8° stage - tmo generale

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241 INDICE 8° stage Bibliografia dei primi 5 stage ...…………………... pag. 178 La colonna cervicale - Generalità ...…………………… pag. 242 Anatomia ...…………………… pag. 246 Fisiologia ...…………………… pag. 251 La Clinica ...…………………… Pag. 254 Le 11 lesioni ...…………………… Pag. 256 Test e Tecniche osteopatiche ...…………………… Pag. 258 1° stage ...…………………… pag. 1 2° stage ...…………………… pag. 47 3° stage ...…………………… pag. 95 4° stage ...…………………… pag. 124 5° stage ...…………………… pag. 144 6° stage ...…………………… pag. 179 7° stage ...…………………… pag. 206 A cura di Paolo Mottareale & Italo Zidda Abbi buona cura del tuo corpo, è l’unico posto in cui devi vivere Jim Rohn

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8° STAGE - TMO Generale

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Page 1: 8° STAGE - TMO Generale

241

INDICE

8° stage

Bibliografia dei primi 5 stage ...…………………... pag. 178

La colonna cervicale - Generalità ...…………………… pag. 242

Anatomia ...…………………… pag. 246

Fisiologia ...…………………… pag. 251

La Clinica ...…………………… Pag. 254

Le 11 lesioni ...…………………… Pag. 256

Test e Tecniche osteopatiche ...…………………… Pag. 258

1° stage ...…………………… pag. 1

2° stage ...…………………… pag. 47

3° stage ...…………………… pag. 95

4° stage ...…………………… pag. 124

5° stage ...…………………… pag. 144

6° stage ...…………………… pag. 179

7° stage ...…………………… pag. 206

A cura di Paolo Mottareale & Italo Zidda

Abbi buona cura del tuo corpo, è l’unico posto in cui devi vivere Jim Rohn

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LA COLONNA CERVICALE

Generalità

Il rachide cervicale è importante poiché protegge il midollo spinale, permette alla testa di muoversi nelle grandi ampiezze ma, la sua iper-mobilità rende fortemente instabile questa zona. Il tratto cervicale presenta una curva di tipo lordotico, curva secondaria, sede quindi di lesioni secondarie, meno rigida delle primarie. Per questo motivo nell’80% dei casi, delle tecniche di rilassamento e di massaggio sono risolutive. Non bisogna cominciare un lavoro craniale senza avere normalizzato C3, vertebra di gravità.

Questa regione si può dividere in due parti, anatomicamente e funzionalmente distinte:

� rachide superiore o sotto occipitale, comprendente C0 C1 C2 (con le sue apofisi articolari superiori). Queste vertebre sono dette vertebre “alte” atipiche (sono prive di disco intervertebrale)

� rachide cervicale inferiore che inizia dalle apofisi articolari inferiori di C2 fino alle apofisi articolari di D1. Queste vertebre sono dette vertebre tipiche.

Le due parti si completano per fare movimenti puri di: R, S, E ed F della testa.

Sopporta il peso della testa che è di circa 4 kg. Il sostegno e la stabilità sono costituiti da un sistema legamentoso e muscolare molto potente. La colonna cervicale permette alla testa di orientarsi in diverse direzioni. Questa importante funzionalità, gli permette di sopperire ad un campo visivo relativamente ristretto. È un rachide di compenso (come il tratto lombare), ricopre un ruolo importante nel mantenere l’orizzontalità dello sguardo e proprio per questa sua funzione, si avranno spesso accomodamenti o squilibri e forse, lesioni a livello di C0 C1. Le vertebre cervicali intrattengono molte relazioni con tessuti muscolari, vascolari e nervosi, inoltre, esiste una complicità tra il sistema vegetativo e il rachide cervicale. Un punto importante è il passaggio dell’arteria vertebrale. Nasce dall’arteria succlavia e passa tra gli scaleni e i paravertebrali, in avanti rispetto al ganglio stellato.

UNCUS

ROSTRO

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Penetra poi, con il nervo vertebrale, nel foro trasversario di C6, risalendo così le 6 vertebre cervicali. Cambia orientamento, si dirige indietro e attraversa il legamento occipito-atlantoideo posteriore, attraversa la dura madre e successivamente entra nel cranio attraverso il forame magno. Le due arterie vertebrali si riuniscono e formano il tronco basilare. Arrivato al cranio, va a costituire il poligono di Willis. L’arteria vertebrale vascolarizza il midollo spinale, il cervelletto, il tronco cerebrale e globalmente il territorio posteriore. Un deficit circolatorio di queste arterie può causare: un disturbo dell’equilibrio, dell’attenzione e della memoria. La carotide si trova in avanti delle trasverse ed è accompagnata dal X nervo cranico vago e dalla giugulare. A livello del rachide cervicale c’è la correlazione del sistema vegetativo con la presenza dei gangli simpatici. Il sistema vegetativo è costituito da due sistemi paralleli:

Il PARASIMPATICO è veicolato dai nervi craniali e dal plesso ipogastrico che arriva dal sacro e dal piccolo bacino. (L’unico che esce dal cranio è il X).

L’ORTOSIMPATICO ha origine a livello toraco lombare.

Il SIMPATICO é formato da una doppia catena ganglionare, situata subito avanti rispetto alle apofisi trasverse ricevendo fibre dal midollo spinale. Da questi gangli avremo fibre nervose simpatiche che si distribuiscono a tutto l’insieme del corpo. Queste fibre arrivano esclusivamente da :

D1-D8 per le cervicali e le dorsali gangli toracici

D8-L2 per le lombari gangli lombari

Le fibre che arrivano dalle dorsali superiori avranno, con il midollo spinale, un tragitto in direzione cefalica che costituiscono i gangli cervicali.

A livello cervicale abbiamo 3 gangli simpatici:

� Il ganglio cervicale superiore subito davanti a C2 ha un’azione sulle secrezioni superiori salivari, nasali e lacrimali. Ha un’azione sulla dilatazione della pupilla; è un acceleratore del ritmo cardiaco ed è un bronco dilatatore. Una lesione vertebrale di C2 avrà ripercussioni su questo ganglio cervicale superiore. Può indurre facilitazione del sistema nervoso vegetativo. Le fibre neurali non rispondono alla legge del tutto o nulla con modificazione del potenziale di membrana di riposo. Uno stimolo meno importante induce una risposta nervosa (basteranno stimoli più bassi per farla reagire). Naso secco, sabbia negli occhi e disturbi della salivazione (ipo).

� Il ganglio cervicale medio o tiroideo a livello di C5, invia delle fibre a livello della tiroide. Quindi una lesione di C5 può provocare dei disturbi a livello tiroideo ma non bisogna dedurre che tutti i problemi derivano da C5; occorre verificare. Questo ganglio interagisce con le branche periferiche del nervo cardiaco.

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� Il ganglio cervicale inferiore o stellato è il più voluminoso dei tre. È localizzato davanti le trasverse da C7 – D1 e in avanti alla 1^ costa. Invia i filamenti nervosi attorno all’arteria vertebrale e questi filamenti si incamminano intorno ai forami intertrasversari. È responsabile dell’arto superiore. Se compresso, può causare parestesie e problemi circolatori.

Importanti sono i plessi.

Plesso cervicale

Costituito da 3 anse nervose e dalle prime 4 branche cervicali. Questo plesso cervicale, da 3 tipi di branche. Nelle fibre motrici ci sono branche motrici per i muscoli prevertebrali; per i muscoli con inserzione a livello dell’occipite (piccoli e grandi retti anteriori). Danno delle branche per i muscoli lunghi del collo. È il muscolo che si può paragonare allo psoas “muscolo spazzino” ed ha rapporti diretti con i gangli cervicali. Ci sono branche motrici per gli scaleni anteriore e medio, delle fibre per l’angolare della scapola che è innervato dal nervo frenico da cui la branca principale proviene da C4.

Il 2° tipo di fibre sono CUTANEE e sono 4:

1. Mastoidea

2. Auricolare

3. Branca trasversa per la regione ioidea

4. Branca sopraclavicolare

Il 3° tipo sono branche ANASTOMOTICHE.

� Branca con nervo ipoglosso � XII nervo cranico, con innervazione dei muscoli omoioidei, (dalla scapola

all’osso ioideo) � Branca per il muscolo sterno-cleido-ioideo (dallo sterno all’ osso ioideo) � Branca per il muscolo sterno tiroideo � Branca con il nervo spinale (XI nervo craniale per l’innervazione del muscolo

SCOM) � Branca che si stacca dalla terza ansa per innervazione sensitiva del trapezio

(quella motoria è fornita dall’XI)

Costituzione del plesso cervicale

A livello delle branche posteriori dei nervi cervicali, le branche posteriore del I nervo cervicale, sono motrici e vanno ad innervare il grande muscolo retto posteriore, il muscolo grande e piccolo obliquo posteriore, il muscolo piccolo retto posteriore e il muscolo complesso. Per quanto riguarda il II nervo occipitale o di Arnold, diventa sottocutaneo e si ramifica sotto tutta la parte posteriore del cuoio capelluto. Le membrane occipitali di Arnold partono

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dalla radice di C2 nello spazio C1 - C2. Fornisce dei rami per i muscoli grande obliquo, splenio, piccolo e grande complesso. Le branche posteriori degli ultimi 5 nervi cervicali innervano: trasverso spinoso, interspinoso grande e piccolo complesso, muscolo splenio….. Nella nevralgia di Arnold, il dolore inizia sotto l’occipite e coinvolge la metà del cranio (particolarità di questa nevralgia, il paziente lamenta un dolore acuto dietro l’occhio). Sono abbastanza dolorose e frequenti. Per questa patologia, sarà importante normalizzare C2, seguendo un protocollo preciso: C0-C1 C2-C3 C1-C2

La parte terminale motrice è per tutti i muscoli sotto ioidei. Il plesso brachiale innerva l’arto superiore, forma un’anastomosi della parte anteriore del 5°, 6°, 7°, 8° cervicale e 1° dorsale. Problemi di vista e di udito possono essere correlabili a problemi delle vertebre cervicali superiori. Fasce cervicali

