dalla carta al touchscreen
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INDICE
Indice .................................................................................................................... 2 Introduzione ......................................................................................................... 4 1. Il classico che si rinnova ............................................................................... 6
3.1 Dallo store fisico allo store online ........................................................... 6 3.2 Dallo sfogliare le pagine al toccare uno schermo ................................... 8 3.3 Dalla casa editrice al self-publishing ..................................................... 12
2. Il classico che si rinnova ............................................................................. 15 3.1 Gli ebook sostituiranno i libri? .............................................................. 15 3.2 Italia, ebook e prospettive future: intervista a Luisa Capelli ................. 16 3.3 Cambiare prospettiva ............................................................................. 21 3.4 Ebook: vantaggi e punti deboli .............................................................. 23
3. Prospettive future ........................................................................................ 24 3.1 Gli ebook per leggere ............................................................................ 24 3.2 Gli ebook per educare ........................................................................... 25 3.3 Strumenti per la creazione di un ebook ................................................. 27 3.4 L’innovazione della Apple nel settore educativo .................................. 28 3.5 Alcune problematiche relative agli ebook ............................................. 30
Conclusione ........................................................................................................ 33 Appendice A ....................................................................................................... 36 Bibliografia ......................................................................................................... 37
3
A mio padre Nunzio e mia madre Maria Giovanna,
il cui amore ha dato vita a quattro creature
e la cui forza nel sacrificio è per me
esempio da imitare e conservare.
Siete i pilastri della mia esistenza e
le mie guide sagge nelle scelte.
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INTRODUZIONE
La conoscenza della storia dell’uomo è avvenuta principalmente con
l’invenzione della scrittura, nelle forme arcaiche prima e in quelle complesse dopo.
Questa tuttavia è legata al mezzo con cui viene trasmessa, e il mezzo privilegiato dai
tempi degli antichi egizi è la carta. Ad oggi possiamo dire che la storia dell’umanità è
rilegata in miliardi di libri, tonnellate di cellulosa e inchiostro che, organizzate in
maniera intelligente, hanno fatto nascere enormi biblioteche e librerie, veri e propri
sacrari del sapere di tutti campi in cui l’intelligenza dell’uomo ha potuto placare la sua
sete di conoscenza. I libri con le loro storie accompagnano la crescita dei bambini, con
le loro nozioni quella dei ragazzi, con i loro sentimenti quelli degli adulti.
Ma negli ultimi anni stiamo assistendo ad un fenomeno particolare, quello che
molti percepiscono e definiscono come una minaccia all’istituzione dei libri nella forma
in cui li abbiamo sempre conosciuti: è nato l’ebook.
Se dovessimo definirlo basterebbe dire che è semplicemente un libro
elettronico, ma la questione è molto più complessa, in quanto se per molti versi l’ebook
è una tecnologia che potrebbe ampliare il panorama dei libri grazie alle funzioni che
permettono di estendere l’esperienza del lettore, per altri è una tecnologia ai primi passi
che non può essere applicata a tutti i campi attualmente ricoperti dai libri cartacei.
Inoltre ad accompagnare l’ebook, che non è altro che una modalità di pubblicazione di
libro, troviamo ciò che permette all’ebook di essere letto, un supporto chiamato ereader.
Scopo di questo lavoro è fornire una panoramica introduttiva al fenomeno
dell’editoria digitale, analizzandone i fenomeni e le condizioni che ne hanno permesso
la nascita e la crescita e cercando di capire quali sono le prospettive di sviluppo.
Nel capitolo 1 vengono individuati alcuni momenti storici che reputiamo di
fondamentale importanza nel quadro dell’editoria digitale, analizzando con dati statistici
quella che è la reale situazione del mercato editoriale soprattutto in Italia.
Nel capitolo 2 vogliamo invece entrare più a fondo nelle tematiche riguardanti
l’ebook, cercando di confrontare le pubblicazioni cartacee e quelle digitali e
presentando una diversa prospettiva che funga da chiave di lettura per capire meglio il
fenomeno dell’editoria digitale ed i vantaggi che potrebbe portare.
Nel capitolo 3 infine tentiamo di focalizzare alcune prospettive future per
l’utilizzo degli ebook, immaginandone l’applicazione in alcuni settori specifici ma
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evidenziandone le criticità e le problematiche che ancora non possono rendere possibile
il pieno utilizzo di questi strumenti.
Certamente l’argomento trattato è molto più ampio, e ci sono aspetti che in
questo lavoro vengono volontariamente tralasciati. D’altronde la riflessione sull’editoria
digitale è tutt’ora un campo apertissimo, in quanto il fenomeno è ancora in via di
sviluppo e siamo ancora nella fase di presa visione. La stessa bibliografia
sull’argomento è relativamente povera, e gran parte delle informazioni si trovano in
internet. Tra queste poi una consistente percentuale riguarda piuttosto la parte
manualistica, cioè le istruzioni per la creazione di un ebook, mentre la rimanente parte è
popolata da blog di giornalisti, scrittori o appassionati e da atti di convegni o interviste.
Questo indica che l’argomento è ancora in via di definizione data la vasta gamma di
implicazioni che comporta, e bisogna, a mio avviso, astenersi da giudizi critici o
profetici che tendono o a distruggere la valenza di questa evoluzione o ad esaltarla
abbattendo completamente il passato.
Alla fine oltre ad osservare un fenomeno in continua crescita e a proporre
modalità con cui possa diventare sempre più utile e fruibile non possiamo far altro che
immaginare un futuro in cui il valore del libro venga preceduto da quello della lettura,
in vera crisi negli ultimi anni, e ben vengano nuove modalità con cui far tornare la
passione per la lettura e più in generale per la conoscenza nelle generazioni dei nativi
digitali e di chi, per la tirannia del tempo, non riesce a concedersi qualche attimo di
riposo intellettuale.
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1. IL CLASSICO CHE SI RINNOVA
Negli ultimi vent’anni l’editoria tradizionale si è dovuta incontrare con
l’evoluzione tecnologica, che ha riguardato non solamente le procedure di
impaginazione e di stampa delle pubblicazioni cartacee, ma soprattutto le novità che ha
saputo introdurre l’informatica, sia a livello di dispositivi hardware che a livello di
sistemi software nel campo della distribuzione e della lettura di tali pubblicazioni.
L’unione tra questi due settori ha portato a quella che oggi viene definita come editoria
digitale, da molti vista come nemica della lettura tradizionale e come annullamento del
valore del libro, da altri vista come l’evoluzione naturale dell’editoria e come l’inizio di
un futuro di cui si possono solamente ipotizzare i risvolti.
A mio avviso possiamo individuare tre passaggi di questa evoluzione, tre
momenti che hanno attraversato la storia e che hanno condotto l’editoria alle attuali
condizioni: il cambio del sistema di vendita dei libri, il cambio del sistema di lettura e il
cambio del sistema di pubblicazione.
Probabilmente il termine “cambio” è di prematuro utilizzo, in quanto implica
l’abbandono di una modalità o di un mezzo in favore di un altro, cosa non vera nel
nostro caso, ma mi è sembrato opportuno utilizzarlo in quanto è necessario un vero e
proprio “cambio” di mentalità per approcciarsi correttamente ai fenomeni che adesso
vedremo nello specifico.
3.1 Dallo store fisico allo store online
Il 19 maggio 2011 è una data che verrà sempre ricordata nella storia
dell’editoria: lo store online Amazon annuncia di aver venduto, per la prima volta nella
storia, un numero maggiore di ebook rispetto ai libri tradizionali.
Amazon nasce nel 1995, anno in cui internet comincia a diffondersi nelle case e
negli uffici. Si tratta di un sito web che permette l’acquisto di libri direttamente dal
proprio pc fornendo un triplice vantaggio:
1. non doversi recare in libreria in quanto il libro si ordina online e si riceve tramite
posta entro 24/48 ore;
2. acquistare il titolo desiderato con uno sconto maggiore rispetto a quello proposto
nelle librerie;
3. valutare l’acquisto basandosi non solo sulla “fama” del titolo o del suo autore, ma
anche sulle recensioni degli altri utenti che lo hanno già letto.
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Il suo successo è immediato: nei primi due mesi di vita generò guadagni di circa
ventimila dollari a settimana, e oggi è il più grande negozio online esistente, allargando
il catalogo prodotti anche a CD musicali, DVD, software, oggettistica di vario genere,
giocattoli e molto altro. Negli anni successivi sono nati molti altri siti web simili ad
Amazon, e le stesse case editrici si sono dotate di un sistema e-commerce di
distribuzione dei propri titoli1.
L’esempio di Amazon e dei suoi successori è emblematico per capire che il
primo passo dell’evoluzione dall’editoria tradizionale a quella digitale ha riguardato il
sistema di vendita delle pubblicazioni: non c’è più bisogno da parte del lettore di
doversi recare in libreria per acquistare un libro o per vedere i titoli disponibili, basta
connettersi al sito web della casa editrice o di un e-commerce dedicato, sfogliare il
catalogo, inserire il libro nel carrello virtuale, pagare e attendere che quanto ordinato
arrivi comodamente a casa.
Figura 1 - La scelta di acquistare on line (Fonte: Casaleggio Associati, 2011)
In Italia l’e-commerce nel 2010 è cresciuto del 43% rispetto al 2009, fatturando
circa 14,3 miliardi di euro. L’1,9% (equivalente a circa 271 milioni di euro) ha
riguardato prodotti di editoria2. Molto più importante è invece la conversion rate3
ottenuta dai siti che vendono libri, cioè il 2,0%. Questo significa che su un campione di
100 utenti che visitano il sito di una libreria o un e-commerce di prodotti editoriali,
almeno 2 utenti portano a compimento l’acquisto. Potrebbe sembrare scarso come dato, 1 Si rimanda all’APPENDICE A per una rassegna di e-commerce dedicati ai libri 2 Ricerca “E-commerce in Italia 2011 - I clienti dell'e-commerce" a cura della casa editrice
Casaleggio Associati 3 Tasso di conversione tra visitatori e clienti, cioè la percentuale di persone che, visitando un
sito, effettuano l'operazione desiderata nel momento in cui decidono di visitarlo, nel nostro caso l’acquisto di un libro.
