retorica-b
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Iperbole
Catacresi
Antonomasia
Allegoria
Metafora
Metonimia
Perifrasi o circonlocuzione
Personificazione
Prosopopea
Sineddoche
Sinestesia
Allitterazione
Paronomasia
Anafora
Onomatopea o armonia imitativa
Figura etimologica o annominazione
Poliptoto
Anastrofe
Iperbato
Chiasmo
Climax o gradazione
Similitudine
Ripetizione
Raddoppiamento (Geminatio o Epanalessi)
Anadiplosi
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Epanadiplosi
Enallage
Ipallage
Asindeto
Polisindeto
Endiadi
Zeugma
Ossimoro
Eufemismo
Epifonema
Ironia
Esclamazione
Interrogazione
Apostrofe
Ipotiposi
Antitesi
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Allegoria
Consiste nel nascondere, dietro il senso letterale delle parole, un
contenuto diverso, per lo pi di carattere astratto e ideale.
tal mi fece la bestia sanza pace,
che, venendomi incontro, a poco a
poco
mi ripingeva l, dove il sol tace.
(Dante,Inferno, I, 58-60)
Quando mi vidi giunto in quella parte
di mia etade ove ciascun dovrebbecalar le vele e raccoglier le sarte,
ci che pria mi piacea allor
selva del peccato
la vecchiaia
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m'increbbe:
e pentuto e confesso mi rendei.
(Dante,Inferno, XXVI, 79-83)
Maledetta sie tu, antica lupa,che pi che tutte l'altre bestie hai preda
per la tua fame sanza fine cupa!
(Dante,Purgatorio, XX, 10-13)
L'oro et le perle e i fiori vermigli e i
bianchi,
che 'l verno devria far languidi et
secchi,
son per me acerbi et velenosi stecchi,
ch'io provo per lo petto et per lifianchi.
(F. Petrarca, Canzoniere, XLVI, 1-4)
Passa la nave mia colma d'oblio
per aspro mare, a mezzanotte il verno,
enfra Scilla et Caribdi; et al governo
siede 'l signore, anzi 'l nimico mio.
(F. Petrarca, Canzoniere, CLXXXIX,1-4)
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al
figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
(S. Quasimodo,Alle fronde dei salici)
l'avarizia
bellezze di Laura
la vecchiaia
l'anima del poeta
l'amore
occupazione straniera
l'ispirazione poetica
Antonomasia
Consiste nell'adoperare un nome comune o una perifrasi invece di un
nome proprio e viceversa. (Zingarelli)
Di voi pastor s'accorse il Vangelista,
quando colei che siede sopra l'acque
San Giovanni Evangelista
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puttaneggiar coi regi a lui fu vista;
(Dante,Inferno, XIX, 106-108)
Ch le citt d'Italia tutte piene
son di tiranni, e un Marcel diventaogne villan che parteggiando viene.
(Dante,Purgatorio, VI, 124-126)
et non gi vert d'erbe, o d'arte maga,
o di pietra dal mar nostro
divisa,
(Francesco Petrarca, Canzoniere,
LXXV, 3-4)
De l'empia Babilonia, ond'
fuggita
ogni vergogna, ond'ogni bene fori,
albergo di dolor, madre d'errori,
son fuggito io per allungar la vita.
(Francesco Petrarca, Canzoniere,CXIV, 1-4
e fatto ch'ebbe il re di Circassia
battere il volto de l'antiqua madre
travers un bosco, e dopo il bosco un
monte,
(Ludovico Ariosto, Orlando furioso, II,XXXIII, 5-7)
Quel che 'l Maestro suo per trenta
nummi
diede a' Iudei, non nocque a Ianni o a
Piero;(Ludovico Ariosto, Orlando furioso,
XXII, II, 5-6)
Mentre son questi a le bell'opre intenti
perch debbiano tosto in uso porse
il gran nemico de l'umane genti
contra i cristiani i lividi occhi torse.
(Torquato Tasso, Gerusalemme
liberata, IV, I, 1-4)
Odi come consiglia! odi il pudico
avversario dell'autorit imperiale
Mare Mediterraneo
Curia papale ad Avignone
la terra
Ges Cristo
il demonio
moralista
i venti
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Senocrate d'amor come ragiona!
(Torquato Tasso, Gerusalemme
liberata, XVI, LVIII, 5-6)
[...] e l'isole
che col selvoso dorso
rompono agli Euri e al grande Ionio il
corso.
(Ugo Foscolo,All'amica risanata, 82-84)
E quando Furio e l'arator
d'Arpino,
imperador plebeo, tornava a te,(Giosu Carducci,Agli amici della
Valle Tiberina, 49-50)
Come uno straccio lurido, gettata
questa terra di Fucci e di
Bonturi,
(Giosu Carducci,Heu pudor!, 13-14)
Caio Mario
ladri | truffatori
Catacresi
Consiste nell'usare un senso al posto di un altro o pi genericamente
servirsi di un termine oltre il suo significato proprio.
Io venni in loco d'ogne luce muto,
che mugghia come fa mar per
tempesta,
se da contrari venti combattuto.
(Dante,Inferno, V, 28-30)
Ivi fra l'erbe, gi del piangerfioco,
vinto dal sonno, vidi una gran luce
e dentro assai dolor con breve gioco.
(F. Petrarca, Trionfo d'Amore, I, 10-12)
[...]
ma, poi che torn il lume a gli occhi
miei,ch'eran d'atra caligine condensi,
notte mi parve ed a lo sguardo fioco
privo
stanco
offuscato
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s'offerse il vacillar d'un picciol foco.
(T. Tasso, Gerusalemme liberata, VIII,
197-200)
[...] Men duro il maleche riparo non ha? dolor non sente
chi di speranza nudo?
(G. Leopardi,Bruto Minore, 35-37)
Sentivo una gran gioia, una gran pena;
una dolcezza ed un'angoscia muta.
(G. Pascoli, Sogno, 5-6, Myricae)
Oh! dormi col tremolio mutodell'esile cuna che avesti!
non piangerlo tutto, il minuto
che avesti, dell'esile vita!
(G. Pascoli,Il sogno della vergine, 55-
58)
Cade la sera. Nasce
la luna dalla Verna
cruda, roseo nimbo
di tal ch'effonde pace
senza parola dire.
(G. D'Annunzio,I tributarii, 51-55)
T'alzi e t'avanzi sul ponticello
esiguo, sopra il gorgo che stride:
(E. Montale,Falsetto, 42-43)
privo
tanto intensa che non fa parlare
breve
priva di vegetazione
stretto
IperboleConsiste nell'esagerare o ridurre, oltre i limiti normali, la qualit di una
persona, animale, cosa o un'idea.
- O frati, - dissi, - cheper centomila
perigli siete giunti all'occidente;
a questa tanto picciola vigilia
de' nostri sensi ch' del rimanente,
non vogliate negar l'esperienza,
diretro al sol, del mondo sanza gente... -
(Dante,Inferno, C. XXVI, 112-117)
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Erano i capei d'oro a l'aura sparsi
che 'n mille dolci nodi gli avolgea,
e 'l vago lume oltra misura ardea
di quei begli occhi ch'or ne son s scarsi;...
(F. Petrarca, Canzoniere, XC, 1-4)
Parve ch'a tal domanda si cangiassi
la maga in viso, e fe' degli occhi rivi,...
(L. Ariosto, Orlando furioso, III, 485-486)
Gli occhi tuoi pagheran (se in vita resti)
di quel sangue ogni stilla un mar di pianto.
(T. Tasso, Gerusalemme liberata, XII, 467-468)
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di l da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo;...
(G. Leopardi,L'infinito, 4-7)
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei il vuoto ad ogni gradino.
(E. Montale,Xenia II, 5, 1-2)
Come seipi lontana della luna,
ora che sale il giorno
e sulle pietre batte il piede dei cavalli!
(S. Quasimodo, Ora che sale il giorno, 10-12)
...
Gridanoa squarciagola in un fuoco di guerra.
(L. Sinisgalli, Vidi le Muse, II, 3-4)
Metafora
Consiste nel trasferire a un termine il significato di un altro termine con
cui ha un rapporto di somiglianza. In breve, una similitudine senza il
termine di paragone: tu sei (simile a) un dio.
e prego anchio nel tuoporto
quiete.morte
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(U. Foscolo,In morte del fratello
Giovanni, 11)
Mi getto, e grido, e fremo. Oh
giorni orrendiin cos verde etate! Ahi, per la
via
(G. Leopardi,La sera del d di
festa, 23-24)
tutto ei prov: la gloria
maggior dopo il periglio,
la fuga e la vittoria,
la reggia e il tristo esiglio;
due volte nella polvere,due volte sullaltar.
