sottobanco i/2

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Liceo Scientifico Bertrand Russell, Via Gatti 16 Milano Anno I N°2 Marzo 2011 VITA SCOLASTICA Leggi SottoBanco su internet! Aiutaci ad inquinare meno “Gli studenti veri sono a casa a studiare”, oppure "Dite ai vostri figli di rimanere a casa”, questi sono solo alcuni dei tentativi di delegittimare le manifestazioni studente- sche che seguitano da quando questi “tagli indiscriminati mascherati da riforma epocale” si sono abbattuti sul sistema scolastico ed universitario. Additati come perdi- tempo e “bamboccioni”, i giovani che sfilano in corteo sono spogliati del loro ruolo di studente-cittadino per assumere quello di sovversivo facinoroso. Il messaggio vuol essere che il vero studente è altro, che lo studente è solo quel giovanotto diligente e consacrato allo studio seduto dietro ad un banco. Ma se la scuola è lo strumen- to per elevare una persona a cittadino, quindi ad indivi- duo libero perché partecipe alla vita del proprio stato, affermare che la protesta di piazza è cosa estranea ed indegna per uno studente non è forse una delle più gran- di contraddizioni per uno stato democratico? Il Russell ha dato anche lui il suo piccolo segnale di vita organizzando una breve autogestione. Si è parlato di mafia, di riforma universitaria, ma soprattutto di scuola e di come questa stia cambiando. L’adesione è stata alta, complice il periodo prefestivo, ma il semplice dato nu- merico è in grado di dirci se ci sia stata una vera parteci- pazione? Anche durante i momenti più significativi dei due giorni, gli irriducibili giocatori di carte e l’incessante brusio in fondo all’aula magna non sono mancati, e questo è sicuramente un dato sconfortante. Viene quindi da domandarsi se quest’autogestione sia veramente riuscita nel suo intento di risvegliare negli studenti di questa scuola la consapevolezza di ciò che sta avvenen- do. Per rispondere a questa domanda abbiamo intervi- stato professori e studenti che hanno vissuto queste gior- nate, ma anche chi ha preferito rimanere in classe. Non rimane che dire buona lettura a tutti. MATTEO ZAFFALON SPECIALE AUTOGESTIONE: LE IMMA- GINI ED I MOMENTI PIU’ BELLI COM- MENTATI DAI PARTECIPANTI Da pagina 6 Ed. alla cittadinanza, l’incontro col Prof. Pocar Nell’ambito del progetto di educazione alla cittadinanza l’incontro con il Prof. Pocar ha suggerito riflessioni sulle con- traddizioni dello Stato italiano. Pagina 3 Riforma dell’università I numeri e i dati d’una riforma che segna il nostro futuro I “bamboccioni” di piazza CULTURA VITA SCOLASTICA Cinema: Antonio Albanese in “Qualunquemente La drammatica satira di un paese se- gnato dal malaffare e dalla deriva etica raccontato dal genio del celebre comico Antonio Albanese Pagina 5 Ed. sessuale nelle scuole, un pericolo per la fede? A seguito delle dichiarazione di Papa Benedetto XVI lo scorso 10 gennaio, si riaccende il dibattito sulla laicità della scuola pubblica e non solo. Pagina 4 Nel pieno della mie facoltà Continua la rubrica di orientamento universitario per tutti gli indecisi. In questo numero Angelo ci parla della facoltà di psicologia in Bicocca. Pagina 8 ORIENTAMENTO UNIV. 13 Febbraio: una manife- stazione tutta al femminile In piazza 900mila persone in difesa della dignità delle donne sempre più corrosa dall’avvilente smercio del cor- po femminile Pagina 5 CULTURA

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SottoBanco, periodico d'informazione del liceo Russell, Milano - ANNO 1° nuemro 2° Marzo '11

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Page 1: SottoBanco I/2

Liceo Scientifico Bertrand Russell, Via Gatti 16 Milano Anno I N°2 Marzo 2011

VITA SCOLASTICA

Leggi SottoBanco

su internet! Aiutaci ad

inquinare meno

“Gli studenti veri sono a casa a studiare”, oppure "Dite ai vostri figli di rimanere a casa”, questi sono solo alcuni

dei tentativi di delegittimare le manifestazioni studente-

sche che seguitano da quando questi “tagli indiscriminati

mascherati da riforma epocale” si sono abbattuti sul

sistema scolastico ed universitario. Additati come perdi-

tempo e “bamboccioni”, i giovani che sfilano in corteo

sono spogliati del loro ruolo di studente-cittadino per

assumere quello di sovversivo facinoroso. Il messaggio

vuol essere che il vero studente è altro, che lo studente è

solo quel giovanotto diligente e consacrato allo studio

seduto dietro ad un banco. Ma se la scuola è lo strumen-

to per elevare una persona a cittadino, quindi ad indivi-duo libero perché partecipe alla vita del proprio stato,

affermare che la protesta di piazza è cosa estranea ed

indegna per uno studente non è forse una delle più gran-

di contraddizioni per uno stato democratico?

