la riviera n°34 del 18-08-2013

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foto Angelo Maggio

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La Riviera n°34 del 18-08-2013

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DOMENICA 18 AGOSTO 2013 LA RIVIERA 02

La Bottegadella LocrideTutti vorremmo poter avere a pochi passi un agricoltore di fiducia da cui anda-

re ad acquistare frutta, verdura, olio e ogni genere di prodotto della terra. Cipiacerebbe perché garantirebbe la qualità dei prodotti, la loro freschezza e la

genuinità di ciò che acquistiamo. A Locri da sabato 10 Agosto tutto ciò è possibile ne “La Bottega della Locride”, ilnegozio aperto, in Corso Vittorio Emanuele 108, dall’azienda agricola di GiuseppeCapogreco. “La Bottega della Locride” fa parte delle 7000 attività che hanno ade-rito al progetto della Coldiretti Botteghe di Campagna amica, in questi punti ven-dita i clienti possono trovare solo prodotti italiani, certificati e provenienti da azien-de agricole iscritte alla Rete Coldiretti. Nessun intermediario e nessun processoindustriale, è come se si andasse nell’orto del contadino o dall’allevatore e si com-prassero verdure o salumi appena confezionati. Giuseppe Capogreco, imprenditore agricolo di successo, ha aderito al progettoCampagna Amica per aiutare le persone a riscoprire la genuinità della nostra terra,dei nostri prodotti. L’azienda della sua famiglia coltiva le terre di Locri dal 1888 elui spera di poter passare il testimone ai suoi figli come il suo bisnonno ha fatto consuo nonno e come quest’ultimo ha fatto con suo padre. «Riuscire a far riscoprirela qualità dei veri prodotti della terra agli abitanti della Locride è anche l’unicomodo per far risollevare l’economia vera» ci dice l’imprenditore. Nella Bottega della Locride infatti troverete sottoli, sottaceti, verdure e frutta di sta-gione, confetture, marmellate, liquori, olio, tutto prodotto nei terreni dell’aziendaCapogreco di Locri. Ma non solo. Anche prodotti caseari e salumi di qualità e pro-venienti da aziende locali e che hanno aderito alla rete di produttori Coldiretti. Larete Coldiretti garantisce la tracciabilità dei prodotti e supporta la filiera italiana eil Km Zero. Tutto ciò garantisce al cliente non solo la qualità di ciò che acquista eporta in tavola, ma anche prezzi vantaggiosi, infatti eliminando le intermediazionisi abbattono pure i costi.Appena entrerete nel negozio riscoprirete l’atmosfera da antica bottega e incontre-rete personale cordiale e disponibile che vi aiuterà nell’acquisto e vi fornirà ogniinformazione su come conservare, consumare e, magari, cucinare i prodotti. Edinoltre la bottega non si limita ad offrirvi solo il meglio dei prodotti agricoli e d’al-levamento locale, nel negozio troverete infatti anche il migliore artigianato calabre-se. Solo eccellenze nostrane scelte con cura per voi. La cura dei dettagli con cui èstata allestita l’esposizione all’interno della bottega rispecchia l’attenzione verso laclientela che l’azienda Capogreco e i suoi dipendenti riservano ai propri clienti.

DOMENICA 18 AGOSTO 2013 LA RIVIERA 03

QUEST'ANNO NIENTE SOLDI PER I CANAD-AIR

A PENSARE MALE SI FA PECCATO, MA I FATTI ...

