effetti di pasireotide nella malattia di cushing: studio di fase 3 a 12 mesi

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187 agosto Vol. 12, n° 4 Effetti di pasireotide nella malattia di Cushing: studio di fase 3 a 12 mesi A 12-month phase 3 study of pasireotide in Cushing’s disease A. Colao, S. Petersenn, J. Newell-Price, J.W. Findling, F. Gu, M. Maldonado, U. Schoenherr, D. Mills, L.R. Salgado, B.M.K. Biller for the Pasireotide B2305 Study Group N Engl J Med 2012; 366: 914-924 La malattia di Cushing è associata a un’aumentata morbilità e mortalità, prevalentemente per patologia car- dio-vascolare. Al momento la terapia chirurgica di asportazione dell’ade- noma ipofisario ACTH-secernente, responsabile dell’ipercortisolismo cronico, rappresenta la terapia di scelta per questa malattia. Tuttavia, la persistenza o la recidiva di malattia sono condizioni frequenti per le quali non esiste oggi una terapia efficace. La terapia medica con i farmaci oggi utilizzati, per lo più inibitori della ste- roidogenesi o cabergolina, non è in grado di controllare la malattia in tutti i pazienti. Pasireotide (SOM230), farmaco ana- logo sintetico dei recettori per la somatostatina (in grado di legare 4 dei 5 sottotipi recettoriali), si era dimostrato in grado, in vitro e in vivo come terapia a breve termine in pazienti affetti da malattia di Cushing, di inibire l’ipersecrezione corticotropa e glucocorticoide sug- gerendo un suo possibile impiego a lungo-termine. Questo studio ha pertanto valutato gli effetti di pasireotide, somministra- to per 12 mesi alle dosi di 600-1200 μg/die, in pazienti con malattia di Cushing. Sono stati arruolati 162 pazienti, suddivisi in 2 gruppi, randomizzati ad assumere la dose iniziale di 600 o 900 μg ×2/ die , aumentata nel corso dello studio sino a 1200 μg ×2/die in relazione alla risposta cli- nica e ormonale. Sono stati conside- rati responsivi i pazienti che presen- tavano normalizzazione dei livelli di cortisoluria (UFC). Obiettivi secon- dari dello studio sono stati la ridu- zione dei livelli di ACTH, cortisolo sierico e salivare e il miglioramento dei parametri clinici. I risultati a 6 mesi hanno dimostrato una riduzione media dei livelli di UFC del 50%, con una normalizzazione nel 20% (più elevata nei pazienti che assumevano 900 μg ×2/die vs 600 μg ×2/die: 26% vs 15%). A un anno di terapia i risultati erano sovrapponibili: 19% di normalizzazione (900 vs 600 μg ×2/die: 25% vs 13% rispettivamen- te), senza evidenza di “escape” alla terapia. Una significativa riduzione si è osservata per i livelli di ACTH, corti- solo sierico e salivare. La terapia con pasireotide ha inoltre dimostrato un significativo miglioramento dei para- metri clinici, soprattutto per quanto concerne i livelli di pressione arterio- sa, il BMI, il quadro lipidico e la qua- lità di vita. Una significativa riduzione del volume della lesione (9-40%) si è osservata in alcuni casi. I dati di safety” hanno dimostrato che pasi- reotide può determinare effetti collate- rali simili a quelli osservati in corso di trattamento con altri analoghi della somatostatina (octreotide, lanreotide), prevalentemente disturbi gastro-inte- stinali, mentre un effetto più spiccato si è osservato per quanto concerne il peggioramento del compenso glice- mico, soprattutto nei pazienti che pre- sentavano un compenso peggiore all’inizio del trattamento. Non si è comunque verificato alcun caso di scompenso glicemico acuto. In alcuni pazienti si è osservata l’insorgenza di iposurrenalismo che ha reso necessa- ria la riduzione del dosaggio del far- maco. Nel complesso, lo studio ha dimo- strato che il trattamento cronico con pasireotide è in grado di ridurre significativamente i livelli di cortiso- luria nei pazienti con malattia di Cushing e di normalizzare il quadro biochimico in alcuni pazienti. Tale miglioramento biochimico sembra associarsi a un miglioramento delle complicanze cliniche. Il compenso glicemico deve essere monitorato con particolare attenzione, soprattut- to nei pazienti che presentano un quadro di iperglicemia già prima del- l’inizio della terapia. Pasireotide può pertanto rappresentare un nuovo strumento di terapia medica specifi- camente indirizzato (come riportato nella scheda tecnica del farmaco) per i pazienti con malattia di Cushing. Emanuela Arvat Divisione di Endocrinologia, Diabetologia e Metabolismo, Dipartimento di Medicina Interna, Università di Torino © 2012, Editrice Kurtis

