la settimana n. 2 del 13 gennaio 2013

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 13 gennaio 2013 C redo che questo incontro di cristiani di Europa abbia risonanza nel mondo; e dovrà essere anzitutto risonanza di riparazione. Non sono stati questi cristiani d’Europa a esportare nel mondo le loro divisioni? Del resto ogni frattura in qualunque angolo della terra inquina il mondo, come ogni incontro diventa fermento di Comunione. Ma Basilea con il suo tema, in questo particolare momento della storia d’Europa, dovrà essere parola forte e proposito umile da parte dei cristiani. Una Missione d’Accoglienza- Da Basilea una voce responsabile per l’Europa, 1989 Nel Concilio il fondamento della Lobby per i poveri. Il 12 gennaio alle 9 in vescovado, mons. Giusti incontra di nuovo i cattolici impegnati in politica: con loro il lavoro su alcune proposte concrete a favore della famiglia. a lobby per i poveri, promossa dal Vescovo Giusti, attraverso il Progetto Culturale diocesano, trova il suo fondamento teorico nella Gaudium et spes, uno dei principali documenti del Concilio Vaticano II, quello che ha trattato la questione della Chiesa nel mondo contemporaneo. Lo ha affermato lo stesso monsignor Giusti nel corso della giornata di riflessione e preghiera che ha dedicato ai cattolici impegnati in politica nei giorni precedenti il Natale. Per motivare questa sua affermazione il vescovo Simone ha utilizzato il famoso discorso che papa Paolo VI fece all’assemblea dell’ONU in cui, rivolgendosi ai rappresentanti dei Paesi membri, presentò così il suo messaggio: Noi sentiamo di fare Nostra la voce dei morti e dei vivi; dei morti, caduti nelle tremende guerre passate sognando la concordia e la pace del mondo; dei vivi, che a quelle hanno sopravvissuto portando nei cuori la condanna per coloro che tentassero rinnovarle; e di altri vivi ancora, che avanzano nuovi e fidenti, i giovani delle presenti generazioni, che sognano a buon diritto una migliore umanità. E facciamo Nostra la voce dei poveri, dei diseredati, dei sofferenti, degli anelanti alla giustizia, alla dignità della vita, alla libertà, al benessere e al progresso. L Sono queste persone, in particolare i giovani e i poveri, di cui la Chiesa ancora oggi si fa portavoce e ai quali dedica la massima attenzione. La cosiddetta lobby dei poveri non è altro che la traduzione, qui e ora, di questa grande missione della Chiesa delineata molto bene anche nel Concilio. Monsignor Giusti ha poi citato un altro passo del discorso di Paolo VI in cui, rivolgendosi ai membri dell’ONU, diceva: Voi qui proclamate i diritti e i doveri fondamentali dell’uomo, la sua dignità, la sua libertà e, per prima, la libertà religiosa. Ancora, Noi sentiamo interpretata la sfera superiore della sapienza umana, e aggiungiamo: la sua sacralità. Perché si tratta anzitutto della vita dell’uomo: e la vita dell’uomo è sacra: nessuno può osare di offenderla. E riferendosi poi al ruolo della Chiesa disse ancora: Vorremmo anche Noi dare l’esempio, sebbene l’esiguità dei Nostri mezzi ci impedisca di farne apprezzare la rilevanza pratica e quantitativa: Noi vogliamo dare alle Nostre istituzioni caritative un nuovo sviluppo in favore della fame e dei bisogni del mondo: è in questo modo, e non altrimenti, che si costruisce la pace. E Paolo VI ricordò in quell’occasione anche come l’edificio della moderna civiltà deve reggersi su principii spirituali, capaci non solo di sostenerlo, ma altresì di illuminarlo e di animarlo. E perché tali siano questi indispensabili principii di superiore sapienza, essi non possono non fondarsi sulla fede in Dio. Parole che suonavano efficaci allora, ma sono attuali anche oggi in un periodo di profonda crisi economica che affonda le sue radici in una ancora più grave crisi etica e spirituale. Prendendo spunto dalla Gaudium et Spes monsignor Giusti ha proposto tre coordinate fondamentali per costruire una società livornese solidale e promuovente un pieno sviluppo sociale: la centralità della persona, la priorità della società sullo stato, l’interdipendenza tra popoli, nazioni e stati. E in questo senso ha voluto spiegare quale senso dare allo sviluppo: "Lo sviluppo è realmente tale quando conduce alla realizzazione della persona, costruisce una società al servizio della persona". "Lo sviluppo - ha concluso - non deve essere inteso in un modo esclusivamente economico, ma in senso integralmente umano. Non si tratta solo di elevare tutti i popoli al livello di cui godono oggi i Paesi più ricchi, ma di costruire nel lavoro solidale una vita più capace di far crescere effettivamente la dignità e la creatività di ogni singola persona e la sua capacità di rispondere alla propria vocazione e all’appello di Dio, che è contenuto in essa". n.s. ella storica giornata dell’Amicizia Ebraico Cristiana, che ogni anno si celebra il 17 gennaio, quest’anno la Comunità di Sant’Egidio ha promosso l’organizzazione di un evento speciale. Si tratta di un breve percorso nel centro storico cittadino, suddiviso in tre tappe, ad ogni tappa verranno installate sulla strada le "pietre d’inciampo" (stolpersteine). Le stolpersteine sono un’iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig, da lui stesso sono definite, "un progetto artistico per commemorare tutte le vittime del nazional- socialismo, che vennero deportate e sterminate". Ad oggi sono state posate più di 32.000 pietre di inciampo in più di 700 località tra Germania ed altri paesi europei (Italia, Austria, Ungheria, Belgio, Ucraina, Paesi Bassi...). Ogni pietra si riferisce a una persona, e l’iscrizione inizia con "QUI HA VISSUTO..." Materialmente, la memoria consiste in una piccola targa d’ottone (10 x 10 cm.), che verrà posta davanti alla porta della casa in cui abitò il deportato, sulla quale sono incisi il nome della persona deportata, l’anno di nascita, la data e il luogo di deportazione e la data di morte, se conosciuta, per ricordare chi non ha fatto ritorno dai campi. Un inciampo non fisico, dunque, ma visivo e mentale, per far fermare a riflettere chi vi passa vicino. Questo il programma della giornata Alle 16.00 accensione della menorah alla presenza del Vescovo, del rabbino e di tutti i rappresentanti delle varie chiese cristiane presenti a Livorno Alle 17.00 inizio della marcia dalla Piazza del Comune 1ª tappa: posa della prima stolpersteine in Via Fiume, 2 in ricordo di Franca Baruch, nata nel 1943. Era la più piccola deportata del convoglio arrestata al Gabbro il 20.12.1943, deportata ad Auschwitz dove è morta il 26.2.1944. 2ª tappa: posa della seconda stolpersteine in Via Reale, 1 (via Cassuto, vicino alle poste Centrali) in ricordo di Perla Beniacar, nata nel 1935. Arrestata il 25.1.1944 a Borgo a Buggiano, deportata ad Auschwitz dove è morta il 26.2.1944 3ª tappa: posa della terza e della quarta stolpersteine in Via G. Verdi, 23 in ricordo di Raffaello Menasci, nato nel 1896, prof. a Pisa, molto stimato, dopo i bombardamenti del 28 maggio raggiunge i parenti a Roma (ospite della fam. Piperno). Qui vengono tutti deportati nella razzia del 16 ottobre. Arrestato a Roma il 16.10.1943, deportato ad Auschwitz e deceduto a Varsavia nel 1944 e in ricordo di Enrico Menasci, nato nel 1931, figlio di Raffaello, viene salvato dalla governante, cattolica, che lo spaccia per suo figlio ma il ragazzino si divincola dalle sue braccia e raggiunge il padre, insieme al quale viene deportato. Arrestato a Roma il 16.10.1943, deportato ad Auschwitz dove è morto il 6.2.1944. Alle 18.00 (circa) chiusura della marcia presso il largo dei valdesi. Discorso di chiusura del Presidente della Comunità ebraica, Vittorio Mosseri e di un rappresentante della Comunità di Sant’Egidio. Ad ogni tappa verrà letta una breve biografia della persona, posta la pietra e osservato un minuto di silenzio. N L’edificio della moderna civiltà deve reggersi su principii spirituali Giovedì 17 gennaio Ebrei e Cristiani nel giorno dell’Amicizia Quando «inciampare» in una pietra fa bene alla memoria! Durante il percorso in città saranno messe le Stolpersteine, le pietre di ottone che ricordano i deportati della 2ª Guerra mondiale Progetto Culturale Diocesano Per una Chiesa che parla a nome dei poveri e dei giovani IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Page 1: La Settimana n. 2 del 13 gennaio 2013

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

13 gennaio 2013

Credo che questo incontro di cristiani di Europa abbia risonanzanel mondo; e dovrà essere anzitutto risonanza di riparazione.

