la settimana n. 2 del 12 gennaio 2014

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DI CHIARA DOMENICI opo 39 anni fuori dall’Italia, come nunzio apostolico in Paraguay, India, Nepal, Brasile, Haiti, nel febbraio scorso sono rientrato a Roma per lavorare in Vaticano e mi sono sentito come ingabbiato, mi sono trovato davvero in difficoltà, ma i miei sacrifici sono stati ripagati con l’elezione di Papa Bergoglio. Lo stile di questo Papa, che ha le sue radici nello stile dei vescovi dell’America Latina, è veramente unico: colpisce le persone e porta nuova linfa alla Chiesa, aprendo nuovi orizzonti». È sincero monsignor Lorenzo Baldisseri, mentre racconta di sé e dei suoi incarichi. Invitato dalla parrocchia di Madre Seton a celebrare la Messa per la festa patronale di Gennaio, monsignor Baldisseri, che è originario di Barga ed è stato ordinato a Pisa, ha colto l’occasione per incontrare alcuni amici tra cui l’arcivescovo di Pisa monsignor Benotto e il vescovo di Livorno monsignor Giusti. Monsignor Baldisseri è stato segretario dell’ultimo conclave, era responsabile di tutto ciò che riguardava le procedure ed è stato lui, incaricato di raccogliere le schede dei cardinali elettori, a comunicare al mondo con le fumate nere e poi quella bianca, l’avvenuta elezione di Papa Francesco. Dopo la nomina del Santo Padre l’arcivescovo Lorenzo è rimasto a vivere a Santa Marta, entrando così in confidenza con il Pontefice, che a Settembre scorso gli ha affidato la segreteria generale del Sinodo dei Vescovi, un compito che vede Baldisseri coinvolto in prima persona nell’organizzazione del prossimo Sinodo sulla famiglia. «Anche se i Papi, i Vescovi, in questi anni hanno sempre parlato della famiglia, l’ultimo documento ufficiale su questo tema – ricorda monsignor Baldisseri - è la Familiaris Consortio, datata 1981; in questi decenni ne sono cambiate di cose: è dunque giunto il momento per tornare a focalizzare il tema della famiglia, un tema cruciale oggi, da cui poi partire per la nuova evangelizzazione. Ma rispetto al passato il Papa desidera che il Sinodo sia un organismo dinamico, in grado di studiare le questioni al passo con i tempi che cambiano e accompagnarle con documenti attuali, che servano realmente alla vita degli uomini; finora il Sinodo dei Vescovi è stato uno strumento troppo lento ed i documenti che da esso sono scaturiti negli anni risultavano quasi superati nei tempi in cui successivamente venivano diffusi. Esso invece deve essere un organo propulsivo, che approfondisca e studiare i temi e aiuti in maniera collegiale il Papa nel governo della Chiesa». «Per questo – continua - il prossimo Sinodo avrà una prima tappa nel prossimo Ottobre (chiamata Assemblea Straordinaria, con un numero ristretto di vescovi partecipanti), intitolata: “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione” ed un secondo momento nel 2015 (Assemblea ordinaria, più ampia anche nella partecipazione). Adesso sta circolando un documento preparatorio che consta di 9 punti, preparato in due giorni alla presenza del Papa e diffuso in tutte le diocesi. Al termine di questa prima tappa sarà disponibile un altro documento, che servirà come strumento per lavorare alla seconda fase: di questo testo saranno rese note alcune disposizioni, altre invece, su cui ci sarà ancora da studiare e da approfondire, saranno diffuse l’anno successivo, nel documento finale». «È sicuramente un modo nuovo di avvicinarsi ai problemi della gente e di lavorare: il Papa insieme ai Vescovi, come un Pastore che sta davanti, in mezzo e dietro alle sue pecore ed è interessantissimo vedere come questo approccio nuovo il Papa lo intenda dare a tutta la pastorale della Chiesa: lavorare collegialmente, sinodalmente, in tutti i sensi; anche se ci saranno delle decisioni importanti da prendere sul governo, sull’orientamento, della Chiesa, il Santo Padre intende prenderle insieme ai Vescovi di tutto il mondo. E oggi è più facile del passato grazie alla tecnologia: si possono fare videoconferenze, collegamenti da ogni parte del globo e questo è stato il Papa a suggerirlo! Nonostante la sua età, il suo spirito è veramente giovane. Personalmente mi sento molto lusingato del compito che mi ha affidato– confessa monsignor Baldisseri – anche se lo ritengo un incarico davvero impegnativo. Mi sono messo a sua disposizione, sono un piccolo strumento, spero il mio impegno possa servire alla Chiesa». Nel prossimo numero de La Settimana riporteremo alcuni aneddoti inediti su Papa Francesco, raccontati da monsignor Baldisseri nel corso di questa stessa conversazione. L’intervista integrale è disponibile sul blog “La settimana tutti i giorni” (www.diocesilivorno.it). D « Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 12 gennaio 2014 Ma mentre presentiamo all’uomo di oggi un Gesù non momento del- la vita, ma amico della vita, non lampada sotto il secchio ma compa- gno illuminante della via, precisiamo anche che proprio come amico e come compagno Egli non vuole essere un amico e compagno scon- tato. No, ad ogni passo egli mi si presenta come se fosse sempre nuo- vo. Anche se l’ho incontrato e se mi accompagna da tanto tempo egli dice: "io sono la verità"( Gv. 14,6). Del resto lo stesso valore "verità" (come quello di amore e libertà) già di per sé stesso indica una realtà sempre nuova, cioè sempre presente; e perciò con possibilità di un costante rinnovarsi, nella fecondità e nell’approfondimento. Come annunciare Gesù oggi 1980- Una missione d’accoglienza ...lavorare collegialmente, sinodalmente, in tutti i sensi; anche se ci saranno delle decisioni importanti da prendere sul governo, sull’orientamento, della Chiesa, il Santo Padre intende prenderle insieme ai Vescovi di tutto il mondo... Monsignor Baldisseri durante la celebrazione per la festa patronale di Madre Seton, al momento della benedizione finale, fatta con le reliquie della Santa americana, recentemente donate alla parrocchia livornese. Sotto, durante l’intervista in vescovado Il nuovo stile della Chiesa IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi Monsignor Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, ospite a Livorno racconta il suo incarico e svela alcuni aspetti dello stile di Papa Francesco. Il Sinodo deiVescovi: uno strumento dinamico per un nuovo modo di lavorare insieme e al passo con i tempi. A Ottobre l’Assemblea straordinaria sui temi della famiglia amminare insieme alla pace. Per un’esistenza che deve per forza alimentarsi di pace. Perché la pace non é data una volta per sempre ma ha bisogno di essere costruita e fatta propria quotidianamente. Ora per ora. Minuto dopo minuto. Guai perdere la pace anche per pochi istanti. É come rimanere senza l’aria e cadere nel baratro della "non vita". Guai non sentire più il piacere di gesti e di scambi di pace. É perdere la dimensione della fraternità, della bellezza di stare gioiosamente insieme. "Beati i costruttori di pace". E ancora di più saranno beati tutti coloro che sapranno vivere come uomini e donne di pace, di giustizia e di amore. "Vi lascio la pace, vi dono la pace": alimentiamo questo dono e facciamolo fruttificare in abbondanza. Gli scambi di pace siano capaci di portare un anno intenso di vita feconda. Di vita vera! Che ognuno sia un dono di pace per sé, per gli altri. E che non smetta mai di cantare la pace di paese in paese, di città in città, ricchi di quella pace interiore capace di dare vita ad un vero mondo in pace. C “La pace sia con voi” LINEA di Pensiero di Luca Lischi

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Page 1: La Settimana n. 2 del 12 gennaio 2014

DI CHIARA DOMENICI

opo 39 annifuoridall’Italia,come nunzio

apostolico in Paraguay,India, Nepal, Brasile,Haiti, nel febbraio scorsosono rientrato a Roma perlavorare in Vaticano e misono sentito comeingabbiato, mi sonotrovato davvero indifficoltà, ma i mieisacrifici sono stati ripagaticon l’elezione di PapaBergoglio. Lo stile diquesto Papa, che ha le sueradici nello stile deivescovi dell’AmericaLatina, è veramente unico:colpisce le persone e portanuova linfa alla Chiesa,aprendo nuovi orizzonti».È sincero monsignorLorenzo Baldisseri,mentre racconta di sé e dei suoiincarichi. Invitato dalla parrocchiadi Madre Seton a celebrare la Messaper la festa patronale di Gennaio,monsignor Baldisseri, che èoriginario di Barga ed è statoordinato a Pisa, ha coltol’occasione per incontrare alcuniamici tra cui l’arcivescovo di Pisamonsignor Benotto e il vescovo diLivorno monsignor Giusti.

