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SottoBanco, periodico d'informazione del liceo Russell, Milano - ANNO 1° nuemro 2° Marzo '11TRANSCRIPT
Liceo Scientifico Bertrand Russell, Via Gatti 16 Milano Anno I N°2 Marzo 2011
VITA SCOLASTICA
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su internet! Aiutaci ad
inquinare meno
“Gli studenti veri sono a casa a studiare”, oppure "Dite ai vostri figli di rimanere a casa”, questi sono solo alcuni
dei tentativi di delegittimare le manifestazioni studente-
sche che seguitano da quando questi “tagli indiscriminati
mascherati da riforma epocale” si sono abbattuti sul
sistema scolastico ed universitario. Additati come perdi-
tempo e “bamboccioni”, i giovani che sfilano in corteo
sono spogliati del loro ruolo di studente-cittadino per
assumere quello di sovversivo facinoroso. Il messaggio
vuol essere che il vero studente è altro, che lo studente è
solo quel giovanotto diligente e consacrato allo studio
seduto dietro ad un banco. Ma se la scuola è lo strumen-
to per elevare una persona a cittadino, quindi ad indivi-duo libero perché partecipe alla vita del proprio stato,
affermare che la protesta di piazza è cosa estranea ed
indegna per uno studente non è forse una delle più gran-
di contraddizioni per uno stato democratico?
Il Russell ha dato anche lui il suo piccolo segnale di vita
organizzando una breve autogestione. Si è parlato di
mafia, di riforma universitaria, ma soprattutto di scuola e di come questa stia cambiando. L’adesione è stata alta,
complice il periodo prefestivo, ma il semplice dato nu-
merico è in grado di dirci se ci sia stata una vera parteci-
pazione? Anche durante i momenti più significativi dei
due giorni, gli irriducibili giocatori di carte e l’incessante
brusio in fondo all’aula magna non sono mancati, e
questo è sicuramente un dato sconfortante. Viene quindi
da domandarsi se quest’autogestione sia veramente
riuscita nel suo intento di risvegliare negli studenti di
questa scuola la consapevolezza di ciò che sta avvenen-
do. Per rispondere a questa domanda abbiamo intervi-
stato professori e studenti che hanno vissuto queste gior-nate, ma anche chi ha preferito rimanere in classe. Non
rimane che dire buona lettura a tutti.
MATTEO ZAFFALON
SPECIALE AUTOGESTIONE: LE IMMA-GINI ED I MOMENTI PIU’ BELLI COM-MENTATI DAI PARTECIPANTI Da pagina 6
Ed. alla cittadinanza,
l’incontro col Prof. Pocar Nell’ambito del progetto di educazione
alla cittadinanza l’incontro con il Prof.
Pocar ha suggerito riflessioni sulle con-
traddizioni dello Stato italiano. Pagina 3
Riforma dell’università I numeri e i dati d’una riforma che segna il nostro futuro
I “bamboccioni” di piazza
CULTURA
VITA SCOLASTICA
Cinema: Antonio Albanese
in “Qualunquemente La drammatica satira di un paese se-
gnato dal malaffare e dalla deriva etica
raccontato dal genio del celebre comico
Antonio Albanese Pagina 5
Ed. sessuale nelle scuole,
un pericolo per la fede? A seguito delle dichiarazione di Papa
Benedetto XVI lo scorso 10 gennaio, si
riaccende il dibattito sulla laicità della
scuola pubblica e non solo. Pagina 4
Nel pieno della mie facoltà Continua la rubrica di orientamento
universitario per tutti gli indecisi. In
questo numero Angelo ci parla della
facoltà di psicologia in Bicocca. Pagina 8
ORIENTAMENTO UNIV.
13 Febbraio: una manife-
stazione tutta al femminile In piazza 900mila persone in difesa
della dignità delle donne sempre più
corrosa dall’avvilente smercio del cor-
po femminile Pagina 5
CULTURA
La riforma Gelmini ha portato in piazza de-
cine di migliaia di studenti ed è stata salutata
come un testo epocale, così come l’ultima di
una lunga serie di sciagurate riforme. Proprio
perché l’università s’appresta ad essere lo
sbocco naturale per molti studenti di questa
scuola, sarebbe necessario approfondire que-
sto tema che, nel bene o nel male, influirà sul
nostro percorso di studi. Data la complessità del testo di legge che costringe i lettori a
navigare tra periodi burrascosi ed involuti,
tra “riferimenti-matrioska” e i più disparati
tecnicismi, ci affidiamo all’analisi che Da-
niele Terlizzese - direttore dell’Istituto Ei-
naudi per l’Economia e la Finanza – offre ai
lettori di “lavoce.info”, nota testata del web
che annovera nella sua redazione importanti
economisti e politologi internazionali. Se-
condo Terlizzese la legge si articola in quat-
tro punti fondamentali: il rinnovamento dei meccanismi d’incentivazione, l’introduzione
di procedure standardizzate per il recluta-
mento docente, l’introduzione di una mag-
giore disciplina finanziaria per gli atenei, ed,
infine, l’introduzione del tenure-track
(periodo di massimo otto anni (cinque più
tre) in cui il ricercatore, assunto con contratto
a termine, dà prova delle sue capacità per poi
poter ambire ad un posto fisso). A questo,
tuttavia, si aggiunge la riorganizzazione in
senso centralistico della governance, che ora
ruota attorno ad un “super-rettore” che pro-pone il direttore generale (ex direttore ammi-
nistrativo), il quale ha facoltà di eleggere i
membri del consiglio d’amministrazione,
parte dei quali obbligatoriamente esterni.