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ma in Italia l’unico settore con una percentuale maggiore è il turismo, e calcolando che
il 74,5% delle persone che navigano in internet ha visitato un sito e-commerce e in italia
sono circa 28 milioni gli utenti attivi mensilmente in internet, possiamo ritenerlo un
ottimo risultato.
L’ultimo rapporto AIE4 infine parla di un boom delle librerie on line (+24,5%),
incremento dovuto non solo all’ingresso di nuovi operatori nel mercato della reta
(laFeltrinelli.it a fine 2009, Amazon.it a fine 2010) o alle politiche di promozione, ma
soprattutto ai cambiamenti nei comportamenti d’acquisto da parte del pubblico.
I ritmi di vita odierni, specie nelle città industrializzate, riducono i tempi liberi e
i momenti di svago. Concedersi sfizi quali l’acquisto di un libro, operazione che richiede
tempo se non si hanno le idee chiare sul tipo di acquisto da effettuare, è diventato
difficile. Da un lato le librerie si stanno adeguando prolungando gli orari di apertura al
pubblico oltre il classico orario d’ufficio, dall’altro la modalità di acquisto di oggetti di
consumo che non richiedono l’intervento diretto della persona (come possono essere i
vestiti o gli alimenti) si è praticamente spostata online.
3.2 Dallo sfogliare le pagine al toccare uno schermo
La seconda fase del passaggio all’editoria digitale la possiamo definire come
una vera e propria rivoluzione. Infatti mentre con l’acquisto di un libro online si ha
comunque un supporto cartaceo, una pubblicazione digitale è un libro nella sua forma
pre-stampa in formato elettronico, quindi non tangibile a livello tattile ma fruibile allo
stesso modo per i contenuti. Cambia, in pratica l’approccio allo strumento stesso di
lettura: non più un insieme di pagine da sfogliare, ma un file da scorrere su un
dispositivo che lo consente.
Anche qui è d’obbligo un breve excursus storico. Il libro elettronico non è una
novità degli ultimi anni, anzi, la sua nascita la possiamo collocare nel 1971, anno in cui
l’americano Michael Hart dà il via al progetto Gutenberg con l'obiettivo di combattere
l’analfabetismo costituendo una biblioteca di versioni elettroniche liberamente
riproducibili di libri stampati5. Questa iniziativa viene portata in Italia e nel 1994 nasce,
ad opera della Onlus Liber Liber che ha per scopo la promozione dell'accesso libero alla
cultura, il Progetto Manunzio, una biblioteca digitale ad accesso gratuito che contiene
4 Associazione Italiana Editori, dati del Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2010,
reperibile online all’indirizzo www.aie.it/LinkClick.aspx?fileticket=VhebinUVCfg%3D&tabid=2808 5 Storia degli ebook e dell’editoria digitale, http://it.wikipedia.org/wiki/Ebook
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diverse centinaia di testi, prevalentemente classici della letteratura italiana ma anche -
con l'autorizzazione dei detentori dei diritti - alcune opere contemporanee.
Possiamo affermare però che la vera rivoluzione non sta tanto nel formato
elettronico di un testo, quanto nei dispositivi che sono in grado di leggerlo. Difatti sino
a pochi anni fa gli ebook potevano essere letti solamente sui computer, e nonostante
alcuni famosi brand della tecnologia hanno cercato di introdurre nel tempo dispositivi di
lettura portatili, la situazione non è mai cambiata. A rivoluzionare il sistema troviamo
ancora Amazon, che nel 2007 lancia sul mercato un dispositivo a basso costo chiamato
Kindle, delle dimensioni di 19,1 × 13,5 centimetri, uno spessore di 1,8 cm e peso di 292
grammi. Questo dispositivo, estremamente leggero e portatile, permette di salvare nella
sua memoria diverse decine di libri e di prendere appunti grazie alla tastiera integrata.
Divenne subito molto popolare, andò esaurito in poche ore e per i mesi successivi
divenne difficilissimo comprarlo. Da allora si sono prodotte altre versioni del Kindle ed
oggi il dispositivo costa solamente 99 euro e può contenere fino a 1400 libri. Dopo il
Kindle molte altre società hanno prodotto lettori di ebook, ma bisogna aspettare il 2010
per vedere la nascita di un dispositivo che fa fare un enorme balzo avanti all’editoria
digitale: l’iPad della Apple. La differenza con il Kindle, a parte le dimensioni
leggermente più grandi, è nelle sue funzionalità: non è solo un lettore di ebook, ma
anche un dispositivo per lavorare, navigare in internet e giocare, cioè un tablet6.
L’unione di più funzionalità nello stesso dispositivo diventa una forte spinta all’acquisto
di questo prodotto che, anche se notevolmente più costoso rispetto al Kindle, ottiene un
enorme successo: 300 mila unità il primo giorni di vendita, 1 milione nei primi 28
giorni solo negli Stati Uniti, 25 milioni nel primo anno di vita.
Siamo nel pieno del concetto di dispositivo all-in-one, cioè uno strumento la cui
usabilità spazia dal lavoro al gioco all’intrattenimento nella massima compattezza e
comodità d’uso.
La lettura degli ebook all’interno dell’iPad è gestita da un software chiamato
iBooks, che permette la visualizzazione di un libro elettronico emulando la grafica e le
caratteristiche di un libro cartaceo (copertina, spessore, colore delle pagine,
ombreggiatura, effetto sfogliamento) ma ampliandone le funzioni, permettendo di
evidenziare testi interessanti salvandoli in una apposita categoria, aggiungere note,
6 Termine con cui si identificano dispositivi caratterizzati da dimensioni compatte e che
utilizzano come unico sistema di input uno schermo controllato da una penna o tramite dita.
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cercare il significato di un vocabolo, inserire uno o più segnalibri e cercare parole o
frasi all’interno dell’intera pubblicazione.
Figura 2 – Interfaccia grafica di un libro su iBooks
Di pari passo alla creazione di nuovi dispositivi hardware è cresciuta anche la
stessa impaginazione degli ebook, che per essere adattati a supporti che li utilizzino al
meglio devono essere strutturati secondo alcuni parametri. L’esigenza di uniformare i
formati delle pubblicazioni elettroniche ha dato quindi vita alla creazione di un nuovo
standard, chiamato ePub, adottato nel 2007 dall’International Digital Publishing Forum
(IDPF), un organismo internazionale no-profit al quale collaborano università, centri di
ricerca e società che lavorano in ambito sia informatico che editoriale.
Figura 3 – Logo ufficiale dello standard ePub
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Quali sono state, quindi, le conseguenze dell’unione tra il settore hardware e il
settore software dell’editoria digitale? A fine 2010, secondo i dati ufficiali AIE il
mercato dei libri ha fruttato il 3,4 miliardi di euro, lo 0,3% in più rispetto al 2010 ma il
7,9% in meno rispetto al 2007. Solamente gli ebook, che nel 2009 erano inesistenti nelle
vendite, nel 2010 hanno fatturato 1,5 milioni di euro, assicurandosi lo 0,04% del
mercato, e le stime del 2011 parlano di 4-5 milioni di euro sul fatturato complessivo.
All’ampliarsi delle vendite si amplia anche la gamma di titoli disponibili e la diffusione
di dispositivi di lettura, con oltre 390mila e-reader venduti nel Paese (giugno 2011). Si
evidenzia inoltre una sostanziale stabilità del prezzo medio degli ebook italiani (11,18
euro), indice del fatto che gli editori sono alle prese con la costituzione del catalogo, e
appare evidente la crescita del formato ePub come standard di produzione.
Figura 4 – andamento della vendita degli ebook da Gennaio a Settembre 2011
2010 2011
Gennaio Gennaio Febbraio Marzo Maggio Settembre
1619 7559 8186 8932 11271 17951 Figura 5 – Quantità di ebook prodotti tra il 2009 e il 2010
Alla crescita degli ebook corrisponde una diminuzione della produzione
cartacea: secondo i dati sulla produzione libraria raccolti annualmente dall’Istat7, mentre
nel 2006 si pubblicavano 61.440 libri, nel 2010 si è scesi a 57558.
7 Tutte le statistiche relative alla Produzione libraria in Italia sono reperibili all’indirizzo
http://culturaincifre.istat.it/pubblicazioni_centrale_libri.htm
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Figura 6 – Produzione libraria in Italia dal 1999 al 2009 (Fonte: ISTAT)
Tuttavia il calo di produzione non ha avuto nessuna influenza negativa sulle
vendite in generale, in quanto si è prodotto di meno ma si è venduto di più. Anzi, ci
sono dati positivi anche sul numero di lettori, cresciuto dell’1,7% rispetto al 2009.
Questo significa che la letteratura digitale, unita al successo del market online, sta
portando un buon contributo all’economia editoriale.
3.3 Dalla casa editrice al self-publishing
Sino ad oggi la pubblicazione di un libro è sempre stata filtrata da logiche di
mercato e da scelte effettuate dalle case editrici. Un qualsiasi autore che aveva scritto un
romanzo, ad esempio, doveva inviare copie del manoscritto a decine di case editrici,
sperare che fossero quantomeno prese in considerazione per la lettura e attendere una
risposta, spesso negativa. Un processo del genere ha dato spazio a pochi autori, e
nonostante vengano pubblicati circa 160 titoli al giorno, la metà di questi non vendono
nemmeno una copia e dell’altra metà si contano su due mani quelli che hanno successo.
Anche questa dinamica è cambiata nel sistema dell’editoria digitale, in quanto
da qualche anno si è diffuso il sistema del self-publishing, dove ognuno è editore di se
stesso. A livello pratico tutta la procedura editoriale dallo scrittore al lettore è seguita
dall’autore stesso del libro: scrittura, impaginazione, marketing, pubblicità, confronto
col lettore. Il vantaggio? Innanzitutto la distribuzione del lavoro viene fatta senza filtri,
pubblicando con un investimento minimo qualsiasi cosa. Poi il guadagno: una
pubblicazione digitale in mano alla casa editrice frutta all’autore il 17,5% dei ricavi,
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mentre una pubblicazione self-published ne frutta il 70%. Due esempi possono far
capire meglio quanto può essere fruttuoso il self-publishing: John Locke e Amanda
Hocking.