Il Russell ha dato anche lui il suo piccolo segnale di vita

organizzando una breve autogestione. Si è parlato di

mafia, di riforma universitaria, ma soprattutto di scuola e di come questa stia cambiando. L’adesione è stata alta,

complice il periodo prefestivo, ma il semplice dato nu-

merico è in grado di dirci se ci sia stata una vera parteci-

pazione? Anche durante i momenti più significativi dei

due giorni, gli irriducibili giocatori di carte e l’incessante

brusio in fondo all’aula magna non sono mancati, e

questo è sicuramente un dato sconfortante. Viene quindi

da domandarsi se quest’autogestione sia veramente

riuscita nel suo intento di risvegliare negli studenti di

questa scuola la consapevolezza di ciò che sta avvenen-

do. Per rispondere a questa domanda abbiamo intervi-

stato professori e studenti che hanno vissuto queste gior-nate, ma anche chi ha preferito rimanere in classe. Non

rimane che dire buona lettura a tutti.

MATTEO ZAFFALON

SPECIALE AUTOGESTIONE: LE IMMA-GINI ED I MOMENTI PIU’ BELLI COM-MENTATI DAI PARTECIPANTI Da pagina 6

Ed. alla cittadinanza,

l’incontro col Prof. Pocar Nell’ambito del progetto di educazione

alla cittadinanza l’incontro con il Prof.

Pocar ha suggerito riflessioni sulle con-

traddizioni dello Stato italiano. Pagina 3

Riforma dell’università I numeri e i dati d’una riforma che segna il nostro futuro

I “bamboccioni” di piazza

CULTURA

VITA SCOLASTICA

Cinema: Antonio Albanese

in “Qualunquemente La drammatica satira di un paese se-

gnato dal malaffare e dalla deriva etica

raccontato dal genio del celebre comico

Antonio Albanese Pagina 5

Ed. sessuale nelle scuole,

un pericolo per la fede? A seguito delle dichiarazione di Papa

Benedetto XVI lo scorso 10 gennaio, si

riaccende il dibattito sulla laicità della

scuola pubblica e non solo. Pagina 4

Nel pieno della mie facoltà Continua la rubrica di orientamento

universitario per tutti gli indecisi. In

questo numero Angelo ci parla della

facoltà di psicologia in Bicocca. Pagina 8

ORIENTAMENTO UNIV.

13 Febbraio: una manife-

stazione tutta al femminile In piazza 900mila persone in difesa

della dignità delle donne sempre più

corrosa dall’avvilente smercio del cor-

po femminile Pagina 5

CULTURA

Page 2: SottoBanco I/2

La riforma Gelmini ha portato in piazza de-

cine di migliaia di studenti ed è stata salutata

come un testo epocale, così come l’ultima di

una lunga serie di sciagurate riforme. Proprio

perché l’università s’appresta ad essere lo

sbocco naturale per molti studenti di questa

scuola, sarebbe necessario approfondire que-

sto tema che, nel bene o nel male, influirà sul

nostro percorso di studi. Data la complessità del testo di legge che costringe i lettori a

navigare tra periodi burrascosi ed involuti,

tra “riferimenti-matrioska” e i più disparati

tecnicismi, ci affidiamo all’analisi che Da-

niele Terlizzese - direttore dell’Istituto Ei-

naudi per l’Economia e la Finanza – offre ai

lettori di “lavoce.info”, nota testata del web

che annovera nella sua redazione importanti

economisti e politologi internazionali. Se-

condo Terlizzese la legge si articola in quat-

tro punti fondamentali: il rinnovamento dei meccanismi d’incentivazione, l’introduzione

di procedure standardizzate per il recluta-

mento docente, l’introduzione di una mag-

giore disciplina finanziaria per gli atenei, ed,

infine, l’introduzione del tenure-track

(periodo di massimo otto anni (cinque più

tre) in cui il ricercatore, assunto con contratto

a termine, dà prova delle sue capacità per poi

poter ambire ad un posto fisso). A questo,

tuttavia, si aggiunge la riorganizzazione in

senso centralistico della governance, che ora

ruota attorno ad un “super-rettore” che pro-pone il direttore generale (ex direttore ammi-

nistrativo), il quale ha facoltà di eleggere i

membri del consiglio d’amministrazione,

parte dei quali obbligatoriamente esterni.

Circa la partecipazione studentesca

all’attività amministrativa e programmatica

dell’università, il collettivo “FuoriControllo”

- collettivo della Facoltà di Scienze Politiche

della Statale di Milano - si esprime in questi

termini: “Rimarrà a tutti i livelli un’esigua

partecipazione studentesca che rischia di

assumere ancor più di ora un ruolo, nel mi-

gliore dei casi, di pura testimonianza”. In

linea generale sembra un impianto coerente,

largamente condivisibile, ma si sa, il diavolo si nasconde nei dettagli. Il punto più sensibi-

le è proprio il primo, cioè quello in materia

di incentivazione a studenti ed atenei. Per

quest’ultimi, la questione ruota attorno al

Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO)

ch e, in funz i on e a l l a qual i t à

dell’insegnamento e della ricer-

ca, dovrebbe essere rimpin-

guato con fondi supplementa-

ri che variano dallo 0.5% fino

al 10% su base dello stesso FFO. Tuttavia “si tratta di

interventi - scrive Telizzese -

che mancano di dettaglio, di cui non è

ancora specificata la dimensione finanzia-

ria”, lasciando intendere, nella migliore

tradizione italiana, che di fatto questi fondi

non si creeranno mai o solo in parte. Sul

fronte degli incentivi e del diritto allo studio

per gli studenti la situazione non è migliore,

anzi. In questo caso i punti cardine sono il

“debito studentesco” e le tasse universitarie,

due problematiche su cui, ancora prima della riforma Gelmini, si discuteva accesamente.

