la riviera n°39 del 23/09/2012

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Gran convegno a Locri il 24 e 25 settembre, così annunciato: “Anci per il Mezzogiorno”. In cartellone figura lo spettacolo Toghe rosso sangue, ispirato dall'omonimo saggio di Leporace. Ne siamo lieti. Tra i protagonisti, poi, della Tavola rotonda su “I Sindaci contro le mafie” Emiliano, sindaco di Bari, più adatto a parlare di cozze pelose che di legalità. E la première dame, Maria Lanzetta, in rappresentanza dell'Associazione dei Sindaci dove è stata vista solo dai fortunati possessori di binocolo. Lontana e vicina, per la miseria.

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La Riviera n°39 del 23/09/2012

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Page 1: La Riviera n°39 del 23/09/2012

Gran convegno a Locri il 24 e 25 settembre, così annunciato: “Anci per il Mezzogiorno”. Incartellone figura lo spettacolo Toghe rossosangue, ispirato dall'omonimo saggio diLeporace. Ne siamo lieti. Tra i protagonisti, poi,della Tavola rotonda su “I Sindaci contro lemafie” Emiliano, sindaco di Bari, più adatto aparlare di cozze pelose che di legalità. E lapremière dame, Maria Lanzetta, inrappresentanza dell'Associazione dei Sindacidove è stata vista solo dai fortunati possessori dibinocolo. Lontana e vicina, per la miseria.

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DOMENICA 23 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 03

I calabresi sono stupidi, anchese loro preferiscono definirsiseri. Vivono ancorati a idee cheil resto del mondo ha messo insoffitta da tempo. Ad esempio,per loro un appuntamento è unimpegno d’onore, sia esso statopreso per un fatto importante obanale. La parola è parola equando l’hai data diventa unacatena. Gino è Nino eranoconvinti di questo, e la nevealta fino alle ginocchia non lifermò. Camminarono dalledieci di mattina alle dieci disera. Trenta interminabili chilo-metri a piedi in mezzo a unatormenta senza fine. E quandoGino si lasciava cadere a terracon la voglia di arrendersi,Nino gli si inginocchiava sopra.Gli ricordava che avevano unappuntamento. Non potevanomancarlo. Gino si rialzava,spazzava la neve dagli occhi eriprendeva il cammino. Cosìfra finte rese e pronte riprese,allo scoccare della ventiduesi-ma ora varcarono il trentesimochilometro. Gli altri cinquanta,necessari per raggiungere unposto sicuro, li avrebbero fattiin macchina, con l’uomo del-l’appuntamento. Ma forse chiavrebbe dovuto attenderli nonera calabrese o, semplicemen-te, non era uno stupido.Nessun altro, oltre loro due,aveva sfidato la tormenta. Ninosi abbassò ancora su Gino. Glidisse che ora avrebbe potutomorire, l’appuntamento erastato rispettato e l’onore erasalvo. Gino, che era particolar-mente stupido, si sentì felice.Per lui, calabrese, perdere lavita e salvare l’onore era unprezzo congruo da pagare.Chiuse gli occhi e lasciò che ilgelo gli salisse dai piedi e cor-resse a impossessarsi del suosciocco cuore.

LE CHEVALIER

Il vescovo mantiene la parola

IL DITO NELL’OCCHIOIL DITO NELL’OCCHIOUNA STORIAUNA STORIA

Mystia (Gioiosa Jonica)

CCARARTOLINE PER LA PTOLINE PER LA PADADANIAANIA * di Antonio Calabrò

Le notizie più lette della settimana su larivieraonline.com1) LOCRI:I LAVORI PER LA NUOVA STATLE 106 RIPORTANO

ALLA LUCE UN’ANTICA NECROPOLI

Dati larivieraonline.com

La leggenda racconta del pastore, innamorato della tenerae casta contadinella, bella come un mattino sullo Jonio, lafronte cinta dai gelsomini, gli occhi chiari dell’innocenza, ilsorriso della gioventù. E delle loro promesse, dei lorosguardi vivi, e dei sospiri d’amore. Un giorno lei, leggiadra eallegra, si nascose in cima alla rupe per far scherzo all’amato.Ma il destino, cinico e avverso , le giocò il brutto tiro dellamorte: cadde nel torrente Gallizzi e volò in cielo. Gioiosaera il suo nome, e col suo nome nacque la cittadina,arroccata attorno al precipizio che la uccise, ma la reseimmortale.Foto presa dal profilo Fb “Gioiosa Jonica (RC)”

2) L’ASPROMONTE SVEGLIATO DA UN TERREMOTO

3) VENDITTI FA IL BIS

4) ARRESTATO IL LATITANTE DOMENICO AQUINO

5) RICERCATO CHIEDE PASSAGGIO AI CARABINIERI ARRESTATO

6) LOCRI: AVVISO ALLA POPOLAZIONE SU CAMPAGNA DI DERATTIZZAZIONE

7) LE ANARADE DI CASIGNANA

RODERIGO DI CASTIGLIA

Nella sua omelia, detta a Polsi il 2settembre, il vescovo di Locri-Gerace, mons. Giuseppe FioriniMorosini, aveva detto con parolaalta e chiara che sul Santuariodella Pia Vergine, fatto riposatoalbergo di ‘ndranghetisti dallapigrizia questurinesca dei pettiros-si di certa stampa confidenziale, laChiesa non si sarebbe fatta intimi-dire. Né si sarebbe fatta intimidiresul suo magistero, che in tanto è,in quanto è centrato sulle pecorel-le smarrite. Ciò che sanno anche i pecorai,che incitano i cani della mandriaall’inseguimento e al recuperodelle lanute domestiche bestieerranti. Ciò che non sanno né i duchi né iconti né le icone dell’antimafia,che vogliono, addirittura, fare dipreti e vescovi dei sorvegliati spe-ciali. Se non proprio dei dischiparlanti secondo il loro augustocervello, che sembra toccarsi conquello di Dio da quando hannointrapreso la redditizia carriera ditemplari antimafia. Dunque, il Vescovo ha mantenu-to la parola. Non s’è fatto intimi-dire, pur dopo l’insurrezione didue immacolate icone, come lasignora Adriana Musella e ilsignor Mario Congiusta, che a noipaiono più interessati alla vendet-ta, la quale si nutre necessaria-mente della continuità del crimi-ne, che alla giustizia, la qualeoffre rimedi per sanare il corposociale. A Polsi, il 14 settembre, nellaricorrenza della Festa della Croce,mons. Giuseppe Fiorini Morosiniha ribadito la sua convinzione chegli ‘ndranghetisti possono conver-tirsi e che perciò possono essereperdonati. Il che non significaassolutamente che il perdonodivino coincida con il condonodelle pene che loro spettano. LaChiesa non si intromette nei tri-bunali. Sono le icone che si intro-mettono negli affari della Chiesa. Ci piace che il Vescovo di Locri-Gerace tiri per la diritta via. Ilsentimento del Vangelo resta. Lemode, anche quelladell’Antimafia, posta a guardia ditutto, passano. E così un giorno -vicino? lontano?- per entrarenella Chiesa della beata Vergine,non saremo invitati, anzi costretti,ad esibire, oltre la carta di iden-tità, anche il certificato antimafia,rilasciato, ovviamente, dalle detteicone. Perché se questo accadesse,non solo non ci sarebbe più reli-gione, ma non ci sarebbe neppureDio. Il quale fin qui ha evitatoun’altra alluvione onde non con-sentire che gli s… vengano agalla.

L’appuntamentocalabrese

Speriamo trovi la paceSperiamo trovi la paceIl 17 Settembre 2004 al rientro da una partita di calcettoè stato ucciso da un sicario appostato dietro il muro delgiardino Massimiliano Carbone. Nel settimo anniversariodella sua morte la madre e tutta la sua famiglia continua-no a chiedere giustizia. Vogliono conoscere la verità suquesta morte, sapere chi ha sparato, chi ha deciso questamorte. Ancora dopo sette anni gli sviluppi delle indaginie della magistratura sono una chimera. Il caso è statoarchiviato e in segno di protesta la famiglia diMassimiliano ha anche deciso di rinunciare al propriodiritto di voto in occasione delle votazioni del 6 e 7 giu-gno del 2009.

MASSIMILIANO CARBONE

Chiunque lo sa che lasciando casa o prima o poi si ècostretti a tornare. E non è per una pura formalitàche sussiste l'obbligo del rientro, evidentementequalcosa in fondo al cuore continua a fremere. Nonci si allontana mai dalla propria culla per ricercare sestessi, o con la frivola motivazione del “mi piace viag-giare”, si parte per non tornare, a mo' di vendetta nei

confronti di un sistema non futuribile. A pagarne le conseguenze, al solito, è l'intera collettività chelentamente viene privata di soggetti potenzialmente necessari. E' proprio questo il punto, in Italia sipersegue uno spietato obbiettivo: svilire chi osa darsi da fare, perché causa scomodità, perché in fin deiconti se si è giovani si ha voglia d'imparare, e se si è pure figli di buona donna non si accettano com-promessi. E' tipica la frase “A vent'anni si è tutti idealisti”, ma idealisti un corno! Vorreste farmi credereche rifiutare di mettere le mani in pasta e partecipare ai soliti inciuci sia sinonimo di ingenuità e pocaesperienza? Perdiana! Se questo è l'orizzonte che si profila, beh, l'Italia non è un panorama attrattivo.Non resta che aggrapparsi coi denti a quel po' di sicuro che resta, a tutti coloro a cui questo sta strettodico: “Suerte!” (Buona fortuna!)

Continua la prossima settimana…

A VENT’ANNI È PECCATO (NON) SOGNARE

Suerte

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Parlandodi...

Vi commissarierannoanche i talami

NORDICI & SUDICIDI GIOACCHINO CRIACO

Vi ritroverete, prima o poi, un commis-sario prefettizio nel mezzo del lettonuziale a darvi i tempi dell’amore e boc-ciarvi o approvarvi gli amplessi coniuga-li. Vi porteranno via i figli per dargliun’educazione in sintonia con unmondo che non vi appartiene. Nei comuni anche gli uscieri saranno dinomina governativa e le voci calabresiparleranno solo per bocche addomesti-cate. I giovani popoli del nord non mol-leranno la presa e delle culture mediter-ranee faranno scempio fino all’ultimodei ricordi. “Verranno tedeschi, inglesie americani a comprarsi tutto” mi hadetto un signore straniero che ho porta-to in visita a Pentedattilo. Una veritàbruciante, più che una profezia. Ciprenderanno tutto e noi ci piegheremoa tutto per una pancia meno vuota e uncervello completamente evacuato. Le rivoluzioni arabe dicono anche que-sto, non bastano più i fantocci utilizzatifinora. L’Occidente, i soldi, vanno al governo inprima persona, senza intermediari, dap-pertutto. La mafia da noi sarà il grandealibi, nel suo nome spazzeranno via ognisudicia idea. Sopravvivranno gli ascari. Itraditori che applaudono alla frusta,pronti a svenderci per un lauto pasto.Torneranno a convincerci che è bella lapianura padana e baratteremo il soleper un posto in fabbrica. Partiremoancora e ancora. Disperderemo fino all’ultimo seme ilprodotto di gonadi ormai quasi sterili.Quanto a me, continuerò a farla fuoridal vaso fino a quando non sporcheròtroppo, sino al tempo in cui i miei schiz-zi sudici non spruzzeranno su troppagente. Poi, un fesso che si crede un eroelo troveranno a farmi togliere il distur-bo

Chi ha la memoria buona ricorda cheprimo e unico narratore calabrese aconquistare, nel 1977 con Il Selvaggio diSanta Venere, il non per noi scalabilePremio Campiello fu Saverio Strati. Siinterrompeva così la lunga carestiadegli scrttori calabresi, né votati névoluti dai Giurati del Premio e dallaGiurìa dei lettori. Eppure quando , nel1962, per iniziativa degli industrialiveneti nacque il Premio “Campiello”,si era in tempi di questione meridiona-le viva, di letteratura meridionale viva,di letteratura calabrese viva sulla quale

s’allungava ancora l’ombra austera diCorrado Alvaro, e il campo era tenutoda scrittori di tempra robusta, comeLeonida Répaci, Fortunato Seminara,Mario La Cava, e dal giovane SaverioStrati, pubblicati, tra l’altro, da editorinazionali - il che non fa mai male.Tutt’altro. E, comunque, un’altra lungacarestia era destinata ad abbattersi eperdurare sulla letteratura calabrese,dando idea della sua morte e della suaresurezione solo nella misericordiadella storia, che ricorda. Ma con ildifetto di ricordare all’indietro. Ciò che

Questo mese è stato segnato da un rin-novato interesse nei confronti dellaCalabria. Le mozioni presentate allaCamera, le polemiche sullo scioglimen-to del Comune di Reggio, la mancataesibizione di Venditti. Ed ecco che saba-to e domenica Lamezia Terme e il suoCentro Agroalimentare ospiterannol’interesse resuscitato del Pd per il Sud.Oltre alle sessioni plenarie si svolgeran-no sei forum tematici sulle problemati-

che che il partito ritiene centrali per laCalabria: sviluppo legalità, sapere, wel-fare, Mediterraneo, istituzioni. Come si può leggere nel comunicatostampa d’invito «l’iniziativa sarà l’occa-sione per lanciare all’intero Paese unmessaggio forte sull’impossibilità di unaripresa dell’Italia e di una sua rinnovatacredibilità in Europa che non abbia alcentro un credibile progetto di riscattoeconomico e civile delle regioni meri-

CARMINE ABATE INCORONA IL CAMPIELLO

PD IN CALABRIA

La festa del ritorno dellaLetteratura Calabrese

Conferenza nazionaleper il Mezzogiorno

PASQUINO CRUPIIN EVIDENZA

Quel che conta è il romanzo, Lacollina del vento, il suo valoreletterario. Ma conta anche laCalabria, che ha avuto controsempre tutti, e da Carmine AbateScarfizzi riconsegnata con il suovolto vero. Non solo, perciò,un’opera compiuta, ma anche uncontributo alla battaglia delle idee.

POLAROID

Inumeri del Consiglio regionale Giovedì 20 settembre laseduta si apre con 8 con-siglieri e 4 assessori, deci-samente più nutrita lasquadra dei giornalisti.Quando parla il presi-dente Scopelliti (la sedu-ta affronta il problemadell’occupazione inCalabria) i numeri cam-biano: i consiglieri dimaggioranza diventano16 (più 10 di giunta).

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la Riviera

DIAVOLO NERO

Il sempre onoratoAlberto Cisterna

dionali». Anche lo slogan con cui vienepresentata la Conferenza Nazionale del29 e 30 Settembre è centrato su questoaspetto:«Con il Sud ricostruiamol’Italia». Il progetto sembra ambizioso eci auguriamo che non sia solo l’ennesi-mo slogan elettorale. Ricominciare a

considerare il Sud come parte integran-te dell’Italia sarebbe un primo passoimportante.Vedremo se dal palco di questa confe-renza uscirà qualche progetto concretoo se sarà un cumulo di buoni propositipresto accantonati.

è passato, non ciò che è presente. E ilpassato - teorizzava Benedetto Croce -non torna mai, sotto qualunqueforma. C’è poco da consolarsi.Tra la fine degli anni Settanta e gli anniOttanta a seguire, la letteratura cala-brese non era che una processione ditrapassati. Corrado Alvaro era mortonel 1956, Francesco Perri nel 1974,Domenico Zappone, suicida, nel 1976,Fortunato Seminara nel 1984,Leonida Répaci nel 1985, AntonioAltomonte nel 1986, Mario La Cavanel 1988, Raoul Maria De Angelis nel1990. Della seconda generazione degliSpiriti Magni della nostra civiltà lette-raria non rimaneva tra i viventi, maormai fatto sopravvissuto dall’indu-stria editoriale, che il solo SaverioStrati. E si respirava odor di crisantemianche per la questione meridionale,scavando nel suo docile terreno unaconseguenziale tomba per la letteratu-ra meridionale.

Fu in questo quadro, che di alto con-servava solo la cornice del passato,apparve Carmine Abate con il roman-zo della resurrezione della letteraturacalabrese, Il ballo tondo, che, uscito a Genova nel 1991 presso Fazzi, un edi-tore minore, navigò per acque carsichefino a quando non emerse in superfi-cie per i tipi dell’editore Mondadori. Se fu il primo a questa opera formida-bile di rinascita, non fu, però, il solo, edio voglio dargli compagni DomenicoGangemi, ben impiantato nella tradi-zione d’accigliato impegno civile dellanostra letteratura, e GioacchinoCriaco che alla letteratura calabresedà il genere giallo - giallo inquietante -che le mancava.Carmine Abate è un narratore sor-prendente. Nel senso anche che ci sor-prende. Dopo il 1977 di Saverio Stratiacchiappa il Premio Campiello, che glitorna ad onore e lo travalica. È chiaro. Al centro della nostra e del-

l’altrui attenzione c’è il suo romanzoLa collina del vento il valore letterariodi questo suo romanzo, l’arte - comeun tempo si diceva. È questo checonta. Ma non appaia un fuor d’operail fatto che conta anche la Calabria,questa Calabria, che ha avuto controsempre tutti, compresi i suoi sradicatiintellettuali, che al sol sentire parlaredi letteratura calabrese correvano conmano svelta al profumo per allontana-re il puzzo di capra e di formaggio. E,che per essere avvertita e accettata, sì,la Calabriaa, come colonia, con coraleoperazione, nutrita d’ignoranza sem-plice e calcolata, è stata ridotta a terraprimitiva e barbara, segnalata dallamancanza di civiltà letteraria. Non èvero che pochi uomini colti non fannocolta un’intera regione? Lo sappiamo e non lo neghiamo. Unarondine non fa primavera. Ma se ilcielo calabrese non fosse stato domi-nato organicamente dagli avvoltoi,

non sarebbe stato difficile vedere chenon una sola rondine, ma una miriadedi rondini, con continuità secolare, hasteso le sue ali. Ed è questa continuitàche ci richiama il fausto CarmineAbate. Qui non siamo puramente e semplice-mente di fronte a un successo persona-le, e sarebbe già tanto. Siamo di frontea un progresso della civiltà letterariacalabrese. Alla festa del ritorno dellaletteratura calabrese dentro la lettera-tura nazionale, dentro la nazione ita-liana alla quale Carmine Abate conse-gna la Calabria con il suo volto vero dicorpo di sapere. Non solo, perciò,un’opera compiuta, cioè bella, ma uncontributo alla battaglia delle idee perfare cambiare l’opinione che si hadella Calabria. E senza questa batta-glia il nostro destino di terra amarasenza speranza di essere grande èsegnato.

na rondine non fa primavera. Ma se il cielo calabrese non fosse statodominato organicamente dagli avvoltoi, non sarebbe stato difficile vedereche non solo una rondine, ma una miriade di rondini ha steso le sue ali.

A decidere di quel che siamo, di quelche saremo, se ci attende l’Inferno o ilPurgatorio o il Paradiso, sono i pentiti. Illoro sputo, che trova ali dapertutto, èuniversale. Si spiaccica sulle tombe deicorrei illustri, passati all’altro mondo, enon risparmia le toghe intemerate. Tra

le vittime famose dei pentiti, che i denti aguzzi del legisla-tore, mordendo la lingua giuridica, hanno alzato al cieloallargatodi collaboratori di giustizia, abbiamo dovutoregistrare anche un magistrato d’alta qualità, di ferrea ediritta dottrina, il n. 2 della Direzione nazionale antima-fia, dr. Alberto Cisterna. Posizione, questa, che rendevapossibile e fattuale l’operazione antica di prendere duepiccioni con una sola fava. Insomma, il dr. AlbertoCisterna, su parola non riscontrata del pentito, incredibi-le anche a se stesso, Nino Lo Giudice fu catapultato nelregistro degli indagati a velocità vietata dal procuratoreGiuseppe Pignatone, che, pur avendo scritto un libro sulcontagio, non ha saputo evitare di farsi contagiare dalpentito, boccuccia di rosa. È il primo piccione accattivatodalla fava. Il secondo piccione è naturalmente PieroGrasso, che, avendo notte e dì a sua disposizione il dr.Alberto Cisterna, di qualcosa doveva essere colpevoleanche lui, che so, almeno di mancata vigilanza, al fined’azzopparlo nella corsa a Procuratore della Repubblicadi Roma. Ma ora è avvenuto che la Procura di ReggioCalabria ha concluso la sua inchiesta, chiedendo il pro-scioglimento di Alberto Cisterna, che nel frattempo,onde evidentemente meditare sul suo mal perverso, futrasferito dal lungimirante Csm nell’importante Procuradi Tivoli, in provincia di Roma, cinquantamila abitanti. Giustizia è stata fatta? Per nulla. Giustizia sarà fatta e giu-stizia ci sarà nei tribunali quando sarà spazzata via la legi-slazione sui pentiti. Ma su questo punto c’è un silenzioassoluto dei giornali delle libertà liberali, che s’acconten-tano di dire che l’onore è stato restituito ad AlbertoCisterna. E da quando in qua l’onore ci è tolto per le con-fessioni mirate dei pentiti? E intanto il nostro pensierovola verso Sonia Alfano, fiorita deputata sui crisantemidel padre, che, usando la lupara, l’ha sparata davverogrossa quando alla notizia dell’indagine su AlbertoCisterna, nella sua veste aurilucente di Presidente dellaCommissione antimafia europea, ha ingiunto al Csm:«Alberto Cisterna va trasferito. Non può più fare il Pm».Come si vede, anche in Europa la testa non gira per ilverso giusto.

POLAROID

Confindustria contro la crisi economica

Incontro istituzionale tra Giuseppe Raffa e i verticidell’Associazione degli Industriali. Aeroporto “TitoMinniti”, porto di Gioia Tauro, Zes, sviluppo della Locride,crisi economica e occupazionale sono stati alcuni dei temiffrontati. Obiettivo? Attivare nuove procedure e ottenere,così, i finanziamenti.

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La Calabria va alla Camera. Perla prima volta all’ordine delgiorno delle discussioni in

Parlamento ci siamo noi, la nostradisoccupazione che sfiora il 20 % e ilnostro calo del Pil che si prevede del3,2% per la fine dell’anno. È tempo di bilanci e di proposte, l’ar-gomento è spinoso, complesso epoco interessa al resto d’Italia, vistoche in aula a discutere di questopezzo della Penisola sono i rappre-sentanti calabresi e pochi altri. Il Pdpresenta una mozione pro-Calabriacon Bersani come primo firmatario.

L’on. Minniti fa spellare le mani delsuo gruppo in scroscianti applausisottolineando come «Se si va avanticosì, la Calabria muore» L’idv pre-senta una mozione a firma del pro-prio capogruppo Di Pietro prenden-do atto, finalmente, delle «criticitàdella Regione sotto il profilo sociale,economico e politico» e del fatto chesia necessario «favorirne l’integrazio-ne nel sistema Paese». L’Udc segue a ruota con un’altramozione presentata a firma di PierFerdinando casini e sottolineandoper bocca di Mario Tassone come

È una Calabria senza lacri-me, quella che ultimamentesi vede. Una terra che hasmesso di autocommiserarsie abbozza un progetto per ilproprio futuro. Viabilità, cul-tura, archeologia, agroali-mentare. Una Calabria chepropone, tenendo insiemeamministratori, imprendito-ri, artisti e quanti siano con-vinti in un futuro possibile incasa propria. Statistiche allamano la Calabria vede sem-pre più in diminuzione ilnumero dei reati e l’aumen-to esponenziale dell’efficien-za repressiva, con una mac-china investigativa in gradodi risolvere in poco tempo ledevianze. Un territorio sottoun controllo ferreo dellamigliore intelligence di poli-zia. E un comprensorio pra-ticamente vergine dal puntodi vista delle opportunità

economiche da sviluppare,con un bacino di manodope-ra in grado di soddisfare ogniesigenza imprenditoriale.No, non una terra dellemeraviglie, ma una meravi-glia della natura e dell’ar-cheologia, nella quale fin’orasi è sempre rincorso il sussi-dio pubblico che alla lucedella crisi economica inter-nazionale non verrà più acorrompere le capacitàimprenditoriali dei calabresi.Un momento di svolta che lagente pensa finalmente dicogliere. Ecco, questa è laCalabria che ci sembra, ovorremmo, scorgere ultima-mente. Una Calabria all’as-salto per fare un progettoche non c’è mai stato, ecostruirsi in loco un futuroche per troppo tempo è statosolo passato.

