iouomo - sia - società italiana di andrologia · 2018. 9. 20. · il fumo uccide anche l’amore...

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Per il terzo anno consecutivo la Società Italiana di Andrologia rinnova l’appuntamento con i propri lettori, pubblicando un numero speciale della rivista IoUomo. In un momento in cui la tecnologia è quanto mai importante, IoUomo non vuole essere da meno e punta, a partire da oggi, al potenziamento della versione web per proporsi in una variante più moderna e facilmente fruibile. Stessa veste, stessa attenzione ai problemi dell’uomo, stessa cura e chiarezza nei contenuti, ma una più alta valorizzazione dell’aspetto on line, per raggiungere un maggior numero di potenziali lettori, e sempre più in fretta. La pubblicazione della rivista sul sito verrà da oggi annunciata anche tramite una newsletter che raggiungerà non solo le farmacie, come finora è stato, ma anche istituzioni, associazioni e categorie professionali che possano contribuire alla sua conoscenza e diffusione ad un pubblico sempre più vasto. In questo numero abbiamo voluto raccogliere gli argomenti che più hanno sollevato, nel tempo, l’interesse di chi ci ha sfogliato: da temi importanti e controversi come le recenti tecnologie in materia di fertilità o il rapporto fra sportivi e attività sessuale, fino a quelli più specifici, ma forse troppo taciuti, come la caduta dei capelli nell’uomo, spesso in età ancora giovane, o le conseguenze del fumo di sigaretta sull’attività sessuale maschile. Informazione e prevenzione sono, del resto, gli obiettivi essenziali della SIA, perseguiti tramite la pubblicazione di IoUomo, ma anche attraverso numerose iniziative sul territorio e su Internet. Tra queste la SIA si è distinta per due grandi campagne che ogni anno impegnano i suoi andrologi in un confronto diretto e gratuito con la popolazione maschile. Si tratta della Settimana di Prevenzione Andrologica e della campagna Amare senza Pensieri, che sono ormai diventate appuntamenti fissi e ampiamente riconosciuti tanto in ambito medico quanto fra i pazienti. Durante la Settimana di Prevenzione Andrologica, che di norma si ripropone nel mese di marzo a ridosso della festa del papà, la SIA mette a disposizione i propri specialisti offrendo visite andrologiche gratuite in tutta Italia. L’importanza di questa iniziativa è quanto mai evidente considerando che molti uomini sono purtroppo restii ad andare dal medico, anche, e soprattutto, in presenza di problemi che riguardano la sfera sessuale. L’obiettivo di sradicare questa cultura diffusa è anche proprio della campagna Amare Senza Pensieri. L’iniziativa apre una finestra di dialogo con gli andrologi SIA attraverso un numero verde, al quale si può parlare con un andrologo in modo assolutamente gratuito e anonimo. Negli stessi giorni, sul portale della SIA, sono disponibili approfondimenti e informazioni pratiche relative ai più comuni problemi andrologici, con particolare attenzione alla disfunzione erettile. Sul sito è anche possibile cercare l’andrologo più vicino a casa propria e usufruire di una consulenza medica online, sempre nell’assoluto rispetto dell’anonimato. Entrambe le iniziative hanno riscontrato nel tempo un crescente successo, facendo emergere una sempre più vasta popolazione maschile “sommersa”. Ciò è potuto accadere grazie anche alla diffusione di IoUomo e al suo sforzo di suscitare curiosità e interesse in un pubblico vasto e differenziato: un impegno che continua, cresce e si rinnova cercando tutti i canali possibili. IoUomo corre sul web VINCENZO GENTILE Presidente della Società Italiana di Andrologia Infertilità maschile I NUOVI MIRACOLI DELLA RICERCA La procreazione medicalmente assistita ha visto negli ultimi anni uno straordinario sviluppo, con risultati prima impensabili. 4 Sesso e sigaretta IL FUMO UCCIDE ANCHE L’AMORE Provocando patologie cardiovascolari, la nicotina può compromettere anche le funzioni sessuali. Un altro motivo per smettere. 13 ioUomo Anno III - n. 1 Giugno 2009 Rivista di informazione, educazione e prevenzione andrologica A cura della Società Italiana di Andrologia www.andrologiaitaliana.it L a Società Italiana di Androlo- gia ha 33 anni: è quindi ab- bastanza “giovane”, eppure ha già acquisito grande auto- revolezza, collocandosi ai vertici scien- tifico-professionali nel suo campo. Nel corso di questi anni, infatti, grazie an- che all’attività di prestigiosi Presiden- ti e Consigli Direttivi, il carattere del- la SIA si è fortemente consolidato, svi- luppando una visione globale della materia: scientifica, professionale e formativa, medica e chirurgica. Ciò le ha permesso di non limitare, come succede in altre discipline, il suo cam- po d’azione e di interesse e di non “tagliare a metà” la materia. Uno de- gli aspetti più affascinanti dell’Andro- logia, infatti, è proprio quello di rap- presentare equamente, come soltanto poche altre branche specialistiche del- la Medicina sanno fare, la Patologia Medica e quella Chirurgica. Nel corso degli anni, la SIA, ha deciso di con- servare questo carattere peculiare di a- pertura e multidisciplinarità. (segue a pagina 3) Giovane sì, ma molto autorevole di Lodovico Vaggi *

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Per il terzo anno consecutivo laSocietà Italiana di Andrologia rinnoval’appuntamento con i propri lettori,pubblicando un numero speciale dellarivista IoUomo.In un momento in cui la tecnologia èquanto mai importante, IoUomo nonvuole essere da meno e punta, a partireda oggi, al potenziamento della versioneweb per proporsi in una variante piùmoderna e facilmente fruibile. Stessaveste, stessa attenzione ai problemidell’uomo, stessa cura e chiarezza neicontenuti, ma una più alta valorizzazionedell’aspetto on line, per raggiungere unmaggior numero di potenziali lettori, esempre più in fretta. La pubblicazionedella rivista sul sito verrà da oggiannunciata anche tramite una newsletterche raggiungerà non solo le farmacie,come finora è stato, ma ancheistituzioni, associazioni e categorie

professionali che possano contribuirealla sua conoscenza e diffusione ad unpubblico sempre più vasto. In questo numero abbiamo volutoraccogliere gli argomenti che più hannosollevato, nel tempo, l’interesse di chici ha sfogliato: da temi importanti econtroversi come le recenti tecnologie inmateria di fertilità o il rapporto frasportivi e attività sessuale, fino a quellipiù specifici, ma forse troppo taciuti,come la caduta dei capelli nell’uomo,spesso in età ancora giovane, o leconseguenze del fumo di sigarettasull’attività sessuale maschile. Informazione e prevenzione sono, delresto, gli obiettivi essenziali della SIA,perseguiti tramite la pubblicazione diIoUomo, ma anche attraverso numeroseiniziative sul territorio e su Internet. Traqueste la SIA si è distinta per duegrandi campagne che ogni annoimpegnano i suoi andrologi in unconfronto diretto e gratuito con lapopolazione maschile. Si tratta dellaSettimana di Prevenzione Andrologica edella campagna Amare senza Pensieri,che sono ormai diventate appuntamentifissi e ampiamente riconosciuti tanto inambito medico quanto fra i pazienti. Durante la Settimana di PrevenzioneAndrologica, che di norma si riproponenel mese di marzo a ridosso della festadel papà, la SIA mette a disposizione ipropri specialisti offrendo visite

andrologiche gratuite in tutta Italia.L’importanza di questa iniziativa èquanto mai evidente considerando chemolti uomini sono purtroppo restii adandare dal medico, anche, esoprattutto, in presenza di problemi cheriguardano la sfera sessuale. L’obiettivo di sradicare questa culturadiffusa è anche proprio della campagnaAmare Senza Pensieri. L’iniziativa apreuna finestra di dialogo con gli andrologiSIA attraverso un numero verde, alquale si può parlare con un andrologo inmodo assolutamente gratuito eanonimo. Negli stessi giorni, sul portaledella SIA, sono disponibiliapprofondimenti e informazioni praticherelative ai più comuni problemiandrologici, con particolare attenzionealla disfunzione erettile. Sul sito èanche possibile cercare l’andrologo piùvicino a casa propria e usufruire di unaconsulenza medica online, semprenell’assoluto rispetto dell’anonimato. Entrambe le iniziative hannoriscontrato nel tempo un crescentesuccesso, facendo emergere unasempre più vasta popolazione maschile“sommersa”. Ciò è potuto accaderegrazie anche alla diffusione di IoUomo eal suo sforzo di suscitare curiosità einteresse in un pubblico vasto edifferenziato: un impegno che continua,cresce e si rinnova cercando tutti icanali possibili.

IoUomo corre sul web

VINCENZO GENTILEPresidente della Società Italiana di Andrologia

Infertilità maschileI NUOVI MIRACOLI DELLA RICERCALa procreazionemedicalmente assistita havisto negli ultimi anni unostraordinario sviluppo, conrisultati prima impensabili.

4

Sesso e sigarettaIL FUMO UCCIDE ANCHE L’AMOREProvocando patologiecardiovascolari, la nicotinapuò compromettere anchele funzioni sessuali. Unaltro motivo per smettere.

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ioUomoAnno III - n. 1 Giugno 2009

Rivista di informazione, educazione e prevenzione andrologica

A cura della Società Italiana di Andrologia www.andrologiaitaliana.it

La Società Italiana di Androlo-gia ha 33 anni: è quindi ab-bastanza “giovane”, eppureha già acquisito grande auto-

revolezza, collocandosi ai vertici scien-tifico-professionali nel suo campo. Nelcorso di questi anni, infatti, grazie an-che all’attività di prestigiosi Presiden-ti e Consigli Direttivi, il carattere del-la SIA si è fortemente consolidato, svi-luppando una visione globale dellamateria: scientifica, professionale eformativa, medica e chirurgica. Ciò leha permesso di non limitare, comesuccede in altre discipline, il suo cam-po d’azione e di interesse e di non“tagliare a metà” la materia. Uno de-gli aspetti più affascinanti dell’Andro-logia, infatti, è proprio quello di rap-presentare equamente, come soltantopoche altre branche specialistiche del-la Medicina sanno fare, la PatologiaMedica e quella Chirurgica. Nel corsodegli anni, la SIA, ha deciso di con-servare questo carattere peculiare di a-pertura e multidisciplinarità.

