definizioni, obiettivi e metodi dellepidemiologia igiene, epidemiologia e sanità pubblica dip....
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DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI
DELL’EPIDEMIOLOGIA
Igiene, Epidemiologia e Sanità PubblicaIgiene, Epidemiologia e Sanità PubblicaDip. Medicina Sperimentale ed ApplicataDip. Medicina Sperimentale ed ApplicataUniversità degli Studi di BresciaUniversità degli Studi di Brescia
Anno accademico 2007-2008
Testi di epidemiologia all’interno Testi di epidemiologia all’interno di testi di Igiene di testi di Igiene
Testi di epidemiologia di baseTesti di epidemiologia di base
Epidemiologia di baseR.Beaglehole, R. Bonita, T. Kjellström. Seconda Edizione aggiornata. Editoriale Fernando Folini,
Elementi di Metodologia Epidemiologica
Carlo SignorelliSocieta' Editrice Universo
Altri testi di epidemiologiaAltri testi di epidemiologia
Altri testi di epidemiologiaAltri testi di epidemiologia
2007-10-09 21:04
URANIO IMPOVERITO: IN 10 ANNI 37 MILITARI ITALIANI MORTI DI TUMORE
ROMA - Secondo i dati del sistema sanitario militare sono 255 i soldati che hanno contratto malattie tumorali - le cui cause non sono state accertate - e che sono stati impegnati nei Balcani, in Afghanistan, in Iraq e in Libano nel periodo 1996-2006. Di questi militari, 37 sono morti. Numeri, quelli forniti oggi dal ministro della Difesa Parisi alla Commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito del Senato, contestati da alcune associazioni. "Le vittime sono molte di più", dicono. Per chiarire queste "divergenze", la Commissione farà una verifica.PARISI, 255 MALATI - In dieci anni di missione, ha affermato Parisi, si sono ammalati di tumore 255 militari (161 dell'Esercito, 47 della Marina, 26 dell'Aeronautica e 21 Carabinieri) e 37 di questi sono morti (29 dell'Esercito, 7 dell'Arma, uno dell'Aeronautica). Sono stati invece 1.427 i militari malati che non hanno partecipato ad operazioni 'fuori area', ma ancora non si sa quanti di questi abbiano operato nei poligoni, né quanti siano morti. A questi dati vanno aggiunti quelli che si stanno ancora raccogliendo negli ex distretti e quelli dei militari congedati da anni, ma che non hanno chiesto la causa di servizio: si cercherà di risalirvi tramite il servizio sanitario nazionale.
"The Lancet Oncology" pubblica lo studio di Alfredo Mazzaricercatore del Cnr. Tra Nola e Acerra il cancro uccide di più"Discariche piene di rifiuti tossici quello è il triangolo della morte“
ROMA - Morire di veleni, morire di immondizia. La guerra dei rifiuti che sta sconvolgendo l'hinterland napoletano sbarca su "Lancet", rivista scientifica tra le prime nel mondo che nella sezione dedicata all'oncologia definisce i paesi di Nola, Acerra e Marigliano il "triangolo della morte". In questo pezzo di Campania si muore di tumore ben più che nel resto d'Italia, come dimostrano le statistiche degli ultimi anni, se si pensa che in questa zona abitata da oltre mezzo milione di persone l'indice di mortalità per tumore al fegato ogni 100mila abitanti sfiora il 35.9 per gli uomini e il 20.5 per le donne rispetto a una media nazionale che è di 14.0. Mortalità ben più alta che nel resto d'Italia anche per quanto riguarda il cancro alla vescica, al sistema nervoso e alla prostata. (31 agosto 2004)
EpidemiologiaEpidemiologia
DEMOS = POPOLO LOGOS = SCIENZA
EPI = TRA
Disciplina che ha come oggetto di studio intere intere popolazionipopolazioni (o loro parti più o meno estese) nelle quali intende valutare la frequenzafrequenza, le modalità di modalità di comparsacomparsa, la propagazionepropagazione delle malattie ed i fattori i fattori in grado di influenzare le condizioni di salute e/o di in grado di influenzare le condizioni di salute e/o di malattia dell’uomo.malattia dell’uomo.