Vladimir

ELEONORA ARAGONA

IN EVIDENZA

La nostra regione vedein diminuzione ilnumero dei reati el’aumento esponenziale dell’effi-cienza repressiva, conuna macchina investi-gativa in grado di risol-vere in poco tempo ledevianze. Un territoriosotto un controllo ferreo della migliore intelligence di polizia

Finora la politica e l’Italia si sono dimenticati diquell’appendice che chiude lo stivale, l’hanno penalizzatae l’hanno depredata. Oggi si sono svegliati bene allorasediamoci e discutiamo seriamente. Di sviluppo però

La Calabria va alla Camera

Una Calabria all’assalto per fare un progetto che non c’è mai stato, e costruirsi un futuro che per troppo tempo è stato solo passato. Ecco questa è laCalabria che ci sembra di scorgere ultimamente

Voglia di sviluppo

Incontri per lo sviluppo della Calabria

Incontro a Roma tra il ministro Clini e una delegazione di sindaci della Locride. I primi cit-tadini sono stati ricevuti dal direttore generale del Dipartimento per le Politiche di Sviluppoe di Coesione, Sabina De Luca, alla presenza dei parlamentari calabresi Luigi De Sena,Aurelio Mesiti e Nino Foti, del presidente della provincia di Reggio Calabria GiuseppeRaffa, del consigliere regionale Candeloro Imbalzano e di Luigi Zinno.

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debba crearsi «un filone di serietà,perché l’elencazione dei problemi[…] la possiamo fare tutti». Comepuò non riscuotere successo un affer-mazione del genere. I consensi ai beidiscorsi sono facili. Noi però credia-mo nei fatti e non nelle proposte. Crediamo in chi si impegna realmen-te per il proprio territorio e per il suosviluppo. Finora la politica e l’Italia sisono dimenticati di quell’appendiceche chiude lo stivale, l’hanno penaliz-zata e l’hanno depredata. Oggi sisono svegliati bene allora sediamoci ediscutiamo seriamente. Di sviluppoperò. Quello serio e programmatico.Non abbiamo bisogno e non voglia-mo aiuti finanziari a pioggia.Vogliamo che ci venga data la possi-bilità di diventare competitivi e pro-duttivi. Noi vogliamo parlare dei pro-blemi infrastrutturali che hanno iso-

lato la Calabria e che hanno penaliz-zato fortemente la crescita delleimprese. Vogliamo discutere del perché nel2012 se spedisco una lettera o unaraccomandata da o per la Calabriacome minimo impiega un giorno inpiù del necessario ad arrivare a desti-nazione. Come possono nascere ecrescere industrie in queste condizio-ni. Quando anche le operazioni piùsemplici si complicano. Le parole uti-lizzate più spesso per descrivere lanostra regione sono criminalità, peri-colosità, inadeguatezza, arretratezza.Dovremmo anche pensare a risolve-re questo problema non meno gravedella criminalità organizzata o deitrasporti. E già perché la Calabria ènell’immaginario del resto d’Italia lafucina di tutti i mali, il vaso di pando-ra da cui sono fuoriusciti tutti i crimi-nali. Non è così e chi ancora credeche la ‘ndrangheta sia concentrata traquattro case di Platì si sbaglia, o nonvuole vedere. E l’informazione nazio-nale non può continuare a screditareun popolo intero solo per questionidi tiratura. Questo è un punto chenessuna delle mozioni presentate haaccennato. Ci deve essere un pianoserio che tenti di dare risposte con-crete a ciascun punto perché sonotutti di eguale importanza: lo svilup-po economico; la viabilità; le infra-strutture; l’occupazione; la lotta allacriminalità; una corretta informazio-ne; la crescita cultura; l’adeguamentotecnologico.

La settimana scorsa la Camera ha discusso lamozione Calabria presentata dal Partitodemocratico, primo firmatario Bersani,

relatore Marco Minniti. Non c’è dubbio che pre-sentare una mozione sulla Calabria rappresentiun fatto positivo.Durante il dibattito parlamentare sono interve-nuti una decina di parlamentari calabresi. Parolad’ordine, “Faccimmu ammuinu” ed ammuinu èstato fatto.Questa è stata la strategia di molti parlamentaricalabresi per non rendere spendibile la mozionedel PD nella prossima campagna elettorale. Sonpiovute le mozioni concorrenti insieme a propo-ste fantasiose come la “Bocconi per il turismo” ola fiscalità di vantaggio, mentre altri, comeCatone, ripetevano stancamente e senza convin-zione alcuna “‘ndrangheta delenda est”.Risultato? Aldilà della volontà positiva di chi s’èreso promotore, la discussione è passata nel silen-zio più assoluto. Per la grande stampa e per i prin-cipali canali televisivi il dibattito non c’è stato.Ora proviamo a immaginare un dibattito parla-mentare sulla Calabria con mille (dico mille)calabresi nella piazza antistante Montecitorio.Composti, tolleranti, civili ma consapevoli deiloro diritti e dei loro doveri… Mille in rappresen-tanza di quella parte del popolo calabrese conuna grande voglia di cambiare.Altra sarebbe stata la forza e l’autorevolezza deiparlamentari, quantomeno di coloro che cercanodi affrontare i problemi con serietà.La grande solitudine dei nostri parlamentari è lamanifestazione di una democrazia ferita a morte.La Calabria è fuori dall’aula di Montecitorio. Ilsuo popolo è decisamente all’opposizione. Lo èstato nei cinque anni trascorsi, probabilmente lo

sarà nei cinque anni futuri. Aldilà del risultatoelettorale.Non ci vogliono fondi per ridare speranza ed èquella che manca! I parlamentari, quantomenoquelli che hanno presentato le mozioni Calabria,avrebbero avuto bisogno di sentirsi avanguardiadi un popolo con tanta voglia di rialzare la testa.Immaginate quanta forza, quanta passione,quanta certezza vi sarebbe stata nella loro parolese avessero sentito alle loro spalle un convintosostegno della gente. Forse a mancare non sononé le idee, né proposte. Manca sicuramente lalinfa vitale che affonda le proprie radici nellecarni di un popolo e trasforma una proposta inuna speranza.Qualche decennio fa, la questione calabrese furiproposta con forza dalle masse contadine cheoccuparono il latifondo.I partiti della Sinistra avevano presentato un dise-gno di legge, ma furono anticipati dal governoche emanò un provvedimento di urgenza: lalegge stralcio sulla riforma agraria.Senza alcuna mozione, con un decreto legge,furono gettate le basi per distribuire migliaia diettari ai contadini senza terra.I partiti erano popolo, nervatura di una democra-zia giovane ma autentica. Oggi è diverso!C’è una pianta che i contadini chiamano ‘ndraca.Cresce nei terreni preparati per l’orto e non sialza dal suolo. Erba stupida, molliccia, inutileanche per le galline, disprezzata dai conigli. Rubasolo terreno ai pomodori, alle zucchine, allemelanzane. La “politica” è diventata ndracha.Non si alza dal suolo, torpida come l’idiota,dorme sotto il sole in attesa delle scadenze eletto-rali. Nello stesso modo in cui le ndrache penetra-no negli orti, questa penetra e infetta le istituzio-ni.La risposta della gente oscilla tra la rassegnazio-ne, l’indifferenza, la richiesta clientelare, un ribel-lismo verbale senza domani.Bene presentare la mozione per la Calabria.Molto meglio se questa mozione nasce tra lagente, lievita tra le strade, cresce in confrontoreale e tenace e infine approda in Parlamento.Nel momento in cui viene discussa non appartie-ne più ai parlamentari che l’hanno firmata ma aquanti in essa si riconoscono.Noi abbiamo bisogno di una politica vera, capacedi agire dall’alto e dal basso per ridare a questaterra un progetto, un sogno, una speranza!So che è difficile, ma non esistono scorciatoie!L’alternativa sono elezioni-farsa con un voto chenon è né consenso, né dissenso. Un voto strappa-to al popolo e usato contro di esso. Ovunque ciòavvenga è foriero di giorni inquieti, in Calabriapuò portare a qualcosa di ben più grave.

IN EVIDENZA

Ci deve essere un pianoserio che tenti di darerisposte concrete aciascun punto perchésono tutti di egualeimportanza: lo sviluppoeconomico; la viabilità; leinfrastrutture;l’occupazione; la lotta allacriminalità; una correttainformazione; la crescitaculturale; l’adeguamentotecnologico.

ILARIO AMMENDOLIA

IN EVIDENZA

La grande solitudine dei nostriparlamentari è lamanifestazione di unademocrazia ferita a morte. LaCalabria è fuori dall’aula diMontecitorio. Il suo popolo èdecisamente all’opposizione.Lo è stato nei cinque annitrascorsi, probabilmente lo sarànei cinque anni futuri. Aldilàdel risultato elettorale.

La politica èdiventata ‘ndracha?

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Parlandodi...

GIOACCHINO CRIACO

Quanti di noi hanno visitato lavilla romana di Casignana? Equanti ci sono stati nel giusto

modo? Pochi, anzi pochissimi.Rimprovero me, non voi. Ci sono pas-sato più volte, e l’ho fatto sempre in unmodo superficiale. Qualche giorno fa èstato diverso. Le nuvole popolavanol’Aspromonte, lasciando al sole scam-poli di cielo da colorare d’oro. LoZefiro, che da noi è perenne, trascina-va a valle un’aria pregna di umidità,portava le voci dei monti e passando dapietra Kappa conservava la disperazio-ne di chi offese il Cristo che, imprigio-nato da San Pietro, inutilmente cercaun varco nel monolite impietoso. Èstato un attimo, i mosaici hanno presovita, le ninfe hanno sorriso. Le ginoc-chia si sono piegate e aggrappato allabalaustra ho visto e sentito……Azruba di Tynes infilava con preci-sione le tessere nel corteo diPoseidone. Gli occhi giravano instanca-bili, passando dal pavimento del thia-sos a quella che ormai era la sua osses-sione. Alimede lo guardava, dolce,dalla groppa del cavallo che montava.Azruba immaginava con dolore la soli-tudine della Nereide, le sue tre sorellel’avevano abbandonata da tempo por-tate via da coloro che avevano prece-duto l’artista nel tessere il mosaicodella villa davanti allo Ionio. Azruba leaveva raffigurate una dopo l’altra, sulleone, la tigre e il toro. Le sorelle diAlimede non le aveva mai viste, sem-plicemente aveva cercato di farle somi-gliare alla sopravvissuta. Azruba avevaperò ascoltato la storia, raccontata dalnobile romano, proprietario della villa,che gli aveva commissionato il mosaicodel frigidarium. Nel tempo, le altreNereidi, insieme agli animali che mon-tavano, erano state rubate. Statue eladri dovevano, però, essere finiti infondo al mare, poiché di essi non si erapiù avuto notizia, svaniti come eranonel nulla. Azruba non credeva a quellastoria il cui scopo, pensava, fosse quel-lo di evitare la presa anche di Alimede.E gli occhi della ninfa, per lui, inveceimploravano la fuga. Azruba la pre-parò con cura. Compose fino all’ultimatessera il suo mosaico, affinché eternarestasse la bellezza delle Nereidi e siricomponesse l’unità del corteo al diodel mare. Avrebbe portato via Alimedee l’avrebbe tenuta tutta per sé in unposto segreto, come sicuramente ave-vano fatto i precedenti rapitori. Fecearrivare una nave dall’Africa, carica dicompatrioti. Sterminò gli abitanti dellavilla e fece caricare Alimede e il suocavallo su un carro trainato da dodicistalloni. Eccitato, Azruba, montò die-tro alla ninfa e prese le redini guidandoil carro verso il porticciolo prospicientela villa, dov’era attraccata la nave. Icavalli camminarono morbidi eAlimede viaggiò verso la fuga d’amore.Il molo scivolò lentamente sotto leruote, ma quando il cocchiere tirò le

redini per fermare il carro i cavalliallungarono il passo che divenne trottoe poi galoppo. Cavalli, cavallo e aman-ti si alzarono quasi in volo. L’istintoordinò ad Azruba di saltare, qualcosa simosse, Alimede si voltò, cinse il rapito-re con un braccio e insieme toccaronol’acqua. Azruba riempì d’aria il petto,chiuse gli occhi e contò il tempo.Spalancò le palpebre quando la discesasi bloccò. L’acqua divenne trasparente.Li vide. Il leone, la tigre e il toro stava-no in tondo, a formare un thiasossubacqueo completato dal cavallo diAlimede. Le altre Nereidi non c’erano,questo si disse Azruba. Il pensiero siinterrupe. Alimede mollò la groppa, loprese per mano e lo tirò su. Azrubarivide il sole e riassaporò l’aria. Siritrovò disteso sul molo. Sentì le urladei suoi complici, vide i loro corpi stra-ziarsi e non riconobbe più nell’orridacreatura che venne a prenderlo le

splendide forme di Alimede. La ninfaera ora un’anarada, dal volto di stregae dalle gambe di mula. L’amore si tra-sformò in tragedia e da rapitore,Azruba, divenne rapito. La corda sitese e il prigioniero corse. Il mare e lacosta si allontanarono, la collina diven-ne montagna e il bosco li inghiottì. Gliagi della villa vennero sostituiti dallosconforto di una caverna. Azruba rivi-de insieme Alimede, Licoreia,Limnoria e Leagore. Quattro streghe equattro ossessi. Quattro schiavi cheavevano scambiato la pena per amoree perso il senno e la libertà. In attesache l’amore vero ricomponesse il qua-dro originale, per intero……Ecco, se volete un sogno o una storiavera. Passateci da Casignana. Fatelo inun pomeriggio in cui soffia vento.Soprattutto fatelo con gli occhi e leorecchie dell’anima.

Sabato 8 settembre si è svolto a Reggio Emilia il dibattito di presentazione del libro “Il caso Fallara”. Gli autoriBaldessarro e Ursini ne hanno discusso con Sebi Romeo e Massimo Canale. Il dibattito ha consentito la diffusione di noti-zie e fatti inerenti “la storia del modello Reggio e del suo tragico epilogo”, al di là dei confini reggini. Baldessarro ha citatoalcune delle delibere che testimoniano gli sprechi del Comune di Reggio negli anni delle a.c. Scopelliti e ha introdotto conargomenti pungenti il coautore Ursini, il quale ha sottolineato come senza l’impegno di pochi coraggiosi consiglieri diopposizione, non si sarebbe mai giunti alla scoperta di tante malefatte e quindi alla denuncia del buco di bilancio. SebiRomeo ha affermato che gli anni del “Modello” passeranno alla storia come quelli di un sistema che ha utilizzato le pub-bliche risorse per fini diversi da quello dell’interesse generale. Massimo Canale ha ripercorso le innumerevoli e quasi soli-tarie battaglie, tracciando un quadro anche del clima dell’ultima campagna elettorale comunale reggina.

“Il caso Fallara alla festa Democratica Nazionale”

Le Anarade di CasignanaVISITE D’AUTORE

Ricevuti alla Regione Calabria da Scopelliti,Caligiuri e Tallarico i due sub di Africo

FRANZ FOTI

Per non essere confuso con un visionario difine estate e per non generare equivoci fra ilgrano e la zizzania, riporto testualmentequanto letto con sorpresa sull’Espresso diquesta settimana – pagina 56. “Domenica 2settembre 2012 dal Santuario di Polsi, sanctasanctorum delle ‘ndrine, il vescovo di Locri,Giuseppe Fiorini Morosini ha annunciato ilperdono della Chiesa per i mafiosi e lavolontà di <non farsi intimorire dalla stampache aspetta da noi sacerdoti parole di disprez-zo>, applausi vivissimi degli astanti. A duegiorni da questo episodio, salvatore Nunnari,arcivescovo di Cosenza, ha bollato i mafiosicome <cuori di Caino> e li ha accusati didevastare l’economia locale con le violenze e

le estorsioni”.Questi i fatti. Di fronte a queste due posizio-ni della Chiesa potremmo discutere permolto tempo, ma non credo che ci siano mar-gini di manipolazione. Sono chiare e nette.Esprimono due modi differenti di concepire“l’opera” della mafia nel rapporto con la fedee la società.La posizione di Don Nunnari è risaputa, lim-pida, trasparente. Quella del vescovo di Locricredo ci ponga degli interrogativi e non pocheperplessità. Per perdonare occorre anzituttoche venga riconosciuta una colpa. In questocaso sembra colpa grave. Il perdono, dunque,se concesso, presuppone un’ammissione dicolpa e la volontà di espiazione religiosa,intesa come atto di riparazione dell’animaper aver peccato. Il pentimento è presuppo-sto fondamentale per la concessione del per-dono. E poi c’è il pentimento per aver pecca-to e procurato danni seri agli altri esseriumani, alle cose, alla società. La seconda con-dizione presenta risvolti penali e civili e perquesto c’è la “sanzione punitiva prevista perlegge a carico di chi abbia commesso unreato” (Tullio De Mauro). Della prima delledue condizioni se ne occupa la Chiesa e dellaseconda la giustizia civile e penale.La Chiesa se attua il principio del “gestoumanitario con cui si rinuncia a ogni forma dirivalsa, di punizione, nei confronti di unoffensore”avrà pure le sue ragioni. E cioè: imafiosi si sono ravveduti ammettendo le lorocolpe, hanno deposto ogni forma di soprusoe violenza a favore di un umanesimo cristalli-no, hanno cessato di combinare affari loschiavvelenando giovani e anziani, hanno smessodi ricattare i poveri individui che hanno inve-ce la colpa di lavorare per vivere e per farvivere con il tasso minimo di felicità.Arcivescovo Giuseppe Fiorini Morosini puòdirci qualcosa di più rispetto al suo gesto cari-tatevole? Può darsi che il pentimento siaavvenuto nello spazio riservato di un inginoc-chiatoio. Fedeli e non forse avrebbero diritto di saper-lo visto che spesso sono fatti segno delle“amorevoli attenzioni” di questi destinataridel perdono, si immagina non più mafiosi.

Due di Africo lo hanno fatto. Una creatura felina di bronzo,che magari non è stata partorita dalle mani fatate di Fidia odi Lisippo, che forse non è figlia della creatività degli artistireggini o locridei. Un leone dorato, che fosse anche il costrut-to dei nostri Sinti, di Bovalino o di Monasterace, diventa unbene comune. Due di Africo hanno dato alla Calabria ciò chea essa appartiene, compiendo un gesto che gli ipocriti vorreb-bero fosse un gesto normale e che tale non è, che sarebbebene lo diventasse. Calabria o resto del mondo, i furbi proli-ferano, e a ogni latitudine si opta spesso per il bene persona-le. Così non fosse, in tanti musei del mondo e in tante colle-zioni private non ci sarebbero le glorie del passato, prodotteda civiltà che in certi posti non ci sono passati neanche di stri-scio. La Persefone di Locri difficilmente se né andata invacanza a Berlino con mezzi di locomozione propri. I Bronzidi Riace forse non erano impudicamente nudi al momentodella loro scoperta e la testa di Porticello un corpo ce lo avràpur avuto. Quindi bando alle ciance e chi avesse qualcosa dibuono che appartiene a tutti la tirasse fuori. Monili, statue,anfore, calici e pietre. In tempi in cui la 'ndrangheta non c'era,o non era ancora stata inventata, i calabresi sapevano farealtro, oltre che sparare a pallettoni. Di santi trofei la nostraterra è piena, e chi, inavvertitamente è ovvio, ne avesse qual-

cuno in cantina lo mettesse in balcone a farsi ammirare. Dileoni antichi ne salterebbero fuori tanti, se tanti fossero i leonimoderni. Perché questa è terra che di felini ha bisogno, checon gli ovini si è arrivati, ormai, al capolinea. Non vorrei esse-re enfatico, ma il Bruzzaniti e il Morabito non si sono com-portati da pecore. Hanno fatto un gesto in controtendenza.Coraggioso si, da calabresi attaccati alla loro terra. Se il leonesi rivelerà di poco valore sui loro petti ci finirà una stella dilatta, e io spero che così non sia. Se al re dello Ionio verrà rico-nosciuta un'illustre genia, loro, eternamente, ne saranno ipadri. E io, ideologicamente, il Presidente Scopelliti non lolodo, né mi lamento per l'assenza ormai cronica della miaparte politica. Ma il suo gesto, quello di incontrarli, è lodevo-le. Avrebbe potuto nicchiare, aspettare conferme o bocciatu-re. Invece, bruciando i tempi, ha ricevuto i ritrovatori diAfrico. Li ha ringraziati. Non lo ha fatto per la scoperta di untesoro, ha, semplicemente, apprezzato il modo giusto di esse-re calabresi e italiani. Ha lodato la scelta di saltare fuori da unterritorio considerato esclusivamente ostile. La voglia di bat-tere un colpo. La coscienza di scegliere. E in fondo esserepecore o leoni dipende più da noi che da un destino avverso.E, per una volta, lode a tutti, tranne a chi spera che il leone siriveli una pecora.

Santuario di Polsi, le due chiese e la mafia

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POLISTENA

REGGIO E IL MANIFESTO

Ma chi vuole lo scioglimento del Consiglio Comunale?

Si rischia l’effetto Domino?

Le ore, o forse i giorni, che separa-no la città di Reggio Calabriadalla presa d'atto sul proprio

futuro continuano ad essere cariche ditensione ma anche di pettegolezzi. Ladecisione sullo scioglimento delConsiglio comunale per infiltrazionimafiose doveva essere già un dato difatto. Del resto il ministro dell'Interno,Annamaria Cancellieri, le carte leconosce bene. Così come le conosconobene il Pdl, il Pd e tutti i rappresentantie gli esponenti dei partiti che occupanole poltrone del Governo e delParlamento. Le conoscono anche i comuni cittadiniche prendono il caffè in qualsiasi bar diReggio Calabria e poi si soffermanodavanti alle edicole a sbirciare le locan-dine. Soprattutto all'interno dei bar edelle edicole che circondano piazzaItalia, dove si affaccia, oltre a PalazzoSan Giorgio, la Prefettura. Le infiltra-zioni tra politica e ‘ndrangheta, senzafare troppe chiacchiere, sono alla lucedel sole che continua fortunatamentead illuminare lo Stretto. Manca quindisolo l’ufficialità di uno scioglimentoche, relazione della Commissione d’ac-cesso alla mano, non può che non esse-re scontato. La ministra Cancellieri,paladina della legalità e già commissa-rio della città di Bologna, lo sa bene. E lo dovrebbe sapere ancora megliovista che appare altrettanto certa la suacandidatura alle prossime politichenelle fila dell'Udc. La ministra comepotrebbe dunque nascondere, mescola-re, le carte di una relazione corposa edettagliata che arriva fino a parenti eamici vicini e lontani di chi risiede aPalazzo San Giorgio! Di coloro chenegli ultimi dieci anni si sono alternatinelle stanze dei bottoni seppur con dif-ferente sorte! L'attesa, tuttavia, rimanesnervante e le notizie frammentarieche arrivano da Roma continuano adaccendere gli animi. A porsi interroga-tivi e darsi delle risposte come nel notoprogramma del Marzullo della nottenazionale. Una cosa è certa, le pressio-ni ci sono, eccome se ci sono. I consi-glieri regionali del Pdl continuano adaccusare qualche parlamentare cala-brese di opposta fazione (se così si puòancora definire) di cercare di dettare itempi al Consiglio dei Ministri, speran-do di trascinare la baracca almeno finoalla primavera del 2013, quando sidovrà andare alle urne per le politiche.

