese veterinarie) (+15,3%) che con un am-

montare pari a 190,9 milioni di euro rivestono il 32,3%

dei consumi complessivi. Le spese per i servizi agricoli

(energia, manutenzioni ecc.) sono pari a 260,3 milioni di

euro (+13,4%) e rappresentano il 44% della spesa totale.

Figura 8: Consumi intermedi dell’agricoltura in FVG 2008 (%)

Fonte: elaborazioni su dati INEA* servizi all’agricoltura, energia, manutenzioni

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ISETTORIPRINCIPALI

Settorezootecnico

Nelle tabelle 7 e 8 vengono riportate le informazioni re-lative alla produzione e al fatturato dei principali pro-dotti zootecnici della regione (2004 – 2008). In generale, si può osservare come, in termini quantitativi, il settore lattiero-caseario risulti predominante, con una media del periodo pari a 3 milioni di ettolitri, seguito dalle carni suine con un dato medio pari a 537 mila quintali. Anche in termini di valore il settore trainante è quello lattiero-caseario, con un fatturato medio pari a 123,6 milioni di euro, seguito dalle carni suine con 66 milioni di euro e dalle carni bovine con 52,8 (tabella 8).

A livello regionale si può riscontrare una storica espe-rienza nella preparazione delle carni e degli insaccati, che seguono modalità tradizionali di preparazione e conservazione dei prodotti. Questa esperienza traman-

data nel corso del tempo, ha portato al riconoscimento di diversi prodotti di alta qualità, come il prosciutto di San Daniele DOp ed il prosciutto di Sauris IGp.

Il San Daniele è caratterizzato da una stagionatura resa ottimale da un microclima che conferisce al prosciutto delle peculiarità distintive durante la fase di stagiona-tura. Questa operazione avviene sotto l’azione costan-te di una ventilazione moderata ed un tasso di umidità ottimale. Il distretto industriale del San Daniele è sta-to riconosciuto nel 2000 (Delibera Giunta regionale n. 458/2000), nel 2005 la Legge Regionale n. 4 ha istituito l’ASDI (Agenzia di Sviluppo dei Distretti Industriali) e nel 2006 è stata costituita la società consortile denominata “parco agroalimentare di San Daniele”. L’area compren-de 7 comuni e oltre 100 aziende, anche se sono 30 quel-

Tabella 7: Produzione dei principali prodotti agricoli di origine zootecnica in FVG (quantità in migliaia di quintali, salvo diversa indicazione)

PRODOTTI 2004 2005 2006 2007 2008 Var 08-04 (%)

Carni bovine 232 220 223 232 226 - 2,59

Carni suine 533 518 533 548 554 3,94

Carni ovicaprine 1 1 1 1 1 -

Pollame 283 278 251 283 309 9,19

Latte di vacca e bufala (000 hl) 3.021 3.061 3.104 3.128 3.103 2,71

Latte di pecora e capra (000 hl) 3 3 3 3 3 -

Uova (milioni di pezzi) 193 189 190 179 183 - 5,18

Miele 3 3 3 3 2 - 33,33

Fonte: elaborazioni INEA su dati ISTAT

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le che producono il DOp. La notorietà del marchio San Daniele a livello internazionale potrebbe fare da volano anche per gli altri prodotti agroalimentari della zona.

Sempre prosciutto, ma affumicato, è invece l’IGp di Sauris, risultato di tecniche tradizionali di affumicatura germanica e di salatura friulana. Questo insaccato viene realizzato presso un antico borgo della Carnia, piuttosto isolato da un punto di vista orografico, e posto ad un’al-titudine di oltre 1.000 metri nella valle del Lumiei. Qui genti di lingua germanica provenienti dalla Carinzia e dal Tirolo si insediarono nel secolo XIII riuscendo a man-tenere le usanze, le tradizioni durante i secoli ed allo stesso tempo ad interagire con le popolazioni locali gra-zie al baratto di generi alimentari. Il prosciutto è il risul-tato oltre che delle sapienti mani dell’uomo, dell’azione

di un microclima dettato dalla conformazione orografica della valle, che si presenta come un catino contornato da montagne e dalle precipitazioni mediamente più conte-nute rispetto al resto delle Alpi Carniche e Giulie.

Sempre tra i prodotti di qualità riconosciuti con il mar-chio DOp merita una particolare attenzione il Montasio (dal nome del massiccio omonimo), un formaggio da ta-vola a pasta dura che può presentare una stagionatura da un minimo di 2 a oltre 18 mesi. La zona di produzio-ne comprende il territorio di tutte e quattro le province della regione FVG e parte del Veneto. Il disciplinare di produzione prevede che gli allevamenti che forniscono il latte ai fini della trasformazione in formaggio DOp Montasio debbano essere ubicati nella zona di produ-zione.