Non sono stati questi cristiani d’Europa a esportare nel mondo leloro divisioni? Del resto ogni frattura in qualunque angolo della terrainquina il mondo, come ogni incontro diventa fermento diComunione. Ma Basilea con il suo tema, in questo particolaremomento della storia d’Europa, dovrà essere parola forte e propositoumile da parte dei cristiani.

Una Missione d’Accoglienza- Da Basilea una voce responsabile per l’Europa, 1989

Nel Concilio il fondamentodella Lobby per i poveri.

Il 12 gennaio alle 9 in vescovado, mons. Giustiincontra di nuovo i cattoliciimpegnati in politica: con loro il lavoro su alcune proposteconcrete a favore della famiglia.

a lobby per ipoveri, promossadal VescovoGiusti, attraverso

il Progetto Culturalediocesano, trova il suofondamento teoriconella Gaudium et spes,uno dei principalidocumenti del ConcilioVaticano II, quello cheha trattato la questionedella Chiesa nel mondocontemporaneo. Lo haaffermato lo stessomonsignorGiusti nelcorso dellagiornata diriflessione epreghiera cheha dedicatoai cattoliciimpegnati inpolitica neigiorniprecedenti ilNatale.Per motivarequesta suaaffermazione il vescovoSimone ha utilizzato ilfamoso discorso chepapa Paolo VI feceall’assemblea dell’ONUin cui, rivolgendosi airappresentanti dei Paesimembri, presentò cosìil suo messaggio: Noisentiamo di fare Nostra lavoce dei morti e dei vivi;dei morti, caduti nelletremende guerre passatesognando la concordia e lapace del mondo; dei vivi,che a quelle hannosopravvissuto portando neicuori la condanna percoloro che tentasserorinnovarle; e di altri viviancora, che avanzanonuovi e fidenti, i giovanidelle presenti generazioni,che sognano a buondiritto una miglioreumanità. E facciamoNostra la voce dei poveri,dei diseredati, deisofferenti, degli anelantialla giustizia, alla dignitàdella vita, alla libertà, albenessere e al progresso.

LSono queste persone, inparticolare i giovani e ipoveri, di cui la Chiesaancora oggi si faportavoce e ai qualidedica la massimaattenzione. Lacosiddetta lobby deipoveri non è altro che latraduzione, qui e ora, diquesta grande missionedella Chiesa delineatamolto bene anche nelConcilio.Monsignor Giusti ha

poi citato unaltro passodel discorsodi Paolo VIin cui,rivolgendosiai membridell’ONU,diceva: Voiqui proclamatei diritti e idoverifondamentalidell’uomo, lasua dignità, la

sua libertà e, per prima, lalibertà religiosa. Ancora,Noi sentiamo interpretatala sfera superiore dellasapienza umana, eaggiungiamo: la suasacralità. Perché si trattaanzitutto della vitadell’uomo: e la vitadell’uomo è sacra:nessuno può osare dioffenderla.E riferendosi poi alruolo della Chiesa disseancora: Vorremmo ancheNoi dare l’esempio,sebbene l’esiguità deiNostri mezzi ci impediscadi farne apprezzare larilevanza pratica equantitativa: Noivogliamo dare alle Nostreistituzioni caritative unnuovo sviluppo in favoredella fame e dei bisognidel mondo: è in questomodo, e non altrimenti,che si costruisce la pace.E Paolo VI ricordò inquell’occasione anchecome l’edificio dellamoderna civiltà deve

reggersi su principiispirituali, capaci non solodi sostenerlo, ma altresì diilluminarlo e di animarlo.E perché tali siano questiindispensabili principii disuperiore sapienza, essinon possono non fondarsisulla fede in Dio. Paroleche suonavano efficaciallora, ma sono attualianche oggi in unperiodo di profondacrisi economica cheaffonda le sue radici inuna ancora più gravecrisi etica e spirituale.Prendendo spunto dallaGaudium et Spesmonsignor Giusti haproposto tre coordinatefondamentali percostruire una societàlivornese solidale epromuovente un pienosviluppo sociale: lacentralità della persona,la priorità della societàsullo stato,l’interdipendenza trapopoli, nazioni e stati. Ein questo senso havoluto spiegare qualesenso dare allosviluppo: "Lo sviluppoè realmente tale quandoconduce allarealizzazione dellapersona, costruisce unasocietà al servizio dellapersona". "Lo sviluppo- ha concluso - nondeve essere inteso in unmodo esclusivamenteeconomico, ma insenso integralmenteumano. Non si trattasolo di elevare tutti ipopoli al livello di cuigodono oggi i Paesi piùricchi, ma di costruirenel lavoro solidale unavita più capace di farcrescere effettivamentela dignità e la creativitàdi ogni singola personae la sua capacità dirispondere alla propriavocazione e all’appellodi Dio, che è contenutoin essa".

n.s.

ella storica giornata dell’Amicizia EbraicoCristiana, che ogni anno si celebra il 17

gennaio, quest’anno la Comunità diSant’Egidio ha promosso l’organizzazione diun evento speciale.Si tratta di un breve percorso nel centro storicocittadino, suddiviso in tre tappe, ad ogni tappaverranno installate sulla strada le "pietred’inciampo" (stolpersteine). Le stolpersteine sono un’iniziativa dell’artistatedesco Gunter Demnig, da lui stesso sonodefinite, "un progetto artistico percommemorare tutte le vittime del nazional-socialismo, che vennero deportate esterminate".Ad oggi sono state posate più di 32.000 pietredi inciampo in più di 700 località traGermania ed altri paesi europei (Italia,Austria, Ungheria, Belgio, Ucraina, PaesiBassi...).Ogni pietra si riferisce a una persona, el’iscrizione inizia con "QUI HA VISSUTO..."Materialmente, la memoria consiste in unapiccola targa d’ottone (10 x 10 cm.), che verràposta davanti alla porta della casa in cui abitòil deportato, sulla quale sono incisi il nomedella persona deportata, l’anno di nascita, ladata e il luogo di deportazione e la data dimorte, se conosciuta, perricordare chi non ha fattoritorno dai campi. Uninciampo non fisico, dunque,ma visivo e mentale, per farfermare a riflettere chi vipassa vicino.

Questo il programma dellagiornataAlle 16.00 accensione dellamenorah alla presenza delVescovo, del rabbino e ditutti i rappresentanti dellevarie chiese cristiane presentia LivornoAlle 17.00 inizio della marcia dalla Piazza delComune1ª tappa: posa della prima stolpersteine in ViaFiume, 2 in ricordo di Franca Baruch, nata nel1943. Era la più piccola deportata delconvoglio arrestata al Gabbro il 20.12.1943,deportata ad Auschwitz dove è morta il26.2.1944.