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Giovane sì,ma molto autorevoledi Lodovico Vaggi*

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tenza sessuale. Solo in un secondomomento l’interesse scientifico e pro-fessionale si amplia, fino ad arrivare,negli ultimi anni, ad occuparsi dellasalute del maschio a 360°, a partiredalla nascita fino alla terza età. Oggigli Andrologi sono riferimenti impor-tanti anche per malformazioni con-genite, malattie genetiche, infezionisessualmente trasmesse, neoplasiedell’apparato genitale maschile, ipo-gonadismi, problematiche legate al-la pubertà e all’adolescenza, disturbie carenze del maschio che invecchia,ginecomastia, doping e “andro-do-ping”. Il panorama è quindi ben più

ampio rispetto agli “albori” della disci-plina e si può dire che l’Andrologostia facendo un bel salto di qualità.Oltre alla fertilità di coppia e alla po-tenza sessuale in tutti i suoi aspetti(erezione, desiderio, eiaculazione) igrandi campi di interesse dell’Andro-logia sono:- la prevenzione e la cura precoce ditutte le malattie e le malformazio-ni che possono portare a problemidella sfera sessuale;

- lo stile di vita inteso come fattori dirischio (obesità, diabete, ipertensio-ne, iperlipidemia, vita sedentaria);

- i rischi del doping e dell’uso im-

3giugno 2009 ioUomo

Andrologia L’impegno dei medici SIA

Quelle che potremmo chiamare“anime storiche” della Società Italianadi Andrologia sono l’urologia e l’en-docrinologia, cioè lo studio dell’ap-parato genito-urinario e quello delleghiandole ormonali. Tuttavia, nel tem-po, la SIA è diventata il punto di ri-ferimento di tante altre componentiscientifiche, da quella psico-sessuo-logica a quella laboratoristica, dallaricerca di base a quella microchirurgi-ca, pediatrica, di diagnostica per imma-gini, che costituiscono ormai un con-creto supporto nella pratica specialisti-ca quotidiana. Inoltre, la nostra Società ha un no-tevole ruolo di formazione e di infor-mazione: congressi, convegni e cor-si, un’ampia e diversificata attività e-ditoriale, Master, sezioni macroregio-nali, iniziative di prevenzione e diservizio al cittadino su larga scala:tutte insieme queste proposte con-tribuiscono a fare della SIA una del-le associazioni mediche più vive eattive e a consolidarne l’immagine alivello nazionale e internazionale.Infine, un progressivo cambio gene-razionale, fortemente voluto negli ul-timi anni e tuttora in fase di attuazio-ne, è volto a garantire alla SIA unalunga e operosa esistenza.

Un salto di qualitàMa chi sono gli Andrologi? Se li inten-diamo come medici specializzati in

Andrologia, in Italia non ne restanoche poche centinaia, dopo la chiu-sura delle gloriose Scuole di Pisa ede L’Aquila. Tuttavia, se consideriamoAndrologi anche gli specialisti in U-rologia o in Endocrinologia con par-ticolari competenze e ampia esperien-za in Andrologia, il numero aumen-ta di molto.La moderna Andrologia nasce poco piùdi quarant’anni fa e si concentra sul-lo studio dei testicoli sotto il profilomorfologico, macroscopico e soprat-tutto funzionale: inizialmente e permolto tempo, gli Andrologi si occupa-no principalmente di fertilità e di po-

proprio di testosterone e altri an-drogeni anabolizzanti;

- l’errato utilizzo dei farmaci che fa-voriscono l’erezione, lì dove nonesista un’indicazione medica (unfenomeno molto diffuso che vienedefinito andro-doping).

- la cura dell’uomo attraverso l’atti-vità fisica, la dieta, l’attività sessua-le, l’impegno intellettuale, anche (esoprattutto) in età avanzata.

Per tutta la vitaSi può quindi affermare, ripescandolo slogan di una nostra passata cam-pagna mediatica, che l’Andrologo è“il miglior amico dell’uomo” in tuttele fasi dell’esistenza. Particolare im-portanza assume lo studio dell’uo-mo che invecchia (Aging Male), ar-gomento di grande attualità in unasocietà sempre più “anziana”, cheha suscitato molto interesse a livellointernazionale e portato alla creazio-ne di società scientifico-professiona-li dedicate.L’Andrologo è anche un indispensa-bile interlocutore delle Istituzioni:dalle ASL agli Assessorati regionali,dalle Università alle scuole, dalle Fe-derazioni sportive alle Forze Arma-te. Lo sforzo è quello di colmare unvuoto ancora oggi esistente in molteparti d’Italia, dove da sempre il Gi-necologo è attivo nella prevenzionee nella cura dei problemi femminili,ma non è altrettanto facile, per il ma-schio, trovare un Andrologo qualifi-cato. Di grande importanza è la col-laborazione con la scuola e con ilmondo dello sport: la possibilità dieffettuare visite di prevenzione du-rante la pubertà e l’adolescenza, in-fatti, permette di diagnosticare ma-lattie e malformazioni che, se trascu-rate, possono rappresentare un pro-blema reale nell’età adulta, ma, seprese in tempo, sono più facilmentecurabili.La Società Italiana di Andrologia e isuoi Andrologi vogliono quindi por-si all’attenzione dei cittadini e sensi-bilizzarli alla salute: la rinnovata ve-ste di “Io Uomo” nasce proprio conquesti obiettivi.

di LodovicoVaggi*Specialista in Urologia e Andrologia.Direttore UOCasa di CuraVilla LetiziaL'Aquila.Professore a contrattoUniversità di Tor Vergataa Roma.

Da sempre in Italia ilginecologo è attivo nellaprevenzione e cura deiproblemi femminili, manon è altrettanto facile,per il maschio, trovareun punto di riferimento

Giovane sì, ma molto autorevole

Editore: SIA Servizi Srl Via L. Bellotti Bon, 10 - 00197 RomaTel/Fax 06 80691301www.andrologiaitaliana.it [email protected] Responsabile:Vincenzo GentileDelegato SIA alla Comunicazione:Ciro Basile Fasolo

Direzione Scientifica:Ciro Basile Fasolo, Lodovico Vaggi, Angela Vita, Nicola Mondaini, Matteo Marzotto Caotorta Segreteria SIAs:Valentina Salvo, Ilaria Del Do, Emma Milani, Valentina Pisacane

Coordinamento Editoriale:Publicis ConsultantCoordinamento Redazionale:Pier Michele GirolaIn redazione:Caterina Allegro Progetto grafico e impaginazione:Elena Gulminelli

Rivista di informazione,educazione e prevenzioneandrologica

Registrazione n. 149/07del 17 aprile 2007presso il Tribunale di Roma

ioUomo

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4 giugno 2009ioUomo

Si dice che la fertilità sia un do-no divino: ci permette di vi-vere nei nostri figli e di sfida-re la morte. La storia è piena

di mogli ripudiate perché incapaci didare un figlio al marito, di re che, percontinuare la propria stirpe, convola-vano a nuove nozze e di popolazio-ni distrutte da guerre sanguinose perla mancanza di un erede. Anche ainostri giorni la sterilità è considerata unamaledizione presso alcune società,tanto da spingere il marito a ripudia-re, legalmente, la propria consorte.Perché la “colpa” della mancata gravi-danza veniva e viene quasi sempreattribuita alla donna. Ovviamente que-sta convinzione è del tutto infonda-ta: i partner si dividono equamentela “responsabilità” del mancato con-cepimento. Anche nei Paesi evoluti,dove ben si conosce la problematica,capita non di rado che una donnavenga sottoposta a una lunga serie diinutili indagini, prima che il medicodecida di prescrivere un semplice esa-me dello sperma, evidenziando unproblema solo maschile.

Definizione del problemaLa definizione più accettata descrivel’infertilità come l’assenza di conce-

pimento dopo un anno di rapportinon protetti, durante la fase fertile delciclo mestruale. Si tratta di una defini-zione di massima, che comprende si-tuazioni anche molto differenti chevanno dalla sterilità totale al sempli-ce ritardo nel concepire.Inoltre, la fertilità ha caratteristichediverse nei due sessi. Nella donnadiminuisce col crescere degli anni,fino a cessare completamente quan-do inizia la menopausa. Nel ma-schio non esiste una vera e propria“andropausa”, ma piuttosto un pro-gressivo calo quantitativo e qualita-tivo delle normali caratteristiche del-lo sperma. Ciò si traduce per il ma-schio nella teorica, e a volte prati-ca, capacità di fecondare anche inetà avanzata.Le statistiche dicono che per unacoppia la probabilità di concepiredurante il primo anno è altissima: cir-ca il 90%. Per il restante 10% è mol-to probabile che esista qualche pro-blema di fertilità. Questo problemapuò essere dovuto a una patologiamaschile o femminile (egualmentesuddivisa per circa il 30% dei casiper ognuno dei sessi), oppure di en-

PMA La ricerca avanza

di MarcelloSoliDirettore SSDAndrologiaAziendaOspedalieraUniversità diBolognaSant’OrsolaMalpighi

Quando il bambino non arriva le cause possono essere molteplici e spesso riguardano un problema maschile. Ma la medicina offre una speranza anche nei casi più difficili

trambi i partner, nella cosiddetta in-fertilità di coppia, per la restante per-centuale.Limitandosi a considerare le causedell’infertilità maschile, l’andrologoprende in considerazione diversi pa-rametri per giudicare l’“efficacia” delliquido seminale. I più importanti ri-guardano una diminuzione del nu-mero degli spermatozoi presenti nel-l’eiaculato (OLIGOZOOSPERMIA),

capacità chirurgiche danno possi-bilità sostanziali di risolvere il pro-blema, con tecniche di ripristinodelle vie spermatiche interrotte ocon prelievo diretto di spermatozoidal testicolo.

Uno sviluppo straordinarioLe tecniche di fecondazione artificia-le, meglio definite come PMA (Pro-creazione Medicalmente Assistita),hanno visto uno straordinario svilup-po e permesso successi impensabili.Oggi basta avere a disposizione unsolo spermatozoo e un solo ovulofemminile per avere possibilità concre-te di ottenere un embrione, una gra-vidanza, un bambino. L’assenza dispermatozoi nell’eiaculato è una si-tuazione di particolare gravità, cheha sempre significato la condannadel maschio alla sterilità. I progressi scientifici degli ultimi de-cenni hanno ribaltato questa gravelimitazione. Oggi, anche i maschi a-zoospermici, cioè senza alcuno sper-matozoo nell’eiaculato, hanno otti-me possibilità di diventare genitori,grazie a queste nuove tecniche di ri-cerca degli spermatozoi direttamen-te nei testicoli. Esistono diverse possibilità: dallasemplice aspirazione del tessuto testi-colare tramite un ago infisso dall’e-sterno (Testicular sperm aspiration:TESA), alle biopsie multiple chirur-giche (Testicular sperm extractionTESE), alla Microtese (TESE effettua-ta col microscopio operatore). Glispermatozoi che vengono trovati so-no congelati e utilizzati in un secon-do tempo per fecondare in vitro l’o-vocita della partner. Il ricorso alla PMA è ovviamente ri-servato a quei casi in cui la terapiaper migliorare o normalizzare le carat-

della loro mobilità (ASTENOZOO-SPERMIA) e del loro aspetto e vita-lità (TERATOZOOSPERMIA). Manmano che le caratteristiche dello sper-miogramma si allontanano dai para-metri di normalità, il grado di fertilitàdel maschio diminuisce.La situazione più grave è l’assenzacompleta di spermatozoi (AZOO-SPERMIA). Ma niente paura! Anchein questo caso estremo, le attuali

I nuovi miracoliin materia di fertilità

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5giugno 2009 ioUomo

teristiche dello sperma non abbia a-vuto successo, o la situazione pato-logica sia tale da non permettere al-cun tipo di cura medica. Nonostante questi straordinari suc-cessi, bisogna ammettere che inben 3 casi su 4 non si riesce a capi-re la patologia che determina l’al-terazione dello sperma, a fare cioèuna diagnosi.La ricerca, tuttavia, permette di illu-minare giorno per giorno questa zo-na oscura.