Epidemiologia: definizioneEpidemiologia: definizione
Da un punto di vista etimologico, epidemiologia è una parola di origine greca, che letteralmente significa «discorso riguardo alla popolazionediscorso riguardo alla popolazione»
OBIETTIVI DELL’EPIDEMIOLOGIA
1. Descrivere lo stato di salute di popolazioni o gruppi = studi descrittivi
2. Analizzare le cause delle malattie ed i fattori che influenzano la loro insorgenza in una popolazione = studi analitici e sperimentali
3. Valutare l’impatto di interventi di prevenzione e fornire un supporto razionale alla gestione dei servizi sanitari (health policy) = studi valutativi
Le misure in epidemiologiaLe misure in epidemiologia
I principali tipi di misure che si usano in epidemiologia I principali tipi di misure che si usano in epidemiologia sono:sono:
• Frequenza: - misure assolute: numero dei casi
- misure relative: tassi e proporzioni
• Associazione: - rapporti: rischio relativo, odds ratio
• Impatto: - differenze: rischio attribuibile, frazione eziologica, anni di vita perduta, ecc.
Misure di frequenzaMisure di frequenza
• Morbosità: numero dei malati in una popolazione:- incidenza = nuovi casi
- prevalenza = tutti i casi
• Mortalità: numero dei morti in una popolazione:
• Altre misure: numero dei soggetti ricoverati in ospedale, numero di soggetti con esenzione ticket per una data patologia, ecc.,
MORBOSITA’ = MORBOSITA’ = Frequenza di una malattia in una popolazione (MORBIDITA’ , da morbidity)
MORBILITA’ MORBILITA’ = Rapporto % tra le giornate di assenza dal lavoro per malattia e il numero totale di giornate di lavoro effettuate
È il numero che esprime la frequenza di comparsa di un È il numero che esprime la frequenza di comparsa di un fenomeno nel tempo di osservazionefenomeno nel tempo di osservazione
Misure di frequenza: valori assolutiMisure di frequenza: valori assoluti
NN(t)(t)
NN = numero di casi osservati = numero di casi osservati
tt = intervallo di tempo nel quale è avvenuta = intervallo di tempo nel quale è avvenuta
l’osservazione l’osservazione
ove:ove:
La determinazione dei valori assolutivalori assoluti rappresenta il primo approccio a qualsiasi tipo di ricerca e costituisce un dato necessario in qualunque elaborazione.
La frequenza assolutafrequenza assoluta in epidemiologia è in genere poco utilizzata, in favore di misure relative (tassi o proporzioni) che permettono di effettuare confronti e studiare le possibili associazioni tra il fenomeno in
studio e le caratteristiche della popolazione in cui esso si verifica.
Misure di frequenza: valori assolutiMisure di frequenza: valori assoluti
I valori assoluti in epidemiologia I valori assoluti in epidemiologia vengono usati quando…vengono usati quando…
a) si tratta di eventi rari, in cui anche un solo caso
costituisce una segnalazione importante sul piano
sanitario (es. accertamento di un caso di influenza
aviaria in un essere umano in Italia);
b)b) il numero assoluto di eventi osservati può essere il numero assoluto di eventi osservati può essere
confrontato al numero di eventi attesi sulla base di una confrontato al numero di eventi attesi sulla base di una
popolazione di riferimento popolazione di riferimento (es. comparare i morti
osservati per tumori nel comune di Brescia con quelli
attesi sulla base dei valori regionali, nel 2000).
MISURE RELATIVE IN EPIDEMIOLOGIA: I RAPPORTI
RAPPORTO = il numeratore non è contenuto nel denominatore (es. maschi:femmine); assume qualsiasi valore positivo.
PROPORZIONE = il numeratore è contenuto nel denominatore (es: % morti per tumori sul numero dei dei morti per tutte le cause); assume solo valori da 0 a 1 o da 1% a 100%.
TASSO = il numeratore è contenuto nel denominatore, che comprende anche la variabile tempo (tempo-persona = anni-persona, mesi-persona, giorni-persona) (es: tasso di mortalità per tumori in una popolazione in un anno); assume qualsiasi valore positivo.
RAPPORTIRAPPORTI
Consentono di comparare due variabili fra loro indipendenti.
Formula generale:
Nx
Ny
Nx = frequenza della prima variabile
Ny = frequenza della seconda variabile
- In un In un rapportorapporto, il numeratore non è necessariamente contenuto nel , il numeratore non è necessariamente contenuto nel denominatore. denominatore.
- In una In una proporzioneproporzione, il numeratore è contenuto nel denominatore. E’ spesso , il numeratore è contenuto nel denominatore. E’ spesso moltiplicata per 100 e quindi espressa come % .moltiplicata per 100 e quindi espressa come % .
