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QUASI GIORNALE ANNO SCOLASTICO 2010 2011 Giornalino dell’ Istituto Comprensivo “Salvatore Quasimodo” – N°20

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Giornalino scolastico dell'Istituto Comprensivo Salvatore Quasimodo N° 20

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Page 1: QUASI GIORNALE

QUASI GIORNALE

ANNO SCOLASTICO 2010 – 2011 Giornalino dell’ Istituto Comprensivo “Salvatore Quasimodo” – N°20

Page 2: QUASI GIORNALE

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QuasiGiornale numero giugno 2011 Pagina

Lettera ai primini 1^D 3

Primavera in Prima 1^A e 1^B 4-5

Ciurlionis, la II A espone a Palazzo Reale 2^A 6-7

Foto varie 2^B 8

Stupi-diario 9

Bottelliadi 2011 2^A e 2^B 10-11

Che maestre! 3^A 12-13

Buongiorno alla scuola 3^B 14-15

Scuolaintram 4^B e 4^A 16-17

The return of evil Joe 4^A e 4^B 18-19

L'Italia è …. 5^A 20-21

Il viaggio della V B .. una scuola per volare 5^B 22-23

Il viaggio della V B .. una scuola per volare 5 ^B 24-25

Un assaggio di viaggio a maggio Spettacolo teatrale 26-27

Barbiana 3^A 28

A scuola di Costituzione 3^A 29

L'incontro col Sig. Gilardi 3^B 30-31

Il sogno inscatolato 3^D 32

Abiti puliti 3^A 33

La scuola ideale 2^C 34

Manuale per recuperare 2^C 35

Fantastiche scuse 1^B 36

Interviste ai prof. 1^E 37

Le concert 2^C 38

La lezione spettacolo di Ferruccio Soleri 2^B 39

Rivalità fra classi 3^E 40

A proposito della 3 E 3^E 41

La più bella settimana dell'anno 3^A 42

Saluti dalla 3^ B 3^B 43

A Vacciago con chi vuoi 3^D 44

Gita a Mantova 2^C 45

Gita a Soncino e Pandino 1^C e 1^E 46-47

Entrare nell'adolescenza 1^D 48

L'adolescenza 2^A 49

Il divertimento 3^A 50

Moda degli adolescenti 1^A 51

Gli adolescenti e la musica 2^A 52

Viva la musica 1^D 53

Rinunciare a … 2^B 54-55

La nostra scelta 3^E 56

Chi li conosce li evita 3^D 57

Intervista ad un papà 1^B 58

Expò 3^B 59

Concorsi letterari 60

Racconti premiati concorso 2011 61–62-63

Poesie premiate 2011 64–65-66

I miti 1^B 67

Fantascienza 3^D 68-69

In una notte di temporale Le classi prime 70 e 71

Gare e sport 72–73-74

Giochi e barzellette 75–76-77

Ricette 1^A 78

Fumetti barzellette 1^A 79

Fumetto finale 80

I REDATTORI

Insegnanti

Stefania Argenta

Monica Bocchi

Roberta Cerutti

Lorenza Fava

Camilla Forti

Giuliana Muzio

Alunni

1^A Virginia Falascone

Alberto Ferrario

1^ B Giovanni Aletti

Pietro D’ Amore

1^ C Antonio Ruggeri

Ginevra Albanese

1^ D Sofia Cairo

Corinne Hamdan

1^ E Serena Mazziero

Riccardo Fanizzi

2^A Martina Picceni

Marco Scaroni

2^ B Claudio Avarello

Andrea Camassa

2^ C Margherita Butti

Rebecca Biancamano

3^ A Simone Manenti

Rebecca Bonini

3^ B Lucia Di Francesco

Anna Maria Cavaliere

3^ D Elena Silipo

Francesca Fumagalli

3^ E Dalia Allam

Andrea Vitaloni

QUASI GIORNALE IC- QUASIMODO

N° 20 2010 - 2011

Page 3: QUASI GIORNALE

3

Cari primini, anzi futuri ragazzi e ragazze delle medie, già perché entrando alle medie non

siete più bambini , ma ragazzi, vi scriviamo questa lettera per darvi alcuni consigli su come

sopravvivere l’anno prossimo alle medie. Proveremo a fare una specie di decalogo, così è più

chiaro e potrà aiutarvi in ogni situazione.

1. Dimenticate le maestre, ora ci sono le prof e i prof, date loro del lei, li farete contenti, vi

dimostrerete più grandi e non i lattanti dell’asilo.

2. Non fatevi chiamare “primini” dagli alunni grandi delle terze, perché anche loro lo sono stati

e non fatevi prendere in giro.

3. La scuola oltre a essere bella e moderna è anche grande, fate attenzione i primi giorni a non

perdervi

4. Esultate quando c’è il pranzo al sacco ! La mensa è una vera disgrazia! Pregate prima di

entrare dalla porta della mensa che ci sia una buona pizza fumante, ma tanto non accadrà mai,

vedrete soltanto frittate e cavolfiori.

5. State attenti all’intervallo, perché il corridoio sembra una giungla di animali feroci

che corrono e urlano dappertutto

6. Aspettate a saltare sui banchi solo quando siete sicuri che i prof sono assenti, allora arriva

il magico momento che dividono la classe nel corridoio, purtroppo accade molto di rado

7. Fate sempre i compiti, sennò vi scoprono

8. Non state assenti alle verifiche perché tanto le fanno recuperare, sarete soli e non avrete

nessuno da cui copiare.

9. Non preoccupatevi troppo per i prof, urlano molto ma solo raramente pungono.

10. Questo è il consiglio più importante: buona fortuna !!!

PS Vi auguriamo anche di divertirvi ogni tanto come lo abbiamo fatto noi e arrivederci a

settembre!

Sara Alessi,Daniel Costanza, Michele Ferrara, Melina Merel 1D

Page 4: QUASI GIORNALE

4

FILASTROCCHE liberamente INTERPRETATE

Classi I A e B Scuola Primaria “G. Rodari”

Page 5: QUASI GIORNALE

5

Con la collaborazione speciale di

Mina Francesco Alessia

Luca Larissa Riccardo

Gianluca Cecilia Marco

Yunfei Deniz Sofia

Giulia Martina Nadine

Joseph Kine Jade

Gabriele Emanuele P

Roberta Simone

Charlemagne

Emanuele V Lisa

E il prezioso lavoro di

Ahd Federico A Miriam

Davide Ba Alessandro B

Giulia Davide Bo Elisa C

Chiara C Luca Gregorio

Chiara L Stefano Elisa M

Federico M Chiara M

Stefany Sara Adrian

Valeria Emanuele Filippo

Alessandro V Benedetta

Williams

Page 6: QUASI GIORNALE

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La II A espone a Palazzo Reale

Mikalojus Konstantinas Ciurlionis a Palazzo Reale

L’1 febbraio 2011 la nostra classe è andata a vedere la mostra di Ciurlionis a Palazzo Reale. Appena arrivati ci hanno fatto sedere intorno a una piramide, le luci erano basse e si sentiva una musica dolce. Una signora di nome Mariarosa ha iniziato ad aprire la piramide che conteneva un sacco di cose, lei li ha chiamati i “segreti della terra”. L’acqua preziosa, origine di tutte le cose, la terra che profuma di terra, i fiori, le pietre che contengono ognuna un colore, un ramo che può sembrare un serpente, il dolce suono di un campanellino e la bellezza di una terra lontana… quella di Ciurlionis. Dopo aver scoperto tutto quello che conteneva quella piramide la signora Mariarosa ci ha portati a vedere la mostra. Ogni quadro sembrava magico e lei ci ha raccontato che cosa rappresentava, c’erano anche dei quadri che visti insieme

Page 7: QUASI GIORNALE

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raccontavano una storia… è stato molto emozionante! Abbiamo scoperto anche che Ciurlionis componeva musica, l’abbiamo ascoltata in sottofondo durante la visita alla mostra e c’erano appesi anche i suoi spartiti. La cosa buffa è stata che di fianco a ogni pentagramma lui disegnava un profilo di persona, era molto bravo! Mi ha sorpreso vedere come Ciurlionis usava il colore, ne abbiamo parlato anche con le maestre, lui riusciva a disegnare la natura e a farla sembrare magica. Avendo partecipato a questa mostra abbiamo avuto la possibilità di fare noi stessi un quadro ispirato a quelli di Ciurlionis, abbiamo lavorato in gruppo e ci è piaciuto molto. Il nostro lavoro è stato esposto a Palazzo Reale... che emozione!! Tratto dal quaderno di Maya, con la partecipazione di tutta la IIA

Page 8: QUASI GIORNALE

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Festa di Natale.......... Educazione stradale......

Palazzo Reale: Ciurlionis II B Palazzo Reale: Arcimboldo

Bottelliadi...........

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STUPI-DIARIO Frasi originali dei nostri bambini………

Classi II

Italiano Il barrista è quello che costruisce le barrette

Bambino: i bambini pranzati (….che hanno pranzato)

Bambina: mi fa male la schiena, il dottore ha detto che ho l’osso

arrugginito!

Classi III Italiano

- Scheda : Riordino le parole e formo le frasi

Non depongo uova d’oro, ma depongo galline”

Nel giardino una vasca di carta galleggia in una barchetta”

Leggenda del Vulcano

Un giorno un vulcano stava male : aveva la tosse, la diarrea e la febbre molto alta.

Gli angioletti decisero di lanciare un fulmine e un forchettone caddero dentro alla bocca del vulcano; dopo 3 minuti ruttò la lava e

si sentì bene.

Geografia

Il terreno pianeggiante e l’abbondanza di formaggio favoriscono l’allevamento di mucche, cavalli, maiali, polli e pecore.

Geometria

Due rette che si incontrano in un punto si dicono rette incidentali …………..[ …..che non abbiano dato la precedenza ….. ??? !! n.d.r.]

Classi IV Italiano

Analisi grammaticale :

potessimo : voce del verbo POTESSARE / voce del verbo POSSERE

dovere = voce del vero DEVONARE

riuscirono : voce del verbo

Matematica

Le frazioni:

- Come si chiama l'ottava parte di un intero? Un ottimo

- E la nona parte? Un novesimo / un nonno

- Come si legge la frazione 1/2? Un secondo

Storia

Com’era il Nilo quando esondava ? Gentile

Gli uomini del Neolitico avevano imparato la tecnica di fondere …………..? Il formaggio

Domanda : Ma gli Egizi del Nuovo Regno parlavano l’italiano come noi ?

Cosa sono le mummie ? Sono dei morti avvolti nella carta igienica.

Classi V Maestra – Bambini, perché su studia il clima ?

Bambina - …………… per sapere cosa mettere nella valigia delle vacanze !

…. e qualche svarione delle maestre ……….

- tentare di firmare una circolare con il termometro della febbre

- formare un numero sul cellulare utilizzando il codice delle fotocopie

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Mercoledì 12 aprile

Presso il Centro Sportivo Pro Patria

Viale Sarca, 205

Milano

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Classi III A

Scuola Primaria “G. Rodari”

Valentina

Se Valentina fosse un animale potrebbe essere un gatto, perchè è sempre ordinata.

V. è attenta a profumare la classe perché mette lo spray quando qualche bambino ha i vestiti

che puzzano (Valery)

Lei riesce a far divertire i bambini perché se un bambino fa una cosa sbagliata lei ci scherza;

per esempio : un bambino si siede composto e V dice “Allora anch’io mi siedo scomposta” e si

sdraia sulla cattedra. (Andrea)

Quello che mi piace di Valentina è quando insegna il flauto perché è pieno di melodie e gioia.

V è spiritosa perché dice sempre “ MA SIETE FUORI DI MELONE ?” (Nestor)

Una volta Valentina è inciampata in una pallina da calcio, perché voleva fare la sportiva ma

non ha saputo tirare la pallina.

V sembra una zebra perché un giorno è venuta con la maglia nera e bianca : lei è della

Juventus !

Quello che fa ridere di Valentina è quando disegna qualcosa alla lavagna perché non è capace.

Con Valentina vorrei studiare solo storia perché è molto bella.

Carla

La maestra Carla assomiglia a un coniglietto perché il

coniglietto è simpatico. Carla è simpatica ma anche un

po’ severa. Mi piace perché aiuta i miei compagni Io

vorrei fare un po’ di compiti con lei. (Aradia Ashline

Feliciano)

Eliana

Ci piace Eliana perché con lei un sacco di volte

guardiamo i film (Tommaso)

Eliana ci fa ridere perché fa delle battute (Filippo)

Mi piace Eliana perché ogni volta che facciamo

religione chiacchieriamo in continuo (Matteo)

Eliana è molto simpatica e assomiglia tanto a una suora

(Sara e Camille)

Page 13: QUASI GIORNALE

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Valeria

Valeria ci piace quando ci porta in giardino e quando entra in classe assomiglia a una

pantera nera. Ci porta tante volte in giardino a giocare, è molto spiritosa e ci dà spesso le

caramelle. (Tommaso)

Non ci piace perché dà troppe schedine, non ci fa correre nell’atrio, e perché ha scritto le

regole. (Daniele)

Siamo felici quando andiamo in gita e ci piacerebbe andare al mare con lei. (Nardi)

Assomiglia a un orso perché mangia di tutto (Forghieri)

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Classe III B

Scuola primaria “G: Rodari “

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Page 16: QUASI GIORNALE

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Classi IV A e B

Scuola Primaria “G. Rodari”

IL VIGILE

Il vigile Mariano ci ha spiegato che loro hanno particolari

cappelli a : cilindro, tuba, ghisa.

Gli strumenti che usano i vigili sono: fischietto, paletta ,

libretto per le multe, pianta della città.

Il corpo di vigilanza è nato nel 1 860 ed è ora chiamato polizia

municipale o metropolitana di Milano e fu creata nel Medioevo

per esigenze di difesa e controllo delle porte.

( Zeyad - Giulia R - Michela Y – Claudio )

Palazzo Marino

Il nostro Tram

Gli “attrezzi” del Vigile urbano

Stemma degli Sforza

Il TRAM

Il tram fuori era grigio e aveva sul fianco la scritta “Scuolaintram”; dentro

c’erano i sedili con disegnati alcuni monumenti di Milano, sul pavimento c’era

la cartina della città e sulle pareti erano raffigurato alcuni personaggi che

hanno reso Milano bella e famosa (Leonardo, Maria Callas, San Carlo …)

L’autista del tram lo guida con una manetta, per questo in milanese viene

detto “El manetta”.

Il tram viaggia sui binari e dovrebbe avere un percorso preferenziale;

invece viaggia in mezzo al traffico.

(Davide – Alice – Igor – Andreia)

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IL CASTELLO SFORZESCO

Il castello sforzesco fu costruito nel 1396 per ordine di Galeazzo Visconti

Nel 1447 venne distrutto una prima volta, ma Francesco Sforza lo fece

ricostruire in soli cinque anni.

Il castello raggiunse il suo massimo splendore alla fine del 1400 durante il

ducato di Ludovico il Moro.

Nel 1521 saltò in aria la torre d’accesso che veniva usata come polveriera; il

castello venne circondato da nuove mura e nuovi fossati.

Passarono circa due secoli di relativa tranquillità, ma nel 1733 un nuovo

terribile assedio danneggiò gravemente l’edificio.

( Gian – Joicy – Pietro – Emily )

LE PORTE DI MILANO

Milano ha tante porte; tra queste Porta Ticinese che è stata chiamata così

perché portava verso Pavia che si chiamava Ticinum.

Porta Romana perché era in direzione di Roma e Porta Venezia perché era

rivolta verso oriente.

Poi ci sono : Porta Volta, Porta Nuova, Porta Vittoria, Porta Genova e Porta

Vicentina.

(Carlo – Luca - Umberto – Geizler)

Basilica di San Lorenzo

Navigli e Darsena

Porta Ticinese

Basilica di Sant’Eustorgio

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Mini Spettacolo teatrale western diventato “film” in lingua inglese

Recitato e interpretato dalle

Classi IV A e B

Scuola Primaria “G. Rodari”

Scene 1 - the saloon

Lo sceriffo BillMc Coy e i suoi amici sono dentro al

saloon a brindare. Lo sceriffo li informa che si

sposerà il giorno dopo e loro sono molto contenti.

La proprietaria del saloon serve da bere the e

whisky. Le ballerine danzano intorno ai tavoli. (Umberto – Giulia – Davide – Igor – Nazmin - Luca)

Scene 2 – the bride

Prima del matrimonio, la sposa con le sue amiche, parlano

della cerimonia, preparano il vestito e la truccano.

La sposa è eccitata per il matrimonio dell’indomani.

Questa parte è fatta solo di ragazze.

C’è la musica “Take me home”. ( Jacopo – Virginia – Joicy – Michela S. - Chamod – Liang )

Scene 3 – the arrival of evil Joe

Tutti i cowboys buoni si trovano nel saloon, quando arriva il

gruppo dei banditi capitanato da Evil Joe.

I banditi minacciano di morte i cowboys; dopo un po’ arriva

il prete e sussurra nell’orecchio dello sceriffo e dice che

Evil Joe è libero; quando lo vengono a sapere tutti i

cowboys si spaventano, urlano e svengono. (Michela Y. – Ilaria – Alex – Raywell – Andrea – Federico )

Page 19: QUASI GIORNALE

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Scene 5 – the duel

Evil Joe sfida lo sceriffo a duello, si guardarono

male per qualche secondo, fanno due passi in avanti

si girano e si sparano.

La sposa dello sceriffo sviene, Evil Joe muore e cade

a terra, ma prima di morire pronuncia una frase

minacciosa.

Il prete lo porta via e tutti gli amici dei due nemici

fanno una rissa. .

E tutti si chiedono alcuni con aria minacciosa, cosa

succederà (Tommaso – Ludovico – Giuseppe - Rebecca )

Scene 6 – the riot

Dopo il duello tra Evil Joe e Bill Mc Coy inizia la

rissa “the riot” ; i cowboys buoni contro i banditi

che si picchiano al rallentatore a coppie per 30

secondi – rissa finta grazie agli insegnamenti di Vladimir - .