Lo stratagemma del Pdl è chiaro: evita-re che la macchia dell'onta del commis-sariamento si allarghi alla RegioneCalabria con tutte le conseguenze facil-mente intuibili, comprese quelle diimpedire la fuga elettiva verso Roma.In ballo, insomma, non c'è solo la cadu-ta del “modello Reggio” ma di un'inte-ra classe dirigente capitanata dal gover-natore Scopelliti. Nel ballatoio, però,c'è soprattutto la credibilità del lavorodella magistratura reggina e dellaCommissione d'accesso composta daiautorevoli rappresentanti di tutte leforze dell'ordine. Sponda opposizione.Alla presenza del commissario calabre-se Alfredo D'Attorre, si è riunito ilcoordinamento provinciale del PartitoDemocratico per discutere sui temidell'attuale fase politica. Marco Minnitipermettendo, questa è in sintesi la sen-tenza: “Il Pd, i suoi parlamentari, i con-siglieri regionali e comunali, condivido-no una forte preoccupazione, al paridella comunità reggina, per lo stato dicrisi nella quale la città è stata precipi-tata dal fallimento delle classi dirigentidel Pdl. I consequenziali frutti avvele-nati presenti e futuri di tale cattivaamministrazione non potranno chericadere sulla loro esclusiva responsabi-lità”. E poi ancora: «Il sindaco Arena ela sua giunta hanno rinunciato adamministrare nell'interesse generale,preferendo assolvere il compito di dife-sa delegatogli da Scopelliti. È pertantoinutile gridare a complotti...». Concludiamo con la dichiarazionedella ministra Cancellieri che continuaad echeggiare in riva allo Stretto e neipalazzi della Capitale: «La decisionesullo scioglimento di Reggio Calabria èormai in via di definizione.Considerando le recenti commissionid’accesso in cinque comuni calabresic'è un quadro complicato e delicato cheimpone maggiore attenzione e vigilan-za». In Calabria infatti «esiste un deli-cato problema di particolare sensibilitàche coinvolge i rapporti della crimina-lità mafiosa con gli enti locali». LaCorte dei Conti, nel frattempo, ironiadella sorte, ha richiamato a gran vocel'amministrazione comunale reggina adintervenire subito sul bilancio pena l'at-tivazione delle procedure per la dichia-razione di dissesto. Domanda d'obbli-go: meglio la prima o la seconda sen-tenza?

(n.c.)

MARIA BOETI

Chiunque desideri calpestare gli altri si rivolgaalla giornalista matta e sprovveduta e, saràesaudito! E quale l'intento? Quello di tormen-

tare politici e/o direttori di giornali.Così avrà pensato una signora polistenese, venendo-mi a trovare un pomeriggio. La prima richiesta informa esplicita, quella di richiamare all' ordine ilprof. Pasquino Crupi perché ha scritto su un quoti-diano, in una rubrica-francobollo, controBerlusconi, mettendo nero su bianco, che alla guidadel timone della nave da crociera Il Giornale, il prof.asseriva di essere dispiaciuto che non vi fosseSchettino. Intanto, non leggo quel quotidiano, quinella Piana non ha mai avuto gran fortuna, e quindimi dovrei fidare di lei che l' ha fatto; in secondoluogo, come se fosse la prima volta, che un comuni-

sta sfegatato come il prof. Crupi, parli male e attac-chi la Destra. A Scopelliti lo critica aspramente tuttele settimane, e il Governatore non se ne duole, figu-riamoci Berlusconi. Io sono quella che ha sempresostenuto la “libertà” con parole e con fatti e dovreirichiamare all' ordine un Direttore, che poi rispondepersonalmente di quello che dice e scrive. Proprioio dovrei limitare gli altri, se mai avessi questa auto-rità. L' indipendenza, la libertà di pensiero, di parolae di stampa valgono per me quanto per gli altri.Infine, anche se non ci conosciamo da molto tempo,il prof. Crupi sa che io ho inquadrato abbastanzabene il significato del Quarto Potere. I pezzi giorna-listici che vengono inviati in redazione, in tutte leredazioni, vengono passate a setaccio da due-trepersone prima di essere pubblicati. Vengono pesatial bilancino. Anche quelli che apparentemente sem-brano di costume & società hanno ben precisi obiet-

Piazzale Mimmo Fusco e lezioni di filosofia«Io non so risponderti, e non vorrei darti un’informazione errata,mi aggiornerò e la prossima volta ti darò delucidazioni»

SCIOGLIEMNTO COMUNE REGGIO CALABRIA

COMMISSIONI D’ACCESSO

Così è, anchese non vi pare

L’onda delle Commissioni d’accessos’è allungata fino a San Luca la cuistoria deformata dai questurini trave-

stiti da giornalisti si presta ad ogni ingiusti-zia, e ad Ardore la cui vicenda storica èfuori dal più legittimo dei dubbi. I Sindacidei detti comuni, non riuscendo, e giusta-mente, a frenare la voce della loro coscien-za, si sono detti sereni. Ma dovrebbero sapere che in Italia, nelMezzogiorno, in Calabria la SantaInquisizione non finisce mai. Cioè, non

ALDO VARANO *

Se non fossi un giornalista che attual-mente dirige una testata registrata in tri-bunale (il che comporta speciali doveridi responsabilità e lealtà coi lettori), e semi avessero chiesto di firmare ilManifesto per Reggio che circola incittà, non avrei avuto alcun problema afarlo. Certo, ci sono toni in cui s’avverteun pizzico di retorica e qua e là affiora lasensazione che si voglia suggerire qual-cosa che va oltre il testo, ma nell’insiemeil documento, dal punto di vista formale,mi pare ok. Che poi i firmatari siano ispi-rati da progetti, intenzioni e finalitàdiversi, forse perfino opposti, mi pareperfino ovvio che accada quando s’in-contra tanto consenso.È facile sintetizzare il cuore unificante diquella testimonianza: Reggio non è ungrande e compatto recipiente mafioso,non è il male che contagia e infetta quelche tocca.

Su zoomsud (scripta manent) è statodetto cento e una volta senza mai unasola oscillazione verso la sottovalutazio-ne della pesantezza dell’ipoteca mafiosa.Da molto tempo credo che l’analisi delrecipiente compatto sia sbagliata.Quando all’inizio dell’anno affiorò nellasolenne seduta di una istituzione altissi-ma la notizia ufficiale che la città fossecomposta per il 27 per cento di densitàmafiosa, siamo stati i primi e per un belpo’ quasi i soli, a scrivere e denunciare(ce lo aveva confermato un sociologo diuna delle più prestigiose università ita-liane) che quel dato significava un’inac-cettabile barbarie che, prima o poi,avrebbe condannato la città intera allagogna.Non moltissimi accettarono quel chezoomsud scrisse. Ed è anche vero chemolti dei firmatari dell’odierno docu-mento di fronte a quello sproposito allo-ra non osarono alcuna obiezione. Misono spesso chiesto il perché e non sono

ancora riuscito a darmi una risposta.Anzi, autorità cittadine importanti cheora si dolgono (giustamente) della cri-minalizzazione quando (loro presenti)sentirono la condanna 27 per cento, sor-risero per i fotografi.Si vuol fare un’operazione verità? Sitenga conto del rischio fallimento se nonsi procede all’analisi di tutte le contrad-dizioni in cui ci troviamo.

Secondo, questo giornale non è statomai tentato da un tifo pregiudiziale perlo scioglimento dei Consigli comunali,né per quello di Reggio né per quello dialtri minuscoli centri; anche se trova ipo-crita e inaccettabile il trionfo dell’indiffe-renza quando si piallano piccoli Comunicon bilanci di miseria e vampate d’indi-gnazione quando i Comuni sfiorati sonopotenti. Il nostro giudizio sullo sciogli-mento non ha alcun rapporto col giudi-zio che diamo sul Comune e il suo cetopolitico.Vogliamo dire la verità? La legge sullo

Finalmente la città di Reggio ha uno scatto d'or-goglio. Uno scatto degno dei migliori cen-tometristi, uno scatto di rabbia verso il cielo, didignità contro un destino baro e infame. Stanchi di essere accusati di connivenza e con-vivenza con la Mafia, tutti i reggini hanno firmatoun “Manifesto” dove si respingono al mittente leaccuse spregevoli di cui sono fatti oggetto. Basta,si è urlato in coro. Questa diffamazione deve ter-minare !La dovete finire di dire che c'è il buco di bilancio.

Manifesti funebri

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PIERO SCHIRRIPA

Mi sembra ancora di averlo sotto gliocchi quel piccolo Facchineri, ancoraun ragazzino, tenuto per mano daMario Nasone. Era il tempo della faida di Cittanova:faida di annientamento. La famiglia temette per lui, per ilbimbo, e si risolse a chiedere aiuto allaCaritas e a don Italo Calabrò. Si vole-va difendere il ragazzo dalla morte permano dei suoi nemici e ( don Italo spe-rava di) allevarlo, con l'occasione, conben altri più alti valori. Si decise per lafuga e il bimbo fu, in totale segretezza,mandato nelle comunità di accoglienza( dico di accoglienza) del più lontanoNord, circondato da ogni cura e dadisinteressato amore.Il resto è storia raccontata da un origi-nale televisivo della RAI: compiuti i 18anni, il giovane uscì da quell'ambienteovattato e ospitale e, per un po', sparìdalla circolazione. Ricomparve neiranghi della sua famiglia, pistola inpugno, a continuare la faida. Il falli-mento del progetto di recupero fecemolto discutere tutti gli addetti al set-tore ( a parte i trinariciuti, che, ancheallora, sentenziarono sulla esistenza diun inguaribile DNA mafioso). La tesiprevalente, tra le tante consimili, fuche il giovane addebitò, ai suoi nemicied alla società tutta, la dolorosa solitu-dine degli anni trascorsi senza fami-glia, traendone ragione di un riallinea-mento ad una sua posizione naturale.Allo stesso modo ho sotto gli occhiRiccardo nel cortile dell'oratorio a farebaldoria con gli altri ragazzini; ancorapiù baldoria degli altri ragazzini, conmolta più violenza degli altri ragazzini.A lui avevano ucciso il padre che eraquasi in fasce; suo fratello è al 41 bisda oltre 10 anni. Invece di sostenerlocon educatori e assistenti sociali, soche in questi giorni è stato mandato incomunità per essere rieducato, ma,soprattutto per essere sottratto alleinfluenze delle famiglia ( descrittatutta in un fascio con epiteti ingiuriosie disumani).Scommettiamo che, quando fra unanno tornerà, ce lo troveremo delin-quente fatto e diplomato, con in più larabbia ed il rancore contro questasocietà che l'ha bollato bambino ( cel'ho io una bimba di 16 anni e mezzo!).E mi domando: pagherà qualcuno perquesto eventuale probabile errore didiagnosi e terapia?Intendo: qualcuno, a parte tutti noi eRiccardino.

LA CONFISCA DEI FIGLI

La storia insegnache non ha maiinsegnatoniente a nessuno

tivi. Se poi, siamo ancora al dover dare chiarimentiriguardo la stesura, la linea, l' impostazione e la folia-zione di un giornale siamo messi male. I giornali sono stracolmi, per chi ha titolo e arte afarlo: di Retroscena, di Opinioni, di Commenti, diRubriche un giornale non è solo Cronaca (nera,politica, giudiziaria) un giornale deve informare,essere letto dalle masse, convincerle e poi rimetterledi nuovo al loro posto. Tutto qui! Tornando a noi: come sia potuto accade-re che a questa perbene signora sia passato per lamente di chiedermi di bacchettare Pasquino Crupi,mi stupisce molto. Certo lei abituata a preparare glialunni alle recite, alle ricette culinarie, alle scuolemedie, può rimanere turbata da giornalisti di granvaglia come il prof. Crupi.La seconda, lavatina di capo, gliela dovrei fare, die-tro sua gentile richiesta, ad un politico che, a propo-

sito del piazzale Fusco sito nel rione Brogna dellacittà, non avendo informazioni sul personaggio chie-se con naturalezza in un colloquio privato chi fossequesto Mimmo Fusco. A parere della signora è stato puerile perché avreb-be dovuto almeno far finta di saperlo. E qui l'esem-pio della lezione di filosofia potrebbe essere illumi-nante.Un bel po’ di anni fa oltre a me, altre diciassette per-sone, che sono i miei amatissimi compagni di classe,avemmo la fortuna di avere come docente di filoso-fia il prof. Antonio Pettinato, grande marxista, gran-de docente, grande uomo. Un giorno, io personalmente gli chiesi cosa signifi-casse “clonazione”, stiamo parlando di tantissimianni fa, quindi niente internet, sapete che risposta midiede? «Io non so risponderti, e non vorrei darti un'informazione errata, mi aggiornerò e la prossima

volta che avremo lezione ti darò delucidazioni». Sedavvero non lo sapesse o lo fece per darmi una lezio-ne di umiltà, questo non lo compresi mai. Capiiperò, in quel momento, che quel dottissimo prof. difilosofia non si vergognò di “ignorare” di non essereil maestro enciclopedico, di “gonfiarsi” dandomi unanozione sbagliata. Ci possono essere delle cose che nostro malgradonon sappiamo. Ed infine, questo Fusco, oltre a delletrovate artistiche e anche originali chi è. Ah, quellolì?! Voglio dire: non ha fatto una scoperta scientifica,non il premio Nobel, non acquisizioni eclatanti in uncampo specifico. Uno come tanti… che andavaricordato. O no!? Se poi la richiedente signora hadelle informazioni importantissime che a noi sfuggo-no che ce lo dica. E, in ultima analisi, quando desi-dera dare un ammonimento al prof. Crupi che lofaccia di persona.

cessa la sua nefasta attualità il principio,avente fonte in Alessandro III, che «gliinquisitori possono procedere contro isospetti, anche se non è detto che sianoveramente eretici». Insomma, commentaItalo Mereu, grande storico dell’intolleran-za in Europa, «non è importante ciò che ilsoggetto fa, ma quello che ne pensa l’auto-rità», ciò di cui l’autorità ha sospetto.Sospetto che si pone «come presunzione dicolpevolezza», sempre secondo i codicidella Santa Inquisizione. Non c’è scampo, perciò. Le Commissioni

d’accesso aumenteranno di numero, saran-no a tappeto, poiché sarebbe indecentepensare il sospetto come categoria dellaparzialità, e non della totalità: chi sospetta,deve sospettare di tutto così come chi è vileha paura di tutto: non solo dei lupi e deicani, ma anche degli agnelli e dei conigli.Ma si chiede nel suo ottimo articolo AldoVarano, qui pubbolicato: vi pare giustosciogliere piccoli comuni e non il comunecapoluogo? La risposta è ardua e la lasciamo ai posteri.

Reggio?Chi lo vuole, bisogna chiedersi, al di làdelle furiose e contrapposte polemichedella battaglia mediatica che, special-mente con l’avvicinarsi delle elezioni,guarda più ai voti futuri che ai fatti dioggi.Lo scioglimento non lo vuole il centrodestra, ed è un’ovvietà. Ma non esistonogesti concreti che rivelano l’inseguimen-to dello scioglimento da parte del Csx,perlomeno del csx dentro le istituzioni.Perché l’analisi dei fatti non resti moncabisogna poi osservare che a parte lepolemiche contingenti, nei fatti i gesti

del csx sono stati di segno opposto alloscioglimento, piaccia o no ai dirigenti eai rappresentanti di quello schieramen-to.Nel Consiglio comunale il csx avrebbepotuto affossare o almeno indebolirequalsiasi possibilità per questa maggio-ranza quando è arrivata in discussione lavicenda Multiservizi che costituisce ilpunto drammatico del groviglio attornoa cui ruota, pare anche dal punto di vistagiudiziario, un possibile scioglimento.Ma proprio sulla Multiservizi ilConsiglio, cd e csx, centro sopra e centrosotto, hanno votato a Luglio come unsol’uomo: all’unanimità. Il segnale diquel gesto, curiosamente rimasto ingran parte in ombra a Reggio, non ècerto sfuggito a Roma dove è apparso, enon poteva essere altrimenti, come ladichiarazione solenne che tutte le forzepolitiche presenti del Consiglio erano ingrado di proporre un’azione di risana-mento della Multiservizi, il cancro deva-stato dalla ‘ndrangheta.Curiosamente dopo l’approvazione diquel documento e il ringraziamento delsindaco Arena alle opposizioni che ave-vano compattato in un momento dram-matico e cruciale l’intero Consiglio, pas-sate poche ore, il cd si scagliò irridentecontro le opposizioni che quel docu-mento avevano votato. Quasi a volerricordare il progetto di chi ha paura chenella città si passi dallo scontro alla poli-tica.

*Direttore ZoomSud

scioglimento dei Comuni è stata un fal-limento. Se Taurianova o Lamezia sisciolgono per la terza o la seconda voltavuol dire che il meccanismo non funzio-na, che non risana. È andata così in tuttie 230 comuni sciolti in Italia. Può piace-re o no, ma questo è.Ma è altrettanto evidente che le personee le comunità oneste e perbene le leggio le osservano o le cambiano; e che se lalegge verifica le condizioni che impon-gono lo scioglimento, anche in una gran-de città, è irresponsabile scatenare con-tro questa ipotesi suggestioni fonda-mentaliste.È vero: queste argomentazioni diventa-

no più facili e accettabili per chi è con-vinto che tutto sommato, si sciolga o no,le cose per la città di Reggio non cam-bieranno perché nessuna delle due deci-sioni sarà risolutiva rispetto ai problemiche la città deve affrontare e che la suapolitica non riesce a risolvere. È questoil centro di pietra della questione.Ma se si vuole fare chiarezza fino infondo bisogna aggiungere che è abba-stanza incomprensibile e stravagante lapolemica che su questi temi attraversa lacittà e il suo mondo politico.La domanda giusta se si vuol veramentecapire è: chi vuole sul serio lo sciogli-mento del Consiglio comunale di

I buchi di bilancio ci sono in tutte le città, anzi il nos-tro è piccolo, è un buchino, una misera inezia diquasi duecento milioni di euro. Che c'è di male? La dovete smettere di dire che le aziende mistesono state infiltrate. Lo sappiamo tutti che i mari-uoli ci sono dappertutto. Cosa viene a significareche la Multiservizi è stata sciolta per mafia? O cheanche la Leonia è indagata? Sono cose normali,accadono in ogni luogo d'Italia.Basta con questa criminalizzazione. Reggio è unacittà di grande cultura e storia. Ha i Bronzi. Sonoorizzontali da qualche tempo, ma presto si rialzer-anno. Il museo è chiuso, ma riaprirà. Si vuole forsenegare che le ultime amministrazioni non abbianofatto cultura? E come la mettiamo con RTL? E conLele Mora e la sua scuderia? E la notte Bianca? Ei salsicciai di festa di Madonna? Non è forse culturaquesta?Che vuol dire che la città è sporca come una casbah

ottocentesca? La colpa mica è di chi deve pulire.Sono solo pochi sporcaccioni, sempre i soliti, cheproducono pattume a non finire. Lo fanno appos-ta.E i problemi dell'acqua? Non sapete che ci sonosempre stati? Il problema dell'acqua al Sud dura dasecoli. Mica è colpa di noi reggini. E i buoni libritagliati? Mica si possono mantenere tutti i lussi,adesso. E i trasporti che non funzionano, le aziendesul lastrico, la disoccupazione giovanile a livelli mairaggiunti? Sono tutti argomenti che non dipen-dono da noi. La città è sana e forte, queste sono fac-cende secondarie.Così i reggini hanno fatto un manifesto, e l'hannofirmato, tutti. Operai, studenti, classi dirigenti, pro-fessionisti. Tutti concordi nel sostenere questareazione alla diffamazione continua che gettafango sulla nostra antica civiltà.“Reggio è una città normale”, si ribadisce. E con

questa frase si compie la migliore delle operazionipossibili. Non è un manifesto politico. Neanche unmanifesto sociale. In realtà è un manifesto funebre.Oggi a Reggio è morta la verità. Questa è la realtà.Oltre le parole, è il vero significato del manifesto. Le associazioni antimafia che hanno sottoscritto,quelle nate con la volontà di contrastare l'evidenteanormalità della città, vista la situazione tranquillae florida, dovrebbero sciogliersi. Che senso hanno?A Reggio è morta la verità. Tutti gli altri firmatari,in buona fede e non, sono come quei parenti degliannunci mortuari che “ne danno il triste annun-zio”. (In realtà il manifesto è stato firmato da circa 400notabili. Meno dello 0,25 %, Tutti gli altri reggininon sono stati interpellati. Tutti gli altri reggini noncontano).

Antonio Calabrò

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Parlandodi... Polaroid

Il Sindaco di Mammola, dopo latanto discussa vicenda dello stoc-co, lascia (stare) per un po’ laRiviera e si concede una pausa diriflessione religiosa. Lo troviamoin processione con la statua dellaMadonna, accanto ad un altroPrimo cittadino. Che si viva aSanto Domingo, o in Norvegia, onella Locride, il paradiso fa gola atutti. Intanto, lo assolviamo noi...

PolaroidStefania Bivone, miss Italia 2011(tutta “made” in ReggioCalabria) cede scettro e coronaalla miss siciliana, GiusyBuscemi. Ci addolora, comecalabresi, aver perso la pole dibellezza, ci consola che a conqui-starla siano stati i vicini delloStretto. I migliori auguri adentrambre, emblema di un Sudpiù bello che mai.

Il Presidente Scopelliti ha firmato due decre-ti per la realizzazione delle case della salutedi Siderno e Chiaravalle. La Delibera firma-ta dal Governatore della Calabria è la n° 410del 8/8/2012 con cui l'Azienda sanitaria pro-vinciale ha approvato il Piano di Fattibilitàper riconvertire l'ex P. O. di Siderno. Perquanto riguarda il progetto che interesserà laCasa della salute di Siderno il piano approva-to prevede l'erogazione di 9.760.000,00 euro.L'ammontare del finanziamento dovrebbeessere utilizzato per migliorare i servizi giàofferti dalla struttura. Per mettere a norma laCasa della salute effettuando tutte le operestrutturali necessarie alla riconversione delvecchio Ospedale di Siderno. Per rinnovareapparecchiature e adeguarsi alle nuove tec-nologie. A supervisionare la regolarità deilavori e dei finanziamenti sarà il dirigentegenerale del dipartimento della salute, cuiScopelliti ha dato mandato. Questo tipo diprogetti è il tentativo con cui la politicanazionale e locale tentano di rispondere aidisagi dei cittadini bisognosi di cure primariee sono inseriti nei piani di rientro dai disa-

vanzi del settore sanitario. Il nuovo sistemanato dai piani di rientro dal disavanzo sanita-rio pone le Case della salute come strutturepolivalenti in grado di garantire continuitàassistenziale ai malati; saranno inoltre luoghidi prevenzione e promozione della salute edel benessere sociale; e andranno ad integra-re le funzioni delle strutture ospedaliere ovesia necessario. «L'Asp 5 di Siderno ha giàpreparato un bando che permetta ad esem-pio la costituzione di un ambulatorio con la

presenza di un medico h.12/24 attraverso ilcoordinamento di medici di base, professio-nisti sanitari e specialisti delle strutture.Inoltre la Casa della salute di Siderno saran-no attivati almeno 13 ambulatori in cui stia-mo cercando di inserire ambulatori qualifi-canti per il territorio: diabetologia pediatrica;cardiologia; l'INR ( per chi ha problemi dicoagulazione e deve fare ogni giorno prelievidi sangue). Anche queste iniziative mirano amigliorare la condizione dei nostri pazienti e

a decongestionare il Pronto soccorso diLocri», questa è la situazione che ci ha pro-spettato il dott. Mollica, componente dellostaff dirigenziale della dott.ssa Squillacioti. Ilprogetto attivo a Siderno, quello diChiaravalle, per cui il Presidente Scopellitiha firmato la seconda delibera e quello diSan Marco Argentano sono le tre realtà pilo-ta di questo nuovo tipo di integrazione traospedali e strutture secondarie.