Monsignor Baldisseri è statosegretario dell’ultimo conclave, eraresponsabile di tutto ciò cheriguardava le procedure ed è statolui, incaricato di raccogliere leschede dei cardinali elettori, acomunicare al mondo con lefumate nere e poi quella bianca,l’avvenuta elezione di PapaFrancesco. Dopo la nomina delSanto Padre l’arcivescovo Lorenzo èrimasto a vivere a Santa Marta,entrando così in confidenza con ilPontefice, che a Settembre scorsogli ha affidato la segreteria generale

del Sinodo dei Vescovi, un compitoche vede Baldisseri coinvolto inprima persona nell’organizzazionedel prossimo Sinodo sulla famiglia.

«Anche se i Papi, i Vescovi, in questianni hanno sempre parlato dellafamiglia, l’ultimo documentoufficiale su questo tema – ricordamonsignor Baldisseri - è laFamiliaris Consortio, datata 1981;in questi decenni ne sono cambiatedi cose: è dunque giunto ilmomento per tornare a focalizzareil tema della famiglia, un temacruciale oggi, da cui poi partire perla nuova evangelizzazione. Marispetto al passato il Papa desiderache il Sinodo sia un organismodinamico, in grado di studiare lequestioni al passo con i tempi checambiano e accompagnarle condocumenti attuali, che servanorealmente alla vita degli uomini;finora il Sinodo dei Vescovi è statouno strumento troppo lento ed idocumenti che da esso sono

scaturiti negli annirisultavano quasisuperati nei tempi in cuisuccessivamentevenivano diffusi. Essoinvece deve essere unorgano propulsivo, cheapprofondisca e studiarei temi e aiuti in manieracollegiale il Papa nelgoverno della Chiesa».«Per questo – continua -il prossimo Sinodo avràuna prima tappa nelprossimo Ottobre(chiamata AssembleaStraordinaria, con un

numero ristretto di vescovipartecipanti), intitolata: “Le sfidepastorali sulla famiglia nel contestodell’evangelizzazione” ed unsecondo momento nel 2015(Assemblea ordinaria, più ampiaanche nella partecipazione). Adessosta circolando un documentopreparatorio che consta di 9 punti,preparato in due giorni allapresenza del Papa e diffuso in tuttele diocesi. Al termine di questaprima tappa sarà disponibile unaltro documento, che servirà comestrumento per lavorare alla secondafase: di questo testo saranno resenote alcune disposizioni, altreinvece, su cui ci sarà ancora dastudiare e da approfondire, sarannodiffuse l’anno successivo, neldocumento finale».«È sicuramente un modo nuovo diavvicinarsi ai problemi della gentee di lavorare: il Papa insieme aiVescovi, come un Pastore che stadavanti, in mezzo e dietro alle suepecore ed è interessantissimo

vedere come questo approccionuovo il Papa lo intenda dare atutta la pastorale della Chiesa:lavorare collegialmente,sinodalmente, in tutti i sensi; anchese ci saranno delle decisioniimportanti da prendere sulgoverno, sull’orientamento, dellaChiesa, il Santo Padre intendeprenderle insieme ai Vescovi ditutto il mondo. E oggi è più faciledel passato grazie alla tecnologia: sipossono fare videoconferenze,

collegamenti da ogni parte delglobo e questo è stato il Papa asuggerirlo! Nonostante la sua età, ilsuo spirito è veramente giovane.Personalmente mi sento moltolusingato del compito che mi haaffidato– confessa monsignorBaldisseri – anche se lo ritengo unincarico davvero impegnativo. Misono messo a sua disposizione,sono un piccolo strumento, spero ilmio impegno possa servire allaChiesa».

Nel prossimo numero de LaSettimana riporteremo alcunianeddoti inediti su Papa Francesco,raccontati da monsignor Baldisserinel corso di questa stessaconversazione. L’intervista integraleè disponibile sul blog “Lasettimana tutti i giorni”(www.diocesilivorno.it).

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

12 gennaio 2014

Ma mentre presentiamo all’uomo di oggi un Gesù non momento del-la vita, ma amico della vita, non lampada sotto il secchio ma compa-gno illuminante della via, precisiamo anche che proprio come amicoe come compagno Egli non vuole essere un amico e compagno scon-tato. No, ad ogni passo egli mi si presenta come se fosse sempre nuo-vo. Anche se l’ho incontrato e se mi accompagna da tanto tempo eglidice: "io sono la verità"( Gv. 14,6).Del resto lo stesso valore "verità" (come quello di amore e libertà) giàdi per sé stesso indica una realtà sempre nuova, cioè sempre presente;e perciò con possibilità di un costante rinnovarsi, nella fecondità enell’approfondimento.

Come annunciare Gesù oggi 1980- Una missione d’accoglienza

...lavorare collegialmente, sinodalmente, in tutti i sensi; anche se ci saranno delle decisioniimportanti da prendere sul governo,sull’orientamento, della Chiesa, il Santo Padreintende prenderle insieme ai Vescovi di tutto il mondo...

Monsignor Baldisseridurante la celebrazione per la festa patronale di

Madre Seton, al momentodella benedizione finale,fatta con le reliquie della

Santa americana,recentemente donate alla

parrocchia livornese.Sotto, durante

l’intervista in vescovado

Il nuovo stile della Chiesa

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

Monsignor Lorenzo Baldisseri,segretario generaledel Sinodo deiVescovi, ospite a Livorno raccontail suo incarico e svela alcuniaspetti dello stile di Papa Francesco.

Il Sinodo dei Vescovi: uno strumentodinamico per unnuovo modo di lavorare insiemee al passo con i tempi.

A Ottobrel’Assembleastraordinaria suitemi della famiglia

amminare insieme alla pace. Per un’esistenza che deve per forzaalimentarsi di pace. Perché la pace non é data una volta per

sempre ma ha bisogno di essere costruita e fatta propriaquotidianamente. Ora per ora. Minuto dopo minuto. Guai perdere lapace anche per pochi istanti. É come rimanere senza l’aria e caderenel baratro della "non vita". Guai non sentire più il piacere di gesti edi scambi di pace. É perdere la dimensione della fraternità, dellabellezza di stare gioiosamente insieme. "Beati i costruttori di pace". Eancora di più saranno beati tutti coloro che sapranno vivere comeuomini e donne di pace, di giustizia e di amore. "Vi lascio la pace, vidono la pace": alimentiamo questo dono e facciamolo fruttificare inabbondanza. Gli scambi di pace siano capaci di portare un annointenso di vita feconda. Di vita vera! Che ognuno sia un dono di paceper sé, per gli altri. E che non smetta mai di cantare la pace di paese inpaese, di città in città, ricchi di quella pace interiore capace di darevita ad un vero mondo in pace.

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“La pace sia con voi”

LINEAdi Pensiero

di Luca Lischi

Page 2: La Settimana n. 2 del 12 gennaio 2014

uest’anno, data anche la straordinaria presenzadel nostro Vescovo Mons. Giusti a condividere

con ospiti, volontari ed operatori il pranzo dell’Epifania del Signore, è stato pensato di valorizzare laricchezza e la collaborazione di altri popoliinvitando i rappresentanti delle comunità filippina,senegalese e nigeriana. Ci siamo ritrovati alle 12,00nel piazzale di fronte alla struttura per ascoltare iloro canti, intonati come un dono da offrire a Gesùche si manifesta come il Signore di tutti i popoli,coinvolgendo i presenti in un dialogo che ciarricchiscereciprocamente.Prima di questo piacevolemomento, accompagnatodalla luce di un caldo sole,abbiamo ricevuto anche lavisita dell’Asd bike storeche ha scelto per questagiornata di portare,pedalando, solidarietà inCaritas e presso il repartodi pediatria.Alle 12,30 vi è statol’ingresso a mensa per ilpasto dal menù festivo edun piccolo dolce pensieroper i nostri ospiti.Un bello spazio di fratellanza per cui ringraziamoMons. Giusti, le comunità straniere intervenute etutti coloro che hanno scelto di condividerlo connoi.