Il prete trascina via il cadavere di Evil Joe per i

piedi. Musica : I magnifici Sette. Qesta scena è

troppo divertente anche se ci meniamo !!! ( Gian – Pietro – Alessandro – Alice – Dora – Rin )

RINGRAZIAMENTI

- alla signora Laura Gelmi Terzi, ottima camera-woman e insostituibile “spalla” !

- ai signori Francesco e Gaetano, commessi della Bottelli, per la loro disponibilità,

collaborazione e senso dell’ironia !!!

- al signor Rupert Raison per non essere venuto all’appuntamento stabilito ……….

Page 20: QUASI GIORNALE

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Per alcuni l’Italiaè solo uno spazio delimitato da un confine geografico, invece per noi

L’Italia è… storia, cultura, natura: è diversa dal resto del mondo; l’Italia è tutto. L’Italia è… una nazione in cui convivono persone diverse; l’Italia è una “cosa” speciale. Per me (che sono egiziana di origine) l’Italia è insostituibile, bellissima e non so se ci sia un altro paese così al mondo.

L’Italia è … ricca di culture diverse. L’Italia è… una nazione speciale. L’Italia è… piena di bellissimi paesaggi.

L’Italia è… una cosa che ci unisce e ci differenzia dagli altri. E’ come se tutti gli Italiani formassero una grande famiglia: una famiglia unita da 150 anni.

L’Italia è…uno stato importantissimo a livello storico e culturale, forse il più importante al mondo. E’ un paese magico: da un minuscolo ciottolo antico, si può percepire l’immensa cultura della nostra nazione.

L’Italia è… la mia patria unita, che contribuisce sempre per un mondo unito e senza guerre, che fa di tutto per il bene

L’Italia è… un’unica una cultura immensa che

famiglia di figli che chiedono di valorizzarla; ha tutti dovrebbero conoscere

L’Italia è… una patria di cultura, che si è sviluppata in poco tempo. E’ stata unificata combattendo e cacciando lo “straniero”. E’ una nazione di arte, architettura, pittura e ha avuto grandi

Page 21: QUASI GIORNALE

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L’Italia è… una nazione piena di amore per i popoli e offre il proprio aiuto per le guerre e l’immigrazione

L’Italia è… uno stato pieno di cultura e tradizioni, che si distingue per quello che è e non si arrende mai per nessun motivo.

L’Italia è… famosa nel mondo come il bel paese. Noi abbiamo città d’arte e paesaggi bellissimi e io sono fiera di essere italiana.

Buon compleanno Italia !!!!

… dalla V A Scuola Primaria “G. Rodari”

Page 22: QUASI GIORNALE

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Abbiamo percorso tanta strada in questi cinque anni …….

Come sono pesanti i nostri bagagli !

Dentro ci sono ricordi, emozioni, incontri ed episodi di un lungo

viaggio dalla I alla V elementare.

Nel nostro bagaglio le più importanti sono state le maestre che, con affetto,

tutti i giorni, passo dopo passo ci hanno accompagnati nel nostro cammino, ma che ora ci

dovranno lasciare partire su un mezzo di trasporto più veloce dei nostri piedi e vorremmo che

questo viaggio continuasse per sempre insieme a loro, ma non vogliamo negare ad altri bambini

la fortuna di avere delle maestre come le nostre.

Roberta, che ci insegna italiano e storia, è un vocabolario sempre aperto di parole, termini e

modi di dire, ma purtroppo anche di

frasi di analisi grammaticale e

logica: spuntano fogli pieni di

queste maledette frasi da ogni

angolo della cattedra, sempre

disordinata.

In più ha una grande fantasia: ci dà

sempre nuovi titoli di vario tipo per

dei temi che , quasi sempre, a tutti

piacciono tantissimo, di cui è

sempre “abbastanza soddisfatta” .

Donatella, che insegna matematica,

scienze e geografia, è una maestra

sempre sorridente, o quasi sempre

sorridente …… ad esempio quando

qualcuno non studia, o fa degli

errori nei problemi di geometria,

diventa rossa come un peperone e a

volte grida talmente forte che ,

secondo noi, anche alle Haway si sente la sua furia ……. ma è comunque sempre affettuosa con

noi.

E quando qualcuno litiga, quasi sempre ci aiuta a fare di nuovo pace e anche per questo la

ringraziamo.

Sono state importanti le amicizie che ci hanno aiutato a crescere. Si litiga spesso, ma poi si

torna sempre amici come prima …… tutti siamo amici, ma alcune amicizie sono più importanti di

altre e talmente grandi che se le mettessimo nei bagagli scoppierebbero !!!!!

Tra l’altro le nostre amicizie si rinnovano , infatti quando andremo alle medie ci faremo

nuovissimi amici, ma alcuni dei nostri vecchi amici cambieranno scuola o classe , però non

perderemo i contatti con loro.

Poi speriamo che gli insegnanti siano bravi anche se non supereranno mai Roberta e Donatella.

E le medie come saranno ? Lo scopriremo a settembre !

ALESSIA , ALESSANDRO , LUCA , CHIARA E. , CHIARA C.

Page 23: QUASI GIORNALE

23

Tra la prima e la quinta elementare ci sono capitati tanti “imprevisti” divertenti , ma purtroppo anche

imprevisti tristi. Nel nostro bagaglio portiamo sentimenti, amicizie, sorprese buffe e ricordi.

Quanti giochi troviamo nelle nostre valigie! Dal bellissimo “Torneo del Libro” alla faticosa

“Strabottelli” e le appassionanti “Bottelliadi” , organizzate dalle nostre mitiche maestre.

In terza abbiamo iniziato gli incontri con Emergency , che ci hanno aiutato a riflettere e capire alcuni

avvenimenti tragici.

Il momento più bello della giornata scolastica è senza dubbio il mitico intervallo, dove lo scolaro gioca a

più non posso e si rilassa, ma a volte litiga.

Una cosa che è stata terribile per le nostre vite è la temibile ……MILANO RISTORAZIONE !!!! (vita

sana = non mangiare i pasti della Milano Ristorazione).

Nei bagagli troviamo anche tante birbonate che ci fanno capire che la nostra classe è molto vivace. Questo viaggio all’elementari è quasi finito, adesso inizia una nuova avventura alle medie che

raddoppierà il peso dei nostri bagagli.

ELENA , FRANCES , LORENZO , CORRADO

Se immaginiamo di aprire le valigie piene di ricordi, subito emerge il primo giorno di scuola.

Man mano che salivamo le scale , le nostre emozioni cambiavano: all’inizio avevamo molta paura, ma ci

accorgemmo che ogni passo era più

sicuro!

Nel secondo cassetto si trovano le

maestre Roberta , Donatella e

Daniela. Roberta è stata la nostra

maestra di italiano, mentre

Donatella insegna matematica.

Daniela è la maestra di sostegno.

A noi, cari sono stati i nostri

compagni, alcuni simpatici ed altri

meno.

Ci ricordiamo in particolare

Emanuele, detto la peste di classe,

che tagliò i fili della corrente.

Ogni anno festeggiamo felicemente

il Torneo del Libro, ci divertiamo

molto, soprattutto durante i giochi.

Abbiamo fatto molte gite, tra musei e tram, ma in particolare ci ricordiamo della gita alla Cascina Buona Speranza dove c’erano animali di ogni tipo. “una scuola per volare” era l’inno della nostra scuola che abbiamo cantato ogni anno.

Abbiamo svolto molte attività, specialmente ci ricordiamo educazione al risciò.

In questi cinque anni ci siamo divertiti molto, tra sorrisi e risate, ma abbiamo riso soprattutto con il

maestro di teatro Vladimir che ci ha fatto scoprire molte cose, in particolare il divertimento. Con lui

quest’anno concludiamo il nostro viaggio dalla prima alla quinta elementare !!!!!

Alla fine di questa rampa di scale dovremo affrontarne un’altra più lunga. L’anno prossimo cambieremo

compagni e maestre perché dovremo andare alla scuola media.

SAHARA , MOHAMED , NATALIA , IVONNE , ANDREA

Page 24: QUASI GIORNALE

24

Le nostre maestre Robi e Dona ci sono state molto vicine in questi anni.

Roberta insegna italiano, una materia di importanza stratosferica. Ella è talmente brava che tutti la

vorrebbero come insegnante; lei , pur essendo una stratosferica maestra, quando si arrabbia . . . . si

arrabbia!

Però il vero problema è quando c’è in vista una torta : il suo effetto può essere fatale perché appena

Roberta la mangia . . . . . PAM !! . . . . scattano frasi di analisi logica e grammaticale a raffica!

Donatella, la nostra maestra di matematica è molto avveduta e anche molto paziente perché non ci vuole

poco a correggere i nostri “ orrori”; ma quando ci dà una bella girata ritorniamo come nuovi……. O quasi

?!?

Queste righe sono dedicate alle nostre maestre perché vogliamo loro molto bene e le stimiamo di

brutto.

MARTA , DANIELE , VANESSA , SIMONE

Nella nostra valigia per prima cosa troviamo il primo giorno di scuola, in cui abbiamo provato un

miscuglio di emozioni irripetibili.

In questi anno le materie, le attività, i lavori sono stati : matematica , lo spettacolare italiano e la

grammatica della maestra Roberta, musica , inglese , teatro, arte, immagine e affini.

In ogni anno ci sono stati i seguenti eventi: le Bottelliadi , gare a categorie in cui i concorrenti venivano

premiati con medaglie e diplomi; la Strabottelli, una maratona per ogni genere di età, si parte e ritorna

a scuola dopo un giro di 5 km; le gite; il torneo del libro, una gara a domande su alcuni libri che le

maestre ci facevano leggere.

Dal terzo anno svolgiamo incontri

con volontari di Emergency.

Oh! Cosa c’è ancora qui ? C’è la

paura dell’interrogazione di storia,

soprattutto Tommaso, Mildred,

Diletta e Vittorio, di geografia e di

scienze, di cui ha paura Mildred

(statistiche del nostro gruppo).

In tutti questi anni ci hanno aiutato

e castigato le maestre Donatella e

Roberta.

A qualcuno la scuola piace, mentre

ad altri no; però la cosa che

accomuna tutti è il piacere

dell’intervallo.

Tutti provano tristezza nel dover

lasciare le maestre e gli amici, ma

anche preoccupazioni e speranze di

trovare nuovi amici.

DILETTA , VITTORIO , TOMMASO , MILDRED

Page 25: QUASI GIORNALE

25

E' stato un viaggio indimenticabile, ma come tutti i viaggi deve finire

perciò valigie pronte che stiamo per partire.

Il viaggio elementare: tante cose da imparare,

un po' come una macchina con cinque marce

e una fermata che conduce alle medie.

Parto in prima, una marcia nuova tutta da scoprire:

mi ricordo il primo giorno di scuola

un po' di tremarella ed emozioni ad ogni ora!

Vado con la seconda, una marcia di amicizie e litigate

giochi con tutti, non ti importa con chi

basta che insieme giochiate.

Poi acceleri in terza, una marcia di sapienza

leggi i primi lunghi libri e scopri tante cose.

Corri in quarta, marcia utile

per comprendere il significato di parole e sentimenti.

Sfrecci in quinta, l'ultimo bell'anno

e di tutte queste parole ne fai un tesoro.

Questa è la mia esperienza e non so la scuola media

quante sorprese riserverà...forse tante, forse chissà!

LUCIA

Page 26: QUASI GIORNALE

26

SCUOLA PRIMARIA

”Gianni Rodari” Via Bottelli 1 – Milano

PRESENTA

SPETTACOLO TEATRALE FINE CORSO

Martedì 24 maggio 2011 Classi I III IV V sezione A

Mercoledì 25 maggio 2011 Classi I III IV V sezione B

ore 15,00 Teatro parrocchiale Chiesa Santa Maria Goretti

Via M. Gioia, 193 - Milano

Page 27: QUASI GIORNALE

27

Barbiana : il silenzio diventa voce

Viaggio nella fantasia

E’ la fantasia che ci porta via, basta un soffio di vento, un solo momento e sarai dove tu vorrai. Non fermarti mai, prendi i sogni e vai… Sarà il viaggio sognato, in un mondo incantato e sei tu che lo inventerai. Viaggiatori esperti in sogni ad occhi aperti maghi di velocità, liberi di andare e di ritornare pronti alle novità. Passa un’astr onave. Dove porterà? Pronti per salire che si partirà… E’ la fantasia, che ci porta via, basta un soffio di vento, un solo momento e sarai dove tu vorrai. Non fermarti mai, prendi i sogni e vai… Sarà il viaggio sognato, in un mondo incantato e sei tu c he lo inventerai.

Viaggio nel tempo La meraviglia di un bambino, la prima volta davanti al mare e il mare visto da vicino sembra impossibile da attraversare. E il futuro è una linea infinita, che si perde lontano lontano: è paura e voglia di vita a por tata di mano. E l’entusiasmo di un bambino, quando comincia un nuovo viaggio, è come il sole del mattino si accende raggio dopo raggio.

E il passato è di pochi ricordi, che ognuno trattiene per sé, una musica di pochi accordi: la più dolce che c’è. Ogni cosa nel tempo ha il suo posto, ogni attimo, ogni parola… ce n’è una davvero speciale: il primo giorno di scuola. La valigia dei ricordi Cosa metterò nella valigia dei ricordi? A pensarci bene non lo so. Metterò una sveglia che suonava sempre tardi, che da oggi forse cambierò. Metterò la foto di un momento che ho vissuto ed un ritornello canterò; una cartolina che qua lcuno mi ha spedito, con la faccia triste di un pierrot. Un treno di legno, un album da disegno; le scarpe da ballo i giochi all’intervallo; un vecchio giubbotto e un orsacchiotto… Cosa metterò nella valigia dei ricordi? A pensarci bene non lo so. Mette rò una sveglia che suonava sempre tardi, che da oggi forse cambierò. Metterò la foto di un momento che ho vissuto ed un ritornello canterò; una cartolina che qualcuno mi ha spedito, con la faccia triste di un pierrot. Le biglie di vetro, il corso di teat ro; L’odore di gesso, e lo zainetto rosso; Il primo diario e il dizionario… Cosa metterò nella valigia dei ricordi…

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Quest’anno abbiamo avuto l’opportunità di conoscere Don Lorenzo Milani tramite la mostra allestita nella nostra scuola: “ Barbiana: il silenzio diventa voce” Don Milani è conosciuto per la sua importante impresa: dare la possibilità di studiare e di diventare veri cittadini ai ragazzi che venivano respinti dalla scuola pubblica, perdendo l’unica occasione di istruirsi. “Se si perde loro,i ragazzi più difficili, la scuola non è più scuola. È un ospedale che cura i sani e respinge i malati.” Don Milani denunciava così il sistema della scuola pubblica. Originario di Firenze,nacque nel 1923 in una famiglia borghese. Nonostante la sua passione per la pittura, diventò priore di Calenzano nel 1947. A causa però di un suo saggio sulla necessità di cambiare la chiesa italiana ,fu mandato a Barbiana una sperduta cittadina fra le montagne toscane.

Qui creò una piccola scuola ‘privata’ ma gratuita, a disposizione dei

ragazzi di quel paese, la maggior parte dei quali era appunto stata respinta dalla scuola pubblica, perciò essi lavoravano nei campi dei loro genitori, che spesso sacrificavano tutto ciò che avevano per permettere ai loro figli di ricevere un’istruzione. Ascoltando le testimonianze di un ex alunno di Don Milani, abbiamo saputo che le lezioni e la scuola di Don Milani erano particolari: esisteva un solo tavolo, intorno al quale i ragazzi si riunivano ,un solo libro che andava condiviso e una lavagna. Tutto ciò doveva bastare all’istruzione di ragazzi, la cui alternativa era lavorare ore ed ore sotto il sole cocente nei campi. Se un solo alunno della “classe” non capiva, Don Milani non si preoccupava assolutamente di continuare la lezione, spiegava e rispiegava affinchè tutti capissero. Le lezioni duravano talvolta anche tutta la giornata ma, nonostante ciò i ragazzi di giorno in giorno aumentavano: avrebbero preferito cento volte di più studiare, anche se per molte ore, piuttosto che faticare lavorando come i loro genitori! Don Milani insegnava ai suoi ragazzi di cercare sempre ed in ogni circostanza la verità, perché è ciò che di più importante avevano e che sarebbe servito loro a creare una propria opinione del mondo. “I CARE” scrisse Don Milani il primo giorno di scuola sulla lavagna dell’aula. Questo motto significava che dobbiamo interessarci di ogni cosa, perché questo ci permette di trovare la verità e di cambiarla, per creare un mondo, ed in questo caso una scuola pubblica, con diversi valori e principi.

Egli insegnava a difendere sempre ciò in cui si crede e ciò che a ognuno sembra giusto,per far valere in ogni caso la propria opinionee battersi per questo. Le sue parole,anche se ormai lontane, ci sembrano valide ancor oggi: molte persone accettano la realtà così come si presenta, senza combattere minimamente per quello in cui credono. Pochi anni prima della sua morte, negli anni’60, con i suoi ragazzi ,Don Milani scrisse “Lettera a una professoressa”, un libro destinato a denunciare il sistema scolastico pubblico, ciò che lui aveva sempre combattuto e contrastato per anni con la scuola di Barbiana.

Classe 3^A

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A SCUOLA DI COSTITUZIONE

Le classi terze della nostra scuola il 15 aprile hanno assistito ad una lezione sulla

Costituzione italiana, illustrata dal prof. Alessandro Basilico, un giovane laureato

in giurisprudenza e dottorando in diritto costituzionale.

L’incontro, promosso dalla Fondazione Franceschi, è stato interessante e

Alessandro Basilico è riuscito a coinvolgerci, perché ha usato un tono ironico e

termini semplici. Facendo esempi legati alla nostra esperienza, ci ha spiegato a

che cosa servono le regole per poi focalizzare l’attenzione sulla Costituzione

italiana. Nata dopo un lungo periodo di dittatura per garantire all’Italia la

democrazia, la nostra Carta Costituzionale indica i valori comuni su cui gli Italiani

basano il loro “stare insieme”: il lavoro, la libertà, l’uguaglianza , la solidarietà .