La borsa di studio, per come la conosciamo

oggi, di fatto non esisterà più, questo grazie

al duro colpo che i finanziamenti statali subi-

ranno per l’anno in corso e quelli a venire:

dopo il Consiglio dei Ministri dello scorso 14

ottobre il fondo per le borse di

studio è passato da 246 milioni a

25,7, un -89,55% che porterà la

percentuale degli studenti che

non riceveranno la borsa univer-sitaria, anche se idonei, all’80%

(fonte: LaRepubblica.it). Al con-

trario sarà potenziato il debito

studentesco, o “prestito d’onore”,

cioè la possibilità accedere a

forme di credito agevolato attra-

verso un concorso nazionale a

pagamento. Al termine degli studi il laureato

potrà così immettersi nel mercato del lavoro

con già un pesante fardello sulle spalle

(costituito dal debito contratto durante gli

anni di studio) venendosi a ricreare, in tal modo, situazioni di disparità economiche che

invece lo Stato, secondo il dettame costitu-

zionale (Art 3), dovrebbe eliminare. Le tasse

universitarie costituiscono la maggiore voce

di spesa per uno studente (in media €876

all’anno Fonte: CRUI), ma anche la linfa

vitale per ogni ateneo che, per fare fronte alla

progressiva diminuzione del FFO, scarica

sulle matricole i mancati introiti statali. La

contribuzione studentesca per legge (DPR

306/97) non può ecceder e i l 20%

dell’importo del FFO di ogni ateneo , anche

se la stringente situazione finanziaria di

quest’ultimi ha fatto sì che “se nel 2001 le

entrate contributive rappresentavano il

17,4% del FFO – recita il 10° Rapporto CNVSU - nel 2007 hanno raggiunto il

22,5%”, tanto che quest’anno le tasse sono

fuori legge in quasi la metà degli atenei. In

generale la riforma applica una sorta di sele-

zione naturale per cui, riducendo progressi-

vamente la quota base del FFO, gli atenei

che attrarranno meno studenti e non dimo-

streranno particolari eccellenze nella ricerca

e nella didattica, si ritroveranno con un bilan-

cio in rosso che li condannerà al fallimento o

ad essere vittima di privati pronti a balzare sulla preda ferita. Da qui si potrebbe ragio-

nare sull’aspetto ideologico della riforma e

soprattutto sul ruolo che la scuola pubblica

dovrebbe avere in una società democratica,

ma data l’importanza e la complessità

dell’argomento ci riserviamo di continuare

nei prossimi numeri.

2 Marzo ‘11 n°2

VitaScolastica

Docente responsabile Michaela Cappella

La Redazione Matteo Zaffalon Beatrice Casetto Alessio De Patre Amal Mahajneh Giulia Mella Noemi Santamaria Emanuela Schiavello

Vignette Alessandro Gastaldelli “Laboratorio del Fumetto”

Contatti [email protected] Pagina FB: “SottoBanco Liceo Russell Milano”

TERLIZZESE: una riforma che manca di dettagli e fondi COLLETTIVO FUORI CONTROLLO: gli studenti avranno ruolo marginale

Riformare con le forbici in mano

La riforma tra fatti e misfatti, spiegata ai non addetti ai lavori MATTEO ZAFFALON

TAGLI ALLA SCUOLA

PUBBLICA

Page 3: SottoBanco I/2

Il paninaro è ormai da anni una delle figure

più importanti del nostro liceo, unico vero

punto di ristoro che ci è concesso. Da

quest'anno si è venuta a consolidare una prati-

ca rivoltante e sicuramente molto poco igieni-ca: con le stesse mani (prive di guanti!) veni-

vano maneggiati sia i soldi, sia il cibo (da

quest'anno nemmeno pre incartato). Non sono

state poche, inoltre, le lamentele per lo strano

sapore del cibo, simile a quello che può avere

un detersivo, e per la sua qualità assai scaden-

te. Alcuni ragazzi della scuola si sono perciò

movimentati e dopo esser andati dal preside

sono riusciti nel loro intento di far andare via

il "paninaro" assieme ai suoi pessimi prodotti.

Prima di loro anche una professoressa si era

lamentata per la scarsa qualità del prodotto e nonostante fosse andata dai diretti interessati

non aveva ottenuto nient'altro che indifferen-

za. Non sarebbe certamente la prima volta

che nelle scuole passano cibi di qualità sca-

dente: in Italia, infatti, il problema è molto

diffuso e circa una scuola su tre ne è afflitto

(rapporto dei Nas). Nella nostra scuola dopo questo scandalo si è passato subito ai fatti e,

come comunicatoci dal nostro rappresentante

d'istituto, per cercare di risolvere la questione

è stata indetta una gara d'appalto per trovare

un nuovo panificio che possa garantire un

servizio nuovo e più efficiente. Dopo neanche

un mese si è tornati al normale servizio di

ristorazione (che è pero migliorato sotto tutti i

punti di vista!), ora infatti il cibo è pre imbu-

stato ed è di ottima qualità, senza contare che

anche dal punto di vista economico la cosa è

migliorata, difatti i prezzi sono più conve-nienti e perciò accessibili a tutti

3 Marzo ‘11 n°2

VitaScolastica

PROF. POCAR: le nuove generazione, future custodi della libertà

Giovani, i futuri custodi delle libertà Nell’ambito del progetto di educazione alla cittadinanza ecco un incon-tro particolarmente significativo tenutosi nello scorso novembre

