sottobanco!

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Sottobanco! BOLLETTINO DI INFORMAZIONE PER STUDENTI INTELLIGENTI NUMERO 3 APRILE 2009 Alessandro Pascale Arrivo subito al punto: forse qualcuno di voi avrà perlomeno sfogliato il Sottobanco di marzo ed avrà notato per caso che a pagina 4 c’erano due tratti di pennarello nero che andavano a cancellare una parola indicibile. Forse qualcuno si è addirittura chiesto perché ci fossero tali tratti neri. A questi pochi rispondo brevemente per rassicurarli: non si tratta di censura, nessuno ci ha obbligato a farlo. Abbiamo deciso di oscurare quella parola nel pieno delle nostre facoltà e libertà. Perché? Perché all’ultimo momento, con i mille e passa numeri già stampati e pronti da distribuire qualcuno (non è il caso di render nota l’identità, né le modalità con cui ce lo ha fatto sapere) ci ha fatto notare che quella parola ripetuta due volte era passibile di denuncia da parte della Segreteria della Presidenza del Consiglio. Sulle prime mi son messo a ridere. Figurati, pensavo, se laggiù a Roma stanno a pensare a un giornalino sfigato per studenti di Aosta che non arriva neanche a 2000 copie di tiratura… E invece ci pensano, a quanto pare. Anzi, pare che pensino a questo e a ben altro. Pare che siano centinaia, se non migliaia le denunce civili e penali messe in piedi da Berlusconi e il suo gruppetto qualora qualcuno si spinga a fare analisi azzardate o a riportare i fatti duri e puri. La verità fa male a Berlusconi, così la si blocca a suon di denunce. Capirete allora come il sottoscritto abbia preferito perdere un paio di giornate a oscurare a mano la parolina impronunciabile (che per la cronaca non è insulto) piuttosto che trovarsi a spendere migliaia di euro per difendersi in tribunale. Punto. Passiamo ad altro. Son successe tante cose questo mese, dal Papa che scomunica una bimba di 9 anni (con annessa famiglia e medici) per aver abortito in seguito ad uno stupro pedofilo (news from Brasile), al Papa che continua a tenere tra le sue file i negazionisti della Shoah, al Papa che suggerisce di non usare i preservativi per difendersi da malattie mortali come l’aids (giusto, fatevi le pugnette oppure procreate e sposatevi zozzoni!) … Insomma sua Eminenza si è sbizzarrito con i consigli…Noi, rispettando immensamente la figura di Cristo, primo vero comunista della storia a cui non possiamo non guardare quotidianamente per vivere correttamente, ci sentiamo in dovere di ricordare che né il papa, né la Chiesa, né in generale qualsiasi istituzione rappresenta Dio e Cristo. Lo diceva anche Voltaire: si può credere in Dio per fede o per ragione, ma non si può accettare nessun intermediario che si presenta come rappresentante della Verità. Poi per carità il Papa dice il contrario e sia libero di dire quello che vuole. Ma il cardinal Bagnasco non venga a lamentarsi se dopo simili dichiarazioni sua Eminenza viene sbeffeggiato e insultato dai più. Se si critica bisogna anche accettare le critiche alle proprie critiche. Questa è la democrazia caro cardinale… Religione a parte vorrei dedicare uno spazio a un aneddoto raccontatomi da un’amica. Pare che durante una lezione sulla costituzione in cui si discuteva della sua importanza uno studente se ne sia uscito con una cosa tipo “ma che ‘mmefrega a me della costituzione. Me basta magnà un piatto di pasta al giorno”. Mi è venuto in mente il panem et circenses dei romani antichi. Gli imperatori per distrarre il popolo e tenerlo buono organizzavano spettacoli al Colosseo e davano pane gratis alle folle. Oggi il Colosseo è la partita di Champions e il pane si è evoluto in spaghettata alla carbonara. Segno del progresso. Poi ho pensato all’Elogio alla follia di Erasmo da Rotterdam: la vera felicità l’uomo la trova nel lasciarsi andare alle passioni, non nella sapienza. E caspita aveva ragione! La passione-follia del consumo, del tifo, della pasta danno più felicità dell’ansia di difendere la costituzione. Lo capisco il pastaro della domenica che se ne frega della costituzione. Capisco l’indifferenza delle masse per la cultura e lo svilimento dell’istruzione pubblica. Magna & fotti. Questo il motto ideale per la felicità! E non pensare al come ti arriva il cibo né perché. Magna e basta! Non pensare in grande. Pensa per te. E segui il flusso, la massa ha sempre ragione, conformati, non riflettere. Tutto ciò mi ricorda la logica delle bestie, delle capre, dei polli. State attenti però: il pollo viene messo all’ingrasso dal padrone e si abboffa non sospettando di nulla. Poi un giorno la ciccia aumenta a tal punto che il polletto fa la fine del piatto della domenica. Diamine va bene divertirsi, ma facciamoci anche qualche domanda ogni tanto, perché il piatto di pasta dipende dalla costituzione molto più di quanto non si pensi…

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aprile 2009

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S o t t o b a n c o !BOLLETTINO DI INFORMAZIONE PER STUDENTI INTELLIGENTI – NUMERO 3 – APRILE 2009