(A. Manzoni,Il Cinque Maggio,
43-48)
Tu fiorde la mia pianta
percossa e inaridita,
tu de linutil vita
estremo unico fior,
(G. Carducci,Pianto antico , 9-12)
Si devono aprire le
stelle
nel cielo s tenero e vivo.
(G. Pascoli,La mia sera, 9 -10)
Non ho voglia
di tuffarmiin un gomitolodi strade
(G. Ungaretti,Natale, 1-4)
Alle sponde odo l'acqua colomba,
Anapo mio; nella memoria geme
al suo cordoglio
uno stormire altissimo.
(Salvatore Quasimodo,L'Anapo, 1- 4)
Piove senza rumore sulprato del
giovent
in disgrazia
in trionfo
figlio | padre
sbocciare come i fiori
moltissime vie che si intersecano
l'acqua mormora come una colomba
che tuba
la superficie del mare liscia e verde
scuro come un prato erboso
gli occhi si aprono come due corolle
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mare.
(C. Pavese, Tolleranza, 1)
Sono i tuoi puri occhidue miracolose corolle
sbocciate a lavarmi lo sguardo.
(Antonia Pozzi,Notturno
invernale, 29 - 31)
Metonimia
Consiste nella sostituzione di un termine con un altro, con cui in
rapporto: la causa per leffetto, leffetto per la causa, la materia per
loggetto, il contenente per il contenuto, lo strumento al posto della
persona, lastratto per il concreto, il concreto per lastratto, il simbolo per
la cosa simbolizzata.
saccendon le finestre ad
una ad una
come tanti teatri.
(V. Cardarelli, Sera di
Liguria, 5-6)
assursero in fretta dai blandi
riposi,
chiamati repente da squillo
guerrier.
(A. Manzoni,Dagli atrii
muscosi, dai Foricadenti, Adelchi, 35-36)
Mentre Rinaldo cos parla,fende
con tanta fretta il suttil legno
londe,
(L. Ariosto, Orlando furioso,Canto XLIII, LXIII)
ma per le vie del borgo
dal ribollir de tini
va laspro odor de i vini
lanime a rallegrar.(G. Carducci, San Martino,5-8)
le finestre sono
illuminate
tromba
barca
dal mosto che bolle nei
tini
un uomo
la causa per leffetto
leffetto per la causa
la materia per
loggetto
il contenente per il
contenuto
lo strumento al posto
della persona
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Lingua mortal non dice
quel chio sentiva in seno.
(G. Leopardi,A Silvia, 26-27)
Tutta vestita a festa
la giovent del loco
lascia le case, e per le vie si
spande;
(G. Leopardi,Il passerosolitario, 32-34)
porgea gli orecchi al suon
della tua voce,
ed alla man veloce
che percorrea la faticosa tela.
(G. Leopardi, A Silvia, 20-
22)
e intanto vola
il caro tempo giovanil; pi
caro
che la fama e lallor,
(G. Leopardi,Le ricordanze,43-45)
i giovani
faticoso lavoro
gloria poetica
lastratto per ilconcreto
il concreto per
lastratto
il simbolo per la cosa
simbolizzata
Perifrasi o circonlocuzioneConsiste nell'indicare una persona o una cosa con un giro di parole.
e quella parte onde prima presonostro alimento, all'un di lor
trafisse:
(Dante,Inferno, XXV, 85-86)
...
in corso velocissimo se 'n vanno
l 've Cristo soffr mortale
affanno.
(T. Tasso, Gerusalemme liberata, C.
I, 106-107)
Ma lasciamolo andar dove lo manda
l'ombelico
Gerusalemme
l'amore
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il nudo arcier che l'ha nel cor
ferito.
(L. Ariosto, Orlando furioso, CIX,
739-740)
e l'arca di Colui che nuovo Olimpo
alz in Roma a' Celesti;...
(U. Foscolo,Dei Sepolcri, 159-160)
... nui
chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in
lui...(A. Manzoni,Il Cinque Maggio, 32-
34)
Tupria che l'erbe inaridisse il
verno
(G. Leopardi,A Silvia, 40)
Amo te, vite, che tra bruni sassi
pampinea ridi, ed a me pia maturi
il sapiente de la vita oblio.
(G. Carducci, Colloqui con gli
alberi, 9-11)
Giova guarire? Giova che si viva?
O meglio giova l'Ospite furtiva
che ci affranca dal Tempo e dallo
Spazio?
(G. Gozzano,La signorina Felicita,VII, 40-43)
Questo che a notte balugina
nella calotta del mio pensiero...
(E. Montale,Piccolo testamento, 1-
2)
Michelangelo e la cupola di S.
Pietro
Dio
l'autunno
il vino
la morte
la testa
PersonificazioneConsiste nellattribuire a cose e ad animali azioni o sentimenti umani.
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DAchille i cavalli intanto, veduto
il loro auriga dalla lancia di Ettore
nella polvere abbattuto, lontano
dalla battaglia erano lpiangenti.
(Omero,Iliade, Libro XVII, 540-543; trad. Lorenzo De Ninis)
e da le aurate volte
a lei impietosita eco rispose
(G. Parini,Il giorno, Il mezzogiorno, 528-529)
Oh quei fanali come sinseguono
accidiosi l dietro gli alberi,
tra i rami stillanti di pioggia
sbadigliando la luce su l fango!(G. Carducci,Alla stazione in una mattina dautunno, 3-4)
L, presso le allegre ranelle,
singhiozza monotono un rivo.
(G. Pascoli,La mia sera, 11-12)
Da un pezzo si tacquero i gridi:
l sola una casa bisbiglia.
(G. Pascoli,Il gelsomino notturno, 5-6)
Mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento,piange alla bufera.
(G. Pascoli,Fides, 7-8)
Sul sentiero bruciato
ho visto il buon lucertolone
(goccia di coccodrillo)meditare.
(F. Garcia Lorca,La lucertola vecchia, 1-4)
E gi,
nel cortile,
la povera
fontana
malata;
che spasimo!
sentirlatossire.
Tossisce,
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tossisce,
un poco
si tace
di nuovo
tossisce.
Mia poverafontana,
il male
che hai
il cuore
mi preme.
(A. Palazzeschi,La fontana malata, 6-25)
Febbraio sbarazzino.
Questo mese un ragazzofastidioso, irritante,
che mette a soqquadro la casa,
(V. Cardarelli,Febbraio, 1; 8-11)
Vanno a sera a dormire dietro i monti
le nuvolette stanche.
(U. Saba,Favoletta, 6-7)
I monti a cupo sonno
supini giacciono affranti.
(Salvatore Quasimodo,Apllion, 1 - 2)
Dalla finestra aperta
entran le voci calme
del fiume,
(A. Bertolucci, Mattino, 1-3)
ProsopopeaAffine alla personificazione consiste nellattribuire prerogative umane a
cose o a concetti inanimati o astratti,
facendoli parlare o rivolgendo loro la parola.
Forse perch della fatal quiete
tu sei limmago a me s cara vieni
o Sera!
(U. Foscolo,Alla sera, 1-3)
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Vaghe stelle dellOrsa, io non credea
tornare ancor per uso a contemplarvi
(G. Leopardi,Le ricordanze, 1-2)
Bella Immortal! Benefica
Fede ai trionfi avvezza!
Scrivi ancor questo, allegrati
(A. Manzoni,Il Cinque Maggio, 97-99)
I cipressi che a Blgheri alti e schietti
Van da San Guido in duplice filar,
Quasi in corsa giganti giovinettiMi balzarono incontro e mi guardr.
Mi riconobbero, e -Ben torni omai -
Bisbigliaron vr me co 'l capo chino -
Perch non scendi? perch non ristai?
Fresca la sera e a te noto il cammino.
Oh siditi a le nostre ombre odorate
Ove soffia dal mare il maestrale:
Ira non ti serbiam de le sassate
Tue d'una volta: oh, non facean gi male!
Nidi portiamo ancor di rusignoli:
Deh perch fuggi rapido cos?
Le passere la sera intreccian voli
A noi d'intorno ancora. Oh resta qui! -
(G. Carducci,Davanti San Guido, 1-16)
Io son, Dafne, la tua greca sorella,Che vergin bionda su 'l Peneo fugga
E verdeggiai pur ieri arbore snella
Per l'Appia via.