UNA SCUOLA SU TRE in Italia è colpita dalla cattiva ristorazione

Il paninaro prima e dopo la cura Dopo le proteste di studenti e professori finalmente il nuovo “paninaro”

La nuova generazione è la futura custode

della libertà e di tutte quelle tutele che ormai

giudichiamo scontate, come è stato ribadito

durante la conferenza sui diritti umani tenuta

dal professor Pocar, ex ambasciatore presso l’ONU. Tuttavia, il compito si presenta assai

arduo e per l’Italia, come per qualsiasi altro

Paese, la loro garanzia è sinonimo di mirate

politiche economiche. Il diritto alla salute ne

è un chiaro esempio: lo Stato infatti non do-

vrebbe limitarsi a curare, ma anche prevenire

le malattie, contenendo così le spese medi-

che . Se questo sembra molto semplice in

linea teorica, non lo è in pratica. I tabacchi,

notoriamente nocivi per la salute, restano un

monopolio di Stato perché la loro vendita

permette di pagare le cure per i malati, perciò non possono venir rimossi dal commercio;

mentre le centrali termoelettriche con le loro

scorie cancerogene non possono venir chiuse,

causa la nostra dipendenza energetica da esse.

Investire in energie rinnovabili, porterà a

guadagni a lungo termine anche se nel breve

periodo non daranno vantaggi evidenti.

Eppure l’Italia avrebbe tutte le potenzialità per uscire dalla crisi! Rinomata per le città

d’arte, la cucina, il turismo, le mete di pelle-

grinaggio, la moda ecc, non dovrebbe avere

le casse vuote! Il problema è da ricercarsi

nella mala-politica: corruzione e stipendi

eccessivamente alti per i politici sottraggono

risorse e possibilità di miglioramento della

nostra condizione. Eppure i governanti ven-

gono scelti dal popolo: come si può eleggere

partiti con persone che perseguono solo il

loro bene? L’unica speranza per il futuro so-

no i giovani, nonostante il loro disinteresse per tale squallore. A ciò deve rimediare la

scuola, come fa il nostro liceo con il suo pro-

getto di educazione alla cittadinanza.

AMAL MAHAJNEH

ALESSIO DE PATRE

Un PENSIERO per cominciare

Vi proponiamo “l’Elenco dei pensieri di

una ricercatrice sul tetto dell'Università di

Roma” letto da Francesca Coin, uno dei ricercatori che manifestano contro la rifor-

ma dell’Università, trasmesso durante la

quarta ed ultima puntata di “Vieni via come

me” lo scorso 29 novembre su RaiTre.

Almeno da quassù riesco a vedere l'orizzon-

te. Ci hanno detto che difendiamo i baroni.

Ma qui sul tetto non se ne vede uno. Dopo dieci anni che faccio ricerca, devo ancora

spiegare a tutti a cosa serve il mio lavoro.

Dicono che i concorsi sono truccati. Per

capire se è vero, mi piacerebbe poterne fare

almeno uno. L'Università di Stato deve di-

magrire, così può ingrassare l'Università

privata. Gli scippi mi hanno sempre fatto

paura. Ma non sapevo che si potessero scip-

pare anche le Borse di studio. Sui tetti si

sogna. Si sogna un'università pubblica, libe-

ra e aperta. Sono stanca di sentirmi dire che

sono troppo giovane, che sono troppo vec-chia, che ho pubblicato poco, che ho pubbli-

cato troppo, che sono troppo autonoma, che

sono troppo dipendente, che sono stata trop-

po all'estero, che non ci sono stata abbastan-

za. Forse vado via da questo paese. Perché

non posso più sentirmi inutile dopo tanti

anni di ricerca. Forse rimango qui. Perché se

se ne vanno i ricercatori, portano via il futu-

ro, e senza futuro, il mio paese muore.

In foto Francesca

Coin, durante la

trasmissione “Vieni

via con me”.

Page 4: SottoBanco I/2

"L'educazione sessuale e civile impartita nelle

scuole di alcuni Paesi europei costituisce una

minaccia alla libertà religiosa”. Questo è il

“grave allarme” che Papa Benedetto XVI ha

lanciato alla presentazione degli auguri per il

nuovo anno di fronte “agli Eccellentissimi

membri del Corpo diplomatico accreditato

presso la Santa Sede”. Nello stesso incontro

dopo aver ricordato e condannato le stragi di

cristiani in Egitto, riaffermando con forza il diritto inalienabile di ciascun uomo a profes-

sare liberamente la propria fede, il Pontefice

ha continuato il discorso parlando degli “altri

attacchi” alla libertà religiosa, accusando ap-

punto l’educazione sessuale nelle scuole. In

un momento di crisi di fede come quello che

si sta vivendo, affermazioni del genere non

faranno certo avvicinare il popolo alla Chiesa,

ormai praticamente estraniata dai problemi

reali. In una paese dove alcuni adolescenti

ritengono che una lavanda vaginale con la Coca Cola protegga da una gravidanza indesi-