Dopo aver riflettuto sui concetti emersi nell’incontro con Alessandro Basilico, in

classe tutti insieme abbiamo letto e commentato i principi fondamentali . Divisi in

gruppi, successivamente, abbiamo scelto un articolo della Costituzione e lo

abbiamo analizzato confrontandoci all’interno del gruppo sul suo significato.

Abbiamo quindi individuato quali sono i diritti che l’articolo prescelto riconosce e

in quali casi esso non viene applicato.

Il 28 maggio a conclusione del progetto “Tocca anche a noi” promosso dalla

Legacoop ci sarà una festa in Bicocca, durante la quale la nostra classe presenterà

gli articoli che abbiamo approfondito: art.3; 9; 34 e 37. Questa sarà un’occasione

per metterci in gioco, esprimendo ai nostri genitori e agli altri spettatori piccoli e

grandi che saranno presenti alla manifestazione un nostro punto di vista sulla

Costituzione. Federica Ballarin, Natascia Cerri, Milena Cruzado, Madalina Agafitei , Alessandra Gueorguiev III A

articolo 3

La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore.Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.

La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato.

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L’incontro con il signor Leonardo Gilardi

Lunedì 31 gennaio la nostra classe e le altre terze della nostra scuola hanno assistito, in auditorium, alla testimonianza del signor Leonardo Gilardi, il cui padre è stato un detenuto del campo di transito di Bolzano vivendo in prima persona la seconda guerra mondiale e il nazismo che durarono dal 1939 al 1945. In questi anni sono state uccise 50 milioni di persone (seconda guerra mondiale) tra cui 6 milioni di ebrei. Tutto ciò ebbe inizio in Germania per opera di Adolf Hitler che divenne capo del partito nazionalsocialista nel 1993; egli promise al popolo che avrebbe rimesso in sesto la Germania, distrutta e impoverita dalla sconfitta della prima guerra mondiale. Il nazismo voleva ridurre tutti a sudditi obbedienti. Molti combatterono contro i nazisti ma senza grandi successi. I nazisti erano persone a dir poco spregevoli e il loro intento era quello di avere controllo sul mondo, infatti, una delle loro teorie era: “NOI SIAMO ESSERI SUPERIORI E CHI è DIVERSO DA NOI APPARTIENE A UNA RAZZA INFERIORE”. Credevano che le altre etnie avessero meno diritti e per questo andavano eliminate. I più perseguitati furono gli ebrei, ma non solo loro, anche rom, omosessuali, disabili, malati mentali … Dopo questa premessa Gilardi ci ha raccontato di come venivano trasportati nei campi di concentramento i perseguitati. I soldati tedeschi andavano a bussare alle case e nei ghetti e chi era ebreo veniva portato via da un momento all’altro senza nessuna spiegazione, gli davano solo un quarto d’ora per fare le valigie. Venivano poi condotti nelle aree di “transito” per poi essere caricati in vagoni da bestiame come animali. Un binario noto a Milano, dal quale partivano i treni carichi di prigionieri è il 21, alla Stazione Centrale. Senza sapere dove si andava, senza cibo né acqua, le persone erano ammassate in vagoni in condizioni igieniche pessime. Dopo anche sei giorni di viaggio giungevano al campo; i più noti sono: Buchenwald e Dackau in Germania, Mauthausen in Austria e Auschwitz, Treblika e Sobibor in Polonia, ma questi non sono che i nomi più noti, giacchè in tutta l’Europa da loro occupata i nazisti lasciarono come traccia del loro passaggio centinaia e centinaia di campi di concentramento. Una volta arrivati a destinazione gli uomini al comando di Hitler smistavano i deportati, donne e bambini da una parte e uomini dall’altra. Dopo lo smistamento venivano privati di ogni cosa, i prigionieri venivano spogliati e ricevevano un numero di matricola. Dovevano indossare vestiti uguali simili a pigiami e zoccoli di legno; questi venivano presi da una scatola a caso e quindi la taglia non era mai giusta. Mangiavano il minimo indispensabile e bevevano pochissimo; se non si comportavano come i nazisti ordinavano venivano picchiati con bastoni, pezzi di cavi elettrici … I nazisti utilizzavano un sistema di sfruttamento o riciclaggio, questo era un sistema scientifico per la quale si sfruttava tutto degli ebrei. Il riciclaggio prevedeva il pieno possesso si tutti gli averi degli ebrei. Una volta arrivati nei campi, o vivi o morti, i nazisti si appropriavano di tutto ciò che era degli ebrei: denti d’oro, biancheria, soldi … A volte quando un ebreo moriva, se aveva un tatuaggio particolare veniva squartato e la pelle su cui era disegnato veniva usata per fabbricare un paralume. Nei campi di concentramento

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c’erano dei dormitori in legno che contenevano letti a castello tutti ammassati fra loro. Nei dormitori le temperature erano molto basse e le persone pativano il freddo; inoltre si diffondevano malattie infettive e parassiti a causa della scarsa igiene. Le prigioni del campo di Bolzano erano affidate a due criminali delle SS, accusati di stupro, ubriachezza … Il loro compito era quello di uccidere. Potevano uccidere chiunque quando volevano, proprio per il piacere di farlo. Nelle prigioni c’erano 56 celle, larghe 1,20 m e lunghe 3m. Successivamente il sig. Gilardi ci ha fatto vedere un video, che illustrava il campo in tutte le sue particolarità. Questo video è stato realizzato a computer da un giovane ragazzo cinese che presentava dettagliatamente la circostanza virtuale del campo di Bolzano. Era suddiviso in tre “BLOCK”: in uno c’erano i letti a castello disposti su file numerose e su ogni letto erano costretti a stare, a volte, quattro persone protetti da una leggera coperta. In un altro BLOCK c’erano le cucine, la mensa e le camere dei soldati. L’ultimo BLOCK era quello delle prigioni dove venivano puniti eventuali trasgressori o criminali pericolosi che erano affidati a due aguzzini che li picchiavano ogni giorno fino, in alcuni casi, a provocare la morte. Il campo era circondato da muri altri tre metri e filo spinato, ad ogni angolo c’erano delle torrette di controllo dotate di fori e di potenti mitragliatrici pronte ad uccidere chiunque uscisse dal suo BLOCK o tentasse la fuga. Al centro del campo c’era la piazza di raccolta dove venivano raggruppati i prigionieri per effettuare l’appello e il rito dei “cappelli su cappelli giù”: tutti dovevano alzare e abbassare il braccio insieme fino a quando non ne veniva fuori un movimento unico. Questo rito poteva durare anche qualche ora finché l’ufficiale di turno non era soddisfatto. Nella nostra scuola, è stata allestita una mostra, intitolata “Oltre quel muro” per ricordare e far capire ai giovani il periodo della deportazione durante la seconda guerra mondiale.

(Giulia Carazzato, Lucia Di Francesco 3^B)

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I SOGNI INSCATOLATI Siamo partiti dal surrealismo ed arrivati a realizzare in una scatola un nostro sogno

strano, bizzarro, curioso, e per chi non ne aveva uno, anche un’immaginazione o una

visione ad occhi aperti.

Atto primo: abbiamo visto alcuni quadri surrealisti, in particolare abbiamo visitato la

mostra di Dalì e osservato con la prof. Buccellati strani oggetti, animali, immagini che

andavano oltre la realtà e avevano per il pittore significati particolari che andavano al

di là del loro quotidiano.

Atto secondo: scrivere in un testo un nostro sogno o anche un incubo.

Per Ariana il sogno è un modo per “scappare” e “rifugiarsi” in un mondo tutto proprio

dove tutto è possibile, dove il nostro inconscio ci comunica ciò che vogliamo

veramente. Per Elena nei sogni si realizzano i desideri più forti e le paure più estreme.

Soprattutto i ragazzi hanno molti pensieri per la testa e nei sogni spontaneamente

vedono anche quello che non si sono accorti di desiderare fortemente. Si dice che i

bambini hanno più fantasia e più sogni degli adulti, probabilmente una persona smette

di sognare o di immaginare, una volta che il suo desiderio si è realizzato. A Roxette

piace sognare di notte, ma anche di giorno ad occhi aperti, il sogno serve per esplorare

cose che non accadono nella vita normale Per Isaac e Fernando i sogni possono essere

belli o brutti.

Atto terzo: realizzare la scatola dei sogni. Abbiamo scelto una scatola di dimensioni a

piacere e utilizzato materiali vari, carta, stoffa, plastica, sassi, nastri, di colori e

forme varie, usati liberamente creando effetti anche strani, ad esempio un calciatore

con un pallone invece della testa, un gatto con la testa di pesce o la coda di scimmia, o

come ha fatto Gabby un cane che viaggia in treno nella galassia dove c’è il sole fatto

da una lampadina.

Elena conclude che è stato un lavoro lungo e faticoso, ma utile e interessante.

I risultati raggiunti da ciascuno con la sua scatola dimostrano che è proprio così.

Ariana, Elena M., Erica, Fernando, Gabby, Isaac, Roxette 3D

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ABITI PULITI PARTECIPA AL BOICOTTAGGIO

Quest’anno la nostra classe ha aderito al progetto “Abiti puliti”, tenuto dalla cooperativa Chico Mendes. Il percorso, composto da tre incontri, aveva lo scopo di farci riflettere sulle differenze economiche fra i paesi del nord e della quasi totalità del sud del mondo. In particolare abbiamo esaminato il ciclo della moda e abbiamo scoperto che molti degli abiti che noi ragazzi indossiamo ogni giorno, vengono prodotti in paesi del sud del mondo,,dove la manodopera costa meno,,anche perché in questi paesi non vengono rispettati i diritti dei lavoratori. Prendendo come esempio un paio di scarpe da ginnastica di un grande marchio,,abbiamo analizzato qual è il guadagno di ogni soggetto coinvolto nella produzione. Stimando il prezzo medio di un paio di scarpe da ginnastica in 100 euro,,abbiamo ipotizzato le percentuali di guadagno dei singoli soggetti ,per poi confrontarle con quelle reali:

Operaio = Ipotesi 10% Realtà 0,4%

Proprietario fabbrica del sud del mondo = Ipotesi 10% Realtà 2%

Proprietario marchio = Ipotesi 75% Realtà 13,5%

Testimonial della pubblicità = Ipotesi 45% Realtà 34,1%

Negoziante = Ipotesi 40% Realtà 50% Sono emerse forti disparità tra il guadagno degli operai che spesso sono obbligati a lavorare in situazioni difficili,e tutti gli altri soggetti. Viene spontaneo chiedersi se esista qualche possibilità di combattere contro queste ingiustizie. Abbiamo così scoperto che esistono campagne di boicottaggio, che consistono nell’interrompere per un certo periodo l’acquisto delle merci di un determinato marchio, con lo scopo di danneggiare l’attività di determinate multinazionali. Da alcuni mesi è stata lanciata la campagna per l’abolizione della sabbiatura dei jeans, che rende apparentemente consumato il tessuto dei jeans. Questa tecnica nuoce gravemente ai polmoni degli operai che respirano il silicio, utilizzato per questa lavorazione. Inoltre per questa produzione vengono sfruttati bambini e donne che, per migliorare le condizioni di vita delle loro famiglie,lavorano anche in situazioni difficili e malsane. Alcune fra le maggiori catene di negozi d’abbigliamento diffuse in tutto il mondo (H&M LEVI’S C&A ) hanno risposto positivamente a questa campagna, eliminando la sabbiatura nella produzione dei jeans Altre catene (ARMANI D&G DIESEL REPLAY CAVALLI ) preferiscono ignorare la campagna e continuare a produrre questo tipo di jeans. Gucci ha invece intrapreso un periodo di sospensione di questa produzione.

Se vuoi contribuire anche tu a questa campagna,puoi smettere di comprare jeans sabbiati, e sulla tasca dei tuoi pantaloni puoi attaccare l’etichetta qui riportata.

Chiara Santini, Micol Sala, Leonardo Magione, Leonardo Fioravanti classe III A

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LA SCUOLA IDEALE Noi ragazzi la mattina, quando ci incontriamo, usiamo sempre le stesse espressioni: “Oggi ho due verifiche e non ricordo più niente.”, “che sonno…perché la scuola inizia così presto?” , “che noia, oggi non ho proprio voglia”! Ma siamo sicuri che in una scuola dove l’orario d’ingresso è posticipato, i professori gentili, tante attrezzature e laboratori all’avanguardia e divertenti, materie nuove e originali, noi della 2° C andremmo più volentieri. Ecco come noi desideriamo il nostro Istituto. ORARIO Gli orari sono fondamentali per lo svolgimento delle lezioni, non devono essere troppo impegnativi perché avendo orari pesanti l’andamento scolastico peggiora notevolmente. Per migliorare l’orario bisogna aumentare il periodo d’intervallo (magari al posto del solito driiin, mettere anche un motivetto pop), distribuire in modo equo le materie, ed entrare sempre un’ora dopo. Si potrebbero aggiungere ore d’informatica (materia utile, interessante e divertente), e magari al posto d’italiano (un po’ noioso) inserire un’ora di educazione sociale (per migliorare il comportamento di certi alunni che a volte è simile a cavalli imbizzarriti). Molti alunni vorrebbero imparare a suonare un altro strumento musicale oltre al flauto, perché non insegnare altri strumenti nelle ore di musica? Le gite sono molto istruttive (non per nulla le chiamano uscite didattiche), perché non farne di più? Un’altra cosa educativa e interessante sono i film, perché non vederne almeno uno alla settimana? Molti studenti vorrebbero imparare nuove lingue, perché non introdurre lezioni, per chi lo desidera, al pomeriggio? PROFESSORI

Nella nostra scuola ideale i professori dovrebbero spiegare in modo chiaro cercando di non rendere le lezioni un mortorio, in questo modo riusciremmo a studiare meglio e prendere ottimi voti. Non dovrebbero interrogare ogni giorno e soprattutto dovrebbero accettare i volontari, senza fare stragi con il sorteggio; non dovrebbero interrogare più di tre persone alla volta e nelle verifiche e nelle interrogazioni non dovrebbero chiedere argomenti vecchi e difficili. Vietato naturalmente impegnare l’intervallo per spiegare (per noi è un momento importante) e gli insegnanti non devono dare troppi compiti

durante le vacanze,dopo tutto le vacanze sono vacanze, giusto? MENSA Un grosso problema della nostra scuola è la mensa, così abbiamo pensato ad un menù con doppia scelta apprezzato da tutti! LUNEDI - 1° PIZZA, PATATINE FRITTE E GELATO 2° ARAGOSTA IN SALSA ROSA, INSALATA E FRUTTA MERCOLEDI – 1 SPAGHETTI ALLO SCOGLIO, FRITTO MISTO E MACEDONIA 2° PASTA CARBONARA, BISTECCA FERRI, TIRAMISU GIOVEDI – 1° KEBAB (MAXI) E TORTA AL CIOCCOLATO 2° LASAGNE, SPIEDINI E BUDINO STRUTTURA Nella scuola ideale non possono mancare delle strutture per noi ragazzi, che abbiamo bisogno di molto spazio. Gradiremmo in ogni aula degli armadi per riporre i libri della

classe. Le aule dovrebbero essere più grandi per maggiore spazio e magari con sedie un po’ più comode! Per quanto riguarda i momenti di svago ogni alunno desidera il campo da basket, il campo da calcio e per le ragazze il campo da pallavolo. Magari anche con grandi cesti di palloni e corde da saltare e altri oggetti divertenti! Sono piccole richieste, che però possono cambiare la felicità di ogni alunno!

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IL MANUALE PER RECUPERARE I BRUTTI VOTI Fatichi a superare la sufficienza? La media dei tuoi voti fa “schifo” e non riesci a concentrarti quando studi? No problem! Noi abbiamo pensato anche a metodi di studio per girare quel noioso “6” e trasformarlo in “9”!! STEP 1: RIORDINIAMO?! Per prima cosa la tua

scrivania non deve essere un campo di battaglia: sgombrala da ogni oggetto che potrebbe distrarti (DS, il portatile, ecc. ecc…) STEP 2: SILENZIO! Per riuscire a concentrarti devi creare un’atmosfera “cimitero”,

per cui devi spegnere TV, stereo, IPod e cosa più importante (e difficile) il..cellulare! STEP 3: ORGANIZZATI! Per organizzare bene le materie da studiare creati un piccolo schemino con tutte le materie giorno dopo giorno. STEP 4: STUDIAMO! Bene, ora si entra nel vivo nella scena..armati di libro e inizia a leggere la lezione. Cerca di non distrarti alle prime righe e quando arrivi alla fine rileggilo, questa volta evidenziando le parti più importanti. Ripeti questo “step” più volte. STEP 5: RIPETIAMO! L’ideale sarebbe qualcuno a cui ripetere ciò che hai

imparato, ma visto che questo non è sempre possibile un’opzione sarebbe quella di ripetere con un registratore acceso, la prima volta, prova magari con il libro davanti successivamente, se ti senti più sicuro, toglilo. STEP 6: ASCOLTIAMO! Ora la registrazione è pronta! A questo punto riascoltati. E…se ti sembri insicuro e ripeti spesso “Ehmm..dunque, cioè, si, ecco, allora” devi ritornare allo “step 5” . Quindi rileggi varie volte il testo e ripetilo. Quando ti sentirai

sicuro allora sei pronto. Ah, per far sembrare la tua “auto interrogazione” più realistica, prova a far finta di essere un prof. e quindi di metterti il voto. STEP 7: INTERROGAZIONE! Ora vai a scuola, fatti interrogare e stupisci tutti! Ma..ricorda che se prendi una volta un bel voto non devi smettere di studiare. Questo metodo (sempre se ha funzionato!) ti aiuterà PER SEMPRE!!! Allora, che ne dite? Vi piace la nostra scuola ideale? Essendo ideale, ovviamente, ci siamo dati un po’ alla fantasia, ma speriamo sempre che i nostri insegnanti realizzino questo sogno!

Classe 2°C

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“Fantastiche” scuse…

Ecco alcune giustificazioni e scuse “fantastiche” che abbiamo immaginato e inventato. Alcune sono davvero paradossali, altre… potrebbero anche avvicinarsi al vero! Quando la realtà supera la fantasia… (o è il contrario?)