E.A.

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Locride

INMeno traumatico, a Stilo, l’accorpamento dellascuola secondaria di primo grado, sita in vialeRoma, nei locali pertinenti alla scuola primaria(sempre su viale Roma). Un modo per raziona-lizzare i costi di quello che ormai è l’ex istitutocomprensivo Stilo-Pazzano-Bivongi, oggi accor-pato al polo Monasterace-Riace. Lo sciopero ele proteste che, in occasione della conferenza

stampa del 6 luglio scorso, annunciarono i sinda-ci dei tre Comuni della vallata dello Stilaro, sonosolo sbiaditi ricordi. Tranquilli, dunque, i Primicittadini e tranquilli gli studenti, che hannoaffrontato con gioia l’inizio del nuovo anno sco-lastico. Qualche struttura, nella Locride, se lapassa decisamente meglio. A Siderno l’Istitutocomprensivo Pascoli-Pedullà apre le porte allefamiglie e lavora con la giusta sinergia sul territo-rio. Merito del dirigente Antonio Iaconianni,ingegnere meccanico venuto da Cosenza, impe-gnato nel settore scolastico ormai da numerosianni. Un’esperienza, la sua, che lo ha portato adialogare fin da subito con docenti, personale ecittadini. Primo posto alle famiglie dunque,senza dubbio il cuore dell’educazione giovanile.L’apertura dell’anno scolastico, al Pascoli-Pedullà, è stata infatti preceduta da un incontrotra dirigenti, studenti e genitori. Un modo perpresentare il piano dell’offerta formativa e perascoltare e valutare eventuali richieste. Il passo èimportante considerata l’ampia fascia d’etàabbracciata dall’Istituto di Siderno; un comples-so a cui appartengono scuole dell’infanzia, scuo-le primarie e la scuola media Alvaro.A.I.

IN EVIDENZA

La nuova Casa dellaSalute saràrestrutturata, messaa norma, ne sarannomigliorati i servizi esi provvederà ad unadeguamentotecnologico delleattrezzature.Vedremo se saràcosì.

SANITÀ / CASA DELLA SALUTE DI SIDERNO

SCUOLA/ In - Out

9.760.000,00 euro per ammodernare la struttura

OUTGIUSEPPE CUSATO*

Lunedì scorso è iniziato il nuovo annoscolastico in Calabria. Ma non pertutti. A Gerace, infatti, a 21 alunnidelle Primarie e 16 bambini dellaScuola dell’Infanzia delle frazionimontane è stato reso impossibile l’e-sercizio del diritto - dovere di fre-quentare la scuola. Il portone del plesso di ContradaVene è, e rimarrà, chiuso per l’interoanno scolastico. Il motivo? la palesemelina del Sindaco Varacalli che,inopinatamente, pur affermando divoler difendere le legittime istanze deibambini e dei loro genitori, nei fatti siè rifiutato di predisporre i dovuti attiamministrativi che avrebbero consen-tito l’apertura della scuola ed il diritto

all’istruzione.Era stato proprio lo stesso Sindaco aminacciare le Istituzioni scolastiche,con nota n. 4716 del 13 luglio 2011, diadire le vie legali entro dieci giorni, incaso di mancato annullamento delprovvedimento di accorpamento,salvo poi restare del tutto inerte difronte alla perdurante vigenza dell’at-to. Finora a nulla sono valse le nume-rose iniziative intraprese dai genitori,a difesa della comunità e del presidiodi legalità e formazione umana nellastruttura di Vene, insolitamenteconforme agli standards di sicurezza edotata di impianti tecnologicamenteavanzati, anche sotto il profilo dell’ef-ficienza ed autonomia energetica.Sarebbe stato sufficiente che il sinda-co Varacalli la smettesse di nasconde-re la verità, peraltro divenuta scomo-da ed evidente, circa la sua esclusivacompetenza in materia di sicurezza e

tutela dell’incolumità pubblica, con lapretesa di addossare al Dirigentedell’Istituto Comprensivo di Geracel’intera responsabilità.Di fatto l’accorpamento del plesso diVene a quello di Gerace capoluogo,ingiustificato ed arbitrario, non tieneconto degli effetti che il sovraffolla-mento degli scolari nell’istituto “FabioFilzi” genera in ordine alla sicurezza,all’attività didattica ed all’accoglienzadegli alunni. Né vanno sottaciute lecondizioni statiche della struttura, tal-mente evidenti e note all’amminis-trazione Varacalli, da essere poste abase della richiesta di finanziamentoper l’adeguamento antisismico dellostesso istituto. In altre parole il Sindaco, nel mentrericonosce la necessità e l’urgenza dieseguire i lavori, tanto da chiedere edottenere un finanziamento di530.000,00 euro, esita a scongiurarel'accorpamento, consentendo ilsovraffollamento, senza neppureessere sfiorato dall’obbligo diadeguare il livello di sicurezza dellastruttura all’aumentato numero degliscolari. Al grave effetto dell’accorpamento siaggiungono gli enormi disagi dei pic-coli residenti nelle contrade montanee delle loro famiglie, a causa dell’inef-ficienza del sistema di trasporto sco-lastico comunale, della carenza diidonei scuolabus, degli orari e deitempi eccessivi di percorrenza percoprire la distanza, della mancanza dipersonale idoneo all'assistenza abordo, specie per i piccoli della scuoladell’infanzia e per i gravi rischiderivanti da un percorso tortuoso,insicuro ed a grave rischio di dissestoidrogeologico. A questo punto la domanda, spon-tanea e pure insopprimibile è laseguente: “cui prodest?”.

*consigliere comunale lista civica “Il bene in Comune”

Gerace: Il sindacoVaracalli “nega” ildiritto all’istruzione

Promosso l’accorpamentoa Stilo, mentre Iaconianniconquista Siderno

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la RivieraPolaroid

Una ventata di freschezza inProvincia, con l’avvento diFrancesco Cannizzaro nella fotocon Antonio Caridi assessoreregionale.Auguri di un buon lavoro, dun-

que, al neo consigliere provin-ciale, già assessore del Comunedi Santo Stefano inAspromonte.

PolaroidInvidiosi dell’iniziativa del Cai(vedi notizia sotto) abbiamodeciso di lanciarne una tuttanostra: “Adotta un buca aSiderno”. Per aderire è necessa-rio dedicarsi (con del bitume) adopere di manutenzione leggera.L’adozione, anche a distanza,contribuirà a risolvere il proble-ma “strade” della cittadina.Forza, ce n’è per tutti!

Ilgiovane dottore GiuseppeFortugno è stato elettosegretario del Pd di Locri.

Si sa che la convivenza dei comu-nisti ex - il che non significa excomunisti - con i democristianiverniciati della Margherita -democristiani ex, non ex demo-cristiani - dentro lo stesso conte-nitore, ormai diventato un calde-rone, ha portato ad una miscelaindistinta, e per ciò stesso i con-gressi locali del Pd si fannosecondo la vecchia regola demo-cristiana dei morti che votano,dei tesserati a sbafo, dei tessera-ti in famiglia, e - pare a Locri-della famiglia , allargata alla scor-ta, alla badante, ai morti cheispirano. Sembra questo il maremagnum, che ha consentito algiovane dottore GiuseppeFortugno, eruttato in politica dauna irreparabile disgrazia fami-liare, di navigare in tranquilleacque verso l'approdo finale- lachiamata al comando del Pdlocrese. Tale la situazione, pur tenendoconto del mal di pancia dell'avv.Pino Mammoliti, le cui doti car-dinalizie tendono, almenosecondo l'apparente congresso dicui stiamo facendo parola, a non

avere più efficacia sui rapporti diforza in seno al Pd di Locri. Masarebbe un'infamia pensare cheil dottore Giuseppe Fortugno ,per conquistare la carica, forierad'allori futuri, non abbia trattovantaggio dall'essere figlio delmai da noi dimenticato e mai danoi strumentalizzato FrancescoFortugno, tolto alla vita da manoassassina. Sarebbe come assur-damente pensare che i figli ces-sano di essere pezzi di cuore peri genitori inghiottiti da ingiustetombe. Ma così non è. I padriesemplari proteggono i figli finoalla morte e dopo la morte. Se,

poi, in politica vigesse il princi-pio che regola le successioninegli uffici postali, il dottoreGiuseppe Fortugno potrebbetrarre vantaggio anche dallamadre, la deputata Maria GraziaLaganà, ben lieta di vederedopo di lei sullo scranno parla-mentare il figlio e la prosecuzio-ne del principio di ereditarietàche da almeno 50 anni vedebeneficiario il casato dei Laganàla cui ultima redditizia invenzio-ne è la nascita a Locri del PDF(Partito Democratico Fortugno)o, se si preferisce, del PDL (Partito Democratico Laganà).

L’iniziativa, promossa lo scorso merco-ledì dai soci del Cai, è finalizzata asvolgere azioni di prevenzione e

monitoraggio delle condizioni del tracciatoaspromontano con interventi di manuten-zione leggera (intesa come mantenimentoin ottimo stato della segnaletica orizzonta-le). L’attività della sezione, con sede aReggio Calabria e attiva in provincia dal1932, si fonda sulla passione comune degliiscritti per l’escursionismo e per i paesaggidella nostra regione. Per l’iscrizione visita ilsito: www.caireggio.it

Eh già! Fino ad oggi non ci aveva pen-sato nessuno... e alcuni uffici pubbli-ci restano off-limits per i diversa-

mente abili. Un caso, quello in foto, che haindispettito alcuni cittadini di Siderno(ancora troppo pochi purtroppo). Cittadiniche insorgono, chiamano in redazione,dichiarano: «Che mettano un cartello fuorialla Posta, specificando che non sonoammessi gli animali e i portatori di handi-cap. Una vergogna aver discriminato cosìuna anziana in carrozzella». L’augurio è chesi arrivi presto ad una civile soluzione.

CORSIVO 12 / Il dottore Giuseppe Fortugno in carriera ASPROMONTE / CLUB ALPINO ITALIANO

IN EVIDENZA

Se, poi, in politicavigesse il principioche regola lesuccessioni negliuffici postali, ildottore GiuseppeFortugno potrebbetrarre vantaggioanche dalla madre,la deputata MariaGrazia Laganà

IN EVIDENZA

La BCC, il 15ottobre, chiuderà losportello bancarioattivo da anni nelpaese reggino.L’opposizionesostiene che ilComune avrebbepotuto lottare di più.Danni irreversibili altessuto economico

ANTONELLA ITALIANO

In redazione con Rosario Macrì,capogruppo di minoranza nel comunedi Benestare, impiegato per dieci annipresso il Credito Cooperativo diCittanova.“Insieme per Benestare”, lo schiera-mento politico a cui lei appartiene, havinto le elezioni amministrative perben due legislature consecutive, maresta sconfitto nel 2009. Che cosa èsuccesso?Nel 2009 perse le elezioni perché ilmovimento divenne un gruppo, e nonfu più una squadra. Nella squadra tuttilottano per lo stesso obiettivo, il grup-po è una semplice aggregazione dipersone. L’attuale sindaco RosarioRocca, in sede di amministrative, misein atto una migliore strategia elettora-le ma, dopo tre anni di mandato, pos-siamo affermare che non ha maiaffrontato i problemi scottanti dellacittadina. La minoranza più volte, inConsiglio comunale, ha tentato di sug-gerire al Sindaco strategie governativepiù adeguate ai problemi diBenestare. Non fu ascoltata.Quali sono i problemi scottanti a cuisi riferisce?Già avvertivo, nel 2009, che il quadro

economico degli enti locali stava cam-biando in maniera epocale, in quantoi trasferimenti dello Stato erano ridot-ti in misura consistente. Per questosuggerì più volte all’Amministrazionedi istituire una commissione al bilan-cio con precise funzioni, un modo perallocare le risorse in maniera efficace.Invece l’attuale Amministrazione pre-ferì, a mio avviso, fare solo clienteli-smo. Non si può pagare un prezzocosì alto per una vittoria politica. C’è forse un prezzo da pagare per averconseguito una vittoria elettorale?È naturale che le promesse dei politicigenerino nel popolo altissime aspetta-tive, ma in questi tre anni i bilancicomunali sono stati magri: senza unpo’ di fantasia e creatività come si pos-sono soddisfare le esigenze reali deicittadini? L’Amministrazione oggi, per i servizinecessari alla cittadinanza, ricorre amezzi propri, senza dare l’input allacreazioni di imprese giovanili. Tuttoresta gestito direttamente dall’Ente,contrariamente a quella che è la ten-denza generale della pubblica ammi-nistrazione italiana.Sono stanco, dopo tre anni, di sentiresempre dire “come siamo belli, comesiamo belli” o, quando c’è da affronta-

re un problema concreto, sentire lafrase “e la vostra Amministrazioneinvece cosa ha fatto?” e di vedere unpaese che si sgretola lentamente. Unpaese in cui non ci saranno più scuole,economia, ma solo feste, canti e balli.Una cosa positiva ed una negativa del-l’operato dell’attualeAmministrazione.La positiva è certo il suo entusiasmoiniziale. La negativa è di aver ridottoBenestare, specialmente il centro, adun puro dormitorio.A Benestare è un paese ricco di asso-ciazioni culturali. L’associazionismo èun punto fermo del programma diRosario Rocca. Secondo lei questa

tendenza ad “associarsi” potrebbesfociare, poi, nel fanatismo delleparti?L’associazionismo è un fatto importan-tissimo per la vita di una comunità. ABenestare è una realtà di fatto e, addi-rittura, la priorità del bilancio di previ-sione del Comune molte volte vaverso queste realtà. Per questo mitrovo spesso a chiedermi se si tratti diassociazionismo puro o di opportunitàlavorative temporanee, prive di unseguito e di una ricaduta nel tempo.Associazionismo o fanatismo?Visto che insiste con la domanda lerispondo con i numeri: allo statoattuale 20% associazionismo e 80%fanatismo; ma non è detto che la per-centuale non possa invertirsi.L’evento più doloroso del 2012 perBenestare?Oltre tutte le persone che prematura-mente ci hanno lasciato, sarà la chiu-sura dell’attuale sportello bancario delCredito Cooperativo di Cittanova;uno sportello di credito locale in cui lesomme raccolte restano nel territorioed in esso vengono reinvestite, senzaandare a finire né a Siena, né nellemani dell’azionariato di grandi istituti.L’azienda, purtroppo, ha ritenutoantieconomico il mantenimento dello

sportello di Benestare el’Amministrazione non ha fatto nullaper scongiurarne la chiusura o per dia-logare in maniera concreta con ilmanagement aziendale. Non servetenere un rapporto epistolare conl’Istituto quando ormai le scelte sonostate fatte, piuttosto sarebbe stato utileun dialogo diretto e continuo.Cosa cambierà per Benestare senza laBCC?Si accelererà il processo di svuotamen-to del paese e sarà la fine del suo fra-gile tessuto economico. Nessuno cidarà mai un altro sportello bancario.Un passo nel futuro. Come vediBenestare fra dieci anni?Come affermai nel mio programmaelettorale, sulle scelte importanti estrategiche è necessario che la vocedell’opposizione si fonda con quelladella maggioranza per trovare unaccordo comune a favore dei cittadinie dello sviluppo. Se non ci si riunisceintorno ad un tavolo di programma-zione concreta, fra dieci anni, rischia-mo di vedere un paese con una casa diriposo per anziani piuttosto che unafabbrica di lavorazione del gesso; con-siderato che a Benestare esiste unacava, ahimè, ormai in disuso.

L’INTERVISTA / A colloquio con Rosario Macrì

«Benestare ridotta ad un dormitorio»

Nasce il Pdf a Locri Adotta un sentiero

SIDERNO/ UFFICIO POSTALE

Sportelli off-limits

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Parlandodi...

Vai e vieni tra Calabria eBasilicata. LanfrancoCaminiti ha teorizzato

che la Calabria non si ribellaperché forte è il senso di legalitàdei calabresi. Pasquino Crupiha replicato che, semmai, a spie-gare l’attuale torpore dellaCalabria è il suo sprofondamen-to nella rassegnazione. Propendo e molto per la lineaCrupi. L’acedia è il sentimentopiù intenso che vedo nei calabre-si tradizionalmente votati all’agi-re. Nel campo della sinistraCapo Suvero ha avuto le conse-guenze di un terremoto che havisto una pallida ricostruzione. Iltrasformismo e il pane e politicafanno il resto. Sommessamentedico che il problema dellaCalabria sono le Calabrie.L’unità regionale è ancora sullacarta e non abbiamo maturatoun’identità forte di appartenen-za.

E della Basilicata che cosa cidici? Per esempio, della crimi-nalità organizzata? Ha avuto una sua penetrazione.Efficacemente combattuta sulpiano giudiziario. Un politico èstato condannato per collusionema nessuno ha speculato sullavicenda. Nel Metapontino cicli-camente avvengono degli atten-tati in odore mafioso. Bisognavigilare perché una regione ano-mala non contaminata. La poli-tica è molto forte e non permet-te a uomini di panza estranei dimettere mano nei flussi di dena-ro. La letteratura sulla Lucaniamafiosa la dobbiamo aTravaglio, Bolzoni, e a chi hapropinato narrazioni senzariscontro dei fatti che hannodeterminato una guerra civile abassa intensità che molti danniha fatto in BasilicataAnche per te il problema primodella Calabria è la ‘ndrangheta,

il suo primo motore, questavolta, mobile?Quando i soldi del pizzo lombar-do arrivano in Calabria si creaun problema. Essere i miglioribroker della cocaina nella borsamondiale delle droghe hai unproblema. Se i politici vanno achiedere i voti a San Luca è unproblema. È evidente che questaricchezza sta in poche mani.E come la combatteremo? Con imetodi del prefetto Mori, ripor-tato di recente alla luce da unafiction televisiva? Con l’inaspri-mento della legislazione carce-raria? Togliendo i figli allemadri, che li generarono dapadri mafiosi? La domanda elenca pulsioniemergenziali che combatto dasempre. Quando in un blitz nellanotte da ragazzo ti portano in unistituto è chiaro che hanno giàdeciso che sei destinato ad esse-re un uomo di cosca. Bisogna

aggredire i patrimoni e creareuna coscienza civile e politica dalbasso. Medicina difficile ma pra-ticabileLa mafia è madre di parto, madi voler matrigna. Anche controse stessa. Pensa un po’.Generando se stessa, ha genera-to l’antimafia, che dovrebbeessere il suo becchino. Così siintendono i professionisti del-l’antimafia. Dicci…Tra le mie poche certezze c’èquella di essere sciasciano.Quindi condivido quel pensieroche è stato banalizzato da chicerca facile impunità. La fibbiaun tempo era codice di resisten-za popolare. Oggi la società cala-brese è cambiata. Quel codiceha pervaso la società. È un fattoinoppugnabile. Hai scritto un bel libro “Togherosse sangue”. A un certo puntoscrivi che Borsellino avevaespresso il suo parere avverso

L’INTERVISTAA colloquio con Paride Leporace

IN EVIDENZA

A un certo punto scrivi cheBorsellino aveva espresso ilsuo parere avverso allanomina di Pignatone comeprocuratore. Non misembra che i brillantilaudatori di Borsellino viabbiano fatto caso. Comespieghi questa enormità disilenzio?Le ipocrisie e le convenien-ze sono virtu’ nazionali. Èunfatto storico che ho ribaditoin un articolo in rete per iltrentennale di Capaci in cuiho scritto chi erano i nemicidi Falcone in vita e che ora loomaggiano da morto.

In occasione della rappresentazione teatrale di TogheRosso Sanguea Locri abbiamo discusso di Calabria .«La fibbia un tempo era codice di resistenza popolare.Oggi la società calabrese è cambiata. Quel codice hapervaso la società. Èun fatto inoppugnabile».

«Uno sciasciano»

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la Riviera

alla nomina di Pignatone comeprocuratore. Non mi sembra chei brillanti laudatori di Borsellinovi abbiano fatto caso. Come spie-ghi questa enormità di silenzio?Grazie per il giudizio. Le ipocrisiee le convenienze sono virtu’nazionali. È un fatto storico cheho ribadito in un articolo in retemolto letto per il trentennale diCapaci in cui ho scritto chi eranoi nemici di Falcone in vita e cheora lo omaggiano da morto.Repubblica ha cancellato dal suoarchivio elettronico un editorialein cui si demoliva il protagonismotelevisivo di Falcone. Ormai sono diventati così tanti ilibri sulla criminalità organizzatache potrebbero riempire gli scaf-fali della Biblioteca alessandrina.Ma davvero ritieni che, per scon-figgere la criminalità organizza-ta, basta scrivere dei libri, poiché,secondo il credo positivista, è suf-ficiente conoscere per trasforma-

re? Insomma, perché hai scritto“Toghe rosso sangue”, che adessochiede la sua spettacolarizzazio-ne attraverso una pièce teatrale?Io ho scritto “Toghe Rosso san-gue” per curiosità di mestiere. Hoconstatato che mai c’era statariflessione scritta su un così altonumero di magistrati uccisi in unpaese occidentale. Ho verificatoche questo è stato possibile per leemergenze italiane e poi volevodar un memoriale a tanti dimenti-cati finiti nei sottofondi dellaStoria. Lo spettacolo allarga que-sta visione con un medium cheadopera linguaggi immediati eche forma meglio la comunitàpensante cui deve sempre rivol-gersi un intellettuale, quale io miritengo, beninteso organico a nes-suna cricca, camarilla o partito.Ma può darsi anche il caso orribi-le sul piano morale che si faccia-no soldi, impuntando il computersu un problema cruciale della

Calabria, la ‘ndrangheta. Dagiornalisti a pescecani, che, comesi sa, sono attirati dal sangue. Èla miseria dei mafiologi. Siccometi vogliamo bene, invochiamo cheDio tenga le sue sante mani sullatua testa.Apprezzo la vostra invocazione.Posso testimoniare al riguardoche ho rifiutato di far libri di‘ndrangheta per diverse case edi-trici nazionali. Un rifiuto snobisti-co, ma anche identitario controun andazzo dell’industria cultura-le molto condizionata dal succes-so editoriale di Saviano.Comunque non colpevolizzo gliautori che scrivono noir e saggi di‘ndrine. Cerco di conoscere em’informo. Osservo che c’è chiscrive per la denuncia, chi per ilconto corrente (che non trovoessere attività disdicevole), altriscrivono per una passione verache anima la testa e il cuore.

