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All.to 1 SIMULAZIONI delle prove d’Esame prova (simulazione del p. p. p. p. p. p. Liceo E. Majorana - a.s. - DOCUMENTO DEL CONSIGLIO DELLA CLASSE Liceo Scientifico - 15 maggio 12 prova (simulazione del ) . . . . . . . p. prova (simulazione del ) . . . . . . . p. prova (simulazione del ) . . . . . . . p. prova (simulazione del ) . . . . . . . p. prova (simulazione del ) . . . . . . . p. prova (simulazione del ) . . . . . . . p.

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All.to 1

SIMULAZIONI

delle prove d’Esame

prova (simulazione del ) . . . . . . . p. prova (simulazione del ) . . . . . . . p. prova (simulazione del ) . . . . . . . p. prova (simulazione del ) . . . . . . . p. prova (simulazione del ) . . . . . . . p. prova (simulazione del ) . . . . . . . p.

Liceo E. Majorana - a.s. - DOCUMENTO DEL CONSIGLIO DELLA CLASSE Liceo Scientifico - 15 maggio !12

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Liceo Scientifico e Linguistico “Ettore Majorana” – Roma

Sede Centrale via Carlo Avolio, 111

Succursale via Salvatore Lorizzo, 71

Cap 00128 - Roma

tel. 06 121127420 - fax. 06 67666339

SIMULAZIONE PRIMA PROVA ESAME DI STATO

3 MAGGIO 2017

CLASSI

5^ As, 5^ Bs, 5^ Cs, 5 ^Ds, 5^ Es

5^ Al, 5^ Bl, 5^ Cl

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PROVA DI ITALIANO

Svolgi la prova, scegliendo una delle quattro tipologie qui proposte.

TIPOLOGIA A - ANALISI DEL TESTO Claudio Magris, dalla Prefazione di L’infinito viaggiare, Mondadori, Milano 2005.

“Non c’è viaggio senza che si attraversino frontiere – politiche, linguistiche, sociali, culturali,

psicologiche, anche quelle invisibili che separano un quartiere da un altro nella stessa città,

quelle tra le persone, quelle tortuose che nei nostri inferi sbarrano la strada a noi stessi.

Oltrepassare frontiere; anche amarle – in quanto definiscono una realtà, un’individualità, le

danno forma, salvandola così dall’indistinto – ma senza idolatrarle, senza farne idoli che

esigono sacrifici di sangue. Saperle flessibili, provvisorie e periture, come un corpo umano, e

perciò degne di essere amate; mortali, nel senso di soggette alla morte, come i viaggiatori,

non occasione e causa di morte, come lo sono state e lo sono tante volte. Viaggiare non vuol

dire soltanto andare dall’altra parte della frontiera, ma anche scoprire di essere sempre pure

dall’altra parte. In Verde acqua Marisa Madieri, ripercorrendo la storia dell’esodo degli italiani

da Fiume dopo la Seconda guerra mondiale, nel momento della riscossa slava che li costringe

ad andarsene, scopre le origini in parte anche slave della sua famiglia in quel momento

vessata dagli slavi in quanto italiana, scopre cioè di appartenere anche a quel mondo da cui si

sentiva minacciata, che è, almeno parzialmente, pure il suo. Quando ero un bambino e andavo

a passeggiare sul Carso, a Trieste, la frontiera che vedevo, vicinissima, era invalicabile, –

almeno sino alla rottura fra Tito e Stalin e alla normalizzazione dei rapporti fra Italia e

Jugoslavia – perché era la Cortina di Ferro, che divideva il mondo in due. Dietro quella

frontiera c’erano insieme l’ignoto e il noto. L’ignoto, perché là cominciava l’inaccessibile,

sconosciuto, minaccioso impero di Stalin, il mondo dell’Est, così spesso ignorato, temuto e

disprezzato. Il noto, perché quelle terre, annesse dalla Jugoslavia alla fine della guerra,

avevano fatto parte dell’Italia; ci ero stato più volte, erano un elemento della mia esistenza.