(Giosu Carducci, Una rama d'alloro, 1-4)
Non temere, o uomo dagli occhi
glauchi! Erompo dalla corteccia
fragile io ninfa boschereccia
Versilia, perch tu mi tocchi.(G. D'Annunzio, Versilia, Alcyone, 1-4)
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Upupa, ilare uccello calunniato
dai poeti, che roti la tua cresta
sopra laereo stollo del pollaioe come un finto gallo giri al vento;
(E. Montale, Upupa, ilare uccello calunniato, 1-4)
Similitudine
Consiste nelparagonare persone, animali, cose, sentimenti per
associazione di idee; introdotta da come, sembra,
pare, simile, somiglia, ecc
Nella destra scotea la spaventosapeliaca trave; come viva fiamma,
o come disco di nascente Sole
balenava il suo scudo
(Omero,Iliade, Libro XXII, 171-174; traduzione di V. Monti)
Gli venne dunque incontro
con la nutrice che aveva in braccio il bambino,
il figlio amato di Ettore, simile a chiara stella.
(Omero,Iliade, Libro VI, 343-345; S. Quasimodo)
Se sia bella, non so. Tra le donne ben giovane:
mi sorprende, a pensarla, un ricordo remoto
dellinfanzia vissuta tra queste colline,
tanto giovane. E come il mattino. Mi accenna negli occhi
tutti i cieli lontani di quei mattini remoti.
(C. Pavese,Incontro, 14-18)
Ed io pensavo: Di tante parvenze
che sammirano al mondo, io ben so a quali
posso la mia bambina assomigliare.
Certo alla schiuma, alla marina schiuma(U. Saba,Ritratto della mia bambina, 5-8)
Un tappeto di smeraldo
sotto al cielo il monte par.
(G. Carducci,In Carnia, 3-4)
SineddocheAffine alla metonimia (per molti studiosi non esiste differenza tra le due
figure retoriche) consiste nello spostare il significato che abbia colprimo un rapporto di quantit. Si ha quando si usa: la parte per il tutto, il
tutto per la parte,
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il genere per la specie, la specie per il genere, il singolare per il plurale,
il plurale per il singolare.
E quando la fatalprora dEnea
per tanto mar la foce tuacerc,
(G. Carducci,Agli amici della
Valle Tiberina, 45-46)
Sotto lali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.
(G. Pascoli,Il gelsomino
notturno, 7-8)
- O animal grazioso e benigno
che visitando vai per laer
perso
noi che tignemmo il mondo di
sanguigno:
(Dante,Inferno, Canto V, 88-90)
E quando ti corteggian liete
le nubi estive e i zeffiri
sereni,
(U. Foscolo,Alla sera, 3-4)
onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue
fronde
linclito verso di colui che
lacque
(U. Foscolo,A Zacinto, 6-8)
O sacrosante Vergini, se fami,
freddi o vigilie mai per voi
soffersi,
cagion mi sprona chio merc
vi chiami.
(Dante,Purgatorio, CantoXXIX, 37-39)
nave
gli uccellini
persona
i venti
versi
fame
freddo
la parte per il tutto
il tutto per la parte
il genere per la specie
la specie per il genere
il singolare per il
plurale
il plurale per il
singolare
Sinestesia
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Consiste nel creare unimmagine associando termini che appartengono a
sfere sensoriali diverse.
Non vi ster molto, ch'un lamento
amarol'orecchie d'ogni parte lor feriva;
(Ludovico Ariosto, Orlando furioso,
XXIII, XLIV, 5-6)
Ma per le vie del borgo
dal ribollir de tini
va laspro odorde i vini
lanime a rallegrar.
(G. Carducci, San Martino, 5-8)
Dormi! bisbigliano, Dormi!
l, voci di tenebra azzurra
(G. Pascoli,La mia sera, 35-36)
Dai calici aperti si esala
lodore di fragole rosse.
(G. Pascoli,Il gelsomino, 9-10)
Per la fresca finestra
scorre amaro un sentore di foglie.
(C. Pavese, Ulisse, 14-15)
Sepolto nella bruma il mare odora.
(V. Cardarelli, Sera di Liguria, 7)
Appisolarmi lsolo
in un caff
remoto
con una luce fievole
come questa
di questa luna.
(G. Ungaretti, Cera una volta, 6-11)
E del grave occhio glauco entrolaustera
dolcezza si rispecchia ampio e
sfera uditiva(lamento) + sfera
gustativa (amaro)
sfera gustativa (aspro) + sfera
olfattiva (odore)
sfera uditiva (voci) + sfera visiva
(tenebra azzurra)
sfera olfattiva (odore) + sfera visiva
(fragole rosse)
sfera gustativa (amaro) + sfera
uditiva (sentore)
sfera visiva (bruma) + sfera olfattiva
(odora)
sfera visiva (luce) + sfera tattile
(fievole)
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quieto
il divino del pian silenzio verde.
(G. Carducci,Il bove, 12-14)
Naviga in un tepor di sole occiduo
ridente a le cerulee solitudini:
(G. Carducci,Fantasia, 5-6)
Or ch'a i silenzi di cerulea sera
tra fresco mormorio d'alberi e fiori
ella siede,...
(G. Carducci, Visione, 1-3)
sfera uditiva (silenzio) + sfera visiva(verde)
sfera tattile (tepore) + sfera visiva
(ridente)
sfera tattile (fresco) + sfera uditiva
(mormorio)..
AllitterazioneConsiste nel ripetere le stesse lettere (vocale, consonante o sillaba)
allinizio, ma anche allinterno di due o pi
parole successive legate dal senso.
e caddi come corpo mortocade.
(Dante,Inferno, Canto V, v 142)
Ma ben veggio or s come al popol tutto
favola fui gran tempo, onde sovente
di memedesmomecomi vergogno;
(F. Petrarca, Canzoniere, I, vv 9-11)
Sotto questi cipressi, ove non spero,ove non penso di posarmi pi:
(G. Carducci,Davanti San Guido, vv 105-106)
tra fresco mormorio d'alberi e fiori
(G. Carducci, Visione, v 2)
Lenta e rosata sale su dal mare
la sera di Liguria,
(V. Cardarelli, Sera di Liguria, vv 1-2)
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Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro dorto,
(E. Montale, Meriggiare pallido e assorto, vv 1-2)
Viene il freddo. Giri per dirlo
tu, sgricciolo, intorno le siepi;
e sentire fai nel tuo zirlo
lo strido di gelo che crepi.
(G. Pascoli,Luccellino del freddo, vv 1-4)
Col mare
mi sono fatto
una bara
di freschezza.(G. Ungaretti, Universo)
Di tutto quel cupo tumulto,
di tutta quellaspra bufera,
non resta che un dolce singulto
nellumida sera.
(G. Pascoli,La mia sera, vv 13-16)
ParonomasiaConsiste nellaccostare due parole che presentano suoni simili con un
significato diverso, ma che a volte hanno
anche un legame etimologico.
Ed egli a me: - La tua citt ch piena
dinvidia s che gi trabocca il sacco,
seco mi tenne in la vita serena -
(Dante,Inferno, Canto VI, vv 49-51)
I fui per ritornar pi voltevolto.
(Dante,Inferno, Canto I, v 36)
Quivi stando, il destrier ch'avea lasciato
tra le pi dense frasche alla fresca ombra,...
(L. Ariosto, Orlando furioso, VI, 201-202)
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di l da quella, e sovrumani
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silenzi,
(G. Leopardi,Linfinito, vv 5-6)
Tu,placido epallido ulivo,
non dare a noi nulla;(G. Pascoli,La canzone dellulivo, vv 60-61)
Scrisse musiche inedite, inaudite,
oggi sepolte in un baule o andate
al macero
(E. Montale,Xenia I, 13, vv4-6)
Me ne vado per le strade
strette oscure e misteriose.(D. Campana,La petite promenade du pote, vv1-2)
Trema un ricordo nel ricolmo secchio,
nel puro cerchio unimmagine ride.
(E. Montale, Cigola la carrucola del pozzo, vv3-4)
S rifatta la calma
nellaria: tra gli scogliparlotta la maretta.
(E. Montale, Maestrale, vv1-2)
Anafora
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Consiste nella ripetizione di una parola allinizio di due o pi versi.
Si fosse foco, ardere il mondo;
si fosse vento, lo tempestarei;
si fosse acqua, i lannegherei; si fosse Dio, mandereil en profondo;
si fossepapa, serei allor giocondo,
ch tutti cristiani embrigarei;
si fosse mperator, sa che farei?
a tutti mozzarei lo capo a tondo.
Si fosse morte, andarei da mio padre;
si fosse vita, fuggirei da lui:
similemente faria da mi madre.
Si fosse Cecco comi sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
le vecchie e laide lasserei altrui.
(Cecco Angiolieri, Si fosse foco)
I bimbi di Estremadura
vanno scalzi.