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187

agosto Vol. 12, n° 4

Effetti di pasireotide nella malattiadi Cushing: studio di fase 3 a 12 mesi

A 12-month phase 3 study of pasireotidein Cushing’s disease

A. Colao, S. Petersenn, J. Newell-Price,J.W. Findling, F. Gu, M. Maldonado, U. Schoenherr,

D. Mills, L.R. Salgado, B.M.K. Billerfor the Pasireotide B2305 Study Group

N Engl J Med 2012; 366: 914-924

La malattia di Cushing è associata aun’aumentata morbilità e mortalità,prevalentemente per patologia car-dio-vascolare. Al momento la terapiachirurgica di asportazione dell’ade-noma ipofisario ACTH-secernente,responsabile dell’ipercortisolismocronico, rappresenta la terapia discelta per questa malattia. Tuttavia, lapersistenza o la recidiva di malattiasono condizioni frequenti per le qualinon esiste oggi una terapia efficace.La terapia medica con i farmaci oggiutilizzati, per lo più inibitori della ste-roidogenesi o cabergolina, non è ingrado di controllare la malattia in tuttii pazienti.Pasireotide (SOM230), farmaco ana-logo sintetico dei recettori per lasomatostatina (in grado di legare 4dei 5 sottotipi recettoriali), si eradimostrato in grado, in vitro e in vivocome terapia a breve termine inpazienti affetti da malattia diCushing, di inibire l’ipersecrezionecorticotropa e glucocorticoide sug-gerendo un suo possibile impiego alungo-termine.Questo studio ha pertanto valutatogli effetti di pasireotide, somministra-to per 12 mesi alle dosi di 600-1200μg/die, in pazienti con malattia diCushing.Sono stati arruolati 162 pazienti,suddivisi in 2 gruppi, randomizzatiad assumere la dose iniziale di 600o 900 μg ×2/die, aumentata nelcorso dello studio sino a 1200 μg×2/die in relazione alla risposta cli-nica e ormonale. Sono stati conside-rati responsivi i pazienti che presen-tavano normalizzazione dei livelli dicortisoluria (UFC). Obiettivi secon-dari dello studio sono stati la ridu-zione dei livelli di ACTH, cortisolosierico e salivare e il miglioramentodei parametri clinici.I risultati a 6 mesi hanno dimostratouna riduzione media dei livelli di UFC

del 50%, con una normalizzazionenel 20% (più elevata nei pazienti cheassumevano 900 μg ×2/die vs 600 μg×2/die: 26% vs 15%). A un anno diterapia i risultati erano sovrapponibili:19% di normalizzazione (900 vs 600μg ×2/die: 25% vs 13% rispettivamen-te), senza evidenza di “escape” allaterapia. Una significativa riduzione siè osservata per i livelli di ACTH, corti-solo sierico e salivare. La terapia conpasireotide ha inoltre dimostrato unsignificativo miglioramento dei para-metri clinici, soprattutto per quantoconcerne i livelli di pressione arterio-sa, il BMI, il quadro lipidico e la qua-lità di vita. Una significativa riduzionedel volume della lesione (9-40%) si èosservata in alcuni casi. I dati di“safety” hanno dimostrato che pasi-reotide può determinare effetti collate-rali simili a quelli osservati in corso ditrattamento con altri analoghi dellasomatostatina (octreotide, lanreotide),prevalentemente disturbi gastro-inte-stinali, mentre un effetto più spiccatosi è osservato per quanto concerne ilpeggioramento del compenso glice-mico, soprattutto nei pazienti che pre-sentavano un compenso peggioreall’inizio del trattamento. Non si ècomunque verificato alcun caso di

scompenso glicemico acuto. In alcunipazienti si è osservata l’insorgenza diiposurrenalismo che ha reso necessa-ria la riduzione del dosaggio del far-maco.Nel complesso, lo studio ha dimo-strato che il trattamento cronico conpasireotide è in grado di ridurresignificativamente i livelli di cortiso-luria nei pazienti con malattia diCushing e di normalizzare il quadrobiochimico in alcuni pazienti. Talemiglioramento biochimico sembraassociarsi a un miglioramento dellecomplicanze cliniche. Il compensoglicemico deve essere monitoratocon particolare attenzione, soprattut-to nei pazienti che presentano unquadro di iperglicemia già prima del-l’inizio della terapia. Pasireotide puòpertanto rappresentare un nuovostrumento di terapia medica specifi-camente indirizzato (come riportatonella scheda tecnica del farmaco) peri pazienti con malattia di Cushing.

Emanuela ArvatDivisione di Endocrinologia,Diabetologia e Metabolismo,

Dipartimento di Medicina Interna,Università di Torino

©2012, Editrice Kurtis