Valentina Vaccari

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI12 gennaio 2014II

Come in una grandefamiglia

rano oltre duecento gli spettatorifra cui tanti bambini che Domenica

5 Gennaio hanno gremito la chiesa diSan Ferdinando per assistere allarappresentazione del Presepe Vivente.Una coreografia che GabriellaLunardi, regista decennale dellamanifestazione, ha curato in ogniminimo particolare: dalle luci, ai testi,ai ruoli interpretati dai varipersonaggi, avvalendosi per i costumidell’esperienza della costumistaCaterina D’Armento. Adaccompagnare musicalmente losvolgimento della recita, i cantinatalizi della Corale Polifonicadell’Associazione Culturale Sarda, cherappresenta un consolidato binomiocon la parrocchia della Crocetta,diretta dal maestro Mauro Ermito.Un inaspettato successo hannoriscosso anche le esibizioni di alcunigiovani artisti: il cantante liricoClaudio Ferretti esibitosi nel brano‘’Mille Cherubini in coro’’ diSchubert, accompagnato all’organodal maestro Enrico Senesi e le treflautiste Stella D’Armento, ElenaParrini e Jana Theresa Hildebrandtesibitesi in musiche natalizie che perl’occasione hanno suonato con flautidolci in legno, considerati ormai unararità nelle orchestre moderne. “Unarappresentazione così impeccabilenella regia, nei testi, nei costumi, oltreall’apprezzamento dimostrato dalpubblico, ha reso questo decennaleappuntamentoforse il migliore degliultimi anni” questo il commento dipadre Cosimo Bleve Superiore deiTrinitari della chiesa di SanFerdinando. L’ottima riuscita dellaserata è stata anche suggellata da unabuona raccolta di fondi per il restaurodella chiesa, a cui hanno contribuitocon offerte volontarie tutti i presentied ai quali il parroco padre EmilioKolaczyk, ha rivolto il ringraziamentoanche dei confratelli padre MicheleSiggillino e frate Antonio Phong.

Roberto Olivato

E

Il Natale a San Ferdinando

tavola erano sedute 355 persone, a servire altre 69. Ma tutti ipartecipanti al pranzo di Natale organizzato dalla Comunità diSant’Egidio nella Chiesa di San Giovanni avevano un nome. Unnome scritto sui segnaposto che addobbavano le tavole

imbandite, un nome scritto sul regalo di Natale che alla fine del pranzoBabbo Natale ha donato a ciascuno, un nome ed una storia che,nell’intimità della tavola, prende forma e contorno.Un pranzo davvero particolare. La maggior parte dei commensali sonogente povera o impoverita con cui la Comunità di Sant’Egidio tiene unrapporto di amicizia nei vari ambiti in cui opera e che per Natale haconvocato ad un grande pranzo in famiglia. Lo spiega ad introduzionedel pranzo la stessa Comunità: “È bella questa tavola perché, per usareun’immagine cara a Papa Francesco, veniamo tutti da una periferia,spesso fredda ed angusta, e siamo stati raccolti qui dall’amicizia, in unluogo nel cuore della città, caldo di affetto e luminoso di speranza …

siamo tutti strappati dalla periferia per essere immessi nel vorticedell’amicizia”.In un clima festoso le numerose persone venute ad aiutare il pranzohanno servito i tavoli ai quali erano seduti senza fissa dimora,bambini, anziani, stranieri, italiani, rom. Una volontaria ha detto:“sono stata onorata di poter servire i poveri il giorno di Natale e con ipoveri eravamo davvero una famiglia!” Molti dei volontari quest’annohanno aiutato l’organizzazione fin dai primi giorni di dicembre,allestendo le sale, preparando il cibo, scegliendo ed impacchettando iregali, ma anche andando ad invitare le persone per strada assieme aivolontari della Comunità. Un incontro significativo che ha indottoalcuni a pensare: “oggi può accadere davvero a tutti di finire per strada…. bisogna stare attenti a non rimanere soli, ciò che ci salva è una retedi amicizia e solidarietà”.Prima del pranzo si è tenuta nella chiesa di San Giovanni la messa diNatale. Dopo la messa, durante i preparativi per l’allestimento delpranzo ha fatto visita ai volontari il Vescovo Mons. Giusti salutato conaffetto dai partecipanti. All’inizio del pranzo hanno portato l’ormai

tradizionale saluti anche il Sindaco di Livorno Alessandro Cosimi ed ilPresidente della Provincia Giorgio Kutufà che poi hanno voluto salutarepersonalmente tutti i commensali ai tavoli.A conclusione, i tradizionali auguri di Buon Natale, sono statipronunciati in tutte le lingue delle nazionalità presenti ed a conclusionedel pranzo ogni invitato ha ricevuto un regalo personale, pensato perciascuno. Proprio come si fa in famiglia!La Comunità di Sant’Egidio desidera ringraziare i tanti amici che hannopartecipato al pranzo le tantissime persone che a titolo personale hannocontributo alla realizzazione di questo particolare momento di festa.

S.C.

A

Un ospite speciale per l’Epifania

Presepe vivente e non solo...

Comunità Sant’Egidio PRANZO DI NATALE

Il pranzo di Befana alla CARITAS

Page 3: La Settimana n. 2 del 12 gennaio 2014

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI12 gennaio 2014 III

L’INTERVISTA AMarcello Brunori

Energia «da vendere»!DI CHIARA DOMENICI

pirito di sacrificio, un po’di intuizione, attenzioneai costi e tantaprofessionalità: sono

questi gli ingredienti per fareimpresa, ieri, ma soprattuttooggi, in tempo di crisi. Ne èconvinto il signor MarcelloBrunori, 70 anni portatibenissimo, con gli occhi vividi chi ha ancora tanta vogliadi inventare e di mettere afrutto la propria esperienza.Originario del bresciano, conun apprendistato ed unaformazione tecnicaconquistati a Milano, unamoglie, due figli e una vitatrascorsa in lungo e largo perl’Italia e per il mondo, perlavorare, approfondire leproprie conoscenze ed infineesportare idee, tecnologie emacchinari.Il signor Brunori èl’amministratore unico dellaIdroenergy, un’aziendalivornese leader nel settoredell’elettrolisi (la scissione diIdrogeno e Ossigenocontenuti nell’acqua) enell’ad-sorbimento(estrazione dell’Azotodall’aria, mediante setaccimolecolari di carbone). Acosa servono Idrogenopurissimo e Azoto? Acentinaia di usi!Oltre al trattamento termicodi tubi e profilati, di lamiere,e altra produzione nel mondodell’acciaieria e metallurgia,l’idrogeno puro comecombustibile per fiammapura è utilizzato nellaproduzione di frigoriferi, dirubinetteria, di radiatori econdizionatori, nellalavorazione orafa e nellesaldature, nella produzione dienergia, come carburante

S

pulito. L’Azoto purissimoinvece è usato in ambitoindustriale e in tutte le formedi packaging ovvero diimballaggio e diconservazione anchealimentare, poiché impediscel’ossidazione dei prodotti,dovuta al contatto con l’aria,nella produzionefarmaceutica ed in moltissimialtri campi.«Vede questa stanzetta -continua Brunorimostrandomi un localespoglio nell’arredo, mastracolmo di contenitori,pezzi di metallo, acciaio,bobine, provette e cavi -è ilmio laboratorio: quante ore

ho passato quidentro..sperimentando etestando meccanismi eprocedimenti. Quando miofiglio si è laureato gli hodetto: ora vieni in azienda eimpari a fare l’ingegnere,finora lo sai solo in teoria!».L’idroenergy stava morendoprima che arrivasse Brunori escommettesse suquest’azienda, ora progetta,realizza e installa impianti intutto il mondo: 22dipendenti, giovani laureati etecnici, che seguono le diversefasi di produzione, mentre ilsignor Marcello viene aLivorno alcuni giorni asettimana, anche se ogni cosa