Chi gli ha rubato le scarpe?
Li ferisce il caldo e il freddo.
Chi gli ha strappato i vestiti?
La pioggia
gli bagna il letto e il sonno.
Chi demol la casa?
Non sanno
i nomi delle stelle.
Chi gli chiuse la scuola?
I bimbi di Estremadura
sono serii.
Chi fu il ladro dei loro giochi?
(Rafael Alberti,I bimbi di Estremadura;
traduzione di V. Bodini)
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse, piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
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Onomatopea o armonia imitativa
Consiste nellimitare un suono, un rumore, la voce degli animali, unazione.
E le galline cantavano, Un cocco!
ecco ecco un cocco un cocco per te!
(G. Pascoli, Valentino, vv 15-16)
A tutte lore gettate allaria,
chidi tra i solchi, chi di sui rami,
la vostra voce stridula e varia,
chi, che ripeta, chi, che richiami.
(G. Pascoli,Primo canto, vv10-13)
squassavano le cavallette
finissimi sistri dargento
(G. Pascoli,Lassiuolo, vv 19-20)
Sciacqua, sciaborda,
scroscia, schiocca, schianta,
romba, ride, canta,
(G. DAnnunzio, Alcyone,Londa, vv 63-65)
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
(E. Montale, Meriggiare pallido e assorto, vv 3-4)
Le vele le vele le vele
che schioccano e frustano al vento
(D. Campana,Barche amorrate, vv 1-2)
Figura etimologica o annominazioneConsiste nel ripetere nello stesso verso due o pi parole che hanno la
stessa base etimologica.
Amor, che a nullo amatoamarperdona...
(Dante,Inferno, c. V, v. 103)
Morte m' ha morto, e sola po farMorte
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ch' i' torni a riveder quel viso lieto.
(F. Petrarca, Mia benigna fortuna 'l viver lieto, vv. 43-44)
Misera Armida, allor dovevi, e degno
ben era, in quel crudeleincrudelire,che tu prigion l'avesti;...
(T. Tasso, Gerusalemme liberata, c. XVI, vv. 513-515)
Ah, intendo: il suo cervel, Dio lo riposi,
in tutt'altre faccendeaffaccendato,
a questa roba morto e sotterrato.
(G. Giusti, Sant'Ambrogio, vv. 24-26)
Tra i popoli dei nidi,io vi sentii la voce
mia di fanciullo... E vidi
nel crocevia, la croce.
(G. Pascoli, Mia madre, vv. 13-16)
Ed ecco una nave,
ecco le vele etrusche
partitesi dal lito
di Lunilunato
e niveo di marmi.
(G. D'Annunzio,Le madri, vv. 65-69)
Il suo amore, impassibile farebbe
numerare le innumere sue spine
spargendosi nelle ore, nei minuti.
(G. Ungaretti, Cori descrittivi di stati d'animo di Didone, XIII, vv. 3-5)
PoliptotoConsiste nel ripetere un vocabolo in forme o funzioni grammaticali
diverse.
Qual colui che suo dannaggio sogna,
che sognando desidera sognare...
(Dante, Inferno, C. XXX, vv 136-137)
... tanto pi che, per quel ch'apparea fuori,io credea e credo, e credercredo il vero,
ch'amassi et ami me con cor sincero.
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(L. Ariosto, Orlando furioso, C. IX, vv 182-184)
... e quivi, deposta l'usata minaccia,
le donne superbe, con pallida faccia,
i figlipensosipensose guatar.(A. Manzoni,Dagli atrii muscosi, dai Fori cadenti, vv 22-24)
... e gli occhi fermi, l'iridi sincere
azzurre d'un azzurro di stoviglia...
(G. Gozzano,La signorina Felicita, III, vv 11-12)
I miei morti cheprego perchpreghino
per me, per i miei vivi com'io invece...
(E. Montale,Proda di Versilia, vv 1-2)
Un sogno di bellezza un d mi prese.
Ero fra calda gente in un caldo paese.
(S. Penna, Un sogno di bellezza un d mi prese)
AnastrofeConsiste nell'invertire l'ordine naturale delle parole all'interno di un
verso.
La donna il palafreno a dietro volta,
eper la selva a tutta briglia il caccia;
(L. Ariosto, Orlando furioso, C. I, vv 97-98)
Ali ha ciascuno al core ed ali al piede,
n del suo ratto andarper s'accorge;
(T. Tasso, Gerusalemme liberata, C. III, vv 17-18)
A egregie cose il forte animo accendono
l'urne de' forti, o Pindemonte; e bella...
(U. Foscolo,Dei Sepolcri, vv 151-152)
Ed era letto agli egri corpi il gelo.
(G. Leopardi, Sopra il monumento di Dante, v 145)
Corron tra 'l Celio fosche e l'Aventino
le nubi: il vento dal pian tristo move...
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(G. Carducci,Dinanzi alle Terme di Caracalla, vv 1-2)
Mi scosse, e mi corse
le vene il ribrezzo.
Passata m' forserasente, col rezzo
dell'ombra sua nera,
la morte...
(G. Pascoli,Il brivido, vv 1-6)
Odono i monti e le valli e le selve
e i fonti e i fiumi e l'isole del mare.
(G. D'Annunzio,L'oleandro, vv 374-375)
Cercavano il miglio gli uccelli
ed erano subito di neve;
(S. Quasimodo,Antico inverno, vv 5-6)
IperbatoConsiste nel separare due parole che dovrebbero stare insieme,
interponendovi altri elementi.
...
io parlo de' begli occhi e del bel volto,
che gli hanno il cor di mezzo il petto tolto.
(L. Ariosto, Orlando furioso, C. VIII, vv 639-640)
...
i ritrosi pareri e le non pronte
e in mezzo a l'eseguire opere impedite.
(T. Tasso, Gerusalemme liberata, C. I, vv 235-236)
...
il divino del pian silenzio verde.
(G. Carducci,Il bove, v 14)
O, tinta d'un lieve rossore,
casina che sorridi al sole!
(G. Pascoli,In viaggio, vv 31-32)
Quelle sere, Maria non, come suole,
pregava al mio guanciale, co' suoi lenti
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bisbigli, con le sue dolci parole:
(G. Pascoli,La mia malattia, 11-13)
Gloria del disteso mezzogiorno
quand'ombra non rendono gli alberi,...
(E. Montale, Gloria del disteso mezzogiorno, vv 1-2)
...
un'eco di mature angosce
rinverdiva a toccar segni
alla carne oscuri di gioia.
(S. Quasimodo, S'udivano stagioni aeree passare, vv 3-5)
ChiasmoConsiste nel disporre in modo incrociato, secondo la forma della lettera
greca(chi), due termini o due frasi.Quell'uno e due e tre che sempre vive
e regna semprein tre e 'n due e 'n uno,
(Dante,Paradiso, C. XIV, vv 28-29)
...
indi traendo poi l'antico fiancoper l'estreme giornate di sua vita
quanto pi po col buon voler s'aita,
rottodagli anni e dal camminostanco.
(F. Petrarca, Movesi il vecchierel canuto e bianco, vv 5-8)
Immota e come attonita ste' alquanto;
poi sciolse al duolla lingua, e gli occhial pianto.
(L. Ariosto, Orlando furioso, C. VIII, vv 311-312)
Fugg tutta la notte e tutto il giorno
err senza consiglio e senza guida,
non udendo o vedendo altro d'intorno,
che le lagrime sue, che le sue strida.
(T. Tasso, Gerusalemme liberata, C. VII, vv 17-20)
- Beicipressetti, cipressetti miei,
fedeli amici d'un tempo migliore,
oh di che cuorcon voi mi resterei -
guardando io rispondeva - oh di che cuore!...(G. Carducci,Davanti San Guido, vv 17-20)
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Oh! dormi col tremolio muto
dell'esile cuna che avesti!
non piangerlo tutto, il minuto
che avesti,dell'esile vita!(G. Pascoli,Il sogno della vergine, vv 55-58)
O nere ebianche rondini, tra notte
e alba, tra vespro e notte, obianche e nere
ospiti lungo l'Affrico notturno!
(G. D'Annunzio,Lungo l'Affrico, vv 21-23)
Climax o gradazioneConsiste nell'ordinare i concetti in modo che dall'uno si passi all'altro
comeper gradi. Pu essere ascendente o discendente.
O mia stella, o fortuna, o fato, o morte,
o per me sempre dolce giorno e crudo,...
