aa.vv. le città della calabria ricostruite dopo il terremoto del 1783

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  • 8/3/2019 AA.VV. Le citt della Calabria ricostruite dopo il terremoto del 1783

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    LE CITT DELLA CALABRIA RICOSTRUITE DOPO IL TERREMOTO DEL1783

    Il 5 febbraio 1783 una terribile scossa di terremoto devasta la Calabria, provocando

    forse 30.000 vittime. La notizia del disastro arriva a Napoli nove giorni dopo e subito

    Francesco Pignatelli, nominato commissario generale da Ferdinando IV per far fronteallemergenza, salpa per la Calabria portando con s materiali e soldi per organizzare i

    primi soccorsi.

    Un intero pool di ingegneri militari - gli unici che possiedono le conoscenze necessarie

    a bonificare i terreni inondati dalle acque deviate dal sisma e in grado di redigere i

    progetti per quei paesi la cui rovina richieda uno spostamento radicale - viene inviato da

    Napoli. Trentatr citt ricostruite unopera imponente , alcune, come Reggio, nel

    medesimo sito, la maggior parte in una localit diversa e pi sicura.

    Le baracche in legno di Gerace e Polistena dopo il sisma

    LeIstruzioni che il re firma tre anni dopo per regolare la ricostruzione saranno molto

    generiche. Suggeriscono la larghezza delle strade: una strada maestra diritta larga 8

    metri per le citt minori, da 10 a 13 per quelle pi importanti; le strade secondarie,larghe da 6 a 8 metri, diritte e ortogonali tra loro; una piazza maggiore per il mercato

    grande, proporzionata alla popolazione, e piazze minori con le chiese parrocchiali o altri

    edifici pubblici.

    Istruzioni generiche: ma il clima culturale napoletano, in quello scorcio del XVIII

    secolo impregnato di quanto percorre lEuropa, non fatto soltanto di filosofi o di

    economisti come Gaetano Filangieri o Mario Pagano o di storici come Vincenzo Cuoco,

    ma anche di chi progetta le citt.

    La supremazia del disegno simmetrico e la sua priorit, cos cara ai trattatisti

    rinascimentali e ancora sul tavolo centanni prima, quando erano state ricostruite le cittdella Sicilia orientale dopo il terremoto del 1693 - Avola e Grammichele in questo

    stesso volume - ora incrinata da nuove idee.

    Da un lato Voltaire nel 1749 e Pierre Patte ventanni dopo hanno insistito nel

    sottolineare laspetto funzionale delle citt - strade, fontane, fognature, passeggiate

    pubbliche, e quanto ancora la civilisation suggerisce - dallaltro Laugier nel Saggio

    sullArchitettura del 1753, introdotto in Italia da Francesco Milizia nel 1781, sostiene

    che il disegno della citt debba essere confusione e tumulto nellinsieme e variet nel

    dettaglio, sicch le piazze dei quartieri avranno tutte forme differenti per evitare la

    monotonia e saranno composte in un disegno di insieme che eviti leccessiva regolarit

    coltivando larte combinatoria delle forme.

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    Un atteggiamento che comporter la ricerca di motivi desunti da altre citt:

    dallInghilterra arriver leco degli square e del piano di Craig per Edimburgo, del

    naturalismo paesistico di giardini che possono ispirare interi quartieri, come a Bath, la

    nozione di pittoresco in voga dappertutto.

    Il piano di Edimburgo e il Landsdown Crescent a Bath

    Nelle piante originarie di tutte citt calabresi del 1783 ricorre dunque il medesimorepertorio di strade e piazze tematizzate: la piazza principale per il mercato grande (di

    solito con la chiesa madre), le piazze di quartiere con le relative chiese parrocchiali, la

    strada principale spesso via Regia - che attraversa da parte a parte la citt, alcune

    strade trionfali, una passeggiata spesso cospicua, qualche rara strada monumentale la

    comunit povera, le famiglie nobili risiedono nella capitale (solo a Filadelfia abbiamo

    uneccezione) - davanti a una veduta di particolare rilievo, resa preziosa dalle dottrine

    inglesi sul pittoresco.

    Fuor delle chiese, rarissimi sono i temi collettivi (solo in un paio di casi il palazzo

    civico o quello del governatore), mentre assumono maggiore rilievo le fontane; ricordati

    una volta il carcere, le fognature, la locanda, il monte di piet, il prato della fiera.

    Soltanto Reggio sar considerata degna di un teatro.

    Ricorre suggerimento persistente dellarchitetto Ferraresi, forse un consulente

    generale, che la assume dai precedenti di Cervia e Secondigliano lidea di

    materializzare la gerarchia sociale della citt riservando il centro a nobili e a civili e

    disponendo le abitazioni dei contadini alla periferia, in una schiera continua che la

    circondano senza alcuna pretesa di costituirne il muro di confine.