ANTICA KAULON: GLI SCAVI EFFETTUATI GRAZIE A LA SCUOLA MEDIA DI VIBO

L’archeologia ed il patrimonio culturale sono ancora in gradodi entusiasmare e stupire il grande pubblico. Nel 2012, in chiu-sura della campagna di scavo effettuata dalla Soprintendenzaper i Beni Archeologici della Calabria (direzione scientificaM.T. Iannelli, coordinamento sul campo dott. F. Cuteri), veni-va annunciato il ritrovamento di un mosaico raffigurante undrago in uno degli ambienti dell’impianto termale dell’anticacittà di Kaulonía (odierna Monasterace). L’importanza del rin-venimento, destinato a riscrivere la storia della presenza grecanella nostra regione, è però stata recepita solo da un gruppo diragazzini della scuola media “Amerigo Vespucci” di ViboMarina, gli unici ad aver rinunciato alle proprie paghette persovvenzionare, con una donazione di 3 mila euro, la campagnadi scavo 2013, consentendo così a un gruppo di volontari dicoprire le spese di vitto durante le 5 settimane di scavo.Ragazzini veggenti o istituzioni cieche? Propendiamo per lalungimiranza degli studenti, dal momento che l’ultima campa-gna di scavo, conclusasi il 10 Agosto scorso, ha confermato l’e-stremo valore della scoperta. Infatti, il 22 Luglio scorso venivaannunciato, tramite il canale ansa.it e il tweet del MinistroBray, che quello di Monasterace era il più grande, e forseanche il più antico, mosaico greco della Magna Grecia. Il ritro-vamento ha sorpreso e commosso non soltanto il team diarcheologi e di studenti, ma anche il pubblico di visitatori cheè accorso sul posto per poter ammirare i 30 metri quadrati dipavimento musivo policromo, popolati da creature marine,delfini e draghi, poste a cornice di un elegante tappeto florea-le. La ripulitura del mosaico, effettuata nel corso della campa-gna di scavo di quest’anno, ha evidenziato alcune sottigliezze,quali l’uso di laminette in piombo per delineare la sagoma deidraghi e dei delfini e la presenza di alcuni colori particolari(verde e rosso). La sala, destinata all’abluzione comune, avevaun programma figurativo ben definito, come sottolineato dal

dott. Cuteri: il drago, essere mitologico e per antonomasiaapotropaico, veniva considerato in grado di allontanare ilmale; il delfino (figura benefica) rimanda al mito greco diDioniso con i pirati, che è una storia di salvezza e redenzioneattraverso l’acqua. I Greci che entravano nella “Sala deiDraghi e dei Delfini” erano in grado di leggere le immaginiacquisendo coscienza del potere catartico dell’acqua, in gradodi liberare corpo e spirito dalle impurità.Con questo messaggio, attraverso la patina del tempo, i Grecidi Kaulonía hanno cercato di tramandarci l’Amore per ilcorpo, per il proprio essere e per le radici. Un messaggio, chepare non essere stato recepito dalle istituzioni, dal momentoche, nonostante le numerose visite (tra le quali si ricorda lapresenza del critico d’arte Sgarbi e dell’Assessore regionalealla Cultura Caligiuri), il futuro del drago e del suo corteomarino sembra quantomai incerto: l’incuria e il disinteressedelle istituzioni potrebbero danneggiarlo più di 2 millenni distoria. Quello che potrebbe configurarsi come un polo d’attra-zione per il turismo regionale rischia, infatti, l’interramento. Inmancanza di fondi adeguati a garantire la sua conservazione ela sua valorizzazione, il grande mosaico, che tanto ha fatto par-lare di sé e della Calabria, corre il pericolo di essere ricopertoper garantirne la protezione e bloccare il processo di deterio-ramento, cui un’esposizione non controllata lo condannereb-be. Ma è davvero necessario riconsegnare alla terra quello cheil tempo ha preservato e donato? No, non è necessario se sare-mo in grado di fare tesoro dell’insegnamento dei Greci. Soloallora non sarà necessario ricoprire il drago con un velo di terrasotto i centimetri della nostra indifferenza.

Dott.ssa Chiara Mauro – Archeologa, volontaria agli scavi di Kaulonía

La crisi incombe, non ci sono soldi, i finanziamenti scarseggiano e anche gli incendidiminuiscono. L’anno scorso è stata un’emergenza continua, ogni giorno un canadairsorvolava le spiagge della Locride. Quest’anno nulla, non se n’è visto neanche uno.Sarà un caso ma finiti i soldi anche l’emergenza si è ridimensionata. Sarà una coinci-denza, ma a pensare male di solito si indovina.

e niente incendi...