Classe IB Per l’ennesima volta non avevo fatto il compito di grammatica. Entrai inclasse, la prof mi sgridò e mi invitò a raccontare una delle mie strambe scuse. Quella volta le raccontai che il foglio del compito era posseduto e che io e mia mamma avevamo chiamato l’esorcista, ma quest’ultimo era già occupato con altri casi di quaderni, libri e fogli posseduti. Giovanni Asdrubale per l’ennesima volta è entrato in ritardo e il prof gli ha chiesto come oggi si può giustificare e lui gli ha risposto: “Ero entrato nella scuola al suono della campanella dell’inizio delle lezioni, dal fondo del corridoio la bidella ha preso le sembianze di Satana, allora io sono corso fuori mentre lei mi rincorreva. Dopo 2km di corsa mi sono nascosto dietro un cespuglio. La bidella assatanata si è fermata un attimo per localizzarmi, ma era troppo tardi, io le sono balzato addosso, l’ho catturata in una rete, l’ho buttata nel camion della spazzatura che passava di li. Poi sono tornato a scuola con 3 ore di ritardo”. Simone Prego di giustificare il ritardo di Alvise dovuto alla morte del suo coccodrillo. Era verde, rugoso e molto pauroso ed è morto perché ha visto la sua ombra (bruttissima) e abbiamo dovuto fargli il funerale. Alvise Quella volta, mi ricordo, avevo giustificato il ritardo dicendo al professore che dalle siepi del cortile della scuola era spuntato uno scimpanzè gigante. Mi aveva puntato un coltello alla gola e mi aveva rubato la cartella. Allora lo avevo inseguito, ero riuscito a raggiungerlo e a rubargli lo zaino e poi sfinito ero tornato a scuola camminando piano. Ero arrivato con un’ora di ritardo. Matteo L’altro giorno non ho potuto portare i compiti perché li avevo lasciati per un attimo su una panchina, all’improvviso un’ aquila ha portato via il mio zaino e cosi sono arrivato senza i compiti e ho preso una nota. Tiziano Oggi sono arrivato in ritardo perché, venendo a scuola, mi sono passati davanti migliaia di animali scappati dallo zoo. Ad un certo punto un rinoceronte in carica, per poco non vengo travolto, ma fortunatamente una persona mi spinge lontano. Vado a finire in groppa a uno struzzo che dopo 3 ore mi ha riportato a scuola. Pietro Mi scusi prof, ma ho incontrato la fatina dei denti, però avevo finito i miei denti da latte quindi lei si è offesa e ho dovuto lottare per mandarla via. Elisa Giustifico il ritardo di mia figlia e la perdita del libro di testo per una furiosa e violenta lotta con un alieno verde e viscido. La lotta ha impegnato mia figlia per 2 ore. Cercando di difendere la cartella, Alice ha perso il libro di testo che le serviva proprio quella mattina Alice << Il mio pesce “cartivoro” mi ha salvato quando, non avendo fatto i compiti, ho detto alla prof che il foglio…. L’aveva mangiato lui!>> Flavio << La giustifica?>> chiese la prof ad Andrea. <<Ero in anticipo, prima. Però, mentre camminavo, dalla strada è emerso un mostro gelatinoso tutto verde che mi ha inghiottito e io ho cominciato a tirare calci e pugni alla sua pancia finché non si è spappolato a terra. Sfinito mi sono trascinato fino a scuola. Che avventura!>> Giorgia Giustifichiamo il ritardo di nostro figlio Rodolfo dovuto a un rapimento da parte di una banda di briganti che sono stati catturati dalla polizia. Quando la polizia è arrivata sul posto, i briganti erano già a terra, scivolati in una pozzanghera melmosa spinti da Rodolfo che era riuscito a rosicchiare le corde che lo tenevano legato. Rodolfo potrebbe arrivare in ritardo altre volte perché bisogna fare la stampa di una nuova dentiera. Rodolfo Come al solito la prof era in ritardo: mi venne un’idea brillante, nascondermi nell’armadio. Dopo qualche minuto la prof entrò in classe, io uscii di sorpresa spaventandola. Mi chiese di giustificare questa uscita inopportuna e io risposi che… mi avevano trattenuto a Narnia. Giulio Giustifico il ritardo di mia figlia. Mentre andava a scuola è stata rapita da un drago e trattenuta li per due ore. È riuscita a salvarsi dal drago sputa fuoco e per difendersi ha usato il compito di matematica. Luna

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INTERVISTA ALLA PROF Aloisi INTERVISTA ALLA PROF Bianchi 1)Da quanto tempo insegna? 1)Perché ha scelto di fare questo lavoro? -Insegno da più o meno 10 anni. -Perché mi piace stare con i bambini. 2)Le piace insegnare in questa scuola? 2)Quali altri lavori ha fatto? -Si,mi piace molto. -Direttrice di una libreria universitaria. 3)Cosa vuol dire per lei essere un bravo lettore? 3)Quali sono i suoi hobby? -Vuol dire saper cogliere il messaggio dell’autore. -Leggere e fare la settimana enigmistica. 4)Cosa voleva fare da piccola? 4)Qual era il suo sogno? -Volevo fare l’avvocato. -L’interprete all’ONU o la ballerina. 5)A lei piacciono le maracas? 5)Ha avuto dei rimpianti? -Molto,sono degli strumenti musicali favolosi. -Avrei voluto fare medicina. 6)Qual era la sua materia preferita da bambina? 6)Cosa pensa dell’energia nucleare? -Mi piacevano molto la letteratura e la grammatica. -Preferisco altri tipi di energia. 7)Che squadra tifa? 7) Che cosa pensa della politica attuale? -Forza juve! -No comment. 8)Cosa pensa della Milano Ristorazione? 8)Cosa pensa della Milano Ristorazione? -Penso che la Milano Ristorazione andrebbe -Anche questo no comment. migliorata.

Il tormentone dell’anno scolastico 2010-2011 sono i cavoli della Milano Ristorazione. Sono così cremosi,succosi…….schifosi! Sarà perché andiamo a mensa solo due volte alla settimana, ma ci sono sempre loro : i famigerati broccoli che ci guardano con i loro occhietti maligni.

Cavolini di Bruxelles Broccoletti Cavolfiore bianco Sono peggio dei brufoli: almeno i brufoli dopo una parte della tua vita scompaiono, invece, quando mangi i cavoli è un’esperienza talmente brutta che rimani traumatizzato per tutta la vita. Insomma, se non mangiate a scuola meglio per voi. Scappate, mettetevi in salvo finché potete! Dei cavoli ci siamo proprio stufati, anzi incavolati!

Riccardo, Serena,Letizia, Leonardo, Edgar, Hibiki, Niccolò, Qian, Salma, Irvin. I E.

Page 38: QUASI GIORNALE

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LE CONCERT

Le 8 avril 2011 à 16,30, les élèves

des classes 1B, 1C, 1D, 2A et 2C se

sont rencontrés dans le théatre pour

tester le concert de francais,

pendant le quel nous avons chanté les

chansons apprises pendant le lectorat

de francais. Il s’agit du cours tenu

par M.Vincent Péron - ayant pour

titre “Du francais? Oui, merci”- à

partir du 7 février 2011 pendant six

heures, à l’interieur de l’horaire

habituel d’enseignement du francais.

Au cours de ce projet les classes de

cinquième (seconde) ont appris cinq

chansons, tout comme les classes de

sixième (prime). Le concert a

commencé à 18h00 et nos parents nous

attendaient, impatients de nous

entendre chanter. Pendant le concert,

M. Di Bernardini nous a entendus en

restant du coté de la scène. Nos

parents ont été heureux de notre

travail et ils nous ont applaudi

longuement. Après avoir chanté, nous

sommes sortis dans la cour, où une

table pleine de puces et de boissons

nous attendait. On s’est beaucoup

amusé. Ce vendredi on a passé un

après-midi different de l’usuel.

IL CONCERTO

Il giorno 8 aprile 2011 alle ore 16,

30 gli alunni delle classi 1B, 1C,

1D, 1E, 2A e 2C si sono incontrate

nel teatro della scuola per provare

il concerto di francese durante il

quale abbiamo cantato le canzoni

imparate durante il progetto di

madrelingua. Si tratta del corso

tenuto dal prof. Péron – dal titolo

“Du francais? Oui, merci!”-

iniziato il 7 febbraio 2011 e durato

6 ore all’interno del normale orario

di francese. Durante questo progetto

le seconde e le prime hanno imparato

cinque canzoni. Il concerto è

iniziato alle 18.00. I nostri

genitori ci aspettavano impazienti di

sentirci cantare. Durante il concerto

il prof. Di Bernardini ci ha

ascoltati restando a lato del palco.

I nostri genitori sono stati contenti

del nostro lavoro e ci hanno

lungamente applaudito. Dopo avere

cantato, siamo usciti nel cortile,

dove ci aspettava una tavola piena di

patatine e di bevande. Ci siamo

divertiti molto! E’ stato un

venerdì pomeriggio diverso dal

solito.

Davide Agiman, Andrea Piscina e

Gianluca Ricci 2°C

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39

La lezione spettacolo di Ferruccio Soleri Proprio ieri la nostra classe ha avuto l’occasione di conoscere Ferruccio Soleri, un vero e proprio maestro del teatro. Per prima cosa ci ha illustrato la storia della Commedia dell’Arte, la prima forma di teatro che si sviluppò intorno alla metà del XVI secolo e nacque nelle piazze perché era fatta per divertire un largo pubblico. All’inizio gli attori erano persone che raccontavano solo barzellette, ma via via si specializzarono sempre più. Quando recitavano facevano grandi movimenti e parlavano ad alta voce, in modo taleche la gente vedesse e sentisse meglio. Si vestivano con abiti, comprati dai commercianti in bianco naturale e molto larghi perché non avevano soldi per tingerli e farseli su misura. Usavano anche indossare una maschera sul volto per creare un distacco tra l’attore e il resto del pubblico e far riconoscere a tutti il proprio personaggio. Una delle prime figure della Commedia Arte “Giovanni” detto anche “Zanni” indossava una maschera buffa con un naso molto lungo e anche un capello a due punte. All’inizio era solo sulla scena, poi fu affiancato da un secondo “Zanni” che faceva da “spalla” al primo. Poi nacque la maschera del “padrone” che era rappresentato da un uomo ricco e vecchio. Il costume del padrone era rosso (simbolo di ricchezza) e nero (simbolo di vecchiaia). La maschera aveva rughe, sopracciglia bianche e barba a punta (che i giovani non avevano). Questo personaggio si chiamava “Magnifico” e in seguito divenne “Pantalone” (che deriva da “pianta-leone”, perché voleva dire piantare la bandiera di Venezia che aveva raffigurato un leone). Un altro personaggio rappresentato dalla commedia dell’arte è “Brighella”, che dovrebbe rappresentare una persona povera e senza soldi che lavora in cucina per poter mangiare qualcosa. Siccome fa il cameriere, gli vengono i calli ai piedi e quindi è costretto a fare passi piccoli e veloci. Birghella indossa una maschera con il naso e gli occhi piccoli, porta un costume bianco e un cappello da cuoco. Un altro personaggio importante era il “Dottore” che parlava con accento bolognese perché a Bologna c’era una grande università. Era molto grasso, con una grande pancia e la maschera copriva solo il naso. La maschera più famosa di tutte è “Arlecchino” interpretato ancora oggi proprio da Ferruccio Soleri. Il costume di Arlecchino, formato da tanti ritagli di stoffa di colori diversi, è nato dal fatto che gli attori, con le loro acrobazie, si strappavano spesso i costumi. Allora per ripararli si cucivano a toppe di diverso colore. Soleri ha alternato le spiegazioni sull’origine delle varie maschere con brani di filmati di repertorio teatrale che ci mostravano i personaggi mentre recitavano. Ferruccio Soleri in questa lezione ci ha spiegato la storia del teatro e gli siamo molto grati perché le informazioni che ci ha dato ci serviranno anche per apprezzare di più gli spettacoli teatrali.

Classe 2^B Margherita Bulgarini – Irene Venturelli

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Rivalità fra classi.

In prima media eravamo tutti amici, tutti uniti. Poi però le cose cambiarono… Tutto cominciò a causa delle gare sportive, dove la classe con la quale eravamo più amici, ci distaccò per una manciata di punti. Da allora nacque una forte tensione tra noi, eterni secondi e loro, fortunati vincitori. Questa tensione si è accentuata sempre più, ogni volta che ci battevano, facendoci spesso dubitare della “purezza” dei vari concorsi, ma forse lo pensavamo soprattutto per giustificare le nostre disfatte in tutte le gare. Le sconfitte ci provocavano sempre una tremenda delusione perché, per quanto ci impegnassimo, non riuscivamo mai a vincere. Delusione che si tramutò gradualmente in rabbia, delusione che tolse ad alcuni di noi la voglia di partecipare, in quanto ritenevano inutile sforzarsi senza ottenere nulla… Ma per questo si arrabbiavano quelli di noi che per vincere ci mettono l’anima, che sudano per ottenere quella maledetta pizzata che da trent’anni motiva gli studenti della Quasimodo a partecipare alle gare con entusiasmo… Però ad ogni anno, ad ogni concorso si è sempre ripetuta la stessa storia: loro vincevano e noi secondi. Ormai sono pochi quelli che ci credono ancora, quelli che lottano per cambiare la sorte che ci è sfavorevole da 3 lunghissimi anni. Ma quei pochi hanno talmente tanta voglia di vincere che, con il loro ottimismo e la loro positività, contagiano anche i più sfiduciati e riescono a tenere alto il morale della squadra. Perché è questo che siamo: una squadra, uniti e pieni di speranza. Vogliosi di far bene, non tanto per vincere una stupida medaglia o per riempirsi di un’effimera superiorità, ma per dimostrare ai nostri amici-nemici che anche la 3E è capace di vincere! Forza 3°E, noi crediamo in te! I redattori della 3°E: Andrea e Dalia

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Vi presentiamo ora la fauna della 3E… Lucia: Malata di fanatismo e zanzara che ti ronza intorno rompendoti perennemente le scatole. Rabu: Crestina detto anche “cricetino”. Bea: Bimba-Tiffany dal passo leggiadro che sogna l’amore impossibile. John&Will: Artisti underground, reincarnazioni di John Lennon. Zome: Avvocato delle cause perse, candidata per le future elezioni così da impossessarsi del mondo. Gupo: Il console filippino, grande culturista che all’età di 87 anni, già nonno di 3 nipoti, ci fa ancora compagnia in III media. Sanse: Bambino che supera i 3.40 m di altezza con doti “certosine” di copiatura. Piro: Colui che in questi tre anni nell’ombra ha progettato di impossessarsi del mondo. Jin: Attore discriminato dal mondo perché filippino. Chiede giustizia e ha bisogno disperatamente di una ragazza. Rossi: Ha imparato prima a programmare che a parlare. Vitaloni: Specie in via d’estinzione protetta dal WWF. Alice: Colei dalle scuse improbabili. Dalia: Mangana assassina di cuori che cerca inutilmente di vincere al GIOCO! Zais: Colei che sogna cose impossibili, come raggiungere il metro d’altezza. Lou: Piccole latiniste crescono. Suriya: Voleva anche lei uno spazio in questa pagina, ma io risponderei: “CHE VOGLIA!” Martina: Avvistabile in primavera allo sciogliersi delle nevi. Francesca: Una baby-stalker a cui servono ancora 40 cm per entrare a Gardaland. Polic: Nel corso di tre anni ha dimezzato la sua stazza, complimenti! Gyanna: Esiste, ma chi l’ha mai vista?! Simona: “Mi vuoi bene? Sei mia amica?” Anche se siamo pazzi, imperfetti e stravaganti, ci lovviamo e ci lovveremo per sempre, grazie a tutti. La IIIE

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Nessuno ci crederebbe ma la 3 A, la classe più turbolenta della scuola, è riuscita a guadagnarsi la fiducia dei professori per farsi accompagnare una settimana a Vacciago! Dal 7 all’11 febbraio abbiamo vissuto un’esperienza indimenticabile. Ci siamo divertiti, abbiamo imparato molto, persino dei trucchi di magia che ci hanno insegnato gli educatori. Abbiamo fatto molte escursioni ammirando paesaggi meravigliosi, ma sicuramente la ciaspolata sul monte Mottarone è stata davvero speciale: ci siamo rotolati sulla neve e ce la siamo lanciata addosso divertendoci come pazzi.

Abbiamo instaurato un bellissimo rapporto con tutti gli educatori, ma in particolare con Beppe, il più simpatico. Attraverso questa esperienza abbiamo avuto modo di conoscere nuovi luoghi ma non solo, abbiamo anche avuto la possibilità di conoscerci meglio tra di noi e di rafforzare le nostre amicizie. E' l'ultimo anno, la tensione e le emozioni sono a mille. Il pensiero degli esami e l'entusiasmo di iniziare un nuovo percorso sono pari al dispiacere di lasciare la scuola media. La settimana a Vacciago è un bellissimo ricordo che non dimenticheremo MAI. Un ringraziamento speciale a tutti i nostri Professori!

Classe 3 A

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… QUASI GRAZIE QUASI … Grazie a tutte le mie prof, che in questi tre anni mi hanno dovuto sopportare e mi hanno anche aiutato a maturare dal punto di vista scolastico. Grazie a tutti i miei compagni, con cui ho passato tre meravigliosi anni tra pullman e banchi di scuola, tra risate e merende; ragazzi e ragazze sempre gentili e simpatici con me. Un grazie particolare al grande GENNARO, col quale ho discusso tante volte sulle partite del Napoli e dell’Inter e alla mitica signora PAOLA, che è stata il più simpatico cane da guardia che abbiamo incontrato durante i cambi d’ora. Grazie ancora alla simpatia delle prof. FABBRINI e PEZZUTTI, alla creatività dei prof. MERCANTI, GIURANNA e POMA. Alle urla delle prof. ROLLE, FAVA e SOCCIO; e alla vivacità delle prof CURRADI e NORANTE. Questa scuola mi ha dato tanto e sono sicuro che i futuri alunni non rimarranno delusi, anzi, avranno fatto un’ottima scelta. GRAZIE QUASI!... QUASI QUASI MI DISPIACE ANDAR VIA!