è ancora affidata alla suasupervisione.«Sono un imprenditore unpo’ vecchio stampo - racconta- non mi è mai interessatoavere la Porsche, o lo yacht,stare via mesi in vacanza…sono dell’idea che quellesono risorse sottratteall’azienda. La mia creaturaviene prima di tutto, ancheprima di me: mi piace seguirlacostantemente, passo dopopasso, in ogni suo aspetto, ese soffre, soffro con lei:quando è stato necessario misono dimezzato lo stipendio eho apportato nuovi capitali ,perché ogni risorsa adisposizione fosse reinvestitanel processo produttivo enell’adeguamentotecnologico. Oggi forsemanca un po’ questamentalità: non si è disposti afare dei sacrifici, a partire daidirigenti, per il benedell’azienda, per questo tanteimprese chiudono». Ma lo spirito imprenditorialenon è la sola componentenecessaria al funzionamentodi un’azienda: «La location -spiega ancora Brunori - èfondamentale; la prossimitàdel mercato; il personale,qualificato e disponibileanche a spostarsi per seguire iprogetti in tutto il mondo; laverifica dei costi dell’energia;le possibilità di ampliamentosul territorio; la reperibilità dimaterie prime di qualità:questi sono tutti elementiindispensabili perchéun’azienda possa avere nonsolo un inizio, ma unproseguo nel futuro. Livornoin questo senso non è unazona facile: queste qualitànecessarie sul territorio non cisono e portare avanti unlavoro come il nostro èsinceramente difficile;diciamo che si fanno saltimortali per mantenere vivo esviluppare appena quello cheabbiamo. E questa incapacitàallo sviluppo a mepersonalmente dispiacedavvero: finora non hotrovato le condizioni perpoter "allevare" in zona,aziende di sub fornitura chepotessero collaborare inmodo affidabile con la miaazienda».

Continua la nostra indagine alla ricerca

delle eccellenze presenti sul territorio. Abbiamo

intervistato Marcello Brunoriamministratore unico della

Idroenergy, l’aziendalivornese presente

al Picchianti che produce ed esporta tecnologie

e impianti di alta qualità

el cinquantesimo anniversario del-l’enciclica “Pacem in terris”, nella

parrocchia dei Salesiani è stato affronta-to il tema: “Pace: utopia o realtà?”. Rela-tore è stato il professor Pierluigi Con-sorti, responsabile del Centro Interdi-sciplinare per la pace dell’Università diPisa, del quale, nel presentarlo ai conve-nuti, la professoressa Franca Bracci hamesso in risalto la sua esperienza, comedocente di Gestione dei conflitti tra lediverse culture, e come esperto sulle te-matiche che riguardano la pace in sensoampio: dai diritti umani al servizio civi-le.In sostituzione di don Gino, impegnatoa Roma, don Francesco, responsabiledell’oratorio salesiano, ha invitato l’o-ratore a condurre una riflessione sull’at-tualità che ci circonda partendo dallaPacem in terris e dallo sguardo profeti-co del Concilio Vaticano II. Il relatoreha spiegato che la redazione dell’enci-clica, oltre ad essere opera del Papa Gio-vanni XXIII, si era avvalsa dell’apportodeterminante di monsignor Pavan cheaveva partecipato anche alla precedentestesura della “Mater et Magistra”. PapaGiovanni, anziano, ritenuto da tutti unPapa di transizione, ha invece dimostra-to una “gioventù dello spirito” per mol-ti inaspettata. Infatti ha indetto un Con-cilio non per dirimere le questioni ri-maste sospese in quello precedente mane ha creato uno totalmente nuovo.La Pacem in terris si può definire un do-cumento conciliare sia perché concepi-to in quella dimensione sia perché laquestione della pace era molto sentitada Papa Giovanni e da tutto il mondoche tratteneva il respiro a causa dellacrisi di Cuba. La conclusione della se-conda guerra mondiale con lo scoppiodelle bombe atomiche faceva rifletteretutti sul fatto che una nuova guerra nonfosse lo strumento più adatto per la so-luzione dei problemi. La guerra infatti,come si era visto, può arrivare a fare co-se inimmaginabili come lo sterminioprogrammato degli ebrei, handicappatie zingari, quindi con lo scopo di cancel-lare il nemico, “l’altro”, dalla faccia del-la terra. Il Concilio, dove si sostiene an-cora “la guerra di difesa”, è più timoro-so rispetto all’enciclica in quanto PapaGiovanni dichiara che “la guerra non èmai uno strumento utile ed è contrariaalla ragione”. Attualizzando il concettosi può allora dire che i “bombardamen-ti chirurgici” e le “guerre per la demo-crazia” non hanno ragione d’essere, èdunque “l’uomo irragionevole” chemette in crisi la pace. La linea da seguireè quella di affermare che “la pace si co-struisce con la pace”.Dalla Pacem in terris -ha concluso Con-sorti- scaturisce che la pace è opera del-la “giustizia”, su questa strada progredi-scono i successivi pontefici, Paolo VIaggiungerà che la pace è frutto dello“sviluppo e della cooperazione” e Gio-vanni Paolo II che è frutto della “solida-rietà”. Giovanni Paolo II ritornerà anco-ra su questo argomento e dirà che la pa-ce è frutto “del perdono”. Ma come si faa perdonare? La Pacem in terris offreuna risposta: è Gesù “il principe dellapace”, l’uomo di pace per eccellenza, èla relazione con Lui che ci porta alla re-lazione comunitaria che ci porta allapace. Ma la pace può scaturire non solodalla dimensione religiosa, il problemadipende dal “cuore” dell’uomo, l’ideadella riconciliazione richiede un cam-biamento di mentalità che deve preva-lere, sarebbe cioè necessario “mettersinei panni della vittima” e riparare aldanno che si è voluto procurare. E’ lasfida dell’oggi! Ma il cammino è ancoraarduo.

Gianni Giovangiacomo

Nella foto la prof.ssa Bracci e il prof.Consorti durante la conferenza

N

A 50 anni dallaPacem in Terris

Pace: utopiao realtà?

Un’azienda leaderdroenergy progetta, realizza e installa impianti e sistemiin grado di produrre direttamente sul luogo di utilizzo,

Idrogeno e azoto separatamente, a purezze elevate.L’organizzazione Idroenergy realizza impianti "chiavi inmano", attraverso le fasi di progettazione, acquisto,produzione, installazione, collaudo, avviamento, trainingdel personale e service post-vendita.L’alta specializzazione tecnica permette inoltre di offrire,sin dalla fase progettuale, soluzioni impiantistichepersonalizzate e studiate in funzione dell’applicazione edella struttura produttiva dell’utilizzatore. I tecniciIdroenergy seguono le fasi di installazione, messa inservizio e start-up degli Impianti per ottenere la massimarispondenza tra Impianto e applicazione. Gli impianti diproduzione gas Idroenergy dispongono di un softwaredenominato ICS - IDROENERGY COMMUNICATIONSYSTEM.Il sistema integrato di tele-lettura e teleregolazioneconsente la gestione e il controllo a distanza (ancheintercontinentale) degli impianti produttivi, attraverso loscambio dei dati tra le unità di generazione gas e la sede, alfine di aumentare l’affidabilità delle macchine, diottimizzare gli interventi di manutenzione, di effettuareregolazioni in marcia migliorando il rendimento degliimpianti.

