aa.vv. - il canzoniere eddico

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IL CANZONIERE EDDICO A CURA DI PIERGIUSBPPE SCARDIGLI Garzanti

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ILCANZONIEREEDDICO

A CURA DI PIERGIUSBPPE SCARDIGLI

Garzanti

Prima edizione: novembre 1962

Traduzione dal norreno di Piergiuseppe Scardigli c di Marcello MeliTitolo originale deU*opcra:«Codex Regius N. 236), 4°»

© Garantì Editore s.pjLf 1962 Printed in Italy

INTRODUZIONE

Il canzoniere eddico« Kdda est duplex: antiquiorsivc genuina illa rhythmica; altera recentiorsive vulgatior», scriveva nel 1665 il danese Peter Han­sen Resen, il primo editore di due carmi dell 'Edda antica, la 4 Profezia della Veggente > e la « Canzone dell’Eccelso *. Ma già nel 1646 Stephen Hansen Stephanius, storiografo reale dane­se , si era accorto che « liber est rarissimus et multa con linei anti­qua, vetusta, sepulta».Anonima, approdata sulla pergamena dopo un periodo im­precisabile di tradizione orale, la raccolta consta di brevi com­posizioni, tra le quali alcune narrano eventi divini, altre eventi umani, anche questi tuttavia permeati di soprannaturale. Su fatti umani e divini si innesta la componente didattica, che sta evidentemente molto a cuore alla coscienza popolare.Gli agganci storici sono molti, ma difficili da districare per l'opera di progressivo smantellamento che la fantasia dei can­tori ha esercitato sulla realtà. Del resto è ormai assodato che con la morte della terza generazione, quella dei nipoti per inten­derci, di coloro che vissero o furono testimoni di una determ i­nata vicenda, cioè a un secolo circa di distanza dall'awenim en- to, la fedeltà nella narrazione orale subisce un tracollo; non è più sentita infatti l ’esigenza di attendibilità richiesta dai contemporanei.Per i carmi del canzoniere eddico, di secoli ne sono passati pa­recchi a partire dal fatale 375 dopo Cristo, che segna la morte di Ermanarico e apre convenzionalmente l'età delle grandi mi­grazioni: purtroppo non abbiamo in manoelementi sufficienti per dire se sei, set te, otto, oppure nove secoli. Le nostre suppo­sizioni, per i carmi che si prestano a una valutazione cronologi­ca, oscillano tra i sei e i nove.Poesia eterogenea dunque, ribelle sia all ’esegesi che alla tradu-

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zione, zeppa di incrostazioni e di squilibri, e per di più affida­ta, nellasuaquasi totalità, a un solo testimone, il CodexRegius N. 2365,4*, del XIIIsecolo.Poesia sempre rinata per l'attività dei cantori chc improvvisava­no davanti a un uditorio ben informato sugli eventuali antefat­ti e sull'eventuale seguito, rinnovando questo o quell 'episodio delle vicende mitologiche ed epiche, fino a quando venne mandata a memoria e ripetuta meccanicamente. Quello che troviamo nelle pagine del Regius è il congelamento ultimo di una tradizione in movimento da secoli e che aveva accompa­gnato decine di generazioni di uomini nelle loro migrazioni, fi­no a quella dalla Norvegia all’Islanda. Così avviene per ogni epos, qualunque sia la forma letteraria che assume.Per fare un esempio più vicino ai nostri tempi, l’omicidio poli­tico di Sarajevo, in cui persero lavita l’arciduca Francesco Ferdi­nando d’Asburgo e la moglie Sofia Chotek (28 giugno 1914), è entrato nella tradizione epica serba e ancora nel I960, in epoca ormai di quasi totale scomparsa di questo genere popolare, è stato possibile registrare su nastro, dalla viva voce di un cantore (guslar) locale, un frammento poetico su questo tema. Provia­mo ora a immaginare come sarà questo stesso canto fra otto se­coli e ci faremo un’idea della trasformazione subita dalla can­zone eddicache prende il nome da Hamdhir, uno degli uccisori di Ermanarico.I carmi del canzoniere eddico sono prodotti finiti e raffinati, frutto dell’elaborazione, in un determinato momento, di un singolo cantore-artista e non di unacollettività, e perdi più pri­vi di un elemento essenziale, quello declamatorio, propriodel- la recitazione orale, contraddistinto da variazioni di tono e di ritmo, da gesti c dall’eventuale accompagnamento di unostru- mento musicale.Le popolazioni italiche non hanno una tradizione epica e sin dall’epoca imperiale romana se ne era awenita la mancanza: da tale vuoto è nata l'Eneide, l’epopea d’autore. Prova questa che all'origine di una nazione non si uova necessariamente \xn'Iliade oun Cantare dei Nibelunghi. Secondo una concezio­ne ormai acquisita, la disgregazione della società di tipo pa­triarcale e tribale, con i suoi solidi ordinamenti familian e reli­

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giosi, c il graduale passaggio alla società classista, favoriscono il fiorire della «poesia eroica», per la coincidenza di grandi im­prese guerresche con raffermarsi di una classe superiore {nobi- Us) potente e intraprendente. Così fu per i Goti e per i Franchi, per i Danesi e i Longobardi e per altre genti germaniche. Vedremo ora in che misura nell 'Edda, con i luridi «Insulti di Loki » contro dèi e dee e le torbide vicende di Sigurdh r (Sigfri­do) e dei Nibelunghi, la «poesia eroica» persegua l'esaltazione dello spirito religioso e dell’eroismo trionfante.

L'Edda poetica o antica o di Szmundr è la raccolta di poesie conservata da un celeberrimo manoscritto, il Codex Regius (si­gla: R), che fu a lungo nella Biblioteca Reale di Copenaghen, segnatura «N. 2365, 4*». Attualmente si trova a Reykjavik, dove è tornato il 22 aprile 1971, insieme con un altro impor­tante codice islandese, dopo una lunga e complessa vicenda giudiziaria che si è conclusa con l’impegno da pane danese di restituire tutti quei manoscritti che possono essere considerati patrimonio culturale inalienabile dcU'Islanda.1 Il contenuto di questo manoscritto viene ora presentato in una nuova traduzione per il suo duplice interesse: come esempio di poesia medievale in una lingua diversa dal latino; come esempio di tradizione « letteraria» di gend germaniche ancora apprezzabilmente pagana e sostanzialmente radicata nell’età eroica delle grandi migrazioni (375-568).I carmi che sono entrati a far pane del Codex Regius non sono che una scelta rappresentativa operata non tanto con gusto ar­tistico quanto con sensibilità di antiquario da uno sconosciuto nella seconda metà del secolo xm. Qualcuno ha pensato di af­fidare alla pergamena tutta una serie di testimonianze poeti­che ancora vive nella tradizione orale d’Islanda. L’ignoto rac­1 Vedi Hans Bekker-Nielsen. Icelandic Manuscripts in Denmark and their Re­turn to Iceland, in «Libri». 23 ( 1973̂ . pp. 169-180, spec. p. 178. Cfr. anche «The Arnamagnaean Institute and Dictionary, Bulletin», 10(1975-7)), Cope­naghen 197), p. 12: «The Codex Regius of the Elder Edda (Gl. kg]. sml. 2363, 4‘) and Fbteyarbók (Gl. kgl. sml. 10051-11 fol.) have been transferred to Ice­land from the Royal Library, Copenhagen».

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coglitore seguì molto probabilmente l’esempio di Snorri Stur­luson ( 1179-1241), che aveva messo mano, poco dopo il 1220, all'altra grande raccolta poetica ed esegetica dedicata alla poe­sia scaldica, l’altio grande filone « letterario» di estremo Inte­resse e originalità dell'Islanda medievale. Si tratta delYEdda in prosa o, appunto, di Snorri, non a caso designata con io stes­so nome, ritenuta a ragione ispiratrice di raccolte consimili, fatte con l'intento di tramandare ai posteri qualcosa del ricco repertorio orale islandese, in via di estinzione.Lo dimostra fra l’altro la tecnica di montaggio valida per le due Edda,2 che è largamente simile. Ci si avvale spesso di un « tes­suto connettivo» in prosa in cui vengono inseriti i brani poeti­ci , in funzione dei quali è stato steso il discorso di collegamen­to. Solo che, nel caso ètXL'Edda di Snorri, la prosa occupa perlo più uno spazio ragguardevole, la parte di esposizione e com­pendio è prevalente. NcWEdda poetica la prosa è invece usata con parsimonia; i primi tre carmi, ad esempio, non ne contengono.3La raccolta del Codex Regius si propone chiaramente di essere organica. Si può innanzi tutto dividere in due grosse (ancorché disuguali) sezioni;a) dieci carmi mitologici;b) diciannove carmi eroici.All’interno di queste sezioni si individuano ulteriormente quattro nuclei tematici, parti di cicli preesistenti alla raccolta

2 II significalo della parola edda è oscuro. Forse è un'allusione scmischenosa all’antichità del contenuto delle due Edda. È un fatto che, in norreno (norve­gese e islandese medievali), edda significa «ava». Il nome Edda è stato usato prima per la raccolta di Snoni, come dimostra un'annocazione del Codex Up- sale mis. Fu il vescovo islandese Brynjólfur Sveinsson (1605-1675) ad applicarlo alla raccolta contenuta nel R. di cui era venuto in possesso nel 1643.3 Anche da questo punto di vista la Hlòdbiktidba (Orme di Hlodhr o Batta­glia dei Goti e degli Unni), tradotta in appendice, è interessante, perché costi­tuisce un anello di passaggio dal tipo rappresentato àrìXEdda poetica, con po­ca prosa di collegamento, al tipo Edda prosastica, più decisamente discorsiva. Non si pud del resto tralasciare di menzionare qui le molte saghe, specie quelle ispirate da scaldi, che sono anch'esse prosa con più o meno frequenti inserti poetici (wùur o strofe).X

quale noi la conosciamo. Il primo nucleo avrebbe già con* tenuto le canzoni VòlospS (Profezia della Veggente), VafthrùdhnismSl (Canzone di Vafthmdhnir) e Gnmnismól (Canzone di Grimnir): si tratta di carmi che hanno tutti come personaggio-chiave Odino. Il secondo include il pezzo più lungo dell’intera antologia, dal quale occhieggia ripetuta- mente ancora Odino, cioè YHavamal(Canzone dell’Eccelso), evidentemente nata dalla fusione di più pezzi singoli, forse sei. Il terzo nucleo è la cosiddetta sezione di Helgi (leggere Height), al cui nucleo di base, costituito dalla Helgakvidha Hjòrvardhzsonar(Cumc di Helgi figlio di Hjdrvardhr) e dalla Helgakvidha Hundingsbana ònnor (Secondo carme di Helgi uccisore di Hundingr), sarebbe stata preposta la Helgakvidha Hundingsbana infyrri(Primo carme di Helgi uccisore di Hun­dingr). L’altro raggruppamento ben individuabile è la sezione di Sigurdhr (Sigfrido), di gran lunga la più ampia, se si consi­dera che proprio in mezzo a essasi trova una lacuna di 16 pagi­ne, equivalente a un fascicolo. La lacuna significa la perdita di un migliaio di versi, di cui conosciamo approssimativamente il contenuto attraverso la Volsun^a Saga (Saga dei Volsunghi: CodexRegius N. 1824b; 4*, sigla: V), racconto in prosa di contenuto affine a quello eddico.La metà circa del CodexRegius è stata dunque messa insieme secondo criteri non ricostruibili o forse inesistenti. Non possia­mo chiedere conto a nessuno del suo operato e nemmeno sa­pere dove l’ignoto «collezionista» abitasse in Islanda.Il lettore più attento e smaliziato noterà differenze stilistiche fra i vari carmi. A tali differenze corrispondono per lo più di­versi livelli cronologici, in relazione anche con la tematica trat­tata. Elenchiamo ora i titoli dei carmi con l’indicazione del se­colo cui si riferisce l’ultima stesura, quella che ci è pervenuta. Sono esclusi quei pezzi di prosa che riassumono carmi, cioè Fra daudha Sinfìòtla (La morte di Sinfjotli), tra Helgakvidha Hundingsbana ònnor e GripisspS (Profezia di Gripir); e Drap Ni/lunga (Massacro dei Nibelunghi), tra Helreidh Brynhildar (Viaggio di Brunilde verso gli Inferi) e Gudhriinarkvidha ònnor (Secondo carme di Gudhrun).

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CARMI MITOLOGICI41. Vólospà (Profezia della Veggente), X see.2. Havamél (Canzone dell’Eccelso), nelle parti più antiche dell'inizio del X see.3. Vafthrùdhnismól (Canzone di Vafthrudhnir), prima

metà del x see.4. Grìmnismàl (Canzone di Grimnir), X see.5. SkimismSl(Canzone di Skirnir), attorno al 900.6. Harbardhzljódh (Carme magico di Harbardhr), X see.7. Hymiskvidha (Carme di Hymir), seconda metà dell'XI see.8. Lokasenna (Insulti di Loki), fine del x see.9. Thrymskvidba (Carme di Thrymr), prima metà dell'XI

see.10. Alvusmól (Canzone del Nano Onnisciente), XI see.

CARMI EROICI1. Vólundarkvidha (Carme di Volundhr), IX see.2. Helgakvidha Hundingsbana in $ m ( Primo carme di Hcl­gi uccisore di Hundingr), metà dell’XI see.

4 I carmi sono di solito indicati con Vfllospi: Vsp.Hivam&J: Hàw.Vafthródhnismil: Vm.Grfmnismil: Grm.SkTmismU: Skm.Hirbardiuljódh: Urbi.Hymiskvidha: Hym.Lokasenna: Ls.Thrymskvidha: Thrk.Alvfssmil: A/r.Vòlundarkvidha: Vkt.Helgakvidha Hundingsbana in fyni: HH. IHelgakvidha Hjòrvardhzsonar: HHp. Helgakvidha Hundingsbana ònnor: HH. II Grfpisspi: Grp.

delle sigle:Rctinsmil: Rm.FSfnismil: Fm.Sigrdiffom&l: Sd.Brot af Sigurdhafkvidho: Br. Gudhrùnarkvidha in fyrsta: Gdhr. Sigurdharkvidha in skamma: Sg. Helteidh Brynhildar: HJr. Gudhrùnarkvidha ònnor: Gdhr. II Gudhrtinarkvidha in (hridhja: Gdbr. IliOddftinargr&tr: Od.Adakvidha in grcenlenzka: Akr. Adam&l in groenleniko: Am. Gudhrànarhvdt: Gbv.Hamdhismil: Hm.

xn

3. Helgakvidha Hjórvardhzsonar (Carme di Helgi figlio di Hjfirvardhr), attorno al 900.4. Helgakvidha Hundingsbana ónnor (Secondo carme di Helgi uccisore di Hundingr), metà del IX see.5. Grìpisspa (Profezia di Gripir), seconda metà del xn see.6. Reginsmél (Canzone di Reginn), metà del x see.7. Fdfnismal(Canzone di Fafnir), x see.8. Sigrdrifomól (Canzone di Sigrdrifa), attorno al 900.9. Brot a f Sigurdharkvidho (Frammento di canne di Si­gurdhr), inizio del IX see.

10. Gudhrùnarkvidha infyrsta (Primo carme di Gudhrun), prima metà dell'xi see.11. Sigurdharkvidha in skamma (Carme breve di Sigurdhr), fine dell’xi sec.12. Helreidh Brynhildar (Viaggio di Brunilde verso gli Infe­ri), XI see.13- Gudhrùnarkvidha ònnor (Secondo carme di Gudhrun), metà del x see.14. Gudhrùnarkvidha in thridhja (Terzo carme di Gudh­run), prima metà del x see.15. Oddrùnargratr (Lamento di Oddrun), prima metà dell’xi see.16. Atlakvidha in groenlenzka (Carme groenlandese di Atti-

la), IX see. o prima.17. A tlanti in groenlenzko (Canzone groenlandese di Atti- la), attorno al 1100.18. GudhrunarhvSt (Incitamento di Gudhrun), prima metà dell’xi see.19. Hamdhismal (Canzone di Hamdhir), al più tardi inizio del IX see.I riferimenti cronologici sono solo approssimativi. Vengonodeliberatamente lasdate da parte le ipotesi sulle redazioniprecedenti. Che redazioni precedenti ci siano state è ovvio: ilciclo di Sigurdhr, per esempio, è riconducibile a fatti storici

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avvenuti fra il V e il Vi secolo. Quanto narrato nella Canzone di Hamdhir (Hm.) risale esattamente al 375, come risulta dal racconto dello storico dei Goti, Iordanes (Getica XXIV, 129sg)-Già gli studiosi del XIX secolo, partendo dal presupposto che la raccolta del CodexRegius era una scelta o meglio un’antolo­gia, si sono messi alla ricerca di poesia affine, da ricuperare nel­la ricca e varia tradizione islandese. Si è così giunti a mettere insieme un buon numero di pezzi ulteriori, molti dei quali pubblicati separatamente da Andreas Heusler e da Wilhelm Ranisch in un volume del 1925 dal titolo Eddica Minora. Si tratta per lo più di composizioni tarde, che non risalgono a pri­ma dell’xi secolo, eccezion fatta per il Hlódhskvidha (La bat­taglia dei Goti e degli Unni o Carme di Hlodhr), composizio­ne databile attorno al 900, che a sua volta riecheggia avveni­menti storici del IV secolo.Salvo questo carme, qui tradotto per la prima volta in italiano, tutti gli altri sono stati esclusi dalla presente pubblicazione, ivi compresi i quattro carmi mitologici Baldrs draumar (Sogni di Baldr), Rtgsthula (Catalogo di Rig), Hyndloljódh (Carme ma­gico di Hyndla o Piccola Volospa), Grottasdngr (Canto di Grotti), che ricorrono nelle edizioni moderne benché non fac­ciano pane del R.La nostra rigorosa aderenza al contenuto del CodexRegius, co­me documento fondamentale e unico nel suo genere, non ha bisogno di giustificazioni. Una selezione del materiale eddico al di fuori del R sarebbe comunque opinabile.

Cosa cercare nel < Canzoniere eddico »Sarebbe erroneo far conto che «poesia eddica» equivalga a «poesia germanica», che essa sia cioè un’espressione diretta c incontaminata della già complessa realtà germanica dell'Alto Medioevo. Ciò per due validi motivi: primo, perché i testi ed- dici presentano un riferimento cronologico e un'ambientazio­ne tali da indurre a scartare l’idea di far coincidere la cultura

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degli Islandesi, in senso lato dei Norvegesi, quali colonizzatori dell’Islanda nel IX-X secolo, con quella dei Germani al tempo delle grandi migrazioni (375*568); secondo, perché, ad un esame attento, la tradizione eddica non si presenta c intatta», cioè vicina in tutto e per tutto al momento culturale d'origine dei temi poetici che ci conserva. Essa appare anzi condizionata in più modi dalla cultura cristiana e, più generalmen te, tardo- antica, oltre che dal naturale evolversi del gusto «letterario». Pur con circospezione e spirito critico dobbiamo tuttavia cerca­re di avvicinare questo patrimonio eccezionale, grazie al quale è possibile fare un po' di luce su un ambito culturale che fu co­mune alle genti germaniche, che altrove è ridotto a poca cosa o è scomparso senza lasciar traccia. L'Edda è infatti, per larga parte, eco poetica delle grandi migrazioni del iv-vi secolo, che hanno trasformato l'Occidente, spostandone durevolmente il baricentro dall’area mediterranea all’area medio-europea.Chi si accosta per la prima volta al Canzoniere eddico deve cer­care, come dicevamo, tutto quanto leghi YEdda al resto dei mondo germanico, cosa relativamente facile per i carmi eroici, un po' meno per i carmi mitologici — fino a giungere a Wa­gner — e riproporsi il problema del contraltare « anticlassico», di cosa sia in realtà il «primitivo», il «barbarico», affrontando il Medioevo meno conosciuto e compreso.Compito critico delicato è poi quello di cimentare la propria sensibilità nel distinguere i diversi livelli cronologici — le oscillazioni vanno dal IX al XII secolo — cui appartengono i «pezzi» del R. Consigliamo di partire da un confronto siste­matico fra il Carme groenlandese di Attila (Akv. ) e la Canzone groenlandese di Attila (Am. ) e di applicarsi poi, con lo stesso intento, al gruppo di carmi di Sigurdhr e di Gudhrun e, infi­ne, a tutto il resto.Com’c noto, l’Alto Medioevo non conosce letterature nazio­nali: il chc da un lato allarga enormemente le possibilità di ac­costamenti e rinvii, tanto da rendere problematica u n’indagi- nc esauriente sugli eventuali riscontri, paralleli ecc. di un de­terminato motivo « letterario»; dall'altro rende difficile isolare

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Cappono locale e, per così dire, dell'ultimo momento, alla «materia prima» importata e passata per chissà quante boc­che. Per il Canzoniere eddico dobbiamo fra l'altro postulare un tramite norvegese, dato che gli Islandesi sono generalmen­te coloni norvegesi espatriati a partire dall’874 della nostra era, di cui in verità siamo in grado di dire ben poco. Prendiamo il caso della Profezia della Veggente (Vsp.) strofa3, con i suoi versi cosmogonicijótdh fannz leva né upphiminn*

Essi trovano riscontro non solo in altri tre carmi eddici (Vm. strofa 20; Thrk. strofi 2; Od. strofa 17), ma anche nella Pre­ghiera di Wessobrunn, degli inizi del IX secolo ( Wessobrunn è in Baviera, ma la composizione pare sia di origine anglosasso­ne):

dac ero ni uuas noh ufhimil,cui vanno aggiunti Heliand(verso 2886) e, in area anglosasso­ne, Andreas (verso 799) e Christ (verso 968).La nota più peculiare è data dalla serie: norreno upphiminn, tedesco ufhimil, sassone uphimil, anglosassone upheofon, forme troppo caratteristiche per poter essere considerate indi- pendenti. Ora, mentre il contesto della Profezia della Veg­gente (Vsp.), della Canzone di Vaftrudhnir(Vm.), del Carme di Thrymr (Tòri. ) e del Lamento di Oddrun (Od. ) è senz’altro definibile come «pagano», quello della Preghiera di Wesso­brunn è palesemente cristiano o per lo meno cristianizzato. Questo vale ancor più per Heliand, Andreas e Christ. Per que­sti ultimi il riferimento al Genesiè d’obbligo. Del resto India­ni (nei Veda) e Babilonesi descrivono in modo analogo la creazione.

5 «terra non li distingueva né cielo in alio».6 Un'eco di tutto questo affiora persino in un'iscrizione runica svedese (SÀarpJAer, Sò. 154): «Jardh skal rifna ok upphiminn» (la terra si squar­cerà e Tallo cielo).XVI

Lo studioso vieo posto dinanzi al dilemma: i Germani avevano un loro mito della creazione, che a un certo punto è stato assi­milato a quello cristiano? Oppure hanno dato una loro veste linguistica c quindi interpretativa a qualcosa che giungeva dall’esterno, ignoto alla loro civiltà?Facilmente una serie di affermazioni come la Canzone dell’Eccelso (Hav. ) 81 :ac kveldi skal dagleyfa, kono, cr brend cr, maeki, cr reyndr cr, mey, cr gefin cr, is. cr yfìr kemr, ttl, cr drukkit cr7

uova un riscontro tipologico nella poesia gnomica ben nota anche nel mondo classico e diffusa nel Medioevo soprattutto grazie alla raccolta detta Dieta o Disticha Catonis. * 11 ragiona­mento, e quindi il consiglio che sta alla base del discorso, è: «Aspetta, prima di dare un giudizio positivo su qualcuno o qualcosa, di averne conclusa l’esperienza.» Su una base uni­versalmente valida poggiano note di colore locale. Difficil­mente infatti un Romano sarebbe ricorso a esempi come il camminare sul ghiaccio o il bere la birra. In questo modo la poesia eddica viene ad essere al tempo stesso fatto contingen­te, manifestazione culturale germanica e messaggio universa­le, da cui trapelano tratti romano-cristiani.A parte la larga convergenza tra le vicende narrate nel Cantare dei Nibelunghi e alcune di quelle narrate nel ciclo eddico di Sigurdhr, non mancano qua e là richiami a grande distanza — distanza cronologica oltre che geografica — a tradizioni comu­ni fra le diverse stirpi germaniche. Di solito tali richiami sono univoci: vale a dire, a un ceno discorso eddico fa riscontro un solo confronto extraeddico (prescindendo evidentemente da

7 «la sera il giorno si deve lodare, una moglie quando è cremata.una spada quando è provata, una ragazza quando è andata in sposa,il ghiaccio quando sci dall'altra pane, la birra quando c bevuta».8 Vedine il testo ncH'cdizione Loeb, Minor Latin Poets. con introduzione c traduzione in inglese di J. Wight Duff e Arnold M. Duff. Cambridge (Mass.) - Londra 1961 (I ediz. 1934). pp. 585-639.

XVII

altri monumenti « letterari » islandesi, come YEdda di Snorri e le saghe). Molto raramente i punti di appoggio su cui imposta* re la ricostruzione di un connotato germanico sono plurimi. Inoltre ci si è resi sempre più conto del fatto che, a un vaglio at­tento, molti collegamenti esterni perdono di consistenza, co­me nel caso delle presunte coincidenze fra la Germania di Ta­cito (I see. d.C.) e le risultanze eddiche.Prendiamo ad esempio il caso della prosa che introduce la Canzone di Grimnir (Grm. ), nella quale si parla di un contra­sto di opinioni fra Odino e la sua consone Frigg, circa i loro pu­pilli Agnarr e Gcirrodhr. Ebbene, in apertura della Historia Langobardorum (Storia dei Longobardi) di Paolo Diacono (vm see.), si accenna alla medesima situazione di divisione dei favori fra le due divinità.Odino protegge i Vandali, Frea (Frigg) i Longobardi. Come nella Canzone di Grimnir, così anche nel racconto di Paolo è Frea-Frigg che ha la meglio: il suo protetto riesce «vincitore» rispeno al protetto di Odino. Un dato pressoché identico nei due contesti è costituito dalla menzione di un luogo da cui, nella prosa che precede la canzone eddica, si osserva tutto il mondo, mentre, nella Storia di Paolo, si guarda verso oriente (testualmente «la regione [del cielo] dalla quale, attraverso una finestra. Odino era solito guardare verso oriente »). È giu­sto segnalare le analogie fra le due situazioni; altrettanto giu­sto sonolineare le differenze e rilevare la tenuità dell’aggan­cio.Più solido è il legame fra il Carme di Tbrymr(Tbrk. ), dove alla strofa 17 si leggemik muno aesir afgan Italia*

e Paolo Diacono (Vi, 24), dove l'epiteto è usato ripetuta- mente in senso spregiativo. La spiegazione latina — ceno eu­femistica — del termine è messa da Paolo stesso in bocca allo sculdascio Argait: «... me esse inertem et inutilem dixeris et

9 «gli asi finiranno per chiamarmi invertito».xvra

vulgari verbo arga vocaverìs». Si tratta evidentemente di un’offesa lesiva della dignità maschile in tutta l’area germani­ca, come risulta anche dalla Hildebnndslied(Canzone d'Ilde- brando), verso 58, che ben si confà alla mentalità guerresca del periodo delle grandi migrazioni.Non ha senso leggere i carmi eddici per cercarvi le storie dei Germani, cioè i miti, le uccisioni, le crudeltà (che ci si affret­terà a etichettale come « barbariche >). Né ci si può accontenta­re di trovarvi ampi materiali per la comprensione dell'opera wagneriana. Certamente VEdda fu una delle fond di ispira­zione per Wagner; ma il compositore-poeta rielaboiò tutto nel crogiolo della sua personalità e sensibilità moderna. Cosi si è fortemente allontanato dai suoi modelli per almeno tre aspetti: 1) nell’attribuire ai Germani la convinzione che da un’azione colpevole debba derivare una serie di sventure; 2) nel collocare l’amore al centro dell’esistenza, bene supremo e al tempo stesso suprema fonte di sofferenza; 3) stilisticamen­te, nell’aver calcato la mano nell'uso dell’allitterazione, ren­dendola qualcosa di martellante, quasi ossessivo. Versi come

KOhn ist des Kindo Kraft,schaif schncidct scin Schwcrt10non s'incontrano né nell 'Edda né nelle altre testimonianze di poesia germanica. Gli anonimi creatori di versi allitteranti ger­manici non li avrebbero graditi.Tenendo presente che la nostra formazione culturale e la no­stra collocazione ambientale ci predispongono assai di più ad apprezzare la lettura di poeti appartenenti al mondo mediter­raneo greco e latino che alla fruizione della poesia « boreale », con le conseguenze che questo comporta, non sarà tuttavia un’operazione infeconda mettere a confronto situazioni di­verse in ambiti diversi. Il racconto della tragedia dei Troiani, l'inganno che li ha condotti alla rovina ha certo qualche somi­

10 R . W a g n e r . Ring des Nibelungen, Siegfried’ a t t o l i .

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glianza con la tragedia dei Burgundi (Nibelunghi). Si sa poi che i poemi omerici narrano solo una piccola parte delle leg­gende storiche—chiamiamole così—degli Elleni. Allo stesso modo il ciclo di Sigurdhr rappresenta nel mondo germanico uno dei temi della tradizione poetica, non l'unico.Ci sono punti di contatto fra i due mondi che suscitano parti­colare curiosità. Quando ci imbattiamo per esempio in un Vo­lundr (Wieland nell’area tedesca), abilissimo fabbro e orafo, di stirpe divina, ci viene in mente da un lato Efesto (Vulcano nell’area latina) che fabbrica oggetti stupendi. Volundr è, co­me Efesto, zoppo; più precisamente è stato azzoppato e quin­di non può servirsi delle gambe per fuggire. Dall’altro lato ci viene in mente Dedalo, in quanto Volundr si libera dalla pri­gionia in cui lo tiene re Nidhrudhr alzandosi in volo per mezzo di ali artificiali. Siamo di fronte a coincidenze, ad avanzi di miti indoeuropei o ad influssi diretti della mitologia classica?

Verso una valutazione del corpus eddicoTutti d’accordo che, se il konungsbók (libro del re), come gli Islandesi chiamano il Codex Regius, fosse andato perduto in­sieme con i suoi apografi, il danno sia per la cultura in sé che per l’arte sarebbe stato grave. Anche la nostra informazione sulle antichità nordiche ne sarebbe risultata impoverita in mo­do incolmabile.Questo non significa d’altra pane che oggi siamo in grado di affrontare sempre con disinvoltura e cognizione di causa la complessa materia eddica. Fiumi d’inchiostro sono stati versa­ti nell’intento di chiarire problemi singoli e d’insieme. Anco­ra per molto tempo la critica si cimenterà nell’esegesi, nella va­lutazione, nell’interpretazione. Del resto la posizione dell’uomo contemporanco dinanzi ai monumenti del passato più o meno remoto è insanabilmente polarizzata: oscilla tra un avvicinamento epidermico, impaziente, frettoloso, «turì­stico», da un lato; e un tentativo di pochi, dall’altro, di attua­re una penetrazione minuta, capillare, filologica; via obbliga­ta, questa, per ottenere risultati seri; eppure spesso inadegua-

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u per rendere giustizia ai testi nella loro immediatezza., inade­guata per far rivivere quel ceno clima, quel rappono canto­re/ascoltatore che furono essenziali per la nascita e la fonuna di questo tipo di poesia.Né è la poesia eddica così esplicitamente narrativa come per esempio quella omerica. Vi aleggia il mistero, la riveiazione. Vi predomina l’allusione (di cui la kenning è un aspetto signi­ficativo, v. più avanti). La si direbbe, sul piano dello stile, più poesia evocativa che descrittiva. È, al tempo stesso, un corpus eterogeneo, stratificato: un invito perenne per lo studioso a in­tervenire, «sanare», distinguere, spiegare; perfino spostare versi e intere strofe, finiti, chissà come e perché, fuori posto.Che cosa può trarre da questa esperienza un lettore italiano di oggi? Innanzitutto informazione direna, una quantità non indifferente anche se non semplice di sapere su personaggi e situazioni esemplari, sia che appanengano al mondo mitolo­gico sia a quello eroico. I carmi si soffermano spesso sul com­portamento, la saggezza, la conoscenza dell’universo, il che evidenzia il carattere (informativo della poesia eddica. Ac­canto alle nozioni generali, le situazioni panicolari: temi ri- conenti: la rivalità, l’inganno, la vendetta, la sofferenza, l’eroismo, l’ineluttabilità del destino. In genere, nonostante il realismo di fondo, tutto ciò che viene narrato nei carmi eddi- ci è avvolto da una luce fiabesca in cui predomina l’elemento soprannaturale. È chiara d’altronde l’intenzione di stupire e coinvolgere l’ascoltatore con racconti lontani dalla realtà quo­tidiana. Il messaggio oscilla di continuo fra valori positivi (re­gole, situazioni-modello) e valori negativi (comportamenti niori della norma, esempi da non seguire) che l’ascoltatore è tacitamente sollecitato ad approvare o a disapprovare.In secondo luogo, a dispeno dei gravi danni derivanti dalla traduzione, il lettore dovià cercare di cogliere un'adeguata messe di valori espressivi. Non è questione tanto di poesia « as­soluta», che non conosce tempo né frontiere, quanto di mae­stria tecnica «relativa», di maniera di «porgere». Il personag­gio principale è qui ovviamente la formula, la pietra su cui è

XXI

costruito il resto dell’edifido. La parola « formula» assume per altro un contenuto più ampio di quello corrente: non si tratta solo del ripetersi di una cena serie ritmata di parole con un sen­so e un fine determinato, comeThigengo regin òli iròkstóh ginnheilog godh ok un that gcctuz11

oppuresegdhu mér that, Alviss — òli of còk fifa voromk, dvergr, at vitir —12

che ricorre tredid volte nella Canzone del Nano Onnisciente (A/v.).Si tratta anche di una formula per poetare, doè di consumato mestiere nel condurre il discorso facendo fronte a ogni esigen­za del contenuto. Proprio la gii menzionata Canzone delNa- no Onnisciente (Alv. ) offre un esempio imponante dell'alter- naisi di formule fìsse e formule che variano. Infatti la risposta del nano varia di volta in volta, ma dentro un’intelaiatura:I...... ] heitir medh mònnom ■ cn (....... I medh godhom,kalla (vanir)(.......)fòtnar 4IÌar[....... )(kalla] (drergar) [.......] [ecc. ccc.)IJ

Data quella cena stnmura, in essa si può variare con relativa li­berti, a pano di rispettare le regole del ritmo e deU'allinera- zione (vedi più avanti). Le conseguenze di questo impianto sulla formula sono essenzialmente due: 1 ) andamento del tipo

11 «Vennero allora gli dèi tutti a giudiziodiviniti santissime e su questo deliberarono» (Vsp.t 6.9.23.23).12 «dimmi questo Alviss — ogni storia degli esserimi consta che tu, nano, conosci — ».13 «(...... ) si chiama fra gli uomini (....... ) fra gli dèila chiamano I...... ) (i vani)[.......) i giganti gli elfi [....... )(la chiamano) [i nani| (.......]».

x x n

ballata popolare, più evidente quando si hanno domanda e risposta:hcfirchfi Hlórridha hamar un fólginn? ek hcfi Hlórrìdha hamar un fólginn14

2) presenza di elementi di frasi o di frasi di facile impiego, utili alle esigenze della versificazione. Se prendiamo per esempio il termine dróttin «signore», ne constatiamo la presenza, con una sola eccezione, sempre nella seconda pane del vetso lungo (secondo semiverso, v. più avanti), preceduto da un genitivo che porta l'allitterazione principale. Per esempio:(.......JThfymr, thucta detain1*

sei volte nel Carme di Thrymr (Thrk. ),(.......|N(dhudhr Njlradróttinn14

tre volte nel Carme di Volundhr(Vkp. ). Così l’indicazione, in particolare del nome paterno, è certo, in origine, un’ informa* zione, ma anche una comoda maniera di chiudere un verso, tanto più che nella tradizione onomastica germanica i nomi dei figli, guarda caso, allitterano di frequente con quello del padre. Abbiamo quindi «Gudhrùn Gjùka dóttir» (spesso}, «Brynhildr Budhla dóttir» (spesso), vale a dire «Gudhrun fi­glia di Gjuki» e «Brunilde figlia dii Budhli».Sull'originalità del Cantoniere eddico, sia per forma sia per contenuto, non si discute. Non ha analoghi, se non nella stessa lacunosa tradizione germanica: ad esempio nella Canzone d'Itdebrando, pervenutaci incompiuta, in un manoscritto di Fulda (Assia), oppure in The fight at finnsburh (La battaglia di Finnsburh), frammento epico anglosassone. Da opere lati-

14 «sei stato tu a nascondere il martello di Hlorridhi?si. io ho nascosto il martello di Hlorridhi» (Thrk., 7-8).15 « |.......... ) Thrymr, signore dei giganti».16 j Nidhudhr signore dei Njari».xxm

nc come la già ricordata Historia Langobardorum di Paolo Diacono o le Res gestae Saxonicae di Vitichindo (x see.) risulta evidente per ragioni stilistiche e di contenuto che alcuni pezzi sono il racconto in prosa di carmi con caratteristiche simili a quelle dei carmi del ciclo eddico. È molto verosimile che i Celti a occidente e gli Sciti a oriente, con cui i Germani ebbero con­tatto fino da età remote, avessero una tradizione poetica simile alla loro. Pur mantenendo le debite distanze, la tradizione omerica — tanto epica che innica—presenta, come già accen­nato, numerose affinità con quelle eddiche. Cercando ancora non dovrebbe essere difficile rintracciare presso altre genti ma­nifestazioni poetiche discretamente affini. Non per questo verrebbero sminuite le peculiarità specifiche del canzoniere che qui presentiamo.Sull’origine, complessa ed eterogenea, dei carmi ben poco di ceno si può dire.Tanto i carmi mitologici che quelli eroici sono da intendere co­me particolari di grandi affreschi, i cui soggetti erano noti per intero ai destinatari di questo genere poetico. È avendo pre­sente un quadro relativamente organico che il raccoglitore cui si deve la scelta del R pare abbia proceduto nell’opera di rac­cordo dei singoli pezzi. Resta nonostante tutto incenezza sul disegno d’insieme cui dovrebbero esser riferiti i carmi mitolo­gici. Essi presentano foni disuguaglianze di tono: dal serio, profetico della Profezia della Veggente (Vsp.) al farsesco del Carme di Thrymr(Thrk. ), con varie sfumature intermedie. Lo stesso vale per i carmi della zona di passaggio dal mitologico all’eroico (Carme di Volundr [ Vkv. ], Canzone del Nano On- nisciente \Alv.), Carmi di Helgi[HH. 1, HHv., HH. II)). La presenza, nella mente dell’anonimo raccoglitore, di un piano di raccolta non è qui verificabile.Tutte le composizioni poetiche àcW'Edda si collocano entro uno spazio immaginario che confina da un lato col mito, dall'altro con la fiaba e da un terzo, per quanto riguarda il ci­clo eroico, con la tradizione storica. Sia pure palesemente alte­rata, talora addirittura svisata, la realtà storica del periodo del­le grandi migrazioni (375-568) affiora in modo netto. I Goti,

XXIV

gli Unni, i Burgundi, Ermanarico, Attila, Tcodcrico hanno un posto nella storia oltre che nella leggenda. Forse notizie tra­smesse di bocca in bocca, provenienti dai luoghi stessi dove i fatti erano avvenuti, coagulavano in canzoni di guerra. Quin­di entravano a far parte del patrimonio tradizionale di più genti, che se ne servivano con estrema libertà, come dimostra­no le innumerevoli variazioni e la presenza di versioni in pro­sa, addirittura di componimenti latini ( Waltharius). La Saga dei Volsunghi, del xm see., versione in prosa norrena del rac­conto nibelungico e fonte primaria per {’Anello delNihelun- go di Wagner, è la prova di come da un lato un certo materiale eroico-leggendario potesse venir trasmesso anche in veste non poetica, dall'altro dell’interesse sempre desto per ceni temi.I carmi mitologici eddici costituiscono, nell’area culturale ger­manica, un prodotto peculiare, limitato al mondo nordico. La loro affinità eoo i carmi eroici è tuttavia manifesta. All’influs­so di questi ultimi si deve senz’altro ricondurre anche la fone umanizzazione dei personaggi divini e, viceversa, la diviniz­zazione di personaggi umani (si pensi a Bragi negli Insulti di Loii[Ls. ], 11 sgg. ), fermo restando il peso dell’evemerismo.17II carme mitologico è in ogni caso anch’esso collegato con le migrazioni e in genere con le leggende sull’orìgine e la prove­nienza di varie genti germaniche. Ne abbiamo testimonianze indirette in racconti come quello di Beda sulla conquista dell’Inghilterra (Hengist e Horsa, fratelli manifestamente equini, fra i cui avi c’è un Woden) o quello di Paolo Diacono sui primi Longobardi (Ibor [verro] e Aio, figli di Gambara, con la leggenda tacconata a p. XVDI di Godan e Frea). Al tem­po delle grandi migrazioni dei Germani fiorì a quanto pare l’uno e l’altro genere, quello dei carmi mitologici e quello dei carmi eroici.D’altra pane ignoriamo troppe cose, per stabilire delle con­nessioni cene e per individuare i momenti salienti nella for-

17 Evemcrismo: è la dottrina del greco Evèmcro (iv-tll see. a.C.) secondo la quale gli dèi non erano che potenti sovrani o eroi del passato, che erano riusci­ti, in virtù della saggezza o del valore, ad attribuirsi natura e adorazione divina.XXV

mozione e nella tradizione dell’uno e dell’altro tipo. Da tutu una serie di indizi appare chiaro che tali tradizioni, pur prove­nendo da un'etnia definita, varcavano agevolmente i confini fra un popolo e l'altro e quindi fra un dialetto e l’altro. È que­sto un segno di cospicua unità culturale e di partecipazione spirituale a vicende sentite come vicine anche se lontane nel tempo e nello spazio.Nel muoversi da un territorio ad un altro queste «storie» subi­vano interferenze, rimescolamenti, innesti dall’una all’altra versione. A proposito della morte di Sigurdhr/Sigfrido si leg­ge nella prosa alla fine del Frammento di carme di Sigurdhr (Br; ): «Qui, in questocarme, è raccontata la morte di Sigurdhr e qui si dà la versione secondo la quale l’avrebbero ucciso all’aperto. Ma alcuni dicono cosi, che lo uccisero nel suo giaci­glio, mentre dormiva. I Tedeschi dicono che l’uccisero all’apeno, nella foresta [...]. Ma tutti sono d’accordo nel dire che ruppero la fede dau, uccidendolo in un momento in cui era sdraiato e disarmato. » Il caso è chiaro: sulle circostanze del­la mone di Sigfrido/Sigurdhr circolavano versioni diverse. Cenamentc questo non era l’unico panicolare in cui il raccon­to della vicenda divergeva.Del resto il rappono fra 1 ’ arte figurativa ispirata a cicli epici no­ti e la tradizione « letteraria » non fa che sottolineare queste va­rianti. Basti pensare alla difficile interpretazione degli inugli del cofanetto di Auzon (inizio dell’Vili see., anglosassone, Bri­tish Museum; ma un pezzo è al Museo dei Bargello di Firen­ze), sia rispetto alla « storia » di Wieland / Volundr sia rispetto a quella di Sigfrido/Sigurdhr.E chiaro che di raccolte simili a quella eddica, se le circostanze fossero state favorevoli, ne avremmo oggi decine, provenienti dall’intera area germanica. Forse una raccolta più sistematica avrebbe poruto a raddoppiare o triplicare l’appono poetico dell’Islanda stessa in tale senore, come già risulta da accenni del raccoglitore a carmi che non vengono riponati o che vengo­no semplicemente riassunti in prosa. Valga per tutti il raccon­to della mone di Sinfjotli, tra il Secondo carme di Helgi, ucci­sore di Hundingr (HH. II) e la Profezia di Gripir (Grp. ).

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Il lettore d’oggi deve immedesiraaisi con impegno — pena il resume tagliato fuori — in questi resti di ambienti ed epoche per lui remoti. Per capire ad esempio la strofa 55 della Profezia della Veggente (Vsp.)Th& komr inn mikli mdgr Sigfòdhur,Vidharr, vega ac valdf ri; laeirhannmcgiHvedhrungs mundum slanda hjOr til hjarta, thè cr hcfm fòdhur.18

occorre arrivare a sapere: 1) chi è il «Padre di vittoria» (Sigfbdhur); 2) chi è Hvedhrungr; 3) chi è il figlio di Hvedh- rungr. Le risposte sono: 1) Odino, la massima divinità, apo­strofato con il maggior numero di epiteti, sovrano degli asi, il più saggio dei saggi ecc.; 2) Loki, fa divinità più misteriosa, imprevedibile e malvagia della mitologia nordica; 3) il lupo Fenrir, uno dei mostruosi figli di Loki, da lui generato con la gigantessa Angrbodha. Che Vidharr sia figlio e vendicatore di Odino risulta dal contesto.Ma non basu, occorre uno sforzo ulteriore, quello di far rivive­re il mito escatologico che è alla base del discorso, aiutandosi con le strofe che precedono. Odino e caduto in combattimen­to contro il lupo Fenrir. Il figlio Vidharr lo vendica, uccidendo a sua volta Fenrir. La veggente sta raccontando della fine del mondo, dopo la quale sorgerà una nuova vita: le divinità so­pravvissute si ricorderanno dei ragnar&k, dei «desdni degli dèi» in un’età nuova e migliore.Qualcuno si chiederà a questo punto se abbia senso offrire una traduzione del Canzoniere eddico senza il relativo commento. A pane il fatto che a cene difficoltà ermeneutiche fa fronte in qualche modo il glossarietto alla fine del volume, non è op- ponunismo affermare che, a una lettura anenu e intelligente, l'Edda, entro ceni limiti, si commenta da sé. I nessi fra un car-

18 «Ecco viene quel grande figlio del Padre di vittoria, Vidharr, e combatte contro la bestia luttuosa; egli fa sì che al figlio di Hvedhrungr la spada alfine stia conficcata in cuore: il padre è così vendicato».xxvn

me c l’altro sono molteplici e un passo oscuro viene talora chia­rito da un altro.

Considerazioni formaliOgni genere di poesia presuppone determinate scelte formali. Cerchiamo ora di inquadrare quelle àcW'Edda.Innanzi tutto la metrica. La caratteristica principale della me­trica eddica è l’uso dell’allitterazione, a fini mnemonico- espressivi:

ibi (rft (rtidhiOn Cjùlu dótiii1’Ma l'allitterazione, cioè il ripetersi meccanico di suoni iniziali di parola uguali, non d ì che un’idea rozza e parziale del fon­damento su cui poggia l’organizzazione dei versi eddici. Il ver­so allitterante nasce verosimilmente da una sempre più rigida stilizzazione della frase in prosa. In base a ciò il verso si svilup­perebbe dalla prosa.Con l’allitterazione si combina l’accento, anche se in ogni ver­so vi sono, sempre, più accenti che suoni allineanti. La strut­tura fatta di due semiversi, il cosiddeno verso lungo, è la più frequente. Il collegamento fra i due semiversi, oltre che dalla sintassi (dato che un verso coincide anche con un’unità logica) è sottolineato dalla prima parola con accento principale del se­condo semiverso, parola cne comincia con la consonante (o col gruppo consonantico [cioè sk, sp, st) o con la vocale [tutte le vocali possono allineare l’una con l’alta indistintamente: una spiegazione convincente di questo fenomeno non è stata ancoa trovata]) che determina quale debba essere l'allinea- zione di quel verso.Il secondo semiverso del Carme groenlandese di Attila (Akv. ),

| ............] Hjalla or Bijosti

19 «piangeva, etto. Gudhrun, figlia di Gjuki» (G M r I. 16).XXVIII

fìssa h come consonante che allittera. Lo precede il semiversoskarotheirhjana. [............]

Il verso lungo è dunque:skaro (heir Ajarta Hjalla or brjosti20

Dal punto di vista ritmico questo verso è riconducibile al tipo trocaico detto «Sievers A», dal nome dello studioso tedesco Eduard Sievers (1850-1932), che ha enucleato, in ordine de­crescente, i cinque tipi ritmici più comuni nella poesia germa­nica, indicandoli con le lettere dell'alfabeto da A ad E. Lo schema è dunque— x x — x — x x — x. ~ - sillaba lunga accentatax - sillaba atona

Il numero delle sillabe non accentate può variare. Fra i due se- miversi cade una cesura piuttosto marcata, che fa di conse­guenza risaltare la «parola-chiave» dell’intero verso. Esso coincide, d’altra parte, come dicevamo, con un periodo di senso (relativamente) compiuto. Il verso lungo è quindi un'unità fondamentale da tutti i punti di vista.Il metro più diffuso dell 'Edda è il fomyrdhislag — così chia­mato anche da Snorri Sturluson nel suo trattato di metrica, lo Mattatoiy cioè «metro delle antiche storie» o metro epico. So­no versi lunghi riuniti in strofe, per lo più di quattro versi lun­ghi (otto semiversi). La strofa (ideale) di quattro versi lunghi è a sua volta da considerare divisa in due metà (norreno bel- mingrm. o helming f., pi. belmingar) equivalenti ciascuna a due versi. Nel manoscritto, i confini degli helmingarsono in­dicati con un semplice punto fermo, mentre il confine di stro­fa è segnato con punto e lettera maiuscola. I carmi più antichi presentano strofe che vanno da un solo helmingr fino a un20 «strapparono il cuore dal petto di Hjalli».

XXIX

complesso di sene versi luoghi. Non è dunque realistico pen* sarc che vi fossero regole rigide (cosa del resto estranea alla me­trica germanica più arcaica). È d'altronde provato che rarissi­mamente (8 casi su 383) vi sono collegamenti sintattici che si estendono oltre i confini del distico (helming). All'associazio­ne di due versi lunghi corrisponde per regola una frase di senso compiuto.11 numero delle sillabe tende a divenire (isso: quattro per ogni semiverso. Ciò è dovuto all'influenza crescente della poesia scaldica, le cui regole metriche sono più rigide; ma anche agli effetti della sincope, che agisce sulle lingue nordiche nel VI-VD secolo e & si che le parole bisillabiche (60 per cento circa) e quelle monosillabiche (40 per cento circa) siano in maggio­ranza.Cosi in un carme tardo, il Lamento di Oddrun (Od.), 1, 1 sgg., si legge:

Heyrdha ed segja ! sògom fomom, hvé m »r um kom (il Momalanz; engi métti fyr jOrdh ofan Heidhreks dóttur hjàlpir vitina.21Non solo ogni semiverso (salvo i primi due) è di quattro silla­be; non solo le parole sono, con l'eccezione di Momalanz (e si potrebbe discutere), tutti monosillabi o bisillabi; ma l'um del terzo semiverso serve solo a ottenere l'equilibrio quaternario, non risponde cioè ad alcuna esigenza di significato.Una variante del fomyrdhislag è il cosiddetto malahattr, il «metro delle canzoni», usato soltanto per la Canzone groen­landese di Attila (Am. ). È caratterizzato dal (atto che ogni se­miverso è più pieno, contiene per lo più sei sillabe. È dubbio che gli ascoltatori islandesi fossero in grado di distinguerlo dal fomyrdhislag, anche se Snorri lo distingue. Un esempio dalla strofa 28:21 «Ho ascoltato il racconto. in antiche storie, come venne una fanciulla in Momaland; nessuno poteva su tutta la terra portare aiuto alla figlia di Heidhrekr».

XXX

Assai diverso è invece il secondo metro eddico in ordine di fre­quenza, il Ijòdhahàttr. In esso si avvicendano un verso lungo e un verso detto pieno. Quest’ultimo è un verso con propria al­litterazione, senza forte cesura, di solito con tre accenti princi­pali. Il composto Ijódhabittr potrebbe venir reso in italiano con «metro strofico», proprio perché per sua natura favorisce la costituzione di strofe di quattro versi, fatte di un verso lungo e di un verso pieno, seguiti da un altro verso lungo e da un al­tro verso pieno. Questo metro è intimamente legato alla poe­sia sentenziosa (gnomica) e forse risente alla lontana del disti­co elegiaco (e epigrammatico) latino. Compare ogni volta che i contenuti sono magico-formularì e gnomico-proverbiali. Un esempio del primo tipo di contenuto è la Canzone di Vafth- rudbnir(Vm.), 52, più volte ripetuto per quanto concerne i due primi versi:Oòldh ck (6t, fjsldh ck frcmadhak, fjòldh ck reynda regin: hvat vcrdhr ódhni ai aldrlagi, chi er rjùfaz regin?21

Un esempio del secondo tipo di contenuto è la Canzone deH'Eccelso (Hav.), 43:vin sinora skal madhr vinr vera.

chcim ok (hess vin; enn óvinar sfas skyli engi madhr vinar vinr vera24

kooor hugdhak daudhai koma f nòti hingac"

22 «vidi [in sogno) donne mone qui nella notte venire».23 «molto ho viaggiato molto ho sperimentatomolto no messo alla prova gli dèi: che ne sari di Odino al tramonto dei tempi quando gli dèi verranno a mancare?».24 «a un amico un uomo dev'essere amicoa lui e a chi gli è amico; ma all'amico del suo nemico nessun uomo dovrà portare amicizia».

XXXI

L'impianto metrico descritto è componente essenziale dello stile eddico.25 Con esso concatenate sono alcune peculiarità degne di nota.Il senso della semistrofa o helming è netto, tanto è veto che spesso anche il giro sintattico di due veni lunghi—o di un ver* so lungo più un verso pieno—è concluso. Non è un vero e pro­prio enjambement, 2 più un « legamento», una concatenazio­ne logico-sintattica fra due versi. Così abbiamo:

fengo their Gunnar ok ( fjOlur tetto vin Burgunda ok bundo fajtla14Evidentemente, anche se ciascun verso ha la sua autonomia re­lativa, il secondo non pud prescindere dal primo. Si ha di con­seguenza l’impressione che ciascun primo verso di una hel­ming sia più importante del secondo.Come nella poesia germanica in genere, di cui può essere un bell’esempio il Beowulf, la variazione è ben presente nc\ì’Ed­da. Essa consiste nel ripetere, con altre parole di significato af­fine, un concetto gii espresso. Tale tecnica è senz’altro da rife­rire all’altra appena menzionata. La variazione va perfetta­mente d’accordo col legamento. Il passo del Carme groenlan­dese di Attila (Akv.) menzionato ne è un esempio:

« lo posero in ceppi» - «lo legarono stretto»Nella formula ricorrente nella Canzone dell’Eccelso (Ha».) a partire dalla strofa 112

— njóta mundo, ef thù nemr thér muno gódh, ef thd gecr—27

2) Il Carm* magico di Harbardhr (Hrbi. ) si sottrae a redole metriche precise. Imotivi ci sfuggooo. Proprio per questo il carme è del più alto interesse per chivoglia studiare il problema dei rapporti fra prosa e poesia in ambitogermanico.26 «presero Gunnar e lo posero in ceppi,l'amico dei Burgundi, e lo legarono streno» (Air., 18).27 «— utile ne trarrai se tu l'accettibene ti’ porterà se tu l'accogli —».

x x x n

abbiamo, accanto alla figura della variazione, anche un esem­pio di insistenza fomiulare (sacrale?).Al tempo stesso il passo appena riportato è un esempio di inci­so, in quanto i due versi pieni sono collocati fra un'introduzio­ne a sua volta formulare (v. sopra p. xxn):rìdhomkthlr, Loddfìfnir, atthùrfdhnentir2*

e un consiglio, come quello dèlia strofa 116:i fjalli edha firdhi cf thik fan tfdhir

fibtu at virdhi rei.”Il procedere del discorso viene dunque trattenuto di frequente da un'esortazione, da una constatazione. Anche l’inciso i un caso, a suo modo, di legamento: il « legamento-slegato» o «le­gamento-zero».Una figura retorica da segnalare, pur se non ha apparente­mente connessioni col metro, è la litote. Essa consiste, com’è noto, nell'attenuare formalmente un'espressione col negare l'idea contraria, ottenendo l'effetto di rinforzarla. Per esem­pio nella Canzone di Fafnir (Fm. ), 40:

era konunglikt kvldha mdrgonella traduzione:

non i da re aver troppa pauravale in pratica: «un re dev’essere molto coraggioso». Oppure nel Secondo carme di Helgi (HH. II), 47

[...1 hvilo l .. - ] angriausamjdk (...)

28 «ti suggerisco, Loddfafnir, accetta il suggerimento».29 «sul monte o nel fiordo se desideri andareprenditi in abbondanza cibo».(Cfr. anche Ah., con analogo inciso ricorrente, vedi p. xxn).

x x x rn

nella traduzione:(...) «un giaciglio!...) privo di ogni disagio» (...)

è da intendere come un «giaciglio molto comodo, accoglien­te*.