Tabella 8: Produzione ai prezzi di base dei principali prodotti agricoli di origine zootecnica in FVG - Valori a prezzi correnti (migliaia di euro)

PRODOTTI 2004 2005 2006 2007 2008 Var 08-04 (%)

Carni bovine 53.994 51.804 53.328 52.301 52.550 - 2,67

Carni suine 65.174 60.552 67.791 65.520 71.139 9,15

Carni ovicaprine 407 353 327 329 307 - 24,51

Pollame 39.489 35.067 33.056 44.796 46.909 18,79

Latte di vacca e bufala (000 hl) 119.327 124.010 120.810 120.577 133.621 11,98

Latte di pecora e capra (000 hl) 226 210 229 245 288 27,54

Uova (milioni di pezzi) 11.515 10.600 11.589 11.879 12.790 11,07

Miele 713 668 695 674 567 - 20,54

Fonte: elaborazioni INEA su dati ISTAT

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Settoredellapesca

Il comparto ittico della regione Friuli Venezia Giulia è rappresentato da produzioni di qualità. Questa peculia-rità deriva sia dalle tecniche di pesca adottate, sia dai sistemi di allevamento delle specie di acque dolci e sal-mastre e dei mitili. In particolare, l’acquacoltura si di-stingue per l’allevamento della trota che costituisce un primato per la regione (prima per produzione in ambito nazionale). L’acquacoltura marina, presente sia in forma intensiva che semi-intensiva, risulta caratterizzata da un discreto numero di aziende di vallicoltura e da alcuni impianti di avanotteria. Accanto alle aziende di alleva-mento distribuite sul territorio, è presente una significa-tiva realtà di imprese di trasformazione.

La situazione del settore pesca, sotto il profilo della pro-duzione, dei consumi intermedi e del valore aggiunto (2008), viene analizzata nella figura 9. In termini produt-

tivi e di valore aggiunto il settore regionale ha risentito di un calo rispettivamente del 3% e del 6,4% rispetto al 2007, mentre i consumi intermedi mostrano un aumento del 4,7%.

Tra i prodotti riconosciuti dal MIpAAF come tradizionali della regione Friuli Venezia Giulia e che caratterizzano il settore ittico della regione, merita menzione la trota af-fumicata di San Daniele, costituita da filetti di trota affu-micati a freddo o a caldo, senza l’uso di additivi. La pre-parazione prevede, dopo l’eviscerazione e la salatura, una leggera affumicatura attraverso l’impiego di farine di legni duri a foglia larga, non resinosi, con l’aggiunta di bacche aromatiche, che conferiscono l’inconfondibi-le profumo che contraddistingue questa specialità. Si distinguono due varianti: Regina di S. Daniele e Fil di fumo.

Figura 9: Produzione, consumi intermedi e valore aggiunto ai valori correnti, della branca pesca ai prezzi di base in FVG (milioni di euro) 2008

Fonte: elaborazioni INEA su dati ISTAT

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Settorevitivinicolo

Il vino friulano è percepito dal consumatore generalmen-te come un prodotto di alta qualità. Tuttavia, i volumi pro-duttivi risultano alquanto contenuti e le quote di mercato, assai ridotte, inducono a pensarlo più come un prodotto di nicchia piuttosto che come un alimento di largo consumo. La produzione dipende dalle superfici vocate alla coltiva-zione della vite che risultano poco estese in termini asso-luti rispetto ad altre realtà regionali. Altri elementi deter-minanti per quanto riguarda la posizione dei vini friulani sul mercato sono: bassa capacità di promozione del pro-dotto, elevata frammentarietà nella gestione del settore. Sono sette i Consorzi di tutela delle zone DOC/DOCG dopo la fusione tra Collio e Carso e tra Colli Orientali del Friu-li e Ramandolo (2010). Gli altri sono Friuli Isonzo, Grave, Latisana, Annia e Aquileia.

Nel 2009 la produzione di uva da vino con 1,2 milioni di quintali rappresenta il 2% del totale nazionale (tabella 9). Nell’arco del quadriennio 2006-2009 si assiste in re-gione ad un variazione negativa sia della superficie che

della produzione di uva raccolta. In particolare, si sot-tolinea il dato della produzione che si contrae di circa il doppio (-16,7%) rispetto al dato nazionale (-8,6%).