Alessandro Pascale

Arrivo subito al punto: forse qualcuno di voi avrà perlomeno sfogliato il Sottobanco di marzo ed avrà notato per caso che a pagina 4 c’erano due tratti di pennarello nero che andavano a cancellare una parola indicibile. Forse qualcuno si è addirittura chiesto perché ci fossero tali tratti neri. A questi pochi rispondo brevemente per rassicurarli: non si tratta di censura, nessuno ci ha obbligato a farlo. Abbiamo deciso di oscurare quella parola nel pieno delle nostre facoltà e libertà. Perché? Perché all’ultimo momento, con i mille e passa numeri già stampati e pronti da distribuire qualcuno (non è il caso di render nota l’identità, né le modalità con cui ce lo ha fatto sapere) ci ha fatto notare che quella parola ripetuta due volte era passibile di denuncia da parte della Segreteria della Presidenza del Consiglio. Sulle prime mi son messo a ridere. Figurati, pensavo, se laggiù a Roma stanno a pensare a un giornalino sfigato per studenti di Aosta che non arriva neanche a 2000 copie di tiratura… E invece ci pensano, a quanto pare. Anzi, pare che pensino a questo e a ben altro. Pare che siano centinaia, se non migliaia le denunce civili e penali messe in piedi da Berlusconi e il suo gruppetto qualora qualcuno si spinga a fare analisi azzardate o a riportare i fatti duri e puri. La verità fa male a Berlusconi, così la si blocca a suon di denunce. Capirete allora come il sottoscritto abbia preferito perdere un paio di giornate a oscurare a mano la parolina impronunciabile (che per la cronaca non è insulto) piuttosto che trovarsi a spendere migliaia di euro per difendersi in tribunale. Punto. Passiamo ad altro. Son successe tante cose questo mese, dal Papa che scomunica una bimba di 9 anni (con annessa famiglia e medici) per aver abortito in seguito ad uno stupro pedofilo (news from Brasile), al Papa che continua a tenere tra le sue file i negazionisti della Shoah, al Papa che suggerisce di non usare i preservativi per difendersi da malattie mortali come l’aids (giusto, fatevi le pugnette oppure procreate e sposatevi zozzoni!) … Insomma sua Eminenza si è sbizzarrito con i consigli…Noi, rispettando immensamente la figura di Cristo, primo vero comunista della storia a cui non possiamo non guardare quotidianamente per vivere correttamente, ci sentiamo in dovere di ricordare che né il papa, né la Chiesa, né in generale qualsiasi istituzione rappresenta Dio e Cristo. Lo diceva anche Voltaire: si può credere in Dio per fede o per ragione, ma non si può accettare nessun intermediario che si presenta come rappresentante della Verità. Poi per carità il Papa dice il contrario e sia libero di dire quello che vuole. Ma il cardinal Bagnasco non venga a lamentarsi se dopo simili dichiarazioni sua Eminenza viene sbeffeggiato e insultato dai più. Se si critica bisogna anche accettare le critiche alle proprie critiche. Questa è la democrazia caro cardinale…Religione a parte vorrei dedicare uno spazio a un aneddoto raccontatomi da un’amica. Pare che durante una lezione sulla costituzione in cui si discuteva della sua importanza uno studente se ne sia uscito con una cosa tipo “ma che ‘mmefrega a me della costituzione. Me basta magnà un piatto di pasta al giorno”. Mi è venuto in mente il panem et circenses dei romani antichi. Gli imperatori per distrarre il popolo e tenerlo buono organizzavano spettacoli al Colosseo e davano pane gratis alle folle. Oggi il Colosseo è la partita di Champions e il pane si è evoluto in spaghettata alla carbonara. Segno del progresso. Poi ho pensato all’Elogio alla follia di Erasmo da Rotterdam: la vera felicità l’uomo la trova nel lasciarsi andare alle passioni, non nella sapienza. E caspita aveva ragione! La passione-follia del consumo, del tifo, della pasta danno più felicità dell’ansia di difendere la costituzione. Lo capisco il pastaro della domenica che se ne frega della costituzione. Capisco l’indifferenza delle masse per la cultura e lo svilimento dell’istruzione pubblica. Magna & fotti. Questo il motto ideale per la felicità! E non pensare al come ti arriva il cibo né perché. Magna e basta! Non pensare in grande. Pensa per te. E segui il flusso, la massa ha sempre ragione, conformati, non riflettere. Tutto ciò mi ricorda la logica delle bestie, delle capre, dei polli. State attenti però: il pollo viene messo all’ingrasso dal padrone e si abboffa non sospettando di nulla. Poi un giorno la ciccia aumenta a tal punto che il polletto fa la fine del piatto della domenica. Diamine va bene divertirsi, ma facciamoci anche qualche domanda ogni tanto, perché il piatto di pasta dipende dalla costituzione molto più di quanto non si pensi…

2E m e r g e n z a s i c u r e z z a o e m e r g e n z a TG ?

Non mi piace usare la parola regime. Penso che si tratti di qualcosa di diverso: è regime della televisione, teleregime. Il Grande Fratello ti vede. La guerra è pace. La libertà è schiavitù. L’ignoranza è forza.Il teleregime esiste perché nel tempo è stata costruita “la macchina delle bugie”. Se una notizia non viene raccontata dalla televisione non esiste, viene bruciata. A volte, tra gli ingranaggi della “macchina delle bugie”, viene volutamente deformata. La macchina lavora continuamente. E’ talmente perfetta che il cittadino, se non utilizza più fonti per informarsi, non se ne accorge. La tv serve a creare consenso, a formare l’opinione pubblica. L’utente è una pedina indispensabile per vincere la partita del potere.(Loris Mazzetti, estratto da “La macchina delle bugie”)