I Oggi non si è dispostia fare dei sacrifici, a partire dai dirigenti,per il benedell’azienda, per questo tanteimprese chiudono

Page 4: La Settimana n. 2 del 12 gennaio 2014

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI12 gennaio 2014IV

VENERDÌ 10 GENNAIONella mattina, udienze laici in vesco-vado21.00 in vescovado, consulta delle ag-gregazioni laicali

SABATO 11 GENNAIO9.30 Convegno del Movimento Cri-stiano Lavoratori alla villa Alma Pace

DOMENICA 12 GENNAIO11.30 S. Messa e cresime alla chiesa diS. Maria di Montenero

MARTEDÌ 14 GENNAIONella mattina, udienze clero in vesco-vado21.15 in occasione della visita pastora-le al VI vicariato, incontro con il con-siglio pastorale vicariale alla parroc-chia di S. Luca a Stagno

MERCOLEDÌ 15 GENNAIO10.00 in vescovado, incontro con ilComitato dell’Anno Mariano

GIOVEDÌ 16 GENNAIO 9.30 a villa Tirrena, ritiro del clero

VENERDÌ 17 GENNAIOGiornata dell’Amicizia Ebraico Cri-stianaNella mattina, udienze laici in vesco-vado20.00 a Calcinaia, il Vescovo partecipaad un’iniziativa per la raccolta fondiper gli arredi del nuovo Centro Caritas"Sorgenti di Carità"

SABATO 18 GENNAIO8.00 pellegrinaggio mensile diocesanoal Santuario di Montenero, a seguireS. Messa18.00 apertura della Settimana di Pre-ghiera per l’Unità dei Cristiani allachiesa di San Giovanni

DOMENICA 19 GENNAIO11.00 S. Messa alla chiesa Beata MadreTeresa di Calcutta, in occasione dellaquindicesima giornata internazionaledel Migrante16.00 il Vescovo partecipa al primoscrutinio della comunità neocatecu-menale a "La Vedetta" a Montenero

Agenda del VESCOVO

icordare la shoah, riflettendo sulle modalità ditrasmissione della memoria individuale e sul

valore che essa assume per la memoria collettiva,impegna educatori e formatori a ripercorrere con unapluralità di esperienze e di approfondimenti i passaggisalienti di questa tragedia che ha colpito il Novecentoeuropeo affinchè le giovani generazioni, non solo nondimentichino ma si rendano sempre più consapevolidi quanto viene vergato dall’ articolo 1 dellaDichiarazione Universale dei Diritti dell’ Uomo: " Tuttigli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità ediritti. Essi sono dotati di coscienza e dovrebberoagire uno verso l’ altro in uno spirito di fratellanza".

In collaborazione con la Comunità di S. Egidio, l’ AIMCdi Livorno promuove un incontro di formazione in

servizio, con riconoscimento di crediti, a supportodelle attività di sensibilizzazione previste per laGiornata della Memoria 2014.

Il 10 gennaio 2014: INCONTRO CON L’AUTORE(presso la libreria Il Teatro dei Libri)e presentazionedel libro "Il volo di Sara" di Lorenza Farina.Il libro è un utile strumento per illustrare la Shoah airagazzi del II° ciclo della scuola primaria e dellasecondaria di primo grado, e per avviare ad unadidattica innovativa della storia contemporanea.Saranno presenti l’autrice e l’illustratrice del libro chedialogheranno con gli insegnanti sulle scelte tecnichenarrative ed espressive operate.

Il Presidente AIMC di LivornoDott.ssa Enrica Talà

R

Un libro per ricordare la Shoah

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

Albanese R. - 100 Perle per Amare se stessi, la vi-ta, gli altri.- Ed. Paoline, pp. 239, euro 16,00.

La giornalista Rosetta Albanese che è ancheautrice dei delicati acquerelli che illustrano lepagine di questo testo, con semplicità e reali-smo ci presenta le molte situazioni e le sfac-cettature diverse dell’animo umano che van-no dallo stupore nel guardare la natura, nel-l’incontro con le persone e nei sentimenti diriconoscenza. Nello sfogliare queste delica-tissime pagine ritroviamo l’amabilità, la mi-tezza, la compassione, la capacità di scorgeree scoprire i piccoli e grandi doni che Dio e lavita regalano a ciascuno di noi e ci danno lacapacità di guardare dentro noi stessi. E’ que-sto un libro dove i capitoli e le riflessioni sisusseguono come una collana di perle pre-ziose, una dietro l’altra concatenate e impre-ziosite da sottolineature, considerazioni, in-segnamenti di saggezza che ci accompagnanonella nostra quotidianità, nello scorrere deigiorni e dei mesi. Il silenzio, la mitezza, lapazienza, un mazzo di fiori, la gratitudine, lasperanza, sono alcune delle perle dissemina-te nelle pagine e come dice l’autrice " è neces-sario essere convinti che vale la pena essereperle perché è l’unica maniera di fare il beneche Dio desidera da noi".

AMICIZIA EBRAICO CRISTIANA12 GENNAIO 2014/ 11 SHEVAT 5774 - ORE 16.15Sala degli Specchi, Museo Civico " G. Fattori" di Villa MimbelliVia San Jacopo in Acquaviva - Livornoper gentile concessione del Comune di Livorno

Presentazione del libro:

“IL CIELO E LA TERRA”Jorge Bergoglio - Abraham SkorkaEditore Mondadori

Il libro "Il cielo e la terra" è un colloquio fra l’allora arcivesco-vo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio, oggi Papa Francesco,e il Rabbino Abraham Skorka, Rettore del Seminario RabbinicoConservative della capitale argentina. Il volume, come è stato definito,"non è un libro dottrinario, néuna rassegna teologica, ma una vera e propria conversazioneamichevole" sui temi fondamentali della vita dell’uomo.

Dopo i saluti di CATERINA MEUCCI per l’AEC Livorno e diDON PIOTR KOWNACKI, Direttore del Centro di Documen-tazione del Movimento Ecumenico Italiano e dell’Ufficio Dio-cesano per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso, ne parle-ranno:

GUIDO GUASTALLA, AEC Livorno DON ANGELO COLACRAI PSSP di Roma Conduce GADI POLACCO

Associazione Italiana Maestri Cattolici

ALTRE DUE PIETRE D’INCIAMPOOrganizzata dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Comunità Ebraica di Livorno, incollaborazione con il Ce.Do.MEI e la Diocesi di Livorno, l’Istoreco, il Comune e laProvincia di Livorno, per il secondo anno durante la marcia in programma martedì 14Gennaio alle 17.30, verranno deposte dallo scultore Gunter Demning altre due pietredi inciampo in memoria degli ebrei livornesi deportati (in via della Posta ed in viaChiarini) che si aggiungono alle quattro già collocate l’anno scorso e che ricorderannoin particolare Isacco Baiona e Frida MisuChe cosa sono le pietre d’inciampo o stolperstine?Materialmente si tratta di pietre rivestite di ottone che recano incise i nomi e i dati dialcuni ebrei livornesi deportati e uccisi nei campi di sterminio nazisti. L’inciampovuole dunque indicare un fermarsi, un riflettere, un fare memoria di ciò che èaccaduto, fare memoria della shoah, perché è sempre vero che "chi dimentica ilproprio passato è condannato a ripeterlo".

Un segno per NON DIMENTICARE

Diocesiinforma

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI12 gennaio 2014 V

L’intervento di Dioci fa fecondi

LE OMELIE DI PAPA FRANCESCO.........

Dopo la pausa natalizia, torniamoa proporvi le omelie di PapaFrancesco a S. Marta:un’occasione di approfondimentoe aiuto alla riflessione personale

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PAPA FRANCESCO: ASCOLTAREE NON METTERE IN PRATICALA PAROLA DI DIO NON SOLONON SERVE MA FA ANCHEMALE

Ascoltare e mettere in praticala parola del Signore è comecostruire la casa sulla roccia.Papa Francescospiega la parabolaevangelicaproposta dallaliturgia del giorno.Gesù rimproveravai farisei diconoscere icomandamenti madi non realizzarlinella loro vita:“sono parolebuone”, ma se nonsono messe inpratica “non solonon servono, mafanno male: ciingannano, cifanno credere chenoi abbiamo unabella casa, masenzafondamenta”. Unacasa che non ècostruita sullaroccia:

“Questa figuradella roccia siriferisce al Signore.Isaia, nella PrimaLettura, lo dice:‘Confidate nelSignore sempre,perché il Signore èuna roccia eterna!’.La roccia è GesùCristo! La roccia èil Signore! Unaparola è forte, dàvita, può andareavanti, puòtollerare tutti gliattacchi, se questaparola ha le sueradici in GesùCristo. Una parolacristiana che nonha le sue radicivitali, nella vita diuna persona, inGesù Cristo, è unaparola cristianasenza Cristo! E leparole cristianesenza Cristoingannano, fannomale! Uno scrittore inglese,una volta, parlando delleeresie diceva che un’eresia èuna verità, una parola, unaverità, che è diventata pazza.Quando le parole cristianesono senza Cristoincominciano ad andare sulcammino della pazzia”.