La tabella 10 presenta l’andamento della produzione di vino nelle diverse tipologie di marchio per il periodo 2006-2009. Nel 2009 i vini DOC. e DOCG, con 482 mila ettolitri, costituiscono il 64,1% della produzione com-plessiva di vino in regione mentre gli IGT il 20,0%. La va-riazione più significativa è attribuibile al biennio 2008-09 al quale corrisponde una diminuzione della produzione di tutte le categorie di vino (-25,8%). A livello nazionale la flessione si attesta intorno al 2%.

Nonostante i quantitativi di vino prodotti in regione risul-tino piuttosto contenuti, il Friuli Venezia Giulia presenta ben 15 riconoscimenti qualitativi: 2 DOCG, 10 DOC (di cui 2 interregionali) e 3 IGT (di cui 2 interregionali), una te-stimonianza della ricerca dell’alta qualità.

Le due DOCG costituiscono il fiore all’occhiello dei vini regionali e sono rappresentate da due vini dolci: il pico-

Tabella 9: Produzioni di uva da vino – confronto FVG e Italia (superficie in ettari, produzione in quintali)

2006 2009 Variazione (%) 2006/2009

Superficie in produzione (ha)FVG

20.431 19.985 -2,2

Produzione raccolta (q) 1.503.500 1.253.370 -16,7

Superficie in produzione (ha)Italia

678.868 702.390 3,5

Produzione raccolta (q) 68.208.347 62.370.137 -8,6

Fonte: elaborazioni INEA su dati ISTAT

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Tabella 10: Produzione di vino per marchio di qualità in FVG (ettolitri)

Vino con marchio di qualità (ettolitri) Variazione rispetto all’anno precedente (%)

Anno Area DOC e DOCG I.G.T. Da tavola Totale DOC e

DOCG I.G.T. Da tavola Totale

2006

FVG

654.500 199.200 160.000 1.013.700 -8,0 -19,1 -18,7 -12,2

2007 669.450 203.881 156.159 1.029.490 2,3 2,3 -2,4 1,6

2008 654.500 199.200 160.000 1.013.700 -2,2 -2,3 2,5 -1,5

2009 482.007 150.728 119.287 752.022 -26,4 -24,3 -25,4 -25,8

Fonte: elaborazioni INEA su dati ISTAT

lit (un vino da meditazione, il cui vitigno è caratterizzato da una parziale fecondazione del fiore, che determina la crescita di pochissimi e concentratissimi acini per ogni grappolo) e il Ramandolo (ottenuto dal Verduzzo Friula-no) (tabella 11).

Tra le varietà di uva coltivate (in tutto 26, di cui 13 autoc-tone e 13 alloctone), quelle che producono vini bianchi costituiscono circa il 60% della produzione regionale. Tra i bianchi che hanno reso famoso il FVG si annove-ra il pinot Grigio, mentre tra i vitigni autoctoni meritano una menzione il Friulano (ex Tocai Friulano), punta di diamante della tradizione vinicola regionale, la Malvasia Istriana e la Ribolla Gialla. Tra le varietà a bacca rossa il Merlot è il più noto, ma una particolare attenzione me-ritano il Refosco dal peduncolo rosso, un vino autocto-no corposo che si presta bene all’invecchiamento, e lo

Schioppettino o Ribolla Nera o pòcalza, un autoctono prodotto in una sottozona dei Colli Orientali del Friuli che prende nome dalla zona: Schioppettino di prepotto. Quest’ultimo, secondo disciplinare, prevede almeno un anno di affinamento obbligatorio in legno e un anno in bottiglia a migliorare e completare la complessità aro-matica. Altre varietà autoctone di pregio, caratterizza-te da una realtà produttiva limitata alla zona del Carso, sono costituite da due vini, uno a bacca rossa, il Terrano e uno a bacca bianca, la Vitovska.

Infine, come ultimo riconoscimento DOC vi è il prosecco, che dalla vendemmia 2009 si è esteso a tutte e quattro le province del FVG. Questa acquisizione può sicuramente rappresentare un ulteriore opportunità per la realtà viti-vinicola presente sul territorio regionale.

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Tabella 11: Varietà ammesse per le diverse zone DOC e DOCG 2010