2ª tappa: posa della seconda stolpersteine inVia Reale, 1 (via Cassuto, vicino alle poste

Centrali) in ricordo di Perla Beniacar, nata nel1935. Arrestata il 25.1.1944 a Borgo aBuggiano, deportata ad Auschwitz dove èmorta il 26.2.1944

3ª tappa: posa della terza e della quartastolpersteine in Via G. Verdi, 23 in ricordo diRaffaello Menasci, nato nel 1896, prof. a Pisa,

molto stimato, dopo ibombardamenti del 28 maggioraggiunge i parenti a Roma(ospite della fam. Piperno).Qui vengono tutti deportatinella razzia del 16 ottobre.Arrestato a Roma il 16.10.1943,deportato ad Auschwitz edeceduto a Varsavia nel 1944e in ricordo di Enrico Menasci,nato nel 1931, figlio diRaffaello, viene salvato dallagovernante, cattolica, che lospaccia per suo figlio ma ilragazzino si divincola dalle suebraccia e raggiunge il padre,

insieme al quale viene deportato. Arrestato aRoma il 16.10.1943, deportato ad Auschwitzdove è morto il 6.2.1944.Alle 18.00 (circa) chiusura della marcia pressoil largo dei valdesi. Discorso di chiusura delPresidente della Comunità ebraica, VittorioMosseri e di un rappresentante della Comunitàdi Sant’Egidio.Ad ogni tappa verrà letta una breve biografiadella persona, posta la pietra e osservato unminuto di silenzio.

N

L’edificio dellamodernaciviltà devereggersi suprincipiispirituali

Giovedì 17 gennaio Ebrei e Cristiani nel giorno dell’Amicizia

Quando «inciampare» in una pietrafa bene alla memoria!

Durante il percorsoin città sarannomesse leStolpersteine, le pietre di ottoneche ricordano i deportati della 2ªGuerra mondiale

ProgettoCulturaleDiocesano

Per una Chiesa che parla a nome dei poverie dei giovani

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

Page 2: La Settimana n. 2 del 13 gennaio 2013

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI13 gennaio 2013II

La parola alle... CARITAS PARROCCHIALI

Un centro di aiuto a 360 gradidicembre. Il tradizionale

pranzo di Natale dallaComunità di Sant’Egidio si è svoltonei locali attigui alla Chiesa di SanGiovanni Battista a Livorno. Lamaggior parte dei commensali, circa350, è gente povera o impoverita,gente sola o in difficoltà. Ma tuttihanno trovato durante l’anno unacompagnia negli amici dellaComunità. Lo spiega adintroduzione del pranzo ed allapresenza del Vescovo Giusti, delpresidente della provincia Kutufà edel Sindaco Cosimi, la stessaComunità: “è un tempo difficile,molti sono rimasti senza lavoro, altrisenza casa, ma avere una famiglia fala differenza! Questa è la vostrafamiglia”. Un famiglia davvero composita.Numerosi stranieri provenienti datutti i continenti ed appartenenti adiverse fedi, come Manik, hindu cheviene da Bangladesh, anziani rimastisoli, come Maria che dice: “daquando è morto mio marito questa èdiventata la mia famiglia, oggi la miaamica più grande è rom ed io nevado fiera.” Ma anche personerimaste sole a causa dellafrantumazione familiare, profughi,famiglie rom, moltissimi senza fissadimora: “a 72 anni ho dovutoimparare come si fa a dormire in untreno!” ha raccontato Mauro. Accanto ai commensali tantissimepersone giovani ed adulti, venute adaiutare: “Sono circa settanta lepersone che hanno lavorato con noiin questi giorni, gente comune edanche persone in difficoltà, in tanti cihanno detto – vogliamo aiutare conquello che possiamo -, è anche graziea loro che abbiamo potuto realizzarequesto vero e proprio pranzo infamiglia” racconta Luca Gentini,responsabile del servizio ai tavoli,“dove nessuno è dimenticato!” Untavolo lungo quanto il mondo,allestito a Livorno ed in più di 50paesi nel mondo, dovunque èpresente la Comunità di Sant’Egidio.In un clima di festa e grandefamiliarità, questo piccolo popolo digente diversa, segno di unaconvivenza possibile costruita, nellavita e tra le difficoltà di ogni giorno,è il segno di una seria solidarietà chesi può vivere.A conclusione del pranzo ogniinvitato ha ricevuto un regalopersonale, pensato per ciascuno.Proprio come si fa in famiglia!La Comunità di Sant’Egidio desideraringraziare i tanti amici che hannopartecipato al pranzo e le tantissimepersone che a titolo personale hannocontributo alla realizzazione diquesto particolare momento di festa.

S.C.

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A SAN FERDINANDO

u San Francesco nel 1223 ad allestire a Greccio, un piccolo comune inprovincia di Rieti, il primo presepe vivente della storia, al quale

parteciparono come figuranti alcuni pastori, contadini con animali dacortile e frati e d’allora questa usanza si è diffusa in molte altre cittàd’Italia, come anche nella nostra Livorno.“A distanza di più di duemilaanni, siamo ancora in tanti prostrati davanti al Bambinello, a Maria ed aGiuseppe per portare dei doni anche noi, come i re Magi. I nostri donianche se non sono così ricchi materialmente, lo sono senz’altro dispiritualità: la nostra Fede, la purezza del nostro cuore e l’amore verso ilprossimo, che deve sempre animare il nostro spirito anche dopo le festenatalizie”.Queste parole di padre Lorenzo Moretti, parroco della chiesa di SanFerdinando, hanno preceduto la celebrazione del Presepe vivente, cheorganizza ormai da quindici anni con padre Michele Siggillino ed alcunisuoi parrocchiani, in occasione della festa dell’Epifania vedendo crescere dianno in anno, il pubblico di fedeli.“Ogni anno- racconta padre Lorenzo- leprove cominciano verso il mese di ottobre con la preparazione degli abiti edegli allestimenti per il presepe, oltre alla ricerca della coppia di sposi conbambino e, grazie all’impegno di diversi parrocchiani, ma anche di abitantidi altri quartieri, ogni anno riusciamo ad arrivare ben preparati

all’appuntamento del 6 gennaio”. Effettivamente l’ottima riuscita dellarappresentazione, che ha visto coinvolti una cinquantina di figuranti, è ladimostrazione del grande lavoro svolto nei mesi antecedenti il Natale ed anche ilnumeroso pubblico presente ha dimostrato di apprezzare l’iniziativa che, allietatadai canti della Corale dei Sardi, è riuscita a trasmettere emozioni a tutti i presenti.Con una punta di rammarico padre Lorenzo sottolinea la poca presenza di bambini:“ogni anno abbiamo sempre più difficoltà ad avere la presenza di bambini sia comefiguranti che come spettatori e questo dipende senz’altro dai genitori. Per il futuro,dovremo sensibilizzare più famiglie, per coinvolgere un maggior numero dibambini”.

Roberto Olivato

F

Comunitàdi Sant’Egidio

Un pranzo...in famiglia!

DI FABIO FIGARA

istribuzione dialimenti, di abiti esostegno ai singoli ealle famiglie in

difficoltà: il lavoro del gruppodi don Matteo Gioia, parrocodi S. Agostino, aumenta digiorno in giorno conl’impennarsi della crisi.Una volta al mese, presso lastruttura, vengono distribuitibeni primari di consumo,forniti da Enti o Associazionipreposte allo scopo qualiAGEA e Banco Alimentare,oppure offerti dai parrocchianistessi.La distribuzione avviene ognimercoledì mattina a partiredalle otto e trenta. Vieneeffettuata anche ladistribuzione di abiti,soprattutto per neonati,bambini e ragazzi fino aiquindici anni, mentre, ognigiovedì pomeriggio, dalle ore17.30 alle ore 18.30, insegnantidi professione tengono lezionigratuite di lingua italiana pergli stranieri che desideranointegrarsi nella realtà cittadina.«Negli anni precedenti, condon Luciano Cantini, abbiamopotuto predisporre anche altriservizi - affermano MarinellaPizzorni e Milena Vox,volontarie - colazionigiornaliere e servizio docceerano attività all’ordine delgiorno, insiemeall’accompagnamento dipersone sole e in difficoltà chefacevano richiesta d’aiuto. Perbrevi periodi ci siamo potutioccupare anche di alcuni casidi emergenza abitativa.Purtroppo, visto l’aumentaredella crisi, dei costi gestionali edell’apporto di volontari, èdiventato difficile potercontinuare a gestire tuttequeste attività.» Dal maggio dello scorso annola Caritas parrocchiale, su