Cause e soluzioni possibiliIn quel 25% di cause conosciute rien-trano gli errori genetici, come la sin-drome di Klinefelter, le perdite di ge-ni nel cromosoma Y (che è caratte-ristico del maschio), le alterazioni or-monali, le infiammazioni dell’appa-rato riproduttivo (esempio comunele famigerate prostatiti) e le patolo-gie autoimmunitarie.Il patrimonio genetico del maschiocontiene le istruzioni per produrre

spermatozoi. Analogamente a quel-lo che avviene in una fabbrica, quan-do il programma delle macchine (itesticoli) è mancante o incompleto,il prodotto finale (gli spermatozoi)non viene raggiunto o ha difetti talida non essere in grado di svolgere ilsuo compito (fecondare l’uovo fem-minile). Purtroppo non abbiamo an-cora scoperto come correggere que-sti errori genetici. Tuttavia, anche in ca-si così difficili, c’è la possibilità di tro-vare, con un intervento chirurgico, i-sole di testicolo indenni dal difettogenetico, in grado di produrre sper-matozoi sani utilizzabili per la fecon-dazione in vitro. La produzione di spermatozoi è con-trollata da vari ormoni, il più impor-tante dei quali è quello follicolo-sti-molante, o FSH, prodotto dall’ipofi-si. Quando la concentrazione di FSH nel sangue è insufficiente, si hauna riduzione parziale o totale del-la produzione di spermatozoi. Que-sta situazione viene facilmente corret-ta iniettando FSH, ottenuto farmaco-logicamente.Un caso particolare è quello del vari-cocele, condizione in cui le vene chedrenano il sangue dal testicolo sonodilatate. Benché esistano pareri di-scordi, gli andrologi danno grandeimportanza al varicocele come cau-sa di diminuita fertilità. In effetti, nu-merosi lavori scientifici dimostranoun miglioramento o una normalizza-zione dei caratteri dello sperma dopola correzione del varicocele.Da questa veloce panoramica risultachiaro che l’andrologo possiede mol-te armi terapeutiche per trattare consuccesso l’infertilità maschile, donan-do il sorriso di un bambino a moltecoppie sfortunate.

Uno stile di vita scorretto è deleterio per molte funzionibiologiche dell’uomo, non ultima la sua fertilità. Inquesta situazione, un grande pericolo è rappresentatodal cosiddetto stress ossidativo, dovuto a uneccesso di radicali liberi o ROS (ReactiveOxigen Species). I ROS sono molecoleche provengono dal normalemetabolismo cellulare dell’ossigenoe che vengono neutralizzate daalcuni enzimi appositi. Se i ROSsono in eccesso gli enzimi nonriescono a bloccarne l’azione, conconseguenti danni alla strutturadello spermatozoo. Lo stress ossidativo può essereinterpretato, insomma, come unosquilibrio tra l’eccesso di “scorie” del nostrometabolismo e i sistemi “spazzino” che proteggonol’organismo. Tale squilibrio può verificarsi in moltesituazioni legate all’ambiente o alle abitudini di vita(stress psico-fisico, inquinamento, fumo di tabacco,regime alimentare non bilanciato, abuso di alcool),

oppure a patologie come le infezioni e il diabete.Lo stress ossidativo è alla base di numerosi processi,primo tra tutti l’invecchiamento, e, nel maschio, può

alterare sia i meccanismi che portano allamaturazione degli spermatozoi sia la loro

funzionalità; spesso, inoltre, glispermatozoi possono andare incontro a“morte prematura”. Come si puòcombattere questo processo? In primoluogo con uno stile di vita sano, ma avolte neppure questo basta… In natura sono presenti numerosesostanze antiossidanti in grado di

rimuovere i radicali liberi dell’ossigeno.Tracce di queste sostanze ( le vitamine

dei gruppi A, B, C, E, il Coenzima Q10, leCarnitine, il Selenio) sono rinvenibili negli

alimenti; anche alcune sostanze vegetali possiedonoutili proprietà sull’omeostasi del sistema riproduttivo.Se necessario, dunque, l’Andrologo può prescrivereappositi preparati che contengono alte concentrazionidi queste benefiche molecole.

Integratori contro i “ROS”Stress, smog e alimentazione scorretta aumentano i radicali liberi, ma esistono sostanze antiossidanti in grado di rimuoverli di Massimo Polito e Gianluca d’AnzeoClinica Urologica – Università Politecnica delle Marche - Ancona

Lo spermiogramma è l’esame di base per il maschiocon problemi di infertilità; ottimo strumento diprevenzione (evidenzia piccole alterazioni che, setrascurate, possono causare nel tempo problemi piùseri), è indispendabile anche per decidere la diagnosie la terapia.Per molto tempo lo spermiogramma ha consideratosolo il numero degli spermatozoi nell’eiaculato e laloro motilità. Oggi è in grado di fornire molte piùinformazioni: prevede un accurato esamemicroscopico, colorazioni specifiche per evidenziare inmaniera idonea la morfologia e la vitalitàspermatozoaria e colorazioni per le cellulespermatogenetiche e per i leucociti. Il liquido seminale risentesensibilmente di qualsiasi statopatologico che colpisce l’individuo:può variare a seguito di unacomune influenza o dopo unaterapia farmacologica perché unospermatozoo impiega circa 70 giorniper formarsi ed altri 10-15 permaturare. Alla luce di questo, lavalutazione deve avvenire sulla base dialmeno due controlli seminali. Il paziente deve effettuare la raccolta delcampione seminale dopo un’astinenza sessuale noninferiore a due giorni e non superiore a sette eraccogliere tutto l’eiaculato in quanto le secrezionidelle varie ghiandole non vengono miscelateomogeneamente nelle vie genitali.L’analisi seminale prevede un’osservazionemacroscopica e una microscopica. La prima comporta

l’acquisizione di dati riguardanti laliquefazione, il volume eiaculato, laviscosità, il pH.Altri elementi che devono essere

annotati sono gli eritrociti, il materialelipidico (indice di disfunzione prostatica)

e i cristalli (segnali di disordini delleghiandole accessorie), i batteri ed i protozoi

(associati ad una probabile infezione). Anche lo studio della forma degli spermatozoi puòessere di aiuto per indirizzare la diagnosi clinica: incaso di una disfunzione testicolare, per esempio, siha un aumento di spermatozoi allungati e conanomalie della testa; se la disfunzione è a livelloepididimario, invece, la prevalenza sarà di formeimmature.

Un esame sempre più precisoLo spermiogramma è l’esame del liquido seminale: rileva il numero e la vitalità degli spermatozoi, oltre che la loro morfologiadi Silvia Voliani Laboratorio Andrologico Università - Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana

Lo stress ossidativopuò essere interpretato

come un eccesso discorie del metabolismo che gli appositi enzimi

non riescono a neutralizzare

Oggi basta disporre di unospermatozoo e un ovulo

per ottenere un embrione

Il paziente deve effettuare la raccolta

del campione seminaledopo un’astinenza

sessuale non inferiore a due giorni e non superiore a sette

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5giugno 2007 ioUomo

Il tumore del testicolo, il più diffu-so cancro maschile dai 15 ai 35anni, è curabile, anche in fase a-vanzata. Oltre ai medici, a soste-

nerlo è uno sportivo: Lance Arm-strong, ciclista americano professio-nista, nel 1996 si è accorto di avereun tumore al testicolo con metastasial cervello e ai polmoni. Due inter-venti chirurgici e cinque cicli di che-mioterapia gli hanno consentito didiventare un campione del ciclismointernazionale, vincendo nel ‘99 ilTour de France. Il campione ha resopubblica la propria esperienza in oc-casione del congresso internazionaledegli oncologi, a New Orleans. Arm-strong ha lanciato alcune iniziativeper la campagna di prevenzione, in-vitando principalmente i giovani al-l’autopalpazione dei testicoli e a “par-larne senza alcun timore perché labattaglia contro questo male, anchein fase avanzata, può essere vinta”. Il tumore del testicolo non è frequen-te come quello al seno, ma in Italia col-pisce 5 maschi ogni 100.000 abitanti.

L’incidenza sembra in aumento. Se-condo l’istituto britannico per la Ri-cerca sul Cancro, negli ultimi vent’an-ni in Inghilterra e Galles questi tipidi tumore sono cresciuti del 70%. Si-gnifica che un uomo ogni 500 svilup-pa la malattia. Anche se le cause cer-te di quest’incremento rimangonosconosciute, si ipotizza un ruolo im-portante degli ormoni femminili (e-strogeni) contenuti principalmentenella carne e di altri elementi tossicipresenti nell’ambiente. Altri fattori dirischio sono legati all’età, con tre pic-chi significativi: il primo in età infan-tile, il secondo tra 15 e 35 anni e ilterzo oltre i 50 anni. Non vi è una

predilezione di lato; i tumori bilate-rali hanno un’incidenza attorno al 2%.Altri fattori preoccupanti sono l’atro-fia testicolare (volume estremamen-te ridotto) e il criptorchidismo (un te-sticolo che alla nascita non sia anco-ra disceso nella sua sede normale).Il rischio di sviluppare un tumore neltesticolo criptorchide è di 10-20 vol-te superiore al normale. I sintomipossono iniziare con un’infiamma-zione (orchite e/o epididimite), idro-cele o dolore. Ogni tumefazione deltesticolo che nel giro di pochi giorninon regredisca con cure mediche,deve essere quindi considerata so-spetta e suggerire un’ecografia scro-tale e un dosaggio dei markers tu-morali. Una volta accertata la presen-za di un tumore, purtroppo, l’aspor-

tazione del testicolo è sempre indi-cata, indipendentemente dallo stadiodi malattia, essendo indispensabileper fare una diagnosi precisa. Infattil’esame istologico guiderà la succes-siva fase di terapia: radioterapia per itumori seminomatosi, o asportazio-ne di linfonodi paraortici e paracava-li (linfoadenectomia retroperitonea-le), associati a cicli di chemioterapiaper tumori non seminomatosi. Daglianni ’80-’90, grazie all’introduzionedi nuovi chemioterapici, circa il 95%di uomini con cancro diffuso del te-sticolo può essere guarito. La com-plicanza più temibile delle terapie è rap-presentata dall’infertilità, ma anchequesta, con l’ausilio di tecniche di fe-condazione assistita, è in molti casirisolvibile.

Tumori Guarigioni al 95 per cento

di GiorgioCarmignaniDirettoreClinicaUrologica dell’Universitàdi Genova

È il più diffuso tra gliuomini dai 15 ai 35 annie i casi aumentanodi giorno in giorno. Ma con la giustaattenzione e grazie alla moderna chirurgiasi può guarire. Parola del ciclista Lance Armstrong

Cancro al testicolo:un male curabile

Secondo le raccomandazioni del NationalCancer Institute l'autopalpazione deltesticolo va effettuata dopo una doccia o unbagno caldo, quando lo scroto è del tuttorilasciato. Bisogna porsi davanti a uno specchio, inpiedi, e verificare che non siano presentirigonfiamenti. Questi non dipendono mai dacause testicolari: può trattarsi di una raccoltadi liquido nella cavità vaginale del testicolo(idrocele), di una dilatazione delle vene delfunicolo spermatico (varicocele) o di un’erniainguinale che ha raggiunto lo scroto (eventomolto raro nei giovani). Un testicolo più bassorispetto all’altro non è preoccupante.Il testicolo va esaminato con entrambe lemani, mettendo indice e medio nella zonainferiore e pollice in quella superiore. Undelicato movimento rotatorio e inizialmentesuperficiale consentirà di esplorarne lasuperficie esterna che, in condizione dinormalità, si presenta liscia, uniforme e diconsistenza teso-elastica. La presenza di unaformazione sospetta verrà percepita comeun’irregolarità della superficie, aderente enon spostabile rispetto al piano sottostante. L’esplorazione va quindi continuata comeprima, ma esercitando una modesta

pressione; in questo modo si analizzano lecondizioni più interne al testicolo e si puòpercepire, se presente, un eventuale noduloall’interno del parenchima testicolare.Esso potrà avere la grandezza di un pisello odi una piccola nocciola e risultare più durorispetto al tessuto circostante. Infine non bisogna allarmarsi se un testicolo,complessivamente, risulta un po’ più grossodell’altro. Le dimensioni normali possonovariare dai 4 a 5 cm di lunghezza.Quando effettuata in modo delicato, lapalpazione non determina dolore. Un elemento che è sempre opportunoconsiderare è la presenza dell’epididimo. Sitratta di una struttura morbida tubulare situatadietro e lateralmente al testicolo dall’alto inbasso. L’epididimo può risultare doloroso altatto poiché spesso è sede di infiammazioni(epididimite): a volte vi si possono apprezzareformazioni tondeggianti, non dure, che varianoda pochi millimetri a qualche centimetro, ma sitratta di semplici cisti. L’autopalpazione andrebbe sempre eseguitadopo i quindici anni, una volta al mese, inmodo da individuare nelle fasi iniziali qualsiasiformazione sospetta.