Aut

octo

no

Car

so

Col

li O

rien

tali

del

Friu

li

Col

lio

Friu

li A

nnia

Friu

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li La

tisa

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Doc

g R

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dolo

Doc

g P

icol

it

Pro

secc

o

Varietà

Cabernet Franc x x x x x x x x

Cabernet Sauvignon x x x x x x x x

Chardonnay x x x x x x x x

Franconia x x x

Friulano x x x x x x x x

Malvasia Istriana x x x x x x x x

Merlot x x x x x x x x

Moscato Giallo x

Moscato Rosa x

Müller Thurgau x x

Picolit x x x

Pignolo x x

Pinot Bianco x x x x x x x

Pinot Nero x x x x x

Prosecco x x

Refosco p. r. x x x x x x x x

Ribolla Gialla x x x

Riesling Italico x x

Riesling Renano x x x x x x

Sauvignon x x x x x x x x

Schioppettino x x x

Tazzelenghe x x

Terrano x x

Traminer Aromatico x x x x x x x x

Verduzzo Friulano x x x x x x x x x

Vitovska x x

Legenda: Vini rossi/o rosati x Vini bianchi x Vini dolci x Vitigno autoctono x

Fonte: elaborazione INEA su dati della CCIAA di Udine

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Tabella 12: Interventi di taglio e superfici forestali tagliate in FVG 2007

2007 Media 2001-07 Superficie media delle tagliate Sup tagliate/ sup for reg

numero tagliate

superficie (ha)

numero tagliate

superficie (ha) 2007 media 01-

072007 (%)

media 01-07 (%)

FVG 4.122 4.872 4.140 4.239 1,6 1,0 2,0 1,3

Nord 51.237 29.970 55.354 32.301 0,8 1,7 1,2 0,8

Centro 13.032 19.982 14.439 22.765 1,7 0,6 1,1 1,0

Sud-Isole 13.800 28.765 14.263 27.639 1,7 0,5 1,0 1,1

Italia 78.069 78.717 84.055 82.705 1,1 1,0 1,1 1,0

Fonte: INEA, Annuario dell’agricoltura italiana 2008

Settoreforestale

Il patrimonio forestale della regione è importante sia per le funzioni economiche ad esso legate, che per le sue valenze ambientali, come la tutela della biodiversi-tà e la protezione di suolo e aria. Ormai da molto tempo è stata avviata in regione una gestione del patrimonio forestale sostenibile che applica i principi di selvicoltu-ra naturalistica senza trascurare gli aspetti economici relativi ai prodotti del bosco. In questo breve paragrafo

si farà riferimento solo agli interventi di taglio al fine di produrre un confronto con le altre macroaree a livello nazionale.Nella tabella 12 vengono specificati gli interventi di ta-glio e le superfici. La superficie tagliata rispetto alla superficie forestale totale, nell’ultimo anno considerato, risulta pari al 2%, lo 0,7% in più rispetto al dato medio regionale del periodo 2001-07.

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Agricolturabiologica

In Friuli Venezia Giulia gli operatori del settore biolo-gico risultano 375, in leggera crescita (+1,1%) rispetto all’anno precedente (SINAB, 2009). Dopo il quinquennio 2000-2005 durante il quale si era assistito ad un notevo-le incremento delle consistenze degli operatori, l’ultimo biennio mostra una situazione piuttosto stabile (figura 10). In generale, si osservano numeri molto contenuti che non sembrano poter garantire un impatto significa-tivo sul mercato. Gli ostacoli allo sviluppo sono comuni

Figura 10: Operatori del settore biologico in Friuli Venezia Giulia 2008 e 2009

Fonte: elaborazioni INEA su dati SINAB.

a quelli degli operatori delle altre regioni: oltre ai fattori congiunturali, si possono annoverare la scarsa redditi-vità delle produzioni, gli elevati costi di produzione, la difficoltà nella commercializzazione dei prodotti (prezzi elevati).

I dati relativi alla superficie destinata all’agricoltura bio-logica nel complesso (circa 3 mila ettari) rivelano che essa rappresenta meno del 2% della SAU regionale; circa 2 mila 800 ettari sono a regime e circa 130 ettari

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torie didattiche, che esalta le produzioni tipiche (presen-za del biologico nel 6% circa degli agriturismi regionali). La ridotta dimensione delle aziende, sebbene attive in diversi comparti, implica una scarsa incidenza sul mer-cato dei singoli prodotti biologici e una certa difficoltà di queste ultime a trovare una buona relazione con la trasformazione. L’offerta locale si rivela spesso insuf-ficiente per quanto riguarda il volume produttivo e per garanzia di continuità sul mercato.

in conversione (ERSA, 2009). Gli orientamenti produttivi prevalenti sono riportati in figura 11.

Le aziende sono di piccola dimensione, piuttosto fram-mentate sul territorio, localizzate nell’alta pianura e nelle aree collinari delle province di Udine e pordeno-ne. In queste aree si riscontra uno stretto legame tra agricoltura, ambiente e territorio e una forte presenza dell’agriturismo, oltre ad una certa diffusione delle fat-

Figura 11: Superficie biologica per le colture più significative in FVG 2009 (%)

Fonte: Fonte: elaborazioni INEA su dati SINAB.

