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Facoltà di Scienze dell’Uomo e della Società PSICOLOGIA CLINICA Insegnamento di Psicologia criminologica Prof.ssa Irene Petruccelli [email protected] 5 e 13 dicembre 2016 A.A. 2016-2017

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FacoltàdiScienzedell’UomoedellaSocietàPSICOLOGIACLINICA

Insegnamentodi

PsicologiacriminologicaProf.ssaIrenePetruccelli

[email protected]

A.A.2016-2017

Eustress Vs

Distress

Il danno psichico

Concetto di stress e eventi stressanti (stressors) Stress = una funzione del grado di adattamento

dell'individuo agli stimoli ambientali. Quando noi crediamo di avere risposte sufficienti

per gestire situazioni complesse il livello di stress esperito è minimo; se, al contrario, percepiamo di non avere potenzialità adeguate per adattarci all'ambiente, potremo avvertire un certo grado di stress.

Stress come processo complesso, scomponibile in tre fasi:

•  valutazione degli eventi; •  accertamento delle proprie possibili risposte; •  attuazione delle risposte con modalità che

possono includere modificazioni fisiologiche, cognitive, emozionali e comportamentali.

Non si tratta solo di un fenomeno negativo, è una reazione psicofisiologica, la risposta dell'organismo ad ogni richiesta di cambiamento, rientra nelle normali condotte di adattamento. Può assumere un significato patologico allorché risulti eccessivo per intensità e/o per durata.

►Ricerche di Cannon: concetto di reazione d'allarme (risposta attacco o fuga).

► Selye: lo stress è una risposta non specifica dell'organismo ad ogni richiesta ambientale, risposta che ha il fine di mobilizzare l'individuo.

Sindrome di Adattamento Generale: •  fase di allarme: l'organismo si mobilia per affrontare il

pericolo, •  fase di resistenza: l'organismo si confronta con la

minaccia organizzandosi anatomo-funzionalmente in senso stabilmente difensivo,

•  fase di esaurimento: se l'organismo non è in grado di adattarsi allo stressor per l'esaurirsi delle riserve fisiologiche (fase alla base del rapporto stress-malattia).

Sintomi e segni di stress Sintomi di stress a livello mentale: - ansia e irritabilità; - tristezza, pianto e sentimenti di

disperazione; - repentini cambiamenti di umore; - scarse capacità di concentrazione e

di memoria; - tendenze a rimuginare.

Sintomi di stress a livello fisico: - stanchezza e spossatezza; - cefalee e emicranie; - tensione muscolare; - tachicardia e irregolarità del battito

cardiaco; - fatica a respirare e sensazione di

mancanza d’aria; - nausea e dolori addominali; - scarso appetito; - dolori diffusi; - ciclo mestruale disturbato nelle donne.

Sintomi di stress a livello del comportamento:

- riduzione dell’attività, mancanza di energia;

- iperattività e incapacità a fermarsi; - abuso di sostanze; - difficoltà a concentrarsi; - disturbi del sonno.

Sintomi di stress a livello dei rapporti interpersonali:

- blocco delle emozioni; - discussioni e litigi; - eccessiva dipendenza dagli

altri.

L'evento traumatico può essere:

•  diretto ► se l'evento causativo agisce direttamente sul soggetto (licenziamento, pensionamento, divorzio, disoccupazione, violenza, rapimento, rapina, eccetera)

•  indiretto ► se l'evento causativo è costituito da un fatto accaduto ad una persona cara (morte o grave malattia).

P.T.S.D. Nevrosi da indennizzo Castiglioni, R., 1996, "Il problema del nesso di causalità materiale", in Brondolo, W., Marigliano, A. (a

cura di), Danno psichico, Milano, Giuffrè: 151-172.

Causa = un fatto ritenuto come assolutamente determinante rispetto al verificarsi di un altro fatto o situazione successiva. Concausa = una causa che

concorre, unitamente ad altre, alla spiegazione e alla produzione di un determinato effetto.

Mera occasionalità.

NESSO CAUSALE

Per stabi l ire un rapporto di causal ità tra comportamento ed evento, basta accertare che l'uomo abbia posto in essere uno di tali antecedenti.

Il nesso, di conseguenza, non può essere escluso dal concorso di circostanze estranee all'agente, siano esse preesistenti, concomitanti o sopravvenute.

Criteri di riferimento eziologico (medicina legale): •  cronologico; •  topografico; •  di adeguatezza lesiva, quantitativa e qualitativa; •  di continuità (tra la causa lesiva iniziale e l'evento

finale); •  di esclusione di altre cause.

L'art. 32 della Costituzione tutela il diritto alla salute, sia nel senso fisico che

psichico. Il concetto di danno psicologico trae origine dal

principio giuridico altrum non laedere del danno alla persona da fatto illecito che si divide in danno patrimoniale e danno non patrimoniale.

A sua volta il danno non patrimoniale può essere

di tipo morale o biologico.

Il danno psicologico

Il danno psichico e il danno da pregiudizio esistenziale devono essere risarciti quali danni non patrimoniali,

ex art. 2059 c.c.