Mettono in relazione il collo, la testa e la cintura scapolare. Questa regione cervicale è quindi una curva secondaria ed è piuttosto luogo di lesioni secondarie che si adatta alle lesioni del rachide dorsale. D4 è la vertebra chiave. Aponevrosi cervicale superficiale, questo piano si trova in alto sulla linea curva occipitale superiore, sopra l’apofisi mastoidea a livello nucale condrale sul canale uditivo esterno e il bordo inferiore della mascella. Aponevrosi masseterica, si inserisce sul bordo superiore della mascella, in basso sulle apofisi spinose cervicali, sullo ioide e bordo anteriore della forchetta sternale, faccia anteriore del manubrio, faccia superiore della clavicola e bordo posteriore della spina della scapola. Manda un’espansione profonda che si va ad unire con l’aponeurosi degli scaleni. Aponevrosi superficiale, ricopre anteriormente il sopra ioideo fino al manubrio, lateralmente viene a fondersi con la guaina dello SCOM, a livello della spalla si ispessisce prendendo il nome di membrana costo coracoidea, si inserisce sul bordo sternale della 1^ costa, all’apofisi coracoidea e alla clavicola. La tensione membranosa dipende dalla capacità della clavicola di partecipare ai movimenti della spalla; attraverso questa membrana passa il fascio neuro vascolare della regione cervicale. Aponevrosi cervicale media, è annessa ai muscoli sotto ioidei, si tende a livello degli omo ioidei, cioè da uno all’altro, in alto sull’osso ioideo (a livello di C4) e in basso sul bordo posteriore dello sterno e il bordo posteriore della clavicola; questo è il lembo superficiale. A volte, negli squilibri si può trovare un lembo profondo. Il lembo profondo si unisce con il superficiale al di fuori dei muscoli tiro ioidei e sterno ioidei. Aponevrosi cervicale profonda, avvolge i muscoli paravertebrali e scaleni, le branche anteriori dei nervi rachidei. Si sdoppia a livello della tiroide in due piani, profondo e superficiale. L’aponevrosi superficiale continua da C7 con il legamento freno pericardio, supero anteriore fino al diaframma, poi continua con il legamento falciforme del fegato, si porta in basso attraverso il legamento rotondo sino all’ombelico, prosegue poi, con il legamento pubo vescicolare per arrivare al coccige.

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Cenni di Anatomia

Le cervicali “basse” tipiche presentano un corpo allungato trasversalmente che non può scivolare lateralmente per la presenza di bordi uniformi (uncus). Nella parte anteriore del piatto vertebrale superiore si nota un appiattimento che corrisponde al piano superiore della vertebra sottostante. La vertebra avrà difficoltà a scivolare in dietro per la presenza del rostro; può solo scivolare in avanti, portando ad una lesione traumatica quando non c’è alcuna mobilità. La presenza dell’uncus spiega l’inclinazione e rotazione dallo stesso lato; mentre la presenza del rostro, spiega la possibile lesione traumatica anteriore, quasi esclusivamente a livello di C5. L’apofisi spinosa presente una sommità tubercolare bifida, punto di repere non attendibile. Mentre, l’apofisi trasversa circonda il foro trasversale con due radici. È difficile da palpare; reperirla con cautela per la presenza dell’arteria cervicale. Le trasverse hanno una direzione obliqua in fuori e avanti, sono alla stessa altezza delle spinose, alla palpazione si potranno sentire prima le articolazioni delle trasverse. Quando ci sono problemi di rotazione importanti si possono avere parestesie o formicolii per la compressione dell’arteria vertebrale. Le apofisi articolari superiori guardano in alto e in dietro, le inferiori in basso e in avanti. Nelle cervicali superiori, sono più orizzontali di quelle inferiori. Per questo motivo le rotazioni sono più facili a livello delle cervicali alte, mentre la latero flessione lo è per le cervicali basse. Le capsule articolari sono più lasse per avere un maggior grado di mobilità con il rischio però, di invaginamento delle stesse. Se abbiamo una capsula invaginata avremo un dolore molto importante con limitazione funzionale; il paziente presenterà tutto il tratto cervicale bloccato e non ci riferirà un trauma recente. L’invaginazione si ha con movimenti di rotazione e il trattamento più appropriato è il riposo, antinfiammatori ed eventualmente, se non si provoca dolore, pompaggi.

� Peduncoli

Prendono origine dall’arco posteriore e si dirigono indietro e in fuori. Le apofisi trasverse possiedono un forame che permette il passaggio dell’arteria vertebrale. Sono dirette in avanti e in fuori a livello dell’estremità antero esterna. Sono presenti due tubercoli, uno anteriore e uno posteriore dove si inseriscono i muscoli scaleni.

� Le apofisi articolari

Indietro rispetto al corpo vertebrale e in fuori. Sono concave nei due sensi. Le superiori guardano in alto, indietro e in fuori mentre, le inferiori guardano in basso

in dentro e in avanti.

� Le lamine

Vanno indietro e danno nascita al processo spinoso a livello cervicale. È bifido salvo a livello di C7.

� Il forame di coniugazione

È limitato in basso dai peduncoli, all’interno dal corpo vertebrale e in fuori dall’apofisi articolare.

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Questo forame è complattraverso questa membrNella zona dove nasce inguaina fino all’uscita dFino a livello dell’opemanicotto della dura mricostituisce ogni 7 ore. livello del manicotto dell

� La capsula articolare

Contorna il bordo delleampiezza articolare. Esisuperfici articolari.

Questo fa parte di un

Cervicali “Alte” - ATIPICH

Occipite o C0

Vertebra craniale più posterall’atlante. È diviso in 4 partla squama o scaglia occipitinfine l’apofisi basilare. L’osmasse laterali avviene intornanno di età si nota una fusiolaterali con l’apofisi basilaredi lesioni intraossee duranmomento del parto e duranPossono essere all’origine deIn presenza di lesioni intrmalformazione dei condili. S45º; emergono dal forame ostimolazione degli elementimeningi, midollo spinale, punSulla squama, parte mediale, esterna. A livello dell’inion cinserzioni di numerosi muscposteriore, obliquo… etc.

pletato dall’opercolo che richiude il forame dbrana esce il nervo rachideo. e il nervo rachideo, la dura madre crea un’e da quest’opercolo.

percolo avremo la presenza del liquido cef madre. È rinnovato e riassorbito dal sisteme. La libertà di movimento fornisce un pompaella dura madre.

lle superfici articolari in modo tale da permsiste il rischio di un’invaginazione della ca

uno dei rari casi in cui non bisogna toccare i

CHE

eriore inclinata di 45° rispetto arti: in alto e in dietro abbiamo pitale poi, 2 masse laterali ed ossificazione tra la squama e le orno ai 2-3 anni; attorno al 7° sione fra la squama e le masse re. Questo spiega la possibilità rante la vita intrauterina, al ante l’infanzia fino a 9 anni. del torcicollo congenito. traossee vi potrà essere una . Sono punti anatomici importanti e hanno u occipitale e, in presenza di malformazioni, cinti che passano attraverso questo forame: aunto di unione con il bulbo, nervo spinale ..ecc

c’è una protuberanza chiamata inion o protuc’è l’inserzione del legamento nucale. Sulla

scoli: trapezio, scom, splenio occipitale, picco

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e di coniugazione e

n’espansione che lo

efalo rachideo, nel tema linfatico e si page rigenerativo a

rmettere una buona capsula tra le due

i pazienti!

un orientamento di ci sarà il rischio di : arteria vertebrale, cc. tuberanza occipitale a squama ci sono le

ccolo e grande retto

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Atlante o C1

Detta anche vertebra del “SI” o meglio C0/C1 poiché può

compiere un piccolo movimento di F/E. È formata da due masse laterali e da due archi che avvolgono il forame vertebrale. L’arco anteriore dell’atlante presenta un tubercolo anteriore molto sporgente dove si inserisce il muscolo lungo del collo, in dietro ha una faccetta articolare per il dente dell’epistrofeo. L’arco posteriore dell’atlante non presenta apofisi spinosa. Le masse laterali hanno una faccetta articolare superiore situata in avanti, di forma ovale e ogni tanto separata in due parti. Sono concave in avanti e in dietro convergenti verso l’avanti, si adattano all’occipite, guardano in alto e in dentro. Le superfici articolari inferiori di C1 sono più piccole, rotonde e concave e guardano in dentro e in basso, sono articolate con C2. Le apofisi trasverse corrispondono alla faccia esterna delle masse laterali e hanno un foro per il passaggio dell’arteria vertebrale; sono superficiali e la loro punta è palpabile a livello dell’angolo digastrico.

Epistrofeo o C2

Detta anche vertebra del “NO” o meglio C1/C2 per il suo movimento di R maggiore, è una vertebra cerniera. Presenta il processo odontoideo che si articola in avanti con l’arco anteriore di C1. Dietro al dente abbiamo la superficie incrostata della cartilagine e del legamento trasverso. L’apofisi odontoide è sede di inserzione di molti legamenti. L’apofisi spinosa è molto voluminosa ed è la prima che si sente sotto l’occipite. Le apofisi articolari non sono situate una sopra l’altra, le faccette articolari superiori sono messe in avanti e si articolano con l’atlante, quasi circolari, concave e dirette verso l’alto e fuori. Le apofisi articolari inferiori, in dietro e in fuori, sono dirette in basso e in dentro per articolarsi su C3 come una vertebra normale delle cervicali basse. Le apofisi trasverse si possono palpare alla punta dell’apofisi mastoidea.

I dischi intervertebrali

Il 1° è a livello di C2-C3

Legamenti

� Legamento comune vertebrale anteriore. Origina dall’apofisi basilare dell’occipite, faccia inferiore, e termina sulla faccia anteriore del sacro aderendo alle vertebre

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anteriormente. È in rapporto con il muscolo piramidale, con i legamenti sacro iliaci e con l’aponeurosi del perineo.

� Legamento comune vertebrale posteriore. Origina in avanti all’apofisi basilare dell’occipite e termina a livello della prima coccigea.

� Legamento giallo. È orizzontale alle lamine. � Legamento interspinoso. Prolungato all’indietro per il legamento sovraspinoso. � Legamento sovraspinoso o nucale. “Importante” � Legamento cervicale posteriore. Dà inserzione al trapezio ed allo splenio. � Legamenti intertrasversari lateralmente. Situati tra le apofisi traverse. Capsula a

livello di ogni articolazione tra le apofisi articolari.

Muscoli

Sono costituiti da 4 piani sovrapposti e partendo dalla profondità alla superficie, abbiamo:

1. Gruppo

Muscoli motori del rachide sottoccipitale C0-C1-C2, tesi tra l’occipite l’atlante e l’epistrofeo; il grande e il piccolo retto posteriore; il grande e il piccolo obliquo.

2. Gruppo

Il grande complesso si inserisce in basso sull’apofisi trasversa delle prime 6 dorsali e alle ultime 4 cervicali, sull’apofisi spinosa di C7 e D1, per terminare sull’occipite.

Il piccolo complesso o lunghissimo si inserisce distalmente sulle apofisi trasverse da C3 a D1 e termina sull’apice del bordo posteriore del processo mastoideo.