D

indicazione dal ConsiglioPastorale, ha propostoall’intera comunità di S.Agostino un progetto dicondivisione fraternadenominato “Sostieni unaFamiglia”. Il progetto intendeaiutare, per periodi limitati, lefamiglie del territorioparrocchiale in gravi difficoltàeconomiche che si rivolgono alCentro di Ascolto. «É un progetto di sostegno alle

famiglie bisognose - spiegaSantina Vetere, coordinatricedel Centro Ascolto - tramitel’aiuto concreto da parte dellanostra comunità parrocchiale,perché tutti abbiano lapossibilità di farsi carico deipiù poveri. Ritengo infatti che ilcompito della Caritas siaquello di coinvolgere tutta lacomunità dei credenti perscorgere Gesù nel povero che siincontra: accogliere e servire ipoveri significa accogliere eservire Cristo. “Sostieni unafamiglia” è un camminoeducativo alla carità, unatestimonianza di fraternitàcristiana che ci conduce ad unostile di vita di comunione econdivisione.»Sono così già seguite circa 50famiglie appartenenti allaParrocchia, la maggior partedelle quali sono composte dapersone extracomunitarie,anche se, nell’ultimo anno, ilCentro Ascolto ha visto unincremento repentino delnumero degli italiani el’avvicinarsi di numerosebadanti sole e senza lavoro. Peraderire al progetto si puòfornire il proprio nominativoai volontari Caritas o al parrocodon Matteo direttamente inparrocchia o durante le SanteMesse, oppure, ogni terzadomenica del mese, aiutare conun’offerta dopo le celebrazionieucaristiche.Purtroppo, visto il cresceredelle esigenze, servirebbe uncoordinamento più ampio trale Parrocchie del terzovicariato. «Abbiamo un buonrapporto di cooperazione solocon la Caritas del Rosario -

continua Vetere -con i cuioperatoripossiamoconfrontarcidirettamente, maci rendiamoconto che prestonon potremocontinuare agestire leproblematichedel territorio dasoli, e credo chelo stesso valgaper gli altriCentri d’Ascolto.Sarebbe ottimalepoter allargare larete di contatti,almeno a livellovicariale, perpoter ottimizzarela gestione delleattività sulterritorio».Alla base della

maggior parte dei disagi dicoloro che si rivolgono allaCaritas c’è la mancanza dilavoro: oltre alle attività deivolontari del Centro Ascolto, ilocali di S. Agostino ospitanoormai da anni anche l’ufficiodel lavoro della Caritasdiocesana.«L’ufficio del lavoro inSant’Agostino è un punto diriferimento per tutta la Diocesiper l’incontro tra “domanda” e“offerta” di lavoro - spiegaAnna Girolami, responsabiledell’ufficio diocesano per illavoro - ed è aperto ognigiovedì mattina dalle 9. Quibussano alla nostra portasoprattutto donne straniere, maora abbiamo anche molteitaliane, a volte separate odivorziate, che non sanno piùcome mantenere i propri figli.In numeri, gestiamo circa millerichieste e, nonostante la crisi,riusciamo ad ottenere un buonrisultato nel 20% dei casi».La maggior parte delle utentiproviene da zone periferichedella nostra città o da Paesiquali Ucraina, Romania, Perù eFilippine, e hanno un’etàcompresa tra i trentacinque e iquarantacinque anni.«Recentemente hanno iniziatoa presentarsi anche alcuniuomini - spiega don Matteo -cercando lavoro comegiardinieri, imbianchini oaltro, ma per loro è molto piùdifficile trovare un impiego.Tuttavia, nonostante questedifficoltà, cercheremo dicontinuare ad offrire aiuto atutti. Un ringraziamento a tuttii volontari che operano inquesta chiesa».

I volontari del CentroAscolto di piazza Aldo

Moro si occupano di tutta una serie di servizi rivolti

ai più bisognosi.Fortunatamentepossono contare su una comunità

parrocchiale ampia e generosa

Il gruppo di S. AgostinoIl gruppo divolontarie delCentro Ascolto ècomposto da:Santina Vetere(coordinatrice),Marinella Pizzorni,Milena Vox, LinaFabbri, FrancescaSanti, Anna Dati,Monica Melani. Ilgruppo dell’Ufficiolavoro è invececomposto da: AnnaGirolami e LauraNobili(coordinatrici),Giuliano Falorni,Susanna Giuntini,Maria Donateo,Emanuela Moschini,Maria LuisaD’Apollo, MaraCocchini. Delgruppo ha fattoparte anche CarlaGiovangiacomo finoa poco prima dellasua morte, avvenutasolo pochi giorni fa.Per informazioni:[email protected];telefono 0586-806791

Il presepe in «Venezia»

Page 3: La Settimana n. 2 del 13 gennaio 2013

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI13 gennaio 2013 III

NELL’ANNOdella fede

Il Divino e l’Umano

na barca su cui posaun monte e sopra diesso la sacrafamiglia, intorno le

pitture che raffigurano spazicelebri di Livorno: unarappresentazione moltosimbolica e significativaquella realizzata nel presepenella chiesa di Sant’Andrea.La barca simbolo dellaChiesa, che campeggia anchesul logo dell’anno della fedeappena iniziato è la base sucui costruire la roccia dellanostra casa, perché non vadaspazzata via dalle tempestedella vita , e sopra di essa c’èla Sacra famiglia,fondamento della fede delcristiano, esempio daseguire, meta da raggiungere.A fare da sfondo a questoquadro, i “quadri” diLivorno: il faro, la terrazza,posti conosciuti e vissutidalla nostra gente, luoghiche richiamano Livornoanche fuori città, spazi dibellezza e di tradizione,immagini che richiamano lamemoria ed il presente. È ildivino che si interseca conl’umano, è la forza dellafede che entra come unabarca spinta dal vento delloSpirito nella nostra vita enella nostra città.«Le pitture – spiega ilparroco don EdoardoMedori - realizzatedall’artista livornese Biagio

Chiesi, insiemeall’allestimento del preseperesteranno esposte tuttol’anno in chiesa. In questoanno della fede la nostracomunità vuole continuarela riflessione iniziata con ilNatale e meditare i Misteridella fede, alla luce di questasacra rappresentazione».«Il prossimo 26 gennaio –annuncia – alle 11.30 ciritroveremo in chiesainsieme al vescovomonsignor Giusti, al sindacoCosimi, alle Autorità, aiparrocchiani e a chiunquevorrà essere presente, pervedere un dvd che raccontacome è stata pensata e poirealizzata quest’opera; saràpresente l’autore ed altriesperti di arte per illustrarcila simbologia e le tecnicheusate, poi sarà benedetta dalVescovo e sarà dato iniziocosì a tutte le iniziative chela parrocchia porterà avantiin questo anno».

c.d.

U L’originale presepe nella chiesa di Sant’Andrea.Sabato 26 gennaio alle 11.30 in chiesa,alla presenza del Vescovo e del Sindaco:incontro aperto a tutti con il pittore che ha realizzatole pitture che fanno da scenario al presepe

ivorno ha un cuore mistico: ilCarmelo di Santa Teresa in Antignano.