Circa la partecipazione studentesca
all’attività amministrativa e programmatica
dell’università, il collettivo “FuoriControllo”
- collettivo della Facoltà di Scienze Politiche
della Statale di Milano - si esprime in questi
termini: “Rimarrà a tutti i livelli un’esigua
partecipazione studentesca che rischia di
assumere ancor più di ora un ruolo, nel mi-
gliore dei casi, di pura testimonianza”. In
linea generale sembra un impianto coerente,
largamente condivisibile, ma si sa, il diavolo si nasconde nei dettagli. Il punto più sensibi-
le è proprio il primo, cioè quello in materia
di incentivazione a studenti ed atenei. Per
quest’ultimi, la questione ruota attorno al
Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO)
ch e, in funz i on e a l l a qual i t à
dell’insegnamento e della ricer-
ca, dovrebbe essere rimpin-
guato con fondi supplementa-
ri che variano dallo 0.5% fino
al 10% su base dello stesso FFO. Tuttavia “si tratta di
interventi - scrive Telizzese -
che mancano di dettaglio, di cui non è
ancora specificata la dimensione finanzia-
ria”, lasciando intendere, nella migliore
tradizione italiana, che di fatto questi fondi
non si creeranno mai o solo in parte. Sul
fronte degli incentivi e del diritto allo studio
per gli studenti la situazione non è migliore,
anzi. In questo caso i punti cardine sono il
“debito studentesco” e le tasse universitarie,
due problematiche su cui, ancora prima della riforma Gelmini, si discuteva accesamente.
La borsa di studio, per come la conosciamo
oggi, di fatto non esisterà più, questo grazie
al duro colpo che i finanziamenti statali subi-
ranno per l’anno in corso e quelli a venire:
dopo il Consiglio dei Ministri dello scorso 14
ottobre il fondo per le borse di
studio è passato da 246 milioni a
25,7, un -89,55% che porterà la
percentuale degli studenti che
non riceveranno la borsa univer-sitaria, anche se idonei, all’80%
(fonte: LaRepubblica.it). Al con-
trario sarà potenziato il debito
studentesco, o “prestito d’onore”,
cioè la possibilità accedere a
forme di credito agevolato attra-
verso un concorso nazionale a
pagamento. Al termine degli studi il laureato
potrà così immettersi nel mercato del lavoro
con già un pesante fardello sulle spalle
(costituito dal debito contratto durante gli
anni di studio) venendosi a ricreare, in tal modo, situazioni di disparità economiche che
invece lo Stato, secondo il dettame costitu-
zionale (Art 3), dovrebbe eliminare. Le tasse
universitarie costituiscono la maggiore voce
di spesa per uno studente (in media €876
all’anno Fonte: CRUI), ma anche la linfa
vitale per ogni ateneo che, per fare fronte alla
progressiva diminuzione del FFO, scarica
sulle matricole i mancati introiti statali. La
contribuzione studentesca per legge (DPR
306/97) non può ecceder e i l 20%
dell’importo del FFO di ogni ateneo , anche
se la stringente situazione finanziaria di
quest’ultimi ha fatto sì che “se nel 2001 le
entrate contributive rappresentavano il
17,4% del FFO – recita il 10° Rapporto CNVSU - nel 2007 hanno raggiunto il
22,5%”, tanto che quest’anno le tasse sono
fuori legge in quasi la metà degli atenei. In
generale la riforma applica una sorta di sele-
zione naturale per cui, riducendo progressi-
vamente la quota base del FFO, gli atenei
che attrarranno meno studenti e non dimo-
streranno particolari eccellenze nella ricerca
e nella didattica, si ritroveranno con un bilan-
cio in rosso che li condannerà al fallimento o
ad essere vittima di privati pronti a balzare sulla preda ferita. Da qui si potrebbe ragio-
nare sull’aspetto ideologico della riforma e
soprattutto sul ruolo che la scuola pubblica
dovrebbe avere in una società democratica,
ma data l’importanza e la complessità
dell’argomento ci riserviamo di continuare
nei prossimi numeri.