(F. Petrarca, Canzoniere, CCXCVIII, 12-13)
Ecco sono agli oltraggi, al grido, all'ire,al trar de' brandi, al crudel suon de' ferri;
(L. Ariosto, Orlando furioso, c. XXIV, 785-786)
Non cala il ferro mai, ch'a pien non colga,
n coglie a pien, che piaga anco non faccia,
n piaga fa, che l'alma altrui non tolga;
(T. Tasso, Gerusalemme liberata, c. IX, 177-179)
Quando Orion dal cielodeclinando imperversa;
epioggia e nevi e gelo
sopra la terra ottenebrata versa, [...]
(G. Parini,La caduta, 1-4)
Vecchierelbianco, infermo,
mezzo vestito e scalzo,
con gravissimo fascio in su le spalle,
per montagna eper valle,
per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,al vento, alla tempesta, e quando avvampa
l'ora, e quando poi gela,
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corre via, corre, anela,
varca torrenti e stagni,
cade, risorge, epi e pi s'affretta,
senza posa o ristoro,
lacero, sanguinoso, [...]
(G. Leopardi, Canto notturno di un pastore errante dell'Asia, 21-32)
Un corriero salito in arcioni;
prende un foglio, il ripone, s'avvia,
sferza, sprona, divora la via;
ogni villa si desta al rumor.
(A. Manzoni,Il Conte di Carmagnola, Atto II, Scena VI, Coro, 77-80)
Gi il mostro, conscio di sua metallica
anima, sbuffa, crolla, ansa, i fiammeiocchi sbarra;...
(G. Carducci,Alla stazione in una mattina d'autunno, 29-31)
La terraansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
(G. Pascoli,Il lampo, 2-3)
Palpita, sale,
si gonfia, s'incurva,
s'alluma,propende.
(G. D'Annunzio,L'onda, 30-32)
RipetizioneConsiste nel ripetere, ad intervalli, due o pi volte una o pi parole.
Sennuccio, i' vo' che sappi in qual maneratrattato sono e qual vita la mia:
ardomi e struggo ancor com'io solia,
l'aura mi volve, e son pur quel ch'i' m'era.
Qui tutta umile e qui la vidi altera,
oraspra orpiana, ordispietata orpia;
orvestirsi onestate orleggiadria,
ormansueta ordisdegnosa e fera.
Qui cant dolcemente, e qui s'assise,
qui si rivolse, e qui rattenne il passo,qui co' begli occhi mi trafisse il core;
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qui disse una parola, e qui sorrise,
qui cangi il viso. In questi pensier, lasso,
notte e d tiemmi il signor nostro Amore.
(F. Petrarca, Canzoniere, CXII)
Sia destin ci ch'io voglio: altri disperso
sen vada errando, altri rimanga ucciso,
altri, in cure d'amor lascive immerso,
idol si faccia un dolce sguardo e un riso;
(T. Tasso, Gerusalemme liberata, IV, 129-132)
e corri, corri, corri! con la scure
corri e co' dardi, con la clava e l'asta;
corri! minaccia gl'itali penati
Annibal diro.(G. Carducci,Alle fonti del Clitumno, 65-68)
Non vogliamo ricordare
vino e grano, monte epiano,
la capanna, il focolare,
mamma, bimbi... Fatepiano!
piano!piano!piano!piano!
(G. Pascoli,L'or di notte, 21-25)
Nulla tu offri al mio cuore che lo consoli un momento,
s ch'esso quasi sgomento non vede in te che un colore:
il colore della noia e dei fiori di bugia,
il colore della mia giovinezza senza gioia;
il colore del passato che ritorna ben vestito,
il colordell'infinito e di ci che non stato;
il colordella mia vita, della mia scioperataggine,il colordella piombaggine, il color della matita;
il colore di queste ore cos lente a calar gi
dai lor numeri, il colore che non colore pi.
(M. Moretti,Ramo d'ulivo, 11-20)
...
a met la mia vita a met il giorno
a met ormai la mia solitudine.
(A. Bertolucci,Il frate, 13-14)
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Raddoppiamento (Geminatio o Epanalessi)Forma di ripetizione che consiste nel raddoppiare una o pi parole, due o
pi volte, senza l'intervallo d'altre parole, all'inizio, alla fine o all'interno
di un verso.
Dunque che ? Perch,perch ristai?
(Dante,Inferno, II, 121)
[...]
coll'altre schiere travagliate e 'nferme,
gridan: O Signor nostro, aita, aita;
(F. Petrarca, Spirto gentil che quelle membra reggi, 61-62)
Cangia, cangia consiglio,pazzarella che sei.
(T. Tasso,Aminta, Atto I, Scena I, 165-166)
Amore, amore, assai lungi volasti
dal petto mio, che fu s caldo un giorno...
(G. Leopardi,La vita solitaria, 39-40)
[...]
io voglioio voglio adagiarmi
in un tedio che duri infinito.
(G. Carducci,Alla stazione in una mattina d'autunno, 59-60)
Ma non per me, non per mepiango; io piango
per questa madre che, tra l'acqua spera,
per questo padre che desa, nel fango;
(G. Pascoli,Il giorno dei Morti, 160-162)
Qual donna s'abbandona(se non tu, se non tu) s dolcemente
con questa placata correnta?
(G. D'Annunzio,Bocca d'Arno, 6-8)
Ha qualcosa di me, di me lontano
nel tempo...
(U. Saba,Il fanciullo appassionato, 3-4)
M'abbandono, m'abbandono;ululo di primavera,
una foresta
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nata nei miei occhi di terra.
(S. Quasimodo,La mia giornata paziente, 5-8)
[...]
il lungo colloquio coi poveri morti, la cenere, il vento,il vento che tarda, la morte, la morte che vive!
(E. Montale,Notizie dall'Amiata, 45-46)
AnadiplosiForma di ripetizione che consiste nel ripetere una o pi parole di un
verso all'inizio del successivo.
Ma passavam la selva tuttavia.La selva, dico, di spiriti spessi.
(Dante,Inferno, IV, 65-66)
Pi volte Amor m'avea gi detto: Scrivi,
scrivi quel che vedesti in lettre d'oro, [...]
(F. Petrarca, Canzoniere, XCIII, 1-2)
La tua fronte non pi cielo,
da quel mio cielosole non cade,
da quel sole luce non prende
e colore il mio giorno.
(Libero De Libero,Romanzo, V, 2-5)
Muore il ragazzo un poco
ogni giornoper giuoco.
Per giuoco morde invano
il cavo della mano.
(L. Sinisgalli, Vidi le Muse, VII, 1-4)
Ho risposto nel sonno: - E' il vento,
il vento che fa musiche bizzarre -
(V. Sereni,Diario d'Algeria, II, 8-9)
E se ne va. Tutto quello ch'essa sa dirmi lo dice
a questo suo ramoscello che adorner una cornice.
Adorner la cornice dorata a capo del lettol'ulivo ch' benedetto, l'ulivo che benedice.
(M. Moretti,Ramo d'ulivo, 3-6)
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C' un fanciullo che incontro nelle mie
passeggiate, un fanciullo un poco strano.
(U. Saba,Il fanciullo appassionato, 1-2)
Oh il gocciolio che scende a rilento
dalle casipole buie, il tempo fatto acqua,
il lungo colloquio coi poveri morti, la cenere, il vento,
il vento che tarda, la morte, la morte che vive!
(E. Montale,Notizie dell'Amiata, 43-46)
Le porte del mondo non sanno
che fuori la pioggia le cerca.
Le cerca. Le cerca. Pazientesi perde, ritorna. La luce
non sa della pioggia. La pioggia
non sa della luce. Le porte,
le porte del mondo son chiuse:
serrate alla pioggia,
serrate alla luce.
(S. Penna,Le porte del mondo non sanno)
Un'anima in me, che non era solo mia,
una piccola anima in quel mondo sconfinato,
cresceva, nutrita dall'allegria
di chi, amava, anche se non riamato;
(P. P. Pasolini,Il pianto della scavatrice, II, 25-28)
EpanadiplosiForma di ripetizione che consiste nell'iniziare e terminare un verso con la
stessa parola o gruppo di parole.
Prendi partito accortamente,prendi
(F. Petrarca,I' vo pensando, e nel penser m'assale, 23)
E' giunto il fin de' lunghi dubbi, giunto,
nobiluomini, il d che statuito
fu a risolver da voi. [...]
(A. Manzoni,Il Conte di Carmagnola, Atto I, Scena I, 1-3)
Presso il rudere un pezzente
cena tra le due fontane:
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pane alterna egli colpane,
volti gli occhi all'occidente.
(G. Pascoli,Il mendico, 1-4)
Rimanete, vi prego, rimanetequi. Non vi alzate! Avete voi bisogno
di luce? [...]
(G. D'Annunzio,La Sera, 1-3)
Salisci, mia Diana, salisci,
salisci codesto scalino.