N(t)R =P(t)
K*
R
Numero di casi osservati in un intervallo di tempo t
Popolazione in cui i casi sono stati osservati nello stesso intervallo di tempo t
K
P(t)
N(t)
Costante (di solito multiplo di 10)
Ove:
Rapporto
Calcolo della proporzione di un evento sulla popolazione
TNumero di casi osservati in un intervallo di tempoPopolazione in cui i casi sono stati osservati
K
P
N(t)
Costante (di solito multiplo di 10)
Ove:
Tempo di osservazione
Calcolo del tasso di un evento in un determinato tempo
N(t)
Tasso = * K P* T
Rapporti e proporzioni sono usati Rapporti e proporzioni sono usati per…per…
a) comparare l’entità dello stesso fenomeno in due
gruppi o popolazioni diverse (es. comparare la
mortalità per tumori i residenti nell’ASL di Brescia e
nella Lombardia);
b)b) comparare l’entità di un fenomeno in due momenti comparare l’entità di un fenomeno in due momenti
diversidiversi (es. comparare la mortalità nel comune di
Brescia nel 1990 e nel 2000).
c) comparare l’entità di un fenomeno in sottogruppi di
una popolazione (es. comparare la mortalità per
tumori nel comune di Brescia tra maschi e femmine).
Tassi e proporzioniTassi e proporzioni
Rappresentano il metodo di misura di uso più comune in
epidemiologia.
Consentono di effettuare confronti tra popolazioni di diversa
dimensione demografica
Mediante la standardizzazione ed altri metodi di correzione per
i fattori di confondimento, come l’età, consentono di eliminare,
nella valutazione di un fenomeno, l’influenza esercitata dalle
variazioni socio-demografiche.
Esempi di proporzioniEsempi di proporzioni
Prevalenza stimata dei soggetti con infezione da virus
dell’epatite C nell’ASL di Brescia al 31/12/05:
Prevalenza = 20.000 / 1.000.000 = 2%
Rischio (incidenza cumulativa) stimato di contrarre
un’infezione da HIV a seguito di puntura con ago infetto su
10.000 operatori sottoposti a sorveglianza:
Rischio = 50 / 10.000 = 0,5%
PREVALENZA = Rapporto tra il numero di casi di malattia esistenti in un determinato istante (prevalenza puntuale) o in un periodo di tempo (prevalenza periodale) e la popolazione totale
Il valore è compreso tra 0 (nessun caso nella popolazione) e 1 (tutti ammalati in quel momento) ovvero tra 0% e 100%
P=Numero di casi di malattia
Popolazione totale
PrevalenzaPrevalenza
La prevalenza misura il numero totale dei casi di una specifica malattia presenti in un determinato momento in una popolazione
R prevalenza (to) = N
P* K
Ove :
t0 = momento in cui i casi sono stati osservati
N = numero totale dei casi osservati in t0
P = entità della popolazione in t0
K = costante
INCIDENZA= Rapporto tra il numero di nuovi casi di malattia in un determinato periodo di tempo e il numero di persone/tempo a rischio di sviluppare la malattia
Nel considerare le persone a rischio si includono solo quelle suscettibili di ammalarsi, escludendo quelli già ammalati all’inizio del periodo di tempo preso in esame.
I=Numero di nuovi casi di malattia
Persone/tempo a rischio
Relazione fra Prevalenza ed IncidenzaRelazione fra Prevalenza ed Incidenza
Prevalenza = Incidenza Prevalenza = Incidenza xx Durata malattia Durata malattia
Malattia di lunga durata Malattia di lunga durata e a bassa incidenzae a bassa incidenza ALTA PREVALENZAALTA PREVALENZA
BASSA PREVALENZABASSA PREVALENZAMalattia di breve durata Malattia di breve durata e ad alta incidenzae ad alta incidenza
PREVALENZA
INCIDENZA
MORTEGUARIGIONE TERAPIATERAPIA
PREVENZIONEPREVENZIONE
La prevalenza aumenta per:
• maggiore durata della malattia• prolungamento della vita dei malati senza
possibilità di guarigione• aumento dei nuovi casi• immigrazione di casi• emigrazione di persone sane• immigrazione di suscettibili• miglioramento delle capacità diagnostiche
La prevalenza diminuisce per:
• durata più breve della malattia
• elevato tasso di letalità della malattia
• diminuzione dei nuovi casi
• immigrazione di persone sane
• emigrazione di casi
• miglioramento del tasso di guarigione dei casi
Misure di incidenzaMisure di incidenza
• Incidenza cumulativa (rischio) = numero complessivo dei
nuovi casi di malattia che si verificano in un determinato
intervallo di tempo in soggetti a rischio. Essa è una misura
del rischio di contrarre la malattia, che per le malattie
croniche aumenta con l’aumentare del tempo di
osservazione.