Sathy Cesati III B Tre anni di studio, tre anni di impegno: mi sembra che tutto sia successo appena ieri. Se sono arrivata qui devo ringraziare i professori che hanno avuto la pazienza di spiegarmi tutto quello che non capisco e ringrazio anche i miei compagni che mi hanno aiutata spesso. Addio

Xi Xi Hu III B

In questa scuola lascio il ricordo di tre anni bellissimi della mia vita, passati tra lo

studio, le risate con i professori e gli amici e anche i brutti voti presi.

Ringrazio i professori che mi hanno accompagnata con pazienza e dedizione in tutto

questo tempo. Ringrazio il Preside che è sempre stato presente e i miei compagni, con

la speranza che continueremo a sentirci e a vederci negli anni a venire. Francesca Carobene III B

Di questa scuola mi mancherà praticamente tutto. Mi mancherà la nostra classe e il giardino dove abbiamo trascorso tutti gli intervalli. Avrò nostalgia dei miei compagni, infatti penso già che l’ultimo giorno di scuola, quando dovrò andarmene, mi commuoverò perché sono stati tutti molto importanti per me e non poterli vedere tutti i giorni sarà triste. Mi mancheranno anche i professori perché mi hanno aiutata a crescere e quindi porterò con me il ricordo di ciascuno: le battute della prof. Pezzutti, i proverbi della prof. Fabbrini, le sgridate della prof. Soccio, le “note” (in tutti i sensi) della prof. Curradi, i soprannomi del prof. Mercanti (il mio è “Avvocato Lella”), le minacce di verifiche della prof. Rolle, la grinta del prof. Poma e la pazienza del prof. Giuranna. Nonostante la grande curiosità per ciò che mi aspetta l’anno prossimo, questa bellissima scuola mi mancherà. In bocca al lupo a tutti, ragazzi, gli esami stanno per cominciare!

Micol Scottà III B

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Quel giorno di fine ottobre non era un giorno qualunque, forse per tutte le altre classi sì, ma per noi no. Noi quel giorno con le valigie in mano, invidiati dagli altri studenti, stavamo per salire sul pullman che ci avrebbe portato a… Vacciago e lì sarebbe iniziata la nostra avventura!!! Dopo un estenuante viaggio, tra risate e discussioni, siamo arrivati alla casa vacanza. Dalle nostre finestre si poteva ammirare il bellissimo panorama con gli alberi, il lago e le montagne. Ogni giorno facevamo gite, escursioni, laboratori e la sera dei giochi. L’ultima sera, la più memorabile, abbiamo fatto la discoteca e abbiamo ballato balli lenti e movimentati. Con Vacciago abbiamo avuto la possibilità di instaurare amicizie più profonde tra di noi. In prima, osservando i nuovi compagni di classe, si sono formate le prime amicizie, ancora superficiali. In seconda le amicizie sono diventate più importanti e abbiamo cominciato a incontrarci fuori dalla scuola, soprattutto il sabato. In terza dopo Vacciago la classe è diventata ancora più unita, ci sono state anche delle simpatie e possibili coppie, che però non si sono realizzate, perché a quest’età siamo un po’ timidi e impacciati, soprattutto i maschi, ma forse è stato meglio così, perché ci siamo sempre trovati tutti assieme, senza formare gruppetti o coppiette asociali. Non scorderemo mai le emozioni e le vittorie, il tifo e l’incoraggiamento dei compagni dagli spalti del campo sportivo Pro Patria, le gite, le rumorose tavolate in mensa e la gioia per le ore buche, poche a dir la verità, quando i nostri prof. erano assenti. Non vogliamo pensare che l’anno prossimo non saremo più insieme, non sentiremo più gli urli del nostro amato prof. Bellini, i racconti d’infanzia del prof. Monesi. non avremo più l’ansia di consegnare le tavole alla prof. Fava , d fare schemini e carte geografiche alla prof. Forti o di risolvere micidiali problemi della prof. Penna. Non dimenticheremo mai le interessanti discussioni del prof. Giuranna, i topic della prof. Soccio, le battutine sarcastiche del prof. Di Bernardini e le buffe facce della prof. Buccellati quando si arrabbiava. Ma soprattutto non dimenticheremo tutti i nostri compagni e compagne, speriamo di restare amici per sempre.

VIVA LA MITICA 3 D!!!

Alice Abbate, Marco Battaini, Francesca Fumagalli, Arianna Mazza, Elena Silipo, Bianca Sorgi. 3^ D

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GITA A MANTOVA Sono le otto del mattino, e noi della 2° C, insieme ai nostri amici della 2° A, siamo davanti a scuola elettrizzati per la fantastica giornata che ci attende. Finalmente, dopo aver aspettato gli ultimi ritardatari, partiamo con il pullman, destinazione: MANTOVA!! Il viaggio è lungo, ma quando si è in compagnia nulla può dare fastidio. C’è chi canta, chi scatta foto e chi ascolta gli MP3; il paesaggio muta improvvisamente: dalla città si passa ai campi coltivati e dai campi coltivati si passa alla collina. Arriviamo a destinazione attraversando un ponte che passa sopra ad uno dei tre laghi che circondano Mantova. Fuori dal pullman c’è un aria gradevole e fresca, dopo tutto è fine marzo. Qualche istante più tardi ci dirigiamo verso il monumento che visiteremo oggi: Palazzo Ducale. All’interno del palazzo troviamo la guida che ci dirige in un luogo fresco e umido. Due particolari stanze ci hanno colpito: la stanza degli specchi e la famosa Camera degli sposi. La prima ricca di illusioni ottiche, la seconda colpisce sempre tutti per la sua precisione nel riprodurre la realtà con la prospettiva. Il tempo vola e prima di quanto ci aspettavamo ci ritroviamo in Piazza Sordello, quella da cui siamo arrivati. Ci dirigiamo affamati all’oratorio di S.Leonardo che ci ospiterà per il pranzo, lì ci sistemiamo con delle sedie e consumiamo i nostri panini in allegria e poi i nostri prof ci concedono una mezz’oretta di gioco. Alle 14.00 torniamo in città e passiamo in una gelateria, i più golosi prendono un gelato oppure una torta Sbrisolona (dolce

tipico) da portare a casa. Quello che ci attende dopo è “parcheggiato” al molo e ondeggia in superficie: un battello a due piani. Noi saliamo frettolosamente al piano superiore, senza tetto, in modo da poter ammirare a 360° il paesaggio che ci circonda e goderci l’aria frizzante primaverile sul viso. Ogni tanto una voce esce dall’altoparlante, ma oltre ad essere coperta dal rumore del motore della nave,

non è ascoltata dall’intero “equipaggio”, intento a fare altro: chiacchierare, affacciarsi dal battello e scattare molte fotografie. Purtroppo anche il giro in battello termina e ci ritroviamo ad aspettare il pullman, e in due ore e mezza siamo a Milano. E’ stata un’ esperienza indimenticabile, non vediamo l’ora di ripeterne una ancora più divertente!

Butti Margherita e Francesca De Vecchi 2°C

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Soncino, la Rocca Pandino, il Castello Noi, studenti della I E, il giorno 30 marzo ci siamo recati in gita a Soncino e a Pandino. Arrivati a Soncino, la prima cosa che ci ha fatto vedere la guida è stato un mulino, uno dei pochi rimasti. Al tempo, serviva a dare energia ai macchinari della città. Questi mulini sono citati nei “Codici dell’acqua” di Leonardo. Poi siamo andati in una piazza dove si trova una torre chiamata di S. Giacomo, di forma ettagonale, inclinata a causa di una violenta scossa. Inoltre c’era una chiesa, la più antica della provincia di Cremona, che fu costruita quando gli abitanti si convertirono al Cristianesimo, infatti prima erano ariani. In questa piazza, la guida ci ha spiegato una cosa interessante e cioè che ci sono quattro entrate al borgo situate nei 4 punti cardinali in direzione di quattro città città. Inoltre, Soncino era l’unica città al confine che faceva ancora parte del Ducato di Milano. Abbiamo quindi raggiunto il posto più interessante: la Stamperia. Qui la guida ci ha spiegato che la famiglia proprietaria della Stamperia ( ebrea, originaria di Spira in Germania) è stata accolta a Soncino perché prestava somme di denaro e quindi guadagnava molto. Ma poi, perso il lavoro, iniziò a stampare. La famiglia era però ebrea e quindi fu cacciata via, ma potè portare con sè i macchinari per stampare e in cambio, invece che Da Spira si chiamò Da Soncino. Ci ha molto divertito il metodo con cui si stampava. Fu rielaborata la tecnica cinese di stampare. Un signore molto divertente ci ha mostrato i vari procedimenti: prima metteva l’inchiostro su uno stampo, poi vi stendeva il foglio e chiudeva, infine muoveva una manopola quattro volte e tirandolo fuori, il foglio era stampato. Abbiamo visitato anche la Rocca che fungeva da protezione. Infatti ci sono all’esterno molti fossati, sette ponti levatoi di cui uno solo aperto e alcuni portoni che si aprivano uno alla volta per intrappolare i nemici. Quattro torri tra cui una cilindrica circondano la Rocca. I gradini delle scale erano ripidi ed era buio quindi è stato emozionante. Dopo aver visitato la rocca, abbiamo pranzato e poi siamo andati a Pandino. Il castello era una residenza secondaria voluta da Bernabò Visconti nel 1364 perché a Pandino poteva cacciare. Il castello non era molto protetto, ma è abbellito con affreschi diversi in ogni stanza. La gita è stata molto interessante e ci siamo divertiti tanto. Un saluto da tutta la I E!

Inchiostrazione dello stampo Inserimento del foglio Foglio stampato

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Il giorno 15/4/2011 siamo andati insieme alla IB a Soncino e Pandino,

visitando la rocca e il castello.

Alla rocca ci hanno spiegato e mostrato i sistemi difensivi di allora quali

il ponte levatoio, le saracinesche, le mura spesse 5 metri ecc. La rocca è

una specie di castello che essendo un’opera più difensiva che di svago

non aveva le pareti decorate. Questa costruzione risale al 1473 ed è

stata edificata grazie a Gian Galeazzo Sforza, i lavori invece furono

condotti dal maestro da muro Giacomo De Lera. Nel 1876 passò al

comune di Soncino il quale la utilizzò per

scopi turistici.

Fuori dalla rocca si trova la casa degli

stampatori, chiamata anche copisteria

ebraica, un edificio che risale al XV secolo

e creato dalla famiglia Soncini, il cui nome

deriva dalla città omonima, che diede vita

alla prima stamperia ebraica in Italia,

producendo quindi la prima bibbia a stampa in caratteri ebraici.

Il castello di Pandino è stato costruito nel

XIV secolo da Bernabò Visconti come

residenza di svago e di caccia vista la ricca

selvaggina che abbondava nei boschi.

Quando il comune di Milano entrò in guerra

con la Serenissima, il castello venne

rinforzato, ma fu lo stesso espugnato. Nel

castello sono presenti gli stemmi dei primi

possessori, ossia di Bernabò Visconti e di

sua moglie Regina della Scala, inoltre vi

sono gli affreschi di sant’Antonio e san Cristoforo, il primo per

proteggere dalla peste e dalle malattie e il secondo dalle morti

improvvise. Purtroppo la protezione del secondo non funzionò poiché

Bernabò venne imprigionato e in seguito ucciso da suo nipote Gian

Galeazzo Visconti che ereditò il castello e il comune di Milano. Il

castello é riccamente decorato con stemmi e affreschi, purtroppo

alcuni affreschi si sono rovinati nel tempo, ciononostante la gita è

piaciuta molto a tutti.

Antonio Ruggeri Ginevra Albanese 1 C

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Una delle fasce di età più difficili è l’adolescenza, che secondo noi inizia all’incirca con l’ingresso nella scuola media: liti con i genitori, la paura di non essere accettati e capiti dai nostri coetanei, e infine le prime difficoltà scolastiche, sono questi i principali problemi della nostra età. Iniziamo parlando del rapporto con i genitori, si litiga più spesso e per vari motivi: per i voti, che loro ovviamente vorrebbero migliori, per il modo di vestire, perché loro ovviamente non capiscono il nostro desiderio di essere alla moda, ma soprattutto si litiga per il tempo passato su MSN o su FACEBOOK, o più semplicemente perché vogliamo i nostri spazi, più libertà per noi o per stare con i nostri amici. Ma anche con gli amici le cose non sono sempre facili. Con loro abbiamo paura a essere noi stessi, e a volte tendiamo a cambiare noi stessi, i nostri gusti o il nostro modo di vestire per piacere agli altri. Ci preoccupiamo di più del nostro aspetto fisico, del corpo, dei capelli, di non essere troppo grassi, per essere sicuri di piacere agli altri ed essere accettati nel gruppo. A quest’età gli amici sono importanti, li utilizziamo come un diario, raccontando loro di tutto e aspettando di essere capiti. Ci piace passare del tempo con loro, all’intervallo, dopo scuola o il sabato pomeriggio e per noi sono come fratelli. Non essere accettati dal gruppo, sentirsi diversi e essere lasciati da soli è la cosa più terribile che può capitare ad un adolescente. E’ vero che non è giusto escludere qualcuno solo perché ha un modo di fare diverso, o si veste in modo diverso, ma succede, come anche può capitare di escludere chi viene da un altro paese, ha cultura o religione diversa, sappiamo che non è giusto, ma spesso lo lasciamo solo. Forse in questo dovremmo essere più attenti e pensare di più anche agli altri. Anche a scuola ci sono delle difficoltà: alcuni insegnanti sono severi e danno molti compiti, e poi arrivano le prime insufficienze. Ci sono anche molte verifiche che a volte sono un vero incubo, anche perché spesso capitano tutte la stessa settimana. A volte le giornate sono pesanti e non tutti i prof capiscono che per noi è difficile stare tante ore seduti sui banchi ad ascoltare le lezioni. Allora negli intervalli ci scateniamo e corriamo, ma anche quello è proibito e i prof urlano per farci stare più tranquilli. Nonostante tutto l’adolescenza è un’età fantastica, ricca di emozioni, di nuove scoperte, di nuove amicizie e di felicità. Sofia Cairo, Giulia Ferri, Corinne Hamdan, Federico Macrì 1D

Page 49: QUASI GIORNALE

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L’ADOLESCENZA

L’adolescenza è un periodo compreso tra i dodici e i diciotto anni in cui

avvengono molti cambiamenti, infatti si passa da bambini ad adulti.

La mia adolescenza, la tua, la sua, la nostra … Tutti proviamo gli stessi

sentimenti: rabbia, tristezza, felicità …spesso ci richiudiamo nel nostro

mondo fantastico e immaginario .Con gli amici non solo passiamo il tempo

giocando soprattutto condividiamo sentimenti e idee. La solidarietà è

molto diffusa tra gli adolescenti ci aiutiamo a vicenda e vogliamo essere

uguali agli altri, spesso rivelando scarsa originalità perché ognuno vuole

essere vestito come il gruppo di amici.

Il nostro comportamento però cambia da persona a persona ma è diverso

da quello di un bambino e non ancora come quello di un adulto. Tutti visti

in apparenza sembriamo uguali, ma in realtà siamo tutti diversi, con

caratteristiche che ci rendono unici. Alcuni degli oggetti che

utilizziamo di più sono: il cellulare e il nostro inseparabile I-pod. Essi sono

mezzi per rinchiudersi in se stessi, quando siamo tristi e in solitudine, ma

possono essere anche un momento di riflessione o un mezzo di

comunicazione con persone di cui potersi fidare.

Zanin Giorgia, Franco Veronica e Vicinanza Sara 2^A

Page 50: QUASI GIORNALE

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IL DIVERTIMENTO ALLA NOSTRA ETA’ Divertirsi è sicuramente uno degli aspetti più importanti e belli della vita, perché ti fa sentire bene e ti aiuta a liberare la mente dalle tensioni, dalla stanchezza , dagli impegni della scuola e dalla tristezza. Molto dipende da come ti diverti, quindi la prima regola è: divertirsi, ma usando la testa. Alla nostra età il divertimento può essere creato in mille modi: si può partire dalle cose più semplici, accontentandosi di avere un palla con cui giocare, oppure passare del tempo con gli amici a ridere, scherzare, chiacchierare e a volte… prendersi in giro!

Noi ragazzi ci possiamo considerare molto fortunati perché viviamo anche in un periodo in cui la tecnologia e i social network hanno cambiato il modo di divertirsi; infatti molti di noi passano del tempo a usare giochi elettronici, a guardare la tv o a navigare su internet. Divertirsi così è davvero bello!... però c’è il rischio di isolarsi troppo!...quindi è meglio non dimenticare quanto può essere fantastico stare in compagnia degli altri. Milano è la città ideale in cui vivere perché offre tanti luoghi per divertirsi e ritrovarsi: dal semplice oratorio vicino a casa, fino ai cinema multisala, i parchi, le sale gioco…. e le piscine. Punti d incontro tipici in giro per Milano per fare spese , mangiare assieme o passare una piacevole giornata possono essere il Duomo e Corso Buenos Aires. Il divertimento alla nostra età è quello che ci rimarrà come bel ricordo anche quando saremo grandi… e forse rimpiangeremo questa spensieratezza…Per ora divertiamoci !!!