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    Secondigliano

    Ma se questo il loro telaio costante, a renderle particolarmente significative del vivace

    clima culturale napoletano di quegli anni, della sua apertura alla cultura europea, sono le

    raffinate citazioni che incontriamo dovunque, anche se spesso, tradotte da un originario

    contesto di grandi citt ai modesti borghi della Calabria, appaiono quasi provocatorie,

    segni di un sogno di civilt formale di l da venire.

    Il leit motiv compositivo del progetto rinascimentale delle citt la geometria regolare

    della pianta, la simmetria delle piazze secondarie non tuttavia del tutto tramontato,

    sicch queste piante suggeriscono spesso la tensione tra gli strumenti consolidati e la

    libert espressiva suggerita da Laugier e da Milizia.

    Rigorosamente desunta dal trattato rinascimentale di Pietro Cataneo la pianta di

    Bianco, con la piazza principale per la fiera al centro, di dimensioni cospicue, forseproprio per rispettare le proporzioni dei trattati cinquecenteschi, mentre le piazze dei

    quartieri, tematizzate qualche volta da una chiesa con il compito di garantirne la

    riconoscibilit e una dignit comparabile a quella della piazza civica, sono destinate al

    mercato quotidiano.

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    Pianta di citt di Pietro Cataneo e pianta di Bianco

    Ma se lascendenza di Bianco tutta nel suo disegno geometrico, gi il progetto di

    Seminara (con le case periferiche dei contadini e i magazzini, oleari e del grano)

    presenta qualche singolare scarto le chiese parrocchiali occupano il centro delle piazze

    secondarie anzich un lato e soprattutto qualche vistosa citazione rispecchia quasi ilmodello del governo riformista di Ferdinando: a far da controfondale alla chiesa madre

    un immenso orfanotrofio ricorda puntuale il colossale albergo dei poveri in costruzione

    a Napoli in quegli anni, la piazza principale contrappuntata da una piazza del mercato

    dominata da un monte di piet fuori di misura, i tre quartieri futuri - con le loro strade a

    croce - sono scanditi da una rete di larghi boulevard proprio come quelli tracciati

    davanti allalbergo dei poveri della capitale, una strada principale attraversa labitato

    ed resa trionfale da una chiesa parrocchiale, priva della sua piazza, e soprattutto da un

    immenso ospedale, e infine compare per la prima volta un viale del cimitero verso la

    collina dei Cappuccini.

    Seminara

    Mileto a sua volta rispecchia soprattutto la puntuale pretesa di altri trattati - quello di

    Filarete alla met del Quattrocento e quello di Scamozzi allinizio del Seicento - di

    indicare puntigliosamente le quattro chiese parrocchiali nelle quattro piazze di quartiere,

    di sottolineare le diverse strade (qui una strada trionfale e una strada monumentale) oltre

    ai temi pi recenti (il giardino pubblico e la passeggiata), a una fontana monumentalefuori porta e a un bizzarro borgo ameno per la ricreazione del popolo, di quei

    contadini schierati torno torno nelle case disegnate dallarchitetto.

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    La citt di Vincenzo Scamozzi (1516)

    Mileto

    La strada trionfale di Mileto diventa a Gallina il braccio di una croce di strade trionfali,

    e se quella davanti alla chiesa madre va poi verso la carreggiabile per Reggio - dunque

    luscita maggiore della citt la lunga trasversale tematizzata dal palazzo dl

    governatore e, con evidenza molto pi modesto, dal palazzo municipale, che forse

    anche la locanda. Qui le piazze di quartiere, con le loro chiesette, hanno un tono minore,

    manca del tutto quella vasta gamma di temi collettivi visti a Mileto, e gli isolati sono

    assegnati per una parte alle persone pi facoltose e distinte quelli affacciati sulla croce

    di strade e per una parte alla gente popolare

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    Gallina

    Tuttavia la grandiosit di questa concezione trova il suo vertice nella pianta di Palmi,

    con una spettacolosa sequenza trionfale davanti alla chiesa madre verso laprirsi sul

    paesaggio della passeggiata, tagliata da una croce con una sequenza di tre piazze

    maggiori contrappuntate da due piazze minori molto allungate e con una tipologia

    edilizia che le suggerisce entrambe, ma in forma diversa, monumentali, secondo i

    suggerimenti di Laugier sulla variet.

    Traspare leco dellesperienza siciliana, di Avola e delle tre piazze di Noto in sequenza

    sulla strada principale, con le loro tre scenografiche chiese: ma qui le chiese secondarie

    sono scomparse dalle piazze e sono state relegate, con un evidente presa di distanza

    tipica degli illuministi, nelle strade secondarie e senza nessun rilievo formale

    Tuttavia non sono soltanto le chiese a denunciare linfluenza francese, ma anchelattenzione alle fontane e alle fognature (i cui collettori passeranno sotto la croce di

    strade); e traspare anche il gusto paesistico degli inglesi, nella grande passeggiata

    disposta, con una lunga palazzata monumentale, a fronteggiare la valle, ispirata al

    progetto di Craig per Edimburgo, e alla passeggiata/giardino pubblico anchesso

    digradante sulla valle.