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Prodottiadenominazione

I prodotti di qualità della regione FVG sono cinque (4 DOp e 1 IGp) e rappresentano il 2,3% dei prodotti certifi-cati italiani (133 DOp e 80 IGp). Tra i riconoscimenti DOp si annoverano: un prodotto di origine vegetale (olio Ter-geste), due di carne (prosciutto di S. Daniele, come già ricordato nel paragrafo dedicato al settore zootecnico; i Salamini italiani alla cacciatora), uno caseario (Monta-sio). Il prosciutto di Sauris, invece, possiede il riconosci-mento IGp (tabella 13). Vi sono, inoltre delle denomina-zioni riconosciute dal MIpAAF in protezione transitoria, ai sensi dell’art. 5 del Reg. CE 510/2006: la Brovada DOp, la Mela del Friuli Venezia Giulia DOp (aggiornato al 15 febbraio 2011).

Da un punto di vista delle tradizioni gastronomiche, la regione si caratterizza per una cucina che, nel corso della storia, ha risentito in generale delle influenze del vicino Veneto, della Slovenia e della mitteleuropa. Così, a seconda della zona geografica, si può chiaramente di-stinguere una cucina genericamente definita friulana, una cucina carnica, legata ai sapori e alle tradizioni della

montagna, una cucina triestina che si fonde con le ca-ratteristiche dei piatti austriaci e ungheresi, una cucina goriziana che risente delle influenze slave.

La regione FVG presenta un totale di 151 prodotti agro-alimentari tradizionali (figura 12). Si tratta di specialità regionali iscritte nel registro nazionale istituito presso il MIpAAF (decima revisione, con Decreto del 16 giugno 2010), le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura sono inscindibilmente legate agli usi e alle tradizioni del territorio da almeno 25 anni.

I prodotti appartenenti alla categoria delle carni fresche e loro preparazione costituisce il 29% della quota totale delle specialità riconosciute. In questa categoria si ri-corda ad esempio:

il musetto: una variante del cotechino, prodotto tradi-zionale del FVG, storicamente conosciuto come il più classico insaccato friulano e spesso consumato assie-me alla brovada (rape inacidite e conservate sotto vi-naccia). Viene prodotto su tutto il territorio regionale.

Tabella 13: Elenco delle denominazioni per la regione Friuli Venezia Giulia, iscritte nel Registro delle denomina-zioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette

N° Denominazione Cat. Tipologia Numero regolamentoCEE/CE/UE

Data pubblicazione sulla GUCE/GUUE Provincia

1 Montasio D.O.P. Formaggi Reg. CE n. 1107 del 12.06.96 GUCE L. 148 del 21.06.96 Gorizia, Pordeno-

ne, Trieste, Udine

2 Prosciutto di S. Daniele D.O.P. Prodotti a base

di carneReg. CE n. 1107 del 12.06.96 GUCE L. 148 del 21.06.96 Udine

3 Prosciutto di Sauris I.G.P. Prodotti a base

di carneReg. UE n. 320 del 19.04.10 GUUE L. 98 del 20.04.10 Udine

4 Salamini italiani alla cacciatora D.O.P. Prodotti a base

di carneReg. CE n. 1778 del 07.09.01

GUCE L. 240 del 08.09.01 Gorizia, Pordeno-ne, Trieste, Udine

5 Tergeste D.O.P. Oli e grassi Reg. CE n. 1845 del 22.10.04 GUCE L. 322 del 23.10.04 Trieste

Fonte: MIPAAF (Regolamento CE n. 510/2006 del Consiglio del 20 marzo 2006) (aggiornato al 15 ottobre 2010)

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Tabella 14: Alcuni prodotti tradizionali raggruppati per tipologia - regione FVG 2010

Tipologia Prodotto

Carni (e frattaglie) fresche e loro preparazione speck affumicato, agnello istriano, insaccati affumicati, lujanie, salame friulano, bresaola

Formaggi formadi frant, frico, sot la trape, formaggio asino, formaggio fagagna, tabor

Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati aglio di resia, asparago bianco, asparago verde in agrodolce, brovada, radic di mont, fagioli borlotti di carnia, blave di mortean, patate di ribis e godia, mela zeuka, lidrìc cul pòc

Paste fresche biscotto esse, cjalzons, gubana, strucchi, pinza triestina, gnocchi de su-sini, putizza, marmellata di olivello spinoso e mele

Preparazione di pesci, molluschi, crostacei e tecniche particolari degli stessi

sardoni in savor, trota affumicata di san daniele, pedocio di trieste, sar-doni salati, pesce di valle

Prodotti di origine animale (miele, prodotti lattiero-caseari, di vario tipo escluso il burro)

miele di acacia del carso, ricotta affumicata di malga, miele friulano di tarassaco, miele di maresca del carso, miele friulano di castagno