2 Marzo ‘11 n°2
VitaScolastica
Docente responsabile Michaela Cappella
La Redazione Matteo Zaffalon Beatrice Casetto Alessio De Patre Amal Mahajneh Giulia Mella Noemi Santamaria Emanuela Schiavello
Vignette Alessandro Gastaldelli “Laboratorio del Fumetto”
Contatti [email protected] Pagina FB: “SottoBanco Liceo Russell Milano”
TERLIZZESE: una riforma che manca di dettagli e fondi COLLETTIVO FUORI CONTROLLO: gli studenti avranno ruolo marginale
Riformare con le forbici in mano
La riforma tra fatti e misfatti, spiegata ai non addetti ai lavori MATTEO ZAFFALON
TAGLI ALLA SCUOLA
PUBBLICA
Il paninaro è ormai da anni una delle figure
più importanti del nostro liceo, unico vero
punto di ristoro che ci è concesso. Da
quest'anno si è venuta a consolidare una prati-
ca rivoltante e sicuramente molto poco igieni-ca: con le stesse mani (prive di guanti!) veni-
vano maneggiati sia i soldi, sia il cibo (da
quest'anno nemmeno pre incartato). Non sono
state poche, inoltre, le lamentele per lo strano
sapore del cibo, simile a quello che può avere
un detersivo, e per la sua qualità assai scaden-
te. Alcuni ragazzi della scuola si sono perciò
movimentati e dopo esser andati dal preside
sono riusciti nel loro intento di far andare via
il "paninaro" assieme ai suoi pessimi prodotti.
Prima di loro anche una professoressa si era
lamentata per la scarsa qualità del prodotto e nonostante fosse andata dai diretti interessati
non aveva ottenuto nient'altro che indifferen-
za. Non sarebbe certamente la prima volta
che nelle scuole passano cibi di qualità sca-
dente: in Italia, infatti, il problema è molto
diffuso e circa una scuola su tre ne è afflitto
(rapporto dei Nas). Nella nostra scuola dopo questo scandalo si è passato subito ai fatti e,
come comunicatoci dal nostro rappresentante
d'istituto, per cercare di risolvere la questione
è stata indetta una gara d'appalto per trovare
un nuovo panificio che possa garantire un
servizio nuovo e più efficiente. Dopo neanche
un mese si è tornati al normale servizio di
ristorazione (che è pero migliorato sotto tutti i
punti di vista!), ora infatti il cibo è pre imbu-
stato ed è di ottima qualità, senza contare che
anche dal punto di vista economico la cosa è
migliorata, difatti i prezzi sono più conve-nienti e perciò accessibili a tutti
3 Marzo ‘11 n°2
VitaScolastica
PROF. POCAR: le nuove generazione, future custodi della libertà
Giovani, i futuri custodi delle libertà Nell’ambito del progetto di educazione alla cittadinanza ecco un incon-tro particolarmente significativo tenutosi nello scorso novembre
UNA SCUOLA SU TRE in Italia è colpita dalla cattiva ristorazione
Il paninaro prima e dopo la cura Dopo le proteste di studenti e professori finalmente il nuovo “paninaro”
La nuova generazione è la futura custode
della libertà e di tutte quelle tutele che ormai
giudichiamo scontate, come è stato ribadito
durante la conferenza sui diritti umani tenuta
dal professor Pocar, ex ambasciatore presso l’ONU. Tuttavia, il compito si presenta assai
arduo e per l’Italia, come per qualsiasi altro
Paese, la loro garanzia è sinonimo di mirate
politiche economiche. Il diritto alla salute ne
è un chiaro esempio: lo Stato infatti non do-
vrebbe limitarsi a curare, ma anche prevenire
le malattie, contenendo così le spese medi-
che . Se questo sembra molto semplice in
linea teorica, non lo è in pratica. I tabacchi,
notoriamente nocivi per la salute, restano un
monopolio di Stato perché la loro vendita
permette di pagare le cure per i malati, perciò non possono venir rimossi dal commercio;
mentre le centrali termoelettriche con le loro
scorie cancerogene non possono venir chiuse,
causa la nostra dipendenza energetica da esse.
Investire in energie rinnovabili, porterà a
guadagni a lungo termine anche se nel breve
periodo non daranno vantaggi evidenti.
Eppure l’Italia avrebbe tutte le potenzialità per uscire dalla crisi! Rinomata per le città
d’arte, la cucina, il turismo, le mete di pelle-
grinaggio, la moda ecc, non dovrebbe avere
le casse vuote! Il problema è da ricercarsi
nella mala-politica: corruzione e stipendi
eccessivamente alti per i politici sottraggono
risorse e possibilità di miglioramento della
nostra condizione. Eppure i governanti ven-
gono scelti dal popolo: come si può eleggere
partiti con persone che perseguono solo il
loro bene? L’unica speranza per il futuro so-
no i giovani, nonostante il loro disinteresse per tale squallore. A ciò deve rimediare la
scuola, come fa il nostro liceo con il suo pro-
getto di educazione alla cittadinanza.