La traduzioneIl canzoniere eddico è in lingua islandese o meglio in norreno, lingua parlata nel Medioevo ncU’area scandinava nordocci­dentale, appartenente al ramo settentrionale delle lingue ger­maniche, come il norvegese, il danese e lo svedese.L’Edda, a rigore, è intraducibile. Infatti è impossibile anche solo provarsi a rendere l’allitterazione.Lo stesso ritmo ascendente della nostra lingua, l'opposto di quello discendente del norreno, conduce a tutt’altre cadenze. Se molte caratteristiche e pregi dell’originale sono andati per­duti, almeno un carattere formale è stato mantenuto, la seg­mentazione, vale a dire la separazione-cesura fra i due versi brevi o semi versi. Il che fra l’altro favorisce il confronto — per chi lo voglia fare — con l’originale. Così nella Canzone di Faf­nir (Fm.), 22,4 sg.

fjdr sin lita hygg ck ai Hfnir myni thirt vardh q(a meira meginè stato reso (è Fafnir stesso che parla)

«la via, ahimè, fogge a Fafnir la tua forza ha prevalso».L’Edda è, in vari punti, «corrotta» — per usare un aggettivo caro ai filologi dell'Ottocento. Tali corruttele sono più facili da individuare che da emendare. Chi confronta le due edizio­ni più note, quella di Gustav Neckel del 1914 (ristampata con modesti cambiamenti nel 1927) con quella di Hans Kuhn del

XXXIV

1962 (vedi guida bibliografica), noterà quanto più cauti si sia divenuti nell’integrare, modificare, spostare. D’altra parte, dar conto puntualmente di questi frequenti disagi avrebbe si­gnificato rendere faticosa e < aperta » la lettura, con continui ri­mandi a un apparato critico che la stessa collocazione editoria­le non consentiva di aggiungere.Inoltre avremmo fatto insorgere nel lettore uno stato d'animo lontanissimo da quello dei fruitori originari di questa poesia, di coloro, cioè, per i quali i carmi eddici furono pensati. Le dif­ficoltà sono state quindi appianate di proposito, per lo più ri- conendo alle congetture più convincenti suggerite dagli stu­diosi; qualche rara volta divinando con molta libenà.Siamo stati molto attenti a riprodurre il più possibile aila lette­ra le kenningar(sing, kenning, f.), cioè quelle perifrasi carat­teristiche propriamente della poesia scaldica, ma non infre­quenti in quella eddica, specialmente nei carmi di formazione più recente. Un esempio di kenning è, nel Primo carme di He/gi(HH. I), 53, modakam, pressappoco «ghianda dell'ani­mo», per indicare il «cuore».Ogni volta che è capitata una kenning, l’abbiamo segnalata mediante apici all’inizio e alla fine. Così, sempre nel Primo carme di Helgi, 17, medh baugbrota c reso con «colui che rompe gli anelli», vale a dire «capo», «sovrano». È l’immagi­ne del sovrano generoso che distribuisce spesso doni fra i suoi seguaci. Del pari ancora nel Primo carme di Helgi, 49, rakka hirtiri reso con «cervi dei pennoni», mentre alla strofa 50 brimdyrc reso con « animali della battigia», ambedue kennin- gar per «navi». Le metzlote-kenningar più oscure sono state spiegate in nota.Per quanto riguarda gli apici, essi hanno un duplice valore: se­gnalano a chi legge che si trova in presenza di una caratteristica figura retorica norrena e al tempo stesso delimitano la kenning.La lingua italiana usata è moderatamente letteraria, vuoi nella scelta del vocabolario che nella sintassi.I nomi propri di persona sono stati resi nella forma più sempli­

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ce, cioè eliminando tutti i segni diacritici, come apici (segni di quantità lunga per le vocali), d tagliata (resa con dhi) e così via. Nel complesso i guasti che ne risultano sono meno gravi di quanto si potrebbe pensare, purché si ricordi che anche il nor­reno ha l’accento sulla sillaba radicale.La desinenza del nominativo singolare (per lo più -r) e plurale (per lo più -ar)ì stata conservata. Di fatto, la pratica di togliere la desinenza del nominativo (per es. quando nell’originale c’è Sigurdhrsctivcic « Sigurd »; quando nell ’originale c’è Dvalinn scrivere «Dvalin» ecc.) deriva da criteri (discutibili) di adatta­mento dell’islandese al tedesco. Analogamente dovremmo, in italiano, adattare questi nomi propri mediante l’aggiunta di una -o finale per i maschili (singolari) e di una -a per i fem­minili (singolari), fare cioè di Sigurdhr un «Sigurdo», di Dva- linn un « Dvalino » e di Gudhrun una « Gudruna »; esattamen­te come, per tradizione che ha ormai attecchito, diciamo « Odino » per ódhinn. Ma a questa normalizzazione si ribella, a quanto pare, la sensibilità «letteraria» attuale, ormai molto tollerante nei confronti delle forme straniere, magari storpiate.Fanno eccezione a quanto detto sopra i nomi di stirpi, popoli e nazioni, che, per quanto possibile, sono stati italianizzati: così Y/fingarsi trasforma in «Ufinghi», SvSvakonung diventa «re degli Svevi », Svithjodh si fa « Svezia » e così via. Abbiamo usa­to la minuscola iniziale per le «classi di appartenenza», come «valchiria»,«noma»,«asi»(sing.ose, f. s\ngasinna\),«elfi»e simili.Certe esuberanze del vocabolario eddico, caratteristiche della poesia epica germanica in generale, non trovano rispondenza adeguata nella nostra lingua. Questo vale per esempio per i molteplici termini indicanti il «capo», il «sovrano»; anche per sostantivi più neutrali come «uomo», «donna».Certe parole sono scogli per la traduzione che non sempre si riesce a doppiare. Volta per volta ci si chiede allora se «osare» oppure se convenga lasciare il termine così com’è. Prendiamo il caso di jarl\ secondo la tradizione norrena, da Heimdallr di­scenderebbero i progenitori dei servi, dei contadini liberi e de-

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I[li jarlar, cioè, grosso modo, dei nobili. Lo jarl occupa quindi a posizione più alta nella scala sociale, dopo il re. Rendere/»/ con «conte» (cfìr. ingl. earl) non è una soluzione convincente. Un altro esempio è quello di ormr. Tradotto « serpente » non è, in molti contesti, abbastanza spaventoso e sovrumano; tradot­to «drago» va persa l'immagine di un essere serpentiforme.La punteggiatura: è sempre difficile piegare un testo amico al sistema di punteggiatura di cui facciamo uso oggi. Secondo la pratica del copista del Codex Regius sarebbe giusto mettere virgola dopo ogni verso lungo o verso pieno; punto e virgola alla fine di una helming; punto fermo alla fine di ogni nrofa. Come si vede, siamo ben lontani dai gusti attuali. E tuttavia doveroso richiamare l'attenzione sull’arbitrarietà, spesso vera e propria violenza, che consiste nell'introduzione del punto interrogativo, del punto esclamativo, dei due punti e delle vir­golette per indicare l'inizio e la fine di un discorso ditetto. Lo stesso dicasi per il trattino prima e dopo un inciso (sempre me­glio delle parentesi).Firenze, 1974,1982 p ib r g i u s b p p b s c a r d i g l i

/ contri d'introduzione ai sìngoli carmi e il glossario sono di Marcello Meli. La multatone ? opera comune.

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IL CANZONIERE EDDICO

PROFEZIA DELLA VEGGENTE

L'origine, il divenire, lafine e il /innovellarsi dell'Universo co­stituiscono i temi di questo carme iniziale. Per desiderio deldio Odino, laprofetessanarra la nascita delcosmo e i mitici avveni­menti che legano fra loro figure di d ii ed eventi cosmici. In ra­pidi e suggestivi accenni viene descritta l ’opera cosmogonica degli dii, l'origine degli uomini e la sorte loro, segnata dalle nome. Si accompagnano a questi altri conosciuti motivi mitici: la fine dell'etàaurea, lo scontrofraasievani, la tragica morte di Baldr, ilfigliodi Odino. Équindilavoltadell’estremalottafra gli d ii e la stirpe di Loki, nella quale il nostro mondo viene an­nientato. La profezia si chiude con la descrizione di un 'età dell'oro che nuovamente seguirà, in un ritrovato equilibrio, al­la catastrofe. Eppure resta, nell’ultima strofa, minaccioso il presagio dell'incombente rovinoso destino.Nota. Il passaggio, brusco e alterno, dalla prima alla terza per­sona, rientra nella tradizione epica germanica.1. Silenzio chiedo a tune le divine penti, piccole e grandi, progenie di Heundallr!Tu vuoi die io, o Valfodhr, narri compiutamente le antiche storie delle creature, le cose che prime ricordo.2. Ricordo i giganti, nati in principio, quando, un tempo, mi dettero cibo.Nove mondi ricordo, nove interni sostegni e il gtande frassino che penetra la terra.y Era al principio dei tempi: Ymir vi dimoiava; non c’cia maie né spiaggia né onde gelide; terra non si distingueva né cielo, in alto: un baratro informe c'era ed erba in nessun luogo.

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IL CANZONIERE EDUCO4. Finché i figli di Buir1 trassero su le tene, loro che Tena di Mezzo vasta foggiarono.Dene luce da mezzogiorno iJ sole alle pareti di pietra; allora germogliò la terra di pono verde.y Da mezzogiorno il sole, compagno della luna, stese la mano destra veiso l'orlo del ciclo; il sole non sapeva dov’eralasuacone, le stelle non sapevano dov’era la loro dimora, la luna non sapeva qual era il suo potere.6. Andarono allora gli dèi tutti alle sedie dei giudizio, divinità santissime e su questo deliberarono:alla notte e alle fasi lunari nome imposero; al mattino dettero un nome e al mezzogiorno, al pomeriggio e sera per contare gli anni.7. Si incontrarono gli asi nella piana di Idhi, loro che altari e templi alti innalzarono; focolari accesero, crearono ricchezze, tenaglie foggiarono, ingegnarono utensili.a. Nella cone giocavano a scacchi; erano ricchi: d’oro non si sentiva mancanza; finché tic donne, figlie di titani, possenti oltremisura, giunsero dal regno dei giganti.9. Andarono allora gli dèi alle sedie del giudizio, divinità santissime, e su questo deliberarono: chi la schiera dei nani foggiato avrebbedal sangue di Brimir e dagli ossi di Blainn.10. Là Motsognir s‘era fatto il più grandefra tutti i nani e Durinn era secondo.

I Cioè Odino. Vili e Vci.

6

PROFEZIA DELLA VEGGENTEFecero molte umane figure, i nani, dalla tena; come diceva Durinn.

11. NyieNidhi, NoidhrieSudhrì,Austri e Vestii, Althjofr, Dvalinn,Bivoir, Bavorr, Bombuir, Non,An e Anair, Ai, Mjodhvitnir.12. Veigi e Gandalfr, Vindalfr, Thiainn,Thckkr e Thorinn, Thioi, Viti e Litr,Nai e Nyiadhi; oidunque i nani— Reginn e Radhsvidhr — come si doveva ho[enumerato.i). Fili, Kili, Fundinn, Nali,Hepti, Vili, Hanarr, Sviurr,Fiar, Hombori, Fraegt e Loni,Aurvangr.Jari, Eikinskjaldi.14. È tempo di enumerare, fino a Lofarr, i nani della schiera di Dvalinn, ai figli degli uomini; loro che cercarono, dalle pareti di pietra, le sedi d’umidi campi, fino ajorovellir.i v C’era a quel tempo Draupnir e Dolgthrasir,Har, Haugspori, Filevangr, Gloi,Skiivir, Virvir, Skafidhr, Ai,16. Alfr e Yngvi, Eikinskjaldi,FjalarreFiosti, Finnr e Ginnarr;

finché vivrà il mondo ricoideril di Lofàrr la schiera degli antenati.17. Fin quando tre vennero da quella schiera, asi2 potenti e belli, a casa.

2 Odino. Hoenire Loki.7

Trovarono a riva, spossati Askr ed Embla, privi di destino.is. Non possedevano respiro né avevano coscienza, non odore vitale, non gesti né colorito.Odino dette il respiro, Hocnir la coscienza,Lodhurr il calore vitale e il colorilo.19. So che un frassino s'erge, Yggdrasill lo chiamano, alto tronco lambito da limpide acque;di là vengono rugiade che piovono nelle valli.Sempre s’erge, verde, sopra la sorgente di Urdhr.20. Da quel luogo vengono donne, di molto sagge, tre, da quello spazio che sono l’albero s’estende; ha nome Uidhr Cuna, Verdhandi l’altra— sopra una tavola incisero rune— Skuld quella ch’è(terza;queste decisero il destino, queste scelsero la vita peri viventi nati, le soni degli uomini.21. Lei1 ricorda lo scontro, primo nel mondo, quando con lance urtarono Gullveige nella casa di Harr le dettero fuoco:

tre volte l'aisero, oc volte rinacque, spesso, più volte; ancora ha vita!22. Heidhr le misero nome: dovunque venisse nelle case, indovina di veri auspici, interpretò incantamenti; incantò, dovunque potesse, incantò i sensi, sempre era la delizia di spose malvagie.2). Andarono allora gli dèi alle sedie del giudizio, divinità santissime e su questo deliberarono:

IL CANZONIERE BDDICO

J la veggente.

PROFEZIA DELLA VEGGENTEse un qualche tributo avessero gli asi dovuto pagareo se avessero tutti gli dèi diritto a sacrifìci.

24. Saettava Odino e dava colpi nella mischia: era quello lo scontro primo nel mondo; infranto il riparo di legno della città degli asi, minacciosi poterono i vani porre sul campo il piede.25. Andarono allora gli dèi alle sedie del giudizio, divinità santissime e su questo deliberarono: chi avesse nello spazio immesso il malee alla progenie dei giganti dato la ‘compagna di[Odhr\426. Là Thorr da solo combatteva, gonfio d’ira:non un attimo indugia, quando viene a sapere questi ruppero giuramenti, parole e sacri voti, [fatti;ogni possente patto che fra loro avevano stretto.27. Sa, lei, di Heimdallr il celato fragore9sotto l’albero sacro avvezzo all’aria tersa del cielo; su quello lei vede riversarsi impetuoso uno scrosciare di[acquedal pegno pagato da Valfodhr. E voi, riuscite a seguire?28. Sola, sedeva di fuori, quando là venne l’anziano Yggjungr degli asi e in lei fissò lo sguardo:« Perché mi chiedete? Perché mi mettete alla prova?So tutto, Odino: dove hai nascosto l’occhio, nella magnifica fonte di Mimir».Il nettare Mimir beve ogni mattinodal pegno pagato da Valfodhr. E voi, riuscite a seguire?

4 Freyja.) Il corno di Heimdallr.

29. Per lei Heifodhi* scelse anelli e collane.Da lui ebbe sagge parole e la verga della profezia; vide lontano, lei, e lontano intomo in ogni mondo.30. Vide, lei, le valchirie venute da lontano, pronte a cavalcare verso il popolo dei Goti.Skuld teneva lo scudo, seconda era Skogul;Gunnr, Hildr, GonduI e Geirskogul:ora abbiamo enumerato le divine di Herjann ,7 pronte a cavalcare la terra, le valchirie.31. Vidi per Baldr a un sacrificio di sangue, per il figlio di Odino, affidato il destino.Cresciuto si trovava più alto nella pianura esile e bello un rametto di vischio.32. Venne su da quel legno, esile all’apparenza, un terribile dardo di dolore. Hodhr lo lanciò.Era il fratello di Baldr* nato di buon’ora: vecchio d'una notte prese a combattere, il figlio(d’Odino.33. Non lavò mai le mani né pettinò la tesa finché non trascinò al rogo il rivale di Baldr.Pianse Frigg in Fensaliril lutto della Valhalla. E voi, riuscite a seguire?34. [E Vali poterono legare con ceppi di battaglia, molto vennero stretti i vincoli di budello. )35. Legau lei vide giacere sotto il boschetto nella valle, l’infausta figura simile a Loki;

IL CANZONIERE EDDICO

6 Odino.7 Odino.8 Vali.

10

PROFEZIA DELLA VEGGENTElà siede Sigyn per nulla entusiasta dell’uomo che è suo. E voi, riuscite a seguite?

36. Scroscia un fiume da oriente attraverso la valle del con daghe e con spade, ha nome Slidhr. [veleno,17. Al di là, verso nord, s’ergeva nelle piane di Nidhi la cone d’oro della stirpe di Sindri; ma una seconda se n’erge inOkolnir, sala da banchetto del gigante che ha nome Brimir.38. Una cone lei vide levarsi lontana dal solein Nasuond,9 le pone disposte a settentrione; dentro piovevano gocce di veleno per l’apertura del quella cone è un intreccio di dorsi di serpenti. (teno,39. Vide guadare, in quel luogo, difficili correnti, uomini spergiuri ed assassini ;e chi insidia di un altro la consone;là Nidhhoggr succhiava i corpi dei morti,il lupo straziava gli uomini. E voi, riuscite a seguire?40. La vecchia sedeva ad oriente in Jamvidhr e là dene alla luce la stirpe di Fenrir.

Da nitri quelli uno solo si fa annientato» dell’astro10 in foggia di maligno.41. Si pasce della vita d’uomini prossimi a mone, arrossa le case degli dèi di sangue vermiglio; s’estingue la luce del sole sulle prossime estati,la natura tutta è nemica. E voi, riuscite a seguire?42. Là sedeva sul colle e pizzicava l’arpail custode della gigantessa, l’ilare Eggther.

9 Alla lettera: «riva dei cadaveri».10 II sole.11

IL CANZONIERE EDDICOCantò vicino a lui, nel bosco degli augelli, il gallo d’un bel rosso eFjalarrerailsuonome.

4). Cantò accanto agli asi Gullinkambi: gli uomini desta per Herjafodhr ;11 ma un altro anche canta in basso sottoterra, gallo rosso-fuliggine, alle corti di Hel.44. Forte abbaia Garmr dinanzi a Gnipahellir, spezzerà il proprio vincolo: correrà, poi, il lupo.Molte scienze, lei, conosce: ancora nel futuro scorgo rovina di dèi, possenti divinità di vittoria.45. Si colpiranno i fratelli e l’uno all'altro daranno mone;i cugini sopprimeranno i vincoli di parentela:crudo è il mondo, grande il meretrìcio; tempo di guerra tempo di spada vanno in pezzi gli scudi tempo di bufera tempo di lupo prima che il mondo neppure un uomo risparmierà un altro. [rovini;46. S’agitano i figli di Mimir12 — la fine del mondo attorno a quell’antico Gjallarhom; [s’approssima — alto soffia Heimdallr il corno che sporge,Odino parla con la testa di Mimir.47. Trema d'Yggdrasill il frassino erettoscricchiola il vecchio tronco mentre il gigante13 si slega.Temono tutti sulla via della moneprima che lo inghiotta il ‘parente di Surtr’.1449. Pone abbaia ora Garmr dinanzi a Gnipahellir, spezzerà il proprio vincolo: correrà, poi, il lupo.

11 Odino.12 Le acque?13 Fenrir.14 Kenning per « fuoco ».

12

PROFEZIA DELLA VEGGENTEMolte scienze, lei, conosce: ancora nel futuro scorgo rovina di dèi, possenti diviniti di vittoria.>s

50. Da oriente viene Hrymr, tiene davanti uno scudo; s'awolge il rettile cosmico in titanica collera: batte l’onde il serpente, mentre l’aquila grida.Strazia cadaveri, livida; Naglfar16 salpa.51. Una chiglia s’avanza da oriente: verrà di Muspell il popolo, per le acque e Loki tiene il timone.Si fa avanti la famiglia dei mostri insieme al lupo, tutta e con loro il ‘fratello di Byleiptr'17 s'avanza.48. Cosa incombe sugli asi; cosa sugli elfi?Tutto rintrona il mondo dei giganti, gli asi sono a(convegno;gemono i nani davanti alle pone di pietra, esperti di pareti rocciose. E voi, riuscite a seguire?52. S'avanza Surtr da mezzogiorno col 'crepitare di rami',18 splende sulla spada il sole degli dèi di battaglia; precipitano massi di roccia, maligni cadono spiriti : battono gli uomini la via della mone e il cielo si[schianta.5J. Ecco, viene ancora dolore su Hlin,19ora che Odino si prende a battaglia col lupo; e l'uccisore di Beli,20 luminoso, contro Surtr.Allora rovinerà la 'delizia di Frigg' .21

15 Questa strofa è uguale alla str. 44 e alla str. 58.16 «Naviglio d'unghia»: è la nave dei morti, fatta delle loro unghie.17 Loki.18 Kenning per « fuoco».19 È Frigg.20 È Freyr.21 È Odino.

13

IL CANZONIERE EDDICO$4. Forte abbaia ora Garmr dinanzi a Gnipahellir, spezzerà il proprio vincolo: correrà, poi, il lupo.55. Ecco, viene quel grande figlio del Padre di vittoria, Vidharr e combatte contro la bestia malvagia; egli fa sì die al figlio di Hvedhrungr22 la spada alfine trapassi conficcata il cuore: il padre così è vendicato.y>. Ecco, sopraggiunge il divino figlio di Hlodyn,23 s’avanza il figlio di Odino per contrastare il serpente; con ira, lui, colpisce, protettore della Terra di Mezzo: tutti gli uomini la propria terra sgombreranno; nove passi indietreggia il figlio di Fjorgyn respinto dal serpente che non teme ludibrio.57. S’abbuia il sole, nel mare affonda la terra, scompaiono dal cielo gli astri splendenti.Sibila il vapore con ‘chi vita alimenta' ,M alta gioca la vampa col cielo stesso.58. Forte abbaia ora Garmr dinanzi a Gnipahellir, spezzerà il proprio vincolo: correrà, poi, il lupo. Molte scienze, lei, conosce: ancora nel futuro scorgo rovina di dèi, possenti divinità di vittoria.59. Affiorare lei vede ancora una voltala terra dal mare novellamente verde; cadono le acque, l’aquila le sorvola, lei che dall’alto cattura i pesci.fio. S’adunano gli asi nella piana di Idhi;e del serpe stretto al mondo, possente, ragionano.

22 II lupo, figlio di Loki.23 U protagonista della strofa è Thorr, figlio della Terra.24 Kenning per « fuoco*.14

PROFEZIA DELLA VEGGENTEE si rammentano là di grandi imprese c delle antiche rune di Fimbultyr.25

61. Là, in seguito, meravigliose tavole d'oro si troveranno fra l’erba.Eran quelle che avevano nei tempi antichi.

62. Non seminati produrranno i campi migliorerà ogni nule; Baldr tornerà.Hodhr e Baldr abiteranno la reggia di Hroptr, felici, dèi di battaglia. E voi, riuscite a seguire?63. Ecco, estrarrà Hoenir il ramoscello della sorte e i figli abiteranno dei due fratelli,il ‘mondo del vento’ ,M vasto. E voi, riuscite a seguire?64. Vede ergersi, lei, una corte, del sole anche più bella, coperta d’oro in Gimle;

là valorosi a schiere dimoreranno ed eternamente gioiranno felici.

65. (Poi viene il potente al giudizio degli dèi, forte, di sopra, che tutto divisa. ]66. E viene il drago di tenebra e vola, serpe luccicante, da sotto Nidhafjoll.Nelle sue penne porta — sulla pianura vola — Nidhhoggr, corpi morti. Ora lei s’inabissa.

25 Odino.26 Kenning per «ciclo».

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CANZONE DELL’ECCELSO

Il lunghissimo carme, in realtà somma di più carmi riuniti insieme, i costituito da una serie di massime morali che Odino in persona detta, vuoi come frutto della propria esperienza, vuoi sotto forma, come nella sezione dedicataaLoddfafnir, di consigli. Sono massime riguardanti soprattutto l'uso (e t'abuso) della birra, le donne, gli amici, la vita civile e quella militare. Odino rivela tratti uutenti della sua personalità: dio ramingo chefa esperienza del mondo, dio presago e indovino, dio conoscitore di rune e di incantesimi.

1. Ogni ingresso, prima che si attraversi,dev’essere spiato dev’essere scrutato: ché non si può sapere dove nemici si trovino seduti nella sala.

2. Salute ai prodighi! l’ospite entra:dove siederà?Va con gran fretta chi presso al focolare esibirà le sue capacità.

3. C’è bisogno di fuoco per chi & ingressoe ha le ginocchia gelate; di cibi e di vestiti abbisogna l’uomo che ha percorso la montagna.4. D’acqua v’è bisogno per chi viene a banchetto,di asciugamani e di inviti gentili,

d’animo ben disposto, se possa procurarselo, di parole, di pause di silenzio.19

IL CANZONIERE EDDICO5. Di saggezza c’è bisogno per chi fa lunghi viaggi,

tutto è facile in casa; la gente ammicca prendendosi gioco di chi non è

e siede in compagnia di saggi. [all’altezza

6. Del suo ingegno nessuno sia vanaglorioso;sia, al contrario, misurato nell'animo,

accorto e in silenzio quando venga a una casa: poche volte c'è danno per uomini prudenti,

ché non si può trovare amico più fidato d’un gran buon senso.

7. L’ospite cauto che viene a banchettotace, con l’orecchio intento;

protende le orecchie all’ascolto e gli occhi aguzza; cost ciascun uomo prudente si guarda intomo.

8. Felice chiunque che per se stesso ottienelode e favori;

difficile è la cosa che un uomo deve ottenere nel petto di un altro.

9. Felice chi in sé mantienelode e saggezza, finché abbia vita;

poiché mali consigli spesso l’uomo riceve dal petto di un altro

10. Soma migliore non si sopporta per viad’un gran buon senso;

migliore della ricchezza ti si rivela dove non seilì sta lo scampo di un disperato. [pratico;

11. Soma migliore non si sopporta per viad’un gran buon senso;

viatico peggiore l’uomo non si porta appresso del bere smodato.

2 0

CANZONE DELL'ECCELSO12. Non è così buona quanto buona dicono

per i figli dei mortali la birra; poiché poco domina, l’uomo che troppo beve,

la sua coscienza.

13. ‘Airone dell’oblio’ ha nome quello che indugia làrapisce la lucidità dell’uomo; [dove si beve:

dalle penne di quell’uccello io stesso venni trattenuto nella dimora di Gunnlodh.

14. Ubriaco divenni oltremisura ubriacoaccanto all’astuto Fjalarr; 1

ché ottima è la birra ma se si mantiene la propria coscienza.

i). Silenziosa e assennata di un sovrano di genti sia lae audace in battaglia. (prole

Contento, di buon umore dev’essere ogni uomo finché non gli tocchi a morire.

16. Un uomo pavido si crede che potrà sempre viverese si tiene alla larga dagli scontri;

ma a lui la vecchiaia nessuna pace porta anche se la conceda l’arme.

17. Sta impalato lo stolto quando va da conoscenti;fra sé farfuglia e indugia,

ma subito gli passa, se riceve da bere: ecco, il vero carattere vien fuori.

18. Solamente conosce chi molto viaggiae molto si e spostato

che carattere ognuno abbia:quello tutta posside la saggezza.

I Suttungr?

21

IL CANZONIERE EDUCO19. Non trattenere la brocca bevi l’idromele con misura,

paria lo stretto necessario o stai zitto; di questo nessuno ti fa colpa,

se di buon’ora vai a dormite.

20. L'avido, se non sa moderarsi,mangia cibo e malattia;

è accolto da scrosci di risa quando venga fia gentelo stomaco di uno sprovveduto. [avveduta

21. Lo sanno le greggi quando bisogna rientraree lasciar l’erba;

ma non sa mai l’uomo stolto del suo stomaco la misura.

22. L’uomo dappoco e di cattivo gustoride in ogni occasione

non sa, lui, quello che avrebbe bisogno di sapere: che non è privo di mende.

23. L’uomo che non è saggio sta sveglio tutte le notti,di tutto è preoccupato:

è stanco quando giunge al mattino; ogni pena rimane com’era.

24. L’uomo stolto crede gli siano amicitutti quelli che gli sorridono,

non si avvede affatto se per lui tramino tranelli, quando fra uomini avveduti siede.

2}. L’uomo stolto crede gli siano amici tutti quelli che gli sorridono,

ed ecco che scopre quando si reca all'assemblea che pochi prendono le sue patti.

26. L’uomo stolto crede di saper tuttoquando per conto suo sta in un angolo;

22

CANZONE DELL'ECCELSOnon sa affino che cosa debba dire di rimando

quando qualcuno lo mene alla piova.

27. Unosolto, quando con uomini si novi,questo è meglio, che stia zitto:

nessuno sa che egli non è all'altezza, purché non porli troppo;

ma uno che non sa niente non sa neppure che parla troppo.

28. Accoro si stima chi sa pone domandee insieme rispondere a tono;

niente celare possono i figli dell’uomo di quello che dapita ai mottali.

29. In abbondanza parla, chi mai sta in silenzio,paiole senza senso;

una lingua sfrenata se non è trattenutaspesso conno di sé risuona, in malo modo.

30. Nessuno di un altro si prenderà gioco ammiccandoanche se va fra amici;

c’è chi si stima accorto se non gli fanno domande e di sedere ottiene indistuibato.

31. Si considera navigato chi, ospite, sfuggeagli sberieffi dell’ospite;

non sa precisamente chi al banchetto fa dell’iionia, se chiacchiera con malintenzionati.

32. Molti uomini son fra loro legati da affettoma se sono a banchetto s’azzufiano;

rissa fra gli uomini vi sarà sempre: l’ospite s’accapiglia con l’ospite.

33. Di buon’ora dovrebbe perlopiù l’uomo mangiare,a meno che non sia ospite a sera;

23

IL CANZONIERE EDDICOaltrimenti siede e guarda con avidità, si comporta

e fa poche domande. [come un affamato

M- Sentiero tortuoso conduce a un amico malfido, anche se abita lungo la stessa strada;

ma a un amico fedele menano sentieri diritti anche se è andato a stare più lontano.

35. Bisogna andar via non essere ospitesempre in una dimora;

la persona cara diviene invisa se a lungo siede nella casa di un altro.

36. Una propria casa è meglio anche se è piccola:ciascuno c padrone a casa sua,

seppur possiede due capre e un capanno dal tettoè sempre meglio che elemosinare. [intrecciato:

37. Una propria casa è meglio anche se è piccola:ciascuno è padrone a casa sua;

stilla sangue il cuore di chi a mendicare è costretto cibo per sé ad ogni pasto.

38. Dalle proprie armi non ci si deve in campo apertoallontanare di un passo;

perché non si può sapere quando fuori per strada s’avrà bisogno della lancia.

39. Non ho trovato un uomo così generoso o cosìche non accettasse un regalo; [anfitrione

o delle sue sostanze in tal modo dispensatore da odiare la ricompensa se la riceva.

40. Delle ricchezze che si sono accumulatenon si deve sentire il bisogno;

spesso si risparmia per il male quel ch’era disposto per[il bene:

molte cose van peggio di quel che ci si aspetta.

24

CANZONE DELL'ECCELSO'ti. D’anni c di vestiti si rallegreranno l'un l’aluo gli amici

lo si verifica chiaramente su se stessi; coloro che dànno e ricambiano doni fra sé son gli amici

se le cose prendono il verso giusto. [più stretti,42. A un amico un uomo dev’essere amico

e rendere dono a dono; risa con risa ripaghino gli uomini

ma falsità con menzogna.4). A un amico un uomo dev’essere amico

a lui e a chi gli è amico; ma all’amico del suo nemico nessun uomo dovrà

portare amicizia.44. Ascolta: se hai un amico in cui hai buona fiducia

e vuoi da lui qualcosa di buono; con lui devi accordare il tuo animo e doni

devi andare spesso a trovarlo, [contraccambiale;4v Se tu un altro ne hai di cui poco ti fidi,

e vuoi da lui qualcosa di buono: con eloquenza gli devi parlare e pensare tuttavia con

e rendere menzogna a falsità. [astuzia46. Ancor questo riguarda colui del quale poco ti fidi,

i cui sentimenti ti sono sospetti: ridere devi con lui e non dire ciò che hai in cuore,

quel che tu contraccambi sia pari al ricevuto]47. Son stato giovane un tempo da solo ho viaggiato

mi son perduto per via, a quei tempi; mi parve d’essere ricco quando un altro ho trovato:

l’uomo è la gioia dell’uomo.48. Generosi uomini e intelligenti nel modo migliore

[conducono la vita,raramente fomentano il dolore;

25

IL CANZONIERE EODICOma l’uomo incapace teme qualsiasi cosa;sempre malvolentieri fa doni un tirchio.

49. Delle vesti che mi appartenevano fed dono nei campia due uomini di legno;2 uomini possenti s’immaginarono quand’ebbero i

sprezzato è l’uomo nudo. [pezzi di stoffa:50. S'inaridisce l’albero che s’erge su un brullo colle,

né foglie né scorza lo proteggono così è l’uomo che nessuno ama:

a che scopo dovrebbe vivere a lungo?51. Più incandescente del fuoco divampa fra sedicenti

la benevolenza per cinque giorni. [amiciMa, ecco, si spegne col giungere del sesto giorno

e l'amidzia si guasta.52. Non solo grandi doni si devono donare:

spesso con poco lode si ottiene.Con la metà di un pane e con un mezzo bicchiere

mi son procurato un compagno.53. Piccole rive, piccoli mari,

piccolo è l’animo degli uomini; ché gli uomini tutti non ebbero ugual senno:

in due parti dovunque son divisi.54. Di media saggezza sia ciascuno

mai troppo saggio: vivono meglio quegli uomini

che conoscono molto e bene.

2 Due spaventapasseri.

26

55. Di media saggezza sia ciascunomai troppo saggio:

ché il cuor dell’uomo saggio poche volte è felice, se per intero è sapiente chi lo possiede.

56. Di media saggezza sia ciascunomai troppo saggio:

nessuno cerchi di sapere prima il proprio destino se vuole avere l'animo tranquillo.

57. Fiamma da fiamma divampa, finché tutto è arsofuoco s’accende da fuoco;

l’uomo attraverso l’uomo diviene versato nel parlare ma stolto se rimane taciturno.

58. S’alzi presto al mattino chi vuole avete di un altroi beni o la vita:

il lupo accovacciato difficilmente azzanna une 1‘ uomo che dorme la vittoria. [cosciotto

59. Si alzi presto al mattino chi dispone di poche bracciae le sue opere sorvegli

molto si lascia sfuggire chi dorme al mattino:già per metà è la ricchezza nelle mani del solette.

60. Di assi stagionate e di cortecce di betulla adatte a coprirdi questo l’uomo sappia la giusta misura [tetti;

e anche della legna, quanta sia sufficiente per ogni stagione.

61. Lavato e sazio cavalchi l'uomo verso l’assemblea,pur se non è vestito bene;

di scarpe e di calzoni nessuno abbia vergogna e altrettanto del cavallo anche se non ne ha uno

(buono.

62. Inghiotte e piega la testa quando giunge all’acqual’aquila, in alto mare;

CANZONE DELL'ECCELSO

27

IL CANZONIERE EDDtCOcosì è l’uomo che fra molti s’avanza

e pochi ha che parlino per lui.63. Chiedete e dire ogni persona avveduta deve

che accona voglia essere detta; deve sapere uno solo non un secondo:

tutti sanno, se tre sanno.64. Il suo potere dovrebbe ogni uomo d'accorti consigli

nella giusta misura esercitare.E questo trova chi viene fra gli abili

che nessuno è il più acuto di tutti.65. Da quelle parole che uno ad altri dice

spesso dolore si trae.66. Troppo presto son venuto in molti luoghie troppo tardi in altri ancora.

La birra era stata bevuta oppure non era ancora pronta; chi è sgradito mai indovina l’ora giusta.

67. Più di una volta sarei stato invitatose ai pasti non avessi avuto bisogno di cibo

ose ancora due cosciotti presso l’amico fidato fossero dopo che ne avessi mangiato uno. (rimasti appesi

68. Il fuoco è la cosa migliore fra i figli degli uominie la vista del sole,

la propria salute, se si ha la fortuna di averla, e una vita priva di macchia.

69. Nessuno è del tutto infelice seppur sia in cattiva salute;c’è chi dai figli ha gioia,

chi dai parenti, chi dalle ricche sostanze e chi da buone imprese.

70. Va meglio al vivo che al morto:sempre chi è vivo ha una vacca.

28

CANZONE DELL'ECCELSOHo visto il fuoco ardete per l’uomo ricco;

ma mono giaceva alla porta.7 1. Va a cavallo lo storpio, il monco conduce il gregge,

combatte il sordo e vale a qualcosa.Meglio cieco che esser cremato:

niente di utile viene da un mono.72. Un figlio è meglio anche se nato tardi,

quando il padre non è più: raramente lapidi s’eigono presso la strada

se un congiunto non le innalza a un congiunto.7). Due sono più forti di uno; la lingua è la mone della

sono ogni veste di pelle mi figuro due mani. [testa;74. Si rallegra della none chi ha un buon viatico; corti sono i pennoni della nave

instabili le notti autunnali; il tempo muta in cinque giorni e ancor più in un mese.

7V Non sa chi niente conosce;mold da altri ricevono follia; un uomo è ricco, povero un altro;

questo non significa nulla.76. Muoiono le greggi muoiono i congiunti

e tu stesso, del pari, morirai; ma la fama mai muore

per chi se ne fa una buona.77. Muoiono le greggi muoiono i congiunti

e tu stesso, del pari, morirai; solo ho conosduto mai perituro

il giudizio su chi è mono.

29

IL CANZONIERE EDDICO78. Pieni i recinti ho visto dai figli di Fitjungr,

il bastone del povero ora portano; è la ricchezza come un batter di ciglia,

degli amici il più instabile. ■

79. L'uomo stolto se riesce ad averesostanze o amore di donna

s’empie d'orgoglio non mai di buon senso: fa progressi solo nella superbia.

80. Questo è dunque ceno se ti interessi alle rune,opera degli dèi che divinità foggiarono e il possente poeta dipinse: meglio farà chi tace.

si. A sera il giorno si deve lodare una moglie quando è[stata cremata.una spada quando è stata provata, una fanciulla quando

[è andata in isposa, il ghiaccio quando sei dall’altra parte, la bina quando

[è stata bevuta.

82. In un giorno ventoso si deve spezzare il legno, col tempo[buono remare nel mare;

nel buio parlare con una fanciulla: molti son gli occhi[del giorno.

Deve la nave servire per viaggiare lo scudo per[proteggere;

per colpire una spada una fanciulla per esser baciata.

83. Accanto al fuoco si beva la bina, sul ghiaccio si pattini si compri un cavallo magro ed una spada sporca;in casa s’ingrassi il cavallo ma il cane nel cortile.

84. Alle parole di una fanciulla nessun uomo presti fiduciané a ciò che dice una donna;

30

CANZONE DELL'ECCELSOché su una mota che gira son stati fiatti i loro cuori,

con l’incostanza nel petto.

85. Di un arco che scricchiola della fiamma che divampa del lupo die spalanca le fiaud della cornacchia che

[stridedel maiale che grugnisce dell’albero senza radici del mare che si gonfia del paiolo che bolle

86. del giavellotto che vola dell'onda che ricade del ghiaedo vecchio di una notte delle spire del

(serpentedei discorsi di letto delle donne o di una spada

[spezzatadi un orso che gioca o d’un rampollo di re

87. d’un vitello malato di un servo che dedde da sé delle confidenze d’una veggente d’una uccisione

(appena compiuta

88. di un campo seminato troppo presto meglio diffidare;né contare troppo presto su un figlio;

il tempo regola il campo e la saggezza il figlio; l’uno e l’altra sono incerti.

89. In chi gli ha ucciso il fratello, quando per via[l’incontra,

in una casa per metà consumata dal fuoco, in un[destriero irrefrenabile

— è inutile, poi, un cavallo se si spezza una gamba — nessun uomo sia così ingenuo da riporre una qualche

(fiducia.

90. Così è l’amore delle donne che pensano il falso, come guidare un cavallo non ferrato su una lastra di

[ghiaccio,puledro irniente di due anni e non del tutto domato,o in turbine di vento una nave senza timone

31

IL CANZONIERE EDDICOo, per uno storpio, catturare una renna su un monte

[innevato.91. Oliatamente parlo chc l’uno c l’altra conosco:

mutevole è verso le donne anche il cuore degli[uomini;

diciamo bellissime parole mentre da falsi pensiamo come ingannare anche la più avveduta.

92. Con grazia deve pariate c offrire ricchezzechi vuol avere il favore di una donna; lodare deve la figura deU’awenente fanciulla:

se la prende chi più la lusinga.93. Amore nessuno rimproveri

mai a qualcun altro: spesso incatenano un saggio e uno stolto non

parvenze belle d'amore. [incatenano94. Niente un uomo rimproveri ad un altro

di quel chc capita agli uomini: stolti da saggi che erano son fatti i figli degli uomini,

questo è il potete della passione.9i. Soltanto il pensiero sa chc cosa nel segreto del cuore

[dimora,solo lui è tutt'uno coi sentimenti;

nessuna malattia è peggiore per l’uomo assennato del non essere contento di nulla.

96. Di questo mi son reso conto mentre in un cannetoe aspettavo di soddisfare le mie brame: [sedevo carne e cuore, per me, era queU’awenente fanciulla —

e non riesco, ciò non ostante, ad averla.97. La figlia di Billingr a letto trovai;

come il sole splendeva, e dormiva.32

CANZONE DELL’ECCELSOI privilegi di un principe pensai non avessero valore

se non vivevo con quel bel corpo.

98. «Ancora verso sera dovrai venire, Odino!se vuoi avvicinare la fanciulla:

è scandaloso, a meno che non siano due soli ail segreto di certe intimità. » [conoscere

99. Tornavo sui miei passi e pensavo di goderemosso da certa passione;

questo pensavo: che avrei ottenutol’anima di lei, tutta, e il piacere.

100. Così la volta successiva venni che pronta tuttala schiera vegliava;

con lampade accese e legni impugnati:così mi fu mostrata la via del dispiacere!

101. E sul for del mattino ancora una volta venivo,la servitù sopita nel sonno;

una cagna trovai legata al letto di quella benedetta donna.

102. Molte buone fanciulle, se si vuol sapere come scanno lecon animo volubile si rivolgono all’uomo, [cose.

Di questo mi son reso conto quando quella donnavolevo condurre alla lascivia: (accorta

ad ogni dileggio m’espose l’accorta fanciulla e da quella non ebbi proprio niente.

103. A casa ilare l’uomo solene con l’ospite,spigliato egli sia,

di buona memoria e conversevole; se vuole appariredeve parlare spesso di cose positive. [navigato

Sempliciotto vien detto chi poco sa raccontare: questo è proprio dello sprovveduto.

33

a CANZONIERE HDDICO104. Qucll’annoso gigante son stato a trovare: ora son di

poco ho ottenuto là col mio silenzio; [ ritorno, con molte paiole a mio vantaggio ho parlato

nelle case di Suttungr.

105. Gunnlodh mi dette sul seggio d'oioun sorso di prezioso nettare:

cattiva ricompensa io feci che ne avesse, per le sue buone intenzioni, per il suo premuroso sentire.

106. Col morso del trapano mi feci spazio intornoe perforai le rocce;

sopra e sotto stavano le vie dei giganti : così mi giocai la testa.

107. Ho ben goduto la bella forma carpita coll’inganno:a poche cose il saggio deve rinunciate;

poiché la bevanda Odhrerir ora è ascesa al santuario degli uomini della terra.

toe. Dubito che sarei ritornato dalle dimore dei giganti

se Gunnlodh non m’avesse aiutato, la buona creatura che mi protese il braccio.

109. Il giorno successivo vennero i giganti di brina per chieder consiglio all’Eccelso nella corte

[dell’Eccelso; chiedevano di Bolverkr,3 se con gli dei egli fosse

o se Suttungr l’avesse ammazzato.

i io. Il giuramento dell’anello credo che Odino abbia fatto: ma come si & a credere alle sue promesse?

) Odino.

34

In inganno egli per la bevanda trasse Suttungr e Gunnlodh mosse al pianto.

in. Tempo è che cominci a parlare seduto sul seggiovicino alla sorgente di Urdhr. [dell’oratore

Vedevo e tacevo vedevo e meditavo ascoltavo la voce degli uomini.

Di rune ascoltai dire né venne nascosta la loro[spiegazione;

vicino alla corte dell’Eccelso, nella corte ascoltai dite cosi: [dell'Eccelso

112. Ti suggerisco, Loddfafnir, accetta il suggerimento, utile ne trarrai se tu l’accetti bene ti porterà se tu l’accogli:

non levarti se è notte a meno che tu non sia in[ricognizione

o che tu cerchi un posticino fuori casa.

ni. Ti suggerisco, Loddfafnir, accetta il suggerimento, utile ne trarrai se tu l’accetti bene ri porterà se tu l’accogli:

di una donna maliarda non dormir nell’abbraccio così da esserne prigioniero.

iM. Lei farà si che non curi, tu,né assemblea né discorso di re,

che tu cibo non voglia né di nessuno grata compagnia e che vada a dormire colmo di ogni cura.

uv Ti suggerisco, Loddfafnir, accetta il suggerimento, utile ne trarrai se tu l’accetti bene ri ponerì se tu l’accogli:

la donna di un altro per te non sedurre a un amore segreto.

CANZONE DEU'ECCELSO

35

IL CANZONIERE EDDICO116. Ti suggerisco, Loddfafhir, accetta il suggerimento,

utile ne trarrai se tu l’accetti bene ri porteti se tu l’accogli:

sul monte o nel fiordo se desideri andare prenditi in abbondanza cibo.

117. Ti suggerisco, Loddfàfnir, accetta il suggerimento,utile ne trarrai se tu l’accetti bene ti porterà se tu l’accogli:

all’uomo infido mai devi far sapere le tue sventure;

ché da un infido un animo amico mai ti sarà ricambiato.

118. Mordere io vidi parole di donna malvagiaun uomo nella sua parte vitale;

una perfida lingua gli riuscì mortale e non ceno per giusti motivi.

119. Ti suggerisco, Loddfafhir, accetta il suggerimento,utile ne trarrai se tu l’accetti bene ti porterà se tu l’accogli:

se un amico possiedi in cui hai fiducia vai spesso a trovarlo

poiché si riempie di ortiche e di erbacce la via che nessuno calpesta.

120. Ti suggerisco, Loddfafhir, accetta il suggerimento,utile ne trarrai se tu l’accetti bene ti porterà se tu l’accogli:

cerca di conquistarti un buon compagno per una[piacevole intimità:

accogli magie benefiche finché vivi.

121. 11 suggerisco, Loddfafhir, accetta il suggerimento,utile ne trarrai se tu l’accetti bene ti porterà se tu l ’accogli:

col tuo amico non essere mai

36

CANZONE DELL’ECCELSOil primo a rompere i vincoli di amicizia;

l’angoscia ti rode il cuore se non ti è dato di dire tutto il tuo sentimento a qualcuno.

122. Ti suggerisco, Loddfafnir, accetta il suggerimento,utile ne trarrai se tu l'accetti bene ti porterà se tu l’accogli:

paiole tu non scambienti mai con stupidi buffoni.

123. Ché da un uomo malvagio mai trarraila ricompensa di un bene;

ma un uomo onesto ti potrà garantire costanza nella lode.

124. È vera amicizia se uno dire a un altro vuolequello che pensa;

tutto è migliore che avere a che fare con un indiscreto; non sempre è un amico chi parla da amico.

12). Ti suggerisco, Loddfafnir, accetta il suggerimento, utile ne trarrai se tu l’accetti bene ti porterà se tu l’accogli:

per tre parole non t’accapiglierai con un uomospesso il migliore soggiace [peggiore di te;quando combatte un peggiore.

126. Ti suggerisco, Loddfafnir, accetta il suggerimento, utile ne trarrai se tu l’accetti bene ti porterà se tu l’accogli:

non fare il ciabattino né l'armaiolo, se non per te stesso;

se la scarpa è mal fatta ose l’asta è tona, allora ti augurano il malanno.

■27. Ti suggerisco, Loddfafnir, accetta il suggerimento, utile ne trarrai se tu l’accetti bene ti porterà se tu l’accogli:

37

IL CANZONIERE EDDICOdovunque hai ricevuto danno consideralo danno

e non dar pace ai tuoi nemici.128. Ti suggerisco, Loddfafnir, accetta il suggerimento,

utile ne trarrai se tu l’accetti bene ti porterà se tu l’accogli:

piacere dal male non trarre mai; e preferisci il bene.

129. Ti suggerisco, Loddfafnir, accetta il suggerimento,utile ne trarrai se tu l’accetti bene ti ponerà se tu l’accogli:

non guarderai verso l’alto nel mezzo della mischia— simili a furie si fanno i figli degli uomini —

così non ti suegheranno.130. Ti suggerisco, Loddfafnir, accetta il suggerimento,

utile ne trarrai se tu l’accetti bene ri ponerà se tu l’accogli: se a tuo favore vuoi una buona femmina persuadere a dolce intimità e trame piacere

fai belle promesse e traducile in realtà nessuno soffre a ricevere del bene.

131. Ti suggerisco, Loddfafnir, accena il suggerimento,utile ne trarrai se tu l'accetti bene ti ponerà se tu l’accogli:

ad essere prudente ti esorto ma non uoppo prudente; prudentissimo sii con la birra e con la donna di un

[alno;e, terza cosa, stai anento che i ladri non ti giochino.

132. Ti suggerisco, Loddfafnir, accena il suggerimento,utile ne trarrai se tu l’accetti bene ti ponerà se tu l'accogli:

con scherno e derisione non ricevere mai né ospite né viandante!

38

CANZONE DELL'ECCELSO133. Spesso ben poco sa chi siede in casa

di che razza siano quelli che vengono; nessuno è così buono da non aver pecca

né cattivo tanto da non servire a qualcosa.

i)4. Ti suggerisco, Loddfafhir, accetta il suggerimento, utile ne trarrai se tu l’accetti bene ti porterà se tu l’accogli:

l’oratore dai capelli grigi non deridere mai: quel che i vecchi dicono spesso è buona cosa spesso da un otre raggrinzito parole sensate

che è appeso insieme a pelli [provengonoe ciondola con pezzi di cuoio e dondola con cagli.

i ìy Ti suggerisco, Loddfafhir, accetta il suggerimento, utile ne trarrai se tu l’accetti bene ti porterà se tu l’accogli:

non far cattiva accoglienza a un ospite, non metterlo mostrati ben disposto con i miseri! [alla porta:

136. Forte è la spranga che deve scorrereper aprire a tutti:

regala un anello o ti sarà auguratoun qualche malanno nelle membra.

137. Ti suggerisco, Loddfàfnir, accetta il suggerimento,utile ne trarrai se tu l’accetti bene ti porterà se tu l’accogli:

dovunque tu beva bina invoca la forza della terra! che la terra porta via la birra il fuoco, invece, la

[malattia;la quercia il tenesmo la spiga gli incantesimi; il sambuco le liti familiari — la luna invoca in caso

[d’ira —l’allume le malattie da morsi e le rune la sfortuna:

la terra porta via il flusso maligno.

39

1)8. Lo so che sono stato appeso al tronco scosso dal vento nove intere notti,

da una lancia ferito e sacrificato a Odino,io a me stesso,

su quell’albero che nessuno conosce dove dalle radici s'erga.

139. Con pane non mi hanno saziato né con comi potori:in basso spiando guardavo.

Trassi su le rune gridando le trassi e ricaddi di là.

140. Nove possenti incantesimi presi dall’illustre figliodi Bolthorr,4 padre di Bestia

ed un sorso presi di quel prezioso nettare attinto da Odhrerir.

141. Ecco, presi a germogliare e a diventare saggioe a crescere e a sentirmi in forze;

in mio favore paiola da paiola trassi della paiola in mio favore opera da opera dell’opera trassi.

142. Rune tu troverai e caratteri chiari,caratteri molto grandi caratteri molto saldi che dipinse il possente poeta e fecero gli dèi e incise la Voce degli dèi.s

143. Odino con gli asi eDainnpcrglielfiinnanzi ai nani Dvalinn innanzi ai giganti Asvidhr,io stesso ne incisi più d ’una.

a CANZONIERE SODICO

4 Un gigante.5 Odino.

40

CANZONE DELL'ECCELSO144. Tu, sai come incidere? Tu, sai come interpretare?

Tu, sai come dipingere? Tu, sai come mettere alla prova? Tu, sai come chiedere? Tu, sai come immolare?Tu, sai come inviare? Tu, sai come sacrificare?

14). Meglio non esser pregati che ricever troppi sacrifici: sempre attende il dono d’esser ricambiato.

Meglio ignorato nelle offerte che troppo conosciuto. Così incise Thundt* prima che le genti esistessero: là egli se ne andò donde era venuto.

146. Conosco incantesimi che donna di re non conoscené alcun figlio d’uomo.

Aiuto ha nome il primo e aiuto te ne verrà contro liti e pene e cura qualsivoglia.

147. E ancora conosco, per secondo: di che cosai figli degli[uomini abbiano bisogno

se da mendici vogliano vivere.

148. E so ancora, per terzo: se ho gran bisognodi fermare dei nemici:

tronche io faccio le spade dei mici oppositori: non valgono a loro né armi né randelli.

149. E ancora per quarto so: se uomini impongonovincoli alle mie membra:

così io canto che me ne posso andare: via mi salta la fune dai piedi

e dalle mani il laccio.

150. Questo conosco per quinto: se da un nemico lanciatoun giavellotto penetrare nella mischia: [vedo

non vola quello con impeto così grande che io nonse solo con gli occhi lo segua. [possa arrestarlo

6 Odino.

41

IL CANZONIERE EDDICODi. Questo conosco per sesto: se un uomo mi ferisce

con radici d ’alberi ancor verdi, e quell’uomo mi spinge all'ira:

la mala sorte di lui più che di me (àccia boccone.

»2. Questo per settimo conosco: se vedo avvampare l’alta là dove stanno i compagni di panca, [sala

per quanto forte il fuoco divampi potrà salvarla l’incantesimo che so cantare.

D). Questo ancora conosco per ottavo, che è per tutti qualcosa da accogliere con profitto:

dovunque cresce odio fra i figli del sovrano, questo posso in breve appianare.

i)4. Questo ancora conosco per nono: se mi trovo in grave[difficoltà,

per portare in salvo la mia nave sui flutti, acquieto il vento sul mare mosso

e tutto l’oceano addormo.

1)). Questo conosco per decimo: se vedo‘cavalcatóri delfar giochi nell’aria [recinto' 7

m’adopero in modo che confuse ritornino a casa le loro figure a casa le anime loro.

1)6. Questo ancora, undicesimo, conosco: se in battagliacondune vecchi amici [devo

sotto gli scudi intcsso incantesimi ed ecco che forti se intatti alla mischia (ne vannointatti dalla mischia: dovunque intatti giungono.

7 Scre^be.

42

157. Questo ancora, dodicesimo, conosco: se in alto su unun impiccato oscillale, [albero vedo

ecco incido e in rune dipingo cosi che egli cammini e insieme a me ragioni.

158. Questo ancora, tredicesimo, conosco: se un fanciullospruzzerò con acqua

non cadrà egli anche se venga in schiera militale: non finirà quell’uomo di spada.

159. Questo ancora, quattordicesimo, conosco: se alla penteenumerare gli dèi: [degli uomini devo

degli asi e degli elfi di tutti l'ordine conosco aPochi, non edotti, sanno tanto. [perfezione.

160. Questo ancora, quindicesimo, conosco, quel che cantò[Thjodhròrir,

il nano, davanti alle porte di Dellingr: cantò forza agli asi e capacità agli elfi;

saggezza a Hroptatyr.'

161. Questo ancora, sedicesimo, conosco: se d’una accorta[fanciulla io voglia

tutto il sentimento e la passione avere l’animo confondo di lei che ha candide braccia;

devio ogni suo pensiero.

162. Questo ancora, diciassettesimo, conosco: che non mila giovane donna. [scanserà mai

Di questi incantesimi forse potrai fare, Loddfafnir, per lungo tempo a meno; dò non ostante bene te ne verrà se tu li prendi utile se tu li accogli giovamento se tu li ricevi.

CANZONE DELL'ECCELSO

8 Odino.

43

IL CANZONIERE EDDICO163. Ancora, diciottesimo, conosco: quel che non fatò

né a fanciulla né a sposa [conoscere— tutto è meglio quando uno solo sa:

questa sia la chiusa dei miei detti — se non, unica, a quella che col suo braccio mi cinge

oppure m’è sorella.

164. Or son trascorsi i carmi dell’Eccelso nella corteutili molto ai figli degli uomini, [dell’Eccelso, inutili ai figli dei giganti;

salute a chi li pronunciò! salute a chi li conosce!vantaggio ne traggano quelli che li hanno appresi intatti siano quelli che li ascoltarono!

44

C A N Z O N E DI VAFTHRUDHNIR

È, questo, u» dialogo, una vera e propria lotta verbale, in cui l'un oratore mette alla prova la sapienza dell’altro. La posta in gioco 2 la vita. Idue interlocutori sono il dio Odino e il gigante Vafthrudbnir. Quest'ultimo, come sempre nella letteratura nordica medievale igiganti (e inani), è molto saggio. I temi, le domande dei contendenti riguardano ̂la mitologia e la conoscenza, in genere, dèlie cose sacre. È Odino a spuntarla, anche se l'ultima domanda posta dal dio al gigante, la richiesta di riferire che cosa Odino stesso abbia sussurrato all'orecchio del figlio morente, sa di slealtà.

Disse Odino:1. «Consigliami, ora, Frigg: ho gran voglia di andate

a trovare Vafthrudhnir.Son curioso, confesso, di disputare sul sapere remoto

con l'onnisciente gigante. »

disse frigg:2. « A casa volentieri tratterrei Herjafodhr, 1

nelle dimore divine: nessun gigante penso sia tanto potente

quanto è Vafthrudhnir. »

disse Odino: y « Molto ho viaggiato molto ho sperimentato

molto ho messo alla prova gli dèi: questo voglio sapere: come di Vafthrudhnir

sia la dimora.»

t Odino.47

disse Frigg:4. «Salvo va’ ! Salvo ritorna!

salvo durante il tuo cammino tu sia!Intelletto t’assista ovunque, Aldafodhr,2

rivolgerai la paiola al gigante. >y E partì Odino al cimento della sapienza

con l’onnisciente gigante.Giunse alla cone che Ài del padre di Imr.

Senza indugiare Yggr3 vi fece ingresso.disse Odino:

6. « Salute, Vafthmdhnir! Eccomi giunto alla coitea trovar proprio te.

Voglio prima di tutto sapere se sei saggio, gigante, e onnisciente. »

disse Vaftbrudbnir.7. «Qiiè, fra gli uomini, che nella mia sala

mi rivolge la paiola?Non uscirai dalla nostra cone

se tu non risulti il più saggio. »disse Odino:8. «Gagnradhr è il mio nome son giunto or ora dalla strada

alla tua cone e ho sete; bisogno ho d’ospitalità — ho viaggiato a lungo — e della tua accoglienza, gigante. »disse Vafthmdhnir:

9. «E che, dunque, Gagnradhr, mi parli dall’ingresso?Vieni nella sala, qui sul seggio!

e si metterà alla prova chi più conosca: l’ospite o il vecchio oratore. »

IL CANZONIERE EDDICO

2 Odino.3 Odino.

48

CANZONE DI VAFTHRU DHtsl Rdisse Odino:

io. «L'uomo che non è ricco c va dal ricco, dica lo stretto necessario o taccia.

Credo che nuoccia il parlar troppo a chis’incontri con qualcuno maldisposto. »

disse Vafthrudhnir:11. «Dimmi, Gagnradhr, se vuoi dall’ ingresso

la tua perizia mettere alla prova, come si chiama il destriero che uno per uno trascina

per gli uomini i giorni? »

disse Odino:12. «Skinfàxi ha nome chi trascina il chiaro

giorno per gli uomini.Lo si stima dei destrieri il migliore fra i Reidh-Goti.