Nella cappella del Monastero si trova unapala, che le fonti dicono esser stata donatadal Marchese di Castel Rodriguez allaMadre fondatrice Caterina Cesi, in religioneCaterina di Cristo, nel 1627».Così inizia l’incontro con il nostro maestro.“Oggi andiamo a vedere questa operaimponente e racconteremo le sensazioniche suscita in noi.”Le monache iniziano le loro lodi alle sei delmattino e alle otto e mezzo comincia lamessa. Piano piano si accendono tutte leluci della piccola cappella accessibile aifedeli e si possono intravedere le suore diclausura al di là della grata, oltre adascoltare i loro canti di preghiera. Lagrande pala del ’600 è sopra l’altare, lesue condizioni sono abbastanza buone,anche se si vedono i segni del tempo: icolori ingialliti e qualche particolare pocovisibile. Per molto tempo, infatti, il fumodelle candele di cera ha “affumicato” idipinti presenti nelle chiese.Santa Teresa d’Avila, chiamata anche SantaTeresa del Bambino Gesù è inginocchiatacon le mani incrociate sul petto al centrodella raffigurazione. La sua figura èracchiusa in un immaginario triangolo cheindica verso l’alto lo Spirito Santo sottoforma di colomba. Alla sua sinistra Maria leha appena donato la collana e, dall’altraparte, San Giuseppe si accinge a ricoprirlele spalle con la veste bianca. L’azione sivolge su un piano “non terreno”, infatti ipersonaggi sono raffigurati come se fosserosulle nuvole. L’opera raffigura la visionemistica raccontata dalla stessa Teresa neisuoi scritti. Quale migliore fonte perl’autore! La realizzazione dell’operaconcilia quanto descritto da Teresa con igusti del tempo. Basta pensare aidrappeggi nelle vesti e ai simboliraffigurati nel dipinto, come i gigli simbolodella purezza. Negli scritti di Santa Teresasi legge: “Delle fattezze di nostra Signoranon potei discernere nulla. La vidi solo nelsuo complesso, ed era di una bellezzaincantevole, vestita di bianco congrandissimo splendore, non abbagliante,ma soave. Non così distintamente vidi ilglorioso San Giuseppe, ma solo che erapresente, nel modo delle visioni descrittepiù sopra, nelle quali non si vede figura.Nostra Signora mi sembrava moltogiovane.”L’autore, però, secondo le consuetudini deltempo, sceglie di far parlare i volti dellaMadonna e di San Giuseppe. Le loroespressioni trasmettono coinvolgimento eincoraggiamento. Un accenno di sorriso sulvolto di Giuseppe e tutto l’amore di unamadre sul volto di Maria.I lineamenti di Santa Teresa sono moltovicini alla realtà perché tratti da un veroritratto fatto alla Santa.Teresa è moltoseria, la sua espressione trasmetteimpegno, preoccupazione, consapevolezza:stava realizzando la riforma dell’ordinemonastico. Gioia e tenerezza sono nei gestie nella visione d’insieme, compreso il corodi angeli curiosi che guardano la scenadall’alto come se non conoscesseropreoccupazione.

Piccoli TESORIdi Angela Blanco

AlMonastero

delCarmelo

Dal 18 Gennaio la settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani

QUEL CHE IL SIGNOREESIGE DA NOI

al 18 al 24 gennaio si svolgeràla Settimana di preghiera perl’Unità dei Cristiani. Questigli appuntamenti in

calendario preparati dalla Diocesiinsieme alle altre Chiese cristianepresenti in città.Venerdì 18 Gennaio ore 17.00 pressola Chiesa del Sacro Cuore (Salesiani)(Viale Risorgimento)Apertura della Settimana di Preghiera perl’Unità dei Cristiani

Domenica 20 Gennaio ore 10.30 presso la ChiesaValdese (Via Verdi, 15) Culto Ecumenico ed a seguire Agape comunitaria

Lunedì 21 Gennaio ore 18.00 presso la chiesa di Sant’Andrea edImmacolata Concezione (Castiglioncello) (Via Gorizia, 6)Preghiera e riflessione biblica

Giovedì 24 Gennaio ore 17.00 presso la chiesa della Misericordia (ViaVerdi, 57)Vespro ortodosso e riflessione biblica - Conclusione della Settimanadi Preghiera per l’Unità dei Cristiani

All’interno della Settimana di Preghiera, una giornata di preghiera eriflessione dedicata ai giovani

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DOMENICA 20 GENNAIO ALLE 14.45

toricamente, il 6 gennaio, oltre ad essere il gior-no dell’Epifania, è anche la Giornata Missiona-ria dei Ragazzi (GMR), ma nelle diocesi, per esi-genze diverse, possono anche festeggiarla in

un’altra data vicina.La GMR è, in un certo senso, la prima data missiona-ria, perché oltre ad essere all’inizio dell’anno, è ilgiorno in cui il Vangelo ci fa riflettere sulla manife-stazione di Gesù a tutti i popoli. Anche i Ragazzi Missionari, testimoniando la gioiadell’amicizia con Gesù, sono un segno in mezzo ailoro amici, tante piccole luci che illuminano il sen-tiero che conduce all’incontro con Cristo e la SuaGioiosa Parola e in questa festa i Ragazzi Missionaridei cinque continenti celebrano il loro impegno perla MissioneLa nostra Chiesa livornese, ormai da tanti anni, cele-bra questa iniziativa con una giornata di incontro edi festa dei bambini e ragazzi della nostra diocesi.Un appuntamento che ogni anno consente di ritro-varsi per qualche ora nella gioia ma anche per riflet-tere e pregare insieme per aiutare i più piccoli a sen-tire proprio l’impegno imprescindibile della missio-ne.L’appuntamento è per DOMENICA 20 gennaio, dalleore 14.45 alle ore 18.00, presso l’Istituto S. Spirito,in Corso Mazzini 199 a Livorno (Vedi locandina a pagVIII).Il tema della giornata è: CON GESU’ HO IMPARATOA CREDERE e affonda il suo significato nella cele-brazione dell’Anno della Fede che stiamo vivendo.

Ufficio Diocesano di Pastorale Missionaria

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La Giornatamissionaria dei ragazzi

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI13 gennaio 2013IV

VENERDÌ 11 GENNAIONella mattina, a Roma per il semina-rio sulla catechesi21.15 incontro con le aggregazioni lai-cali in vescovado

SABATO 12 GENNAIO9.00 in vescovado, incontro con i cat-tolici impegnati in politica (vd.pag I)

DOMENICA 13 GENNAIO9.30 premiazione all’Uisp della gara dipattinaggio

MARTEDÌ 15 GENNAIONella mattina, udienze clero in vesco-vado

MERCOLEDÌ 16 GENNAIO9.30 in vescovado, consiglio presbite-rale15.30 in occasione della visita pastora-le al III vicariato, il Vescovo incontragli ammalati alla Chiesa della Seton18.30 in vescovado, tavolo dell’ogget-tività con i primari dell’ospedale

GIOVEDÌ 17 GENNAIONella mattina, udienze laici in vesco-vado11.00 Incontro con il clero del III vica-riato alla Chiesa dei Sette Santi fonda-toriNel pomeriggio, il Vescovo partecipaalla Giornata dell’Amicizia EbraicoCristiana (vd. pag I)

VENERDÌ 18 GENNAIONella mattina, udienze laici in vesco-vado17.00 ai Salesiani, apertura della Setti-mana di Preghiera per l’Unità dei Cri-stiani18.30 in vescovado, incontro con i cre-simandi i genitori ed i catechisti

SABATO 19 GENNAIO8.00 pellegrinaggio mensile diocesanoal Santuario di Montenero, a seguireS. Messa18.30 S. Messa in occasione della festapatronale alla chiesa di San Sebastia-no

DOMENICA 20 GENNAIO10.00 alla chiesa della Seton, incontrocon i genitori dei ragazzi del catechi-smo11.00 S. Messa in occasione della visitapastorale al II vicariato alla chiesa del-la Seton15.00 il Vescovo saluta i bambini all’i-stituto Santo Spirito in occasione del-la Giornata per l’Infanzia Missionaria16.00 incontro dal titolo "Esperienzadella fede nei Vangeli" organizzatodalla comunità dei Figli di Dio