Mattia Motta, Fabrizio Andreotti

Page 51: QUASI GIORNALE

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MODA DEGLI ADOLESCENTI (fascia dagli 11 ai 13 anni)

Ormai la moda degli adolescenti parla chiaro: per i maschi pantaloni a vita bassa o jeans, magliette lunghe o camicie a maniche corte con il colletto alzato, scarpe da ginnastica con stringhe fosforescenti, cappellini con visiera e cinture con fibbie vistose; per le femmine pantaloni aderenti o jeans, magliette o camicie a maniche corte, felpe colorate, scarpe da ginnastica semplici e fantasiose o stivali. Insomma tutto tende fondamentalmente all’apparire a tutti costi, seguendo le tendenze dettate dai piu noti stilisti italiani ed internazionali. Anche noi amiamo questo tipo di abbigliamento, che ben si adatta ai ragazzi della nostra eta’, pieni di energia e voglia di porsi al centro dell’attenzione. Alcune persone, tuttavia, giudicano la moda attuale troppo trasgressiva e libertina preferendo uno stile piu’ sobrio e confortevole. Secondo un sondaggio nella nostra scuola il 70% dei ragazzi segue la moda; il 20%la segue poco e il 10% non la segue per niente! Il nostro sondaggio si e’ basato fondamentalmente sulle seguenti domande:

marche più diffuse tra i ragazzi della nostra età marche preferite parere sulla moda attuale

I MARCHI PIU’ USATI

ABERCROMBIE 12% ADIDAS 13% CONVERSE 15% ARMANI 5% GANT 8% MONCLER 10% TIGER 9% GLOBE 5% PUMA 5% NIKE 10% GAP 8%

classe 1° A

Page 52: QUASI GIORNALE

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Gli adolescenti e la MUSICA

I ragazzi amano molto la musica, mezzo che permette di sognare e

immaginare. Senza dubbio il RAP e il POP sono i generi musicali

prediletti da noi giovani. Ogni cantante s’impegna per soddisfare i

suoi fan e per arricchire la sua carriera.

Alcuni cantanti hanno già un grande successo alle spalle - come

Eminem e Britney Spears – altri invece sono ancora agli inizi – come

Katy Perry e Mika – ci sono poi quelli scoperti dai talent shows –

come Emma Marrone – di cui sentiremo parlare ben presto. Tutti i

cantanti però hanno talento, ognuno è unico ed inimitabile con dei fan

che farebbero di tutto per lui.

Secondo noi discutere di musica è divertente poiché ognuno ha i suoi

gusti e difende con accanimento la propria star preferita.

Nella nostra classe ad esempio ci sono tre ragazze che adorano i

Sonohra, a un gruppo piace Eminem, un altro ama Mika ed infine è

presente anche qualche fan di David Guetta: insomma una grande

varietà di musica !

Martina Cristini, Emma Dissette e Martina Picceni 2^A

Page 53: QUASI GIORNALE

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Ciao ragazzi, in questo articolo vi parleremo della musica che ascoltiamo noi

adolescenti, in particolare della prima D.

Beh, ovviamente, senza la musica non si può vivere .

Adesso che la tecnologia ha fatto tanti passi avanti, le canzoni vengono ascoltate di

solito al computer e nell’I Pod.

Noi adolescenti l’ascoltiamo dappertutto anche per strada, con le cuffie.

A volte lo facciamo anche quando studiamo: questo però non è molto utile, perché non

ci fa concentrare e ci fa pensare a tutt’altro.

Addirittura alcuni di noi l’ascoltano per addormentarsi.

Molti ragazzi ascoltano tanta musica, addirittura più di 3 ore al giorno .

I due generi più ascoltati sono il “pop” è il “rap”.

I gruppi preferiti nella nostra classe sono i Tokio Hotel e i Black Eyed Peas.

Invece i cantanti più ascoltati sono Fabri Fibra, Eminem ed Avril Lavigne.

Per sentire più emozioni molti adolescenti vanno anche a dei concerti: nella nostra

classe più della metà ci sono stati almeno una volta.

Come abbiamo detto prima, la musica per noi è molto importante e non possiamo

vivere senza!

Classe I D

Anche loro ascoltano la musica!!!!!!!!

Page 54: QUASI GIORNALE

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Rinunciare al computer, alla televisione o al cellulare???

IMPOSSIBILE scegliere!!!

In classe con la professoressa Fabbrini, abbiamo letto un articolo del Corriere della Sera

del 6 Marzo. La notizia riportava i risultati di un sondaggio fatto tra adolescenti, divisi in

maschi e in femmine, in cui si chiedeva a che cosa avrebbero accettato di rinunciare per un

mese tra TV, cellulare e computer. Secondo i risultati del Corriere della Sera, i maschi

rinuncerebbero più volentieri al cellulare, mentre le femmine, più chiacchierone, alla TV.

Abbiamo svolto lo stesso sondaggio a scuola nelle classi 2° e 3°.

È emerso che, al contrario di quanto si potrebbe pensare, la televisione è quella che ha

meno successo: di essa infatti farebbe facilmente a meno circa il 55% dei ragazzi.

Anche il cellulare verrebbe lasciato in un cassetto, soprattutto dai maschi che però sono

quelli maggiormente disposti a spendere di più per le ricariche. Sicuramente la maggior

parte dei ragazzi però, invece che usare il cellulare sta davanti al pc, che permette non solo

di navigare su internet alla ricerca delle ultime notizie e informazioni, ma anche di

chattare e tenere rapporti con amici e amiche tramite social network come Facebook.

I costi sono sicuramente più bassi di quelli del telefono, e soprattutto li pagano i

genitori!!!!!

1° Sondaggio:

RINUNCIARE ALLA TV

RINUNCIARE AL PC

RINUNCIARE AL CELL

RISULTATI DEL

CORRIERE DELLA SERA

RISULTATI DELLE

CLASSI 2° E 3° DELLA

QUASIMODO

MASCHI FEMMINE MASCHI FEMMINE

33% 56% 49,2% 59,78%

23% 24,3% 12,69% 13,49%

40% 80,5% 38,09% 17,07%

Page 55: QUASI GIORNALE

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Abbiamo inoltre effettuato un 2° sondaggio sui soldi che spendono i ragazzi della

Quasimodo in ricarica per il telefono. È emerso che nonostante i ragazzi siano quelli più

disposti a rinunciare al cell, sono anche quelli che però spendono più soldi.

2° Sondaggio:

RICARICA DA 0 A15 EURO

RICARICA DA 16 A 30 EURO

RICARICA DA 30 EURO IN

SU

RISULTATI DEL

CORRIERE DELLA SERA

RISULTATI DELLE

CLASSI 2° E 3° DELLA

QUASIMODO MASCHI FEMMINE MASCHI FEMMINE

69,84% 64,63%

17,46% 28,04%

2% 5,6% 12,69% 7,31%

Claudio Avarello e Camassa Andrea Classe 2° b

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La scelta della scuola superiore è la prima decisione importante che un ragazzo e una ragazza devono prendere riguardo al loro futuro. Nello sceglierla, bisogna valutare bene tutti i pro e i contro che una scuola offre. Trovare quella che si adatta meglio alle nostre potenzialità non è stata per tutti cosa facile, anzi, a dire la verità, sono pochi quelli che all’inizio dell’anno erano sicuri del loro futuro imminente. La scelta è stata determinata da diversi fattori quali: le proprie attitudini disciplinari, le amicizie e, in parte, i consigli dei genitori e insegnanti e anche le attività di orientamento promosse dalla nostra scuola. Un altro aspetto che influenza molto la scelta è il percorso che si vuole affrontare dopo la scuola superiore. Molti scelgono la strada più breve per entrare in fretta nel mondo del lavoro, altri cominciano il liceo, consapevoli del fatto che sarà una strada lunga e faticosa che dovranno portare avanti anche all’università. Sono due le decisioni importanti che spettano al ragazzo: la prima riguarda l’indirizzo da seguire, che è la scelta più importante, e la seconda la scuola vera e propria. Per la scelta della scuola bisogna valutare anche i laboratori, le infrastrutture e le eventuali attività opzionali che essa offre. Ognuna è, infatti, diversa dall’altra, anche se dello stesso indirizzo. Altri fattori che influenzano la nostra scelta sono: la distanza casa-scuola, la prima impressione e quali e quanti amici si conoscono in quell’istituto. E’ rassicurante sapere di conoscere qualcuno in un nuovo ambiente, perciò la scuola dove andranno o vanno dei nostri amici è la scelta sulla quale uno studente si orienta quasi subito. Abbiamo scelto la scuola superiore a gennaio, quindi non si può tornare indietro, ma se potessimo farlo, ci sarebbe gente che, molto probabilmente, cambierebbe idea. Forse perché ha scelto qualcosa di troppo difficile, oppure semplicemente non ha scelto la strada che ritiene giusta per il suo futuro. Perché è questo che stiamo guidando, una macchina che ci porterà in un mondo, ma quale esso sarà, non lo sappiamo. Non esiste nessun navigatore satellitare capace di guidarci nel tragitto giusto, siamo solo noi a deciderlo. E tu? Sai guidare la tua vita? Dalia Allam&Andrea Vitaloni 3E

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L’età della prima sigaretta si è abbassata alle scuole medie, almeno così dicono le statistiche. Per i ragazzi di oggi fumare è sinonimo di superiorità nei confronti degli amici; in genere i maschi iniziano a fumare prima per farsi notare dalle ragazze, per sembrare più grandi oppure per sentirsi parte di un gruppo; le ragazze per sembrare più adulte e fatali. Il giorno 18 febbraio abbiamo avuto un incontro con un farmacista che ci ha esposto i rischi che si corrono fumando, tra cui la maggior probabilità di formazione di tumore ai polmoni e all’apparato respiratorio, e in più il fumo crea dipendenza a causa della nicotina. Ancora più gravi sono i rischi se invece di fumare una normale sigaretta si fuma uno spinello o una canna, cioè tabacco mischiato con marijuana o hascisc. Anche se solo aspirate e classificate da qualcuno come droghe leggere, le canne sono in realtà vere e proprie droghe, che creano assuefazioni e alterano e danneggiano le facoltà celebrali. Sulle droghe e sui gravi danni che esse possono arrecare all’organismo, abbiamo visto un filmato relativo all’incontro svoltosi a scuola l’anno scorso con una ragazza che, avendo assunto mezza pasticca di ecstasy e bevuto alcolici in discoteca, è stata malissimo e, trasportata d’urgenza in ospedale, ha dovuto subire un urgente trapianto di fegato. Ma anche altre droghe, come l’eroina, che si inietta, o la cocaina che si inspira col naso, provocano danni gravi e irreversibili, e fra l’altro non bisogna trascurare i costi altissimi che fanno indebitare i consumatori con spacciatori violenti e senza scrupoli. Un altro grave nemico del nostro corpo è l’alcool soprattutto se assunto in grande quantità e in giovane età. L’alcolico più consumato dai giovani è la birra, una lattina tira l’altra e facilmente superano le dosi consentite. Il vino è meno di moda fra i giovani e consumato maggiormente dagli adulti. Fra i giovani si preferiscono i super alcolici consumati lisci o soprattutto bevuti in cocktail, cioè mischiati con succhi di frutta che ne rendono il gusto più gradevole e fanno dimenticare che sono comunque bombe super alcoliche che mandano in frantumi il nostro fegato. Come difenderci da questi nemici che ci circondano e che ci assediano? Ovviamente conoscendoli ed evitandoli, e usando il nostro tempo libero per fare sport, ascoltare musica e stare con amici coetanei seri e fidati. È meglio evitare gli sconosciuti e quelli troppo grandi. M.Colella, A. Galbussera, G. Gragnano, Gl.Lazzari, A. Loconte, E. Silipo

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INTERVISTA A UN PAPA’ CHE FREQUENTAVA LA

SCUOLA Come ti chiami ? Io mi chiamo Luca Traverso, ho 44 anni e vivo a Milano, anche se sono nato a Genova.

In quali anni hai frequentato la scuola ? Sono arrivato a Milano nel 1979, dovevo fare la seconda media e venni mandato in una scuola che era stata appena costruita e non aveva ancora un nome, la chiamavano tutti Lotto 46 (era il nome dell’appezzamento di terreno su cui era stata costruita). Oggi questa scuola si chiama Salvatore Quasimodo. Io l’ho frequentata negli anni scolastici 1979-80 (seconda media) e 1980-81 (terza media).

Quali lingue straniere c’erano ? Quali studiavi ? La mia classe era una delle poche che non faceva rientri per cui studiavo solo una lingua, l’Inglese. Altri miei compagni di altre sezioni studiavano anche il francese.

In che corso eri ? Ero nel corso C, era il corso dei “tradizionali”, eravamo considerati un po’ diversi dagli altri perché non facevamo il “tempo pieno”.

Com’era la piscina ? La piscina era la grande novità della scuola. Io, appena arrivato a Milano, non potevo credere che ci fosse una scuola con la piscina, come in un campus americano. La piscina era bellissima con l’acqua a sfioro e la piscina per i più piccoli. In particolare mi ricordo l’odore di cloro che si sentiva quando si camminava nel lungo corridoio che portava al complesso sportivo.

Com’era la palestra ? Anche la palestra era molto bella, grande e altissima. Mi ricordo che giocavamo spesso a pallavolo. Poi c’erano anche gli spazi fuori dove si poteva fare atletica . Mi ricordo che giocavamo. Li usate ancora oggi? Mi ricordo che facevamo anche delle gare tra le diverse classi nelle varie specialità dell’atletica leggera. Io ero bravino nelle gare di resistenza.

Dei tuoi professori è rimasto qualcuno? Con grande piacere ho scoperto che è rimasto il “mitico” Bellini. Me lo ricordo come un professore “tosto” ma molto appassionato che dedicava molto tempo ad insegnarci lo sport e i suoi valori: impegno, determinazione e rispetto delle regole e degli avversari. Un insegnamento che mi è servito molto nella vita.

Le aule erano situate così come sono ora ? Mi sembra proprio di si, quando sono venuto per i colloqui con i professori mi è sembrato di ringiovanire di 30 anni! Simone Traverso 1°B

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EXPO 2015 Come tutti sappiamo il 1° Maggio 2015 inizierà a Milano l’EXPO, che si prolungherà fino al 31

ottobre 2015. L’Expo è un ’ Esposizione Universale, alla quale partecipano tutti i paesi del

mondo. Essi dovranno presentare una nuova tecnologia o una “soluzione “ riguardo al tema

proposto. Il tema di quest’expo è NUTRIRE il PIANETA, cioè trovare nuove soluzioni al

problema della fame nel mondo.

Durante i secoli scorsi hanno avuto luogo diverse fiere internazionali ed esposizioni universali,

tra le quali possiamo indicare come primo evento storico l’Exposition publique des produits de

l’industrie française che ebbe luogo a Parigi nel 1798. L’esposizione ebbe successo e così si

decise di farne un’altra dal primo maggio al 15 ottobre 1851 a Londra. Dopo Londra seguirono

altre memorabili Esposizioni Universali nelle capitali più importanti di tutto il mondo

(Parigi,Vienna, Philadelphia, Melbourne, Barcellona…). Le esposizioni universali erano ormai

diventate strumento per lanciare l’economia e l’immagine di uno stato come potenza politica ed

economica; da questa sempre crescente importanza nacque la necessità di regolamentare le

esposizioni e quindi nel 1928, con la Convenzione di Parigi, 31 nazioni firmarono il regolamento

a cui si dovevano attenere gli organizzatori di una esposizione dando vita al Bureau

International des Expositions, B.I.E .

Per “tradizione” in onore dell’Expo si realizza una grandiosa costruzione, per esempio per

l’Expo del 1889 è stata innalzata la Tour Eiffel a Parigi, mentre per l’esposizione del 1906,

svoltasi proprio qui a Milano, venne montata una ferrovia sopraelevata da terra.

L'Expo di Milano del 1906 si tenne dal 28 aprile all'11 novembre di quell'anno in padiglioni ed

edifici appositamente costruiti alle

spalle del Castello Sforzesco

(l'attuale Parco Sempione) e nell'area

dove dal 1923 sorgerà la Fiera di

Milano. Il tema scelto fu quello

dei trasporti.

Per l'occasione furono investiti 13

milioni di lire dell'epoca; le nuove

costruzioni furono 225 tra cui

l'acquario civico, che esiste ancora

oggi. Le nazioni partecipanti furono

40, gli espositori 35.000, i visitatori

furono stimati in più di 5 milioni, una

cifra record per l'epoca.

Durante i sei mesi dell’ EXPO 2015 ci saranno più di 7000 eventi internazionali: arte,

creatività, sport, teatro, cinema e musica; tutti i turisti potranno visitare fantastici luoghi di

Milano come il teatro alla Scala, la Pinacoteca di Brera, il Duomo, la Triennale, i nuovi palazzi

che stanno costruendo….