Risplende del cavallo sempre la criniera. »

disse Vafthrudhnir::13. «Dimmi, Gagnradhr, se vuoi dall’ingresso

la tua perizia mettete alla prova: come si chiama il cavallo che da oriente trascina

la notte sugli dèi propizi? *

disse Odino:14. «Hrimfaxi ha nome chi una per una trascina

le notti sugli dèi propizi; la schiuma dai denti in gocce fa cadere ogni mattina,

donde la rugiada viene sulle valli. >

disse Vafthrudhnir: iv «Dimmi, Gagnradhr, se vuoi dall'ingresso

la tua perizia mettere alla prova, comesi * ‘ " che tra i figli dei giganti la

disse Odino:16. «Ifing ha nome il fiume che fra i figli dei giganti la terra

divide e fra gli dèi;

49

[terra

libero scorrerà fino alla consumazione dei secoli, non gelerà mai quel fiume. >

disse Vafthmdhnir:17. «Dimmi, Gagnradhr, se vuoi dall’ ingresso

la tua perizia mettere alla prova, come si chiama il campo dove a battaglia s’incontrano

Surtr e gli dèi benevoli? »

disse Odino:18. « Vigridhr si chiama il campo dove a battaglia

Surtr e gli dèi benevoli; [s'incontranocento miglia misura da ogni lato

il campo a loro destinato. »

disse Vafthmdhnir.19. « Sci, ospite, saggio davvero: vieni fino alla panca del

e, seduti, conversiamo insieme! [giganteNoi due la testa ci giocheremo, qui nella corte,

ospite, in gara di saggezza. >

disse Odino:20. « Innanzi tutto di’ questo, se hai intelletto abbastanza

e tu, Vafthrudhnir, sai: la Terra da dove provenne e il Gelo in alto,

saggio gigante, all’ inizio dei tempi?»

disse Vafthmdhnir:21. «Dalla carne di Ymir la Terra fu creata

e i Monti dalle ossa il Gelo dal cranio del gigante gelido di brina

e dal sangue il Mare. »

disse Odino:22. « Per secondo di’ questo, se hai intelletto abbastanza

e tu, Vafthmdhnir, sai: la Luna da dove provenne che sugli uomini va

e il Sole del pari?»

IL CANZONIERE EDDICO

50

disse Vafthrudhnir:23. «Mundilfbcri ha nome il padre della Luna

e così del Sole il padre; in cerchio percorreranno il cielo quei due giorno dopo

perché agli uomini scguino gli anni.» [giorno

disse Odino:24. « Per terzo ancora di’ questo, se ti chiamano accorto

e tu, Vafthrudhnir, sai: il Giorno da dove provenne che sull’umana schiera

nonché la Notte e le Fasi lunari?» [cammina

disse Vafthrudhnir:2$. «Dellingr ha nome il padre del Giorno

e la Notte da Norr fu generata; le Fasi lunari crearono dèi propizi

perché agli uomini segnino gli anni. »

disse Odino:26. «Per quarto ancora di’ questo, se ti chiamano saggio

e tu, Vafthrudhnir, sai: l’Inverno da dove provenne e la calda Estate

all’inizio dei tempi, fra gli dèi saggi? »

disse Vafthrudhnir:27. «Vindsvalr ha nome il padre di Inverno

e Svasudhr quello di Estate. »

disse Odino:28. «Per quinto ancora di' questo, se ti chiamano saggio

e tu, Vafthrudhnir, sai: chi era il più vecchio fra gli asi e della stirpe di Ymir

all'inizio dei tempi?»

disse Vafthrudhnir:29. «In un tempo lontano, prima che fosse creata la terra,

venne Bergelmir allora alla luce.

CANZONE DI VAFTHRUDHNIR

Padre gli fu Thmdhgelmir,Aurgelmir4 nonno. *

disse Odino :30. «Per sesto ancora di’questo, se ti chiamano accorto

e tu, Vafthrudhnir, sai: da dove Aurgelmir venne fra i figli dei giganti,

il saggio gigante, all’inizio dei tempi? »disse Vafthrudhnir.

3 1 . « Dagli Elivagar pioveva veleno,crebbe finché ne venne fuori un gigante.

[Di li le nostre stiipi tutte, del pari, trassero orìgine; sono, per questo, progenie tremenda.]»

disse Odino:32. «Per settimo ancora di’ questo, se ti chiamano accorto

e tu, Vafthrudhnir, sai: come generò figli il possente gigante

che non ebbe amore con femmina di gigante?»disse Vafthrudhnir.

33. < Crebbero sono il braccio, raccontano, del gigante dila figlia e il figlio insieme. [brina

Piede con piede generò quel saggio gigante il figlio dalle sei teste. »

disse Odino:34. «Per ottavo ancora di’questo, se ti chiamano saggio

e tu, Vafthrudhnir, sai: che cosa ricordi avanti a tutto o primo conosci?

onnisciente tu sci, gigante. »disse Vafthrudhnir.

35. «In un tempo lontano, prima che fosse creata la terra,venne Bcrgelmir allora alla luce;

a CANZONIERE EDDICO

4 Ymir.52

CANZONE DI VAFTHRUDHN1Rquesto, primo, rammento: che il saggio gigante

ni posto in una ttamoggia. »

disse Odino:36. « Per nono ancora di* questo, se ri chiamano saggio

e tu, Vafthmdhnir, sai: il Vento da dove proviene sì che spin sul mare

Mai gli uomini riescono a vederlo. » [burrascoso?

disse Vafthmdhnir:37. «Hiaesvelgr ha nome chi sta al limite del cielo,

il gigante, l'aspetto di un’aquila: dalle sue ali dicono venga il Vento

su tutti gli uomini. »

disse Odino:38. «Per decimo ancora di’ questo, se la storia degli dèi

tutta, Vafthmdhnir, sai:Njordhr da dove provenne fra i figli degli asi?Templi ed altari governa numerosi

ma non è stato dagli asi generato. »

disse Vafthmdhnir:39. «Nella dimora dei vani lo foggiarono i Saggi Signori

e ostaggio agli dèi lo consegnarono; al crepuscolo dell’universo tornerà di nuovo

a casa, fra i saggi vani. »

disse Odino:40. « Per undicesimo ancora di’ questo: dove nelle corti gli

si battono giorno dopo giorno? » [uomini

disse Vafthmdhnir:41. «Tutti gli ‘scelti’5 nelle corti di Odino

si battono giorno dopo giorno:

5 I cosiddetti einherìjtr.53

IL CANZONIERE EDDICOdecretano chi deve soccombete e dalla mischia se ne

insieme, poi, siedono in pace.» [vanno a cavallo;disse Odino:

42. « Per dodicesimo ancora di’ questo, come mai la storia(degli dèi

intera, Vafthrudhnir, conosci?Dai misteri dei giganti e degli dèi tutti

tu dici quel ch’è senz'ombra vero, onnisciente gigante. »

disse Vafthrudhnir:43. « Dai misteri dei giganti e degli dèi tutti

posso dire il vero, ché in ogni mondo son giunto;

nei nove mondi giunsi giù, fino a Niflhel ; da Hel là vanno a finire i morti. »

disse Odino:44. « Molto ho viaggiato molto ho sperimentato

molto ho messo alla prova gli dèi: chi degli uomini vivrà quando sarà trascorso quelgrande inverno, fra le genti umane? » [celebre

disse Vafthrudhnir:45. «Life Lifthrasir si nasconderanno

nella selva di Hoddmimir; mattutine rugiade saran per i due nutrimento:

da qui gli uomini torneranno a crescere. »disse Odino:

46. « Molto ho viaggiato molto ho sperimentatomolto ho messo alla prova gli dèi:

da dove verrà un sole nel cielo levigatoquando, questo, Fenrir l’avrà inghiottito?»

disse Vafthrudhnir:47. «Una figlia Alfiodhull dà alla luce

prima che Fenrir il sole inghiottisca;54

CANZONE DI VAFTHRUDHNIRcavalcherà la giovane quando eli dèi morranno

i cammini della madie. »

disse Odino:48. « Molto ho viaggiato molto ho sperimentato

molto ho messo alla prova gli dèi: quali sono le fanciulle che scivolano sul mate,

che vanno, accorte nell’animo? »

disse Vafthrudhnir:49. «Tie stirpi assalgono il campo,

delle fanciulle di Mogthiasii; uniche a proteggere sono quelle nel mondo

anche se nutrite fra i giganti. »

disse Odino:50. « Molto ho viaggiato molto ho sperimentato

molto ho messo alla prova gli dèi: quali asi governano i beni degli dèi,

una volta spenta la fiamma di Suitr? >

disse Vafthrudhnir:51. « Vidharr e Vali abitano i templi degli dèi

una volta spenta la fiamma di Surtr.Modhi e Magni avranno Mjollnir7

quando Vingnir non potrà più combattere. »

disse Odino:52. « Molto ho viaggiato molto ho sperimentato

molto ho messo alla prova gli dèi: che ne saià di Odino al tramonto dei tempi

quando gli dèi venanno a mancare? »

6 «Sole» è femminile in islandese.7 È il nome del martello di Thorr/Vingnir.

55

IL CANZONIERE BDDICOdisse Vafthrudhnir.

53. « Sarà il lupo a inghiottire Aidafodhr;Vidharr lo vendicherà.Le gelide fauci farà egli a pezzi,nella battaglia contro il lupo. »

disse Odino:54. « Molto ho viaggiato molto ho sperimentato

molto ho messo alla prova gli dèi: che cosa disse Odino a chi saliva sul rogo proprio lui, all’orecchio del figlior

disse Vafthrudhnir:55. « Nessun uomo conosce quel che tu al principio dei

hai deno all’orecchio del figlio; [giornicon la bocca di chi è a un passo dalla morte ho parlato

e sulla rovina degù dèi. [parole anticheOra con Odino ho messo la mia scienza alla prova: sempre, fra tutù, sci il più saggio. »

8 Baldr.

56

C A N Z O N E DI GRIM NIR

In questo carme s ‘intrecciano vari motivi: la rivalità fra divinità (Odino e Frigg), l'inganno e l'insegnamento, da parte di Odi­no (che ha assunto, camuffandosi, il nome di Grimnir), della scienza sacra. Odino e Frigg hanno allevato ciascuno un fan­ciullo, Geirrodhr e Agnarr rispettivamente. Ma mentre Geir­rodhr e divenuto re, il fratello Agnarr vive in maniera degra­dante con una gigantessa. Frigg accusaperò Geirrodhr d'avari­zia e spinge Odino a presentarsi, camuffato, nel regno di Geir­rodhr. Intanto la stessa fa sì che Geirrodhr catturi Odino- Grimnir e lo ponga alla tortura fra due fuochi. Ma Agnarr, fi­glio di Geirrodhr, porta da bere all'assetato Grimnir che, per ricambiarlo della sua generosità, gli narra i luoghi e gii eventi mitologici. Infine Odino punisce Geirrodhrconlamorteefasì che ilfiglio Agnarr gli succeda alpotere.

I figli di re HraudhungrRe Hraudhungr aveva due figli: l’uno aveva nome Agnarr e l’altro Geirrodhr. Agnarr aveva dieci anni, Geirrodhr otto. Re­mavano, i due, in una barca, con le lenze per la pesca di piccolo taglio. Fu allora che il vento li condusse in alto mare. Nelle te­nebre della notte l’imbarcazione prese terra; scesero e trovaro­no una piccolamasseria: vi dimorarono per l’inverno. La donna si prese cura di Agnarr, ma di Geirrodhr fu l’uomo a prendersi cura e a dargli consigli. Giunta la primavera, l’uomo procurò loro un battello; e mentre la vecchia guidava i due verso la spiaggia, l’uomo parlò da solo a solo con Geirrodhr. Ebbero vento favorevole al loro viaggio e raggiunsero la dimora del pa­dre loro. Geirrodhr stava a prua: con un balzo fu sulla terrdfer­ma; a questo punto respinse la barca verso il largo dicendo:

59

IL CANZONIERE EDDICO«Va' dove lo spirito maligno ti abbia». S’inoltrò il battello ver­so il mare aperto, mentre Gcirrodhr salì verso le case: vi venne ben accolto. Era morto allora suo padre e Gcirrodhr venne pro­clamato re acquistando molta fama.In Hlidhskjalfr sedevano Odino e Frigg scrutando col loro sguardo ogni mondo. Fu Odino a parlare: «Vedi Agnarr, il fi­glio che hai allevato, che genera creature con una femmina di gigante in quella caverna? Al contrario il mio pupillo Geir- rodhr è re e domina sulla terra. » « È tanto spilorcio», dice Frigg, « che nel dispensare cibi maltratta gli ospiti, se gli pare che ven­gano in troppi.» Odino afferma che questa è la più grande menzogna: scommisero i due dèi su questa affermazione. Frigg inviò la sua damigella, Fulla, da Geirrodhr. La fanciulla invitò il re a fare attenzione che un uomo pratico di magia, giunto nella sua terra, non gli facesse brutti scherzi; e aggiunse che aveva questo segno di riconoscimento: nessun cane, per quanto feroce, gli si sarebbe avventato contro. La calunnia più grande era proprio che Gcirrodhr non fosse ospitale. Il re fece dunque catturare l ’uomo che i cani non vollero aggredire. L’uomo era avvolto in un mantello azzurro e si chiamava Gri- mnir; niente di più disse di sé, sebbene venisse interrogato. Il relo fece torturare, perché parlasse, facendolo metter seduto fra due fuochi c là rimase in tale posizione otto giorni. Re Gcir­rodhr aveva un figlio di dicci anni, che si chiamava come suo fratello, Agnarr. Agnarr andò da Grimnir recandogli un corno colmo da bere; disse che il re faceva male a torturare un inno­cente. Grimnir bevve. Era a quel punto il fuoco avanzato tanto che il mantello di Grimnir si incendiò.

Disse:

1. «Caldo sei, o ‘incalzante’ , e davvero troppo grande,via da me, fuoco!

Il mio panno è attaccato dalla fiamma; sebbene lo tenga mi brucia il mantello. [sollevato,

2. Otto notti son qui fra i fuochi rimasto sedutosenza che nessuno mi desse da mangiare

6 0

CANZONE DI GIUMNIRtranne, unico, Agnarr, che, unico, governerà, lui figlio di Geirrodhr, la terra dei Goti.

ì. Buona sorte a te, Agnarr: ché per te buona sone chiede Veratyr;1

per una sola bevuta non riceverai mai ricompensa migliore.

4. Sacra è la terra che vedo estendersi agli asi vicina e agli elfi;

ancora in Thrudhhcimr Thorr sarà presente finché gli dèi non crollino.

y Ydalir ha nome il luogo dove Ulir ha per sé costruito una cone;

La terra degli elfi a Freyr denero al principio dei tempi gli dèi come dono per il suo primo dente.

6. Un terzo edificio è quello che gli dèi benevolicoprirono d’argento per fame una cone;

Valaskjalfhanome quella che si costruì conane l’ase all’inizio dei giorni.

7. Sokkvabckkr ha nome il quarto luogo, là dove possonoacque mormorare intomo; [gelide

làOdinoeSaga bevono giorno dopo giorno, felici, in coppe d’oro.

8. Gladhsheimr ha nome il quinto, in cui splendida, d’oroValhalla vasta si trova

clàHroptr2 giorno dopo giorno sceglie gli uomini morti combattendo.

9. È certamente facile da riconoscere per chi viene dal’aspetto della cone; [Odino

1 Odino.2 Odino.

61

da aste di lancia il tetto c sorretto e coperto da scudi, sparse corazze sulle panche.

io. È certamente focile da riconoscete per chi viene dal'aspetto della cone; [Odino

pende impiccato il lupo davanti alla porta occidentale e sopra l’aquila incombe.

u. Thrymheimr il sesto luogo ha nome dove dimoravail gigante possente oltremisura; [Thjazi,

ora vi risiede Skaahi, luminosa sposa degli dèi, negli antichi abitacoli del padre.

12. Breidhablik è il settimo là dove Baldr ha per se stesso costruito una cone

in quella terra dove so che si trovano ben poche rune malvagie.

i). Himinbjorg è l'ottavo là dove Heimdallr dicono regni su templi.

Là il guardiano degli dèi beve nella casa accogliente, lelice, il nettare degli dèi.

14. Folkvangr è il nono, là dove Freyja decide la scelta dei posti a tavola;

sceglie la metà, ogni giorno, dei caduti; a Odino spetta l’altra metà.

i). Glitnir è il decimo da auree colonne sorretto poi anche coperto d’argento

là dove Forscti dimora la maggior pane dei giorni e dirime ogni lite.

16. Noatun e l’undicesimo là dove Njordhr ha per se stesso costruito una cone;

degli uomini sovrano l’immacolato regna su santuari imponenti.

IL CANZONIERE EDDICO

62

CANZONE DI GRIMNIR17. Fra cespugli cresce ed erba alta

la tena di Vidharr, e fra boscaglie; là si farà il fanciullo, a doiso di cavallo, abile, per vendicate il padre.

is. Andhrimnir fa in Eldhrimnir3 Saehrimnir4 bollite,

la migliore delle cami; e questo ben pochi sanno: con che cosa si nutrano gli 'scelti*.

19. Geri e Freki sazia colui che è abituato alla battaglia,Herjafodhr mai pago di gloria;

ma col vino soltanto, fiero nelle armi,Odino vive in eterno.

20. Huginn e Muninn ogni giorno volanoin alto sulla fàccia della terra.

Per Huginn temo che non faccia ritomosebbene ancor più sia in pensiero per Muninn.

21. Thund rumoreggia, guizza contento 'il pescedi Thjodhvitnir nell'onda;

il vortice delle acque arduo si mostra al guado per la Valhalla.

22. Valgrind ha nome quello che s'erge su un camposacro, davanti alle sacre porte; ‘ [apeno

antico è quel cancello; e pochi sannoin qual modo funzioni il chiavistello.

J È il paiolo.4 È il veiro.i La luce? Thjodhvitnir è appellativo del lupo Cernir.

24. Cinquecento stanze e, oltre a queste, quaranta aedo vi siano in Bilskirnir nel complesso;

di tutti gli edifìci provvisti di tetto, per quanti ne[conosca,

so che il più grande appartiene a mio figlio.

23. Cinquecento porte e, oltre a queste, quaranta credo possieda la Valhalla;

ottocento ‘scelti' escono insieme da ciascuna porta; ecco, vanno contro il lupo a combattere.

2). Heidhrun si chiama la capra che sta ritta sulla casa die bruca le fronde di Laeradhr; [Hcrjafodhr7

il recipiente riempirà, lei, del nettare splendente: quel bere non può mancare.

26. Eikthymir ha nome il cervo che ritto sta sulla casa die bruca le fronde di Laeradhr; [Heijafodhr

dalle sue coma in Hvergelmir cadono gocce: da qui le acque traggono ogni cammino.

27. Sidh e Vidh Sockin ed EikinSvol e Gunnthro,Fjorm e Fimbulthul Rin e Rennandi Gipul e Gopul Gomul e Geirvimulquesti scorrono accanto al tesoro degli dèi.

Thyn e Vin Tholl e Hoil Gradh e Gunnthorin.

IL CANZONIERE EDDICO

6 La dimora di Thorr.7 Odino.

64

28. Vina ha nome l’uno Vegsvinn il secondoHijodnuraa il terzo;

Nyt e Not Nonn e Hronn Slidh e Hridh Sylgr e Ylgr Vidh e Van Vond e Strond Gjoll e Leiptr, questi scendono presso gli uomini;

poi da II scendono al mondo dei morti.

29. Kormt e Ormt e i Kerlaugar, due,questi Thorr deve guadare

giorno dopo giorno quando per far giustizia si reca al frassino Yggdrasill.

Perché il ponte degli asi tutto in fiamme divampa, ribollono le sacre acque.

30. Gladhr e Gyllir Glaer e SkeidhbrimirSilfrintoppr e Sinir

Gisl e Falhofnir GulltoppreLettfeti: su questi destrieri cavalcano gli asi

giorno dopo giorno quando per far giustizia si recano al frassino Yggdrasill.

31. Tre radici si diramano in tre direzionisotto il frassino Yggdrasill;

sotto l’unaHel ha dimora; i giganti Hrimthuni sottosotto la terza gli esseri umani. [l'altra;

32. Ratatoskr ha nome lo scoiattolo che deve correresu per il frassino Yggdrasill;

le paiole dell’aquila porterà dall’alto e in basso le riferirà a Nidhhoggr.

33. Ci sono poi cervi, quattro che [........ ]col collo teso, rodono:Dainn e Dvalinn Duneyrr e Durathror.

CANZONB DI GRIMNIR

65

14. Serpenti in gran numero giacciono sotto il frassino[Yggdrasill,

più di quanti uno stolto possa immaginare;Goinn e Moinn — sono i figli di Grafvitnir —

Grabakr e Grafvolludhr;Ofnir e Svafnir credo che sempre dovranno

rodcie i rami dcH’albero.

35.11 frassino Yggdrasill tollera pena più grande di quanto gli uomini sappiano;

in alto lo morde il cervo di lato marcisce Nidhhoggr lo intacca da sotto.

16. Hrist e Mist voglio mi porgano il corno potorio;Skcggjold e Skogul

Hildi e Thrudhi Hlokk e Herfjotur,Goll e Geirolul

Randgridh e Radhgridh e Reginleif:son queste a portar la birra agli ‘scelti’ .

37. Arvakr e Alsvidhr da qui con fatica trascinarein alto devono il sole;

ma sono i loto petti celati fissarono gli dèi benevoli, gli asi, freschi ripari di ferro. .

38. Svalin ha nome chi s’erge davanti al sole,scudo, davanti alla divinità splendente;

mari, monti lo so avvamperebbero se da quel posto cadesse.

39. Skoll ha nome quel lupo che tien dietro alla divinitàfino al riparo della selva; [splendente

ma un secondo, Hati, — è il figlio di Hrodhvitnir — precederà la chiara sposa del cielo.*

IL CANZONIERE EDDICO

8 «Sole» è femminile in islandese.

66

CANZONE DI GRIMNIR■io. Dalia carne di Ymir venne foggiata la terra

e il maie dal sangue, monti dalle ossa, alberi dai capelli

e la volta celeste dal cranio.

41. E dalle sopracciglia fecero gli dèi benevoliTerra di Mezzo ai figli degli uomini;

e dal suo cervello vennero le gagliarde nubi tutte foggiate.

42. Ha il favore di Ullr e degli dèi tuttichi tocca, primo, il fuoco;

ché visibili le residenze si fanno dei figli degli asi quando tolgono le caldaie.

4). I figli di Ivaldi al principio dei tempi si mossero a foggiare Skidhbladhnir,

nave ottima per Freyr splendente propizio figlio di Njordhr.

44. Il frassino Yggdrasill fra gli alberi è il miglioreSkidhbladhnir fra le navi

Odino fra gli asi e fra i cavalli Slcipnir Biliose fra i ponti e Bragi fra i poeti,Habrok fra ì falchi e fra i cani Garmr.

45. Il volto ho innalzato davanti ai figli degli dèi di vittoria,con ciò sorgeri l'attesa salvezza;

per tutti gli asi penetrerà questo fin sulla panca di Aegir, presso il convito di Aegir.

46. Grimr ho per nome Gangleri ho per nomeHeijan e Hjalmberi

ThekkreThridhi ThundhreUdhr Helblindi e Har.

67

a CANZONIERE EDDICO47. Sadhr e Svipall e Sanngcull,

Heneitr e Hnikarr Bileygr, Balcygr, Bolverkr, Fjolnir,Grimr c Grimnir, Glapsvidhr e Fjolsvidhr.

48. Sidhhonr, Sidhskeggr, Sigfbdhr, Hnikudhr,Alfodhr, Valfodhr, Atridhr e Farmatyr; con un solo nome mai vengo chiamato

da quando fra le genti viaggio.

49. Grimnir sono chiamato presso Gcirrodhr e i suoi;Jalkr presso Asmundr c i suoi

c poi Kjalar perché trascinai una slina;Thror fra le genti in assemblea Vidhurr nelle battaglie,

Oski e Orni, Jafnhar e Biflindi,Gondlir e Harbardhr fra gli dèi.

50. Svidhurr e Svidhrir sono chiamato presso Sokkmimir,c ingannai l'antico gigante

quando io stesso divenni del prode figlio di Midhvitnir il solo uccisore.

51. Ebbro tu sei, Gcirrodhr, troppo hai bevuto; di gran cosa sci privato se lo sei del mio aiuto del favore di Odino c di tutti gli 'scelti'.

52. Molte cose ti ho detto e poche ne ricordi;ti ingannano gli amici,

la spada io vedo giacere del mio amico tutta intrisa di sangue.

53. Un cadavere fano esanime dalla spada Yggr avrà; ora soche la tua vita è trascorsa;

ostili sono le dee del destino. Ora puoi vedere Odino: fatti vicino, se ne hai la forza!

68

CANZONE DI GRIMNIR54. Odino on ho nome, Yggr in altri tempi chiamato;

prima ero detto Thundr.Vakr e Skilfìngr Vafudhr e Hroptatyr

Gautr ejalkr fra gli dèi;Ofnir e Svafhir, i quau penso fatti

tutti da me che son uno.

Re Geinodhr en seduto con la spada sulle ginocchia, per metà sguainata; quando udì che Odino era 0 , si alzò con l'intenzione di togliere Odino dai fuochi. La spada gli scivolò di mano, l’elsa rivolta in basso. 11 re inciampò e cadde in avanti, la spada lo trapassò ed ebbe morte. Spari allora Odino. E Agnarr fu re per lungo tempo.

CANZONE DI SKIRNIR

(Viaggio di Skimir)

lidio Freyr è taciturno. Isuoi genitori, Njordhr e Shadbi, invia­no Skimir, servo di Freyr, a chiedere al figlio la ragione di tale malinconia. Freyr è innamorato di Gerdhr, figlia del gigante Gymir, e Skimir viene incaricato di andar da leiper patteggia­re. Skimir deve superare, con l ’aiuto di una spada magica e di un cavallo adatto al compito, non poche difficoltà per raggiun­gere Gerdhr che, pur rifiutando preziosi doni, ì costretta dalla minaccia di Skimir di usare contro di lei la spada e terribili in­cantesimi, a fissare un convegno amoroso col dio. Il carme si chiude con il dio che si strugge nell’attesa.

Freyr, figlio di Njordhr, se ne stava seduto in Hlidhskjalf, scru­tando tutti i mondi. Genò uno sguardo alla Terra dei Giganti e vide in quel luogo un’avvenente fanciulla che usciva dall’abi­tazione del padre per andare alla dispensa. Sull’ istante fu preso da una gran pena d’amore.Skimir si chiamava il servitore di Freyr. Njordhr lo piegò di in­terrogare Freyr.

Disse allora Skadhi: t. «Alzati, Skimir, e va' lesto a chiedete

a nostro figlio un colloquio per fiuti dire contro chi quel saggio

sia acceso d’ita.»

disse Skimir:2. «Mi aspetto di avere male parole dal vostro figliolo,

se vado a parlare col giovane per fiumi dite contro chi quel saggio

sia acceso d’ira.»

73

3. «Questo dimmi, Freyr, condottiero (in gli dèi,che io vorrei sapere:

perché te ne stai solo nella corte vasta, mio signore, giorno dopo giorno? »

disse Freyr:4. « Come dirti, giovane uomo,

la mia greve pena?Il 'raggio degli elfi*1 a tutti i giorni dà luce

ma non alla mia passione. »disse Skhnir: y «La tua passione non credo sia tanto grande

die tu, signore, non me nc (àccia parola: giovani insieme siamo stati al prindpio dei giorni;

ben possiamo avere rcdproca fiducia. »disse Freyr:6. «Nei rednd di Gymir ho visto camminare

fandulla che in me suscitò amore: lucevano le sue braccia e da queste

l’aria tutta e il mare.7. Fandulla è a me più cara che a qualunque

giovane, al prindpio dei giorni; degli asi e degli elfi nessuno vuole

che lei ed io stiamo insieme. »disse Skimir:8. «Dammi il cavallo allora che per l’oscura mi porti

oscillante fiamma famosa e ancora quella spada che da se stessa combatte

contro la stirpe dei giganti. »

IL CANZONIERE EDDICO

1 per «sole».74

disse Freyr9. «Il cavallo ri do che per l’oscura ri porti

oscillante fiamma famosa e questa spada che combatterà da se stessa

se chi la possiede è accorto. *

Skimir disse, rivolto al cavallo:10. «Fuori & buio io dicoche è il momento di viaggiare

fia umidi monti attraverso terre di giganti;

ola spunteremo entrambi o ci ghermirà entrambi quel gigante oltremisura possente. »

Cavalcò Skimir alla volta della terra dei giganti fino alla casa di Gymir: là c’erano cani mordaci, legati davanti alla porta del recinto che circondava la dimora di Gcrdhr. Cavalcò fin dove sedeva un pastore, su un rialzo del terreno, e gli disse:

u. «Dimmi questo, pastore, che stai sedutosu quel tumulo e vegli ogni sentiero:

come posso venire a colloquio con quella giovane donna superando i cani di Gymir?»

il pastore disse:12. «Sei moribondo o già trapassato?

privo del colloquio per sempre resterai con la buona figlia di Gymir. »

disse Skimir.i j. « C’è qualcosa di meglio da scegliere piuttosto che

per chi è pronto a partire: [piagnucolarefino al giorno della mone la durata della mia vita fu

e predisposta tutta la mia esistenza. » [fissata

disse Cerdhr:14. «Che è questo frastuono che sento risonare

nelle nostre case?

CANZONE DI SCIRNIR

75

Trema la terra e ne vibra tutta la magione di Gymir. »disse la serva: i). «C’è un uomo qui fuori sceso giù da cavallo,

che fa pascolare il suo destriero. »disse Gerdhr.

16. «Pregalo di entrare nella nostra dimoraa bere il nettare migliore!

Anche se questo temo: che qui fuori vi sia l’omicida di mio fratello.

17. Chi è degli elfi o dei figli degli asioppure dei sapienti vani?

Come solo hai attraversato la terribile fiammafino a vedete le nostre dimore?» [divampante

disse Skimir.18. «Non son io degli elfi non dei figli degli asi,

non dei sapienti vani anche se solo ho attraversato la terribile fiamma

fino a scorgere le vostre dimore. [divampante19. Undici mele ho con me tutte d’oro;a te le darò, Gerdhr,

per mercato d’amore: che tu possa dire che Freyr è per te il più caro dei viventi. »

disse Gerdhr.20. « Undici mele non accetterò maiper il gusto di nessuno; né Freyr né io per tutto il tempo della nostra vita vivremo, noi due, insieme.»

disse Skimir.21. «Ti do un bracciale, Gerdhr, che fu arsocol giovane figlio di Odino;

a CANZONIERE EDDIGO

76

otto di cgual peso ne gocciolano ogni nona notte.»

disse Gerdhr22. «Non accetterò il bracciale anche se aiso

col giovane figlio di Odino.Oro non mi manca nei recinti di Gymir,

ho le sostanze paterne. »

disse Skimir:2 j. « La vedi questa spada, donna, fine, cesellata

che ho qui nella mano?La testa via ti taglierò dal collo

se con me non ti dichiari d’accordo. »

disse Gerdhr.24. «Non tollererò violenza

per il gusto di chicchessia;io però sento che, se Gymir t'incontra,voi solerti alla battaglia, avrete desiderio di combattere. »

disse Skimir2i. «La vedi questa spada, donna, fine, cesellata

che ho qui nella mano?Di questa lama cadrà l'annoso gigante,

verri a morte tuo padre.

26. Con la verga che doma ti batto e così ri piegherò,al mio volere; [donna,

ti recherai laddove i figli degli uomini mai più ti vedranno.

27. Sul picco dell’aquila sarai di buon mattino seduta;dal mondo dei vivi volgerai lo sguardo tesa verso quello

(dei morti.Per te sari più laido il cibo che per ogni mortale

il balenante serpente fra i vivi.

CANZONE DI BURNIR

77

28. Vista impressionante diverrai se riuscirai ad usarne; Hrimnir ti possa fissare stravolto; ogni essere resti

[sbalordito!Possa tu essere più conosciuta del guardiano fra gli dèi,3

ai cancelli possa tu rimanete a bocca aperta!

29. Frenesia c gemito pena e tormentocon angoscia per te possano crescere lacrime!

Siedi qui vicino che ti raccontoil triste infrangersi della gioia e il duplice dolore.

30. Esseri malvagi ti perseguiteranno in ogni istante delnella magione dei giganti; [giorno

alle corti dei giganti di brina giorno dopo giorno tu senza diletto ti trascinerai, ti trascinerai contro voglia.

Pianto per gioia avrai in cambio e vivrai fra lacrime e angoscia!

31. Col gigante a tre teste passerai tuno il tempoe non avrai un makhio;il tuo senno si sfaldi consunzione ti consumi!

Sarai come il cardo preso nell’ultimo tempo della mietitura.

32. Al bosco sono andato, nella rorida forestaper prendere la magica verga; ho preso la magica verga.

33. Odio ti riserva Odino odio ti riserva il migliore degli asi,a te Freyr sarà avverso,

IL CANZONIERE EDDICO

2 Un gigante.3 Heimdallr.

78

CANZONE DI SK1RNIRturpe donna; ti sei imbattuta

nella possente collera di dèi.

34. Ascoltino i giganti, ascoltino i hrimthuisi,4 figli di Suttungr, la schiera stessa degli asi ascolti: come proibisco come interdico

alla donna il contatto col maschio alla donna il godere del maschio.

3). Hrimgrimnir ha nome il gigante che d avrà dietro il cancello dei morti;

là servi pezzend alle radici dell’albero d offriranno orina di capra;

bere migliore non prenderai mai donna, per tuo gusto donna, per mio gusto.

36. La runa Thurs5 per te intaglio e tre caratteri: lussuria e follia e tormento;come li intaglio, all’occonenza,

li posso tagliar via.»

disse Gerdhr.37. « Allora salute a te, giovane, e prendi il calice di brina

ricolmo dell’andco nettare!Anche se avevo pensato che mai avrei potuto

voler bene a discendenza di vani. »

disse Skimir.38. «La mia ambasciata completa voglio conoscere

prima che parta da aui verso casa: quando un incontro gradirai col forte

figlio di Njordhr.»

4 Altra denominazione dei riganti.} Ciò\ « gigante » (iniziale /£).

79

disse Gerdhr.39. « Barri ha nome quel che noi due conosciamo

bosco di silenti cammini; e fra nove notti là col figlio di Njordhr

Gerdhr scambierà piacere d'amore. »

Allora cavalcò Skimir verso casa. Fuori aspettava Freyr e a lui rivolse la parola, chiedendogli nuove:

40. «Dimmi questo, Skimir, ancor prima che tu tolga lae muova i tuoi passi: [sella al destriero

che hai concluso nella terra dei giganti per mio e per tuo desiderio?»

disse Skimir:41. «Barri ha nome quel che noi due conosciamo

bosco di silenti cammini e fra nove notti là col figlio di Njordhr

Gerdhr scambierà piacere d’amore. »

disse Freyr:42. «Lunga è una none lunghe sono due,

come posso sopportarne una terza col mio Spesso un mese mi è sembrato più corto [desiderio?

di metà di questa notte d’attesa. »

IL CANZONIERE EDUCO

80

CARME MAGICO DI HARBARDHR

Il motivo conduttore del carme e il rifiuto di Harbardhr, tra­ghettatore a uno stretto, di far passare con la sua imbarcazione Thorr sul braccio di mare dinanzial quale si trova. Harbardhr è, in realtà, Odino: egli rinfaccia a Thorr azioni poco onorevoli, negandogli con questo pretesto ilpassaggio. Thorr non ì però da meno e ripaga il traghettatore coUa stessa moneta. Non ostante tutto, Thorr non riuscirà a farsi traghettare e dovrà se­guire la via di terra (che il traghettatore tuttavia gli indica), in attesa, se se ne presenterà l'occasione, di vendicarsi. Il carme contiene molte allusioni a storie mitiche di cuipurtroppo non conosciamo lo svolgimento.

Thorr, di ritorno da oriente, giunse a uno stretto. Dall'altra parte c’era un traghettatore con la sua barca.

Thorr chiamò :1. «Oli è quel tanghero feti tangheri che sta al di là dello

(stretto?»

egli rispose:2. « Chi è quell'individuo fra gli individui che chiama

(dall’altra parte del mare? »

disse Thorr.y «Se mi fai attraversare lo stretto ti do, stamattina ̂da

[mangiare;porto un cesto sulla schiena, non esiste cibo migliore. Con tutta calma ho mangiato, prima di venir via da aringhe e tritello d’avena e quindi sono sazio.» [casa,

83

disse il traghettatore:4. « Opera mattiniera tu vanti il mangiale;

ma non la sai tutta: i tuoi sono affranti: credo che sia morta tua madie.»

disse Thorr v «Quello che ora mi dici certo è un colpo,

per chi lo venga a sapere, che morta è mia madre.»

disse il traghettatore:6. «Non pare affatto che tu possegga tic fiorenti fattorìe:

scalzo te ne stai e hai vesti da straccione,non hai neppure i calzoni! »

disse Thorr:7. « Qui guida il tuo legno! T’ insegnerò io l’approdo;

a proposito: di chi è la barca che hai ferma sotto riva?»

disse il traghettatore:8. « Hildolfr ha nome chi mi ordinò di tenerla ferma,

uomo d’armi pieno di senno; dimora nello stretto delle[Radhseyjar;

di non traghettare briganti m’ha ordinato né ladri di[cavalli,

ma gli uomini onesti soltanto e quelli che conoscessi[bene;

pronuncia il tuo nome se vuoi attraversare lo stretto. »

disse Thorr.9. «Ti dirò il nome mio anche se sono un fuorilegge

e tutta la mia stirpe; sono figlio di Odino, fratello di Meili, padre di Magni, condottiero degli dèi. Con Thorr hai modo qui di

(discorrere.E ora voglio domandarti: qual è il tuo nome?»

disse il traghettatore:10. «Harbardhrhonome. Mai nascondo il mio nome.»

IL CANZONIERE EDDICO

84

disse Thorr:11. «Perché dovresti celate il tuo nome a meno che non

[abbia, tu, qualcosa sulla coscienza? »

disse Harbardhr:12. «Anche se avessi qualche pendenza, da uno, come tu

[sei,cercherei di scampare a meno che sin dall’inizio io non

[fossi condannato. »

disse Thorr.13. «Sgradevole spreco d’energie vedo in questo,

nel guadare fino a te lo stretto e bagnare il mio coso.Ti ratei pagare, moccioso, la tua impudenza, una volta traversato lo stretto. »

disse Harbardhr.14. «Rimango qui in tua attesa;

in uomo più intrepido non d sei imbattuto dacché[Hrungnir ebbe morte. >

disse Thorri). «Vuoi rammentare questo, che insieme combattemmo

[io e Hrungnir, quel superbo gigante; di roccia era la sua testa e ciò non ostante lo abbattei e mi giacque davanu.E nel frattempo che facevi, Harbardhr? »

disse Harbardhr:16. « Insieme a Fjolvarr trascorsi per intero cinque anni,

in quell’isola che ha nome Tuttaverde.Là potevamo combattere e dar morte in combattimenti, avere molte esperienze, assaporare fanciulle. *

disse Thorr.17. «Come vi intrattenevano le vostre donne? »

CARME MAGICO DI HARDARDHR

85

' IL CANZONIERE EDDICOdisse Harbardhr.

18. « Impareggiabili donne avremmo avuto se docili per noi[si fossero fette,

sagge donne avremmo avuto, se benevole per noi si Di sabbia, loro, intrecciavano fili [fossero fette,

e della valle profonda scavavano il fondo;

solo fra tutte quelle ho prevalso in malizia, ho giaciuto accanto alle sene sorelle ed ebbi l’animo loro intero ed il piacere.E nel frattempo che facevi, Thon? »

disse Thorr.19. «Uccidevo Thjazi, gigante fiero,

in alto gettai gli occhi del figlio di Allvaldi nella chiara sfera celeste:

sono i due segni maggiori delle mie imprese che tutti gli uomini scorgono da allora.E nel franempo che facevi, Harbardhr?»

disse Harbardhr:20. « Molte astuzie usai contro ‘cavalcatóri di tenebra’1

quando le portai via ai loro uomini.Un gigante invincibile mi figuravo Hlcbardhr,

una magica verga mi dette,io poi gU sottrassi il senno. »

disse Thorr.21. «Allora hai ricambiato con animo malvagio doni buoni. »

disse Harbardhr.22. « Una quercia guadagna quel che a un’altra si toglie:

ciascun per sé in casi come questo!E nel franempo che fecevi, Thorr?»

1 Kenning p « « sucgh'e ».

86

disse Thorr.2». «Mi trovavo ad oriente e uccisi di giganti

spose esperte in malie, mentre andavano al monte; glande avrebbe potuto essere la stirpe dei giganti se

[fossero rimasti tutti vivi; ma niente più uomini sarebbero rimasti sulla Terra di

E nel frattempo che facevi, Harbardhr? » [Mezzo.

disse Harbardhr:24. « Mi trovavo in Valland e inseguivo battaglie;

l’uno contro l’altro prìncipi ho aizzato senza dar loro a Odino tocca la nobiltà quando cade sul campo [posa;

mentre a Thorr tocca la stirpe dei servi. »

disse Thorr:2). «Ingiustamente spartiresti le schiere fra gli asi,

se avessi potete sufficiente. »

disse Harbardhr.26. «Forza abbastanza possiede Thorr ma non coraggio;

dalla paura, dalla vigliaccheria ti eri infilato nel guanto,e d’essere Thorr non te la sentivi.

Non osasti allora, per paura,né starnutire né tirar scoregge, che non sentisse Fjalarr. »

disse Thorr.27. «Harbardhr, smidollato, ti sbatterei nel mondo dei

[mortise potessi metterti le mani addosso oltre lo sereno. »

disse Harbardhr.28. «Perché vorresti mettermi le mani addosso se non

[abbiamo conti da saldare? » Che cosa facevi allora, Thorr?»

disse Thorr29. «Mi trovavo in oriente e il fiume ho difeso

quando mi piombarono addosso i figli di Svarangr.

CARME MAGICO DI HARBARDHR

87

IL CANZONIERE EDD1COMi presero a sassate poco però godettero il piacere della infitti mi dovettero chiedere di far pace. [vittoria, E nel frattempo che facevi, Harbardhr?»disse Harbardhr.io. «Mi trovavo in oriente e scambiavo paiole con una me la spassavo con una bianca come lino edebbisegreti(convegni;resi felice lei che riluce come oro; del piacere d’amore

[gioì la donna.»disse Thorr.

31. «Là avesti buone esperienze di fanciulle, allora. »disse Harbardhr.

32. «Del tuo aiuto avrei avuto bisogno, Thorr,per tenere a (reno la fanciulla bianca come lino. »

disse Thorr.33. «H avrei accontentato se mi fosse stato possibile. »

disse Harbardhr.34. «E mi sarei fidato di te, a meno che non mi avessi

[mancato di parola. »disse Thorr.

3). «Non son io quello che morde il calcagno come una[scalpa vecchia in primavera. »

disse Harbardhr:36. «Che cosa facevi nel frattempo, Thotr?»

disse Thorr:37. «Spose di Berserkr ho accoppato in Hlcsey;

avevano ordito pessime trame, avevano traviato tutti(quanti.

88

CARME MAGICO DI HARBARDHRdisse Harbardhr.

x . « Case indegne hai fatto, allora, Thorr, uccidendo[donne. >

disse Thorr.39. « Lupe erano quelle e non donne,

fecero a pezzi la mia nave che avevo puntellato; mi minacciarono con clave di ferro e Thjalfi2 misero in

E nel frattempo che facevi, Harbardhr? » [fuga.

disse Harbardhr.40. «Io ero nella schiera che qua si preparava

a issate gonfaloni e ad arrossare le lance.»

disse Thorr.41. «Vuoi dire: quando partisti per scontrarti con noi. »

disse Harbardhr42. «Ti serva da indennizzo un bracciale;

come stabilirono gli àrbitri che volevano[riconciliarci.»

disse Thorr.43. «Dove hai preso quelle parole taglienti,

che mai ne ho ascoltate di più taglienti?»

disse Harbardhr:44. «Le ho prese dai vecchi che abitano nelle selve del mondo. »

disse Thorr.4}. «Proprio un buon nome dài ai tumuli sepolcrali che tu

[chiami selve del mondo. »

disse Harbardhr.46. «Così la penso su questa faccenda. »

2 Servo di Thorr.

89

disse Thorr.47. «I tuoi giri di paiole avranno mali effetti

se faccio tanto da guadare lo stretto; più alti di un lupo ciedo getterai ululati

se ti becchi un bel colpo di manello. »

disse Harbardhr:48. «Sif ci ha l’amante dentro casa; con lui avresti dovuto

[fissare un luogo; lì avresti dovuto usare la fbiza: era questo il tuo primo

[dovere!»

disse Thorr.49. «Dici quel che ti capita in bocca così da rigirarmelo al

rammollito; io penso che tu menta. » [peggio,

disse Harbardhr:10. «Ritengo di dire il vero; la prendi comoda col tuo

[viaggio:un bel pezzo di strada avresti fatto, Thoir, se in altro

(aspetto avessi viaggiato. »

disse Thorr:11. «Harbardhr, smidollato sei suro tu, piuttosto, a

[trattenermi. »

disse Harbardhr.52. «Di Thorr degli asi mai avrei immaginato, io, pecoraio,

[d’intralciare U viaggio. »

disse Thorr.5j. «Un consiglio voglio consiglialti, ecco: rema fin qui con

[la barca,smettiamo questo battibecco, vieni incontro al padre di

[Magni.»

disse Harbardhr.54. «Abbandona lo stretto: a te è negato il viaggio!»

IL CANZONIERE UDDICO

90

disse Thorr.55. «Indicami almeno la strada se non vuoi traghettarmi[oltre il braccio di mare. »

disse Harbardhr: vs. «Cosa da poco il rifiutare, lungo il cammino da[percorrere;un bel po’ di tempo fino al tronco un altro bel po’ fino[alla roccia;prendi, quindi, il sentiero a sinistra fino a trovare[Verland;là verrà Fjorgyn a prendere Thorr, figlio suo

e gli insegnerà le strade familiari che menano alla terra[d’Odino. »

disse Thorr:57. «Vi potrò giungere in giornata?»

disse Harbardhr.>8. «Con fatica e sofferenza vi giungerai col sole alto nel cosi più o meno penso.» [cielo;

disse Thorr.59. «Ora breve sarà il nostro parlare; tu mi rispondi solo con

[sarcasmo;ti compenserò d'avermi negato il passaggio se[c’incontreremo un’altra volta. »

disse Harbardhr.60. «Mettiti in cammino ora, dove intero ti possano avere gli

[spiriti maligni.»

CARME MAGICO DI HARBARDHR

91

CARME DI HYMIR

Hymir è un gigante che abita al margine del cielo: ha l'unico calderone capace abbastanza per preparare la birra agli dèi. Tyr, suo figlio, lo confida a Thorr. Quest'ultimo è stato incaricato Migli dèi di trovare una caldaia adatta a preparare la birra. Thorr e Tyr si recano da Hymir, ma prima di poter prendere la caldaia Thorr deve superare diverse prove come romperelacoppadelgigante e, soprattutto, sostenere unagara di pesca col medesimo, durante la quale Thorr riesce a far abboccare ilserpente che cinge il mondo. AUafine Tborrriesce a conquistare la caldaia e afar strage dei giganti che inseguono lui e Tyr.

1. Una vola, dèi di battaglia presero selvagginae con la voglia di bere g ii prima di mettersi a mangiare, scossero le sorti e scrutarono il destino: trovarono da Aegir abbondanza di ogni bene.

2. L’ ‘abiurare della montagna’ sedeva, come un bambino[(elice, lì davanti,

somigliava davvero al figlio di Miskorblindi. 1 Lo fissò negli occhi duro il figlio di Yggr:2 «Ancora spesso per gli asi preparerai bevanda. >

). Al gigante portò stizza quell’attaccabrighe, pose mente a vendeta quanto prima, contro gli dèi. Chiese al marito di Sif* di consegnargli il paiolo:«che io per tutti voi possa (are la birra. »

1 ÉAIgir. 'Abitatore della montagna' è una kenning per «gigante*.2 Thorr.) Thorr.

95

4. Ma non furono in grado gli dèi illustri, le varie divinità, di trovarlo da qualche parte, fin quando in confidenza Tyr a Hlorridhi4 questo consiglio benevolo, a lui solo, diede:

y « Dimoia ad oriente degli Eli vagar Hymir sapiente, al limite del cielo; possiede mio padre, irascibile, una caldaia, un paiolo capace, un miglio profondo. »

6. « Sai tu se l'otterremo quel recipiente da mettere sul(fuoco?»«Se agiiemo, amico, con astuzia in questo frangente. »

7. Andarono avanti per un lungo giorno daAsgardhr fin quando giunsero da Egill.Mise al riparo i capri dalle coma imponenti, si dilessero verso la casa di Hymir.

8. Il discendente5 trovò la nonna, a lui molto invisa: teste aveva, lei, in numero di novecento.Un'altra si fece poi, tutta d’oro, avanti,bianche le sopracciglia, a portare una coppa di bina al[figlio:

9. « Prole di giganti, voglio entrambi mettervi,o pieni di senno, là sotto i paioli.Si mostra il mio compagno, molte volte avaro con l’ospite, propenso ad essere ostile.»

10. Spregevole d’aspetto Hymir ferocea casa, dalla caccia, tardi faceva ritomo.Entrò nella sala, tintinnarono i ghiaccioli:era del vecchio che s’avvicinava gelato il 'bosco delle[gote'.

IL CANZONIERE EDD1CO

4 Thoir.5 Ijrr.

96

CARME DI HYM1RDisse la madre di Tyr:11. «Salve, Hymir, sta' di buon animo!Il figlio è giunto ora nella tua casache noi aspettavamo da un lungo cammino.Gli è al seguito l'avversario di Hiodhr, degli uomini l’amico: Veorr è il suo nome.

12. Guarda come stanno accoccolati sotto lo spioventesi tengono, così, al riparo; davanti hanno una colonna. » In pezzi volò la colonna sotto lo sguardo del gigante e con fragore in due si spezzò la trave maestra.

13. Otto ne saltarono via; solo uno di essi intatto, dal trave, paiolo ben foggiato.Si fecero avanti; ma l’antico gigante con gli occhi seguì il suo avversario.

u. Niente di buono a lui promise la vista di chi muove al pianto le donne dei giganti, neU'atrio Li vennero tre tori afferrati; [sopraggiunto,ordinò tosto il gigante di andare a bollirli.

i). Ogni toro fecero di una testa più cono e nil fornello quindi li posero.Mangiò l’uomo di Sif, prima di coricarsi, lui da solo in tuno due tori di Hymir.

16. Parve al grigio amico di Hiungnir6 ben abbondante il pasto di Hlorridhi:«La prossima sera noi tre dovremocon caccia o con pesca trovar da vivere.»

17. Veorr disse che avrebbe in alto mare remato se il fone gigante gli avesse dato esche:

6 Hymir.

97

IL CANZONIERE SODICO«Volgiti alle mandrie se l’animo hai saldotu, maglio degli 'abitatori della montagna', per cercar

[esche!

18. M’immagino che per tesarà facile trarre esche da un toro.»11 giovane in fretta si volse alla selva dove un toro tutto nero gli si parò dinanzi.

19. Strappò al toro, lo sterminator di giganti, l’alto castello d’ambo le coma.«Paiono le tue azioni peggiori di gran lunga,o signor delle navi, del tuo quieto sedere.»

io. Comandò il signore dei capri che il ‘vacillante destriero’7 il rampollo di scimmia conducesse più al largo; ma espresse il gigante la sua scarsa voglia di remare ancora.

21. Tirò su quindi Hymir, di malumore, due balene, con un amo da solo due in un colpo.Ma dietro la nave, a poppa, il congiunto di Odino, Veorr, con abile fare, si preparò la lenza.

22. Innescò l’amo, lui che salva i mortali, unico uccisore del serpe, con la testa del toro.Le fauci dischiuse all’esca chi dagli dèi è odiato, lui che da sotto ricinge la tern tutta.

23. Tirò su con audacia, Thorr animoso,il serpe stillante veleno alla fiancata della barca; colpi col inanello l’elevarsi del capo, orrendo, in alto, al fratello del lupo.

7 Kemmmg per € nave».

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CARME DI HYMIR24. Ulularono gii ‘avversari della renna’ ,* rocce scoscese

l’antica tetta tutu ne fu scossa. (gemetteroSprofondò poi quel pesce nel mare.

jv Di pessimo umore era il gigante mentre remavano sicché Hymir tutto il tempo non aprì bocca, [indietro, Volse i remi verso un altro spirare di venti.

26. «Farai con me metà del lavoro: ole balene porterai alla mia casa oppure fisserai il nostro ’capro dei flutti’ .»

27. Andò Hlorridhi, afferrò la prora;col suo contenuto sollevò il ‘destriero dei flutti’ .Insieme ai remi, insieme alla gottazzaportò alla fattoria il ‘porco della battigia’ del giganteattraverso la conca del monte scosceso.

28. E tuttavia il gigante, solito alla rissa,con Thorr si prese circa la forza del braccio.Negava che uno fosse fòrte, anche fosse capace di remare con vigore, a meno che non infrangesse il calice.

29. E Hlorridhi, quando gli giunse in mano, mandò in frantumi la colonna colpita dal calice.Stando seduto Io landò attraverso le colonnee tuttavia lo riportarono intatto a Hymir.

30. Fin quando quella compagna9 leggiadra gli svelò in confidenza un segreto importante, che solo lei

[conosceva:

8 I lupi.9 La sposa di Hymir e madre di Tyr.

9 9

«Scagliala contro il cranio di Hymir! È più dura la testa di un gigante appesantito dal cibo di ogni bicchiere.»31. Saldo s’alzò sulle ginocchia il signore dei capri, usò intera la sua potenza d’ase.

Inatto eia al vecchio il ‘sostegno dell’elmo’ ma il calice del vino, rotondo, andò in pezzi.32. «So che un gran pezzo di valore ho perduto

ora che mi vedo Ù calice preferito sottrano. »Aggiunse il vecchio parole: « No, non potiò più diie, mai più, bina, eccoti pronta!

33. Resta ancor da provare se riuscirete a uscire dalla nostra corte con la caldaia per la birra.»Provò Tyr due volte a smuoverladue volte rimase davanti a lui immobile il paiolo.

34. Il padre di Modhi l’afFenò pei il bordo e s'avviò verso l’atrio giù dalla sala.Si mise sulla testa il paiolo l'uomo di Sif: ai calcagni gli tintinnavano i manici.

3). Dopo un bel po’ si voltò indietro il figlio di Odiino tutt’a un tratto, vide dai massi da oriente con Hymir schiere dalle molte teste in armi fiusi avanti.

36. Si levò dalle spalle la caldaia fermandosi, brandi Mjollnir, desideroso d’uccidere,e i giganti del monte petroso colpi tutti a morte.

37. Non viaggiarono a lungo: rimase a terra un capro di Hlorridhi mezzo tramortito, l’animale da tiro s’era azzoppata una gamba.Di ciò il maestro d’inganni Loki fu causa.

IL CANZONIERE EDDICO

100

)8. Voi avete udito — e chi può questo,fra chi conosce i miti più compiutamente raccontare? — quale, dal gigante della pernia, indennizzo ricevette: dette in cambio entrambi i suoi figli.

59. Pieno di vigore venne al convegno degli dèi e aveva il paiolo che era stato di Hymir.Ogni essere divino berrà a sazietà bina da Aegir ogni inverno.

CARME DI HYMIR

IO Egill, vedi strofa 7.

101

INSULTI DI LOKI

U dio Loki, estromesso dal celebre banchetto di Aegir per averne ucciso un servo, vi rientra tuttavia, insultando tomo tomo tutti gli dèi presenti. Svelai difetti e le viltà di ciascuno, benchésiapiù volte pregato di smettere e minacciato. Ma il dio malvagiamente continua a tacciare i singoli dèi ora di codardi, ora di invertiti e le dee ora di disoneste, ora addirittura di incestuose. Soltanto col sopraggiungere di Thorr e del suo possente martello desiste, non però senza maledire le dimore di Aegir e il suo banchetto.

AegireglidèiAegir, che con altro nome viene chiamato Gymir, ottenuta, come è stato appena detto, la grande caldaia, aveva preparato la birra per gli dèi. Vennero a quel convito Odino e Frigg, sua moglie. Non venne Thorr, che percorreva i sentieri orientali. C'era Sif, moglie di Thorr e Bragi con Idhunn, sua moglie. C’era Tyr: era monco; il lupo Fcnrir gli aveva mozzato di netto la mano perché ormai era legato. C'era Njordhr e sua moglie, Skadhi; Freyr e Freyja e Vidharr, figlio di Odino. C'era Loki, insieme ai servi di Freyr, Byggvir e Beyla. In gran numero erano presenti asi ed elfi. Aegir aveva due servi: Fimafengr ed Eldir. Là lo splendore dell'oto teneva il posto della luce del fuoco. Là la birra si porgeva da sé. Pace solenne regnava in quel luogo. Molto venne elogiata la destrezza dei servi di Aegir: Loki non sopportò l'ascolto di quelle lodi e colpì a morte Fimafengr. A llora gli asi scossero i loro scudi c ruppero in grida contro Loki elo scacciarono verso la boscaglia; loro, poi, ripreseroa bere. Loki tornò indietro e trovò fuori Eldir.

105

hold gli disse:1. «Di’ un po’, Eldir, senza procedereun passo oltre:

di cosa là dentro discorrono fra la bina i figli di dèi di vittoria? »disse Eldir

2. «Ragionano delle armi loro e di quanto sian pronti ai figli di dèi di vittoria. [combattere,

Fra asi ed elfi, quanti sono là dentro, nessuno parla in tuo favore. »disse Loki:i. « Entriamo dunque nelle corti di Aegir e guardiamoci questo banchetto: astio e lite possa io portare ai figli degli asie per loro al nettare mescolale il malanno. »disse Eldir:4. «Sappi, se tu entri nelle corti di Aegir

e partecipi al banchetto: insinuazioni e oltraggi, se versi sugli dèi inclini al bene, su te medesimo li asciugheranno. »

disse Loki:y « Sappi, Eldir, se è proprio necessario scambiarci parole sferzanti: diverrò io ricco di loquela per ribattere se parli troppo.»