Una stessa realtà era insieme misteriosa e familiare; quando ci sono tornato per la prima volta,

è stato contemporaneamente un viaggio nel noto e nell’ignoto. Ogni viaggio implica, più o

meno, una consimile esperienza: qualcuno o qualcosa che sembrava vicino e ben conosciuto si

rivela straniero e indecifrabile, oppure un individuo, un paesaggio, una cultura che ritenevamo

diversi e alieni si mostrano affini e parenti. Alle genti di una riva quelle della riva opposta

sembrano spesso barbare, pericolose e piene di pregiudizi nei confronti di chi vive sull’altra

sponda. Ma se ci si mette a girare su e giù per un ponte, mescolandosi alle persone che vi

transitano e andando da una riva all’altra fino a non sapere più bene da quale parte o in quale

paese si sia, si ritrova la benevolenza per se stessi e il piacere del mondo”.

Claudio Magris è nato a Trieste nel 1939. Saggista, studioso della cultura mitteleuropea e

della letteratura del “mito asburgico”, è anche autore di testi narrativi e teatrali.

1. Comprensione del testo

Dopo un’attenta lettura, riassumi il contenuto del testo.

2. Analisi del testo

2.1. Soffermati sugli aspetti formali (lingua, lessico, ecc.) del testo.

2.2. Soffermati sull’idea di frontiera espressa nel testo.

2.3. Soffermati sull’idea di viaggio espressa nel testo.

2.4. Spiega l’espressione “si ritrova la benevolenza per se stessi e il piacere del mondo”.

2.5. Esponi le tue osservazioni in un commento personale di sufficiente ampiezza.

3. Interpretazione complessiva e approfondimenti

Proponi una interpretazione complessiva del testo proposto, facendo riferimento ad altri testi di

autori del Novecento. Puoi fare riferimento anche a tue esperienze personali.

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TIPOLOGIA B - REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI

GIORNALE” (puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai quattro ambiti proposti)

CONSEGNE

Sviluppa l’argomento scelto o in forma di «saggio breve» o di «articolo di giornale»,

utilizzando, in tutto o in parte, e nei modi che ritieni opportuni, i documenti e i dati forniti.

Se scegli la forma del «saggio breve» argomenta la tua trattazione, anche con opportuni

riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio.

Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi.

Se scegli la forma dell’«articolo di giornale», indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul

quale pensi che l’articolo debba essere pubblicato.

Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo.

1. AMBITO ARTISTICO - LETTERARIO

ARGOMENTO: Il disagio del vivere, il disagio della civiltà: scoprirsi nella malattia.

DOCUMENTI

“Oh, io sono, veramente malato!

E muoio, un poco, ogni giorno.

Vedi: come le cose.

Non sono, dunque, un poeta:

io so che per esser detto: poeta, conviene

viver ben altra vita!

Io non so, Dio mio, che morire.

Amen.”

S. Corazzini, Desolazione del povero poeta sentimentale, da Piccolo libro inutile, 1906

“Accadde a mezzogiorno. Nel pomeriggio, c'era bonaccia e il sole picchiava, Aschenbach si recò

a Venezia (…). Mentre prendeva il tè, seduto a un tavolino rotondo di ferro, dalla parte in

ombra della piazza, fiutò ad un tratto nell'aria un odore singolare, che gli pareva avesse già

sfiorato il suo olfatto, da tempo, senza però rendersene cosciente, un odore dolciastro

medicinale che ricordava calamità e ferite e pulizia sospetta. Lo vagliò con apprensione,

identificandolo, e, terminato lo spuntino, s'allontanò dalla piazza dalla parte opposta alla

chiesa. Nello spazio ristretto, l'odore cresceva d'intensità. Agli angoli delle calli erano affissi dei

manifesti stampati con i quali le autorità comunali, a causa di certe malattie dell'apparato

digerente, all'ordine del giorno con simili temperature, mettevano in guardia gli abitanti contro

l'ingestione di ostriche e telline e anche contro l'acqua dei canali. La natura palliativa della

prescrizione era chiara. La gente faceva crocchio su ponti e piazze; e lo straniero (Aschenbach

stesso) vi si mischiò, indagando e almanaccando (…). L'aria era calma e fetida, il sole scottava

