il notiziario agricolo 6/2012

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Anno 61° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI ASTI COLDIRETTI Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 6 - Anno 2012. In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo 6 numero 9 giugno 2012

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Il periodico di Coldiretti Asti

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Anno

61° Periodico della FederazioneProvinciale COLDIRETTI ASTI

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6 numero 9 giugno 2012

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Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 Fax 0141.355.138 e-mail: [email protected] ufficiale Coldiretti Anno 61° numero 6- 9 Giugno 2012*Realizzazione grafica e stampaRiflesso – S.r.l. F.lli Scaravaglio & C.Reg. Trib. di Asti n.44 del 10-8-2011 Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano ZuninoPubblicità: Impresa Verde Asti srl – Riflesso scarlTel. 0141.380.400 – 0141.590425Abbonamento annuale: Euro 20,00*Data di chiusura del giornale

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

a r g o m e n t i i n e v i d e n z a

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Som

mar

ioLavoro:salviamo i Voucher

Speciale Misura 111 - Vino: Le informazioni tecniche del C.S.V.P.; Cresce l’export; Il Piano dei controlli Doc; Gestione del verde in vigneto; Nuove regole per i Patentini; Ritorna il Basta.

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Franco SerraPresidente di Apa Asti

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Cresce il progetto

F.A.I.

La Giunta esecutivaColdiretti

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Tutti gli Agriturismo

su iPhone e iPad

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Il ritornoal lavoronei campi

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CIMATIRCE POTEL BIL ECOPER VIGNETI E KIWI

GRUPPO INTERCEPPI SU TELAIO POLIVALENTE

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C on la riunione del Con-siglio dell’Associazione provinciale Al levatori,

Apa di Asti, mercoledì 16 mag-gio è stato nominato presidente Franco Serra, 45 anni, allevatore di Aramengo. L’incarico di Vice presidente è invece stato asse-gnato all’allevatore di Variglie Domenico Viarengo.L’Apa di Asti gestisce l’iscrizione ai libri genealogici delle aziende associati, oltre 350, per un totale complessivo di oltre 20mila capi, per importanza risulta la terza associazione del Piemonte, dopo Cuneo e Torino. “Siamo in un mo-mento sicuramente non facile per la zootecnica – ha dichiarato al momento dell’investitura Franco Serra – ma gli stimoli ci sono e vedo tanta voglia di fare bene”. Il riferimento del neo presiden-te è rivolto alla nuova squadra che si è creata con il rinnovo delle cariche sociali: nel nuovo Consiglio direttivo 7 rappresen-tanti su 11 sono espressione di Coldiretti Asti. “C’è molto da fare – sottolinea Serra che per altro, con il fratello, gestisce un centinaio di bovini di razza Piemontese allo stato semibrado su una superficie di 70 ettari fra

cereali e pascoli – in questi giorni abbiamo incontrato l’assessore all’Agricoltura e il Vice presidente della Provincia di Asti.Abbiamo avuto conferma della collaborazione per l’organizza-zione delle sei fiere zootecniche, più quella di Valfenera per il libro genealogico nazionale.Il nostro impegno è mirato al mantenimento e all’implementa-zione dei servizi agli allevatori. Dopo la drastica riduzione dei trasferimenti pubblici, del 35% solo negli ultimi due anni, attue-remo un progetto di ristruttura-zione su base regionale dell’or-ganizzazione degli uffici.Sono comunque fiducioso per-chè in questi anni, anche grazie alle tante iniziative a difesa del

Made in Italy, è cresciuta sempre più la consapevolezza di dover offrire ai consumatori prodotti salubri e garantiti.E il nostro principale compito è proprio quello di controllo degli allevamenti”.I rappresenti Coldiretti nel Consiglio direttivo dell’Apa di Asti:Franco Serra presidente;Domenico Viarengo vice presi-dente;Piero Garrone consigliere;Renzo Allegretti consigliere;Andrea Rabino presidente razza piemontese;Mario Casetta presidente razza frisona;Simone Grappiolo presidente razza ovicaprina.

Franco Serra Presidente dell’Apa di AstiNel Consiglio direttivo sette rappresentanti Coldiretti su undici

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I l 14 maggio, presso la sede provinciale di Coldiretti si è tenuto il primo Consiglio

direttivo della presidenza di Roberto Cabiale, nominato il 27 aprile scorso alla guida del-la più grande forza sociale del territorio.Tra i punti all’ordine del gior-no, oltre alle strategie future dell’organizzazione, attuate in base allo sviluppo del grande progetto di “Una filiera agricola tutta italiana”, c’era anche la nomina dei componenti della giunta esecutiva della Federazio-ne. Un sensibile ringiovanimento dell’età dei dirigenti in seguito alle assemblee di base tenutesi nelle settimane precedenti nei maggiori paesi dell’Astigiano, si è tradotto in un direttivo pro-vinciale con un’età media dei componenti molto più bassa, con imprenditori agricoli che svolgo-no attività innovative ed in linea con il progetto Coldiretti.Il nuovo assetto direttivo della Federazione Coldiretti Asti è dunque il seguente:Presidente: Roberto Cabiale;Vice Presidenti: Piero Parena e Gianfranco Torelli;

Componenti Giunta: Franco Penna, Alessandro Porcellana, Andrea Rabino, Marco Reggio;Componenti di diritto: Bruno Porta, Marco Melica, Paola Ro-manato.Oltre ai sopracitati componenti la Giunta, il Consiglio direttivo è composto da: Renzo Allegretti, Rosa Gaveglio, Enrico Pia, Mario Tanino, Silvano Giachino, Franco Serra,Angelo Turco, Carlo Caviglia,

Massimo Marengo, Domeni-co Perfumo, Maurizio Soave, Giancarlo Camisola, Giuseppe Campia, Giampiero Rizzo, Mario Casetta.Collegio dei Revisori: Massimo Giaccone (Presidente); Mario Barbarino; Antonella Vecchiat-tini. Supplenti: Ezio Cortese; Giuseppe Leone. Probiviri: Mario Bisconti (Presidente); Claudio Ollino; Franco Roero. Supplenti: Cesare Stella; Franco Toso.

Il primo Consiglio del Presidente CabialeNominata la nuova giunta esecutiva della Federazione Coldiretti Asti

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Trasformare il sogno in realtàCome aprire una azienda agricola in 10 mosse

Il ritorno al lavoro nei campiOcse: 10 mila giovani aziende agricole nel 2012

Per trasformare il desiderio di diventare agricoltore in realtà Coldiretti ha presentato il

vademecum su “Come aprire una azienda agricola” per rispondere alla domanda di campagna delle giovani generazioni.Un sogno più facile da realizzare anche grazie alle opportunità of-ferte dal decreto sulle liberalizza-zioni in cui si prevede - sottolinea Coldiretti - la possibilità di affitto, oltre alla vendita, dei terreni agricoli demaniali, con prelazione a favore proprio dei giovani agricoltori. “Un’opportunità fortemente vo-

luta da Coldiretti che potrebbe riguardare fino a 338mila ettari di terreni agricoli pubblici, dai quali potrebbero nascere fino a 43mila nuove imprese agricole condotte da giovani”, ha affermato il dele-gato nazionale di Giovani Impresa Coldiretti Vittorio Sangiorgio.Per far nascere una impresa è prima di tutto prioritario avere un’“idea” d’impresa intorno alla quale sviluppare un progetto sen-za fermarsi alla semplice visione bucolica. Non accontentarsi delle ipotesi più tradizionali, ma consi-derare l’ampio spettro di oppor-

tunità offerte dal settore che ha esteso le sue competenze dalla produzione alla trasformazione e vendita di prodotti alimentari. Dalle agroenergie fino all’offerta di servizi alle scuole come le fattorie didattiche, ma anche alle pubbliche amministrazioni per la cura del verde, sono state tante in questi ultimi anni le idee vincenti. Un trend creativo che prosegue e si sviluppa costantemente. Recentemente c’è chi si è messo a coltivare spezie da vendere alla comunità di immigrati cinesi in città, o chi ha realizzato in Italia la prima coltivazione di

S ono quasi diecimila (9.170) le nuove imprese agricole nate nel primo trimestre

2012. Nonostante la crisi, l’agri-coltura è l’unico settore a non aver visto diminuire la presenza percentuale di giovani imprendi-tori under 30. E’ quanto è emerso da una analisi di Coldiretti Giovani Impresa resa nota in occasione dell’Assemblea nazionale svoltasi il 17 maggio a Roma a cui hanno partecipato anche 40 giovani imprenditori agricoli dell’Astigiano guidati dal delegato provinciale Marco Meli-ca e alla presenza del presidente Roberto Cabiale e del direttore Antonio Ciotta.Il dato emerge dal rapporto sul mercato del lavoro dell’Orga-nizzazione internazionale del lavoroe dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo

economico per il G20 dei ministri del Lavoro in Messico. Nel tempo della crisi il ricambio generazio-nale in agricoltura è più alto che in altri settori con la presenza di giovani agricoltori che - sot-tolinea la Coldiretti - è rimasta percentualmente stabile mentre nell’attività manifatturiera si è più che dimezzata negli ultimi 30 anni.Oggi in un caso su dieci i giovani imprenditori scelgono proprio il settore agricolo per avviare una

attività. Il 33 per cento dei giovani agricoltori italiani si trova in fase di espansione aziendale, al Nord come al Sud, contro il 10 per cento della media nazionale.Gli under 30 sono particolar-mente attivi nell’export, con il 13 per cento dei giovani che vende oltre confine, contro una media nazionale dell’8 per cento. Il 40 per cento dichiara inoltre di aver aumentato il proprio fatturato nell’ultimo anno, secondo un sondaggio Coldiretti/Swg.

• 61mila• il 40 % ha aumentato il proprio fatturato nell’ultimo anno

• il 33 % è in fase di espan-sione aziendale

• Il 50 % ha una certifica-zione di qualità

L’identikit dei giovani imprenditori agricoli

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banane. E ancora chi ha inventato l’agridetersivo per non inquinare o chi la mozzarella di capra contro le intolleranze sempre più diffuse tra i bambini, fino a chi coltiva la manna (un dolcificante naturale) senza aspettare che cada dal cielo. Queste sono alcune novità presentate nell’ “Open space della creatività contadina” all’Assemblea dei giovani Coldiretti.

ECCO COME FARE

1. Avere un’ “idea” d’impresa intorno alla quale sviluppare

un progetto di sviluppo. Avere un’idea di impresa agricola si-gnifica individuare che tipo di “imprenditore agricolo” si vuole essere o diventare: imprenditore agricolo più “tradizionale” (produ-zione in un specifico comparto) o più “innovativo” e “diversificato” sfruttando, a 10 anni (18 maggio 2001/2011) dalla sua introduzione, le opportunità offerte dalla legge di orientamento in agricoltura. Inoltre, avere un’idea di impresa significa valutare quali leve strategiche si intendono attivare: innovazione, vendita diretta, reti, territorio, qualità, agroenergie, agriturismo, fattoria didattica.

2. Analisi delle caratteristiche e delle potenzialità aziendali

tramite l’osservazione del territo-rio, del mercato, dei concorrenti e delle normative vigenti. Significa analizzare, servendosi di appositi consulenti le componenti di base per avviare l’impresa agricola, una volta esplicitata l’idea.

3. Confrontarsi con gli altri che hanno già fatto esperienze

simili in Italia o in Europa per co-gliere le sfumature e focalizzare al meglio le idee.