(A. Palazzeschi,Le mie ore, Diana, 1-2)
C'era - una volta - qualche cosa. C'erala nostalgia d'una labile terra, [...]
(M. Moretti, Quel che c'era una volta, 1-2)
Non sente la montagna chi non sente
questa farfalla, simbolo dell'Alpi [...]
(G. Gozzano,Parnassus Apollo, 1-2)
Certo, si piacciono, certo
l'uno dell'altra ha gioia a giudicare
dal cigolio del letto che si fa
ritmo d'un brutto sogno oppure
sussulto in dormiveglia, quasi vero.
(V. Sereni, Un incubo, 1-5)
EnallageConsiste nell'usare una parte del discorso con la funzione di un'altra
(aggettivo per avverbio, aggettivo per nome, tempo presente per il futuro,ecc.)
... perch'io sia giunto forse alquanto tardo, >>> invece di tardi
non t'incresca restare a parlar meco...
(Dante,Inferno, XXVI, 22-23)
Scorre pi sotto il re canuto a piede
da l'una a l'altra porta e 'n su le mura
ci che prima ordin cauto rivede >>> invece dicautamente
e i difensor conforta e rassecura:
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(T. Tasso, Gerusalemme liberata, XI, 225-228)
... Al tardo onore >>> invece di giunto
tardivamente
non sorser gli occhi tuoi; merc, non danno,l'ora estrema ti fu...
(G. Leopardi,Ad Angelo Mai, 132-134)
Languido il tuon de l'ultimo cannone >>> invece di
languidamente
dietro la fuga austriaca moria:
(G. Carducci,Piemonte, 73-74)
e stridere odo l'arcoforte e sibilare lo strale >>> invece di
fortemente
(G. D'Annunzio,Il Gombo, 47-48)
... l'attacchino
sposta dolce la scala lungo i muri >>> invece di
dolcemente
in un fruscio di carta.
(A. Gatto, Un'alba, 7-9)
IpallageConsiste nell'attribuire ad un termine l'aggettivo che si riferisce ad un
altro all'interno di uno o due versi.
...
tal mi fec'io di mia virtute stanca >>> il poeta
abbattuto, non il suo coraggio
(Dante,Inferno, II, 130)
... e spesso all'ore tarde, assiso
sul conscio letto, dolorosamente >>> il poeta
conscio, non il letto
(G. Leopardi,Le ricordanze, 113-114)
O desiata verde solitudine >>> la campagna
verde, non la solitudine
lungi al rumor de gli uomini!(G. Carducci,Ruit hora, 1-2)
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Qual questa via senza fine
che all'alba s tremula d'ali? >>> sono le ali
tremule, non la via
(G. Pascoli,Le rane, 9-10)
O forse lungo l'Affrico che riga
lapallida contrada >>> sono gli ulivi
pallidi, non la contrada
ove i campi il cipresso han per confine?
(G. D'Annunzio,Il fanciullo, 8-10)
E ora, in queste mattine
cos stanche >>> il poeta
stanco, non le mattineche ho smesso di chiedere e di sperare,...
(V. Cardarelli,Estiva, 23-25)
Il fanciullo preme sulla terra
la sua mano vittoriosa >>> il fanciullo
vittorioso, non la mano
(L. Sinisgalli, Vidi le Muse, II, 12-13)
Deola passa il mattino seduta al caff
e nessuno la guarda. A quest'ora in citt corron tutti
sotto il sole ancorfresco dell'alba... >>> l'alba fresca,
non il sole
(C. Pavese,Pensieri di Deola, 1-3)
... Intorno,
ogni tristezza al braccio dei soldati
era un odorepovero di donna >>> la donna
povera, non l'odorecoi garofani scuri sopra il petto.
(A. Gatto,Alla voce perduta, 3-6)
AsindetoConsiste nell'accostare proposizioni o loro membri senza l'uso delle
congiunzioni.
Diverse lingue, orribili favelle,parole di dolore, accenti d'ira,
voci alte e fioche, e suon di man con elle.
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(Dante,Inferno, III, 25-27)
Vegghio,penso, ardo, piango, e chi mi sface [...]
(Francesco Petrarca, Canzoniere, CLXIV, v 5)
Spesso in conviti, e sempre stanno in feste,
in giostre, in lotte, in scene, in bagno, in danza:
or presso ai fonti, all'ombre de' poggietti,
leggon d'antiqui gli amorosi detti.
(Ludovico Ariosto, Orlando furioso, VII, st. 31)
Ma che non puote il tempo? e che non puote,
servendo, meritando, supplicando,
fare un fedele ed importuno amante?(Torquato Tasso,Aminta, Atto I, Scena I, 65-67)
Dagli atri muscosi, dai Fori cadenti,
dai boschi, dall'arse fucine stridenti,
dai solchi bagnati di servo sudor,
un volgo disperso repente si desta;
(Alessandro Manzoni,Dagli atrii muscosi..., Adelchi,Atto III, Coro, 1-4)
Gi la corte, il ministero,
il soldato, il birro, il clero,
manda il morto al diavolo.
(Giuseppe Giusti,Il dies ira e, 16-18)
Esili foglie, magri rami, cavo
tronco, distorte barbe, piccol frutto,
ecco, e un nume ineffabile risplende
nel suo pallore!
(Gabriele D'Annunzio,L'ulivo, 9-12)
ella dolce ella grave ella pia,
corregge conforta consiglia.
(Giovanni Pascoli, Sorella, 3-4)
Dicevi: morte silenzio solitudine;
(Salvatore Quasimodo, Colore di pioggia e di ferro, 1)
Polisindeto
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Consiste nel collegare varie proposizioni o loro membri con numerose e
ripetute congiunzioni.
Non altrimenti fan, di state, i cani
or col petto, or col pi, quando son morsio da pulci o da mosche o da tafani.
(Dante,Inferno, XVII, 49-51)
[...]
l'aura mia vital da me partita
e viva ebella e nuda al ciel salita:
(Francesco Petrarca, Canzoniere, CCLXXVIII, 4-5)
Avea in ogni sua parte un laccio teso,o parli o rida o canti o passo muova:
n maraviglia se Ruggier n' preso,
poi che tanto benigna se la truova.
(Ludovico Ariosto, Orlando furioso, VII, st. 16)
Vinta da l'ira la ragione e l'arte
e le forze il furor ministra e cresce.
Sempre che scende il ferro o fora o parte
o piastra o maglia, e colpo in van non esce.
(Torquato Tasso, Gerusalemme liberata, VI, st. 47)
Vero ben, Pindemonte! Anche la Speme,
ultima Dea, fugge i sepolcri; e involve
tutte cose l'obblio nella sua notte;
e una forza operosa le affatica
di moto in moto; e l'uomo e le sue tombe
e l'estreme sembianze e le reliquie
della terra e del ciel traveste il tempo.
(Ugo Foscolo,Dei Sepolcri, 16-22)
E ripens le mobili
tende, e i percossi valli,
e il lampo de' manipoli,
e l'onda dei cavalli,
e il concitato imperio
e il celere ubbidir.
(Alessandro Manzoni,Il Cinque Maggio, 79-84)
[...]
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e l'anno morto, ed anche il giorno muore,
e il tuono muglia, e il vento urla pi forte,
e l'acqua fruscia, ed gi notte oscura,
e quello ch'era non sar mai pi.
(Giovanni Pascoli,In ritardo, 45-48)
E non ho pi nome.
E l'Alpi e l'isole e i golfi
e i capi e i fari e i boschi
e le foci ch'io nomai
non han pi l'usato nome
che suona in labbra umane.
(Gabriele D'Annunzio, Meriggio, 99-104)
EndiadiConsiste nellesprimere un concetto unico servendosi di due parole.
O delli altri poeti onore e lume
(Dante,Inferno, I, 82)
Giaufr Rudel, chus la vela e il remo
a cercar la sua morte...
(Francesco Petrarca, Trionfo dAmore, IV, 52-53)
e credo da le fasce e da la culla
al mio imperfetto, a la fortuna avversa,
questo rimedio provedesse il cielo.
(Francesco Petrarca, Gentil mia donna, i veggio..., 52-54)
Chi fermato di menar sua vitasuper londe fallaci e per li scogli,
(Francesco Petrarca, Canzoniere, LXXX, 1-2)
Deh! fate un corpo sol de membri amici;
fate un capo che gli altri indrizzi e frene;
date ad un sol lo scettro e la possanza,
e sostenga di re vece e sembianza.
(Torquato Tasso, Gerusalemme liberata, I, st. 31)
... e il grande impero
di quella Roma, e larmi, e il fragorio...