    La pianta di Palmi e una veduta della Princess street a Edimburgo

    Questi suggerimenti di libert compositiva e di disinvolto ricorso ad esempi recenti

    trova poi esito in alcune citt minori dove la particolare configurazione del terreno

    renderebbe ardua una simmetria geometrica e dove il ricorso ai medesimi principi e al

    medesimo lessico d tuttavia luogo a progetti molto diversi tra loro.

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    A Borgia una strada regia, forse monumentale e forse principale, attraversa lintera

    citt, anima di una sequenza distesa lontano sul territorio, dalla locanda fuori porta, alla

    porta trionfale presidiata da una chiesetta, alla scalea che scende nella campagna

    vistoso ricordo del porto di Ripetta a Roma -, con tre palazzi verso la valle alla maniera

    di Palmi e di Edimburgo, alla piazza con una chiesa parrocchiale, al prato della fieracircondato di botteghe evidente citazione del prato della Valle a Padova e alla

    passeggiata digradante sulla valle, il pi bel sito del paese. Una sequenza poi ritmata da

    quelle secondarie che coinvolgono una seconda chiesa parrocchiale e a met della

    strada regia quasi di fronte alla scalea la chiesa madre alta sulla piazza principale.

    Sono poi trionfali soltanto le strade con un particolare ed evidente significato: la Y

    della strada Regia la chiesa sulla piazza lungo la medesima strada, laddove la breve e

    inconcludente strada di fronte alla chiesa madre non sembra il frutto di una deliberata

    volont di inserirla in una prospettiva di insieme.

    Il progettista di unaltra citt, Cortale, sembra invece quasi ossessionato dal principioche tutte le strade debbano avere un fondale, costituito quando possibile da una chiesa e

    altrimenti da un edifico di incerta destinazione ma comunque reso intrinsecamente

    prezioso dal suo sito: o, in ogni caso, da una fontana.

    Questa singolare e diffusa propensione non impedisce che Cortale sia sostenuta da due

    robuste sequenze: la prima, forse la pi classica, tesa dalla piazza principale, quadrata

    e destinata al mercato grande, a una piazza esagonale simile a quella di Grammichele,

    mentre la seconda attraversa questa stessa piazza ed conclusa a monte da una

    passeggiata/giardino pubblico ispirata nientemeno che a Versailles, mentre a valle si

    dirama presto in una Y il cui ramo laterale ha un termine vistoso in una piazza

    semicircolare che somiglia ad alcuni dei progetti presentati al concorso per place Louis

    XV a Parigi nel 1755 e pubblicati da Pierre Patte.

    I giardini di Versailles e alcune delle piazze progettate per place Louis XV a Parigi

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    Quanto alle case dei contadini che a Borgia, nello spirito progressista dei tempi,

    saranno corredate di un proprio giardinetto a Cortale il progettista le rinvia a un

    lontano futuro, sostenendo che il piano consente benissimo di alloggiare, per ora, i

    duemila abitanti del villaggio distrutto: legittima tuttavia la congettura che gli isolati

    con le grandi corti quadrate, con la loro giacitura simmetrica, siano destinati ai nobili e

    quelli compatti ai civili e ai contadini.

    Borgia e Cortale

    Se diventata secondaria la composizione geometrica dellinsieme, allora in primo

    piano la sequenza dei temi e il gioco delle citazioni: Bagnara una citt sul mare con

    la strada principale preceduta e continuata da due passeggiate - parallela al fronte del

    porto, un quai pedonale e monumentale che richiama quelli di Bordeaux e di Senigallia

    seppure poi qui non ci siano traffici portuali internazionali ma soltanto barche di

    cabotaggio (ma con la dogana) da tirare in secco in sequenza con una piazza

    simmetrica che richiama la place royale di Bordeaux: seppure qui non apertasullacqua, per ricordarci che il Mediterraneo non lAtlantico, e che qui i corsari sono

    ancora allordine del giorno, una piazza conclusa a monte da una Y monumentale,

    tematizzata al centro da una grande chiesa, forse eco del borgo teresiano a Trieste.

    Laplace royale di Bordeaux

    Sequenza contrappuntata da unaltra parallela sempre verso il monte e da una

    trasversale, con due chiese alla periferia dellabitato. Ma a questa sorta di citt religiosa

    si oppone la nuova citt, dalla parte opposta, dove mancano del tutto le chiese e fa bella

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    mostra di s un quartiere giardino, con corpi di fabbrica aperti sul verde e con uno

    square centrale di matrice inglese, alla maniera di quelli di Londra e di Edimburgo.