4. Trasformare l’”idea” in un progetto di sviluppo impren-

ditoriale. Si tratta di determinare gli obiettivi generali del progetto, quelli specifici, i risultati attesi e le azioni e le risorse necessarie

per raggiungerli. Si tratta di farsi redigere da adeguati specialisti e professionisti un Business plan economico finanziario accurato e in grado di reggere al mercato e alle richieste di finanziamento pubblico e privato.

5. Ricerca della fonte di finan-ziamento. Sulla base dell’idea

progettuale valutare la possibile fonte di finanziamento nell’ambito delle politiche di sviluppo rurale (insediamento giovani, investimen-ti, qualità, pacchetto giovani). Per l’acquisto di terra verificare la pos-sibilità di un mutuo presso Ismea nel ambito dei finanziamenti della piccola proprietà contadina.

6. Presentazione del progetto per il finanziamento pubblico. Si

tratta di fare la domanda per l’ac-cesso al finanziamento unitamente alla presentazione del Business Plan. Necessaria l’assistenza di un centro Caa e la consulenza di un professionista per la parte tecnica. Oggi questo è il punto su cui si incaglia il meccanismo di avvio di un’impresa agricola. Infatti le procedure per accedere alle risorse dei Piani di Sviluppo Rurali (Psr) specificatamente dedi-cate ai giovani prevedono in media 275 giorni tra l’approvazione del programma e l’uscita del bando; 248 giorni tra la fine della raccolta delle domande e i decreto di con-cessione del contributo (istruttoria); tra i 18 e i 24 mesi per l’erogazione del contributo.

7. Presentazione del progetto per il finanziamento privato.

Numerose banche offrono con-dizioni vantaggiose per i giovani anche grazie ad accordi con Cre-ditagri Italia, il primo consorzio fidi nazionale, per la ricerca delle migliorie condizioni di accesso al credito e del prodotto finanziario più adatto. Particolare attenzione va riposta nella concessione della garanzie. Si tratta di un assaggio fondamentale per “non giocarsi” il capitale fisico appena costituito o

i “risparmi” di papà.

8. Una formazione di base in campo agricolo è importante,

ma non decisiva anche perché sono numerosi i corsi di forma-zione professionale organizzati a livello regionale per acquisire competenze e avere la qualifica di imprenditore agricolo dal punto di vista fiscale. Frequentarli è un modo per apprendere, ma anche per tessere una rete di rapporti con altri colleghi.

9. Per avviare un impresa agri-cola non sono molti gli adem-

pimenti necessari nè i relativi costi dal punto di vista burocratico. Infatti tre sono i passaggi fonda-mentali: - Apertura di una Partita Iva presso l’Agenzia delle Entrate. - Iscrizione al Registro delle impre-se, sezione speciale Agricoltura, presso la competente Camera di Commercio se si prevede di realizzare un fatturato superiore ai 7000 euro/anno.- Iscrizione e dichiarazione presso l’Inps.

10. La burocrazia è un peso non solo nell’avvio, ma

anche nell’esercizio dell’attività imprenditoriale. Il settore agricolo è ancora pieno di una pletora di adempimenti quotidiani (che si allungano ad elastico a seconda della branca di attività) che tolgo-no all’ impresa agricola 2 giorni di lavoro a settimana da distrarre dall’attività di impresa vera e pro-pria: 100 giorni l’anno.

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Salviamo i voucher per l’agricolturaLa manifestazione del 22 maggio a Roma davanti al Senato

Anche una delegazione di Coldiretti Asti ha partecipato il 22 maggio scorso a Roma alla manifestazione di sensibilizzazione del Governo per ripristinare il pieno utilizzo dei voucher, i buoni lavoro per il settore agricolo.Coldiretti ha manifestato davanti al Senato della Repubblica, in piazza delle Cinque Lune, spiegando le ragioni della protesta nei confronti di una disattenzione che priverebbe il settore agricolo di un importante strumento che concilia le esigenze di semplificazione, legalità e traspa-renza con la possibilità di garantire un sostegno alle classi sociali che più sentono la crisi. Il disegno di legge sul lavoro, predisposto dal ministro Elsa Fornero, metteva infatti in seria discussione il mantenimento dei voucher lavorativi in agricoltura. Inoltre un emendamento relegava l’utilizzo di questi strumenti alle sole aziende agricole esonerate dalla tenuta della contabilità Iva, ovve-ro quelle con un volume d’affari inferiore a 7 mila euro, colpendo la maggioranza delle imprese e danneggiando moltissimi lavoratori. Una problematica che avrebbe messo in seria difficoltà anche le imprese dell’Astigiano, soprattut-to in prospettiva della prossima

vendemmia. Ripercussioni pesanti anche per quanti sono abitual-mente occupati occasionalmente e stagionalmente nella raccolta di ortrofrutta, nei mercati agricoli e negli agriturismi. In questi anni i voucher hanno contribuito alla trasparenza nel mercato del lavoro, nel rispetto delle caratteristiche e specifiche esigenze delle imprese agricole.“La nostra manifestazione – ha sottolineato il presidente provin-ciale Coldiretti Roberto Cabiale, presente martedì a Roma – è partita dal presupposto che con un colpo di spugna i benefici portati dai voucher, una vera provocazione nei confronti di un settore che in questi anni, attraverso i “buoni” per il lavoro stagionale, ha contribuito ad integrare i redditi di molti cit-tadini tra i quali appunto studenti e pensionati. Sarebbe stata una grave scorrettezza istituzionale procedere a modifiche specifiche della normativa lavoristica del settore essendo le rappresentanze delle imprese agricole le uniche ad essere state escluse dal tavolo di confronto durante l’iter di defini-zione del disegno di legge sulla riforma sul lavoro. Devono preva-lere la ragione e il buon senso, in un momento in cui ogni opportunità

lavorativa seria va incentivata per combattere la crisi”.Anche perchè i voucher, introdotti per gli aspetti connessi alla ven-demmia, e poi estesi a diverse tipologie di attività occasionali, hanno contribuito a facilitare alcune particolari domande e offerte di oc-cupazione, nell’interesse reciproco di aziende e lavoratori, introducen-do per la prima volta autentiche norme di semplificazione.Alla manifestazione del 22 maggio hanno partecipato almeno un mi-gliaio persone, non solo agricoltori, ma anche studenti, casalinghe e pensionati. Hanno chiesto a gran voce la riformulazione dell’emen-damento sui voucher in agricoltura da parte della commissione lavoro del Senato che nei giorni seguenti ha subito recepito in Commissione alcune contromisure che tuttavia sono ancora insufficienti (vedasi articolo nella pagina successiva.

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Antonio Ciotta, direttore provinciale Coldiretti

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Situazione ancora incertaMa già superato il limite dei 7 mila euro

In seguito alla manifestazione del 22 marzo, la Commissione parlamentare ha riformulato

l’emendamento sui voucher, ri-mane ancora penalizzante per il settore agricolo. “Rappresenta comunque un passo in avanti – ha sottolineato il presidente nazionale Coldiretti, Sergio Marini - rispetto al testo precedente che prevedeva di fatto l’abolizione della possi-bilità di utilizzare i voucher per le imprese sopra i 7mila euro di fatturato e un valore fisso orario di 10 euro”. Per ora è almeno

scomparso il limite di 7mila euro ed è stata confermata la situazio-ne attuale fino all’approvazione della legge mentre il valore del voucher sarà definito per decreto sentite la parti sociali. Va peraltro sottolineato che i voucher acqui-stati fino all’entrata in vigore della nuova legge sono validi fino al 31 maggio 2013.A seguito dell’approvazione dell’emendamento al DDL, va infatti chiarito che fino a quando il disegno di legge non completerà l’iter di approvazione e conver-

sione in Legge, superando tutti i relativi passaggi parlamentari sia in aula che nelle commissioni di Camera e Senato, la disciplina applicabile resterà quella attual-mente in vigore. Praticamente il quadro normativo che potrebbe venirsi a delineare, letto alla luce delle modifiche ipotizzate si divide in 3 fasi: 1) Fino a quando non sarà approvata la legge; 2) Dall’appro-vazione della legge all’emanazione del decreto sul valore; 3) Dopo l’approvazione della legge e del decreto sul valore.

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IL VOUCHER OGGI IL VOUCHER DOPO L’APPROVAZIONE

DEL DDL E PRIMA DEL DECRETO SUL VALORE

IL VOUCHER DOMANIDOPO L’APPROVAZIONE

DEL DECRETO SUL VALORE

Imprese agricole con volume d’affari superiore a 7.000

Imprese agricole con volume d’affari superiore a 7.000

Imprese agricole con volume d’affari superiore a 7.000

- Prestatori d’operaStudenti, pensionati, casalinghe, lavoratori in CIG-mobilità-disoccupazione non agricola, lavoratori a part-time presso altri datori di lavoro

- Attivitàsolo attività stagionali

- Limite per il prestatore d’opera

5.000 euro da ogni singolo committente

- Valore del vouchernominale pari a 10 euro

- Prestatori d’operaStudenti, pensionati

- Attivitàinvariato rispetto ad oggi

- Limite per il prestatore d’opera

5.000 euro anche se da più committenti

- Valore del voucherNominale pari a 10 euro

- Prestatori d’operaStudenti, pensionati

- Attivitàinvariato rispetto ad oggi

- Limite per il prestatore d’opera

5.000 euro anche se da più committenti

- Valore del voucherCome stabilito da un decreto la cui emanazione è prevista nella nuova legge tenuto conto delle indicazioni previste dalle parti sociali

Imprese agricole con volume d’affari inferiore a 7.000

Imprese agricole con volume d’affari inferiore a 7.000

Imprese agricole con volume d’affari inferiore a 7.000

- Prestatori d’opera Nessuna limitazione- Attività

tutte le attività agricole anche non stagionali

- Limite per il prestatore d’opera

5.000 euro da ogni singolo committente

- Valore del vouchernominale pari a 10 euro

- Prestatori d’operaNessuna limitazione purché si tratti di soggetti non iscritti l'anno precedente negli elenchi anagrafici dei lavoratori agricoli

- AttivitàInvariato rispetto ad oggi

- Limite per il prestatore d’opera

5.000 euro anche se da più committenti

- Valore del vouchernominale pari a 10 euro

- Prestatori d’operaNessuna limitazione purché si tratti di soggetti non iscritti l'anno precedente negli elenchi anagrafici dei lavoratori agricoli

- AttivitàInvariato rispetto ad oggi

- Limite per il prestatore d’opera

5.000 euro anche se da più committenti

- Valore del voucherorario e del valore stabilito dal decreto

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C resce la filiera agricola italiana. Dai mercati alle fattorie, fino alle botte-

ghe, la rete di vendita diretta di Campagna Amica promossa dalla Coldiretti si sta allargando sempre di più mentre sul fronte delle commodities è arrivato l’accordo con Coop Italia che ha portato sul mercato la prima pasta tutta italiana prodotta con il grano nazionale e a marchio Fai (Firmato Agricoltori Italiani).Dai cereali fino ai prodotti di nicchia, l’obiettivo del progetto economico lanciato dalla Col-diretti è quello di valorizzare il lavoro degli agricoltori utiliz-zando e sperimentando forme di commercializzazione sempre nuove. Un esempio è il fenomeno delle Botteghe di Campagna Amica che stanno aprendo a ritmo ser-rato su tutto il territorio nazionale. Veri e propri supermarket dove è possibile trovare esclusivamente prodotti agricoli italiani forniti dalle imprese aderenti al Con-sorzio produttori di Campagna Amica. In questo modo si forni-sce la possibilità alle aziende di

commercializzare le proprie pro-duzioni in maniera sempre è più ampia e capillare, ma il vantaggio è anche per i consumatori che in questo modo possono fare una spesa tutta agricola ogni giorno. Opportunità, questa, che non tutte le esperienze dei mercati potevano sino ad oggi offrire.Ciò non toglie che i farmer’s market siano un fenomeno che non conosce crisi. Nei quasi 900 mercati degli agricoltori hanno fatto la spesa 9 milioni di italiani nel 2011 per un valore di 489 mi-lioni di euro in aumento del 53 per cento rispetto allo scorso anno, in netta controtendenza con l’an-damento stagnante generale del commercio al dettaglio. Il decreto Crescitalia ha ulteriormente am-pliato la possibilità di iniziativa, con l’allargamento alle atività di somministrazione. Ai mercati van-

no poi aggiunti le 3.972 aziende agricole e i 670 agriturismi dove è possibile acquistare direttamente dal produttore. Ma, accanto alla vendita diretta, continua il progetto economico della Fai. L’ultimo esempio, è il sopracitato lancio della pasta tut-ta italiana ma Fits (Filiera Italiana Trading Seminativi), Società di scopo nel settore dei seminativi della Holding Consorzi Agrari d’Italia, è al lavoro per dare nuove risposte alle aziende nel settore dei seminativi. Nell’ambito del piano nazionale cerealicolo è stato approvato un progetto per garantire la qualità di quasi il dieci per cento della produzione nazionale di grano duro da utiliz-zare nella pasta e per garantire l’assenza di ogm nel mais usato per i mangimi, presentato proprio su iniziativa di Fits.