ANTONIO CONDÒ

Odio le scommesse, non sono abituatoa frequentare questo strano e forsemai troppo noto mondo in cui non si

capisce se è meglio affidare al caso, alla for-tuna propria, alle capacità od ai demeritialtrui la possibilità della propria “vittoria”.Amo,di contro, le “scommesse” utili, quelleintese come momento di civile e leale con-fronto con se stessi e con gli altri. Sono le“scommesse” metafora, quelle impresespesso difficile ma nobile sul cui esito nessu-no può puntare un centesimo considerati itanti punti interrogativi che lo accompagna-no. Nasce così, come una “scommessa” enon per scommessa, questo nuovo periodi-co quindicinale interamente ideato, conce-pito, costruito e diffuso in Calabria e, nellospecifico, in provincia di Reggio, nellaLocride. “La Riviera” nasce come periodicodestinato a tutti, comprensibile a tutti, qual-siasi sia l’argomento trattato, con lo scopo diaprire un nuovo e proficuo dialogo tra gliabitanti di questa nostra regione. Nonvogliamo apparire “catastrofici” ma in tantianni di maturata esperienza professionaleabbiamo dovuto constatare, nostro malgra-do, che uno dei problemi che più affliggonola nostra terra- ed in particolare certe zone -è la mancanza di dialogo tra la gente. Noi ciilludiamo di conoscerci, crediamo di cono-scerci ma in effetti spesso non sappiamocosa avviene in un comune distante da noipoco meno di dieci chilometri. Nei rapportiinterpersonali, poi, dobbiamo rivederemolte, troppe cose. La mancanza di dialogoci porta a chiudere sempre più in un guscioche alimenta i dannosissimi “ismi”: egoismi,personalismi e… campanilismi. Chi la pensadiversamente da noi è un “nemico”, le suecritiche - pur se costruttive - non hannosenso, non servono, sono dannose.Soffriamo ancora di mali assurdi, di senti-menti negativi (invidie, gelosie …) che nonaiutano certo la nostra terra a conoscere.Ebbene , se non saremo prima riusciti aritrovare un forte momento di coesione tranoi, pur nelle diversità politico-culturali esocio-economiche, difficilmente potremosperare in un futuro migliore. “La Riviera”intende, aprendosi a tutti, alimentare uncorretto dialogo tra i calabresi perché solocomprendendosi nella propria “famiglia” sipuò chiedere di essere compresi, capiti edapprezzati anche oltre i confini regionali.Un periodico aperto a tutti: alle istituzionicomunque intese, agli studenti, al volonta-riato, ai sodalizi, ai meno abbienti, agli han-dicappati, ai professionisti ed agli impiegati,agli imprenditori ed ai commercianti, agliartigiani, ai piccolissimi. A parte i servizicurati dal cast redazionale, infatti, “LaRiviera” intende ospitare i “contributi” diquanti hanno qualcosa da suggerire, da pro-porre,su cui far riflettere, da commentare.Non trattiamo la cronaca, a meno che non sitratti di episodi d’interesse collettivo, néc’interessano le polemiche o gli attacchi per-sonali o istituzionali fini a se stessi. La storiadella nostra regione ci ha insegnato fintoppo bene che le polemiche sono sterili e