derata e il grado di conoscenza sui metodi

contraccettivi disponibili sia il più basso

d’Europa (fonte: Progetto “Scegli Tu”-

Società Italiana di Ostetricia e Ginecologia),

affermazioni di questo tipo, soprattutto perché

fatte da una figura così influente come quella

del Papa, non possono che suscitare sconcer-

to. Non è d’altronde la prima volta che il Pon-

tefice si lancia in discorsi del genere: purtrop-

po indimenticabile è stata anche la sua

“crociata” contro l’uso del preservativo, no-nostante ogni giorno cresca il numero degli

individui sieropositivi (in Italia ogni anno

4mila nuove diagnosi di HIV Fonte: Mini-

stero della salute - dadi epidemiologici

2008). Il direttore di Avvenire Marco Tar-

quinio nel rispondere a due lettere dei

suoi lettori sul tema, ha affermato che

le parole del Papa sono state travisa-

te, e che la Rai, con Fazio e la Litiz-

zetto in testa,ha “sbeffeggiato” il Pon-

tefice e ha favorito la concezione che l’educazione sessuale si riduca “a una

dimensione pseudo tecnica e meccanica,

come se la priorità fosse liberare il rapporto

sessuale dalle sue implicazioni: da qui l'enfasi

su contraccezione e aborto". Sicuramente le

ore dedicate all’educazione sessuale potrebbe-

ro essere più complete ed esaustive, indagan-do anche l'aspetto psicologico ed affettivo, il

tutto per dare, oltre che un risvolto meramente

informativo, anche uno formativo. Non va

dimenticato però il ruolo centrale della scuola

pubblica, che, mantenendosi sempre in una

dimensione laica e rispettosa della dignità

umana, deve fornire tutti gli strumenti perché

gli stessi studenti sviluppino una loro opinio-

ne su queste tematiche: solo attraverso

l’informazione si formano coscienze libere e

non più incatenate al pregiudizio e alle ideolo-

gie.

4 Marzo ‘11 n°2

VitaScolastica

PAPA BENEDETTO XVI: educazione sessuale, una minaccia per la fede

Ed. sessuale a scuola, è polemica La sessualità, tema scottante per la Chiesa, riaccende gli animi delle scuole

EMANUELA SCHIAVELLO

Il grande Concorso

Continua il concorso a premi di SottoBanco! In ogni numero proponiamo ai nostri lettori un gioco d’abilità diverso da risolvere, mettendo in palio ogni volta “ricchi” premi per i vincitori. Regolamento: in questo numero ci sono in palio due ricariche da 5 euro ciascuna per le chiavette dei distributori automatici. Le prime due persone che consegneranno la soluzione di tutti i quadri proposti alla Prof.ssa Cappella, si aggiudicheranno il premio.

Trova la parola che si può asso-

ciare a tutti gli altri sei termini balia

tentare

ironia

estrazione

destino

cattiva

dolce

fuoco

bocca

buco

minerale

gola

calciatore

professore

attore

fuori

causa

giochi

passo

magro

ideologico

allarme

piano

storico

- APERTURA DELLA CHIESA - AL SESSO SICURO

...Ora permes-so l’uso del casco integrale!

Page 5: SottoBanco I/2

5 Marzo ‘11 n°2

Cultura

Al cinema QUALUNQUEMENTE una satira che lascia l’amaro in bocca

I have no dream, but I like pilu Cetto La Qualunque: un “politico moderato” nato dal genio di “Albanese”

Cetto La Qualunque, personaggio nato dal

genio comico di Antonio Albanese, è un im-

prenditore scorretto,volgare, sprezzante di

uomini e natura, ora protagonista del

nuovo fi lm di Giul io Manfredon ia “Qualunquemente”. Cetto, dopo una lunga

latitanza in Brasile, ritorna nella sua amata

Marina di Sopra con nuova moglie e nuova

figlia al seguito e viene subito indicato dai

malavitosi del luogo come valida alternativa

all’ “infame” candidato ecologista De Santis,

reo di voler riportare decenza e legalità in

paese. Ne segue una battaglia all’ultimo voto

senza esclusione di colpi (né di artiglieria

pesante!) che porterà La Qualunque alla

(illegale) vittoria. Quello di Albanese è un

personaggio statico, non esce mai dallo stere-otipo, è cinico e sa di esserlo e piace per que-

sto, perché fiero di essere ciò che è; inutili

saranno le pressioni del guru Jerry, barese

rinnegato, che cercherà di dargli una parven-

za di legalità e buoncostume.

Cetto non ha un programma politico, non

vuole occuparsi di malati e indigenti, dà solo

alla gente ciò che la gente vuole, u’pilu, igna-

ro promotore del famoso Panem et Circenses.

Tuttavia, e ciò dovrebbe far riflettere, non

basterà questo a condurlo alla vittoria. Non si

tratta di un film comico, ma di satira pura , non si ride spensieratamente ma con coscien-

za, riflettendo sulle assurdità che vediamo

ogni giorno nella nostra socie-

tà. Unica pecca, una trama

troppo prevedibile, per noi

abituati a una realtà, purtrop-

po, molto più sorprendente:

come ricorda Albanese

durante la presentazione

del film a “Che tempo

che fa” su RaiTre:

“La Qualunque è un politico moderato,

non certo un uomo

che oggi farebbe

scalpore”. Da consi-

gliare, la visita del sito

u f f i c i a l e

www.partitodupilu.it.