Rosario Vladimir Condarcuri

Lunedì 24 settembre alle 10, al “Palazzodella Cultura” di Locri, andrà in scena lospettacolo ”Toghe rosso sangue”, rap-presentato da la Compagnia Les enfantsterribile e tratto dal libro di ParideLeporace, direttore del Quotidiano dellaBasilicata. Un omaggio alla memoria. il giornalista conil suo libro ha infatti squarciato il muro del silenzio, raccontan-do le storie di 25 magistrati italiani che tra il 1969 e il 1995 sono statiassassinati brutalmente dalla criminalità organizzata solo perché colpevoli diservire lo Stato. La manifestazione di Locri prevede nel pomeriggio,alle 15, la tavola rotonda “I sin-daci contro le mafie per lo sviluppo del Sud”, moderata da Leporace,con esponen-ti di rilievo del governo(i sottosegretari Giampaolo D’Andrea e Carlo De Stefano),della magistratura(Giuseppe Ayala e Mario Spagnuolo), della Chiesa(mons.Morosini e don Pino De Masi) delle amministrazioni locali (MicheleEmiliano, sindaco di Bari; Vito Santarsiero, sindaco di Potenza, Maria Lanzetta,sindaco di Monasterace, Giuseppe Lombardo, sindaco di Locri, Giuseppe Cicala,Delegato dell’Anci per la criminalità, Graziano Delrio, presidente Anci.

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La festa del ritornodella LetteraturaCalabrese

PARIDE LEPORACENelle sue precedenti vite èstato autonomo, punk, ultrà,rilevatore storico, criticocinematografico. Ha fondatoRadio Ciroma e il quotidia-no “Calabria Ora” maanche la Mensa dei poveridi Cosenza. Ha direttoCalabria ora e adesso dirige“il Quotidiano dellaBasilicata” Collabora a“Mucchio Selvaggio”.

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LaGerenza... www.larivieraonline.com

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la RivieraRegistrazione Tribunale diLocri (RC)n. 1 del 19/06/1998R.O.C. n°11602 del 02/11/98Questo periodico è associato all’Unione Stampa PeriodicaItaliana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri

RUBRICHENordici e sudici di Gioacchino CriacoBrizzolato di Ruggero Brizzi,Cronache dal nord di VincenzoCarrozza Loqui e sproloqui di Filomena Cataldo,COLLABORATORIAnna Laura Tringali, Mara Rechichi,Benjamin Boson, Nik Spatari, AngeloLetizia, Marilene Bonavita, FrancoCrinò, Isabella Galimi ,Maria TeresaD’Agostino.

Direttore responsabile: PASQUINO CRUPICoordinatrice di redazione: MARIAELENA FILIPPONEIn redazione: ANTONELLA ITALIANO, DOMENICOMACRÌ, ELEONORA ARAGONA, NINO SIGILLI, ILARIOAMMENDOLIA, ANTONIO TASSONE(SPORT)Editorialista: GIOACCHINO CRIACOArt Director: PAOLA D’ORSAImpaginazione: EUGENIO FIMOGNARI

RISPONDE il direttore Il vescovo e le icone dell’antimafia

Uno studio condottodall'Eurispes sui datidel Ministero dellagiustizia ha reso pub-

bliche le spese liquidate dalMinistero della Giustizia perpagare le intercettazioni fatte daidistretti italiani ai fini di indagineper il triennio 2008-2010. Oltre181 milioni di euro ogni anno. Lostudio snocciola i dati in manieraimpietosa e li equipara, metten-doli in una griglia/classifica. Aiprimi posti, per milioni di eurospesi, spiccano: il distretto diMilano; segue Palermo; e al terzoposto Reggio Calabria.Un podio amaro che assegnaalla nostra provincia il “bronzo”con una spesa per “cimici” e simi-li che in tre anni ammonta aquasi 100 milioni di euro. Avetecapito bene! 200 miliardi di vec-chie lire. Se poi si considera chela nostra provincia conta moltissi-mi abitanti in meno rispetto lemegacittà di Milano e Palermo sipuò ben capire come la medagliad'oro ci spetterebbe didiritto.Sono infatti più di 10.000 isoggetti monitorati nella provin-cia di Reggio Calabria.Un'enormità! È D'obbligo sottoli-neare l'esigenza, in territori adalta densità criminale quale ilnostro, di ricorrere all'importantestrumento delle intercettazioni aifini di indagine. Sono noti a tutti irisultati di tali “investimenti”sta-tali hanno fruttato in termini dicontrasto alla 'ndrangheta.Tuttavia sarebbe opportuno effet-tuare delle considerazioni ariguardo. Sono stato amministra-tore pubblico e ho avuto modo dicomprendere le dinamiche dellaspesa pubblica e come essa fossecostantemente sotto la lente dellamagistratura contabile (Corte deiConti). La Corte dei Conti effet-tua dei minuziosi controlli sullaspesa pubblica, sulla modalità esull'osservanza della legge daparte di pubblici uffici. Il costanteequilibrio del rapportocosti/benefici per la collettivitàsembra essere uno degli obiettiviprincipali da perseguire dalleamministrazioni pubbliche a giu-dizio della magistratura contabile.Alla luce di questa considerazio-ne mi metto nei panni dell'interoufficio giudiziario di ReggioCalabria che nel triennio 2008-

2010 è stato costretto a liquidareper le intercettazioni importo per92.510.394,00 euro. Una cifraenorme! Sono soldi dei cittadiniai quali in un modo o nell'altrobisognerà dare conto. Bisogneràfar emergere i “benefici” di talespesa rispetto ai “costi” per farlipassare agli occhi dell'opinionepubblica come costi assolutamen-te necessari. Bisognerà non farcadere in errore le gente che ,leggendo questi dati, potrebbeessere fuorviata dal fatto che,magari, con 100 mln di euro sipoteva finanziare un tratto diautostrada (ad esempio). Certonon si può pensare di abbassarela guardia alla lotta alla 'ndran-gheta. Sarebbe un suicidio. Masiamo sicuri che basti solo larepressione per sconfiggerla?Quanti di questi 1000 soggettimonitorati ha portato al distrettogiudiziario reggino prove concre-te di reato? C'è chi non ci vede“esasperazione” nell'uso spropo-sitato di questi mezzi di accapar-ramento delle prove? Forse inizioa comprendere il senso dei tanti“protocolli mediatici” posti allabase di ogni operazione giudizia-ria… Filmati di presunti boss inpigiama all'atto dell'arresto chefiniscono su youtube; la ormaicanonica sfilata degliindagati/arrestati accompagnati adestra e a manca da poliziotti ecarabinieri costretti ad indossarela pettorina griffata a favore diflash e telecamere; elicotteri checontestualmente partecipano allasfilata consumando prezioso car-burante; megaconferenze stampadove le sedie al tavolo dei relatorinon bastano mai. L'effetto media-tico che a queste operazioni sivuole dare sembra voler in qual-che modo “coprire” l'eccessivocosto per arrivare alle stesse.Qualche malpensante, addirittu-ra, sostiene che alcune operazionigiudiziarie vengono portate a ter-mine per “giustificare” spese cosìmassicce.Due domande mi arrovellano ilcervello: con questi 100 mln dieuro quanta libertà dalla piaga'ndranghetistica abbiamo acqui-stato? E poi chi ha incassato que-sti soldi? Quali sono le società?Chi sono i soci, più o meno occul-ti, delle stesse?

Un detenuto

Quanto ci costa e quantoci rende l’antimafia

Stilo…Un paese misterioso fondato trevolte in tre luoghi diversi senza, però, datisicuri sul dove e sul quando. Ricco di sto-ria e cultura, offre al visitatore sorpren-denti testimonianze di potenza e civiltà:tra queste, il fortilizio dell'XI secolo chedomina, dall'alto del colle Consolino, l'abi-tato e in cui ancora aleggia il fosco e belli-coso spirito normanno. Difficilmenteaccessibile dal lato che guarda verso Stilo,inespugnabile dal versante opposto pro-tetto, naturalmente, da un'erta parete roc-ciosa, il castello di Ruggero II appare, tut-tora, un vero capolavoro dell'architetturamilitare. Il largo sistema di fortificazionisembra iniziasse poco più a nord dellaCattolica dove è ancora visibile una portafiancheggiata da un muro a feritoie.Possenti cinta murarie, intervallate da torritriangolari in corrispondenza dei valichipiù agevoli, sbarravano gradatamente lavia inerpicandosi lungo la già non agevoleerta del monte. Due poderosi bastionicilindrici controllavano, ancora, l'accessoal castello addossato sulla cima del monte:

dalle strette feritoie, olio bollente, sassi ealtro materiale si riversavano, per ultimo,sugli incauti aggressori. Alle spalle del for-tilizio, un’altra possente costruzione,comunicante con il castello mediante unpassaggio sotterraneo, costituiva l’ultima,estrema roccaforte di difesa da cui, even-tualmente, buttarsi nel vuoto piuttosto chearrendersi al nemico. E di momenti terri-bili, in quei secoli di piombo, il castello nevisse diversi. Si narra di un lungo ed este-nuante assedio subito ad opera deiSaraceni: in quell’occasione, per suggeri-mento di S. Giorgio, protettore di Stilo,tutta la popolazione si era rifugiata all’in-terno del fortilizio. L’assedio durava già dalungo tempo e i viveri cominciavano ascarseggiare. Nella disperazione del

momento, l’idea geniale: confezionareuna grossa ricotta con il latte delle puerpe-re da lanciare in mezzo al campo nemico.Gli assediati non solo avevano cibo a suffi-cienza per se stessi, ma in tale quantità daoffrirlo, per beffa, anche agli assalitori!All’ingegno umano si aggiunse l’interven-to divino: S. Giorgio non solo risuscitò imorti ma ne moltiplicò l’immagine suibastioni. I Saraceni ritennero, a tal punto,che fosse inutile insistere nell’assedio e siritirarono. Meno fortuna, invece, ebberogli ultimi difensori svevi che, dopo la scon-fitta di Corradino, tentarono, invano, disottrarre il castello alla conquista angioina.Costretti ad arrendersi, subirono, per ordi-ne di Carlo D’Angiò, l’amputazione dellemani e dei piedi.

PASQUINO CRUPI

Alla signora Adriana Musella e al SignorMario Congiusta, vedette calabro-nazio-nali della lotta senza tregua ai mafiosi,così come ad Antonio Nicaso, vedettanordamericana del noto genere, nonsono piaciute le parole sul perdono aglindranghetisti, purché si pentano, dettedal vescovo Morosini al momnto delloscambio della pace. E dove sta lo scanda-lo, considerato anche che le tre vedettesono liricamente entusiasmate dalla gra-zia di Stato- soldi, chirurgia estetica,libertà protetta- per il pentimento prez-zolato di mafiosi della peggior specie,? «Io, il Signore, perdonerò chi voglio per-donare, ma a voi è richiesto di perdonaretutti gli uomini», leggiamo in DeA 64:9-10. Potremmo citare altri luoghi dei sacritesti. Ma qui ci arrestiamo, anche perchécon la Signora Adriana, il Signor Mario ,il giornalista Antonio non intendiamoaprire una disputa teologica sul perdonosecondo il Vangelo e non contro ilVangelo.Il loro cervello è totalmente impegnatodal pensiero permanente contro la mafia,e da questo sacro ufficio non vogliamodistoglierlo neppure per un istante.Poiché se questo istante insorgesse, imafiosi, sempre in agguato, potrebberoapprofittarne per sconvolgere le sortiprogressive del piano di esterminio dellaloro malapianta. E, tuttavia, non riuscia-mo a respingere la tentazione di ricorda-re anche a lor signori congiunti, che nonfan parte dei cristiani compassionevoli,l’ipotesi di Giovanni Papini secondo il

quale un giorno Dio perdonerà il Diavoloallo scopo di restaurare l’ordine primige-nio sconvolto. Capito? Il Diavolo!Temiamo, però, che la Signora AdrianaMusella , il Signor Mario Congiusta sianodisposti a mettersi anche contro Dio sullaquestione dirimenti dell’imperdonabilitàdei mafiosi, più infernali dei diavoli. Da Reggio a Locri al a sono fiorite leicone dell’Antimafia, dispensatrici di cer-tificati di buna condotta antimafia. Ilvescovo di Locri ha commesso un erroregrave. Prima di pronunciare le parole sulperdono, non ha chiesto l’approvazionee l’autorizzazione di Adriana, di Mario,di Antonio, gli onniscienti che riescono aleggere nella mente di Dio. È tempo di aggiornamenti. Siamo passa-ti dalla cattedra di Pietro alla cattedra diAdriana, di Mario, di Antonio, che vi sie-dono da padreterni, giudicando i buoni ei cattivi e insegnando alla Chiesa, che èmadre d’insegnamento, le vie da percor-rere. Come s’addice a chi, non avendonessuna colpa, può scagliare la prima pie-tra. Che è la millesima per i detti Signoricongiunti. Messuno di noi, in ogni caso,aveva osato immaginare che sarebbestata scagliata sulla testa del vescovoMorosini,. Il quale risponde con giustosdegno gi ( Calabriaora, 21 settembre)per rime non strettamente eccelesistiche.E perdendo tempo, riteniamo. Le iconedell’Antimafia, con le orecchie poggiatesulla testa del Padreterno, parlano perispirazione. Il loro spirito invasato nonpuò che dire la Verità. E giudicare laVerità, cioé la loro Verità, non è possibile.

CASTELLI SULLO JONIOdi Daniela Ferraro

Il castello diStilo tra realtà e leggenda

Note e schermaglie

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la RivieraHANNO COLLABORATO

Francesco Laddarina,Giuseppe Patamia, ,BrunoGemelli, Carmelo Carabetta,Antonio Cormaci, GiulioRomeo, Sara Caccamo,Giuseppe Fiorenza, DanieleMangiola.

Le COLLABORAZIONI non precedute dallasottoscrizione di preventivi accordi tral’editore e gli autori sono da intendersigratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati allaredazione, anche se non pubblicati, nonverranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright dirittoesclusivo di “la Riviera Editore” per tutto ilterritorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui siesprimono giudizi o riflessioni personali, sonoda ritenersi direttamente responsabili.

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DOMENICA 23 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 21

KAPPADUE di RUGGERO CALVANO

Se pensate che l’Aspromontenon innesti la quinta permancanza di idee o di pro-getti, statevene tranquilli acasa. Scusate amici, se ve lodico senza girarci intorno.Ma se siete veramente con-vinti che la montagna senza ivostri preziosi consigli nonandrà da nessuna parte, evi-tate di dissipare le vostre pre-ziose energie e continuate acontribuire allo sviluppodello splendido mondo in cuivivete. L’Aspromonte soprav-vivrà anche senza di voi. Infondo va avanti da millenni,si mantiene in forma nono-stante i regali dei civilizzati ingita. Ve lo confesso, io e ifetenti un po’ siamo stufi discarrozzarvi per cime e valli,di dissetarvi nelle fontiperenni e di portarvi all'om-bra di maestose chiome. Sestate in montagna con gliocchi puntati sul mezzodìcon uno stomaco che nonammette ritardi. Beh, avetesbagliato posto.L’Aspromonte non cova cice-roni, né poveri indigeni affa-mati di sapere.Risparmiatecele le vostrefrottole e se ambite solo a unlauto pasto e alle danze folk-

loristiche ditecelo aperta-mente, evitateci le perdite ditempo. Se volete una giorna-ta very cool ve la possiamoregalare senza infingimenti.Non c’è bisogno che ci pro-mettiate mari e monti, che ilmare lo abbiamo in faccia e imonti sotto. Non vogliamoniente da nessuno, ce la fac-ciamo da noi a goderci ilnostro paradiso. Vi diamosolo l'opportunità di farneparte. La montagna ha biso-gno di braccia non di mentistrabilianti. Ha bisogno diaiuti concreti non di ideemegagalattiche. Se il calaredel buio vi angoscia, se gliinsetti sono per voi unaminaccia, se non riuscite afarla se non dentro un water.Restate sotto le luci dei neona inalare il veleno dei Vape,tappatevi in bagno a leggereil giornale. Senza le chiac-chiere lavoriamo meglio.Senza le promesse da mari-nai ci concentriamo sullenostre forze che sono le uni-che a non tradirci. E se vole-te ballare la tarantella, segui-te i tour di Cavallaro, le serein Aspromonte è bello viver-le in silenzio o in compagniadei canti dei lupi.

Cari amici restatevene a casa

Cancellazione “Premio diComposizione Jazz Piero Cusato”

Littiri e morza e pani ( Lettere e pezzi di pane)

Alberto è un gene-rale degli alpini inpensione. E' pro-prio come ti aspettiun alpino: alto, col

pizzo, dritto come un fuso. Porta un bastone, più pervezzo che per reale bisogno. Ha più di novant'anni.Da più di venti viene tre o quattro volte l'anno inpronto soccorso. Ultimamente lo porta il 118, sempredi notte, per delirio. Alberto ha gli incubi, “ma soloda quando sono andato in pensione”, mi dice in unmomento di lucidità. Sogna di essere al fronte, inRussia, a Nicolajewca, e di essere in ritirata coi suoiragazzi. Sogna di non poterne salvare nessuno dalghiaccio e dalla morte, e allora urla per ore. Urla epiange fino a quando non gli entra nelle vene il sonnodei farmaci. Ieri notte è venuto ancora, era malmesso. Mentre lo portavano in reparto di psichiatriasi è voltato, e facendomi l'occhiolino ha sussurrato:dottore, salveremo tutti i miei ragazzi, né vero?

STORIE DA PRONTO SOCCORSO di Vincenzo Carrozza

Albertole POLEMICHESEGUILE SUL WEB

Il bazzooka di AntonioScordino replicaPasquino Crupi

San Tommaso aBianco, ovvero NiniScordinoPasquino Crupi

«Mi sono stancata eora denuncio pubblicamente»Chiara Ursino

L'Italia è un paese senza bandiera

Mi chiedo quando questa crisi toccherà anche i baroni della

casta, mentre il popolo patisce la fame e paga nuove tasse

per mettere nuova carne sul fuoco per le loro pance, loro

navigano sempre nel loro benessere e la loro corruzione e

Parte Seconda

Abbiamo lasciato l’illustreSalvemini rivoltarsi nella tomba. Oalmeno lo abbiamo immaginato,malpensanti come siamo rispetto alsistema di cui facciamo parte. Ma aparlare di stipendi bassi e sanatorieinfami ci si guadagna sempre ungran plauso. E così fu. E così sareb-be ancora se non fosse che ormainessuno si spende per siffattemagagne. La scuola è una maga-gna. La politica se ne lava le mani,fin tanto che può, con decorosocontegno, bandendo ulteriori con-corsi a spese dei contribuenti inse-gnanti. Mi sembra giusto poichésarebbe da slogheggiare “ lo Statonon siete stato voi”. Ma siamo inse-gnanti, non tassisti né farmacisti némedici né avvocati né … né … née dunque non sappiamo farci vale-re.

Ritorniamo più comodamente araccontare storie. Per le quali, d'al-tronde, ci siamo tanto specializzati.Nei primi anni sessanta, sotto laspinta del boom economico e dellaricostruzione, vi fu uno svilupponotevole della scolarità. Essa divie-ne di massa. Con il tempo avrem-mo imparato ( non del tutto) chestudiare per emergere non sarebbeservito a molto. Considerandoquanta ignoranza alberga nei pianialti dei posti posti in alto. Ma que-sta è un'altra storia. Nei meravigliosi anni sessanta,dunque, il mondo non fu solo deiBeatles o del pelvico Elvis, maanche degli insegnanti. Divennenecessario “produrne” molti perfar fronte alla forte scolarità e fucosì che nel 1961, con i settedecimi-sti della legge 831, si diede il via allacuccagna del ruolo. Si immettonoin ruolo, con altre leggi speciali,

diversi decine di migliaia di abilitaticon due anni ed anche meno diinsegnamento. La riforma dellascuola media unificata avviò ulte-riormente un discusso processo direclutamento. Nel biennio 68/69 siarrivò al massimo della tensione,considerando anche gli anni inoggetto, e si considerò necessarioabilitare questi aspiranti docentipiuttosto che promuoverli per qua-lità taumaturghe non verificabili néverificate, appunto. Partono formedi abilitazione a livello universita-rio. Falliscono. Ripartono sottoforma di corsi abilitanti. Non falli-scono ma moltiplicano i pani ed ipesci. Qualcuno ha parlato di sin-dacalismo corporativo. Ma qualcu-no ha anche dimenticato laCommissione d'indagine del 1962istituita in base all'art.56 dello stral-cio del Piano Fanfani ( rif. legge n.1073) che doveva indagare sui siste-

mi di preparazione, di scelta e diaggiornamento dei docenti e cheavrebbe poi portato alla nuovascuola media. In questa proposta sicontemplava, anche, una sorta diiter formativo nel quale il docentedi scuole superiore, aspirante tale,doveva formarsi, abilitarsi ed essereassunto. Nella proposta, s'intende.Nei fatti, cosa successe allora, nonsembra essere chiaro, ma chiaro èsenza ombra di dubbio che lo stepfinale, quello dell'assunzione, nonfu sempre determinato dai prece-denti. Per il resto molte balle sonostate infiocchettate per gli utenti enessuno ci può assicurare, iericome oggi, che dietro ad ognimodus ci sia qualche zona grigia. Ouna nonna che vuol salvareCappuccetto dal Lupo cattivo. (segue…)

Carissimi,mi dispiace darvi questa bruttanotizia, ma a causa del mancatofinanziamento del progetto da partedel Comune di Siderno, sono costret-to ad annullare l’iniziativa.L’amministrazione Ritorto avevaappoggiato appieno l’idea e quindimi ero mosso per iniziare ad organiz-zare l’evento, la direttrice delConservatorio di Musica F.Torrefranca di Vibo Valentia Dott.ssaAntonella Barbarossa, entusiastadell’evento a favore del grandeMaestro Piero aveva acconsentito dipatrocinare il concorso dando la suapiù completa collaborazione, ma aMaggio, il Sindaco Ritorto rassegnale dimissione e quinti nel mese digiugno si insedia il CommissarioPrefettizio, a questo punto decido dichiedere udienza ed esporre al Dott.Luca Rotondi il progetto, mi assicura

che mi avrebbe fatto sapere, dopocirca un mese, non avendo ricevutonessuna notizia torno dalCommissario per avere lumi, matramite la sua segretaria mi fa sapereche il progetto è stato messo in listaper farlo esaminare da una commis-

sione che avrebbe valutato le diverserichieste di finanziamenti di altreiniziative, passa ancora un mese circae mi ritrovo di nuovo presso ilComune dove mi viene indicatacome unica soluzione la Dott.ssaStaltari, responsabile della cultura edello spettacolo, la quale mi assicurache si sarebbe interessata al caso, daparte mia faccio pressione perché iltempo iniziava a scarseggiare perpoter organizzare il tutto.Ad oggi 10 settembre 2012 non hoavuto nessuna risposta da nessunoper cui deduco che il Concorso diComposizione Jazz “Piero Cusato”non si farà, mi dispiace di aver fallitoe di non avere avuto la possibilità difar conosce, specialmente aiSidernesi la grandezza e il genio diPiero, che in pochi sappiamo, perl’ennesima volta Siderno dimentica isuoi figli illustri, annoverando, invece

eventi di scarso spessore artistico eculturale. Voglio ringraziare tutti imusicisti che hanno partecipato alconcorso con delle ottime compo-sizioni, ai quali sarà restituito tutto ilmateriale speditomi compreso laquota di iscrizione, mi scuso con imaestri: Pasquale Morgante,Damiano Perri, Mimmo e AntonioCusato rispettivamente fratello enipote di Piero, Carlo Mercuri,Vittorino Naso, Pasquale Morgante,Milko Lo Guarro e tanti altri che cihanno creduto, in particolare con laDirettrice del Conservatorio Dott.ssaAntonella Barbarossa, ringrazioRiccardo Ritorto al quale augurouna pronta guarigione e il giornalistaFilippo Todaro.“di questa esperienza “negativa”…

mi arricchisco

Tonino Sgambelluri

LOQUI E SPROLOQUI di Filomena Cataldo

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la Riviera

Sport / responsabile Antonio Tassone

DOMENICA 23 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 23

4 reti: Jovetic (Fiorentina)3 reti: Klose, Hernanes(Lazio), Pazzini(Milan), M.Lopez(Samp.)2 reti: Diamanti,Gilardino (Bologna),Berghessio (Catania),Pellissier (Chievo)Immobile (Genoa),Cassano, Milito (Inter)Giovinco, Vucinic(Juventus), Cavani.