Cresce il progetto Fai (Filiera agricola italiana)Dalle botteghe di Campagna Amica, alla prima pasta di grano tutto italiano

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• Az. Vitivinicola Giachino Franco di Costigliole d’Asti• Coop. Agr. San Salvatore a r.l. di Monale• Az. Agr. Le Api di Clara Bandiera di Montechiaro d'Asti• Az. Agr. La Tagliana di Paolo Albenga di San Marzano Oliveto• Az. Agr. Maccario Francesco di Castelnuovo don Bosco• Az. Agr. La Tizianella di Tiziana Maria Bertolin di Costigliole d'Asti• Az. Agr. La Colombina di Piercarlo Beccaris di Variglie• Az. Agr. Il Palazzo di Vincenzo Leone di Montiglio M.to• Az. Agr. Fabrizio Rizzotti di Vespolate (No)

GLI ESPOSITORI IL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA IN S. MARIA N.

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Un aiuto all’aumento dei co-sti per fare la spesa viene da un’amica particolare.

Non a caso si chiama “Campagna Amica”, la Fondazione che trova impulso dai produttori Coldiretti che nell’ultimo decennio ha at-tuato tutta una serie di iniziative basate su un patto stretto dagli imprenditori agricoli e i consuma-tori. Per gli acquisti direttamente dai produttori, si sono sviluppati sempre più i Punti Vendita, le Botteghe e I Mercati di Campagna Amica.In provincia di Asti i Punti Vendita, in agriturismo, nelle cantine e in vari spacci aziendali, hanno ormai superato il centinaio, l’ultimo in ordine di tempo l’agrimacelleria Allegretti di Rocca d’Arazzo inau-gurata solo un paio di settimane fa. Fra le Botteghe l’ultima nata è quella della famiglia Merlo presso l’azienda San Desiderio a Mona-stero Bormida che propone dalla frutta alla verdura, alle carni di raz-za Piemontese, fino ai formaggi, vini e prodotti di gastronomia. Poi ci sono i sette mercati, con quello di Asti inaugurato recentemente nel Borgo Santa Maria Nuova,

nel centro di Asti, in piazza De Andrè nell’area dell’ex Caserma Colli di Felizzano fronte Corso Alfieri, che cresce di settimana in settimana.Si tiene ogni giovedì pomeriggio e gli imprenditori agricoli parte-cipanti sono molto soddisfatti, il mercato è molto frequentato e si concludono buoni affari. Fra gli espositori segnaliamo l’inse-rimento dell’azienda agricola “Il Palazzo”, il cui titolare, Leone Vincenzo, propone gli ortaggi biologici coltivati sulle sue terre di Montiglio Monferrato. Dal mese di maggio, e per tutti i secondi gio-vedì del mese, è invece presente Fabrizio Rizzotti da Vespolate in provincia di Novara: propone le migliori qualità di riso, dal Car-naroli invecchiato, al Roma, fino all’integrale. Anche questo è un prodotto a chilometro zero, man-cando nell’Astigiano la risicoltura. Tra l’altro l’azienda Rizzotti garan-tisce l’assenza di conservanti nel suo riso e la pilatura tradizionale con il sistema a pietra.Tanti spunti dunque per visitare, al giovedì pomeriggio, il Mercato di Campagna Amica in Borgo Santa

Maria Nuova ad Asti.Gli espositori• Az. Vitivinicola Giachino Franco di Costigliole d’Asti• Coop. Agr. San Salvatore a r.l. di Monale• Az. Agr. Le Api di Clara Bandiera di Montechiaro d’Asti• Az. Agr. La Tagliana di Paolo Albenga di San Marzano Oliveto• Az. Agr. Maccario Francesco di Castelnuovo don Bosco• Az. Agr. La Tizianella di Tizia-na Maria Bertolin di Costigliole d’Asti• Az. Agr. La Colombina di Pier-carlo Beccaris di Variglie• Az. Agr. Il Palazzo di Vincenzo Leone di Montiglio M.to• Az. Agr. Fabrizio Rizzotti di Ve-spolate (No)

Cresce anche il mercato di AstiTutti i giovedì in piazza De Andrè fronte C.so Alfieri

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• Az. Vitivinicola Giachino Franco di Costigliole d’Asti• Coop. Agr. San Salvatore a r.l. di Monale• Az. Agr. Le Api di Clara Bandiera di Montechiaro d'Asti• Az. Agr. La Tagliana di Paolo Albenga di San Marzano Oliveto• Az. Agr. Maccario Francesco di Castelnuovo don Bosco• Az. Agr. La Tizianella di Tiziana Maria Bertolin di Costigliole d'Asti• Az. Agr. La Colombina di Piercarlo Beccaris di Variglie• Az. Agr. Il Palazzo di Vincenzo Leone di Montiglio M.to• Az. Agr. Fabrizio Rizzotti di Vespolate (No)

IL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA IN S. MARIA N.

TUTTI I GIOVEDÌ POMERIGGIO

Comune di Asti

ASTI, PIAZZA “DE ANDRÈ”ex Caserma “Colli di Felizzano”

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CREIAMO E STAMPIAMO LA TUA COMUNICAZIONE

l’informazione quotidiana

I l Coordinamento per l’impren-ditoria Femminile di Coldiretti di Asti, nel mese di luglio or-

ganizza due importanti iniziative. Le associate e le loro famigliari si apprestano a vivere l’ormai con-sueto soggiorno estivo e la gita fuori porta.Soggiorno estivo a SampeyreIl soggiorno di villeggiatura si terrà a Sampeyre in Valle Varaita in pro-vincia di Cuneo dal 3 al 13 luglio. Grazie alla partecipazione eco-nomica di Coldiretti, la quota giornaliera, presso l’Hotel “Monte Nebin” tre stelle, in centro paese, a carico dei partecipanti è di Euro 45.00, pensione completa bevande comprese.Per informazioni e prenotazioni contattare la segreteria di Don-ne Impresa Coldiretti al numero

0141.97.10.00.Gita sul lago di ComoMartedì 24 luglio, è prevista la gita sul Lago di Como. La partenza è prevista per le ore 6 davanti agli uffici Coldiretti di corso Felice Ca-vallotti 41 ad Asti. Il programma prevede l’arrivo a Tremezzo, la visita a “Villa Carlotta”, grandiosa villa che si erge sul dolce pendio collinare che si affaccia sul lungomare e fa-mosa per la magnificenza dei suoi giardini con un patrimonio botanico di grande pregio che sarà illustrato da una guida turistica.Seguirà il pranzo, quindi nel pome-riggio la partenza con il battello per la visita al centro lago. Il ritorno ad Asti previsto verso le ore 23.La quota di partecipazione è di Euro 50.00. Adesioni: 0141/380420 - 335471014.i locale.

Donne Impresa: iniziative estive A luglio il soggiorno alpino e la gita al lago

Il 23 maggio scorso le scuole primarie di Nizza Monferrato e di Mombaruzzo, in occasione

dello Slow Food Day, in collabo-razione con Coldiretti Asti, hanno realizzato l’intervallo “Buono, Pu-lito e Gusto con colazione a Km 0”. I bambini, durante la ricrea-zione, hanno così assaggiato la soma d’ai e in alternativa il pane pomodoro e basilico. L’aglio e il basilico provenivano diretta-mente dall’orto in condotta della scuola primaria E. Rossignoli di Nizza, il pane è stato prodotto direttamente presso la scuola primaria di Mombaruzzo, l’olio era del produttore Piero Veglio di Moncalvo, la farina dell’Az. Agricola La Cascinetta di Villa-nova D’Asti, i pomodori di alcuni produttori locale.

LA COLAZIONE A KM 0Alle scuole di Nizza Monferrato e Mombaruzzo

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Anche quest’anno sono molte le scuole che scelgono le fattorie didattiche per chiu-

dere l’anno scolastico in maniera proficua. Questo perché, nella nostra provin-cia, sono anni che Coldiretti effettua vari tipi di contatto tra il mondo dei consumatori e il mondo agricolo e, negli ultimi soprattutto, si è cercato di avvicinare il mondo scolastico al mondo agricolo, con spiegazioni sui vari comparti da parte dei nostri tec-nici nelle varie classi e con visite in azienda da parte delle scolaresche. Una buona educazione al territorio infatti è estremamente importante e deve partire dalla realtà locale, dal territorio in cui l’istituto scolastico è insediato.La “Fattoria Didattica” si rivela con-cretamente un luogo pedagogico

vivente, dove convivono tracce di presenza e processi che possono essere osservati ed interpretati nelle molteplici valenza formative che offrono, e l’ambiente è diven-tato luogo di esplorazione diretta e di esperienza, una educazione al “sapere”. La fattoria è l’esempio più pros-simo di un contesto non chiuso in sé, ma vivo con le sue relazioni con altri contesti, è l’esempio dei “legami” che intercorrono tra uomo ed ambiente. Nel nostro territorio Coldiretti si è posta come obiettivo principale quello di far vivere attivamente l’agricoltura, permettendo ai bam-bini di partecipare direttamente ai processi produttivi aziendali. Gli scopi sono quindi: far conoscere gli alimenti, far conoscere la ci-

clicità dell’agricoltura (le stagioni, la nascita e la morte), informare correttamente sull’agricoltura di oggi (tecnologie, mercati, imprese condotte da giovani).Nella foto i bambini della prima A della scuola “F. Baracca” di Asti in visita presso l’Azienda agricola Savoiardo di Valmanera.