• Tasso di incidenza = numero dei nuovi casi di malattia che
si verificano nell’unità di tempo, in soggetti a rischio. Essa è
una misura della frequenza della malattia nel periodo e non
aumenta all’aumentare della durata dell’osservazione se il
fenomeno è costante nel tempo.
R (t1 - t0) =N
P* K
Ove : t1 - t0 = Intervallo di tempo in cui i casi sono stati osservati
N = Numero di casi di malattia compresi nell’intervallo t1 - t0
P = Popolazione in t1 - t0 = Pt1 + Pt0
2K = Costante
Incidenza cumulativa (rischio)Incidenza cumulativa (rischio)
Box 4.19. Probabilità cumulativa di non avere il diabete mellito in uno studio randomizzato controllato sulla prevenzione del diabete mellito di tipo 2 in soggetti a rischio mediante modifiche nello stile di vita (da Tuomilehto et al, 2001, modificata)
0.4
0.5
0.6
0.7
0.8
0.9
1
0 1 2 3 4 5 6Anno dall'inizio dello studio
Pro
ba
bili
tà c
um
ula
tiv
a d
i no
n a
ve
re il
dia
be
te
(%) intervento
controllo
Probabilità cumulativa di non avere la malattia: 1 – incidenza cumulativa
INumero di casi osservati in un intervallo di tempoPopolazione in cui i casi sono stati osservati
K
P
N(t)
Costante (di solito multiplo di 10)
Dove:
Tasso di incidenza
Tassi: calcolo del tasso di incidenza
N(t)
I = * KP* T
T Tempo di osservazione
Calcolo e interpretazione del tasso in Calcolo e interpretazione del tasso in una popolazione: esempiouna popolazione: esempio
Si sono riscontrati 300 casi di tumore polmonare in 3 anni in una popolazione di 200.000 abitanti in 3 anni; il tasso di incidenza è:
I = 300 / (200.000 *3) = 50 / 100.000 anni-persona
• In questo esempio, il denominatore del tasso è costituito da un numero di individui osservati per un certo tempo, che si suppone uguale per tutti, e si esprime in tempo-persona (person-time: anni-persona, mesi-persona, giorni-persona).
• Il tasso esprime la frequenza della malattia nell’unità di tempo: è di fatto una media aritmetica della frequenza della malattia nel periodo di osservazione. Nell’esempio: si sono osservati in media 100 casi ogni 100.000 persone per anno nel periodo di osservazione.
Calcolo dell’incidenza in un gruppo di individui Calcolo dell’incidenza in un gruppo di individui osservati in un periodo di tempo (coorte) - 1osservati in un periodo di tempo (coorte) - 1
Un gruppo di individui seguiti per un certo tempo costituisce una coorte (dal
latino coors) che può essere:
• chiusa (statica) = tutti gli individui entrano nello studio nel medesimo
momento
• aperta (dinamica) = gli individui entrano ed escono dall’osservazione in
momenti diversi.
N.B.: i soggetti arruolati nello studio perché a rischio di sviluppare l’evento di
interesse (malattia, complicanza, morte, ecc.) escono dallo studio quando:
1. presentano l’esito (ad es. sviluppano la malattia)
2. muoiono, non si presentano a esami di controllo, non sono più
rintracciabili = escono dall’osservazione = persi
Calcolo dell’incidenza in un gruppo di individui Calcolo dell’incidenza in un gruppo di individui osservati in un periodo di tempo (coorte) - 2osservati in un periodo di tempo (coorte) - 2
Per il calcolo dell’incidenza dell’evento (malattia) nel periodo di studio, si
dovrà tenere conto del fatto che:
1. Il numeratore è costituito dal numero dei soggetti che ha presentato
l’evento nel periodo in studio (follow-up)
2. Il denominatore è costituito dagli individui che sono entrati nello
studio (soggetti a rischio) per il tempo in cui ciascuno di essi è stato a
rischio di contrarre la malattia
3. Il tempo di osservazione non è uguale per tutti gli individui, neanche
in una coorte chiusa se vi sono stati casi (eventi) e perdite al follow-
up; esso va quindi calcolato per ciascun individuo, e il tempo totale di
osservazione è la somma dei tempi individuali.