Sathy Cesati classe 3°B

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CONCORSI LETTERARI Ventunesima edizione per la prosa e diciottesima per la poesia, ormai quella dei concorsi letterari alla Quasimodo è diventata una tradizione, anche se quest’anno, a dire il vero, in mezzo a tutte le vacanze per Pasqua, elezioni e ballottaggi vari, gli elaborati sono giunti un po’ tutti all’ultimo momento, con gli aspiranti scrittori, ovvero gli alunni, impegnati nelle ultime verifiche e interrogazioni, e i docenti, altrettanto cotti dalle suddette interrogazioni, presi dal difficile compito di scegliere i racconti e le poesie migliori delle loro classi, farli scrivere a computer in sei copie, con stampanti fuori uso, chiavette scomparse e via dicendo. Alla fine posticipato il termine ultimo per la consegna di qualche giorno, tutti gli elaborati sono miracolosamente giunti nella vaschetta blu in vicepresidenza e sono stati consegnati a tempo di record alla giuria, impresa anche questa non facile. I giurati si sono ritrovati in una giornata torrida di fine maggio alle ore 13,30, quando il sole era allo zenit e la temperatura sfiorava i 33 gradi. Fusi anch’essi, ma ancora lucidi, hanno svolto il loro compito ed hanno proceduto alla formazione della rosa dei finalisti e infine alla scelta dei vincitori e delle vincitrici. Qualche breve considerazione. In generale è migliore il livello dei racconti di quello delle poesie, forse perché il genere è più congeniale agli alunni e spesso anche ai loro docenti. I racconti sono ora frutto di fantasia, ora ispirati da esperienze vissute, dall’attualità, dalla storia. Le poesie invece ruotano attorno a due grandi tematiche: la natura con annessi e connessi di tramonti, stagioni, neve che cade, vento che soffia, nuvole che volteggiano e mari che si agitano; i più grandi osano anche tentativi di introspezione e sfogo di sentimenti ed emozioni quali solitudine, tristezza, paura. In entrambi i casi ci sono delle buone idee, ma si dovrebbe lavorare di più sul linguaggio. Purtroppo, come si sa, il tempo a scuola è poco, e non sempre si riesce a fare tutto quello che si vorrebbe. Un bravo comunque a tutti i nostri scrittori e scrittrici con l’augurio che continuino a coltivare la loro voglia di pensare e di scrivere in un mondo che sempre più pare accontentarsi di telegrafici messaggini sui cellulari. E un grazie anche agli insegnanti che hanno partecipato numerosi a questa iniziativa. A cura della Giuria dei concorsi letterari

RACCONTI CLASSIFICATI Classi prime 1. “Il buco dell’orrore” Alice Capanna 1A 2. “I fiori straordinari” Melina Merel 1D 2.“Gli alberi di Milano”Lucrezia Bernazzani1D 3. “Salviamo il mondo” Riccardo Fanizzi 1E 3. “Scontro e incontro” Anselmo 1C Classi seconde 1. “La presa della Bastiglia per Juliette” Annalisa Massari 2C 2. “Se penso al mare” Giorgia Zanin 2A 3. “Pensieri verdi” Margherita Butti 2C Classi terze 1. “Il viaggio” Alessandro Vella 3B 2. “Il mio miglior amico” Alice Abbate 3D 3. “L’ultimo” Ariana Paredes 3D POESIE CLASSIFICATE Classi prime 1. “Luna” Federico Macrì 1D 2. “Il suono delle foglie” Angelo Lazo 1C 2. “La vita” Rachele Bonini 1E 3. “La neve” Viola Mascheroni 1A 3. “Il dubbio” Altea Gagliano 1A

Classi seconde 1. “La solitudine” Sara Vicinanza 2A 2. “Natura” Gianluca Ricci 2C 3. “La notte” Andrea Pi8scina 2C 3. “Cala la sera” Giorgia Zanin 2A Classi terze 1. “Inverno” Rebecca Bonini 3A 2. “Foresta ardente” Dalia Allam 3E 3. “La guerra è finita” Elena Mincuzzi 3D

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RACCONTI PREMIATI

Carlo era un ragazzo normale: andava in seconda media, aveva due sorelle, gli piaceva il calcio e aveva molti amici. Un giorno, mentre correva per arrivare a scuola puntuale, vide per terra un foglio che sembrava una pergamena antica con scritte e disegni strani. La raccolse e ricominciò a correre. Durante l’intervallo con la sua amica Diana e il suo amico Paolo cercarono di decifrarla. Riuscirono a leggere solo il nome di una via che si trovava dietro la scuola e poi altre parole incomprensibili. All’uscita di scuola decisero di andare in quella via ma videro solo un grosso buco nero sul muro in fondo al vicolo. Sembravano quei buchi che si vedono nei film e poi se li oltrepassi finisci in un mondo tutto rose e fiori. Diana subito urlò: “Andiamo a vederlo!”. Paolo, che era un fifone, disse;” Beeeee… devo andare a casa a fare mate”, ma Carlo esclamò che non poteva succedere niente di male. Tutti e tre si avvicinarono al buco e subito furono risucchiati come nei film, ma sfortunatamente non era un mondo di dolci o di diamanti: erano finiti in un ottagono tutto bianco. Subito Paolo si mise ad urlare e si rannicchiò in un angolo piangendo, ma quando Carlo e Diana stavano andando a consolarlo, da un altoparlante nascosto si sentì una voce che disse:” Ciao ragazzi, sono il re dell’impero dei catings, animali piccoli piccoli che vivono sotto terra”. Paolo urlò: “E cosa vuoi da noi?” La voce riprese a parlare a disse che doveva fare un sacrificio alla sua popolazione e aveva scelto loro tre, sarebbe venuto ad ucciderli. Il giorno seguente arrivò un uomo nero che prese un coltello, lo impugnò e lo infilò nel collo di Carlo. Eeeee… “Stop, il ketchup è schizzato sulla telecamera, rifacciamo la scena”. Alice Capanna 1A

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RACCONTI PREMIATI

LA PRESA DELLA BASTIGLIA PER JULIETTE

Caro diario,

oggi è il 14 luglio 1789, forse l’ultimo giorno in cui ti scriverò, perché noi

contadini, bottegai, soldati e altri ci siamo organizzati per attaccare il

carcere della Bastiglia, simbolo del potere assoluto.

E’ notte e i miei genitori, come altri, sono andati a saccheggiare negozi di

armaioli. Io vorrei partecipare alla battaglia, perché odio Luigi XVI con il

suo lusso, ma devo badare a Hugo, mio fratello di soli tre anni.

Però ora sono tornati i miei genitori e non devono vedere che scrivo sulla

carta del pane, si arrabbiano sempre…

Ho visto la folla marciare contro la Bastiglia, quanto li invidio, vorrei

contribuire anche io alla fine del regno del Re. Scusami Hugo, ma non

posso resistere, il mio istinto dice che andrà bene, che vinceremo noi,

quindi io, Juliette Gougies, aiuterò la mia famiglia a distruggere quel

maledetto carcere!

Usciamo di casa furtivamente, io e Hugo, e ci avviamo correndo dai

rivoltosi. Hanno già iniziato ad attaccare: c’è baccano, macerie che cadono

dai muri del carcere, gente che urla e già una decina di morti stesi a

terra. Ho paura. Forse torno indietro… ma, NO! Sarò anch’io una

rivoluzionaria, non mi tirerò indietro. Però devo armarmi o potrò solo

farmi ammazzare.

Lascio un attimo Hugo da solo, vicino alla Bastiglia. Mi allontano un po’ da

lui, Torno da Hugo, ma lui non c’è più, al suo posto c’è una grossa maceria;

penso al peggio.

Sotto al masso vedo il suo braccio, mi avvicino correndo, cerco di spostare

il masso, ma è troppo grosso. Stringo la sua manina, ormai fredda,

piangendo.

Alzo gli occhi e mi accorgo che la battaglia è finita, tutti esultano,

abbiamo vinto, ma nel mio cuore ho perso.

Annalisa Massari 2C

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RACCONTI PREMIATI

IL VIAGGIO

Ho venduto quasi tutto ciò che avevo, perché ho bisogno di soldi per il

viaggio: mi servono mille dollari.

Non so ancora se partirò, dicono che sia molto rischioso, in tanti non

resistono più di due giorni, perché le condizioni di trasporto sono molto

pericolose. Basta solo sapere che saremo in duecento su un barcone da

cento persone e che e che con un piccolo movimento potremmo ribaltarci

e annegare tutti.

Ci hanno avvisati che c’è il cinquanta per cento di possibilità di

sopravvivere a questo viaggio, ma questo non mi importa molto e prego

Dio di arrivare sano e salvo.

Parto perché qui in Libia, dove sono nato, c’è la guerra e non c’è lavoro.

La mia famiglia è stata portata via dai soldati, avevo dei genitori e un

fratello, non credo che li rivedrò mai più.

Ora mi reco al luogo indicato per la partenza, si entra da un cancello

sorvegliato da uomini armati; devo consegnare subito i soldi a un uomo che

mi chiede età e nome e mi dà una tesserina di cartone da consegnare

all’ imbarco.

Adesso devo aspettare la partenza seduto per terra sulla spiaggia con

altre persone. All’imbarco alcuni provano a salire senza, ma non riescono,

non hanno abbastanza denaro, sono poveri e disperati.

Passeremo quattro giorni senza cibo né acqua, ci ordinano di stare seduti,

chi crea problemi lo ammazzano.

Abbiamo tutti paura che in Italia non ci lasceranno sbarcare, stiamo in

silenzio e aspettiamo la fine del viaggio sotto un caldo infernale.

Dovrò cominciare una nuova vita lasciandomi tutto alle spalle, devo

trovare un lavoro ma non so l’ italiano.

Mi chiamo Hussama e ho solo sedici anni.

Alessandro Vella 3B

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POESIE PREMIATE

Luna

Luna

Da lassù

mi guardi

mi confondi

in silenzio

e sparisci.

Brilli di notte

e quasi incanti.

Illumini sere

Insonni, sogni

magici o poetici.

Tu sei lontana

forse irraggiungibile.

Oggi sei una falce

domani una sfera.

Distante ove io

ti immagino

e illumini

Luna

Federico Macrì 1D

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POESIE PREMIATE

La solitudine Guardo il mio cuore, e lo vedo cupo, e al suo interno non c’è neanche un rifugio Molti occhi son su di me, ma tutti pensano solo a sé. Mi sento sola come un uccello, che vola in alto, in un grande deserto. E’ immenso, non finisce mai, le lacrime mi dipingono, il viso ormai. Amore, amicizia tutto è svanito, e neanche un sorriso, mi colora il viso. Vedo un solo colore, e non mi dà stupore. E’ il nero cupo, senza via d’uscita, e volo ancora, con la solitudine, tra le dita. Sara Vicinanza 2°A

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POESIE PREMIATE

INVERNO

In una notte lontana insicuri fiocchi tinsero la valle di un bianco cupo mentre il gelo inseguiva un piccolo cervo, Il vento gridava trasportando dolori. E io piangevo, cristalli di ghiaccio, mentre l’inverno in un freddo turbinio mi invase di tristezza

Rebecca Bonini 3A

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L’ORIGINE DELLE ISOLE

Narravano gli antichi che una volta il Dio

dei mari era sposato con la bellissima Dea

della terra. Dal loro matrimonio nacquero

molti figlie e figlie. Il padre voleva che

vivessero nei mari, ma poiché erano

troppo piccoli per nuotare, la madre li

trasformò in pezzi di terra: si

formarono così le prime isole. Decisero di

chiamare il primo Salomone, le due

gemelline Coco e Dominia e la più piccola

Victoria. I figli crescevano felici nel

mare, allora i due genitori orgogliosi

decisero di avere altri figli, così

popolarono i mari di tante isole grandi e

piccole. La loro piccola perla, Creta, fu

l’ultima a nascere. Essendo la più piccola

e la più delicata decisero di tenerla

accanto a loro nel mare Egeo, dove è

ancora oggi in tutto il suo splendore. Alice Borsetti L’ORIGINE DELLE STELLE Tanto tempo fa nel paese di Caricù gli abitanti protestarono perché le notti erano troppo buie, e la Luna non bastava per illuminare tutto il paese. Così Sole e Luna, che erano fidanzati, si misero a pensare ad una soluzione. Sole propose a Luna :”Domani ci sposeremo e daremo al mondo migliaia di palline dorate per illuminare le loro notti scure”. Luna felice accettò. Il giorno seguente Sole indosso l’abito giallo delle grandi occasioni e Luna un abito bianco con lo strascico decorato di pizzi e brillantini. Dopo nove mesi nacquero miliardi di palline dorate a cui diedero il nome di stelle. Le sparsero nel cielo che divenne bello e luminoso. Sole e Luna vissero per sempre felici e contenti con i loro miliardi di figli. Corinne Hamdan

L’ORIGINE DEL SOLE Molto tempo fa c’era un pallone giallo da calcio che era stufo di essere preso sempre a pedate. In alto vedeva il cielo sempre grigio, ed era triste, perché i palloni che venivano da lontano dicevano che da loro non c’erano nuvole grigie. Da quel momento il pallone ebbe un solo desiderio: che il cielo sopra di lui splendesse. Un giorno dei ragazzi giocando a calcio lanciarono in aria con un tiro potente il pallone che sparì. I ragazzi lo cercarono per qualche ora, ma non lo trovarono. Il giorno dopo il pallone giallo era in cielo e poi….diventò il sole che illuminava e riscaldava la terra. Da quel giorno tutti erano contenti, anche i ragazzi che non seppero mai dove era sparito il loro pallone giallo. Così ebbe origine il sole.

Arthly Tolentino

L’origine della terra, pianeta straordinario Tanto tempo fa in una strana dimensione buia vivevano degli dei e delle dee con poteri sovrannaturali. . Essi organizzarono una riunione per discutere sulla creazione di un pianeta. Poiché erano tutti d’accordo, si misero all’opera. Fecero delle uova colorate e con dei cannoni le lanciarono nello spazio. Il primo uovo, di colore marroncino, diede origine alle pianure e alle montagne, poi si schiuse il secondo uovo, di colore giallo intenso, e diede origine al sole che illuminò e scaldò il nuovo pianeta. Il terzo uovo schiuso era di colore bianco e divenne la luna, il quarto di colore blu creò i mari, i laghi e i fiumi, il quinto di colore verde formò una vegetazione rigogliosa. Gli ultimi a schiudersi furono delle uova azzurre e rosa che crearono i bambini e le bambine, che crebbero e ancor ora popolano il pianeta, al quale gli dei diedero il nome di Terra. Finito il lavoro, gli dei se ne andarono ciascuno per la propria strada, ma senza dimenticare ogni tanto di mandare qualche nuovo uovo per arricchire il pianeta di nuovi animali, fiori, frutti, ecc. Michele Ferra

GIOCHIAMO CON … I MITI IN 1D

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VIAGGIO SENZA RITORNO

Peter, un piccolo genio appassionato di scienza avanzata, era chiuso da circa sei mesi nella sua stanza a costruire una specie di macchina del tempo. Il suo sogno era di diventare famoso per avere fabbricato un apparecchio assolutamente innovativo in campo crono-scientifico. Ormai la sua macchina era ultimata e Peter non vedeva l’ora di provarla. Prese la rincorsa, entrò e si catapultò….. nella preistoria. “E’ tutto così strano - pensò – un secondo fa ero a casa mia, e ora mi ritrovo solo in mezzo al nulla”. Ebbe la tentazione di tornare indietro, ma nel frattempo il portale si era chiuso e per il momento non c’era nulla da fare. Vide in lontananza degli indigeni armati di clava e pietre, spaventato si mise a correre, inseguito da quegli uomini. Si accorse di non avere via di scampo, e si fermò tremante. Gli indigeni gli fecero capire di non volergli fare niente di male, lo tranquillizzarono e lo portarono al loro villaggio. Le case erano costruite con grandi masse di pietra, e vi abitava una quindicina di persone, comprese donne e bambini. Erano tutti nudi e a Peter venne da ridere. Vicino al villaggio c’era un campo di grano, ma loro pensavano fosse soltanto inutile erba secca. Allora a Peter venne un’idea: strappò un mucchio di spighe, le macinò con due pietre, prese dell’acqua, fece un impasto, scaldò una pietra e ci appoggiò sopra il suo miscuglio. Mentre cuoceva emanava un profumino quasi delizioso e il ragazzo gridò:” Pane, pane!”. Poi lo tolse dalla pietra e mentre loro a gran voce gridavano;”Pane, pane!”, ne distribuì un pezzo a ciascuno. I suoi nuovi amici erano contenti e lo acclamavano entusiasti. Forse restando con loro avrebbe avuto modo di rendersi più utile, anche se avrebbe dovuto rinunciare alla sua famiglia e ai suoi amici. Così prese la grande decisione. Rimase con loro e non rimpianse mai la sua scelta, gli indigeni erano persone simpatiche e sincere e lui aveva una vita più semplice e tranquilla in mezzo alla natura . Gaia Zanfrini

PRIGIONIERI L’alba era gelida, ormai erano anni che i raggi del sole non raggiungevano più il nostro pianeta. Mi ricordo ancora quel giorno, precisamente il 21 dicembre 2012, quando arrivarono quegli schifosi esseri. Dal primo momento ci trattarono come spazzatura e dopo pochi mesi ci imprigionarono in delle grosse cupole lunghe chilometri e chilometri. La maggior parte di noi però fu bruciata, perché non c’era spazio per tanta gente. Il cibo scarseggiava e ci davano solo una brodaglia scura e dei rettangoli marroni di cereali. Cimancavano le nostre case, le nostre famiglie, il nostro cibo, ma loro dicevano che dovevamo ritenerci fortunati, perché eravamo ancora vivi. Parlavamo due lingue completamente diverse: la nostra dolce e melodiosa, la loro ruvida e rumorosa. Ormai il mondo era controllato da loro, nessuno osava opporsi alla loro armi di ultima generazione. Pianeta per pianeta li conquistavano tutti, imponevano la legge del più forte e senza pietà ammazzavano la maggior parte della popolazione. Io e il mio amico, di cui non ricordo neanche il nome e ancor meno il numero che loro gli avevano dato, eravamo sconsolati, pensammo anche al suicidio, ma non lo mettemmo mai in atto, perché in noi era rimasto ancora la speranza di un momento di felicità. Infatti l’unico giorno felice di questi lunghi duecento anni fu quando da uno spiraglio della cupola vidi una delle ultime foglie, bellissima, di colori ormai dimenticati. Ma purtroppo quegli esseri crudeli con due gambe e due braccia ci avevano tolto tutto, anche gli alberi. Stupidi esseri bianchi, un giorno ci ribelleremo! Andrea Galbussera

FANTASCIENZA IN 3D

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UNO STRANO INCONTRO

Come tutte le mattine mi alzai controvoglia, afferrai qualche biscotto, bevvi un bicchiere di latte , mi preparai e mi avviai a scuola. Al suono della campanella salii le scale ed entrai in classe. L’aula era ancora deserta e mi accorsi che solo l’ultimo banco era occupato, non sapevo chi fosse quel ragazzo mai visto prima. Aveva un’aria spersa e impaurita. Nel frattempo arrivarono anche gli altri compagni ed il professore. Le lezioni sembravano non finire più…. Ad un tratto udii il suono della campanella e tutti si precipitarono giù per le scale. Io rimasi in classe con il nuovo arrivato, lo salutai e tornai a casa. I giorni seguenti si fecero più interessanti, diventammo amici e prendemmo l’abitudine di passare i pomeriggi insieme al parco. Lui non mi aveva mai parlato della sua famiglia, si comportava come se non avesse genitori.

Si vestiva in modo strano, con pantaloni o tute larghe, di colori fosforescenti. A scuola era diventato il primo della classe, eppure non lo vedevo mai studiare. Nell’ora di educazione fisica correva velocissimo e lanciava il peso a distanze incredibili.

