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LA DIETA Su indicazione dello specialista, deve orientarsi su alimenti che abbiano la consistenza giusta, in base al grado di disfagia. Alcuni esempi più frequenti: POSTURA: occorre che il soggetto sia in posizione seduta, con i piedi appoggiati a terra, il capo ed il collo ben allineati. POSTURE DI COMPENSO: se previsto dallo specialista, occorre assicurarsi che il soggetto rispetti gli accorgimenti posturali suggeriti (es. Capo flesso in avanti). TEMPI: è necessario far sì che il pasto avvenga secondo i tempi della persona, non mettendogli fretta e assicurandosi che ogni boccone venga ben masticato e deglutito prima di introdurne un altro. È bene restare a tavola per almeno 15 minuti dopo la fine del pasto. IGIENE ORALE: è importante mantenere una corretta igiene orale, da eseguire al termine di ogni pasto, al fine di prevenire aspirazioni tardive di particelle di cibo rimaste nel cavo. INOLTRE... Evitare che durante la somministrazione del cibo il soggetto cambi posizione spostando, per esempio, la testa verso l'alto; Evitare di far parlare il soggetto durante il pasto o guardare la televisione o distrarlo in altri modi; Far eseguire colpi di tosse a intervalli regolari per liberare le vie aeree superiori dall'eventuale presenza di residui di cibo. ACCORGIMENTI GUIDA PRATICA PER COMPRENDERE: Cos'è la disfagia? Come e per quali motivi si manifesta nella persona con malattia di Parkinson? Come è possibile intervenire? A cura di Martina Capobianco LA DISFAGIA NELLA MALATTIA DI PARKINSON Semisolidi: omogeneizzati, formaggi freschi cremosi, polenta, semolino solido, mousse, budini. Cibi troppo duri e friabili (pane, grissini, crackers) Verdure o carni filamentose, formaggi filanti, pesci con le spine Frutta come more, ribes o mirtilli, frutta fresca succosa come mele e arance e frutta secca Cibi a doppia consistenza (pasta e legumi, minestrone con verdure a pezzi, minestrina) LIQUIDI Possono essere somministrati per bocca addensati sotto forma di semiliquidi o semisolidi oppure sostituiti dall'acquagel. FARMACI Lo specialista valuterà con il durante la possibilità di assumere farmaci per bocca, eventualmente, laddove possibile, modificandone la struttura o utilizzando per l'assunzione alimenti di consistenza modificata. Università degli Studi di Torino Dipartimento di Scienze Chirurgiche CdL in Logopedia Scienze Logopediche XVIII - Scienze Logopediche della comunicazione IV Prodotto per FLI Piemonte - Sezione Giovani Giornata Europea della Logopedia 2017, Disfagia

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Page 1: La disfagia nella malattia di Parkinson · Nella Malattia di Parkinson, i disturbi della deglutizione sono legati alla gravità dei disturbi neurologici e motori e possono essere

L A D I E TA Su indicazione dello specialista, deve orientarsi su alimenti che abbiano la consistenza giusta, in

base al grado di disfagia. Alcuni esempi più frequenti:

POSTURA: occorre che il soggetto sia in posizione seduta, con i piedi appoggiati a terra, il capo ed il collo ben allineati.

POSTURE DI COMPENSO: se previsto dallo specialista, occorre assicurarsi che il soggetto rispetti gli accorgimenti posturali suggeriti (es. Capo flesso in avanti).

TEMPI: è necessario far sì che il pasto avvenga secondo i tempi della persona, non mettendogli fretta e assicurandosi che ogni boccone venga ben masticato e deglutito prima di introdurne un altro. È bene restare a tavola per almeno 15 minuti dopo la fine del pasto.

IGIENE ORALE: è importante mantenere una corretta igiene orale, da eseguire al termine di ogni pasto, al fine di prevenire aspirazioni tardive di particelle di cibo rimaste nel cavo.

INOLTRE...• Evitare che durante la somministrazione del

cibo il soggetto cambi posizione spostando, per esempio, la testa verso l'alto;

• Evitare di far parlare il soggetto durante il pasto o guardare la televisione o distrarlo in altri modi;

• Far eseguire colpi di tosse a intervalli regolari per liberare le vie aeree superiori dall'eventuale presenza di residui di cibo.