dietro la foschia che dava al cielo il color dell'ardesia. L'acqua batteva gorgogliando contro

ormeggi e approdi. (…). Ecco com'era Venezia, la bella lusinghiera e sospetta, la città mezza

leggenda e mezza trappola per forestieri, nella cui aria putrida, un tempo, in bagordi, fiorì

l'arte, ispirando ai musici melodie che cullano e avvolgono di lascivia. All'avventuroso

sembrava come se i suoi occhi bevessero un simile rigoglio, come se il suo orecchio fosse

corteggiato da tali melodie; si ricordò pure che la città era malata e, per sete di denaro, lo

teneva segreto, e con lo sguardo più licenzioso cercò la gondola ondeggiante più avanti”.

Th. Mann, Morte a Venezia, 1912

“La malattia è la forma impudica della vita. E la vita a sua volta? È forse soltanto una malattia

infettiva della materia (…) La malattia ti dà la libertà. Essa ti rende … ecco, ora mi sovviene la

parola che non ho mai usata! Ti rende geniale”.

Th. Mann, La montagna incantata, 1924

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“Ma doveva esser la mia faccia placida e stizzosa e quei grossi occhiali rotondi che mi avevano

imposto per raddrizzarmi un occhio, il quale, non so perché, tendeva a guardare per conto suo,

altrove.

Erano per me, quegli occhiali, un vero martirio. A un certo punto, li buttai via e lasciai libero

l’occhio di guardare dove gli piacesse meglio. Tanto, se dritto, quest’occhio non m’avrebbe

fatto bello. (…).

Berto, al contrario, bello di volto e di corpo (almeno paragonato con me), non sapeva staccarsi

dallo specchio e si lisciava e si accarezzava e sprecava denari senza fine per le cravatte più

nuove, per i profumi più squisiti e per la biancheria e il vestiario. Per fargli dispetto, un giorno,

io presi dal suo guardaroba una marsina nuova fiammante, un panciotto elegantissimo di

velluto nero, il gibus, e me ne andai a caccia così parato”.

L. Pirandello, Il fu Mattia Pascal, 1904

“Augusta, come sempre, guardava le cose e accuratamente le registrava (…). Io, invece,

nell’oscurità, sentivo, con pieno sconforto, me stesso. Le dissi del tempo che andava via e che

presto essa avrebbe rifatto quel viaggio di nozze con un altro. Io ne ero tanto sicuro che mi

pareva di dirle una storia già avvenuta. E mi parve fuori di posto ch’essa si mettesse a

piangere per negare la verità di quella storia. Forse m’aveva capito male e credeva io le avessi

attribuita l’intenzione di uccidermi. Tutt’altro! Per spiegarmi meglio le descrissi un mio

eventuale modo di morire: le mie gambe, nelle quali la circolazione era certamente già povera,

si sarebbero incancrenite e la cancrena dilatata, dilatata, sarebbe giunta a toccare un organo

qualunque, indispensabile per poter tener aperti gli occhi. Allora li avrei chiusi, e addio

patriarca! Sarebbe stato necessario stamparne un altro.

Essa continuò a singhiozzare e a me quel suo pianto, nella tristezza enorme di quel canale,

parve molto importante. Era forse provocato dalla disperazione per la visione esatta di quella

sua salute atroce? Allora tutta l’umanità avrebbe singhiozzato in quel pianto. Poi, invece, seppi

ch’essa neppur sapeva come fosse fatta la salute. La salute non analizza se stessa e neppur si

guarda nello specchio. Solo noi malati sappiamo qualche cosa di noi stessi”.

I.Svevo, La coscienza di Zeno, 1923

“Naturalmente io non sono un ingenuo e scuso il dottore di vedere nella vita stessa una

manifestazione di malattia. La vita somiglia un poco alla malattia come procede per crisi e lisi

ed ha i giornalieri miglioramenti e peggioramenti. A differenza delle altre malattie la vita è

sempre mortale. Non sopporta cure. Sarebbe come voler turare i buchi che abbiamo nel corpo

credendoli delle ferite. Morremmo strangolati non appena curati.