John Locke è un assicuratore sessantenne. Qualche anno fa ha cominciato a
pubblicare una serie di romanzi in ebook su Amazon. A giugno 2010 ha superato il
traguardo della vendita di 1 milione di copie, posizionandosi tra i primi 5 autori
acquistati su Amazon ma come unico autore senza una casa editrice alle spalle. La
strategia del successo avuto da Locke ha viaggiato su due binari paralleli: in primis una
indubbia capacità stilistica dell’autore che ha saputo fidelizzare gli utenti all’acquisto
dei 9 libri della serie, poi il bassissimo prezzo a cui ha venduto le pubblicazioni, da un
minimo di 0.99 a un massimo di 3.44 dollari. Tutta la serie costa poco più di 12 dollari,
meno di un solo libro cartaceo.
Amanda Hocking è un’ex-infermiera ventiseienne. Ha scritto una trilogia
incentrata su fenomeni paranormali puntando su un target adolescenziale. Approdata su
Amazon ha venduto i suoi libri a da 0,99 a 2,99 dollari, e a maggio del 2011 si
calcolavano circa 100 mila copie vendute al mese. Ora questa ragazza è milionaria, e
anche qui ad un talento letterario si è affiancata una giusta strategia di marketing.
Analoga la storia di Stephen Leather, autore britannico che ha pubblicato i suoi
romanzi su Amazon dopo che la casa editrice Hodder and Stoughton ha rifiutato tre
manoscritti e che ha scalato le classifiche posizionadosi come autore più letto per ben
due mesi.
La questione del self-publishing fa comunque storcere il naso a parecchia gente.
Pietrangelo Buttafuoco, giornalista e scrittore italiano, durante un’intervista per
l’agenzia Adnkronos8, paragona Internet “alle pareti delle latrine, dove uno arriva e
scrive ciò che vuole, ma non determina l'autorevolezza.” E continua dicendo “mi fido
molto di più del lavoro editoriale”.
Paolo Marasca, anche lui scrittore, esprime titubanza affermando: “il mercato
editoriale è letteralmente strozzato dalla grande distribuzione, così come lo sono le
librerie indipendenti; un editore, specie se talent scout, non ha i mezzi per svolgere un
lavoro di qualità; un libraio, specie se bravo e attento, non ha i mezzi per confrontarsi
con le grandi catene e dare visibilità ad una certa letteratura. Risolvere questo nodo
8 http://www.adnkronos.com/IGN/News/CyberNews/Editoria-Buttafuoco-la-rete-come-pareti-
latrine-si-scrive-cio-che-si-vuole_311739206356.html
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sarebbe la vera rivoluzione, mentre credere che il self publishing possa bypassarlo mi
sembra una chimera.”
Insomma, da un lato troviamo la volontà da parte delle case editrici di scoprire
talenti letterari, ma alla fine questa ricerca è tesa più al successo e alla vendita che
all’incremento del patrimonio culturale; dall’altro lato la volontà di emergere da parte di
scrittori indipendenti che magari non hanno una formazione umanistica ma che
inseguono una passione o semplicemente hanno qualcosa da raccontare. La storia
dell’editoria sta dando ragione a questi ultimi, e i processi che abbiamo fin’ora
analizzato, cioè il cambio del sistema di vendita e il cambio del sistema di lettura, sono
state conditio sine qua non perché il self-publishing potesse avere un così grande
successo.
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2. IL CLASSICO CHE SI RINNOVA
3.1 Gli ebook sostituiranno i libri?
Dopo aver preso visione e analizzato velocemente le statistiche riguardanti il
mercato dell’editoria classica e dell’editoria digitale in Italia e dopo aver cercato di
individuare nella storia i punti di svolta che hanno portato alla situazione attuale, è
giusto chiedersi verso quale direzione stia andando l’editoria.
Parlare di ebook che sostituiranno completamente i libri è una di quelle
domande alla quale non si può dare una risposta. Al momento si sta osservando la
crescita di un fenomeno al quale ancora ci si deve adattare del tutto, ma da qui a fare
previsioni o avanzare profezie a strada è lunga. La storia della tecnologia è piena di
nuove invenzioni, ma molte di queste non hanno scalzato quanto fatto prima,
limitandosi ad ampliarle o scomparendo del tutto. Citando Umberto Eco possiamo
affermare che “il libro appartiene a quella generazione di strumenti che, una volta
inventati, non possono più essere migliorati. Appartengono a questi strumenti la
forbice, il martello, il coltello, il cucchiaio e la bicicletta [...]. Il libro è ancora la forma
più maneggevole, più comoda per trasportare l'informazione.” E ancora citando Marco
Croella, direttore tecnico di Simplicissimus Book Farm, “il libro cartaceo va avanti da
secoli perché finora nessuna tecnologia è stata in grado di offrire una esperienza di
lettura confortevole come quella della carta”9. In effetti la carta è stato il mezzo di
trasmissione privilegiato per centinaia di anni. Dalla sua invenzione è stato il mezzo con
cui si è trasmessa la memoria di una persona o di un popolo, tutto ciò che sappiamo di
certo sul passato, è stato scritto da qualcuno in un determinato periodo di tempo,
giungendo fino a noi e rendendo possibile una accurata ricostruzione storica. Possiamo
dire che la carta è la depositaria della memoria storica dell’uomo, oltre che mezzo di
trasmissione di notizie, sentimenti, informazioni. Tornando a citare Umberto Eco:
La vera ragione per cui i libri avranno lunga vita è che abbiamo la prova che
sopravvivono in ottima salute libri stampati più di cinquecento anni fa, e pergamene di
duemila anni, mentre non abbiamo alcuna prova della durata di un supporto
elettronico. Nel giro di trent'anni il disco floppy è stato sostituito dal dischetto rigido,
questo dal dvd, il dvd dalla chiavetta, nessun computer è più in grado di leggere un
floppy degli anni Ottanta e quindi non sappiamo se quanto c'era sopra sarebbe durato
9 Intervista pubblicata il 21 dicembre 2009 su booksblog.it - http://goo.gl/w0YEG
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non dico mille anni ma almeno dieci. Quindi, meglio conservare la nostra memoria su
carta10.
Per quanto comunque Umberto Eco possa avere ragione, è bene avere anche uno
sguardo più moderno sulla questione, perché mentre fino a cento anni fa il libro o più in
generale il materiale scritto era l’unico mezzo di trasmissione e di conservazione di
informazioni, le nuove tecnologie di produzione e storage11 di materiale multimediale
hanno sia ampliato la capacità di accesso alle informazioni che raffinato i metodi di
memorizzazione e ricerca delle stesse.
Quindi credo sia più giusto, in questo periodo storico, non parlare di sostituzione
del libro cartaceo con il libro elettronico, ma di evoluzione sia in campo editoriale sia in
campo di prassi, cioè sia da parte di chi deve pubblicare un libro sia da parte di chi lo
deve leggere. Chi deve pubblicare un libro dovrà tenere conto delle nuove modalità di
fruizione dei contenuti cercando di creare una esperienza di lettura che possa ampliare
quella classica con il continuo accesso alle risorse di rete. Chi invece legge il libro
dovrà aprirsi a questa nuova forma di approccio alla lettura e cercarne di capire gli
aspetti positivi senza chiudersi in una sterile barricata fatta di carta.
Ampliando ulteriormente lo sguardo la questione inevitabilmente tocca il campo
delle scienze umanistiche, tanto che si sta sviluppando una branca di questo settore
definita come informatica umanistica che ha come fine quello di fare da ponte tra il
campo umanistico e quello informatico. Biblioteche di fama internazionale stanno
digitalizzando i loro cataloghi per renderli fruibili tramite terminali12, la maggior parte
delle università ha indicizzato i titoli presenti negli scaffali dei propri archivi per
facilitare la ricerca, le istituzioni stanno lentamente cercando di informatizzare l’accesso
alle informazioni che spesso non sono reperibili nemmeno andando di persona negli
uffici pubblici. Insomma, l’informatica attualmente è un ottimo supporto per questi
campi, anche se ancora non sfruttata appieno per le sue reali capacità.
3.2 Italia, ebook e prospettive future: intervista a Luisa Capelli
Tornando alla situazione italiana, possiamo dire che il dibattito sulle nuove
frontiere dell’editoria è acceso, e si sta affrontando molto seriamente la questione. 10 Umberto Eco, 2010, Non fate il funerale ai libri, “l’Espresso”, reperibile online all’indirizzo
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/non-fate-il-funerale-ai-libri/2132084 11 Termine con cui si indica, in campo informatico, l’archiviazione virtuale dei dati 12 Alcuni esempi di biblioteche online sono la British Library (http://www.bl.uk), La Bodleian
gestita dall’università di Oxford (http://www.bodley.ox.ac.uk), la Bibliothèque Nationale de France (www.bnf.fr) e la Library of Congress (http://www.loc.gov)
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Nell’ultimo anno sono tantissimi i blog e i forum di discussione nati da esperti del
settore (professori universitari, giornalisti, editori13) o da semplici amatori, e non sono
state poche le conferenze che hanno affrontato questioni riguardanti l’editoria il suo
futuro14. Inoltre la questione è anche materia di formazione accademica, difatti le facoltà
umanistiche presenti sul territorio nazionale che si occupano di comunicazione ed
editoria hanno ampliato i propri campi di ricerca inserendo nei programmi anche delle
sezioni riguardanti l’editoria digitale e gli ebook.
Molto gentilmente la professoressa Luisa Capelli15, docente di Economia e
gestione delle imprese editoriali presso il Corso di Laurea Magistrale in Scienze
dell’Informazione, della Comunicazione e dell’Editoria dell’Università di Tor Vergata16
e fondatrice della Meltemi editore17, ha dato la sua disponibilità per rispondere ad
alcune domande circa l’editoria digitale e il suo futuro. Riporto di seguito l’intervista
integrale.
