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Page 1: Esercizio Terapeutico nella MALATTIA DI PARKINSON · da malattia di Parkinson, passa necessariamente attraverso un programma che prevede il training delle afferenze propriocettive

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Esercizio Terapeutico nella MALATTIA DI PARKINSON

La malattia di Parkinson è una patologia caratterizzata dalla perdita di neuroni dopaminergici nella parte compattadella sustantia nigra e determina uno scompenso nei circuiti dei gangli della base che produce effetti clinici molteplici,sia motori che non motori; tra i primi ricordiamo la bradicinesia, la rigidità, il tremore e le alterazioni posturali.

L’habitus del paziente parkinsoniano è tra i più caratteristici tra i malati neurologici e, pur non essendo questa lasede per una digressione semeiotica, ricordiamo che è caratterizzato in misura variabile dalla “Capmtocormia” edall’”Antecollis” sul piano sagittale, dalla “Sindrome di Pisa” sul piano frontale, e dalla ciforotoscoliosi sui tre pianidello spazio: il busto è flesso e spesso lateralizzato, le spalle sono chiuse, le anche e le ginocchia sono flesse, il capoè in avanti e la colonna è torta.

Il controllo della postura, (cioè della posizione di un individuo nello spazio, il rapporto reciproco tra i segmenticorporei e rispetto alla gravità ) permette il mantenimento della proiezione del centro di gravità nel poligono di appoggio sia quando il soggettoè fermo che quando è in movimento: l’equilibrio statico e dinamico che permette di non cadere. Se è presente unapostura instabile, alterata, assistiamo ad alterazioni della deambulazione ed alle relative cadute, che sono spessopoco responsive alla stimolazione dopaminergica, cioè alla terapia farmacologica tipica della Malattia di Parkinson.(Hely MA, Morris JGL. Reid WGJ Trafficante R “Sydney Multicenter Study of Parkinson’s disease: non –L-Doparesponsive problems dominate at 15 years”. Mov Disord 2004; 20:190-9).

Esiste una forma di sensibilità, definità nel 1906 da Sherrington “propriocettiva”che provvede alla “sensazione diposizione e di movimento”.

È proprio tramite le informazioni provenienti dai “propriocettori”, corpuscoli presenti nei tendini, nei muscoli e nellearticolazioni, che un individuo conosce la propria posizione cioè la propria postura, ed effettua, spesso incosciamente,quelle correzioni che lo aiutano a mantenere l’equilibrio.

Il controllo posturale deve avvenire sia durante un’attività motoria “Controllo posturale dinamico” che quandol’individuo è fermo “Controllo posturale statico”.

La sensazione propriocettiva da cui deriva il controllo posturale solitamente non è cosciente e per essere utilizzataper “correggere” lo schema motorio alterato deve essere nuovamente “appresa”.

Ma il paziente affetto da disordine del movimento (Malattia di Parkinson, distonia, Corea di Huntington) presentauna compromissione più o meno significativa della modalità di apprendimento implicito, procedurale, per cui ènecessario l’impiego di tecniche di apprendimento esplicito (G. Abbruzzese; C. Trompetto; L. Marinelli “Therational for motor learning in Parkinson’s disease” EUR J REHABIL 2009; 45:209-14) tra cui rivestono un ruolorilevante quelle che utilizzano sistemi di Feed-back sensoriale (retro-informazione di verifica).

Per le considerazioni precedentemente esposte, il trattamento riabilitativo dei disturbi posturali nei pazienti affettida malattia di Parkinson, passa necessariamente attraverso un programma che prevede il training delle afferenzepropriocettive tramite specifici stimoli sensoriali (visivi ed uditivi) somministrati attraverso sistemi informatizzatiin grado di registrare e quantificare l’esercizio terapeutico affinchè si produca un neo-apprendimento.

Tale processo di neo-apprendimento è finalizzato a ri-elaborare le strategie di quelle competenze automatiche quali lereazioni posturali per il mantenimento dell’equilibrio che sono compromesse a causa del danno neurologico primario.

Gestendo le alterazioni posturali sia statiche che dinamiche si contiene il danno secondario neuromotorio con ifenomeni algici accessori e si previene il danno terziario: le cadute.

In tal modo si migliora la partecipazione sociale, emotiva e se il paziente per fascia di età e/o vocazione professionalelo richiede, anche la partecipazione lavorativa.

Dott. Sandro CapiciDirettore Tecnico Presidio di Riabilitazione Specialistica Ambulatoriale Terapia Fisica e Riabilitazione