La vita attuale è inquinata alle radici. (…) Qualunque sforzo di darci la salute è vano. Questa

non può appartenere che alla bestia che conosce un solo progresso, quello del proprio

organismo. (…) Ma l'occhialuto uomo, invece, inventa gli ordigni fuori del suo corpo e se c'è

stata salute e nobiltà in chi li inventò, quasi sempre manca in chi li usa. Gli ordigni si

comperano, si vendono e si rubano e l'uomo diventa sempre più furbo e più debole. Anzi si

capisce che la sua furbizia cresce in proporzione della sua debolezza. I primi suoi ordigni

parevano prolungazioni del suo braccio e non potevano essere efficaci che per la forza dello

stesso, ma, oramai, l'ordigno non ha più alcuna relazione con l'arto. Ed è l'ordigno che crea la

malattia con l'abbandono della legge che fu su tutta la terra la creatrice. La legge del più forte

sparì e perdemmo la selezione salutare. Altro che psico-analisi ci vorrebbe: sotto la legge del

possessore del maggior numero di ordigni prospereranno malattie e ammalati”.

I.Svevo, La coscienza di Zeno, 1923

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2. AMBITO SOCIO – ECONOMICO

ARGOMENTO: L'Unione monetaria europea: obiettivi e difficoltà di governance.

DOCUMENTI

“L'Unione economica e monetaria (UEM) è il risultato di un'integrazione economica progressiva

nell'Unione europea e rappresenta l'espansione del mercato unico, con le regolamentazioni

comuni dei prodotti e la libera circolazione delle merci, dei capitali, del lavoro e dei servizi. Una

moneta comune, l'euro, è stata messa in circolazione nell'eurozona, che comprende

attualmente 19 Stati membri dell'Unione. Tutti i 28 Stati membri — ad eccezione del Regno

Unito e della Danimarca — devono adottare l'euro dopo una partecipazione di almeno due anni

al meccanismo di scambio ERM II e a condizione di soddisfare i criteri di convergenza. La

Banca centrale europea (BCE) mette in atto una politica monetaria unica, completata da

politiche di bilancio armonizzate e da politiche economiche coordinate. In seno all'UEM non

esiste un'istituzione unica responsabile della politica economica, ma questa responsabilità è

ripartita fra gli Stati membri e le varie istituzioni (…)

La gestione dell'UEM è stata concepita al fine di promuovere una crescita economica e

sostenibile e un alto livello di occupazione attraverso idonee politiche economiche e monetarie.

Questo comporta tre attività economiche principali: 1) condurre una politica monetaria

finalizzata alla stabilità dei prezzi, 2) coordinare le politiche economiche negli Stati membri, 3)

garantire il buon funzionamento del mercato unico”.

Storia dell'Unione economica e monetaria, in http://www.europarl.europa.eu

“Il Trattato di Maastricht ha creato le premesse per la moneta unica europea, l’euro. Ha

segnato il momento culminante di vari decenni di dibattito sul rafforzamento della

cooperazione economica in Europa. Il trattato ha inoltre istituito la Banca centrale europea

(BCE) e il Sistema europeo di banche centrali, precisandone le finalità. L’obiettivo principale

della BCE è mantenere la stabilità dei prezzi, ossia salvaguardare il valore dell’euro.

L’idea di una moneta unica per l’Europa fu proposta per la prima volta agli inizi degli anni ’60

dalla Commissione europea, ma il progetto subì una battuta d’arresto a causa dell’instabilità

che caratterizzava il contesto economico degli anni ’70.

I leader europei hanno rilanciato il progetto nel 1986, impegnandosi nel 1989 a realizzare un

processo di transizione in tre fasi, definite formalmente nel Trattato di Maastricht

Fase 1 (dal 1 luglio 1990 al 31 dicembre 1993): introduzione della libera circolazione

dei capitali fra Stati membri

Fase 2 (dal 1 gennaio 1994 al 31 dicembre 1998): rafforzamento della cooperazione

fra le banche centrali nazionali e maggiore allineamento delle politiche economiche degli

Stati membri

Fase 3 (dal 1 gennaio 1999 a oggi): graduale introduzione dell’euro e attuazione di

una politica monetaria unica, di competenza della BCE”.