    Bagnara

    Il gioco delle citazioni svagate prosegue poi dovunque, anchein un paesino irrilevantecome SantEufemia di Sinopoli dove Ferraresi impone la cerchia delle superflue case

    per i contadini il progettista non rinuncia a una passeggiata degna di una grande citt e

    recupera, per la piazza, il disegno ad angoli chiusi che non compare nelle altre citt e

    che viene qui dalla Sicilia, da Noto e da Palma di Montechiaro.

    SantEufemia di Sinopoli

    Sar in questo clima, e forse anche nelle discussioni seguite ai progetti calabresi del

    1783, che sei anni dopo Vincenzo Ruffo mostrer nel suo Saggio sullabbellimento dicui capace al citt di Napoli come i medesimi criteri possano venire applicati anche in

    una grande citt, creando sequenze di piazze centrali e di quartiere, di strade trionfali,

    di passeggiate, di boulevard, di viali alberati.

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    Il progetto di Vincenzo Ruffo per NapoliChe poi questo progetto come molti di quelli concernenti le citt calabre sia stato

    disatteso, nellordine precario delle cose: il viaggiatore che ci ha seguito fin qui nella

    rievocazione di questa straordinaria esperienza trover vive tracce di queste piante solo

    a Bagnara, a Palmi, a Mileto e a parte il caso di Reggio a Filadelfia.

    FILADELFIA

    Per affrontare il problema di come assicurare una propria riconoscibilit a tutti

    quartieri, sulla cui parziale autonomia di contrade riconosciute era fondata

    nellEuropa dei primi secoli dopo il Mille la gestione militare e fiscale delle citt, econtemporaneamente mantenere intatta limmagine unitaria dellurbs nel suo insieme,

    lo schema teorico pi consueto fu quello di disegnare una piazza centrale circondata da

    una costellazione di piazze minori, a loro volta al centro dei singoli quartieri: uno

    schema realizzabile entro uno schema complessivo sia quadrato sia con stellare.

    La citt di Eiximenis (1389), la Sforzinda (1464, Palmanova (1585) e Grammichele(1693).

    Ma alla met del Seicento, quando occorreva ricostruire Londra dopo il grande

    incendio del 1666, Newcourt present un progetto concettualmente simile a quello di

    Palmanova: quattro strade a croce sulle quali sono affacciati grandi isolati destinati

    alllite (a Palmanova erano tre) e quattro quartieri ciascuno intorno a una sua piazza (a

    Palmanova erano sei) gli isolati minori aggregati con il modello degli square disposti

    intorno a un giardino comune, cos diffusi nella Londra secentesca - entro uno schemarettangolare anzich quadrato o circolare: schema ripreso qualche anno dopo da Penn

    per fondare Philadelphia, nelle colonie americane dellInghilterra

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    Filadelfia Calabra

    Nulla di pi diverso da Noto, quasi centanni prima, dove ogni piazza dominata da un

    convento e sulla piazza principale, davanti al palazzo civico, campeggia la chiesa

    madre, e da tutte le altre citt fondate in Calabria dopo il terremoto, dove ogni piazza

    presidiata aboliti per legge conventi e monasteri da una chiesa parrocchiale.

    Daltra parte il programma di tematizzare i quartieri con la rispettiva chiesa ma anche di

    affidare ad altre chiese forse quelle degli ordini mendicanti il compito di rendere

    trionfali le altre strade era comparso anche nello stesso piano di Palmanova.

    Noto e Palmanova

    La disposizione reale delle strade tematizzate tradir in parte la simmetria del disegnooriginario: la strada principale verr come di consueto disposta tra la piazza principale e

    la porta pi cospicua - sottolineata al suo termine da unerma commemorativa e oggi,

    verso la met, dal palazzo municipale - mentre le case dei Gentiluomini verranno

    costruite sul lato della piazza principale di fronte al palazzo baronale, connotando il

    corrispondente tratto minore della croce soprattutto con il risvolto del palazzo pi

    rappresentativo come strada monumentale, mentre il tratto opposto della strada

    maestra poi tematizzato al suo termine da un secondo giardino pubblico.

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    La piazza principale

    Le chiese ai quattro angoli della piazza

    Strada principale e palazzo municipale, giardino pubblico al termine della stradamaestra

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    Il palazzo dangolo della strada monumentale

    Le chiese del Carmine, di San Francesco, di Santa Barbara e di San Teodoro

    Pianta tematizzata

    A questo ritratto la cui prima versione stata pubblicata nel volume Piccole citt, borghi e villaggi edito dal

    Touring Club Italiano nel 2008 ha collaborato Ludovico Milesi.