Trasversario o trasverso della nuca, origina dalle AT di C3 a C7 e dall’AT di D1 a D5; termina sulla linea nucale.

Lungo del collo, è associato allo psoas per quanto riguarda il problema delle infiammazioni. Quando si lavora lo psoas si fa un pompaggio anche a questo muscolo e viceversa, sono considerati muscoli “spazzini” del corpo.

Si divide in 3 parti longitudinali.

� Il primo fascio origina dal corpo di C5 a D3 e si dirige verso l’alto per terminare sui corpi di C2 C3 C4.

� Il secondo fascio (parte obliqua) va da D1 D2 D3 con direzione in alto e termina sui tubercoli anteriori delle apofisi trasverse di C5 C6 C7.

� Il terzo fascio origina dai tubercoli trasversi di C3 C4 C5 e termina sul tubercolo anteriore dell’atlante.

Con i problemi di gola o denti, il paziente può lamentare cervicalgie prodotte dalla contrattura di questo muscolo, se non si risolvono i problemi orali non si potranno

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risolvere quelli cervicali.

3. Gruppo

Splenio capitis, origina dalle ultime sei cervicali, dal legamento cervicale superiore e termina sull’occipite.

Splenio cussis, angolare, origina dalla apofisi trasverse di C1 C2 C3, si attorciglia su se stesso e con direzione in basso e in fuori termina sull’angolo supero interno della scapola. Questo muscolo scatena un dolore dall’angolo della scapola fino alla nuca; se contratto ruota più vertebre, la correzione di queste non terrà se non si rilascia il muscolo.

Angolare, dalle apofisi trasverse da C1 a C4, fino alla spina della scapola.

4. Gruppo

Trapezio, è di forma triangolare ha più capi ed è molto largo e appiattito. In alto si inserisce sul bordo posteriore del legamento nucale fino all’apice delle AS da C7 a D10 e a volte fino a D12. I fasci superiori in basso e in fuori fino al terzo bordo esterno della clavicola. I fasci medi si dirigono trasversalmente sull’acromio per terminare sulla spina superiore della scapola. I fasci inferiori, obliqui in alto e in fuori, terminano con una lamina tendinea sul bordo interno della scapola e sul suo bordo posteriore.

Sterno cleido occipito mastoideo. Lo SCOM è composta da 4 capi:

� cleido mastoideo, origina dal terzo interno della clavicola e termina sul processo mastoideo.

� cleido occipitale, ricopre lo SCOM, origina dalla linea curva occipitale superiore e termina sul terzo interno della clavicola.

� sterno occipitale e sterno mastoideo, hanno inserzione comune con un tendine, sul manubrio dello sterno.

Lo sterno occipitale si unisce con il cleido occipitale a livello della linea curva nucale, mentre, lo sterno mastoideo si fissa sul bordo supero interno della mastoide. Ha direzione in basso ed avanti, con contrazione unilaterale inclina la testa dallo stesso lato e la ruota dal lato opposto, mentre con contrazione bilaterale flette anteriormente la testa.

È contratto nel torcicollo, passa a mo’ di ponte sopra l’articolazione occipito mastoidea. A questo livello abbiamo il forame lacero posteriore dove passano tre nervi cranici, il nervo nucale e la giugulare, responsabile nel 90% della circolazione cranica. Con delle contratture importanti può creare mal di testa vertigini e nausea. In un pompaggio cervicale non si deve stringere a questo livello.

Scaleni, hanno tre capi:

Il capo anteriore che parte dalle AT di C4 a C6 con direzione obliqua in basso, in avanti e in fuori, si va ad inserire sul terzo superiore della prima costa, tubercolo di

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Lisfranc.

Il capo medio ha una direzione in dietro e fuori, origina dalle AT di C2 a C6 (ma anche sull’AT di C7) e termina sulla faccia superiore della 1^ costa. In dietro ad in fuori del primo capo, fra i due fasci, passa l’arteria succlavia e il plesso brachiale. Se contratto da problemi al plesso e alla circolazione.

Il capo posteriore origina dal bordo posteriore delle AT di C4 a C6, termina sulla 2^ costa.

Fisiologia delle cervicali tipiche

Non rispondono alle leggi di Fryette non si parla di FSR o ESR.

Cervicali “ Basse” - TIPICHE

Il comportamento di questa parte del rachide è diverso dagli altri piani vertebrali. Il centro di gravità della testa passa davanti ai corpi vertebrali e questo viene compensato dalla tensione permanente dei muscoli posteriori della nuca. Le articolazioni posteriori sono situate vicino ai corpi vertebrali per cui esiste una solidarizzazione funzionale tra queste articolazioni e l’insieme corpo-disco. Il piano dell’interlinea articolare è molto obliquo in avanti: 10° a livello di C7-D1; 45° a livello di C2-C3. I processi unciformi modificano il comportamento fisiologico del segmento corpo-disco vertebrale. Tutti questi elementi comportano un impegno perenne delle articolazioni posteriori. Lo stato di neutralità non può esistere a questo livello. Si possono avere solo movimenti di rotazione ed inclinazione nello stesso lato, dalla parte della concavità, sia per un movimento individuale che di gruppo.

⇒ Nel movimento di anteflessione, quando le faccette articolari si portano in alto ed in avanti, si disabitano, il nucleo polposo viene spinto indietro; questo movimento viene limitato dalla tensione dei legamenti e dei tessuti molli posteriori. Nell’anteflessione le spinose si posteriorizzano e diventano evidenti. L’anteflessione attiva inizia dall’alto verso il basso. Se il paziente durante un’anteflessione non riesce a portare il mento sullo sterno è un problema alle dorsali alte (fino a D4), se durante l’antiflessione percepisce un dolore acuto può essere interessato C0/C1.

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⇒ Nella postflessione le faccette articolari si spostano in basso e in dietro, si embricano, con la spinosa che si anteriorizza, il nucleo va in avanti. Il movimento è limitato dal contatto osseo delle apofisi spinose e dal bordo inferiore delle faccette articolari della soprastante. Questo movimento produce uno scivolamento anteriore delle vertebre. Nella postflessione attiva il movimento va dal basso verso l’alto.

Da C2 a C7, il movimento di S è associato al movimento di R dallo stesso lato anche se di quantità diverse (le cervicali alte permettono una maggiore rotazione mentre quelle basse una maggiore inclinazione laterale).

S=R

In questo caso l’inclinazione laterale è il parametro principale mentre la rotazione dallo stesso lato rappresenta il parametro secondario. Questo movimento combinato comporterà uno scivolamento laterale dal lato della convessità., pertanto alla palpazione avremo un’apofisi trasversa prominente dal lato della convessità (anche se la posteriorità è dal lato opposto).

R=S

In questo caso la rotazione è il parametro principale mentre l’inclinazione laterale dallo stesso lato rappresenta il parametro secondario. Questo movimento combinato comporterà che, alla palpazione, avremo un’apofisi trasversa prominente dal lato della concavità (posteriorità dallo stesso lato).

Immaginiamo di avere alla palpazione una salienza dell’AT destra:

- Rotazione e Lateroflessione destra (R e S) → posteriorizzazione verso destra

- Lateroflessione e Rotazione sinistra (S e R) → traslazione verso destra

La contrattura muscolare che controlla e mantiene la disfunzione è la stessa (sia in SR che in RS). L’asse di movimento di queste vertebre è a livello del nucleo polposo.

Zone di innervazione

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Cervicali “ Alte” - ATIPICHE

La fisiologia è diversa per ogni segmento (C0-C1; C1-C2; C2-C3) in quanto è diversa l’anatomia.

C0-C1

Il movimento maggiore di quest’articolazione è quello di “scivolamento”. Nell’anteflessione l’occipite scivola indietro e in alto. Nella postflessione l’occipite scivola in avanti e in alto. A questo movimento maggiore, sono associati movimenti minori di S e R simultanei e opposti, sia per l’orientamento delle superfici articolari sia per la tensione legamentosa del legamento occipito-epistrofeo laterale (alare): durante la R, la messa in tensione del legamento opposto provocherà un’inclinazione da questo lato e scivolamento dal lato opposto.

R verso destra INCLINAZIONE a sinistra

R verso sinistra INCLINAZIONE a destra

C1-C2

È l’unica articolazione vertebrale in cui c’è un movimento puro di R. Ci sono anche movimenti di anteflessione e postflessione.

Legamenti

Molti sono i legamenti a livello delle cervicali atipiche.

Legamenti sotto-occipitali anteriori

1. Legamento occipitale odontoideo mediano

2. Legamento trasverso esteso trasversalmente da un tubercolo di C1 all’altro, fino alla faccetta del processo odontoideo di C2

3. Legamento occipito trasversario, dal bordo superiore del legamento trasverso all’apofisi basilare

4. Legamento trasverso epistrofeo esteso dalla parte posteriore dell’epistrofeo al bordo anteriore dell’epistrofeo

Il 2°, 3° e 4° formano il legamento cruciforme

4. Legamento occipitale epistrofeo mediano, tra l’apofisi basilare e la faccia posteriore di C2, senza prendere inserzione sulle vertebre, termina a livello del sacro.

5. Legamento vertebrale comune anteriore. Dalla faccia anteriore dell’occipite alla faccia anteriore di C2 senza inserzione su C1; scende verticalmente sulla faccia dei corpi vertebrali e si inserisce su ogni corpo intervertebrale e ogni disco; termina a livello del sacro.

6. Legamento vertebrale comune posteriore. Dalla doccia dell’apofisi basilare al bordo inferiore dell’epistrofeo, termina al sacro senza inserzione vertebrale

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7. Legamento occipito-atlantoideo anteriore. Dalla faccia inferiore dell’apofisi basilare all’arco di C1 nel bordo superiore

8. Legamento atlanto-epistrofeo anteriore. Dal bordo inferiore dell’arco anteriore di C1, alla faccia anteriore di C2

Legamento sott’occipitale posteriore

1. Legamento occipito-atlantoideo posteriore; dal bordo posteriore del forame occipitale all’arco posteriore di C1.

2. Legamento atlante-epistrofeo posteriore; dall’arco posteriore di C1-C2 in continuità con il legamento giallo.

3. Legamento interspinoso; dall’arco posteriore di C1 alla spinosa di C2

4. Legamento nucale.

Tra C2 e C3 si può trovare il primo disco intervertebrale.

Approfondimenti particolari

L’AS di C7 è più lunga, l’asse di movimento non passa attraverso le apofisi articolari. C6 presenta il tubercolo carotideo, per questo occorre prudenza alla palpazione.