L’importanza delle fattorie didatticheAnche quest’anno un’intensa attività con le scuole

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INTERNI - ESTERNI - RASATURE INTONACI

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La prima pasta 100% italiana dal campo allo scaffaleUna collaborazione senza precedenti fra Coldiretti, Coop e Legacoop Agroalimentare

Con la crisi arriva la prima pasta tutta italiana dal campo allo scaffale, che

valorizza esclusivamente il ter-ritorio, il grano e il lavoro degli italiani, ma è soprattutto il frutto della prima esperienza innovativa di co-imprenditorialità che taglia la filiera e garantisce una più equa ripartizione del valore aggiunto generato da un prodotto di una su-periore bontà, qualità e sicurezza. L’iniziativa è di Coldiretti, Coop e Legacoop Agroalimentare che han-no scelto il prodotto-simbolo della cucina nazionale per avviare una collaborazione senza precedenti, con l’obiettivo di dimostrare come mettendo a sistema gli elementi di-stintivi del Paese si possano trovare occasioni di crescita trasformando dichiarati punti di debolezza in altrettanti punti di forza. Una sorta di “compromesso sto-rico” della tavola, quello siglato il 20 aprile, tra soggetti a volte anta-gonisti lungo la filiera che nell’in-teresse generale hanno deciso però di mettere insieme le risorse migliori dell’Italia e degli italiani: 100 per 100 italiano è il grano, 100 per 100 italiani sono i luoghi di produzione e vendita, 100 per 100 italiani sono gli imprenditori, le più grandi organizzazioni dei produttori agricoli e della distribuzione italia-na. La nuova pasta ha un enorme impatto ambientale, economico e nutrizionale. La produzione nazio-nale della materia prima e la sua lavorazione esclusivamente in Italia consente di salvare dall’abbandono interi territori situati in aree difficili nel sud del Paese, ma anche di garantire occupazione e reddito ad agricoltori e lavoratori in un momento di crisi. Tra gli impor-tanti attori del progetto c’è infatti

il pastificio Cerere del Consorzio Agrario Lombardo Veneto situato in provincia di Enna nel cuore della Sicilia da dove viene il grano che sarà pagato agli agricoltori ad un prezzo premiante per il produt-tore sulla base dell’accordo di co-imprenditorialità. L’origine del grano è un vantaggio anche per i consumatori per la maggiore qua-lità complessiva e il minore con-tenuto di aflatossine, classificate potenzialmente cancerogene, che aumentano con i lunghi trasporti nel grano importato e la conserva-zione in ambienti umidi, come ha confermato il nutrizionista Giorgio Calabrese. La pasta di altissima qualità della filiera agricola italiana nasce - sottolineano Coldiretti, Coop e Legacoop Agroalimentare- dal grano coltivato nei campi degli agricoltori della Coldiretti e arriva negli scaffali degli oltre 1400 punti vendita di Coop con il marchio unico 100 % Italia: 5 formati di pasta di grano duro trafilata al bronzo, essiccazione lenta, qualità ottima, no ogm. Il primo di una linea che a regime includerà altri prodotti eccellenti della tradizione

gastronomica italiana. Non è un caso che a cucinare per la prima volta la pasta sia stato scelto uno chef italianissimo, un maestro della cucina di casa nostra come Mas-simo Bottura. E a sancire l’inizio di una collaborazione che vede come co-protagonisti le più importanti organizzazioni dei produttori e dei consumatori italiani la presenza del Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania. “In un momento in cui il Paese sta cercando nuove strade per tornare a crescere noi offriamo una espe-rienza concreta nell’agroalimenta-re, leva competitiva che mette a sistema le straordinarie capacità imprenditoriali e le potenzialità dei nostri territori, a cominciare da quelle inespresse del mezzogiorno” afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “l’Italia costruirà il proprio futuro tornando a fare l’Italia, ovvero valorizzando al meglio quello che ha già di unico e di esclusivo, a cominciare dal cibo”. “Noi di Coop crediamo che questo non valga soltanto come un pro-getto a sé e comunque si tratta di un progetto di indiscutibile va-

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La pasta è presente tutti i giorni sulle tavole di dieci milioni di italiani e ritorna

a essere nel pieno della crisi un prodotto di punta nella nostra alimentazione tanto che nel 2012 si è registrato un aumento nelle vendite pari al 4,7 per cento. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti, Legacoop Agroalimen-tare e Coop diffusa in occasione della presentazione della “prima pasta tutta italiana dal campo allo scaffale”. Gli italiani sono i maggiori consumatori mondiali con circa 26 chili per persona nell’ultimo anno, una quantità che è stata tre volte superiore a quello di uno statunitense, di un greco o di un francese, cinque volte superiore a quello di un tedesco o di uno spagnolo e sedici volte superiore a quello di un giapponese. Nel podio dei mangiatori di pasta salgono - precisano Coldiretti, Legacoop Agroalimentare e Coop - l’Italia con i 26 chili all’anno a testa, il Vene-zuela con 13 chili all’anno a testa e la Tunisia con 12 chili all’anno a testa. In Italia sono consumati oltre 1,5 milioni di tonnellate di pasta, per un controvalore di 2,8 miliardi di euro. L’Italia è leader anche nella produ-zione con 3,2 milioni di tonnellate superiore a quella degli Stati Uniti (2 milioni di tonnellate), del Brasile (1,3 milione di tonnellate) e della Russia (858 mila tonnellate). In altre parole è un piatto di pasta su quattro consumato nel mondo è fatto in Italia. Nel corso del 2011 sono aumentate dell’8 per cento le esportazioni in valore di pasta italiana nel mondo ma un aumento record del 60 per cento si è veri-ficato in Cina dove comunque la domanda resta contenuta. La pasta

italiana è entrata nelle abitudini alimentari in tutti i continenti con 2 miliardi di valore dell’export anche se i consumatori più appassionati di pasta italiana sono i tedeschi, seguiti nell’ordine dai francesi, dagli inglesi, dagli statunitensi e dai giapponesi. La riscossa della pasta ha trainato anche le semine di grano duro in Italia che avrebbero fatto segnare nel 2012 un incremento di circa 150 mila ettari (+13% su base annua), ammontando complessi-vamente a 1,35 milioni di ettari, sulla base di una indagine Ismea. A livello regionale si stimano au-menti consistenti in Puglia e nelle Marche (+15 per cento circa) e in Sicilia (+20 per cento) mentre in controtendenza sarebbe invece la Basilicata dove gli ettari avrebbero subito una contrazione di circa il 10 per cento. L’italianità della pasta è considerata il vero valore aggiunto del prodot-to secondo un sondaggio online condotto dal sito www.coldiretti.it. Nella scelta della pasta il 56 per cento considera infatti fonda-mentale l’italianità, il 26 per cento il formato, l’11 per cento il prezzo piu’ basso e solo il 7 per cento la marca famosa.

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Tutti i giorni a tavola, 10 milioni di italiani consumano pasta quotidianamente

lore - spiega Vincenzo Tassinari, presidente di Coop Italia- ma che sia anche la dimostrazione concreta di come Coop, con la sua identità di catena distributiva italiana, metta a disposizione la sua organizzazione e agisca con-cretamente con le organizzazioni che, con ruoli diversi, hanno co-munque a cuore l’agricoltura del nostro Paese. E questo dialogo che porta a risultati concreti non può che generare significativi benefici per tutti i soggetti inte-ressati compresi i consumatori italiani che ottengono così una pasta di ottima qualità al prezzo più giusto”. «Coop, Coldiretti e la nostra as-sociazione di imprese lanciano un progetto di co-imprenditorialità – ha sottolineato il presidente di Legacoop Agroalimentare, Gio-vanni Luppi – che porterà benefici a tutta la filiera e ai consumatori. È un fatto molto positivo che si inserisce all’interno di una strate-gia di cooperazione tra produttori, trasformatori e distributori che perseguiamo da tempo». Tra gli altri co-protagonisti il CSQA, l’ente di certificazione indipendente che ha il compito di tracciare l’intera filiera e che ha guidato i tre protagonisti del progetto nel percorso di coin-volgimento che ha permesso di giungere alla definizione concor-data del prezzo minimo equo da pagare agli agricoltori. Ovvero un prezzo adeguato sia per gli investimenti effettuati sia per la remunerazione del lavoro e dei mezzi di produzione. Per gestire nel tempo il progetto inoltre è attivato un Comitato di Gestione della Filiera in Coimprenditorialità a cui spetta anche la decisione sul reinvestimento degli utili al singolo agricoltore che il prezzo del grano coprirà in ogni caso i costi di produzione e al consu-matore di acquistare la migliore qualità al giusto prezzo.

ITALIA 26GRECIA 10VENEZUELA 13SVIZZERA 10TUNISIA 12 STATI UNITI 9

I principali consumatoridi pasta nel mondo(in kg/anno a persona)

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Applicazione Imu, così non vaA Bruno il Sindaco propone la riduzione, ma il Consiglio la boccia

Soggiorno estivo a SampeyreA luglio, organizzato da Donne Impresa Coldiretti

Quando si valutano i guai economici attraversati dall’Italia, quasi sempre si

guarda lontano, ai politici di Roma, alle auto blu, alle grandi aziende senza scrupoli nei confronti dell’oc-cupazione. Purtroppo però, nei giorni scorsi, abbiamo scoperto che talvolta il malessere del nostro paese e l’indifferenza verso il bene comune, ci viene anche da molto vicino, sotto casa. Sintomatico il caso di Bruno, piccolo paese a sud della provincia di Asti ai confini con l’Alessandrino. Da “buoni italiani”, durante l’ultima riunione, i consi-glieri comunali hanno bocciato la proposta del Sindaco di ridurre l’imposizione sui fabbricati agricoli ed hanno agevolato le seconde e terze case. “Evidentemente hanno preferito – tuona il presidente della locale sezione Coldiretti, Mario Barbarino, che conosce uno ad uno i Consiglieri – pagare meno sulle proprie case piuttosto che dare impulso all’economia agricola. Nonostante la buona volontà del Sindaco che ha accolto le richieste di Coldiretti di portare in Consiglio una proposta che salvaguardasse

l’economia a scapito di un piccolo sacrificio di chi possiede più abita-zioni, i nostri consiglieri comunali hanno probabilmente pensato ai loro piccoli interessi personali”. Questo nonostante l’economia di Bruno si basi quasi totalmente sull’agricoltura e che in un paese di soli 360 anime probabilmente, almeno su questi affari interni, non dovrebbe essere troppo difficile mettere tutti d’accordo.

QuanIl Coordinamento per l’imprenditoria Femminile di Coldiretti di Asti anche

quest’anno ha indetto un’inizia-tiva estiva per soci e famigliari. Il soggiorno di villeggiatura si terrà a Sampeyre in Valle Varaita in provincia di Cuneo dal 3 al 13 luglio.Ospitati all’, conduzione fa-

migliare (camere con bagno, telefono, televisore, balcone e ascensore).Menu’ presentato ai partecipanti la sera prima con possibilità di due scelte.L’Hotel si trova in centro a Sam-peyre vicino alla Chiesa Parroc-chiale.Grazie alla partecipazione eco-

nomica di Coldiretti, la quota giornaliera presso l’Hotel “Monte Nebin” tre stelle, in centro pae-se, a carico dei partecipanti è di Euro 45.00, pensione completa bevande comprese.Per informazioni e prenotazioni contattare la segreteria di Don-ne Impresa Coldiretti al numero 0141.97.10.00.