Un giorno dopo scuola mi invitò a casa sua, passammo l’intero pomeriggio davanti alla TV. La sua casa mi metteva tristezza, non c’erano giochi e gli unici mobili erano un divano e un frigorifero. Lui mi raccontò che aveva perso i genitori la settimana prima di venire nella mia scuola.. Qualche giorno dopo, mentre ero a casa sua, cominciò a parlarmi di uno strano progetto di inserimento a cui lui stava partecipando. Ad un tratto esclamò:” DEVO TORNARE, NON POSSO PIU STARE QUI” Poi tacque e il suo corpo scomparve. Sul tavolo lasciò un biglietto:”Torno sul mio pianeta, dai miei genitori. Sulla Terra ho trovato un vero amico, una vera vita, ma con il mio corpo non posso vivere su questo pianeta, chissà, un giorno ci incontreremo di nuovo……” Elena Silipo

L’ ULTIMO NATO La sveglia suonò alla solita ora, mi alzai, accesi l’apparecchio che come ogni mattina trasmetteva il notiziario intergalattico, seguito dal mio programma preferito che insegnava come tenersi in forma e non fare arrugginire il proprio corpo. Passarono veloci una serie di informazioni, il notiziario era quasi finito, ed ero già pronta a cantare la sigla del mio programma preferito, quando arrivò la notizia che all’ospedale della città era nato un nuovo abitante, cosa che ormai avveniva molto di rado. Volevo assolutamente vederlo. Chiusi l’apparecchio, uscii di casa, montai sul mio ottovolante e impostai il percorso. Purtroppo non ero stata l’unica ad avere questa idea e c’era un traffico indescrivibile lungo le principali vie aeree della città. Riuscii a resistere alla tentazione di tornare indietro e dopo quattro ore di code arrivai all’ospedale. Anche se mi sentivo arrugginita dopo molte ore nella stessa posizione, salii a piedi gli otto piani di scale, attraversai i lunghi corridoi e arrivai ancora un po’ irrigidita al reparto ”Nuovi Arrivati”. Spalancai la porta, mi avvicinai alla culla , sporsi un po’ la testa e ….. eccolo. Per un pelo non mi prese un infarto. Era tutto rosa, aveva due braccia, due gambe la testa rotonda, sulla quale stavano appiccicati due bottoni che si aprivano e chiudevano, che nel lessico dei medici erano chiamati occhi e due oggetti a me sconosciuti erano attaccati ai lati della testa, appresi che si chiamavano orecchie, e in più sulla faccia c’erano altre due “cose” che i medici chiamavano naso e bocca. “Che strani nomi - pensai tra me e me - e che fatica tenere in ordine tutti questi aggeggi”. Era diverso da tutti noi, che invece eravamo formati da due bellissime scatole di metallo luccicanti una sopra all’altra, avevamo quattro manopole e due grandi piedi placcati in oro, e per sentire e per vedere altro che occhi e orecchie, avevano due antenne lunghe lunghe e ipersensibili, e nel nostro microchip c’erano già tutte le informazioni per sopravvivere. Questa buffa creatura divenne la nostra mascotte, accudita da noi come se fosse un nostro simile. Ma come era delicato e bisognoso di cure e che strani lamenti emetteva! Francesca Fumagalli

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Tutti ormai conoscono Davide del Grosso, un ex alunno della Quasimodo che è diventato un bravissimo attore e da qualche tempo gestisce corsi di teatro nella nostra scuola. Anche quest’anno, inoltre, Davide ha intrattenuto alunni e alle alunne di tutte le classi leggendo storie avvincenti.

Alle classi prime è stata proposta una favola di un autore giapponese “In una notte di temporale” che racconta……

In una notte di temporale un lupo e una capretta si rifugiano in una

capanna abbandonata alle pendici di una collina. Il temporale infuria,

la pioggia scroscia e nella capanna il buio è totale.

Nessuno dei due capisce chi sia il compagno ed entrambi sono

sollevati di non essere soli nella capanna in quella notte burrascosa.

Parlando scoprono di avere molte cose in comune, tanto da credere

che il compagno sia un loro simile.

- Che bello avere qualcosa da mettere sotto i denti quando si ha fame –

- Ti capisco, stavo proprio pensando la stessa cosa –

- Di solito vado a cercare qualcosa da mangiare nei dintorni ai piedi della montagna dove abito -

- Anch’io faccio così -

- Sai, da bambino ero magrolino. Anche adesso lo sono, ma a quei tempi mia madre mi diceva sempre:

“ Mangia, mangia ancora!”

- Ma guarda, anche la mia a pranzo mi diceva: “Se non mangi

abbastanza non riuscirai a scappare. Ti mancherà il fiato per

correre”.

Ad un certo punto un lampo illumina a giorno la capanna, ma i due non si vedono

perché, abbagliati dalla luce, chiudono istintivamente gli occhi.

Improvvisamente il boato di un tuono fa tremare la capanna e il lupo e la

capra si spaventano talmente tanto che si abbracciano. L’avere avuto la

stessa reazione di paura li convince di assomigliarsi molto.

Poi il temporale cessa e tra le nuvole cominciano ad apparire le stelle. Il

lupo e la capretta decidono di ritrovarsi l’indomani a mezzogiorno

davanti alla capanna.

- Ma se non ti riconosco dalla faccia? -

- Già, per sicurezza diremo: Sono chi ti è diventato amico in una

notte di temporale –

- D’accordo la parola d’ordine sarà: In una notte di temporale –

- Ciao “In una notte di temporale” -

- Arrivederci “In una notte di temporale” -

Nell’oscurità, prima dell’alba, le due ombre si salutano agitando le mani.

Che cosa succederà domani, ai piedi di quella collina?

Questo neanche il sole, che ha appena mostrato la faccia per far brillare le gocce sulle foglie, può saperlo.

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Yuichi Kimura preferisce non svelare come va a finire la storia , così tutte le classi hanno potuto immaginare cosa succede al nostro lupo e alla nostra capretta. Hanno fatto tante ipotesi, inventando tante diverse situazioni, ma alcune ci sono sembrate più originali.

Il giorno dopo a mezzogiorno, davanti alla capanna abbandonata, avvenne l’incontro tanto atteso. Quando il lupe vide la capra, la rincorse e, corri corri, la capra cadde in un burrone, seguita dal lupo. In paradiso il lupo continua a rincorrere la capra. Classe 1 ^ A

Il giorno dopo, a mezzogiorno, i due si riconobbero pronunciando la frase “In una notte di temporale”. Ma la capra e il lupo non si erano ancora visti, perché la luce abbagliante rendeva invisibili i loro corpi. Avvicinandosi, si guardarono stupiti e quasi svennero. Ma il lupo iniziò a parlare, dicendo alla capra impaurita che non l’avrebbe mangiata, ma l’avrebbe protetta dagli altri lupi. La capretta, per ricambiare, promise di portare al lupo le capre che le stavano antipatiche. E così diventarono grandi amici. Classe 1^ B

Il giorno dopo il lupo e la capretta arrivano davanti al rifugio.. Il lupo si avvicina, ma la capra urla “In una notte di temporale” sperando di essere aiutata. Allora il lupo capisce che la capra è la sua amica e scappa via disperato. La capra non capisce e se ne va, a sua volta. Da quel momento la capretta torna ogni giorno davanti al rifugio aspettando il suo amico.

Classe 1 C

Il giorno seguente il lupo e la capra si incontrarono e dissero tutti e due la parola d’ordine che avevano concordato la sera prima. Si guardarono per cinque minuti basiti. Il lupo resistette alla tentazione di mangiarsi la capretta perché si erano fatti compagnia la notte precedente. Così capirono che l’aspetto esteriore non conta. L’amicizia è un bene più grande. Da quel giorno la capanna diventò il loro punto di incontro. Classe 1^ D Il giorno dopo il lupo, partendo per andare dalla capretta cade da una rupe e si spacca i denti. Arrivato a destinazione trova l’amica che aveva incontrato nella notte di temporale. Il lupo ha un gran desiderio di magiare la capretta, ma non ha i denti, perciò inizia a fare amicizia con lei. Dopo un po’ che camminano insieme, si rendono conto che hanno davvero tante cose in comune, anche se sono diversi. Il lupo da quel giorno diventa vegetariano e tutti i pomeriggi i due amici fanno delle passeggiate parlottando fitto, fitto.

Classe 1^ E

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I.C. SALVATORE QUASIMODO

TORNEO COMBINATO DI NUOTO E ATLETICA LEGGERA

A.S. 2010/2011

CLASSIFICA FINALE

CLASSE PUNTI NUOTO

PUNTI ATLETICA

TOTALE PUNTI

MEDIA PUNTI

1C 52 157 209 9.5

1E 81 124 205 8.9

1B 87 88 175 8.7

1A 92 102 194 8.1

1D 66 99 165 7.8

CLASSE PUNTI NUOTO

PUNTI ATLETICA

TOTALE PUNTI

MEDIA PUNTI

2B 100 181 281 11.7 2C 101 160 261 10.8 2A 106 139 245 9.8

CLASSE PUNTI NUOTO

PUNTI ATLETICA

TOTALE PUNTI

MEDIA PUNTI

3D 112 184 296 11.8 3E 70 148 218 9.5 3B 52 104 156 7.1 3A 65 81 146 6.3

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Sabato 21 Maggio, Campo sportivo Pro Patria.

Commento alle gare. Buono il livello tecnico espresso dai ragazzi nelle varie discipline, in particolare si sono distinti: Salto in lungo: Gupo Melvin, 3E, 5.05 m.

Ficalora Giulio, 1C, 4.39 m Franco Veronica, 2A, 4.23 m.

Getto del peso: Carlà Samuele, 2B -12.40 m. Lancio del vortex: Catanzaro Alessandro, 1C - 36.40 m. Salto in alto: Jaurigue Willjeb, 3E - 1.50 m.

Carp Ion, 1E - 1.24 m. Anselmo Beatrice, 1C - 1.21 m.

1000 m.: Vitaloni Andrea, 3E - 3’21”6 300 m.: Lazzari Gianluca, 3D - 44”36 80 m.: Agostini Arezki, 3B - 11”09 Segnaliamo un episodio: causa un infortunio dell’ultimo momento, la prima D

aveva solo 3 concorrenti per la staffetta 4 x 100 maschile; si è offerto Federico Macrì che ha corso nonostante il braccio ingessato per una frattura

al polso. Complimenti! Ricordiamo infine che la classe 3^D, prima classificata nelle gare sportive, ha vinto anche le edizioni precedenti in prima e in seconda. Quest’anno inoltre si è

aggiudicata anche la vittoria al Trofeo Volley. Bravissimi !!!!!!!

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Barzellette - Un bruco dice a un altro bruco “bruchiamo?”. - Tra il dire e il fare c’è di mezzo “e il”. - Una pecora fissa un’altra pecora per tre anni. - Perché una giraffa non si gira mai?

Dopo un’ora dice: “Bhè?!” E che si gira – a – fa

CERCA LA PAROLA

A E R E O R Z I A S S E I N I E L I O T L O H G G I E O E G N E A N O A I N E L M E E N T C I T R F L L L C L A T I R T A E C O L O T R A N T O P A P P A G A L L O O O

AEREO LATTA PAPPAGALLO RE ZIE

ALA MELO PARIGI SONCINO ZONE ANELLO NINFEA PELLE TOMO

ASSE ORCA POLENTA TRIO ECO OTITE POLLO TRITA

GATTO OTRANTO RANE ZIA

CON LE LETTERE RESTANTI COMPARIRÀ IL NOME DI UN OGGETTO SCOLASTICO

CERCA LA PAROLA

L M P M P C B C A C P A T E M P E R A U A A E I A E L F I O A A E E O L A L I I N L N O N R A L K A C L L M E V T C O E A C S E P R I A I C O O P F I T A E N O N N A O W E R N O N N E A O C C A C O E A S I E G A A G E E L N L A A L N O R O S A S I T O N U O M T O S O A S I O C E S T A E N I E N O E P A

ACNE CAOS KARATE NO POLO AFA CAROTA KIWI NONA POI ALA CASA LANA NONNA POMPELMO ALT CESTA LUI NONNE PIN ANANAS CILE MAI OASI RAVIOLO ASSE CILIEGIA MELA OGNI ROSA BANANA ELEFANTE MEO PANE TACCO BENE ELFI NEON PERA TEMPERA CACAO ETÀ NERO PESCA POI CACO FAR WEST NEVE PO

CON LE LETTERE RESTANTI COMPARIRÀ IL NOME DI UN VEGETALE

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14

1. Il nome di Costner 2. Regione canadese 3. Cavalleria francese 4. Dinastia asiatica (mongola) 5. Arcaica artiglieria portoghese 6. Corpo militare italiano specializzato 7. Famoso generale e in seguito imperatore francese 8. Attuale capitale della Libia 9. Famosa torta austriaca 10. Spada molto tagliente usata soprattutto dai turchi e dagli arabi 11. Bosnia… 12. Bioma principale russo 13. Luogo dove si svolse una famosa battaglia 14. Il nome di Cortez guardando nella colonna

PAROLA NASCOSTA: Il nome di un fucile mitragliatore russo

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I giochi di nonna Abelarda …

I mostri

IL PAPPAGALLM

Unite con delle linee le caselle 1 con 1, 2 con 2 e 3 con 3 senza incrociare le linee e senza uscire dal rettangolo.

Uno meno tre non fa due, però spostando un solo fiammifero i conti tornano

99 diventa 6 … spostando solo due fiammiferi

Michela desiderava un pappagallo parlante, così è andata nel negozio di animali locale a chiedere un amico pennuto di questo genere. Il negoziante gliene ha mostrato uno assicurandole che avrebbe ripetuto ogni parola o frase avesse sentito, e Michela entusiasta l'ha comprato senza esitazioni. Purtroppo dopo una settimana intera la nostra amica non è riuscita a far pronunciare neanche una sillaba al suo pappagallo, quindi è ritornata al negozio per reclamare, tuttavia il negoziante le ha fatto notare che ciò che le aveva detto era corretto, quindi si è rifiutato di rimborsarla. Come è possibile?

Indovina i cinque cantanti italiani e le iniziali dei loro nomi ti daranno una cosa con cui si può giocare.

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Sebbene orientati diversamente, alcuni quadretti di questa figura contengono esattamente lo stesso identico disegno. Siete capaci di trovare le quattro coppie di quadretti gemelli?

Le otto persone indicate dalle lettere pronunciano contemporaneamente, ma non nell'ordine, le seguenti frasi: 1. Perfetto! - 2. Prego, signori!... Il guardaroba è da questa parte - 3. Consiglierò loro un vino d'annata, molto caro - 4. È il nostro miglior tavolo - 5. Io vorrei del pâté... - 6. Va bene qui, cara? - 7. Che cosa desiderate? - 8. Niente affatto, Ugo! Ricordati che sei ancora a dieta. Sapreste assegnare a ciascuna persona la rispettiva frase?

rana o ??? (ruotala di 90° in senso antiorario)

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Ricette dal mondo

Bubliki all'Ucraina ovvero ciambelle con semi di papavero Un nome buffo per una ricetta simpatica e gustosa delle ciambelline con semi di papavero direttamente dall’Ucraina. Per realizzare i bubliki occorrono: 1 bicchiere di latte tiepido, 450 gr di farina, 1 cubetto (30 gr) di lievito di birra, 3 cucchiai di zucchero, 1 uovo, 3 cucchiai di burro, semi di papavero,, sale. Lavorate insieme tutti gli ingredienti, fuorché i semi di papavero, quindi lasciate riposare l’impasto per un’ora. Formate, quindi, delle ciambelle e lasciate riposare per un quarto d’ora. Nel frattempo mettete a bollire dell’acqua e scioglietevi dentro un cucchiaio di burro: in quest’acqua farete bollire i bubliki per un minuto. Toglieteli dall’acqua e adagiateli su della carta assorbente. Quando avrete bollito tutte le ciambelle, sistematele su una placca da forno. Spennellate la superficie dei bubliki con rosso d’uovo battuto e aggiungete a pioggia i semi di papavero. Infornate a 200 gradi per il tempo necessario a far colorire le ciambelle.

INGREDIENTI (dosi per 6 involtini): 12 sfoglie di carta di riso Uno spicchio d'aglio Un quarto di cipolla 100 g. di cavolo cinese (o verza) 100 g. di carote 100 g. di germogli di soia Un peperoncino Sale fino q.b. Olio q.b.

INVOLTINI PRIMAVERA Fare imbiondire in una padella con un po' d'olio l'aglio intero, il peperoncino e la cipolla precedentemente tritata, unirci quindi il cavolo cinese (o la verza) tagliata a listarelle sottili, la carota tagliata a filettini, i germogli di soia ed il sale fino; cuocere le verdure piuttosto al dente e togliere quindi lo spicchio d'aglio ed il peperoncino. Prendere le sfoglie di carta di riso ed immergerle per un secondo appena (altrimenti poi si romperebbero) in un recipiente grande abbastanza da contenerle riempito d'acqua tiepida (cio' serve ad ammorbidirle affinche' si possano poi ripiegare); poggiare allora due sfoglie, una sopra l'altra, sul piano da lavoro, mettervi al centro un pugno di ripieno delle verdure

precedentemente preparate e procedere al confezionamento degli involtini. Piegare prima una meta' del disco verso il centro coprendo il ripieno, quindi ripiegarvi sopra la meta' opposta ed infine rotolare in modo abbastanza stretto nel senso della lunghezza cosi' da ottenere l'involtino con il ripieno ben chiuso al suo interno. Friggere gli involtini in abbondante olio caldo. Servire gli involtini primavera accompagnati dalla tipica salsa agrodolce cinese. N.B. : Le sfoglie di carta di riso si possono comprare gia' fatte nei negozi

specializzati; hanno una forma tonda e le stesse dimensioni di un piatto liscio. In alternativa, si possono impastare 200 g. di farina con 100 ml. d'acqua e ½ uovo sbattuto; si lavora dieci minuti sul piano da lavoro infarinato fino ad ottenere una pasta elastica; si stende in una sfoglia molto sottile e se ne ricavano 12 rettangoli di 15x20 cm.

Classe 1° A

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Vignette 1° A (Althea Gagliano)

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