AC C O R G I M E N T I

GUIDA PRATICA PER COMPRENDERE:Cos'è la disfagia?

Come e per quali motivi si manifesta nella persona con malattia di Parkinson?

Come è possibile intervenire?

A cura di Martina Capobianco

LA DISFAGIA NELLA MALATTIA

DI PARKINSONSemisolidi: omogeneizzati, formaggi freschi cremosi, polenta, semolino solido, mousse, budini.

• Cibi troppo duri e friabili (pane, grissini, crackers)• Verdure o carni filamentose, formaggi filanti, pesci con le spine • Frutta come more, ribes o

mirtilli, frutta fresca succosa come mele e arance e frutta secca

•Cibi a doppia consistenza (pasta e legumi, minestrone con verdure a pezzi, minestrina)

LIQUIDI

Possono essere somministrati per

bocca addensati sotto forma di semiliquidi o

semisolidi oppure sostituiti dall'acquagel.

FARMACI

Lo specialista valuterà con il durante la

possibilità di assumere farmaci per bocca,

eventualmente, laddove possibile,

modificandone la struttura o utilizzando

per l'assunzione alimenti di consistenza

modificata.

Università degli Studi di Torino

Dipartimento di Scienze Chirurgiche CdL in Logopedia

Scienze Logopediche XVIII - Scienze Logopediche della comunicazione IV

Prodotto per FLI Piemonte - Sezione Giovani Giornata Europea della Logopedia 2017, Disfagia

Page 2: La disfagia nella malattia di Parkinson · Nella Malattia di Parkinson, i disturbi della deglutizione sono legati alla gravità dei disturbi neurologici e motori e possono essere

La disfagia è un'alterazione del meccanismo deglutitorio. La deglutizione è un processo complesso che in condizioni fisiologiche è articolato in:

- Fase di preparazione orale; comprende tutte le modificazioni di consistenza, viscosità, temperatura e dimensioni del cibo introdotto nella bocca;

- Fase orale; inizia quando la lingua spinge il cibo (bolo) verso la parte posteriore della bocca (faringe);

- Fase faringea; durante la quale si chiude in automatico la laringe (l'organo deputato all'emissione dei suoni), in modo da permettere il passaggio del cibo e dei liquidi nell'esofago;

- Fase esofagea; grazie alla quale il bolo giunto nell'esofago viene spinto verso lo stomaco.

A seconda della/e fase/i compromessa/e si hanno diverse forme di disfagia.

PRIMI SINTOMIAllungamento del tempo del pasto;

Cambiamento delle abitudini alimentari;

Calo ponderale.

Nella Malattia di Parkinson, i disturbi della deglutizione sono legati alla gravità dei disturbi neurologici e motori e possono essere causa di aspirazione, malnutrizione e disidratazione. La deglutizione presenta un deterioramento lento ed è prevalentemente caratterizzata da un deficit di coordinazione che progressivamente ne interessa tutte le fasi. Le difficoltà sono spesso asintomatiche o non riconosciute dai pazienti fino alle fasi avanzate di malattia.

COS'È LA DISFAGIA?

La scialorrea è una condizione di iperproduzione di saliva con conseguenti deficit di gestione della stessa: è correlata alla gravità della disfagia ed è il risultato di disfunzioni orofaringee (debolezza labiale, sensibilità ridotta, ritardo o assenza del riflesso deglutitorio). La scialorrea può causare:- infezioni periorali;- Inalazione silente;- Polmoniti;- Imbarazzo nei rapporti sociali.

PROGRESSIONEDifficoltà nell'innesco del riflesso della deglutizione;

Riduzione dei riflessi di difesa (tosse);Sensazioni di soffocamento;

Scialorrea.

Con il progredire della patologia aumentano: il rischio di aspirazione di cibi e di liquidi, l'affaticabilità ed il tempo di assunzione del pasto. Può essere

necessaria un'alimentazione enterale (sondino naso-gastrico o PEG) in associazione o in sostituzione dell'alimentazione per bocca.