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(Giacomo Leopardi,La sera del d di festa, 35-36)
Candida, vereconda, austera luna
che vapori e teporper lalta notte
saliano a te dagli erborati colli;(Giosu Carducci,Notte di Maggio, 7-9)
[...]
quando, stagliate dentro loro e il fuoco,
le paranzelle in una riga lunga
dondolano sul mar liscio di lacca.
(Giovanni Pascoli,I puffini dellAdriatico, 12-14)
Nelloro e nella porporaaperte palpitano
le ali, le ali apollinee.
(Gabriele DAnnunzio, Alcione,Ditirambo I, 452-454)
ZeugmaConsiste nell'usare una parola (di solito un verbo) riferita a due termini,
mentre si adatta ad uno solo dei due.
Ma se a conoscer la prima radice
del nostro amor tu hai cotanto affetto,
far come colui che piange e dice.
(Dante,Inferno, V, 124-126)
Ma se le mie parole esser dien seme
che frutti infamia al traditor ch'i' rodo,
parlare e lagrimar vedrai insieme.
(Dante,Inferno, XXXIII, 7-9)
Poi ch'ella in s torn, deserto e muto,
quanto mirar pot, d'intorno scorse:
(T. Tasso, Gerusalemme liberata, XVI, 63, 1-2)
e, chino il capo e le ginocchia, al petto
giunge la destra. Il re cos gli dice:
(T. Tasso, Gerusalemme liberata, XVII, 37, 1-2)
d'in su i veroni del paterno ostello
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porgea gli orecchi al suon della tua voce
ed alla man veloce
che percorrea la faticosa tela.
(G. Leopardi,A Silvia, 19-22)
Leva in roseo fulgor la cattedrale
le mille guglie bianche e i santi d'oro,
osannando irraggiata: intorno, il coro
bruno dei falchi agita i gridi e l'ale.
(G. Carducci, Sole e amore, 5-8)
Maggio, idillio di Dante e Beatrice,
Che di tentazoni
Le vie, d'acacie infiori la pendice,
Le case di mosconi:(G. Carducci,Idillio di maggio, 1-4)
OssimoroConsiste nell'accostare due termini che hanno significato opposto.
...
tal che mi fece, or quand'egli arde 'l cielo,
tutto tremar d'un amoroso gielo.
(F. Petrarca,Non al suo amante pi Diana piacque, vv. 7-8)
Ma il fanciullo Rinaldo e sovra questi
e sovra quanti in mostra eran condutti,
dolcemente feroce alzar vedresti
la regal fronte, e in lui mirar sol tutti.
(T. Tasso, Gerusalemme liberata, c. I, vv. 457-460)
Silvia, rimembri ancora
quel tempo della tua vita mortale,
quando belt splendea
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieta e pensosa, il limitare
di giovent salivi?
(G. Leopardi,A Silvia, vv. 1-6)
Sentia nell'inno la dolcezza amara
de' canti uditi da fanciullo;...(G. Giusti, Sant'Ambrogio, vv. 65-66)
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O viso dolce dipallor roseo,
o stillanti occhi di pace, o candida
tra' floridi ricci inchinata
pura fronte con atto soave!
(G. Carducci,Alla stazione in una mattina d'autunno, vv. 37-40)
Le pie lucerne brillano intorno,
l nella casa, qua sulla siepe:
sembra la terra, prima di giorno,
unpiccoletto grande presepe.
(G. Pascoli,Le ciaramelle, vv. 13-16)
Figure di Neumi elle sono
in questa concordia discorde.
(G. D'Annunzio, Undulna, vv. 41-42)
Cessate d'uccidere i morti...
(G. Ungaretti,Non gridate pi, v. 1)
Si scambiano motti superbi
e dolcissime ingiurie. La Sera...
(L. Sinisgalli, Vidi le Muse, II, vv. 5-6)
Eufemismo
Consiste nell'attenuare un'espressione troppo cruda o realistica o
inopportuna.
Quando rispuosi, cominciai: - Oh lasso,
quanti dolci pensier, quanto disio
men costoro al doloroso passo!-
(Dante,Inferno, V, vv.112-114)
...
i' so' colei che ti die' tanta guerra,
et compie' mia giornata inanzi
sera
(F. Petrarca,Levommi il mio penser inparte ov'era, vv 7-8)
Ma il primo lustro a pena era varcato
l'adulterio e quindi laperdizione eterna
morii prematuramente
corpo umano
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dal d ch'ella spogliossi il mortal
velo,
(T. Tasso, Gerusalemme liberata, C. IV, vv
289-290)
Forse tu fra plebei tumuli guardi
vagolando, ove dorma il sacro
capo
del tuo Parini?...
(U. Foscolo,Dei Sepolcri, vv 70-72)
Ei t'ode; oh ciel! tu manchi! ed
io...
in servitude a piangerti rimango.(A. Manzoni,Adelchi, Atto V, Scena VIII,
vv 84-85)
... Ivi danzando; in fronte
la gioia ti splendea, splendea negli occhi
quel confidente immaginar, quel lume
di giovent, quando spegneali il fato,
e giacevi. Ahi Nerina! In cor mi
regna
l'antico amor...
(G. Leopardi,Le ricordanze, vv 153-158)
E dimani cadr. Ma di
lontano
pace dicono al cuor le tue colline
(G. Carducci, Traversando la Maremma
toscana, vv 11-12)
sia seppellito
muori
eri morta
morir
AntitesiConsiste nell'accostare due parole o concetti di senso opposto.
- VergineMadre, figlia del tuo figlio,
umile e alta pi che creatura,
termine fisso d'etterno consiglio,...-
(Dante,Paradiso, C. XXXIII, vv 1-3)
Vano error vi lusinga:
poco vedete, et parvi veder molto,
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ch 'n cor venale amor cercate o fede.
(F. Petrarca,Italia mia, bench 'l parlar sia indarno, vv 23-25)
Sommessi accenti e tacite parole,
rotti singulti e flebili sospiride la gente ch'in un s'allegra e duole,...
(T. Tasso, Gerusalemme liberata, C. III, vv 41-43)
... Al tardo onore
non sorser gli occhi tuoi; merc, non danno,
l'ora estrema ti fu...
(G. Leopardi,Ad Angelo Mai, vv 132-134)
...strumenti ciechi d'occhiuta rapina,
(G. Giusti, Sant'Ambrogio, v 83)
Breve e amplissimo carme, o lievemente
co 'l pensier volto a mondi altri migliori
l'Alighier ti profili o te co' fiori
colga il Petrarca lungo un rio corrente;
(G. Carducci,Al sonetto, vv 1-4)
...
dov'era, dietro siepi riquadre
di biancospino, dietro un cancello
verde, ci ch'era della mia madre,
nostro, ma poco;poco, ma bello.
(G. Pascoli,Il nido di "Farlotti", vv 9-12)
Anche cos statobreve il nostro lungo viaggio.
(E. Montale,Xenia II, 5, v 3)
So che non foco, ma ghiaccio eravate,
o mie candide fedi giovanili,
sotto il cui manto vissi
come un tronco sepolto nella neve:
(V. Cardarelli,Illusa giovent, vv 7-10)
IroniaConsiste nel dire il contrario di ci che si pensa.
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Godi, Fiorenza, poi che se' s grande,
che per mare e per terra batti l'ali,
e per lo 'nferno tuo nome si spande!
(Dante,Inferno, XXVI, 1-3)
Oh me dolente! Come mi riscossi
quando mi prese dicendomi: - Forse
tu non pensavi ch'io loico fossi! -
(Dante,Inferno, XXVI, 121-123)
Vieni a veder la gente quanto s'ama!
E se nulla di noi piet ti move,
a vergognarti vien della tua fama.
(Dante,Purgatorio, VI, 115-117)
[...]
talmente che le misere donzelle
ch'abbino o aver si credono beltade
(come affatto costui tutte le invole)
non escon fuor s che le veggia il sole.
(Ludovico Ariosto, Orlando furioso, IV, 45-48)
- Vienne in disparte pur tu, che omicida
sei de' giganti solo e de gli eroi;
l'uccisor de le femmine ti sfida -
(Torquato Tasso, Gerusalemme liberata, XIX, st. 5)
Ardir ancor tra i desinari illustri
sul meriggio innoltrarmi umil cantore,
poich troppa di te cura mi punge,
signor, ch'io spero un d veder maestro
e dittator di graziosi modiall'alma giovent che Italia onora.
(Giuseppe Parini,Il giorno, Il Mezzogiorno, 1-6)
Pene tu spargi a larga mano; il duolo
spontaneo sorge: e di piacer, quel tanto
che per mostro e miracolo talvolta
nasce d'affanno gran guadagno. Umana
prole cara agli eterni! [...]