Quindi Loki entrò nella corte. Quando man mano i presenti videro chi stava entrando, ammutolirono tutti.disse Loki:6. «A gola secca vengo a questa cone,

io, Loptr, dopo lungo cammino, per chiedere agli asi di darmi almeno un sacro sorso di nettare.

IL CANZONIERE EDDICO

106

INSULTI DI LOKI7. Perché tacete così, dei tronfi tanto

da non poter parlare?Un posto per sedere a banchetto sceglietemi

oppure mettetemi alla porta. »

disse Bragi:8. « Un posto per sedere non ti sceglieranno al banchetto

gli asi mai e poi mai; perché gli asi sanno a chi fra tutti

debba toccare il sorso incantato. »

disse Loki:9. « Ricordati, Odino, che noi due al principio dei tempi

mischiammo il nostro sangue; birra non avresti mai consumato, dicevi,

se insieme a me non l'avessi presa. >

disse Odino:10. « Alzati, dunque, Vidharr, e fai sedere a banchetto

il padre del lupo; che almeno Loki non si rivolga a noi con ingiurie

nella corte di Aegir. >

Allora Vidharr si alzò e mescè da bere a Loki. Ma prima di bere quest’ultimo apostrofò gli asi:

n. «Salute agli asi! Salute alle asinne e a voi tutte divinità eccelse!

Meno, unico, all’ase che siede là in fondo,Bragi, sulla panca. >

disse Bragi:12. «Un cavallo e una spada ti do dei miei averi,

e ti darà Bragi per di più un bracciale; ma tu agli asi non mostrar livore;

contro di te non provocare la collera degli dei. »

107

IL CANZONIERE EDDICOdisse lo ia :

13 . «Di destrieri e bracciali sarai sempree di questi e di quelli, povero, Bragi;

degli asi e degli elfi die sono qua dentro sei tu il più drcospetto in battaglia il più pavido nel lancio delle frecce. »disse Bragi:

14. «Io so che se fuori, così come ora son dentro,venissi dalla cone di Aegir, la tua testa porterei nella mia mano:sarebbe il minimo per le tue menzogne. >

disse loia:i). «Abile sei quando siedi: non devi fare cosi,Bragi, fronzolo da panca; battiti, se l’ira t’accende:non a pensa due volte un valoroso. »

disse Idhunn:16. «Ti prego, Biagi, di pensare ai figli verie a quelli adottivi

e contro Loki di non parlare con ingiurie nella corte di Aegir. »

disse Loki:17. «Sta' zitta, tu, Idhunn! Dico che fra tuttela più vogliosa d’uomini sei: fra le tue braeda, ben lavate, hai stretto

l’uccisore di tuo fratello. »disse Idhunn:

18. « Contro Loki io non parlo con ingiurienella corte di Aegir.Bragi anzi acquieto, eccitato dalla birra;non voglio che, presi d’ira, veniate alle armi. >

108

INSULTI DI LOKIdisse Gefìon:

19. «Perché voi due, asi, dovete qui dentroscambiarvi parole sferzanti?Di Loptr ognuno sa ch’egli è burlone e predilige gli dèi.»

disse loki:20. «Sta* zitta, tu, Gef)on! Ora racconterò

come a piacete d’amore ti sedusse quel biondo giovane, che t'offrì un gioiello e tu con le cosce l'avvinghiasti. »

disse Odino:21. «Sei davvero pazzo, Loki, la tua mente è malata

se su di te attiri l’ira di Gefjon, perché le sorti di tutti so che lei conosce bene quanto me.»

disse Loki:22. «Sta’ zitto, Odino! Tu non hai mai saputo

decidere fra uomini battaglie; spesso hai concesso, a chi non dovevi concederla, a uomini vili, la vittoria. »disse Odino:

23. «Proprio tu sai se ho concesso, a chi non dovevoa uomini vili, la vittoria? [concederla,

Otto inverni fosti, tu, sottoterra vacca da mungete e femmina e là hai generato figli e penso che da invertiti sia questo. »

disse Lola:24. «Di te dissero che avevi fatto incantesimi in Samseye battevi sul tamburo magico, come le veggenti.In veste di maga hai viaggiato tra i popoli e penso che da invertiti sia questo. »

109

disse Frigg:2). «I vostri (atti mai dovreste

narrare in presenza degli uomini, quel che voi due, asi, compiste al principio dei tempi;

stiano alla larga dalle amiche storie, gli uomini! »

disse loki:26. «Sta' zitta, Frigg! Tu sei la figlia di Fjorgynn

e sempre hai avuto sete di uomini, come quando Vei e Vili, entrambi, tu donna di Vidhrir1

hai accolto tra le tue braccia.»

disse Frigg:27. «Sai che se dentro io avessi nelle corti di Aegir

un figlio com’era Baldr non sfuggiresti ai figli degli asi,

ma da essi verresti sfidato. »

disse Loki:28. «Tu vuoi proprio, Frigg, che io tiri fuori altre

parole che dicono sventura: di questo sono la causa: che tu non puoi vedere

Baldr tornare a cavallo verso le sale. »

disse Freyja:29. «Sci davvero, pazzo, Loki, a raccontare le vostre

odiose e malvagie malefatte.I destini Frigg credo conosca tutti

anche se lei stessa non parla. >

disse loki:30. «Su’ zita, Freyja! In tutto e per tuno ti conosco:

non sei ceno immacolao!Fra asi ed elfi che sono qua dentro

uno per uno son stati a letto con te. »

IL CANZONIERE ED DICO

1 Odino.

110

disse Freyja:31. «Falsa è la tua lingua: credo che ancora una volta

niente di buono covi per te; contro di te gli asi sono accesi d’ira e le asinne; di malumore (arai ritomo a casa. »

disse Loki:32. « Sta’ zitta, Freyja! Una fattucchiera tu sei,

di molta sventura intrìsa; quando con tuo fratello dèi propizi ti colsero allora tu, Freyja, scoreggiasti. >disse Njordhr.

33. «Non mi sembra gran cosa se le donne si scelgono unun amante o ambedue le cose; (uomo,ma stupisce che un ase invertito entri qui dentro, un ase che ha anche partorito figli! »

disse Loki:34. « Sta’ zitto, tu, Njordhr! Sei stato, da qui in oriente,come ostaggio inviato dagli dèi; le figlie di Hymir ti tennero come vaso da notte e ti pisciarono in bocca. »

disse Njordhr. y>. «Questo m’è di conforto: che venni lontano come ostaggio mandato agli dèi: là ebbi un figlio2 da nessuno odiato e lo si crede un riparo agli dèi. >

disse Loki:36. «Basta ora, Njordhr, stai calmo!

non lo terrò per te celato a lungo: da tua sorella avesti tale figlioma non è andata peggio dell’atteso. »

INSULTI DI LOKI

2 Frcvr.

I l i

disse Tyr:37. «Freyr è il migliore fra tutti gli abili cavalieri

nelle case degli dèi; non muove al pianto fanciulla né donna maritata

e libera chiunque dalle sue catene. »

disse Loki:38. «Su’ zitto, Tyr! Tu non hai mai saputo

esser garante fin due: rammenterò, ecco, la mano destra

che Fenrir ti ha mozzato. »

disse Tyr.39. «Io una mano ho perso, ma tu Hrodhrsvitnir,3

penoso il rimpianto per tutte e due le cose; né è contento il lupo che deve incatenato

aspettare l’estremo giudizio. »

disse Loki:40. «Sta* zitto, Tyr! ché accadde alla tua donna

d'avere un figlio con me; né un braccio di stona né un soldo hai mai ricevuto

tu, misero, per questo affronto. »

disse Freyr:41. «Vedo il lupo accovacciato davanti alla foce del fiume

fino a quando gli dèi non cadranno: fia poco anche tu sarai, se non taci,

in catene, artefice di disgrazie! »

disse Loki:42. «Con l’oro hai comprato la figlia di Gymir,

così hai ceduto la tua spada; e quando i figli di Muspell cavalcheranno per Myrkvidhr

tu non saprai, misero, con che combattete. »

IL CANZONIERE BDOICO

3 Fenrir.

112

disse Byggvir:43. «Sappi che se io appartenessi alla stirpe di Ingunar-Freyr

e avessi una sede sì piena di splendore, più pesto del midollo ti farei, gracchiasventuie,

e tutto ti ridurrei in brìciole. »

disse loki:44. «Chi è questo dappoco che vedo agitare la coda

e cerca di afferrare il cibo a scrocco?Alle orecchie di Freyr statai sempre attaccato;

pigolerai alla mola. »

disse Byggvir:4). «Byggvir mi chiamo, svelto mi dicono

gli dèi tutti e gli uomini; qui sono quindi fiero che i figli di Hroptr4

bevano tutti la stessa birra. »

disse Loki:46. «Sta' zitto, Byggvir! Non hai mai saputo

dividere il cibo fra gli uomini; né nella paglia della casa poterono trovarti

mentre gli uomini combattevano. »

disse HeimdaUr.47. «Ebbro sei, Loki, tanto da dar di fuori;

perché non smetti, Loki?Perché U bere smodato conduce ognuno

a non sapere più quello che ciancia. »

disse loki:48. «Sta' zitto, Heimdallr! Avesti al principio dei tempi

predisposto un vivere odioso: molle la schiena avrai sempre

e veglierai, guardiano degli dèi. »

INSULTI DI LOKI

4 Cioè di Odino.113

disse Skadhi:49. «Sei di buon umore, Loki: non a lungo così

potrai giocare a coda libera; età su un picco roccioso con le budella gli dèi

ti legheranno del figlio tuo freddo di brina. »

disse loki:50. «Sappi che se su un picco roccioso con le budella gli dèi

del figlio mio freddo di brina mi legheranno, che primo ed ultimo fui io a dar morte

quando mettemmo le mani su Thjazi. >

disse Skadhi:51. «Sappi che se primo ed ultimo tu fosti a dar morte

quando metteste le mani su Thjazi, che dalle mie sacre dimore e dal mio sacro suolo

sempre verranno a te freddi pensieri. »

disse loki:52. « Più gentile nel parlare eri col figlio di Laufey

nell’invitaimi nel tuo letto;È bene dirle cene cose se dobbiamo raccontare

del tutto le nostre vergogne.»

Quindi si fece avanti S if e versò a Loki nettare nel calice di brina, dicendo:

53. «Salute a te, ora, Loki! e accetta il calice di brinacolmo dell’antico nettare

una soltanto lascia fra i figli degli asi che resti immacolata. »

Egli accettò il corno e bevve:

54. «Sola lo saresti se sempre fossi statacauta e scostante con gli uomini:

ma uno ne conosco, sì, penso proprio di conoscerlo,

IL CANZONIERE EDDICO

114

che ha messo le coma anche a Hlorridhi: questo eia Loki, maestro d’inganni. »disse Beyla:». «Ogni montagna trema credo che si sia messo in

dalla sua casa Hlorridhi : [camminoegli ridurrà al silenzio chi in questo luogo vomitasugli dei tutti e sugli uomini. » [calunniedisse Loki:%. «Sta’ zitta, Beyla! Tu moglie di Byggvir,

intrìsa di molta sventura; un’infamia più grande non esiste fra i figli degli asi: sì, sei una bifolca sporca di merda. »

Allora sopraggiunse Thorr e disse:57. « Sta’ zitta, immonda creatura! O il mio martello

Mjollnir, ti mozzerà la parola; [possente,la ‘vetta delle spalle’ ti stacco dal collo e la tua vita sarà distrutta. »disse Loki:

58. « Il figlio della Terra ecco è giunto;perché te la prendi, Thorr?Non sei altrettanto gagliardo quando devi combattere che intero divora il ‘Padre di vittoria’. »s [ col lupo

disse Thorr59. « Sta’ zitta, immonda creatura! O il mio martello

Mjollnir, ti mozzerà la parola; [possente,in alto ti scaglio e verso i cammini orientali: nessuno ti rivedrà, poi. »

INSULTI DI LOKI

5 Odino.

115

IL CANZONIERE EDDICOdisse loki:

60. «Dei tuoi viaggi in oriente tu non vuoi maifar paiola con nessuno, da quando nel pollice di un guanto te ne stestie non ti rivelasti come Thori. » (accoccolato, eroe,

disse Thorr.61. «Su’ zitta, immonda creatura! O il mio martello

Mjollnir, ti mozzerà la parola; (possente,con la destra ri colpisco con l’uccisoie di Hiungnir,6 sì da fracassarti le ossa.»

disse Loki:62. « Ho intenzione di vivere a lungo

anche se col martello mi minacci; dure ti parvero le cinghie di Skiymiie non potevi allora raggiungere le provviste: e, sano, ti consumasti dalla fame. »

disse Thorr.63. «Sta’ zitta, immonda creatura! O il mio martello

Mjollnir, ti mozzerà la parola; (possente,l'uccisore di Hiungnii ti condurrà all’inferno oltre il cancello del mondo dei morti. »

disse Loki:64. «Davanti agli asi ho detto davanti ai figli degli asi ho(detto

quel che l’animo m’ispirava; soltanto davanti a te me ne devo andareperché so che sei capace di dar battaglia.

6 II inanello di Thoir. Mjollnir.

1 1 6

INSULTI DI LOKI6v Hai prepaiato la birra, Aegir: tu mai più d’ora in poi

preparerai una festa; su ogni tuo avere che è qua dentro

possa giocare la fiamma e bruciarti sul dorso! »

Loki

Dopo di che Loki si rifugiò nella cascata di Franangr, in formadi salmone. L i Io presero gli asi. Lo legarono con le interioxa del fi­glio Nari. Narfi, suo figlio, divenne un lupo. Skadhi prese un serpente velenoso e lo assicurò sopra la fiaccia di Loki: di 11 goc­ciolava veleno. Sigyn, moglie di Loki, gli sedette accanto te­nendo sotto le gocce di veleno una catinella; via via che il reci­piente si riempiva, andava a vuotare il veleno. Intanto però il veleno continuava a gocdolare su Loki. E questi sussultava con tanta violenza che tutta la terra ne veniva scossa: questo feno­meno ora è chiamato terremoto.

117

CARME DI THRYMR

È, questo, un carme che si muove ai margini del grottesco. Thorr viene derubato del suo martello dal gigante Thrymrche, come riscatto, chiede la dea Freyja. Gli dèi decidono, stante il reciso rifiuto di Freyja, di inviargli allora Thorr travestito da Freyja: Loki gli fard da ancella. Non ostante le perplessità di Thrymrdurante ilbanchetto nuziale, ilgigante viene inganna­to e Thorr, appena rientrato in possesso del suo martello, fa strage di giganti.1. Irato era Vingthorr al suo risveglio:

del suo inanello avvertì la mancanza.Si tormentava la barba scuoteva i capelli; il figlio della Terra si tastò intorno:

2. E di parole questo per prima cosa disse:« Ascolta, Loki, quel che ti dico, nessuno Iosa nésulla terrané nell’alto dei cicli: all’ase hanno rubato il martello. *

j. Andarono alla splendida casa di Freyja e di parole questo per prima cosa disse:«Freyja, mi daresti la veste di piume in prestito, se mai potessi ritrovare il mio martello?»

disse Freyja:4. «Certo te la darei anche se fosse d'oro,

certo te la cederei anche se fosse d’argento. »

i. Volò allora Loki, frusciava la veste di piume, finché non ebbe oltrepassato le case degli asi e fatto ingresso nella terra dei giganti.

121

IL CANZONIERE EDOICO6. Thiymrsedeva su un’altuia, il signore dei thuisi,

metteva ai suoi cani un collare d’oroe ai suoi cavalli pettinava la criniera.

disse Tbrymr:7. «Che capita agli asi che capita agli elfi?

perché da solo sei giunto nella terra dei giganti?»«Male capi» agli asi [male capita agli elfi): sei stato tu a nascondere il martello di Hlorridhi?»

8. «SI, io ho nascosto il martello di Hlorridhi otto miglia sotto la superficie terrestre nessuno potrà mai riottenerlose non mi porta Freyja in isposa. »

9. Volò allora Loki, frusciava la veste di piume, finché non ebbe oltrepassato la terra dei giganti e fatto ingresso nelle case degli asi;incontrò Thorr in mezzo a quelle case che di parole questo per prima cosa disse:

10. «Paga il successo la tua fatica?Dimmi dall’alto l ’atteso messaggio: spesso a sedere le paiole vengono menoe se si è distesi le menzogne si fanno avanti.»

11. «La mia fatica ho compiuto e la missione:Thrymr possiede il martello, il signore dei thutsi; nessuno potrà mai riottenerlose non gU condurrà Freyja in isposa.»

12. Si recano dalla bella Freyjae di parole questo per prima cosa disse:«Vesti, Freyja, lino da sposa!noi due ti condurremo nella terra dei giganti.»

13. Freyja a quel punto andò in bestia e sbuffò dalla rabbia: tutta la cone degli asi ne fu scossa nelle sue fondamenta,

122

CARME DI 1HRYMRschizzò via la sua enorme collana dei Brisinghi:« Credi davvero che abbia foia sfrenata d’un maschio da venire con te nella terra dei giganti?»

i-t. Subito gli asi vennero a convegno cleasinne tutte a conciliabolo e di questo discutevano, divinità possenti, come ricuperare il martello di Hlorridhi.

». Disse allora Heimdallr luce chiara degli asi — ben conosceva il futuro come gli altri vani:« Fasciamo Thorr dunque con lino nuziale: abbia l'enorme collana dei Brisinghi!

16. Facciamo che sotto gli tintinnino le chiavi di casa e la veste muliebre intomo alle ginocchia ricada, come petto grosse pietree sulla testa i capelli ben acconciamo!»

17. Allora disse Thorr, ase ricolmo di forza:«Gli asi finiranno per chiamarmi invertito se mi lascio (asciare con lini da sposa.»

is. Disse allora Loki, figlio di Laufey:« Cessa, Thorr, di far discorsi!Ben presto i giganti abiteranno Asgardhr se il martello tuo non ricuperi. »

19. Thorr abbigliarono dunque con lino nuziale e con l’enorme collana dei Brisinghi;fecero che sotto gli tintinnassero le chiavi di casa e la veste muliebre intomo alle ginocchia ricadesse, come petto grosse pietre e sulla testa i capelli ben acconciarono.

20. Disse allora Loki, figlio di Laufey:«Insieme a te io (Suo da ancellanoi due ci recheremo alla terra dei giganti.»

123

I l CANZONIERE EDDICO21. Subito i capri furon sospinti a casa

e in fretta attaccati, avrebbero corso a dovere.In pezzi volavano i monti in fiamme bruciava la terra, andava il figlio di Odino alla terra dei giganti.

22. Disse a quel punto Thiymr, signore dei thmsi:«In piedi, giganti, e disponete le panche!Or conducetemi Freyja in isposa, la figlia di Njordhr, da Noatun!

23. Vengono qui alle case vacche, d’oro le coma, buoi tutti neri, a rallegrare il gigante.«Ho molti gioielli molte collane, penso che Freyja, lei sola, mi manchi. >

24. Al tramonto giunsero rapidamente, ai giganti fu servita la birra.Da solo mangiò un bove e otto salmoni, bocconi prelibati, destinati alle donne; bevve l’uomo di Sif di nettare tre pintc.

2). Disse a quel punto Thiymr, signore dei thursi:«Dove hai visto mai una sposa dar morsi cosi voraci? Non ho visto spose dai morsi più fameliche né in quantità maggiore una donna bete nettare. »

26. L'espertissima ancella gli sedeva di fronte, lei trovò le parole a quell’uscita del gigante:« Non ha mangiato Freyja per otto notti tanto era il desiderio della tetra dei giganti. »

27. Si chinò sul lino per la voglia di un bacio fece un balzo indietro lungo la sala:« Perché terribili sono gli occhi di Freyja?Mi par che da quegli occhi una fiamma s’accenda. »

28. L’espertissima ancella gli sedeva di fronte, lei trovò le parole a quell'uscita del gigante:

124

« Non prese sonno Freyja per otto notti tanto era il desiderio della terra dei giganti.»CARME DI THRYMR

29. Entrò la sciagurata sorella del gigante che la dote osò richiedere:«Togli dalle mani anelli scarlatti se vuoi acquistale i miei Savori i miei favori e ogni benevolenza. »

30. Disse a quel punto Thrymr, signore dei thursi:« Portate dentro il martello per consacrare la sposa: ponete a giacere Mjollnir sulle ginocchia della donna, e consacrateci insieme per mano di Var! »

31. Rise a Hlorridhi il cuore nel pettoquando, lui dall’animo forte, riconobbe il martello. Per primo colpi Thiymr, signore dei thursi, poi la stirpe dei giganti intera stese.

32. Colpi l'annosa sorella del gigante lei che una dote ebbe a domandare;una botta sonante ricevette invece di sonanti monete, una martellata invece di molti anelli.Così il figlio di Odino riebbe il suo martello.

125

CARME DI VOLUNDR

Volundr, fabbro e orafo abilissimo, 2 rimasto solo nella Valle del Lupo, dopo avervi trascorso sette anni felici insieme a due fratellieatre valchirie, Làfoggiagioiellicheattirano l ’attenzio­ne di re Nidhudhr. Viene quindi catturato dagli uomini di quest ’ultimo e storpiato; perchéinfine non possa proprio fug­gire, viene relegato su un 'isola in mezzo al mare. Ma Volundr riesce, approfittando della loro ingenua curiosità, a uccidere i due figli di Nidhudhr e a fare con i crani, gli occhi e i denti splendidi gioielli da offrire al padre, alla madre e alla sorella delle sue vittime. Per portare a compimento la sua vendetta se­ducepoila figlia diNidhudhr. Nonpotendo servirsi delle gam- befugge in volo, novello Dedalo, lasciando Nidhudhr distrut­to daldolore e dalla rabbia.

VolundrNidhudhr si chiamava un re in Svezia: aveva due figli e una fi­glia di nome Bodhvildr. C’erano una volta tre fratelli, figli del re dei Finni. L’uno si chiamava Slagfidhr, l’altro Egill, il terzo Volundr. Pattinavano sul ghiaccio a caccia di animali selvatici. Giunsero nella Valle del Lupo e là si costruirono una casa. In quel luogo c’è una distesa d’acqua dal nome Mar del Lupo. Di buon mattino incontrarono sulla ri va del mare tre donne ; e fila­vano lino. Accanto c’erano le loro vesti di cigno: erano valchi­rie. Due erano figlie di re Hlodhver (Clodoveo): Hladhgudhr, candida come agno (Svanhvit) e Hervor, la misteriosa ( Alvitr); la terza era Olrun, figlia del Kjarr di Valland1. Essi le portaronoI È l'imperatore (K jtn- Ctsare) tornano, naturalmente leggendario. Valland sono i territori di lingua romanza.

129

IL CANZONIERE EDD1COcon sé nella loro dimora. Egill prese Olrun, Slagfìdhr Svanhvit e Volundr Alvitr. Vissero gli uni accanto alle altre per sette in­verni . Poi esse volarono via in cerca di battaglie e più non fecero ritorno. Allora Egill si mise in viaggiopercercare Olrun. ESlag- fidhr si mise in cerca di Svanhvit. Ma Volundr rimase nella Val­le del Lupo. Uomo egli era abilissimo, come si sa dagli antichi racconti. Re Nidhudhr lo fece catturare, come qui si narra.

Volundr e Nidhudhr

1. Dal sud in volo vennero fanciulle per la buia foresta; giovani creature divine a portar guerra;sulla riva del mare si sedettero per riposarsi, le donne del sud, filavano lino prezioso.

2. Una di quelle, donna di rara bellezza, fra le sue chiare braccia prese Egill;la seconda era Svanhvit, indossava piume di cigno;la terza ancora, la loro sorella,con le braccia cinse il bianco collo di Volundr.

3. Rimasero da allora insieme il tempo di sette inverni ma all’ottavo soffrivano di nostalgiae il nono inverno, necessità li divise; le fanciulle anelavano, giovani creature divine, attraverso la buia foresta, a portar guerra.

4. Tornava dalla caccia, il tiratore accorto;Slagfìdhr ed Egill trovarono corti deserte uscirono entrarono si guardarono intorno.Ad oriente si spinse Egill per cercare Olruna mezzogiorno Slagfìdhr per cercare Svanhvit.

5. Volundr soltanto rimase nella Valle del Lupo: l’oro rosso batteva sull’ incudine salda; richiudeva ad arte tutti gli anelli a forma di seipcnte.In questo modo aspettava la sua luminosa consorte, se a lui le piacesse tornare.

130

CARME DI VOLUNDR6. Viene a sapere Nidhudhr, signore dei Njari,

che Volundr da solo sedeva nella Valle del Lupo; uomini si misero in cammino nottetempo con indosso

[corazze chiodate. Scintillavano i loro scudi alla luce della luna calante.

7. Scesero di sella davanti allo spiovente della sala fecero ingresso poi lungo la corte;videro gli anelli tenuti insieme in una filza, tutti e settecento, che egli possedeva.

8. Li presero in mano e li rimisero a posto all'infuori di uno che tennero con sé.Tornava dalla caccia, tiratore accorto,Volundr di ritomo da un lungo cammino.

9. Andò ad arrostire came d'orsa bruna: alta bruciava la legna di pino ben asciutta, legna seccata dal vento, davanti a Volundr.

10. Sedette su una pelle d’orso, si mise a contare gli anelli,il compagno degli elfi; scoprì che ne mancava uno.Pensò che lo avesse la figlia di Hlodhvcr,la giovane creatura divina alfine ritornata.

11. Rimase così a lungo seduto che s’addomentò; fu il suo risveglio privo di gioia:percepì le sue mani in vincoli strette ed i suoi piedi saldamente legati.

12. «Oli sono quei principi che mi hanno bloccato con corde salde e mi hanno legato? »

13. Disse a quel punto Nidhudhr, signore dei Njari :« Dove hai rubato, Volundr, guida degli elfi,i nostri ori, nella Valle del Lupo? »

14. «Oro non vi era sul cammino di Grani;

131

lontana pensavo la nostra terra dai monti del Reno; ricordo che abbiamo avuto molti oggetti preziosi quando in questa casa felici siamo stati consorti,

». Hladhgudhr e Hervor nate entrambe da Hlodhvcr e la celebre Olrun, figlia del Kjarr.»

16. (...] e lei fece ingresso lungo la corte rimase sulla soglia moderò la sua voce:«È pericoloso colui che esce dalia selva.»

Re Nidhudhr dette a sua figlia, Bodhvildr, l’anello d’oro che aveva tolto dalla filza di Volundr. Lui stesso cinse la spada che era stata di Volundr.

E la regina disse:17. «Mostra i denti quando gli fanno vedere la sua spada,

e quando riconosce l’anello di Bodhvildr,simili gli occhi al serpe che scintilla.Tagliategli la forza dei tendini e lasciatelo poi in Saevaistadhr! »

Fu così che gli vennero recisi i tendini dietro il ginocchio e fu lasciato su un isolotto davanti alla terraferma: il suo nome era Saevaistadhr. Là foggiava gioielli d ’ogni genere per il re. Nessun uomo osava avvicinarsi a lui, se non il re in persona.

Volundr disse: is. « Splende la spada alla cintura di Nidhudhr

le diedi il taglio con tutta la mia arte e la temprai quanto ritenni giusto; la mia scintillante spada persempremiètolta: non vedo la spada a Volundr riportata nella fucina.

19. Bodhvildr porta ora della mia sposai rossi anelli, né posso far sì che questo cambi.»

a CANZONIERE EDCXCO

132

CARME DI VOLUNDR20. Stava seduto, batteva col martello senza dormire un

preparava instancabile cose per Nidhudhr. (attimo; Fin là vennero due giovani per vedere le gioie,i due figli di Nidhudhr, in Saevarstadhr.

21 . Vennero al forziere, pretesero le chiavi,apena fu la via alla mala intenzione quando in esso

(fissarono lo sguardo;i molti gioielli che c'erano si offersero agli occhi dei come oro rosso e tesori. (giovineni,

22. « Venite soltanto voi due, venite il prossimo giorno farò che quest’oro a voi sia donato;non dite alle ancelle ̂né a quelli di casa, no, a nessuno, che siete stati a trovarmi.»

2). Di buon’ora una persona chiamò un’altra persona, un fratello il fratello: « Andiamo a vedere gli ori! » Vennero al forziere, pretesero le chiavi, aperta fu la via alla mala intenzione quando in esso

(fissarono lo sguardo.24. Tagliò via la testa a quei giovinetti

e nella buca del mantice mise i loro piedi ma le 'tazze che sono sotto i capelli rifinì in argento, le consegnò a Nidhudhr.

2). E dai loro occhi pietre preziose inviò all’iniziata moglie di Nidhudhr.E dai denti dell’uno e dell’altrofoggiò monili da collo: li mandò a Bodhvildr.

26. Prese allora Bodhvildra lodare l’anello che aveva rotto:«Non oso parlarne se non a te solo.»

2 I crani.

133

IL CANZONIERE EDDICOdisse Volundr:

27. «Riparerò in modo tale l’anello rotto che a tuo padre sembri anche più bello e a tua madre di gran lunga miglioree a te stessa com’era prima.»

28. La vinse con la birra, come meglio seppe, cosicché nel suo seggio fu colta dal sonno:«Ora ho preso vendetta delle mie pene tutte, fuorché una, nel modo più atroce. »

29. «Buon per me» disse Volundr «se fossi su quei sostegni che gli uomini di Nidhudhr mi hanno tolto. »Col riso in gola Volundr si librò nell 'aria,piangente Bodhvildr lasciò l’isola:soffriva per la partenza dell’amante e per l'ira del padre.

jo. Fuori se ne sta l’iniziata moglie di Nidhudhr ecco che poi si avanza lungo la sala;il re al suo interno sedeva a riposarsi:« Sei sveglio Nidhudhr, signore dei Njari? »

31. « Vegliosenza posa privo di gioia;non riesco a dormire per la mone dei mici due figli: la mia testa è di ghiaccio, mi raggelano i tuoi pensieri. Ho urgenza di questo, ora: di avere un colloquio con

[Volundr.»32. « Dimmi questo, Volundr, guida degli elfi,

dei miei figli felici cosa ne è stato? »33. «Tutti i giuramenti mi farai innanzi tutto

sul bordo di una nave sul disco di uno scudo sul peno di un cavallo e sul taglio di una spada, che non ucciderai la donna di Volundr,che della mia amante non ti farai assassino; perché noi abbiamo una donna, che tu ben conosci, e un figlio abbiamo nella tua cone.

134

CARME EH VOLUNDR34. Va' alla fucina che tu stesso hai costruito,

lì troverai un mantice schizzato di sangue; tagliai via la testa dei tuoi figlie nella buca del mantice misi i loto piedi.

35. E le ‘tazze che sono sotto i capelli' rifinii in argento: le inviai a Nidhudhr; e dagli occhi pietre prezioseinviai all'iniziata moglie di Nidhudhr.

36. E dai denti dell’uno e dell’altrofoggiai monili da collo, li mandai a Bodhvildr.Ora sen va Bodhvildr gravida d’un figlio figlia unica di voi due.»

37. « Mai hai detto parole per me più doloroseper questo voglio, Volundr, auguraiti il peggio; ma non c’è un uomo tanto alto da tirarti giù da cavallo né tanto fone da abbattertiora che te ne stai sospeso in alto contro la volta celeste. »

38. Col riso in gola Volundr si librò nell’aria ma Nidhudhr triste rimase seduto.

39. « Alzati Thakkiadhr, fra i miei servi il migliore, chiama Bodhvildr, fanciulla dalle belle ciglia,che venga in veste leggiadra a parlare col padre aio. »

40. « È veto, Bodhvildr, quel che mi hanno detto: che tu e Volundr siete suri insieme nell’isola? »

41. «È vero, Nidhudhr, quel che ti hanno detto son siau con Volundr insieme nell’isola.Un’ora d’amore, non fosse mai giunta!Contro di lui non son suta buona a far nulla contro di lui non potevo far nulla. »

135

C A N Z O N E DEL N A N O O N N ISC IE N T E

Ancora un certame di sapienza, questa volta frail nano Alvisse il dio Thorr. U nano, che pretende in isposa la figlia di Thorr, viene da quest'ultimo sfidato: dovrà rispondere esauriente­mente alle sue domande, se vorrà ottenere la ragazza in isposa. Il nano risponde via via alle domande fattegli, enumerando i nomi delSole, della Luna e di altro nei vari mondi (degli uomi­ni, degli dèi ecc.). Ma Thorr min in realtà adaltro: r inganno consiste nel distrarre il nano in modo che non si accorga che il tempo passa. Verrà cosìsorpreso dalla luce del Sole, per effetto della quale, inevitabilmente, il nano verràpetrificato.

ì. «Preparerà le panche insieme a me la sposa volgerà alla sua casa.

Un pateracchio sbrigativo potrà sembrare a qualcuno ma in casa nessuno ci darà disturbo. »

2. «E questo chi è? Perché sci tanto livido intomo al naso?Sei stato stanotte in compagnia di cadaveri?

Le forme dei thursi mi sembra quasi tu abbia; ma per quella sposa non sei, tu, nato. »

3. « Alviss ho nome, dimoro sotto terra,fra la pietra ho il mio posto;

l’uomo del carro1 son venuto a trovare:nessuno infranga la ferma promessa dei viventi! »

4. «Io la infrangerò! Poiché ho sulla sposala potestà più grande, come padre.

1 Thotr.

139

IL CANZONIERE EDDICO

Non ero in casa quando ti venne promessa,io, l’unico fia gli dèi che può dare il consenso. »

5. «E questo chi è che potesti si arrogasulla donna che splende bellezza?

Fra i viandanti pochi potranno riconoscerti; da dove sbuchi fuori ? »

6. « Vingthorr mi chiamo — in lungo e in largo hoson figlio di Sidhgtani;2 [viaggiato —

contro la mia volontà non potrai avere questa giovane[donna

e ottenere il consenso per il matrimonio. >

7. « Il tuo consenso voglio averlo alla sveltae celebrare questo matrimonio;

possedere vorrei più che restame privo, la fanciulla dal candore di neve. >

8. «Le grazie della donna non ti saranno,ospite sapiente, rifiutate

se sull’universo riferirai punto per punto quel che voglio sapere, tutto.

9. Dimmi questo, Alviss, — ogni storia degli esserimi consta che tu, nano, conosci —

quale nome ha questa terra che dinanzi ai figli degliin ciascun mondo? » [uomini s’estende,

10. «Terra vien detta lira gli uomini e fra gli asi Distesa,Via la chiamano i vani;

Verdeggiante i giganti, gli elfi, Crescita Limo la chiamano gli dèi superni. »

2 Odino.

140

CANZONE DEL NANO ONNISCIENTE

11. «Dimmi questo, Alviss, — ogni storia degli esserimi consta che tu, nano, conosci —

quale nome ha il cielo, a tutti noto, in ciascun mondo? »

12. «Gelo vien detto fra gli uomini e Volta degli Astri fra gliTessitoie dei Venti lo chiamano i vani, [dèi

Terra Superna i giganti, Magnifico Tetto gli elfi, i nani Corte Gocciolante. »

13. «Dimmi questo, Alviss, — ogni storia degli esserimi consta che tu, nano, conosci —

come si chiama la luna, che vedono le creature, in ciascun mondo? »

14. «Luna fra gli uomini, Rossastra fra gli dèi,nel regno dei moni la chiamano Ruota che Gira,

Spinta i giganti. Chiarore i nani,gli elfi la chiamano Computo degli Anni. >

n. « Dimmi questo, Alviss, — ogni storia degli esseri mi consta che tu, nano, conosci —

come si chiama il sole che vedono i figli degli uomini in ciascun mondo?»

16. «Sole si chiama fra gli uomini, Sunna fra gli dèii nani lo chiamano Compagna di Giochi di

[Dvalinn,3Perpetua Fiamma i giganti, Ruota Bella gli elfi,

Tuno Splendore i figli degli asi. »

17. «Dimmi questo Alviss, — ogni storia degli esserimi consta che tu, nano, conosci —

come si chiamano le nubi frammezzo ai temporali in ciascun mondo?»

3 «Solo è femminile in islandese.

IL CANZONIERI- EDDICO

is. «Nubi si chiamano fra gli uomini, Attesa di Temporale Mosse nel Vento le chiamano i vani, [presso gli dèi,

Avviso di Pioggia i giganti, Potenza della Tempesta gii nel regno dei morti le chiamano Elmo [elfi,

[dell’Occultamento. *

19. « Dimmi questo, Alviss, — ogni storia degli esserimi consta che tu, nano, conosci —

come si chiama il vento che per gran spazio va, in ciascun mondo?»

20. «Vento si chiama fra gli uomini. Vagante presso gli dèi,Annitrente lo chiamano le potesti celesti.

Lamento i giganti. Viandante Fragoroso gli elfi,nel regno dei morti lo chiamano il Procelloso. »

21. « Dimmi questo, Alviss, — ogni storia degli esserimi consta che tu, nano, conosci —

come si chiama la bonaccia che seguili in ciascun mondo?»

22. «Bonaccia si chiama fra gli uomini, Quiete fra gli dèi,Caduta del Vento la chiamano i vani,

Aria Pesante i giganti, gli elfi Torpore del Giorno, Quiete del Giorno la chiamano i nani. »

23. « Dimmi questo, Alviss, — ogni storia degli esserimi consta che tu, nano, conosci —

come si chiama il mare in cui gli uomini affondano iin ciascun mondo? » [remi,

24. « Mare si chiama fra gli uomini Oceano fra gli dèi,Mosso lo chiamano i vani,

Dimora delle Anguille i giganti, Lagastafr4 gli elfi, Laguna Profonda lo chiamano i nani. »

4 Fo ik è il nom e della runa dell'acqua.

142

CANZONE DEL NANO ONNISCIENTE

25. «Dimmi questo, Alviss, — ogni storia degli esserimi consta che tu, nano, conosci —

come si chiama il fuoco che arde davanti ai figli degliin dascun mondo? » (uomini,

26. «Fuoco si chiama fra gli uomini. Fiamma fra gli asi.Tremulo lo chiamano i vani.

Avido i giganti, Bruciante i nani,nel regno dei moni lo chiamano Colui che

[s’afftetta. »

27. « Dimmi questo, Alviss, — ogni storia degli esserimi consta che tu, nano, conosci —

come si chiama la selva- che cresce davanti ai figli degli in ciascun mondo?» (uomini

28. « Selva si chiama fra gli uomini. Criniera del Terreno fraAlga del Pendio la chiamano i defunti, (gli dei,

Combustibile i giganti. Belle Fronde gli elfi.Verga la chiamano i vani. *

29. «Dimmi questo, Alviss, — ogni storia degli esserimi consta che tu, nano, conosci —

come si chiama la notte, la nata di Non, in ciascun mondo? »

jo. «Notte si chiama fra gli uomini, Oscuriti fra gli dèi Maschera la chiamano le potestà celesti

Non-Luce i giganti. Piacere del Sonno gli elfi,Signora del Sogno la chiamano i nani. »

31. «Dimmi questo, Alviss, — ogni storia degli esserimi consta che tu, nano, conosci —

come si chiama il cereale che seminano i figli degliin ciascun mondo? » [uomini,

32. «Orzo si chiama fra gli uomini, Cereale fra gli dèiPiana lo chiamano i vani,

143

Cibo i giganti, Lagastafr gli elfi,nel legno dei morti lo chiamano Testa Curva. »

33. «Dimmi questo, Alviss, — ogni storia degli esserimi consta che tu, nano, conosci —

come si chiama la birra che bevono i figli degli uomini, in ciascun mondo?»

34. «Bina si chiama fra gli uomini, Bjorr fra gli asi,Bevanda la chiamano i vani.

Puro Liquido i giganti, Nettare, nel regno dei morti, Simposio la chiamano i figli di Suttungr. »

3V «Nel peno d'uno solo mai ho visto più antica scienza.

Da un inganno possente ti dico ingannato:dal giorno sei stato sorpreso, nano, sulla terra. Ormai batte il Sole nella corte. »

IL CANZONIERE EDDICO

144

PRIM O CARME DI HELGI U CCISO RE DI H U N D IN G R

È ilprimo dei tre carmi eroici dedicati a Helgi, qui figlio di Bor­ghildr. Sin dal momento della nascita prodigi ne annunciano il grande valore. Due sono gli elementi di spicco del carme: l'uc­cisione del re avversario Hundingr e lo sterminio della sua stir­pe; l ’amore e la protezione della valchiria Sigrun. Al centro della composizione c ’è però la spedizione navale di Helgi con­tro il rivale Hodhbroddr e il battibecco fra i capi avversari Sinf­jotli e Gudhmundr, con lo scontro susseguente, llcarme termi­na con la lode di Helgi, cui toccala vittoria sui nemici e insieme l'amore di Sigrun.

Qui comincia il carme di Helgi uccisore di Hundingrcdi Hodh­broddr

(Carme dei Volsunghi)

1. Era l’inizio dei tempi quando aquile dettero in strida, sacre le acque scorrevano dai Monti Celesti.Allora Helgi il magnanimoda Borghildr venne dato alla luce in Bralundr.

2. Scesa la notte sulle corti le nome vennero che al principe predisposero la vita.Comandarono che, signore, avesse gran fama e fra i regnanti fosse ritenuto il migliore.

3. Con vigore ritorsero i (ili del destino,— si atterrano rocche in Bralundr.

147

a CANZONIERE EDDICO

Composero fili d’oro e nella corte lunare nel mezzo li fissarono.

4. A oriente, a occidente invisibili fissarono estremità; ottenne il principe la zona frammezzo.Gettò la congiunta di Neri1 a settentrione una sola catena: comandò che reggesse in eterno.

5. Una cosa soltanto portò costernazione all’uomo degli[llfinghi

e alla sua donna che partorì l’amato bambino.Il corvo parlò al corvo — stava su un albero alto in attesa di cibo: «Una cosa io so.

6. S’erge in corazza il figlio di Sigmundr,vecchio d’un giorno — è giunto, ecco, il tempo — fieri gli occhi come guerrieri; è l’amico dei lupi: dobbiamo esser felici! »

7. Regale alle schiere pareva il suo portamento,si diceva fra gli uomini : « eccolo, il messaggero degli In persona il sovrano sortì dalla mischia [dèi. »per dare al giovane principe un dono augurale.2

8. Helgi gli dette nome e gli dette Hringstadhir Solfjoll, Snaefjoll e Sigarsvellir,Hringstadhir, Hatun e Himinvangare un’adorna 'serpe del sangue’,3 al fratello di Sinfjotli.

9. Prese a crescere allora al petto degli amici, olmo di nobili natali, luce intensa di gioia.Rese il dovuto e dette oro al seguito.Non risparmiò il principe il tesoro intriso di sangue.

1 Noma.2 Porro.3 Spada.

148

PRIMO CARME DI HELGI UCCISORE DI HUNDINGR

i o. Non aspettò il prìncipe a lungo a dar battaglia: aveva il sovrano quindici anni.E fece il forte Hundingr cadere, che da tempo reggeva uomini e terre.

11. Pretesero poi dal figlio di Sigmundr ricchezze, anelli, i discendenti di Hundingr; perché rivendicavano dal ic un indennizzo per la ruberìa e la morte del padre.

12. Non dette il principe doni per ripararené consegnò tantomeno compensi ai congiunti.Furiosa tempesta a loro fu preannunciata di ferree lance e l'ira di Odino.

i j . Vanno i combattenti a cozzare di spade dove fissarono, nei pressi di Logafjoll.La pace di Frodhi fu rotta in mezzo ai nemici: vanno le 'cagne di Vidhrìr’4 in perpetuo avide di

[carogne.

14. Sedette il sovrano sotto la Pietra dell’Aquila, dopo che ebbe ucciso Alfr ed Eyjolfr,Hjorvardhr e Havardhr, figli di Hundingr; ogni altro ‘Mimir della lancia’5 aveva abbattuto.

15. Sorse allora una luce da Logafjoll e dalla luce vennero fulmini.E sotto gli elmi c’era in Himinvangar (...)Cosparse erano le loro cotte di sangue a chiazze e dalle lance procedevano bagliori.

16. Appena giorno chiese, dalla selva del lupo, il prìncipe, dunque, alle donne del sud

4 I lupi di Odino.5 Kenning per « guerriero ».

149

IL CANZONIERE EDDICO

se alla loro dimora, in mezzo ai guerrieri, volessero andare quella notte. Ci fu frastuono d ’archi.

17. E da cavallo la figlia di Hogni— trascorso il fragore degli scudi — disse al sovrano:€ Altri compiti credo ci tocchinoche bere la birra con ‘colui che rompe gli anelli’ .6

18. Ha promesso in isposa, mio padre, a un violento sua figlia, al figlio di Granmarr.Ma io, o Helgi. ho parlato di Hodhbroddr, re senza vergogna, come del piccolo di un gatto.

19. Ecco, verrà il sovrano, fra poche notti, se con lui non fissi il campo della sfida e la fanciulla non sottrarrai al signore. >

disse Helgi:20. «Non devi aver paura, mai, dell’uccisore di Isungr!

Nel ruggito della battaglia sarò oppure morto. >

21. Mandò messaggeri da quel luogo il sovranoper terra, per mare a chiedere uomini, navi da guerra e in abbondanza oro prezioso da offrire a quegli uomini e ai loro figli.

disse Helgi:22. «Chiedete subito che vadano alle navi

e si preparino a salpare da Brandey! »Là restò il principe finché vi giunsero uomini innumerevoli da Hedhinsey.

23. E là dai loro ormeggi, da Stafnsnes le sue navi uscirono, belle d’oro.Allora chiese Helgi a Hjorleifr:« Hai mai conosciuto tanti eroi intrepidi ? »

6 Per distribuirne i pezzi in dono, cioè « principe».

150

PRIMO CARME DI HELGI UCCISOMI DI HUNDINGR

24. E il giovane sovrano rispose all’altro;disse di aver contato a fatica le navi dalle prore elevate che coi loro equipaggi sul mare di Tronoeyrr salpavano nell'Orvasund:

2 v « Mille e duecento uomini fidatie tuttavia in Hatun il doppio più di questi contano le truppe del re: ci aspettiamo uno scon tro

[furioso. »

26. E tolse il capitano le tende di prora:si svegliarono allora i nobili soldati, tutti, e scorsero la prima luce del giorno e i principi levarono sull’albero maestro vele al vento nel fiordo di Varinn.

27. Sorse il fragore dei remi e lo stridore dei ferri battevano scudi contro scudi: remavano i vichinghi.Al comando dei principi balzò veloce in avantila flotta reale via dalla terra, lontano.

28. Ed all’ascolto fu, quando insieme convennero le 'sorelle di Kolga’7 e le chiglie allungate, come se monti o marosi volessero andare in pezzi.

29. D'issare alta la vela Helgi dette il comando; ne fu contro i flutti impari l'equipaggio quando tremenda la 'figlia di Aegircercò dar balta ai ‘ timonati destrieri’.

30. Loro, sì, loro salvò Sigrun dall’alto, battagliera, insieme alla nave.Dalla mano di Ran con forza il regale ‘animale marino’ si districò nei pressi di Gnipalundr.

7 Kenning per « onde ».8 Kenning per «onda».

151

IL CANZONIERE EDDIGO

31. E quando fu sera in Unavagarle imbarcazioni ben costruite indenni tenevano il e loro, sì, loro, giunti da Svarinshaugr, (mare;preoccupati, spiavano l’esercito.

32. Nato da dèi, Gudhmundr chiese a quel punto:« Chi è il signore che in mare comanda i soldati e la truppa agguerrita capeggia da terra? >

33. Prese a parlare Sinfjotli. Dal pennone agitavalo scudo rosso, era d ’oro il margine.Era là, il ‘guardacoste’, lui che poteva discorrere e con i principi barattar parole:

34. « Dillo stasera, nel tempo in cui governi i maiali e le cagne vostre alletti con buoni bocconi, come gli Ilfinghi siano giunti da oriente assetati di battaglie a Gnipalundr.

3). Là Hodhbroddr troverà Helgi,principe che non indietreggia, in mezzo alle navi.Lui che spesso dette cibo alle aquile: mentre tu alle macine te la facevi con schiave. »

disse Gudhmundr:36. « Poco rammenti, signore, delle antiche parole,

se false ai principi colpe rimproveri.Hai divorato ghiottonerie da lupi e ti sei fatto assassino di tuo fratello; spesso hai succhiato ferite con gelide labbra, odioso a tutti hai strisciato sulla petraia.»

disse Sinfjotli:37. «Un'indovina fosti in Varinsey

donna intrigante partoristi menzogne ancora.Dicevi di non volere sposare nessun uomo che avesse veste di corazza, che non fosse Sinfjotli.

152

PRIMO CARME 01 HELGI UCCISORE DI HUNDINGR

<8. Eri, tu, la nefasta, strega, valchiria terribile, violenta, presso Alfodhr.9Tutti gli 'scelti* combattevano l’un l’altro,donna ostinata, per causa tua.

y>. In numero di nove al promontorio di Saga demmo alla luce lupi: di tutti io solo il padre. >

disse Gudhmundr:40. «Non fosti il padre della cucciolata,

seppure più vecchio fra tutti, a quanto ricordo, perché ti castrarono davanti a Gnipalundr,le donne dei giganti, . in Thorsnes.

•i i. Figliastro di Siggeirr, ti sdraiavi sulla spiaggia solito all’ululare del lupo là fuori nelle foreste. Mali di ogni sorta ti piombarono addosso quando a tuo fratello trapassasti il petto.Ti facesti un nome con quelle nefandezze!

42. Eri puledra di Grani in Bravollr,dal morso d’oro, cri pronta alla corsa.Stanca ti ho cavalcata per qualche tratto, spossata sotto la sella, vacca! giù per la discesa. »

disse Sinfìotli:•tj. «Davi l’impressione di un giovane depravato,

quando mungevi le capre di Gullnir e poi, ancora, d ’esscr figlia di Imdhr, ammasso di cenci! Vogliamo continuare? »

disse Gudhmundr:41. « Alla rupe di Freki col tuo corpo mono

vorrei tu ingrassassi i corvi piunosto che allettare le voste cagne con buoni bocconio nutrire maiali, il diavolo ti poni ! »

9 Odino.

153

IL CANZONIERE EDDICO

disse Helgi:45. «Per voi, Sinfjotli, certo si addice

dar battaglia e rallegrare le aquile invece di bisticciare, inutili parole,anche se 'quelli che rompono anelli' si odiano l'un

[l'altro.

46. Validi non mi paiono i figli di Granmarr, ma devono i principi parlare solo di fatti.Han dato segno in Moinsheimarche l'animo posseggono di maneggiar le spade. »

47. Impetuosi lanciarono alla corsa Svipudhr, Sveggiudhr, verso Solheimar, per umide valli di rugiada per clivi tenebrosi ; tremò il 'mare di Mist’,10 per il tratto che gli uomini

(percorsero.

48. Trovarono il sovrano sulla porta della cone; annunciarono al capo che si avvicinavano in arme. Restò fuori Hodhbroddr copeno dall’elmo, scrutava le truppe a cavallo della sua gente:« Perché volti tesi fra i Hniflunghi? »

disse Gudhmundr:49. «Volgono qui, alla riva, rapide chiglie,

‘cervi dei pennoni ' 12 e pennoni svettanti scudi molti e remi politi,schiera imponente di nobili, Ufinghi in festa.

50. Mettono i piedi a terra quindici schiere, ma fuori Sogn sono settemila,qui nel porto stanno schierati davanti a Gnipalundr cupi ‘animali della battigia’12 adorni d’oro.

10 « Nebbia»o«lem».11 Nibelunghi?12 Kenmtig per «navi».

154

PRIMO CARME DI HELGI UCCISORE DI HUNDINGR

Là il loro numero è davvero immenso: non vorrà Helgi ora tardare a dar battaglia. »

disse Hodhbroddr:51. «Corra il destriero al supremo convegno,

Sporvitnir verso Sparinshcidhr,MclnireMylnir alla volta di Myrkvidhr!Nessuno fate che resti indietrofra chi sa vibrare ‘la vampa che ferisce a mone*.11

52. Invita Hogni e i figli di Hringr,AtlieYngvi, Alfr il vecchio; sono bramosi di dar battaglia.Contro i Volsunghi stiamo pronti a resistere! »

53. Fu un turbine allora quando cozzarono insieme aimi di ferro in Frekasteinn.Sempre fu Hclgi, uccisore di Hundingr, primo della schiera in cui si combatteva,assetato di scontri per nulla disposto a fuggire.Forte aveva l’eroe la ‘ghianda dell’animo’.14

54. Dal cielo là vennero donne coperte da elmi— saliva il clamore delle aste — a proteggere il

(principe.Parlò a quel punto Sigrun — volavano le feritrici, ebbero i lupi il ‘cibodiHuginn’:15

55. «Salvo, signore, gioirai degli uomini,tu, progenie della stirpe di Yngvi. E vivrai felice, tu, che hai prostrato un principe per nulla indine alla e che causò la morte di chi gli era contro. (fuga

13 Kenning per « spada ».14 Kenning per «cuore».15 Kenning per «cadaveri ».

155

56. Ben ti spettano, sovrano, l’uno e l’altro, i rossi anelli e la regale fanciulla.Salvo, signore, dell’una e dell’altra gioirai: della figlia di Hogni e di Hringstadhir, della vittoria e del regno: ecco, e conclusa la tua

[battaglia.»

IL CANZONIERE EDUCO

CARME DI HELGI FIG LIO DI HJORVARDHR

U carme è composito: vi si mescolano vari motivi e a tenerli in­sieme non ì altro che il nome di Helgi, qui figlio di Hjorvardhr. Helgi è amato e protetto da Svava, una valchiria: è lei che, du­rante una spedizione navale, lo difende dalle streghe che insi­diano ilpercorso dell'eroe e dei suoi. Anche in questo caso, co­me nel carme precedente, assistiamo a un alterco che qui oppo­ne Attila, guerriero di Helgi, alla strega che tenta di sbarrare il passaggio <dprincipe. Alla fine del carme si parla di unacontro- venia fra Helgi e il fratellastro Hedhinn riguardo a Svava: ognuno di loro vorrebbe averla per sé. Ma Helgi, sconfitto da Alfi e in punto di morte, affida Svava a Hedhinn, ilquale pro­mette di nonfarritomo in quella terra se non dopo aver vendi­cato Helgi.

Hjorvardhr c Sigrlinn

Si chiamava Hjorvardhr un re: ebbe quattro spose. Una di no­me Alfhiidr, il figlio della quale si chiamava Hedhinn. La se­conda di nome Saereidhr, il figlio della quale si chiamava Humlungr. La terza di nome Sinrjodh, il figlio della quale si chiamava Hymlingr. ReHjorvardhravevaoradecisodi prende­re in sposa la donna più desiderabile che avesse conosciuto. Aveva sentito dire che re Svafnir aveva una figlia, fra tutte la più bella: si chiamava Sigrlinn.Lo jarl del re si chiamava Idhmundr. Attila era suo figlio; que­st'ultimo si era messo in viaggio per chiedere, a nome del re, Sigrlinn in isposa. Per un inverno rimase con re Svafnir. Là lo jarl si chiamava Franmarr, padrino di Sigrlinn ; sua figliasi chia­mava Alof. Lo jarl alla fine decise di rifiutare la mano della ra­gazza e Attila fece ritorno a casa.

159

t l CANZONIERE EDUCO

Attila, il figlio dello jarl, si venne a trovate un giorno in un ceno bosco e un uccello stava su un ramo in alto, sopra di lui e aveva ascoltato gli uomini di Attila dite che le donne, che re Hjor­vardhr aveva sposato, erano le più desiderabili. Cinguettava l’uccello; Attila ascolava quanto diceva. Parlò:

t. «Sigrlinn, l'hai visa, la figlia di Svafnir, la più bella fa le fanciulle nella Dimora d’Amore?1 Anche se d’ogni grazia paiono agli uomini colme le spose di Hjorvardhr, in Glasislundr. »

disse Attila:2. «Vuoi più ancora per Attila,

per il figlio di Idhmundr, parlare, savio uccello? »

disse il corvo:«Lo farò, se a me il principe vorrà sacrificare, se quel che voglio potrò scegliere dalle case del re.»

disse Attila:3. « Non scegliete Hjorvardhr, non i suoi figli,

né le belle del signorenon le spose che ha con sé il sovrano.Mettiamoci d’accordo bene, come sanno gli amici.»

disse il corvo:4. «Un tempio sceglierò, altari molti,

vacche, d’oro le coma, dalle staile reali; se fa le braccia Sigrlinn gli dorme edibuongrado lei il principe segue.»

Questo accadde prima della panenza di Attila. E quando giunse a casa e il re gli chiese notizie, disse:

I Nel lesto Mmurheimr.

160

CAKMB M HEIXJI FIGLIO DI HJOBVA1DHR

v « Fatica tanta, messaggi niente.Abbiamo sfiancato i cavalli su alture scoscese dovemmo guadare, poi, il fiume Saemom.Ebbene, ci fu rifiutata la figlia di Svafnir, che ebbe anelli in dono, lei che volevamo avere. »

Il re decise: si sarebbero messi in viaggio una seconda volta. Lui in persona si mise in viaggio. Ma appena giunsero su una montagna videro in Svevia incendi e nugoli di polvere abati dai cavalli. Galoppò il re giù dalla montagna, verso il bassopiano; e in riva a un fiume pose il campo per la notte. Attila montava la guardia; e attraversò il fiume. Trovò una casa, un grande uccello posato su di essa che la sorvegliava, ma era assopito. A ttilacon un’asta trapassò ì’ uccello, uccidendolo. In casa trovò Sigriinn, figlia del re e Alof, figlia dello jarl. Le portò ambedue con sé. Lo jarl Franmarr aveva assunto forma d’aquila per difenderle dai nemici, per virtù di magia.Si chiamava Hrodhmarr il re, pretendente di Sigriinn; aveva ucciso il re degli Svevi, saccheggiato e messo a fuoco la loro terra.Re Hjorvardhr prese in isposa Sigriinn e Attila Alof. Hjorvardhr e Sigriinn ebbero un figlio, robusto e di bei lineamenti. Era taciturno ed era senza un nome. Sedeva su un’altura. Vidccavalcare nove valchirie; una, fra quelle, faceva spicco per la sua bellezza. Fu lei a parlare:

6. «Non presto disporrai di anelli, Helgi,forte ‘melo della battaglia’2 né reggerai le valli di

IRodhull— dette in strida l’aquila al mattino— se sempre taci, benché nell’animo, eroe, ti mostri coraggioso. »

7. « Cosa accompagnerai al nome Helgi, splendente dea, dacché me lo hai imposto?