Bevande analcoliche, distillati e liquori succo di mela, sliwowits, distillato di prugna, grappe alle erbe ed ai pic-coli frutti

Grassi (burro, margarina, oli) olio dei colli orientali, olio del carso, ont (burro fuso di malga)

Condimenti aceto di mele, salsa balsamica, asperum

Fonte: Elaborazioni INEA su dati MIPAAF

l’agnello istriano: allevato sul Carso triestino e go-riziano. Si tratta di una razza istriana (o carsolina) che viene allevata sotto la madre e macellata pre-valentemente per il periodo pasquale a partire dalle 4-5 settimane di vita. La razza ovina istriana viene allevata nelle zone carsiche di Italia, Slovenia e Cro-azia; il numero dei capi allevati si è progressivamen-te ridotto dal secondo dopoguerra, pertanto si tratta di una realtà di allevamento di nicchia.

Tra i prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati (23%):

l’asparago verde in agrodolce: è un asparago verde intero, lungo circa 16 cm, conservato in vaso di ve-tro con il liquido di governo. Il liquido di governo è a base di acqua, aceto di vino, zucchero e sale. Nella soluzione vengono aggiunte delle spezie che danno un caratteristico gusto ed aroma. La zona interessa-

ta alla produzione è la pedemontana pordenonese, in particolare quella tra la Val Cosa e la Valcellina.

il lidric cul pòc: si tratta di un ortaggio della fami-glia delle composite, di colore verde chiaro che viene venduto con parte del fittone (pòc) che ha una lun-ghezza non superiore ai 3 cm. La zona di produzione si estende su tutta la pianura friulana.

Nella categoria delle paste fresche e prodotti della pa-netteria, biscotteria, pasticceria e confetteria (11%) vi è ad esempio:

il biscotto esse: è un prodotto dolciario da forno dal-la forma particolarmente strana, ad “esse”, prodot-to realizzato nell’area della Carnia.

la gubana: un dolce di pasta lievitata a base di frutta secca, cotto a forno, di forma tonda col caratteristico aspetto a chiocciola compatta. La zona di produzio-

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ne è localizzata nelle Valli del Natisone e Cividale del Friuli.

Nella categoria dei formaggi (9%) ricordiamo:

il formaggio Asìno: l’Asìno classico con pasta com-patta di colore biancastro senza occhiatura o con occhiatura fine; gusto sapido e leggermente piccan-te, pronunciato. Ottenuto esclusivamente da latte bovino crudo o termizzato, eventualmente aggiun-to di lattoinnesto naturale o di fermenti selezionati autoctoni della zona di produzione. L’Asìno morbido invece si presenta con una pasta cremosa, spalma-bile, di colore bianco latte e senza occhiatura; gusto più delicato. La zona di produzione è limitata ai co-muni di Clauzetto, Vito d’Asio e Spilimbergo.

Altri esempi di prodotti tradizionali sono riportati in fun-

zione della categoria nella tabella 14.

per alcuni prodotti tipici regionali sono state presentate al ministero nuove richieste di certificazione come DOp o IGp: Asparago bianco DOp, Succo di mela del Friuli DOp, Formaggio Asìno IGp, pitina IGp (salume tipico della montagna pordenonese e precisamente della Valcellina, è ottenuta da un impasto di carne di ovino o caprino o selvaggina ungulata e pancetta di suino, affumicata e stagionata). per la trota friulana la regione FVG sta valutando la creazione di una IGp o di una DOp. Invece, tra i fiori e le piante ornamentali la richiesta è stata avanzata per il Ciclamino friulano e la violetta di Udine IGp. Altri prodotti regionali per i quali è stato avviato l’iter della certificazione sono la putizza o prensitz, la sardina di lampara del golfo di Trieste, il prosciutto cot-to di Trieste.

Figura 12: Prodotti tipici regionali per categoria di prodotto 2010 (%)

Fonte: Elaborazioni INEA su dati MIPAAF

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Aziendeagrituristiche

Con Agenda 2000 la multifunzionalità diventa uno dei cardini dello sviluppo rurale: agricoltura non significa più solo produzione di materie prime e di prodotti alimenta-ri, ma integra una serie di funzioni e servizi a beneficio della società. Le aziende agricole si evolvono, divengono multifunzionali, oltre alla vendita dei trasformati punta-no sulla salvaguardia del territorio, realizzano agrituri-smi, recuperano antiche tradizioni e promuovono l’edu-cazione rurale. Negli ultimi anni per molti agricoltori la diversificazione a favore di attività extra-caratteristiche ha rappresentato un’alternativa e, spesso, un’integra-zione fondamentale al reddito. L’agriturismo in Friuli ha visto un andamento sempre crescente a partire da-gli ultimi anni novanta, con una forte prevalenza della

ristorazione a scapito dell’ospitalità in termini di posti letto. Oggi, invece, si riscontra un maggiore equilibrio di offerta caratterizzata da elevati standard qualitativi e che si avvale anche della relazione della Regione con la Carinzia e la Slovenia, unite in partenariato per la pro-mozione dei territori.

