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Assistenza Infermieristica nella malattia di Parkinson Biella, Ottobre 2013 D.S.Russo Mariangela Struttura Complessa di Neurologia

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Assistenza Infermieristica

nella malattia di

Parkinson

Biella, Ottobre 2013D.S.Russo Mariangela

Struttura Complessa di Neurologia

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LEVODOPA

AMINOACIDO NEUTRO

A CATENA RAMIFICATA,

PRECURSORE NATURALE

PER LA SINTESI DI DOPAMINA,

FARMACO DI ELEZIONE NELLA TERAPIA

DELLA MALATTIA DI PARKINSON

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Risposta al farmaco INIZIALE OTTIMA,CON SCOMPARSA SINTOMI

DOPO ALCUNI ANNI DI TRATTAMENTO

RIDUZIONE DELL’EFFICACIA

=

FASE SCOMPENSATA DELLA MALATTIA

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ALTERNANZA DI PERIODI

DI BUONA EFFICACIA

A PERIODI

DI SCARSA EFFICACIA

FASI ON E OFF

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Effetti collaterali della LEVODOPA

INAPPETENZA

NAUSEA

VOMITO

DISCINESIE

IPOTENSIONE

TURBE PSICHICHE

ALLUCINAZIONI NOTTURNE

DELIRI

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LA LEVODOPA, E’ UN AMINOACIDO NEUTRO CHE

UTILIZZA, PER IL SUO ASSORBIMENTO , UN

TRASPORTO ATTIVO

per esercitare la sua azione, deve essere assorbita

nel tratto gastrointestinale, entrare nel circolo

sanguigno, attraversare la barriera ematoencefalica

ed essere convertita nel snc in dopamina

tutti gli aminoacidi neutri o a catena ramificata,

provenienti dalle proteine ingerite col pasto

utilizzano lo stesso sistema di trasporto della

Levodopa e si pongono in competizione con essa

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L’ assunzione di Levodopa deve avvenire a stomaco

vuoto, 15’-30’ prima dei pasti

Ha un’emivita plasmatico piuttosto breve (60’-90’)

Rende indispensabile uno schema di

somministrazione multipla durante la giornata

Biodisponibilità a livello cerebrale incostante e

fluttuante

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L’alimentazione influenza in maniera determinante la

farmacocinetica della Levodopa

L’utilizzo di alimenti a basso contenuto proteico

nella prima parte della giornata (colazione e

pranzo) migliorano l’assorbimento di Levodopa

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Interventi

diminuire le proteine di origine animale riduce i periodi off

(blocchi che si presentano al pomeriggio)

concentrare le proteine alla sera e fare un pasto

ipoproteico a pranzo e colazione

rispettare la dose raccomandata di introito proteico:

0,8 gr x kg di peso corporeo

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le evidenze emerse dalla letteratura sono state recepite

anche dalle

Linee-Guida della Societa’ Italiana

di Neurologia (2003)

viene ritenuta complementare la dieta ipoproteica a

supporto della terapia con levodopa in pazienti con

fluttuazioni motorie

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anche i grassi devono essere assunti con

moderazione

fibre e scorie rallentano lo svuotamento gastrico

indicati i carboidrati

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INFORMARE IL PAZIENTE AFFETTO DA MALATTIA DI

PARKINSON SULL’IMPORTANZA DELL’ASPETTO

DIETETICO

CONTRIBUISCE A MIGLIORARE L’EFFICACIA DELLA

TERAPIA FARMACOLOGICA

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UN PROGRAMMA DIETETICO ADEGUATO DEVE

MANTENERE STABILE IL PESO DEL PAZIENTE,

ESSERE EQUILIBRATO E

CONTENERE TUTTI I PRINCIPI NUTRITIVI DI CUI

L’ORGANISMO NECESSITA

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Rischio di Malnutrizione

VALUTARE SE IL CONTENUTO CALORICO

GIORNALIERO DEVE ESSERE

OPPORTUNAMENTE AUMENTATO PER

EVITARE UN CALO PONDERALE NEL LUNGO

TERMINE

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Fattori che concorrono al rischio di malnutrizione

i farmaci utilizzati hanno come effetti collaterali: nausea,

vomito, perdita di appetito e stitichezza

la difficoltà di deglutire e la lentezza dei movimenti nel

masticare concorre alla denutrizione del paziente

l’appetito e’ ridotto anche dalla depressione e

dall’isolamento

discinesie

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Ci pre-occupiamo

dell’alimentazione ?

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Sindrome Parkinsoniana

BRADICINESIA

RIGIDITA’

TREMORE A RIPOSO

disturbi della parola e della scrittura, sintomi ansioso-depressivi possono completare il quadro clinico

demenza nelle fasi tardive

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I Problemi da prevenire, gestire e valutare

Problemi motori - cadute

Ipotensione ortostatica

Disfagia

Dieta

Stipsi

Disturbi affettivi, cognitivi e comportamentali

Disturbi del sonno

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DEAMBULAZIONE INSTABILE

CADUTE

FATTORI DI RISCHIO

Problemi Motori

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Programma Interventi Cadute

Informare utente e care-giver sul rischio di caduta

Assicurare illuminazione adeguata

Utilizzare calzature idonee

Assicurare un ambiente libero da ingombri

Valutare se e quali ausili utilizzare

Regolare l’altezza del letto

Disponibilità di sedia comoda o pappagallo in

camera

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Far mettere un piede dell’accompagnatore davanti al

piede del paziente per facilitare l’avvio della marcia

Seguire stimoli sensoriali, uditivi o visivi: camminare

seguendo il tempo

Seguire le strisce sul pavimento, cercare di raggiungere

un bersaglio.

