valutazione d’azienda - unibg 5 aspetti... · 2016-10-11 · 5 la data di riferimento della...
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Valutazione d’Azienda Lezione 5
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Le prospettive di valutazione [P.I.V. I.7]
Generico operatore partecipante al
mercato Specifico soggetto
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I partecipanti al mercato Si tratta della generalità dei potenziali acquirenti/venditori di un’attività in grado di garantirne il
massimo e migliore uso possibile.
S’individuano principali domande utili ai fini dell’individuazione dei partecipanti al mercato:
Quali sono i mercati potenziali e quale
tra questi è il principale/più
vantaggioso?
Qual è il miglior uso possibile
dell’attività?
Chi sono i partecipanti ai mercati
potenziali e quali sono le loro
caratteristiche?
Quali sono le diverse caratteristiche dei
partecipanti al mercato rispetto a
quelle della specifica entità che detiene
il controllo dell’ attività?
Dissinergie (utilizzo che non
corrisponde al
massimo/migliore uso
Capacità manageriali
inadeguate
Gravami fiscali
Restrizioni legali.
Sinergie
Benefici fiscali
Capacità di
sfruttamento
Diritti legali
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Lo specifico soggetto Si tiene conto di tutti quei fattori che accrescono o riducono il valore dell’attività e che non
sono estendibili ai generici partecipanti al mercato. =
VALORE SPECIALE
+ -
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La data di riferimento della valutazione [P.I.V. I.8]
Definisce il momento temporale a cui è riferita la stima, da cui discendono i fatti e le circostanze
presi in considerazione nonché la base informativa e i dati presi a riferimento.
Data di riferimento Data della relazione
Informazioni successive, il cui utilizzo ai fini valutativi
dipende da 4 elementi:
1. configurazione di valore;
2. finalità della stima;
3. esigenza di ricomporre l’asimmetria tra
informazione pubblica e privata;
4. specifici fatti e circostanze.
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Il costo del capitale
Secondo la teoria della creazione del valore, un investimento in una qualsiasi attività genera
ricchezza se i flussi di cassa prospettici da essa prodotti garantiscono una redditività maggiore
rispetto al costo delle risorse necessarie per effettuare l’investimento stesso.
Vi è dunqe la necessità di attualizzare i flussi ad un tasso espressivo della rischiosità
dell’azienda oggetto di valutazione; tale tasso rappresenta la redditività minima che deve
essere garantita ai soggetti che hanno effettuato il finanziamento.
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Il costo del capitale Si distinguono due approcci:
Asset side (entity
approach) Equity side (equity approach)
Valore del capitale
operativo
dell’impresa (asset)
=
valore dell’impresa
in funzione dello
svolgimento della
sua attività
operativa
(Enterprise Value)
Valore del capitale
economico
dell’impresa
=
patrimonio netto.
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ASSET SIDE EQUITY SIDE
Flussi di cassa Flussi di cassa opertivi (free cash flow from
operation – FCFO).
Flussi di cassa disponibili per gli
azionisti (free cash flow to equity – FCF).
Caratteristiche dei
flussi
Non sono influenzati dalle scelte inerenti
la struttura finanziaria.
Rappresenta il flusso residuo, dopo che
sono stati soddisfatti tutti gli altri
stakeholder.
Tasso di
attualizzazione
Costo medio ponderato del capitale
(Weighted Average Cost of Capital –
WACC).
Ke
Caratteristiche del
tasso
Media ponderata del costo delle risorse
finanziarie provenienti sia dai terzi sia dai
soci, dove i pesi sono dati dai mezzi
propri e dai debiti finanziari complessivi.
Redditività minima che deve essere
garantita agli azionisti per convincerli
ad investire le proprie risorse in azienda
piuttosto che in investimenti alternativi
con il medesimo rischio.
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In formula: ASSET SIDE & WACC
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In formula: EQUITY SIDE & Ke
Il costo dell’equity rappresenta la componente più complessa da calcolare: rappresenta
infatti un costo-opportunità, legato quindi alla possibilità di investimenti alternativi,
sulla base di una serie di ipotesi.
«Ai fini della determinazione del costo dei mezzi propri, è normalmente
utilizzato il Capital Asset Pricing Model (CAPM), il quale è basato su ipotesi la
cui plausibilità nel caso oggetto di esame deve essere vagliata dall’esperto.
L’utilizzo di eventuali correttivi al CAPM, oppure di altri modelli, deve essere
segnalato.
P.I.V. III.1.44»
Ai fini della sua determinazione uno dei metodi utilizzati è dunque il C.A.P.M.
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Ke & CAPM
“Il CAPM definisce una misura di rischio sistematico (rischio non eliminabile per
diversificazione) e stabilisce che, in un mercato in equilibrio, i premi per il rischio (in
termini di tasso di rendimento atteso) sono proporzionali al rischio sistematico. Questa
regola di proporzionalità realizza nel modo più semplice un fondamentale principio di
efficienza del mercato, per cui i prezzi si aggiustano in modo tale che solamente il
rischio non eliminabile per diversificazione viene remunerato (principio del rischio
sistematico) […]
Commento al P.I.V. I.21.2”
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Ke & CAPM
Rendimento atteso
Componente di rischio
sistematico
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Ke & CAPM
“In sede di applicazione del CAPM, l’esperto deve prestare grande attenzione
alle tre principali variabili fondamentali: il tasso esente da rischio (il cosiddetto
risk free rate), il premio per il rischio di mercato, il coefficiente beta appropriato
(come indicatore del rischio sistematico) all’azienda o ramo di azienda da
valutare. L’individuazione di queste grandezze deve essere coerente con il
contesto, con il mercato, e con le particolari caratteristiche dell’entità oggetto di
stima.