“Per colpa di ‘sti rumeni ormai non puoi più neanche farti una passeggiata tranquillo con la tua ragazza”. Ecco cosa ha detto un mio compagno di classe snocciolando luoghi comuni sulla sicurezza, sentiti purtroppo anche da molte altre persone. In effetti secondo i TG sembrerebbe proprio così: tutti i giorni notizie di stupri, commessi praticamente solo da rumeni, albanesi, marocchini e immigrati in generale. Stupri e violenze di ogni tipo, da quello di gruppo contro la ragazza sola alla fermata dell’autobus, fino all’attacco a una “coppietta”, come nel famoso caso della Caffarella. Addirittura, il 6 marzo il TG5 parlava di “escalation”, con 5 casi in un solo giorno, di cui 3 a opera di stranieri, uno di italiano e uno di ignoti. Ma è davvero così tragica la situazione, davvero non si può più uscire di casa senza un coltello o una pistola? Soprattutto: com’è possibile che gli stupratori si siano messi d’accordo per scatenare le proprie perversioni tutti insieme in questi mesi?Partiamo subito dalla “notiziona” del TG5: secondo i dati forniti dal Ministero dell’Interno, nel 2007 si sono avuti 5062 episodi di violenza sessuale, quasi 14 al giorno. Se mai il TG5 fosse giunto a conoscenza di tutti i casi di stupro accaduti in quel 6 marzo, saremmo di fronte a un fortissimo calo delle violenze sessuali, invece che ad un’escalation. Infatti i dati dicono che a Milano e Bologna il numero di stupri è calato negli ultimi 2 anni rispettivamente dell’8% e del 22%, mentre considerando l’Italia nel complesso sono calati sia gli stupri di gruppo che le violenze sessuali aggravate (-24,6% e -16%).Altro punto fondamentale è la nazionalità degli stupratori. A sentire TG e giornali la stragrande maggioranza degli stupratori sarebbero stranieri, eppure sempre i dati del Ministero dell’Interno affermano che il 60% degli stupratori è italiano. Viene da chiedersi il perché di questa clamorosa differenza tra dati reali e “mediatici”, mentre diventa evidente il nesso con la crescente xenofobia.Le stesse statistiche inoltre considerano soltanto le denunce di stupri per strada ad opera di sconosciuti e non tengono conto di un fenomeno quasi completamente nascosto ma di proporzioni tragicamente grandi: quello delle violenze sessuali e fisiche sulle donne. Patrizia Romito, docente di psicologia sociale, denuncia così: «quello che sta accadendo in questi giorni è pura demagogia, si occulta la violenza più diffusa, quella che accade in famiglia. Gli unici dati certi sugli stupri sono che le ragazze dai 15 ai 25 anni sono le più a rischio, e che l’ 80 per cento degli stupri è commesso da persone conosciute dalla vittima. Il resto è propaganda». Ancora più esplicita Chiara Saraceno, sociologa: «il fenomeno degli stupri è persistente ma oggi assistiamo solo ad una spettacolarizzazione di quello extra familiare». E’ inoltre preoccupante che l’ISTAT stimi che

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il 96% delle violenze da un non partner e il 93% da un partner, così come il 91% degli stupri, non vengano denunciati. Fatto grave perché significa non solo che il fenomeno è molto più grande di quanto possano stabilire le statistiche basate sulle denuncie, ma anche che le donne non si sentono adeguatamente tutelate dalle Forze di Polizia.Un fenomeno così vasto non può che avere un’origine nella stessa cultura italiana (altro che extracomunitari!), perché la violenza domestica nel nostro Paese è un problema antico, già presente quando di immigrati non vi era traccia. L’Italia é stato l’unico paese europeo a conservare fino agli anni ‘60 norme sul “matrimonio riparatore” che rendevano non punibile lo stupro se ad esso seguiva il matrimonio. Inoltre basta accendere la TV per rendersi conto di quanto la donna sia ancora considerata da molti (italiani) soltanto un “oggetto sessuale”…Per quanto riguarda la sicurezza nel suo complesso le statistiche della Polizia Criminale mostrano un risultato ancora più incredibile: il numero dei delitti, sia presi singolarmente che nel complesso, è in calo! Omicidi, lesioni dolose, violenze sessuali, furti (aumentano solo i furti in casa), rapine, danneggiamenti, estorsioni e reati legati agli stupefacenti stanno tutti scendendo a partire dal primo semestre 2007. Eppure, il tempo dedicato alla cronaca nera è in media più che raddoppiato tra il 2003 e il 2007 (con Studio Aperto che ha quasi triplicato), con un’impennata nel 2006. C’entra forse qualcosa l’ascesa del governo Prodi, che in questo modo può essere accusato di non garantire a sufficienza la sicurezza dei cittadini? Così i nostri mezzi di informazione ottengono la magia di far aumentare il senso di insicurezza nonostante i delitti siano in calo! Allo stesso modo, durante le elezioni del 2008, questo martellamento di cronaca nera ha sicuramente determinato la vittoria del centro-destra (con particolare affermazione della xenofoba Lega Nord)! I mezzi di informazione fanno in modo che la gente stessa a chiedere al governo una risposta all’ “emergenza sicurezza” che loro stessi hanno creato, fustigando tutti gli extracomunitari accusati “di venire qui solo per rubare”. Nessuno invece ricorda che gli stranieri con il loro onesto lavoro contribuiscono al 9% del PIL italiano. Così gli italiani accusano gli immigrati di tutti i nostri problemi, mentre il nostro caro italianissimo governo, zitto zitto, distrugge la scuola, i diritti dei lavoratori, privatizza l’acqua, ci riporta il nucleare e incentiva le banche e le imprese che hanno contribuito a creare la crisi economica. Un piano perfetto, per chi vuole farsi i propri interessi senza che nessuno rompa. Soprattutto se pensate che la gran parte delle tv sopra ricordate sono controllate dallo stesso Berlusconi che guida questa gioiosa giostra…

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Mikhail Asiatici

Fonte reati e notizie: elaborazioni Osservatorio di Pavia Fonte percezione: sondaggi Demos & Pi

S o t t o b a n c o !S o t t o b a n c o !

4L e t t e r a d i u n a p r e c a r i a o t t i m i s t a

Qualche giorno fa mi è arrivata una mail insolita da parte di una mia amica che si trova a Londra per uno stage lavorativo. Un’occasione capitata all’ultimo momento che non ha esitato a cogliere al volo per i tanti risvolti positivi che poteva avere sul suo futuro. Pagata praticamente zero (tranne una parte minima di rimborsi spese) dall’azienda e aiutata solo in minima parte dall’università con i contributi del caso, il risultato sono queste parole nude e crude che offrono bene uno spaccato della realtà odierna:

Ti scrivevo per un altra ragione. Lo stare qui a Londra mi ha fatto vedere le cose in Italia da un altro punto di vista. Sai, mi hanno comunicato la scorsa settimana che il giornale per cui scrivo, che è stato acquisito da un gruppo editoriale brianzolo, ha appena deciso di cambiare le regole contrattuali per i collaboratori. Ora noi si verrà pagati 0,001 euro a lettera. Sì, un millesimo di euro a lettera. Non sto a dirti la conseguenza. Ovviamente un pezzo medio da 2000 caratteri adesso vale 2 euro...indipendentemente da quello che c’è scritto, indipendentemente dal fatto che per esempio tu ti sia travestito da barbone per due giorni per scrivere un pezzo sulla carità (cosa accaduta ad un mio collega). Insomma indipendentemente dal lavoro che ci sta dietro. Non vorrei doverti dire che a dispetto degli stipendi da fame che prendiamo non solo io, ma anche alcuni degli altri collaboratori fissi (tipo il ragazzo che si occupa da 5 anni delle pagine di sport, che vuol dire 4 pagine da scrivere e riempire ogni 3 giorni, con 1 figlio di due anni) prendono (nel suo caso 500 euro al mese senza aumenti in vista). E non vorrei neppure sottolineare lo stipendio a 5 cifre che prende il mio direttore (che si è scoperto essere amministratore delegato di altre 5 testate locali).Ora, questa potrebbe essere una vicenda strettamente personale, ma io la vedo più come la rappresentazione in piccolo di quello che accade a me e milioni di altri neolaureati in questo pease “reale”. Sono stufa di lavorare gratis, sono stufa che a nessuno importi un cazzo della tua preparazione o professionalità o impegno. Anche qui adesso a Londra lavoro 8 cazzo di ore al giorno, dal mio lavoro dipende quello di altri e se non faccio bene una cosa mi fanno il culo. Questo significa che il mio è un lavoro vero a tutti gli effetti, ma per il quale la mia società non paga minimamente. Lo stage non è che una nuova forma di schiavitù purtroppo: si prendono dei laureati (non le prime scimmie che passano) e gli si fa cadere dall’alto la possibilità di un impiego per il quale devi pure ringraziare. Il tutto per cosa? Una semplice riga in un curriculum?Non voglio essere mantenuta dai miei, non voglio dovermi sempre sentire un po’ in colpa se esco o mi compro qualcosa. Ho bisogno dei miei soldi, ho bisogno, non solo a livello economico ma proprio a livello personale, che il mio lavoro venga riconosciuto da qualcuno.In Italia, mi rendo conto adesso, avrei dovuto fare di più. Avrei dovuto incazzarmi di più. C’è bisogno di gente che si incazzi, c’è bisogno di gente che si opponga a questo sistema del cazzo.Che paese è quello che non investe sui giovani, che paese è quello che non dà una possibilità a chi si trova nel pieno delle sue capacità fisiche, mentali e creative? come si esce dalla crisi se nessuno mette dei contenuti in quella scatola vuota che è la nostra economia del lavoro?Lo so che tu non puoi rispondere a queste domande ma, cazzo, avevo bisogno di dirlo a qualcuno che potesse almeno capire!

Non c’è bisogno di molti commenti né spiegazioni. Io stesso sono stato molto dispiaciuto nel leggere questa sconfortante mail. A nulla vale il “te l’avevo detto” che potrei rinfacciare alla ragazza in questione quando la invitavo alle varie manifestazioni e impegni di protesta verso questo sistema che sacrifica ultimi e penultimi della società. Dico penultimi perché gli ultimi sono altri: gli immigrati, gli extracomunitari, i barboni e via dicendo. Noi giovani, i precari, i pensionati, i lavoratori che vanno avanti con 700 euro al mese (quando va bene) e in generale chiunque veda il futuro come un dramma piuttosto che come una possibilità siamo tutti i penultimi. E la cosa buffa è che non abbiamo la coscienza di esserlo. Di qui il fatto che molti non accettino di essere in fondo alla scala, si identifichino con i piani alti e gli diano poi fiducia quando si va a votare. Può sembrare anacronistico, ma la lotta di classe oggi come ieri è più forte che mai, perché quando il 10% della popolazione detiene il 50% della ricchezza del paese vuol dire che c’è qualcosa che non va. Perché premiare il merito non si concilia con l’instaurarsi di un simile livello di ingiustizia socio-economica. Diventa inutile allora predicare la crescita del PIL e del reddito pro-capite se poi la ricchezza che ne deriva si concentra nelle mani di sempre più pochi. Ho parlato di lotta di classe e qualcuno avrà senz’altro storto il naso. Non alludevo al vecchio scontro borghesia-proletariato, oramai inattuale. La lotta di classe oggi è più variegata e si articola a due livelli: a livello locale l’abbiamo già presentato, è lo scontro tra i “grandi ricchi” (sempre più tali con i governi delle destre e dei capitalisti sfrenati) e il popolo, sempre più malconcio e incapace di accettare questa realtà. C’è poi

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Alessandro Pascale

il livello globale in cui lo scontro è tra Occidente e resto del mondo. 600 milioni di persone tra cui rientriamo noi sfruttano la maggior parte delle risorse mondiali (acqua, risorse, energia, materie prime, minerali, ecc.). Un miliardo di persone sparse nel Terzo Mondo non arriva neanche ad avere il pane quotidiano. La gran parte degli altri 5 miliardi di persone si spartisce le bricioline minuscole lasciate dall’Occidente. Intanto le stime degli economisti e degli ecologisti denunciano che già ora ci vorrebbero due pianeti come la Terra per mantenere sostenibili in futuro gli attuali sfruttamenti di risorse. Vi rendete conto? Viviamo nell’élite del mondo, rubiamo al Terzo Mondo grazie al liberismo selvaggio della globalizzazione e poi non siamo neanche capaci di ridistribuire la ricchezza cumulata in tal disonesto modo tra la maggior parte della popolazione. Forse dovremmo cominciare a pensare che questo sistema economico (che fa perno su capitalismo, liberismo, globalizzazione, precarietà, finanza e individualismo) non sia proprio il più adatto a garantire un livello di vita dignitoso non dico all’umanità intera, ma neanche al nostro stesso popolo. Senza contare il fatto che al di là della convenienza o della moralità, esso è semplicemente insostenibile, ed è destinato inesorabilmente a crollare. Fino ad allora aspettiamoci la protesta del resto del mondo, sotto forma dei vari estremismi che ora sono rappresentati soprattutto dai movimenti terroristi islamici, nati dalla miseria popolare del Medio Oriente.La soluzione a questi problemi non è semplice né facile da elaborare, ma noi non vediamo altra alternativa che quella di collegare il concetto di decrescita economica a quello della riscoperta del socialismo. Per salvaguardare libertà e democrazia, ripristinare un minimo di giustizia e uguaglianza, e poter finalmente vivere nella speranza di un futuro migliore.