Perle di saggezza

di Prof. e studenti

Studente: “A Milano gli uccelli non cinguettano...tossiscono!”

Studente: “Sa che ho preso un Piran-ha? ” Prof: “Ma da tenere in casa?” Studente: “No, da portare a spasso”

Prof: “Il panneggio della veste dà la sensazione di un marmo croccante”

Prof: “Manzoni era un nevrotico

pazzesco”

EMANUELA SCHIAVELLO

In foto il comico Antonio Albanese

nei panni del suo personaggio Cetto

La Qualunque

In Italia la maggioranza delle donne lavora

fuori o dentro casa, crea ricchezza, cerca un

lavoro, studia, si sacrifica per affermarsi nella

professione che si è scelta, si prende cura

delle relazioni affettive e familiari, occupan-

dosi di figli, mariti, genitori anziani. Questa

ricca e varia esperienza di vita è cancellata

dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresen-

tazione delle donne come nudo oggetto di

scambio sessuale, offerta da giornali, televi-sioni, pubblicità. E ciò non è più tollerabile.

Si giunge così al 13 febbraio 2011: in 230

città italiane ed europee più di 900mila donne

si sono riunite per protestare contro

l’immagine che questa società ha dato loro.

La manifestazione è stata nell'intento delle

organizzatrici, il comitato “Se non ora quan-

do?”, un modo per far sentire la propria voce

senza bandiere di partito e di sindacato.

Un’iniziativa totalmente trasversale e sponta-

nea. Tra gli appuntamenti italiani spicca quel-

lo milanese, dove, in Piazza Castello, su un

lungo filo da bucato tutte le don-

ne, munite di una

simbolica sciarpa

bi a n ca , hann o

appeso pensieri, storie, poesie ed

immagini. La manife-

stazione ha visto la

partecipazione del pre-

mio Nobel per la lettera-

tura Dario Fo, di sua mo-

glie e di diversi giornalisti e

attori famosi. “Questa è una manifestazione

aperta per le donne e con le donne” dice Fo

coniando l’intera iniziativa. La moglie, accol-

ta anch’essa da un applauso della folla, ha

letto pubblicamente il brano di Giuseppe Cederna, attore e scrittore italiano, “Mi ver-

gogno”. Dopo gli interventi di altri giornalisti

e attori, la manifestazione finisce. Anche se,

senza uso di mezzi termini, si è voluto sottoli-

neare il carattere politico di una manifestazio-

ne che punta chiaramente il dito contro il

capo del governo, la protesta non è stata solo

contro escort, veline, arcorine del bun-

ga bunga e altri fenomeni simili. E’

stata contro chi prende in conside-

razione le donne solo come ogget-

to sessuale, contro chi usa la pro-pria bellezza per fare carriera, per

ottenere soldi facili senza dignità, contro

chi non ha alcun rispetto dell’immagine della

donna in quanto persona. Dario Fo si pronun-

cia così ai giornali dopo il discorso: “È im-

pressionante vedere che le vere donne deter-

minano la maggioranza. Era l’ora!”

900MILA DONNE in piazza all’urlo di “Se non ora, quando?”

Una manifestazione al femminile Uniti per tutelare la dignità femminile minacciata dallo smercio del corpo

ALESSANDRO GASTALDELLI

Page 6: SottoBanco I/2

Quest'anno si è svolta nei giorni 21 e 22 di-

cembre la tanto aspettata autogestione, così

abbiamo voluto intervistare le professoresse

Colzani e Martinelli, chiedendo loro parere

in merito all’esito dell'autogestione e del loro

dibattito. La Prof.ssa Martinelli afferma che,

per quel che riguarda la riuscita, bisogna sot-

tolineare la bravura di Bonizzoni che in così

poco tempo è riuscito a mettere in piedi un

progetto accettabile ed è stato bravo a sfrutta-

re il legame logistico della scuola con il pro-

blema del racket e dell’usura. L’autogestione

in sé, se organizzata bene e con cognizione di

causa (consiglio della Prof.ssa: a settembre

riunione del collettivo per mettere giù even-

tuali progetti sfruttando anche le risorsa dei

docenti, intesa anche come fonte di contatti interessanti), è un momento utile e alternativo

al regolare svolgimento delle lezioni, mo-

mento di approfondimento, di ampliamento

di conoscenze e crescita personale se affron-

tato con la giusta serietà dallo studente. Ha

aggiunto anche un breve confronto con il

diverso modo in cui è vissuta da studenti e

insegnanti l’autogestione rispetto una trentina

di anni fa. Negli anni di “fermento”, il con-

flitto studenti e insegnanti era gestito male e

l’autogestione era vissuta come momento di ribellione all’autorità dato che ai giorni nostri

quest’ultima viene a mancare, potrebbe stupi-

re la ricerca di sostegno richiesta dallo stu-

dente all’insegnante; potrebbe, ma la profes-

soressa sottolinea il fatto che la nostra genera-

zione è particolarmente fragile, priva di soste-

gni anche per quanto riguarda lo stesso ideale

politico, ecco quindi spiegato questo bisogno

di collaborazione e sostegno. Per quanto ri-

guarda invece il tanto atteso dibattito Colzani-Martinelli, annunciato come un incontro di