E una pazzia – spiega il Papa -che fa diventare superbi: “Una parola cristiana senzaCristo ti porta alla vanità, allasicurezza di te stesso,all’orgoglio, al potere per ilpotere. E il Signore abbattequeste persone. Questa è unacostante nella storia dellaSalvezza. Lo dice Anna, lamamma di Samuele; lo diceMaria nel Magnificat: ilSignore abbatte la vanità,l’orgoglio di quelle personeche si credono di essereroccia. Queste persone chesoltanto vanno dietro unaparola, ma senza Gesù Cristo:una parola cristiana pure, masenza Gesù Cristo, senza ilrapporto con Gesù Cristo,senza la preghiera con GesùCristo, senza il servizio aGesù Cristo, senza l’amore aGesù Cristo. Questo è quello

che il Signore oggi ci dice: dicostruire la nostra vita suquesta roccia e la roccia èLui”.

“Ci farà bene fare un esame dicoscienza – afferma il Papa -per capire “come sono lenostre parole”, se sono parole“che credono di esserepotenti”, capaci “di darci lasalvezza”, o se “sono parolecon Gesù Cristo”:

“Mi riferisco alle parolecristiane, perché quando nonc’è Gesù Cristo anche questoci divide fra di noi, fa ladivisione nella Chiesa.Chiedere al Signore la graziadi aiutarci in questa umiltà,che dobbiamo avere sempre,di dire parole cristiane inGesù Cristo, non senza GesùCristo. Con questa umiltà diessere discepoli salvati e diandare avanti non con paroleche, per credersi potenti,finiscono nella pazzia dellavanità, nella pazziadell’orgoglio. Che il Signoreci dia questa graziadell’umiltà di dire parole conGesù Cristo, fondate su GesùCristo!”.

PAPA FRANCESCO: L’UMILTÀCI RENDE FECONDI, LASUPERBIA STERILI

Tante volte, nella Bibbia,troviamo donne sterili allequali il Signore fa il donodella vita. Papa Francesco hainiziato così la sua omeliacommentando le Letture delgiorno e in particolare ilVangelo odierno che narra diElisabetta che da sterile cheera ha avuto un figlio,Giovanni. “Dall’impossibilitàdi dare vita – ha constatato ilPapa – viene la vita”. Equesto, ha proseguito, èanche “accaduto non a donnesterili” ma che “non avevanosperanza di vita”, comeNoemi che alla fine ha avutoun nipote:

“Il Signore interviene nellavita di queste donne per dirci:‘Io sono capace di dare vita’.Anche nei Profeti c’èl’immagine del deserto, laterra deserta incapace di farcrescere un albero, un frutto,di far germogliare qualcosa.‘Ma il deserto sarà come unaforesta - dicono i Profeti -sarà grande, fiorirà’. Ma il

deserto può fiorire? Sì. Ladonna sterile può dare vita?Sì. Quella promessa delSignore: Io posso! Io possodalla secchezza, dallasecchezza vostra, far crescerela vita, la salvezza! Io possodall’aridità far crescere ifrutti!”

E la salvezza, haaffermato PapaFrancesco, èquesto:“L’intervento diDio che ci fafecondi, che ci dàla capacità di darevita”. Noi, haammonito, “nonpossiamo” farlo“da noi soli”.Eppure, harilevato, “tantihanno fatto laprova di pensarealla nostra capacitàdi salvarci”:

“Anche i cristiani,eh! Pensiamo aipelagiani, peresempio. Tutto ègrazia. E’l’intervento di Dioche ci porta lasalvezza. E’l’intervento di Dioche ci aiuta nelcammino dellasantità. SoltantoLui può. Ma daparte nostra cosafacciamo? Primo:riconoscere lanostra secchezza,la nostraincapacità di darevita. Riconoscerequesto. Secondo,chiedere: ‘Signore,io voglio esserefecondo. Io voglioche la mia vita diavita, che la miafede sia feconda evada avanti e possadarla agli altri’.‘Signore, io sonosterile, io nonposso, Tu puoi. Iosono un deserto:io non posso, Tupuoi’”.

E questa, hasoggiunto, può essere propriola preghiera di questi giorni,prima del Natale. “Pensiamo– ha poi osservato - a come isuperbi, quelli che credonoche possono fare tutto da sé,sono colpiti”. Il Papa harivolto il pensiero a Micol,figlia di Saul. Una donna, harammentato, “che non erasterile, ma era superba, e noncapiva cosa fosse lodare Dio”,anzi “rideva della lode”. Ed “èstata punita con la sterilità”:

“L’umiltà è necessaria per lafecondità. Quante personecredono di essere giuste,come quella, e alla fine sonopoveracce. L’umiltà di dire alSignore: ‘Signore, sono sterile,sono un deserto’ e ripetere inquesti giorni quelle belleantifone che la Chiesa ci fapregare: ‘O figlio di David, oAdonai, o Sapienza – oggi – oradice di Jesse, o Emmanuel,vieni a darci vita, vieni asalvarci, perché Tu solo puoi,io solo non posso!’ E conquesta umiltà, l’umiltà deldeserto, l’umiltà di animasterile, ricevere la grazia, lagrazia di fiorire, di dare fruttoe di dare vita”.

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n incoraggiamento ad unulteriore impegno morale espirituale per il benedell’umanità: è con questo spirito

che la presidente dei Focolari Maria Voceha annunciato la richiesta di avvio dellacausa di beatificazione di Chiara Lubich,fondatrice dei Focolari. L’annuncio è stato dato,significativamente, il 7 dicembre 2013,data in cui ricorreva il settantesimo dellanascita del Movimento dei Focolari. Anchese, in verità, in quel giorno Chiara Lubichaveva in mente solo il desiderio di seguireDio ed amare ogni prossimo. Trascorsi 70 anni, l’idea di dar vita apiccole comunità che, in un contestosegnato dalla guerra, rispondesseroall’odio vivendo il comandamento di Gesù«amatevi l’un l’altro come io ho amatovoi», si è diffusa nel mondo generandoconseguenze impensate. Ed il carisma diChiara, l’unità, continua ad avere unimpatto spesso rivoluzionario nella vitapersonale e sociale di migliaia di persone,di tutte le religioni, culture, condizioni,trasformandosi in tanti segni concreti,dalle Mariapoli ai «giovani per un mondounito», dalle iniziative ecumeniche einterreligiose alle circa 800 impresedell’«economia di comunione», ecc.. Nella vita di Chiara la Toscana ha avuto unruolo particolare. A Loppiano è nata, nel1964, la prima cittadella del Movimento,modello delle molte che sorgono nelmondo. Lì Chiara ha incontratopersonalità di tutto il mondo, alle qualiera contenta di poter mostrare un esempioconcreto di una città basata sull’amorereciproco. Ed anche il nuovo Polo Lionellosta oggi a dimostrare che un’economiadiversa, di comunione, sia concretamente

possibile. A Firenze Chiara fece nascere nel1978, su richiesta del Cardinale Benelli, ilCentro Internazionale Studenti “GiorgioLa Pira”, ancora oggi punta avanzata perl’inserimento e l’integrazione culturale. Enel 1986 partecipò all’odierno MandelaForum ad uno storico ed intenso incontrocon Madre Teresa. Molti i riconoscimentiche ha ricevuto dalle città toscane, tra cuiin particolare la cittadinanza onoraria daicomuni di Firenze e di Incisa.

Significative le iniziative portate avantidai Focolari anche a Livorno, nell’ambitodel dialogo nella Chiesa, tra i movimenti ele religioni, con persone di convinzionidiverse, altre a sostegno della famiglia, di

integrazione e solidarietà, ecc. Eparticolarmente rilevante è stata la strettacollaborazione in ambito ecumenico tra ilMovimento dei Focolari e Mons. Ablondi,a livello sia locale sia nazionale edinternazionale. L’avvio del processo di beatificazione diChiara Lubich, può essere, perciò, come hadetto Maria Voce, un invito per tutti apuntare "ad una santità ancora più grande,da costruire giorno per giorno nella nostravita”, mettendo sempre più in atto laspiritualità di comunione e la santità dipopolo che Chiara ha vissuto e lasciato ineredità alla Chiesa ed all’umanità.