deleterie se non si trasforma in civile con-fronto. Già, confronto, un termine che è giàdiventato il nostro “vangelo” e che vogliamoci accompagni durante questo nostro simpa-tico “viaggio” iniziato proprio quandomanca un anno e mezzo all’ingresso delterzo millennio. “La Riviera” non fa politi-ca, nel senso che non tratterà mai argomen-ti politici che nascondano “l’odore” della…sponsorizzazione di questo o quell’esponen-te politico. Essendo un periodico nato gra-zie alle genuine forze locali, “la Riviera” hala peculiarità di non essere stato “partorito”da alcun parlamentare, amministratoreregionale, provinciale o comunale, né daloro delegati o prestanome né da espressio-ni sindacali o di partiti o movimenti politici.“la Riviera” non avrà remora alcuna adospitare “articoli” concernenti iniziativepromosse, politicamente, da chicchessiapurchè d’interesse generale e destinate albenessere collettivo o al miglioramentodegli indici di democrazia, di giustizia diciviltà ed allo sviluppo socio-economicocalabrese nonché alla salvaguardia, tutela evalorizzazione dell’ambiente, del turismo,della cultura, del patrimonio storico-archi-tettonico. Saranno aperti ed offerti opportu-ni spazi alla vita ed all’attività delleAmministrazioni Comunali, delle AziendeSanitarie Locali, degli Enti in genere,delleScuole, del mondo della Chiesa e così via.Perché questo nome alla testata “laRiviera”? Un duplice significato-metafora,quasi una provocazione. La riviera,in sensogeografico, cioè la costa, viene da alcunidecenni considerata come il luogo idealeper lo sviluppo socio-economico, e soprat-tutto turistico. La fuga verso il mare ha finoad oggi spopolato gli antichi borghi interni.Ebbene , noi vogliamo pensare ad unariqualificazione anche dei più sperduti cen-tri collinari o montani ed immaginare un’u-nica, interminabile “riviera” lungo la qualetutti si stringono ipoteticamente la manoper formare una chilometrica catena umanae lottare insieme per un domani migliore.Ma “riviera”, nel linguaggio sportivo,signifi-ca anche l ostacolo dei concorsi ippici consi-stente in una siepe seguita da un fossatopieno d’acqua. Sono gli ostacoli che laCalabria da decenni incontra lungo il suocammino e che vorremmo ardentementepoter superare grazie alle forze di tutti icalabresi, alle loro capacità ed alle loro viveintelligenze che molti c’invidiano. Non pos-siamo non rivolgere un saluto ed un ringra-ziamento all’editore,che ha voluto onorarcidella direzione di questo periodico gratifi-candoci della sua fiducia. Ma non possiamonon rivolgere un saluto ed un augurio dibuon lavoro ai collaboratori ed a tutti colo-ro i quali rendono possibile l’uscita de “laRiviera”; all’Ordine ed al SindacatoRegionale dei Giornalisti, a quanti ci legge-ranno e, ci auguriamo, vorranno continuarea farlo collaborando, anche con preziosisuggerimenti, alla vita stessa del ……… loroperiodico. Il nostro viaggio è iniziato, conti-nuiamo ad affrontarlo insieme per salutarepiù fiduciosi il terzo millennio! Grazie.

Tonino Condò

Polaroid

CONTROCOPERTINA

15 anni convoi: 1998-2013

Ripubblichiamo il primo editoriale deldirettore Antonio Pio Condò uscito nelnumero zero del 15 luglio 1998

La Sala dei Draghi e dei DelfiniQuando la saggezza del passato si scontra con l’indifferenza del presente

DOMENICA 18 AGOSTO 2013 LA RIVIERA 04

Parlandodi...

LA SETTIMANA

Caligiuri, To Gerace with Love

Dicono i ben informati chel’improvvisa infatuazione del-l’assessore regionale Mario

Caligiuri per Gerace,dove ha trascorso giornidi vacanze operose in unBed and Breakfast (colseguito di comunicati

stampa), sia dovuta alrichiamo esteticomagnogreco, più

che alla cortesiadel sindacoVaracalli.

Locri, i tweet di Calabrese e Mammoliti

Ma il sindaco di LocriCalabrese e il consigliere di

opposizione Mammoliti,anziché acchiapparsi avicenda attraverso lungheinsinuazioni e verbose que-rele, roba mediaticamentesorpassata, non potrebbero

utilizzare twitter percantarsele di santaragione, consen-

tendo così anchei tweet di repli-

ca dei cittadi-ni?

Amarcord, Minniti e Italo Balbo In una intervista a “Sette” di anni fa, ilcompianto intellettuale di destra (apprezzato anche a sinistra) Giano Accame rivelò una ina-spettata simpatia per Marco Minniti, dichiarando che in un ipotetico governo lo avrebbenominato ministro della Difesa: «Minniti mi ha confessato la sua emozione perché da sotto-segretario all’Aeronautica usava l’ufficio di Italo Balbo». Minniti, che è colto quanto super-stizioso, forse ricordava la brutta fine che il celebre gerarca, aviatore fascista, fece nel cielo diTobruk. Adesso che Minniti si trova nell’ufficio erede dell’Ovra, la polizia segreta fascista, lasua emozione dovrebbe essere doppia.

Non candidabili anche i sidernesi?Dopo la decisione controversadel tribunale di Reggio di dichia-rare non candidabile alle pros-sime elezioni ammini-strative di Reggioanche l’ex sindacoArena, in seguito alloscioglimento delComune per mafia,lo stesso problemasi porrà anche perl’ultimo sindaco diSiderno, RiccardoRitorto?