Trattato di Maastricht, in www.ecb.europa.eu

“La vera fondamentale questione, che va chiarita, è se esista ancora nell’Unione Europea o –

quantomeno - nell’UEM quello zoccolo duro di valori comuni che deve sostenere

un’organizzazione sociale fondata su principi del liberalismo e della concorrenza cooperativa. Il

liberalismo può essere declinato in molteplici forme. Si può parlare di mercato sociale o di altre

forme di mercato; si possono disegnare modalità diverse di Stato sociale. In ogni caso, il

tessuto connettivo della nostra società europea è costituito dall’interazione fra lo Stato, il

mercato e varie istituzioni intermedie che devono assicurare benessere e apertura al nuovo.

Specie negli ultimi decenni, è diventato però evidente che una società aperta e innovativa

tende a ridurre le diseguaglianze solo a livello internazionale e a concentrare il benessere in

poche mani all’interno delle singole aree economiche. In Europa ciò ha aumentato le

diseguaglianze nella distribuzione del reddito e della ricchezza e la platea dei gruppi che

perdono o temono di perdere a causa del cambiamento (i “perdenti”). Il distacco fra ceto

dirigente e resto della popolazione trova, qui, una delle sue radici. Diventa pertanto

indispensabile costruire efficaci meccanismi di welfare in grado di ridurre le diseguaglianze e

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proteggere i “perdenti”. La UEM deve dotarsi di meccanismi di coordinamento capaci di

stimolare la crescita e di costruire questo welfare”.

I limiti della governance europea: i problemi di fondo, http://www.luiss.it

“A quante velocità può andare l'Europa? La domanda è tornata d'attualità, in vista del vertice

del 25 marzo a Roma per i 60 anni dalla firma dei trattati che hanno portato all'Unione

Europea. L'Europa "multi-speed" ("a più velocità") è sulla bocca di tutti, come possibile

ricetta per il rilancio di un progetto messo in discussione dalla Brexit, dalla crescita

del sentimento anti-europeo tra gli elettori durante la crisi economica e dalla mancanza

di solidarietà dimostrata da alcuni Paesi durante quella dei migranti.

La cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha rotto il tabù dell'Europa a più velocità a inizio

febbraio, durante un vertice informale a Malta. Il presidente della Commissione, Jean-Claude

Juncker, ne ha fatto una delle 5 opzioni del suo Libro Bianco sul futuro dell'Ue dopo la Brexit.

In un mini-summit a Versailles a inizio marzo, Germania, Francia, Italia e Spagna hanno

benedetto la possibile nascita della "multi-speed".

David Carretta, Europa a una, due o tre velocità. Il dilemma dell'Ue, in http://www.agi.it

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3. AMBITO STORICO - POLITICO

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4. AMBITO TECNICO - SCIENTIFICO

ARGOMENTO: Tecnologia pervasiva.

DOCUMENTI

«Anche la Silicon Valley ha la sua religione. E potrebbe presto diventare il paradigma

dominante tra i vertici e gli addetti ai lavori della culla dell’innovazione contemporanea. È il

«transumanismo» e si può definire, scrive il saggista Roberto Manzocco in “Esseri Umani 2.0”

(Springer, pp. 354), come «un sistema coerente di fantasie razionali parascientifiche», su cui

la scienza cioè non può ancora pronunciarsi, «che fungono da risposta laica alle aspirazioni

escatologiche delle religioni tradizionali». Per convincersene basta scorrerne i capisaldi: il

potenziamento delle nostre capacità fisiche e psichiche; l’eliminazione di ogni forma di

sofferenza; la sconfitta dell’invecchiamento e della morte. Ciò che piace ai geek della Valley è

che questi grandiosi progetti di superamento dell’umano nel “post-umano” si devono, e

possono, realizzare tramite la tecnologia. E tecniche, la cui fattibilità è ancora tutta da scoprire,

come il “mind uploading”, ossia il trasferimento della coscienza su supporti non biologici, e le

“nanomacchine”, robot grandi come virus in grado di riparare le cellule cancerose o i danni da

malattia degenerativa direttamente a livello molecolare.»