L'editoria digitale anche in Italia sta crescendo in maniera evidente. Cosa
ne pensa? L’editoria digitale sta crescendo, anche se meno rapidamente di quanto in un
primo momento era apparso. Più di una crescita esponenziale si tratta di una crescita di
moltiplicazione, però sicuramente il processo è avviato ed è oramai irreversibile. Il
punto è soltanto dei tempi con i quali si potrà arrivare a raggiungere una massa critica
che produrrà uno spostamento notevole così come è avvenuto negli Stati Uniti. Anche
perché funziona molto da traino quello che sta avvenendo negli altri paesi, e i problemi
italiani riguardano non tanto i libri digitali in sè quanto proprio la diffusione delle
competenze digitali. Il digital divide è proprio questo: non c’è una alfabetizzazione
culturale sufficiente per accedere in modo autonomo alla rete, e se non c’è questo non
c’è tutto quello che ne consegue, dai pagamenti online con la carta di credito, dalle
vendite degli ebook, dai servizi pubblici che sono impraticabili in rete eccetera. Quindi
anche alcune resistenze degli editori stanno dentro questo scenario, non sono qualcosa
di estraneo.
13 Si consigliano i blog di Marco Carrara (http://www.steamfantasy.it/blog/), Antonio Tombolini
(http://antoniotombolini.simplicissimus.it/), Giuseppe Granieri (http://www.bookcafe.net/) 14 Gli appuntamenti più importanti in Italia sono Ebook Lab Italia a Rimini
(www.ebooklabitalia.com), IfBookThen a Milano (www.ifbookthen.com) e Librinnovando a Roma (www.librinnovando.it)
15 http://www.luisacapelli.eu/blog 16 http://editoriaecomunicazione.uniroma2.it/ 17 http://www.meltemieditore.it/
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Le grandi case editrici hanno aperto i loro store online, ma quale futuro per
le piccole e medie case editrici che pubblicano titoli solamente in cartaceo?
Le possibilità che il digitale offre soprattutto ad una serie di pubblicazioni meno
appetibili per i numeri che fanno dal punto di vista del mercato librario tradizionale,
quasi naturalmente fanno spostare l’attenzione verso il digitale. Le reazioni delle case
editrici sono molto contraddittorie, perché salvo alcuni sparuti casi, peraltro di editori
che hanno già iniziato da tempo e che operano nella editoria di nicchia, chi si sta
spostando oggi sul digitale sono più i grandi che i piccoli. Certo i grandi bisogna poi
prenderli sempre con le molle, nel senso che se guardiamo le quantità di testi che
Mondadori, ad esempio, ha convertito in digitale è irrisoria rispetto al catalogo generale,
però le nuove produzioni effettivamente le stanno pubblicando quasi tutte in digitale.
Invito però a riflettere sulla questione della trasformazione in digitale del
catalogo, passaggio che negli Stati Uniti ha determinato un punto di svolta. La
strutturazione di un mercato ampio che consenta agli editori di pensare agli ebook come
una strada effettivamente percorribile e come un possibile modello di business su cui
costruire un’impresa, prevede come passaggio fondamentale quello di avere tanti titoli
in catalogo. Il digitale funziona in un modo completamente diverso rispetto al mercato
tradizionale: mentre questo impone di ottenere i numeri più alti possibili con l’ultima
novità che viene pubblicata, il digitale funziona nel modo esattamente opposto, cioè i
grandi numeri si ottengono dalla somma di tanti piccoli numeri dei tanti libri che si
hanno in catalogo. Non si raggiungono mai numeri così ampi se ci si limita soltanto alle
nuove produzioni. Questo è il passaggio che richiede una fase di avvio un po’ più lenta
ma che nel momento in cui si raggiunge la massa critica fa cambiare le cose.
I lettori stanno chiedendo molto più di quello che gli editori stanno offrendo.
Quali sono i risvolti favorevoli della pubblicazione di un ebook?
In primo luogo di consentire a libri che oggi non sono presenti sul mercato
perché o sono fuori catalogo o non sono distribuiti per varie ragioni, di avere di nuovo
una vita. In secondo luogo c’è tutto il nuovo che si può pensare con gli ebook. Io ho un
kindle e leggo prevalentemente testi che sono stati pensati in origine per finire sulla
carta, però penso che per tutto quello che riguarda l’educational invece ci siano
veramente prospettive ignote che varrebbe la pena percorrere e che l’ebook ci consente
soprattutto con il formato ePub.
Perché un lettore dovrebbe avere necessità di un ebook e preferirlo rispetto
al libro?
19
Posso parlare della mia esperienza, che credo sia abbastanza condivisa da chi
legge ormai da tempo in digitale. La prima ragione è quella di riuscire a trovare cose
che su carta non si trovano. In parte in Italia è vero anche il contrario, ma per tutti quelli
che sono abituati a leggere anche in inglese questo problema si sente già molto meno
perché si trova di tutto. Poi ovviamente la questione del prezzo, anche se qui le politiche
degli editori non sono poi così vantaggiose. Io so cosa significa produrre un ebook in
tutti i diversi formati leggibili dai diversi reader in circolazione, però non ci sono i costi
di distribuzione e di stampa che incidono pesantemente sul mercato cartaceo. Inoltre
dobbiamo cominciare a prescindere dai numeri del mercato tradizionale, numeri che
possono essere completamente diversi per il digitale: se io vendo a 5 euro l’ebook di un
libro che in libreria con tante difficoltà trovo a 14 euro, posso realisticamente
attendermi che le vendite siano in numero enormemente più ampio e possono
raggiungere un pubblico di lettori che la versione cartacea del libro non può neanche
immaginare di raggiungere.
E’ un po’ il concetto che è alla base del successo del self-publishing.
Certo, anche sé lì c’è un intreccio di questioni che riguardano anche la capacità
degli autori di comunicarsi efficacemente in rete. Tuttavia c’è soprattutto la possibilità
di vedere pubblicati libri di autori che altrimenti non vedremmo mai pubblicati. Poi ci
sono i detrattori che dicono che saremo sopraffatti da una mole di spazzatura che non ci
consentirà più di capire che cosa è buono e cosa non lo è, ma io non lo credo, anche
perché penso che di quei 160 titoli pubblicati ogni giorno solo in Italia di spazzatura ce
ne sia già tanta, e per quella che è la mia capacità di giudicare in libreria ne vedo
tantissima di spazzatura. Dunque il problema è quello di abituarsi ad utilizzare dei
sistemi di filtro e selezione dei materiali che abbiamo, cosa che in rete è molto più facile
di quanto non avvenga se entri in una libreria dove la scelta è limitata a quello che si
vede.
Anche il self-publishing quindi può essere una strada molto utile per far
decollare questo mercato. Attenzione però a non confondere il self-publishing con
l’editoria a pagamento, per me sono due cose completamente diverse che non vanno
assolutamente sovrapposte. Un conto è l’autore che effettivamente si autopubblica e
quindi non paga per farlo, al massimo decide di utilizzare le forme di revisione sociale
attraverso la rete, un conto è invece chi per farsi pubblicare l’ebook si poggia su siti che
offrono questo servizio.
20
Ci sono, a suo avviso, settori che potrebbero spostarsi completamente in
digitale?
Di fatto la manualistica lo ha già compiuto il passaggio, basti pensare ad un
editore come Bruno che si è affermato in Italia producendo quasi esclusivamente testi
manualistici e guide e che ha trasformato in digitale il suo catalogo. Ma ad esempio c’è
tutta una parte dell’editoria di ricerca che oggi vive solamente se finanziata, come i titoli
editi dai professori universitari che per pubblicare i libri di testo pagano gli editori. Lo
schema potrebbe cambiare se, pur essendoci un finanziamento iniziale da parte
dell’autore o del dipartimento universitario anziché produrre un libro di carta si
producesse un ebook con costi nettamente inferiori e si potesse vendere agli studenti
con costi ulteriormente minori rispetto ai tradizionali libri di carta. Mi pare che ci
sarebbe un guadagno per tutti.
Come giudica quello che sta avvenendo con il nuovo programma Author della Apple, dove molti professori hanno cominciato a pubblicare autonomamente
i propri testi distribuendoli al prezzo desiderato.
A me non piace molto l’ambiente che Apple ha costruito pensando a questo
strumento, una scatola molto efficiente dal punto di vista degli strumenti che mette a
disposizione dei potenziali autori ma che nello stesso tempo è una scatola totalmente
chiusa, per cui si è obbligati a distribuire gli ebook prodotti esclusivamente nella loro
piattaforma e la stessa lettura è vincolata all’utilizzo dei loro prodotti. E’ una gabbia
dorata, ma pur sempre una gabbia e a me le gabbie non piacciono.
Ma il sistema educativo potrebbe trarre beneficio dall’editoria digitale? Si
immagina un futuro in cui un bambino invece si imparare a scrivere su carta impari a scrivere su tablet?
A me questa non sembra la cosa decisiva. Intanto vorrei che i ragazzi
imparassero a leggere prima che a scrivere, perché in Italia si legge pochissimo. Mi pare
un obiettivo primario raggiungere dei livelli di lettura da paese occidentale, e se questo
avviene attraversi i libri digitali piuttosto che attraverso i post-it a me interessa poco.
Penso che questa si ormai un’emergenza per l’Italia che vada affrontata in un modo
completamente diverso rispetto a come si è fano fin ora. Se la produzione degli ebook
consente di abbassare di molto i prezzi, rendere più diffusa capillarmente la agibilità
della lettura, dotare gli studenti di strumenti che li mettano al passo dei tempi correnti e
non li tengano ancorati al secolo passato, secondo me va bene, perché siamo al punto
del “doverlo fare”, non del porci la domanda “se lo dobbiamo fare”. Da questo punto di
21
vista non soltanto gli ebook, ma tutto il mondo digitale e la rete offrono delle possibilità
che prima erano impensabili.
In questo momento credo che gli insegnanti migliori non sono solo quelli che
sanno trasmettere i contenuti, ma quelli che sono in grado di abilitare i loro allievi
all’uso migliore e più consapevole degli strumenti infiniti che abbiamo a disposizione.
Pensa che un giorno gli ebook sostituiranno i libri cartacei?
Non penso che il problema sia attardarci nella polemica e nella discussione “se e
quando gli ebook sostituiranno i libri di carta”. Intanto abbiamo questa tecnologia a
disposizione che ci consente di fare determinate cose in modo efficace, quindi usiamola.
Poi vedremo se questa verrà soppiantata da qualcos’altro che funzionerà ancora meglio
o se invece ci permetterà di prescindere dalla produzione cartacea. Si vedrà nel tempo,
ma non è una discussione all’ordine del giorno.