A livello del cranio cervicale vanno tenuti in considerazione i nervi cranici che sono 11:

I. Olfattivo II. Ottico

III. Oculomotore IV. Trocleare V. Trigemino

VI. Abducente VII. Facciale

VIII. Vestibolococleare IX. Glassofaringeo X. Vago e accessorio del vago

XI. Ipoglosso Clinica osteopatica e trattamento

Quando c’è un problema cervicale non bisogna andare a vedere subito il distretto. Occorre andare a vedere se c’è un problema dorsale e precisamente D1/K1 e sulla chiave D4, eventualmente le coste. A livello cervicale, al di fuori delle lesioni traumatiche, bisogna verificare C0 su C1, C2 su C3 poi C1 su C2 e quasi sempre non sarà utile correggere una cervicale TIPICA spesso basterà lavorare sui tessuti molli.

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A volte, come nelle nevralgie cervicobrachiali, servirà fare una correzione specifica sulle cervicali tipiche. Ci sono due zone di lesioni traumatiche a livello cervicale:

� Lesione traumatica anteriore di C5. L’apofisi spinosa è molto anteriore, alla palpazione si trova una fossetta a livello della spinosa e anche dolore, soprattutto nel test di mobilità non avremmo movimento. Il paziente si lamenta di mal di gola e di problemi agli arti superiori. Vanno sempre testate, successivamente le dorsali alte. Problemi cervicali si possono ripercuotere sulla sfera O.R.L. e dare anche vertigini.

� Lesioni traumatiche a livello C0 C1. Le traumatiche si possono vedere anche radiograficamente.

Con problemi al bacino verificare C1 C2, mentre per il sacro verificare C0 C1.

Indicazioni per il trattamento

Quando il paziente è seduto:

⇒ Se vogliamo lavorare a livello di C3 lasciamo la testa del paziente in posizione neutra.

⇒ Se vogliamo lavorare al di sopra di C3 provocheremo una postflessione della testa.

⇒ Se vogliamo lavorare al di sotto di C3 dobbiamo provocare un’anteflessione della testa.

Utilizzo del riflesso oculomotore:

Quando vogliamo correggere C1 C2

Chiedere al paziente di ruotare gli occhi orizzontalmente dal lato che vogliamo correggere (l’uso dell’oculomotricità per indurre un movimento sulle cervicali è sempre utilizzato nella normalizzazione con tecniche funzionali).

Quando vogliamo correggere una cervicale tipica

S=R stesso lato. Chiediamo di ruotare gli occhi dal lato della correzione ma in direzione caudale (verso la spalla omolaterale) per favorire la latero-flessione

Quando vogliamo correggere C0 C1

Chiedere al paziente di ruotare gli occhi dallo stesso lato della rotazione ma in direzione cefalica (omolateralmente e verso l’alto) per ottenere la latero-flessione opposta alla R.

Attenzione a non eccedere con il riflesso oculomotore e la respirazione forzata con pazienti anziani e ipertesi.

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Le 11 lesioni CO/C1

Lesioni di C0 C1

⇒ Abbiamo movimenti di scivolamento anteriore e posteriore - movimenti puri

⇒ Latero flessione e rotazione opposta, data dallo scivolamento – movimenti combinati

Lesione traumatica bilaterale

È la più importante e viene chiamata anche C0 impattato (Non è una bella definizione!).

Lesioni traumatiche unilaterali

⇒ Lesioni traumatiche bilaterali, avremo uno scivolamento anteriore dei condili occipitali rispetto alle glene dell’atlante, può dare vertigini, nausea ecc…

⇒ Lesioni traumatiche unilaterali sinistra

⇒ Lesioni traumatiche unilaterali destra

Lesioni fisiologiche

⇒ Lesione dei condili bilaterali anteriori e posteriori. Avremo difficoltà ad andare indietro e potremo andare solo avanti.

⇒ Lesioni dei condili posteriori bilaterale

� Condilo sx anteriore � Condilo dx posteriore Lesione SRdx � Associazione dei due - Pseudo torsione dx

� Condilo dx anteriore � Condilo sx posteriore Lesione SRsx � Associazione dei due - Pseudo torsione sx

Note: la tecnica di correzione funzionale di C0, in caso di vertigini, possono aggravare i sintomi. Meglio la tecnica strutturale dolce.

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Le 11 lesioni CO/C1

C1 C0 avanti C0 indietro Lesione

C1 Avanti Indietro Traumatica bilaterale

C1 Rsx Rot dx Traumatica unilaterale dx

C1 Rdx Rot sx Traumatica unilaterale sx

C1 __ Indietro Lesione anteriore bilaterale

C1 Avanti __ Lesione posteriore bilaterale

C1 __ Rot dx Lesione anteriore dx

C1 Rot dx __ Lesione posteriore sx

C1 Rot dx Rot dx Pseudo Torsione sx

C1 __ Rot sx Lesione anteriore sx

C1 Rot sx __ Lesione posteriore dx

C1 Rot sx Rot sx Pseudo Torsione dx

Sulle 11 lesioni di C0/C1 verrà dedicato un approfondimento nello strutturale

SRsx

SRdx

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TEST

Prima di eseguire i test e le eventuali correzioni, sulle vertebre cervicali, è di primaria importanza valutare se sussistono situazioni pericolose alle manipolazioni (vale soprattutto per le tecniche strutturali, ma nel caso è preferibile indicare sempre un esame diagnostico prima di qualsiasi correzioni). Si esegue sempre: Test di Klein Detto anche dell’arteria vertebrale che valuta la capacità di mantenere una buona perfusione del sistema vertebro-basilare in determinate posizioni.

� Paziente seduto o disteso (variante) � Terapista di fronte al paziente, con le sue mani sostiene la testa del paziente

� Azione

Il terapista porta la testa del paziente in completa post-flessione e rotazione, prima da un lato e successivamente, una volta valutato, dall’altro lato.

Se durante il test dopo pochi secondi (5’/10’sec) il paziente mostra fenomeni neurovegetativi (sudorazione, palore, nistagmo, malessere….) evitare qualsiasi azione sulle cervicali e consigliare una visita medica specialistica.

Test dell’occhio dominante

� Paziente seduto o in piedi tiene nelle sue mani

un foglio con un foro di circa 2/3cm di diametro. Tiene il foglio all’altezza del viso con le braccia tese.

� Terapista chiede al paziente di fissare un oggetto attraverso il foro.

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� Azione Il terapista chiede al paziente di avvicinare il foro a un occhio mantenendo l’oggetto sempre in vista e senza ruotare la testa. L’occhio che a termine dell’azione guarda nel foro è l’occhio dominante.

Test della convergenza oculare

Importante, nei casi di cervicalgie, prima di testare la mobilità delle cervicali verificare se il paziente ha un disturbo di convergenza oculare. Le persone che per lavoro sono costrette per lunghi periodi di tempo a mantenere lo sguardo su uno oggetto ravvicinato (computer, ago…), un disturbo di convergenza in quei casi mette la muscolatura degli occhi sotto un notevole stress, ciò porta tensione alla muscolatura cervicale e soprattutto, un adattamento compensatorio posturale per sostenere e portare a termine la propria attività lavorativa.

� Paziente seduto

� Terapista posto di fronte e alla stessa altezza oculare del paziente, in una mano tiene una matita (penna o pennarello…)

� Azione

Il terapista avvicina la matita verso il naso del paziente con la punta che si muove lentamente verso la glabella (un punto tra le sopracciglia). Chiede al paziente di fissare e mantenere lo sguardo fisso sulla punta che lentamente si avvicina. Possono verificarsi diverse situazioni: il paziente riesce a convergere e mantenere la convergenza (tutto ok); non riesce a convergere (si consiglia al paziente di fare una visita dall’ortottista); il paziente converge e dopo poco un occhio (dx o sx) non riesce a mantenere la convergenza, in questo si ha un disturbo di convergenza. In quest’ultimo caso è importante definire l’occhio dominante , se l’occhio dominante è l’occhio che perde la convergenza deve indicare al paziente un ortottista che ha senz’altro maggiore competenza nel campo specifico, se invece l’occhio che manifesta il disturbo di convergenza non è l’occhio dominante può indicare alcuni esercizi da eseguire a domicilio (stretching oculare).

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Esercizi oculare – Stretching dei muscoli oculomotori

� Paziente seduto. Con una mano tiene un foglio ripiegato a metà nel cui centro sono stati disegnati dei punti ogni 3 cm circa. Nell’altra mano tiene una matita o una penna.

� Azione

Il paziente converge sul punto più distante fino a quando riesce a vedere un unico punto (non due), lo segna e passa a quello successivo andando via via così fino a raggiungere il punto a lui più vicino. Naturalmente l’esercizio necessità di tempo e non può essere eseguito per più di pochi minuti a seduta, da ripetere eventualmente 2/3 volte durante la giornata. L’esercizio si può ritenere terminato quando il paziente sarà in grado di eseguirlo completamente e con facilità.

Considerazioni importante prima di eseguire i test e le correzioni

Si inizia controllando le dorsali alte, da D4 in su. 1^ costa e poi C0 su C1, C2 su C3, C1 su C2 in questo ordine. Poi le cervicali tipiche (C2 C3 C4 C5 C6, le atipiche sono C0 C1 C2), spesso su queste eseguire solo un lavoro su tessuti molli e pompaggi.

Per fare i test teniamo C2, provochiamo una post flessione e blocco tra C0 e C1 con appoggio verticale per mobilizzare questo blocco in rotazione pura.

C2 è una vertebra cerniera. Il ganglio cervicale superiore si trova di fronte alle trasverse di C2, una lesione di questa vertebra stimola quel ganglio che è in relazione con tutti i gangli craniali.

Importante quando si lavora a livello di C3, la testa deve essere in posizione neutra. Quando si vuole lavorare al di sopra, tranne C0 C1, si provoca una leggera post flessione che aumenterà mano a mano che si sale. Quando si vuole lavorare al di sotto di C3 si provoca una leggera ante flessione che aumenterà per i livelli inferiori. In presenza di C5 traumatica, quindi anteriore, abbiamo la curva che può variare al di sotto di C5, mentre al di sopra il rachide si può presentare rettilineizzato; radiologicamente si vede C5 leggermente anteriorizzata o schiacciata. Questo distretto è molto sollecitato con conseguente degenerazione artrosica. Una lesione a carico di C5 porta problemi all’arto superiore con formicolii, dolori periartritici, epicondiliti ecc…, questi possono derivare anche da lesioni superiori. Con uno schiacciamento importante di C5 si può avvertire difficoltà alla deglutizione con colpi di tosse, come se si volesse togliere qualcosa di fastidioso dalla gola. Gran parte delle inserzioni muscolari le troviamo a livello occipitale e a D1, con grosse tensioni muscolari o una scorretta postura della testa il distretto intermediario ne soffrirà.