Salvatore Nasca

U

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI12 gennaio 2014VI

Avviato il processo di beatificazione DI CHIARA LUBICH

Una spiritualità di comunione

«Ho avuto fame emi avete dato da

mangiare, ho avuto setee mi avete dato da bere,ero straniero e mi aveteaccolto, nudo e miavete vestito, malato emi avete visitato» (Mt25, 35-36).Potrebbe essere ilriassunto delle attivitàdella Parrocchia SanGiovanni Bosco diCoteto: la Ronda dellacarità che ogni seraparte e gira la città, ipacchi alimentaridistribuiti alla Casa delSorriso, il servizioguardaroba di CasaBetania, tuttocontribuisce arispondere al richiamoevangelico di Matteo. A rendere concretoanche l’ultimo versetto,ci pensa da ormaidiverso tempo il dottorPaolo Picciolo.Medico di base -"difamiglia" si dice aLivorno- dedica unpaio delle sue orelavorative allaparrocchia. Come?Facendo quello che piùgli riesce: il medicoappunto. «Quattro annifa don Luciano mi

chiese se fossi statodisponibile aoccuparmi di tuttiquelli che avevanobisogno di un consigliomedico, o fossero incerca di medicinali chenon potevanopermettersi». Il suo fuun sì e da quel giorno ildottor Picciolo ognivenerdì mattina arrivacon il suo motorinocarico di medicinali cheè riuscito a recuperarein giro. «La maggiorparte dei farmaci chedistribuisco, che sonoquelli di fascia C cioèquelli a pagamento chenon richiedono laricetta, provengonodalle scorte dellagiornata del "BancoFarmaceutico, per ilresto chiedo ai mieiinformatorifarmaceutici o airesponsabili di ditteche riescono arecuperarmi qualcosa».Dalla raccolta infattiogni anno arrivanosempre meno prodotti,al contrario dellerichieste che il dottorericeve che sono sempredi più. Ogni settimanavisita circa una decina

di persone, e intorno aquesto servizio neruotano ormai uncentinaio. «Prima lamaggior parte deipazienti era straniera,adesso ci sono anchetante persone delquartiere. Prendonoappuntamento tramitela Caritas parrocchiale,poi si presentano qui easpettano che io arrivi».Non ci sonodistinzioni, non sirichiede il reddito, ilprincipio base è lafiducia. «Devoammettere che nelle

persone straniere c’è unmaggior rispetto efiducia verso la figuradel medico, forseperché in passato nonhanno avuto lapossibilità di averneuno, ma in tutti vedocomunque una stimache va anche al di làdella visita in sé».Nonostante lesituazioni di povertàche il dottor Picciolo sitrova continuamente difronte, ci sono personeche cercano disdebitarsi, magari conuna tavoletta di

cioccolata, magari conuna piccola confezionedi caviale del proprioPaese.«È un impegno che misono preso perchè mifa sentire d’aiuto e mifa stare contento conme stesso». E di sicuroquesto contribuirà aricevere «il regnopreparato per voi sindall’origine delmondo».

Giulia Sarti

Nellle foto il dottor Pic-ciolo e la Casa del Sor-riso

Ero malato...e mi avete curato

u «I Giorni del dialogo 2014», calendariointerreligioso della rivista dei Paolini, Jesus, è

stato messo il logo dell’Amicizia Ebraico-Cristiana di Livorno. Per questo motivo il giorno19 del mese di Tevet dell’anno ebraico 5744,Sabato 21 Dicembre per i cristiani, a Livornonel Teatro del Centro Culturale della Diocesi, èstato presentato in anteprima il CalendarioInterreligioso curato dalle edizioni SanPaolo chesegnala le principali festività celebrate daicristiani (cattolici, ortodossi, copti, evangelici,anglicani), dagli ebrei e dai musulmani«testimoniando -come dice la nota editoriale- ilcolloquio quotidiano tra le tre grandi Religionidel mondo contemporaneo». Caterina Meucci anome dell’Amicizia, nel saluto iniziale, haricordato come questa iniziativa sia una tappa

importante di unpercorso intrapresoda alcuni anni perun approfondimentoe conoscenzareciproca che vedeun dialogoquotidiano tra le duecomunità e questocalendario vuoleessere unacondivisione epartecipazione diciascuno alla vitadell’altro che facrescere nell’amore.

Il Rabbino Capo di Livorno Yair Didi ha espressola sua gioia per questo «incontro tra i giusti chefa bene a noi stessi e al mondo». Nella Torahinfatti quando si parla di rispetto delle regole fral’uomo e il suo prossimo si intende l’amore traebrei, cristiani e per tutto il mondo: «dobbiamoodiare il male, l’azione cattiva, non la persona el’uomo non è completo se non ama tutto ilmondo! Questa serata fa bene a noi e allacittà!» Don Piotr Kownacki, Direttore delCe.Do.Mei e dell’Ufficio Diocesano Ecumenismoe il Dialogo Interreligioso della Diocesi hasalutato le comunità cristiane presenti e lacomunità ebraica ringraziando per questaimportante testimonianza di dialogo.Don Antonio Tarzia, Direttore della rivista Jesus ecuratore del Calendario, ha ricordato comel’idea di pubblicare questo calendarioparticolare sia nata nel 2010 perché in questomodo «vedessimo gli altri»; esso ci aiuta aconoscere l’altro e se non lo conosco comefaccio ad amarlo?: «sulla parete possiamo averela conoscenza di tutti i fratelli». Continuandoquindi nell’illustrazione, ha motivato la sceltadelle bellissime immagini in bianco e nero diAbbas Attar, iraniano, uno dei più grandifotogiornalisti viventi, trapiantato a Parigi,perché ci aiuta ad andare all’essenziale delle

vicende che viviamo e delle festività checelebriamo «per farcene cogliere le sfumature ele tonalità, per aggiungere noi il colore piùindicato secondo l’occhio e il cuore di chiguarda un’immagine».Il Dr. Maurizio Vernassa Professore Associato diStoria e Istituzioni dell’Africa presso l’universitàdi Pisa, intervistato dal Dr. Riccardo Voliani haevidenziato come in ciascuno ci sia l’esigenza dicredere: «anche l’agnostico crede» e nelrapporto con Dio l’uomo deve compiere losforzo per migliorarsi. Se consideriamo la parolaislamica «jiad» infatti, contrariamente a quantosi è soliti ritenere, vuole semplicementeesprimere il dovere di ogni uomo di cercare dimigliorarsi anche se purtroppo questo principionon è seguito da tutti. Per l’uomo in generale, ilcalendario rappresenta la sacralizzazione deltempo e questo avviene da migliaia di anni, purnel cambiamento e nelle modifiche; guai aquelle società che non mantengono questoprincipio. Gli avvenimenti come la RivoluzioneFrancese o la Rivoluzione Russa hannodimostrato come la sostituzione con calendaridiversi abbiano avuto vita breve perchénonostante tutto l’uomo è legato alla sacralitàdel tempo la cui origine risale all’epocasumerica.La serata si è conclusa in musica conl’intervento del Coro Ebraico "Ernesto Ventura"di Livorno (nella foto) diretto dal Maestro PaoloFilidei, al quale ha fatto seguito l’esibizione delsoprano Rosalia Gallardo Gonzalez originaria diAlicante da molti anni a Livorno, membro deiCooperatori Paolini.

Mo.C.

S

Serata IN AMICIZIA

La presidente dei Focolari Maria Voce ha annunciato la richiesta di avvio della causa di beatificazione della fondatrice dei Focolari

EBREI E CRISTIANI INSIEME:I GIORNI DEL DIALOGO

Il logodell’AmiciziaEbraico-Cristiana di Livornosulcalendario2014 di Jesus

A tu per tu con il dottor PaoloPicciolo, medicodi famiglia,che fa servizio divolontariato allaCasa del Sorriso,la struttura della parrocchia di S. GiovanniBosco in Coteto.Una consulenzaed un aiuto per chi non puòpermettersi le cure mediche

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI12 gennaio 2014 VII

Una voce come compagna di lavoro

onosciamo meglio lagiovane promessa delcanto lirico livornese,nonché pianista e

insegnante di musica: MartaLotti, livornese, classe 1983.

Quando è nata la passione perla musica?«Avevo cinque anni quando misono accostata al pianoforte.Vedere suonare mia sorellaIlaria, più grande di me, miaffascinava. Aveva un’ottimainsegnante, Lina Taddei, figliadi Silio, un raffinatocompositore livornese cui daqualche anno è intitolata unaborsa di studio per giovanipianisti. Ho iniziato così aprendere anch’io lezioni dipiano».