Giorgio Carmignani e Aldo Franco De Rose

I segnali da non trascurareEcco alcuni segnali da non sottovalutare eda segnalare subito al medico, anche senon necessariamente sono indizi deltumore:4 rigonfiamenti del testicolo4 perdita di volume di un testicolo4 sensazione di pesantezza nello scroto4 dolore sordo nella parte inferiore

dell'addome o all'inguine4 improvvisa formazione di liquido nello

scroto4 dolore o senso di disagio nel testicolo o

nello scroto4 sangue nelle urine4 rigonfiamento o rammollimento delle

mammelle

Il test da fare a casa

La palpazione punto per punto

7giugno 2009 ioUomo

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2 giugno 2007ioUomo

Le malattie sessualmente tra-smissibili (MST) fanno partedelle malattie infettive. Sitratta di oltre venti malattie

causate da batteri, virus, funghi oparassiti. In genere si trasmettonotutte per via sessuale, ma si diffe-renziano per la contagiosità, il decor-so della malattia e le possibilità di cu-ra e prevenzione.Il contagio avviene generalmentedurante i rapporti sessuali attraver-so il contatto diretto di liquidi or-ganici infetti (sperma e secreti va-ginali) con le mucose. Gran partedelle malattie veneree è trasmissi-

bile anche tramite rapporti orali, ba-ci e petting (contatto diretto con iliquidi organici infetti).Alcune di queste malattie sono sem-plicemente fastidiose, altre invecemolto pericolose: se non curatepossono estendersi a tutto il corpoe causare danni in parte gravi e ir-reparabili, come sterilità, lesioni ce-rebrali o cecità. Le lesioni e le in-fiammazioni genitali date dalle di-verse MST, inoltre, aumentano con-

to di salute e su quello socio-econo-mico di interi Paesi, soprattutto nel-l’area africana, è ormai da anni u-na reale emergenza.La diagnosi di una infezione ses-sualmente trasmessa è più problema-tica durante l’adolescenza perchéla malattia può essere asintomatica.Inoltre, lo stigma sociale e la difficoltàdi accesso a servizi di trattamentopossono incidere negativamentesull’attitudine al controllo da partedegli adolescenti.Una delle categorie più a rischionel mondo è quella dei giovani ado-lescenti. Secondo l’OMS, l’85 percento dei giovani tra i 10 e i 24 an-ni (di circa 1,5 miliardi totali nelmondo) vive in Paesi poveri. Circa73 milioni di adolescenti tra i 10 e i14 anni sono lavoratori.Nella grande maggioranza dei casi,le relazioni sessuali per questi gio-vani iniziano molto presto nella fa-se adolescenziale. Dei 333 milionidi nuovi casi stimati ogni anno, al-meno 111 interessano giovani sottoi 25 anni di età. La carenza di co-noscenze e la difficoltà di accessoai contraccettivi meccanici (preser-

sistentemente il rischio di trasmis-sione dell’AIDS.Le malattie sessualmente trasmissi-bili costituiscono uno dei più seriproblemi di salute pubblica in tuttoil mondo, sia nei Paesi industrializ-zati che in quelli in via di sviluppo.Secondo le stime dell’Organizzazio-ne Mondiale della Sanità, le MSThanno una incidenza annua di 333milioni di casi escludendo l’AIDS,la cui incidenza ed effetto sullo sta-

vativi maschili e femminili) rendonoi ragazzi molto più esposti al rischiodi infezioni sessualmente trasmissi-bili. Le ragazze sono più vulnera-bili dei ragazzi per ragioni fisiolo-giche ma anche sociali, essendospesso costrette a relazioni sessua-li fin da bambine. Ogni anno, un a-dolescente su venti contrae una M-ST curabile, senza contare le infe-zioni virali.Fra le malattie sessualmente trasmis-sibili più importanti si possono an-noverare, oltre all’AIDS, la sifilide, lagonorrea e la clamidia.

Prevenzione e trattamentoIl controllo delle MST è una dellepriorità dell’OMS e di altre organiz-zazioni sanitarie. La strategia adot-tata si basa soprattutto sulla pre-venzione, con la promozione dicomportamenti sessuali responsa-bili (informazione, attenzione nellepratiche sessuali saltuarie e conpartner occasionali, accesso all’u-so di preservativi). L’educazione eil counselling si devono accompa-gnare comunque anche a misuredi identificazione sia delle persone

Patologie Rischi di contagio

Alcune si curano con semplici farmaci,altre compromettono la salute in manierairreversibile: lemalattie sessualmentetrasmissibili sonotante e la popolazionepiù in pericoloè quella dei giovani e giovanissimi

di CarloLusentiAndrologoOspedale S. Maria NuovaReggio Emilia

Da quando alcuni Paesi dell’ex blocco sovietico sono entratinella Comunità Europea il problema delle MST è tornatoquantomai attuale. Secondo l’Organizzazione mondiale dellaSanità, l’incidenza delle MST nei Paesi dell’est è 100 volte piùalta che nel resto d’Europa. In Russia c’è stata un’epidemia disifilide nel 1990, che ha cominciato a declinare solo verso il’98, mentre è in aumento la sifilide congenita, trasmessa dallemadri ai feti. Anche in Finlandia i casi di sifilide sonoaumentati a partire dal ’94 e la malattia è stata in gran partecontratta in Russia e in Estonia. Con i forti flussi migratori ilproblema minaccia l’Europa intera, ma solo il 60 per cento deiPaesi europei - secondo l’OMS - ha linee guida per la gestionee il trattamento delle malattie sessualmente trasmissibili.

DALLA RUSSIA... CON L’AMORE

Si chiamano MST e sono il lato oscuro dell’intimità

8 giugno 2009ioUomo

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3giugno 2007 ioUomo

infette che non mostrano sintomi(per esempio con lo screening dialcune categorie, come le donne ingravidanza) che dei loro partnersessuali. Oltre al trattamento dei sintomi, vamessa in atto una cura microbiolo-gica, la prevenzione di ricadute ela prevenzione della trasmissione.Il trattamento complessivo delle ma-lattie sessualmente trasmesse do-vrebbe essere incluso nei servizi sa-nitari di base offerti ai cittadini, conla disponibilità di farmaci adegua-ti, trattamento anche dei partnersessuali, educazione pubblica, di-stribuzione di preservativi, promo-zione di una adeguata prevenzio-ne nelle categorie a rischio. Infine, una misura preventiva èquella di vaccinare le persone a ri-schio, per quelle malattie per lequali esiste un vaccino disponibi-le: è il caso, per esempio, dell’epa-tite A e B.

I NUMERI: GIOVANI E SESSO IN ITALIA

25%I ragazzi italiani che hanno avuto il loro primo rapportosessuale prima dei 16 anni.

1,9%Sul totale sono le gravidanzeconseguite da rapporti sessualiavuti prima dei 16 anni.

52%I ragazzi italiani sessualmenteattivi con un partner fisso. Gli altri hanno più partner.

59%L’uso del preservativo. Tra imetodi anticoncezionali è il piùutilizzato tra gli adolescenti,seguito dal coito interrotto(14%), dalla pillola (12%) e da altri metodi (1%).

1su 20Ogni anno contrae una MSTsenza contare le infezioni virali.Inoltre, più della metà dellenuove infezioni di AIDS ognianno interessano giovani tra i15 e i 25 anni.

3milioniIl numero di persone uccise ognianno dall’AIDS e 5 milioni icontagiati. 40 milioni di infettatinel mondo di cui 2.5 milionisono bambini.In Europa l’incidenza disieropositivi è aumentato incinque anni del 47%

4milaI nuovi casi di malati di AIDSogni anno in Italia.

La diagnosi di un’infezionesessualmente trasmessa è piùproblematica durantel’adolescenza, perché la malattiapuò essere asintomatica eperché l’accesso ai centri dicontrollo e trattamento non èsempre facile. DATI dell’O.M.S e O.N.U.S.I.D.A

Educazione

In tutto il mondo gli adolescenti lamentano la mancanza diinformazioni adeguate su procreazione, sessualità,pianificazione familiare e salute. Le ricerche indicano chel’educazione sessuale incoraggia un comportamentosessuale responsabile, con livelli più alti di astinenza, uninizio più tardo dell’attività sessuale, un maggior uso dicontraccettivi e un minor numero di partners. Questi effettisono amplificati qualora vi sia un rapporto stretto con genitoriche discutono apertamente di sesso e di procreazione con ipropri figli. Questo tipo di discussioni non sono affatto facili e

le ricerche dimostrano che vengono affrontate solo da unaminoranza. Inoltre, spesso i genitori stessi sono pocoinformati su molti aspetti importanti del sesso e dellariproduzione. È più probabile che le informazioni, insieme conle disinformazioni, provengano dai coetanei. Anche laddove leinformazioni e i servizi sulla salute sessuale e riproduttivasono disponibili, accade che le adolescenti sposate o menonon riescano ad approfittarne per via dell’ignoranza delproprio partner, delle aspettative della propria famiglia o dellasocietà in cui vivono.

Parlarne è difficile, ma molto importante

L’osservatorio

Nel 1990 è stato attivato in Italia unsistema di sorveglianza basato sui centripubblici specializzati nella diagnosi e curadelle malattie sessualmente trasmissibili.Ogni anno 3 milioni di adolescentiamericani acquisiscono un’infezione diquesto tipo e rappresentano circa il 25%di 12 milioni di nuove MST negli USA.Negli ultimi decenni il panorama delleMST è radicalmente mutato: a fronte diun calo di quelle tradizionalmente note,come la gonorrea, l’ulcera venerea e illinfogranuloma inguinale, è aumentatal’importanza delle forme cosiddetteminori come per esempio il Trichomonas(infezione causata da un protozoo, di cuigli uomini sono portatori asintomatici,mentre nelle donne può essere moltodolorosa). Sono poi state identificatenuove infezioni che trovano la lorodiffusione anche o prevalentemente pervia sessuale, denominate di “secondagenerazione” (HIV, Clamydia, HPV).

È molto importante saper tutelare lapropria salute attraverso comportamentisessualmente responsabili:4 Scelta attenta del partner: conviene

conoscere le precedenti esperienzedel/la proprio/a compagno/a.

4 Cercare di mantenersi fedeli allapersona con cui si ha una relazione.

4 Fare regolarmente il test dell’HIV 4 Evitare rapporti sessuali occasionali4 Vaccinazione contro l’epatite B per le

persone a rischio. Oggi è consigliata atutti.

4 Astinenza dalle droghe: riducendo lapercezione della realtà, provocano unariduzione del senso di responsabilità equindi dell’autocontrollo.

4 Uso del preservativo: in caso dirapporti occasionali bisogna sempreadoperarlo. Riduce nettamente ilrischio di contrarre MST, ma puòdiventare inutile se non viene usato inmodo corretto.

Preoccupanti quelle minori e la seconda generazione

il VOCABOLARIOCLAMIDIA Un’epidemia

silenziosa che, se non curata,può causare sterilità. Unasemplice terapia antibioticaalla comparsa dei primisintomi può eradicarel’infezione con facilità.