box, afferma che la differenza delle loro opi-

nioni sta in una diversa visione del passato,

ma che alla base vi è uno stesso tipo di peda-

gogia, la stessa passione per l’insegnamento e

il necessario rispetto personale e quindi uno

stesso punto di partenza che le porta ad avere

una differente, dovuta ovviamente alla diver-

sità personale e di opinione, ma simile visio-

ne del presente. Anche la Prof.ssa Colzani

prende atto della diversità sostanziale dello

svolgersi dell’autogestione, rispetto a un pas-sato in cui era vissuta come scontro. "Ora -

dice - non deve stupire la ricerca di collabora-

zione dello studente volta a cercare un aiuto

per rendere il momento alternativo e comple-

mentare alle regolari lezioni in classe, sempre

se affrontato con il giusto spirito e dovuta

serietà!". Conferma che è stato un dibattito

interessante, ma si è sentita di non aver espo-

sto al meglio alcune parti del suo pensiero

dovendo sia rispondere per prima alle doman-

de, quindi non potendo controbattere alle risposte della collega, sia non prendendo ap-

punti. Tuttavia questi dettagli avrebbero in-

fluito sulla forma più che sul contenuto di ciò

che è stato detto. Per il futuro, l’unico consi-

glio è l’alternare i turni di risposta.

AUTOGESTIONE!

6 Marzo ‘11 n°2

Autogestione

COLZANI: Non deve stupire la ricerca di collaborazione degli studenti

Scuola e studenti tra ieri ed oggi Le Prof.sse Colzani e Martinelli riflettono sull’evoluzione del sistema scuola

NOEMI SANTAMARIA

La Prof.ssa

Martinelli du-

rante il dibattito

in Aula Magna.

Foto: Alessia

Galletta

Perché le autogestioni non

si organizzano da sole...

Non poteva mancare un'intervista anche a uno

dei nostri rappresentanti d'istituto: Jacopo

Bonizzoni. Anche lui ha espresso il suo pare-re riguardo la riuscita dell'autogestione.

"Personalmente", dice, "mi ritengo molto

soddisfatto della riuscita dell'autogestione,

sono felice che sia piaciuta alla grande mag-

gioranza degli studenti e anche dei professori.

Devo essere sincero, sono stato molto conten-to che non ci siano state polemiche da parte di

questi ultimi perché vuol dire che hanno con-

diviso le nostre idee e il nostro progetto".

Naturalmente molti di noi si sono anche chie-

sti come siano riusciti ad organizzare l'auto-

gestione in così poco tempo... Detto fatto!

Bonizzoni ci spiega che nell'arco di una deci-

na di giorni ha riunito più volte un comitato

studentesco per organizzarla, in cui lui, Lucio

Campatelli, Matteo Zaffalon, Mauro Fortuna

e altri ragazzi di altre classi si sono trovati per mettere a confronto le loro idee e le diverse

proposte. Nonostante debba riconoscere che

non è stato un compito molto facile è conten-

to che siano riusciti nella loro "impresa" e

ringrazia tutti coloro che hanno partecipato e

che lo hanno aiutato.

NOEMI SANTAMARIA

Page 7: SottoBanco I/2

L’autogestione al Russell ha riscosso un

gran numero di adesioni e molti apprezza-

menti. È stata vissuta come un momento di

formazione, diverso dalla solita lezione

frontale, “una cosa nuova: al liceo si è più liberi di esprimere sé stessi”, secondo Mar-

tina e Diana, due ragazze di 1 ̂che non vi

hanno partecipato perché a loro dire non

“sembrava un modo utile per chiedere il

mutamento della scuola”, non capendo il

senso di questa autogestione. “Non abbia-

mo ritenuto necessario partecipare perché

abbiamo già affrontato questi argomenti

alle medie”. Diverso, invece, il parere di

Ivan, uno studente di 5^: “Mi ha fatto pia-

cere che siano stati trattati temi importanti e

che sia intervenuto Frediano Manzi, ma non è nella mia indole parteciparvi, anche

se mi sarebbe piaciuto esserci. Da quel che

mi hanno raccontato, è

stato molto interessante.” Nelle classi gene-

ralmente sono stati fatti ripassi e recuperi di

verifiche, mentre le conferenze hanno coin-

volto gli studenti attraverso dibattiti e la

trattazione di temi scottanti come il ra-cket delle case popolari in via Padre

Luigi Monti, nonostante alcuni siano

stati sorpresi a giocare a carte. Sempre

secondo Ivan, “questi ultimi non han-

no capito il senso dell’autogestione:

ritengo che sia un momento in cui

gli studenti fanno vedere cosa vor-

rebbero migliorare della scuola,

mettendolo in atto per qualche

giorno. Inoltre è stato poco cor-

retto nei confronti di chi l’ha

organizzata. Tuttavia, credo che la maggior parte dei partecipanti vi

sia andata perché sinceramente

interessata, altrimenti non a-

vrebbe avuto un esito così posi-

tivo. Lo studente nella scuola

dovrebbe svolgere un ruolo

attivo: ciò è possibile attra-

verso attività come giorna-

lino, teatro, musica, ecc.,

ma anche nello studio

delle materie sarebbe bello che ciascuno ap-

portasse del proprio e

non ritengo che sia

impossibile che ac-

cada davvero.” In

fondo, secon-

do Martina e Diana, “la

scuola ha il compito di aprire le men-

ti, sviluppando i talenti di ognuno e facen-

do socializzare con i coetanei.”