SERIE A- QUARTA GIORNATA

SAMPDORIA-TORINO -12,30

CAGLIARI-ROMABOLOGNA-PESCARA

INTER-SIENA

ATALANTA-PALERMOUDINESE MILAN

CATANIA-NAPOLI

JUVENTUS-CHIEVO G.I. PARMA-FIORENTINA G.I.

LAZIO-GENOA - 20,45

PROSSIMO TURNO

FIORENTINA-JUVENTUS MART.

CATANIA-ATALANTA

MILAN-CAGLIARI

GENOA-PARMA

CHIEVO-INTER

CLASSIFICA

JUVENTUS

LAZIONAPOLI 9

9

9

INTER 6

ROMA 4 UDINESE 1

ATALANTA-2 2FIORENTINA 6 CAGLIARI 2

SAMPDORIA-1 8

GENOA 3PARMA 3CHEVO 3BOLOGNA 3

TORINO(-1) 3 PESCARA 0MILAN 3 SIENA -6 -4

CATANIA 4 PALERMO 1

26-09-2012

NAPOLI-LAZIO

PESCARA-PALERMO

ROMA-SAMPDORIA

TORINO-UDINESE

SIENA-BOLOGNA

* UNA GARA IN PIÙ

Serie A

Serie BIn breve

Out-Out per Allegri, arriva Tassotti?

La fiducia di D'Alessandro: “Reggina, sei sulla strada giusta”Martedì Fiorentina-Juventus, l'eterna rivalità

Strano a dirsi, ma alla quarta giorna-ta di campionato, dopo un solomese, ci troviamo già alle prese conle classiche partite da ultima spiag-

gia. Ci sono due squadre, o meglio, duetecnici, che oggi, in caso di risultato nega-tivo, potrebbero essere sollevati dal loroincarico: si tratta di Massimiliano Allegri eGiovanni Stroppa. Per entrambi, pendesulla loro testa come una spada diDamocle, la fredda oggettività dei numeri,che si sa, non tradiscono. Il Milan stavivendo uno dei mesi più neri della pro-pria storia: tre soli punti in classifica, duesconfitte in casa con zero gol all'attivo con-tro avversari non trascendentali e unoscialbo pareggio a reti inviolate nell'esor-dio di Champions contro i modesti belgidell'Anderlecht, sono lo specchio di unasituazione alquanto negativa. Per bocca diBerlusconi, se i rossoneri oggi non centre-ranno la vittoria sul campo dell'Udinese,domani sulla panchina del Milan non sie-derà più il tecnico livornese. Sfortunavuole però, per Allegri, che contro si trovaun'altra squadra affamata di punti, vistoche i friulani hanno un solo punto in clas-sifica. Si trova sulla stessa barca, alla deri-va, Giovanni Stroppa, tecnico del Pescara.Gli abruzzesi sono fanalino di coda (senzacontare le penalizzazioni altrui). Farepunti a Bologna, anche centrare un pareg-gio non sarebbe male, potrebbe rappre-sentare un'ottima panacea per la squadrache l'anno scorso ha incantato nella cadet-teria. A proposito di cadetti, pranziamo incompagnia di Sampdoria - Torino, che lapassata stagione giocavano in B. I blucer-chiati, vera sorpresa di questo primo scor-cio di campionato, al Marassi possonoancora allungare in classifica, e, anche se è

prematuro, iniziare a sognare in grande(leggi Europa). I granata però sono squa-dra viva, hanno quattro punti - bottino rag-guardevole per una neopromossa - eanche domenica scorsa, nonostante lasconfitta casalinga contro l'Inter, hannodimostrato di tenere bene il campo. Unocchio di riguardo è da porre su Atalanta- Palermo, non tanto per la partita in sé,quanto per vedere l'esordio, dopo unanno, di Giampiero Gasperini sulla pan-china dei siciliani. L'ex tecnico genoano,che l'anno scorso si è lasciato in malomodo con la formazione di Moratti, hasete di rivalsa. Resisterà al patronZamparini? Al campo l'ardua sentenza.Chiamate al riscatto anche Cagliari eRoma che si affrontano al Sant'Elia. IlCagliari insegue la prima vittoria, la squa-dra di Zeman dopo l'incredibile sconfittadi sette giorni fa maturata all'Olimpicocontro il Bologna, non può permettersi diperdere ulteriore terreno dai quartierinobili. I giallorossi soffrono le piccolesquadre, dovrà essere bravo Ficcadenti anon concedere spazi alle rapide ripartenzedi Totti e compagni. Derby del sud alMassimino tra i padroni di casa e il Napoliprimo in classifica. Un turnover non mas-siccio in Europa League consente aMazzarri di schierare la miglior formazio-ne possibile. Dentro quindi l'attacco dellemeraviglie con Cavani unica punta, sup-portato da Pandev e Insigne con Hamsikarretrato. Ha una ghiotta occasione di sfa-tare il tabù San Siro l'Inter. Da quando èstato rizollato ad agosto, sul prato delMeazza né Milan e né Inter hanno ancoravinto. Il Siena non è certo un muro insor-montabile, ma Stramaccioni, che comeMazzarri ha potuto fare un minimo di tur-

nover in Europa league, può affidarsi aMilito, Sneijder e Cassano; occhio però aibaby Coutinho e Alvarez sempre pronti asubentrare a partita in corso in caso servis-se. L'Inter sa, che in questo lasso di stagio-ne è importante dosare le forze, vista lavicinanza di impegni. Come dire, ci saràspazio per tutti. Scritto in apertura diUdinese - Milan che si gioca alle 15:00, ilposticipo di stasera è Lazio - Genoa. Icapitolini a punteggio pieno hanno dueautentici fuoriclasse, Klose ed Hernanes.

E se il tedesco continua a segnare con con-tinuità dallo scorso anno, il brasilianodopo la stagione in chiaroscuro, è tornatocon la doppietta di Verona contro ilChievo, il grande giocatore che conoscia-mo. Merito anche di Petkovic che ha datoconcretezza ed equilibrio ad una squadrache forse non lotterà per lo scudetto, ma sitoglierà parecchie soddisfazioni. Il bellosapete qual è? Che siamo solo all'inizio.

Massimo Petrungaro

Una squadra giovane,tutta unita intornoal suo allenatore.

Matteo D'Alessandro, nellaconferenza stampa odierna,elogia l'operato di misterDionigi, sottolineandocome questa Reggina gio-chi un calcio bello a vedersi,all'insegna dell'identità edell'organizzazione.IL CAMBIAMENTO-Ionasco come terzino, maoggi faccio praticamente ilquinto di centrocampo, econ questo nuovo moduloho la possibilità di incidereanche in attacco: sabatoscorso ad esempio, mi sonoritrovato a chiudere inporta un cross di Rizzato.Dionigi ci chiede di far par-tire l'azione da dietro, senzasprecare palloni: devo direche con gli schemi delmister, mi sto trovando dav-vero bene.

PIACEVOLE SORPRE-SA- Non mi aspettavo digiocare dall'inizio contro ilModena, quindi è stata unasopresa anche per me.Quando l'ho saputo? Pocoprima della partita, perchèDionigi ci lascia sempretutti sulla corda, comuni-candoci la formazione soloquando siamo al Granillo.Con Melara abbiamo carat-teristiche diverse, sarà ilmister a decidere chi impie-gare di volta in volta, anchein base all'avversario cheavremo di fronte.SEGNALI INCORAG-GIANTI-La Reggina haun'identità ben precisa, ed asprazzi sta giocando un otti-mo calcio. Abbiamo un tec-nico con le idee molto chia-re, che riesce sempre a tro-vare gli equilibri giusti, gra-zie anche alla duttilità dicalciatori come Barillà, che

di solito fa l'interno di cen-trocampo, ma sabato scorsoha giocato praticamentedietro le pinte. Con questimeccanismi, il fatto di gio-care in casa o in trasfertaper noi cambia davveropoco.A CACCIA DI CONFER-ME- La serie B è un cam-pionato lungo e difficile.Adesso ci aspettano tre par-tite in una settimana, evogliamo dare segnaliimportanti, anche perchè ilpareggio col Modena ci halasciato un pò d'amaro inbocca. Il Padova? L'annoscorso, quando si giocò lagara d'andata, ancora nonero un calciatore dellaReggina; ricordo invece labatosta del ritorno, vistoche perdemmo in casa per4-1. E' vero, i nostri prossi-mi avversari stanno avendoqualche difficoltà, ma tutti

conosciamo il valore di Pea,avendo visto l'ottimo lavoroche ha svolto col Sassuolo.Loro sono costretti a vince-re per spegnere qualchepolemica, mentre noi dob-biamo dare continuità alnostro cammino: sonocerto che sarà una partitabellissima.LA TOSCANA PUO'ATTENDERE...Negli ulti-mi giorni di mercato potevofinire al Grosseto nell'ope-razione che avrebbe porta-to Antonazzo a Reggio, maalla fine la trattativa non si èconcretizzata. Sono felice diessere rimasto qui, e voglioricambiare la fiducia che lasocietà ha riposto in me.Questo sarà un anno moltoimportante, e spero di tro-vare continuità e costanza.

Lorenzo Vitto-rnp

La situazione precipita nel 1982: le due squadre in testaa pari punti, all'ultima giornata la Juventus vince aCatanzaro mentre a Cagliari la Fiorentina pareggia conun gol annullato a Graziani negli ultimi minuti. Lo scu-detto prende la direzione di Torino, e Firenze insorge:sospetti sull'arbitro, polemiche, aperte denunce delpeso politico della società bianconera. Tre anni dopo lacurva viola tocca il fondo esponendo uno striscionederisorio sulle vittime dell'Heysel una settimana dopo ifatti di Bruxelles: i ponti sono stati fatti saltare, tra le duetifoserie si allarga un fossato di odio puro. Negli anni aseguire prima la cessione di Roberto Baggio allaJuventus, poi la Coppa Uefa vinta nel 1990 dallaJuventus proprio contro la Fiorentina peggiorano lasituazione. Il 6 aprile 1991 Baggio torna a Firenze, allasua prima in bianconero: rigore per la Juventus, che ilnumero 10 non tira. L'ultimo episodio risale a questaestate: la Juventus vuole Jovetic, la Fiorentina lo blinda.Qalche settimana dopo circola la voce di un accordo giàtrovato per la cessione del montenegrino alManchester City la prossima estate. L'impressione èche i Della Valle non l'abbiano voluto cedere anche perragioni di immagine: vendere il pezzo da novanta dellasquadra, dopo una stagione negativa, tanto più ad unclub nemico come la Juve avrebbe creato nella città unmalumore difficilmente gestibile.

lr.

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DOMENICA 23 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 24

Parlandodi...

Sport

Eccellenza

Il Siderno alla ricerca della “prima”

Eccellenza

Un Siderno “arrabbiato” per i tanti torti arbitrali subi-ti nelle prime due gare di campionato, ospita questopomeriggio al “F.Raciti”, l’Isola Capo Rizzuto di

mister Bruno Caligiuri. Si tratta di una partita importanteper ambedue le formazioni reduci da stop inaspettati. IlSiderno, a San Fili, domenica scorsa contro l’Acri, ha gioca-to una partita splendida, creando tante azioni da rete masprecando troppo sotto la porta avversaria. Alla prima circo-stanza dubbia, l’arbitro Michienzi, tra lo stupore generale hadecretato un calcio di rigore, definito inesistente anche daigiornalisti neutrali che seguivano la gara che, lo ricordiamo,si disputava a porte chiuse. Non è un bel momento per gliarbitri calabresi, siamo sicuri che l’ottimo designatoreArchinà per la gara odierna abbia scelto di mandare unaterna capace e qualificata e soprattutto imparziale. Nessunovuole regali ma non è giusto essere sempre penalizzati. Maa parte l’episodio arbitrale, la verità è che alla squadra, inquesto periodo manca la necessaria lucidità sotto la portaavversaria e certamente non tutte le responsabilità sono daaddossare ai direttori di gara. La squadra sembra troppocontratta ed anche nervosa. Eppure nella rosa dei calciatoria disposizione del mister Laface ci sono uomini capaci digarantire la giusta dose d’esperienza. Schierare capitanCarabetta al centro della difesa e proporre Mascaro a cen-trocampo non sarebbe un’idea malvagia. Con Peppe “dina-mite” Carabetta, è inutile fare tanti giri di parole, bisognavaessere chiari sin dall’estate scorsa. Se lo si tiene in organico ènaturale che bisogna farlo giocare altrimenti lo si lasciavaandare verso altri lidi. E’ lui la “bandiera” del Siderno, quel-lo che bene o male ci ha messo sempre la faccia. Magari avolte può sembrare fuori forma oppure non al “top” dellacondizione atletica ma dietro, in difesa, i suoi tacchetti sifanno sentire e con essi anche la sua voglia di riscatto perpoter dare il suo solito contributo alla squadra. Risolta laquestione Carabetta siamo sicuri che il Siderno tornerà adessere quello del girone di ritorno dello scorso campionatoche si è concluso con la prodigiosa salvezza targata Laface.L’Isola Capo Rizzuto, rispetto al passato, ha perso qualcheelemento importante ma l’impronta tattica di Caligiuri e lapresenza in squadra di giocatori importanti come l’ex Milan,De Miglio oppure quella del veterano Leone ( incerta la suapresenza) potrebbero creare dei problemi al team di casa.

Infine, un invito al pubblico di casa. La squadra va seguita edincitata senza mai trascendere in atteggiamenti ostili.Siderno è una città civile e la società di calcio lo è altrettan-to. Oggi il mister avrà tanti problemi di formazione soprat-tutto per quanto riguarda gli under. Mancheranno per squa-lifica Anthony Commiso, Giuffrida e Rumbo che si è infor-tunato.Noi abbiamo abbozzato l’undici iniziale, sara questo?

Antonio Tassone

Eccolo il solito Roccella a cor-rente alternata. Gioca bene evince in casa contro l’Isola

Capo Rizzuto, poi si reca a Bocalee perde malamente senza maiimpensierire il portiere avversario.Un limite già emerso gli altri anni eche i giocatori amaranto, sotto ledirettive di mister Figliomeni epatron Giannitti, farebbero bene acorreggere subito per non vanifica-re gli ambiziosi progetti di quest’an-no. Oggi l’occasione cade proprio apennello per dissipare dubbi edincertezze. Dopo il perentorio 5-0in Coppa Italia rifilato mercoledìalla Garibaldina, oggi contro lacapolista Nuova Gioiese servirà unagara perfetta per il Roccella, sia per-chè i pianegiani sono determinati adisputare una stagione importantee sia perchè nelle fila avversariemilitano giocatori che sono passatida Roccella, e che, in un modo o inun altro, avranno il “dente avvele-nato” per la loro esclusione dall’or-ganico amaranto. Parliamo diSergio Lombardo, Marius Pascu e

Luigi Iervasi. Tre giocatori chedomenica scorsa si sono rivelatideterminanti affinchè la NuovaGioiese battese la superfavoritaRende a Rosarno . I viola di misterDal Torrione, dal canto loro, conogni probabilità schiereranno il neoarrivato Giacomo Barraco.L’innesto del centrocampista sicilia-no darà maggiore equilibrio tatticoalla squadra ospite. Il copione dellapartita odierna sembra scontatocon il Roccella che, giocando incasa, avrà la necessità di iniziaresubito a ritmi alti la gara, magari riu-scendo a sbloccare il risultato, e poigestire il vantaggio e puntare tuttosulle micidiali ripartenze di ElAoudi ipotesi supportata dal fattoche, a nostro avviso, la difesa dellaNuova Gioiese non sembra impe-netrabile. Una sfida che richiameràil pubblico delle grandi occasioni.Dal Torrione ha anche spronato isupporters gioiese invitandoli a fare40 minuti di macchina per dare illoro prezioso contributo alla squa-dra in una trasferta molto impor-

tante per le ambizioni di primatodei viola. Nel Roccella c’è qualcosache non va bene anche a livello diorganico. Due titolari inamovibilicome Antonio Battaglia e ValerioSaffioti, a causa di problemi familia-ri, non si stanno allenando regolar-mente ed è chiaro che la società, senon avrà opportune garanzie, saràcostretta ad intervenire nuovamen-te sul mercato. Ecco perchè si voci-fera che a dicembre potrebbe arri-vare al Roccella “bomber”Piemontese . Vedremo quello cheaccadrà nelle prossime settimane ,comunque già oggi al comunale diViale degli Ulivi , il competentepubblico di casa si aspetta unaprova convincente dai vari Carrato,Oliva, Varrà, Occhiuzzi ed El Aoudiche sono stati ingaggiati dal diesseElso Pelle proprio per colmare lelacune evidenziate l’anno scorso. Inogni caso la partita odierna diràmolto in prospettiva futura e soprat-tutto c’è curiosità di verificare comesaranno accolti i tre ex Roccella.

A. T.

Catona

Il Commento

Mesiti: “Continuiamo cosi.Crisaldi? Possibile la firma”

Eccellenza: emergononuove realtà

Catona a punteggio pieno dopo due gior-nate, visto e considerato anche un pre-campionato non certamente entusia-

smante. Eppure la squadra di Barillà con gran-de forza e grande carattere ha saputo farsi vale-re in due gare che non posso certamente essereconsiderate facili. Domenica pomeriggio a VillaS. Giovanni arriverà il Guardavalle, che occupala prima posizione in coabitazione proprio coni biancoazzurri. Un altro test importante dunque per la compa-gine catonese che potrebbe contare sull’appor-to di un altro attaccante di spessore. In questigiorni infatti sarà in prova Germano JonathanCristaldi, calciatore con un passato importantetra le fila della Rossanese, della primavera delCrotone e della Carrarese, giusto per citarnealcune.Il dg biancoazzurro Mesiti, a RNP, con-ferma la possibile fumata bianca in arrivo: “Perquanto riguarda Cristaldi, il calciatore sarà inprova con noi fino a venerdi e poi assieme all’a-tleta, alla società ed assieme al mister decidere-mo il da farsi. Certamente è un calciatore chepotrebbe aiutarci a raggiungere il nostro obiet-tivo principale, ma è giusto ed è doveroso neiconfronti di tutti attendere l’ufficialità dell’ope-razione”.

Antonino De Luca - rnp

Dopo l’anticipo televisivo di ieri tra Silana eBocale, con la possibilità per i sangiovan-nesi, che in estate hanno rilevato il titolo

dalla Rossanese (in caso di vittoria e seppur tem-poraneamente) di guidare per poche ore la clas-sifica, emerge un dato importante nel massimocampionato regionale di calcio.Quattro squadreal comando tra cui il Sersale che pur cambiandoallenatore (al posto di Rosato è arrivatoVanzetto) e modulo di gioco, continua a stupireper cinismo e duttilità tattica. Ai catanzaresi vaaggiunto un Bocale, che sull’onda dell’entusia-smo per il ripescaggio ha allestito una compaginemolto agguerrita che darà fastidio a tutte le pre-tendenti alla vittoria finale. Già il Roccella hasaggiato la capacità e la determinzione dellasquadra tanto cara ai fratelli Cogliandro che sonoriusciti a battere gli amaranto di misterFigliomeni. Chi invece sembra “galvanizzata” perle prestazioni ed i risultati è la Nuova Gioiese diDal Torrione. Battuto il dream team Rende oggii viola saranno di scena a Roccella Jonica nelmatch-clou del 4° turno. Curiosità, infine, pervedere all’opera le altre due capoliste che si sfide-ranno a Catona . Ospiti dei locali un Guardavalleche ha iniziato con il botto la stagione.

Antonio Tassone

TERZA GIORNATA H.15,30

CATONA-GUARDAVALLE

ROCCELLA-N.GIOIESERENDE-CASTROVILLARI

SERSALE-PAOLANA

SILANA - BOCALE IERISIDERNO-ISOLA CAPO RIZZUTO

SAN LUCIDO-BRANCALEONE

SOVERATO-ACRI

CLASSIFICA

CATONA 6

N. GIOIESE 6 ISOLA C.R. 0

CASTROV. 3SERSALE 6 SOVERATO 3

ACRI 4

RENDE 3 SAN LUCIDO 0

BRANCALEO. 0SILANA 4 PAOLANA 0

GUARD. 6 SIDERNO 0

ROCCELLA 3BOCALE 3

Cava

De MiglioFerraroGeraceDe Luca

Iencarelli

Rametta

De Vito

Autelitano

FiloramoLeoneMercurio

Crupi

De LeoMascaroCandido

Autolitano

PettinatoCarabettaAfflitto

Marra

I.C.RizzutoAll.Caligiuri

SidernoAll.Laface

Mirabella

Panuccio

DieniTavernitiCassaroCosoleto

Barraco

Di Maggio

Iervasi

Figliomeni

SpanòLombardoCrucitti

Oliva

LaaribiCalabreseCarrato

El Aoudi

Sorgiovanni M.VarràIenco

Occhiuzzi

N.GioieseAll.Dal Torrione

Roccella All.Figliomeni

Pascu

Roccella- N.Gioiese: sfida aperta

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DOMENICA 23 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 25

la Rivieradi...