SIFILIDE Comincia con unapiccola lesione indolore sulleparti intime e, dopo anni dilatenza, può attaccare tuttol’organismo, con conseguenzeanche letali. La terapia è abase di penicillina. Dal 2000 lasua incidenza è raddoppiata,come conseguenzadell’immunodepressionecausata dall’AIDS.

PAPILLOMA VIRUS E TUMORIQuando è visibile si manifestain forma di una o più verrucheanogenitali, spesso dolorose.Si trasmette attraverso lemembrane mucose e ilrivestimento genitale; se neconoscono più di 100 tipi.Nel 99,7% è la causanecessaria per lo sviluppo delcervicocarcinoma, la secondacausa di morte per tumori nelsesso femminile. {{

||Fra le malattie sessualmente trasmissibili più

importanti si possono annoverare, oltre all’Aids, lasifilide, la gonorrea e la clamidia

Una scena del film “Una casa alla fine del mondo”: i rischi del triangolo amoroso

9giugno 2009 ioUomo

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11giugno 2009 ioUomo

Alopecia androgenetica Tra estetica e patologia

La valutazione diagnostica dell’alopecia androgeneticadovrebbe essere sempre svolta da un dermatologo, unendocrinologo o un andrologo. Questi dovrà inquadrare ilpaziente richiedendo, in casi selezionati, analisi del sangue perescludere malattie interne, disfunzioni ormonali, stati dicarenza alimentare, malattie infettive, micosi o eventuali altridisturbi cutanei. È anche possibile uno studio diretto delloscalpo attraverso il tricogramma, il fototricogramma o piùrecentemente, mediante tecniche di studio digitale volte achiarire la differenza di diametro dei capelli in una zonacampione. Ciascuna delle tecniche offre il grande vantaggio diconfermare la presenza del problema di caduta e, a seguito diripetizione nel tempo, monitorare i risultati che la terapiaspecifica potrà produrre.Bisogna premettere che nessuna cura potrà essere utile per unindividuo già calvo, la cura medica della calvizie potrà esseresempre solo una terapia applicata al momento in cui si verificala caduta dei capelli, finché questi ci sono. In particolare,l’obiettivo della terapia è quello di aumentare le zone dicopertura dello scalpo, interferendo con il processo diminiaturizzazione dei follicoli.

Le uniche terapie mediche approvate per contrastare la cadutadei capelli nell’alopecia androgenetica sono la finasteride pervia orale e il minoxidil topico. La finasteride, nota comeinibitore della 5a-reduttasi, interferisce sulla trasformazionedel testosterone in DHT. Diversi studi dimostrano che a seguito del trattamento confinasteride la riduzione dei livelli di DHT è notevole, conconseguente incremento numerico dei capelli e miglioratacopertura delle zone di diradamento. Ma, perché la terapia siaefficace, deve essere prolungata: i risultati degli studi in corsosuggeriscono lunghi periodi di trattamento e sottintendono ilritorno ai livelli di partenza, con perdita dei risultati ottenuti, incaso di completo abbandono.Il minoxidil viene utilizzato come farmaco da applicare sullazona da trattare due volte al dì; non è noto il suo precisomeccanismo di azione, si ipotizza un effetto positivo sullapapilla dermica grazie alla migliorata vascolarizzazione locale.Gli studi che hanno valutato i risultati del trattamento conminoxidil, a confronto con il placebo, descrivono unsignificativo aumento del numero di capelli e un aumento delloro diametro.

Come salvare lo scalpo?Un problema tutto maschile

La perdita dei capelli è unproblema estremamente dif-fuso e stressante per coloroche ne soffrono. Nel gergo

comune il termine utilizzato per de-scriverla è “calvizie”, scientificamen-te si chiama “alopecia androgeneti-ca” e rappresenta la forma più dif-fusa di alopecia osservabile nel ses-so maschile. Si tratta di un processo parafisiologi-co e non di una vera patologia, an-che se lo stress conseguente alla pro-gressiva perdita dei capelli innesca u-na reazione che svela l’importanzache la capigliatura riveste nelle rela-zioni e nella comunicazione sessua-le. L’uomo con vistoso diradamentodei capelli è comunemente visto co-me più vecchio e meno attraente e,per la sua massiccia incidenza, il pro-blema è spesso considerato una ve-ra e propria malattia; coloro che nesono affetti sono infatti disposti a sot-toporsi a visite dermatologiche, esa-mi diagnostici e costosi rimedi tera-peutici volti a contrastare l’ineluttabi-le caduta.

Gli studi di HamiltonL’interesse per i capelli esisteva già nel-l’antichità, ma le nozioni più recen-ti, volte a comprendere i meccani-smi fisiopatologici responsabili, ri-salgono alla metà del secolo scorsocon gli studi di Hamilton. Nell’alopecia androgenetica c’è unaprogressiva miniaturizzazione dei fol-licoli piliferi che producono un ca-pello più sottile, morbido e non pig-mentato, come il vello del neonato.Tali modifiche sono il risultato diun’interferenza esercitata dagli ormo-ni androgeni sul ciclo del capello. Lafase fisiologica di accrescimento no-ta come anagen si accorcia, scanden-do tempi più rapidi per il susseguir-si delle fasi successive di involuzione(catagen) e riposo (telogen). Ne de-riva che i capelli in fase telogen, piùcorti e più sottili, aumentano. A com-pletare il quadro c’è un allungamen-to dell’intervallo tra nuove fasi anagenche a lungo andare porta al visibilediradamento per progressiva riduzio-ne numerica dei capelli presenti sul-lo scalpo. Hamilton osservò che gli eunuchinon presentavano alopecia e il pro-blema non interessava quei sogget-ti che andavano incontro a castra-zione prima della pubertà. Il comu-ne denominatore stava nel fatto chein entrambi i casi si era in assenzadi testosterone, l’ormone maschile

per eccellenza. Pertanto, quando ilmaschio “diventa uomo”, quandocioè, alla pubertà, viene stimolata laproduzione di testosterone da par-te del testicolo, grazie alla stimola-zione ipotalamo-ipofisaria, l’ormo-ne raggiunge i suoi “organi bersa-glio”, determinando tutti i cambia-menti correlati. In questa fase di“cambiamenti”, accanto allo sviluppodei caratteri sessuali secondari, fa lasua comparsa l’alopecia androgene-

tica, da vedere come l’elaborazione,a livello del follicolo pilifero, delmessaggio ormonale portato dal te-stosterone. In particolare, l’elabora-zione del messaggio avviene in mo-do distinto da soggetto a soggetto,in base alla specifica possibilità dielaborazione, tramandata genetica-mente. È quindi da ricercare nellarisposta del singolo all’azione ormo-nale la predisposizione allo svilup-po di calvizie.

Tutta colpa del DHTQuesta predisposizione si fonda sumeccanismi complessi che fino a og-gi non hanno trovato una corrispon-denza univoca sul piano genetico:un meccanismo di trasmissione subase poligenica sembra essere piùprobabile e devono essere presi inconsiderazione diversi fattori: nume-ro di recettori per gli androgeni e-spressi a livello dello scalpo; mag-giore o minore potenza del recetto-re androgenico; quota di androgeninon legati alla proteina di trasportoe quindi metabolicamente attivi;quota di enzimi che inattivano gliormoni androgeni a livello delloscalpo; caratteristiche del metabolismodegli ormoni androgeni, ecc. Allagenesi della calvizie partecipano di-verse attività enzimatiche coinvoltenella trasformazione locale di andro-geni più deboli in androgeni più po-tenti. La trasformazione ultima, re-sponsabile della conversione del te-stosterone in diidrotestosteroine(DHT) per opera dell’enzima 5alfa-re-duttasi, rappresenta la tappa più si-gnificativa nella genesi del proble-ma. Infatti il DHT presenta un’affi-nità per il recettore androgenico cin-que volte superiore a quella del te-stosterone ed è a lui che si devequella serie di eventi che portanoalla trasformazione del follicolo.

Cure ed esami

di FrancescoRomanelliDipartimento di Urologia, La Sapienza,Università di Romae MaurizioLatiniDipartimento di FisiopatologiaMedica

Indispensabile agire al più presto

Non è una malattia, ma può compromettere la vita sociale degli uomini che ne sono colpiti. La buona notizia è che si può curare con farmaci appropriati, purché si affronti nella sua fase iniziale e con l’aiuto di uno specialista

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13giugno 2009 ioUomo 7ottobre 2007 ioUomo

Amore e nicotina I rischi

La cura più efficace per le diverse patologie legatealla sigaretta è molto semplice: smettere di fumare.Infatti, abbandonare il vizio, riporta alla normalità insoli 10-12 giorni il vasospasmo, la viscosità ematicae l’ematocrito. Ci vogliono invece dai 3 ai 5 anniperché i livelli del fibrinogeno e l’adesività piastrinicatornino ai valori di un non-fumatore. La vitamina E e gli inibitori della xantino-ossidasisono in grado di combattere la disfunzioneendoteliale indotta dal fumo di sigaretta, ma nonpossono sostituire la disassuefazione dal fumo, chedeve essere la terapia di prima linea.Anche i problemi legati alla sessualità traggono unforte giovamento dall’abbandono della sigaretta.Smettere di fumare fa rapidamente migliorare latumescenza e la rigidità del pene in un gran numerodi pazienti. Tale miglioramento continua a progredireanche quando i pazienti stanno ancora assumendo lanicotina attraverso i cerotti o il chewing-gum. Ciòsignifica che nel fumo di sigaretta, oltre la nicotina, visono altri fattori dannosi alla funzione erettile.Purtroppo, nonostante tutte queste evidenze, la strettaassociazione tra intensità del fumo di sigaretta e gradodi disfunzione erettile viene sottovalutata da troppioperatori sanitari che prescrivono gli inibitori delle PDE5

(sildenafil, vardenafil e tadalafil), pur sapendo che laloro efficacia terapeutica è fortemente ridotta neifumatori. Così, è improponibile suggerire a questipazienti delle terapie riabilitative peniene se continuanoa fumare. La riabilitazione non sarebbe mai effettiva.Anche tutta la diagnostica vascolare peniena non hamolto significato se il paziente fuma nelle 24 ore cheprecedono l’esame. Se il paziente fuma non si riescea valutare la reale situazione vascolare, ma solol’effetto del fumo di sigaretta sul circolo penieno.Per tutti questi motivi l’eliminazione del fumo disigaretta deve essere considerata la prima terapiadella disfunzione erettile e non una banale

raccomandazione di routine. La salute dell’ambitosessuale dovrebbe rappresentare per il paziente unaforte spinta a smettere di fumare e su questo fattorel’andrologo deve insistere perché il paziente sidisintossichi in modo completo e definitivo. In tanti casi il recupero dell’efficienza sessuale siottiene semplicemente smettendo di fumare.In altri pazienti, tuttavia, abbandonare la nicotinanon basta e, per recuperare appieno le proprieprestazioni sessuali, si deve ricorrere al supportofarmacologico: anche in questi casi il recupero èsoddisfacente e duraturo solo se il pazientepersevera nell’astensione dal fumo.