Biondo Ape inOuting

PARCHEGGI SELVAGGI

L’uomodellasmart

Eccone un altro. L'uomo in Smart sarà andato al baro al Tabacchi? O magari in banca? Quello che è certoè che Siderno stamattina doveva essere talmenteinvasa da turisti e cittadini che lui non ha potuto pro-prio trovare un parcheggio con tutti i sacramenti.Questa ipotesi non sembra molto credibile. Mentre èmolto più probabile che il guidatore della micro mac-china abbia ben pensato che con questo caldo e conl'alibi “tanto sto solo cinque minuti” potesse posteg-giare la sua auto sul marciapiede e in pieno incrocio.Poco importa se i suoi cinque minuti e il suo fregar-sene degli altri e delle norme del codice possa averarrecato disagio a qualcun altro. Non è un suo pro-blema. Come non lo è di tutti quelli che parcheggia-no in doppia fila, che lasciano la macchina al centrodella strada, che posteggiano trasversalmenteostruendo mezza corsia. Il problema è sempre dell'al-tro automobilista, che, magari, gli impreca anchecontro ma poi trovandosi nella stessa situazione sicomporta esattamente come l'uomo della Smart.Per i lettori. Lo sappiamo che nel mondo ci sono pro-

blemi più seri. Sappiamo anche che nella Locridemanca il lavoro, la sanità è un disastro, le vie di comu-nicazione sono impercorribili e super trafficate, ecc.(potete aggiungere il problema che più vi sembraimportante). Noi ci speriamo ogni settimana per cer-care di produrre qualche articolo che possa interes-sarvi, che possa farvi indignare e incuriosire. Ma nonc'è niente da fare. Criticherete tutti questa notizia masarà sicuramente tra le più cliccate della settimana enon perché susciti in voi o nell'automobilista dellaSmart un po' di vergogna e di sano sdegno. Ma soloperché sono queste le notizie che attirano la vostraattenzione: macchine in divieto di sosta (per potercriticare “la pseudo notizia che oscura problemi piùseri”); morti ammazzati e arresti (però “sempre ascrivere male della nostra terra”); lo squalo e la bale-na spiaggiati (“ma vi sembra una notizia”). No, non cisembrano delle notizie fondamentali ma sono tra lepoche che catturano i vostri commenti e la vostraattenzione.

El.Ar.

la Riviera

3) LOCRI SEQUESTRATI DUE GAZEBO

1) BALENA SPIAGGIATA A CAULONIA

2) SIDERNO: IL CORSO, IL PARCHEG-GIO E L’UOMO SMART

5) ROCCELLA VENTENNE TENTA ILSUICIDIO

6) SE IL NORD CI RUBA L’ACQUA

8) TURISMO FALLIMENTARE, SIDERNO ÈL’ESEMPIO DEGLI ERRORI COMMESSI

Le notizie più lettedella settimana sularivieraonline.com

4) SIDERNO: CAPITANERIA SEQUESTRA107 OMBRELLONI E 34 SDRAIO

MERIDIONAL-MENTE di Enzo Carrozza

Commosse, la condizione degliafricoti, il cuore di ZanottiBianco. Pianse, dinnanzi aGiustino Fortunato e GiorgioAmendola, tenendo in mano unpane di Lentisco. Pane nero come la fame e durocome la roccia. Pane senza cuore.L’alluvione del 51, e molte altrepietà, portarono gli abitanti diCasalinuovo e Africo sul mare. Bianco cedette, per l’insediamen-to, un suolo cretaceo. Poco utiliz-zabile dal popolo di pastori econtadini scesi dalla montagna.Tribù antiche si ritrovarono,dopo ottocento anni d’isolamen-to, in una terra straniera, lontanidalla loro cultura, dalle loro abi-tudini. Bruciati dal sole e dagli

inganni dei politicanti. La man-canza di prospettive e di lavoro,la perdita delle radici, si mutaro-no, per lo più, in emigrazione eviolenza. La fisicità, utilizzata per vincerela natura della montagna serviva,adesso, per vincere l’ostilità dellamarina. La violenza si frantumòin mille rivoli e divenne rivoltapolitica, omicidi. Divenne costru-zioni disordinate, brutte. Divenne voglia di piegare gli abi-tanti delle marine ai propri vole-ri. Divenne ‘ndrangheta e faide emale, che ammorbò genti e paesi.Siffatta aggressività, non geneti-ca, viene prima di ogni organizza-zione criminale. È rabbia radicata nell’animo che