Tassi: calcolo dell’ incidenza su dati individuali, tenendo conto del contributo di ciascun
individuo al periodo di osservazione (tempo-persona)
N(t)
I = * K
∑ Ti
Dove: ∑ Ti = somma dei tempi di osservazione (periodi a rischio di sviluppare la condizione in studio) per ciascun individuo
t0 t1
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Soggetto in SaluteSoggetto ammalato
Prevalenza puntuale t0 = 2/10 (20%) t1 = 3/10 (30%)
Prevalenza periodale t0-t1 = 6/10 (60%)
Incidenza cumulativa t0-t1 = 4/8 (50%)
Incidenza cumulativa t0-t1 = 4/10 (40%)
COORTE STATICA
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
t0 t1
Entrata nello studio Insorgenza della malattia
Box 4.4 . Calcolo del tasso di incidenza su dati individuali, coorte fissa.
Stessi dati del box 4.2: coorte di 10 persone di cui 5 contraggono una malattia cronica in 8 anni di osservazione, con 2 individui (D e L ) persi prima del termine del periodo di osservazione. Gli anni -persona nel periodo complessivamente sono: 2 + 8 + 8 + 4 + 8 + 5 + 3 + 2 + 8 + 2 = 50. Il tasso di incidenza è : 5/50 = 0,10 = 10/100 anni -persona. Ciò significa che nell’unità di tempo (anno) si ammala il 10% dei soggetti.
A
B
C
D
E
F
G
H
I
L
1991 1992 1993 1994 1995 1996
Anni
Ind
ivid
uo
1997 1998
Totale periodi di osservazione: 30 Totale numero di eventi: 6
Incidenza persona/tempo: 6/30 =0.2
COORTE DINAMICA
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
t0 t4
Entrata nello studio Insorgenza della malattia Uscita dallo studio (sano)
t1t2 t3
E’ corretto calcolare i tassi di incidenza in una popolazione senza tenere conto del contributo di ciascun individuo al periodo di
osservazione ? Un esempio di eventi relativamente rari (TI < 1/ 100 persone-anno) in una coorte statica (chiusa)
Denominatore del calcolo dei tassi: P*T (1) o ∑Ti (2) ?
Anno di osservazione
Inizio 1° 2° 3° 4° 5° Fine Totale
anni: 5
N° casi 1 2 4 1 2 Totale casi: 10
Soggetti a rischio all’inizio di
ciascun periodo
1000 999 997 993 992 990 990 990
1) Formula 1: TI = 10 / (1.000 * 5 ) = 10 / 5.000 = 2 / 1.000 = 2 * 10-3
2) Formula 2: TI = 10 / (990*5 + 1 + 2*2 + 4*3 + 1*4 + 2*5) = 10 / 4.981 = 2,008 / 1.000 = 2,008 * 10-3
Caratteristiche peculiari di tassi e Caratteristiche peculiari di tassi e proporzioniproporzioni
I soggetti o gli eventi che figurano al numeratore sono sempre compresi anche al denominatore.
Nella definizione dei tassi sia il numeratore che il denominatore devono provenire dalla stessa popolazione.
Utilizzazione dei tassiUtilizzazione dei tassi
Sono utilizzati in epidemiologia per la definizione di tutti i fenomeni che interessano la vita dell’uomo ed in particolare per lo studio delle tre evenienze più importanti ai fini sanitari:
NasciteNascite
MalattieMalattie
MortiMorti
In epidemiologia possono essere utilizzati 4 diversi tipi di tassi o quozienti in funzione della tipologia ed accuratezza dei risultati che si vogliono conseguire:
1.1. Tassi grezziTassi grezzi
2.2. Tassi specificiTassi specifici
3.3. Tassi proporzionaliTassi proporzionali
4.4. Tassi standardizzatiTassi standardizzati
Tipi di tassiTipi di tassi
1. Tassi grezzi1. Tassi grezzi
quando esprime la misura di tutti gli eventi verificatisi, in un certo periodo di tempo, nell’intera popolazione
Tasso grezzoTasso grezzo
N. tot. dei mortiRgrezzo = Intera popolazione
K*
Es. evento morteEs. evento morte
Rappresentano un importante strumento di misura di eventi che interessano l’intera popolazionel’intera popolazione, ma sono inevitabilmente influenzati dalle caratteristiche
peculiari della popolazione cui si riferiscono.