Per quello che mi riguarda io ho una casa invasa dai libri di carta, penso che
continuerò ad averne e a comprarne, ma purtroppo la carta, una volta che i libri si
ammucchiano nelle librerie casalinghe, significa prevalentemente polvere, ed è una lotta
quotidiana quella di smaltirla. Lo dico anche un po’ polemicamente però bisogna
lasciare da parte le forme feticistiche che ciascuno di noi coltiva. Pensiamo più in
generale.
3.3 Cambiare prospettiva
Quanto emerso dall’intervista è molto interessante. Da una parte gli editori
dovrebbero vedere il business non tanto nella vendita delle novità quanto nel rendere
fruibile l’intero catalogo; dall’altra i lettori dovrebbero capire il valore della lettura
staccandolo dall’impianto classico e accogliendo nuove forme di scrittura e
pubblicazione che danno accesso ad un numero maggiore di titoli; le istituzioni infine
dovrebbero ridurre il digital divide e contrastare il fenomeno della diminuzione dei
lettori (solo 26,4 milioni in Italia) favorendo sia l’accesso alle risorse che l’educazione
al loro utilizzo.
E’ necessario comunque un cambio di prospettiva per affrontare al meglio il
fenomeno dell’editoria digitale e delle sue conseguenze. Innanzitutto vedendo questa
evoluzione non tanto come una minaccia all’istituzione libro, quanto come una sua
nuova forma di diffusione che ne amplia le capacità. La possibilità di ricercare
facilmente una parola o una frase, l’immediatezza con cui poter copiare ed incollare
22
intere sezioni di testo, la facilità con cui scrivere note a margine, sono tutte funzioni
comode che supportano in maniera efficiente la lettura e lo studio.
Non possiamo più prescindere dall’utilizzo di questi strumenti. Già da diverso
tempo, utilizzando il computer, ci siamo abituati allo scambio di file in formato digitale:
moduli, guide, pubblicazioni, tesi, giornali e altro vengono giornalmente elaborati in
formato digitale e diffusi esclusivamente via web. Qualcuno potrebbe obiettare dicendo
che il semplice documento la cui lettura è fugace, immediata e limitata ad un breve
lasso di tempo è cosa diverso da un libro, e non gli do torto, tuttavia ribadisco che non
stiamo parlando del funerale del libro quanto di un nuovo approccio allo stesso. Il
concetto di libro rimane lo stesso, cambia il supporto.
Possiamo ben dire, evitando di cadere nel patetico, che un libro cartaceo ha il
suo fascino nella forma, il suo odore mentre si apre, il suo rumore mentre si sfoglia;
cattura l’attenzione, impegnando e coinvolgendo mentalmente e fisicamente il lettore, in
quanto occupa un suo spazio. Questi aspetti non sono presenti nei libri digitali, o
meglio, alcuni di questi aspetti possono solo essere emulati virtualmente. Prendiamo, ad
esempio, il fattore spaziale: un libro è solo ed esclusivamente un libro, occupa lo spazio
come tale e se viene preso tra le mani ha un’unica funzione. Un tablet invece, essendo
un dispositivo multitasking, può anche essere utilizzato come un libro, ma è utilizzato
soprattutto per altro. Questa sua capacità non lo inserisce tra i book killer, ma lo rende
pienamente conforme ai ritmi e ai bisogni odierni, in primis al concetto di mobilità.
Come detto nel capitolo precedente l’afflusso alle librerie diventa sempre più
complicato per chi è costretto a seguire ritmi di vita stressanti, quindi è meglio comprare
online un ebook e leggerlo un tablet o su un eReader mentre si va a lavoro in
metropolitana piuttosto che non leggerlo proprio.
Mi trovo dunque d’accordo con l’analista Allen Weiner di Gartner, che afferma:
“Sono tra quelli che ritengono che l’entusiasmo per gli ebook possa alimentare
l’interesse generale per la lettura. […] Ogni volta che si spinge la gente a leggere, a
prescindere dalla modalità, si stimola l’amore per la lettura e così a guadagnare sono
tutti i tipi di formato”.
E’ proprio qui il cambio di prospettiva, cioè non fossilizzarsi in una visione
tradizionalistica equiparando il nuovo con il distruttivo, quanto capire che il nuovo può
essere la risposta migliore ad una società che altrimenti giungerebbe al punto di fare
anche a meno dei libri.
23
3.4 Ebook: vantaggi e punti deboli
Cercando di avere un panorama più globale sugli ebook, termino il capitolo
riportando una tabella comparativa presentata da Ebook Lab Italia sui vantaggi e i punti
deboli di questo nuovo approccio ai libri.
VANTAGGI PUNTI DEBOLI Trasportabilità del dispositivo Molti di questo dispositivi sono abbastanza piccoli da poter essere tenuti in tasca ed essere trasportati ovunque. Trasportabilità del file La capacità di leggere lo stesso file su più dispositivi, in alcuni casi anche sincronizzando i segnalibri. Gratificazione immediata Gli ebook è che possono essere acquistati e scaricati immediatamente e ovunque ci sia accesso alla rete. Costo dei libri Saltando le fasi di stampa e distribuzione, gli ebook costano molto meno rispetto al corrispettivo cartaceo. Adattabilità della formattazione Gli elementi di un ebook, quali grandezza dei caratteri, luminosità dello schermo, font utilizzato possono essere personalizzati in base alle esigenze. Possibilità di effettuare ricerche In modo semplice ed intuitivo si può cercare ed indicizzare parole o frasi Segnalibri/Note Si possono impostare più segnalibri e si possono scrivere note a margine in modo poco invasivo. Ingombro ridotto Gli ebook non occupano spazio sugli scaffali o in casa. Non creano disordine e non accumulano polvere.
Necessità di specifici dispositivi Mentre per leggere un libro cartaceo occorrono semplicemente luce e libro, per un ebook è necessario uno specifico dispositivo vincolato all’utilizzo di corrente elettrica. Affaticamento degli occhi È un fattore soggettivo, ma non tutti riescono a rimanere più tempo con gli occhi su uno schermo. Formato bloccato Gli ebook acquistati dai grandi venditori sono forniti in formato leggibile solo tramite i dispositivi e le applicazioni del venditore stesso. Costo dei dispositivi Negli ultimi anni i prezzi degli ereader sono calati in modo costante, ma sono ancora piuttosto alti. Costo dei libri Anche se i costi di produzione sono piuttosto bassi, in un mercato come l’Italia ci sono ancora prezzi di vendita alti. I formati ebook possono cambiare Legando il file al tipo di eReader, potrebbe capitare che il produttore del file o del’eReader dopo un certo tempo ne abbandoni lo sviluppo. Non sanno di libro Elementi come l’aspetto, la sensazione al tatto, il peso, e l’odore della carta possono solo essere emulati
24
3. PROSPETTIVE FUTURE
3.1 Gli ebook per leggere
Nel capitolo precedente abbiamo cercato di intuire ciò che potrà succedere nel
mondo editoriale nei prossimi anni, e siamo giunti alle conclusione che l’ebook è un
supporto per la trasmissione e la diffusione di informazioni, come lo è stato il libro per
diversi secoli. Oggi dobbiamo rispondere all’emergenza sociologica della mancanza di
lettori. Da una parte gli adulti non hanno tempo per leggere, dall’altra i ragazzi e i
giovani (comprendendo tutti coloro che non sono entrati nel mondo del lavoro) leggono
pochissimo o non leggono proprio, e il livello di lettura diminuisce con la crescita.
Figura 7 – Persone che nel 2001 hanno letto almeno un libro non scolastico nel tempo libero (ISTAT)
Invece il tempo che si trascorre in Internet è notevolmente aumentato
nell’ultimo anno: in Italia gli utenti italiani che navigano almeno una volta al mese sono
28 milioni (16% in più rispetto al 2010), e di questi il 70% sono di età compresa tra i 6 e
i 45 anni, trascorrendo mediamente in rete 1 ora e 35 minuti al giorno18. Inoltre l’Italia è
al primo posto in Europa per numero di smartphone posseduti ed è uno dei paesi leader
in Europa per navigazione in internet da smartphone: 15 milioni di persone possiedono
uno smartphone e, di questi, 10 milioni lo usano per navigare19.
Siamo dunque davanti ad un paradosso: da un lato leader europei per l’utilizzo
della rete e delle sue risorse nonostante il grande problema del digital divide, dall’altra
fanalino di coda per numero di lettori, ma con un forte incremento del mercato online
dei libri e della produzione degli ebook, come visto nel primo capitolo.
18 Fattore Internet – Come Internet sta trasformando l’economia italian, un interessante studio
realizzato dal Boston Consulting Group (BCG) su commissione di Google 19 Rapporto Connected Europe presentato a gennaio 2012 dalla comScore reperibile all’indirizzo
http://www.comscore.com/Press_Events/Presentations_Whitepapers/2012/Connected_Europe
25
Possiamo dire che per la lettura in sé le nuove tecnologie e gli sviluppi in campo
editoriale non potranno che fare bene. L’incremento delle vendite degli ebook e dei libri
tramite internet è stato un fenomeno che si è sviluppato naturalmente negli ultimi due
anni: non ci sono state campagne pubblicitarie o di sensibilizzazione per spingere gli
utenti ad acquistare online, ma c’è stato uno spostamento di massa verso questo settore.
Quindi credo sia giunto il momento di calvalcare l’onda del successo di un mercato
ancora in crescita proponendo sempre qualcosa di più e cercando soprattutto di ampliare
l’offerta attualmente a disposizione.
3.2 Gli ebook per educare
Altro campo dove gli ebook potranno davvero svilupparsi è quello educativo.