Fabio CHIUSI, TRANS UMANO la trionferà, “l‟Espresso” – 6 febbraio 2014

«Lord Martin Rees, docente di Astrofisica all’Università di Cambridge e astronomo della Regina,

la vede un po’ diversamente: i robot sono utili per lavorare in ambienti proibitivi per l’uomo –

piattaforme petrolifere in fiamme, miniere semidistrutte da un crollo, centrali in avaria che

perdono sostanze radioattive – oltre che per svolgere mestieri ripetitivi. Ma devono restare al

livello di «utili idioti: la loro intelligenza artificiale va limitata, non devono poter svolgere

mestieri intellettuali complessi». L’astronomo della Corte d’Inghilterra, occhi rivolti più alle

glorie del passato che alle speranze e alle incognite di un futuro comunque problematico,

propone una ricetta che sa di luddismo. Una ricetta anacronistica ed estrema che si spiega con

l’angoscia che prende molti di noi davanti alla rapidità con la quale la civiltà dei robot – della

quale abbiamo favoleggiato per decenni e che sembrava destinata a restare nei libri di

fantascienza – sta entrando nelle nostre vite. Che i robot stiano uscendo dalle fabbriche lo

sappiamo da tempo: il bancomat è un bancario trasformato in macchina, in servizio notte e

giorno. In molti supermercati il cassiere non c’è più, sostituito da sensori, lettori di codici a

barre, sistemi di pagamento automatizzati. In Giappone e Francia si moltiplicano treni e

metropolitane guidate da un computer (è così la nuova Linea 5 della metropolitana di Milano),

così come tutti i convogli che si muovono all’interno dei grandi aeroporti del mondo sono,

ormai, senza conducente.»

Massimo GAGGI, E il robot prepara cocktail e fa la guerra, “Corriere della Sera. la Lettura” – 26

gennaio 2014

«Per molto tempo al centro dell’attenzione sono state le tecnologie e gli interrogativi che si

portano dietro: «Meglio i tablet o i netbook?», «Android, iOs o Windows?», seguiti da domande

sempre più dettagliate «Quanto costano, come si usano, quali app…». Intanto i docenti hanno

visto le classi invase da Lim, proiettori interattivi, pc, registri elettronici o tablet, senza riuscire

a comprendere quale ruolo avrebbero dovuto assumere, soprattutto di fronte a ragazzi

tecnologicamente avanzati che li guardavano con grandi speranze e aspettative. Per gli

studenti si apre una grande opportunità: finalmente nessuno proibisce più di andare in

internet, di comunicare tramite chat, di prendere appunti in quaderni digitali o leggere libri

elettronici.»

Dianora BARDI, La tecnologia da sola non fa scuola, “Il Sole 24 ORE. nòva” – 12 gennaio 2014

«Passando dal tempo che ritorna al tempo che invecchia, dal tempo ciclico della natura

regolato dal sigillo della necessità al tempo progettuale della tecnica percorso dal desiderio e

dall’intenzione dell’uomo, la storia subisce un sussulto. Non più decadenza da una mitica età

dell’oro, ma progresso verso un avvenire senza meta. La progettualità tecnica, infatti, dice

avanzamento ma non senso della storia. La contrazione tra “recente passato” e “immediato

futuro”, in cui si raccoglie il suo operare, non concede di scorgere fini ultimi, ma solo progressi

nell’ordine del proprio potenziamento. Null’altro, infatti, vuole la tecnica se non la propria

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crescita, un semplice “sì” a se stessa. L’orizzonte si spoglia dei suoi confini. Inizio e fine non si

congiungono più come nel ciclo del tempo, e neppure si dilatano come nel senso del tempo. Le

mitologie perdono la loro forza persuasiva. Tecnica vuol dire, da subito, congedo dagli dèi.»

Umberto GALIMBERTI, Psiche e techne. L’uomo nell’età della tecnica, Feltrinelli, Milano 2002

TIPOLOGIA C – TEMA DI ORDINE STORICO

“La rivoluzione proletaria russa è la prima grande rivoluzione proletaria che si è chiusa

vittoriosamente con la conquista del potere da parte del proletariato nel più grande paese

capitalista del mondo, e con l'instaurazione, avvenuta per la prima volta nella storia, della

dittatura proletaria. Questa esperienza storica della classe rivoluzionaria russa è di una

immensa importanza per tutto il proletariato internazionale e per la sua lotta di

emancipazione”.