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Una mail per salvare il “Parmigiano”Necessario evitare le speculazioni che sono sempre in agguato

U na mail per far ripartire l’economia e l’occupa-zione nelle zone colpite

dal terremoto.Un aiuto concreto all’agroalimen-tare che è il motore e il simbolo di questi territori. Per far fronte alle migliaia di richieste di chi vuole esprimere solidarietà ac-quistando Parmigiano Reggiano “terremotato” e gli altri prodotti agroalimentari tipici dei territori colpiti dal sisma, Coldiretti ha attivato la e-mail [email protected] a cui ci si può rivol-gere per inviare richieste, speci-ficando nome, indirizzo, telefono, prodotto e quantitativo cui si è interessati. Compatibilmente con la situazione di difficoltà che stanno vivendo i produttori saranno fornite tutte le necessa-rie informazioni per contribuire concretamene a risollevare un comparto, come quello agroa-limentare, che ha subito danni per 250 milioni di euro con crolli e lesioni ai magazzini di stagio-natura, gli edifici rurali (case, stalle, fienili e serre), danni ai macchinari e perdita degli animali sotto le macerie.L’attivazione della mail, dimo-strazione della volontà di rico-minciare delle imprese colpite da sisma, è stata sollecitata dalle richieste dei cittadini che hanno intasato i centralini e la

posta elettronica di Coldiretti in una sorta di gara di solidarietà. Coldiretti e i produttori coin-volti, pur nelle grandi difficoltà organizzative causate dal sisma, puntano ad estendere la vendita anche ad altre città, attraverso i negozi, le botteghe e i mercati di Campagna Amica. In questi giorni anche in provincia di Asti si sta attivando questa vendita della solidarietà. La Bottega di Campagna Amica “San Deside-

rio” di Monastero Bormida ha già richiesto agli amici emiliani colpiti dal terremoto una fornitura di Parmigiano Reggiano. Si attiverà così la vendita a forme intere o pezzature da un chilogrammo al prezzo calmierato e stabilito da Coldiretti con i produttori. Inol-tre da Monastero il parmigiano reggiano sarà poi fornito agli agrimercati di Campagna Amica dell’Astigiano fra cui quello di Asti del giovedì.

Via C. Botta, 4 - 14015San Damiano d’Asti

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“Fuori dal seminato”L’impegno di coldiretti per l’ agricoltura sociale e civica in piazza a torino

Agricoltura Sociale e Agricol-tura Civica i temi al centro dell’evento organizzato

da Coldiretti Piemonte e Torino, Camera di Commercio e Città di Torino il 23 maggio 2012.Il momento convegnistico ha vi-sto la presenza di esperti come Saverio Senni (UniTuscia), Deirdre O Connor (University College Du-blin), Gerald Assouline QAP-Astra (Francia), Framcesco Di Iacovo (UniPisa), Filippo Barbera (UniTo), Pau Moraga Bouyat Coop L’Olivera (Spagna), Ijsbrand Snoeij Azienda Paradiso (Olanda), Elena Comollo (Torino), Marcello Cavallo – Proget-to A Casa/ChezSoi, Maria Chiara Bellino – Agritata Piemonte, Carles De Aumada Red Agro-social (Ca-talogna), Rossella Iorio Valdera, Elena di Bella la Rete di Torino, Alessandra Funghi e Alessandro Colombini Orti-Etici (Perugia). Si è inoltre avuta l’occasione di visitare un’esposizione di orti urbani, oriz-zontali, verticali e da balcone, con la possibilità di incontrare esperti che hanno risposto a domande e curiosità dei numerosi visitatori. “Fuori dal Seminato – Agricoltura Civica e Agricoltura sociale per una città smart ha detto l’Assessore all’Ambiente della città di Torino Enzo Lavolta – è un evento che si inserisce nell’ambito del festi-

val di Torino Smart City con la presentazione di buone pratiche di agricoltura sociale in ambito regionale. Le imprese di Coldiretti hanno intrapreso con il Comune di Torino un percorso virtuoso che sta dando alla città un vol-to ed un’ immagine innovativa”. Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Torino su incarico di Paolo Rovellotti - presidente Col-diretti Piemonte - ha evidenziato come “L’ampia progettualità di Coldiretti nel sociale punti a fare impresa attraverso attività di in-clusione lavorativa, dei servizi alla persona e dei servizi educativi nei confronti di coloro che rientrano nelle categorie a bassa contrat-tualità come i disabili, i tossico dipendenti, gli ex detenuti ma anche le fasce sociali più deboli come i bambini e gli anziani. Guido Biolatto, segretario generale della

Camera di Commercio di Torino ha evidenziato il ruolo economico in termini di qualità e crescita delle imprese agricole che operano in provincia di Torino.Mentre il percorso delle imprese agricole prosegue, sia sul fronte della coltivazione dei terreni che della trasformazione e vendita dei prodotti agricoli, Coldiretti attra-verso la Fondazione Campagna Amica sta sviluppando in tutto il Paese il progetto degli orti urbani. In Piemonte poi sta per concludersi la parte formativa delle “Agrita-ta” per essere pronti in autunno all’accoglienza dei bimbi, mentre sta prendendo consistenza il pro-getto A Casa Chez Soi che vede l’impresa agricola come punto di riferimento per gli anziani sia in ter-mini di esperienze di coltivazione che di somministrazione di pasti nonché di accoglienza.

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Tutti gli agruturismo su iPhone e iPadGratis sull’Apple Store la bellissima nuova applicazione

Èstata pubblicata sull’Ap-ple Store (indirizzo: http://itunes.apple.com/it/app/

iterranostra/id515735231?mt=8) ed ha subito riscosso un travol-gente successo l’applicazione degli agriturismo di Terranostra per iPhone, iPod touch iPad. Le prime, numerose, recensioni dei clienti, tutte a 5 stelle, sono state entusiastiche. La nuova App degli agriturismo di Campagna Amica, sviluppata da Bluarancio, sarà presto disponibile anche widget per Android.L’applicazione contiene tutti gli agriturismi associati a Terranostra, l’associazione per l’agriturismo, l’ambiente e il territorio di Coldiretti. Per ogni agriturismo è possibile

avere dettagliate informazioni riguardanti la struttura, i servizi offerti, i prodotti in vendita e i punti di interesse nelle vicinanze, oltre alla galleria forografica e tutti i contatti. La connessione internet è richiesta solamente per la visualiz-zazione delle gallerie fotografiche, per l’aggiornamento degli Eventi e per il funzionamento delle map-pe. Infatti è possibile visualizzare l’elenco strutture in modalità lista, con la presenza di icone per una immediata lettura dei servizi offerti. Poi, con la funzionalità navigator, tramite Mappe, si può pianificare l’itinerario per arrivare dalla propria posizione all’agriturismo seleziona-to. Con “Intorno a me”, è anche possibile cercare gli agriturismo in

base alla propria posizione geogra-fica. Si può poi consultare la lista degli Eventi e delle manifestazioni di interesse segnalati dall’associa-zione Terranostra, con la possibilità di visualizzare gli agriturismi nelle vicinanze. Tra le caratteristiche della App, anche un motore di ricerca inter-no con filtri per, Nome struttura, Regione, Provincia, Mangiare, Dormire, Vendita Prodotti e Ac-cesso Disabili.Infine è possibile gestire gli agri-turismi preferiti e condividere, su Facebook e Twitter, commenti e fo-tografie. Completamente in italiano l’applicazione ha una dimensione di 20,7 MB e richiede iOS 5.0 o successive. Il giudizio è 4+. N

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Solforosa: conoscere le dinamiche di combinazioneCome ridurre l’impiego di anidride nei mosti e nei vini

Nell’ultimo articolo de “il Notiziario Agricolo” ab-biamo approfondito le

dinamiche legate alla presenza della solforosa libera e la sua importanza nei mosti e nei vini.Nell’articolo che segue cerche-remo di approfondire altri aspetti riguardanti lo stato di combina-zione della solforosa, ovvero la presenza della solforosa sotto forma combinata.La solforosa in forma combinata non conferisce odore e sapore al vino e possiede una modesta azione antisettica sui batteri lattici (mediamente 10 volte inferiore a quella libera).La sua azione sembra legata al fatto che gli stessi batteri lattici attacchino i bisolfiti producendo SO2 libera. Dosi superiori a 50 mg/l di sol-forosa combinata bloccano la fermentazione malolattica, mentre dosi superiori a 100 – 120 mg/l la rendono praticamente impos-sibile.La solforosa combinata ha un’azione quasi nulla sui batteri acetici e non ha alcuna azione

sui lieviti che la inattivano per combinazione.Non ha inoltre alcuna azione antiossidante.Un mosto può combinare in media dai 150 ai 250 mg/l di solforosa.La solforosa combinata si produ-ce per reazione di addizione.La solforosa è più reattiva con le sostanze che contengono nella loro molecola gruppi aldeidici e chetonici quali aldeidi, chetoni, zuccheri, acidi uronici, acidi che-tonici, polifenoli.La solforosa combinata si riduce quando il mosto o il vino vengono riscaldati (la libera aumenta anche del doppio), viceversa aumenta se vengono raffreddati.Per ridurre le sostanze che com-binano la solforosa (in particolare gli acidi chetonici) si consiglia di aggiungere la tiamina (vitamina B1), entro il limite autorizzato di 0,6 mg/l, prima dell’inizio della fermentazione.La tiamina è un cofattore della carbossilasi, enzima che cata-lizza la liberazione dell’anidride carbonica dagli acidi chetonici,

piruvico ed alfa-chetoglurarico.Per essere efficace la tiamina deve essere aggiunta molto pre-sto su mosto defecato o almeno solfitato. Essa non ha azione sull’accumulo dell’aldeide acetica.La solforosa si combina progres-sivamente, come abbiamo detto per addizione, dando origine sia a dei legami forti, stabili e irre-versibili, sia a dei legami poco stabili e reversibili.Molto forte è la combinazione con l’acetaldeide con una rea-

Ricerca, studio e caratterizzazione.

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La conoscenza e la gestione delle dinamiche che influiscono sul potere di combinazione della solforosa nei vini e nei mosti hanno grande importanza per favorirne un uso corretto e per ridurne efficacemente l’impiego

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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zione che avviene in rapporto di circa 60 mg di SO2 e 40 mg di aldeide.Circa il 90% dell’acetaldeide si trova allo stato combinato.Questa forma non subisce la riduzione ad alcol etilico secon-do il processo fermentativo; si ha parallelamente una maggior produzione di glicerina.In fermentazione occorrerà quindi solfitare moderatamente i mosti per evitare l’immediata combina-zione; impiegare preferibilmente lieviti selezionati (bassi produttori di aldeide acetica); impiegare la tiamina per ridurre il tenore di chetoacidi.Viceversa, quando si vuole arre-stare la fermentazione alcolica (esempio nei vini dolci) , occorre aggiungere una dose elevata di solforosa in una sola volta; tale dose può essere abbassata sol-tanto diminuendo la popolazione dei lieviti (con filtrazione – cen-trifugazione).Altre sostanze combinano la sol-forosa con legami poco stabili e reversibili.La solforosa combinata in forma instabile rimane in equilibrio con la solforosa libera e può passare allo stato libero.Rappresenta quindi una riserva di antisettico in caso di rottura di questo equilibrio e di riduzione della SO2 libera. La riduzione, come abbiamo spiegato nel precedente articolo, avviene principalmente per ossidazione e volatilizzazione.Le sostanze che seguono interes-sano la gran pare della solforosa combinata, ma non completa-mente; infatti non sono ancora note alcune sostanze che ne combinano una certa parte.Tra gli zuccheri il glucosio pos-siede una combinazione molto lenta che avviene in rapporto di

circa 10 mg di solforosa per 10 g/l circa di glucosio (seppur modesta questa quota, essa è la causa primaria della combinazione della solforosa sui vini dolci).Il fruttosio ed il saccarosio hanno un potere di combinazione quasi nullo.Tra gli acidi uronici combinano la solforosa l’acido galatturonico ( si origina dalle pectine in dosi da 300 fino a 1000 mg/l) con una combinazione pari a 15-30 mg/l e l’acido glucuronico (che si forma in dosi di 150-200 mg/l dal glucosio).Altri composti che creano legami reversibili e instabili con la sol-forosa sono gli acidi chetonici la cui formazione è favorita dalle alte temperature, dall’areazione e dai pH elevati durante la fer-mentazione.Tra questi l’ acido piruvico (pro-dotto dai lieviti in dosi da 10 a 100 mg/l nel corso della fermen-tazione, specialmente in carenza di tiamina) con cui la solforosa si combina per 30-60 mg; circa 100 mg di acido piruvico pos-sono combinare circa 70 mg di solforosa.