si esprime in sguardi e gesti disfida, in voglia di prevaricare. Èrabbia generata da ingiustizie,che genera ingiustizie. GliAfricoti sono stati soli e isolati,nella montagna, nella marina.Zanotti Bianco, Don Stilo hannocercato di spezzare l’isolamentocon poco risultato. La magistratura e le forze di poli-zia hanno avuto ancor meno suc-cesso. Quando la caserma deicarabinieri abiterà una strutturapriva di filo spinato e muri alti;Quando la politica e le marine siaccorgeranno di questo popoloantico, e ne capiranno l’atavico ebestiale isolamento forse, gliAfricoti, saranno meno soli enostri fratelli.

7) CAULONIA LA MALEDIZIONE DELBACOMAT HA COLPITO DI NUOVO

CCARARTOLINE MERIDIONALI TOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò

Agosto in AspromonteL’Estate che dipinge concolori squillanti i boschidella montagna, laoccasionale pioggia comeun argento vivo e illuccicare di molecole eclorofilla, profumo di aghidi pino e funghi, estormire di fronde e suonidel bosco. E presenzevive di ricordi ancestrali,divinità misteriose ad ognifonte e ad ogni incrocio, eil respiro della natura,sovrastante, come unanuvola di profumo verde.

Del popolo più solo della Calabria

DOMENICA 18 AGOSTO 2013 LA RIVIERA 05

Balena spiaggiata

Caulonia e ilbancomat in ferie

La carcassa di un’esemplare di balena, di cuinon è ancora chiara la specie, è stata ritrovatada alcuni bagnanti sulla spiaggia di Caulonia. Ilcetaceo, stando a quanto riferito da qualchecurioso presente sul luogo, pare sia morto damolti giorni. Al momento è stata chiamata unaruspa per poter rimuovere e recuperare la car-cassa lunga circa 6 metri.

CAULONIA

A Caulonia anche quest'anno la maledizionedel Bancomat del Banco di Napoli ha colpito.Per chi non conoscesse la storia, ve la raccontia-mo. Da qualche anno a questa parte in questoperiodo il bancomat va misteriosamente fuoriuso. Saranno i troppi prelievi a mandarlo incrisi? O magari in questo periodo anche lui habisogno di un po' di tranquillità?Di solito per riuscire a risolvere l'inconvenienteoccorrono almeno un paio di giorni. Chissàquest'anno se sarà rispettata la tradizione?

MALEDIZIONI

DOMENICA 18 AGOSTO 2013 LA RIVIERA 06

DOMENICA 18 AGOSTO 2013 LA RIVIERA 07

Copertina

ILARIO AMMENDOLIA

Siamo stati tutti fieri del calabrese Iaquintaquando giocava ai mondialiÈ l’orgoglio calabrese per quei suoi figli cheriescono a rompere le catene ed affrancar-si dai pregiudizi che pesano sul nostropopolo.Oggi la ditta del padre viene esclusa, conuna semplice decisione della prefettura diReggio Emilia, dai lavori di ricostruzionedei fabbricati danneggiati dal terremoto.“Una ditta in odor di mafia”. La famigliaIaquinta proviene da Cutro, Calabriaprofonda, quindi si porta addosso l’odoreche noi calabresi, esclusa l’eletta schiera diarcangeli e serafini, ci portiamo addosso.Non c’è stato alcun processo, GiuseppeIaquinta non ha riportato alcuna condannapenale, però a suo carico ci sono: una cena,un funerale, un cognato assassinato.Sembra di leggere un romanzo del Vergasulle catene che legano i “vinti” al loro tre-mendo destino.Se Iaquinta fosse cresciuto ad Oslo o aStoccolma avrebbe frequentato altri amici,partecipato ad altri funerali, ed il figlioavrebbe giocato con un’altra squadra.È nato a Cutro, presumo che qualche volta