Qual è stato il suo percorso distudi?«All’età di nove anni, grazie adun carissimo compagno discuola, ho conosciuto la CoraleDomenico Savio, fondata ediretta da don Lelio Bausani.Ho iniziato a frequentarla congrande attaccamento, fino apochi anni fa, coltivando cosìl’altra mia passione, quella peril belcanto. La Corale èstata un’ottima scuoladi formazione per tuttiquelli che vi sonopassati. Voglioricordare, tra i tanti,un’eccellenza dellamusica lirica, il sopranoMaria Luisa Borsi cheoggi calca i palcoscenicidi tutto il modo alfianco di direttorid’orchestra diprim’ordine comeRiccardo Muti. Nel 2004 mi sonodiplomata in pianoforte con ilmaestro Rivera, che ho lafortuna di avere comeinsegnante sin da quandoavevo dieci anni. E nel 2011 misono diplomata in canto con ilMaestro Polidori».

Il notevole impegno per lamusica l’ha costretta a metterein secondo piano la formazionescolastica?«Non esattamente. Dopo lamaturità ho frequentatol’Università degli studi di Pisa».

E com’è andata?«Mi sono laureata inIngegneria».

Come dobbiamo chiamarla,Ingegner Lotti o Maestro Lotti?«Sento di essere prima di tuttouna musicista. Ho comunqueportato avanti entrambe leattività per circa cinque annilavorando in uno studiotecnico come ingegnere, senzamai trascurare gli impegnimusicali. Poi ho fatto la miascelta. Ho abbandonato lacarriera di ingegnere perdedicarmi completamente allamusica».

Quali prospettive professionaliha oggi un musicista a Livorno?E in Italia?

C

«A Livorno, purtroppo, leprospettive professionali nonsono molte, come del restoanche in altre realtà italiane. Lacrisi ha colpito forte anche inquesto settore, togliendoossigeno ai teatri italiani, alleorchestre e ai cantanti. Forsequalche chance di lavorareall’estero rimane: i teatrigodono di migliore salute e lameritocrazia è ancora un valoresentito. Per questi motivi mireco spesso all’estero.Ultimamente ho avuto lafortuna di lavorare in Austria».

Quale tipo di musica predilige(concertistica, sacra, operalirica)?«Non c’è un tipo di musica chenon mi piaccia. Ultimamenteperò mi sto dedicandosoprattutto all’opera lirica ealla musica vocale sacra e dacamera. Da sempre ho unaparticolare predilezione per ilrepertorio sinfonico epianistico»

Ci menziona una romanzaperfetta per la sua voce?«Come mezzosoprano lirico,mi trovo a mio agio con ilrepertorio belcantistico dimolte opere di Mozart,Donizetti, Bellini, Rossini, maanche con quello della musica

barocca. Nei prossimimesi mi dedicheròanche all’opera tedesca.Vi sono alcuni ruolisplendidi scritti proprioper mezzosopranolirico perfino dacompositori comeWagner e Strauss».

Che caratteristiche ha,dunque, la sua voce?«Direi che è l’ideale perrepertori cantabili non

troppo leggeri e brillanti, nétroppo pesanti o drammatici.Peraltro ogni voce ha il suorepertorio che, comunque, conlo studio e la maturazione puòcambiare. Spesso erano glistessi compositori a riscrivere learie o modificarle per uno ol’altro interprete, al fine diesaltare le miglioricaratteristiche di ogni voce».

Qualche nome tra i direttori diorchestra e i virtuosi delpianoforte da lei preferiti?«Tra i direttori d’orchestra amoHerbert von Karajan, mentretra i pianisti mi vengono inmente Liszt e Rachmaninov.Entrambi geni assoluti chehanno portato l’arte pianisticaa livelli altissimi! Nel canto,così come nella musicasinfonica e strumentale, ci sonostati interpreti che hannolasciato un segno nella storiaper essere usciti da stereotipiinterpretativi e aver propostol’analisi delle partiture originaliin un rapporto più diretto colcompositore e con un’attentaricerca psicologica.»

Lei è anche insegnante. Cosaconsiglierebbe a un bambinoche mostri interesse per lamusica?«Ai bambini consiglio di

divertirsi e di gioire dellapassione per la musica, aigenitori di non chiedersi sequesta si tramuterà in unlavoro. La musica è sacrificio,

fatica, studioe solo conuna grandepassione èpossibileaffrontare unlungo e nonsempre facilecammino. Sec’è passione,ma manca iltalento, lamusica puòessere ancheun ottimohobby, unmeravigliosoedemozionantemodo dipassare partedel tempo

libero. Tra i miei allievi hoanche persone di una certa etàche a un certo punto della lorovita hanno deciso di imparare asuonare uno strumento, noncerto come sbocco lavorativoma per pura passione».

Quali sono le paure piùfrequenti di un artista liricodurante la sua carriera?«La musica è un’attivitàintellettuale, ma anche moltopiù fisica di quanto si possapensare. Nel canto lo"strumento musicale" dasuonare è il proprio corpo cheva sempre "tenuto in forma",non solo da un punto di vistateorico-musicale ma anchetecnico. Il timore ricorrente diun cantante lirico è smarrire lapropria tecnica vocale. Lostrumento del cantante èinvisibile, non come unpianoforte o un violino. Lostudio è sulle sensazioni, inrelazione alla conoscenza delcorpo, delle ossa, dei muscoli,della respirazione».

Cosa le manca di più nella suavita in questo momento?«Forse la "tranquillità" dellaroutine quotidiana. Amo il miolavoro, ma essere sempre con levaligie al fianco, passarepochissimo tempo a casa, contutto quello che ciò comporta,in primis il trascurare famigliae amici, è certamentecondizione stressante.»

A cosa pensa quando la mattinasi guarda allo specchio?«Penso positivo, a quello cheposso fare per migliorarmiogni giorno, a studiare eapprendere sempre qualcosa dinuovo per crescereartisticamente eprofessionalmente. Questo èun lavoro nel quale non sifinisce mai di imparare».

Qual è il suo sogno nel cassetto?«Avere una bella famiglia conla quale condividere la cosa piùbella al mondo per me, lamusica!»

Gaetano Mastrorilli

ell’anno del “Presepe idea” laparrocchia dedicata a Madre

Seton ha creato una nativitàincentrata sulle opere di misericordiaed in particolare sul significato dellemani e di tutto ciò che esse possonocompiere.La sacra famiglia con i Re magi ealcuni pastori è stata circondata dallegigantografie di particolari degliaffreschi realizzati dal pittore PaoloMaiani sulle pareti della chiesa,inaugurati lo scorso Settembre, inoccasione del convegno nazionale

della SanVincenzo de’Paoli.Le mani sonole protagonistedei questopresepe: ilbambino Gesùè posato

nell’incavo di due mani unite, le maniche sorreggono, che stringono, cheversano, che si tendono, cheraccolgono e accolgono, locircondano. Cristo non ha mani –diceva una nota poesia di MadreTeresa di Calcutta –ha soltanto lenostre mani per realizzare le sueopere. Le opere di misericordia sonol’espressione con cui Dio rendevisibile il suo amore e lo fa attraversoil nostro “darci una mano”.A cornice del presepe anche le paroledi Papa Francesco: Sono le mani diDio che ci carezzano, ci confortano ein queste carezze c’è anche tante volteil perdono. Gesù, Dio, ha portato consé le sue piaghe, le fa vedere al Padre.Questo è il prezzo: le mani di Diosono mani piagate per amore. La parrocchia come ogni anno haanche invitato i fedeli a portare lafotografia dei presepi fatti in casa: leimmagini saranno poi affisse sullabacheca in fondo alla chiesa, perchétutti possano condividere la fantasia ela cura con cui molte famiglieallestiscono questo segno francescanodel Natale.

N

Il presepe alla parrocchia Santa Seton

Cristo e le nostremani

■ STORIE di giovani musicisti livornesi

«La musica è sacrificio, fatica, studioe solo con una grande passione è possibile affrontare un lungo e non sempre facile cammino. Se c’è passione, ma manca il talento,la musica può essere anche un ottimo hobby, un meraviglioso ed emozionante modo di passare parte del tempo libero»

Ecco,ti ho disegnatosulle palmedelle mie mani(Isaia)

La natività circondatadalle mani di Maiani

Come la passioneper lamusicasi trasformain un lavoro:Marta Lotti,ci racconta la suaesperienza

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI12 gennaio 2014VIII