AMAL MAHAJNEH
ALESSIO DE PATRE
Un PENSIERO per cominciare
Vi proponiamo “l’Elenco dei pensieri di
una ricercatrice sul tetto dell'Università di
Roma” letto da Francesca Coin, uno dei ricercatori che manifestano contro la rifor-
ma dell’Università, trasmesso durante la
quarta ed ultima puntata di “Vieni via come
me” lo scorso 29 novembre su RaiTre.
Almeno da quassù riesco a vedere l'orizzon-
te. Ci hanno detto che difendiamo i baroni.
Ma qui sul tetto non se ne vede uno. Dopo dieci anni che faccio ricerca, devo ancora
spiegare a tutti a cosa serve il mio lavoro.
Dicono che i concorsi sono truccati. Per
capire se è vero, mi piacerebbe poterne fare
almeno uno. L'Università di Stato deve di-
magrire, così può ingrassare l'Università
privata. Gli scippi mi hanno sempre fatto
paura. Ma non sapevo che si potessero scip-
pare anche le Borse di studio. Sui tetti si
sogna. Si sogna un'università pubblica, libe-
ra e aperta. Sono stanca di sentirmi dire che
sono troppo giovane, che sono troppo vec-chia, che ho pubblicato poco, che ho pubbli-
cato troppo, che sono troppo autonoma, che
sono troppo dipendente, che sono stata trop-
po all'estero, che non ci sono stata abbastan-
za. Forse vado via da questo paese. Perché
non posso più sentirmi inutile dopo tanti
anni di ricerca. Forse rimango qui. Perché se
se ne vanno i ricercatori, portano via il futu-
ro, e senza futuro, il mio paese muore.
In foto Francesca
Coin, durante la
trasmissione “Vieni
via con me”.
"L'educazione sessuale e civile impartita nelle
scuole di alcuni Paesi europei costituisce una
minaccia alla libertà religiosa”. Questo è il
“grave allarme” che Papa Benedetto XVI ha
lanciato alla presentazione degli auguri per il
nuovo anno di fronte “agli Eccellentissimi
membri del Corpo diplomatico accreditato
presso la Santa Sede”. Nello stesso incontro
dopo aver ricordato e condannato le stragi di
cristiani in Egitto, riaffermando con forza il diritto inalienabile di ciascun uomo a profes-
sare liberamente la propria fede, il Pontefice
ha continuato il discorso parlando degli “altri
attacchi” alla libertà religiosa, accusando ap-
punto l’educazione sessuale nelle scuole. In
un momento di crisi di fede come quello che
si sta vivendo, affermazioni del genere non
faranno certo avvicinare il popolo alla Chiesa,
ormai praticamente estraniata dai problemi
reali. In una paese dove alcuni adolescenti
ritengono che una lavanda vaginale con la Coca Cola protegga da una gravidanza indesi-
derata e il grado di conoscenza sui metodi
contraccettivi disponibili sia il più basso
d’Europa (fonte: Progetto “Scegli Tu”-
Società Italiana di Ostetricia e Ginecologia),
affermazioni di questo tipo, soprattutto perché
fatte da una figura così influente come quella
del Papa, non possono che suscitare sconcer-
to. Non è d’altronde la prima volta che il Pon-
tefice si lancia in discorsi del genere: purtrop-
po indimenticabile è stata anche la sua
“crociata” contro l’uso del preservativo, no-nostante ogni giorno cresca il numero degli
individui sieropositivi (in Italia ogni anno
4mila nuove diagnosi di HIV Fonte: Mini-
stero della salute - dadi epidemiologici
2008). Il direttore di Avvenire Marco Tar-
quinio nel rispondere a due lettere dei
suoi lettori sul tema, ha affermato che
le parole del Papa sono state travisa-
te, e che la Rai, con Fazio e la Litiz-
zetto in testa,ha “sbeffeggiato” il Pon-
tefice e ha favorito la concezione che l’educazione sessuale si riduca “a una
dimensione pseudo tecnica e meccanica,
come se la priorità fosse liberare il rapporto
sessuale dalle sue implicazioni: da qui l'enfasi
su contraccezione e aborto". Sicuramente le
ore dedicate all’educazione sessuale potrebbe-
ro essere più complete ed esaustive, indagan-do anche l'aspetto psicologico ed affettivo, il
tutto per dare, oltre che un risvolto meramente
informativo, anche uno formativo. Non va
dimenticato però il ruolo centrale della scuola
pubblica, che, mantenendosi sempre in una
dimensione laica e rispettosa della dignità
umana, deve fornire tutti gli strumenti perché
gli stessi studenti sviluppino una loro opinio-
ne su queste tematiche: solo attraverso
l’informazione si formano coscienze libere e
non più incatenate al pregiudizio e alle ideolo-
gie.