2 Kenning per «guerriero».

161

0. CANZONIERE EDDICO

Rifletti bene sul suono di ogni paiola!Lo accoglierò se avrò anche te.»

8. «In Sigaisholmr so che ci sono spade, meno quattro, cinquanta.Una di quelle fca tune è la migliore, arma di sventura in guaina d’oro.

9. Un anello a capo dell’elsa un animo nel mezzo tenibile incantesimo sulla punta: questo ha chi la lungo il filo coire un serpente color sangue, (possiede; sul dorso un rettile torce la coda. »

C’era una volta un re di nome Eylimi; Svava eia sua figlia: una valchiria cha cavalcava per cielo, per mare. Fu lei che dette a Helgi il nome e che, in seguito, lo protesse molte volte nelle battaglie. Disse Helgi:

10. «Non sei un re, Hjorvardhr, felice nei tuoi consigli, guida d’eseiciti, anche se sei conosciuto:hai devastato col fuoco dimore di sovrani e loro non fecero a te niente di male.

11. E Hiodhman s'impadroniri degli anelli di cui la nostra stirpe era in possesso.Della vita il principe fa pochissimo conto pensa d’amministrare un’eredità senz’eredi.»

Rispose Hjorvardhr che avrebbe dato aiuto a Helgi, se egli avesse vendicato il padre di sua madre. Si mise allora Helgi in cerca della spada che Svava gli aveva descritto. Si misero in viaggio, allora, insieme ad Attila e uccisero Hrodhman e molte volte agirono da eroi. Uccise il gigante Hati che viveva su un ceno monte. Helgi e Attila oimeggiarono le navi nel fiordo di Hati. Attila rimase a vegliare la prima pane della none. Disse Hrimgerdhr, figlia di Hati:

162

CAIMB DI HELGI FIGLIO DI HJORVARDHR

12. «Chi sono gli eroi nel fiordo di Hati?Sulle vostre navi è alzato un muro di scudi: coraggiosi vi presenute; ben poco, mi sembra, vi

Rivelatemi il nome del vostro re! » (spaventa.

disse Attila:13. «Si chiama Helgi, in nessun punto puoi

fargli del male; ripari di ferro coprono le imbarcazioni del principe.

Non potrete, streghe, colpirei a mone. »

M. «Come ti chiami (disse Hrimgerdhr) uomo possente, come ti chiamalo gli uomini?

in te ha fiducia il prìncipe tanta da farti occupare la bella prora della sua nave.»

i). «Attila mi chiamo, sarò terrìbile conuo di te: più che nemico sono ai mali spiriti;

le prore bagnate ho spesso occupato e ucciso le ‘amazzoni della sera’.3

16. Come ti chiami, strega ghiotta di cadaveri?Di’ il nome di tuo padre, mostro!

nove leghe ti meriteresti di sprofondare, ti cresca orzo nel petto! »

17. «Mi chiamo Hrimgerdhr Hati si chiamava mio padre,un gigante lo sapevo oltremodo possente;

molte fanciulle rapi dalle loro case finché Helgi venne a ucciderlo. »

is. «Te ne savi, strega, davanti alle navi del prode all’imboccatura del fiordo:

i guerrieri del principe avresti consegnato a Ranse per te non vi fossero sate lance frammezzo. »

3 S tre g h e .

163

IL CANZONIERE EDDICO

19. « Attila ti sbagli, sogni, ti dico,le sopracciglia fai piombaie sulle ciglia.

Mia madre eia dinanzi alle navi del principeio, nel mate, facevo bere i figli di Hlodhvardhr!

20. Dovresti nitrite, Attila, se non fossi castrato.Hrimgerdhr rizza la coda;

ancora più indietro, credo, sta, Attila, il tuo cuore anche se il nitrito è da stallone. »

21. «Ti sembrerei uno stallone se tu volessi provare!E io potessi giungere per l’onda fino a terra.

Saresti stecchita, quanto e vero che non scherzo: abbasseresti la coda, allora, Hrimgerdhr! »

22. «Attila, vieni a terra! Se confidi nella tua forza,incontriamoci nella baia di Varinn!

Piatte, uomo, diventeranno le tue costole se mi verrai fra le grinfie. »

23. « Non verrò prima che gli uomini siano sveglie montino la guardia al signore;

non mi sarebbe inatteso che spuntasse fuori presso la nostra nave una strega. »

24. «Svegliati, Helgi, fa' ammenda a Hrimgerdhrperché uccidesti Hati.

Possa soltanto una notte dormire a fianco del principe, allora il torto sarà lavato.»

2). «Lodhinn si chiama chi dovrà possederti — sei schifosa[per gli esseri umani —

dimora, il gigante, in Tholley, sapientissimo gigante, il peggiore fra chi abita la petraia:

è il maschio adatto per te! »

26. « L’altra preferiresti, Helgi, che sorvegliò il porto la scorsa notte insieme ai tuoi uomini;

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CARME DI HELGI FIGLIO DI HJORVARDHR

fanciulla adorna di molto oro, la penso a me superiore qua venne per l’onda a terra [per forza;e fece, cosi, sicura la vostra flotta.

È soltanto per lei che io non possouccidere gli uomini del sovrano. »

27. « Ascolta, Hrimgerdhr, ora, se vuoi che faccia[ammenda per il male subito,

parla compiutamente al principe: un solo essere era che salvò le navi del sovrano

o più ne vennero insieme? »

28. «Tre volte nove fanciulle, sebbene una sola le guidasse,bianca fanciulla coperta dall’elmo.

Si scuotevano i loro cavalli, dalle criniere procedeva rugiada nel fondo della valle grandine in alto nel bosco, onde fra i viventi l’abbondanza.Triste fu per me quel che io vidi. »

29. « Ora guarda a oriente, Hrimgerdhr! Ti ha preso Hclgicon rune di morte.

In terra, in mare la flotta del principe è al sicuro e del sovrano gli uomini ugualmente.

30. È giorno, Hrimgerdhr, e Attila t’ha trattenutofin quando avesse fine la vita.

La stele del porto, risibile, tu sembri là dove t’ergi, fotta di pietra. »

Re Hclgi era un guerriero di gran forza. Si recò da re Eylimi e chiese in isposa Svava, sua figlia. Helgi c Svava si giurarono fedeltà e si amarono moltissimo. Svava si trovava a casa con suo padre, mentre Hclgi prendeva pane a una spedizione militare; come prima, Svava era una valchiria.Hedhinn si trovava a casa con suo padre, re Hjorvardhr, in Norvegia. Una volta Hedhinn, tornando a casa dalla foresta, solo, una sera di dicembre incontrò una donna dei troll:

165

IL CANZONIERE EDUCO

cavalcava un lupo; per brìglie aveva serpenti. Offerse compagnia a Hedhinn: «No! » rispose quest’ultimo. La donna disse: «Mela pagherai per questo alla coppa del giuramento! » Aseraformularonoivoti. Il cinghiale sacrificale era dinanzi. Là gli uomini stesero le mani: fecero, allora, gli uomini, voto con la coppa del giuramento. Hedhinn formulò un voto su Svava, figlia di Eylimi, amata di Hclgi, suo fratello; ma di questo si pent} tanto che s’incamminò per un sentiero selvaggio, verso la terra meridionale e trovò Helgi, suo fratello.

disse Helgi:31. «Ben vieni, Hedhinn! Che mi puoi dire

di nuovo dalla Norvegia?Perché ti sei spinto, nobUe, fuori dalla tua terra e solo sci venuto a trovarci?»

32. «Una sventura m’ha colpito ben grande; prole di te ho scelto,l’amata tua, alla coppa del giuramento. »

33. «Non fartene colpa! Veri diventeranno, per te e per me, Hedhinn, gli impegni presi.Un principe m’ha sfidato a battermi sul greto; tre notti di tempo e lì dovrò recarmi:è dubbio che farò ritomo.Così tutto andrà per il meglio, se è destino.»

34. « Dicevi, Helgi, che Hedhinn era degno di oggetti preziosi e di grandi doni.A tc s’addice arrossare la spada piuttosto che ofirire la pace ai tuoi nemici.»

Helgi aveva parlato così perché sentiva vicina l'ora della morte; e disse anche questo, che i suoi spiriti protettori avevano visitato Hedhinn, quando egli aveva visto la donna cavalcare il lupo. Un re di nome Alfr, figlio di Hrodhmarr, aveva stabilito con Helgi il luogo del combattimento nel campo di Sigarr, di lì a tre giorni.

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CARME DI HELGI F1GUO DI HJORVARDHR

Allora diiste Helgi:». « Cavalcava su un lupo all'imbrunire

una donna che a lui offerse compagnia.Sapeva, lei, che avrebbe incontrato la mone il figlio di Sigrlinn nel campo di Sigan. »

Là fu ingaggiato uno scontro violento e là Helgi fu ferito a mone.

j6. Helgi mandò Sigarr a cavallo dall’unica figlia di Eylimi; la pregò che subito si preparasse, se voleva trovale il principe in vita.

>7. « Helgi qui mi ha mandato perché parlassi proprio a te, Svava; ti manda a dire il principe che ti vorrebbe incontrare prima che quel grande abbia reso lo spirito.»

3». « Che accade a Helgi, al figlio di Hjorvardhr?Pene violente mi danno sofferenza;se il mare l’ha stretto nel suo giogo o l’ha morso una10 falò a quegli uomini del nule. » [spada,

y>. «Cadde stamane qui, a Fiekasteinn,11 principe, lui sotto il sole il migliore.Alfr otterrà intera la vittoria,anche se questa volta non avrebbe dovuto.»

40. «Salute a te, Svava! Vinci l’angoscia, questo nel mondo sarà l’ultimo incontro.Versano al principe sangue le ferite,prossima al cuore la spada m’è giunta.

41. Svava, ti chiedo — non piangere, sposa— se vuoi ascoltare le mie parole:che a Hcdhinn tu prepari il giaciglio e al giovane principe doni il tuo amore. »

167

IL CANZONIERE EDDICO

42. «Questo ho detto nella ‘Dimora d'Amore' appena Helgi mi donò l'anello:che non di mio volete, morto il principe, avrei fra le mie braccia stretto un altro sovrano. »

dòse Hedhinn:43. « Baciami, Svava! Non tornerò un 'altra volta

a Rogheimr né a Rodhulsfjoll,prima di aver vendicato il figlio di Hjorvardhr, lui ch'era principe sotto il sole il migliore.»

Si dice che Helgi e Svava siano rinati.

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SE C O N D O CARME DI HELGI U CC ISO R E DI H U N D IN G R

La storia di Helgi viene ripresa ancora una volta in questa com­posizione: l'eroe, figlio di Sigmundr e Borghildr, viene qui detto Volsungo. Più sviluppato è il tema dell'amorefra Helgi e Sigrun, deiqualisiriportanocolloqui. È presente anche il tema della spedizione navale e dell'alterco, questa volta fra Sinfjotli e Gudhmundr. Ma lo spunto peculiare che il carme ci offre è quello, particolarmente suggestivo, del ritorno di Helgi, ormai morto, nelmondodeiviviedelsuoincontroconSigrun, quasia sottolineare fòrza e limiti dell'amore umano.

I Volsunghi

Re Sigmundr, figlio di Volsungr, sposò Borghildr in Bralundr. Chiamarono loro figlio Hclgi, in ricordo di Helgi figlio di Hjor­vardhr. Ad allevare Helgi fu Hagall.Un re potente si chiamava Hundingr: da lui prese nome la Hundland. Era un grande guerriero ed ebbe un gran numero di figli che presero parte a campagne di guerra. Discordie e ostilità sopravvennero fra i figli di re Hundingr e quelli di re Sigmundr; i parenti si uccidevano l’unl ’altro. Re Sigmundr e la sua stirpe avevano nome Volsunghi e Ilfinghi.Hclgi si mise in viaggio, per spiare fra le genti del seguito di re Hundingr. Hacmingr, figlio di re Hundingr, si trovava a casa. Mentre se ne stava andando, Helgi s* imbattè in un giovane pa­store e disse:

i. « Di’ a Hacmingr che Helgi rammenta colui che nella corazza abbatterono gli uomini.Grigio un lupo si aggirava fra voi, laddove re Hundingr immaginava Hamall. »

171

IL CANZONIERE HDDKDO

Hamall era il nome del figlio di Hagall. Re Hundingr mandò alcuni uomini da Hagall per cercare Helgi. E Hclgi, non potendo fuggire per un’altra via, indossò veste da ancella e andò alla mola. Cercavano, quelli, e non trovavano Helgi. Disse a questo punto Blindr, maestro d’inganni:

2. «Aguzzi sono gli occhi della serva di Hagall, non e prole di contadino che è ritta alla macina: si spezzano le pietre, si schianta l’asse della mola.

y Un destino crudele e toccato al guerriero ora che il principe deve macinare l’orzo.Piuttosto s’adatta a quella manol’elsa della spada che il tronco della macina. »

Rispose Hagall, dicendo:A. « Nessuna meraviglia se l’asse della mola rintrona:

è figlia di re, lei che muove il tronco della macina: più in alto delle nubi procedeva, come i vichinghi ebbe Tardile di battersi prima che Helgi la catturasse: è la sorella di Sigarr, di Hogni, perciò fieri ha gli occhi la ragazza degli llfìnghi. »

Helgi scappò e viaggiò su una nave da guerra. Uccise re Hundingr e venne, da quel momento in poi, chiamato Helgi l’uccisore di Hundingr. Con la sua schiera fece sosta a Brunavagar e là, sulla spiaggia, uccisero molti capi di bestiame razziati e li mangiarono crudi. Un resi chiamava Hogni; Sigrun era sua figlia, una valchiria e cavalcava peraria e per mare: era Svava, rinata. Sigrun cavalcò alla volta delle navi di Helgi e disse:

V «Chi sospinge f r a l’onde le navi alla riva?Guerrieri, di che paese siete?Che v’attendete in Brunavagar?Quali vorreste conoscere vie? »

172

disse Helgi:6. «Hamall sospinge le navi alla riva;

Hlcscy è il nostro paese;venti propizi aspettiamo in Brunavagar; dell’oriente vorremmo conoscere le vie. »

disse Sigma:7 . «Dove, tu che comandi, hai inciato a battaglia

o nutrito le ‘oche caie alle sorelle di Gunnr’?1 Perché la tua corazza ha schizzi di sangue?Perché, l’elmo calcato in tesa, si mangia carne cruda? »

disse Helgi:8. «Questo na fatto or ora il congiunto degli llfinghi,

nel mare occidentale, se desideri saperlo:ho catturato orsi in Bragalundr e i figli delle aquile con frecce ho saziato.

9 . È detto ora, ragazza, come andarono le cose, perché sul mare assai poca mangiai came anostia.»

disse Sigma:10. «Dichiari le tue imprese. Fu da Helgi

re Hundingr steso sul campo;lo scontro U portò l’un contro l’altro per vendicare i E corse il sangue sul taglio della spada.» (congiunti.

disse Helgi:11. «Come sai chi etano quelli,

donna d’accorti sensi, che vendicarono i congiunti?Molti sono i fieri figli di guerrieri esimili ai nostri.»

SECONDO CARME DI HELGI UCCISORE DI HUNDINGR

I Le « sorelle di Gunnr »sono le valchirie; le « oche care alle sorelle di Gu nnr *Aen mng per «corvi».

disse Sigrun:u. «Non ero lontana, principe guida d'eserciti,

l’altra mattina negli ultimi attimi che il re ebbe di vita.E dico astuto il figlio di Sigmundr che in rune di morte tende noto l’evento.

13. T’ho già visto, prima, una volta, su una nave da guerra, quando occupavi la prora coperta di sangue e umide giocavano onde gelate.È inutile che neghi l’eroe dinanzi a me, la figlia di Hogni conosce Helgi. »

Un re potente sì chiamava Grarunarr: dimorava in Svarin- shaugr. Ebbe molti figli: Hodhbroddr, per secondo Gudh- mundr, per terzo Starkadhr. Hodhbroddr era a un incontro di re; prese persé, come promessa, Sigrun, figlia di Hogni. Appe­na lo venne asapere, quest’ultimacavakò insieme alle valchirie per mare e per cielo, alla ricerca di Helgi.Helgi si trovava allora a Logafjoll, dove aveva sconfitto i figli di Hundingr. Là piegò, a quel tempo, AlfreEyolfr, Hjorvardhr e Hervardhr; stanco per le molte battaglie, sedette sotto il Picco dell’Aquila. Là lo trovò Sigrun; gli si gettò al collo baciandolo. Gli disse la sua ambasciata, come si racconta nel

IL CANZONtEM EDUCO

Carme antico dei Volsunghi

14. Trovò Sigrun il prìncipe contento: con tenerezza prese Helgi per mano, parlava e baciava il re coperto dall’elmo.Allora fu preso il principe da amore per la donna.

i). Con tutto il cuore già amava, lei,il figlio di Sigmundr prima ancora d’averlo visto.

disse Sigrun:16. «Venni promessa a Hodhbroddr dinanzi all’esercito,

ma un altro principe desideravo prendere;

174

temo tuttavia, signore, l'ira dei congiunti.Ho compromesso la scelta voluta da mio padre. »

17. La figlia di Hogni di cuore prese a parlate, disse che avrebbe avuto l'amore di Hclgi.

disse Helgi:18. «Non tener conto dell’ira di Hogni

o del malanimo del tuo casato!Con me, giovane donna, vivrai.Un casato hai, o nobile, che (non] mi mette paura. »

Helgi radunò allora una flotta numerosa, dirigendosi verso Frckasteinn e in mare incàjppatono in una terribile tempesta. Dall’alto scendevano i fulmini e le loro lingue lambivano le navi. Videro nel cielo nove valchirie cavalcare, riconobbero Sigrun; allora si calmò la tempesta e salvi giunsero a terra.I figli di Granitiarr stavano su un certo monte mentre le navi facevano vela a terra. Gudhmundr balzò a cavallo c galoppò in perlustrazione alla volta del promontorio vicino alla rada; in quel momento i Volsunghi ammainavano le vele. Disse a quel punto Gudhmundr, come è gii scritto nel Carme di Helgi:

«Chi è il principe che comanda la flotta e truppe minacciose guida a terra?»

Sinfjotli, figlio di Sigmundr, rispose e anche questo è scritto. Gudhmundr cavalcò verso casa e annunciò un esercito minaccioso. Radunarono dunque truppe i figli di Granmarr. Vennero molti re. C’era Hogni, padre di Sigrun, e i suoi figli: Bragi e Dagr. Ci fu una battaglia grande e caddero tutti i figli di Granmarr e tutti i capi, tranne Dagr, figlio di Hogni, che ebbe salva la vita e si accordò con i Volsunghi.Sigrun si recò sul campo di battaglia: vi trovò Hodhbroddr in fin di via.

Sigrun disse:v>. «Sigrun, dii Sevafjoll, non potrà abbandonarsi

SECONDO CARME DI HELCI UCCISORE DI HUNDINGR

175

IL CANZONIERE EDDICO

fra le tue braccia, re Hodhbroddr;trascorso è il tempo di vita — ottengono spesso cadaverile ‘cavalcature grigie della strega’2 — per i figli di

[Granmarr.»

Poi incontrò Helgi e si fece tutt'allegra. Egli disse:

26. «Non t’è andata bene, valchiria, del tutto,— le nome, iodico, in qualche modo decidono — stamani caddero in Frekasteinn Bragie Hogni, son stato io ad ucciderli.

27. E presso Styrkkifr te Starkadhr cadde e presso HJcbjorg i figli di Hiollaugr.Lo vidi, il più furibondo fra i sovrani, combattere il tronco: aveva la testa mozzata.

28. Giacciono a terra la maggior parte dei tuoi congiunti, gii fatti cadaveri.Non hai potuto impedire la strage, per te era deciso che tu divenissi oggetto di contesa fra potenti.»

Allora Sigrun si mise a piangere. Diss’egli:

29. «Consolati, Sigrun; scontro sei stata per noi:non vincono il foto i sovrani! »

«Vorrei poter richiamare in vira i trapassati e poi celarmi fra le tue braccia. »

Gudhmundr, figlio di Granmarr, disse:

19. «Chi è il sovrano a capo delle navi,che ai vento spiega il gonfalone dorato sulla prora?Alla testa delia flotta non vedo intenzioni pacifiche, balena sui vichinghi la luce rossa della battaglia.»

2 1 lupi.

176

SECONDO CAMME DI HELGI UCOSOHE DI HUNDINGR

disse Sin fiotti:20. « In questo luogo Hrodhbroddr potrà conoscere Hclgi,

restio alla fuga, qui in mezzo alle navi.Egli possiede i beni della tua stirpe:sotto di sé ha raccolto intera l’eredità dei Fjorsunghi. »

disse Gudhmundr.21. «Perciò di qui a poco, a Frekasteinn,

riconciliati, insieme, decideremo la nostra questione. Tempo è giunto, Hrodhbroddr, di far vendetta: per lungo tempo abbiamo sopportato.»

disse Sinfjotli:22. «Custodirai le capre, piuttosto, Gudhmundr,

per ripidi dirupi t’inerpicheni:stringerai nella mano la verga d'avellano.Ti convien questo, piuttosto del giudizio che dà la

[spada. »

disu Helgi:23. «E a te, Sinfjotli, ceno si addice

far guerra e rallegrare le aquile; invece di scagliare paiole senza effetto anche se i capi si odiano a vicenda.

24. Validi non mi sembrano i figli di Granmarr tuttavia conviene ai principi parlate solo di fotti.Ma denero segno in Moinsheimard’avere l’animo di vibrare le spade.Sono guerrieri più che esperà. »

Hclgi prese in isposa Sigrun ed ebbero figli. Helgi non era in là con gli anni. Dagr, figlio di Hogni, sacrificò ad Odino per la vendetta del padre; Odino passò a Dagr la propria landa. Dagr trovò Helgi, suo cognato, nel luogo chiamato Fjoturlundr: con la sua lancia lo trapassò. In quel luogo Hclgi cadde. E Dagr cavalcò verso i monti e dette a Sigrun la notizia:

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IL CANZONIERE EDDICO

30. «Son triste, sorella, nel dir cose per te dolorose perché ho e non volevo spinto al pianto una della miaè caduto stamane sono Fjoturlundr, [stirpe:un sovrano, il migliore che fosse nel mondo; e in forza sovrastava gli altri guerrieri.»

disse Sigrun:31. «Potesserostraziarti i giuramenti tutti,

quelli promessi a Helgi:per le acque luccicanti del Leiptr per la bagnata pietra di Unnr.

32. Non navighi la nave che al tuo comando naviga, anche se vento propizio alle tue spalle dovesse spirare non coita il destriero che al tuo comando corre, anche se dai nemici tu dovessi scampare.

33. Per te non mdrda la spada con cui dai colpi a meno che essa non canti sulla tua testa.Allora sarebbe la mone di Helgi su te vendicata se fossi, tu, un lupo scacciato nella foresta, senza ricchezze, senza diletto:se non avessi altro cibo che saziarti di cadaveri. »

disse Dagr34. «Sei pazza, sorella, sei fuori di senno

che a un fratello auguri sventure:Odino solo i causa d’ogni disgrazia poiché fra congiunti pose nine d'alterco.

3). T’offre il fratello anelli rossi tuno il Vandilsve e Vigdalir: abbi metà del regno a riparo del tono, sposa adoma d’anelli, tu e i tuoi figli! »

disse Sigrun:36. «No, non dimoro felice non il giorno, non la notte

a Sevafjoll; non ho gioia della vita

178

se sui soldati del principe non guizza la luce e non corre allo spione del sovrano ‘Brezza di Guerra’ a

[questa volta,uso al morso d'oro; se non potrò con gioia salutare il mio

[signore.

57. Helgi aveva così intimoritotutti i suoi nemici e i loro compari, come davanti al lupo in fretta corrono le capre, dal monte, in preda al terrore.

)«. Helgi sovrastava i combattenticome il frassino i rovi, _ splendidamente cresciutoo come un cervo copèrto di rugiada che spicca sopra ogni altro animale, le coma splendenti al cospetto del cielo. »

Un tumulo fu fatto per Helgi. E quando giunse nella Valhalla Odino lo invitò a prendere insieme a lui le decisioni.

disse Helgi:39. « Ad ogni uomo Hundingr dovrai

lavate i piedi e accendere il fuoco, legare i cani, custodire i cavalli,due la broda ai maiali prima di andare a dormire. »

L'ancella di Sigrun si recò, a sera, al tumulo di Helgi e vide Helgi cavalcare, con molti uomini, alla volta del tumulo.

disse l'ancella:40. « È un’illusione questa che mi par di vedere

0 il tramonto dei tempi? — Cavalcano i morti,1 vostri cavalli incitate con gli sproni — oppure ai guerrieri e concessoti ritorno?»

disse Helgi:41. «Non è illusione questa che ti par di vedere,

né il cessare del mondo; anche se vedi noi,

SECONDO CARME DI HELGI UCCISORE DI HUNDINGR

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IL CANZONIERE EDDICO

anche se i nostri cavalli incitiamo con gli sproni: non è concesso il ritomo ai guerrieri.»

Tornò a casa l'ancella e parlò a Sigrun:

42. «Vai fuori, Sigrun, lascia SevafjoUse chi è ‘scudo al popolo' desideri trovare: dischiuso è il tumulo, c giunto Helgi: danno sangue i ‘segni delle battaglie' ; il principe chiede che il sangue delle sue piaghe tu acquieti.»

Si recò Sigrun al tumulo da Hclgi e parlò:

4). «M’ha reso cosi felice il nostro incontro cornei corvi di Odino avidi di cibo quando fiutano carneficine, tiepidi bocconi oppure smaglianti di rugiada scorgono l’alba.

44. Vorrei baciarti, re dalla vita diserto,prima che tu tolga la corazza tinta di sangue.I tuoi capelli, Helgi, son pieni di brina:il principe tutto è cosparso d i‘rugiada sinistra*;3 fredda, molle è la mano del genero di Hogni; come potrò, signore, metter riparo a tutto questo? »

disse Helgi:4V «Proprio tu, Sigrun, da SevafjoU, hai fatto

sì che Hclgi sia coperto dalla‘rugiada della sventura’.3 Piangi, coi tuoi ornamenti d’oro, cupe lacrime, tu, raggio di sole, creatura del sud, prima di pensare al Ognuna cade cocente sul petto del sovrano [sonno, fredda, molle, che lascia il segno, pregna di pena.

3 Kenning per « sangue ».

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SECONDO CARME DI HELGI UCCISORE DI HUNQINGR

46. Berremo di buon vino sorsi preziosi anche se perdemmo iene e volete.Non canterà nessuno canti di mone anche se ferite letali vedrà sul mio petto: ora le spose giacciono vicine, nel tumulo, donne di guerrieri, accanto a noi, trapassati. >

Sigrun preparò un giaciglio nel tumulo:

47. «Per te, Helgi, qui ho preparato un giaciglio; privo d ’ogni disagio, congiunto degli lifinghi.Nel tuo abbraccio desidero, sovrano prender sonno, come nell’abbraccio di un re ancora in vita. »

disse Helgi:48. «Ora non dico cosa inaspettata:

non presto, non tardi in Sevafjoll,fra le braccia di chi è senza vira prenderai sonno, bianca, nel tumulo, figlia di Hogni: ancora viva, prole di re!

49. Tempo è per me di cavalcare per strade vermiglie, livido il mio cavallo calpesterà sentieri del cielo; percorrerà ad occidente i ponti della volta celeste, prima che Salgofnir risvegli i vittoriosi. »

Hclgi e gli altri cavalcarono peri loro sentieri; ma le donne fece­ro ritorno alla fattoria. La sera successiva Sigrun ordinò alla sua ancella di far guardia al tumulo e, sul finire del giorno, quando Sigrun fu giunta al tum ulo... disse:

io. « Sarebbe ormai venuto se intendeva venireil figlio di Sigmundr dalle sale di Odino; si oscura, dico, la speranza di avere qui il sovrano: gii sui rami del frassino posano le aquile, tutta la schiera s'affretta al convento del sogno.»

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IL CANZONIERE EDDICO

M. «Non essere pazza tanto da andare sola, donna di prìncipi, alla casa dei morti; di notte, tutti gli spiriti che ritornano son più possenti, donna, che alla luce del giorno.»

Sigrun in breve tempo mori di crepacuore. Si riteneva per vero nei tempi antichi che gli uomini rinascessero; ma questo, ora, si definisce sciocchezza da vecchie. Dicono che Helgi e Sigrun sarebbero rinati. Si chiavama allora lui Helgi nemico degli Haddinghi e lei Kara, figlia di Halfdan, come è narrato nel Carme magico di Kant; ed era valchiria.

La morte di Sinfjotli

Re nella terra dei Franchi era Sigmundr, figlio di Volsungr. Sinfjotli dei suoi figli era il maggiore, secondo era Helgi, terzo Hamundr. Borghildr, moglie di Sigmundr, aveva un fratello, di nome [...]. Sinfjotli, suo figliastro, e [...], l’uno e l'altro chiesero in moglie lastessa donna; e per questo motivo Sinfjotli lo uccise. Appena giunto acasa, però, Borghildr gli ingiunse di andar via; Sigmundr allora le offerse di risarcirla in denaro, che lei accettò. Durante il banchetto funebre Borghildr serviva la birra. Prese del veleno e, riempitone fino all’orlo un gran cor­no, lo porse a Sinfjotli. Ma egli, appena gettò lo sguardo sul cor­no capì che conteneva veleno e, rivolto a Sigmundr, disse: « Torbida è questa bevanda, padre! » Sigmundr prese il corno e bevve. Si racconta che Sigmundr fosse tanto resistente che in nessun modo il veleno era in grado di fargli danno, né dentro né fuori. Tutti i suoi figli invece tolleravano il veleno sulla su­perficie della pelle. Borghildr portò un secondo corno a Sinfjo­tli e lo pregò ai bere; tutto si svolse come innanzi. Ancora una terza volta gli porse il corno, con minaccia di ingiurie se non avesse bevuto. Egli parlò, come prima, a Sigmundr. Quest’ul- timodisse: « Filtralocon i tuoi baffi, figlio! »Sinfjotli bevve e to­sto cadde mono.Sigmundr lo portò fra le sue braccia per un lungo tratto, giun-

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gcndo a un fiordostrettocallungato, dove si trovava una picco­la imbarcazione con dentro un uomo. Questi promise a Sig- mundr di portarlo attraverso il fiordo. Ma quando Sigmundr caricò la salma sul naviglio, la barca risultò sovraccarica. L’uo­mo disse che Sigmundr avrebbe dovuto traversare il fiordo per via di terra. L’uomo spinse la nave verso il largo e scomparve. Re Sigmundr rimase a lungo in Danimarca, nel regno di Bor- ghildr, che aveva tolta in isposa. Poi Sigmundr si mise in viag­gio verso sud, alla volta della terra dei Fianchi, nel regn o che là possedeva. In quel luogo prese in isposa Hjordis, figlia del re Eylimi. Sigurdhr fu loro figlio. Sigmundr cadde in combatti­mento contro i figli di Hundingr. E Hjordis sposò allora Alft fi­glio di re Hjalprekr. Con essi Sigurdhr trascorse la sua infanzia. Sigmundr e i suoi figli superavano tutti gli altri uomini pei for­za e per prestanza, per coraggio e per ogni qualità. Sigurdhr, inoltre, emergeva su tutti; e tutti, nell’antica tradizione, dice­vano che eccelleva su ogni uomo e che era il più dotato dei re, guida d ’eserciti.

SECONDO CAME DI HELGI UCCISORE DI HUNDINGR

I

183

PR O FEZIA DI GRIP1R

Sigurdhr (Sigfrido) ì l'eroe per eccellenza nel mondo nordico, vincitore del drago e conquistatore del suo mitico tesoro, ama­to, e per questo amore non corrisposto tratto in rovina, da Bru­nilde. Sigurdhr viene ucciso con l'inganno da uomini istigati da una donna; da uomini, Gunnarr e Hogni (maper mano del loro fratellastro Guthormr), con cui aveva stretto patti di amici­zia. Sigurdhr è l ’eroe che occuperà, presente e assente, tutti i carmi a partire da questo. Ed i proprio la profezia degii eventi cui abbiamo accennato che egli ascolterà dalle parole del re ­veggente, lo zio materno Gripir, cui è intitolato il carme.

Un figlio di Eyiimi si chiamava Gripir, fratellastro di Hjordis. Regnava su terre ed era, di ogni uomo, il più saggio e preveg­gente. Sigurdhr, da solo, si mise a cavallo per giungere alla cor­te di Gripir. Sigurdhr era facilmente riconoscibile. Si rivolse ad un uomo davanti alla corte: si chiamava Geitir. Gli parlò dun­que Sigurdhr e chiese:

1. «Gù dimora qui in questa fortezza;come chiamano le genti questo sovrano di popoli?» «Gripir si chiama il ‘timoniere degli uomini* che fermo legge uomini e tena. »

2. «È Taccono re nella sua terra?Vorrà il sovrano tenere un colloquio con me?Di paiole ha bisogno un uomo all ’oscuro, quanto prima voglio incontrare Gripir. »

3. «A Geitir il re chiederà, sereno,chi sia colui che vuole a Gripir parlare.»

187

IL CANZONIERE ED DICO

€ Ho nome Sigurdhr nato di Sigmundr; e Hjordis è madre al principe. »

4. Andò quindi Geitir a riferire a Gripir:«Un uomo è giunto qui fuori, sconosciuto, vigoroso nella sua figura.Vuole, altezza, incontrarsi con te. »

5. Esce dall'edifìcio il sovrano di genti e dà il benvenuto al signore:«Entra, Sigurdhr! Fossi, tu, venuto prima!E tu di persona, Geitir, occupati di Grani!»

6. S’intrattennero a lungo a conversare,come capita quando due uomini pieni di senno «Dimmi, se sai, zio per parte di madre, [s’incontrano, quale sarà, per Sigurdhr, il corso della via? »

7. « Sotto il sole sarai uomo grandissimo, di tutti i re più in alto,d’oro munifico, restio alla fuga, regale nell’aspetto, versato nel discorrere. »

8. « Parla, re saggio, ancora, te lo chiedo; tu, accorto, a Sigurdhr, se pensi di vedere: innanzi tutto quale evento accadrà favorevole, appena sarò uscito dalle tue case?»

9. «Innanzi tutto, principe, vendicherai tuo padre e vendicherai Eylimi d ’ogni offesa:i fieri figli di Hundingr,gli arditi, abbatterai; trarrai vittoria. »

10. «Dimmi, re illustre, congiunto,con molta saggezza, or die parliamo a cuore apenoprevedi audaci imprese di Sigurdhrche moveranno altissime verso il confine del cielo?»

1 8 8

PROFEZIA DI GR1PIR

11. «Ucciderai, cu, solo il serpe balenante che, avido, ha nido in Gnitaheidhr; dell’uno e dell’altro sarai l’uccisoie:di Reginn e di Fafnir. Dice, Gripir, il vero.»

12. «Avrò tesori a sufficienza, se contro gli uomini combatterò da prode come tu dici di sicuro?Aguzza l’animo, parla più a lungo!Che sarà poi nella mia vira?»

13. «Troverai la tana di Fafnir porterai via splendide ricchezze, graverai d’oro il dorso di Grani;cavalchi incontro a Gjuki, tu principe pronto alla

[battaglia.»

M. «Ancora al principe, sincero in tutto, signote d’alti sensi, dovresti dire di più!Eccomi ospite di Gjuki e quindi, via, di nuovo: che sarà poi nella mia vita?»

i). «Dorme su un monte figlia di re, 1candida, nella sua corazza, dalla morte di Helgi.Con spada affilata menerai colpi,infrangerai la corazza con l’arma che uccise Fafnir.»

16. « Rotta è la corazza, prende a parlare la fanciulla, appena sveglia, lei, da quel sonno.Che mai dirà a Sigurdhr la donna,che in evento felice si volgerà per il principe?»

17. «T’insegnerà, o possente, mirabili rune,tutte quelle che gli uomini han brama di conoscere,

I È la valchiria Sigrdrifa, nel Viaggio di BnmiUt verso gii Infoi idewifkau cor Biunilde.

189

in ogni favella degli uomini t'insegnerà a parlare e il modo di curarli. Vita e salute, prìncipe! »

a CANZONIERE QXMCO

18. «È finito il suo discorso, ora, ho appreso la lezione, son pronto poi a mettermi per via:aguzza l’animo, parla più a lungo: che sarà poi nella mia vita?»

19. « Troverai le case di Heimire lieto diverrai ospite di quel re di genti.Sigurdhr, è trascorsa la facoltà di prevedere.Oltre questo non far domande a Grìpir.»

20. «Dolore ora mi recano le parole che dici: perchè, principe, vedi davanti a te, più lontano.Sai di una sventura per Sigurdhr immane.Perciò, Grìpir, non lo vuoi dire.»

21. «La gioventù del tuo vivere - davanti agli occhi limpidissima seguivo: a tono mi dicono accorto nei consiglie presago del futuro: ora è finito quel che sapevo. »

22. «Nessuno conosco sul suolo terrestre che più di te, Grìpir, anteveda.Non devi nascondere, anche se sia cosa invisa, anche se vuol dire sciagura nella mia condizione.»

23. «Non un’infamia tocca alla tua vita.Siine ceno, principe illustre!Finché vi sarà vita sulla terra.’largitore di frecce acuminate’, il nome tuo resterà.»

24. «Tristemente dovrà separarsi Sigurdhr dal principe, se stan così le cose.Mostrami la via — tuno è predisposto — potente, se lo vuoi, zio per pane di madre!»

190

PROFEZIA DI CIUPIIl

n. «Con serietà ora devo parlare a Sigurdhr. poiché il sovrano mi forza a farlo.Con certezza saprai quel che non è falso: fissato è per te il giorno della morte.»

26. « Non desidero l'ita di un possente signore di genti,i buoni consigli piuttosto, Gripir, voglio ricevere.Con certezza voglio sapere, anche se è duro,che cosa, a chiare parole, attende Sigurdhr.»

27. « Da Heimir c'è una donna bella d ’aspetto, la chiamano gli uomini Brunilde,figlia di Budhli. E un re eccelso,Heimir, educa l’ardita fanciulla. »

28. «Che mi verrà dunque dal fatto che una donna, bella d’aspetto, cresce da Heimir?Compiutamente, Gripir, a te sta dirlopoiché con lo sguardo abbracci intero il destino a

[venire. »29. « Ti carpirà, lei, ogni delizia,

lei bella d ’aspetto, la pupilla di Heimir.Sonno non dormirai, non renderai giustizia, gli altri non ti importeranno, quella donna soltanto

[t’inteiessa.»30. « Qual rimedio Sigurdhr dovrà approntare?

Dillo, Gripir, se ti par di vederlo.Comprerò la fanciulla con dote di tesori, sì, la bella figlia del principe? »

31. «Voi tutti giureretein piena fermezza; ben poco manterrete.Per una notte sei stato ospite di Gjuki.Più non hai ricordo dcll’accorta pupilla di Heimir. »

32. « E allora, Gripir? Fammene racconto!Vedi tentennamenti ncU'animo del sovrano?

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IL CANZONIERE EDDICO

Con questa fanciulla romperò il giuramento, che di tutto cuore m'era parso di amare? »

33. «Cadrai, signore, per l'inganno d'altri.Resterai vittima di quel che Grimilde divisa.Una donna di biondi capelli ti offriràla sua figliola; ordirà intrighi contro il sovrano. »

34. « E stringerò con Gunnarr rapporti di parentela e Gudhrun tonò in isposa?Sarebbe allora il principe ben ammogliatose il timor dei torti non mi gettasse nell’angoscia. »

35. «A te Grimilde ordirà inganni.Ti spingerà a chiedere in isposa Brunilde per conto di Gunnarr il signore dei Goti.Subito prometti il viaggio alla madre del principe. >

36. « Incomberanno sventure io posso vederlopiù e più precipita quel che per Sigurdhr è decreto, se l’inclita fanciulla per un altro chiederò in isposa, lei che tanto amavo. >

37. «Voi tutti giurereteGunnarr, Hogni, poi tu, principe, terzo, di scambiarvi le parti quando sarete per via, tu e Gunnarr: nonèfalsoGripir.»

38. « Che senso ha tutto questo? Perché dovremo scambiare aspetto e portamento, quando saremo per via?Là un brutto colpo ancora seguirà, tremendo fra tutti: ma prosegui, Gripir! »

39. « Avrai di Gunnarr l’aspetto e il portamento, tuo l’eloquio e virtù d ’intelletto;ti sarà promessa l’arditapupilla di Heimir; niente lo può impedire. »

192

PROFEZIA EH GRIPIR

40. «Ecco, penso sia il peggio: verrò chiamato indegnoio, Sigurdhr, fra gli uomini, in questo frangente.Avrei preferito non ingannarela figlia del sovrano, che so valentissima. »

41. «Tu giacerai, guida di schiere,inclito, con la fanciulla, come fosse tua madre.Finché vita sari sulla terra, sovrano di genti, resterà, per ciò, alto il tuo nome. »

42. « I matrimoni insieme verranno celebrati,2di Sigurdhr, di Gunnarr, nella corte di Gjuki.Vi scambiente le forme mentre verrete a casa, ciascuno di voi tuttavia conserverà il suo spirito. »

4). «Avrà in isposa Gunnarr una degna donna, inclito fra gli uomini — dimmelo Gripir! — anche se per tre notti, donna di un vassallo, con me, lei d’animo ardito, avrà dormito? Non so di un caso

(simile.»

44. «Come in gioia potrà poi volgerefra gli uomini questa parentela? Dimmelo, Gripir!A Gunnarr toccherà gioia in seguito e anche a me? »

-IV «Ricorderai i giuramenti, dovrai tacere, sarai per Gudhrun un buon marito.Ma penserà Brunilde, sposa, d’essere mal sposata; uova la giovane inganni per farsi vendetta. »

■tó. « Che cosa, come ammenda, prenderà quella donna, dopo che inganni noi abbiamo teso alla sposa?Da me ottenne la giovane giuramenti giurati, mai rispettati, e poco piacere. »

2 L'originale ha «bevuti».

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IL CANZONIERE EDDICO

47. « Racconterà lei per filo c per segno a Gunnarrche tu non come dovuto hai mantenuto il giuramento,mentre l’inclito re in tutto cuore,l’erede di Gjuki, nel principe fece affidamento. >

48. « Che è ciò, Gripir? Fammene racconto!Secondo quei discorsi sarò colpevole?0 dirà menzogne a mio danno la celebre donna, così come a suo danno? Dillo, Gripir! »

49. «Accesa d’ira la donna possente a te nel suo fiero dolore non sarà benevola.Non recherai mai sofferenza alla nobile donna, anche se lei, moglie di re, avete tratto in inganno. »

)0. « E seguiranno il suo incitamento l’accorto Gunnarr, Guthormr e Hogni?Arrosseranno le spade in me, loro congiunto,1 figli di Gjuki? Prosegui, Gripir! »

51. «A Gudhrun l'animo si colma di amarezza:i suoi fratelli son pronti a ucciderti;e poi non ci sarà più alcun piacere per la saggia sposa. Grimildenehacolpa.

52. Trova conforto, dunque, 'guida di schière’ !Questo dono è concesso in vita al principe:Sì, non verrà sulla terra uomo di fama,sotto la dimora del sole, maggiore della tua, Sigurdhr. >

53. < Separiamoci, salute! Non si vince il destino.Hai dato, Gripir, risposta a quel che chiedevo.Pronto, mi avresti parlato di eventi più felici della mia vita, se l'avessi potuto.»

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C A N Z O N E DI R EG IN N

Gli dèi Odino, HoenireLoki sono prigionieri del re Hreidh- marr. Loki ha ucciso Otr (lontra) e ne ha portato la pelle agli dèi Hreidhmarr allora li cattura e pone come condizione perla loro liberazione che la pelle venga riempita e ricoperta d'oro. Nelle cascate di Andvari Loki, conia forza, ruba l ’oro al nano-luccio Andvari e lìbera gli dèi. È Reginn, figlio di Hreidhmarr, che racconta la storia a Sigurdhr, che egli alleva come pupillo. Mail tesoroloha, ora, ilfratello diReginn, Fafnir, che sotto forma di drago lo tiene nascosto in una caverna. Sigurdhr allora viene preparato daReginn, che foggia per lui la spada Gramr, ad uc­cidere Fafnir. Il carme si chiude con una serie di consigli dati da Hnikarr (Odino) a Sigurdhr nel bel mezzo di una spedizione navale.

Sigurdhr si recò alia scuderia di Hjalprekr c scelse per sé un ca­vallo, chiamato da allora in poi Grani. Era in quel tempo giun­to da Hjalprekr Reginn, figlio di Hreidhmarr. Di ogni uomo era il più abile, di statura nano. Era sapiente, astioso ed esperto di incantesimi. Reginn allevò Sigurdhr, gli fece da maestro e Io amò davvero molto. Raccontò a Sigurdhr deisuoi antenati e dei loro fatti: come Odino e Hoenir e Loki fossero giunti ad Andva- rafors, cascate in cui abbondavano i pesci. Andvari era il nome di un nano: da gran tempo stava nelle cascate in forma di luccio ed in quel luogo si procurava cibo. « Nostro fratello si chiamava Otr, » disse Reginn, «e spesso si spostava nelle cascate in forma di lontra. Aveva catturato un salmone e, seduto sulla riva del fiume, lo mangiava, tenendo gli occhi chiusi. Con una pietra Loki lo colpì a morte. Gli asi si ritennero molto felici e colsero la pelle alla lontra. Insieme, alla sera, presero alloggio da Hreidh­marr e mostrarono la loro preda. Allora li facemmo prigionieri

197

IL CANZONIERE EDD1CO

e imponemmo come riscatto che riempissero la pelle di lontra di oro e la coprissero, all’estemo, con oro rosso. A questo punto gli asi mandarono Loki a procurare l ’oro. Egli si recò da Ran e prese la sua rete; poi andò ad Andvaraforse gettò la rete davanti al luccio, che vi saltò dentro. »Allora Loki parlò:

1. «Qù fra i pesci corre nell'ondae non sa guardarsi dal male?

Riscatta la tua testa dal regno dei morti:per me trova la 'fiamma della sorgente’ ! »'

2. « Mi chiamo Andvari, Oinn si chiama mio padre,molte cascate ho percorso

una triste noma (issò per me all’inizio dei tempi che dovessi guizzare nell’acqua. »

3. «Di’ questo, Andvari (disse Loki) se vuoi conservare lafra le dimore dei popoli: [vita

che pena meritano i figli dei mortalise l’un con l’altro altercano a parole? >

4. € Un contrappasso duro meritano i figli dei mortaliche guadano Vadhgelmir.

Oli contro un altro mentisce con parole non vere poi soffrirà le conseguenze a lungo. »

Loki vide tutto l’oro che Andvari possedeva. Ma quando ebbe consegnato l’oro, quest'ultimo trattenne un anello; Loki però glielo tolse. Il nano entrò nella pietra e disse:

y «Quest’oro, un di possesso di Gustr, sarà causa di morte per due fratelli e di diverbio per otto sovrani.Dal mio avere nessuno trarrà profitto. »

I Kenning per «oro».

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CANZONE DI REGINN

Gli asi consegnarono gli averi a Hreidhmarr e ne imbonirono la pelle della lontra, mettendola in piedi. Ecco, gli asi dispongo­no a strati l’oro, coprendola interamente. E quando questo fu fatto, Hreidhmarr si avvicinò e vide un pelo dei baffi e ingiunse di nasconderlo. Allora Odino tirò fuori l’anello Andvaranautr e nascose quel pelo.

6. «Ora l’oro ti è stato pagato (disse Loki), ti è dato comeingente per la mia testa. [riscatto

Non porterà gioia a tuo figlio: la mone ponerà a voi due. »

Hreidhmarr disse:7. «Hai fatto doni, non doni favorevoli

non hai dato di cuore.Del viver vostro avreste dovuto esser privati

se avessi previsto questa maledizione. »

disse Loki:s. «La cosa peggiore — questo mi par di sapere —

è una lite fra congiunti per una donna.A principi non ancora nati, ecco, penso che sia

quest’odio destinato. >

9. «L’oro rosso (disse Hreidhmarr) conto di avere in miotanto a lungo, quanto io viva. [possesso

La tua minaccia non temo per nulla; e andatevene a casa vostra! »

Fafnir e Reginn pretesero da Hreidhmarr una pane dell'am- menda per l’uccisione di Otr, loro fratello. Egli rispose di no. Ma Fafnir trapassò con la sua spada Hreidhmarr, suo padre, nel sonno. Hreidhmarr chiamò a sé le figlie:

10. « Lyngheidhr e Lofnhcidhr sappiate: andata è la miaTraete le conseguenze del crimine infune. » (vita!

199

IL CANZONIERE EDDICO

Lyngheidhr rispose:«Non sta a me, sorella, anche se perdo il padre,

punite le malefatte del fratello. »

11. < Almeno concepisci una figlia (disse Hreidhmarr),[donna dal coraggio di lupo,

se non ottieni un figlio dal principe; stretta dal bisogno coniuga la ragazza!Ecco, il figlio di lei vendicherà l’omicidio. »

Morì dunque Hreidhmarr e Fafnir s’ebbe tutto l'oro. Reginn reclamò l’eredità paterna; ma Fafnir lo pagò con un no. A quel punto Reginn chiese consiglio a sua sorella Lyngheidhr, in qual modo avesse dovuto esigere l'eredità patema. La donna disse:

12. « Da tuo fratello devi pretendere in amicizial’eredità e l’essere ben disposto;

non è da te pretendere con la spada quel che possiede Fafnir. »

Reginn raccontò a Sigurdhr questi fatti. Un giorno, giunto a cena a casa di Reginn, vi venne accolto, da quest’ultimo, con amicizia.

Reginn disse:13. « In questo luogo è giunto il figlio di Sigmundr,

uomo di pronte decisioni, qui, fino alle nostre corti.Ha più coraggio di un uomo anzianoe da lupo vorace m’aspetto che combatta.

14. Educherò il principe audace in battaglia:è giunto ora fra noi il discendente di Yngvi.Sarà signore sotto il sole il più forte;posa su ogni regione la trama del suo destino.»

Sigurdhr stava per lo più insieme a Reginn e quest'ultimo gli disse che Fafnir era in Gnitaheidhr, in forma di drago. Possedeva l'elmo del terrore, dinanzi al quale si spauriva ogni

2 0 0

CANZONE DI REG1NN

essere vivente. Reginn fece per Sigurdhr una spada, che chiamò Gramr. Era cosi tagliente che Sigurdhr la immerse nel Reno e lasciò spingere dalla corrente un fiocco di lana: la spada divise in due il flocco come acqua. Poi Sigurdhrcon la spada spaccò in due l’incudine di Reginn.Dopo ciò Reginn incitò Sigurdhr ad affrontare e uccidere Fafnir.

disse Sigurdhr:i). « Alte risa leverebbero i figli di Hundingr,

lor che negarono a Eylimi vecchiaia, se sapessero che più alletta il principe cercare anelli rossi che vendicare il padre.»

Re Hjlaprekr procurò a Sigurdhr una flotta di navi per vendicare il padre. Incapparono in una tempesta violenta e davanti a un certo promontorio si trovarono in difficoltà.

Un uomo ritto sulla roccia disse:16. «Oli in questo luogo cavalca i ‘cavalli di Raevill ' ,2

in onde alte, in mare rumoreggiante?l ‘veleggiami destrieri’ sono di sudore cosparsi,i ‘cavalli del mare’ non riescono a tener testa al vento. »

rispose Reginn:17. «Siamo gli uomini di Sigurdhr, sui ‘tronchi marini':

ci è stato concesso di far vela verso la mone!Cade il ripido muro dell’onda più alto della piota, incespicano i ‘beccheggiami destrieri’ . Chi ci rivolge

[domande?»

18. «Hnikarr3 mi chiamarono, per aver rallegrato Huginn,o giovane Volsungo, e aver combattuto.Mi puoi chiamare ora vecchio del monte,Fengr o Fjolnir: voglio un passaggio. »

2 Kenning per < nave ►.3 Odino.

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Presero terra e il vecchio salì sulla nave e fece cessare la tempesta.

disse Sigurdhr:19. «Dimmi. Hnikarr che degli uni e degli altri conosci,

degli dèi, degli uomini, il bene: quali sono i segni, per chi deve combattere,

più propizi al cozzo delle spade? »

Hnikarr disse:20. «Molti sono i segni, se gli uomini li sapessero,

propizi al cozzo delle spade: la compagnia di un corvo scuro credo per un guerriero

fonte di sicurezza. [sia

21. Ne esiste un secondo, se sei uscitoed metti per via:

ergersi sulla tua strada vedi due uomini avidi di fama.

22. Ne esiste un terzo, se senti un luposotto i rami del frassino ululare:

per i guerrieri sorte felice a te viene se davanti lo vedi andare.

2). Nessuno deve dar battaglia rivoltoverso la 'sorella della luna quando tardi brilla. Otterranno vittoria quelli che possono vedere, pronti al gioco delle spade, se si dispongono a cuneo.

24. Grave pericolo questo: se incespichi col piede mentre scendi in campo.

Dee di perfidia s’ergono all'uno e all’altro lato e colpito ti vogliono vedere.

IL CANZONIERE EDDICO

4 È il sole («sorella > perché di genere femminile in islandese).

2 0 2

CANZONE DI REGINN

2). Pettinato e lavato sia ogni uomo dcsuo, ben nutrito al mattino:

perché è inceno dove uno sia alla sera; è triste cadere prima del tempo. »

Sigurdhr ebbe un duro scontro con Ly ngvi, figlio di Hundingr e con i suoi fratelli. Là caddero Lyngvi e i suoi tre fratelli. Dopo quello scontro disse Reginn:

26. «Un'aquila che stilla sangue è incisa sulla schiena5 dell’uccisore di Sigmundr dal morso della spada. Nessuno è più in alto, che fàccia rossa la terra, crede di re; e Huginn si è rallegrato.»

} Forma di uccisione sacrale, con probabile dedicazione del vinto a Odino, di cui l'aquila è simbolo.

203

f

C A N Z O N E DI FA FN IR

L'impresapreparata nella Canzone di Reginn viene condotta a termine in questo carme. Si apre con un dialogofra Fafnir e Si- gurdhr. Fafnir è conscio della sorte che lo attende e sa che l'isti­gatore di tutto è ilfratello Reginn. Prima che muoia Sigurdhr lo interroga su questioni concernenti fatti mitologici, secondo il canone delle dispute ricorrenti nei carmi eddici. Una volta morto Fafnir, all'apparire di Reginn, Sigurdhr si accorge che quest ’ultimo ha intenzione di ingannarlo. Sono le cinciallegre a informarlo: appena assaggiato il cuore di Fafnir, Sigurdhr comprende il linguaggio degli uccelli. Uccide dunque anche Reginn, ne mangia U cuore e ne beve il sangue. Il carme termi­na con la profezia di quanto accadrà in seguito.

Sigurdhr tornò da Hjalprekr. Fu allora che Reginn istigò Si­gurdhr a uccidere Fafnir. Sigurdhr e Reginn si recarono a Gni- taheidhr e là rinvennero le tracce di Fafnir, in un tratto in cui quest’ultimo passava strisciando verso l'acqua. Là Sigurdhr, lungo la via, fece una gran buca e vi entrò. Appena Fafnir si al­lontanò strisciando dall'oro, vomitò veleno ed esso cadde sulla testa di Sigurdhr. Ma quando Fafnir strisciò attraverso la buca, Sigurdhr lo trapassò con la sua spada, fino al cuore. Fafnir prese a sussultare, agitando la testa e la coda. Sigurdhr balzò fuori dalla buca: allora l’uno vide l’altro. Fafnir disse:

Morte di Fafnir

i. «Ragazzo mio, ragazzo! Da chi sci nato; di chi sei figlio fra gli uomini?

che in Fafnir hai fatto rossa la spada rilucente: fino al cuore m’è confitto il ferro. »

207

IL CANZONIERE EDDICO

Sigurdhr non rivelò il suo nome, perché si riteneva nel tempo antico che la parola di un uomo morente avesse un gran potere, se avesse maledetto il suo nemico pronunciandone il nome.

Disse:2. «Bestia Imponente1 mi chiamo e me ne andai

giovane senza una madre.Padre non ho, come i figli dei mortali,

sempre cammino, compagno a me stesso. »

ì. « Sai tu, se non avesti un padre, come i figli dei mortali, per quale portento sei stato generato? *

4. «La mia stirpe penso ti sia sconosciuta;ed io del pari;

mi chiamo Sigurdhr — Sigmundr si chiamava mioio t’ho colpito coll’arma.» [padre —

5. «Chi ti ha incitato, perché ti sei fatto incitarea togliermi la vita?

Ragazzo dal baleno negli occhi, un padre atroce hainon mente il buon sangue! > [avuto,

6. «L’animo mi fu stimolo le mani portarono a finee la mia arma affilata.

Ha poco coraggio in età inoltratachi nell’infanzia è un rammollito. »

7. «So che se fossi riuscito a crescere al petto dei tuoi cari,fèto ti vedrebbero gli uomini combattere;

ora sei asservito e prigioniero di guerra:si dice: tribola sempre chi è in catene. »

1 II cervo?

208

CANZONE 01 FAFNIR

8. « Mi rimproveri, Fafinir, d'essere lontanodalla tutela del padre;

non sono asservito per nulla, anche se fossi prigioniero di l’hai sentito che libero io vivo!» [guerra,

9. « Solo parole d’odio tu trai d’ogni doveio, però, solo il vero ti dico:

l'oro sonante e i tesori come brace rossi,. questi anelli, ti perderanno. »

10. < Disponi delle proprie ricchezze ogni essere umanofino a quel ceno giorno:

perché una volta ogni viventedeve partire per il mondo dei morti. »

n. «Avrai dinanzi a te la ‘sentenza delle nome’2 e di un pazzo insulso.

Annegherai in acqua se seguiti a remare nel vento: tutto è pericolo per chi è votato alla mone! »

12. «Dimmi, Fafnir, davvero ti dicono saggioe molte cose sai come si deve:

quali sono le nome che danno aiuto nel bisogno, che fanno partorire le madri?»

13. «Di molte origini e diverse dico sono le nome,non sono della stessa stirpe.

Alcune sono prole degli asi, altre prole degli elfi altre figlie di Dvalinn. »

14. «Dimmi, Fafnir, davvero ti dicono saggioe molte cose sai come si deve:

che nome ha l’isolotto su cui mescoleranno il 'liquore della spada’3 Surtr e gli asi insieme?»