A.GRAMSCI, Russia e internazionale. L'Ordine Nuovo, 9 gennaio 1921 I, n. 9,

Socialismo e fascismo. L'Ordine Nuovo 1921-1922, p. 33. Einaudi Editore, Torino, 1970

Il candidato rifletta sulle affermazioni di A. Gramsci e discuta sul ruolo che la rivoluzione russa

ebbe nella storia del XX secolo.

TIPOLOGIA D – TEMA DI ORDINE GENERALE “Garantire la corretta informazione diventa una precondizione essenziale per il corretto

funzionamento della democrazia e l’effettivo godimento delle libertà e dei diritti fondamentali.

Oggi disponiamo di un’enorme quantità d’informazioni e in tempo quasi reale. Ma la quantità e

la rapidità delle notizie non ne garantiscono in alcun modo il livello qualitativo. Se poca

informazione non consente la comprensione della realtà, allo stesso modo un’eccessiva

quantità di notizie può uccidere l’informazione senza generare conoscenza. (…)

La democrazia richiede un giornalismo responsabile. È giornalismo responsabile quello che

soddisfa il diritto del cittadino a sapere e conoscere, senza trascurare i diritti con esso

eventualmente confliggenti e avendo cura dei soggetti deboli coinvolti ed esposti

dall’informazione. Il sistema dei mezzi di informazione dovrebbe riconoscere e rispettare una

precisa gerarchia di valori. L’etica e la moralità sono per il giornalismo un dovere assoluto,

perché è diritto dei cittadini non solo e non tanto l’essere informati, ma soprattutto l’essere

correttamente informati”.

Pietro Grasso, Intervento al Convegno “Formare all’informazione”, Roma 20 febbraio 2014

Il candidato rifletta sulle affermazioni del Presidente del Senato Pietro Grasso, argomentando

sui temi della libertà di stampa, del diritto all’informazione e del giornalismo responsabile,

come condizioni essenziali della democrazia.

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Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio - XX Distretto - IX Municipio

Liceo “Ettore Majorana” ad indirizzo Scientifico e Linguistico Centrale: via Carlo Avolio 111 - Succursale: via Salvatore Lorizzo, 71 - 00128 Roma tel. 06121127420 - fax 0667666339 - cod. mecc. RMPS37000a - C.F. 80247510581

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SIMULAZIONE ESAME DI STATO

a.s. 2016 – 2017

TERZA PROVA

TIPOLOGIA: B

CLASSE 5 Es MATERIE: INGLESE, ARTE, STORIA, FISICA Data:10 MARZO 2017 ALUNNO/A………………………………………………………………………… VALUTAZIONE:

Materia Voto

INGLESE

ARTE

STORIA

FISICA

VOTO FINALE

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SIMULAZIONE TERZA PROVA ESAMI DI STATO

STORIA DELL’ARTE

ESAMI DI STATO a.s. ……………… COMMISSIONE N°………………. VALUTAZIONE parziale dei quesiti di TERZA PROVA CANDIDATO: ……………………………… MATERIA: ……………………………….

28

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SIMULAZIONE DI TERZA PROVA del 10/03/2017

TIPOLOGIA B (8-10 righe)

CLASSE: V Es STUDENTE: ....................................................…………………..

MATERIA: INGLESE

1) Analyse the Romantics’ concept of imagination and their interest in childhood .

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2) Describe William Wordsworth’s creative process making references to the poem ‘Daffodils’.

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SIMULAZIONE DI TERZA PROVA del 10/03/2017

TIPOLOGIA B (8-10 righe)

CLASSE: V Es STUDENTE: ....................................................…………………..

MATERIA: INGLESE

3) Illustrate the moral values that dominated Victorian society.

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SIMULAZIONE TERZA PROVA ESAMI DI STATO

STORIA DELL’ARTE

Alunno.......................................................................... Data.........................................................