Altro acido chetonico è l’alfa-chetoglutarico (presente nei vini da pochi mg fino a 350 mg/l, prodotto dai lieviti per desami-nazione dell’acido glutammico; nei mosti da uve botritizzate può arrivare a 500 mg/l); con esso la solforosa si combina per 15-20 mg; circa 100 mg/l di questo acido combinano circa 45 mg di solforosa.Segue l’acido ossalacetico (pre-sente nei vini colpiti da mar-ciume), con cui la solforosa si combina per pochi mg.Per quanto riguarda il gruppo dei polifenoli, le catechine e acidi cin-namici fissano per ogni grammo da 10 a 30 mg di SO2.Gli antociani sono combinabili nella forma HSO3-.Le combinazioni antociani-solfiti sono incolori e la reazione è re-versibile; questa combinazione sembra mantenere la sua azio-ne antisettica nei confronti dei lieviti.Vi sono poi altre sostanze che combinano la solforosa in misura minore quali le polifenolossidasi, il diacetile, l’acetoino, l’acido gliossilico, l’aldeide glicolica.

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L’agricoltura costituisce una tra le più alte espressioni dell’economia reale, con

un ruolo strategico nel rilancio dello sviluppo nel nostro Paese fortemente legato al made in Italy, di cui il vino è certamente tra i prodotti di maggiore eccellenza. Un settore simbolo della filiera agricola italiana, dove gli agricoltori hanno conquistato rilevanti spazi di protagonismo e di mercato at-traverso la valorizzazione delle uve dei nostri territori.Numeri e tendenzeI dati del 2011 – recentemente pubblicati dall’Istat – confermano il raggiungimento di un record storico per le esportazioni di vino italiano, che per la prima volta hanno supe-rato i 4,4 miliardi di euro, con un aumento del 12,4 per cento rispetto allo scorso anno. Il vino è diventato la voce più importante dell’export agroalimentare nazionale, con oltre la metà del fatturato realizzato nei Paesi dell’Unione europea: tra gli Stati comunitari che apprezzano il nostro vino al primo posto c’è la Germania (che è anche cresciuta del 8,2 per cento), seguita dalla Gran Bretagna (con un +10,3 per cento). Poco meno di un quarto del fatturato estero è stato ottenuto negli Stati Uniti, con un aumento record in valore del 14,6 per cen-to. La vera sorpresa viene però dai paesi asiatici – a partire dalla Cina – dove le esportazioni di vino sono quasi raddoppiate (+64,5 per cento) e dove si stimano in oltre 100 milioni i cinesi che nei prossimi anni consumeranno vino. Continuano a crescere anche il Giappone (+18,6 per cento), il Brasile (+16,3 per cento) e la Russia (+13,9 per cen-to). Ad aumentare non sono solo i fatturati all’estero e i quantitativi, ma

anche il prezzo, con un incremento medio del 3% e punte del 62,9% in Russia, del 21,7% in Cina e del 15,9% in Brasile. Dinamica che si ripete anche per la Germania (+ 5,9% di valore medio).Nell’ultimo decennio si è assistito ad un ulteriore calo del consumo interno di vino, con valori annuali ormai di poco al di sotto di 40 litri pro capite. Ma la tendenza al ribasso che accomuna i Paesi eu-ropei tradizionalmente produttori e consumatori è bilanciata da un costante incremento del consumo pro capite sui nuovi mercati (dal Nord America all’Oriente, passando per il Nord Europa e la Russia). Esportare rappresenta quindi non solo una opportunità di crescita, ma anche un’esigenza per le aziende

italiane che sui mercati esteri stan-no recuperando il calo delle vendite in patria. I nostri imprenditori hanno saputo reagire alla crisi, sfruttando la straordinaria leva competitiva che li rende unici e inimitabili: il terri-torio, inteso nella sua molteplicità di relazioni, imprese, persone, ma anche di culture e tradizioni. La riscoperta delle varietà dei vitigni autoctoni delle campagne italiane, dalle quali si ottengono vini unici e inimitabili, stanno trovando sempre maggiore consenso nei consumato-ri italiani e stranieri. Lo straordinario potere evocativo di un buon calice di vino italiano è un vero e proprio viaggio sensoriale tra le campagne del Belpaese che ne racconta i gusti, le sensazioni e la storia, in qualsiasi parte del mondo quel

Cresce il vino italiano nel mondoUn export record da 4,4 miliardi

PaeseQuantità 2010

(Kg)Quantità 2011

(Kg)

Africa 4.732.063 5.400.043America 354.154.895 392.666.346Asia 74.027.882 90.523.211Mondo 2.210.831.794 2.412.405.030Oceania e altri 9.123.808 7.842.646Ue 27 1.565.444.337 1.741.916.183Germania 701.234.475 715.974.957Regno Unito 304.171.103 338.596.644Danimarca 36.783.614 40.855.547Svizzera 69.940.617 70.088.171Russia 108.229.497 75.682.802Stati Uniti 263.579.647 297.344.327Canada 66.861.339 69.279.378Brasile 13.707.371 13.754.316Cina 22.853.958 30.874.053Giappone 32.669.993 38.315.222

Export vino - quantità

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bicchiere venga degustato. Questa è sicuramente la strategia vincente per il futuro, se si considera che l’effetto congiunto della prevista (e non condivisa) liberalizzazione dei diritti di impianto dal 2016, della conferma dello zuccheraggio per i Paesi del Europa continentale, della crescente affermazione dei vini varietali da tavola, dell’aumento di peso della Gdo e delle private label e proprietry label nella ven-dita di vino favoriranno di fatto la delocalizzazione del vigneto Ue dal Mediterraneo all’Est Europa.Internazionalizzazione, non de-localizzazioneLa dimensione da sola non è suffi-ciente per garantire competitività; per avere successo l‘impresa deve puntare sul legame con il territo-rio e sulla distintività che i nuovi concorrenti stranieri non possono offrire. All’estero il vero marchio riconosciuto è quello dell’autenti-co made in Italy, fatto con materia prima agricola italiana in uno dei tanti territori che stanno alla base dei 517 vini Docg, Doc e Igt ricono-

sciuti nel nostro Paese. Migliaia di piccole e medie aziende – ognuna delle quali con un’etichetta ed una storia differente – hanno con-quistato i mercati stranieri a volte molto lontani come gli Stati Uniti e la Cina, sfatando così i “dogmi” della dimensione dell’impresa e del marchio riconosciuto. Da un’analisi dei dati sul commercio estero di Mediobanca e Istat emerge che nel 2010 le esportazioni di vino italiano dei piccoli produttori (sot-to i 25 milioni di euro di fatturato) sono cresciute in valore del 16 per cento, quasi il doppio dell’8,5 per cento fatto segnare dalle prime 103 società italiane produttrici di vino (che fatturano più di 25 milioni di euro). E questo nonostante il fatto che spesso i sostegni pubblici alla promozione all’estero siano indiriz-zati prevalentemente a favore delle grandi imprese. L’andamento dei nostri vini sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare se ci fosse una più efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale

che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denomi-nazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti che non han-no nulla a che fare con la nostra realtà nazionale. È per questo che nella definizione delle priorità per rilanciare la crescita occorre attuare politiche incisive di promozione e difesa del made in Italy di qualità, quale leva competitiva del Paese. La tutela delle denominazioni, la promozione dei vini italiani e della dieta mediterranea, la semplifica-zione dei troppi (e molto spesso inutili) adempimenti burocratici a carico delle aziende vitivinicole rappresentano la giusta via all’ul-teriore internazionalizzazione del vino italiano, scongiurando il rischio che – come già accaduto in altri settori simbolo del made in Italy – internazionalizzazione faccia rima con delocalizzazione.Per saperne di più sulle modalità di esportazione del vino è possibile contattare il servizio vitivinicolo della Coldiretti di Asti: tel. 0141-380429-380439.

PaeseValore 2010

( )Valore 2011

( )

Variazione % anno valore

Prezzo medio 2010

Prezzo medio 2011

Africa 8.789.248 10.146.792 15,4 1,86 1,88America 1.130.108.783 1.271.215.580 12,5 3,19 3,24Asia 210.394.034 275.541.489 31,0 2,84 3,04Mondo 3.917.578.876 4.403.091.562 12,4 1,77 1,83Oceania e altri 25.505.896 26.961.530 5,7 2,80 3,44Ue 27 2.104.332.591 2.344.074.248 11,4 1,34 1,35Germania 849.702.349 919.059.223 8,2 1,21 1,28Regno Unito 461.604.595 509.018.222 10,3 1,52 1,50Danimarca 132.481.304 141.362.583 6,7 3,60 3,46Svizzera 258.892.120 268.411.908 3,7 3,70 3,83Russia 103.887.312 118.306.751 13,9 0,96 1,56Stati Uniti 827.005.361 948.015.885 14,6 3,14 3,19Canada 245.378.855 254.685.589 3,8 3,67 3,68Brasile 30.510.508 35.475.128 16,3 2,23 2,58Cina 40.714.670 66.961.608 64,5 1,78 2,17Giappone 102.298.316 121.297.539 18,6 3,13 3,17E

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Torna in commercio il Basta 200L’agrofarmaco, a base di glufosinate, è stato riclassificato

Ottenimento del “ Patentino”Da giugno nuove regole per il rilascio e i rinnovi

La sospensione cautelativa dei prodotti a base di glu-fosinate ammonio è stata

revocata il 26 aprile 2012 (Decreto dirigenziale del Ministero della Salute del 26 aprile 2012) e il 27 aprile è stato emesso il Decreto di ri-registrazione del prodotto BASTA 200 (Decreto dirigenziale del Ministero della Salute del 27 aprile 2012). Il nuovo formulato BASTA 200 presenta alcune importanti differenze rispetto ai vecchi formulati:- è stato classificato come TOS-SICO;- può essere impiegato solo sulle seguenti colture arboree: vite da vino e da tavola , melo, pero, drupacee, kiwi, olivo, nocciolo, noce, agrumi, pioppo; - le dosi/ha variano da 3 a 5 l/ha

in funzione dello sviluppo delle infestanti;- alla dose di 3,5 - 4 l/ha consente di contenere infestanti di medio sviluppo e i polloni (10-15 cm di altezza);- la quantità massima utilizzabile/ha all’anno è di 12,5 litri;- il numero massimo di tratta-menti/anno è 3 di cui il terzo in post-raccolta per vite, melo, pero, drupacee, kiwi;

- l’intervallo di sicurezza è di 14 giorni dal raccolto. Non è più previsto l’impiego su colture erbacee, ortive, fragola, piccoli frutti, incolti, aree extra-agricole, per disseccamento patata, per preparazione letti di semina, per diserbo piazzole per la raccolta di olivo e nocciolo. Si ricorda ancora che l’impiego di BASTA 200 non è consentito dalle Norme Tecniche di Produzione Integrata 2012.