La situazione degli agriturismi autorizzati viene descrit-ta nella figura 13, anche attraverso un confronto con il Nord e l’Italia. Nel 2008 tali aziende sono 550, rispetto alle 22.586 del comprensorio nazionale e alle 8.848 del Nord Italia. Rispetto al Nord il numero di aziende agritu-ristiche regionali rappresenta il 6,2% del totale, mentre rispetto all’Italia il 2,4%.

Figura13: Numero delle aziende agrituristiche autorizzate in FVG ed in altre macroaree 2008

Nota: un’azienda può essere autorizzata all’esercizio di una o più tipologie di attività agrituristicheFonte: elaborazioni INEA su dati ISTAT

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LeaziendeagricolesecondolaRICA

Dall’analisi dei dati raccolti in regione attraverso l’inda-gine RICA, su un campione di 653 aziende, risulta una superficie agricola utilizzata (SAU) media di 29,5 etta-ri. La dotazione media di forza lavoro è pari a 1,6 unità per azienda di cui 1,3 risultano unità di lavoro familiare (ULF). Il comparto più performante in termini di reddito netto (RN) e di produzione lorda vendibile (pLV) è quello dei Granivori con 157.116 euro di RN e 515.062 euro di pLV, presentando una redditività pari al 30,5% della pLV. I settori più redditizi in termini di incidenza percentuale

Tabella 15: Indicatori economici per OTE 2008

PLV/haeuro

RN/haeuro

PLV/ULeuro

RN/ULFeuro

RN/ PLV%

Seminativi 1.632 423 64.808 18.171 25,9

Ortofloricoltura 26.986 9.878 73.797 35.946 36,6

Viticoltura 7.980 3.390 84.536 53.132 42,5

Frutticoltura 5.917 3.452 58.238 53.014 58,3

Altre Arboree 10.183 3.995 57.984 43.705 39,2

Bovino da Latte 4.584 2.512 82.564 46.479 54,8

Granivori 20.886 6.371 216.413 73.298 30,5

Agricoltura Mista (Policolt/Poliall.) 3.406 1.320 65.788 25.665 38,8

Media Regionale 4.095 1.530 74.253 34.836 37,4Fonte: elaborazione INEA su dati RICA FVG

del RN sulla pLV sono la Frutticoltura (58,3%), il Bovi-no da Latte (54,8%) e il Viticolo (42,5%) (tabelle 15 e 16). L’analisi degli indicatori economici mostra una redditivi-tà media del fattore terra pari a 1.529 euro/ettaro, men-tre la redditività del lavoro, familiare è di 34.836 euro di RN/ULF. La contribuzione pubblica incide mediamente per il 20,5% sul reddito netto dell’agricoltura regionale. In particolare, i dati mostrano il ruolo determinante dei contributi sulla redditività del comparto dei seminativi (76,8%).

Tabella 16: Dati strutturali ed economici per OTE - medie aziendali 2008

SAUha

ULn.

ULFn.

PLVeuro

Contributieuro

RNeuro

Seminativi 36,24 0,91 0,84 59.128 11.773 15.338

Ortofloricoltura 4,14 1,52 1,14 111.844 3.883 40.938

Viticoltura 19,56 1,85 1,25 156.093 3.911 66.318

Frutticoltura 21,44 2,18 1,40 126.868 4.350 74.016

Altre Arboree 18,28 3,21 1,67 186.149 4.577 73.026

Bovino da Latte 30,71 1,71 1,66 140.781 11.229 77.144

Granivori 24,66 2,38 2,14 515.062 7.431 157.116

Agricoltura Mista (Policolt/Poliall.) 38,50 1,99 1,98 131.131 13.391 50.826

Media Regionale 29,46 1,62 1,29 120.655 9.250 45.069 Fonte: elaborazione INEA su dati RICA FVG