2 Ktnning per « mone ».3 Kennimg per esangue».

209

IL CANZONIERE EDDICO

ij. «Oskopnir si chiama c là tuttigli dèi giostreranno con le lance.

Bilrost s’infrange nel momento in cui partono e nuotano i cavalli nella corrente.

16. L’elmo del terrore portavo fra i figli dei viventimentre guardavo i miei gioielli.

Mi credevo, io solo, più forte di ogni altro:non avevo ancora incontrato molti giovani! »

17. «L’elmo del terrore non dà riparo a nessunodovunque furiosi si venga a battaglia.

Perché questo troverà, chi sia fra molti, che nessuno è, da solo, il più forte. »

18. « Ho vomitato veleno mentre guardavol’eredità ingente del padre mio. »

19. «Drago balenante hai emesso gran sibilie mostrato coraggio.

Odio ancor più violento sorge fra il genere umano dall’avere quell’elmo. »

20. «Ti do un consiglio, ora, Sigurdhr, accogli, tu, ile cavalca via di qui, toma a casa! [consiglio

L'oro sonante e i tesori come brace rossi, questi anelli, ti perderanno. »

21. «Questo è il tuo consiglio; ma io cavalcheròfino all’oro che giace fra l’erica.

E tu, Fafnir, giaci al limite della vita finché ti abbia Hel! »

22. «Mi ha tradito Reginn e sarà lui a tradirti,della mia mone e della tua egli sarà la causa.

La vita, ahimè, fugge a Fafnir la tua forza ha prevalso. »

2 1 0

CANZONE DI FAFNIR

Reginn si eia allontanato mentre Sigurdhr uccideva Fafnir e ritornò nel momento in cui Sigurdhr stava togliendo il sangue dalla spada.

disse Regina:23. «Salve, Sigurdhr! Ti sei procurato vittoria

togliendo a Fafnir la vita.Fra gli esseri umani che calcano la terra

nato ti dico il più valoroso. »

24. «Non è facile sapere, se insieme ci troviamo tutti,figli di dèi di vittoria, chi nato è più valoroso.

Hanno animo alcuni che non intingono la spada nel petto di un altro. »

2). «Sci felice, Sigurdhr, e soddisfatto della vittoria, mentre Grami asciughi sull’erba.

Mio fratello hai scagliato alla monee anch’io in qualche modo ne ho colpa. »

26. «Tu hai fatto sì che cavalcassia questo luogo per montagne incantate:

ancora sostanze, vita avrebbe il drago balenante se non avessi tu dubitato del mio coraggio. »

Andò allora Reginn verso Fafnir e gli tagliò il cuore con la spada (che si chiamava Ridhill); poi bevve il sangue dalla ferita.

disse Reginn:27. «Siedi ora Sigurdhr, — per pane mia andrò a dormire —

e metti al fuoco il cuore di Fafnir!Del cuore voglio cibarmi

dopo questa bevuta di sangue. >

disse Sigurdhr.28. «Vagavi lontano mentre in Fafnir tingevo di rosso

il mio ferro affilato.

2 1 1

IL CANZONIERE EDDICO

La fòrza rivolgevo conno il drago possente tu intanto fra l’erica t'adagiavi. »

disse Reginn:29. « Per molto tempo tu avresti lasciato fra l’erica

l’annoso gigante, se non ti fossi servito della spada che proprio per te

e del tuo ferro affilato. » [foggiai

disse Sigurdhr.30. «Vale più l'animo di quel che sia la forza della spada

dovunque furiosi si venga a battaglia: poiché il valoroso vedo col coraggio trarre vittoria

da una spada tronca.

3t. Per un valoroso è meglio che non per un vile affrontare il gioco della battaglia.

Un uomo calmo se la cava meglio di uno che perde laqualsiasi cosa possa capitare.» (testa,

Sigurdhr prese il cuore di Fafnir e lo arrostì su uno spiedo. Quando ritenne che fosse ben arrostito e il sangue schiumò dal cuore, allora lo toccò con il dito per sentire se fosse ben cotto. Si scottò e si mise il dito in bocca. E nel momento in cui il sangue del cuore di Fafnir giunse alla lingua di Sigurdhr, egli comprese il linguaggio degli uccelli. Sentì che delle cinciallegre cinguet­tavano su un cespuglio. La primacinciallegra disse:

I32. «Là siede Sigurdhr, schizzato di sangue;

il cuore di Fafnir arrostisce al fuoco;mi sembrerebbe saggio per ‘chi spezza anelli’ se il luccicante mangiasse ‘boccone della vita’ .»

D33. « Là giace Reginn, fra sé rimugina:

vuole ingannare il giovane che in lui confida.

2 1 2

CANZONE DI FAFNIR

Trae dalla labbia discorsi distolti,artefice di sventura vuole vendicare il fratello. »

mM. «La testa mozzata, spinga egli il grigio oratore4

a viaggiare nel mondo infero.Tutto l'oro allora lui solo potrà tenere

che sotto Fafnir giaceva in gran quantità. »

IV3*. « Accorto mi sembrerebbe se potesse far suoi

i consigli pieni d’amore di voi sorelle.Penserebbe a sé e darebbe gioia a Huginn; dove ne vedo le orecchie, lì mi aspetto il lupo.»

v36. « Non è così prudente questo ‘albero della battaglia’5,

com’io un prìncipe di schiere avrei creduto,se lascia che un fratello s'incammini per via ed egli aU’aitto ha tolto la vita. »

37. « Stupido oltremisura se risparmiaun nemico che annienta i guerrieri,

come Reginn che ha in mente d’ingannarlo; non sa difendersi, in questo frangente. »

38. «Più corto della testa faccia il gigante di brinae lontano lo tenga dagli anelli.

Della ricchezza che Fafnir possedette sarà l’unico padrone. »

disse Sigurdhr.39. «Non è il destino potente tanto che Reginn possa

tramare la mia morte.

4 Qui Reginn.} Ktnnirtg per «guerriero»

213

IL CANZONIERE EDDICO

Perché i due fratelli, * non sarà di qui a molto, partiranno per la casa di Hel. »

Sigurdhr mozzò a Reginn la testa e quindi si cibò del cuore di Fafnir e bevve il sangue di ambedue, di Reginn e di Fafnir. Allora Sigurdhr intese le cinciallegre dire :

40. «Rammassa, Sigurdhr, i tossi anelli— non è da re aver troppa paura.So di una donna, una vera bellezza,con dote d’oro, possa tu riuscire ad ottenerla!

41. Conducono da Gjuki sentieri verdeggianti:— il destino sa essere guida a chi va errando — là un eccelso sovrano ha allevato una figlia:ecco, con doni, Sigurdhr, dovrai acquistarla per moglie.

42. Una corte è sull’alto Hindarfjall.Fuori è tutu circondata di fuoco: ebbero a farla uomini espertidi chiaro ‘splendore del fiume’6.

43. So che su un monte dorme una donna guerriera e sopra vi gioca la ‘sventura del tiglio’7.Col pruno Yggvr® la punse: fu la rovina, lei, per ogni uomo che voleva averla.

44. Potrai, giovane, vedere la donna coperta dall’elmo che dalla battaglia cavalcò su Vingskomir.Non si può di Sigrdrifa rompere U sonno,o congiunto di principi, conuo i decreti delle nome. »

6 Kenning per «oro».7 Kenning per «fuoco».8 Nome di Odino.

214

CANZONE DI FAFNIR

Sigurdhr cavalcò poi, seguendo le tracce di Fafnir, fino alla sua tana e la trovò aperta: i battenti erano di ferro e gli stipiti. Di ferro erano le travi della casa, che era scavata nella terra. Là Sigurdhr trovò una gran quantità d ’oro e ne riempì due casse. Là prese l’elmo del terrore e l’aurea corazza e la spada Hrotti e molti tesori e caricò tutto su Grani. Ma il cavallo non si mosse finché Sigurdhr non gli fu balzato in groppa.

C A N Z O N E DI SIG RDRIFA

La valchiria Sigrdrifa (Brunilde), colpevole di aver sfidato il volere di Odino, giace addormentata in un castello di scudi, circondato dal fuoco. ÈSigurdhra destarla e a liberarla. La val­chiria ripaga Sigurdhr insegnandogli il segreto delle rune e dandogliprecetti e consigli che riecheggiano le massime della Canzone dell'Eccelso e di altri carmi.

Sigurdhr salì sullo Hindarfjall e si diresse alla volta della terra dei Franchi, verso mezzogiorno. Egli vide sul monte una gran luce come di fuoco fiammeggiante che giungeva fino al cielo. Quando vi fu vicino, si trovò dinanzi a un castello di scudi e vide una persona che giaceva nel sonno, con tutte le armi da guerrie­ro. Innanzitutto gli tolse l'elmo dalla testa: allora si accorse che era una donna. La corazza aderiva saldamente, come fosse at­taccata al corpo. Allora, servendosi di Gramr, squarciò la coraz­za dall'apertura per il capo fin giù all’altra estremità; e così per ambedue le braccia, per tutta la loro lunghezza. Le tolse, infi­ne, la corazza: la donna si svegliò e si alzò a sedere. Vide Si­gurdhr e disse:

1. «Chi squarciò la corazza, chi mi scosse dal sonno? chi fece cadere da me lividi vincoli?»

Egli rispose:« Il figlio di Sigmundr. Ha lacerato, or non è molto, ‘esanimi carni del corvo', la spada di Sigurdhr.»

2. «A lungo ho dormito, a lungo son saia nel sonno.Lunghe sono le sventure dell’uomo!

219

IL CANZONIUU EDDICO

Odino ha voluto così: non ho potuto spezzate le nine del torpore. »

Sigurdhr si mise a sedere e le chiese il suo nome. Lei prese allora un corno pieno di nettare e gli dette la bevanda che rafforza la memoria.

». « Salve giorno, salve figli del giorno, salve alla notte e sorelle!

Con occhi mansueti guardateci qua in basso e date a chi ora siede vinoria!

4. Salve asi, salve asinne,salve alla terra benefica!

Facondia, saggezza a noi due, incliti,e mani che risanano, finché vivremo! »

Si chiamava Sigrdrifa ed era una valchiria. Raccontò come due re venissero a guerra fra loro: uno di nome Gunnarr dall’Elmo: era già anziano e validissimo guerriero. Odino gli aveva promesso vittoria; ma:

«Si chiamava Agnarr il secondo, fratello di Audha, che nessuno mai volle prendere come proteno. »

Sigrdrifa abbatté Gunnarr dall’Elmo in combattimento. Ma Odino la punsecon laspina delsonno per vendenaelc disse che non avrebbe mai più riponato vittoria in battaglia e disse che si sarebbe sposata. « Ma io gli risposi che facevo voto di non sposa­re nessun uomo che potesse provare paura. »Sigurdhrle si rivol­se dicendo che gli insegnasse la saggezza, perché conosceva gli eventi di tutti i mondi.

Sigrdrifa disse: y «Birra ti porgo, o ‘melo dell'accolta di corazze’,1

mischiata a virtù di potenza e a gran fama

I Guerriero.

2 2 0

colma d’incantesimi e di segni propizi di buone magie e di rune di gioia.

6. Rune di vittoria dovrai conoscere, se vittoria vuoi avete,e inciderle sull’elsa della spada;

alcune sul taglio, aJtic sulla punta e per due volte invocare Tyr.

7. Rune della birra2 dovrai conoscere, se vuoi che la donnanon t'inganni, se le concedi fiducia; (di un altro

sul corno le inciderai, sul dorso della tua mano, scalfirai 'Naudh’3 sull’unghia.

8. La coppa colma consacrerai, per guardarti dalla sventurae getterai un porro nel liquido.

Ecco, io so questo; che per te nessun male sarà mescolato al nettare.4

9. Rune della nascita dovrai conoscere, se vuoi trar salvie assistere nel parto i nascituri.

Le devi dipingete sul palmo della mano e apporle sugli poi piegare le maghe di dar aiuto. [arti,

10. Rune contro i marosi appronterai se vuoi aver tratti insul mate i ‘destrieri che han vele’. [salvo

A prora le inciderai e sulla pala del timone, col fuoco le imprimerai sul temo.

Non saià alta tanto l’onda né così livido il maroso che salvo non esca, tu, dal mare.

CANZONE DI SIGRDIUFA

2 Oggi si pensa che si tratti piut tosto di « Alu », una parola magica che si incontra su diverse iscrizioni runiche, venuta a coincidere nel suono con d/, «birra».3 È il nome della runa‘N (.4 La seconda metà della strofa manca nel CR.

2 2 1

IL CANZONIERE EDDICO

11. Rune del ramo dovrai conoscere se vuoi risanaree saper trattare le ferite.

Sulla coneccia le inciderai e sul legno dell 'albero coi rami chini verso oriente.

12. Rune di facondia dovrai conoscere se vuoi che nessunocon l’odio il male ti ricambi subito:

le si intreccino le si avvolgano le si mettano tutte insieme

per i convegni dove la gente deve andare davanti ai tribunali affollati.

13. Rune della mente dovrai conoscete se vuoi di ogniuomo essere più acuto.

Le interpretò le incise Hroptr5 le escogitò,

da quella linfa che cadde in gocce dal teschio di Heiddraupnir6 e dal corno di Hoddrofnir.7

14. Sul monte si stagliava* con la ' lama di Brimir’sulla sua testa un elmo.Disse dunque la testa di Mimir con senno la prima parola espose detti veraci.

1$. Caratteri incisi su scudi, disse, per chi dirimpetto s'erga[al dio splendente

sulle orecchie di Arvakr sugli zoccoli di Alsvidhr, anche sulla ruota che gira sono il carro di Rungnir, sui denti di Sleipnir sulle cortcgge della slina

5 Odino.6 Appellativo di Mimir?7 Appellativo di Mimir?8 Odino.

2 2 2

CANZONE DI SIGRDRIFA

16. sull’artiglio dell’orso e sulla lingua di Bragi sulla grìnfia del lupo e sul becco dell’aquila sulle ali insanguinate, alTestremità del pontesul palmo della levatrice su ll’o rm a di chi viene in aiuto

17. sul vetro, sull’oro, su amuleti propizi agli uomini, sul vino e sulla birra che fermenta e sulle sedi felici,9 sulla punta di Gungnir e sul petto di Grani sull’unghia della noma e sul becco della civetta.

is. Son stati raschiati via tutti i caratteri incisi un tempo e mescolati al nettare sacro e inviati per vasti cammini.

Sono fra gli asi sono fra gli elfi fra i saggi vani alcuni, altri li hanno gli esseri umani.

19. G sono rune del libro ci sono rune della nascitae tutte le rune della birra10 e vere rune di potenza,

per chi chiare le apprenda e intatte possa averle per sé su amuleti propizi.Godine, se le hai acquistate, finché gli Eccelsi abbian fine.

20. Ora devi scegliere: sei libero di farlo,o ‘acero dalle armi affilate’ . 11

parola e silenzio . abbi nel tuo pensiero!È misurata ogni disgrazia! »

21. «Non fuggirò anche se mi sappia vicino a morirenon son nato per esser codardo.

I tuoi buoni consigli accoglierò in tutto, finché abbia vita.»

9 Gli organi sessuali?10 Vedi la nota 2.11 Kenning per « guerriero ».

223

IL CANZONIERE EDDICO

22. « Per primo questo ti consiglio: con i tuoi d’essere senza marchia.

Non trarre vendetta neppure se t’offrano causa di lite; questo, dicono, giova ai morti.

2}. Per secondo questo ri consiglio: non giurare se non secondo il vero.

Penosi i rapporti seguono se s’infrange un patto: miserabile chi spezza un giuramento!

24. Per terzo, questo ti consiglio: in assemblea non attaccar briga con stupidi

perché a uno sprovveduto sfuggono spesso parole più gravi di quel che si capaciti.

2V Peggio ancora se tad a quel punto,dài l’ impressione di vigliacco nato oppure di reo manifesto: guardati dalle chiacchiere della gente a meno che non sia dalla tua parte;

il giorno seguente l’hai ucciso:così ripaghi la gente delle calunnie!

26. Per quarto questo ti consiglio: se una strega indugiaempia sul tuo cammino

andare è meglio che cercare albergo, anche se ri sorprende la notte.

27. D ’occhi che scrutino innanzi hanno bisogno gli uominidovunque furiosi si venga a battaglia.

Spesso donne maestre d’inganni seggono al aglio dele la spada ottundono e l’animo. [sentiero

28. Per quinto questo ti consiglio: anche se belle t’appaionofanciulle assise su panche

non far sì che l’amore comprato domini il tuo sonno; che non ti seduca il bado di quelle donne!

224

29. Per sesto questo ti consiglio: anche se capita fra uomini12un ducono, perii troppo bere, avventato,

ubriaco non devi attaccar briga con armati: a molti il vino carpisce ilsenno!

30. Canto e birra son divenutiper molti uominipena e dolore

morte per alcuni per altri disgrazie.Son molte le pene che affliggono l'uomo.

31. Per settimo questo ti consiglio: se con un coraggiosoverrai a disputa

è meglio combattere . che in una casa in fiamme perire, per un uomo facoltoso.

32. Per ottavo questo ti consiglio: dovrai guardarti dal malee sfuggire alle rune della seduzione:

non sedurre ragazza nésposa di uomo,non suscitare ardore eccessivo dei sensi!

33. Per nono questo ti consiglio: seppellisci i morti,ovunque ne troverai sul terreno:

morti d'infermità o morti in mareo morti di spada.

34. Preparerai un bagno peri trapassati;laverai mani e testa

lipettinerai, li asciugherai prima di deporli nella bara, pregheraiperché riposino in pace.

35. Per decimo questo ti consiglio: non aver mai fiducianelle promesse dei congiunti di una tua vittima: sia se sei l'uccisore del fratelloo se hai abbattuto ilpadre:

CANZONE DI SIGRDRJFA

12 Qui s'inizia la lacuna nel codice. La continuazione (e fine?) del carme è desuma dai mss. cartacei.

225

IL CANZONIERE EDDICO

un lupo si cela nel giovane figlio anche se sembra appagato con l'oro.

56. Liti e odii non credere sopitinétantomeno il danno subito.

Di saggezza, di armi un principe ha bisogno che aspira a eccellere fiagli uomini.

37. Per undicesimo questo ti consiglio: dal male guardati da ogni lato.

Vita lunga non credo abbia ilprincipe: lotte per sorgere stanno spietate. »l J

13 Nella Saga dei Volsungbi, uno dei cesti che narrano le vicende nibelungiche, a questo punto Sigrudhr e Sigrdrifa-Brunilde si giurano amore.

226

[Lacuna dd codia \

FRAM M ENTO DI CARME DI SIGURDHR

Il breve carme, mutilo della parte iniziale, ì un colloquio fra Hogni, Gunnarr, Gudhrun e Brunilde. Narra, il frammento, l'istigazione di Brunilde ad uccidere, la remissività di Gun­narr, lo strazio di Gudhrun; riporta la freddafrase con cui Ho­gniannuncial'omicidio. Eancora ilcorvoannuncia la sventura che s’abbatterà sulla stirpe diGunnarr e diHogni. Già la figura di Attila si profila e, insieme, la fine dei Nibelunghi.

Hogni disse:1. «Diquale colpa s'ex macchiato Sigurdhr

che all’ardito vuoi togliere la vita? »

disse Gunnarr.2. « A me Sigurdhr giurò giuramenti

giuramenti giurò: tutti spezzati!Mi ha ingannato. E avrebbe dovutoai giuramenti, tutti, lui, sì, tener fede. »

disse Hogni:3. «Brunilde ti ha spinto a (àie il male

a rabbia (croce a preparale danno.Non ha perdonato a Gudhrun le nobili nozze cpoiateche di lei sposa godessi.»

4. Alcuni arrostirono il lupo, altri il setpe fecero a pezzi, altri a Gothormr fecero parte dell’ 'avida bestia’ ,2 fin quando furono in grado, con la volontà del male, di metter le mani su quell'uomo ardito.

1 A questo punto riprende il testo, dopo la lacuna.2 II corro.

231

a CANZONIERE EDDICO

6. Fuori stava Gudhrun, figlia di Gjuki, e di parole questo disse, innanzitutto:« Dov’è ora Sigurdhr, signore di uomini, che i mici congiunti cavalcano in testa? »

7. Hogni soltanto potè rispondere:« Con la spada Sigurdhr abbiamo ucciso;china la testa il grigio destriero sul principe mono. *

8. Brunilde parlò allora, la figlia di Budhli:« Godete e gioite deU’armi, del regno:Sigurdhr da solo avrebbe governatose appena un poco più a lungo fosse vissuto.

9. Ma non sarebbe stato giusto che cosi disponesse dell’eredità di Gjuki e delle genti gote,di Gjuki che ha generato cinque figlioli, abili a guida di schiere, solerti alla battaglia! >

10. Scoppiò Brunilde a ridere — ne risuonò tutta la casa — tutt’a un tratto di vero cuore:«A lungo godrete di terre, di sudditi poiché avete ammazzato il valoroso signore. »

11. A questo punto Gudhrun, figlia di Gjuki, disse:«Grave tu poni notizia d’uno spaventoso delitto.Spiriti malvagi abbiano Gunnarr, l'assassino di

(Sigurdhr!Da un animo nutrito d’odio dovrà maturare vendetta. >

5. Esanime era Sigurdhr a sud del Reno dalla forca un corvo alzava alte grida:«Del vostro sangue Attila farà rossa la spada: corpo a corpo, i combattenti faranno vacillare i

(giuramenti. »

12. Eia sera inoltrata — il bere era stato molto, allora in ogni maniera si dicevano cose allegre —

232

FRAMMENTO DI CARME DI SIGURDHR

s’addormentarono tutti, appena a letto: vegliava Gunnarr soltanto fra tutti, a lungo.

i). Prese a muovere il piede, prese a dire molte cose, il coraggioso eroe rimuginava col pensiero a cosa sull’albero dissero l’un l’altra il corvo di continuo e l’aquila, mentre a casa facevano

[ritomo.

14. Si destò Brunilde, la figlia di Budhli, donna di prìncipi, appena prima del giorno:« Incitatermi o trattenetemi — compiuta è la malefatta— dolore è il raccontare e così il non raccontare! »

15. Fecero tutti silenzio a queste parole,pochi capirono quell’atteggiamento isterico:che lei in lacrime parlassedi quel che ridendo agli uomini aveva chiesto.

16. «Mi figuravo, Gunnarr, cose terribili nel sonno; nella stanza tutto era freddo, gelido il mio letto.E tu, principe che cavalchi mestamentein ceppi, fra la schiera dei nemici.Così a tutta la vostra stirpe dei Nibelunghi vigore verrà sottratto: siete spergiuri!

17. Non hai ricordo, Gunnarr, affatto,di quando nell’orma il sangue faceste cadere?Ora malamente gli hai ripagato tutto: lui che sempre al meglio era rivolto.

18. L'aveva dimostrato quando cavalcòper chiedermi in isposa, il valoroso, fino a me: dato che il condottiero aveva innazitutto osservato i giuramenti col giovane principe.

19. L"arma che dà ferite', sbalzata in oro,il re di fama traboccante fra noi due frappose.

233

IL CANZONIERE BDD1CO

Col fuoco la lama lavorata al di fuori ma all'interno intinta in gocce avvelenate. »

La mone di Sigurdhr

Qui, in questo carme, è raccontata la morte di Sigurdhr e qui si dà la versione secondo la quale l’avrebbero ucciso all’aperto. Ma alcuni dicono cosi, che lo uccisero nel suo giaciglio, mentre dormiva. I Tedeschi dicono che l’uccisero all'aperto, nella foresta. Cosi si racconta nel Carme Antico di Gudhrun: che Sigurdhr e i figli di Gjuki stavano cavalcando verso il luogo del convegno, quando venne ucciso. Ma son tutti d’accordo nel dire che ruppero la fede data, uccidendolo nel momento in cui era sdraiato e disarmato.

234

PRIM O CARME DI G U D H R U N

La disperazione di Gudhrun e, nello stesso tempo, la sua di­gnità; il vano tentativo di consolare laconsorte di Sigurdhr, fat­to dalle altre nobili donne; il triste trionfo di Brunilde; sono i temi di questo carme. Gudhrun e Brunilde, morto Sigurdhr, si separano: Gudhrun, si dice, si reca in Danimarca da Thora; Brunilde, persa ormai ogni ragione di vita, si uccide.

Gudhnin si mise a sedere, china su Sigurdhr senza vita. Non pianse come altre donne, ma era su) punto di essere sopraffatta dal dolore. Si avvicinarono, donne e uomini, per consolarla: ma non era impresa facile. La gente dice che anche Gudhrun avesse mangiato un po’ del cuore di Fafnir e capisse quindi il linguaggio degli uccelli. E questo viene narrato di Gudhnin:

1. A quel tempo Gudhrun si sentiva morire quando colma di pena sedeva reclina su Sigurdhr.Non fece un lamento non si percosse con le mani non mise un gemito, come le altre donne.

2. Si mossero gli uomini più in vista e avveduti per portarle conforto:no, non poteva piangere Gudhrun, era tanto sconvolta da scoppiare.

). Le nobili spose dei maggiorenti, adorne d’oro, circondavano Gudhrun; ciascuna raccontò, delle sue tristi pene, la più straziante che le fosse toccata.

4. E disse Gjaflaug, sorella di Gjuki:

237

IL CANZONIERE SODICO

« Sulla terra non ho alcun diletto, cinque manti m'è toccato di perdere.Due figlie, tre sorelle fratelli, otto: eppure sopravvivo! »

y No. non poteva piangere Gudhrun, tanto era disperata per la mone del giovane, l’animo fatto di pietra, sul corpo del principe.

6. E disse Herborg, signora della terra unna:« Pena più atroce ho da raccontare:i sette miei figli nelle terre del suded il mio uomo, ottavo, caddero in battaglia.

7. Padre, madre e quattro fratelli in mare aperto li giocò il vento,li sbattè l’onda sul bordo della nave.

8. Proprio io dovetti adomarli, sistemarli nel sepolcro, dovetti disporre il loro viaggio alla mone.Tutto questo m’è capitato appena in sei mesi: nessuno, nessuno potè darmi confono;

9. e caddi in catene e preda di guerra proprio in quei mesi divenni, poi.Dovetti agghindare la donna del principe e legarle i calzari mattino dopo mattino.

10. Mi minacciava per gelosiae con crudeli colpi mi sferzava; padrone di casa migliore mai più ho trovato e padrona di casa peggiore, mai più. *

11. No, non poteva piangere Gudhrun tanto era affranta per la mone del giovane, l’animo fatto di pietra, sul corpo del principe.

12. Parlò a sua volta Gulliond, figlia di Gjuki:

238

PRIMO CARME DI GUDHRUN

«Poco, nutrice, potrai — per quanto brava tu sia — porgere conforto a una giovane moglie. »Le impedì di coprire il corpo del principe.

13. D'un colpo tolse il sudario da Sigurdhre adagiò un guanciale davanti alle ginocchia della «Guardai! tuo diletto, poni le labbra sui baffi, [donna: abbraccialo, come solevi il sovrano ancora in vita.»

M. Gudhrun guardò tutto in una volta: vide i capelli dell'eroe intrisi di sanguei folgoranti occhi del principe finiti, del re ‘il castello dell’ardore'1 straziato dal ferto.

i v Allora Gudhrun s’abbandonò sul cuscino, sciolse i capelli, rosse le si fecero le guance e una pioggia di pianto le scese verso le ginocchia.

16. Piangeva, ecco, Gudhnin, la figlia di Gjuki, volò intorno per l’aria l’eco del piantoe le oche stridettero nella cascina, gli splendidi uccelli che la donna teneva.

17. E disse allora Gullrond, figlia di Gjuki:« Ho conosciuto l’amor vostro, il più grande fra tutti gli uomini sulla terra vasta.In te non provavi gioia né dentro né fuori, sorella mia, se non accanto a Sigurdhr. >

disse Gudhrun :18. «Era il mio Sigurdhr accanto ai figli di Gjuki

come un porro slanciato che spicca fra l'erba;o come una pietra tuna luce fissata su un diadema, nobile pietra al cospetto di nobili.

I Kenning per < petto ».

239

IL CANZONIERE EDDICO

19. Anch’io parevo agli uomini del real di sopra di ogni ’donna di Herjann' :2 ora son poca cosa, sono come una foglia nel saliceto, ora che è mono il principe.

20. Mi manca quando siedo e quando sono a letto il mio amato; ne hanno colpa i figli di Gjuki. Colpa hanno i figli di Gjuki per il mio soffrire, per il cocente pianto della loro sorella.

21. Possiate andare in rovina voi e le vostre genti, come hanno fatto i giuramenti stretti!Tu, Gunnarr, non godrai dell’oro per te gli anelli saranno causa di morte: tu, che con Sigurdhr hai stretto giuramenti.

22. Più volte nel cortile risuonarono risa mentre il mio Sigurdhr sellava Grani;e andavano a chiedere la mano di Brunilde, donna fittale, sotto cattivi auspici.

2). Disse allora Brunilde, figlia di Budhli:«Resti priva, la megera, del marito e dei figli, colei che ti ha, Gudhrun, spinta al pianto e a te stamattina ha rivolto rune di parola. »

24. Disse a quel punto Gullrond, figlia di Gjuki: «Basta, sciagurata, con simili parole: sventura dei prìncipi sei sempre stata, soltanto l’onda ti spinse del malvagio destino, bruciore di ferite per sette re,fra le donne suprema distruttrice dell'amicizia. »

25. Disse allora Brunilde, ’ figlia di Budhli:« Attila solo è causa d'ogni tua sventura, nato di Budhli e mio fratello;

2 Herjann: Odino; «donna di Herjann»: valchiria.

240

26. quando noi nella cone delle genti unne vedemmo lo splendore dell’oro davanti al re. Quell’evento l'ho pagato, poi;quella vista ancora mi fa male agli occhi. >

27. Si appoggiò alla colonna, sì fece forza: Brunilde dava fiamme, la figlia di Budhli, dai suoi occhi; sputò velenonel vedere le ferite di Sigurdhr.

PRIMO CARME DI GUDHRUN

CARME BREVE DI SIG U R D H R

Di lì Gudhrun si mise in cammino verso una foresta, in un luo­go disabitato; poi si spinse fino in Danimarca e l ì rimase con Thora, figlia di Hakon, sette volte sei mesi. Brunilde non volle sopravvivere a Sigurdhr. Fece uccidere otto dei suoi schiavi e cinque ancelle. Poi si trafisse a mone con la spada, come viene narrato nel;

Carme breve di Sigurdhr

Ad onta del titolo, il lungo carme nana, con dovizia di partico­lari, la storia intricata di Sigurdhr e di Brunilde. Brunilde, co­me già detto, è andata sposa a Gunnarr ma voleva avere Si­gurdhr. La donna convince Gunnarr ed Hogni ad uccidere Si­gurdhr. E Sigurdhr viene ucciso nel suo letto per mano di Gu- thormr. Brunilde, poi, si dà la morte; ma prima di morire pro­fetizza la sventura di Attila, nuovo sposo di Gudhrun e quella diGunnarrediHogni. Oleiche dà, a chiusura del carme, le di­sposizioniperla cerimoniafunebre di Sigurdhr: almeno nella morte saranno insieme.

ì. A quel tempo Sigurdhr, giovane Volsungo, fece visita a Gjuki dopo un combattimento.Accettò pegni di fède dai due fratelli,1 si scambiarono patti forti nel loro volere.

2. Gli offrirono una fanciulla e in quantità ricchezze, la giovane Gudhrun, figlia di Gjuki.

I Gunnan e Hogni, fratelli di Gudhrun e figli di Gjuki.

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IL CANZONIERE EDDICO

Bevvero e conversarono insieme gran parte del giorno, il giovane Sigurdhr e i figli di Gjuki.

3. Finché andarono a chiedere la mano di Brunilde, sì che con loro cavalcò Sigurdhr,giovane Volsungo esperto di vie.Lui stesso l'avrebbe presa, se avesse potuto prenderla.

4. L’uomo del sud pose la spada snudata, daga cesellata, a loro nel mezzo:né la sposa prese a baciarené fra le braccia la strinse il re unno.La fanciulla in fiore d’anni consegnò al figlio di Gjuki.

y Nella sua vita lei non conobbe vizio e fin in punto di mone malvagità nessuna, macchia che fosse o sembrasse tale.Ma piombarono in mezzo ostili destini.

6. Sola sedeva fuori sul calare del giorno; così prese aperta mente a parlare:«Avrò Sigurdhr — o che egli muoia! — giovane in fiore d’anni, fra le mie braccia.

7. Ho profferito parola, mi pentirò d’averla dena: Gudhrun è sua sposa ed io di Gunnarr;le nome in odio ci filarono un lungo dolore. »

8. Spesso vaga intomo colma di livore dentro, di ghiaccio, di gelo, sera dopo sera, mentre Gudhrun e lui vanno a letto.E Sigurdhr I’awolge nella coperta, il re unno carezza la sua sposa.

9. «Son priva delle gioie d’un marito, e di questo e diDa torbidi pensieri giungerò alle risa. » (quello.

10. Da quell’odio prese a incitare a uccidere:

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CARME BREVE DI SIGURDHR

«Gunnarr, dovrai perdere del tuttoil mio regno, me stessa;mai col principe godrò piacere d'amore.

1 1 . Tornerò di nuovo dov'ero in altri tempi fra i miei prossimi congiunti:li siederò e nel sonno trascorrerò la vita a meno che tu non faccia ammazzare Sigurdhr e di ogni altro principe tu non riesca il migliore.

12. Mandiamo il figlio2 insieme col padre!Non dev’essere nutrito a lungo quel giovane lupo:è per chiunque più beile la vendettaper pareggiare il conto,' se un figlio è vivo. >

13 . Gunnarr turbato buttò giù la tesa,vacillava nell'animo, tutto il giorno meditò seduto.Non sapeva bene che cosa fare,che cosa gli sarebbe riuscito più convenienteo quale scelta per lui sarebbe stata miglioreora che del Volsungo si sentiva privatoe che con Sigurdhr avrebbe perso molto.

14. L’animo diviso, pensava a lungo,una vola questo non accadeva di solito, che alla dignità regale le donne rinunciassero. Chiamò a sé Hogni per fiusi consigliare.In ciò egli l'ebbe fidato amico in pieno.

i). «Brunilde è per me quel che c’è di migliore, la naa di Budhli, diadema fra le donne.La via mia perderò prima di lasciare le gioie di quella creatura.

2 È Sigmund*.

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IL CANZONIERE EDDICO

16. Vuoi, con tuo tornaconto, trarre in inganno il principe? È bello disporre del metallo del Renoc gioioso disporre del tesoro e seduto godere della felicità. »

17. Questo soltanto Hogni seppe rispondere:«None da noi commettere cose simili, rompere con la spada la parola data, giuramenti giurati, stretti vincoli di fede.

18. Non conosciamo sulla terra uomini più felici, mentre noi quattro reggiamo popoli,e l'Unno vive, il principe di schiere, né più possente casato sulla terra; se noi cinque nutriremo figli per molto ancora nobile stitpe potremo diffondere.

19. So troppo bene dove portano codeste strade: sono le brame di Brunilde oltracotanti. »

20. «Guthormr noi inciteremo ad uccidere, fratello minore senza malizia.Era fuori, lui, dai giuramenti giurati dalla parola data, dai vincoli di fede. »

21. Facile a incitarsi l’uomo impetuoso: giunse al cuore il ferro a Sigurdhr.

22. Egli si mosse a vendetta, l’avido di battaglia, nellae scagliò la spada contro quell’uomo impetuoso, (stanza Volò verso Guthormr Gramr possente, la splendida arma di luce dalla mano del re.

2). Cadde il suo nemico in due tronconi mani, testa caddero in avanti e il resto del corpo crollò all’indietro.

24. Presa dal sonno Gudhrun giaceva nel suo letto.

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CARME BREVE DI SIGURDHR

ignara, accanto a Sigurdhr.Ma ebbe un risveglio privo di gioia,quando nel sangue dell’ ‘amico di Freyr’3 si trovò

[immersa.

2V Disperata si percosse con le sue mani, mentre l’eroe senza paura si levò sul letto:«Non piangere, Gudhrun, lacrime tanto amare, sposa in fiore d ’anni: vivono i tuoi fratelli.

26. Ho un erede ancora troppo giovane, non può fuggire dalle case nemiche: fra loro hanno preso appena ora terribili, sinistre, nuòve decisioni.

27. Non cavalcherà loto dietro, anche se sette tu ne[generassi,

un figlio della sorella,4 un nipote al luogo convenuto.So bene che cosa significa:Brunilde, lei sola, è causa d ’ogni male.

28. Mi amava quella fanciulla più di ogni altro ma io contro Gunnarr non mancai in nulla:ho rispettato i vincoli d’amicizia, la parola data; non sono mai stato l’amante della sua sposa.»

29. Venne meno il respiro alla donna, al re la vita: disperata si percosse con le mani:dettero suono di rimando nell’angolo i bicchieri e starnazzarono nella cascina le oche.

30. E rise Brunilde, la figlia di Budhli, tutto in una volta, di vero cuore:

3 Cioi Sigurdhr.4 La sorella di Sigmundr, Svanhildr, che nascerà dopo la mone di Sigurdhr (cfr. str. M).

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IL CANZONIERE EDDICO

quando fin nella sua stanza potè sentireil pianto dirotto della figlia di Gjuki.

M. Parlò a sua volta Gunnarr, prìncipe guerriero:« Non ridere di questo, donna avida d’odio, raggiante nell’atrio, come nell’apprendcre buone Perchéperdi quel tuo bcll’incamato, (nuove,artefice di disgrazie? Sci votata alla morte, penso.

32. Saresti donna degnissima di questo:che davanti ai tuoi occhi abbattessimo Attila: potresti guardare sanguinante la ferita del fratello, la vermiglia ferita potresti fasciare! >

33. < Non te lo nega nessuno, Gunnarr, hai combattuto con Attila teme poco il tuo risentimento, (fortuna: di voi due egli avrà vita più lungae sempre forza possiederà maggiore.

34. Ti dirò, Gunnarr, — lo sai tu stesso bene — come ben presto voi vi siete creati pretesti di lite.Non ero troppo giovane né cosi sottomessa, ben provvista di ricchezze nella corte del fratello.

35. Neppure volli mi possedesse un maritoprima che voi, figli di Gjuki, cavalcaste fino ai recinti tre, su cavalli, sovrani di genti.Del viaggio loro avrei fatto a meno!

39. Allora mi promisia colui che sedeva fra l’oro sul dorso di Grani.Non vi somigliava negli occhi e, in nessun modo, nell’aspetto: anche se vi atteggiate a re di genti.

36. E Attila a me sola lo disse: non avrebbe spartito i suoi beniné oro né regno se mi fossi concessa in isposa.

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CARME BREVE DI SIGURDHR

né alcuna pane dei beni toccatimi,quando a me ancora bambina li assegnò in proprietàe per me ancora bambina contò i denari.

37. E l’animo mio a questo vacillava:se io dovessi combattere e fare strage audace, nella corazza, per causa di mio fratello.Questo si sarebbe risaputo fra le genti, a togliere speranza a molti uomini.

38. Fecero il loro corso i nostri compromessi; c'era in me più voglia di ricevere tesori, anelli rossi dal nato di Sigurdhrné da altro uomo desideravo tesori.

40. Uno ne amai, non altrianimo mutevole non dimorò in questa donna.Attila un giorno verrà tutto a conoscere quando s’informerà sul mio viaggio di mone:

41. non può una donna a cuor leggero vivere come sposa col marito di un’altra.Sarà quindi a espiazione delle mie colpe. »

42. Si levò Gunnarr, signore del seguito,c intorno al collo della donna genò le braccia.Si mossero tutti, uno dopo l’altro, con ogni intenzione di uanenerla.

43. Respinse l’abbraccio di tutti quantinon la si potè trattenere dal lungo cammino.

44. [Gunnarr] chiamò a sé Hogni per parlare:«Tutti gli uomini voglio vadano nella salai tuoi con i miei — è grave l’ora —per veder d ’impedire alla mia sposa il viaggio alla mone, prima che alla sventura non vi sia più riparo.Vediamo di tener testa a un momento difficile. •

251

IL CANZONIERE EDUCO4}. Questo soltanto Hogni seppe rispondere:

« Nessuno la tratterrà dal lungo cammino dopo il quale mai più potrà rinascere!Già segnata venne alle ginocchia della madre, lei da sempre nata per essere priva di gioia, a molti uomini per dar dolore. »

46. Si ritirò abbattuto da quel colloquio,la donna intanto in dono spartiva ricchezze.

47. Vide, intorno a tutti i propri averi, schiave come inebetite e serve di casa.Indossò la corazza d’oro — il cuore non aveva pace — prima di trafiggersi con la spada tagliente.

48. Ricadde sul cuscino di schiena;colpita dalla spada disse quel che aveva in mente:

49. «Venga ora chi desidera oro ocose men preziose ricevere da me; do ad ognuno ornamenti d ’oro,figure intarsiate, coperte, candide vesti. >

io. Tacquero tutti con la mente al da farsi, e tutti insieme dettero risposta:« Ne son morte abbastanza! vivere vogliamo!Le serve di casa non hanno da salvare l’onore! »

51. Finché dopo ch’ebbe pensato la donna in vesti di lino, giovane d’anni, parlò in risposta:« Nessuno costretto e a forza voglio perdere per causa nostra.

52. Ma sulle ossa vostre non bruceranno molte ricchezze, oro per nulla, quando giungerete a visitarmi.

53. Siedi qui accanto, Gunnarr! Ti dirò

252

CARME BREVE DI SIGURDHRla vita vuota di una sposa splendente.La vostra nave non sarà ancora salpata quando avrò rimesso lo spirito.

54. Di nuovo amici sarete, tu e Gudhrun, più presto cheLa donna famosa, accanto al re, [pensi,triste ha ricordo del marito morto.

55. Là è nata una fanciulla, l'alleva la madre, sarà Svanhildr più chiaradel giorno luminoso, di un raggio di sole.

56. Darai Gudhrun a un uomo potente, dardo di sventura per molti uomini.Farà, contro il suo volere, un matrimonio felice.La condurrà Attila in isposa, nato di Budhli e mio fratello.

57. Mi ricordo bene come son stata trattata quando amaramente mi avete tratta in inganno.Senza gioia alcuna son stata, per quanto ho vissuto.

58. Oddrun vorrai sposare;ma Attila non te lo concederà.Segretamente l’uno l’altra potrà abbracciare.Lei t’amerà come io avrei fattose per noi buon destino fosse stato disposto.

59. Col male ti perseguiterà Attila:sarai, tu, deposto nella fossa angusta dei serpenti.

60. Accadrà anche questo, di qui a non molto, che Attila rimetterà il suo spirito,i suoi averi, la vita dei figli.Perché Gudhrun farà sporco il suo lettocon la spada tagliente, la disperazione nell 'animo.

6t. Sarebbe più degno per Gudhrun, sorella nostra,

253

IL CANZONIERE EDDICOtener dietro al morto suo primo sposo, se a lei si dessero buoni consiglio possedesse, lei, un animo quale il nostro.

62. Stento ora a parlare; ma non dovrà, lei, per causa nostra, perdere la vita.La condurranno le onde del mare su, fino al regno di Jonakr.

6). {Sono indecisi] i figli di Jonakr:Svanhildr, lei, allontanerà dalla sua terra, figlia sua e di Sigurdhr.

64. La condurranno in rovina i consigli di Bikki, poiché Ermanarico è lì per nuocere.Quando intera la stirpe di Sigurdhr sarà distrutta ancora più lacrime verserà Gudhrun.

6). Rivolgerò a te una sola preghiera,per me sarà al mondo l'ultima preghiera.Preparerai in una radura una piradi modo che per noi tutti vi sia dentro spazio

[abbastanza,per quelli che morirono insieme a Sigurdhr.

66. Gronderanno la pira arazzi e scudi, stoffe italiane ben tinte e molti schiavi.Per me cremeranno l’Unno all’altro capo.

67. Bruceranno per l’Unno al capo opposto fra i miei servitori, adomi di preziosi, due alla sua testa e due sparvieri.Ecco, tutto è stato deciso secondo il giusto.

68. Giaccia a noi nel mezzo la spada inanellata,(erto tagliente, così di nuovo disposta,come quando noi due salimmo su un unico letto e fummo chiamati con quel nome: sposi!

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CARME BREVE DI SGURDHR69. Non rovineranno ai suoi piedi

le Sale Decorate3 dipinte tutt’intomose a lui tien dietro da questo mondo il mio seguito.Non sarà modesto il nostro viaggio.

70. Perché gli terranno dietro cinque ancelle, otto servi di nobile stirpe,gli schiavi più fedeli e l’eredità di mio padre, die Budhli donò alla sua creatura.

71. Ho detto molte cose, e ancor più ne direi,se mi concedesse il destino più spazio per parlare. La voce s'affievolisce, si gonfiano le ferite.Soltanto il vero ho detto, com 'è vero che muoio. »

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VIAGGIO DI BRUNILDE VERSO GLI INFERI

Una donna dei giganti sbarra la via alcarrofunebre di Brunilde. Accusa di omicidio Brunilde e quest’ultima racconta la sua storia di donna che ha molto amato e che è stata ingannata. In questo carme essa dichiara di essere quella valchiria che noi abbiamo conosciuto sotto il nome di Sigrdrifa. Ha amato Sigurdhr, poiì venuto l'inganno. Il breve dialogo si conclude con la predizione per gli uomini e per le donne di dolori e sventure, seguita dalla maledizione contro la gigantessa, penhéfinalmentelasciliberalastradaaleieaSigurdhr.Dopo la mone di Brunilde vennero preparate due pire: una per Sigurdhr, che bruciò per prima; Brunilde venne bruciata in un secondo momento, posta su un carro addobbato con arazzi. Si dice che Brunilde con questo carro si mettesse sulla via del regno dei morti e che passasse per un luogo in cui dimorava una gigantessa. La gigantessa disse:

1. «Non passerai, qui attraverso le mie case sostenute su rocce.Sarebbe stato meglio per te lavorare al telaio piuttosto che incontrare l’uomo di un'altra.

2. Perché da Valland devi venire a far visita, testa capace di tutto, alle mie case?Tu, ‘signora dell’oro’ , se vuoi saperlo,o generosa, dalle tue mani hai lavato sangue umano. »

disse allora Brunilde: y «Non mi rinfacciare, donna, dalla petraia,

d’essere stata in imprese guerresche.

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IL CANZONIERE EDDICOCredo d'esser ritenuta fra noi due la migliore, ove conoscano gli uomini la nostra stiipe.»

la gigantessa disse:4. «Tu, Brunilde, figlia di Budhli,

col destino peggiore sei venuta al mondo.Sci stata tu a perdere i figli di Gjuki: i loro bencostrutti edifici hai distrutto. »

disse Brunilde: y «Dirò io, accorta, dal mio cario,

a te, stupida, — se vuoi saperlo — come gli eredi di Gjuki mi hanno resa spoglia d’amore e spergiura.

6. Le nostre vesti, il principe pieno di valore, 1vesti di cigno di otto sorelle,2 sotto una quercia fece Avevo dodici anni, se vuoi saperlo, [portare,quando col giovane principe strinsi giuramenti.

7. Mi chiamavano tutti in Hlymdalir,Hildr coperta dall’elmo, chiunque mi conoscesse.

s. Allora l’anziano Gunnarr dall'Elmo mandai a morte, nel paese dei Goti.Detti vittoria al giovane fratello di Audha:3 Odino per questo si riempì d’ira.

9. Mi circondò di scudi, in Skataiundr, rossi e bianchi; i loro margini si toccavano.Ingiunse Odino: avrebbe rotto il mio sonno chi in nessun luogo conoscesse paura.

1 Agnarr.2 Cioè di d io valchirie.3 Agnar. Cfr. Canzone di Sigrdrifa.

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VIAGGIO DI BRUNILDE VESSO CU INFERI10. Intanto alla mia dimora, rivolta a mezzogiorno,

alto suscitò ‘chi divora la legna' .4Là comandò che uno solo vi passasse a cavallo: chi m’avesse portato l’oro, dal giaciglio di Fafnir.

11. Cavalcava il valoroso su Grani, lui'dispensatore- dove chi mi nutrì aveva la sua casa. (dell’oio’ ,Lui, unico, risaltava, fra tutti il migliore, guerriero danese, fra quelli del suo seguito.

12. Fummo felici, dormimmo in un solo letto come se a me fratello fosse nato.Nessuno di noi due la sua mano sull’altro perottonotti fu in grado di porre.

i). Mi accusò Gudhrun di questo, la figlia di Gjuki: di aver dormito fra le braccia di Sigurdhr.E qui mi resi conto di quel che non avrei voluto sapere, da loro d’esser stata ingannata in un matrimonio

[combinato.

u. A pene profonde a lungo ancora uomini e donne verranno al mondo.Noi due la vita vogliamo concludere,Sigurdhr, insieme. Sprofonda, prole di giganti! »

Massacro dei Nibelunghi

Gunnarre Hognis’impadronirono allora di tutto l’oro, eredità di Fafnir. L’odio nacque dunque fra i figli di Gjuki e Attila. Egli dava ai figli di Gjuki la colpa della morte di Brunilde. Per riconciliarsi dettero in isposa ad Attila Gudhrun e le sommini­strarono, prima che acconsentisse a sposare Attila, la pozione

4 Kenning per « fuoco ».

2 6 1

IL CANZONIERE EDDICOdell’oblio. Erpr ed Eitill furono i figli di Attila. Svanhildr, in­vece, era la figlia di Sigurdhredi Gudhrun.Re Attila invitò presso di sé Gunnarr e Hogni e mandò Vingi e Knefrodhr. Gudhrun sapeva dell'inganno e inviò un messag­gio in rune perché non venissero e, come segno, mandò a Ho­gni l’anello Andvaranautr, dopo avervi intrecciato pelo di lu­po. Gunnarr aveva chiesto in moglie Oddrun, sorella di Attila, ma non l’ottenne: allora prese Glaumvor, mentre Hogni sposò Kostbera. Figli loro furono Solarr, Snaevarr e Gjuki. Ma i figli di Gjuki vennero da Attila; allora Gudhrun chiamò i suoi figli perché intercedessero per la vita dei figli di Gjuki. Ma non ne vollero sapere. Il cuore venne strappato a Hogni e Gunnarr get­tato nella fossa dei serpenti. Pizzicò l’arpa e addormentò i ser­penti. Ma una vipera lo morse al fegato.

2 6 2

SECONDO CARME DI GUDHRUN

Le stesse vicende narrate in questiultimicarmi, raccontateperò da Gudhrun a Teoderico, alla corte di Attila. Ma aila solita storia si aggiungono dati sull’opera di Grimilde, madre di Gudhrun che, in Danimarca, favorisce il matrimonio di Gudhrun con Attila. Gudhrun viene spinta con l ’inganno (mediante una pozione magica) a compiere un atto contro la sua volontà. Sposerà Attila; a questi, mentre conduce la sposa in patria, viene annunciata in sogno la sciagura che incombe su di lui e su tutta la sua stirpe.Re Teoderico si trovava insieme ad Attila e aveva perso la maggior parte dei suoi uomini. Teoderico e Gudhrun l ’un con l’altra lamentavano i propri mali. Lei gli parlò e gli disse:

1. «Gemma fra le fanciulle, mi tirò su mia madre, splendida nel gineceo: ben amavo i miei fratelli!Fin quando Gjuki mi fece dono d’oromi fece dono d’oro, mi sposò a Sigurdhr.

2. Sovrastava Sigurdhr i figli di Gjuki come il porro verde spicca fra l’erba,come un cervo d’alte zampe su bestie meschineo l’oro, rosso come brace, sul fievole argento.

3. Fin quando presero a invidiarmi i fratelli d’avere un uomo fra tutti il migliore.Dormire non poterono né ragionare finché non ebbero fatto uccidere Sigurdhr.

4. Grani correva al convegno: se ne sentiva il rumore.

265

IL CANZONIERE EDDICOMa Sigurdhr, Sigurdhr non venne.Tutte le ‘bestie da sella’ erano schiumanti, oppresse dalla fatica, sotto gli uccisori.

5. Andai in lacrime per parlare a Grani, umide le guance chiesi al destriero notizie.Si scosse Grani, chinò nell'erba la testa:lo sapeva il destriero, non era in vita il padrone.

ti. A lungo rimasi incena a lungo furono i pensieri divisi prima che io chiedessi del principe alla ‘guardia delle

[genti’ .

7. Chinò la testa Gunnarr; mi disse Hogni di Sigurdhr la mone atroce:'Giace colpito oltre il mare,chi uccise Gothormr, offerto ai lupi.

8. Guardalo Sigurdhr sui sentieri del sud!Sentili i corvi gridare,gridare le aquile contente di quel cibo, ululano i lupi intorno al tuo sposo. ’

9. ‘Hogni perché dolori come questia me senza più bene, non esiti a dare?Sapranno i corvi strappani il cuore,sulla terra vasta prima di quanto tu non pensi.’

10. Rispose Hogni d’un sol fiato,perso il buon senso, per quel che dentro sentiva:‘Per questo, Gudhrun, avrai di che piangere ancora, se a me strapperanno i corvi il cuore.’

11. Da sola mi mossi di lì, da quel parlare,verso la foresta per ricompone i resti lasciati dai lupi. Non feci lamento non mi percossi con le mani non mi ridussi a gemere come le altre donne, nel tempo che vegliavo disfatta accanto a Sigurdhr.

2 6 6

SECONDO CARMB DI GUDHRUN12. Mi apparve più tenebrosa la none

mentre sedevo in pena china su Sigurdhr.La soluzione migliore mi apparivano i lupi : se m’avessero tolta la vita;0 se dato m’avessero fuoco come a legno di betulla.

13. Dalla montagna viaggiai cinque giorni interi fino a che riconobbi la cone di Halfr, alta.

14. Con Thora rimasi sette volte sei mesi, con la figlia di Hakonn, in Danimarca.Per la mia gioia tessè in fili d’oro stanze meridionali e cigni di Danimarca.

i). Ponemmo sui ricami il gioco degli eroi e sul cucito i sottomessi al principe, rossi cerchi di scudi, guerrieri unni, schiere armate di spade, di elmi, il seguito del principe.

16. Le navi di Sigmundr salpavano da terra, d’oro la polena, scolpita la prua.Intessemmo in un arazzo quel che combatterono Sigarr e Siggeirr verso sud, in Fionia.

17. Seppe allora Grimilde, donna dei Goti, cosa avessi nell’animo.Allontanò da sé 0 panno e fece venire1 figli, testarda, per conoscere questo: quale figlio volesse fare giustizia alla sorella, insomma volesse vendicare il mono.

18. Era pronto Gunnarr a offrire oro per ripagare il tono e Hogni del pari; lei chiese però chi volesse andarea sellare il cavallo ad attaccare il carro a cavalcare il destriero e a dar volo al folco, a scoccar frecce dall’arco di tasso.

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IL CANZONIERE EDD1CO19. Valdarr fra i Danesi con Jarizleifr,

Eymodhr terzo conjarizlcarr entrarono allora, nobili nel ponamento, alleati del Longobardo. Avevano rossi i mantelli corazze adornate, portavano alti cimieri cingevano spade brevi, bruni i capelli.

20. Voleva ognuno donarmi gioielli donarmi i gioielli e parlarmi di cuore, per cercare di darmi confortoper molte pene. Ma non davo loro retta.

21. Mi portò Grimilde un calice colmo da bere, gelido, disgustoso e non ricordai le mie offese: era un miscuglio di forza arcana,di mare ghiacciato e di sangue sacrificale.

22. C’erano in quel corno caratteri d’ogni sorta incisi, tinti di rosso — e io non potevo capirli —il ‘lungo pesce della brughiera’, 1 la spiga non mietuta della terra degli Haddinghi, interiora di fiere.

23. C’erano a quella birra insieme molti tormenti, radici d’ogni foresta con ghiande tostate,‘rugiada di focolare' ,2 intestini di bestie sacrificate,fegato cotto di porco, per sopire la faida.

24. Erano davvero dimentichi, dopo ch’ebbero bevuto, tutti nella sala, che il principe era caduto da cavallo; vennero re, tre, alle mie ginocchiaprima che proprio lei cercasse di parlarmi:

2). ‘Ti faccio dono, Gudhrun, di quest’oro,ricchezze in quantità — poiché è mono tuo padre —

1 Kenning per« serpente».2 Kenning per «fuliggine».

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SECONDO CARME Dt GUDHRUNdi anelli rossi, degli edifici di Hlodhver, di tutti gli arazzi, per il principe caduto.

26. Di fanciulle unne che muovono telaie fanno bello l’oro, che tu ne tragga piacere.Tu sola disporrai del tesoro di Budhli, adorna d ’oro e sposata ad Attila. ’

27. 'Non voglio, no, accompagnarmi a un uomo né prendere il fratello di Brunilde come sposo.Non è da me col figlio di Budhli,crescere la stirpe, né vivete felice. ’

28. ’Ad ogni costo non desiderare vendetta nel sangue, . perché nostro è il primo torto.Ti sentiresti come se entrambi vivessero Sigurdhr e Sigmundr, se tu generassi figli. ’

29. ’Non posso, Grimilde, ardire di essere felice né contare su quell’uomo prodeda quando bevvero, atrocemente, la ‘belva dei

[cadaveri’3e Huginn insieme sangue dal cuore di Sigurdhr. ’

30. ‘Fra tutti ho trovato quel principenel lignaggio il più alto, chi di gran lunga più spicca. Abbilo come sposo finché vita ti venga meno; sarai senza un uomo se non lo accetti.’

31. ‘Non me la offrire, ricolma di sventure, con ostinazione, questa parentela!A Gunnarr farà egli del male e a Hogni strapperà il cuore.Non avrò pace finché all’instancabile tessitore di liti non avrò preso la vita.’

3 Kenning per «lupo».

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IL CANZONIERE EDDICO32. Grimilde in pianto prese a parlare,

temeva per i suoi figli sventuree per i suoi congiunti immense disgrazie:

33. ‘Ti darò terra, seguito di genti,Vinbjorg, Valbjorg, se li vuoi accettare, tienili per sempre e sii felice, figlia! ’

34. ‘Lui sceglierò fra i ree dai congiunti l’avrò, di malavoglia.Non c’è uomo che mi dia piacerené la disgrazia dei fratelli offre protezione ai figli. '

35. Subito su un destriero si potè scorgere ogni guerriero e un’italiana aveva nel suo carro.Per sette giorni cavalcammo la gelida landa e per altri sette solcammo i marosi, la terza settimana calpestammo aride terre.