La sigaretta può uccidere... anche la passione

Che il fumo faccia male è ormai assodato, ma non tutticonoscono i danniche può provocarealla vita sessualedel maschio

Il fumo è da tempo tristemente no-to come la causa principale dellepatologie cardiovascolari e onco-logiche. Anche se il meccanismo

che dalla sigaretta porta alla malattianon è del tutto chiaro, è evidente cheil fumo danneggia l’endotelio, il tes-suto connettivo che riveste la super-ficie dei vasi sanguigni e del cuore.È possibile, infatti, che le modifica-zioni endoteliali precedano di moltianni i primi sintomi cardiovascolari. Èdimostrato che i fumatori, anchequelli apparentemente ancora sani,non riescono a dilatare le coronarie inmodo completo e adeguato quandoeseguono un test da sforzo. Questadifficoltà è il primo spettro di unapossibile coronaropatia, una patolo-gia in cui si verifica una sproporzio-ne fra il fabbisogno di ossigeno delcuore e l’ossigeno che effettivamen-te riesce a ricevere.

Il problema è l’endotelio Anche la disfunzione erettile (D.E.)può essere un segno premonitore eprecoce della coronaropatia. Nel1985 il chirurgo francese Roland Vi-rag si chiedeva se l’impotenza fos-se una malattia vascolare. Oggi sap-piamo che la disfunzione erettilecoincide con una disfunzione del-l’endotelio, che può manifestarsi nonsolo nei fumatori attivi, ma anche inquelli passivi, che hanno un aumen-tato rischio di morte per arterioscle-rosi precoce e presentano tutti i se-gni di disfunzione endoteliale, purein assenza di qualsiasi altro fattoredi rischio. Purtroppo, nonostante queste gravicontroindicazioni, l’incidenza del fu-mo di sigaretta è sempre elevatissima:nel nostro Paese è circa del 27% esale al 65% quando si parla di sogget-ti con disfunzione erettile.

Le cure necessarie

Prima di tutto bisogna smettere

l Sono evidenti le correlazioni tra ladisfunzione erettile, l’ossido nitrico, leprostaglandine e il trombossano.l Le modificazioni del livello ditestosterone nei fumatori sono di scarsorilievo, mentre sono sempre molto elevatii livelli di estradiolo.l La concentrazione degli spermatozoi èridotta, nei fumatori, dal 13 al 17%. l La leucocitospermia è sempreincrementata e la capacità fecondantedegli spermatozoi è ridotta.l L’inalazione del fumo di sigarettadanneggia la struttura della cromatina,causando danni al DNA deglispermatozoi. Il fumo di sigaretta è infattiricco di sostanze ossidanti capaci dideprimere gli anti-ossidanti.l Il fumo è tra le cause di andropausa

precoce insieme all’ipertensione, aifarmaci, alla sedentarietà, alla dietainadeguata e alla vascolopatia.l La sigaretta è stata accreditata di unaforte valenza nello sviluppo della malattiadi La Peyronie, ovvero delladegenerazione fibrotica del tessutocavernoso. l Il fumo determina vasospasmo eincrementa l’aggregazione delle piastrine,peggiorando la vasocostrizione. Nelcontempo, il monossido di carbonio (CO)può indurre la policitemia, cioè unasuperproduzione di globuli rossi, globulibianchi e piastrine nel sangue. l L’inalazione di CO, infine, incrementala pressione arteriosa, soprattutto neigiovani fumatori e in compresenza didiabete.

Il meccanismoche porta alla disfunzioneerettile derivantedal fumo è associato alla disfunzionevascolarearteriosa e venosa, anchese il meccanismobiochimicosotteso non è deltutto chiaro.Tuttavia, sonostate evidenziatealcune alterazionitipiche dei fumatori.

Cause e sintomi - I molti tormenti dei fumatori

Accoppiate pericoloseIl fumo è un fattore di rischioindipendente, ma assumeenorme pericolosità quando siassocia ad altri cofattori, qualidiabete, ipertensione edislipidemia (aumento di lipidinel sangue). Fumo e diabete, inparticolare, sono una miscelaesplosiva per il tono del tessutoendoteliale e il fatto più grave èche nella letteratura scientificasiano veramente poche lepubblicazioni relative agli effettidel fumo sulla disfunzioneerettile e sull’infertilitàmaschile.

di AndreaLeddaDipartimentodi ScienzeBiomedicheUniversitàdegli Studi di Chieti LaboratorioVascolare

Che il fumo faccia male è ormai assodato, ma non tutticonoscono i danniche può provocarealla vita sessualedel maschio

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14 giugno 2009ioUomo ||

cili conclusioni o di scagliarsi controla partner, accusandola magari ingiu-stamente, è meglio dare un’occhiataai più recenti studi sull’infedeltà: fe-difraghe e adulteri potrebbero nonessere completamente responsabilidel proprio comportamento. La ri-cerca apripista, in questo senso, èstata quella condotta da un gruppo distudiosi guidati dal professor TimSpector, del Guy’s and St. ThomasHospital di Londra. Il professor Spec-tor ha spiegato che il suo team haintervistato in primo luogo 5miladonne di età compresa tra i 18 e i 60anni e che il 23% di loro ha confes-sato di aver tradito il proprio partneralmeno una volta. In seguito, i ricer-catori hanno intervistato 5mila ge-melle e hanno scoperto che, se unadelle due era stata infedele, la possi-bilità che anche l’altra lo fosse erastata del 55 per cento, una cifra mol-

Uno studio americano rivela:6 donne su 10 tradiscono ilproprio marito, ma poche diesse provano rimorso o sen-

so di colpa. E il fenomeno, secondola sessuologa Susan Shapiro Barash,riguarderebbe le signore di ogni clas-se sociale, senza distinzione di sta-tus economico e professionale. Anchel’Italia può vantare un gran numerodi “scappatelle” e, anche in questocaso, sembra che siano le donnequelle più portate a tradire rispettoai loro partner. Secondo una statisti-ca segnalata da Miriam Ponzi, titola-re della nota agenzia investigativa,le donne più infedeli sono le mana-ger (22%), seguite dalle casalinghe(13%). Ciò che cambia è la modalità:nel nostro Paese, infatti, l’adulteriocorre sul web, vale a dire che 7 rela-zioni extraconiugali su 10 hanno i-nizio in chat. Prima però di trarre fa-

to più alta ri- spetto al 23 per centoriscontrato nell’altro gruppo preso inesame. Lo studio non ha tuttavia i-dentificato il gene responsabile diquesto comportamento e, come è in-tuibile, non sono mancate le pole-miche riguardo al fatto che la ricercasia stata condotta esclusivamente suun campione femminile.

Fedele come un topoNon solo l’infedeltà, anche la devo-zione verso i propri partner dipen-derebbe dal Dna, ma questa volta il

gene responsabile della monogamiaè stato identificato. Una ricerca con-dotta sulle arvicole (piccoli roditori)e pubblicata sulla rivista scientificaNature, ha svelato che è il gene peril recettore della vasopressina il prin-cipale indiziato del comportamentosessuale dei topini. Esso agisce sullezone cerebrali dove risiede il piace-re, inibendole o stimolandole. La sco-perta è stata effettuata da un grup-po di ricercatori dello Yerkes nationalprimate research center della EmoryUniversity, capeggiato da Larry

Genetica Che cosa spinge a tradire

L’infedeltà è già tutta scritta nel nostro Dna?

Secondo uno studio, il 60 per cento

delle mogli americane avrebbe rapporti

extraconiugali. Anche in Italia il fenomeno

sarebbe più femminileche maschile. Ecco i risultati

di una ricerca molto discussa(e sicuramente discutibile)

{{L’indagine non ha però individuato il presunto “responsabile” di questo comportamento e non sono

mancate le polemiche soprattutto perché è stata condotta esclusivamente su un campione di donne

di NadiaAccardi

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15giugno 2009 ioUomo

Young, in collaborazione con il Cen-tro per le neuroscienze compor- ta-mentali di Atlanta. L’équipe ha mes-so a confronto due diverse specie diarvicole, la Microtus pennsylvanni-cus, tendente alla promiscuità e laMicrotus ochrogaster, famosa per latendenza alla monogamia: i ricerca-tori hanno riscontrato una diversaproduzione del gene, che è maggio-re nella prima specie e minore nellaseconda, quindi hanno innestato ilgene stesso tramite un vettore vira-le sul tessuto nervoso dei due tipi diroditore.I risultati sono stati sorprendenti: itopi “libertini” hanno mostrato com-portamenti di coppia più tranquillidal punto di vista affettivo e sessua-le, mentre i secondi, il cui gene è sta-to aumentato attraverso la manipo-lazione genetica, hanno cominciato acomportarsi come veri e propri “sciu-pafemmine”. Certo, al momento sitratta solo di un esperimento condot-to sui topi e non applicabile ancheall’uomo: sarebbe comunque inte-ressante indagare se, a livello indivi-duale, gli uomini più portati alla mo-nogamia hanno una variante gene-tica simile a quella dell’arvicola mo-nogama, mentre i fedifraghi possiedo-no la variante opposta. Tuttavia, seb-bene il cervello umano sia molto piùcomplesso, è dimostrato che, quan-

do scatta la dinamica dell’innamora-mento, si attivano le medesime zo-ne cerebrali, sia negli animali sia nel-l’uomo. Il meccanismo è simile aquello riscontrato per le varie formedi dipendenza: infatti, ogni volta chel’animale maschio si accoppia conuna partner, nel suo cervello - e pre-cisamente in un’area che abbiamoanche noi, il nucleo accumbens - vie-ne rilasciata della dopamina, il neu-rotrasmettitore della ricompensa, lostesso che ci fa sentire bene quan-do mangiamo una tavoletta di cioc-colata o ci iniettiamo una dose di e-roina. Lo stesso che alimenta la di-

pendenza dalla fonte di piacere. Lacontroprova è che, bloccando nei ro-ditori la proteina attivata dalla dopa-mina, questi smettono di essere mo-nogami. La fedeltà sarebbe dunque ilfrutto del corretto funzionamentodella dopamina.

L’effetto CoolidgeL’ex presidente degli Stati Uniti Cal-vin Coolidge era in visita con la mo-glie in una fattoria governativa: arri-vati sul luogo, i due intrapresero duetour separati. Quando la signora pas-sò davanti ai pollai, si fermò e do-mandò all’addetto se il gallo si ac-coppiasse più di una volta al giorno.“Decine di volte”, fu la risposta. “Perfavore fatelo sapere al presidente” e-sclamò la first lady. Quando il pre-sidente visitò gli stessi pollai e fuinformato delle abitudini del gallo,chiese: “Con la stessa gallina tutte levolte?” “Oh no, signor Presidente, o-gni volta con una gallina diversa”. Ilpresidente annuì lentamente, poi af-fermò: “Riferitelo alla signora Coo-lidge”.Questo aneddoto viene spesso cita-to dai sessuologi per spiegare comel’infedeltà sia scritta nel passato bio-logico dell’uomo e come, a differen-za degli studi descritti precedente-mente, essa riguardi più il maschioche la femmina. Fra le une e gli altri,

infatti, esiste un differente compor-tamento sessuale che deriva da unfattore puramente fisiologico: i ma-schi producono, in grandi quantità,piccoli gameti, gli spermatozoi, che so-no energeticamente poco costosi; lefemmine, invece, producono, in nu-mero ben più limitato, uova, gametidi dimensioni maggiori ed energeti-camente molto dispendiosi.Risulta che, mentre per un maschio,che investe poco per ogni accoppia-mento, la strategia riproduttiva piùconveniente è quella di fecondareun gran numero di femmine, perquest’ultima è più vantaggioso ope-rare una scelta precisa prima di accop-piarsi, restando poi fedele al compa-gno scelto.La gestazione, il parto, l’allattamen-to e la cura della prole richiedonomolte energie alla femmina: perciòla sua fedeltà al compagno sareb-be, secondo questa visione, unascelta “di convenienza”, e nulla dipiù. D’altra parte, la varietà sessua-le negli uomini (cioè l’effetto Coolid-ge) sarebbe un’eredità del loro “pas-sato biologico”: il bisogno ancestra-le di procreare, per assicurare nuo-vi guerrieri per la difesa della co-munità che li spingeva ad accop-piarsi con femmine sempre diverse,sarebbe rimasto insito nella naturadell’uomo.