(Giacomo Leopardi,La quiete dopo la tempesta, 47-51)
Ah, intendo: il suo cervel, Dio lo riposi,
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in tutt'altre faccende affaccendato,
a questa roba morto e sotterrato.
(Giuseppe Giusti, Sant'Ambrogio, 24-26)
E mangia altro che bacche di cipresso;n io sono per anche un manzoniano
che tiri quattro paghe per il lesso.
(Giosu Carducci,Davanti San Guido, 69-71)
Esclamazione
Consiste nellesprimere con enfasi uno stato danimo in forma
esclamativa.
Ed ecco verso noi venir per nave
un vecchio bianco per antico pelo,
gridando: - Guai a voi, anime prave!
Non isperate mai veder lo cielo!..-
(Dante,Inferno, Canto III, vv 82-85)
Ahi quanto egli era nellaspetto fiero!
E quanto mi parea nellatto acerbo,
con lali aperte e sopra i pi leggiero!(Dante,Inferno, Canto XXI, vv 31-33)
Allor fui preso, e non mi spiacque poi,
s dolce lume uscia dagli occhi suoi!
(F. Petrarca,Nova angeletta sovra lale accorta, vv 7-8)
Questo di tanta speme oggi mi resta!
Straniere genti, lossa mie rendete
allora al petto della madre mesta.
(U. Foscolo,In morte del fratello Giovanni, v 12-14)
Tornami a mente il d che la battaglia
damor sentii la prima volta, e dissi:
Oim, se quest amor, comei travaglia!
(G. Leopardi,Il primo amore, vv 1-3)
InterrogazioneConsiste in una domanda in cui insita la risposta: interrogazione fatta
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non per rivolgere una vera domanda, ma per esprimere ironia,
meraviglia, sarcasmo, rimprovero o altri sentimenti.
Lo savio mio inver lui grid: - Forse
tu credi che qui sia il duca dAtene,
che su nel mondo la morte ti porse?..-(Dante,Inferno, Canto XII, vv 16-18)
- O Giacomo -, dicea, - da SantAndrea,
che t giovato di me fare schermo?
Che colpa ho io della tua vita rea? -
(Dante,Inferno, Canto XIII, vv 133-135)
Chi pi scellerato che colui
che al giudicio divin passion porta?(Dante,Inferno, Canto XX, vv 29-30)
Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?
(Dante,Purgatorio, Canto XVI, v 97)
Qual ninfa in fonti, in selve mai qual dea
chiome doro s fino a laura sciolse?
quando un cor tante in s vertuti accolse?
(F. Petrarca,In qual parte del ciel, in quale idea, vv 5-7)
Ma perch pria del tempo a s il mortale
invidier lillusion che spento
pur lo sofferma al limitar di Dite?
Non vive ei forse anche sotterra, quando
gli sar muta larmonia del giorno,
se pu destarla con soavi cure
nella mente dei suoi?...
(U. Foscolo,Dei Sepolcri, vv 23-29)
O Nerina! e di te forse non odo
questi luoghi parlar? caduta forse
dal mio pensier sei tu? Dove sei gita,
che qui sola di te la ricordanza
trovo, dolcezza mia?...
(G. Leopardi,Le ricordanze, vv 136-140)
O piccola Maria,di versi a te che importa?
Esce la poesia,
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o piccola Maria,
quando malinconia
batte del cor la porta.
O piccola Maria,
di versi a te che importa?(G. Carducci,Alla signorina Maria A.)
ApostrofeConsiste nel rivolgersi improvvisamente e con enfasi a persona o cosa
personificata, anche lontana e immaginata come presente.
Ahi, Pistoia, Pistoia, ch non stanzi
dincenerarti, s che pi non duri,
poi che in mal fare il seme tuo avanzi?
(Dante,Inferno, Canto XXV, vv 10-12)
Ahi, dura terra, perch non tapristi?
(Dante,Inferno, Canto XXXIII, v 66)
Ahi Pisa, vituperio delle genti
del bel paese l dove il s suona,
poi che i vicini a te punir son lenti,movasi la Capraia e la Gorgona,
e faccian siepe ad Arno in su la foce
s chegli annieghi in te ogni persona!
(Dante,Inferno, Canto XXXIII, vv 79-84)
Ahi, serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello!
(Dante,Purgatorio, Canto VI, vv 76-78)
O natura, o natura,
perch non rendi poi
quel che prometti allor? perch di tanto
inganni i figli tuoi?
(G. Leopardi,A Silvia, vv 36-39)
O Niobe, lantico
tuo grido odo alzarsi repente
al conspetto del Mare,e il tuo disperato dolore
chiamar le figlie e i figli
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per linesorabile chiostra,
e stridere odo larco
forte e sibilare lo strale.
(G. DAnnunzio,Il Gombo, vv 41-48, Alcyone)
IpotiposiConsiste nel rappresentare vivamente una persona, un animale, una cosa,
un avvenimento.
Ed ei mi disse: - Volgiti; che fai?
Vedi l Farinata, che s' dritto:
dalla cintola in su tutto il vedrai -
I' aveva gi 'l mio viso nel suo fitto;ed ei s'ergea col petto e con la fronte,
com'avesse l'Inferno in gran dispitto:
(Dante,Inferno, C. X, vv 31-36)
Infiamma d'ira il Principe le gote,
e ne gli occhi di foco arde e sfavilla,
e fuor de la visiera escono ardenti
gli sguardi e insieme lo stridor de' denti.
(T. Tasso, Gerusalemme liberata, C. VII, vv 333-336)
Senti raspar fra le macerie e i bronchi
la darelitta cagna ramingando
su le fosse e famelica ululando;
e uscir del teschio, ove fuggia la luna,
l'upupa, e svolazzar su per le croci
sparse per la funerea campagna,
(U. Foscolo,Dei Sepolcri, vv 78-83)
I cipressi che a Bolgheri alti e schietti
van da San Guido in duplice filar,
quasi in corsa giganti giovinetti
mi balzarono incontro e mi guardar.
(G. Carducci,Davanti San Guido, vv 1-4)
Tre casettine
dai tetti aguzzi,
un verde praticello,
un esiguo ruscello: Rio Bo,un vigile cipresso.
(A. Palazzeschi,Rio Bo, vv 1-5)
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Il portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non veder l'amara luce.
Il compagno in ginocchio che l'induce,con parole e con mano, a rilevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.
(U. Saba, Goal, vv 1-6)
EpifonemaConsiste nell'esprimere un motto sentenzioso che, solitamente, chiude
con enfasi un discorso.
Noi andavam con li dieci demoni.
Ahi fiera compagnia! Ma nella chiesa
coi Santi, e in taverna co' ghiottoni.
(Dante,Inferno, XXII, 13-15)
[...]
i d miei fur s chiari, or son s foschi,
come Morte che 'l fa: cos nel mondo
sua ventura ciascun dal d che nasce!
(Francesco Petrarca, Canzoniere, CCCIII, 12-14)
E pur la segue ancor il desir vano,
e nel seguirla se stesso alosinga,
dicendo: Il tempo alfine il tutto acquista.
(Matteo Maria Boiardo,Amorum liber tertius, CXLI, 12-14)
Quant' bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c' certezza.
(Lorenzo il Magnifico, Canzona di Bacco, 1-4)
Oh sommo Dio, come i giudici umani
spesso offuscati son da un nembo oscuro!
i modi di Bireno empii e profani,
pietosi e santi riputati furo.
(Ludovico Ariosto, Orlando furioso, X, XV)
Vede Tancredi in maggior copia il sangue
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del suo nemico e s non tanto offeso;
ne gode e insuperbisce. Oh nostra folle
mente, ch'ogn'aura di fortuna estolle!
(Torquato Tasso, Gerusalemme liberata, XII, 461-464)
Oh figlia! ... Or, taci:
non far, ch'io pianga. Vinto re non piange.
Abner, salvala, va: ma, se pur mai
ella cadesse infra nemiche mani,
deh! non dir, no, che di Saulle figlia;
(Vittorio Alfieri, Saul, Scena IV, 204-208)
Deh come mai da me s vario fui,
e tanto amor mi tolse un altro amore?
Deh quanto, in verit, vani siam nui!(Giacomo Leopardi,Il primo amore, 79-81)
Dovevamo saperlo che l'amore
brucia la vita e fa volare il tempo.
(Vincenzo Cardarelli,Passato, 20-21)
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
s qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ci che non siamo, ci che non vogliamo.
(Eugenio Montale,Non chiederci la parola..., 9-12)..