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Test dei pollici ascendenti cervicali

Il test dei pollici ascendenti cervicali viene eseguito da C6 fino a C2

� Paziente seduto sul lettino, mani sulle cosce. � Terapista in piedi dietro al paziente, posiziona i

polpastrelli dei suoi pollici precisamente all’altezza delle apofisi trasverse (AT) orizzontalmente sullo stesso segmento vertebrale cervicale (le apofisi trasverse sono allo stesso livello dell’apofisi spinosa). I pollici prendono contatto tramite l’intermediario dei tessuti sull’osso (questo contatto dovrà essere mantenuto fino alla conclusione del test, evitare di scivolare sulla cute).

� Azione Il terapista chiede al paziente di ante-flettere la testa lentamente (il mento in direzione dello sterno). Il terapista è concentrato sui suoi pollici, per non perdere il contatto sulle AT. Accompagna l’anteflessione della testa del paziente fino al termine, solo allora verifica l’altezza dei suoi pollici. Il pollice che sale indica il punto di rallentamento, il livello e il nome della vertebra in lesione. Una volta individuato la vertebra o le vertebre in lesioni potrà utilizzare uno o più test (la scelta del test dipenderà dalla migliore predisposizione o affinità nell’eseguire uno dei test da parte del terapista). Il terapista attraverso l’applicazione di questi test potrà ricercare il nome della lesione vertebrale e adattare le tecniche correttive idonee per la loro normalizzazione.

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TEST E CORREZIONI

Test del side bending e rota

Test fondamentale per stabieseguito sulle cervicali tipich

� Paziente seduto � Terapista posteriorm

cranio (mano direttricpollice tra le articolari

� Azione A secondo del liveraggiungere la vertebche C3 è una vertebrsono orizzontali e vgravità) e la posizioncervicali del paziente per valutare C2 postflessione, per valuun’anteflessione fino seguito testa e ricercafacile (la dita della mil tempo di latenza tinvece si percepisce immediatamente insiimpulsi esercitati dalltestare. Nella fisiologisono sempre dallo steanche la direzione dlesione, ossia se siamoIndividuato il side favolta eseguita la rotazil terapista inizia per il side, se al terminedurante il test non cilesione traumatica (qu

Test della 4 dita

� Paziente supino con l� Terapista seduto all

polpastrelli del medio

NI DELLE VERTEBRE CERVICALI

tazione

bilire il nome della lesione e la sua cronoloche da C2/C3 a C6/C7

rmente o lateralmente al paziente. Pone una marice) e l’altra (mano sensitiva) con i polpastrellari della vertebra in esame e la sua sottostante.

vello interessato, il terapista anteflette o tebra da testare, si ricorda bra pivot (i piatti vertebrali viene definita vertebra di ione per valutarla è con le te in posizione di neutralità, 2 esegue una leggera alutare C4 fino a C6 esegue o alla vertebra in esame. In

rca il side (latero flessione) mano sensitiva apprezzano tra la vertebra in esame e la sua sottostantee che la vertebra sottostante durante l’induziosieme alla sua sovrastante si ha “side bloc

alla mano direttrice in direzione dell’ articolaregia articolare delle vertebre cervicali sappiam

stesso lato, per cui una volta trovato il side fa della rotazione, ora sarà utile ricercare la mo di fronte ad un SR o ad una RS. facile, il terapista aggiunge il parametro dellatazione il side aumenta ancora un po’ si ha un Sr prima dal parametro della rotazione e succes

ne del side la rotazione aumenta ancora un po’ci sono tempi di latenza tra i side dx e sx siamquesta lesione e sovente riscontrata tra C5/C6).

n le gambe flesse lla testa del paziente. Posiziona i io e dell’indice di ciascuna mano,

262

LI TIPICHE

ologia. Il test viene

mano sul vertice del elli dell’indice e del

postflette fino a

te “side facile”; se zione del side parte occato”) attraverso

are della vertebra da iamo che il S e la R facile conosceremo la cronologia della

lla rotazione, se una n SR. Nel controtest essivamente associa o’ si ha una RS. Se mo di fronte ad una 6).

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tramite l’interposizione dei tessuti, rispettivamente sotto le trasverse della vertebra da testare e la sua sottostante. (Le mani sono in inclinazione ulnare in modo da livellare l’altezza tra il medio e l’indice)

� Azione

Il terapista testa le rotazioni della vertebra in esame su quella sottostante, con il medio della mano destra in appoggio tramite i tessuti sul margine posteriore della trasversa dx imprime una dolce e lieve pressione, il medio della mano sinistra ascolta la pressione che si viene ad imprimere sotto il suo polpastrello (rotazione sinistra) e pone attenzione sul suo indice sinistro in contatto con la trasversa sinistra della vertebra sottostante, se percepisce un tempo ti latenza prima di sentire la pressione imprimersi sotto il polpastrello del suo indice sinistro la vertebra ruota a sinistra, se invece percepisce immediatamente la pressione senza tempo di latenza, la vertebra non ruota a sinistra. Inversamente, se con il medio della mano sinistra in appoggio tramite i tessuti sul margine posteriore della trasversa sx imprime una dolce e lieve pressione, il medio della mano destra registra la pressione che si viene ad imprimere sotto il suo polpastrello (rotazione destra) e pone attenzione sul suo indice destro in contatto con la trasversa destra della vertebra sottostante, se percepisce un tempo ti latenza prima di sentire la pressione imprimersi sotto il polpastrello del suo indice destro, la vertebra ruota a destra, se invece percepisce immediatamente la pressione senza tempo di latenza, la vertebra non ruota a destra. La lesione viene indicata dal senso facile della rotazione. Una volta individuato la vertebre in lesione e la sua rotazione è importante determinare la cronologia in cui si è verificata la lesione. In decubito supino risulta difficile provocare il side a differenza della posizione seduta. Per capire la giusta cronologia, il terapista fa una semplice palpazione delle apofisi trasverse. Se percepisce la punta della trasversa più prominente dal lato della rotazione della vertebra, la rotazione cronologicamente avviene prima del side. Se invece percepisce la punta della trasversa più prominente dal lato opposto alla rotazione, il side cronologicamente è avvenuto prima della rotazione (nel meccanismo lesionale la vertebra a fatto un grande traslazione)

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Test di Dejarnette

Il test di Dejarnette è un test che acquisisce una rilevante importanza nella normalizzazione delle lesioni cervicali con tecniche strutturali con trhust. È utile in quel caso per determinare la scelta di utilizzare una tecnica funzionale piuttosto che una strutturale o viceversa. Inoltre, i gradini di Dejarnette saranno utili per determinare un blocco anatomico e localizzare l’azione della manipolazione (verrà affrontato più dettagliatamente nel capitolo sulle tecniche strutturali). In questo capitolo la tecnica di Dejarnette è strettamente legata alla tecnica di Johnson. Con il test di Dejarnette si vanno a determinare 4 gradini che si vengono a creare anatomicamente formando 4 copie di vertebre: C7/C6 - C5/C4 - C3/C2 - C1/C0.

� Paziente supino � Terapista posiziona le sue mani in presa

lateralmente al viso del paziente, i pollici sui parietali in direzione del vertice del cranio, gli indici al davanti dell’orecchio e le altre dita dietro l’orecchio e sotto l’occipite.

� Azione Il terapista fa una piccola impattazione e mantenendo il viso e la testa del paziente sempre orizzontale e parallelo al soffitto (senza antiflessione e/o posflessione) solleva la testa del paziente dal suo appoggio sul lettino e la porta in direzione del soffitto. Sotto le sue mani si formano 4 gradini: il primo gradino dal basso verso l’alto coinvolge C7/C6 (C7 e C6 si bloccano e lasciano liberi i segmenti superiori); il secondo gradino coinvolge C5/C4 (sono bloccati C7/C6 e C5/C4 gli altri segmenti sono liberi); il terzo gradino coinvolge C3/C2 (sono bloccati tutti i segmenti precedenti compresi C3/C2); il 4 e ultimo gradino coinvolge C1/C0 (tutti i segmenti sono bloccati). Se tutti i gradini sono presenti, non ci sono lesioni sul tratto esaminato. Se invece viene a mancare uno o più gradini (il terapista avverte la sensazione che manchi un gradino) probabilmente all’altezza del gradino mancante è presente una lesione (il test non determina il tipo di lesione). In quel caso si utilizza la tecnica di Johnson per liberare il gradino scomparso.

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Normalizzazione - Tecnica di Johnson

� Paziente supino

� Terapista posiziona le sue mani in presa lateralmente al viso del paziente, i pollici sui parietali in direzione del vertice del cranio, gli indici al davanti dell’orecchio e le altre dita dietro l’orecchio e sotto l’occipite.

� Azione

Il terapista una volta individuato il gradino scomparso, posiziona la testa del paziente sollevata all’altezza dove percepisce l’assenza del gradino (senza anteflessione e senza postflessione), mantenendo il livello ruota la testa prima da un lato e poi dall’altro mantenendo le rotazioni per 15 secondi, successivamente riporta la testa in posizione neutra e senza rilasciarla inclina prima da una parte e poi dall’altra per altri 15 secondi per inclinazioni. Una volta eseguito la normalizzazione, il terapista ritesta. Se il gradino è ricomparso verificare con i test dei pollici ascendenti, se la lesione è sparita è stata corretta inversamente si correggerà con un tecnica funzionale.

I pompages cervicali

Prima e dopo le correzioni, a volte anche prima dei test (nei pazienti tesi), l’esecuzione di un pompage prepara i tessuti prima di una tecnica correttiva, scioglie le tensioni, elimina le tossine e a volte è sufficiente a ridare mobilità.

� Pompage cervicale classico � Pompage “modellante” � Allungamento delle fasce cervicali posteriori � Disgiunzione cranio-cervicale

Descrizione capitolo 1° da pag. 18 a 20

In foto disgiunzione cranio-cervicale

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Pompage cervicale in posizione seduta

Interessante in tutti i casi dove il paziente non sopporta il decubito supino (vertigini, cervicalgia acuta ecc…) Pompage cervicale - Tecnica di “Hoover”

� Paziente seduto comodamente con la schiena in appoggio sullo schienale o eretta. � Terapista in piedi lateralmente e in leggero affondo con l’arto inferiore esterno, se

possibile, dietro lo schienale della sedia, impalma con il quinto dito della mano interna l’arco sotto occipitale e con le altre dita l’occipite, passa il suo avambraccio lateralmente attorno alla testa evitando di comprimere l’orecchio e l’ATM, il suo omero passa davanti alla fronte del paziente. La mano esterna con i polpastrelli del pollice e dell’indice è in ascolto sulla cerniera cervico-dorsale (in questa tecnica è importante eliminare bracciali e orologio il “terapista”; orecchini e occhiali il “paziente”).