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6INCENERITORE E AMPLIAMENTO DELL’AEROPORTO

Due grandi opere non necessarie che creano i problemi anziché risolverli.“Valle d’ Aosta: l’ isola felice” risuonava dai teleschermi in una bella pubblicità di qualche anno fa. Un’immagine eterea di verdi vallate, pascoli in fiore, montagne innevate che si stagliavano su un cielo turchino. Eppure sembra proprio che di questa nostra valle si voglia far rimanere solo un impalpabile ricordo…Due grandi opere sono in procinto di essere costruite: da una parte l’ampliamento dell’aeroporto (i cui primi lavori di allungamento della pista sono già cominciati) e dall’altra la costruzione di un inceneritore, per “risolvere” il problema dei rifiuti.Ci sarà quindi, nel bel mezzo della valle, un inceneritore che immetterà nell’ ambiente polverisottili, nitrati, diossine, furani, nanoparticelle etc... Ci saranno grandi aeroplani che, atterrando nel nostro piccolo capoluogo, oltre a fare parecchio rumore, rilasceranno anch’essi un’ingente quantità di sostanze inquinanti che, a causa dell’inversione termica, si concentreranno pericolosamente in prossimità del suolo nella zona più popolata della valle.Sono davvero necessarie queste grandi opere? Ineluttabili come ci vogliono far credere?E soprattutto, sono le soluzioni ottimali?Andiamo brevemente ad analizzarle una ad una:

1) INCENERITORE: soluzione sbagliata ad un problema esistente.La Valle d’Aosta produce circa 100.000 tonnellate di rifiuti all’anno. L’assessore Zublena si è impegnata a raggiungere gli obiettivi imposti dall’ UE, ovvero il raggiungimento del 65% di raccoltadifferenziata entro il 2012. Nel 2012, data entro la quale dovrebbe entrare in funzionel’inceneritore, avremo quindi circa 35.000 ton di rifiuti indifferenziati residui.Nessuno si sognerebbe con questi numeri di costruire un inceneritore.Sarebbe sufficiente un trattamento Meccanico Biologico (un processo a freddo che non producealcuna sostanza altamente inquinante), e i residui finali ammonterebbero a circa 10.000 ton., che sipotrebbero portare nella già prevista discarica di Issogne oppure trasportare fuori valle per bruciarliin un cementificio (ve ne sono alcuni disponibili in Lombardia) .I costi del Trattamento Meccanico Biologico sarebbero di circa 30 milioni di euro. Avremmorisolto il problema dei rifiuti e non ci sarebbero rischi per la salute.L’amministrazione regionale invece ha deciso diversamente. Visto che i rifiuti prodotti localmentenon sono sufficienti a far funzionare anche il più piccolo degli inceneritori, si è deciso di trovarliandando a dissotterrare la vecchia discarica di Brissogne. Ciò vuol dire che l’ amministrazione ha deciso di spendere 140 milioni di euro ( la differenza di costo fra i 2 progetti), non per risolvere il problema dei rifiuti, ma per bonificare una discarica che non avrebbe nessun bisogno di essere bonificata!L’inceneritore a griglia inoltre immetterà nell’atmosfera varie sostanze inquinanti, di cui alcune sono anche cancerogene, mettendo a serio repentaglio la nostra salute.Si è scelto quindi un progetto molto costoso, inquinante e dannoso per la salute, nonché di breverespiro e non necessario, a fronte di un’ alternativa semplice, lungimirante, economica ed ecologica.

2)AMPLIAMENTO DELL’AEROPORTO: soluzione sbagliata ad un problema inesistente.Di fatto l’apertura dell’aeroporto di Aosta al traffico commerciale ha già dimostrato da tempo diessere un’impresa fallimentare. L’Air Vallée in tutti questi anni ha continuato ad operare solo graziealle sovvenzioni della regione e l’AVDA (società di gestione dell’aeroporto) accumula già adessoun passivo annuale superiore ad un milione di euro l’anno (!). Insomma, il settore dei trasporti aerei non funziona per niente, ma si vuole comunque costruire una nuova pista, un nuovo sistema di illuminazione e una nuova aerostazione, nonostante Aosta disti appena 100 km da Caselle (dove gli aerei possono atterrare in qualsiasi condizione di

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tempo, mentre in Valle d’Aosta no) il cui aeroporto é più grande, più attrezzato, migliore e più sicuro non solo dell’attuale aeroporto di Aosta, ma anche di quello che si vorrebbe costruire.Il Comitato aeroporto, di fronte a questa opera inutile, propone un’ alternativa.Continuando i lavori ormai avviati di allungamento e di ammodernamento della pista ci si dovrebbe concentrare sull’obiettivo di migliorare l’accessibilità alla Valle d’Aosta ai turisti tramite un collegamento ferroviario più rapido ed efficiente con l’aeroporto di Caselle e con la rete nazionale. Un collegamento diretto, l’elettrificazione e la costruzione di un doppio binario sulla tratta Aosta-Torino, oltre a favorire l’afflusso dei turisti, sarebbe la soluzione ottimale per altri problemi di cui soffre la nostra regione Per di più questo progetto alternativo è abbastanza semplice e le risorse necessarie per la sua attuazione si potrebbero ricavare dall’abbandono del progetto della nuova aerostazione e, volendo, dell’inceneritore.I treni arriverebbero in orario e i pendolari non sarebbero più costretti a sopportare i costanti disservizi dell’attuale linea. Una parte sostanziale del traffico su gomma potrebbe venir dirottato su rotaia, il che migliorerebbe la viabilità e ridurrebbe sostanzialmente l’inquinamento di cui soffre il fondovalle.