possa esser invitato a cena da persone chelui ritiene amici a o partecipare a qualchefunerale.Tanti anni fa la Terra è stata calpestata daun Uomo che comandava: visitate i carce-rati e ci invitava ad avere estrema prudenzanel giudicare gli altri, di non dimenticaremai la nostra fallacia e di ricordarci sempreche nessuno ha il diritto di “toccare Caino”pur collocandoci sempre dalla parte diAbele. Povero Cristo, oggi l’avrebberoiscritto nell’albo nero della zona grigia

custodito nel museo della banalità.Tanti anni fa un magistrato calabrese cheha poi occupato il posto di procuratoredella Repubblica di Bologna scriveva nellaprima sentenza di condanna ad uominidella mafia “... la lotta alla delinquenzaorganizzata può essere utilmente fatta solosul piano giurisdizionale e non su quellodella sicurezza pubblica, la quale rappre-senta un bene riflesso rispetto al bene pri-mario che è la giustizia”.Nel caso Iaquinta, che poi sintetizza il casoCalabria, la giustizia ha reclinato docilmen-te il capo dinanzi ad una supposta - ma nonveritiera - esigenza di pubblica sicurezza.Senza Giustizia non solo non c’è sicurezzae non ci può essere libertà e democrazia,ma la stessa mafia non può essere sconfittaperché si alimenta e si legittima dalla pre-potenza e dal’arbitrio dello Stato.Iaquinta potrà dire, ai suoi figli che l’Italia èstata fiera di Lui come giocatore, dovràaggiungere, con voce sommessa, che haavuto un padre in odor di mafia. Avrà un’u-nica attenuante di esser nato in Calabria.Nei giorni scorsi la Confindustria diReggio, con grande ritardo, ha voluto ricor-dare la figura di Lillo Mauro. L’abbiamoammirato come ardimentoso capitano di

industria della “Mauro Caffè”in una cittàdifficile come Reggio. Ha creato una indu-stria in grado di competere con i colossi delNord Italia, è morto da ex galeotto pur nonessendo mai stato condannato. È morto trala viltà delle “persone perbene” sempresupini e silenti dinanzi ai poteri dominanti.Vedremo come andrà a finire la vicendagiudiziaria dell’ex assessore comunale diSiderno Antonio Commisso, liberato dallaCassazione. Ci sembra di poter dire che ireati come le responsabilità debbano esse-re personali, non possono essere ereditati

altrimenti l’eroe dei Cento Passi , PeppinoImpastato, sarebbe stato in carcere per averavuto un padre in odor di mafia.Noi calabresi, anche se pochi sembranoaccorgersi, viviamo in un duplice stato d’as-sedio. Lo Stato d’assedio della violenzamafiosa e quello culturale, politico, media-tico, giudiziario, poliziesco che nasce dauna scelta politica antimeridionalista diquesto Stato e dell’intera classe dirigente. Il pregiudizio contro i calabresi non è inno-cuo ma si trasforma oggettivamente in raz-zismo. Tutti coloro che si sentono migliori ediversi utilizzano contro di noi la forzadelle parole e quella delle legge per “ripu-lire” la società. In questo contesto si collocail caso Iaquinta. Il fatto che casi come quel-li citati e molti altri ancora ben più gravipassino sotto silenzio è il frutto dalle capa-cità di far apparire a tutti (perfino a noi chesiamo vittime) come naturale una storicainclinazione mafiosa dei calabresi. Moltidiranno noi non c’entriamo ,ma,come diceNadia Urbinati “La pericolosità del razzi-smo deriva dalla sua facilità di attecchire,alimentato da ignoranza e rifiuto di rifles-sione. È una gemmazione della pigriziamentale”.

Il “caso Iaquinta” è il “caso Calabria”ODORE DI MAFIA

La ditta del padre delcalciatore viene esclusa dailavori di ricostruzione postterremoto in Emilia. “Unaditta in odor di mafia”. Lafamiglia Iaquinta proviene