Nell’era dei nativi digitali20 utilizzare una tecnologia per educare è un supporto stesso
all’educazione. Già in molti testi didattici vengono forniti supporti multimediali
integrativi come DVD o siti internet da cui scaricare materiale, ma l’accesso alla rete e
quindi ad una enciclopedia globale che permette di approfondire in pochi istanti un
qualsiasi argomento, è una risorsa da cui non poter prescindere. Per quanto un libro di
testo possa essere completo e ben fatto e per quanto il suo autore possa essere
autorevole, tante volte è più semplice capire un argomento connettendosi, per esempio,
a Wikipedia, piuttosto che leggendolo sul libro. Questo perché nella rete gli argomenti
non sono statici come l’inchiostro sulla carta stampata, ma tendono ad aggiornarsi in
base ai livelli di comprensione degli utenti. Un testo di letteratura italiana può anche
essere lo stesso per un liceo classico e per un istituto professionale, ma i livelli di
comprensione degli studenti saranno diversi: i primi avranno una mente più allenata
all’astrazione e quindi riusciranno a capire meglio determinati concetti, i secondi hanno
una mente più allenata alla prassi e quindi catalogheranno molti concetti come inutili.
Tornando agli ebook voglio riprendere un concetto sviluppato da Gino
Roncaglia nel sesto capitolo del libro La Quarta Rivoluzione. Sei lezioni sul futuro del
libro21: bisogna distinguere “tra quello che gli ebook permetteranno di fare quando
quando avremo dispositivi di lettura finalmente soddisfacenti, non troppo costosi,
capaci di piena integrazione di contenuti multimediali e capaci nel contempo di
20 Nativo digitale (dalla lingua inglese digital native) è una espressione che viene applicata ad
una persona che è nata e cresciuta in un periodo di tempo in cui le tecnologie digitali come i computer, Internet, telefoni cellulari e MP3 erano già sviluppate e a portata di mano.
21 Roncaglia Gino, La quarta rivoluzione. Sei lezioni sul futuro del libro, Roma-Bari, Laterza, 2010
26
rispondere appieno anche al requisito di mimicità, e quel che possiamo fare oggi, in
una situazione in cui il settore degli ebook è in rapido e vigoroso sviluppo ma i
dispositivi di lettura disponibili […] presentano ancora numerosi problemi non risolti”.
In Italia l’articolo 15 della legge 133/2008 ha introdotto, nel campo dei libri di
testo per la scuola, una innovazione su cui si è molto discusso. “A partire dall’anno
scolastico 2008-2009 [...] i competenti organi individuano preferibilmente i libri di
testo disponibili, in tutto o in parte, nella rete internet. [...] A partire dall’anno
scolastico 2011-2012, il collegio dei docenti adotta esclusivamente libri utilizzabili
nelle versioni on line scaricabili da internet o mista”.
Se da una parte questa proposta è innovativa e auspicabile, dall’altra troviamo
una carenza di non poco conto, cioè che gli attuali ereader non sono in grado di
sostituire l’efficacia di un libro cartaceo ai fini dello studio, e non perché questo
processo sia irrealizzabile, piuttosto perché attualmente non si riescono a riprodurre
tutte le caratteristiche di ergonomia e usabilità del libro su carta22 utilizzato ai fini
dell’apprendimento. Uno spostamento del materiale educativo che non tiene conto dello
sviluppo reale della tecnologia, rischia di diventare un’utopia dannosa, in quanto
porterebbe alla rimozione di uno strumento consolidato per questo tipo di utilizzo e lo
sostituirebbe con una modalità ancora in fase di sviluppo. La situazione che si verrebbe
a creare sarebbe quella di studenti e professori che scaricano il file di un libro e, non
riuscendo a leggerlo sul computer o non potendo manipolarlo a piacimento, lo
stampano su supporti cartacei. Continuando con le parole di Roncaglia: “un dispositivo
di lettura funzionale e portatile, capace di sfidare la risoluzione della carta, di
contenere una intera biblioteca di riferimento, di integrare contenuti testuali con
animazioni, suoni e filmati, costituirebbe senz’altro uno strumento prezioso per
facilitare l’apprendimento”. Ma per ora, diversamente a quanto accade per la sola
lettura, questo dispositivo ancora non c’è, quindi prima di proporre lo spostamento di un
intero settore come quello educativo dal cartaceo al digitale bisogna valutare le reali
possibilità offerte non solo dal software ma anche dall’hardware.
Ci sono tuttavia degli aspetti degli ebook che, uniti alle forme di self-publishing,
potrebbero prendere già piede in campo editoriale.
Lasciando da parte il discorso delle scuole primarie e della scuola superiore, un
campo come quello universitario sarebbe davvero terreno fertile per la diffusione degli
22 Per approfondire si rimanda ai concetti di “lean forward”, “lean back”, “fruizione secondaria”
e “mobilità” spiegati in Roncaglia Gino, La quarta rivoluzione, ibid. cap. 1 § 4
27
ebook, in quanto la maggior parte delle pubblicazioni e dei libri di testo sono firmate
dagli stessi docenti. Questi libri sono sostanzialmente teorici, e non richiedono lo stesso
grado di interattività necessario ai livelli precedenti di formazione, dove accanto alla
teoria bisogna aggiungere sezioni interattive (si pensi ad esempio alle pagine con
esercizi di grammatica o di matematica delle scuole medie). Solitamente le spese di tali
pubblicazioni sono a carico del docente stesso che deve finanziare tutta la procedura e
poi deve cercare di vendere le copie del suo elaborato ricavandone una percentuale
(talvolta obbligando gli studenti a comprarlo e a presentarsi all’esame col testo per
verificarne l’acquisto). Anche nel caso in cui la casa editrice o la stessa università
pubblicasse il testo si porrebbe il problema della percentuale, sempre a svantaggio
dell’autore, ma la prospettiva cambierebbe se il professore stesso avesse gli strumenti
per produrre un ebook del suo lavoro e lo potesse distribuire autonomamente.
Innanzitutto non ci sarebbe un investimento iniziale ingente, in quanto produrre un buon
ebook costa veramente poco se ci si affida ad esperti, ma ci sono strumenti che
consentono di farlo in casa con molta facilità, abbattendo del tutto anche queste spese.
E poi il ricavato sarebbe tutto utile per l’autore, che potrebbe vendere il testo tramite
una piattaforma dedicata sia agli studenti a prezzi nettamente inferiori rispetto ai libri di
carta sia a tutti coloro che ne fossero interessati. Gli stessi studenti guadagnerebbero da
tale meccanismo, e sicuramente sarebbero più interessati a tale prodotto piuttosto che al
fotocopiare manualmente l’intero testo, come spesso accade.
Accanto al campo delle pubblicazioni tese all’insegnamento troviamo anche le
pubblicazioni frutto di una ricerca in settori specifici, e anche queste tante volte
diventano una spesa ingente per chi le elabora ed ottengono una diffusione limitata. Un
libro infatti è in un luogo fisico, la sua distribuzione avviene attraverso librerie e la sua
spedizione tramite corriere. Le possibilità che offre Internet in questo settore potrebbero
dare una grossa spinta al settore, in quanto la rete diventa un canale dove l’informazione
è diffusa e amplificata, raggiungendo destinazioni e destinatari che sarebbe impensabile
raggiungere secondo un metodo di marketing più tradizionale.
3.3 Strumenti per la creazione di un ebook
E’ dunque doveroso cercare di capire come si crea un ebook. Un libro
elettronico, anche se apparentemente meno complicato rispetto ad un libro cartaceo, ha
una fase di composizione molto più elaborata per due motivi:
28
1. il libro cartaceo necessita di una impaginazione che si può fare sia con i
programmi di videoscrittura diffusi come Microsoft Word, Apple Pages o
OpenOffice, sia con programmi di composizione tipografica professionale come
Adobe InDesign o QuarkXpress; l’ebook invece necessita della conoscenza di
alcuni linguaggi di markup23 per il formato ePub (quali XHTML e CSS) o di
specifici programmi che convertano il lavoro nel formato supportato
dall’ereader.
2. il libro cartaceo viene stampato su un supporto unico e con un unico formato,
mentre l’ebook viene distribuito e visualizzato su diversi dispositivi, quindi per
ogni ebook devono essere create tante versioni quanti sono i dispositivi su cui
deve essere letto, una problematica che affronteremo meglio nel paragrafo 2.9.
Attualmente i programmi più diffusi di videoscrittura stanno implementando a
livello nativo la possibilità di esportare in ePub i propri lavori in modo da trasferirli sui
dispositivi che li supportano, ma ci sono anche diversi altri strumenti che permettono di
creare un ebook compatibile con vari dispositivi, specie con il formato MOBI, l’unico
compatibile con il Kindle. Tra i software esistenti sicuramente il più funzionale è
Calibre24, che consente sia di organizzare la propria libreria ebook che di convertire gli
ebook desiderati nei formati più diffusi. Ad ogni modo con una semplice ricerca in
Internet si trovano facilmente altri software e guide che accompagnano l’utente passo
passo alla creazione di un ebook.
3.4 L’innovazione della Apple nel settore educativo
Nel panorama delle pubblicazioni digitali e degli strumenti a disposizione degli
utenti una menzione speciale la merita la Apple. Già abbiamo visto come il rilascio sul
mercato dell’iPad nel 2010 sia stato un successo, e nel campo degli ereader il software
iBooks non ha paragoni. Ma un ulteriore passo è stato fatto nel gennaio 2012, mese cui
l’azienda di Cupertino25 ha introdotto nei suoi dispositivi due novità: la prima è la
possibilità di creare e visualizzare libri interattivi tramite un programma, Author; la
seconda è la creazione di un marketplace per le scuole e le università dove distribuire
lezioni o interi corsi in modo interattivo, iTunes U. Vediamole nel dettaglio.
23 i linguaggi di markup sono gli stessi utilizzati per la creazione di pagine web 24 http://calibre-ebook.com/ 25 Cupertino è la citta californiana dove ha sede la Apple Inc.
29
Author è un programma funzionante solamente su computer Apple che
consente, in maniera semplice ed intuitiva, di creare libri interattivi. Chi utilizza il
programma si trova di fronte ad una schermata semplice che permette dopo qualche
minuto di pratica la piena autonomia per la creazione di un elaborato interattivo.
L’interazione con un libro si può ottenere in tanti modi: inserendo immagini con
didascalie che si aprono al tocco, inserendo presentazioni animate, interi video o
riproduzioni in 3D. Tutti elementi a margine della lettura di un testo strutturato in
capitoli e che fungono da supporti multimediali a quanto si legge o da approfondimento.