Per concludere, questi due progetti hanno varie similitudini: entrambi hanno dei costi enormi che ricadranno sulla società, entrambi lavoreranno in perdita e per entrambi esistono alternative più virtuose e molto meno costose.La Valle d’ Aosta dovrebbe continuare ad essere un’”Isola felice”, e non proporre un alienante e snaturante turismo di massa. Ci sono ancora margini di tempo per un ripensamento. Non permettiamo che qualche affarista rovini la nostra valle!

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Jean-louis Aillon, presidente del Comitato rifiuti zero VdA.Paolo Meneghini, segretario del Comitato aeroporto sostenibile.

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8Fo r z e d e l l ’ o r d i n e o d e l d i s o r d i n e ?

uno studente dell’Onda

Sembra lo spettro di una nostalgia autoritaria quella che prende piede in Italia, paese guidato da un governo molto attento a controllare l’opinione pubblica e intanto a operare per smantellare la nostra costituzione. Si vuole spegnere la libertà di dissenso da parte di una società sempre più impaurita e devastata dall’attuale crisi economica. Il problema sicurezza lanciato da questo governo sta diventando un metodo per dare legittimità ad un vero e proprio stato di polizia. Il ministro Brunetta, con la sua boria, non stupisce neanche più con le sue uscite. Definendo guerriglieri gli studenti dell’Onda, vuole delegittimare quella parte di società e di giovani che tiene ancora gli occhi aperti sull’operato del governo. Si è aspettato il momento in cui le piazze, dopo l’autunno caldo, hanno avuto un calo di presenze per consumare la vendetta a suon di manganellate. La polizia entra nelle università, anzi addirittura ne chiude le porte, in totale autonomia e senza alcuna legittimità, se non quella di un mantenimento “dell’ordine democratico”. Sono avvenute cariche di inaudita violenza a Roma, Torino, Pisa, Napoli, ecc. su studenti inermi e disarmati. A Roma si vieta la partecipazione degli studenti ad uno sciopero organizzato da un sindacato nazionale. A Pisa viene invitato un parlamentare del PDL (Marcello Pera) a parlare in facoltà e la polizia vieta l’entrata a suon di manganellate, impedendo la partecipazione ad un evento pubblico. A Torino nell’atrio di Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche, una quarantina di poliziotti in tenuta antisommossa carica ripetutamente studenti armati di uova. Questi protestavano contro la presenza di gruppi fascisti candidati alle elezioni universitarie. I giornali che cosa hanno scritto? Le televisioni che immagini hanno fatto vedere di tutto ciò? Solo una distorsione dei fatti, in opera a braccetto con il Governo per delegittimare il dissenso dell’Onda, troppo scomoda per i “piani alti”.Ho assistito da vicino alle cariche avvenute all’università di Torino. Ho avuto paura. Ne sono rimasto traumatizzato. Non dimenticherò mai il sorriso dei poliziotti che manganellavano compiaciuti ragazzi che potevano essere loro figli. Per la prima volta nella mia vita mi è venuto un serio dubbio che la democrazia stia sparendo da questo paese. Gli studenti dell’Onda non si sono mai comportati da guerriglieri. Sono parte attiva del movimento e seguono un tipo di protesta nonviolenta. Come si spiegano allora gli scontri con le forze dell’ordine? Voglio raccontarvi il mio caso, per farvi capire come in preda all’esasperazione si possa arrivare allo scontro fisico. Quando a Palazzo Nuovo ci sono stati gli ultimi scontri poco tempo fa il sottoscritto, fedele al rifiuto della violenza, se ne è rimasto in disparte ad assistere agli eventi. A pochi metri stava un “distinto” signore che controllava le operazioni in mezzo al caos generale (non sappiamo se costui fosse un turista, un agente, un membro di Azione Universitaria, un neo-fascista, un semplice studente, e via dicendo…). Era mezzogiorno e un sacco di studenti uscivano da lezione chiedendosi cosa stesse succedendo. Una giovane e gracile ragazza si avvicinò chiedendo spiegazioni all’uomo, sconvolta dalla violenza che si stava consumando. Invece della cortese risposta arrivò un violento schiaffo completamente gratuito. La ragazza sempre più allibita si sbilanciava all’indietro rischiando di cadere. Lì per lì non ci ho più visto. E’ stato un istinto naturale quello di lanciarsi per difendere la ragazza. Ma non feci a tempo ad avvicinarmi che subito mi ritrovai circondato da manganelli che colpivano senza pietà. Per fortuna niente di rotto, solo qualche livido e molta paura. E troppa incredulità per l’accaduto. Ecco come si arriva a una protesta violenta. Ecco come ci si rivolta all’ordine costituito, nel momento in cui questo abusa dei suoi poteri scavalcando i diritti dei cittadini. La tensione nelle file studentesche si sta alzando dopo tali avvenimenti. L’Onda si sta risvegliando ma si coglie che la gioiosità dell’agire attivo viene messo in pericolo. L’invito è sempre il solito: protesta pacifica e nonviolenta. Perché noi non siamo come i manganellatori di Palazzo Nuovo. Siamo civili e democratici.

S o t t o b a n c o !

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E. C.

Vi siete mai chiesti perché quel professore è dal primo giorno di scuola che vi guarda male, che vi tartassa, che vi prende di mira?E voi altri invece, com’è che è sempre filato tutto fin troppo liscio e da subito siete pappa e ciccia col prof ? Ordinaria amministrazione, predestinazione, naturale corso delle cose…o cos’altro?