Paradigma psicologico Vs

Paradigma giuridico

Il danno biologico indica una menomazione derivante dalla lesione oggettiva di una parte dell’organismo; si parla, quindi, di danno primario (Giannini, 1990); la differenza tra danno psicologico e danno biologico è sottolineata nella Sentenza della Corte Costituzionale 14 Luglio 1986 n. 184).

Il danno morale, pecunia doloris, indica la sofferenza soggettiva e il dolore che possono conseguire ad un trauma fisico o psichico e che si configura sempre come ulteriore ed eventuale conseguenza del fatto illecito; in questo caso si parla di danno secondario.

La sentenza n. 372/1994 ammette la possibilità di sussistenza del danno psichico, pure alla presenza del danno morale, laddove però per danno morale si intende un tipo di sofferenza puramente transeunte e per danno psichico, invece, si intende un tipo di sofferenza con caratteristiche di permanenza.

È necessario chiarire ulteriormente la differenza tra danno morale e danno psicologico, dicendo che nel primo viene risarcita la sofferenza patita dal soggetto in quella situazione, nel secondo caso si intende risarcire il danno che l’evento può aver provocato sul soggetto in termini di oggettiva alterazione stabile e duratura del suo equilibrio di personalità (Pajardi, 1995).

Danno psicologico = compromissione durevole ed obiettiva che riguardi la personalità individuale nella sua efficienza, nel suo adattamento, nel suo equilibrio; come un danno, quindi, consistente, non effimero né puramente soggettivo, che si crea per effetto di cause molteplici e che, anche in assenza di alterazioni documentabili dell’organismo fisico, riduce in qualche misura le capacità, le potenzialità, la qualità della vita della persona (Quadrio, 1990: 1)

Insorge dopo un evento traumatico o un logoramento sistematico di

una certa entità e di natura dolosa o colposa [...] e permane anche dopo un certo periodo di stabilizzazione (circa un anno), pur senza arrivare a configurarsi necessariamente in un vero e proprio quadro clinico patologico (Pajardi, 1995: 520).

Tale alterazione dell’equilibrio di personalità della vittima può trovare

modo di manifestarsi temporalmente vicino all’evento scatenante o anche rimanere latente per un indefinibile arco di tempo (Pajardi, 1990).

Per poter parlare di danno psicologico o compromissione di personalità, occorre innanzitutto accertare la consistenza e la persistenza del disturbo distinguendolo da quelle manifestazioni, magari anche imponenti, che sono destinate a risolversi senza lasciare traccia.

«Il che non esclude, però, che possano identificarsi anche dei danni temporanei e reversibili ma consistenti e riportabili ad una etiologia precisa e ad una credibile responsabilità» (Quadrio, 1990: 5).

MANCANO DELLE CHIARE INDICAZIONI METODOLOGICHE

… nonostante l’esponenziale aumento dei casi di valutazione del danno psichico e la maggiore attenzione data al fenomeno …

È importante discriminare tra: 1) eventi che riguardano specificamente il

trauma (le modalità con cui si sono svolti i fatti, la gravità degli stessi, ecc.);

2) eventi concorrenti al trauma (mediating factors);

3) eventi antecedenti al trauma (i fattori innati tipici della vittima: particolari caratteristiche di temperamento, deficit cognitivi, disturbi di personalità presistenti; i fattori ambientali: incomprensioni in famiglia, problemi a scuola o nel lavoro, difficoltà nei rapporti con il gruppo dei pari);

4) eventi che seguono il trauma (fattori precipitanti, conseguenze a breve, medio e lungo termine).

Momenti operativi del processo di accertamento del danno psicologico sono:

1) la raccolta dei dati anamnestici; 2) la diagnosi psicopatologica; 3) la quantificazione e la misurazione dei

sintomi psicopatologici; 4) la formulazione di un giudizio prognostico

a breve e medio termine.

Valutazione delle principali funzioni psichiche:

- coscienza; - attenzione; - memoria; - percezione; - intelligenza; - pensiero; - affettività; - volontà.

Il risarcimento del danno psicologico non può essere una restitutio ad integrum, come nel caso dei beni materiali, ma è sempre una compensazione per “via equivalente”, cioè attraverso un indennizzo economico; si tratta infatti di esprimere in termini economici qualcosa che per definizione “non ha prezzo” (Pajardi, 1995).

L'esperto, per valutare il danno subito dalla vittima, è necessario che abbia ben chiari:

•  definizione di danno psicologico (sia dal punto di vista giuridico che psicologico),

•  la metodologia da utilizzare per la sua valutazione e quantificazione.

Per affrontare il problema del danno psicologico in un’ottica giuridica, tre sono le condizioni da accertare:

1) la cosiddetta “apprezzabilità giuridica”,

cioè che il danno sia almeno di minima entità;

2) il rapporto cronologico e causale tra l’evento lesivo e il danno;

3) una relazione di adeguatezza qualitativa e quantitativa tra fatto illecito che ha causato il danno e danno stesso.