Questa necessità in campo educativo si è sempre fatta strada, e nei libri di testo
troviamo sempre immagini, didascalie, note e delle volte intere pagine di
approfondimenti. Applicando lo stesso concetto al tablet la Apple ha creato un nuovo
modo di approcciarsi ad un testo, potenziando quella che è l’ipertestualità di un
documento ed ampliandola con le risorse a disposizione in rete.
iTunes U invece è una applicazione che si installa sui dispositivi mobile Apple
che permette di iscriversi a corsi che vengono messi a disposizione da professori o da
università per scaricarli liberamente o a pagamento. Usufruirne è estremamente
semplice, infatti basta avviare l’applicazione, cercare il contenuto interessato nello
store e scaricarlo sul dispositivo. Videolezioni, videoguide, PDF, ebook, libri interattivi,
tutto quello che serve per imparare qualcosa si può scaricare, o addirittura ci si può
abbonare ad un canale dedicato e scaricare in automatico tutto il nuovo materiale che
viene inserito. Tornando all’idea dell’autopubblicazione da parte di un docente, si
potrebbe pensare, ad esempio, al rilascio graduale di materiale didattico come le
dispense di un corso, i riferimenti bibliografici, le slide utilizzate a lezione, o addirittura
la lezione ripresa da uno smartphone e poi distribuita tramite questo canale. Un concetto
analogo a quello del podcasting26, ma portato ad un livello educativo.
Insomma, la Apple ha fornito ad università, a professori e ad utenti che hanno
voglia di apprendere, dei sistemi con i quali educare ed essere educati. Molti accusano
la Apple di creare sistemi perfetti ma chiusi, e da un lato è vero in quanto queste
innovazioni funzionano solamente sui dispositivi della Apple (Mac, iPad, iPhone, iPod),
però nessuno può negare il merito di riuscire a creare degli standard in campo
tecnologico (come lo è stato l’iPad), e di tracciare le linee per le tecnologie future.
26 Il podcasting è un sistema che permette di scaricare in modo automatico documenti, detti
podcast, comunemente in formato audio o video. Attualmente è utilizzato molto dalle emittenti radiofoniche che permettono agli utenti di riascoltare un programma del palinsesto anche dopo che è andato in onda.
30
3.5 Alcune problematiche relative agli ebook
Già abbiamo accennato al problema della diversità di formato legato alla
diversità di dispositivo, ma vorrei soffermarmici ulteriormente.
Le pubblicazioni digitali sono legate non solo alla loro composizione, quanto
soprattutto al supporto sul quale verranno lette. Questi supporti sono creati da diverse
aziende del settore tecnologico, e, per scelte di mercato, queste aziende adottano
specifici formati per la lettura degli ebook. Prendiamo come esempio i due dispositivi
più diffusi per leggere un ebook, il Kindle di Amazon e l’iPad della Apple. Il Kindle
supporta il formato MOBI e il PDF, mentre l’iPad il formato ePub e il PDF. Il formato
PDF lo conosciamo molto bene, da sempre è utilizzato per lo scambio e la diffusione di
documenti, ma per la lettura di un libro non è ottimale. I formati MOBI ed ePub sono
invece creati con linguaggi di markup ed offrono esperienze di letture diverse: il primo
una lettura del testo molto chiara sfruttando la tecnologia dell’e-ink, ma con una
interattività limitata, il secondo offrendo una lettura dove il grado di interattività con il
lettore può essere maggiore. Ed è proprio il formato ePub quello che si sta facendo più
strada27 in quanto supportato da una gamma superiore di dispositivi, perché se da un lato
ci vogliono competenze ben più approfondite per la composizione di un libro in questa
modalità, dall’altro si offre al lettore una esperienza più coinvolgente. Tuttavia il
problema della divisione rimane. Un libro e sempre lo stesso, un ebook deve cambiare
per essere letto su più parti. Il problema bisogna vederlo in prospettiva. Fin’ora con il
libro cartaceo la questione era inesistente, in quanto l’inchiostro una volta impresso su
carta rimane tale per secoli. Invece con la velocità con cui le tecnologie si stanno
sviluppando si rischia di cambiare spesso modalità di lettura, costringendo gli editori ad
aggiornare di continuo il proprio catalogo per supportare un numero sempre maggiore
di dispositivi e con il rischio che questi formati non siano più supportati nel futuro
facendo perdere intere produzioni. E’ necessaria quindi la formulazione di un
linguaggio universamente supportato dai dispositivi, in modo tale da abbattere le
barriere dell’hardware per dare spazio al libro in sé. Ed una operazione del genere non
può essere lasciata in mano alle aziende tecnologiche e alle case editrici che coltivano
ognuna i propri interessi, ci vorrebbe l’intervento di una autorità che ponesse delle linee
guida per il futuro.
27 La versione 3.0 di questo standard ha apportato diverse novità riguardanti proprio il grado di
interattività con il lettore. Per approfondire si segnala il sito http://idpf.org/
31
Altra problematica è quella dei costi, e dobbiamo fare una distinzione tra
ereader e tablet. Gli ereader sono esclusivamente lettori di ebook con funzionalità
limitate al testo e qualche altra funzionalità aggiuntiva; i tablet sono dei mini-computer
touchscreen che implementano anche la lettura degli ebook, ma servono essenzialmente
per coniugare più esigenze (lavoro, educazione, intrattenimento, svago) in un unico
dispositivo. La differenza di prezzi tra i due è notevole, perché se la versione base del
Kindle costa 99 euro, la versione base di un iPad costa 484 euro. E’ una questione di
scelta, ma per un settore come quello educativo primario nessuno dei due va bene.
Bisognerebbe dunque pensare ad un dispositivo intermedio che sia accessibile
economicamente ma funzionale, pensando soprattutto alle evoluzioni future che
potranno avere le pubblicazioni digitali.
A questi problemi se ne aggiungono altri minori ma che in alcuni campi non
sono prescindibili. Uno di questi è l’utilizzo di più libri contemporaneamente per lo
studio o la ricerca. Attualmente basta una scrivania per tenere aperti più libri cartacei,
dovremo quindi comprare più dispositivi per fare lo stesso con le pubblicazioni digitali?
Già utilizzando un computer è diverso, perché suddividendo il lavoro in finestre dello
stesso programma viene fornito un sistema di visualizzazione che permette di
richiamare i testi in modo funzionale. Con le pubblicazioni digitali la questione cambia,
perché il passaggio da un libro all’altro richiede la chiusura del primo e l’apertura del
secondo in quanto la limitata grandezza degli ereader o dei tablet non constente una
visuale multipla. L’operazione risulta macchinosa e quindi poco pratica.
Altra difficoltà è legata alle citazioni. Solitamente nella citazione di un libro
vengono inserite anche le pagine dal quale viene estrapolato un testo, ma gli ebook
hanno un sistema di paginazione automatica che dipende dal tipo di dispositivo e
addirittura da suo orientamento orizzontale o verticale. L’universalità della citazione
classica è conferita da elementi come casa editrice, anno di pubblicazione e ristampa,
riferimenti che inquadrano il numero di pagina, ma nelle pubblicazioni digitali dovremo
citare anche il tipo di dispositivo e l’orientamento? Il problema per ora è irrisolto, ma
bisognerà pensare anche a questo.
Insomma, ci sono problematiche che ancora devono risolversi per il settore delle
pubblicazioni digitali, problematiche che rendono questi formati non ancora pienamente
utilizzabili in molti ambiti, prima di tutto per la frammentazione dei formati e dei lettori,
che seppur piccola e limitata a pochi dispositivi è sempre un ostacolo, poi per le
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caratteristiche intrinseche e non ancora sostituite dei libri di carta che hanno una
modalità d’uso sicuramente più conforme.
La speranza è che le aziende leader nella produzione di dispositivi hardware e
software tengano conto di questi problemi e non basino tutto sul business e sulle vendite
dei dispositivi e dei libri. In modo particolare spero che la questione venga affrontata
dai dipartimenti culturali dagli organi statali proprio per cercare di creare delle linee
guida efficienti che possano fungere da tracciato per un futuro ancora incerto in questo
campo. Ed io credo che sia proprio qui il ruolo dell’umanista informatico, una figura
che, unendo il patrimonio classico con il patrimonio tecnologico possa diventare un
intermediatore per rendere la transizione fedele a quanto successo in passato ma
pienamente rinnovata con ciò che offre il presente ed offrirà il futuro.
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CONCLUSIONE
L’utilizzo della tecnologia è una realtà che si sta consolidando sempre più nel
panorama dell’editoria. Fino a qualche anno fa il suo apporto si limitava alla fornitura di
efficienti sistemi di catalogazione e ricerca applicabili a realtà grandi come librerie,
biblioteche e magazzini di smistamento; poi, con l’avvento di internet, ha contribuito a
facilitare il processo di vendita e consultazione di cataloghi, spostando l’acquisto dal
luogo fisico al luogo virtuale; ed ora invece sembra abbia la pretesa di voler
completamente sostituire il materiale cartaceo.
Dall’analisi che abbiamo fatto nelle pagine precedenti siamo ora in grado di
avere una panoramica più ampia del fenomeno dell’editoria digitale, ma la domanda che
aleggia nel settore giornalistico “gli ebook sostituiranno per sempre i libri?” non
corrisponde alla complessità dell’argomento sul quale sta discutendo il mondo
editoriale. In primo luogo non si tratta di una sostituzione, quanto piuttosto di una
evoluzione; e poi non abbiamo strumenti per prevedere il futuro, ma solo strumenti con
cui analizzare il presente e che possano indicare determinate modalità che in futuro
permetteranno di raggiungere un prodotto migliore.
In questo panorama abbiamo diversi protagonisti che interagiscono tra di loro: le
aziende informatiche immettono sul mercato prodotti che rendono il possessore in grado
di fare più cose contemporaneamente, e tra queste leggere; le case editrici che hanno
inserito i loro cataloghi online e pubblicano gli ultimi titoli in versione sia cartacea che
digitale; infine i lettori, che stanno contribuendo a spostare la modalità di acquisto di un
libro dallo store fisico allo store digitale e che stanno acquistando sempre più titoli in
formato digitale. Questo significa che se da un lato i lettori sono gli utenti finali del
processo, dall’altro essi sono la fonte del feedback, cioè sono le loro esigenze e le loro
abitudini a trainare il mercato e le scelte future degli altri due protagonisti del settore.