PRIMO RILASCIO A partire da giugno 2012, cambiano le regole per il

rilascio del “Patentino” per l’ac-quisto e l’utilizzo degli agrofar-maci, nel seguente modo:1. Occorre seguire un corso della durata di 15 ore (di cui 12 obbligatorie), oltre ad 1 ora per l’esame finale. 2. I corsi sono gratuiti in quanto finanziati da un Bando sulla for-mazione alla sicurezza del lavoro nelle imprese agricole singole

ed associate. 3. Gli allievi possono essere im-prenditori agricoli, coadiuvanti e dipendenti dell’azienda agricola; possono essere ammessi anche i cosiddetti “hobbisti”, in misura inferiore al 25% del numero di iscritti a ogni singolo corso.4. Il numero di allievi iscritti in ogni corso deve comunque essere compreso tra 10 e 40 persone.RINNOVOSempre a partire dal prossimo

giugno 2012, il rinnovo del paten-tino sarà di competenza del Ser-vizio Provinciale Agricoltura.La Provincia, un mese prima della scadenza del patentino, inviterà i titolari che potranno scegliere se dare solo l’esame (formula di “autoapprendimento”), oppure seguire un ripasso specifico della durata di due ore.Per ulteriori informazioni rivol-gersi agli uffici tecnici zonali della Coldiretti oppure a: Isabella Schifone: tel. 0141-380426.

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Piano di controlli sulle Doc dei viniLe modalità operative dell’Ente delegato

In riferimento all’avvio dei primi controlli in cantina elenchiamo i punti e le modalità operative

oggetto di verifica da parte degli ispettori incaricati dall’Ente di controllo.- L’ispettore incaricato dall’ente di controllo comunica il sopralluogo all’azienda indicando la denomina-zione o le denominazioni oggetto di controllo, in quanto la verifica ispettiva in cantina viene svolta solo per la denominazione o le denominazioni oggetto di controllo, in base all’estrazione connessa al piano controlli approvato dal Ministero.Come preparazione all’ispezione in azienda risulta indispensabile richiedere all’ente di controllo la scheda delle denominazioni ri-guardanti la propria cantina; si fa presente che proprio in questo ulti-mo periodo tale scheda è già stata inviata alle aziende come verifica e controllo interno dei carichi e delle movimentazioni aziendali.Registri di carico e scarico: devono naturalmente essere compilati ed aggiornati ; per i registri manuali l’aggiornamento delle scritture con-tabili deve essere assolutamente aggiornato entro le 24 ore dall’ope-razione; per quel che riguarda i registri informatici basta la stampa dell’ultimo mese in originale in quanto con il sistema informatico, autorizzato dall’ufficio ICQRF del Ministero, la stampa in definitivo delle scritture contabili va in deroga di trenta giorni dall’evento; si fa presente che durante il sopralluogo l’azienda deve comunque essere in grado di fornire i carichi aggior-nati che verranno convalidati dalla

stampa definitiva dei registri.Si precisa che i registri di cantina devono essere detenuti assolu-tamente presso lo stabilimento autorizzato come da intestazione sul frontespizio; in deroga e solo tramite autorizzazione del Ministe-ro/ICQRF i registri informatizzati o manuali possono essere detenuti presso una impresa specializzata, in questo caso l’azienda dovrà fornire l’autorizzazione concessa dallo stesso ufficio competente per il territorio ICQRF.Registri di carico e scarico/vinifi-cazione: nell’ambito delle normali scritture contabili imposte dalla le-gislazione vitivinicola si fa presente che in particolare modo è richiesta la gestione delle idoneità, quindi i registri in questione dovranno riportare puntualmente i vari pas-saggi delle denominazioni: carico suddiviso per denominazione d’ori-gine (do) e annata, movimentazioni di cantina, idoneità con rispettiva annotazione del numero di certifi-cazione, passaggio da vino atto a vino idoneo.Registri di carico e scarico: tutte le informazioni, menzioni o indicazioni di passaggio in legno riportate in etichetta devono essere ripor-

tate anche sui registri gestendo addirittura colonne separate per tipologia .Registri d’imbottigliamento: nell’am-bito delle annotazioni richieste dalla legislazione riguardanti il registro d’imbottigliamento tutte le operazioni legate agli imbotti-gliamenti delle denominazioni di origine dovranno riportare il numero dell’idoneità, il lotto, il quantitativo movimentato e il numero della botte di estrazione.Registri d’imbottigliamento: tale registro viene utilizzato anche per le operazioni di confezionamento o utilizzo delle fascette, in parti-colare è richiesta l’annotazione dell’operazione; la registrazione deve riportare anche in questo caso la data, il numero di certificazione do con la rispettiva indicazione della denominazione, il numero dei colli movimentati, il lotto, la serie con il numero iniziale e quello finale delle fascette utilizzate in base all’art 7, paragrafo 3 del DM 08/02/2003 e DM 25/07/2003 art 20 paragrafo 1.Aggiunta di anidride solforosa: dal 16 aprile non è più necessario indicarla a registro.Nell’ambito del nuovo Regolamento

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I l germogliamento si presenta piuttosto irregolare un po’ su tutto il territorio provinciale, a

seconda delle posizioni e dei viti-gni, in ogni caso con il prosegui-mento della stagione la situazione si dovrebbe normalizzare. In molti areali viticoli si riscontra una notevole presenza di gem-me accecate dal freddo a causa delle temperature molto basse di quest’inverno.In questo periodo, nei vigneti dove non ci sono particolari ri-tardi di germogliamento, è bene iniziare le operazioni in verde in modo da garantire il giusto carico produttivo della vite, in funzione dell’obbiettivo enologico, per mi-gliorare il microclima a livello della chioma e permettere una migliore penetrazione dei trattamenti.Per i vigneti in produzione, è buona pratica effettuare la spollo-natura, eliminando i germogli che crescono sul ceppo o sul legno di due anni, inutili per impostare la potatura invernale. E’ impor-tante effettuare questa operazio-ne prima possibile, prima della lignificazione dei polloni: oltre ad essere più facile da praticare

non si corre il rischio di lasciare ferite aperte sul ceppo.In alcune zone, e in particolare nei fondovalle, si sono riscontrati danni da freddo anche gravi, riscontrabili con mancato germo-gliamento del capo a frutto il qua-le può presentare, se sezionato, l’interno di colore bruno. In questi casi, se sono presenti dei polloni sul ceppo ne andrebbero allevati due in modo da poter ricostituire la pianta con un taglio di ritorno il prossimo inverno. Altra operazione in verde, da ef-fettuare esclusivamente a mano, è la scacchiatura: pratica volta a eliminare i germogli “doppi” che si sviluppano da un’unica gemma, sopprimendo ovviamen-te quello meno sviluppato. In vigneti dove la vigoria è scarsa, sarebbe bene anticipare questa operazione in modo da favorire lo sviluppo degli altri germogli, in vigneti molto vigorosi va invece ritardata per frenare la spinta vegetativa. Questa pratica non deve essere trascurata nelle viti giovani in fase di allevamento, perché permette di selezionare i germogli dove convogliare la

Gestione del verde in vignetoLe operazioni durante il germogliamento

n. 314/2012 (art. 2, punto 9 - v. ) è stato soppresso l’obbligo “di indicare nei registri le operazioni di aggiunta di anidride solforosa, bisolfiti di potassio o metabisolfito di potassio. L’obbligo era entrato in vigore il 1° agosto 2009.In cantina: per effettuare il controllo l’ispettore richiede la planimetria dei locali aggiornata in base alla legge 82/2006 art 15.In cantina: ogni vaso vinario deve riportare la cartellonistica di can-tina con tutte le indicazioni sul contenuto in base al DM 3 luglio art 5.In cantina: ogni partita imbottiglia-ta deve riportare la cartellonistica di cantina con le indicazioni sul prodotto stoccato in base al DM 3 luglio art 5.Prodotto imbottigliato: può es-sere prelevato dall’ispettore per il controllo dei dati analitici che devono coincidere con le analisi dell’idoneità. Se il prodotto non è confezionato al momento del controllo non può essere prelevato dall’ispettore in quanto la verifica può avvenire solo sul prodotto confezionato.Per la bottiglia confezionata e pre-levata dall’ispettore viene svolta una verifica dei parametri anali-tici che verranno confrontati con quelli dell’idoneità e un controllo sull’etichettatura; a tale riguardo si consiglia sempre una verifica delle etichette presso il nostro servizio vitivinicolo provinciale.Prima del controllo si consiglia di confrontarsi con la nostra struttura tecnica in modo tale da verifica-re il rispetto di tutti i requisiti su menzionati.

INFORMAZIONI: Coldiretti di Zona oppure Servizio vitivinicolo pro-vinciale (Pierpaolo Anziano, cell. 335-7502083; Roberta Gariglio, tel. 0141-380439).

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linfa, permettendo uno sviluppo migliore della pianta.

Nelle barbatelle messe a dimora nell’anno vanno selezionati due germogli, scegliendo tra quelli che presentano un’inserzione più verticale, che andranno poi legati al tutore. Nelle viti al secondo anno dall’im-pianto, nel caso il tralcio fosse stato reciso a filo del primo fil di ferro, è bene spollonare la parte basale del fusto lasciando solo 3-4 germogli e avendo cura di eliminare tutti i grappolini fiorali, in modo da non sforzare la vite, ancora giovane, a produrre.

Per alcuni vitigni dal grappolo particolarmente serrato, come nel caso di Barbera, Grignolino, Moscato e Pinot nero destinato alla vinificazione in rosso, nei casi in cui si voglia ottenere uva di alta qualità, può risultare utile effettuare la “sfogliatura precoce”, cioè l’eliminazione di 4-5 foglie durante la fase di fioritura. Lo scopo di questa operazione è di migliorare il microclima della fascia produttiva, riducendo i ristagni di umidità e sfavorendo gli attacchi di Botrytis e altri parassiti. Inoltre nel contempo si può favorire la colatura di una parte dei fiori operando una di-minuzione del numero di acini, per cui i grappoli risulteranno più spargoli, meno attaccabili da parassiti e dalla maturazione più facile perché meglio irradiati dalla luce solare. L’intensità di questa tecnica dipende dal vigore della pianta ma anche dell’esposizione del vigneto: bisogna avere cura, infat-ti, di conservare le foglie nel lato esposto a sud per avere maggiore ombreggiamento nei confronti del sole durante le ore più calde della giornata nel periodo estivo.Tuttavia effettuando la sfogliatura

durante la fioritura si limitano di molto i danni dovuti a scottature estive perché l’acino si formerà in presenza di luce e avrà un’epider-mide più spessa e resistente.In ogni caso bisogna tenere presente che questa tecnica è strettamente legata all’obbiettivo enologico che ci si prefigge: è da evitare o da limitare per vigneti le cui uve sono destinate a vini bian-chi secchi e basi spumanti perché si rischierebbe una maturazione troppo precoce, con perdite di acidità e di profumi. Nei vitigni a bacca rossa, invece, si può avere un incremento sia della sintesi di tannini e antociani, che della loro estraibilità; inoltre, malgrado non sia ancora stato dimostrato in maniera univoca, è probabile che questa tecnica favorisca la sintesi di norisoprenoidi, sostanze aromatiche che hanno un ruolo importante nel bouquet dei vini rossi.Su alcuni vitigni particolarmente sensibili, come il Barbera, pos-sono esserci problemi dovuti al disseccamento del rachide; si tratta di una fisiopatia dove, a causa di scarsa presenza di calcio e magnesio nel terreno, concomi-tante a un’abbondante presenza di potassio, che compromette il passaggio di elementi nutritivi

nel grappolo. Per difendersi da tale fisiopa-tia è consigliabile intervenire in maniera preventiva se è stata riscontrata nell’annata precedente effettuando 2-4 interventi fogliari con prodotti a base di solfato di magnesio a 2-5 kg/Ha a partire dalla fine dell’allegagione. Una volta che si presentano i sinto-mi, cioè la comparsa di macchie necrotiche sul rachide all’inizio dell’invaiatura, tali trattamenti non possono più apportare vantaggi per la stagione in corso.