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Il comparto agricolo regionale presenta tre settori pro-duttivi trainanti: la zootecnia (37% del valore delle pro-duzioni in agricoltura; di cui 22 % carne, 14% latte), le coltivazioni erbacee (18%), il settore vitivinicolo (11%) (ISTAT, 2010). I dati riferiti agli scambi commercia-li dell’ultimo biennio indicano una variazione positiva delle importazioni (+1,2 %) e delle esportazioni (+17,7 %). Tuttavia, la variazione della produzione dell’agri-coltura ai prezzi di base del biennio precedente risulta negativa per tutti i comparti produttivi. In particolare, i cereali registrano una flessione di -45,1% sul valore e di -27,7 % sul prezzo. Il settore zootecnico ha registra-to un calo sia del valore delle produzioni (-7,3%) che dei prezzi (-8%). Tale situazione è ascrivibile ad una se-rie di fattori non solo congiunturali, ma anche relativi all’aumento dei costi di produzione, al calo del valore aggiunto dei prodotti trasformati, alla concorrenza de-gli altri mercati.

per il settore vitivinicolo si rileva una flessione del valore delle produzioni pari a -10,3% e una riduzione dei prezzi intorno a -9%. Nel corso degli ultimi anni, la vitivinicol-tura da un lato ha dovuto affrontare le problematiche dei sempre maggiori costi di coltivazione della vite (legati anche alla frammentazione della superficie agricola), dall’altro ha dovuto far fronte alla concorrenza di nuovi mercati e al calo dei consumi a livello nazionale.

Trovare nuovi sbocchi di mercato, promuovere i prodot-ti tipici regionali, produrre azioni di marketing collettive

Conclusioni

sono alcuni degli elementi chiave ormai fondamentali per rimanere competitivi. A questo proposito è stato costituto il marchio “Tipicamente Friulano”, un’iniziativa a regia re-gionale, che dovrebbe favorire le produzioni tipiche.

Oltre agli strumenti di politica collocati all’interno del programma di Sviluppo Rurale (pSR 2007-2013) e ad alcune leggi regionali (per esempio la legge sull’inno-vazione LR 26/2005, la legge dedicata alla cooperazione e alla ristrutturazione aziendale LR 18/2004) ha assunto crescente importanza il Fondo di rotazione in agricol-tura. Questo strumento, frutto dell’accordo tra l’am-ministrazione e un pool di Istituti di credito, garantisce l’accesso a finanziamenti a medio-lungo termine a con-dizioni agevolate per debiti, investimenti e acquisizioni. Gli interventi finanziati nell’ultimo anno (legge regionale 11/2009) hanno interessato più di mille imprese agri-cole per un valore complessivo pari a circa 130 milioni di euro. I settori che hanno fatto domanda di intervento sono soprattutto il vitivinicolo, le aziende a seminativo e le aziende con bovino da latte.

Affrontare nuove sfide in uno scenario in continua evolu-zione pone l’agricoltura del Friuli Venezia Giulia di fronte alla necessità di: a) consolidare il tessuto produttivo, an-che attraverso un costante incremento degli investimen-ti e della capacità di innovare; b) associare ad un’elevata qualità dei prodotti una maggiore attenzione per l’am-biente; c) potenziare le politiche di marketing e favorire le sinergie tra i soggetti coinvolti nel sistema.

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Finito di stampare nel mese di luglio 2011

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IL SISTEMA AGRICOLO DEL FRIULI VENEZIA GIULIApICCOLI NUMERI E ALCUNE ECCELLENZE AGROALIMENTARI

INEASede Regionaleper il Friuli Venezia Giulia

collana pUBBLICAZIONI REGIONALI

ISBN 9788881452163

Le attività delle Sedi Regionali dell’Istituto sono molteplici, dall’assistenza alle Regioni e agli altri enti locali, in particolare per l’attuazione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche comunitarie (interventi strutturali, di mercato, sviluppo rurale, ecc.), per la produzione di fonti informative originali sul funzionamento delle imprese agricole (RICA) e sulle dinamiche di importanti fenomeni che investono il settore primario: irrigazione, foreste, immigrati, mercato fondiario, filiere agroalimentari, produzioni di qualità e biologiche, ecc. Ma una componente di rilievo è rappresentata anche dalle attività di ricerca che le sedi regionali assicurano per la realizzazione di indagini condotte dalla sede nazionale dell’Ente e dalle collaborazioni attivate in partnership con il mondo della ricerca nazionale e internazionale.La produzione tecnica e scientifica delle Sedi Regionali spazia dai rapporti finalizzati alle esigenze di supporto alle decisioni delle istituzioni locali ai quaderni divulgativi sul sistema della conoscenza in agricoltura e sulla evoluzione e gli scenari di sviluppo agricolo e rurale. Le competenze e le esperienze accumulate in molte sedi consentono anche di sviluppare autonome attività di studio e di ricerca mirate a fornire contributi metodologici e un avanzamento delle conoscenze.