Abbiamo visto infatti due realtà: la prima riguarda il mercato del libro cartaceo, che in
un quadro limitato come quello italiano è in forte calo sia per la diminuzione di titoli
pubblicati che per il numero di vendite per titolo; la seconda riguarda la forte crescita
degli acquisti online di materiale editoriale e il notevole incremento di produzione e
vendita di ebook. C’è una sorta di compensazione, in quanto alla decrescita della prima
corrisponde la crescita dell’altra, e non possiamo che guardare bene questo fenomeno.
Tuttavia le pretese degli ebook stanno valicando i limiti della semplice lettura
per sfociare in settori dove i libri hanno sempre avuto un ruolo fondamentale, come
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quello educativo, e qui ci siamo soffermati per analizzare quali possono essere le varie
implicazioni e i possibili sviluppi.
Se infatti un ebook per la semplice lettura è più facile da utilizzare in condizioni
di mobilità rispetto ad un libro, per quanto riguarda il settore educativo ancora non ha
raggiunto la flessibilità e l’ergonomia che può garantire il libro. Il semplice gesto di
accostare due libri per farne un confronto è impossibile con gli ebook e con gli attuali
ereader, e come questo anche tanti altri piccoli gesti o consolidate modalità di utilizzo e
abitudini tipici del settore. Sicuramente per il futuro bisognerà lavorare non tanto sul
tipo di materiale da diffondere in maniera digitale, quanto piuttosto sui supporti che ne
rendano la fruizione intuitiva e funzionale.
Tuttavia le pubblicazioni digitali, utilizzando gli strumenti attuali a disposizione
di tutti, potrebbero avere un buon successo nel panorama delle pubblicazioni
universitarie e delle ricerche scientifiche. Essendo essenzialmente produzioni tese alla
consultazione di studenti o esperti del settore, la loro stampa in cartaceo può essere
evitata e sostituita dalle pubblicazioni digitali. Infatti i fruitori di questi materiali
utilizzano giornalmente il computer per studio e lavoro, e potrebbero stampare il
materiale solo se strettamente necessario. Inoltre ci sono altri due vantaggi da prendere
in considerazione, e cioè che internet e la rete possono diffondere una pubblicazione in
maniera molto più capillare e ampia rispetto al cartaceo, e in secondo luogo la
percentuale dei proventi della vendita di un ebook diventerebbe tutto guadagno per
l’autore in quanto vengono abbattute completamente le spese di stampa, di distribuzione
e di percentuali alle case editrici.
Insomma, la trattazione di questo argomento è molto ampia, e la panoramica
fornita con questo lavoro può fungere solamente da spunto per un ulteriore
approfondimento, e sono stati volutamente tralasciati alcuni argomenti come la gestione
dei diritti o il prezzo di acquisto in quanto richiedono una trattazione più specifica. Ciò
che abbiamo tentato di comunicare è che credo sia il punto focale dell’argomento, è che
è necessario cambiare prospettiva nei confronti degli ebook e dell’editoria digitale, non
vedendo cambiamenti in atto come la distruzione di un settore, quanto come la sua
evoluzione naturale e come opportunità di maggiore crescita. La carta è un supporto, ad
oggi il migliore mai creato per la trasmissione di informazioni, ma ciò non toglie che in
futuro il suo utilizzo potrà essere superato da tecnologie che renderanno superfluo
l’utilizzo della stampa. E le basi di questo futuro sono da ricercare nel presente e nei
processi che si stanno sviluppando in campo editoriale: il contenuto è sempre lo stesso,
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il libro, inteso come modalità di trasmissione di storie, racconti, poesie, sentimenti,
informazioni ecc…., è la sua diffusione e la sua modalità di fruizione che cambia in
meglio. Si pensi, ad esempio a tutti quei libri pubblicati che non vedranno mai più
ristampe e la cui ricerca diventa estremamente difficile. La conversione in digitale di
queste opere li farebbe rivivere e le stesse case editrici che le hanno pubblicate in
origine tornerebbero a guadagnarci dalla vendita online. Si pensi ancora alla facilità con
cui è possibile ricercare intere frasi o parole all’interno di un ebook, oppure alla
comodità di poter salvare e copiare interi spezzoni di testo per citarli. Gli aspetti positivi
delle pubblicazioni digitali superano di gran lunga quelli che, a nostro avviso, non sono
da considerare aspetti negativi, quanto elementi da rivedere e perfezionare per offrire
agli utenti finali una esperienza di lettura completa e non limitata alla semplice fruizione
del testo quanto alla sua interazione per altri scopi.
Da una parte il patrimonio umanistico millenario dell’umanità e dall’altra
l’evoluzione degli ultimi vent’anni della tecnologia. Due percorsi che si stanno
intrecciando sempre di più e che in futuro si spera possano arrivare ad una perfetta
fusione. E, come ribadito alla fine del terzo capitolo, al centro di questo percorso si
situano delle figure nuove, gli umanisti informatici, persone che in questo determinato
periodo storico riescono a rendere possibile l’evoluzione dell’editoria non tralasciando
il patrimonio ricevuto dal passato ma integrandolo e innovandolo con le prospettive
offerte dal futuro, staccandosi da mere logiche di mercato e abbracciando quelli che
sono i veri valori incarnati da un libro.
Tutto questo nella speranza di non arrivare mai al punto in cui, come racconta
Mauro Corona nel suo libro La fine del mondo storto (Mondadori Editore, 2010), un
giorno il mondo si sveglierà senza più risorse energetiche e i libri digitali spariranno in
un attimo e quelli cartacei verranno semplicemente bruciati per superare l’inverno.
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APPENDICE A
Siti internet dove acquistare libri cartacei, ebook e altri prodotti editoriali
Amazon – www.amazon.com E’ sicuramente il più diffuso su scala internazionale, in Italia ha fatto il suo ingresso nel
2010 e da allora è in continua crescita. Oltre a libri si possono acquistare anche prodotti
di elettronica, casalinghi, intrattenimento e altra oggettistica di consumo.
Internet Book Shop – www.ibs.it Uno dei primi in Italia a possedere un catalogo molto ampio di libri cartacei e digitali
provenienti da tutte le case editrice. Ha un efficace motore di ricerca interno e permette
gli acquisti in modo facile e con spedizioni veloci.
Bol - www.bol.it Altro interessante ecommerce orientato ai libri, con un vastissimo catalogo consultabile sia per le versioni cartacee che per gli ebook al quale si poggiano per le vendite tantissimi editori italiani.
Book Republic - www.bookrepublic.it Sito ben curato graficamente con un catalogo orientato solamente agli ebook di tutte le
case editrici. Molto interessanti i bookpack, delle raccolte che includono più titoli
diversificate per genere, autore o percorsi letterari a prezzi assolutamente convenienti.
Ebook Vanilla - www.ebookvanilla.it
Altro sito ben fatto dove acquistare esclusivamente ebook. Contiene una sezione dedicata ai self-publisher che vogliono pubblicare i loro libri sulla piattaforma.
A questi si aggiungono i siti internet delle varie case editrici sia per il campo più strettamente letterario come La Feltrinelli (www.lafeltrinelli.it), Mondadori (www.librimondadori.it), Editori Laterza (www.laterza.it), sia per la manualistica come Bruno Editore (www.autostima.net), Hoepli (www.hoepli.it), Apogeo (www.apogeonline.com), Libreria Universitaria (www.libreriauniversitaria.it)
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BIBLIOGRAFIA
Libri
Roncaglia Gino, La quarta rivoluzione. Sei lezioni sul futuro del libro, Roma-Bari,
Laterza, 2010
Vitiello Giuseppe, Il libro contemporaneo. Editoria, biblioteconomia e comunicazione
scientifica, con contributi di José Afonso Furtado, Milano, Editrice Bibliografica, 2009
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Milano, Editrice Bibliografica, 2001
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Sala Virginio B., Ebook, Milano, Apogeo, 2001
Eletti Valerio - Cecconi Alessandro, Che cosa sono gli ebook, Roma, Carocci, 2008
Bini Michela - Zamperlin Paola, Insegnare e apprendere con gli ebook. L'evoluzione
della tecnologia del libro e i nuovi scenari educativi, Roma, Garamond, 2010
Brivio Fabio; Trezzi Giovanni, Epub. Guida per autori, redattori, grafici, Apogeo,
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Cesana Roberta, Editori e librai nell'era digitale. Dalla distribuzione tradizionale al
commercio elettronico, Franco Angeli, 2002
Mezza Michele, Sono le news, bellezza! Vincitori e vinti nella guerra della velocità
digitale, Donzelli, 2011
Solarino Carlo, Tabloid & Tablet. Dalla carta stampata al touchscreen in rapido
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Sechi Letizia, Editoria digitale, Apogeo, 2010
Brivio Fabio, Il mestiere dell'editor. Ai tempi dell’ebook, Apogeo, 2011
Rachieli Ivan, La pratica dell'ePub. Quando il libro diventa software, Apogeo, 2011
Rigoli Francesco, Il libraio digitale. L’arte di vendere libri online, Apogeo, 2011
Maistrello Sergio, Io editore tu Rete. Grammatica essenziale per chi produce contenuti,
Apogeo, 2011
Villa Ginevra, Ebook nel contratto. Come cambiano i diritti nell’editoria digitale,
Apogeo, 2011
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Dardi Federica, Editore nei social media. Incontrare i lettori in rete, Apogeo, 2011
Sechi Letizia, Oltre la carta. Idee per l'editoria che cambia, Apogeo, 2011
Anichini Alessandra, Il testo digitale. Leggere e scrivere nell'epoca dei nuovi media,
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tecnologici e utilizzo sociale, 2010, “Bibliotime”;
Jason Epstein, Il futuro dei libri, “La Rivista dei Libri”, 20 (2010)
Giuseppe Granieri, La via del self-publishing, "il Mulino" n. 5/11
Alessandra Longo, Ebook, è guerra dei prezzi. L'Italia pronta all'invasione, “La
Repubblica” online, 22 giugno 2010
Umberto Eco, Non fate il funerale ai libri, “l’Espresso” online, 2010