La risposta a queste domande sembra trovarsi in un esperimento psicologico effettuato da Robert Rosenthal, docente di psicologia della California.Il tutto è molto semplice: nel 1966 Rosenthal sottopose un gruppo di alunni di una scuola

elementare ad un test d’intelligenza. Stracciando i reali esiti del test, selezionò poi in modo casuale un numero ristretto di bambini e informò gli insegnanti che questi avevano ottenuto brillanti risultati nel test e che quindi erano da considerare più intelligenti degli altri. A questo punto il signor Rosenthal se ne andò da quella scuola e, dopo un anno, vi tornò per vedere che esito avevano avuto le sue false valutazioni sugli alunni. Ebbene, mister Robert verificò che i bambini selezionati, anche se scelti casualmente, avevano confermato le sue previsioni migliorando il proprio rendimento scolastico fino a diventare i migliori della classe. Insomma, gli insegnanti se l’erano bevuta, ed avevano considerato dei piccoli geni alunni che magari non lo erano affatto. Questo effetto, detto “effetto Pigmalione”, si ottenne grazie all’influenza che i falsi risultati del test avevano avuto sugli insegnanti, i quali riuscirono a stimolare proprio in quegli alunni segnalati da Rosenthal una vera passione ed un forte interesse per lo studio.

Questo esperimento derivava da studi sulla “profezia che si auto-avvera” secondo la quale se gli insegnanti credono che un bambino sia meno dotato lo tratteranno, anche inconsciamente, in modo diverso dagli altri: il bambino interiorizzerà il giudizio e si comporterà di conseguenza. Si instaurerà così un circolo vizioso per cui il bambino tenderà a diventare come gli insegnanti lo avevano immaginato.

La cosa potrebbe anche non interessare minimamente alla maggior parte di voi se non fosse che, attenzione attenzione, i giudizi delle medie sono messi a disposizione dei professori delle scuole superiori! Si, è proprio così, e considerando l’esperimento appena descritto si tratta di una cosa grave, in quanto influenza pesantemente i professori e determina il vostro trattamento nei cinque lunghi anni di liceo.Perché non impedire dunque che questo avvenga? Mi sembra giusto che il trattamento e la valutazione dello studente non debbano dipendere da preconcetti derivanti dal passato scolastico dello stesso, ma da un lavoro serio e da un’interazione onesta tra alunno ed insegnante.Parlatene in classe, coinvolgete i rappresentanti d’istituto, chissà che un giorno potrete mettere piede alle scuole superiori senza essere accompagnati da un giudizio preconcetto sul vostro conto!

L’ e f f e t to P igma l ioneche sp i eg a i

p reg iud i z i de i p ro f

S o t t o b a n c o !S o t t o b a n c o !

Dall’epoca di Napster sei abituato al ragionamento portato avanti dalle grandi case discografiche, cinematografiche, di videogiochi... Tu scarichi da internet il mio prodotto, quindi lo ottieni senza pagarmi, quindi mi derubi. Se sei un ladro, lo stato deve punirti. E se siete mezzo miliardo di ladri, che passano tutto l’anno a rubare la mia musica e i miei film invece di comprarli, allora l’autorità deve adottare misure straordinarie per fermarvi. Questo vuol dire violare privacy e libertà dell’individuo? Chi se ne frega, io voglio fino all’ultimo centesimo i miliardi che tu e gli altri criminali mi avete rubato scaricando invece di comprare. E magari voglio anche un po’ farti il culo, perché sono una persona molto frustrata e ho dei deliri di onnipotenza.Poi un giorno ti alzi e scopri che Feagarl Sharkey (non è un nome inventato, è il responsabile della siae inglese) ha detto: “Basta fare guerra a chi scarica la musica su Internet. Mandarli in galera non ci farà guadagnare un solo dollaro in più.”. È uno shock: mentre in Francia si attuano misure ultra-repressive e in Italia ci si prepara a una lotta per la libertà di internet (vedi il numero precedente di Sottobanco), uno dei capi dei “cattivi” di colpo accende il cervello.Perché che la lotta al file sharing non porti a risultati è un fatto evidente, ma non solo. Il fatto che cinquecento milioni di persone scarichino musica e film è un vantaggio per le grandi case. È stato pubblicata da poco una relazione di 142 pagine del governo olandese che dimostra come la “pirateria” non solo non abbia danneggiato chi produce intrattenimento, ma abbia addirittura fruttato cento milioni di euro l’anno solo in Olanda alle grandi case. Perché chi scarica musica o film alla fine è invogliato a spendere di più in quei prodotti di quanto investirebbe se dovesse comprare ogni cosa, va di più ai concerti e al cinema, compra più videogiochi e via dicendo. In pratica, se vedi 100 compri 50, se vedi 20 compri 20. Anche se alla fine il dato forse più interessante dello studio olandese è che, se improvvisamente il file sharing sparisse, l’industria dell’intrattenimento subirebbe un crollo con danni ben più ingenti di quei cento milioni, rischiando addirittura il fallimento.E allora perché, chiediamoci, perché in Italia stiamo votando il Pacchetto Sicurezza e la proposta Barbareschi?

10S i a m o t u t t i l a d r i

S.P.

S o t t o b a n c o !

“Sono sceso in campo per amore del mio paese”(Silvio Berlusconi 11 maggio 1994)

“Silvio Berlusconi è entrato in politica per difendere le sue aziende”(Marcello Dell’Utri, 28 dicembre 1994)

“La verità è che, se Berlusconi non fosse entrato in politica, se non avesse fondato Forza Italia, noi oggi saremmo sotto un ponte o in galera con l’accusa di mafia”

(Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset Spa a La Repubblica, 25 giugno 2000)Quando ci hanno intimato di fare attenzione nel parlare di Berlusconi ci hanno consigliato di lasciar parlare i fatti. Per questo credo che sia bene inquadrare per bene la figura di Marcello Dell’Utri, di cui spesso avrete sentito fare il nome senza saperne granché. Non volendo risultare faziosi ci limitiamo a riportare estratti da Wikipedia disponibili sulla pagina a lui dedicata: “Compie dal 1961 a Milano gli studi universitari laureandosi in giurisprudenza presso l’Università Statale. Qui conosce Berlusconi. Nel 1964, a 23 anni, lavora come segretario per Berlusconi. Torna poi (1967) a Palermo, dove conosce Vittorio Mangano e Gaetano Cinà, malavitosi appartenenti a Cosa Nostra. Nel 1974 torna a Milano per lavorare presso l’Edilnord, su richiesta di Silvio Berlusconi, per il quale svolge anche la mansione di segretario; segue in particolare i lavori di ristrutturazione della villa di Arcore. Il 7 luglio porta nella villa Vittorio Mangano che, secondo il Tribunale di Palermo, viene assunto da Berlusconi come “responsabile” per evitare che la sua famiglia fosse vittima di sequestro di persona. Mangano è un giovane mafioso, divenuto successivamente esponente di spicco del clan di Porta Nuova a Palermo, e in quel periodo ha già a suo carico 3 arresti e varie denunce e condanne, nonché una diffida risalente al 1967 come “persona pericolosa”. Dopo l’arresto di Mangano sia Berlusconi che Dell’Utri hanno dichiarato ai carabinieri di non essere stati a conoscenza delle sue attività criminali, ma il Tribunale di Palermo ha affermato che Dell’Utri conosceva lo “spessore delinquenziale” di Mangano, e anzi, lo avrebbe scelto proprio per tale “qualità”. Il 24 ottobre 1976 Dell’Utri si trova insieme a Vittorio Mangano e ad altri mafiosi alla festa di compleanno del boss catanese Antonino Calderone, al ristorante “Le Colline Pistoiesi” di Milano. Il 19 aprile dello stesso anno è a Londra, dove partecipa al matrimonio di Jimmy Fauci, boss mafioso che gestisce il traffico di droga fra Italia, Gran Bretagna e Canada. Nel 1982 inizia come dirigente la sua attività in Publitalia ‘80, la società per la raccolta pubblicitaria della Fininvest, una società fondata nel 1979 da Silvio Berlusconi, di cui diventa Presidente e Amministratore Delegato. Un anno dopo (1983), nell’ambito di un blitz di arresti compiuti a Milano contro la mafia dei casinò, viene trovato nella residenza del boss mafioso catanese Gaetano Corallo. Nel 1992 (gennaio-febbraio) Vincenzo Garraffa, ex senatore del PRI, riceve la visita del boss trapanese Vincenzo Virga (poi latitante e condannato per omicidio oggi in carcere): «Mi manda Dell’Utri», dice il boss venuto a riscuotere un presunto credito in nero preteso da Dell’Utri. L’episodio, denunciato da Garraffa, è stato accertato dal tribunale di Milano, che nel maggio 2004 ha condannato Dell’Utri e Virga a 2 anni per tentata estorsione in primo grado.”Un curriculum di tutto rispetto insomma, non c’è che dire. Attenti al gran finale: “Nel 1993 fonda Forza Italia insieme a Silvio Berlusconi, lasciando la carica di presidente di Publitalia ‘80. Nell’aprile 1996, mentre è imputato a Torino per false fatture e frode fiscale e indagato a Palermo per Mafia, Dell’Utri diventa deputato di Forza Italia in Parlamento. Ha patteggiato la pena di due anni e tre mesi di reclusione per false fatture e frode fiscale (nell’ambito della gestione di Publitalia ‘80) a Torino. In data 11 dicembre 2004, il tribunale di Palermo ha condannato Marcello Dell’Utri a nove anni di reclusione con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.” “Io non sto né con la mafia, né con l’antimafia.[…] è chiaro che io, purtroppo, essendo mafioso... cioè, essendo siciliano…”

(Marcello Dell’Utri alla trasmissione televisiva Moby Dick, 11 marzo 1999)Ognuno è libero di giudicare se il nostro Presidente sapesse dei contatti mafiosi di Dell’Utri. Da notare però che tutt’oggi Berlusconi elogia e difende pubblicamente il suo vecchio amico:“Vittorio Mangano fu a suo modo un eroe“

(Marcello Dell’Utri, 8 aprile 2008)“Su Vittorio Mangano ha detto bene Dell’Utri”

(Silvio Berlusconi, 9 aprile 2008)

1 1B e r l u s c o n i Fo r e ve r

I l b r a c c i o d e s t ro D e l l ’ U t r i e l a m a f i a

Alessandro Pascale

S o t t o b a n c o !S o t t o b a n c o !

CICL.IN.PROP.VIA MOCHET,7 PRC

Ragazzi, prima di tutto occorre fare un appello fondamentale: abbiamo bisogno di voi per distri-buire questo giornalino nella scuola che frequentate! Non vi chiediamo soldi, tessere o un impegno militante, ma la vostra disponibilità a distribuire Sottobanco la mattina prima di andare a lezione davanti alla scuola. Senza questo vostro aiuto rischiamo di non poter proseguire questa esperien-za.Per questo e qualunque altro motivo ci puoi contattare su internet a queste mail:Alessandro Pascale – [email protected], Matteo Castello – [email protected], Matteo Amatori – [email protected], Giovani Comunisti Valle d’Aosta – [email protected]. Ma ci trovi anche su FaceBook: richiedi l’amicizia di Rifondazione Comunista Vda, e entra

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Il comunismo ha fallito? E noi ci riproviamo. (Fausto Bertinotti)

La Costituzione è molto più avanzata dell’Italia e di noi italiani: è uno smoking indossato da un maiale.

(Marco Travaglio)I comunisti sono capaci di tutto. I loro avversari di tutto il resto.

(Charlie Chaplin)Il progresso ha i suoi svantaggi: ogni tanto esplode.

(Elias Canetti riferendosi alla bomba atomica)La cultura è un’arma. In mano ad un cretino è peri-colosissima.

(P.Poli – I.Omboni)Dio è morto, Marx è morto e neanch’io sto troppo bene.

(Woody Allen)Anch’io ho scritto le tavole della legge, come Napo-leone e Giustiniano

(Silvio Berlusconi, 7 aprile 2001)In URSS il comunismo è stato sconfitto, anzi non c’è mai stato.

(Pietro Ingrao)-Un compagno sostiene che Stalin è morto in un giorno festivo. Che festa era?-Il giorno della sua scomparsa

(da In Teoria sì: 200 storielle sovietiche)Io so cosa vuol dire la passione per lo sport. Da giovane cucivo palloni.

(Silvio Berlusconi, 22 marzo 2001)