Agenda del VESCOVO

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

Koch K. – Il cammino ecumenico- Ed. QiqajonComunità di Bose, pp.198, euro 18,00

Kurt Koch, vescovo di Basilea dal 1995 impe-gnato da tempo nel cammino ecumenico,nominato Presidente del Pontificio Consi-glio per la promozione dell’unità dei Cristia-ni dal 1° luglio 2010, partendo dall’afferma-zione che la divisione dei cristiani è un pec-cato e uno scandalo evidente che va a scapitodella testimonianza resa al vangelo di Cristo,con estrema lucidità ci presenta l’attuale si-tuazione dell’ecumenismo. Mette in eviden-za quali sono le varie pietre d’inciampo cheoggi ostacolano il cammino verso l’unità visi-bile dei cristiani, propone scelte concrete dacompiere nel futuro e invita alla riscoperta diuna peculiare spiritualità ecumenica che di-venti un solido ponte per un’unità nella di-versità. Se le diverse chiese trovano la sorgen-te comune dell’unità già prestabilita per noiin Gesù Cristo, si ritroveranno anche tra loro.

on Bosco, si sa, è stato maestro di una genialeprassi educativa. La sua attenzione sempre

rivolta ai giovani trova riscontro ancora oggi, nellavoglia di festeggiare non unSanto astratto e lontano, maun padre ed un amico semprepresente.Con questo spirito è nato ilFestival don Bosco, che si terràdal 14 al 31 gennaio.

PROGRAMMA14 Gennaio alle 21.00Veglia di preghiera animatadai giovani18 Gennaio alle 21.00Presso il teatro dei Salesianiincontro dal titolo: "La crisi: unbuon motivo per dimenticare igiovani?" relatore donDomenico Ricca23 gennaio 18.30-22.00Al Teatro dei Salesiani "La politica? Unatestimonianza: La Pira. Cercasi uomini per il benecomune", relatori prof. Mario Primicerio, prof.Emanuele RossiConferenza, buffet, dibattito

26 Gennaio alle 15.00All’Oratorio dei Salesiani, "Un mondo digiochi"(elementari e medie);

alle 21.00 nel teatro"Spettacolo di varietà"condotto dai giovani27 Gennaio alle 10.30Solenne celebrazione15.00 tornei di basket(Salesiani), calcetto (Ist. SantoSpirito), per i giovani dai 14anni28 gennaio 21.00Teatro 4 Mori "Storie pervivere", musical realizzato daigiovani dell’oratorio S.Spirito31 Gennaio 9.00In cattedrale, concelebrazionepresieduta dal Vescovo mons.Simone Giusti

Concorso fotografico2 Categorie:"Don Bosco ha i miei occhi"( Don Bosco oggi) e"Don Bosco ai miei occhi" (dove o come trovo DonBosco)Consegna delle foto entro e non oltre il 20 Gennaio

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BREVI DALLA DIOCESIIncontro DiaconiGIOVEDÌ 10 GENNAIO ALLE 9.30Alla parrocchia di S. Teresa aRosignano Solvay, ritiro del cle-ro

USMIDOMENICA 13 GENNAIO ALLE16.00Presso la casa di cura Villa Tir-rena, incontro con la dott.ssaRosanna Virgili su "Le parabolein Luca, aspetti generali e analisidi una in particolare"

Cooperatori PaoliniMARTEDÌ 15 GENNAIO ALLE17.00Presso il vescovado,incontrodal titolo " Dire la fede con l’ar-te".Messa commemorativa per donFranco Patruno al VI anno dal-la sua morte. Presentazione deltrattato sull’Estetica di don Pa-truno.

Cooperatori Paolini

PROGRAMMAANNO DELLA FEDE 2013

Febbraio 2013Sabato 23, ore 15,45 Figlie di San Paolo,Via Corcos 64.Incontro quaresimale con Don AngeloColacrai di Roma

Mercoledì 27 ore 17.00 Vescovado "Direla fede con l’arte"Messa commemorativa per Don FrancoPatruno al VI anno dalla sua mortecelebrata da S. E. Monsignor SimoneGiusti.Presentazione del trattato sull’ Estetica didon Patruno. Intervengono: Prof. Pietro Lenzinidirettore Accademia delle Belle Arti diBologna, Dr. Andrea Nascimbeni filosofo,Monsignor Giusti. In collaborazione conAdP, AIMC e CIF

Marzo 2013 Sabato 2 ore 15,00 Calambrone Tirrenia"Il Concilio al femminile". Presentazione del libro "Madri delConcilio,23 donne al Concilio VaticanoII". Interverranno l’autrice AdrianaValerio, il Dr. Massimo Lucchesi di Rai 3 ela Presidente Nazionale del CIF Dr. MariaPia Savatteri. Ore 18 S. Messa con Monsignor Giusti. In collaborazione con il CIF.

Aprile 2013Sabato 13, ore 15,45 Figlie di San Paolo,Via Corcos 64 Don Angelo Colacrai di Roma

Maggio 20133-4-5 MaggioEsercizi Spirituali a La VernaPrenotazioni il 23 febbraio- 1 Marzo.Caparra 50 euro

Il FESTIVAL DI DON BOSCO

Diocesiinforma

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI13 gennaio 2013 V

4. L’oggetto del messaggioPer pensare, prima, e realizzare,poi, un progetto educativoiniziatico, occorrerà, perciò,domandarsi se l’oggetto delmessaggio ha perso forza acausa del mutamento culturaleavvenuto e, quindi, se habisogno di essere riletto apartire dalla culturacontemporanea, come affermala Gaudiun et Spes al n. 44.È quanto mai utile distinguerel’evento Cristo, la "traditio fidei"della Chiesa e delle Scritture,dalla sua narrazione odierna, laquale è necessariamente legataa una data cultura di un datotempo e potrebbe non esserepiù capita a causa di categorieculturali inadatte. È necessario un rinnovamentoculturale della narratiopienamente fedele a quanto gliApostoli, ieri come oggi, ciannunciano. Si richiede unanuova narratio fidei a partire dauna evidenza antropologica: igiovani cercano salvezzanell’amore avvertito,giustamente, come valorerilevante, significativo,irrinunciabile. L’amore, è unvalore-esperienza che siintreccia con la vita affettiva,nonché con il senso della vita ela sua eticità.I giovani cercano l’amore comevalore guida, e Dio è amore.L’amore è, oggi, terrenod’incontroprivilegiato manon esclusivo, tra igiovani e la fedecristiana. L’amore èda evangelizzare.A partire dallaricerca dell’amore,della bellezza edella gioia occorreproporre unpercorso educativocapace di offrireuna esperienzaintegrale della vitacristiana e dellafede cristiana.Siamo provocativerso un’azioneeducativasimbolica, cheprocedadall’esperienzasoggettiva misticadel Signore ovverodall’incontro conDio nei luoghidove egli si manifestaabitualmente: Parola, Liturgia,Carità.

La persona vuole incontrareGesù non soltanto il suomessaggio, non solo chi gliparla di lui. "Vogliamo vedereGesù", chiedono alcuni paganiall’apostolo Filippo.L’esperienza di Dio dona lemotivazioni iniziali sufficientiper intraprendere un camminospirituale pieno, organico,anche logico-razionale,sistematico capace di condurrela persona a fareconsapevolmente la propriaopzione fondamentale perCristo e scegliere una vitamorale cristiana.

Come far conoscere il Signorealle nuove generazioni se non

attraverso la via dell’amore? Doverisiede oggi la possibilità di unradicamento della fede cristiananelle nuove generazioni, se nonin belle esperienze di incontropersonali con il Signore e in belleesperienze di appartenenza e dicondivisione ecclesiale?Afferma Evdokìmov: "Sidimostra l’esistenza di Dio con l’adorazione, non con le prove" .Il ragazzo dovrà intuire,sperimentandola, la presenza e

la bellezza di Dio.Soltanto dopo puòavvenire la sceltadi essere cristianoe, quindi, di vivereappieno unpercorsomistagogico versole tappesacramentali sinoalla solenneEucarestia dellaprofessione difede, compiendoun camminocostantementeilluminato dallaVerità, conosciutacon tutta lapersona, a cui siaderisce attraversoun ricco percorsoliturgico,catechistico,caritativo.È necessaria quindiuna riforma

dell’Iniziazione Cristiana (IC)centrata sull’esperienza di Dio,ovvero procedente da unaesperienza sacramentale delSignore ed essendo quindi semprepiù mistagogica.