1. Quale opera è riprodotta nella foto? Cosa rappresenta? Chi ne è l’autore? In quale forma di

linguaggio espressivo possiamo collocarla? Quale erano gli intenti dell’artista? (max. 8 righe)

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2. In cosa consiste la “poetica del sublime”? Quali sono gli artisti più rappresentativi in merito?

Quali opere puoi citare? (max. 8 righe)

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3. Dopo aver citato il titolo e l’autore dell’opera seguente, indica la corrente artistica di cui essa è

espressione e spiega i motivi dell’ampia popolarità di cui godette nel suo contesto storico. (max. 8

righe)

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Simulazione Terza Prova Storia Classe V E Alunn ……………………………………….

Il candidato illustri su quale cruciale questione economica cadde nel 1876l’ultimo governo

dellaDestra storica guidato da Marco Minghetti.

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Il candidato illustri la soluzione teorica ai problemi dell’organizzativa produttiva esposta nel

fortunato libro The Principles of Scientific Management di Frederick W. Taylor, nota anche come

taylorismo.

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Il 1° gennaio 1897 venne pubblicato sulla “Nuova Antologia” il celebre articolo scritto da Sidney

Sonnino dal titolo “Torniamo allo statuto”: il candidato illustri i contenuti principali di detto

articolo.

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Simulazione di Fisica del 10/03/2017 Candidata/o:________________________________

1. Partendo dalla definizione di flusso di un vettore attraverso una superficie, illustra il teorema di

Gauss per il magnetismo, fornendo una possibile spiegazione del suo enunciato.

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2. Spiega che cosa si intende per autoinduzione e in quali circostanze si può determinare tale

fenomeno all’interno di un circuito elettrico.

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3. Esponi qualche caratteristica di un’onda elettromagnetica partendo da quali sono le sue sorgenti,

quali i mezzi in cui si trasmette, il tipo di oscillazione rispetto alla direzione di propagazione,

l’intensità dell’onda, etc.

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SIMULAZIONE ESAME DI STATO

a.s. 2016 – 2017

TERZA PROVA

TIPOLOGIA: B

CLASSE 5 Es MATERIE: FILOSOFIA, FISICA INGLESE, LATINO Data: 5 MAGGIO 2017 ALUNNO/A………………………………………………………………………… VALUTAZIONE:

Materia Voto

FILOSOFIA

FISICA

INGLESE

LATINO

VOTO FINALE

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SIMULAZIONE TERZA PROVA ESAMI DI STATO

STORIA DELL’ARTE

ESAMI DI STATO a.s. ……………… COMMISSIONE N°………………. VALUTAZIONE parziale dei quesiti di TERZA PROVA CANDIDATO: ……………………………… MATERIA: ……………………………….

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Simulazione Terza Prova Filosofia Classe V E Alunn ……………………………………….

Lo spirito oggettivo si manifesta in istituzioni sociali concrete. Hegel si sofferma soprattutto sullo

stato: il candidato illustri la concezione dello Stato etico hegeliano.

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Il candidato illustri la legge dei tre stati di August Comte.

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Nietzsche nelle Considerazioni inattuali affronta il tema del valore della conoscenza storica per la

vita: il candidato illustri il pensiero del filosofo al riguardo.

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SIMULAZIONE DI TERZA PROVA del 05/05/2017

TIPOLOGIA B (8-10 righe)

CLASSE: V Es STUDENTE: ....................................................…………………..

MATERIA: INGLESE

1) Identify characteristic features of the Aesthetic Movement in England.

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2) What characterised modernist literature in the first decades of the 20th

century?

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SIMULAZIONE DI TERZA PROVA del 05/05/2017

TIPOLOGIA B (8-10 righe)

CLASSE: V Es STUDENTE: ....................................................…………………..

MATERIA: INGLESE

3) Illustrate the influence of Henri Bergson’s new concept of time on the modernist novel.

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Simulazione 3' Prova del 5/01/2017 FISICA Candidato: ............................................

1. Illustra i postulati proposti da Einstein sulla relatività ristretta.

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2. Il selettore di velocità

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3. Descrivi l'alternatore e in che modo si utilizza nella produzione di energia elettrica.

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