Per questo motivo non è conveniente la comparazione non è conveniente la comparazione dei tassi grezzi di popolazioni diversedei tassi grezzi di popolazioni diverse potendo essere in esse presenti differenze anche notevoli in relazione
all’età ed al sesso.
Per ovviare a questo inconveniente si fa ricorso ai tassi tassi standardizzatistandardizzati, cioè corretti con una tecnica
particolare detta di standardizzazione (diretta e indiretta).
Tassi grezziTassi grezzi
TASSO GREZZO:TASSO CALCOLATO RISPETTO ALLA POPOLAZIONE
TOTALE SENZA TENERE CONTO DELLE CARATTERISTICHE DELLE POPOLAZIONI (età, sesso)
TASSO STANDARDIZZATO:TASSO CALCOLATO TENENDO CONTO DELLE TASSO CALCOLATO TENENDO CONTO DELLE
CARATTERISTICHE DELLE POPOLAZIONICARATTERISTICHE DELLE POPOLAZIONIPOSSIBILI CONFONDENTI (età, sesso, classe sociale, ecc.)POSSIBILI CONFONDENTI (età, sesso, classe sociale, ecc.)
Tassi maggiormente usati in Tassi maggiormente usati in epidemiologiaepidemiologia
Tasso di Tasso di natalitànatalità
TassoTasso
di morbositàdi morbosità
Tasso di Tasso di mortalitàmortalità
Tasso di Tasso di morbilitàmorbilità
N°. tot. nati vivi in 1 annoN°. tot. nati vivi in 1 annoPopolazione a metà annoPopolazione a metà anno *1.0001.000
N°. tot. ammalati in 1 annoN°. tot. ammalati in 1 annoPopolazione a metà annoPopolazione a metà anno *100.000100.000
N°. tot. morti in 1 annoN°. tot. morti in 1 annoPopolazione a metà annoPopolazione a metà anno *100.000100.000
N°. giornate lavorative N°. giornate lavorative perdute in 1 annoperdute in 1 anno
Popolazione a metà annoPopolazione a metà anno *1.0001.000
Letalità =N° morti di una determinata malattia
N° casi di quella malattia
Mortalità =N° totale morti
Popolazione * K
Mortalità e letalitàMortalità e letalità
2. Tassi specifici2. Tassi specifici
Il tasso specificotasso specifico non si riferisce alla totalità degli eventi
occorsi, ma solo a quelli interessanti particolari gruppi di
soggetti selezionati o in base al sessosesso (tassi specifici per tassi specifici per
sessosesso), all’età età (tassi specifici per classi di etàtassi specifici per classi di età) o alla
diversa tipologia degli eventidiversa tipologia degli eventi (tassi specifici di mortalità tassi specifici di mortalità
per causeper cause)
Tassi specifici usati in epidemiologia (es.)Tassi specifici usati in epidemiologia (es.)