In sintesi, vengono richieste la certezza e la precisione, l’individuazione del nesso causale o l’esistenza anche solo parziale di tale nesso, in quanto l’evento ha agito come concausa (specificando l’entità della responsabilità) o altrimenti la non esistenza di tale nesso e de l l a pred ispos iz ione sog get t iva , l’evidenziazione della eventuale simulazione e la quantificazione del danno subito dal soggetto.

Secondo la teoria della conditio sine qua non, detta anche dell'equivalenza delle cause (artt. 40 e 41 c.p.) «causa è ogni singolo antecedente senza il quale il risultato non potrebbe prodursi» (Castiglioni, 1996)

Tra i criteri utili nell’individuazione del nesso causale devono essere considerate:

•  la successione temporale; •  la valutazione della situazione antecedente all’evento. Questa valutazione può essere condotta sulla base dell’analisi

dei comportamenti e dei vissuti del soggetto, deducendola quindi dal racconto del soggetto stesso o dalla testimonianza dei familiari o dalla verifica del tipo di vita condotto prima e dopo l’evento. Inoltre, è necessario effettuare una diagnosi di struttura che si avvale di test di tipo proiettivo, di colloqui e di scale che valutano alcuni dei sintomi che sono maggiormente connessi al danno psicologico.

Danno psicologico -> collocazione psicopatologica in riferimento al concetto psicoanalitico di “nevrosi traumatica”

Paradigma indiziario

e i n q u e l l o p s i c h i a t r i c o d i “P.T.S.D.” (Posttraumatic Stress Disorder).

Nella valutazione del danno psicologico, il livello di indagine che bisogna privilegiare è l’individuo.

È necessario raccogliere quante più informazioni utili fin dal primo incontro: dati della vittima e dell’aggressore; dati sulla famiglia di origine della vittima; aggiustamento psicosociale della vittima (problemi emotivi, problemi interpersonali, problemi sessuali, problemi di salute, problemi sociali); ulteriori dati e problematiche (tipi di trattamenti o terapie intrapresi) (Jehu, 1988).

DANNOESISTENZIALE“Ildannoesistenzialeèlacompromissionedellaqualitàdellavitanormaledelsogge7oounostatodidisagiopsichicochenonarrivaaconfigurarsicomeunquadroclinicopatologico”.

(Pajardi,2006)Lalesionedellapersonalitàdelsogge7onelsuomodod’esseresiapersonalesiasocialechesisostanzianell’apprezzabilealterazionedellaqualitàdellavitaconsistenteinunagirealtrimen<oinunnonpoterfarepiùcomeprima.

QUANDO? Il danno esistenziale è ravvisabile ogni qual

volta l’illecito impedisce alla vittima di dedicarsi alle attività realizzatrici della persona, andando ad incidere sulla sua sfera esistenziale.

Si tratta di situazioni in cui non si riscontra un’alterazione di natura psichica, non si ha in pratica una malattia della psiche, ma situazioni che provocano, tuttavia, un’alterazione del modo di essere dell’individuo e, pur non assumendo rilievo dal punto di vista patologico-psichico, ledono interessi meritevoli di tutela.

Lesione dei diritti costituzionalmente garantiti.

DANNOESISTENZIALE

•  Unafigurarisarcitoriaingradofinalmente,difornireristorointuBicasiincui,aseguitodell’illecito,risul<pregiudicatalasferaessenzialmentepersonaledellaviBma,concondo7ediversedalpassato,undiversofareedoverfare(ononpoterpiùfare),unaltromododirapportarsialmondoesterno,untotaleoparzialesconvolgimento,insomma,dell’agendaquo<diana.

DANNO ESISTENZIALE

•  “Da intendersi come ogni pregiudizio oggettivamente accertabile che alteri le abitudini e gli assetti relazionali del danneggiato, inducendolo a scelte di vita diverse da quelle che avrebbe compiuto ove il fatto dannoso non si fosse verificato”

(Cassazione, Sez. 3^ civile, n. 2546, 6/2/2007)

Non potrò più viaggiare,

sciare, guardare le

stelle

Danno morale: sofferenza per la lesione psichica

Danno esistenziale Non poter più fare quello che

facevo prima

Danno psichico-biologico

Lesione della salute

Linee guida per l’accertamento e la valutazione psicologico giuridica del danno

biologico-psichico e del danno da pregiudizio esistenziale

(Ordine degli Psicologi del Lazio) •  Metodologia: Esame atti Colloqui clinici (anamnesi) Esame psicodiagnostico: Test di livello (WAIS), Test

di personalità (MMPI 2, test grafici, Rorschach) e neuropsicologici

Diagnosi differenziale di personalità (attraverso l’analisi della struttura dell’Io e della sovrastruttura)

•  Schema di relazione Carta intestata Premessa (quesito, data incarico e consegna,

autorizzazioni, ecc…) Il fatto Metodologia (sintesi atti, anamnesi, esame

obiettivo) Esame psichico (osservazione e colloqui clinici,

test psicodiagnostici) Conclusioni (Risposte ai quesiti)

Linee guida per l’accertamento e la valutazione psicologico giuridica del danno biologico-psichico

e del danno da pregiudizio esistenziale (Ordine degli Psicologi del Lazio)