E se la fedeltà fosse solo un mitoinventato dall’uomo? Per capirlo,gli etologi hanno studiato alungo il comportamento dialcune specie animali, dasempre considerate monogame.Ebbene, anche fra i cigni,baluardo della monogamia,l’adulterio sembra essere moltodiffuso. Una recente ricerca portataavanti da alcuni studiosiaustraliani ha dimostrato che laleggendaria fedeltà di questiuccelli è una favola. Lo studio,durato più di tre anni, è statocommissionato dall’Australianresearch council ed è costatocirca 120.000 euro. È stato

analizzato il Dna di alcune speciepresenti nel parco nazionale“Albert Park” di Melbourne: lericerche hanno dimostrato chealmeno un cigno su sei è nato daun rapporto occasionale eillecito. «I cigni sono stati a lungo famosiperché considerati il simbolodella fedeltà in amore, ma ilnostro lavoro recente mostra cheanche tra loro l’infedeltà è laregola», ha spiegato RaoulMulder, scienziato dell’universitàdi Melbourne, che ha guidato laricerca. Gli scienziati hannoscoperto i continui tradimentiinserendo un piccolo microchipsulla coda dei cigni maschi e un

apparecchio simile anche suicigni femmina. «Quando unmaschio e una femminacopulavano - ha spiegato Mulder- l’apparecchio della femminacaptava i segnali del microchipposto sul maschio, registrandonel’identità. È stato facile poi notare che ilcigno femmina non copulava conquello che doveva essere il suopartner eterno. Così abbiamoscoperto i comportamentilibertini dei cigni». Adesso iricercatori stanno cercando discoprire come le femmineriescano a sfuggire ai propricompagni, che per natura sonomolto gelosi e protettivi.

L’HAREM FA BENE (AGLI ANIMALI)L’infedeltà potrebbe avere un ruoloimportante, addirittura quello di salvarela specie dall’estinzione. Una ricercaeffettuata in Ghana rivela che i grandimammiferi che vivono in coppie, o conharem piccoli, scomparirebbero piùfacilmente di quelli con molte compagne.Justin Brashares della British Columbiadi Vancouver ha analizzato la situazionedei grandi mammiferi in sei riserve delGhana, dove da 30 anni gli animali sonocensiti mensilmente e dove sono statedocumentate 78 estinzioni locali.Brashares ha preso in considerazione

nove caratteristiche, scoprendo che duedi queste (l’isolamento della popolazionee la dimensione degli harem) sonocorrelate con le estinzioni osservate. Seil primo fattore era prevedibile, ilsecondo lo è di meno. Come è possibileche la monogamia renda gli animali piùvulnerabili all’estinzione? Probabilmente icacciatori prendono di mira più i maschiche le femmine, il che porterebbe a unosquilibrio meno grave per le specie doveun solo maschio si accoppia con moltefemmine. La ricerca è stata pubblicatasulla rivista “Conservation Biology”.

Anche il cigno ha le sue colpe

Tra i topiè stato

individuatoil gene

opposto,quello checi spingeverso la

monogamia

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La biotecnologia che aiuta le coppie

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17giugno 2009 ioUomo

Azoospermia Diagnosi, cause, soluzioni

Quando gli spermatozoisono assenti ingiustificati

Il termine azoospermia indica lacompleta assenza di spermato-zoi nel liquido seminale. La dia-gnosi viene effettuata solo do-

po avere eseguito almeno due sper-miogrammi a circa 1 o 2 mesi di di-stanza. La concentrazione spermati-ca, infatti, può essere soggetta a o-scillazioni e alcuni pazienti potreb-bero essere indicati come azoosper-mici una volta, ma non a un’anali-si successiva.Lo spermiogramma è un test dia-gnostico fondamentale per la valu-tazione della fertilità del maschio.Viene eseguito su liquido semina-le raccolto in appositi contenitori(vanno bene quelli per le urine) tra-mite masturbazione. A questo pro-posito è molto importante attenersiad alcune semplici regole che senon rispettate potrebbero falsare ilrisultato. È fondamentale quindi ri-volgersi sempre a laboratori qualifi-cati in materia, che lavorino rispet-tando i parametri dettati dal WHOper la corretta esecuzione dellospermiogramma.In caso di assenza di spermatozoisu vetrino a fresco è necessario ap-profondire l’indagine tramite la pre-parazione di un cosiddetto citocen-trifugato, che consiste nella centri-fugazione di tutto il campione rac-colto e nell’analisi del sedimento.L’eventuale presenza di spermato-zoi nel sedimento (criptozoosper-mia) o di cellule germinali, progeni-trici degli spermatozoi maturi, po-trebbe infatti influire notevolmentesulle indagini successive e sulle va-lutazioni terapeutiche.La diagnosi di azoospermia incide percirca il 10-15% dei casi di infertilitàmaschile.

Dai vasi deferenti alla radioterapiaUna volta accertata l’assenza dispermatozoi nell’eiaculato le do-mande da farsi sono: da cosa di-pende? Cosa si può fare per capiremeglio la situazione? È possibile a-vere comunque dei figli?Le cause dell’azoospermia possonoessere molteplici, di seguito le più im-portanti:•Azoospermia ostruttiva o escreto-ria. La mancanza di spermatozoi èdovuta a qualcosa che ostacola illoro passaggio nel tratto urogeni-tale maschile, senza che vi sia undanno e una disfunzione dei te-sticoli. Questo tipo di azoosper-mia può essere congenita o ac-quisita. La prima è principalmen-te rappresentata dalla mancanzadei vasi deferenti e delle vesci-chette seminali (mutazioni del ge-ne della fibrosi cistica CFTR), laseconda è spesso dovuta a esitidi infezioni urogenitali o presen-za di cisti delle vie seminali. Ladiagnosi più semplice è quelladella agenesia delle vescichetteseminali e dei vasi deferenti chepuò essere fatta sulla base dellospermiogramma in cui si eviden-zia un ridotto volume e basso pH,nonchè sulla determinazione delfruttosio nel plasma seminale convalori pari a 0. Il completamentodella diagnosi consiste nella ese-cuzione di un’ecografia scrotale etrans-rettale. In questi soggetti, l’o-struzione si associa a volumi te-sticolari ordinari e a livelli ormo-nali (FSH, LH e testosterone) neilimiti della norma.

• Azoospermia non ostruttiva o se-cretoria. In questo caso gli sper-

matozoi mancano perché nonvengono prodotti a livello testico-lare, a causa di fattori ormonalicentrali (ipotalamici/ipofisari) op-pure a causa di fattori primitivi te-sticolari. Nelle forme primitive sipuò spesso rilevare un aumentonel sangue dei valori dell’ormoneFSH, mentre in quelle centrali i va-lori di FSH/LH sono bassi. Un FSHelevato, oltre i limiti di normalità,depone sempre per una prognosisfavorevole perché indica un dan-no testicolare irreversibile. Una a-zoospermia non ostruttiva può es-sere causata da problemi di tipogenetico. Un ruolo importante vaattribuito al cromosoma Y, nelquale esistono tre regioni che con-trollano la formazione degli sper-matozoi. In alcuni casi di azoo-spermia o oligozoospermia graveè stata evidenziata la mancanza diqueste regioni (microdelezioni delcromosoma Y). Il test per la ricer-ca delle microdelezioni del cro-mosoma Y viene oggi inserito, in-sieme all’indagine citogenetica,nello studio routinario dei sogget-ti azoospermici. Lo studio dellemutazioni del gene CFTR (fibrosicistica) e quello del recettore andro-genico vengono eseguiti in casiselezionati.

• Azoospermia dovuta a trattamen-ti chemioterapici e/o radianti. Inquesti casi il rischio che si svilup-pi una azoospermia può dipen-dere anche dal tipo e dall’entitàdel trattamento subìto. È importan-te, specialmente negli uomini in etàfertile, suggerire sempre di effet-tuare la crioconservazione del li-quido seminale prima dell’iniziodelle terapie.

Usare fresco o conservatoLe più note fra le tecnichemicrochirurgiche sono:

TESE (Testicular Sperm Extraction) in cui vengono eseguiti uno o più piccoli prelievi di tessuto testicolare.

TESA (Testicular Sperm Aspiration)che consiste nella aspirazionedi tessuto testicolare conl’utilizzo di sottili agocannule.

MESA (Microsurgical EpididymalSperm Aspiration)Prelievo microchirurgico deglispermatozoi dall’epididimo.

PESA (Percutaneous EpididymalSperm Aspiration)Procedure che non richiedononormalmente un ricovero evengono eseguite in anestesialocale. Il campione prelevatoviene subito esaminato dapersonale specializzato e puòessere utilizzato, fresco ocrioconservato, in tecniche difecondazione assistita.

di ErminioFilimbertiDirigente biologo dell’unità di Andrologia AziendaOspedalieradell’Universitàdi Careggi(Firenze)

Una speranza per moltiA questo punto veniamo alla que-stione essenziale: l’assenza degli sper-matozoi può essere risolta? Naturalmen-te l’esito dell’azoospermia dipendedalle cause. Le azoospermie non o-struttive ipotalamiche e ipofisarie so-no quelle a prognosi più favorevo-le. In questi casi i testicoli non funzio-nano solo perché l’organismo nonproduce gli ormoni necessari per far-li funzionare. Qui la soluzione è sem-plice: basta somministrare questi or-moni con una terapia iniettiva e inpochi mesi si recupera la fertilità. Purtroppo queste cause incidonoper una quota minima delle azoo-spermie (8-10%). Nei casi in cui ildanno è primitivamente testicolare,si può procedere all’utilizzo di tec-niche microchirurgiche per il recu-pero degli spermatozoi nel testico-lo. Nei soggetti con azoospermia o-struttiva questa soluzione è quasisempre possibile, mentre nelle for-me non ostruttive (secretorie) laprobabilità di ritrovare spermatozoivaria notevolmente.