P.I.V. III.1.45”
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“Il tasso privo di rischio (risk-free) è il rendimento riconosciuto in un mercato in equilibrio per
prestiti considerati esenti da incertezza. Ne consegue che un flusso di cassa non rischioso va
scontato al tasso privo di rischio (relativo al periodo di differimento).
P.I.V. I.21.1
Prezzi e obbligazioni
“triple A”
Tassi “zero coupon”
Il Commento al PIV in esame delinea dei possibili parametri di riferimento:
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CAPM & ERP
Il premio al rischio espresso dal mercato è dunque pari alla differenza tra i rendimenti medi offerti dal
portafoglio di mercato e rendimenti medi offerti dall’attività risk free.
Tale grandezza dovrebbe fornire un’indicazione di quanto gli investitori domandano in media, in aggiunta al
tasso risk free, per accettare di investire nel portafoglio di mercato.
Il rendimento del mercato azionario, a sua volta, è composto da due elementi: la variazione percentuale annua
dell’indice di mercato e lo “dividend yeld”, inteso come il rapporto tra i dividendi percepiti e il livello dei prezzi
delle azioni dell’intero listino.
L’indice di mercato dovrebbe dunque fare riferimento al portafoglio di titoli azionari scambiati presso il
mercato dei capitali afferente l’area geografica oggetto di analisi; normalmente si fa ricorso ad un sottoinsieme
dei titoli di mercato, rappresentato da indici sintetici, caratterizzati da un’elevata correlazione con il mercato – in
Italia FTSE MIB (Finalcial Time Stock Exchange Milano Indice di Borsa).
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Valore di ß ANDAMENTO RISPETTO AL MERCATO
>1 Il titolo si muove nella STESSA DIREZIONE ma con oscillazioni
maggiori.
Compreso tra 0 e 1 Il titolo si muove nella STESSA DIREZIONE ma con oscillazioni minori.
Compreso tra 0 e -
1
Il titolo si muove in DIREZIONE OPPOSTA anche se in modo molto
contenuto.
< -1 Il titolo si muove in DIREZIONE OPPOSTA e con oscillazioni più
marcate.
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AGGIUSTAMENTI AL CAPM
Il commento al P.I.V. III.1.45 prevede che, qualora necessario, il costo dei mezzi propri possa
essere maggiorato di un coefficiente «alfa» che considera il rischio specifico.
Gli elementi che possono influenzare tale rischio si suddividono in 3 classi:
1. Rischi competitivi;
2. Rischi di business;
3. Rischi tecnici.
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AGGIUSTAMENTI AL CAPM Rischi competitivi
• Livello di competizione in aumento;
• Basse barriere all’entrata;
• Possibili guerre di prezzi;
• Recente entrata di nuovi concorrenti;
• Possibile modifiche di contesto regolamentare;
• Possibile lancio di prodotti sostitutivi.
Rischi del business
• Quote di mercato in diminuzione;
• Pronunciata volatilità dei risultati storici;
• Trend dei flussi futuri non in linea con l’andamento di quelli storici;
• Rilevanti progetti di crescita legali al lancio di nuovi prodotti, entrata in nuovi business o aree geografiche;
• Sostenibilità di strategia di pricing o di riduzione dei costi;
• Base di clientela concentrata;
• Dipendenza da fornitori chiave;
• Ridotte dimensioni rispetto al leader di mercato;
Rischi tecnici
• Qualità del processo di planning;
• Scostamenti tra dati consuntivi e prospettici;
• Proiezione di tassi positivi di crescita del fatturato durante l’interno periodo di previsione di cui non vi è un riscontro nel recente passato o nelle attese di fonti indipendenti;
• Proiezione di marginalità in crescita durante l’intero periodo di previsione;
• Utilizzo di saggi di crescita nel valore terminale (g) elevati;
• Mancanza di dati su concorrenti e società comparabili.
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Le imprese in condizioni di steady state mantengono costanti nel tempo i risultati
economico-finanziari, fino a quando non venga attuata una modifica delle condizioni
finanziarie.
In tale ipotesi il valore dell’azienda - nell’ottica Asset Side o Equity Side - si ottiene
attualizzando una rendita perpetua economica o finanziaria.
STEADY STATE
ASSET SIDE:
EV = FCFO/WACC
Dove:
EV= Enterprise Value
FCFO = Free Cash Flow From Operations
EQUTY SIDE:
EqV = FCFE/Ke
Dove:
EqV= Equity Value
FCFE = Free Cash Flow to Equity
Ke = costo del capitale proprio.
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STEADY STATE
Lo scenario steady state è caratterizzato da:
• assenza di crescita,
• uguaglianza degli investimenti annui alle quote di ammortamento
• assenza di variazioni del capitale circolante netto operativo (diretta conseguenza
dell’assenza di crescita).