Fenomeno del FREEZING: interventi

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Ipotensione Ortostatica

Interventi

Cambiare la posizione in modo lento e graduale

Tenere conto che i momenti più critici sono

rappresentati dalla fase post-prandiale, il primo

mattino e la notte

Mantenere il tronco sollevato di 30° ripetto alle

gambe

Insegnare al paziente a riconoscere i sintomi che

precedono la crisi ipotensiva

Controllare la corretta assunzione delle terapie

farmacologiche

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Rischio di ab ingestis

Rischio di malnutrizione e disidratazione

CHE COSA OSSERVARE?

Debolezza nell’atto volontario del tossire o ingoiare

Modifica della qualità e del tono della voce

Schiarirsi frequentemente la voce

Necessità di numerosi atti deglutitori per ogni boccone

Facilità a tossire o starnutire durante il pasto

Difficoltà a controllare la salivazione

Ricorrenti infezioni bronco-polmonari

Disfagia

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Interventi gestione DISFAGIA

Valutazione logopedica

Assicurare un’adeguata igiene del cavo orale

Posizione eretta del tronco durante il pasto

Evitare l’utilizzo di cannucce o siringhe

Dieta semisolida – uso di addensanti, gelificati

Ambiente tranquillo e assicurarsi che il paziente

abbia a disposizione tutto il tempo necessario per

mangiare

Osservazione durante il pasto e istruzioni ai familiari

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Acinesia

FUNZIONALITA’ INTESTINALEDa Farmaci(anticolinergici)

RIDUZIONE EFFICACIA TERAPEUTICA

Stipsi

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Monitoraggio alvo

Misure dietetiche

Assunzione di liquidi

Esercizio fisico

Frequenza delle evacuazioni

Lassativi e clisteri evacuanti

Interventi gestione STIPSI

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Disturbi affettivi

Comprendere che è

normale che la persona

sviluppi ansia,attacchi di

panico e depressione

Proporre attività

commisurate alle

capacità della

persona

Cercare di ridurre le possibili cause di ansia

….e questa

nuova

condizione…

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Disturbi Cognitivi

DISTURBI DEPRESSIVI

ALTERAZIONE

DEL SONNO

PREVALENZA MEDIA DAL 20% AL 40%

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Disturbi Comportamentali

ALLUCINAZIONI

DISTURBI IDEATIVI

Interventi

rassicurare

distrarrre su oggetti e situazioni reali

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Disturbi Del Sonno

ACINESIA NOTTURNA

DISCINESIE – DISTONIE

INCONTINENZA URINARIA

DOLORI DIFFUSI ALLA SCHIENA E AGLI ARTI

ALLUCINAZIONI, INCUBI, CONFUSIONE

SINDROME DELLE GAMBE SENZA RIPOSO

Interventi

regolare l’orario del sonno

evitare caffeina e alcool

se possibile non assumere diuretici

predisporre l’ambiente al riposo notturno

prevenire la necessità di raggiungere il bagno

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Disturbi Respiratori

APNEE OSTRUTTIVE CENTRALI

IPOVENTILAZIONE

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Assistenza Infermieristica nella

Malattia di Parkinson

L’infermiere è responsabile di:

Pianificare e valutare l’assistenza infermieristica

Garantire l’attuazione dei percorsi diagnostici-

terapeutici

Accompagnare e preparare paziente e care-giver

nel percorso di sviluppo delle competenze.

Informare, educare, addestrare

Visionare il personale di assistenza

Legge

N.251,

anno….

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Obiettivi Assistenziali

tutelare l’ autonomia

adattare strutturalmente l’ambiente abitativo

strategie posturali per contrastare i problemi motori

ottimizzare lo stato funzionale

limitare le complicanze non motorie

organizzare una presa in carico a lungo termine

monitorare le condizioni di salute con adattamento delle risposte

informare paziente e care-giver

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Caregiver

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Sin dal primo momento dell’informazione

al paziente del trattamento, l’infermiere

individua il caregiver, cioè colui che

aiuterà e sosterrà il paziente.

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“…il care-giver avrà la paura di cadere, di fallire, non deve

assolutamente mai pensare di abbassare la guardia,…..

“Voi che vi occupate di questa persona dovete.., fare in modo che

la signora recuperi il self-care, cioè la capacità di accudire se

stessa, vestirsi, lavarsi, mangiare, anche cucinare, o almeno

provarci…”

“Dovete chi? Io sono solo!”

“Scusi, ma chi è questo care-giver?”

“Ma come chi è, è lei, no? Quello che si prende cura della persona

colpita.”

Francesco Recami “Prenditi cura di me”

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Caratteristiche dei Caregiver

Disponibilità immediata

Continuità nell’assistenza

Flessibilità e varietà di prestazioni

Capacità relazionale

Affidabilità

Riservatezza

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Articolo 20 – Codice deontologico

L’infermiere ascolta, informa, coinvolge

l’assistito e valuta con lui i bisogni

assistenziali, anche al fine di esplicitare il

livello di assistenza garantito e facilitarlo

nell’esprimere le proprie scelte.

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Grazie

dell’attenzioneBuon Lavoro