Tassi di mortalità Tassi di mortalità per causeper cause
Tassi di mortalità Tassi di mortalità per classi di etàper classi di età
Tasso di mortalità Tasso di mortalità perinataleperinatale
Tasso di mortalità Tasso di mortalità infantileinfantile
N°. tot. morti x 1 malattiaN°. tot. morti x 1 malattiaTot. popolazione a rischioTot. popolazione a rischio *100.000100.000
N°. morti di una certa etàN°. morti di una certa etàPop. tot. a rischio stessa etàPop. tot. a rischio stessa età *100.000100.000
N°. morti dalla 28N°. morti dalla 28aa settimana di settimana di gestazione alla fine della 1gestazione alla fine della 1aa sett. di vita sett. di vita
Tot. nati (vivi e morti)Tot. nati (vivi e morti) *1.0001.000
N°. morti entro il 1N°. morti entro il 1oo anno anno di vitadi vita
Totale nati viviTotale nati vivi*1.0001.000
PRINCIPALI TASSI E PROPORZIONI
MORTALITA’ =N° di morti in un anno
Popolazione residente
N° di pazienti morti dopo diagnosi di una determinata malattia
N° di casi diagnosticati della stessa malattia
SOPRAVVIVENZA =
LETALITA’ =
N° di casi diagnosticati con la stessa malattia
N° di pazienti ancora vivi dopo … anni
dalla diagnosi di una determinata malattia
PRINCIPALI TASSI E PROPORZIONI
MORTALITA’ NEONATALE =N° annuale di morti nei primi 28 giorni di vita
N° di nati vivi nello stesso anno
MORTALITA’ PERINATALE =
N° annuale di nati morti ( 28 settimane) + morti nella 1^ settimana di vita
N° di nati nello stesso anno (nati vivi + nati morti)
NATIMORTALITA’ =
N° annuale di nati morti ( 28 settimane)
N° di nati nello stesso anno (nati vivi + nati morti)
MORTALITA’ POST-NEONATALE =
N° annuale di morti tra il 29 giornodi vita e un anno
N° di nati vivi nello stesso anno
ALTRI TASSI
NATALITA’ N° di nati vivi in un anno
Popolazione residente
FECONDITA’ GENERALE N° di nati vivi in un anno
Popolazione femminile fertile(donne comprese tra 15 e 49 anni d’età)
FECONDITA’ TOTALE N° medio di figli per donna in età fertile
3. Misure proporzionali3. Misure proporzionali
Consentono di calcolare la frazione del totale degli eventi
ascrivibile ad un carattere particolare (es. mortalità
proporzionale riferita ad una specifica malattia
rapportata ai decessi totali).
Possono essere molto utili per valutare il peso relativo di
una specifica malattia nell’ambito del tipo di patologia di
sua appartenenza (es. morti per tumore polmonare vs
morti per tutti i tipi di tumori).
Es. di misure proporzionali in Es. di misure proporzionali in epidemiologiaepidemiologia
Mortalità Mortalità proporzionale per proporzionale per una malattiauna malattia
N°. soggetti morti x una malattiaN°. soggetti morti x una malattia
Totale delle mortiTotale delle morti*100100
Tassi di mortalità e mortalità proporzionale per malattie cardiovascolari ischemiche in USA dal 1950 al 1986 (da Sutherland et al, 1990)
307286
254
202
75
36.9 38.7 38.8 38.5 36.4
0
50
100
150
200
250
300
350
1950 1960 1970 1980 1986
Anno
Tasso di mortalità (per 100.000)
Mortalità proporzionale (%)
E’ corretto dire che i tumori sono in aumento nel nostro Paese perché la proporzione dei morti per tumore sul totale dei morti è aumentata ?
In Italia, vi sono dati disponibili sulle cause di morte dal 1955. In quell’anno i morti sono stati complessivamente 234.315 tra i maschi e 212.374 tra le femmine. Di esse, le morti per tumori maligni erano il 14,2% tra i maschi e il 14,8% tra le femmine. Nel 1998 vi sono state 288.133 morti tra i maschi e 281.285 tra le femmine, di cui i morti per tumore erano, rispettivamente, il 32,2% e 31,2%. Dal 1955 al 1998, quindi, la proporzione di tumori sul totale delle morti è aumentata di quasi 2,5 volte sia nei maschi che nelle femmine. Tuttavia, prima di pensare a un aumento di frequenza della malattia di queste dimensioni, è opportuno vedere i tassi di mortalità nei 2 anni, standardizzati per età per correggere per le differenze nella distribuzione per età delle due popolazioni, dal momento che la popolazione del 1998 è più vecchia di quella del 1955 (la proporzione di soggetti di 65+ anni era l’8,2% al censimento 1951 e il 17,7%. nel 1998). I tassi di mortalità standardizzati per età sulla popolazione italiana del 1971, risultano, per il 1955 e 1998, rispettivamente: 163,4 e 228,2 nei maschi, e 155,9 e 147,0 nelle femmine. Di fatto, quindi la mortalità per tumori è aumentata moderatamente nei maschi e non è aumentata nelle femmine. Come appare nel grafico sottostante, peraltro, va notato che l’aumento riguarda, nei maschi, solo il periodo 1955-1985, mentre i tassi di mortalità per tutti i tumori sono successivamente diminuiti, mentre nelle femmine si osservano solo alcune fluttuazioni temporali ma non andamenti crescenti o decrescenti.
Andamento della mortalità per tumori in Italia nel periodo 1955-98
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100
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200
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1955 1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 1998
Anno
Tass
i per
100
.000
Maschi
Femmine