TERZA GIORNATA

BIANCO - SP. CLUB DAVOLI IERI

GIOIOSA J. - MARINA GIOIOSABOVALINESE - GALLICESE

PALMESE - TAURIANOVESE

REGGIOMED. - GIMIGLIANO IERIR. CATANZARO - POLISTENA IERI

RIZZICONI - MONTEPAONE

SAN CALOGERO - VIRTUS VILLESE

CLASSIFICA

BIANCO 4

TAURIAN. 4 PALMESE 2

BOVALIN. 3M. GIOIOSA 4 GIOIOSA J. 2

RIZZICONI 4

MONTEP. 3 R. CATANZARO 0

DAVOLI 1GIMIGL. 4 POLISTENA 0

GALLICESE 4 V. VILLESE 1

REGGIOMED 3SAN CAL. 3

PROMOZIONE

Oggi pomeriggio alle ore 15.30 alcomunale di Gioiosa Jonicaderby d'altri tempi nel campio-

nato calabrese di Promozione.Gioiosa Jonica contro Marina diGioiosa. Due città attaccate e cresciu-te insieme si affrontano in una stracit-tadina molto sentita che sarà, certa-mente, incentrata sul sano agonismo esu una amichevole rivalità. Le duecittà quasi attaccate si mobilitano perquella che sarà la super sfida dellagiornata. Il comunale di GioiosaJonica si prepara alla super sfida contanto di coreografia pronto ad assiste-re a una gara spettacolare. Le due tifo-serie sono pronte a salutare l'eventosportivo abbracciando i tanti ex: uno diquesti l'allenatore locrese CosimoSilvano che per tanti anni ha lavoratoa Marina di Gioisa portandolo ai ver-tici della classifica . Il tecnico delGioiosa Jonica sentito telefonicamen-te sul derby ha affermato :” Faccio gliauguri ad entrambe le squadre: duerealtà importanti del nostro calciolocrideo, mi auguro che domenica cisia una bella giornata di sport e che

possa vincere il sano agonismo e che cisia spazio per il grande spettacolo. IlMarina di Gioiosa possiede una rosaampia con dei giocatori che potrebbe-ro giocare in categoria superiore inquesta sfida potrebbero fare la diffe-renza ed essere determinanti. Perquanto riguarda la mia squadra riten-go che abbiamo tutte le carte in regolaper fare un grande campionato ilnostro è un progetto che è destinato acrescere e tutti insieme lavoreremoaffinché si possa raggiungere il miglio-re obbiettivo stagionale . Perché lomerita la società che con tanti sacrificiha allestito una squadra di assolutovalore. Certamente oggi rivedere lamia ex squadra i mi farà rimbalzare inmente tanti bei ricordi sono rimastomolto legato a tutto l'’ ambiente e aitanti giocatori che per tanti anni hannolavorato con me raggiungendo deigrandi traguardi. Mi auguro che oggisia una bella partita e che i miei ragaz-zi possano giocare una super gara perbattere il Marina che rimane una delleformazioni più blasonate del torneo”.L'atmosfera “pallonara” che in questi

giorni di fine settembre si respira aGioiosa Jonica è difficile da descrivere.E oggi come allora l'entusiasmo di par-tecipare, di schierarsi o semplicemen-te di assistere allo spettacolo che unapartita di calcio stracittadina può offri-re, sembrano essere le stesse, o forseno. Non è questo che conta oggi.Conta la vitalità che si vive per le stra-de e per i bar del paese, dove non siparla d'altro. Persino la crisi economi-ca sembra essere passata in secondopiano :“C'è la partita oggi pomeriggio!E' il bello del calcio e dello sport ingenerale che riesce a mettere tutto insecondo piano e a far vivere in manie-ra spassionata un'intera comunità.Almeno fino a oggi pomeriggio, quan-do andrà in scena il primo derby sta-gionale. Gioiosa Jonica è un paesecivile e saprà dimostrarlo anche inquesta occasione dove centinaia dipersone oggi pomeriggio gremirannole tribune in una festa di colori: biancorossi per il Gioiosa Jonica e giallo rossiper il Marina di Gioiosa . In bocca allupo ad entrambe e Viva lo Sport!

Nicodemo Barillaro

VILLESEChe colpo! Preso Giovanni D'AgostinoLa Virtus Villese, dopo l’inizio di campionato in sordina, ètornata prepotentemente sul mercato: dopo aver ufficializ-zato gli acquisti di Falduto e Zema, la società neroverde hamesso a segno quello che va considerato il colpo più impor-tante della campagna di rafforzamento 2012/2013. A pocheore dalla chiusura della finestra autunnale, i copresidenti delsodalizio nero verde, Totò Sergi e Egidio La Valle, sono riu-sciti a tesserare Giovanni D'Agostino, villese purosangue, loscorso anno in Lega Pro con la Vibonese. D’Agostino, ven-tuno anni, può essere impiega-to sia come centrocampistache come terzino sinistro. Lasua giovanissima carriera havisto la luce proprio nellaScuola Calcio della VirtusVillese, prima del passaggioalla Reggina, con la quale hafatto tutta la trafila delle giova-nili. Nella stagione 2009/2010ha giocato in Serie D conl’Hinterreggio, collezionando18 presenze. Nel 2010/2011 invece, si è trasferito al Gaeta,sempre in serie D: 30 presenze e una rete con la formazio-ne laziale,all'insegna di una definitiva consacrazione, testi-moniata dalla convocazione, da parte di Giancarlo Magrini,nella Rappresentativa Juniores di Serie D che ha partecipa-to al torneo di Viareggio. A Luglio del 2011, il passaggio allaVibonese, in Lega Pro Seconda Divisione: ben 30 presenze,nel ruolo di terzino sinistro, che gli sono valse la convocazio-ne nella Nazionale Italiana Under 20 di Lega Pro per la sto-rica amichevole contro la Nazionale Olimpica Palestinese,svoltasi ad Assisi. Nell’ambiente nero verde, gli ultimi 3acquisti hanno riportato un grandissimo entusiasmo, e latifoseria guarda con grande fiducia alla prossima gara, incasa del San Calogero: per gli uomini del duo Porcino-Marra, il vero campionato forse inizia ora...

c.s. - rnp

Smaltita l'amarezza per la vittoria sfuma-ta a Davoli, per la Gallicese è tempo divoltare pagina, e pensare

alla prossima trasferta, in quel di Bovalino.Ai microfoni di Rnp, a fare il punto dellasituazione è colui che sabato scorso avevaportato in vantaggio i ragazzi del duoRomeo-Scevola, ovvero Pippo Fontana.IMPARARE DAGLI ERRORI – Il pareg-gio sabato scorso ha lasciato un pò di delu-sione, ma credo che alla fine sia un risultatoda mettere in conto, specie quando si giocain campi difficili come quello di Davoli. Intrasferta gli episodi sono importanti e vannosfruttati al meglio, e noi nel primo tempoabbiamo avuto almeno cinque o sei occasio-ni nitide sotto porta, ma per bravura del por-tiere avversario o per errori nostri, nonsiamo riusciti a raddoppiare. Questo ci servirà sicuramente da lezione, pernon ripetere gli stessi errori in futuro. Siamouna squadra giovane, che è stata costruita infretta e ancora deve conoscersi bene; biso-gna avere un po’ di pazienza, ma sono sicuroche col tempo riusciremo a trovare i giustimeccanismi.IL RITORNO IN BIANCOROSSO – Sonostato contento di tornare a Gallico, e sposa-

re il progetto della Gallicese. La società hagrandi ambizioni, così come dimostra l'orga-nico allestito.. La scorsa stagione ho conquistatol'Eccellenza con il Catona, e spero di poterrivivere la stessa gioia qui a Gallico.GRANDI OBIETTIVI - Credo che il nostrosia un ottimo gruppo, un bel mix di esperien-za e gioventù. A partire dai più 'anziani'come Aquilino, Chirico e Libri, per finirecon tutti gli under , la rosa è ben costruita, esono certo che diremo la nostra fino allafine. L'obiettivo minimo è quello di entrarenei primi cinque posti, così come dichiaratopubblicamente dai rigenti. Per quantoriguarda me invece, spero di arrivare in dop-pia cifra.TRASFERTA IMPEGNATIVA – Andiamoa Bovalino consapevoli che si tratta di unaltro campo difficilissimo, ma allo stessotempo convinti delle nostre capacità. Se gio-chiamo come a Davoli, sono certo che torne-remo a casa con un risultato positivo. Ilmorale è alto, l'attenzione in allenamentorimane massima, anche perchè il mister ci stafacendo preparare l'impegno nei minimi det-tagli.

Daniela Marino-reggionelpallone.it

Dulcianu

MacriCosenzaRomeoPanetta

Giovinazzo

Carbone M.

Albanese

Maida

SattaLibri D.Libri G.

Patrizio

ScrivoCarbone VVallellonga

Mesiti

Aquino VAquino F.Scattarreggia

Frascà

Gioiosa JAll.Silvano

M.GioiosaAll.Scigliano

Mazzone

La Ruffa

PennaAlampiMarcianòNocera

Fabrizio

Ficara

Fontana

Frammartino

AquilinoMarraNizzari

Gerasolo

CriacoGiorgiPiccolo

Serra

MavigliaGligoraCartisano

Cardile

GalliceseAll .Romeo

BovalineseAll.Frascà

Chirico

È sfida tra la “Grande Gioiosa”

Gallicese, Fontana: a Bovalino per un risultato positivo

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DOMENICA 23 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 26

Sport

KARATE

Una stagione vincente per il Centro Studi KarateAncora una stagione sportiva da incorniciare per il CENTROSTUDI KARATE guidato dal D.T. Vincenzo URSINO cinturanera 4° dan ed Insegnante Tecnico della Federazione Italiana JudoLotta Karate e Arti Marziali - C.O.N.I. Anche la scorsa stagione ilTeam calabrese ha registrato una serie crescente ed inarrestabiledi riconoscimenti, collezionando una serie di successi a livellomondiale e nazionale, a suggello del grande impegno e della pas-sione dei ragazzi che abbracciano il karate e le arti marziali comesport e disciplina di vita, sulla strada tracciata dal Presidente eDirettore Tecnico, Vincenzo Ursino. Il CENTRO STUDIKARATE ha infatti conquistato, nel 2011-12, prestigiosissimiobiettivi, primeggiando su tutti nei Campionati del Mondo ed aiCampionati Italiani di Arti Marziali sotto l'egida dell'A.I.C.S.-

C.O.N.I. dell' O.P.E.S.-C.O.N.I. e della World Martial KombatFederation; inoltre ha ottenuto per il quarto anno consecutivo ilprestigioso riconoscimento del C.O.N.I. ed il Premio Nazionale di“ATLETA dell'ANNO” con Vincenzo FIGLIOMENI. Non è solol'attività agonistica il fiore all'occhiello del C.S.K. , operante daoltre 20 anni, ma va considerata in particolare la valenza sociale dialcuni progetti ideati e realizzati dall'Associazione come il“Progetto SPORT A SCUOLA: Educazione, Aggregazione eBenessere”, che sta coinvolgendo migliaia di bambini di diverseScuole Pubbliche e Comuni ed ancora il “Progetto KARATEGIOCANDO: La scoperta del proprio corpo attraverso il Karate”offerto GRATUITAMENTE a tutti i partecipanti grazie al soste-gno di aziende impegnate nel sociale.

Lunedì 10 settembre, nellasuggestiva cornice del“Cilea” di Reggio Calabriala coppia Marisa Romeo -Melania Ielasi, delGruppo Burraco Ymca diSiderno, si è aggiudicata lavittoria nel TorneoFIBUR “Burracando perle terre della FataMorgana”, organizzatodall'Asd Burraco diReggio Calabria, presiedu-to dal dott. Pietro Barillà,come sempre instancabileanimatore ed impeccabileregista.Alla coppiaRomeo-Ielasi, al GruppoBurraco Ymca ed al suopresidente ing. LeonardoPolverari, gli auguri disempre maggiori successi.

Ancora un successo delGruppo Burraco Ymca

Importanti affermazioni della giovane tennistalocrese la sedicenne Nicole Carabetta,che saba-to scorso 15 settembre ha raggiunto la finale deltorneo femminile Città di Cantù. La tennistalocrese , partita dalle qualificazioni ,giocandoun buon tennis dinamico e propositivo,e conl’ausilio di un servizio preciso ed efficace , haottenuto risultanti importanti vincendo ai quar-ti con l’esperta Francesca Romano classifica 3.2(2-6,7-5 6-0) e in semifinale con la tennistaBarboglio Celeste classifica 3.2 con un secco 6-1 6-3. Soltanto in finale ,anche a causa di unacciacco muscolare accorsole alla fine del I° set ,ha ceduto alla quotata tennista lombarda di clas-sifica 3.1.Francesca Castagni Questi risultati uni-tamente alla semifinale raggiunta nella settima-na precedente nel torneo di terza categoria altennis Club Jolly di Milano e ad altri importan-ti risultati ottenuti nel torneo Open Città diTrento consentono alla Carabetta di portarsi aivertici delle classifiche di terza categoria nazio-

nale e alle soglie della seconda categoria. L'atletalocrese tesserata per il C.t gioia tauro 1974 hafatto parte della squadra tirrenica di serie Cfemminile che ,grazie alle prodezze della tenni-sta Stefania Gattuso e della stessa Carabetta,dopo aver sbaragliato le squadre calabresi dipari categoria ,e dopo aver superato il CircoloMoncalieri di Torino in fase nazionale , ha rag-giunto la finale nazionale con il CT Bussolengodi Verona ., risultato mai raggiunto da una squa-dra calabrese E’ la prima volta che una tennistadella Locride ottiene risultanti di così alto livel-lo tecnico agonistico Grande soddisfazionequindi per la giovane locrese allenata dalla cata-nese Lilly Raffa con la collaborazione delCircolo di Gioia Tauro e del suo maestro GiulioBenestare e del preparatore atletico locreseIlario Capocasale, che con caparbietà,determi-nazione e grossi sacrifici ha superato gli ostacolidettati dalla carenza di centri agonistici nel ter-ritorio locrese

La tennista locrese Nicole Carabetta finalista nel torneo femminile Città di Cantù

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la Riviera

Ebbe a scrivere un giorno PietroPancrazi:«In Italia non vi è paese così essen-ziale e direi lirico come questodella Calabria. Il cupo mare, quie-to e senza approdi, l’aria bianca ed’oro, il sole così penetrante epieno ch’è tutt’uno col colore dellecase e che perciò non ti vien più dicercarlo nel cielo […]».Grande studioso della letteraturaitaliana, Pietro Pancrazi è ricorda-to soprattutto per la collaborazio-ne al quotidiano “Corriere dellaSera”. Curò la direzione della rivi-sta letteraria “Pan”, fondata daUgo Ojetti. Oltre che critico, fuanche autore di alcuni testi narra-tivi, come Donne e buoi dei paesituoi (Firenze, Vallecchi 1943),riprendendo con sfumaturemoderne le favole di Esopo in unlibro dal titolo L’Esopo moderno(Firenze, Le Monnier 1930).

Del volume Donne e buoi dei paesituoi fanno parte tre articoli,Attraverso la Sila, Le pacchiane,Litorale, datati 1925 anno in cui loscrittore compì un viaggio inCalabria. La prosa è descrittivacon delle annotazioni precise epertinenti. La Sila, “vuota e zitta”dove tutto è rimasto a cent’anni fa,come dice un contadino di cuiriporta il lamento, “è il cuore dellaCalabria ed è anche il cuore diogni calabrese, la sua ambizione eun po’ la sua pena.”Ha lo scrupolo di riportare spessoquello che dicono le persone cheincontra e, dopo aver descrittouomini e donne con grande e sin-cera ammirazione (Bella e cortesegente. Schietti e magri gli uomini vifissano dal volto nero e lontano… legiovani bellissime donne…), smon-ta con ironia il pregiudizio, anziuno dei pregiudizi esistenti giàallora sui calabresi-briganti: «[…]ma ahimè non ho visto un fucile enemmeno un cappello a pan dizucchero!».Riporta molte canzoni popolaridialettali. Richiamando unadomanda che gli fa un contadino(Lei è viaggiatore? E in che cosaviaggia?) deduce che spesso il cala-brese domanda la meta del viag-gio, perché per lui la Calabria nonè una terra da turismo, ma unaterra dove o si viene per portarequalcosa o per portare via qualco-sa.E poi esprime una grande verità,l’amore per la terra, nel senso chela terra è davvero la patria del cala-brese, infruttuosa e sempre fatica-ta e infida, come sanno i contadini.Ha ben chiari quali siano i malan-ni però di quella terra: i briganti, lamalaria, i terremoti, la guerra, lamiseria sempre. Ma non indugia inlamentele, resta sempre sul pianodell’acutezza e del realismo lucido: «A cosa servono i signori calabre-

si? A sputare. Raccattano i soldi eli mandano alle banche di Roma.Qui tutto resta uguale nel tempo».Già allora, comunque, lo scrittoreha una visione anticipatrice diquello che sarà una regola del

secondo dopoguerra: le rimessedegli emigranti, le case non finite,tirate su a regola d’arte, frutto deldenaro sudato dell’emigrante.Eppure, non è tenero o compas-sionevole, non indugia a scuse o adalibi sociali: «Con facilità il cala-brese si lamenta di essere dimenti-cato. Coniuga volentieri questoverbo ma non bisogna poi creder-gli troppo».Le pacchiane gli aprono il cuoreper i colori dei loro vestiti, dato che«i calabresi di ogni ceto, donne euomini, troppo ad ogni tinta prefe-riscono il nero che alla lunga famale».Come abbiamo detto, Pancraziriporta spesso ciò che dice la per-sona che incontra, infatti è moltogustosa la testimonianza del posti-no di Marcellinara sulle pacchia-ne: «Con tutte quelle vesti e sotta-ne e corpetti, non ci arriva neppu-

re il cane da caccia!».Sul litorale jonico, riporta storie diemigrazione e nessuno crederebbea questa figura ancora del calabre-se povero che è «viaggiatoreumano e paziente: si raccoglie lasua poca roba e un posto gli basta.Non alza mai la voce e più volen-tieri tace […]».

CHI ÈPietro Pancrazi studiò dapprima aRoma, poi a Venezia. La passioneper il giornalismo si rivelò ben pre-sto nel giovane Pancrazi. Egli, dal1926 per 25 anni, fu collaboratoredel “Corriere della Sera”, dal 1928al 1933, fu redattore e condirettorecon Ugo Ojetti della rivista“Pegaso”.Dal 1943, Pancrazi diresse, pressola casa editrice Le Monnier diFirenze; due collezioni: la“Biblioteca Nazionale” e la fortu-

nata Collezione in ventiquattresimo.Egli fu inoltre consulente di altrecollezioni presso altre case editricicome Treves, Garzanti,Mondadori e, in ultimo, de LaLetteratura Italiana, storia e testidella casa Ricciardi di Napoli.Pancrazi fu socio corrispondentedell’Accademia della Crusca dal1952. Per la sua opera di critico let-terario si ricordano le prefazioniad autori italiani della collanaCollezione in ventiquattresimo e itesti su scrittori italiani e classiciraccolti nel libro Nel Giardino diCandido (1950). Per la sua attivitàdi scrittore di fantasia narrativa, siricordano invece Donne e buoi deipaesi tuoi (1934), Esopo moderno(1930). Nel 1957 uscì postumo, acura di Marino Moretti, Italiani estranieri.

Giuseppe Fiorenza(22 – continua)

Biblioteca meridionalista

Una (croni)storia della Calabria attraverso i “forestieri” di Giuseppe Fiorenza

Pietro Pancrazi e la Calabria lirica

In un incontro letterario dedicato al poetaLorenzo Calogero Vita-Amore-PoesiaMassimo Calveri, giurista e presidente

della II Sezione del Tar di Catanzaro oltreche grande cultore di poesia, ha parlato conpassione della vita e dell’opera poetica diCalogero, ritenendolo uno tra i più grandipoeti della letteratura calabrese e riconoscen-dogli dignità artistica di livello europeo. Nona caso, nel 1962, dopo la morte – avvenuta invia probabilmente per suicidio il 25 marzo1961 – l’opera poetica di Calogero è statapubblicata dall’editore Lerici nella collanadella poesia europea. Stupisce, ha sottolinea-to Calveri, che, all’indomani della sua tragicafine, dopo una vita in solitudine alimentata econfortata dal demone della poesia, sia cadu-ta sul poeta una coltre di silenzio; ciò, nono-stante, subito dopo la sua morte, la critica let-teraria europea, e a ridosso quella nazionale(con giudizi di riconoscimento della tempradel poeta da parte di autori quali Ungaretti,Montale, Zampa, Caproni, Vigorelli) abbiaunanimamente esaltato le qualità poetiche diCalogero con giudizi celebrativi secondo cuici si trova al cospetto di «un testo poetico disorprendente grandezza e originalità».

Come rileva L. Sinisgalli, il poeta lucano sco-pritore di Calogero, siamo di fronte ad unapoesia colta e complessa, una poesia che siavvia con le prime opere Parole del tempo,prosegue con Ma questo…, Come in dittici,Avaro nel tuo pensiero, Sogno più non ricordo,e che trova il suo diapason lirico nei Quadernidi Villa Nuccia, circa 168 liriche estratte daun’infinità di versi, composte dal 1958 al1960. Nella produzione poetica di Calogero(sterminata, se si pensa che si è in attesa deirisultati di una ricerca dell’Università dellaCalabria di Arcavata su 804 quaderni di suoitesti inediti) è ricorrente il leit motiv di unuomo che declama la sua condizione di estra-neità, di erranza e di enigmaticità della vita;nella prima fase poetica, fino agli anni ‘30,con una poesia governata da una tecnica dicomporre versi ordinata, ma certamente lon-tana dall’ultima elaborazione artistica (Ma daquesto... in poi) caratterizzata da una sorpren-dente musicalità (si è parlato in proposito di“immagini acustiche”) e da una visionarietàche lo hanno fatto accostare a Rimbaud e alpoeta di Marradi Dino Campana. Si tratta –ha sottolineato il Calveri, condividendo il giu-dizio di Giuseppe Tedeschi, autore di una

preziosa biografia di Calogero – di versi“estasianti e strazianti”, al cospetto dei qualisi rimane come ipnotizzati. Un interminabilecanzoniere d’amore, punteggiato da un insi-stito “tu” che ha come referenti creature fem-minili eteree e indistinte cui non corrispondeuna vicenda umana concreta. Calveri ha sostenuto che, non si può cogliereappieno la dimensione poetica di questostraordinario artista se non si ha presente lasua vita, così povera di avvenimenti, ma ricca didelusioni e di tragici rifiuti dell’editoria, cui vaimputato il demerito di avere tardato l’incon-tro con questo grande poeta che ha punte liri-che altissime, se non si tiene conto delle suepovere vicende sentimentali, prive di fisicità ecolme di inquietudine, del suo peregrinareanche nei paesini della Calabria per svolgere lasua professione di medico e comunque dellasua dedizione totale alla poesia. E, infine, deltragico epilogo della sua vita, consumato insolitudine nel suo paese natio di Melicuccà,dopo aver composto la sua ultima poesia Innoalla morte, alla cupa morte divenuta ormai gen-tile e liberatoria.

Piero Roberto

INCONTRI LETTERARI

Lorenzo Calogero “vita, amore e poesia”

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IN EVIDENZA

«Acosa servono isignori calabresi? Asputare.Raccattano i soldi eli mandano allebanche di Roma.Qui tutto restauguale nel tempo»

IL RICORDO... Ho sempre avuto paura per la mamma diMarilene. La sua salute precaria, la sua magrez-za, mi hanno sempre preoccupata. La signoraTeresa Marando era una delle poche donnedegne della stima e del rispetto che meritano lepersone oneste, dedite al lavoro, silenziosamen-te produttive, ricche di senso dell’onore, lige aldovere, per le quale la frase “promissio boni viriest obligatio” era vangelo. La sua aura di charme, eleganza, il suo incedere

sicuro e forte, il suo non piegarsi neanche difronte alla malattia e all’ingiuria del covo divipere che è la Siderno di oggi, me l’hanno sem-pre resa una figura preziosa, un lume fisso nelbuio del menefreghismo diffuso. Per me non è solo la morte della mamma diun’amica, ma la scomparsa di uno degli ultimitasselli della vita di un tempo, per la quale ilrispetto e l’onore erano sacri.

Mamma Teresa e la sua battaglia

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Parlandodi...

foto NOTIZIE

Un monologo in sedici scene, tra paro-le e musica, per circa cinquanta minutidi interpretazione scenica di grandeintensità emotiva. “La storia di SlavojSlavik”, liberamente ispirata al roman-zo “Una stagione a Siena” di Mario LaCava, ha conquistato il numeroso pub-blico che, sabato scorso, ha assistitoalla prima assoluta a Bovalino (RC). Protagonisti, tre artisti d’eccellenza:l’attore Enzo dè Liguoro, il musicista ecantante Paolo Sofia, e il musicistaVito Romeo. La voce fuori campo è diGiacomo Battaglia. Sono loro a darevita a uno dei più bei scritti di MarioLa Cava, grazie all’adattamento testicurato dal “Caffè letterario M. LaCava” e dall’associazione culturale“Amici delle Muse” e al supporto tecni-co del “Gruppo Spontaneo”.