4 Marzo ‘11 n°2
VitaScolastica
PAPA BENEDETTO XVI: educazione sessuale, una minaccia per la fede
Ed. sessuale a scuola, è polemica La sessualità, tema scottante per la Chiesa, riaccende gli animi delle scuole
EMANUELA SCHIAVELLO
Il grande Concorso
Continua il concorso a premi di SottoBanco! In ogni numero proponiamo ai nostri lettori un gioco d’abilità diverso da risolvere, mettendo in palio ogni volta “ricchi” premi per i vincitori. Regolamento: in questo numero ci sono in palio due ricariche da 5 euro ciascuna per le chiavette dei distributori automatici. Le prime due persone che consegneranno la soluzione di tutti i quadri proposti alla Prof.ssa Cappella, si aggiudicheranno il premio.
Trova la parola che si può asso-
ciare a tutti gli altri sei termini balia
tentare
ironia
estrazione
destino
cattiva
dolce
fuoco
bocca
buco
minerale
gola
calciatore
professore
attore
fuori
causa
giochi
passo
magro
ideologico
allarme
piano
storico
- APERTURA DELLA CHIESA - AL SESSO SICURO
...Ora permes-so l’uso del casco integrale!
5 Marzo ‘11 n°2
Cultura
Al cinema QUALUNQUEMENTE una satira che lascia l’amaro in bocca
I have no dream, but I like pilu Cetto La Qualunque: un “politico moderato” nato dal genio di “Albanese”
Cetto La Qualunque, personaggio nato dal
genio comico di Antonio Albanese, è un im-
prenditore scorretto,volgare, sprezzante di
uomini e natura, ora protagonista del
nuovo fi lm di Giul io Manfredon ia “Qualunquemente”. Cetto, dopo una lunga
latitanza in Brasile, ritorna nella sua amata
Marina di Sopra con nuova moglie e nuova
figlia al seguito e viene subito indicato dai
malavitosi del luogo come valida alternativa
all’ “infame” candidato ecologista De Santis,
reo di voler riportare decenza e legalità in
paese. Ne segue una battaglia all’ultimo voto
senza esclusione di colpi (né di artiglieria
pesante!) che porterà La Qualunque alla
(illegale) vittoria. Quello di Albanese è un
personaggio statico, non esce mai dallo stere-otipo, è cinico e sa di esserlo e piace per que-
sto, perché fiero di essere ciò che è; inutili
saranno le pressioni del guru Jerry, barese
rinnegato, che cercherà di dargli una parven-
za di legalità e buoncostume.
Cetto non ha un programma politico, non
vuole occuparsi di malati e indigenti, dà solo
alla gente ciò che la gente vuole, u’pilu, igna-
ro promotore del famoso Panem et Circenses.
Tuttavia, e ciò dovrebbe far riflettere, non
basterà questo a condurlo alla vittoria. Non si
tratta di un film comico, ma di satira pura , non si ride spensieratamente ma con coscien-
za, riflettendo sulle assurdità che vediamo
ogni giorno nella nostra socie-
tà. Unica pecca, una trama
troppo prevedibile, per noi
abituati a una realtà, purtrop-
po, molto più sorprendente:
come ricorda Albanese
durante la presentazione
del film a “Che tempo
che fa” su RaiTre:
“La Qualunque è un politico moderato,
non certo un uomo
che oggi farebbe
scalpore”. Da consi-
gliare, la visita del sito
u f f i c i a l e
www.partitodupilu.it.
Perle di saggezza
di Prof. e studenti
Studente: “A Milano gli uccelli non cinguettano...tossiscono!”
Studente: “Sa che ho preso un Piran-ha? ” Prof: “Ma da tenere in casa?” Studente: “No, da portare a spasso”
Prof: “Il panneggio della veste dà la sensazione di un marmo croccante”
Prof: “Manzoni era un nevrotico
pazzesco”
EMANUELA SCHIAVELLO
In foto il comico Antonio Albanese
nei panni del suo personaggio Cetto
La Qualunque
In Italia la maggioranza delle donne lavora
fuori o dentro casa, crea ricchezza, cerca un
lavoro, studia, si sacrifica per affermarsi nella
professione che si è scelta, si prende cura
delle relazioni affettive e familiari, occupan-
dosi di figli, mariti, genitori anziani. Questa
ricca e varia esperienza di vita è cancellata
dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresen-
tazione delle donne come nudo oggetto di
scambio sessuale, offerta da giornali, televi-sioni, pubblicità. E ciò non è più tollerabile.