� Azione Il terapista raddrizzando leggermente il suo tronco e con l’aiuto della sua inspirazione mette in tensione il tratto cervicale fine a percepire la messa in tensione sotto le sue dita in ascolto, mantiene e successivamente lascia tornare alla posizione di partenza frenando il ritorno, rilasciando il proprio tronco durante la sua fase espiratoria. Ripete il pompage quanto basta a rilassare l’intero tratto. La stessa tecnica può essere utilizzata su diversi livelli o singoli livelli sarà sufficiente spostare le dita della mano in ascolto.

Pompage (posizione seduta) variante

� Paziente seduto � Terapista in piedi di fronte al paziente, con base di

appoggio leggermente allargata. Posiziona la fronte del paziente sul suo addome (la testa è in rettitudine), con il quinto dito di una mano aggancia l’occipite sotto l’arco sotto occipitale mentre le altre dita impalmano l’occipite; l’altra mano è in appoggio sulle prime vertebre dorsali.

� Azione

Il terapista sbilancia il peso del proprio corpo sui suoi talloni, questo determina una messa in tensione sufficiente a coinvolgere tutto il tratto cervicale, la mano sulle dorsali possiede una doppia funzione: registra il livello della tensione (che non deve superare le prime vertebre dorsali) e offre un

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leggero contrappoggio. Il terapista mantiene la tensione acquisita e successivamente lascia tornare alla posizione di partenza frenando il ritorno.

LE CORREZIONI DELLE VERTEBRE CERVICALI TIPICHE

Correzione di una lesione traumatica

L’anamnesi e la storia del paziente indicano spesso eventi traumatici (caduta, colpo di frusta…) recenti, ma la maggior parte delle volte tanto vecchi da essere dimenticati. Il supporto degli esami strumentali (RX…) permettono insieme all’anamnesi di suppore e di individuare una lesione traumatica a carico delle vertebre cervicali ( il test del side “nessun side facile” ne sarà poi la conferma). Le vertebre maggiormente interessate sono C0/C1(i condili scivolano in avanti e rimangono bloccati) e per le tipiche C5/C6 ( C5 scivola in avanti rispetto a C6, il disco intervertebrale essendo molto sottile rende questa copia di vertebre molto instabile).

Correzione strutturale C5/C6 - Tecnica di “Hoover”

� Paziente seduto comodamente con la schiena in appoggio sullo schienale o eretta. � Terapista in piedi lateralmente e in leggero affondo con l’arto inferiore esterno, se

possibile, dietro lo schienale della sedia, con il suo torace prende contatto con la faccia omolaterale del viso e della testa del paziente (pone attenzione che la testa del paziente rimanga in rettitudine), in seguito impalma con il quinto dito della mano interna l’arco sotto occipitale e con le altre dita l’occipite, passa il suo avambraccio lateralmente attorno alla testa evitando di comprimere l’orecchio e l’ATM, il suo omero passa davanti alla fronte del paziente. La mano esterna con i polpastrelli del pollice e dell’indice è in contro appoggio sulle trasverse di C6 (in questa tecnica è importante eliminare bracciali e orologio il “terapista”; orecchini e occhiali il “paziente”).

� Azione

Il terapista esegue qualche pompages fino a C5, successivamente mantiene una leggera trazione fino a C5 (così da creare un blocco di tutte le vertebre cervicali fino a C5) lasciando libera C6 sotto. Chiede al paziente di portare il mento indietro (retropulsione del capo) mentre con il pollice e l’indice della mano posteriore esercita una controforza sulle trasverse di C6. Lo ripete due/tre volte (spesso è sufficiente una volta). Così facendo C5 si posteriorizza. A volte il paziente non è in grado di eseguire l’ordine, in quei casi, il terapista stesso con il braccio anteriore sposta il suo tronco lateralmente in direzione posteriore rispetto al paziente così da posteriorizzare direttamente C5 .

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Correzioni delle lesioni fisiologiche SR –RS - Tecnica funzionale (paziente seduto)

� Paziente seduto � Terapista posteriormente o lateralmente al paziente. Pone una mano sul vertice del

cranio (mano direttrice) e l’altra (mano sensitiva) con i polpastrelli dell’indice e del pollice tra le articolari della vertebra in esame e la sua sottostante.

� Azione

Secondo il livello interessato, il terapista anteflette o postflette fino a raggiungere la vertebra da correggere (C3 è in posizione neutra della testa, C2 in leggera postflessione, da C4 fino a C6 in anteflessione). Per una lesione in SR, il terapista dopo aver raggiunto il livello della vertebra interessata inserisce cronologicamente tutti i parametri in cui si è verificata sequenzialmente la lesione, in questo caso, inizia provocando una latero flessione fino a raggiungere la vertebra in lesione senza coinvolgere la sua sottostante (l’indice e il pollice della mano posteriore sono in ascolto) dopo aver eseguito il side facile provoca la rotazione omolaterale fino a percepire sotto le sue dita un piccolo aumento del side (sempre lasciando libera la sua sottostante), per guadagnare ulteriormente nel side e nella rotazione si serve dell’oculomotrocità, chiede al paziente di guardare in basso e omolateralmente (guarda la tua spalla..). Una volta arrivato al massimo guadagno possibile e dopo aver accumulato tutte le tensioni, per superare la barriera fisiologica chiede una o più espirazioni lente e profonde (soffia via l’aria…). Superata la barriera fisiologica, quando il paziente a necessità di inspirare, riporta la testa in posizione neutra con lo sguardo fisso in avanti, mantiene per tutto il periodo della tecnica il livello vertebrale interessato (neutralità, anteflessione o postflessione). Alla successiva espirazione (lenta e prolungata), inverte tutti i parametri, side e rotazione opposto, chiede al paziente di guardare in basso e dal lato opposto a quello precedente, fase di consolidazione. Per una lesione di RS, il terapista come per la lesione precedente, dopo aver raggiunto il livello della vertebra interessata, inserisce cronologicamente tutti i parametri in cui si è verificata sequenzialmente la lesione. In questo caso, inizia provocando la rotazione fino a raggiungere la vertebra in lesione senza coinvolgere la sua sottostante (l’indice e il pollice della mano posteriore sono in ascolto) dopo aver eseguito la rotazione facile provoca il side bending omolaterale fino a percepire sotto le sue dita un piccolo aumento della rotazione (sempre lasciando libera la sua sottostante), per guadagnare ulteriormente nella rotazione e nel side si serve dell’oculomotrocità, chiede al paziente di guardare in basso e omolateralmente (guarda la tua spalla..). Una volta arrivato al massimo guadagno

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possibile e dopo aver accumulato tutte le tensioni, per superare la barriera fisiologica chiede una o più espirazioni lente e profonde (soffia via l’aria…). Superata la barriera fisiologica, quando il paziente ha necessità di inspirare, riporta la testa in posizione neutra con lo sguardo fisso in avanti, mantiene per tutto il periodo della tecnica il livello vertebrale interessato (neutralità, anteflessione o postflessione). Alla successiva espirazione (lenta e prolungata), inverte tutti i parametri, rotazione e side opposto, chiede al paziente di guardare in basso e dal lato opposto a quello precedente, fase di consolidazione. Terminato la correzione, il terapista ritesta per verificare il buon esito della correzione.

Correzione lesioni di SR-RS delle vertebre cervicali tipiche - Tecnica delle 4 dita

� Paziente supino con le gambe flesse � Terapista seduto alla testa del paziente. Posiziona i polpastrelli del medio e

dell’indice di ciascuna mano, tramite l’interposizione dei tessuti, rispettivamente sotto le trasverse della vertebra da normalizzare e della sua sottostante. (Le mani sono in inclinazione ulnare in modo da livellare l’altezza tra il medio e l’indice).

� Azione

Per una lesione di SR, il terapista inserisce tutti parametri nella corretta cronologia lesionale (senso facile). Per provocare il side, chiede al paziente di guardare in basso e in direzione del lato in lesione (in direzione della spalla omolaterale alla lesione), successivamente provoca il parametro di rotazione premendo con il polpastrello del dito medio della mano opposta alla lesione. Il medio dell’altra mano registra la rotazione vertebrale mentre l’indice della stessa mano offre un contro appoggio che impedisce la vertebra sottostante di seguire nella rotazione. Accumula le tensioni e per superare la barriera fisiologica chiede al paziente una lenta e prolungata espirazione. Una volta superata la barriera, quando il paziente sente la necessità di inspirare, il terapista chiede di riportare lo sguardo in posizione neutra. Alla successiva lenta e prolungata espirazione, chiede al paziente di guardare in basso e di lato in direzione della spalla opposta alla lesione e successivamente con il medio della mano omolaterale alla lesione, imprime una pressione sulla trasversa. Il medio della mano controlaterale registra la rotazione, mentre l’indice della stessa mano imprime una controforza che impedisce alla sottostante di seguire la rotazione.

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Per una lesione di RS il terapista provoca il parametro di rotazione premendo con il polpastrello del dito medio della mano opposta alla lesione. Il medio dell’altra mano registra la rotazione vertebrale mentre l’indice della stessa mano offre un contro appoggio che impedisce la vertebra sottostante di seguire nella rotazione, successivamente chiede al paziente di guardare in basso e in direzione del lato in lesione (in direzione della spalla omolaterale alla lesione) così provoca il side . Accumula le tensioni e per superare la barriera fisiologica chiede al paziente una lenta e prolungata espirazione. Una volta superata la barriera, quando il paziente sente la necessità di inspirare, il terapista chiede di riportare lo sguardo in posizione neutra. Alla successiva lenta e prolungata espirazione, con il medio della mano omolaterale alla lesione imprime una pressione sulla trasversa, il medio della mano controlaterale registra la rotazione mentre l’indice della stessa mano imprime una controforza che impedisce alla sottostante di seguire la rotazione, chiede al paziente di guardare in basso e di lato in direzione della spalla opposta alla lesione così da ultimare la fase di consolidazione. Dopo aver normalizzato la lesione il terapista ritesta.

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TEST E CORREZIONI DELLE VERTEBRE CERVICALI ATIPICHE

Come visto in precedenza le vertebre cervicali atipiche C0, C1 e C2 (con le sue articolari superiori) possiedono rispetto alle vertebre sottostanti, particolarità anatomiche e fisiologiche proprie. Per questo motivo è necessario valutare i loro movimenti con test specifici e tecniche correttive adeguate.