36. Li guardie alla porta dell’alto castello dischiusero i battenti e noi cavalcammo nel recinto.

37. Mi destò Attila — mi pareva l’animocolmo di cattivi presentimenti sulla morte dei miei.

38. 'Or ora mi destano dal sonno le nome; visione angosciosa; vorrei spiegarmela.Mi figuravo te, Gudhrun, figlia di Gjuki,con una spada gravida di sventure che mi trapassavi.’

39. ‘Vuol dire fuoco il sogno di un ferro, superbia e inganno l’ira di una sposa; contro il tuo male verrò col fuocoti curerò, ti sanerò, anche se ti ho in odio.’

40. ‘Mi figuravo in questa corte rami caduti, mentre io volevo che crescessero,

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strappati erano, fatti rossi nel sangue, serviti sulle panche: come cibo a me offerti.

41. Dalla mia mano, mi figuravo, un volo di falchi, privi di cibo, verso la casa della sventura.Mi figuravo i loro cuori mangiari insieme a miele, l’animo perso nella pena, ancora gonfi di sangue.

42. Dalla mano mi figuravo una fuga di cuccioli: senza più gioia guaivano entrambi.La came loto mi figuravo già fatta putrida: di cadaveri, costretto, mi sarei fatto cibo. '

43. ‘Là uomini trarranno giudizi da sacrifici e decapiteranno candide vittime; troveranno la mone nello spazio di poche notti, appena prima del giorno saran cibo per i guerrieri. ’

44. Mi lasciai andare poi — ma non pensavo a dormire — ostile, in letto di pena. Io, questo farò. »

La serva di Attila si chiamava Herkja: era stata la sua concubina. Lei disse ad Attila di aver visto Teoderico e Gudhrun insieme. Attila ne fu molto contrariato. Allora Gudhrun disse:

SECONDO CARME DI GUDHRUN

271

TERZO CARME DI GUDHRUN

Gudhrun, sposa di Attila, viene accusata da Herk/a, concubina dello stesso, di adulterio. Dice, la donna, di averla vista con Teoderico, sotto la stessa coperta. Si prepara un giudizio di Dio: ciascuna delle due donne dovrà immergere le mani in un paiolo pieno di acqua bollente. Ma mentre Gudhrun ritrae intatte le mani, Herkja non supera il giudizio.

1. «Attila, che hai? Sempre, figlio di Budhli, è cupo il tuo animo. Perché non ridi mai?Questo a tutti semmai parrebbe giusto: che t’intrattenessi con loro e con me.»

2. « Mi addolora, Gudhrun, figlia di Gjuki, una cosa: in casa mia, ha detto Herkja,tu e Teoderico vi siete assopiti sotto la coperta e con tenerezza vi siete avvolti nei lini.»

3. « Tutto questo, ceno, ti posso giurare per la bianca pietra sacra:che col figlio di Thjodhmarr non ho avuto rapporti che donna o uomo possano dire illeciti.

4. Ho abbracciato lui ‘guida di schiere',una volta soltanto, il sovrano senza macchia; ma altri furono i nostri discorsi quando in tristezza ci siamo intrattenuti.

5. Venne qui Teoderico con trenta dei suoi: non uno vive di trenta uomini!

275

IL CANZONIERE EDUCOMi tolsero i fratelli e gli armati, mi tolsero tutti i miei più vicini congiunti.

6. Manda a chiamare Sari, principe del sud: egli sa consacrare il paiolo che bolle.»

7. Settecento uomini fecero ingressoprima che la sposa del re raggiungesse la caldaia.

8. «Non viene ora Gunnarr non chiamo Hogni, non vedrò mai più i mici fratelli.Di tali affronti Hogni con la spada avrebbe fatto

(vendsola, ora, dei miei presunti falli dovrò discolparmi.»

9. Calò verso il fondo la mano bianca e trasse in alto pietre preziose.«Vedete ora, uomini, non ho colpa, secondo il sacro rito; bolle il paiolo! »

10. Rise ad Attila il cuore nel petto appena vide intatte le mani di Gudhrun.«Orsù, vada Herkja verso il paiolo,lei che a Gudhrun ha lanciato accuse.»

11. Non ha visto strazio chi non ha visto questo: come Herkja ebbe le mani bruciate, condussero allora la donna in un pantano putrido. Così fu soddisfatta Gudhrun del torto subito.

276

LAMENTO DI ODDRUN

Borgny e OddninHcidhrekr si chiamava un re; sua figlia si chiamava Borgny. Vilmundr era il suo amante. Borgny non potè partorire il figlio prima deH’arrivo di Oddrun, sorella di Attila. Gunnarr, figlio di Gjuki, l'aveva amata. Qui questa storia è cantata così:

Lamento di Oddrun

Attila vuole impedire che la sorella Oddrun si unisca con Gunnarr; ma l'amore vince i due amanti che si abbandonano l ’unaall’altro. Attila lo viene a sapere. La storia a questo punto si fonde con l'uccisione di Hogni e col supplizio di Gunnarr', Oddrun infatti sente, benché lontana, il suono dell'arpa che l'amato pizzica, nella fossa dei serpenti dove ì stato gettato. Oddrun corre, per raggiungere e soccorrere Gunnarr; ma non può che essere testimone della sua morte. A Borgny, che ella cura di un doloroso male, canta questo suo lamento.1. Ho ascoltato il racconto, in antiche storie,

di come venne una giovane in Mornaland. 1 Nessuno poteva su tutta la terraportare aiuto alla figlia di Heidhrekr.

2. Venne a sapere Oddrun, sorella di Attila, che la fanciulla soffriva gravi mali.

1 Cioè in Oriente?

279

IL CANZONIERE EDDICODalla mangiatoia, lei, tolse la ‘bestia imbrigliata’; sul morello adagiò la sella.

3. Lanciò il cavallo al galoppo sulla terra piana finché giunse all’alta corte che svetta;e fece ingresso nella sala oblunga.Tolse la sella al cavallo stremato e queste parole innanzitutto disse:

4. «Cos’è sulla bocca di tutti in queste plaghe, di cosa più parlano nella terra degli Unni? »« Qui si trova Borgny, oppressa dal dolore, amica tua, Oddrun; guarda se puoi aiutarla. »

y «Quale signore le ha infetto tale onta, perché Borgny soffre mali improvvisi ? >

6. «Vilmundr si chiama l’amico dei guerrieri: avvolse la fanciulla nella calda copertacinque anni interi: al padre ella lo tenne nascosto. >

7. Non credo parlassero più a lungo.Venne soccorrevole a sedere ai piedi della ragazza: con forza cantò Oddrun con vigore cantò Oddrun efficaci incantesimi per Borgny.

8. Una femmina e un maschio vennero alla luce, figli gentili dell’uccisore di Hogni.Questo prese a dire la ragazza malata a mone che neanche una parola prima aveva potuto dire:

9. « Sian d ’aiuto spiriti propizi,Frigg e Freyja e degli dèi i piùa te che mi liberasti da tremendo tormento. »

10. « Non sono venuta a dani aiutoper i tuoi meriti: non ne saresti stata degna.

280

LAMENTO DI ODDRUNHo promesso e ho mantenuto quel che (in qui ho che tutti senza eccezione avrei aiutato, [deno:quando i prìncipi divisero l’eredità.»

13. Poi si mise a sedere la donna rattristata a raccontare sventure in gran pena:

14. «Venni allevata alla cone del principe— m’erano amici i più — per decisione degli uomini.Gioii della vita, degli averi del padre,solo per cinque anni, finché visse mio padre.

i). Questo prese a dire, ultime sue parole, il magnanimo sovrano prima della mone: comandò mi adornassero d ’oro rosso e che venissi sposata al sud al figlio di Grimilde.2

16.B. Non ci sarebbe, disse, stata fanciullamigliore al mondo, se il fato non l’avesse

[ghermita. >

11. «Sci pazza, Oddrun e fuori di senno che ostili e di molto mi hai detto parole.Mentre io ti ho seguito sulla terra come se da due fratelli fossimo nate. »

12. «Ricordo quel che hai detto proprio una sera quando per Gunnarr preparavo da bere.Negavi che un tale esempio sarebbe stato, poi, seguito da un’altra fanciulla, all’ infuori di me. *

16.A. Lui3 comandò a Brunilde di mettersi l ’elmolui disse che valchiria avrebbe dovuto diventare.

2 È Gunnarr.3 Budhli.

281

IL CANZONIERE SODICO17. Nelle sue stanze Brunilde intesseva teli

aveva lei popolo e terra a sé d’intorno.Il suolo risuonò cupamente e il cielo in alto quando l'uccisore di Fafnir riconobbe il castello.

is. E fu compiuto lo scempio con una spada gallica e violato il castello, possesso di Brunilde.Non durò poi a lungo, anzi certo fu breve tempo, fino a che quegli inganni ella venne a sapere.

19. Di questo atroci vendette fece,che noi tutti ne avemmo bastante esperienza.Questa nuova si spargerà per ogni dove che si è data la morte per amore di Sigurdhr.

20. E io Gunnarr ebbi ad amare,‘clargitore di anelli’ , come Brunilde avrebbe dovuto.

21. Offrirono ad Attila anelli rossi, a mio fratello ricchi compensi.Pur di avermi offrì quindici poderie la soma preziosa di Grani, se volesse accettarli.

22. Ma Attila disse di non volere ricchezza alcuna dal nato di Gjuki.Non potevamo più resistere alla passione, un giorno posai al principe la testa contro la spalla.

23. Parlarono molti miei congiunti dicendo che noi due eravamo sud visti.Ma Attila disse che non potevoesser colpevole né commettere disonestà.

24. Questo non dovrebbe però mai affermarloun uomo a un alvo quando l’amore è in gioco.

2). Inviò Attila i suoi fidinella foresta di tenebra per avere le prove;

282

LAMENTO DI ODDRUNe vennero dove venire non avrebbero dovuto nel momento in cui noi due distendevamo una sola

[coperta.26. Offrimmo ai messi anelli rossi

perché essi nulla riferissero ad Attila:ma loro in tutta fretta ad Attila riferirono, pieni di zelo rientrarono.

27. A Gudhrun. però, del tutto lo tennero nascosto lei che doppiamente avrebbe dovuto saperlo.

28.11 suono si poteva intendere di zoccoli dorati, quando nel recinto cavalcarono gli credi di Gjuki.Gli Unni a Hogni strapparono il cuore e nella fossa dei serpenti misero l’altro fratello.

29. Frattanto ero partita in tutta frenaper andare da Geirmundr, per apprestare un Prese il re accono a pizzicare l'arpa [banchetto,perché pensava che sarei accorsa, re di stirpe possente, in suo aiuto.

30. Intesi il suono da Hlesey,come alla disperazione dettero voce le corde.Ordinai alle ancelle di tenersi pronte, volevo del principe salvare la vita.

31. Scivolò sull'acqua la nave attraverso lo strettofin quando davanti mi vidi i possedimenti di Attila.

32. Ma uscì l’infausta fuori strisciando madre di Attila, che vada in malora ! e Gunnarr morse al cuore:cost l'illustre non potei salvare.

33. Mi meraviglio spesso come potessi in seguito, signora di ricchezze, conservare la vita:

283

io che pensavo di amare, lui, ardito nel rìschio, ’sparatore di spade', come me stessa.

IL CANZONIERE EDDICO

34. Stavi seduta, ascoltavi mentre ti parlavo di molti destini infelici: del mio, del loro. Nel vivere ognuno segue le sue inclinazioni. Ecco, è trascorso il lamento di Oddrun. »

Mone di AttilaGudhrun, figlia di Gjuki, vendicò i suoi fratelli, com'è noto: prima uccise i figli di Attila e poi uccise Anila e bruciò le coni e i conigiani. Su questo è stato composto il carme seguente:

284

CARME GROENLANDESE DI ATTILA

I fratelli di Gudhrun, Hogni e Gunnarr, vengono invitati da Attila che vuole ucciderli e derubarli del loro tesoro. Nono- stante gli avvertimenti della sorella e ipresentimenti, i due si recano da Attila. Cadono dunque nella trappola del re unno. A Hogni viene strappato il cuore e Gunnarr viene calato nella fossa dei serpenti. Gudhrun boi vendicai fratelli: uccide ifigli e li d i da mangiare ad Attila, appesantito dalla birra; uccide infine tutti gli Unni ebbri e dàfuoco alla reggia: sono le gesta di una donna che ha, a detta delpoeta, vigore e dignità di eroe.

1. Attila inviò un messaggero a Gunnarr,uomo abile a cavalcale, il suo nome era Knefrodhr. Venne alla cone di Gjuki, alla dimora di Gunnarr, alle panche che stanno intomo al fuoco, alla birra leale.

2. Li beveva la schiera dei guerrieri — ma tacevano quelli[che nascondevano i loro pensieri —

il vino nella cone Citale: temevano la collera degli Unni. Allora pariò Knefrodhr, uomo del sud, con voce fredda — sedeva sullo scranno alto:

}. «Attila m 'ha qui mandato a ponare un messaggio, sul cavallo che morde il freno, attraverso Myrkvidhr, per chiedete a voi due, Gunnarr, di venire (l’ignota, alle panche circondate d'elm i, a visitare la dimora(d* Attila.

4. Là potrete scegliere scudi e ‘levigati frassini’1

1 Kenniitg per «lance».

287

elmi dorati e gran numero d'Unni; gualdrappe d'oro e d ’argento, purpuree tuniche, lance acute, destrieri che mordono il freno.

y La piana, disse, che v'avrebbe data dell’ampia lance stridenti e dorate prore, [Gnitaheidhr,grandi tesori e le terre del Dnjepr, la celebre foresta che gli uomini chiamano Myrkvidhr. »

6. Allora Gunnarr voltò la testa e disse a Hogni:«Che cosa, giovane principe, consigli per noi due orche

[abbiamo ascoltato una simile offerta? Non saprei d ’oro in Gnitaheidhr che noi altrettanto non possedessimo

7. Sette stanze abbiamo colme di spade ciascuna delle quali ha un’impugnatura d ’oio.So che il mio cavallo è il migliore e la mia spada la più

[affilata;che i miei archi sono ornamento alle panche e le mie

[armature sono d ’oro, il mio elmo e il mio scudo i più bianchi. Proviene dalla

[sala del Kjarr, ognuno dei miei pezzi è migliore di quanti ne abbiano

[gli Unni.»8. «Che cosa pensi avesse in mente la Signora2 quando a noi

[due inviò un anello avvolto nel pelo dclT'animale che abita la brughiera'3?

[Penso che offrisse un preavviso. Pelo ho trovato deU’‘animale che abita la bmghiera’

[ravvolto intomo al rosso anello. La nostra è la via del lupo se intraprendiamo questo

[viaggio.»

IL CANZONIERE EDDICO

2 Gudhnin.3 11 lupo.

288

9. Nessun parente incitò Gunnarr né nessun altro[congiunto,

non consigliere né confidente e neppure i maggiorenti. Allora Gunnarr parlò come un re dovrebbe glorioso nella sala del banchetto con grande animo:

10. «Orsù, alzati, Fjomir, fa’ che le auree coppe dei[guerrieri

corrano per la sala nelle mani degli uomini.

u. Il lupo amministrerà l’eredità dei Nibelunghi, le vecchie grìgie congreghe, se Gunnarr muore;’orsi scuri di pelo’ morderanno coi denti aguzzi ; quella ’muta di cani’ si rallegrerà se Gunnarr non farà

[ritomo.»

12. Accompagnarono sudditi onorati il coraggioso, il[sovrano piangendo

fuori dalla corte degli Unni.Questo allora disse il giovane erede di Hogni:«Andate ora sani e in senno ovunque l’animo vi guidi! »

13. Arditi lasciarono correre al galoppoi destrieri che mordono il freno oltre la collina, attraverso

[l’ignota Myrkvidhr. Tremava tutta la marca degli Unni al passaggio degli

[intrepidi;spronavano i ’pronti alla frusta’ per la pianura tuna

[verde.

14. La terra d’Attila videro e gli alti torrioni— i guerrieri di Bikki stavano sull’alto castello — e la sala degli uomini del sud circondata da panche di da scudi ben connessi da risplendenti usberghi; [legno, e lance aguzze videro. Intanto Attila beveva il vino, là nella cone fatale; fuori sedevano guardie per tener d ’occhio gli uomini di Gunnarr nel caso lì con lance stridenti a far guerra al sovrano. [venissero

CARME GROENLANDESE DI AITILA

289

IL CANZONIERE EDDICOiv La loto sorella notò subito che essi erano arrivati nella

[sala,i suoi fratelli, entrambi — poca birra ella aveva bevuto: «Sei tradito, Gunnarr: che farai, o possente, contro le macchinazioni degli Unni ? Vattene senza indugio

[dalla sala!

iti. Meglio avresti fatto, fratello, se avessi messo l’armatura con gli elmi che stanno intomo al focolare per visitare la

(dimora d’Attila. Passeresti in sella giorni splendenti di sole, pallidi cadaveri compiangere avresti fatto alle nome; avresti fatto conoscere l’erpice alle guerriere degli Unni, Attila stesso avresti fatto condurre alla fossa dei serpenti. Ora per voi due questa fossa e preparata.»

17. «Troppo tardi, sorella, per radunare i Nibelunghi; è tardi per cercare dalle rosse colline del Reno una scorta di uomini coraggiosi. »

18. Presero Gunnarr e lo posero in ceppi, l’amico dei Burgundi e lo legarono stretto.

19- Hogni sette ne colpì con l'affilata spada e l’ottavo lo scagliò nel fuoco acceso.Deve difendersi un valoroso dai nemici, come Hogni difese le mani di Gunnarr.

20. Chiesero al valoroso se volesse,il re dei Goti, la loro vita riscattare con l’oro.

21. «Deve il cuore di Hogni giacere nella mia mano sanguinante dal petto del valoroso cavaliere, [strappato con un coltello dal taglio affilato, al figlio del re. »

22. Strapparono il cuore dal petto di Hjalli, sanguinante lo posero su un vassoio e lo portarono

(davanti a Gunnarr.

290

2). Questo allora Gunnarr disse, signore d’uomini:«Qui ho il cuore di Hjalli il vile, diverso dal cuore di Hogni il valoroso; molto sussulta or che giace sul vassoio; ancor più sussultava quando stava nel petto. »

24. Rise nel momento in cui gli strapparono il cuore Hogni il guerriero, vivo — non mise un solo gemito — sanguinante lo posero sul vassoio e lo portarono dinanzi

[a Gunnarr.

2). L’illustre parlò allora Gunnarr, Nibelungo armato di «Ecco il cuore di Hogni il valoroso (lancia:diverso dal cuore di Hjalli il vile; poco sussulta or che giace sul vassoio; ancor meno sussultava quando stava nel petto. »

26. « Possa tu lontano, Attila, essere dai miei occhi cosi come lo sei dai mici gioielli!A me c a me solo è affidatoil tesoro dei Nibelunghi: ora Hogni non è più.

27. Sempre ho mantenuto un dubbio mentre entrambi(vivevamo.

Non ne ho più nessuno ora che solo io son vivo.11 Reno sarà il padrone del metallo, conflitto fra gli

[uomini,il rapido fiume divino, dell’eredità dei Nibelunghi. Nell'acqua vorticosa luccichino eli anelli di mone piuttosto che l'oro risplenda nelle mani dei figli degli

[Unni.»28. «Muovete il carro: il prigioniero è in ceppi! »

E poi di là lo ‘scrollator del morso’ portò il guardiano il principe dell’agone, alla mone. (del tesolo,

29. Attila il possente, cavalcava un cavallo dalla criniera[sonante,

CARME GKOENLANDBSE DI ATTILA

291

a CANZONIERE EDDICOil loro cognato, circondato da 'spine della battaglia'4 Gudhnin degli dèi di vittoriatratteneva angosciata le lacrime nella sala tumultuosa:

30. «Così vada a te, Attila, come ai patti che spesso giurasti con Gunnarr c un tempo stringesti;per il sole che indina a sud e per la roccia di Sigtyr,5 per il ‘cavallo del giaciglio’6 e per l’anello di UUr. »

31. Vivo posero il principenella fossa brulicante — una schiera d ’uomini — di serpenti all'intorno. Ma Gunnarr, solo, rabbioso Carpa pizzicò con la mano.Le corde risonarono. Cosi un coraggioso, munifico signore, difende il suo oro dagli uomini.

32. Attila volse verso la sua terrail cavallo scalpitante di ritomo dall 'assassinio.C’era frastuono nella corte affollata di cavalli e il suono delle armi degli uomini, erano venuti dalla

[brughiera.33. Allora Gudhrun uscì incontro ad Attila

con un calice dorato per ricompensare il sovrano:«Ti piaccia, sire, ricevere nella tua reggia, gioioso, da Gudhrun giovani vittime trapassate all'altro

[mondo. »34. Tintinnavano le coppe di birra di Attila, ricolme,

mentre nella sala insieme si radunavano gli Unni, uomini dai lunghi baffi, entravano i guerrieri.

35. Si fece avanti allora la terribile a portare loro le bevande.

4 Kenning per «spade».5 Odino.6 Kenning per «stanza da letto».

292

CARME GROENLANDESE DI ATTILAla fone sorella ai guerrieri, sceglieva il cibo da offrire con

[Ja birra,spiritata, al pallido re. E disse ad Attila tutto il suo

(odio:

36. « Dei tuoi figli, o ‘dispcnsatorc di spade’ .hai masticato insieme al miele i cuori sanguinanti;digerisci, o fiero, la carne umana,mangiata come cibo accompagnato alla birra, buon pro

(ci faccia!

37. Mai più chiamerai sulle ginocchia Erpr e Eitill, felici entrambi ;mai più vedrai i ‘dispensatori d’oro1 maneggiare lance nella sala, tagliare criniere o spronare cavalli.»

38. Clamore sorse dalle panche, terribile frastuono di[sudditi,

strepito sotto gli arazzi preziosi; piangevano i figli degli[Unni

tranne la sola Gudhrun: mai avrebbe piantoi suoi fratelli dal coraggio d’orsi e i suoi stessi figli, giovani, inesperti della vita che aveva partorito ad Attila.

39. Distribuì l’oro, la bianca al pari d’un cigno, insieme a rossi anelli, e lo donò ai servi.Lasciò che il destino si compiesse e che il metallo

(luccicante andasse: tesoro.

40. Attila incauto aveva bevuto smodatamente, non aveva armi, non si guardava da Gudhrun.Allora il gioco era migliore, quando tenerisi abbracciavano davanti ai prìncipi.

41. Con la punta della spada sangue dette da bere al letto con la mano pronta alla mone; poi sguinzagliò i cani,

293

IL CANZONIERE EDDICOli spinse davanti alla porta della sala e destò i servi; con le fiamme, la donna, ardenti gli fece pagaie il fio

(peri suoi fratelli.42. Tutto diede al fuoco quel che c'era dentro

e quanti dall’uccisione di Gunnarr e Hogni cran tornati[da Myrkheimr.

Le antiche travi caddero fumava la stanza del tesoro, le case dei Budhlunghi bruciavano e le guerriere dentro, esangui. sprofondavano nel fuoco ardente.

43. Qui finisce la storia; mai più da allora donna in aimatuta vendicherà i fratelli; fu per tre re di popolimessaggio di mone la splendente, prima di morire.

Questa vicenda è più compiutamente narrata nella Canzone groenlandese di Attila.

294

CANZONE GROENLANDESE DI ATTILA

È una versionepiU particolareggiata e di gusto diverso, del Car­me groenlandese di Attila. Soltanto le ultime strofe si differen­ziano notevolmente, aggiungendo alla storia, che resta però pressoché la stessa, il lamento di Attila e di Gudhrun. Attila morente invita Gudhrun a preparargli una cerimoniafunebre degna. Gudhrun promette di procurargli una nave funebre con drappi istoriati. E Gudhrun stessa vorrebbe morire, ma la sorte, come il carme ci dice, le riserva altre vicende.

ì. Tutti hanno sentito parlare di quella volta, quando uomini vennero a convegno: propizio, questo, per

[assai pochi.Trattarono a quattr'occhi, i tremendi effetti ne

[scontarono, poi, loro, come anche i figli di Gjuki che vennero tratti in

[inganno.

2. Il destino segnarono di principi senza colpa votati alla[mone,

male trame da Attila vennero ordite benché fosse un[uomo avveduto.

Fece cadere una grande colonna, si danneggiò[seriamente;

all'improvviso inviò un messo perché i cognati, alla[svelta, venissero.

3. Accorta era la padrona di casa, pensava con prontezza: l’ordito delle parole intese, ciò che essi in segreto

[dicevano.

297

IL CANZONIERE EDDICOAllora la savia si uovo in imbarazzo — voleva aiutate i

[(rateili —c'era il mare da traversale e lei stessa non poteva

[raggiungerli.

4. Rune prese a incidere, le alterò Vingi, portatore di sventure, prima di consegnarle.Poi fecero il loro viaggio gli inviati d’Attila verso Limfjord1 dove dimoravano i valorosi.

5. Ospitali si mostrarono e accesero il fuoco: non sospettarono inganno all’arrivo dei messi.Presero i doni che inviò la leggiadra,alla colonna li appesero: non pensarono a un

[avvertimento.

6. Venne allora Kostbera, era la moglie di Hogni, donna attentissima e salutò i due messi;e gentile fu Glaumvor che Gunnarr aveva in isposa, non priva di cortesia la savia donna s’affaccendò per

[soddisfare gli ospiti.

7. Anche Hogni invitarono a casa loro perché l’altro vi[venisse più volentieri;

palese era l’inganno se posto v’avessero attenzione. Dette Gunnarr il suo assenso se Hogni era d’accordo, niente rifiutò Hogni di quel che Gunnarr divisava.

8. Idromele portarono le nobili donne, magnifica[davvero la loro ospitalità:

corsero allora in gran quantità comi finché a sazietà[ebbero bevuto.

9. Gli sposi allestirono il giaciglio come meglio gradirono[gli ospiti.

I In Danimarca.2 9 8

CANZONE GROENLANDESE DI AITILAEdotta era Kostbcra che conosceva il senso delle nine; le lettere aveva interpretato alla luce del fuoco. Trattenere dovette la lingua nella chiostra dei denti; erano le rune così alterate che difficile era[interpretarle.

io. Quindi andarono a letto Hogni e la moglie.Sognò l'amabile donna e non nascose niente: parlò la saggia signora al sovrano, appena sveglia lo[mise in guardia.

u. «Ti prepari a partire, Hogni: ascolta questi consigli! Pochi son versati nel conoscer le rune — in altro tempo Le rune ho letto che tua sorella ha scalfito: [pani! la splendente non t'ha in questo momento invitato.

12. Fra tune una cosa m’ha stupito: non posso ancora[figurarmi

cos’abbia spinto l’accorta signora ad incidere rune per quel che si capiva mone c’è sotto [alterate;per voi due, appena vi recherete in quel luogo.Ha tralasciato una runa, la donna; o fu colpa di altri. >

13. «Presaghe di sventure son tutte le donne (disse Hogni)[non ho quella natura, io! Su questo non voglio indagare finché non avremo[motivo di recriminare. U sovrano ci farà lieti d'oro rosso come brace accesa.Mai avrò paura anche se abbiamo ascoltato terribili[storie.»

14. «Malcerto sarà il vostro cammino se, non ostante tuno,[là vi recherete.

Non ci sarà per voi benvenuto, questa volta.Ho fatto un sogno, Hogni — non ti tengo all’oscuro — percorrerete un cammino obliquo se la paura non mi[dice il falso.

299

IL CANZONIERE EDDICOi). Ho visto la tua coperta ardere nel fuoco,

alta la fiamma s'alzava per la mia casa.»16. € Vesti di lino qui sono e poco ve ne curate:

brucerebbero alla svelta come hai visto bruciar la(coperta.»

17. € M’immaginavo che un orso avanzasse in questo[luogo, infrangeva panche

e agitava le zampe sì che avevamo paura.Gran parte di noi azzannava né potevamo far niente;il suo passo pesante faceva non poco rumore. »

is. «Quindi crescerà un gran vento, improwivo si[scatenerà:un orso bianco hai immaginato: da levante allora ci[sarà tempesta. »

19. «Sognai un'aquila, volava in questo luogo da un capo[all'altro della casa— questo ci costerà caro— tutti c'inzuppò di sangue. Nelle sue forme io vidi adombrata la sagoma di[Attila.»

20. «Tra poco sarà ammazzato del bestiame perciò[vedremo del sangue: spesso significa buoi il sogno d'aquile.Attila ha un animo onesto qualsiasi cosa tu possa[sognare. »Così vennero a fine: ogni discorso si conclude, prima o[poi.

21. Si destarono gli altri nobili prìncipi, la stessa esperienza[avevano avuto.

In apprensione si mostrava Glaumvor: c’era sventura[in quei sogni. Si provò Gunnarr a dare altre spiegazioni.

300

22. «Vidi per te costruire la forca e tu vi andavi ad esser di te si cibavano serpi e io ti perdevo. [impiccato; L’Ultimo Giudizio sopravvenne: dimmi cosa questo(significa!

CANZONE GROENLANDESE DI ATTILA

23.24. «Vidi una spada insanguinata estratta dalla tua cotta:

male è raccontare un tal sogno a cosi stretto congiunto. Vidi una lancia diritta trapassarti nel mezzo, lupi urlavano all’uno e all’altro capo.»

2). «Vuol dire che là i cani incalzano in grande latrare; spesso alla ressa festosa dei cani segue il volo dei

[giavellotti. »26. «Un fiume vidi scorrete in questo luogo, per quaiito

[lunga è la casa rumoreggiava con furia, sulle panche scrosciava con

[violenza.Entrambi i piedi ruppe di voi due fratelli, qui a me[dinanzi.L'acqua non aveva posa: questo vorrà pur dire[qualcosa! »

27.28. «Vidi donne mone qui nella notte venire

male in arnese; sceglierti desideravano,ti chiamarono svelte alle loro panche: sono ben certa che le dee guardiane da te sono[partite. >

29. «Troppo tardi per parlare così è deciso ormai, non posso fuggir la partenza da che decidemmo di(andare:molto ci fa supporre che vivremo ancora per poco. »

301

IL CANZONIERE EDDICO30. Appena fatto giorno si dissero pronti

tutti ad alzarsi; altri li avrebbero voluti trattenere.In cinque se ne andarono insieme, in numero doppio i servi; nella mente foschi pensieri. SnaevarreSolarr erano i figli di Hogni,Orkningr si chiamava chi era al loro seguito,un bel ‘legno per scudi’2 egli era. fratello della sposa di

(Hogni.

31. Andarono le donne mirabilmente vestite finche il[fiordo non li separò.

Senza posa le candide cercavano di trattenerli,[convincersi non vollero.

32. Prese a parlare Glaumvor chcGunnarrebbeinisposa a Vingi lei si rivolse come si sentiva dentro:«Se restituirai la nostra accoglienza non so, come noi lo

[vorremmo:la visita di un ospite è delitto se per questo succede

[qualcosa. »

33. Giurò allora Vingi — poco ebbe riguardo —«Giganti ne facciano preda se egli vi ha mentito, intero lo abbia la forca se contro la pace ha tramato. »

34. Bera prese quindi a parlare, dolce nell’animo suo:« Fate vela con sorte propizia e la vittoria vi arrida! Accada cosi come io dico: nessuno lo possa impedire!»

3). Hogni rispose, premuroso verso i congiunti:«Siate serene, savie signore, comunque vada!Molti parlano in tal modo ed errano tuttavia; ha poca importanza quale addio ti accompagni da

[casa.»36. Si guardarono poi finché si persero di vista;

2 Kenning pcrcgumicro».

302

penso fu decreto del destino: si separarono le loro(strade.37. Presero a remare con foga, fendettero a mezzo la

[chigliabattendo l’acqua coi remi: più e più cresceva la rabbia. Gli stroppi dei remi ruppero, gli scalini spezzarono in non fissarono la barca quando scesero a terra. (due;

38. E poco tempo dopo — lo dirò in breve — le case videro ergersi che Budhli possedeva.Alto fu il cigolio dei cancelli al bussare di Hogni.

39. Allora prese a parlare Vingi, disse dò che aveva taciuto: «Lontano da questa casa! Pericoloso è entrarvi!In breve vi manderò in rovina, un attimo e sarete fatti

[a pezzi;astutamente vi ho chiesto di venire e c’era sotto

[l’inganno.Anzi, aspettate che sgrosso le forche per voi. »

40. Parlò di rimando Hogni, non si dette per vinto, per nulla titubante dinanzi a qualsiasi prova:«Non credere di farci paura! Non un’altra parola!Se aggiungi altro verbo soffrirai, tu, più a lungo. »

4t. Aggredirono Vingi lo spedirono all’inferno, diedero sotto di scure finché seguitò a rantolare.

42. Gli uomini schierò Attila vestirono indi la cotta, si mossero pronti a varcare il recinto.Si presero a parole, tutti infiammati di collera ad un «Già prima eravamo decisi a togliervi la vita. » [tratto:

43. «Certo non sembra che abbiate un piano: non siete certo pronti e un uomo abbiamo

[ammazzato, l’abbiamo gettato alla morte, era uno dei vostri. »

CANZONE GROENLANDESE DI ATTILA

303

IL CANZONIERE EDUCO44. Divennero allora furiosi all’ascolto di quelle parole:

tesero le loro dita e strinsero le corde dell’arco, colpirono a più non posso e degli scudi fecero riparo.

4). Dentro giunse il racconto di quel che fuori facevano: alto dinanzi alla sala di un servo ascoltarono il dire.

46. Montò in furia Gudhrun appena apprese le malele collane che aveva sul petto tutte strappò via, [nuove, scagliò con tanta violenza l’argento che a pezzi

[ricaddero gli anelli.47. Poi subito usd Gudhrun, in fretta spalancò i battenti,

venne avanti senza timore e salutò gli arrivati. Abbracciò i Nibelunghi, l’ultimo era quel salutoe lo sapeva; aggiunse ancora la donna:

48. «Di salvarvi ho cercato col dissuadervi dal partir da[casa:

nessuno sfugge al destino e qui ormai siete venuti. » Con senno parlò perché facessero pace; non vi acconsentirono, tutti dissero di no.

49. Vide allora la nobile donna che un gioco amaro[giocavano;ebbe ardito pensiero, si sbarazzò del mantello, impugnò un nudo brando, difese la vita dei congiunti. Abile era, lei, nella mischia, dovunque ponesse U suo

(braccio.w. Scagliò la figlia di Gjuki due giovani alla morte,

d* Attila colpì il fratello: lo portarono via.Attaccò battaglia la donna, lo mutilò di un ano.

51. Con forza ne colpì un secondo sì che più non si alzò alla morte lo dette né tremò la sua mano.52. Là nacque la mischia che divenne famosa,

304

superò ogni altra impresa quel che i figli di Gjuki[compirono.

Si narra che i Nibelunghi, finch’ebbero vita, con le spade facessero impeto, corazze facessero a pezzi ed elmi spaccassero con tutta la forza che avevano.

*3. Gran parte del mattino combatterono, finché si fece(mezzogiorno,

verso le ore dell'alba e quelle del giorno di poi.Già prima che avesse fine la strage si sguazzava nel

[sangue sul campo.Diciotto ne vinsero prima di cadere,i due figli di Beta e suo fratello.1

vi. L'eroe4 prese a parlare furente com'era:«Terrìbile è guardarsi intomo e voi ne avete la colpa.Trenta eravamo guerrieri in armi:undici siamo ancora in vita: furono le nostre file

(decimate.

55. Quattro fratelli eravamo quando perdemmo Budhli: ora metà ne ha motte, due giacciono uccisi.

56. Ho stretto un matrimonio prestigioso, non posso[negarlo,

una donna terribile! niente di buono ne ho tratto. Siamo stati in pace rare volte da quando giungesti fra

[noi.Mi hai sottratto congiunti e spesso truffato le mie

[sostanze.Mia sorella hai mandato alla morte: questo è quello

(che più mi fa soffrire. »

57. «Tu, parli di questo, Attila? Per primo hai agito in tal[modo:

CANZONE GROENLANDESE DI ATTILA

3 Beta l KoMbera; il fratello, Oricingr.4 Attila.

305

IL CANZONIERE EDUCOhai preso mia madie e l’hai uccisa per i suoi gioielli; la mia accorta cugina in una spelonca l’hai fatta morire

[di fame.Mi sembra ridicolo che racconti le tue sventure.Di questo ringrazio gli dèi che per te le cose vadano

[male.»

Mi. «Nobili guerrieri, io v'invito a far più grande il dolore di questa regale signora: ecco, quel che voglio vedere. Forzate la lotta finché Gudhrun scoppi in singhiozzi: vederla mi piacerebbe infelice e affranta.

59. Prendete Hogni e squartatelo,via tagliategli il cuore: questo dovete fare.Gunnarr l’intrepido fissate al patibolo, siate sollecid: datelo ai serpenti! >

disse Hogni:60. «Fa’ come più ti aggrada, ti aspetterò sereno,

qui prode mi proverò. Già ho vissuto dure esperienze. Avete avuto risposa fin che siamo stati integri, ora siamo così malconci che a tuo piacimento puoi

[disporre.»61. Questo disse Beiti il braccio destro d’Attila:

« Prendiamo Hjalli risparmiamo Hogni.L’altra metà dell’opera compiamo: egli è già spacciato

[dal destino,per quanto tempo viva sarà sempre detto imbelle.»

62. Terrorizzato il cuoco, non restò più a lungo al suo sapeva d’esser vile, si rifugiò in ogni canto. [posto, Disse che era il loro capro espiatorio e così avrebbero

[ripagato la sua vita dura: triste giorno per lui, per morire, lontano dai maiali, da ogni abbondanza che prima aveva avuta.

63. Presero il cuoco di Budhli e l’uccisero di spada:

306

urlò il meschino ancor prima di conoscerne la punta; disse che avrebbe avuto il tempo di concimare a dovere

[i campi.di fare i lavori più lerci, se fosse stato risparmiato; e disse Hjalli che felice sarebbe stato se solo avesse

[ottenuto la vita.

64. Hogni si preoccupava — così si comportano in pochi — di far sì che lo schiavo fuggisse:«Preferirei senz'altro recitar io questa scena.Perché dovremmo volere l'ascolto di queste strida? *

65. Afferrarono l’eccelso eroe: non c’era più modoper gli animosi guerrieri di rimandate quella decisione. Scoppiò a ridere Hogni, Finteselo i guerrieri.Seppe allora dar prova di sé. intrepido sopportò il

[supplizio.

66. Gunnarr prese l’arpa, la pizzicò con le dita del piede. Suonò con tale maestria che le donne si sciolsero in singhiozzarono gli uomini appena l’intesero, [pianto; La sua sorte disse alla sovrana; cadevano a pezzi le travi.

67. Morirono! valorosi di primo mattino; fino all’ultimo istante visse il toro valore.

68. Attila si sentì potente: entrambi aveva vinto!Alla savia parlò di dolore e prese a tormentarla:«Ègià mattina, Gudhrun e hai perso i tuoi fidi.Tu stessa ne hai colpa se e andata in questo modo. »

69. «Sci raggiante, Attila, i tuoi misfatti proclami; rimpianto proverai se proseguirai nel tuo agire.Posso annunciarti: la tua eredità sarà questa sventura di continuo incontrerai a meno che io non

[perisca.»

CANZONE GROENLANDESE DI ATTUA

307

IL CANZONIERE EDDICO70. «Quello che hai detto non posso negarlo ma vedo

[un'altra uscita, molto più conveniente — spesso (uggiamo il bene — ti consolerò con schiave con rinomati tesori, con aigento candido come neve a tuo piacimento.»

71. «Non c’è speranza per questo, tutto rifiuterò.Per molto meno ho infranto vincoli di pace.Come una furia ero prima ora sono ancor peggio; ho sopportato ogni cosa finché Hogni era in vira.»

72. Allevati insieme in una stessa casagiocammo molti giochi, crescemmo fra i boschetti. Grimilde d fece belli con ori e collane.Per la mone dei miei fratelli non potrai in alcun modo né potrai fare tanto che io ne sia placata.» [pagare

7). Lo stato delle donne è peggiorato dal potere dispotico secca il tronco se si scempiano i rami [dcU'uomo; e giù cadono gli alberi se si taglia via la radice: ora tu solo, Attila, hai qui tutto il potere. »

74. Era ingenuo abbastanza per crederci, il principe. Chiaro era il doppio gioco, se avesse, tra sé, riflettuto. Imperscrutabile Gudhrun seppe parlare e fingere; lieta si fece: giostrava con due scudi.

75. Preparò un banchetto ricco di birra per commemorare ilo stesso anche Attila disse di fare per i suoi, [fratelli,

76. Posero cosi fine al diverbio, la bina intanto era pronta; questa riunione produsse grande tumulto.Feroce nel suo animo superbo, straziò la stirpe di volle sul suo uomo terribile la vendetta. [Budhli,

77. Attirò i suoi piccoli e li guidò a lato della panca.Si turbarono i fieri ragazzi e tuttavia non gettarono un

[grido,308

CANZONE GROENLANDESE DI ATTILAcorsero in braccio alla madre chiesero cosa stava

(accadendo.78. «No, non chiedete! Vi ucciderò entrambi.A lungo ne ho avuto desiderio: guarirvi dal mal della

« Sacrifica come vuoi i tuoi figli, nessuno te lo [vita. »(impedisce.Non avrai più requie quando l’avrai davvero fatto. »

79. La fanciullezza uccise dei fratelli,5 la donna scatenata;li macellò come si deve, li sgozzò entrambi.E Attila chiedeva dove fossero andati a giocare i suoi figli ché in nessun luogo li vedeva.

80. «Andrò da Attila e gli dirò:'Non ti voglio nascondere niente, io, figlia di

(Grimilde.Poca avrai gioia, Attila, quando saprai cos’ho facto. Pene immense hai destato coll’ucddere i miei fratelli.

8t. Mai ho preso sonno da quando essi caddero.Crudeltà ri ho promesso, ora te l’ho ricordato.Era mattino quando mi parlasti, me ne rammento

(proprio bene; ecco, ora è sera: simili notizie devi ascoltare!82. Hai perso i tuoi figli come meno d saresti aspettato. Sappilo, i loto teschi erano calia colmi di bina,così u ho preparato da bere: mescolato col loro sangue.83. Ho preso i loro cuori, sullo spiedo ho fimo l’arrosto,

poi te Io porsi e dissi che era di vitello.Tu solo te ne dbasd e non ne hai lasciato neanche un[po’.Con piacere hai masticato, ai molari d sci ben affidato.

) Erpred Eitill. i figli avuti da Aitila.

309

84. Ecco, sai dei tuoi figli — pochi soffrirono peggior[sorte —

la mia responsabilità assumo né me ne faccio vanto.’»

85. «Sei stata crudele, Gudhrun, se hai potuto agire in(questo modo:

mescolato col sangue dei tuoi figli mescere per me da La tua prole hai soppresso, mai avresti dovuto; ( bere, e a me, a me lasci poco scampo dal dolore.»

86. «E avrei il desiderio di uccidere anche te:niente è abbastanza spietato contro un sovrano tuo

[pari.Già prima avevi compiuto cose di cui non si conosce per crudeltà, follia, in questo mondo. [l’uguale, Ecco, hai accresciuto ancora quello di cui avemmo

[notizia fin qui; col crimine che hai commesso hai disposto il tuo

[funerale. »

87. «Brucerai sopra un rogo e prima sarai lapidata: allora avrai raggiunto quanto hai sempre desiderato. » «Racconta a te stesso tali sventure, quando farà

[mattina.Con una morte più bella andrò nella luce dell’aldilà. »

88. Sedevano nella stessa stanza si scambiavano ostili[pensieri,

gettarono fra sé parole d ’odio, l’uno e l’altro con sé[stesso era in guerra.

Crebbe nel Nibelungo la rabbia, grandi cose aveva in(mente

e palesò a Gudhrun l’odio che nutriva per Attila.

89. Le venne in mente la sorte di Hogni:bella impresa sarebbe stata se vendicato venisse.Venne ucciso allora Attila, vi fu poco indugio,lo colpì il figlio di Hogni e Gudhrun in persona.

IL CANZONIERE EDDICO

310

90. Prese a parlare l’eroe sorse dal sonnotosto sentì le ferite mortali; di fasce, disse, di non aver

[bisogno:«Ditemi tutto il veto, chi ha ucciso il figlio di Budhli? Non in piccolo gioco son preso, non conto speranza

[alcuna di vita. »

91. «Non ti terrà all'oscuro la figlia di Grimilde:lo affermo, è colpa mia e del figlio di Hogni in pane, se la tua vita si spenge se ti consumano le ferite.»

92. «Ti sei spinta al delitto sebbene fosse infàmia.Turpe è tradire un amico che ti concede fiducia.Contro voglia partii da casa per chiederti in isposa,

[Gudhrun.

9). Una vedova eri, lodata, ti dicevano ardita nella mente; che non era falso confermò l’esperìcnza che ora

[abbiamo compiuto. Sei venuta qui, a casa, gran schiera a noi faceva tutto era grandioso sul nostro cammino. [seguito,

94. C’era gran scorta d ’onore di uomini eletti, gran copia di vitelli, ne disponevamo a piacere; sì, c’era grande ricchezza, ne approfittarono molti.

9). Pagai il prezzo per una splendida sposa, molti gioielli, trenta servitori, sette valide schiave— pochi possono permettersi altrettanto — e argento

[ancor più.

96. Tu hai detto che tutto sembrava come se fosse nulla, quanto s’estendevano le terre che Budhli mi lasciò.Hai scavato sotto fino ad ottenere la tua pane.Hai facto sì che tua suocera spesso sedesse piangente; non ho trovato in animo sereno la mia famiglia da

[alloramai più.»

CANZONE GROENLANDESE DI ATTILA

311

97. «Ora menti, Attila, anche se poco l’ho a cuore; difficilmente mi mostrai sottomessa, tu, però, superbo

[t'innalzasti. Contrastavate tu e i tuoi fratelli minorì, frasi

(oltraggiose vi scambiavate. Metà son venuti a morte deÙa tua casa, vacillò tutto quel che avrebbe dovuto renderci felici.

98. Tre. fra fratelli e sorelle, eravamo sembravamo[indomabili

partimmo dalla nostra terra tenendo dietro a Sigurdhr. Si mossero veloci le navi, ciascuno la sua timonava; andammo al voler del destino, finché raggiungemmo

[l’oriente.

99. Prima uccidemmo il sovrano, là d scegliemmo la terra; si sottomisero a noi i signori, questo ci mostrò la loro

[paura.Libero facemmo dal bando chiunque desiderassimo

[immunee rendemmo felice chi, di suo, non possedeva nulla.

ìoo. Sigurdhr l’Unno era morto, rapidamente la mia[fortuna declinò:

cocente dolore per una giovane ricevere il nome di(vedova.

Tormento sembrava ad una, viva, venire alla casa di(Attila;

un eroe m'ebbe già in isposa, grave perdita, quella!

tot. Mai sei venuto dall’assemblea, a quanto d hanno(detto,

dopo aver sostenuta una causa o quella di un avversario[respinta.

Sempre hai voluto cedere, senza mai tener testa, hai[preferito mettere a tacere. »

102. «Ora menti, Gudhrun, non diviene per ciò migliore

IL CANZONIERE EDDIGO

312

la tua c la mia sorte: abbiamo perso tutti.Orsù, Gudhrun, ricorri alla tua bontà,per il nostro onore quando mi porteranno via.»

103. < Procurerò un naviglio e una cassa dipinta, cospargerò di cera if sudario per coprire il tuo corpo, penserò a ogni bisogna come se ci fosse buon sangue.»

104. Morto era 11 Attila e crebbe il dolore dei congiunti. Fece la nobile donna quanto aveva promesso, tutto. Voleva la saggia Gudhrun darsi la morte; indugiarono i giorni, mori in altro tempo la donna.

io). Felice chi alla luce può dare progenienelle imprese sì grande, come ne generò Gjuki.Vivrà ancora in ogni terrala loro discordia, dovunque uomini siano ad ascoltare.

CANZONE GROENLANDESE DI AITILA

Gudhrun

Gudhrun andò allora verso il mare, dopo aver ucciso Aerila; vi s’inoltrò con l’intenzione di togliersi la vita. Ma non riuscì ad annegarvi. La sospinse, il mare, verso un fiordo, nella terra del rejonakr. Egli la prese in moglie.Sorli, Erpr e Hamdhir furono i loro figli. Là crebbe Svanhildr, figlia di Sigurdhr. Era sposata, lei, a Ermanarico, il possente. Bikki era insieme a lui e suggerì a Randvcr, figlio del re, di sedurla. Poi Bikki riferì al re. Il re fece impiccare Randver e gettò Svanhildr sotto gli zoccoli dei cavalli. Appena Gudhrunlo seppe, così parlò ai suoi figli.

313

INCITAMENTO DI GUDHRUN

Gudhrun, decisa ad annegarsi, viene portata dal mare aita terra di re Jonakr, che la toglie in isposa. Essa istiga i figli Hamdhire SorliavendicarelafigliadiSigurdhr, Svanhildr, cheErmanari- co ha fatto calpestare dai suoi cavalli. E, nelfar questo, toma con la mente ai tempi trascorsi, celebrando la bellezza della fi­glia, unico accenno difelicità in una storia di sventure.

1. Di un colloquio ho sentito che somma pond sventura; parole nate a stento da profondo sconforto; quando di pietra l'animo, incitò Gudhruncon (tasi colme d'odio i figli a dar morte.

2. «Perché ve ne state impalati? Perché vivete nel sonno? Perché non vi turba il parlare in allegria?Intanto Ermanarico la vostra sorella, nel fiore degli anni, gettò sotto gli zoccoli, di bianchi e neri cavalli, su una strada di guerra, grigi destrieri di Goti capaci nella corsa.

3. Non siete diventati come Gunnarre tanto meno mostrate la tempra di Hogni:dovere vi sareste (atti di vendicarlase il coraggio aveste posseduto dei miei fratelli0 i (orti sensi dei re degli Unni. >

4. Questo disse allora Hamdhir, il magnanimo:«Non molto avesti da lodare le gesta di Hogni, quando Sigurdhr destò dal sonno.1 tessuti dipinti che tu avevi, quelli bianco-turchini, si tinsero di rosso nel sangue del tuo uomo, intrisi nel

[sangue del delitto.

317

IL CANZONIERE EDDICO

5. Traesti, tu, per i fratellivendetta amara e dolorosa, quando ammazzasti i tuoi Noi tutti ben sapremo su Ermanarico [figli,concordi vendicare la sorella.

6. Portate fuori i 'gioielli dei re degli Unni’ !1 Tu ci hai accesi a cozzare le spade.»

i. Col riso sulle labbra Gudhrun s'incamminò al deposito gli elmi dei sovrani scelse dalle casse, [d’armi:lunghe cotte porse ai figli.Montarono a cavitilo i valorosi.

8. E questo disse Hamdhir, il magnanimo:«Cosi di nuovo sui suoi passi tomi a trovare la madre il ‘Njordhr della lancia caduto fra gotiche genti, che tu possa celebrare per tutti quanti il banchetto inonorediSvanhildr e dei tuoi figli. » (funebre,

9. In lacrime Gudhrun, la figlia di Gjuki,dal dolore turbata venne a sedersi davanti alla porta e a raccontare, le guance umide di pianto, dolorose vicende con molteplici accenti.

10. «Tre fuochi ho conosciuto ho conosciuto tre focolari: sono stata condotta in casa di tre consoni.Unico Sigurdhr m’era, migliore fra tutti, lui che i miei fratelli ammazzarono.

11. Ferite più crude non ho visto né conosciuto: e più escogitarono per darmi dolore, quando i prìncipi sposare mi fecero Attila.

1 Ktfifiùtg per «armi».2 Kenning per «guerriero».

318

12.1 miei fieri Unni chiamai per parlare in segreto; no, non potei per le mie pene darmi pace prima di aver tagliato via le teste dei Nibelunghi.

13. Alla riva del mare io venni contro le nome presa d*ira: non volevo accettare che mi risparmiassero; mi trassero in alto, senza annegarmi, onde che

[s'innalzavano. E giunsi quindi a terra; era destino che restassi in vita.

ut. Son salita sul talamo — sorte migliore m'ero[immaginata —

per la terza volta, di un sovrano di genti.Ho nutrito i mici figli, d’eredità custodi,

[figli dijonakr.

t y Intanto intorno a Svanhildr sedevano le serve, lei che fra i miei figli più e più colmavo d’amore.Così eia Svanhildr nella mia stanza, come un adorabile raggio di sole.

16. Con oro la facevo bella e con vesti preziose prima di darla alle gotiche genti.Ecco, la più cruda delle mie pene è per i chiari capelli di Svanhildr, nel fango calpestati dagli zoccoli dei cavalli.

17. E fra tutte la più dolorosa che al mio Sigurdhr tolsero vita e vittoria, nel letto ne fecero scempio.E fra tutte la più bruciante che su Gunnarr balenanti serpenti fino a togliergli la vira strisciarono.E fra tutte la più feroce che il cuoreal re senza paura vivo ancora strapparono.

18. Molte pene ricordo [...]Ma sella, Sigurdhr, il tuo nero cavallo, destriero celere nella corsa; lascia che qui venga al

[galoppo.

INCITAMENTO DI GUDHRUN

319

IL CANZONIERE HDD)CO

Non siede in questo luogo nuora, non figlia che ricolmi Gudhrun di gioielli.

19. Ricordi, Sigurdhr, i nostri giuramenti, quando eravamo nel letto io e te distesi,die saresti venuto a trovarmi, tu, pieno di valore, eroe, dall'oltretomba e io a trovare te dal mondo.

20. Accatastate, nobili signori, legno di quercia, sotto il cielo innalzate il rogo più alto!Possa il fuoco bruciare il petto ricolmo di pene, (...) nel cuore si struggano i mali! »

21. Agli uomini tutti in meglio si cambi lasorte e a tutte le donne scemino le peneor che questa catena di sventure e stata raccontata.

320

CANZONE ANTICA DI HAMDHIR

Questo breve carme costituisce l ’epilogo della vicenda accen­nata nel carme precedente; Hamdbir e Sorli, istigati dalla ma­dre, partono per vendicare la sorellastra Svanhildr. Dopo una oscura vicenda, in cui uccidono il loro fratello Erpr, attaccano battagliacon i Goti di Ermanarico e muoiono, dopo aver ucciso molti Goti ed essersi difesi valorosamente, ricalcando così l'esempio dei molti eroi fin qui incontrati.

ì. Sorsero sulla soglia vicende dolorose,‘lacrime d’elfi senza gioia; sul far del giorno l’angoscia rinnova ogni dolore sulle sventure umane.

2. Non era oggi non era ieri: molto tempo è scorso da allora;poco è più antico di questo evento, due volte remoto, quando incitò Gudhrun, nata di Gjuki,i suoi giovani figli a vendicare Svanhildr.

3. «La vostra sorella Svanhildr aveva nome, lei che Ermanarico gettò sotto gli zoccolidi bianchi e neri cavalli, su una strada di guerra, grigi destrieri dei Goti, capaci nella corsa.

4. Da meno siete stati dei sovrani delle genti; ma voi, unici, vivete rami della mia stirpe.

1 Kenning pcr<mat(ino».

323

y Sola mi son trovata come il tremulo pioppo del bosco, spoglia dei congiunti come un abete dei rami, perduta la gioia come una frasca le foglie quando ‘colei che rovina i rami’2 viene nel giorno

[caldo.»6. Parlò a sua vola, Hamdhir, il magnanimo:

«Ben poco volesti lodare, Gudhrun, le imprese di quando Sigurdhr destarono dal sonno; [Hogni,te ne stavi nel letto e gli omicidi ghignavano.

7. 1 tuoi panni dipinti, quelli bianco-turchini, dai migliori artigiani intessuti, s'inzupparono nel

[sangue del tuo uomo. E venne a morte Sigurdhr; tu, china sul suo corpo, non hai più gioie provato: così Gunnarr volle per te.

8. Attila hai creduto di colpire con l’omicidio di Erpr, uccidendo Eitill: ma fu ancor peggio per te.Dovrebbe ognuno, per dar mone a un altro, impugnare una spada affilata ma senza fare del male a

[se stesso.»

9. Parlò a sua volta Sorli, spirito conese possedeva:«Non voglio con mia madre barattate parole.Voi entrambi pensate ci sia bisogno di parole: che cosa chiedi, Gudhrun, che lacrime non porti?

10. Piangi i fratelli e i tuoi cari figli,gente del tuo sangue, sospinti al massacro.Per noi due entrambi, Gudhrun, verserai lacrime, noi qui, a cavallo, segnati, moriremo lontano. »

11. Uscirono dal recinto, fuori di sé.Oltrepassarono, i giovani, umidi monti,a cavallo di destrieri unni per vendicare un assassinio.

IL CANZONIERE HDOICO

2 Kenning per € tempesta».

324

CANZONE ANTICA DI HAMDH1R

14. Allora parlò Erpr, eia l’ultima volta; splendido sedeva sul dorso del suo destriero:«Male è indicare la via a un (ammollito. >«Molto arrogante — dissero— è il bastardo. »

12. Sulla via lastricata s’imbatterono in uno davvero scaltro. «Come questo nano bruno sarà, a noi, d ’aiuto?»

i). Rispose, lui ch’era di madre diversa, disse che avrebbe ai congiunti come un piede all’altro piede: (dato aiuto « Come può un piede a piede prestare aiuto o una mano, tutt’una col corpo, all’altra mano? »

15. Sfoderarono i ferri, lame riposte nel fodero,bordi affilati di spade, con gran piacere della mala dea;scemarono d’un terzo la forzail giovane uomo fecero stramazzare a terra.

16. Scossero i mantelli fissarono le spadee i nobili principi s’avvolsero nei loro preziosi tessuti.

17. Percorsero strade, trovarono sentieri di sventura e il figlio della loro sorella3 sulla forca, esanime, sull’albero dei malvagi, scosso da gelido vento ad

[occidente delle case. Senza posa oscillava, richiamo di gru: non era bello

[indugiare in quel posto.

18. C’era allegria nella stanza, uomini ebbri di birra, e il rumor dei cavalli non giunse ai loro orecchi; finché un uomo pronto diede fiato al suo corno.

