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Il delitto del Circeo Settembre-Ottobre 1975

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Page 1: Il delitto del Circeo Settembre-Ottobre 1975. Il ritrovamento A Roma, nella notte tra il 30 settembre e il 1°ottobre 1975, nel bagagliaio di un Fiat 127,

Il delitto del Circeo

Settembre-Ottobre 1975

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Il ritrovamentoA Roma, nella notte tra il 30 settembre e il 1°ottobre 1975, nel bagagliaio di un Fiat 127, vengono ritrovate due ragazze: Rosaria Lopez è morta,mentre Donatella Colasanti è ancora viva.

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Le vittime

Rosaria Lopez, 19 anni Donatella Colasanti, 17 anni

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Gli aggressoriAngelo Izzo, 20 anni Gianni Guido, 19 anni

Andrea Ghira, 22 anni

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Il parroco nell’omelia funebre

«Da una parte questi straricchi pariolini che tutto possono e che tutto hanno; fannulloni, privilegiati, debosciati, protetti dal denaro e da una magistratura con sedimenti fascisti… Dall’altra la gente dei quartieri di periferia per la quale c’è la fiscalizzazione di tutto e c’è la miseria e non ci sono le case. Quelli possono spendere, possedere ville, ammazzare, coltivare il sadismo… Sia Rosaria a 30 anni dalla Resistenza a frenare il dilagare del fascismo violento».

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I. Calvino sul «Corriere della Sera»«I responsabili della carneficina del Circeo sono in molti e si comportano come se quello che hanno fatto fosse perfettamente naturale, come se avessero dietro di loro un ambiente e una mentalità che li comprende e li ammira… I giornali hanno messo in rilievo che i protagonisti della vicenda appartengono all’ambiente dei picchiatori fascisti. È una parte della nostra società in cui il disprezzo per la donna e per le persone di condizione sociale più modesta… passa da una generazione all’altra… Il pericolo vero viene dall’estendersi nella nostra società di strati cancerosi; c’è una parte della borghesia italiana che vive

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e prospera e prolifera senza il minimo senso di ciò che appartenere a una società significa… Dire che non c’è che un passo dall’atonia morale e dalla irresponsabilità sociale alla pratica di seviziare e massacrare le ragazze con cui si esce la sera può sembrare una delle solite generalizzazioni esagerate dei moralisti, però abbiamo sotto gli occhi il curriculum e il linguaggio di questi giovanotti, campioni rappresentativi – si dice – della clientela di un bar molto frequentato dalla gioventù del loro ceto»

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P. P. Pasolini sul «Mondo»«Ho da ridire sul fatto che tu crei dei capri espiatori, che sono “parte della borghesia”, “Roma”, i “neofascisti”. Tu hai privilegiato i neofascisti pariolini del tuo interesse e della tua indignazione perché sono borghesi. La loro criminalità ti pare interessante perché riguarda i nuovi figli della borghesia. Li porti dal buio truculento della cronaca alla luce dell’interpretazione intellettuale, perché la loro classe lo pretende… Se a fare le stesse cose fossero stati dei“poveri” delle borgate romane, oppure dei “poveri” immigrati a Milano o a Torino, non se ne sarebbe parlato tanto

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Perché i poveri delle borgate o i poveri immigrati sono considerati delinquenti a priori… Ebbene i «poveri», cioè i giovani del popolo, possono fare e fanno effettivamente le stesse cose che hanno fatto i giovani dei Parioli… L’uccisione di Rosaria Lopez è stata molto probabilmente preterintenzionale (cosa che non considero affatto un’attenuante)… L’impunità di tutti questi anni per i delinquenti borghesi e in specie neofascisti non ha niente da invidiare all’impunità dei criminali di borgata».

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Dacia Maraini su «Paese Sera»«L’Italia è in pianto per la giovane Rosaria seviziata e uccisa. Tutti si scagliano con uguale fervore contro i delinquenti fascisti chiamandoli «bruti», «mostri», «assassini senza cuore»…Quello che nessuno ha detto è che la violenza sulle donne è un fatto quotidiano, comune, di massa. Nessun giornale ha parlato di questa violenza continuata, atroce, muta, ricattatoria, sottile, abituale che viene compiuta sul corpo e sull’anima delle donne. Una violenza che si consuma nelle famiglie, nei luoghi pubblici, nelle camere da letto, nelle strade, nei giardini pubblici…

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…la violenza sulla donna è un esercizio quotidiano, così antico e abituale che non ce ne stupiamo più. Le donne poi non denunciano quasi mai le violenze subite, per paura, per complicità, per amore, per un malinteso senso del pudore, nonché per la solita scarsa fiducia in sé stesse e nel mondo».

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Il processo si svolge a Latina, nel luglio 1976.

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Gianni Guido resta in carcere.L’avvocato difensore di A. Izzo: «Donatella: non vi dico che è stata incauta ad andare con degli sconosciuti, non vi diremo che tutto questo non sarebbe avvenuto se la famiglia l’avesse tenuta a freno»Il PM: «non vi è follia negli imputati; il delitto è lucido, freddo, attuato per un fine ben predeterminato, con una violenza scatenata, gratuita, irrefrenabile»

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Il Collettivo Femminista di MilanoLa violenza che le donne subiscono quotidianamente nasce dal dominio che l’uomo ha consolidato storicamente nei suoi rapporti con la donna. Si tratta di un rapporto di potere che consente possibilità di esprimersi e affermarsi a un sesso solo, con conseguente cancellazione o limitazione dei bisogni dell’altro sesso (ottobre ‘76).

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I tre aggressori vengono condannati all’ergastolo

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Profilo

• Andrea Ghira

Nato nel 1953Arrestato per rapina nel 1973Fuggito nel 1975, dopo il delitto del CirceoLatitanteCondannato in contumacia nel 1976Avvistato in ArgentinaAruolato nella Legione Straniera spagnolaMorto per overdose nel 1994 e sepolto a Ceuta sotto falso nome

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Profilo

• Gianni Guido

Nato nel 1956Condannato all’ergastolo nel 1976Nel 1977 tenta di evadere dal carcere di Latina, senza successoNel 1980, la sentenza in appello riduce la pena a 30 anniTrasferito nel carcere di S. Gimignano, evade nel 1981Arrestato a Buenos Aires nel 1983Fugge mentre è in attesa dell’estradizione in ItaliaArrestato a Panama nel 1994Affidato ai servizi sociali di Rebibbia nel 2008Fine pena, 2009. Vive con la madre a Roma.

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Profilo

• Angelo Izzo

Nato nel 1955Accusato di atti di libidine contro minorenni nel 1974Arrestato e condannato all’ergastolo nel 1976Tenta di scappare dal carcere di Latina nel 1977Collabora con la magistratura per la strage di piazza Fontana, Bologna, piazza della Loggia. Tutte le rivelazioni sono infondateNel 1993, durante un permesso premio, si allontana dal carcere di Alessandria e viene arrestato a ParigiNel 2004 ottiene la semilibertà dal carcere di Campobasso. Nel 2005 uccide due donneCondannato nuovamente all’ergastolo nei due gradi di giudizio.

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Profilo

• Donatella Colasanti

Nata nel 1958Dopo la condanna degli aggressori, diventa attivista nel movimento di emancipazione femminileMorta a Roma nel 2005 per malattiaA lei è dedicato uno dei centri antiviolenza di Roma

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