Si giunge così al 13 febbraio 2011: in 230
città italiane ed europee più di 900mila donne
si sono riunite per protestare contro
l’immagine che questa società ha dato loro.
La manifestazione è stata nell'intento delle
organizzatrici, il comitato “Se non ora quan-
do?”, un modo per far sentire la propria voce
senza bandiere di partito e di sindacato.
Un’iniziativa totalmente trasversale e sponta-
nea. Tra gli appuntamenti italiani spicca quel-
lo milanese, dove, in Piazza Castello, su un
lungo filo da bucato tutte le don-
ne, munite di una
simbolica sciarpa
bi a n ca , hann o
appeso pensieri, storie, poesie ed
immagini. La manife-
stazione ha visto la
partecipazione del pre-
mio Nobel per la lettera-
tura Dario Fo, di sua mo-
glie e di diversi giornalisti e
attori famosi. “Questa è una manifestazione
aperta per le donne e con le donne” dice Fo
coniando l’intera iniziativa. La moglie, accol-
ta anch’essa da un applauso della folla, ha
letto pubblicamente il brano di Giuseppe Cederna, attore e scrittore italiano, “Mi ver-
gogno”. Dopo gli interventi di altri giornalisti
e attori, la manifestazione finisce. Anche se,
senza uso di mezzi termini, si è voluto sottoli-
neare il carattere politico di una manifestazio-
ne che punta chiaramente il dito contro il
capo del governo, la protesta non è stata solo
contro escort, veline, arcorine del bun-
ga bunga e altri fenomeni simili. E’
stata contro chi prende in conside-
razione le donne solo come ogget-
to sessuale, contro chi usa la pro-pria bellezza per fare carriera, per
ottenere soldi facili senza dignità, contro
chi non ha alcun rispetto dell’immagine della
donna in quanto persona. Dario Fo si pronun-
cia così ai giornali dopo il discorso: “È im-
pressionante vedere che le vere donne deter-
minano la maggioranza. Era l’ora!”
900MILA DONNE in piazza all’urlo di “Se non ora, quando?”
Una manifestazione al femminile Uniti per tutelare la dignità femminile minacciata dallo smercio del corpo
ALESSANDRO GASTALDELLI
Quest'anno si è svolta nei giorni 21 e 22 di-
cembre la tanto aspettata autogestione, così
abbiamo voluto intervistare le professoresse
Colzani e Martinelli, chiedendo loro parere
in merito all’esito dell'autogestione e del loro
dibattito. La Prof.ssa Martinelli afferma che,
per quel che riguarda la riuscita, bisogna sot-
tolineare la bravura di Bonizzoni che in così
poco tempo è riuscito a mettere in piedi un
progetto accettabile ed è stato bravo a sfrutta-
re il legame logistico della scuola con il pro-
blema del racket e dell’usura. L’autogestione
in sé, se organizzata bene e con cognizione di
causa (consiglio della Prof.ssa: a settembre
riunione del collettivo per mettere giù even-
tuali progetti sfruttando anche le risorsa dei
docenti, intesa anche come fonte di contatti interessanti), è un momento utile e alternativo
al regolare svolgimento delle lezioni, mo-
mento di approfondimento, di ampliamento
di conoscenze e crescita personale se affron-
tato con la giusta serietà dallo studente. Ha
aggiunto anche un breve confronto con il
diverso modo in cui è vissuta da studenti e
insegnanti l’autogestione rispetto una trentina
di anni fa. Negli anni di “fermento”, il con-
flitto studenti e insegnanti era gestito male e
l’autogestione era vissuta come momento di ribellione all’autorità dato che ai giorni nostri
quest’ultima viene a mancare, potrebbe stupi-
re la ricerca di sostegno richiesta dallo stu-
dente all’insegnante; potrebbe, ma la profes-
soressa sottolinea il fatto che la nostra genera-
zione è particolarmente fragile, priva di soste-
gni anche per quanto riguarda lo stesso ideale
politico, ecco quindi spiegato questo bisogno
di collaborazione e sostegno. Per quanto ri-
guarda invece il tanto atteso dibattito Colzani-Martinelli, annunciato come un incontro di
box, afferma che la differenza delle loro opi-
nioni sta in una diversa visione del passato,
ma che alla base vi è uno stesso tipo di peda-
gogia, la stessa passione per l’insegnamento e
il necessario rispetto personale e quindi uno
stesso punto di partenza che le porta ad avere
una differente, dovuta ovviamente alla diver-
sità personale e di opinione, ma simile visio-
ne del presente. Anche la Prof.ssa Colzani
prende atto della diversità sostanziale dello
svolgersi dell’autogestione, rispetto a un pas-sato in cui era vissuta come scontro. "Ora -
dice - non deve stupire la ricerca di collabora-
zione dello studente volta a cercare un aiuto
per rendere il momento alternativo e comple-
mentare alle regolari lezioni in classe, sempre
se affrontato con il giusto spirito e dovuta
serietà!". Conferma che è stato un dibattito
interessante, ma si è sentita di non aver espo-
sto al meglio alcune parti del suo pensiero
dovendo sia rispondere per prima alle doman-
de, quindi non potendo controbattere alle risposte della collega, sia non prendendo ap-
punti. Tuttavia questi dettagli avrebbero in-
fluito sulla forma più che sul contenuto di ciò
che è stato detto. Per il futuro, l’unico consi-
glio è l’alternare i turni di risposta.