B. QUALE DIREZIONE PER IL RINNOVAMENTO DELLA IC DEI RAGAZZI?Nei paesi di tradizione cristianae di "cultura occidentale" iprocessi iniziatici e disocializzazione sonocaratterizzati da alcunifenomeni. Non si sviluppanopiù in modointergenerazionale, ma a livellodel gruppo dei pari, per cui latrasmissione dei valori spessonon avviene o avviene inmodalità differenti. Latrasmissione dei valori è segnatadalla nuova condizione

antropologica di soggettività,libertà e apprendimento persperimentazione. Modalità cherelativizzano il modellotradizionale, centratosull’autorità di chi trasmette, eaccentua la selezione el’acquisizione orizzontale deglistessi. Tutto questo sfida iltradizionale modello disocializzazione e iniziazionereligiosa che la Chiesa hasperimentato da tempo.

B1. CAPIRE LA CRISI DELL’ICLa considerazione da cuimuovere per ripensare ilmodello di ICR, adatto alnostro contesto è di naturapsicosociale e più esattamenteriguarda la risposta da dare alcambio culturale e dei processidi socializzazione, chesembrano non favorire iltradizionale modo di realizzarel’iniziazione ecclesiale.Non è crisi della dimensionesacramentale della IC, ma delmodello pedagogico di ICR chela sostiene. È crisi della pedagogia(religiosa e cristiana) utilizzata.

In modo particolare i modelliproposti nel post-concilio nontengono conto:. della cultura di "libertà" incui viviamo. Siamo figli dellacultura della libertà. Anche secomporta fare errori, la vita sisceglie. Stiamo, invece,conservando e difendendo unaICR che si basa sull’idea cheeducare significa "metteredentro" e non "tirare fuori"; . della globalità del "soggetto"persona. Parroci e catechistiritengono loro compitosoltanto "il tempo catechistico".Senza entrare nella globalitàdella vita dei ragazzi, saràdifficile che la propostacristiana possa assumere perloro un valore ed essere oggettodi scelta;. dei sistemi di socializzazioneattuali. La socializzazione haspostato il suo baricentro dalleagenzie forti (famiglia; scuola;parrocchia) alle agenzie deboli(mezzi di comunicazione;gruppo dei pari; i non-luoghi,quelli, cioè, che "nontrasmettono i valori" controllatidagli adulti). La trasmissione

non avviene piùprevalentemente per via orale,concettuale, e per la solatestimonianza. È veicolatasoprattutto dallamultimedialità che ha reso ilcomunicare un atto"complesso";. dei tempi necessari persvolgere una adeguata azionepedagogica. Nelle proposteattuali i tempi della catechesisono ancora ritmati dalcomprendere. Essi si basanosulla domanda "quanto tempooccorre per sapere l’alfabetodella fede cristiana"? Non sonomodulati secondo la domanda"quanto tempo occorre per farinteressare, desiderare eabilitare a vivere la vitacristiana".

B2. UNA ORGANIZZAZIONE"NUOVA" DEVE RISPONDEREAD ALCUNE ESIGENZEIn particolare deve equilibrare:. il momento di socializzazione(trasmissione della cultura evalori cristiani) e iniziazionepersonale (decisione e scelta divivere il Vangelo nellacomunità), mantenendo erispettando la tradizione "dipopolo" già presente in Italia;. la preparazione alsacramento (la fede per ilsacramento) e il rispetto delprimato della grazia (la fede daisacramenti) mantenendo lascelta pedagogica fatta dasempre dalla chiesa latina.. l’obiettivo di sostenere laqualità delle comunità(pastorale di maturità) el’obiettivo di raggiungere tutti(pastorale di popolo).

B3. INIZIAZIONE COMEPROCESSO DIINCULTURAZIONEOccorre mettere in strettaunione il rapporto tra passaggidella fede, passaggi della vita econdizioni di apprendimento,trasformazione ed elaborazionedel personale progetto di vita.Per superare la crisi occorre,infatti, un modello d’itinerarioolististico , capace, cioè, diincludere le dimensioni dellavita: conoscenza, adesione dellavolontà, abilitazione arealizzare.

Sperimentarela presenza di Dio

LA LETTERA PASTORALE/4.........

Riprendiamo la lettura della seconda parte della lettera pastoraleper l’anno della fede

«L’esperienza di Dio dona le motivazioni iniziali sufficientiper intraprendereun camminospirituale pieno,organico, anchelogico-razionale,sistematico capacedi condurre la persona a fareconsapevolmentela propria opzionefondamentale perCristo e scegliere una vita moralecristiana»

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI13 gennaio 2013VI

Presepi per tutti i gustiSono più di trecento le rappresentazioni della Sacra Famiglia in mostra alla parrocchia della Santissima Trinità

l canto finale si è appena concluso,i ragazzi si stanno salutando, in

fondo di chiesa i genitoriattendono, educatorisoddisfatti...Più o meno questa è lascena che avreste visto se foste statipresenti verso le 12:30 nella chiesadi San Sebastiano per il momentoconclusivo della tradizionale Visitaai presepi che, come ogni anno,l’ACR diocesana promuove per leparrocchie delle città.La formula è semplice ma efficace:ogni parrocchia che desideraparteciparvi si da un punto diritrovo, scelto autonomamente,mentre la conclusione è per le 12:00

in unaparrocchiadecisadall’equipediocesana.Durante iltragitto iragazzi, guidatidagli animatorihanno fatto laconoscenza diunpersonaggiodel presepe: unpastore, unodei tre re magi,un pescatore,ecc...Questipersonaggi sitrovavanocome loro incammino maavevano persoqualcosa, unoggettoimportante persvolgere il lorocompito olavoro.

Durante le tappe(il numero venivascelto dai singoli gruppi) ipersonaggi hanno ritrovato, aiutatidai ragazzi, parte del loro“equipaggiamento” e hannoproseguito il cammino.Le parrocchie partecipanti sono stateSant’Agostino, San Jacopo,Salesiani-Sacro Cuore, SanRanieri(Guasticce) e San Benedetto.In totale i ragazzi erano circa 50.Il momento conclusivo che comegià detto si è svolto presso laparrocchia di San Sebastiano, è statoguidato dall’assistente diocesanodell’ACR Don Federico. Dopo averletto il Vangelo é stato svelato aipresenti Gesù in fasce con vicinouno specchio.Quest’ultimo oggetto stava asimboleggiare che noi dobbiamoessere specchio per gli altri,dobbiamo quindi riflettere la paroladi Dio a chi ci sta vicino, a chi ciguarda negli occhi.Dobbiamo essere noi i protagonistidella nostra vita con e per Gesù e glialtri.