La coppia C0/C1 Presenta caratteristiche anatomo-fisiologiche particolari, in questo capitolo scriveremo unicamente dei movimenti minori dell’occipite e quindi delle latero-flessioni e rotazioni associate. I movimenti maggiori di scivolamento anteriore e posteriore (flesso-estensione) saranno affrontati in un capitolo specifico “le 11 lesioni dell’occipite”. Fisiologicamente C0 rispetto a C1 esegue sempre movimenti associati, di side e rotazione

opposta: S ≠ R Detto questo nel rapporto tra C0/C1 potranno essere presenti (in questo capitolo) lesioni di: Sdx Rsx – Ssx Rdx (il 90% delle lesioni fisiologiche tra C0/C1 sono delle SR) e C0/C1 traumatico (occipite impattato).

Test di C0/C1 (paziente seduto)

� Paziente seduto

� Terapista in piedi lateralmente al paziente. Con i polpastrelli del pollice e dell’indice della mano posteriore (mano sensitiva) prende contatto tramite l’intermediario dei tessuti sull’arco posteriore di C1 (immediatamente sotto il solco occipitale), per penetrare meglio i tessuti e aver un migliore contatto con l’arco posteriore di C1, con la mano anteriore posta sul vertice craniale (mano direttrice), esegue una piccola postflessione.

� Azione Il terapista testa il side dx e sx (il parametro della rotazione è sempre associato e contrario). Con la mano direttrice esercita un leggero appoggio sul vertice craniale in direzione della latero flessione che vuole testare (tecnicamente possiamo definire questa pressione in tanti modi diversi, a secondo di come viene posizionata la mano direttrice). Il pollice e l’indice della mano sensitiva registrano le risposte: se durante il test il terapista percepisce che C0 va in side e dopo un tempo di latenza C1 viene coinvolto il side su quel lato è libero; se invece percepisce che C0 va in side e immediatamente C1 viene coinvolto, il side su quel lato sarà bloccato (la lesione viene sempre nominata dal side libero). Se durante il test da entrambi i lati il side bending è bloccato, si ha un C0 traumatico o impattato (assenza di movimenti).

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Test di C0/C1 (paziente in decubito supino)

� Paziente in decubito supino con la testa al limite del bordo del lettino, se necessario un cucino sotto le ginocchia

� Terapista seduto alla testa del paziente, prende contatto con il suo torace (sterno) sul vertice craniale mantenendo il tronco eretto. Posiziona i polpastrelli dei sui pollici negli angoli digastrici (l’angolo digastrico corrisponde alla punta laterale dell’arco posteriore di C1), mentre i polpastrelli dei suoi medi, attraverso l’intermediario dei tessuti, sull’arco posteriore di C1 (sensitivi), gli indici si ritrovano immediatamente e con naturalezza, un livello sotto, sulle trasverse di C2.

� Azione

Il terapista con il suo sterno impatta leggermente e dolcemente la testa del paziente (quel tanto sufficiente a controllarla, la pressione deve essere tale da controllare C0 ma lasciare libero C1), successivamente per testare il side dx ruota il suo tronco verso sinistra e con i suoi medi registra il comportamento di C1, se durante il side, C1 è coinvolto dopo un tempo di latenza, il side è libero, se invece C1 è immediatamente coinvolto, il side è bloccato. Per testare il side sx, il terapista ruota il suo tronco verso destra e con i suoi medi registra il comportamento di C1.

Correzione lesione di SR di C0/C1 (paziente seduto) - Tecnica funzionale

� Paziente seduto

� Terapista in piedi lateralmente al paziente. Con i polpastrelli del pollice e dell’indice della mano posteriore (mano sensitiva) prende contatto tramite l’intermediario dei tessuti sull’arco posteriore di C1 (immediatamente sotto il solco occipitale), per penetrare meglio i tessuti e aver un migliore contatto con l’arco posteriore di C1, con la mano anteriore posta sul vertice craniale (mano direttrice), esegue una piccola postflessione.

� Azione

Con la mano direttrice esercita un leggero appoggio sul vertice craniale in direzione della latero flessione facile (libera), le dita in controllo sull’arco posteriore di C1 verificano che C1 rimanga libero. Per guadagnare un altro po’ di side e inserire il parametro della rotazione opposta, il terapista si serve del movimento oculare, chiede al paziente di ruotare gli occhi nella direzione opposta al

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side e di centrare lo sguardo verso l’alto (verso la spalla del terapista, dal lato controlaterale alla lesione), accumula le tensioni e per superare la barriera fisiologica chiede un’espirazione lunga, lenta e profonda. Superata la barriera fisiologica, quando il paziente ha necessità di inspirare riporta la testa in posizione neutra e chiede al paziente uno sguardo orizzontale, alla successiva espirazione con la mano direttrice esercita un leggero appoggio sul vertice craniale in direzione della latero flessione opposta, chiede al paziente di ruotare gli occhi nella direzione opposta a quella precedente e di centrare lo sguardo verso l’alto (verso la spalla del terapista). Terminata la correzione, il terapista ritesta e verifica se la lesione è sparita.

Correzione lesione di SR di C0/C1 (paziente seduto) - Tecnica strutturale “Hoover”

� Paziente seduto comodamente con la schiena in appoggio sullo schienale o eretta. � Terapista in piedi omolateralmente alla lesione e in leggero affondo con l’arto

inferiore esterno, se possibile, dietro lo schienale della sedia. Con il suo torace prende contatto con la faccia omolaterale del viso e della testa (pone attenzione che la testa del paziente rimanga in rettitudine), in seguito impalma con il quinto dito della mano interna l’arco sotto occipitale e con le altre dita l’occipite, passa il suo avambraccio lateralmente attorno alla testa evitando di comprimere l’orecchio e l’ATM, il suo omero passa davanti alla fronte del paziente. La mano esterna con i polpastrelli del pollice e dell’indice è in contro appoggio sull’arco posteriore di C1 (in questa tecnica è importante eliminare bracciali e orologio il “terapista”; orecchini e occhiali il “paziente”).

� Azione Il terapista esercita un piccolo pompage tra C0/C1 utilizzando la sua respirazione, mantiene una piccola decoattazione ponendo attenzione a lasciare libero C1. In seguito anteflette il suo tronco, così porta C0 nel senso della restrizione (direzione opposta a quello di lesione), grazie alla presa della sua mano interna “ tecnica di Hoover” indietreggiando il gomito porta C0 in rotazione opposta rispetto al side. Con i polpastrelli del pollice e dell’indice della mano posteriore applica una controforza evitando a C1 di seguire la rotazione.

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Correzione lesione di SR di C0/C1 (paziente in decubito supino) - Tecnica funzionale

� Paziente in decubito supino con la testa al limite del bordo del lettino, se necessario un cucino sotto le ginocchia

� Terapista seduto alla testa del paziente, prende contatto con il suo torace (sterno) sul vertice craniale mantenendo il tronco eretto. Posiziona i polpastrelli dei sui pollici negli angoli digastrici (l’angolo digastrico corrisponde alla punta laterale dell’arco posteriore di C1), mentre i polpastrelli dei suoi medi, attraverso l’intermediario dei tessuti, sull’arco posteriore di C1 (sensitivi), gli indici si ritrovano immediatamente e con naturalezza, un livello sotto, sulle trasverse di C2.

� Azione

Il terapista con il suo sterno impatta leggermente e dolcemente la testa del paziente (quel tanto sufficiente a controllarla, la pressione deve essere tale da controllare C0 ma lasciare libero C1). Per una lesione di S Rsx, ruota il suo tronco verso sinistra per compiere un side dx, con i medi controlla C1 che non deve essere coinvolto. Successivamente, per aumentare i parametri del side e della rotazione sx chiede al paziente di guardare a sx e verso l’alto (guarda la mia spalla sx), accumula le tensioni e per passare la barriera fisiologica chiede una espirazione. Una volta superata la barriera fisiologica, quando il paziente ha necessità di inspirare, riporta la testa in posizione neutra e chiede al paziente uno sguardo orizzontale (per il paziente), alla successiva espirazione ruota il suo tronco verso dx per fare un side sx e chiede al paziente di ruotare gli occhi a dx e verso l’alto (guarda la mia spalla dx). Per una S Rdx, ruota il suo tronco verso destra per compiere un side sx, con i medi controlla C1. Successivamente, per aumentare i parametri del side e della rotazione dx chiede al paziente di guardare a dx e verso l’alto (guarda la mia spalla dx), accumula le tensioni e per passare la barriera fisiologica chiede una espirazione. Una volta superata la barriera fisiologica, quando il paziente ha necessità di inspirare riporta la testa in posizione neutra e chiede al paziente uno sguardo orizzontale; alla successiva espirazione ruota il suo tronco verso sx per fare un side dx e chiede al paziente di ruotare gli occhi a sx e verso l’alto (guarda la mia spalla sx). Terminata la correzione, il terapista ritesta.

Correzione di lesione traumatica di C0/C1 (occipite impattato) - Tecnica di “Hoover”

Nella lesione strutturale di C0/C1 i condili dell’occipite sono scivolati bilateralmente in avanti rispetto alle glene dell’atlante e vi rimangono bloccati.

� Paziente seduto comodamente con la schiena in appoggio sullo schienale o eretta. � Terapista in piedi lateralmente e in leggero affondo con l’arto inferiore esterno, se

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possibile, dietro lo schienale della sedia, con il suo torace prende contatto con la faccia omolaterale del viso e della testa del paziente (pone attenzione che la testa del paziente rimanga in rettitudine), in seguito impalma con il quinto dito della mano interna l’arco sotto occipitale e con le altre dita l’occipite, passa il suo avambraccio lateralmente attorno alla testa evitando di comprimere l’orecchio e l’ATM, il suo omero passa davanti alla fronte del paziente. La mano esterna con i polpastrelli del pollice e dell’indice è in contro appoggio sulle trasverse di C6 (in questa tecnica è importante che il “terapista” elimina i bracciali e/o l’orologio; il “paziente” gli orecchini e gli occhiali).

� Azione

Il terapista esercita un piccolo pompage tra C0/C1 utilizzando la sua respirazione; mantiene una piccola decoattazione ponendo attenzione a lasciare libero C1. Chiede al paziente di portare il mento indietro (retropulsione del capo) mentre con il pollice e l’indice della mano posteriore esercita una controforza sull’arco posteriore di C1. Lo ripete due e/o tre volte (spesso è sufficiente una volta). Così facendo i condili di C0 si posteriorizzano. A volte il paziente non è in grado di eseguire l’ordine, in quei casi, il terapista stesso con il braccio anteriore sposta il suo tronco lateralmente in direzione posteriore rispetto al paziente così da posteriorizzare direttamente C0.