AUTOGESTIONE!
6 Marzo ‘11 n°2
Autogestione
COLZANI: Non deve stupire la ricerca di collaborazione degli studenti
Scuola e studenti tra ieri ed oggi Le Prof.sse Colzani e Martinelli riflettono sull’evoluzione del sistema scuola
NOEMI SANTAMARIA
La Prof.ssa
Martinelli du-
rante il dibattito
in Aula Magna.
Foto: Alessia
Galletta
Perché le autogestioni non
si organizzano da sole...
Non poteva mancare un'intervista anche a uno
dei nostri rappresentanti d'istituto: Jacopo
Bonizzoni. Anche lui ha espresso il suo pare-re riguardo la riuscita dell'autogestione.
"Personalmente", dice, "mi ritengo molto
soddisfatto della riuscita dell'autogestione,
sono felice che sia piaciuta alla grande mag-
gioranza degli studenti e anche dei professori.
Devo essere sincero, sono stato molto conten-to che non ci siano state polemiche da parte di
questi ultimi perché vuol dire che hanno con-
diviso le nostre idee e il nostro progetto".
Naturalmente molti di noi si sono anche chie-
sti come siano riusciti ad organizzare l'auto-
gestione in così poco tempo... Detto fatto!
Bonizzoni ci spiega che nell'arco di una deci-
na di giorni ha riunito più volte un comitato
studentesco per organizzarla, in cui lui, Lucio
Campatelli, Matteo Zaffalon, Mauro Fortuna
e altri ragazzi di altre classi si sono trovati per mettere a confronto le loro idee e le diverse
proposte. Nonostante debba riconoscere che
non è stato un compito molto facile è conten-
to che siano riusciti nella loro "impresa" e
ringrazia tutti coloro che hanno partecipato e
che lo hanno aiutato.
NOEMI SANTAMARIA
L’autogestione al Russell ha riscosso un
gran numero di adesioni e molti apprezza-
menti. È stata vissuta come un momento di
formazione, diverso dalla solita lezione
frontale, “una cosa nuova: al liceo si è più liberi di esprimere sé stessi”, secondo Mar-
tina e Diana, due ragazze di 1 ̂che non vi
hanno partecipato perché a loro dire non
“sembrava un modo utile per chiedere il
mutamento della scuola”, non capendo il
senso di questa autogestione. “Non abbia-
mo ritenuto necessario partecipare perché
abbiamo già affrontato questi argomenti
alle medie”. Diverso, invece, il parere di
Ivan, uno studente di 5^: “Mi ha fatto pia-
cere che siano stati trattati temi importanti e
che sia intervenuto Frediano Manzi, ma non è nella mia indole parteciparvi, anche
se mi sarebbe piaciuto esserci. Da quel che
mi hanno raccontato, è
stato molto interessante.” Nelle classi gene-
ralmente sono stati fatti ripassi e recuperi di
verifiche, mentre le conferenze hanno coin-
volto gli studenti attraverso dibattiti e la
trattazione di temi scottanti come il ra-cket delle case popolari in via Padre
Luigi Monti, nonostante alcuni siano
stati sorpresi a giocare a carte. Sempre
secondo Ivan, “questi ultimi non han-
no capito il senso dell’autogestione:
ritengo che sia un momento in cui
gli studenti fanno vedere cosa vor-
rebbero migliorare della scuola,
mettendolo in atto per qualche
giorno. Inoltre è stato poco cor-
retto nei confronti di chi l’ha
organizzata. Tuttavia, credo che la maggior parte dei partecipanti vi
sia andata perché sinceramente
interessata, altrimenti non a-
vrebbe avuto un esito così posi-
tivo. Lo studente nella scuola
dovrebbe svolgere un ruolo
attivo: ciò è possibile attra-
verso attività come giorna-
lino, teatro, musica, ecc.,
ma anche nello studio
delle materie sarebbe bello che ciascuno ap-
portasse del proprio e
non ritengo che sia
impossibile che ac-
cada davvero.” In
fondo, secon-
do Martina e Diana, “la
scuola ha il compito di aprire le men-
ti, sviluppando i talenti di ognuno e facen-
do socializzare con i coetanei.”