Dopo aver accertato il problema con almeno duespermiogrammi, si deve capire da cosa dipende. E a volte, per risolverlo, basta una terapia ormonale

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18 giugno 2009ioUomo

Un dato ormai è certo: datempo la medicina non cu-ra soltanto tumori, influen-ze, morbillo, polmonite e

fratture, ma si sforza di assicurare al-l’uomo un equilibrio psicofisico chegli consenta di svolgere al meglio leproprie funzioni sociali, familiari elavorative.Che gran parte di questa armonia di-penda dalla sessualità, dall’arte di a-mare fisicamente e mentalmente, ècosa risaputa. Ma quante volte allasettimana si può amare fisicamenteun’altra persona? Se le forze lo con-sentono, anche più di una volta algiorno, assicurano gli esperti. Eppu-re in alcuni ambiti, come nel mon-do dello sport, troppo sesso è consi-derato controproducente, specie inprossimità di una competizione.Ma fare l’amore prima di una garaagonistica può essere salutare op-pure no?Sappiamo che i gladiatori romani tra-scorrevano la notte precedenti i gio-chi del circo con la loro donna ol’amante e il rapporto sessuale inci-deva in minima parte nella disper-sione di energia. È probabile, quin-di, che il rapporto sessuale venisseconsiderato benefico, in quanto ca-pace di rilassare l’atleta favorendo unsonno riposante.A parte questa eccezione, tuttavia,sin dai tempi più remoti il rapportosessuale è stato ritenuto responsabi-le, tanto nell’uomo che nella donna,di distrazione e dispersione di ener-gia: boxeurs, atleti, calciatori, che dasempre partecipano a competizioniimportanti o ai giochi olimpici, sonocostretti dai loro allenatori a una rigo-rosa astinenza. Ma oggi, forse, stiamo per approda-re a una nuova importante e per cer-ti aspetti rivoluzionaria teoria. Infat-ti, secondo molti studiosi, il sessofunzionerebbe come una sorta di do-ping naturale, consigliabile anche aiculturisti. E pare che ciò valga tantoper gli uomini che per le donne, do-

Agonismo Diversi pareri

Sport e sesso… un binomio difficile

Il secondo raduno, avvenuto solo qualche mese piùtardi, è stato presso un albergo dove risiedeva anchela nazionale maschile di pallavolo. Entrambe le nostredue squadre usufruivano degli impiantidell’Acquacetosa e la convivenza è stata così alquantostretta e prolungata.In quella occasione, pur essendo io ancora “nel paesedei puffi”, molte mie compagne più sveglie si sonodivertite e mi hanno fatto capire cosa si poteva“combinare”. Stavamo preparando una gara diselezione. Si trattava del nostro primo torneointernazionale importante, ma non erano gliallenamenti e la selezione a tenerci impegnate. Tra unaseduta e l’altra, il tempo e le energie erano spese oper organizzare “l’ incontro” all’insaputadell’allenatore, o per chi come me non “combinava”, atrovarsi nelle camere per parlarne.Quelle che “facevano” erano comunque un numerolimitato rispetto a quelle che ne parlavano. Per “fare”serviva troppa intraprendenza ed energia, e quasitutte, passate le prime giornate di novità ed euforia,pur potendo, avevano preferito infine le parole ai fatti.Pur non potendo mai uscire la sera, come il

Quando sono stata convocata per la prima volta inNazionale giovanile di judo, avevo appena finito la terzamedia ed ero tra le più giovani. Le più grandi avevanosolo 16 anni, ma quei due anni erano in termini divissuto un abisso. È grazie a questa prima esperienzache ho iniziato a conoscere il sesso, anche se permolti anni si è trattato solo di racconti.Finiti gli allenamenti ci radunavamo in una delle nostrestanze e inevitabilmente si finiva a parlare di sesso!Naturalmente tenevano banco le più esperte. Poiché lanazionale era formata allora da una quarantina diragazze provenienti da tutte le regioni d’Italia, c’eranosedicenni che parevano già vere donne e per lechiacchiere si finiva d’andare a dormire a notte fonda.

Emanuela Pierantozzi Campionessa olimpionica di judo e ricercatrice della Facoltà di Scienze Motorie all’Università di Bologna 1L’ESPERIENZA

di Di AldoFranco De RoseSpecialistaAndrologo e Urologo,Genova

Che fare l’amore giovi non solo allo spirito, ma anche alla salute, è confermato dagli stessimedici. Spesso, però, gli allenatori non sono d’accordo, specie a ridosso di gare importanti

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19giugno 2009 ioUomo

ve analoghi meccanismi endocrinicaratterizzano l’attività sessuale e ladeterminazione caratteriale. Sembrainfatti che durante l’attività sessuale siinnalzino i livelli di testosterone eche lo stesso testosterone accompa-gni poi i comportamenti aggressivi.Ecco perché, nel caso sia richiestoparticolare vigore da parte dellosportivo, il sesso può essere indica-to al fine di migliorare la performan-ce. Ma, per ora, nonostante le re-centi rivelazioni scientifiche, calcia-tori e atleti dovranno ancora atten-dere: allenatori e presidenti preferisco-no che i loro atleti si dedichino al-l’allenamento, a costo di stressarecorpo e mente, piuttosto che stan-carsi con rapporti sessuali, special-mente a ridosso della competizione.In campo bisogna lottare sino alla fi-ne, essere attenti, saper recuperare...altro che fare l’amore! Ciò nonostante, la ricerca scientifica

segue da tempo l’idea che il rappor-to sessuale aiuti nelle competizioni, oper lo meno non indebolisca il fisicodell’atleta.Già nei primi anni ’70, all’Universitàdi Maryland, Warenjohnson avevasottoposto 14 atleti sposati a test diforza e di resistenza dopo un rap-porto sessuale, prima a distanza di12 ore, poi a distanza di sei ore, sen-za rilevare differenze significative neiloro comportamenti.Una recente indagine americana haevidenziato che l’attività sessuale nonè più stressante per il cuore di mol-te altre attività quotidiane, come cam-minare o salire le scale. La quantità dienergia necessaria per svolgere l’atti-vità sessuale si è infatti dimostrata e-quivalente a salire due rampe di sca-le in un minuto.

Per tutto il periodo dell’attività sportiva agonistica,l’atleta è proteso solo al conseguimento del successoe trascura spesso le problematiche pertinenti la suavita personale e sociale. È questa la realtà, a volteanche spietata, in netto contrasto con le apparenze:flash, telecamere e riflettori quando si consegue unrisultato. Tristezza ed amarezza quando il successonon arriva, quando non si ripete. Non basta vincereuna volta per essere consacrati tra i grandi e averela perenne attenzione dei media. Sononecessarie conferme, conferme continue,altrimenti è la fine.

Le emozioni sono importantiNella preparazione dell’atleta donna,da un lato si ha la necessità diacquisire le nozioni scientificherelative all’economia dell’organismoumano in funzione del conseguimentodi una miglior prestazione, dall’altro siha il dovere di approfondire laconoscenza di quei fattori che, sulpiano emotivo, possono condizionarel’equilibrio della personalità. Questiultimi, infatti, influenzano ilcomportamento agonistico, ma anchetutti quei rapporti interpersonali daiquali dipende il processo diformazione psichica.Non bisogna, inoltre, ignorare che l’atleta sarà tale perun periodo limitato della propria vita. Non si può quindiconsiderare l’atleta come un “robot”, ponendol’attenzione solo sulla psicologia prestazionale edeludendo, di fatto, ogni problematica della sferaaffettivo-emozionale. In sintesi è indispensabile laconsulenza dello psicologo-psicotecnico per ciò cheriguarda lo studio delle capacità psichiche prestazionali,il quale utilizzerà lo “strumentario” dei reattivi mentali,più idonei ad individuare le attitudini prestazionalidell’atleta. Quando, però, venga riconosciuta lapresenza di situazioni conflittuali che si esprimonoattraverso stati di animo di disagio interno, come ansia,depressione, instabilità e disadattamento, si dovrà

cercare l’intervento dello specialista psicopatologo, perindividuare i problemi che turbano l’equilibrio interioredell’atleta.Un’adeguata valutazione diagnostica differenzialedovrebbe permettere di normalizzare lo stato psichicocon interventi specificatamente rivolti alla conoscenzadell’interiorità dell’individuo-atleta.

Identità e intimitàNell’atleta bisogna prendere in esame

soprattutto le tematiche relative aisentimenti legati ai desideri

d’affermazione e valutazione e iproblemi di sradicalizzazione,maggiormente sentiti nella donnaatleta che vive per anni lontano dacasa, per esempio in un centro dipreparazione olimpica. Da ciòpossono nascere altre difficoltàlegate all’immaturità sociale e, infine,i problemi relativi l’identità personalein senso lato e sessuale.Riguardo a quest’ultimo problemabisogna fare alcune importanticonsiderazioni:lo stesso termine atleta (sostantivomaschile - persona che pratica unqualunque sport) sembra prestarsibene a interpretazioni ambigue di

identità di genere. L’atleta donna, infatti, può a voltenascondersi dietro questo termine e dietro l’attivitàsportiva in genere per sospendere o ritardare addirittural’acquisizione della sua identità femminile.In alcuni casi, anche se sporadici, il problema è quellolegato all’omosessualità femminile che, specialmentenegli sport definiti “più maschili”, sembra non essereinfrequente.Il compito dello psicoterapeuta sportivo è quello diportare l’atleta a una maggiore auto-consapevolezza eauto-accettazione, opponendosi quindi a qualsiasitentativo di derisione di compagni e amiche e facendosì che ogni sportivo viva la propria sessualità come undiritto, secondo i propri istinti e desideri.

PSICOLOGIA E SESSUALITÀ

regolamento della nazionale cadetta imponeva, non ciannoiavamo.Ho sempre trovato quest’aspetto dello sport moltobello: quando lo sport diventa il tuo lavoro e lanazionale la tua famiglia, alle situazioni di novitàsubentra la routine e la ricerca di equilibrio, così sitende a ricercare affetti più duraturi.Nulla toglie che è uno stile di vita, quello dello sportivodi professione, pieno di occasioni. Moltisfortunatamente lo protraggono anche in età matura,a discapito della crescita personale e presa diresponsabilità.Per certi aspetti, a mio avviso, il mondo sportivo dialto livello ha il clima e la dinamica nel bene e nelmale di una gita scolastica.Se dopo un po’ al divertimento non vengono sostituitestorie importanti, il vuoto si inizia comunque a sentiree il gioco del sesso finisce per piacere un po’ meno.Quando è arrivata anche per me l’età per il sesso, losport mi ha permesso di avere molte più occasionirispetto alle possibilità che avrei avuto vivendo infamiglia. Ma passati i primi appetiti, volendo fare dellosport una professione, mi è venuto naturale

fidanzarmi. Durante la mia carriera sportiva ho ancheavuto un fidanzato compagno di squadra. Quandopartivamo per Europei, Mondiali e Olimpiadi, siamostati sempre trattati, con nostra piena approvazione,come elementi qualsiasi della squadra. Questo a noifaceva piacere, perché ci permetteva di concentrarci dipiù sull’evento agonistico, senza rinunciare a piacevoli

incontri occasionali, grazie alla complicità dei nostririspettivi compagni di stanza che con l’occasioneandavano a fare un giro.La scelta tra l’astinenza e l’attività prima della garal’ho sempre lasciata alla situazione che capitava. Èsuccesso di non fare niente se non eravamo ispirati,come invece di vivere piacevolmente i momentid’attesa precompetitiva.

Pensando ai miei successivi compagni, ricordo chealcuni erano più attivi e altri meno, ma non ci sonomai stati particolari problemi. Quello che mi è statosempre chiaro è che le situazioni un po’ eccezionali,come i primi o gli ultimi giorni di raduno o di soggiornoall’estero, erano sempre quelli un po’ più caldi. Gliappetiti sessuali sono sempre legati alle situazioni dinovità. Lontano dalla gara, nel periodo dipreparazione, al sesso si pensava poco: tuttal’energia era spesa negli allenamenti e rimanevagiusto la forza per farsi la doccia, mangiare e andarea dormire. Se nello sport si faccia più sesso che in altri ambitinon lo so, avendo io vissuto soprattutto in quelmondo. So solo che, mettendo assieme un belnumero di giovani abituati alla fisicità, con tempo eluoghi favorevoli per “consumare”, è naturale che ilsesso diventi un’ attività prediletta e praticata, sia chel’allenatore ponga dei limiti (anzi quale incentivomigliore?!) sia che non li ponga. A volte il sesso, e tutto ciò che lo riguarda, è una belladistrazione per chi vive uno stress eccezionale daprestazione come possono essere le Olimpiadi.

Rosa Maria Muroni Medico psicologo, psicoterapeuta sportivo e docente di psicologia dello sport, Università di Genova 2

È uno stile di vita, quello del professionista,

pieno di occasioni d’incontro

La ricerca scientifica segue da tempo l’idea che i rapporti facciano bene a chi gareggia

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Nell’atleta bisognaconsiderare anche il

problema della sradicalizzazione

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