19. Vennero ad annunciare a Ermanaricoche avevano avvistato uomini in elmi celati:

3 Randvcr t propriamente il figliastro di Svanhildr.

325

IL CANZONIERE EDDICO

« Fate^qualcosa: nobili guerrieri sono giunti!Or è poco di uomini possenti la sorella avete gettato agli

[zoccoli dei cavalli. »

20. Scoppiò a rìdere Ermanarico, si toccò con la mano la[barba:

desiderava venire a battaglia, il vino l'aveva acceso; scosse i capelli castani, rimirò lo scudo bianco, fece nella sua mano oscillare il calice d’oro.

21. « Felice mi sarei ritenuto se avessi potuto vedere HamdhireSorli alla mia corte;allora quei ragazzi avrei legati con le corde degli archi, la stirpe divina di Gjuki avrei appeso alle forche.»

22. Parlò allora la Gran Donna4 in piedi, colma di gloria, magre aveva le dita, disse a quel giovane eroe:« Perché promettete quel che non si mantiene: possono due uomini soli ben cento Goti catturate od uccidere nell’alto castello? »

23. Ressa si fece al palazzo caddero i calici di birra giacquero uomini nel sangue scaturito dal petto dei

[Goti.

24. Parlò a sua volta Hamdhir, il magnanimo,« Desideravi, Ermanarico, che giungessimo, noi due, fratelli della stessa madre, nelle tue castella.Guarda i tuoi piedi guarda le tue mani,Ermanarico, scagliati nel fuoco divampante. »

25. Allora ringhiò, lui prole di dèi. ardito nella corazza, come fa l’orso:« Gettate contro quegli uomini pietre ove lance non né spade o ferri, contro i figli di Jonakr. » [mordano

4 Gudhnin.

326

CANZONE ANTICA DI HAMDHIR

26. (Parlò a sua volta Hamdhir il magnanimo: )5« Rovina hai procurato, fratello, quando hai aperto la spesso dalla bocca nascono infàusti pensieri. (bocca:

27. Animo avresti avuto, Hamdhir, se solo fossi un uomo di molto manca chi non ha buon senso. > [che ragiona:

28. «Ora via sarebbe tagliata la testa se Erpr vivesse,il nostro fratello ardito in battaglia che per strada noi

[uccidemmo,lui, uomo intrepido nella mischia; mi spinsero le dee del di qualcuno per noi inviolabile, m'istigarono [destino,

[all’assassinio. »

29. «Non credo si debbano avere i lupi ad esempio e proprio fra noi attaccar brigacome i cani delle nome che insaziabili crebbero nel deserto. >

jo. «Bene ci siamo battuti, siamo in piedi su Goti caduti, sovrastiamo le nostre vittime come aquile sul ramo. Runa illustre abbiamo guadagnato anche se oggi o

[domani moriremo: non vive a sera uomo alcuno contro il decreto delle

[norne. >

31. Li cadde Sorli, nel mezzo della stanza e Hamdhir venne meno dietro l'edificio.

Questa è chiamata Canzone di Hamdhir antica.

) Indicazione erronea, perché ì Sorli a parlare, come si deduce dal comesto.

327

APPENDICE

LA BATTAGLIA DEI GOTI E DEGLI UNNI

(Carme di H lodhr)1

U carme, che nonfa parte del Codex Regius, riecheggia il tema della battaglia fra Goti e Unni a proposito di un regno conteso: vi sono le solite figure di eroi sin dalla nascita predestinati alla gloria, di guerrieri valorosi fino all'ultimo. La battaglia, che oppone gli uni agli altri, viene vinta dai Goti, che trovano la forza di battersi fino all'ultimo sangue per la loro patria e perla loro libertà.

1. Lì era nato Hlodhr nella terra degli Unni con daga, con spada, con lunga corazza, con elmo inanellato, con ferro affilato,con destriero domato a dovere nella sacra marca.

Ora viene a sapere Hlodhr della mone di suo padre e questo ancora, che Angantyr, suo fratello, era stato proclamato re su tutto il regno che suo padre aveva avuto. Re Humli e Hlodhr decidono che questi si metta in cammino per rivendicare l’eredità da Angantyr, fratello suo, dapprima colle buone maniere, come qui si narra:

2. Ha cavalcato da oriente Hlodhr, l’erede di Heidhrekr, è giunto sul luogo dove dimorano i Goti,in Arheimar, per chiedere l’eredità.Là Angantyr celebrava il banchetto funebre per re

[Heidhrekr.

1 Nel testo che ci è pervenuto nella Saga di Hervor e di re Heidhrekr (Codex Re- gius n. 2843.4*; Codex Upscdiensisn. 71), 8*; CodexAmamagnaeanMs n. 203 tal.). Prima traduzione in italiano.

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IL CANZONIERE EDDICO

3. Trovò fuori un uomo nei pressi dell’alta sala e a quell’uomo in ritardo parlò così:«Entra, uomo, nell'alta salaper me prega Angantyr di portare una risposta. »

L’uomo andò al cospetto del re e disse:

A. «È giunto qui Hlodhr, crede di Heidhrekr, tuo fratello, il bellicoso.Imponente è il giovane sul dorso del cavallo: vuole, signore, parlare con te. »

Appena il re ebbe ascoltato questo, gettò il coltello sulla tavola e poi si cacciò sotto la avola, coprendosi con l’armatura, in una mano lo scudo bianco e, nell’altra, la spada Tyrfingr. Si fece allora gran ressa nella sala, come qui si racconta:

5. Clamore c’era nella casa, si alzarono i nobili;voleva ognuno ascoltare quel che Hlodhr avrebbe detto e quale risposa Angantyr avrebbe saputo dare.

Allora parlò re Angantyr e disse:

6. « Ben vieni, Hlodhr, prole di Heidhrekr, fratello mio, siedi sopra la panca!Beviamo di Heidhrekr le buone bevande, alla salute del padre, fra gli uomini il primo, vino o nettare: quel che a te più piaccia. »

Disse Hlodhr:

7. «Ad altro scopo siam venuti fin qua, che a bere birra e ad accettare, principe, le tue bevande.

8. La metà voglio avere di quel che Heidhrekr possedeva: di vacche e di vitelli di mulini risonantidi lesine e punteruoli del ben noto tesoro di servi, serve e loro figli.

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LA BATTAGLIA DEI GOTI E DEGÙ UNNI

9. Della selva imponente che ha nome Myrkvidhrdelia nobile tomba che s’erge sulla strada dell’esercito, della bella pietra che s'erge sulle sponde del Dnjepr; la metà delle corazze che Heidhtekr possedeva, dei paesi, dei popoli e dei bracciali splendenti.»

Disse allora Angantyr: «Non sei venuto in questa terra per rispettare le leggi; vuoi accampare pretese infondate. » Disse poi Angantyr:

10. «Cadrà prima in pezzi, fratello, lo scudo biancoe una gelida lancia cozzerà con un’altra [sfolgorante e più di un uomo giacerà fra l’erba; prima che in due spezzi Tyrfingr e a te, prole di Humli, metà dia dell’eredità.

11. Posso offrirti bei caliciaveri e gioielli molti, come meglio mi piaccia.Ti do mille e duecento uomini ti do mille e duecento

[destrieriti do mille e duecento scudieri che portino scudi.

12. A ciascuno di loro io do molto in dono, cose ben migliori di quanto uno pensi; unafsuiciullado a ciascun uomo in dono, a ogni fanciulla metto al collo collane.

13. Ti colmerò, D dove siedi, d ’argento; lì dove cammini ti coprirò d’oro, sicché da ogni pane rotolino anelli;la terza pane delle genti gote tu solo, ecco, potrai

[governare.»

Gizun dei Grutunghi, pupillo del re Heidhrekr, era a quel tempo con re Angantyr ea era, allora, molto in là con gli anni. E quando egli ebbe ascoltato l’offerta di Angantyr gli parve che avesse offerto troppo e disse quindi:

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IL CANZONIERE EDDICO

M. «Tutto questo si prende il figlio d’una serva, d ’una serva il figlio, anche se è nato re.Sedeva, il bastardo, sul tumulomentre i principi di sangue spartivano l’eredità. »

A quel dire Hlodhr montò in collera, perché veniva chiamato bastardo. (...) Ora Humli viene a sapere tutto questo. Montò in collera a sentir dire che Hlodhr, figlio della sua sorella, veniva chiamato figlio di una serva e disse:

15. «Lasciamo passare l’inverno e viviamo tranquilli, beviamo conversando bevande scelte; insegniamo agli Unni a costruirsi armiche poi con mente ardita tireremo fuori.

16. TI appronteremo, su ' certo, Hlodhr, un’armata e con coraggio daremo battaglia.Di giovani di dodici anni e di puledri di due anni così sarà composta la schiera degli Unni.»

Quell'inverno rimasero, Humli e Hlodhr, in pace. In primave­ra radunarono un esercito tanto grande che vi fu, poi, mancan­za assoluta di uomini atti a combattere nella terra degli Unni. (...) Quando l’esercito fu raccolto, cavalcarono in quella fore­sta che si chiama Myrkvidhr e separa la terra degli Unni dalla terra dei Goti. E quando uscirono dalla foresta trovarono vasti insediamenti e pianura aperta; e, in mezzo alla piana, s’ergeva un bel castello. Là regnava Hervor, sorella del re Angantyre Or- marr, suo pupillo. Erano in quel luogo schierati a difesa del re- gnoefronteggiavanolaschieradegliUnnicon ingenti truppe. Un mattino allo spuntare del sole, Hervor si trovava sulla torre posta sopra la porta del castello. Vide alzarsi un gran polverone a mezzogiorno, in direzione della foresta, che oscurò a lungo il sole. Poi vide luccicare sotto la polvere alzata dai cavalli come un bagliore d ’oro, begli scudi e coperti d'oro, elmi dorati e bianche corazze. Vide allora che quello era l'esercito degli Un­ni, una gran moltitudine. Hervor uscì in tutta fretta e chiamò il trombettiere e comandò che suonasse l'adunata. Quindi disse

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LA BATTAGLIA DEI GOTI E DEGÙ UNNI

Hervor: « Prendete le anni vostre e disponetevi a battaglia da* vanti alla porta meridionale della città. »

Ormarr disse:17. «Cavalcherò, è ceno, e porterò lo scudo

per dar battaglia alle genti dei Goti.»

Cavalcò Ormarr fuori del castello incontro all’esercito. Li chiamòadalta voce e li invitòacavalcarc verso il castello: «e fuo­ri, dinanzi alla pona a mezzogiorno della città, sul campo, là vi invito a battaglia. Là aspettino gli altri quelli che anivano per primi! »[...] Cavalcarono dunque fuori dal castello, con l’eser­cito, contro gli Unni; e sorse uno scontro violento. Ma poiché gli Unni avevano un esercito molto più numeroso, vi fu una gran strage di uomini nell ’esercito di Hervor. Dopo poco cadde Hervore, con lei, un grande esercito intorno. [... ]Cavalcò Orman giomoenotte, quanto più poteva, alla volta di re Angantyr, in Arheimar. Gli Unni presero a saccheggiare il territorio in lungo e in largo e a incendiare. Come Ormarr giun­se al cospetto di re Angantyr, disse:

is. «Dal sud sono venuto a dirti queste parolein fiamme è avvampata Myrkvidhr intera,

tutta è la terra dei Goti di sangue d’uomini cosparsa.

19. So la figlia di Heidhiekr,la tua sorella, votata alla terra.L’hanno uccisa gli Unni insieme a molti altri nostri uomini.

20. Era, lei, più lesta a combattere che a conversare con un[pretendente,

più al ‘gioco delle armi’ che al passeggiare nel bosco. »

Re Angantyr, appena ebbe ascoltato ciò, si lisciò i baffi, si fece pensoso e, dopo qualche tempo, disse:

21. «Non come un fratello ti ho trattata, inclita sorella. »

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IL CANZONIERE EDDICO

E poi gettò lo sguardo sul suo seguito; e non erano in molti. E disse idiota:

22. « Molti eravamo, numerosi, quando bevevamo idromele e siamo pochi ora che più dovremmo essere.

23. Nessun vedo nella mia schiera, anche se insisto e offro anelli,che voglia cavalcare e portare lo scudo e scontrarsi con le truppe degli Unni.»

Disse il vecchio Gizurr:

24. «Da te non voglio nessun tesoro né sonanti monete d ’oroeppure cavalcherò e porterò to scudo per dar battaglia a quelle genti.»

Gizurr si armò con buone armi e balzò sul suo destriero. E quindi disse al re:

25. «Dove devo fissare con gli Unni il luogo dello scontro?»

Disse Angantyr:

26. «Fissalo a Dilgja e a Dunaheidhr e su tutti gliJassarfjoll!Là spesso i Goti si spinsero a battaglia e splendida vittoria gloriosi riportarono. »

Allora Gizurr cavalcò via, finché a un ceno punto s’imbattè ncll’esercito degli Unni. Non cavalcò proprio vicino, ma abbastanza da poter scambiare parole. Li chiamò a voce alta e disse:

27. «Terrore è £ra la vostra gente, votato alla mone è il(vostro sovrano,

incombe su di voi il gonfalone, Odino è irato con voi.

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28. Vi sfido in Dilgja e in Diinaheidhr a battaglia, sotto gliJassarfjoll:vi siete esaltati ad ogni scalmo;(accia volare Odino il giavellotto cosi com’io predico! »

Dopo che Hlodhr ebbe ascoltato le parole di Gizurr, disse:

29. «Prenditi Gizurr,l'uomo di Angantyr, giunto da Arheimar.»

Re Humli parlò:

30. «Non dobbiamo far male ai messaggeri che vengono[soli.»

Disse Gizurr:

31. «Non ci spaventano gli Unni, né i vostri archi di corno. »

Gizurr incitò il suo destriero con gli sproni e cavalcò alla volta del re Angantyr e gli si fermò davanti, parlandogli come si conviene. Il re gli chiese se avesse trovato il re. Disse Gizurr: «Ho parlato con loro; li ho sfidati a battaglia a Dunaheidhr, nelle valli di Dilgja. » Angantyr chiese quanto fosse grande l’esercito degli Unni.

disse Gizurr:32. «È grande il loto numero,

addirittura sei sono le schiere d ’uomini in ogni schiera cinque migliaia in ogni migliaio tredici centinaia in ogni centinaio quattro volte tanti uomini. »

Angantyr venne dunque a sapere dell’escrcito degli Unni; mandò allora perognicamminoisuoi uomini e convocò in armi tutti gli uomini a sé, che volessero prestargli aiutoe fossero atti a portar armi. Si mise in marcia col suo esercito verso Duna­heidhr. Era questo un esercito enorme. Venne dunque loroin-

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contro l’esercito degli Unni, che era della metà più numeroso. Il giorno seguente iniziarono la mischia e combatterono tutto quel giorno e asera si ritirarono nei loro accampamenti. Com­batterono otto giorni : icapi erano sempre incolumi, ma nessu­no sapeva quanto grande fosse il numero degli uomini caduti. E giorno e notte giunsero rinforzi ad Angantyr, da ogni parte e così non aveva meno guerrieri che all’inizio. La lotta si fece più violenta. Gli Unni erano pieni d ’impeto e videro allora la loro unica possibilità: c’era una sola speranza di aver salva la vita, se avessero vinto; e che non avrebbe avuto senso implorare la pietà dei Goti, arrendendosi. I Goti difendevano la loro libertà e la loro patria dagli Unni, tenevano perciò duro e si incitavano l’un l’altro. Sul far del giorno i Goti attaccarono così violentemente che i capi degli Unni vacillarono. E quando Angantyr vide ciò, uscì dal luogo riparatodagliscudie andò in prima li nca ; e tene­va nella sua mano Tyrfingr e prese a colpire uomini e cavalli. A quel punto gli Unni si dettero alla fuga. Ma i Goti incalzaronoc fecero strage tanto grande di guerrieri che i fiumi ne furono ostruiti e strariparono e le valli erano piene di cavalli e di uomini moni e di sangue. A quel punto re Angantyr tornò sul campo di battaglia e trovò Hlodhr, suo fratello. Allora disse :

». «T’avevo offerto, fratello, ricchezze intattebestiame e molti gioielli, così come mi sarebbe piaciuto. Ora non hai in cambio della mischia né anelli splendenti né tene.

J4. Ci hanno maledetto, fratello, di te mi son fano uccisore; rimarrà, questo, nel tempo: duri sono i decreti delle

[nome. »

IL CANZONIERE EDDICO

GLOSSARIO GUIDA BIBLIOGRAFICA

L albero cosmico nella micologia nordica (ricostruzione approssimati­va) * niflhetmr. mondo della nebbia (del freddo); iòtunheimr. mon­do dei giganti; muspelheimr. mondo del fuoco (del caldo); péna- beimr. mondo dei vani; àsgardkr. dimora degli asi; midbgardhr, di­mora di mezzo (terra degli uomini); helbeimr. mondo di Hel (della morte); ùt̂ ardhr. dimora esterna (zona marginale non abitata se non da dèmoni: concezione più recente, sconosciuta aIVEdda); aifar. elfi (sopra: elfi buoni; sotto: elfi cattivi).

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G L O SSA R IO

Questo glossario non è, né vuole essere, esaustivo. Intende, invece, offrire al lettore un rapido strumento per l'interpretazione di passi non immediatamente evidenti dal contesto. Sono state perciò omesse molte voci il cui significato è desumibile da un 'attenta lettura del te­sto.

•Aegir è il mitico ospite degli dèi. Snorri ci informa che è un gi­gante (v.) marino» la cui sposa è Ran (v. j. Viene chiamato an­che GymireHIer.

Agnarr è un re, fratello di Audha e protetto da Sigrdrifa (v.).

Alfr: 1. È figlio di re Hrodhmarr (▼.) e uccide Hclgi figlio di Hjorvardhr (v. Helgi 1); II. È il figlio di re Hundingr, ucciso da Helgi figlio di Sigmundr (v. Hclgi II).

Alfcodhull «raggio degli elfi», è un nome per sole.

Allvaldi è il padre di Thjazi (v.).«Alsvidhr è uno dei due cavalli

che tifano il carro del sole; v. Arvakr.

'Andhrimnir è il cuoco della Val­halla (v.).

Andvari è un nano il cui tesoro viene sottratto da Loki (v.) per pagare il riscatto richiesto per la libeiazione degli dèi.

• Arvakr è uno dei due cavalli che tirano il carro del sole; v. Al­svidhr.

• Asgardhr è la sede degli asi.•Asi (sing, ose) è una delle tre

classi maggiori di divinità. Vi appartengono Odino (v.) e Tlìorr (v j.

•Askr è il primo uomo, consorte di Embla.

Attila è il re degli Unni (v.), fi­glio di Budhli e fratello di Brunilde (V.). Uccisi con l'in­ganno i fratelli di Gudhrun (v.), viene a sua volta, ucciso da lei.

Aurgelmir è un altro nome di Ymir (v.).

•Baldr è il figlio di Odino (v.) e di Frige (v.); viene ucciso da Hoahr (v.), complice Loki (v.), con un rametto di vi­schio.

Beli è un gigante ucciso da Freyr (v.).

Berav. Kostbera.‘ Bergelmir è un gigante (v.)« fi­

glio di Thrudhgelmir (v.), a sua volta figlio di Ymir (v.).

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• Berserkr: la parola significa, pro­babilmente, «pelle d'orso»: con essa si indica un guerriero particolarmente coraggioso, che combatte, all’occorrenza, fino alla morte.

Bestia è una gigantcssa.Bcyla è la compagna di Byggvir

(v.V figura presente negli In- suiti di Loti (/;.); ambedue so­no servi diFreyr (v.).

'Bifrost è il ponte ( - arcobaleno) che unisce la terra al cielo.

Bikki è il consigliere di Ermanari- co (v.), che accusa Svanhildr (v.) di amare il figliastro Randver.

Billingr è il padre di una fanciul­la amata da Odino (v.).

« Bilrost v. Bifrost.Blainn è un gigante (v.), dalle

cui ossa vennero creati i nani (v.). v. Brimir.

Bodhvildrv. Volundr.Bolverkr è il nome che si è dato

Odino (v.) come ospite di Sut- tungr.

Borghildrv. Helgi 11.Borr è il figlio di Buri (v.) e il pa­

dre di Odino (v.).• Bragi è il dio della poesia. Sua

moglie è Idhunn (v.).Bravollr: si chiama così una pia­

nura presso Norrkòping, nel GGtland orientale.

• Brimir è il gigante (v.) che dimo­ra in Okolnir (v.). Dal suo sangue vennero creati i nani (v.). v. Blainn.

« Brisinghi sono forse gli artefici o gli antichi possessori della ce­lebre collana di Fryja (v.).

Brunilde è la sposa di Gunnarr (v.). Valchiria (v.) e figlia di

Budhli (v.), amata da Si­gurdhr (v.), seguì, immolan­dosi sul rogo, Sigurdhr nella mone (v. anche Sigrdrifa).

Budhli è il re degli Unni (v.), padre di Aitila (v.), Brunilde (v.)edi Oddrun (v.).

Burgundi è il nome di un popo­lo. Nel Carme groenlandese di Attila (Akv.) ricorre l'epiteto «amico dei Burgundi>, detto di Gunnarr (v.).

Buri è il padre di Borr (v.).Burrv. Borr.Byggvir v. Bcyla.Byleiptr fc il fratello di Lolci (v.).

Caduta degli dèi, v. Ragnarok.Capro v. Tìiorr.

Dcllingr è il padre di Dagr, la personificazione del Giorno.

* Disir sono esseri sovrannaturalifemminili, connessi col culto della vegetazione. Vengono così definite anche le Nome (v.) e le Valchirie (v.). Aiuta­no i pani.

Durinn è un nano (v.).Dvalinn è un nano (v.).

Eggther è un pastore.* Egill: l. È un gigante i cui figli,

Thjalfi (v.) e Roskva sono dati a Thorr (v.) come indennizzo per un tono recato al dio e ne divengono i servi; II. È il figlio del re dei Finni e fratello di Volundr (v.).

* Einherjarv. 'Scelti*.Eitill è uno dei due figli di Attila

(v.) e Gudhrun (v.).a Elfi (sing, elfo) sono diviniti di

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piccola sutura, connesse con la feconditi. Neir&/<& si in* contra spesso la formula allit- terante«asi ed elfi».

-Elivagar sono fiumi, dalla cui schiuma velenosa ebbe origine il gigante (v.) primigenio Aur- gelmir (v.).

Embla v. Askr.Ermanarico re dei Goti (Ostrogo-

ti) (v.). Sposa la figlia di Si­gurdhr (v.) e Gudhrun (v.), Svanhildr (v.). Viene ucciso (o ferito gravemente?) da Ham- dhir (v.) e Sorli (v.), nati dal matrimonio di Gudhrun con Jonakr (v.).

Erpr è uno dei due figli di Attila (v.) e Gudhrun (v.); è anche il nome del figlio di Jonakr (v.), fratellastro di Hamdhir (v.) e

Eylimi I. È il re padre di Svava (v.), che d i in sposa ad Helgi, figlio di Hiorvardhr; II. È il nome di un re, padre di Gripir e di Hjordis (v.), ucciso dai fi­gli di Hundingr (v.) e vendica­to da Sigurdhr (v.).

Fafnir è il drago che custodisce il tesoro che sari poi dei Nibe­lunghi (v.). Viene ucciso da Sigurdhr (v.).

« Fennr è un lupo. Suo padre e Lo­t i (v.). Viene legato, al terzo tentativo, dagli dèi (ma Tyr [v. 1 ci rimette una mano); alla caauta degli dèi sari di nuovo libero e inghiottiti il sole.

• Fensalir è la dimora di Frigg (v.).• Fimbulvetr è il grande inverno

che precede la caduta degli dèi.

Fitjungr è l'appellativo di un uo­mo ricco.

Fjolvarr è un eroe con cui Har- bardhr ha combattuto per cin­que anni nell'isola Tuttaver-

9 Fjorgyn è una dea della fertiliti, madre di Thorr(v.).

Fjorsunghi indica una nobile stir­pe, forse svedese.

«Forseti è il dio che appiana le controversie. È figlio di Baldr(v.).

• Freki è, insieme a Geri (v.), unodei due lupi di Odino (v.).

'Frcyja è una dea, appartenente alla classe dei vani (v.). È figlia di Njordhr (v.) e sorella di Freyr(v.).

• Freyr è uno dei vani (v.), figlio diNjordhr (v.).

'Frigg è la moglie di Odino fv.); dea connessa con la fertiliti, viene identificata con la Vene­re romana.

Frodili mitico re danese, contem­poraneo di Augusto, instaurò una pace duratura che diven­ne proverbiale. Da identifica­re con Freyr (v.).

’Fulla è l'ancella di Frigg (v.).

♦Garmr è un cane che abbaia da­vanti a Gnipahellir (v.); com­batteri con Tyr (v.) al tempo della caduta degli dèi (v.).

«Gefjon è una giovane dea, ap­partenente alla classe degli asi (v.).

• Gerdhr è la moglie di Freyr (v. ).Geri v. Freki.

0 Giganti sono esseri demonici do­tati di forza eccezionale. NtW'Edda le loro denomina­

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zioni, al singolare thurs e jo- tunn% sono interscambiabili. Preesistevano alla creazione del mondo e sono quindi sa­pienti, come Vafthrudhnir (v.), che gareggia in sapienza con Odino (v.).

« Gimle è la dimora degli dèi nel mondo futuro, seguente alla caduta degli dèi (v.).

* Gjallarhom è il corno di Heim-dallr (v.). Viene suonato per annunciare la fine del mondo.

Gjuki è il padre di Gunnarr (v.), Hogni (v.)f Gothormr (v.) e Gudhrun (v.). Gjuki si chia­ma anche un figlio di Hogni (v.).

'Gnipahellir è il nome della ca­verna, dimora del cane Garmr <v.).

•Gnitaheidhr è la terra dove di­morava il drago Fafinir (v.). Secondo il Carme groenlande­si di Attila (Akv. ) si trova nel regno di Attila (v.).

Gothormr è un figlio di Gjuki (v.); viene spinto da Gunnarr (v.) a uccidere Sigurdhr (v.). Viene a sua volta ucciso da quest'ultimo.

Goti: il ricordo delle imprese dei Goti è ancora vivo nella tradi­zione eddica, che attribuisce loro grande prestigio. Nel Carme di tìfodhr vengono menzionati i Grutunghi, cioè gli Ostrogoti.

*Gramr è il nome della spada di Sigurdhr (v.).

* Grani è il nome del cavallo di Si-gurdhr. Nel Carme di Vo- lundr (Vkv.) l'espressione «cammino di Grani» sembra

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indicare Gnitaheidhr (v.).Granmarr è il re padre di Hodh-

broddr (v.), Gudhmundr (v.) e Starkardhr.

Grimilde, sposa di re Gjuki (v.), è la madre di Gudhrun <v.).

Gripir è il fratello di Hjordhis (v.) e zio di Sigurdhr (v.).

Grutunghi v. Goti.Gudhmundr è il figlio di Gran­

marr (v.), avversario dei Vol- sunghi (v.).

Gudhrun è la figlia di Gjuki (v.). Viene sposata a Sigurdhr, che ha da lei i figli Sigmundr e Svanhildr (v.). Dopo la. mone di Sigurdhr viene data in spo­sa da Gunnarr (v.) ad Attila (v.), da cui ha due figli: Erpr ed Eitill. Sposa, infine, dopo la strage degli Unni (v.) da lei perpetrata, Jonakr (v.), da cui ha altri due figli, Sorli e Hamdhir (v.).

* Gullinkambi è il gallo della Val­halla (v.) che chiama gli 'scel­ti' al combattimento, v. Sai- gofnir.

Gullveig è il nome di una maga (?). chiamata anche Heidhr, che viene tre volte trapassata con la lancia e tre volte brucia­ta.

*Gungnir è la lancia di Odino (v.).

Gunnarr è il re dei Burgundi (v.), figlio di Gjuki (v.) e di Grimhildr («Grimilde) (v.), fratello di Hogni (v.), di Go­thormr (v. ) e di Gudhrun (v. ).

Gunnlodh v. Suttungr.Guthormr v. Gothormr.Gymir v. Aegir.

Haddingi è una stirpe regale.Nel Secondo carme di Gudh­run (Gdhr. II) con « terra degli Haddingi» s'intende forse il regno dei morti.

Hagall è il re, padre di Hamall (v.), che alleva alla propria cone Helgi figlio di Sigmundr (v. Helgi II).

Hamall è il figlio di Hagall (v.). Helgi figlio di Sigmundr si spaccia per H. quando si reca in ricognizione presso Hun- diner (v.).

Hamdnir è un figlio del terzo marito di Gudhrun (v.), Jo- nakr (v.). Viene spinto dalla madre, insieme al fratello Sor­li, a vendicare la sorellastra Svanhildr (v.).

Harr «Eccelso» è un nome di Odino (y.).

Hati è il gigante padre di Hrim- gerdhr(v.).

Hcdhinn è figlio di re Hjor- vardhr (v.) e di Alfhildr, fra­tellastro di Helgi figlio di Hjorvardhr (v. Helgi I; v. an­che Svava).

Heidhr v. Gullveig.«Heimdallr abita in Himinbjorg,

è detto «guardia degli dèi» ed è il più splendente fra gli asi (v.). Il suo corno, che suonerà alla fine del mondo, è nasco­sto sotto il frassino Yggdtasill (v.). È il progenitore degli schiavi, dei contadini (liberi) e dei nobili. Perciò gli uomini vengono chiamati «progenie di Heimdallr».

Heimir è il marito della sorella di Brunilde (v.), Bekkhildr; Si­gurdhr (v.) gli fa visita dopo il

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primo incontro con Brunilde.* Hel è figlia di Loki (v.) e signora

del regno dei moni. Col suo nome si indica anche il regno dei morti stesso.

Helgi: I. È figlio di re Hjorvardhr (v.) e di Sigrlinn (v.), fratella­stro di Hedhinn (v.). È amato dalla valchiria (v.) Svava (v.) e ucciso da Alfr (v. Alfr I) che così vendica la morte del pa­dre Hrodhman (v.); n. È fi­glio di Sigmundr (v.) e di Bor- ghildr, fratellastro di Sinfjotli (v.). È l'eroe celebrato come «uccisore di Hundingr (v.)».

Himinbjorg v. Heimdallr.« Hindaifjall è il nome del monte

in cui dorme Brunilde (v.), per l'incantesimo di Odino.

Hjordis è la figlia di re Eylimi (v. Eylimi II), sorella di Gripir (v.), sposa di Sigmundr (v.) e madre di Sigurdhr (v.).

Hjorvardhr è il re padre di Helgi (v. Helgi I).

Hlerv. Aegir.Hlesey è l'isola danese di Lxs0,

nel Kattegat.'Hlidhskjalf è l'osservatorio di

Odino (v.) nella Valhalla (v.), da cui si possono scorgere tuttii mondi.

Hlin altro nome di Frigg (v.).Hlodhynv. Fjorgyn.Hlorridhi altro nome di Thorr

(v.).» Hoddmimir è forse un attributo

di Mimir(v.).Hodhbioddr figlio di re Gran-

marr (v.) è celebrato come «uccisore di Isungr (v.)». Seb­bene gli sia stata promessa Si- grun, viene da questa rifiutato

e ucciso da Hclgi figlio di Sig­mundr (v. Hclgi 11).

• Hodhr è figlio di Odino (v.) c uc­cisore di Baldr (v.). Fu ucciso a sua volta da Vali (v.).

• Hocnir c un asc (v.) che assumeun ruolo importante negli eventi iniziali e (inali del ciclo cosmico.

Hogni: I. È un re, padre di Bragi e di Dagr nonché della Valchi­ria (v.) Sigrun, fratello di Si- garr; li. È il fratello di Gun- narr (v.). Viene ucciso da Atti- la (v.) come lo stesso Gunnarr.

Hrcidh-Goti sono i Goti (v.).* Hrim-Thursi «giganti di brina»

v. Giganti.Hrimgerdhr è la strega, figlia di

Hati (v.) che impedisce il pas- saggio alle navi di Hclgi figlio di Hjorvardhr (v. Helgi 1). Viene trasformata in uno sco­glio, perché colta dalla luce diurna durante un alterco con Attila figlio di Idhmundr.

Hrodhmarr è un re, pretendente di Sigrlinn (v.). Viene ucciso da Helgi figlio di Hjorvardhr (v. Hclji 1) e vendicato dal fi­glio Alfr (v.).

* Hrodhr è il nome di un gigante(?). L'avversario di Hrodhr è Thorr(v.).

' Hrodhvitnir è un appellativo di Fcnrir(v.).

Hroptr è un appellativo di Odino (v.).

'Hrungnir è un gigante (v.) dalla testa di pietra, abbattuto da Thorr (v.) («uccisore di H.» è anche appellativo di Thorr).

4 Hrymr conduce le schiere dei gi­ganti (v.) nella lotta finale (v.

Ragnarok) contro gli dèi.« Huginn da bugi «pensiero». È

uno dei corvi di Odino (v.). Vedi Muninn.

Hundingr è il re di Hundland, avversario di Sigmundr (v.). Viene ucciso da Helgi figlio di Sigmundr (v. Hclgi 11), cele­brato pertanto come -«uccisore di H.».

•Hvergclmir è una sorgente in Niflheimr (v.), origine di mol­ti fiumi.

* Hymir è un gigante marino concui Thorr (v.) si cimenta in una gara di pesca.

» Ibhi, piana di, la prima dimora degli asi (v.), dove eressero i loro templi e le loro officine e dove si ritroveranno gli scam­pati alla fine del mondo.

• Idhunn è la sposa di Bragi (v.).V. anche Thjazi.

Mfinghi è la stirpe regale alla quale appartiene Sigmundr (v.). Il «congiunto degli 1.» è Hclgi figlio di Sigmundr (v. Hclgi II).

Imdhr è una gigantessa.Imr è un gigante, figlio di Vafth-

nidhnir (v.).Isungr è un eroe, ucciso da

Hodhbroddr (v.).•Ivaldi è il padre dei nani che

hanno costruito la nave di Njordhr (v.).

Jarl è la persona che ha dignità più alta dopo il re.

'Jamvidhr è il nome di un bosco terribile, dove crescono i nati diFenrir(v.).

349

Jonakr è il terzo marito di Gudh- nin (v.), il padre di Hamdhir (v.) e Sorli (v.), nonché, da un'altra moglie, di Erpr (v.).

» Kolga è una figlia di Aegir (v.). Le 'sorelle di K.' sono quindi le onde.

Kostbera è la sorella di Orkmingr e la sposa di Hogni figlio di Gjuki (v.).

* Laeradhr è il nome di un alberodei cui rami si nutrono gli ani­mali che si trovano sul tetto della Valhalla (v.). Probabil­mente il frassino Yggdrasill (v.).

« Laufey è il nome della madre di Loki(v).

* Leiptr è un fiume che scorre negliInferì.

» Lif: «vita*. Nella Canzone di Vagthrudhnir (Vfn.) Lif re­sterà, insieme a Lifthrasir, do­po la caduta degli dèi. Da questi due rinascerà la stirpe umana.

Lifthrasir v. Lif.Loddfafnir è il poeta (?) cui sono

rivolti gli insegnamenti di Odino (v.) nella Canzone dell'Eccelso (Hav. ).

Lodhurr è forse un altro nome di Loki (v.).

« Loki è una figura enigmatica del­la mitologia nordica. Per aver macchinato l’uccisione di Baldr (v.) viene tenuto legato in una caverna. Sarà libero alla caduta degli dèi (v.). Detto anche Loptr e Lodhurr (?). NelYEdda vengono fatti di­versi accenni alle sue imprese.

Loptr v. Loki.

• Magni è figlio di Thorr (v.). Do­po la caduta degli dèi ne ere­diterà il martello, insieme con il fratello Modhi.

• Meili è un ase, fratello di Thorr(v.).

«Midhgardhr «terra di mezzo». È la dimora degli uomini, difesa particolarmente da Thorr (v.) contro gli attacchi dei giganti (v.).

Midhvitnir è il nome del gigante (v.) padre di Sokkmimir.

• Mimir è un essere saggio connes­so con l'albero del mondo (v. Yggdrasill) e la fonte di Urdhr (v.). Consegnato come ostag­gio dagli asi (v.) ai vani (v.), viene da questi ucciso. La sua testa è usata da Odino (v.) per predire il futuro.

‘Miskorblindi è il padre di Aegir (?-v.).

'Mjollnir è il martello di Thorr (v.), forgiato dai nani (v.).

Modhi v. Magni.‘Mogthrasir è un gigante (v.) pa­

dre di nome (v.) favorevoli all'uomo.

Momaland è forse l'Oriente. Ma il nome è carico di sinistri si­gnificati («terra dei tormen- ti»?)-

;Muninn da muna «ricordare». E uno dei due corvi di Odino (v.). v. Huginn.

« Muspell è un termine escatologi­co che indica probabilmente l’incendio del mondo. 11 «po­polo di Muspell» cavalcherà contro gli dèi alla fine dei tempi.

350

Myrkheimr è una regione della terra degli Unni (v.), in cui Gunnarr (v.) viene ucciso.

* Myrkvidhn I. È una foresta che separa la dimora degli dèi (Asgardhr |v.]), da Muspcll (v.); II. È una foresta che si trova nella terra di Hodh- broddr; iu. È una foresta al confine della terra degli Unni (v.).

"Nani sono esseri minuscoli di aspetto umano; abitano sotto­terra, soprattutto fra le rocce, evitando la luce del giorno. Sono eccellenti fabbri e orafi; sono saggi e ricchi.

* Nastrond è un luogo, nel regno dei morti (v. Niflhel), dove i malvagi vengono tormentati.

Nibelunghi (isl. Niflungar e Hniflungar) è la gente di Gunnarr (v.) c di Hogni (v.): v. Burgundi, con cui vengono identificati.

Nidhafjoll è il nome di una mon­tagna.

Nidhavellir è la dimora dei nani della stirpe di Sindri (v.).

' Nidhhoggr è il serpente che di­mora ai piedi dell'albero del mondo (Yggdrasill [v. J) e ne rode le radici. Si nutre di ca­daveri e vola.

Nidhudhr v. Volundr.‘Niflhel è un mondo di tenebra

che si trova sotto le radici dell’albero del mondo (Ygg­drasill [v.]), v. anche Hcl.

Njari è il popolo di cui Nidhudhr è re (v. Volundr).

' Njordhr è un dio appartenente

alla classe dei vani (v.). È pa­dre di Freyr (v.) e Freyja (v.), marito di Skadhi (v.) e abita in Noatun («recinto delle na­vi»). È stato mandato come ostaggio agli asi (v.). Corri­sponde esattamente alla Ner- thus di cui parla Tacito, dea della fertilità.

Noatun v. Njordhr.• Nome sono dee del destino, in

numero di tre: Urdhr (v.), Verdhandi e Skuld.

•Norr è un gigante, padre di Nott (la notte).

Oddrun è sorella di Attila (v.) e di Brunilde (v.), amante di Gunnarr (v.).

•Odhr è il compagno di Freyja (v.).

* Odhrerir è l'idromele della poe­sia che Odino (v.) sottrae con l'inganno al gigante Suttungr e porta ajgli asi (v.) e quindi agli uomini (v. Suttungr). È chiamato così anche il reci­piente che lo contiene.

‘ Odino è il primo degli asi (v.). Dio della battaglia e della mone in battaglia ma anche della sapienza, a lui viene at­tribuita la rivelazione delle ru­ne. Con Vili (v.) e Vei forma una triade che in origine allit- terava (cfr. la forma ted. IVo* don).

Okolnir v. Brimir.Otr (-lon tra) è un figlio di

Hreidhmarr, ucciso da Loki (v.).

•Ragnarok «caduta (o crepuscolo)

351

degli dèi»; indica la fine del mondo, in cui gli dèi saranno sconfitti dai loro avversari in furibonde lotte.

, Ran, moglie di Aegir, cattura nella sua rete gli uomini che solcano il mare, poi li ospita nella propria dimora, un par­ticolare Aldilà.

Reginn è un fabbro nano (v.), fi­glio di Hreidhmarr. Forgia la spada Gramr con cui Sigurdhr (v.) uccide Fafnir (v.), fratello di Reginn. Sigurdhr è suo pu­pillo.

Reidh-Goti v. Hrcidh-Goti.Rungnir v. Hrungnir.

Saga è il nome di una asinna che ogni giorno beve con Odino (v.) a Sokkvabekkr, sua dimo­ra, da coppe d'oro. La dea dà anche il nome a un promonto­rio.

Salgofnir è un gallo della Valhal­la (v.), forse identificabile con Gullinkambi (v.).

Samsey è l'isola danese di Samse, a nord della Fionia.

‘Scelti' (isl. einberjar) sono i guerrieri moni in battaglia die formano il seguito di Odi­no (v.) nella Valhalla (v.). Combattono tutti i giorni.

Serpente di Midhgardnr è un es­sere demonico gigantesco che sta nel mare che circonda Midhgardhr ( - «terra di mez­zo») (v.). Figlio di Loki (v.) e della gigantcssa Angrbodha, fratello di Fenrir (v.) e di Hel (v.). Thorr (v.) tenta di pren­derlo all'amo. Alla caduta de­gli dèi (v.), Thorr l'ucciderà,

ma soccomberà a sua volta per le conseguenze della lotta.

Sif è la moglie di Thorr (v.), ma­dre di Ullr (v.); 'capelli di Sif è una kenning per «oro».

Sigarr 1. È il messaggero inviato da Helgi figlio di Hjorvardhr (v. Helgi 1) in punto di mone a Svava (v.); II. È l’avversario di Siggeirr(v.).

Sigarsholmr è il nome di un’iso­la.

Siggeirr secondo la Saga dei Voi- sungbi è il re sposo di Signy (v. Sinfjotli). Celebrato è il suo combattimento con Si- garr.

Sigmundr è figlio di Volsungr (v.) e padre di Sigurdhr (v.).

Sigrdrifa è una valchiria (v.) ad­dormentata per incantesimo da Odino (v.) e risvegliata da Sigurdhr (v.). Si identifica con Brunilde (v.).

Sigrlinn è la figlia di re Svafnir e sposa di Hjorvardhr (v.).

Sigrun è una valchiria (v.) figlia di Hogni, amata da Helgi, fi­glio di Sigmundr (v. Hclgi U), rinata poi come Svava (v.).

Sigurdhr è il figlio di Sigmundr (v.) e Hjordis, uccisore di Faf­nir (v.) e di Reginn (v.). Con l'aspcno di Gunnarr (v.) con-

uista a quest'ultimo Brunii- e (v.) che ignara lo sposa,

mentre Sigurdhr sposa Gudh- run (v.). Ma Brunilde, sposa di Gunnarr, non cessa di ama­re Sigurdhr e, non potendo averlo, ne trama la rovina. Gunnarr, su consiglio di lei,

3ùnge Gothormr (v.) ad ucci- erlo.

352

Sigyn è la moglie di Loki (v.).Sifldrì è il capostipite di una stir­

pe di nani (v.).Sinfjotli figlio di Sizmundr (v.),

secondo la Saga dei Volsungbi generato dalla sorella Signy, è il fratellastro di Helgi figlio di Sicmundr(v. Hclgi II).

Skadhi è figlia del gigante Thjazi (v.) e sposa di Njordhr (v.).

Skatalundr è il bosco dove Odino (v.) addormenta Brunilde (v.) per opera di magia.

Skirnir è servo di Freyr (v.), in­viato da quest'ultimo presso Gctdhr (v.), gigan tessa di cui Freyr (v.) è innamorato.

Skrymir è un gigante che ingan­na Thorr (v.). Questi è costret­to a passare una notte nel suo guanto e cerca inutilmente di ucciderlo.

Skuld è il nome di una noma (v.).

Slapfidhrv. Volundr.Sleipnir è il cavallo a otto zampe

ai Odino (v.), generato da Lo­ki (v.), trasformato in cavallo, assieme allo stallone Svadhil- fari.

Slidhr è un fiume che scorre ne­gli inferì.

Sokkvabekkrv. Saga.Sorti v. Hamdhir.Starkadhr v. Granmarr.Surtr è un gigante di Muspell

(v.), connesso col fuoco, che brucia ciclo c terra. Combat­terà contro gli dèi alla fine del mondo (Ragnarok (v.J).

Suttungr è un gigante (v.) figlio di Gillingr, ucciso dai nani. A titolo di risarcimento per la mone del padre ebbe l'idro­

353

mele dell’ispirazione. Ma Odino (v.), scduccndone la fi­glia Gunnlodh, ottiene la be­vanda anche per gli asi (v.J c per gli uomini (v. anche Odh- rerir).

Svalin è lo scudo che sta dinanzi al sole e ne mitiga l'ardore.

Svanhildr è la figlia postuma di Sigurdhr (v.) e Gudhrun (v.), ed è moglie di Ermanarìco.

Svarangr è un gigante contro i cui figli rombane Thorr (v.).

Svava è la figlia del re Eylimi, amata da Helgi (v. Helgi 1), sposata dal fratello di Helgi e suo vendicatore, Hcdhinn (v.).

Teodcrìco dopo aver perso tutti i suoi uomini nella battaglia contro i figli di Gjuki (v.), vie­ne accusato alla cone di Attila da Herkja di essere amante della moglie di Attila, Gudh­run (v.).

Terra di mezzo v. Midhgardhr.Thjalfi v. Egill I.Thjazi è un gigante (v.) che se­

questrò Idhunn e le mele della giovinezza. Viene ucciso da Thorr (v.), con la panccipa- zionc di Loki (v.). Padre di Skadhi (v.).

Thjodhvitnir è un attributo di Fenrir(v.).

Thoia è la figlia del re di Dani­marca Hakon che ospita alla sua cone Gudhrun.

Thorr è il dio del tuono (cfr. il Donar deH’area tedesca), cele­bre per il suo terrìbile manello Mjollnir (v.). Figlio di Odino e di Terra, è padre di Magni c

Modhi. Sua sposa è Stf (v.). Viaggia su un cario trainato da due capri.

Thrudhhcimr è la dimora di Thorr.

Thrudhgclmir è figlio di Ymir (v.) e padre di Bergelmir (v.).

Thrymr è il gigante (v.) che rubò il martello a Thorr (v. ).

Thund è un fiume che occorre guadare per giungere nella Valhalla (v.).

Thursi v. Giganti.Troll sono esseri demoniaci, ostili

all'uomo.Tyr è uno degli dèi di Asgardhr

(v.). Si ritiene che sia un dio della guerra. Ha una sola ma­no, deU'altra è stato privato da Fenrir. La parola isl. iyr mantiene anche l’antico signi­ficato di «dio» in genere: Odi­no (v.) è chiamato per es., tra l'altro, Veratyr, «dio degli uo­mini (guerrieri)».

Ullr è un dio della classe degli asi (v.), figlio di Sif (v.), abita Ydalir. Alla lettera «splendo­re», «gloria». L’anello di Ullr veniva usato per i giuramenti.

Unni: degli Unni e della loro ter­ra si parla nei carmi eroici, sempre per altro con riferi­menti piuttosto generici.

Unnr è termine di ardua inter­pretazione. Forse indica l’on­da o l’acqua in una particolare funzione sacrale.

Urdhr è una delle tre Nome (v.), che abita con le sorelle sotto il frassino Yggdrasill (v.), dove si trova anche la sorgente che

da lei prende nome.Vadhgelmir è un fiume che scor­

re negli inferi.Valaskjalf è la dimora di Odino,

forse identificabile con la Val­halla (v.).

Valchirie («quelle che scelgono i morti») sono esseri sovranna­turali ai servizio di Odino (v.), che partecipano alle battaglie, concedono la vittoria e scelgo­no i guerrieri destinati a mori­re. Nella Valhalla (v.) portano birra agli 'scelti' (v.).

Vatfodhr è un attributo di Odi­no.

Valgrind è il cancello della Val­halla (v.).

Valhalla così si chiama la dimora di Odino (v.): vi accedono gli 'scelti' (v.) moni in battaglia. Trascorrono il loro tempo combattendo e bevendo birra.

Vali è il figlio di Odino (v.) che vendica Baldr (v.) e sopravvive alla caduta degli dèi.

Valland è un nome fittizio, cari­co di significati funesti (« terra delle stragi»).

Vani (sing, vane) è una classe di dèi, alla quale appanengono Njordhr (v.), Freyr (v.) e Frey- ja(v.).

Var è un'asinna che veglia sulla sacralità dei giuramenti.

Vei v. Vili.Vcon è un nome di Thon (v.).Verdhandi è il nome di una nor-

na(v.).Verland («terra degli uomini») è

il mondo a cui appanengono gli esseri umani.

Vidharr è figlio di Odino (v.), che vendicherà, uccidendo

354

Fenrir (v.) al tempo della ca­duta degli dèi.

Vidhrir altro nome di Odino (v.).

Vili, Vei sono figli di Borr (v.) e fratelli di Odino, con cui for­mavano originariamente una triade allitterante (cfr. la for­ma ted. Wodan).

Vingnir altro nome di Thorr (v.).Vingskomir è il nome del cavallo

di Brunilde (v.).Vingthorr è un nome di Thorr

(v->- .Volsunghi sono i discendenti diVolsungr, in particolare Sig­mundr (v.) e i suoi figli (v. an­che llfinghi).

Volsungr è il padre di Sigmundr (v.), progenitore della stirpe dei Volsunghi, è discendente (pronipote) di Odino (v.).

Volundr è un fabbro abilissimo, fratello di Slagfidhr e di Egill.

Azzoppato c costretto a lavo­rare per re Nidhudhr ne ucci­de prima i figli e poi ne seduce la riglia Bodhvildr, per ven­detta. Infine fogge, sollevan­dosi in aria con ali artificiali.

Ygedrasill è l'albero ( - frassino) acl mondo: costituisce il soste­gno dei mondi degli dèi, degli uomini, dei giganti (v.) ecc. Alla lettera «aestricro di Yggr (cioè di Odino [v.])».

Yggjungr è un nome di Odino (? -v.).

Yggr nome di Odino (v. ).Ymir è il gigante (v.) primige­

nio, dal cui corpo venne fog­giato il mondo.

Yngvi è attributo del dio Freyr (v.). Il «discendente di Y.» è Sigurdhr (v.).

MARCELLO MELI

355

GUIDA BIBLIOGRAFICA

Il Codex Regius2365,4 ’ è riprodotto in due eccellenti edizio­ni in facsimile:Hàndskriftet Nr. 2365, 4* gl. Àgi. Samlingpi det store Agl. bibliothek i Kebenhavn (Codex Regius af dcn aeldre Edda) i fototypisk og diplomatisk gengivelse, udgivet for Samfund til udgivelsc af gammcl nordisk litteratur, ved Ludv. F. A. Wim- merog Finnurjónsson, G>penaghen 1891, pp. LXXV-195 con le riproduzioni;Codex Regius of the Elder Edda, Ms No. 2365 4* in the old Royal collection in the Royal Library ofCopenhagen, con l'in­troduzione di Andreas Heusler, Levin & Munksgaard, Cope­naghen 1937, «Corpus Codicum Islandicorum Medii Aevi», a cura di Ejnar Munksgaard, vol. 10, pp. 35 + 91 di facsimile. L'edizione tenuta maggiormente presente per questa tradu­zione italiana è: Edda. DieLiederdes Codex Regius nebst ver- wandten DenkmUlem, a cura di Gustav Ncckel: I vol., testo, IV edizione rivista da Hans Kuhn, Carl Winter Univer- sitatsverlag, Heidelberg 1962, «Germanische Bibliothek», IV serie, pp. xu-339; contiene un indice dei nomi propri, il vol., Breve vocabolario di Hans Kuhn, DI edizione accresciuta con glossario commentato, Heidelberg 1968, « Germanische Bi­bliothek», IV serie, pp. 245.Un’edizione ancor oggi autorevole, alla quale risalgono molte proposte di emendazione e gran parte delle proposte di spo­stamenti di versi e strofe è : Nome» fomkvadhi... Seemundar Edda hins fròdha, a cura di Sophus Bugge, P.T. Mailing, Christiania (Oslo] 1867, pp. lx x x -4 5 0 . Le proposte di sposta­mento vengono messe in evidenza dalla numerazione. Per esempio nella Vsp. la strofa che segue la 51 viene collocata do­po la 47 . La cosa viene segnalata numerando con 48 la strofa in questione; vedi nell’introduzione p. XXI c p. XXXV.

356

Il dizionario specifico completo è: Vollstàndiges Wòrterbuch zu den Uedem der Edda di Hugo Gering, voi. u dell'opera Die Liederder Edda, a cura di B. Sijmoos e H. Gering, Halle (Saale) 1903, ristampa Max Niemeyer Verlag, Tubingen 1971, « Germanistische Handbibliothek» fondata da Julius Zacher, vn, 4. 5, pp. xii, coll. 1404.Per tutta la letteratura poetica norrena c’è l’ottimo Lexicon poèticum antiquae linguae septentrionalis, conscripsit Sveinbjòm Egilsson, Hafniae (1854-60), pp. ld -9 3 4 ; in ver­sione danese col sottotitolo Ordbog over det norskislandske skjaldesprog oprindelig forfattet af Sveinbjòm Egilsson, 2. udgave ved Finnur Jónsson, Copenaghen 1931, ristampa Atlas Bogtryk, 1966, pp. XVI-668.Un eccellente dizionario islandese-inglese è An Icelandic- English Dictionary, iniziato da Richard Cleasby, successiva­mente accresciuto e completato da Gudbrand Vigfusson, se­conda edizione (prima edizione 1874) con un supplemento di William A. Craigie, Clarendon Press, Oxford 1957, pp. XLV-833. Contiene anche una trattazione succinta del la gram­matica (pp. XV-XLV).Chi voglia approfondire con ricerche proprie la complessa ma­teria eddica potrà basarsi su due volumetti, l’uno del 1920: Halldór Hermansson, Bibliography of the Eddas, vol. Xlll di «Islandica, An Annual Relating to Iceland and the Fiske Ice­landic Collection in Cornell University Library», Ithaca, N. Y. (ristampa Kraus, New York 1966), di cui le prime 73 pagine concernono la Saemundar Edda\ l’altro del 1955: Jóhann S. Hannesson, Bibliography of the Eddas. A Supplement to Bi­bliography of the Eddas («Islandica», xm), by Halldór Her- mansson, vol. XXXVII di « Islandica», Cornell University Press, Ithaca. N. Y., le prime 92 pagine.Dal 1964, con ritmo annuale, esce la cosiddetta BONIS, cioè la Bibliography of Old Norse-lcelandic Studies, a partire dal 1968 fino al 1971 edita dal Munk sgaard, Copenaghen; dal 1972 dalla Biblioteca Reale di Copenaghen.Il vuoto bibliografico fra il 1955 e il 1963 può essere almeno in pane colmato dal fascicolodi HansBekkcr-Nillscn, OldNorse- Icelandic Studies, A Selected Bibliography, University of To-

357

ronto Press, Toronto 1967, vol. I delle «Toronto Medieval Bi­bliographies», pp. 94.Manca un commento recente all'intero complesso, per cui si ricorre ancora largamente a Hugo Gering, Kommentarzu den Uedem derEdda, edito, dopo la morte deU’autore, da Barend Sijmons, 2 tomi, Halle (Saale) 1927-1931, in«Germanistische Handbibliothek», fondata da Julius Zacher, vn, 3, 1-2, pp. XlX-438 («Gotterlieder») e x-489 («Heldenlieder»).Un tentativo in questo senso è stato intrapreso da Ursula Dronke, che nel 1969 ha pubblicato il primo volume della sua The Poetic Edda: vol. I, « Heroic Poems, Edited with Transla­tion and Commentary by Ursula Dronke», Clarendon Press, Oxford, pp. xvi-251. II volume è dedicato a quattro carmi eroici (Akv., Am., Ghv., Hm.).In italiano abbiamo la traduzione, con introduzione, com­mento e bibliografìa: L'Edda, carmi norreni, a cura di Carlo Alberto Mastrelli, Sansoni, Firenze 1951, nei «Classici della religione», collezione diretta da Raffaele Pettazzoni, pp. Ci-597 (ora ristampata senza illustrazioni per lo stesso editore nc«Levoci del mondo», Firenze 1982, pp.Cl-589); e lascelta: Canti dell’Edda (dai « Canti degli dèi »), a cura di Olga Gogala di Lecsthal, Utet, Torino 1939, 3a ristampa 1967, nella colla­na «I grandi scrittori stranieri», rv, n. 87, pp. 179.Sarà particolarmente fruttuoso integrare le conoscenze della letteratura islandese antica a cominciare con l’Edda di Snorri, di cui sono uscite qualche anno fa due traduzioni parziali: Snorri Sturluson, Edda, a cura di Giorgio Dolfini, Adelphi, Milano 1975, in «Biblioteca Adelphi», 61, pp. 184; Edda di Snorri, introduzione e traduzione dal norreno di Gianna Chiesa Isnardi, Rusconi, Milano 1975, in «La storia da vicino», pp. 241.Segnaliamo infine che è in preparazione, presso la casa editrice Einaudi di Torino, un volume di M. Ludovica Koch sulla poe­sia scaldica.

P.S.

358

I N D I C E

Introduzione diPiergiuseppe Scardigli V

IL CANZONIERE EDDIGO

Profeziadella Veggente 3Canzone dell 'Eccelso 17Canzone di Vafthrudhnir 45Canzone di Grimnir 57ViaggiodiSkimir 71Canne magico di Harbardhr 81Carme di Hymir 93Insulti di Loki 103Carme di Thrymr 119CarmediVolundr 127Canzone del Nano Onnisciente 137PrimocarmediHelgiuccisorediHundingr 145Carme di Helgi figlio di Hjorvardhr 157Secondo carme di Helgi uccisore di Hundingr 169PiofeziadiGripir 185CanzonediReginn 195CanzonediFamir 205Canzonedi Sigrdrifa 217FrammentodicarmediSigurdhr 229Primocarme di Gudhrun 235Carme breve di Sigurdhr 243ViaggiodiBrunildeversoglilnferi 257SecondocarmediGudhrun 263Terzocarme di Gudhrun 273LamentodiOddrun 277Carme groenlandese di Attila 285

Canzone groenlandese di Attila Incitamento di Gudhrun Canzone antica di Hamdhir

APPENDICE

La battaglia dei Goti e degli Unni

GlossarioGuida bibliografica

Finito di stampare il ) novembre 1982 dalla Gallanti Editore j.p.a. Milano

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