Michele Martella

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L’ACR E I PRESEPI

ul leggìo nell’angolo lapagina è aperta al capitoloXXX delle FontiFrancescane, lì dove si

racconta del presepio di Greccio.E a guardare tutta la salaparrocchiale della chiesa deiCappuccini, c’è proprio il bustodi San Francesco. «Diciamo laverità…era troppo pesante peressere spostato, ma era perfettoper stare lì sul mobile». A parlareè Giuseppe Ferrari, Beppe pertutti quelli che lo conoscono,francescano da una vita eappassionato di presepi.Collezionista si potrebbe dire.Sono più di 300 le sacre famiglie,le natività le chiama lui, chepossiede. «A questi trepersonaggi si devono poiaggiungere tutti i pastori dicontorno e il numero così sale».Ogni anno da più di 15 riapre gliscatoloni che li custodiscono dagennaio a novembre e li esponenei locali della sua parrocchia.«Per allestire l’esposizione miservono più di 20 giorni, perfortuna ho gli amici che miaiutano». E così su uno scaffalespunta un presepe in unalampadina elettrica, uno dentroun guscio di noce, in un fiasco oin una lattina. Al muro quellodentro un’acquasantiera o in uncesto di vimini. «Ero a Assisi ecomprai l’acquasantiera, ci hocostruito dentro il presepe e poiun piccolo cassetto dello stessocolore è diventato la sua cornicecome fosse un quadro». Nelcesto una capanna e una stellacometa che guardati da vicino siscoprono essere fatti con i pezzidi una cassetta da verdura e deglistecchini da spiedini. Lacreatività e la manualità nonmancano a Beppe!Il massimo sivede nei diorami che hacostruito con il suo amicoMauro, che raccontano la vita diGesù: «Il tavolo da falegnamenella casa di Nazaret è opera dimio fratello, proprio comequello che aveva nostro padrecarpentiere». La ricostruzione deltempio con Anna e Simeone, irotoli e l’arca sullo sfondo,l’insolita statuetta dellaMadonna incinta che conGiuseppe viene rifiutatadall’oste. Beppe è sempre statoattratto dal presepe, da quando

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lo faceva in casa da piccolo inSardegna o aiutava a realizzarequello in parrocchia con l’AC.E la sua Sardegna è una delleregioni da cui vengono i presepi,con i pastori negli abititradizionali dell’Isola. Ma c’èanche l’Umbria, le Marche, laSicilia e la Lombardia, ilTrentino e la Toscana…Poi si vaoltralpe con quelli provenientidalla Germania, quello dellaFrancia, il più piccolo, con ipersonaggi alti un centimetro,fatto da un miniaturista. Si escedall’Europa e su un’enormecartina dell’Africa sonoposizionati quelli dei diversiPaesi. «La sacra famiglia dellaCosta d’Avorio mi è stata regalata

dopo uno spettacolo dibeneficenza per le missioni».Questi presepi infatti raccontanoanche la storia di Beppe, tanti neha comprati nei suoi viaggi, altrigli sono stati regalati. «Qualcheanno fa venneuna scultrice diFirenze a vederela mostra. Dopoqualche mesemi mandò unasacra famigliarealizzata interracotta».«Non mi ricordoil primo che hocomprato, nonera miaintenzionecollezionarli,quella è venutacol tempo…nonsaprei neanchescegliere il più bello, diciamoche il mio preferito è quello fattoa mano dalle suore di clausura diun convento di Lourdes dovel’ho comprato, fatto con la pietradei Pirenei e ispiratoall’immagine di un’icona.Quello che secondo me è inveceil più strano è un pezzo di vetrodentro al quale tramite l’uso dellaser è stata ricostruita la natività

in modo tridimensionale». Adaffascinarlo sono poi i presepi infoglia di banana e granoturco.«Mi domando come lo abbianolavorato!». Basta pensare a unqualunque materiale esicuramente saprà farvi vedereun presepe realizzato con quello:argento, gesso,ceramica,porcellana, metallo,ottone, vetrodi Murano, olivo di Terrasanta,pietra lavica dell’Etna…La Cina con i pastori orientali e ilponte di legno, ricostruzione diquello di una scenografia delteatro della parrocchia, l’AmericaLatina, la Russia…e i pastori inmovimento, quelli che piùattirano i bambini.«Ce n’è per tutti i gusti e di tutti itipi, anche quest’anno c’è statoun bel viavai di persone curiose e

interessate, noncredo che, almenoin Toscana, esistaun’esposizionesimile soprattuttoper quantità».Se non avete fatein tempo avisitarel’esposizione, aPasqua potreteammirare i 23diorami della vitadi Gesù, piccoligioelli diartigianato cheseguendo i branidell’Antico

Testamento e del Vangelo, daiprofeti arrivano fino alla suaascensione in cielo.C’è solo un continente cheancora non è rappresentatonell’esposizione:l’Oceania…probabilmenteBeppe non potrà andare aprenderlo direttamente, ma sequalcuno ci capitasse…

Giulia Sarti

DOLCEZZE PER GRANDI E PICCINI

Alla scopertadi Gesùcon i personaggidel presepeL’iniziativa dei ragazzidell’Azione Cattolica

Gesù in fascecon vicinounospecchio:un oggettochesimboleggiail compito di ognicristiano:esserespecchio per gli altri;riflettere la parola di Dio a chici sta vicino,a chi ci guardanegli occhi

nche quest’annoL’associazione "La

Funicolare" haorganizzato la discesadella Befana a bordodella Funivia diMontenero con laconsueta scopa volante.Alle 11.00 in punto èarrivata in Piazza delleCarrozze: ad accoglierlaun marea di bambiniche aspettavano da Leiun momento di gioia edi piacere...e lecaramelle. Si è intrattenuta con i suoi piccoli ammiratorifino alle 12,30, recitando canzoncine e raccontando storiededicate alla sua figura, concludendo con un ballettoinsieme con i bimbi presenti in Piazza.

Francesco Lamacchia

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La Befana vien...da Montenero!

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI13 gennaio 2013 VII

na scena piuttostosingolare si è presentataagli occhi di coloro che,domenica 6 gennaio, si

sono trovati a passare tra viaMachiavelli, via Montessori, viaVico, via Muratori e viaSettembrini tra le 14,30 e le15,30: un nutrito gruppo dipersone e una quindicina digiovani “pastori”, coperti dipelli e di abiti variopinti,stavano accompagnando treuomini vestiti da Re Magi lungole vie del quartiere La Rosa,intonando canti ispirati allanascita del Signore! «Anchequest’anno abbiamo volutooffrire unomaggio reale aGesù,ricostruendo lastoria della SuaNatività conl’auto deiparrocchiani -racconta FabioPapini, uno degliorganizzatori esegretario delconsigliopastoraleparrocchialecoordinato daMaurizio De Sanctis, ilsacerdote noto come “padreNike” - e quest’anno, adifferenza del 2012 in cui larappresentazione iniziò dalla“Rotonda”, abbiamo preferitoorganizzare il breve pellegrinaggiointeramente nelle vie interne delquartiere, per sottolinearesimbolicamente l’accoglienza degliabitanti nei confronti di GesùCristo.»Per l’occasione, e per la gioia di tuttii bambini, l’Associazione IppicaLivornese ha fornito tre pony, lecavalcature per i Magi!Al termine del tragitto, il corteo si èraccolto nel giardino antistante lachiesa di S. Rosa per rendereomaggio a Giuseppe, a Maria e aGesù in fasce, impersonati proprio

da una famiglia della Parrocchia,per ricevere i ben noti doni offertial Bambino, al quale anche lastessa Befana ha voluto, a finemanifestazione, rendere onori eringraziamenti.«Con questo evento stupendo ciincamminiamo verso la madre ditutte le feste cristiane, la Pasqua diResurrezione - conclude il diaconoCarlo Vivaldi, a S. Rosa dal 2009 -Un ringraziamento a tutti coloroche sono intervenuti attivamente,e un augurio che i cuori di tuttipossano crescere nell’Amore enella Grazia del Signore nel corsodi questo nuovo anno».

Fabio Figara

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E... prostratisilo adorarono

A CAVALLO E IN COSTUME D’EPOCA ARRIVANO I MAGI ALLA PARROCCHIA SANTA ROSA.........

Per il giorno dell’Epifania, i parrocchiani di S. Rosa hanno organizzato la rievocazione della visita dei Re Magi lungo le vie del quartiere

ALLA PARROCCHIA SAN BENEDETTO

I Vigili del Fuoco accolgono la dolce nonninanchequest’anno,

per la festadell’Epifania, laBefana è scesa daltetto della chiesadi S. Benedetto,portandogiocattoli ecaramelle a tutti ibambini presentiin Piazza XXSettembre tra le15,30 e le 16,30.La manifestazioneè stata organizzatadal Comando provinciale dei Vigili del Fuoco diLivorno con la collaborazione del parroco di S.Benedetto don Thomas Zurek e alcuni commerciantidella Piazza."

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI13 gennaio 2013VIII