Un thriller d’autunno

Alla Villa Romana di Casignana, subitodopo gli spettacoli del Magna GraeciaFestival, c’è stata una serata particola-re: una messa in scena del GruppoTeatrale Pro-Caraffa. La commedia era“A finestra” di Maria Pia Battaglia. Purel’autrice era presente tra il pubblico, e lacosa non è usuale poiché, come la stes-sa Battaglia ci ha raccontato, sono anniche non partecipa alle rappresentazionidelle sue opere (anche perché spesso èrimasta delusa). Questa volta, però,questa brava scrittrice (che dal 1995non elabora più commedie ma speri-menta un genere letterario diverso) si èdetta positivamente sorpresa dal grup-po Pro Caraffa (giacché “lavorano conconsapevolezza ed i personaggi sonoben caratterizzati”). E soddisfatto èrisultato anche il pubblico che si è diver-tito per tutta la commedia per poi emo-zionarsi, inaspettatamente, nel finale.Maria Pia Battaglia ha affermato, difat-ti, che la prerogativa dei suoi testi èquella di “appassionare con il sorrisoma, altresì, di lasciare una traccia diriflessione un po’ tinta di malinconia”.La recitazione in vernacolo (che ha unasua origine, in qualche modo, nell’atel-

lana per poi diventare con la “farsa”retaggio culturale profondamente radi-cato nel popolo) è per la Pro Caraffa unatto d’amore verso il teatro, la nostraterra, il nostro passato ma anche ilnostro futuro. “ Era il nostro primospettacolo alla Villa Romana – ha dettoMaria Grazia Volonà, una delle attrici –e devo dire che il luogo è davvero magi-co, ti fa provare sensazioni molto forti,come se ci stessimo confrontando conl’inarrestabile corrente sotterranea deltempo”. In realtà, in questo periodo,succedono cose singolari nell’areaarcheologica di Casignana. I visitatorisono letteralmente affascinati, moltiarrivano dall’estero e chi abita nellaLocride non riesce a spiegarsi perchénon si è mai recato alla Villa (“eppure ècosì vicina…” ci ripetono). Ed è scatta-ta una nuova scintilla, quasi una grandesfida, anche negli occhi degli attori dellaPro Caraffa. Pare, infatti, che per ilprossimo anno il regista e attoreAntonio Minnici abbia in mente di rap-presentare, proprio tra i mosaici diepoca imperiale, una commedia diPlauto: Il soldato fanfarone.

D.S.

“Pro Caraffa, dal teatro popolare a quello latino”

La storia di Slavoj Slavik

L’associazione Ragazzi dello Joniocomposta dal presidente DanilaMarzano e dal segretario CarmenAttisano, contribuendo allo sviluppo ealla diffusione della cultura locale, haindetto il primo concorso fotograficodal titolo “I Giovani e La Fotografia”che ha avuto luogo il giorno 15 settem-bre 2012 al Paladdo de Mojà (SidernoSuperiore). In questa occasione unagiuria composta da otto persone e sedi-ci opere finaliste ha premiato la fotodal titolo “Intreccio” di MariagraziaCosta. Così l’artista ha commentatol’opera: «Intreccio è una metafora cherappresenta la forza e la tenacia dellapopolazione calabrese difronte alle dif-ficoltà di disgregazione culturali e discreditamento nazionale».

Premio “I giovani e la fotografia”vinto da Mariagrazia Costa

La bellezza della Villa Romana di Casignanasuggerisce nuove sfide al Gruppo Teatrale

ANTONELLA ITALIANO

Sangiovese e Negramaro per gli impazientidi inizio settembre. Insolia, Nero D’Avola,Merlot per i ritardatari. Vigneti a spalliera,ad alberello e a tettoia. Un paio di giorni disondaggi per controllare il grado di zuccheri-na, nella speranza che non piova mai troppo.E poi la gara coi torchi per misurare la resa.Normale intorno ai settanta, superba vicinoagli ottanta. La vendemmia è da sempre unafesta! E chi ripensa nostalgicamente ai gran-di mastelli di legno, quando l’uva si spreme-va coi piedi, non ha vissuto l’emozione deinostri giorni. Roba da 007. Difatti, affiancate alle normali attività in cuii venditori si premurano di raccogliere uverigorosamente ‘originali’, ci stanno i tarocca-menti. Non fidatevi dei venditori ambulanti!Di notte, da un lato all’altro della Calabria, siaggirano camioncini e furgoni alla ricerca dei

vigneti migliori ed è importantissimo nonrivelare mai il posto, per evitare la concor-renza di amici e parenti. E che dire del dramma del bisolfito? Sottoaccusa chi ne mette nel vino, comprensibilechi lo vuole nel mosto, intrepidi coloro cheosano rischiare: niente sostanze chimiche,solo dell’ottima uva per evitare fastidiosicapogiri. Punti di vista. Diatriba anche sulla scelta dei mastelli e deitorchi perché, mentre i giovani preferisconole tradizionali botti in rovere, i più anzianiscelgono l’innovazione: contenitori rigorosa-mente in resina. Sono quaranta giorni difuoco che non risparmiano nessuno, moltidei quali trascorsi nei vigneti a testa in su percontrollare il grado di maturazione dei grap-poli. Ed ecco la sorpresa! Proprio quandoarriva il momento giusto, e si pensa già arispolverare gli strumenti di Bacco, l’uva spa-risce. È furto. Neanche immaginate quanti

Il mostoTEMPO DI VENDEMMIA

Cultura e società

FESTE IN FOTOCronistoria fotografica dellafesta di Santa Maria diPortosalvo, a Siderno, edella Madonna di Polsi. Leprocessioni più attese delmese di settembre.

Grande successo per il debuttobovalinese della rappresentazione

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la Riviera

foto NOTIZIE

Ely, dopo 3 ore di scalata notturna,giunge a 2285 metri di altezza. E nonsono “metri” qualunque. Ely è sullacima del Sinai, il monte diventatofamoso grazie al passaggio di Mosè. Lainvitiamo a questo punto a visitarel’Aspromonte. Da qui passarono tutti!

Domenico Naccari consiglierecomunale di Roma è una costantepresenza in Calabria. Assieme adAntonella Freno (in foto) non mancamai le nostre manifestazioni regionali.Un binomio, il loro, che va passo passocon la cultura.

Francesco Adornato ha presentatoalla Corte del Palazzo comunale diLocri “Andata e Ritorno”, il suo ultimolibro fotografico. Immortalate nellepagine le ferrovie taurensi e il territorio.Siamo sbalorditi. A parte il bianco enero, ben poco è cambiato.

Bergotto è la nuova bibita albergamotto, insignita del premioVinitaly 2011 a Verona. Il suo gustoricorda le tradizionali spremute dellanonna, rese frizzanti da una punta dibicarbonato. Molto meglio della CocaCola, garantiscono i Briganti.

La Fondazione Calabria Film Commission alla Mostra d’arte cinematografica di VeneziaLa Fondazione Calabria Film Commission ha pre-sentato le linee di intervento nel corso della 69aMostra del Cinema di Venezia, presso l’HotelExcelsior nello spazio Luce-Cinecittà. Presenti ilPresidente Gianluca Curti, il Delegato dellaPresidenza della Giunta Regionale GiuseppeAgliano, il Consulente tecnico Pasquale Gallo e ilProduction Manager Michele Geria. La FCFC, conla Regione Calabria e per volontà del GovernatoreGiuseppe Scopelliti, ha individuato degli interventiche consentono alla Calabria di avere una rispostaseria e concreta per valorizzare il territorio, svilup-pare azioni importanti nel campo del turismo e del-l’occupazione. L’Assessorato regionale alla culturasta lavorando insieme alla FCFC, per indire nuovibandi del P.O.R. a valere sui P.I.A. (pacchetti inte-grati di agevolazioni) nel settore Cinema, per circa2 milioni di euro, per avviare un disegno progettua-le che ha l’obiettivo di costruire un articolato siste-ma di relazioni, servizi, strutture, risorse ed energievolte alla definizione di un sistema per la produzio-ne cinematografica regionale.

Si è chiusa in bellezza laprima edizione del corso dipittura creativa per ragazzi,tenutasi a Mammola daluglio ad agosto 2012 dalgraphic designerNicodemo Panetta.Il corso ha coinvolto ben 40ragazzi dai 5 ai 16 anni conla finalità di voler intrapren-dere un percorso di cono-scenza e approfondimentodelle tecniche pittoriche più

varie: l’acquarello, la tem-pera, le matite colorate, lamanipolazione del colore,l’utilizzo di materiali non“convenzionali” quali pla-stica, legno e pasta model-lante. Il corso, gratuito, ènato con l’unico intento dicreare sinergia tra i giovani,una opportunità dialogantecon il bisogno di manifesta-re la propria personalevisione del mondo.

Il 16 settembre si è inaugu-rata la mostra con gli elabo-rati del corso di pitturaesposti presso la chiesaMatrice di Mammola, doverimarranno visitabili fino al30 settembre. In occasionedell’inaugurazione si è esibi-to il cantastorie NinoRacco, che ha stregatograndi e piccini con la“Leggenda di Colapesce”,straordinara performanceche ha coinvolto il pubblico

presente trascinandolo den-tro la storia di questo perso-naggio, divenuto metàuomo e metà pesce a causadi una maledizione. Comesempre, Nino Racco, ha lacapacità di intrattenere ilpubblico incatenandolo allastoria, in quell’io narranteche diventa lo specchiodella propria infanzia ritro-vando il gusto del raccon-tarsi, un “topos” culturale

presente nella memoria ditutti i popoli.Il ritmo della narrazione,seguito dall’articolarsi del-l’azione, crea quella conti-nuità spazio-temporale tipi-ca della fiaba.La cultura umana è stata alungo prevalentementeorale ed in essa la narrazio-ne ha avuto un ruolo cen-trale basandosi su due ele-menti: la memoria e la voce.E allora Nino Racco diven-

ta il simbolo di una contem-poraneità trasfigurata, sim-bolica, dove tutti noi ci pos-siamo ritrovare, quell’anellodi congiunzione tra passatoe presente, che reinventa lagrande tradizione del teatropopolare, porgendoci la suavisione di un mondo la cuibellezza, mai tramontata, èqui a portata... d’orecchio.

vigneti abbiano perso la vita, immolati dailoro stessi proprietari, per difendere l’onore.Per coloro che, al contrario dei ‘benefattori’,riescono a macinare qualche grappolo, restasolo una ‘questione di gusto’ il tempo dimacerazione. Qualche uva se la passa peggio.Seviziata e smembrata nel paese regginoBianco, prima della pressatura, viene stesa suampi tavoli soleggiati per essiccare. Da quinasce uno dei vini italiani più pregiati: ilGreco di Bianco Doc. Di matrice ellenica,sembra sia stato importato nell’VIII secoloa.C. Tipico è il suo colore giallo-oro, e il pro-fumo intenso che ricorda i fiori d’arancio. Poi finalmente, dopo tanta fatica, è pronto: sene sta nei mastelli deridendo ingrato i suoistessi artefici. Rilassato e immobile. Lui lo sache, quei visi turbati che si affacciano speran-zosi dai bordi, aspettano solo le bollicine. Chesia intenso come l’oro o scuro e sanguigno,rosato o frizzante, è comunque tutto in manosua, perché lui è il mosto. E se ci stanno donne di mezzo è inutile discu-tere ulteriormente. Date loro dieci litri dimosto non fermentato per il vino cotto, o virenderanno la vita impossibile. Ultimo pas-saggio è la sistemazione in damigiane e botti.Anche qui è questione di gusto e di esperien-za. Inutile anche chiedersi dove stavano cugi-ni e amici quando voi caricavate e scaricavatecassette, o pulivate da soli gli attrezzi, tanto aSan Martino… torneranno!

per via della siccità prolungata dovuta agli anti-cicloni africani. I vigneti italiani hanno bisognodi risollevarsi dallo stress idrico di questi anni.

10% di calo produttivo

è la produzione nazionale stimata dallaColdiretti per il 2012, mentre la qualità si stimatra buona e ottima. Raccolti privi di muffe.

43 milioni di ettolitri

è il calo produttivo maggiore. Seguono il 10%del Veneto e della Toscana, il 5% dell’EmiliaRomagna. Aumenti in Sicilia, Sardegna, Lazio.

20% della Puglia

e a indicazione geo-grafica tipica (per laprecisione: 329 viniDoc, 70 vini Docg, 118vini Igt) a cui è statodestinato il 60% dellaproduzione nazionale.

I NUMERI DEL 2012

517 viniDoc e Docg

Grande successo per “io disegno” corso di pittura creativa

Siderno

Polsi

MAMMOLA

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Parlandodi...

La verità dell’Iridedi Benjamin Bowson

Tutti ne indossiamo uno, diverso nel tessuto enello spessore, secondo la temperatura e lastagione. No dovrebbe, in teoria, esserci alcun-ché di strano. Però, perché ultimamente sisentono in giro tanti però. Uno che, indiffe-rente alla caligine o al gelo, perennementeindossa lo stesso tipo di maglione un po'inquietante lo è. A dire il vero anche un illu-stre medico indossa sempre un maglioncinobianco a collo alto, ma questo è di cotone esopra ci metti o ci togli un qualcosa in armo-nia col tempo, un vezzo semmai, non un allar-me. Un vezzo era anche quello del Giannidella fiat, l'orologio sul polsino. SergioMarchionne invece inquieta. Da lui dipendo-no centinaia di vite lavorative, e lui imperterri-to apre e chiude stabilimenti indifferente aldramma. Attento solo al suo maglioncinoscuro, indifferente al tempo, all'occasione eagli ospiti. Lo dico francamente, mi fa paura.E io in fabbrica non ci sono mai passato. Hofatto altro per vivere. Altro che mi ha causatocosì tanti danni da darmi il coraggio per direche un superuomo come Marchionne ha qual-cosa che non va. Cosa mi potrà fare, chieder-mi i danni? Faccia pure, di beni al sole non neho e trovare quelli nascosti è ormai impossibi-le. Farmi arrestare? Ci provano in tanti, eprima o poi qualcuno ci riuscirà. Posso dirlosenza timore. Marchionne si crede un dio.Ultimamente oltre al maglione lo prova labarba, sufficientemente candida da farne unguru. Appartiene alla razza che tutto può.Intoccabile, inossidabile. Impassibile alle sup-pliche quanto un dio pagano. All'Italia nondarà più, e tutti a corrergli dietro come se nonfosse stata l'Italia a dare tanto, troppo, a lui, aisuoi predecessori e ai suoi padroni, chesull'Olimpo stanno un gradino sopra al suopadrone. Beh, vi dico che il dramma non èvostro. Piuttosto sarà degli americani, che vifregheranno un genio si ma dai gusti per ilvestiario altamente discutibili.

Questo il comunicato inviato alla tv locale RTV:«Alla luce dei recenti fatti e del clima che si ècreato, con proteste e minacce personali all'arti-

sta, l'organizzazione del concerto e il promoter localehanno deciso di sospendere il concerto di AntonelloVenditti previsto per il 28 settembre a Vibo Valentia. Ibiglietti potranno essere rimborsati presso i punti diprevendita dove sono stati acquistati entro e non oltreil 10 ottobre 2012».L'artista, dopo aver offeso la Calabria definendola una“terra di passaggio” e chiedendosi pubblicamente “MaDio perché l'ha creata?”, avrebbe voluto esibirsi a Vibo.Non vende però i biglietti (il cui costo andava dai 40 ai60 euro) e l'ufficio stampa giustifica il flop colossaledichiarando che sarebbe stato minacciato. E da chi?Certo non dai calabresi.

Mai fidarsi di unuomo in maglione

Concerto di Venditti? Il Sud “passa”!

Il governo Monti, sostenuto da PdL (Berlusconi), Pd(Bersani e Renzi), Udc (Casini), Fli (Fini), ApI(Rutelli), Radicali Italiani (Pannella e Bonino), MpA,ha deliberato di impugnare, dinanzi alla CorteCostituzionale, la LeggeRegionale n.22/2012 dellaRegione Calabria “Norme per orientare e sostenere ilconsumo di prodotti agricoli anche a chilometri zero”in quanto contenente disposizioni che, nel favorire lacommercializzazione dei prodotti regionali, ostacole-rebbero la libera circolazione delle merci nazionali.Questo, secondo Monti, sarebbe in contrasto con iprincipi comunitari. La diatriba si è aperta per l’uso,nella stesura della legge, del termine “Calabria”, pron-tamente sostituito dal termine “territorio”. Tutto èandato a posto dunque, e il chilometro zero nondovrebbe temere ulteriori ostacoli. Un’iniziativaimportante considerato che oggi, su 100 euro di spesafatti al supermercato dal popolo meridionale: 94 torna-no alle aziende del Nord, e solo 6 restano sul territorio.

Calabria “anticostituzionale”?

DOMENICA 23 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 30

Un’altra settimana si apre con grinta, coni pensieri perfettamente a fuoco. Siatesaggi nella gestione delle energie. Fino amercoledì la determinazione sarà ai mas-simi livelli, però potrebbero nascere pic-cole incomprensioni nelle relazioni. Lapersona amata si sentirà molto attratta davoi. Non fatevi mancare un’escursione, ouna gita fuori porta. Attenzione ai compi-ti quotidiani.

ARIETE

Se vivete una buona vita affettiva avrete lapossibilità di renderla ancora più armonicae soddisfacente. Una tenera amiciziapotrebbe trasformarsi in amore se siete sin-gle. Sul lavoro preparatevi bene per ognievenienza, così da non essere presi allasprovvista. L’energia psicofisica questa setti-mana continuerà a essere bassa. Siete piùempatici e non avete timore di mostrarlo.

TORO

Vi sentirete molto in forma. Prenderetedelle decisioni in linea con quanto avetefatto fino a questo momento, anzi potresteimpegnarvi di più se avete un progetto giàavviato che stenta ad essere concluso pro-prio a causa dello scarso impegno profuso.Nonostante il tempo infatti, voi avrete unamarcia in più da sfruttare in ogni caso.Sognare va bene, ma ogni tanto bisognafare un confronto con la realtà.

GEMELLI

Qualcosa di gradevole può realizzarsi sulfronte amoroso. Ma per il grande incen-dio dei sensi dovete aspettare ancora unbel po’. La scarsa forza consiglia impegnidi routine, ritmi rallentati e lavori rassicu-ranti. Raccomandata attenzione nelmaneggiare strumenti elettrici e prudenzasulla strada se vi servite di mezzi. Il fasci-no questa settimana non vi manca.

CANCRO

Sempre pronti a partire per la grande pas-sione, senza però avere la cotta facile.Avete la tendenza a prendere le distanzefinché non siete sicuri di essere corrispoti.Carichi come sei di fresca vitalità, voglia didivertirti, viaggiare e amare. Questa setti-mana è segnata da maggiore concretez-za.Il vostro umore è positivo e vi permet-te di coinvolgere le persone che vi stannopiù a cuore nei prossimi progetti.

LEONE

Mettete un po’ di fuoco nelle azioni cheintraprenderete, il che non significacospargere di benzina qualche interlocu-tore prepotente, bensì agire in manieradecisa in una questione finanziaria.Fortunatamente le prospettive sentimen-tali torneranno ad essere brillanti. Manon fate colpi di testa e pensate beneprima di cambiare!

VERGINE

Le vostre aspettative saranno rispettateperché riuscirete a superare brillantementei pochi ostacoli che troverete sulla vostrastrada. Venere si è spostata in aspetto disso-nante e genera qualche incomprensione inamore. Lavorate anche ad agosto? No pro-blem! Avete buone prospettive e molti pro-getti in corso. Fateli crescere. La prudenzanon è mai troppa, è vero, ma voi rischiate dinon godervi la vita se non vi rilassate!

BILANCIA

C’è qualcosa da scoprire? Con il tuo intui-to che ha quasi del magico, con il tuo spiri-to critico e indagatore, arrivi in fretta allasoluzione. Le difficoltà non ti spaventanomai. Introverso e profondo, non apri facil-mente le porte del tuo cuore, ma se accade,è per sempre, o quasi. Sei aggressivo, quan-do si tratta di prendere le decisioni cheriguardano le persone vicine a te!

SCORPIONE

L’imprevisto si intrufola come un conod’ombra in questa domenica. Gli eccessiin qualsiasi campo rischiano di mettervi incrisi. Se ci tenete a salvare un rapporto,muovetevi con cautela. Ci vorrà un capo-lavoro di diplomazia per riparare a tutto enon scontentare nessuno. Non avretetempo di spassarvela come volete. Siatecomunque coraggiosi e lanciatevi a capo-fitto nelle nuove iniziative.

SAGITTARIO

Le ore della domenica si sgranano lente auna a una. Un eccessivo rilassamentoattenta alle sorti della vostra domenica.Verso sera vi sentirete instabili e nervosi.La vostra affettività sarà disturbata dallaLuna. Possibili problemi connessi a unavecchia questione. Tutto quello che sa dipolvere e passato, risulta disturbante.

CAPRICORNO

Simpatici e trascinanti. Probabilmente,conoscerete persone nuove, che rende-ranno la routine gradevole. Non trascura-te scadenze e cercate di essere più costan-ti e disponibili. La fortuna sosterrà chiopera nel settore turistico. La possessivitàche vi ha caratterizzati negli ultimi giornilascerà il passo a un modo di comunicaremolto più libero.

ACQUARIO

Dopo quattro mesi la vostra vita amorosae sociale è pronta a regalarvi di nuovomomenti felici. Sul lavoro non tentateancora nuove esperienze. Meglio stare alproprio posto e limitarsi a svolgere i com-piti che vi vengono assegnati. Sarete piut-tosto inquieti questa settimana sopratuttose vi costringeranno a essere statici.

PESCI

L’OROSCOPO

B R I G A N T I

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la Riviera

DOMENICA 23 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 31

Blob of the week

Lo staff del “Bar Firenze” ringrazia tutti i clienti e icollaboratori, per le stupende serate trascorse insie-

me durante i festeggimanti della SS Madonna diPortosalvo e rinnova l’appuntamento al prossimo

anno.

Buon compleanno piccola principessada mamma, papà e Andrea

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1 Roccella come la “Love Parade” di Berlino 2 Presidi a confronto 3 L’assessore Rao addestrail giovane consigliere Loiero 4 Consigli per levacanze 5 Vacanze per il “barone” Macrì e figli 6 La combriccola dell’Allegria 7 Avvistato aSiderno il nuovo cast delle “Iene” 8 A Polsi con ilsindaco Giorgi e il presidente Raffa 9 La panchi-na della saggezza 10 Il super Fabio a pesca diperle nello splendido mare di Bovalino 11 Beccati, al Consiglio, Marciano e Cananzi 12 Dopo vari avvertimenti l’onorevole Ferreripassa ai fatti. Ha giurato di bruciare lo scooter alnostro editore13 Vincenzo, il benzinaio più sexy daMonasterace a Bova Marina14 Antonio, grande amico di Vincenzo, non lo las-cia mai solo 15 Fabrizio, Mario senior e l’eredeMario junior 16 I fusti della lista Scopelliti, ilGovernatore punta sulla bellezza 17 Ricordi d’estate per i bambini meno fortunati

Giuseppe Santacroce, dottore in Media design eArti multimediali NABA-Milano. Congratulazioni

dalla tua famiglia!

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