7 Marzo ‘11 n°2
Autogestione
Foto di
Alessia Galletta
IVAN: dopo l’autogestione continuare ad apportare del proprio nello studio
E chi è rimasto in classe? Le ragioni di Ivan, Martina e Diana che hanno preferito restare in classe
20/12/11
21/12/11
AMAL MAHAJNEH
8 Marzo ‘11 n°2
Orientamento
Abbiamo scelto di pubblicare questo disegno perché esso rappresenta un
miglioramento decisivo non solo per Samantha, che sta seguendo tutte le
lezioni, ma anche per il resto del gruppo. I ragazzi si stanno impegnando
e dimostrano di avere interesse, sono contento di questo e malgrado al-
cuni abbiano lasciato il corso già dopo pochi incontri posso dire di essere soddisfatto della piega che sta prendendo nell'ultimo periodo. Io e Fede-
rica portiamo avanti le nostre lezioni già da un po' e il gruppo si sta for-
mando, abbiamo modo di insegnare ai partecipanti e divertirci allo stes-
so tempo! Cosa può esserci di meglio? Per chiunque si dovesse interes-
sare al corso saremmo felici di accoglierlo!
Quale ateneo frequenti e quale facoltà?
Frequento l'università statale di Milano Bi-
cocca e sono iscritto alla facoltà di Scienze e
tecniche psicologiche, curriculum di Riabili-
tazione e sostegno in età di sviluppo.
Da che liceo provieni? Hai fatto qualche
sperimentazione?se si pensi che ti sia servi-
to? Ho studiato al liceo scientifico Casiraghi
(Parco Nord). Per i primi due anni ho fre-quentato la sperimentazione P.N.I. (piano
nazionale informatica) ma successivamente,
poiché non si trattavano argomenti attinenti
con una mia possibile futura “carriera”, pas-
sai al tradizionale al primo anno di triennio.
Come sono strutturati i corsi? Dato il gran
numero, gli studenti vengono suddivisi in due
gruppi, A e B. Il primo semestre il gruppo A
frequenta metà dei corsi e il gruppo B l'altra
metà, invertendosi nel secondo semestre. Questo comporta non pochi problemi: per il
primo semestre, gli studenti, possono dare
solo gli esami inerenti ai corsi frequentati dal
proprio gruppo. Il primo anno i corsi sono gli
stessi per tutti, così come gli esami. Al secon-
do anno si scegliere il proprio curriculum,
una sorta di specializzazione, dalla quale
dipenderanno il numero ed il tipo di esami
degli anni successivi. Il numero di esami è
molto alto ( 30-36 esami) molti dei quali con
la psicologia non centrano davvero nulla. 5
esami di scienze, 4 di statistica, 1 di inglese, 1
di informatica e 2 di linguistica, più o meno
un terzo degli esami non riguardano diretta-
mente con il corso di laurea.
Quali sono gli sbocchi professionale per
questa facoltà? Che progetti hai in serbo
per il futuro? Gli sbocchi professionali sono
molteplici, non dipendono solo dalla speciali-
stica che si sceglierà in seguito, ma già dal
curriculum. Oltre allo psicologo stereotipato
seduto sulla poltrona, infatti, si può sceglie-
re di lavorare nelle comunità, nei consul-
tori, nelle scuole, di fare parte di istituti
di ricerca psicologici oppure di lavora-
re in rami più legati al business e diventare i responsabili delle assun-
zioni di personale nelle ditte, di-
ventare sondaggista fino anche a
casi più estremi, nei rami pubbli-
citari. Nel ramo sociale invece
l'aiuto ai tossicodipendenti, ai
disabili, alle vittime di incidenti, possono
essere le scelte più interessanti. In ultimo, il
campo clinico, da accesso alla neuropsicolo-
gia, allo studio accurato delle meccaniche
cerebrali e alla ricerca sulle malattie che col-piscono quest'ultimo, come alzheimer, par-
kinson, sindrome di down ecc. Per quanto mi
riguarda, il mio interesse è lavorare con ado-
lescenti problematici, quindi in scuole e con-
sultori.
Cosa ti ha aiutato a scegliere la facoltà?
Onestamente, nessuno mi ha aiutato a sce-
gliere. Ho trovato davvero irrilevanti i mezzi
messi a disposizione dal liceo per l'informa-
zione sui corsi, facoltà eccetera. Inoltre, tutte
le problematiche all'interno delle singole fa-coltà degli atenei, non si possono sapere in
anticipo, sono solamente "sorprese" a cui
l'orientamento non può preparare.
A cura di ALESSIO DE PATRE
Per la facoltà di PSICOLOGIA parla Angelo, studente presso la Bicocca
Nel pieno delle mie facoltà... Continua la rubrica di orientamento universitario per tutti gli indecisi
Il laboratorio del Fumetto
A cura di PAOLO CAGNETTA