Correzione C0/C1 - Tecnica di “Sutherland”

� Paziente supino a gambe flesse � Terapista seduto alla testa del paziente, bordo ulnare delle mani a contatto, con i

polpastrelli dei medi e degli anulari in appoggio appena sotto la linea curva occipitale a contatto tramite l’interposizione dei tessuti sull’arco posteriore di C1.

� Azione

Il terapista distende gli anulari e i medi di entrambe le mani così da spingere C1 in avanti, aspetta che le tensioni delle fasce nucali si rilassino e che l’occipite (la testa del paziente) venga a poggiarsi nei suoi palmi.

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La coppia C1/C2

Viene considerata per caratteristiche anatomo funzionale la vertebra del “NO”, come visto precedentemente C1 compie un movimento considerato “puro” attorno al dente dell’epistrofeo. Quando C1 è in lesione su C2 è importante prima di normalizzare testare ed eventualmente correggere C0/C1 e C2/C3 semplicemente perché C1 viene considerato come un menisco tra C0 e C2.

Test C1/C2 - paziente seduto

� Paziente seduto

� Terapista in piedi lateralmente al paziente. Con i polpastrelli del pollice e dell’indice della mano posteriore (mano sensitiva) prende contatto tramite l’intermediario dei tessuti sulle trasverse di C2 (le trasverse di C2 si trovano immediatamente sotto le mastoide), per localizzare l’azione su C1, con la mano anteriore posta sul vertice craniale (mano direttrice), esegue una piccola postflessione.

� Azione

Il terapista testa le rotazioni dx e sx. Con la mano direttrice esercita un leggero appoggio verticale sul vertice craniale sufficiente a creare un blocco C0/C1 (il blocco C0/C1 permette al terapista di usare la testa del paziente come se fosse una grande vertebra, in quanto C1 non può essere raggiungibile manualmente), i polpastrelli dell’pollice e dell’indice della mano posteriore controllano che C2 sia lasciato libero. Con la mano direttrice ruota prima da un lato e poi dall’altro la testa del paziente tanto da determinare la rotazione del blocco C0/C1 mentre le dita della mano sensiva registrano il comportamento di C2. Se durante la rotazione del blocco C0/C1 sotto i polpastrelli dell’indice e del pollice della mano posteriore si percepisce che C2 si muove dopo un tempo di latenza, C1/C2 è libero. Se invece percepisce che C2 segue immediatamente il blocco superiore, C1/C2 è bloccato.

Test C1/C2 - paziente in decubito supino

� Paziente in decubito supino con la testa al limite del bordo del lettino, se necessario un cucino sotto le ginocchia

� Terapista seduto alla testa del paziente, prende contatto con il suo torace (sterno) sul vertice craniale mantenendo il tronco eretto. Posiziona i polpastrelli dei sui pollici negli angoli digastrici, mentre i polpastrelli dei suoi medi, attraverso l’intermediario dei tessuti, sull’arco posteriore di C1, gli indici si ritrovano immediatamente e con naturalezza, un livello sotto, sulle trasverse di C2 (sensitivi).

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� Azione

Il terapista con il suo torace impatta il vertice craniale fino a creare un blocco C0/C1, gli indici a contatto con le trasverse controllano che C2 rimanga libera. Non potendo agire manualmente su C1, il terapista si serve del movimento oculare. Chiede al paziente di ruotare gli occhi a dx mantenendo lo sguardo orizzontale (orizzontale per il paziente) per testare la rotazione destra. Chiede al paziente di ruotare gli occhi a sx mantenendo lo sguardo orizzontale per testare la rotazione sinistra. Nei due casi le dita della mano sensitiva registrano il comportamento di C2. Se C2 durante la rotazione del blocco superiore si muove dopo un tempo di latenza, C1/C2 è libera. Se invece C2 si muove immediatamente senza tempo di latenza, C1/C2 è bloccata.

Correzione lesione di R C1/C2 - paziente seduto

� Paziente seduto

� Terapista in piedi lateralmente al paziente. Con i polpastrelli del pollice e dell’indice della mano posteriore (mano sensitiva) prende contatto tramite l’intermediario dei tessuti sulle trasverse di C2 (le trasverse di C2 si trovano immediatamente sotto le mastoide), per localizzare l’azione su C1, con la mano anteriore posta sul vertice craniale (mano direttrice), esegue una piccola postflessione.

� Azione Il terapista, con la mano direttrice, esercita un leggero appoggio verticale sul vertice craniale sufficiente a creare un blocco C0/C1, i polpastrelli delle dita della mano posteriore controllano che C2 sia lasciato libero. Con la mano direttrice ruota il blocco C0/C1 in direzione del senso facile, con il dito a contatto con la trasversa omolaterale alla rotazione imprime una controforza per impedire che C2 segua la rotazione. Per aumentare il parametro della rotazione e accumulare meglio le tensioni, si serve del movimento oculare, chiede al paziente di ruotare gli occhi in direzione della rotazione facile nel senso dell’orizzontalità “rotazione pura”, accumulate tutte le tensioni, per superare la barriera fisiologica chiede al paziente una lunga e profonda espirazione. Superata la barriera fisiologica e quando il paziente sente la necessità di inspirare riporta la testa in posizione neutra e gli chiede di centrare lo sguardo in avanti

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orizzontalmente. Alla nuova espirazione (fase di consolidazione) ruota il blocco C0/C1 in direzione opposta, con il dito a contatto con la trasversa omolaterale alla rotazione imprime una controforza per impedire che C2 segua la rotazione, chiede al paziente di ruotare gli occhi in direzione della rotazione nel senso dell’orizzontalità. Al termine della correzione riesegue il test.

Correzione lesione di R C1/C2 - paziente in decubito supino

� Paziente in decubito supino con la testa al limite del bordo del lettino, se necessario un cucino sotto le ginocchia

� Terapista seduto alla testa del paziente, prende contatto con il suo torace (sterno) sul vertice craniale mantenendo il tronco eretto. Posiziona i polpastrelli dei sui pollici negli angoli digastrici, mentre i polpastrelli dei suoi medi, attraverso l’intermediario dei tessuti, sull’arco posteriore di C1, gli indici si ritrovano immediatamente e con naturalezza, un livello sotto, sulle trasverse di C2 (sensitivi).

� Azione Il terapista con il suo torace impatta il vertice craniale fino a creare un blocco C0/C1, gli indici a contatto con le trasverse controllano che C2 rimanga libera. Chiede al paziente di ruotare gli occhi nella direzione della lesione (rotazione facile) mantenendo lo sguardo orizzontale (orizzontale per il paziente) così da portare il blocco C0/C1 in rotazione, l’indice omolaterale alla lesione a contatto con la trasversa di C2 imprime una leggera controforza per impedire a C2 di seguire la rotazione. Accumula le tensioni e per superare la barriera fisiologica chiede al paziente un’espirazione lenta e profonda. Superata la barriera fisiologica e quando il paziente sente la necessità di inspirare, gli chiede di centrare lo sguardo in avanti orizzontalmente. Alla nuova espirazione (fase di consolidazione) chiede al paziente di ruotare gli occhi in direzione opposta sempre nel senso dell’orizzontalità, ruota il blocco C0/C1 in direzione opposta. Con l’indice a contatto con la trasversa omolaterale alla rotazione imprime una controforza per impedire che C2 segua la rotazione. Al termine della correzione riesegue il test.

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IL TORCICOLLO

Fastidioso e doloroso, il torcicollo è un disturbo molto frequente, che rischia di rendere difficoltoso, al limite della vera sofferenza, ogni spostamento della testa. Non ha particolari preferenze di fasce d’età, può interessare giovani e meno giovani: il torcicollo è la spiacevole conseguenza di uno spasmo prolungato di alcuni muscoli del collo. Il torcicollo è il risultato di una contrattura muscolare, localizzata, soprattutto, a carico dello sternocleidomastoideo e dei muscoli scaleni. Nel torcicollo controllare la cerniera cervico dorsale e K1 sono prioritari ma è importante non sottovalutare C0/C1 e C5/C6. Quando questi muscoli si contraggono, si accorciano e ne causa la difficoltà tipica a muovere il capo, che rimane, così, inclinato di lato, leggermente proteso in avanti e ruotato dalla parte opposta.

Tecnica fasciale per il torcicollo

Questa tecnica viene spesso considerata “miracolosa” per l’immediato sollievo che produce.

Test

� Paziente in decubito supino, se necessario un cuscino sotto le ginocchia per allentare le tensioni.

� Terapista alla testa del paziente

� Azione

Il terapista chiede al paziente di ruotare la testa da un lato e poi dall’altro e valuta il lato dove il paziente ruota con più facilità e lo memorizza.

Correzione

� Paziente in decubito supino, la testa ruotata dal lato facile. Se necessario un cuscino sotto le ginocchia per allentare le tensioni.

� Terapista alla testa del paziente, con la mano omolaterale alla rotazione facile, passa sotto la spalla del paziente e la traziona verso di se così da ridurre le tensioni fasciali. Con la mano libera posiziona il palmo sul temporale e le dita in direzione del naso del paziente.

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� Azione Il terapista si serve del movimento oculare per effettuare una facilitazione neuromuscolare (tenuta/rilasciamento). Chiede al paziente di ruotare gli occhi (solo gli occhi) nella direzione inversa rispetto alla rotazione della testa (senso facile) mentre con la mano in appoggio sul temporale offre una controresistenza, dopo 6/7 secondi gli chiede di invertire la rotazione degli occhi e con la mano sul temporale aumenta un po’ la rotazione. Ripete questo procedimento per 2/3 volte. Al termine dell’ultima rotazione in direzione del senso facile, chiede al paziente un espirazione lenta e profonda per guadagnare ulteriormente. In seguito, il paziente inspira ruotando la testa verso il lato opposto ed espira guardando verso lo stesso lato. Il terapista accompagna la rotazione e inverte le sue mani. Il paziente inspira e soffia ruotando sempre gli occhi verso il lato della rotazione mentre il terapista lo assiste nella rotazione. Alla fine, il terapista riporta la testa in asse e riesegue il test iniziale.

Nota

La stessa tecnica, nel caso il paziente abbia difficoltà a posizionarsi in decubito supino può essere proposta con paziente seduto

Dopo questa tecnica è consigliabile concludere con un breve pompage cervicale.