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D i seguito viene ripreso quanto stabilito, in merito alle distanze obbligatorie,

dagli articoli 892-896 c.c. (codi-ce civile) e gli art. 16 - 29 del D.Lg. n. 285 del 30.04.1992 e s.m.i. nuovo codice della stra-da con l’art. 26 del D.P.R. n. 495 del 16.12.1992 e s.m.i. del Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada. RISPETTO AI VICINIArt. 892 c.c. - Distanze per gli alberiChi vuole piantare alberi presso il confine deve osservare le distanze stabilite dai regola-menti e, in mancanza, dagli usi locali. Se gli uni e gli altri non dispongono, devono essere osservate le seguenti distanze dal confine: 1) tre metri per gli alberi di alto fusto. Rispetto alle distanze, si considerano alberi di alto fusto quelli il cui fusto, semplice o diviso in rami, sorge ad altezza notevole, come sono i noci, i castagni, le querce, i pini, i ci-pressi, gli olmi, i pioppi, i platani e simili; 2) un metro e mezzo per gli alberi di non alto fusto. Sono reputati tali quelli il cui fusto, sorto ad altezza non superiore a tre metri, si diffonde in rami; 3) mezzo metro per le viti, gli arbusti, le siepi vive, le piante da frutto di altezza non maggiore di due metri e mezzo. La distanza deve essere però di un metro, qualora le siepi siano di ontano, di castagno, o di altre piante simili che si recidono pe-riodicamente vicino al ceppo, e di

due metri per le siepi di robinie. La distanza si misura dalla linea del confine alla base esterna del tronco dell’albero nel tempo della piantagione, o dalla linea stessa al luogo dove fu fatta la semina. Le distanze anzidette non si de-vono osservare se sul confine esiste un muro divisorio, proprio o comune, purché le piante siano tenute ad altezza che non ecceda la sommità del muro. Per canale si intende sia quello naturale che quello artificiale.

Art. 893 c.c.- Alberi presso strade, canali e sul confine di boschi Per gli alberi che nascono o si piantano nei boschi, sul confine con terreni non boschivi, o lungo le strade o le sponde dei canali, si osservano, trattandosi di boschi, canali e strade di proprietà priva-ta, i regolamenti e, in mancanza, gli usi locali. Se gli uni e gli altri non dispongono, si osservano le distanze prescritte dall’articolo precedente.

Art. 894 c.c.- Alberi a distanza

non legale Il vicino può esigere che si estir-pino gli alberi e le siepi che sono piantati o nascono a distanza minore di quelle indicate dagli articoli precedenti.

Art. 895 c.c.- Divieto di ripiantare alberi a distanza non legaleSe si è acquistato il diritto di te-nere alberi a distanza minore di quelle sopra indicate, e l’albero muore o viene reciso o abbattu-to, il vicino non può sostituirlo, se non osservando la distanza legale (892). La disposizione non si applica quando gli alberi fanno parte di un filare situato lungo il confine.

Art. 896 c.c.- Recisione di rami protesi e di radiciQuegli sul cui fondo si protendono i rami degli alberi del vicino può in qualunque tempo costringerlo a tagliarli, e può egli stesso ta-gliare le radici che si addentrano nel suo fondo, salvi però in am-bedue i casi i regolamenti e gli usi locali.

Distanze degli alberi dai confiniSecondo le disposizioni del nuovo codice della strada

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Se gli usi locali non dispongono diversamente, i frutti natural-mente caduti dai rami protesi sul fondo del vicino appartengono al proprietario del fondo su cui sono caduti. Se a norma degli usi locali i frutti appartengono al proprietario dell’albero, per la raccolta di essi si applica il disposto dell’art. 843. RISPETTO ALLE STRADE Codice della strada e Regola-mento attuativo

Art. 16. Fasce di rispetto in ret-tilineo ed aree di visibilita’nelle intersezioni fuori dei centri abitati • Ai proprietari o aventi diritto dei fondi confinanti con le proprieta’ stradali fuori dei centri abitati e’ vietato: • aprire canali, fossi ed eseguire qualunque escavazione nei terreni laterali alle strade; • costruire, ricostruire o am-pliare, lateralmente alle strade edificazioni di qualsiasi tipo e materiale; • impiantare alberi lateralmente alle strade, siepi vive o pianta-gioni ovvero recinzioni. Il regolamento, in relazione alla tipologia dei divieti indicati, alla classificazione di cui all’articolo 2, comma 2, nonche’ alle strade vicinali, determina le distanze dal confine stradale entro le quali vigono i divieti di cui so-pra, prevedendo, altresi’, una particolare disciplina per le aree fuori dai centri abitati ma entro le zone previste come edificabili o trasformabili dagli strumenti urba-nistici. Restano comunque ferme le disposizioni di cui agli articoli 892 e 893 del codice civile. • In corrispondenza di interse-zioni stradali a raso, alle fasce di rispetto indicate nel comma 1 lettere b) e c), devesi aggiungere la area di visibilita’ determinata

dal triangolo avente due lati sugli allineamenti delimitanti le fasce di rispetto, la cui lunghezza misurata a partire dal ponte di intersezione degli allineamenti stessi sia pari al doppio delle distanze stabilite nel regolamento, e il terzo lato costituito dal segmento congiun-gente i punti estremi. • In corrispondenza e all’interno degli svincoli e’ vietata la costru-zione di ogni genere di manufatti in elevazione e le fasce di rispetto da associare alle rampe esterne devono essere quelle relative alla categoria di strada di mino-re importanza tra quelle che si intersecano. • Chiunque viola le disposizioni del presente articolo e del rego-lamento e’ soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da lire duecentomila a lire ottocentomila. • La violazione delle suddette disposizioni importa la sanzio-ne amministrativa accessoria dell’obbligo per l’autore della violazione stessa del ripristino dei luoghi a proprie spese. secondo le norme del capo I, sezione II, del titolo VI. Norme di attuazione collegate

Art. 26 (Art. 16 Codice della strada)(Fasce di rispetto fuori dai centri abitati)• La distanza dal confine stra-dale, fuori dai centri abitati, da rispettare nell’aprire canali, fossi o nell’eseguire qualsiasi escava-zione lateralmente alle strade, non puo’ essere inferiore alla profondita’ dei canali, fossi od escavazioni, ed in ogni caso non puo’ essere inferiore a 3 m. • Fuori dai centri abitati, come delimitati ai sensi dell’articolo 4 del Codice, le distanze dal confine stradale, da rispettare nelle co-struzioni, nelle ricostruzioni con-seguenti a demolizioni integrali o

negli ampliamenti fronteggianti le strade, non possono essere inferiori a: • 60 m per strade di tipo A; (autostrade)• 40 m per strade di tipo B; (strade extraurbane principali)• 30 m per strade di tipo C; (stra-da extraurbana secondaria)• 20 m per strade di tipo F, ad eccezione delle “strade vicinali” come definite dall’articolo 3, comma 1, n. 52, del Codice; ( strade locali)• 10 m per le “strade vicinali” di tipo F. • Fuori dai centri abitati, come delimitati ai sensi dell’articolo 4 del Codice, ma all’interno delle zone previste come edificabili o trasformabili dallo strumento ur-banistico generale, nel caso che detto strumento sia suscettibile di attuazione diretta, ovvero se per tali zone siano gia’ esecutivi gli strumenti urbanistici attuativi, le distanze dal confine stradale, da rispettare nelle nuove costruzioni, nelle ricostruzioni conseguenti a demolizioni integrali o negli am-pliamenti fronteggianti le strade, non possono essere inferiori a: • 30 m per le strade di tipo A; (Autostrade)• 20 m per le strade di tipo B;

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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(strade extraurbane principali)• 10 m per le strade di tipo C. (strada extraurbana secondaria)• La distanza dal confine stra-dale, fuori dai centri abitati, da rispettare nella costruzione o ricostruzione di muri di cinta, di qualsiasi natura e consistenza, lateralmente alle strade, non possono essere inferiori a: • 5 m per le strade di tipo A, B; • 3 m per le strade di tipo C, F. • Per le strade di tipo F, nel caso di cui al comma 3, non sono sta-bilite distanze minime dal confine stradale, ai fini della sicurezza della circolazione, sia per le nuove costruzioni, le ricostruzioni con-seguenti a demolizioni integrali e gli ampliamenti fronteggianti le case, che per la costruzione o ricostruzione di muri di cinta di qualsiasi materia e consistenza. Non sono parimenti stabilite distanze minime dalle strade di quartiere dei nuovi insediamenti edilizi previsti o in corso di rea-lizzazione. • La distanza dal confine stra-dale, fuori dai centri abitati, da rispettare per impiantare alberi lateralmente alla strada, non puo’ essere inferiore alla massima altezza raggiungibile per ciascun

tipo di essenza a completamento del ciclo vegetativo e comunque non inferiore a 6 m. • La distanza dal confine stra-dale, fuori dai centri abitati, da rispettare per impiantare lateral-mente alle strade siepi vive, anche a carattere stagionale, tenute ad altezza non superiore ad 1 m sul terreno non puo’ essere inferiore a 1 m. Tale distanza si applica an-che per le recinzioni non superiori a 1 m costituite da siepi morte in legno, reti metalliche, fili spinati e materiali similari, sostenute da paletti infissi direttamente nel terreno o in cordoli emergenti non oltre 30 cm dal suolo. • La distanza dal confine stra-dale, fuori dai centri abitati, da rispettare per impiantare lateral-mente alle strade, siepi vive o piantagioni di altezza superiore ad 1 m sul terreno, non puo’ essere inferiore a 3 m. Tale distanza si applica anche per le recinzioni di altezza superiore ad 1 m sul terreno costituite come previsto al comma 7, e per quelle di altezza inferiore ad 1 m sul terreno se impiantate su cordoli emergenti oltre 30 cm dal suolo. • Le prescrizioni contenute nei commi 1 e 8 non si applicano alle opere e colture preesistenti. Art.29:Piantagioni e siepi

1. I proprietari confinanti hanno l’obbligo di mantenere le siepi in modo da non restringere o dan-neggiare la strada o l’autostrada e di tagliare i rami delle piante che si protendono oltre il confine stradale e che nascondono la segnaletica o che ne compro-mettono comunque la leggibilità dalla distanza e dalla angolazione necessarie. 2. Qualora per effetto di intempe-rie o per qualsiasi altra causa ven-gano a cadere sul piano stradale alberi piantati in terreni laterali o ramaglie di qualsiasi specie e dimensioni, il proprietario di essi è tenuto a rimuoverli nel più breve tempo possibile. 3. Chiunque viola le disposizioni del presente articolo è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 143,19 a euro 572,76. 4. Alla violazione delle precedenti disposizioni consegue la san-zione amministrativa accessoria dell’obbligo, per l’autore della stessa, del ripristino a sue spe-se dei luoghi o della rimozione delle opere abusive secondo le norme del capo I, sezione II, del titolo VI. Per ulteriori informazioni: Coldi-retti Asti - Servizio Sindacale, tel. 0141-380409.

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“Si ipotizza un finanziamento di 5.000 Euro (importo totale del credito) con durata di 60 mesi ad un tasso annuo nominale (TAN) del 8,50% fisso. Per il calcolo del TAEG vengono considerate le seguenti voci: spese di istruttoria (1,50% dell’importo del finanziamento) pari a 75,00 Euro, imposta sostitutiva (0,25% dell’importo del finanziamento) pari a 12,50 Euro, commissioni di incasso rata (1,50 Euro per rata) pari a 18,00 Euro annui, spe-se per produzione e spedizione nell’anno di un documento non obbligatorio ai sensi della normativa PSD pari a 0,80 Euro, spese di tenuta conto (conto “27”) 73,40 Euro annui. Il TAEG, calcolato tenendo conto di tutte le

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