7 Marzo ‘11 n°2

Autogestione

Foto di

Alessia Galletta

IVAN: dopo l’autogestione continuare ad apportare del proprio nello studio

E chi è rimasto in classe? Le ragioni di Ivan, Martina e Diana che hanno preferito restare in classe

20/12/11

21/12/11

AMAL MAHAJNEH

Page 8: SottoBanco I/2

8 Marzo ‘11 n°2

Orientamento

Abbiamo scelto di pubblicare questo disegno perché esso rappresenta un

miglioramento decisivo non solo per Samantha, che sta seguendo tutte le

lezioni, ma anche per il resto del gruppo. I ragazzi si stanno impegnando

e dimostrano di avere interesse, sono contento di questo e malgrado al-

cuni abbiano lasciato il corso già dopo pochi incontri posso dire di essere soddisfatto della piega che sta prendendo nell'ultimo periodo. Io e Fede-

rica portiamo avanti le nostre lezioni già da un po' e il gruppo si sta for-

mando, abbiamo modo di insegnare ai partecipanti e divertirci allo stes-

so tempo! Cosa può esserci di meglio? Per chiunque si dovesse interes-

sare al corso saremmo felici di accoglierlo!

Quale ateneo frequenti e quale facoltà?

Frequento l'università statale di Milano Bi-

cocca e sono iscritto alla facoltà di Scienze e

tecniche psicologiche, curriculum di Riabili-

tazione e sostegno in età di sviluppo.

Da che liceo provieni? Hai fatto qualche

sperimentazione?se si pensi che ti sia servi-

to? Ho studiato al liceo scientifico Casiraghi

(Parco Nord). Per i primi due anni ho fre-quentato la sperimentazione P.N.I. (piano

nazionale informatica) ma successivamente,

poiché non si trattavano argomenti attinenti

con una mia possibile futura “carriera”, pas-

sai al tradizionale al primo anno di triennio.

Come sono strutturati i corsi? Dato il gran

numero, gli studenti vengono suddivisi in due

gruppi, A e B. Il primo semestre il gruppo A

frequenta metà dei corsi e il gruppo B l'altra

metà, invertendosi nel secondo semestre. Questo comporta non pochi problemi: per il

primo semestre, gli studenti, possono dare

solo gli esami inerenti ai corsi frequentati dal

proprio gruppo. Il primo anno i corsi sono gli

stessi per tutti, così come gli esami. Al secon-

do anno si scegliere il proprio curriculum,

una sorta di specializzazione, dalla quale

dipenderanno il numero ed il tipo di esami

degli anni successivi. Il numero di esami è

molto alto ( 30-36 esami) molti dei quali con

la psicologia non centrano davvero nulla. 5

esami di scienze, 4 di statistica, 1 di inglese, 1

di informatica e 2 di linguistica, più o meno

un terzo degli esami non riguardano diretta-

mente con il corso di laurea.

Quali sono gli sbocchi professionale per

questa facoltà? Che progetti hai in serbo

per il futuro? Gli sbocchi professionali sono

molteplici, non dipendono solo dalla speciali-

stica che si sceglierà in seguito, ma già dal

curriculum. Oltre allo psicologo stereotipato

seduto sulla poltrona, infatti, si può sceglie-

re di lavorare nelle comunità, nei consul-

tori, nelle scuole, di fare parte di istituti

di ricerca psicologici oppure di lavora-

re in rami più legati al business e diventare i responsabili delle assun-

zioni di personale nelle ditte, di-

ventare sondaggista fino anche a

casi più estremi, nei rami pubbli-

citari. Nel ramo sociale invece

l'aiuto ai tossicodipendenti, ai

disabili, alle vittime di incidenti, possono

essere le scelte più interessanti. In ultimo, il

campo clinico, da accesso alla neuropsicolo-

gia, allo studio accurato delle meccaniche

cerebrali e alla ricerca sulle malattie che col-piscono quest'ultimo, come alzheimer, par-

kinson, sindrome di down ecc. Per quanto mi

riguarda, il mio interesse è lavorare con ado-

lescenti problematici, quindi in scuole e con-

sultori.

Cosa ti ha aiutato a scegliere la facoltà?

Onestamente, nessuno mi ha aiutato a sce-

gliere. Ho trovato davvero irrilevanti i mezzi

messi a disposizione dal liceo per l'informa-

zione sui corsi, facoltà eccetera. Inoltre, tutte

le problematiche all'interno delle singole fa-coltà degli atenei, non si possono sapere in

anticipo, sono solamente "sorprese" a cui

l'orientamento non può preparare.

A cura di ALESSIO DE PATRE

Per la facoltà di PSICOLOGIA parla Angelo, studente presso la Bicocca

Nel pieno delle mie facoltà... Continua la rubrica di orientamento universitario per tutti gli indecisi

Il laboratorio del Fumetto

A cura di PAOLO CAGNETTA