da Cutro, Calabria profonda,quindi si porta addossol’odore che noi calabresi

JIM BRUZZESE

“Qui comando io”. Nicola Gartteri lo hadimostrato coi fatti. Guidato dallo SpiritoSanto e dal 416 bis, con il ghigno e la con-vinzione di chi possiede le chiavi delPurgatorio, Gratteri ha destinato in gale-ra una grossa fetta di Locride. Con più missioni al limite dei dirittiumani e delle garanzie individuali ha sot-tomesso non i mafiosi ma i comporta-menti mafiosi, uno stile di vita e non iltraffico di droga, parole d’ordine inveceche pistole. Il magistrato di Gerace hadeciso un attacco frontale contro la sub-cultura ‘ndranghetista. Come gli Usa coni Talebani ha incornato nel mucchio,abbattendo di indotto anche quel“Vogghiu i/u trasu i drittu” di coloro che,fino a due anni fa, tormentavano l’ingres-so dei party estivi tra Capo Spartivento ePunta Stilo. Quando qualcuno gli impediva l’entratanelle discoteche scattava la rissa. Ederano mappine, pugni e tormenti, quan-do andava bene. Se la questione degene-rava invece c’era sempre uno che sfoggia-va il ferro. Poi, il giorno dopo, mentre iproprietari dei locali erano alle prese coi

pienoni, la fatica, il sudore tra i fornelli,per garantirsi uno stipendio nei restantimesi dell’anno, i bellicosi di matrice‘ndranghetista, con l’immancabile parolad’onore prima d’ogni frase, ve lo garanti-sco sui miei dopo, tornavano in gruppoper riparare il danno. Per risolverla a lorouso facevano perdere ulteriore tempo econcentrazione ai proprietari dell’attivitàfronte mare, che subivano tutta la pesan-tezza di quel rito obbligatorio. Con lapietra sull’anello e la camicia stretta e arighe lasciata libera sopra i pantaloni, sigonfiavano come pavoni, si riempivano labocca ostentando appartenenza a chivantava titolarità all’interno della cupolacriminale reggina. Quest’ultima è statasmantellata dalle mille forzature dellamegaoperazione antimafia Crimine e daquelle dei suoi satelliti, Recupero, BeneComune, Reale, Saggezza.Ma un primo risultato c’è, facendo idovuti scongiuri: i potenziali ‘ndrangheti-sti entrano di meno alle feste, sempre ditraverso e mai di dritto, scrutano di sot-tecchi. Si sentono spaesati senza chi nongli fa più le veci o non li protegge l’arro-ganza. E ancora, latitanze, cubicoli, anti-depressivi divorzi e miseria non piaccio-

no. La ‘ndrangheta da barbiere non con-viene. Oggi c’è una diversa consapevolez-za, sono chiare alcune conseguenze dideterminati comportamenti tribali. Gratteri ha accantonato, senza discutere,tutta la filosofia occidentale, daAristotele a San Tommaso, da Bacone aHume. Ha sì rivisitato i Borgia e momenti neri,ma ha prodotto un miracolo. Gliene chie-diamo un altro: mentre i party e le festesono puliti, il mare è sporco, maledetta-mente indegno. Un po’ di Purgatorio per chi delinquesull’asse Catanzaro-Roma (e non solo esempre sulla Reggio-Milano) sarebbegradito.Il capo d’accusa? Sfacciataggine, vergo-gna, distrazione di fondi pubblici, falli-mento turistico, disperazione occupazio-nale, spaccio di malattie infettive e(forse) tumori. Santo? Se Nicola Gratteri s’occupasseanche di come burocrati e prestigiatoricoprono i buchi di bilancio nelle provincecon centinaia di milioni di euro di fondidestinati ai lavori pubblici (depuratori,discariche, cassonetti, etc.), sicuramente.Subito.

Missioni Gli chiediamo di realizzarne anche un altro: un po’ di Purgatorio per chi delinquesull’asse Catanzaro-Roma (e non solo e sempre sulla Reggio-Milano) sarebbe gradito.Il capo d’accusa? Sfacciataggine, vergogna, distrazione di fondi pubblici, fallimentoturistico, disperazione occupazionale, spaccio di malattie infettive e (forse) tumori.

possibili

Adestra: il pm geraceseNicola Gratteri, titolare di

alcune delle più importaniinchieste antimafia nella

Locrdie.In alto e in basso: due feste

organizzate in due tra ilocali estivi più frequentati

della zona.

Il miracolo di GratteriCalano a picco le risse di matrice ‘ndranghetista nei party di un’estate sporca e indecente

Parlandodi...

COPERTINA

Roccella Jazz Festival

Tentativo diboicottaggioe scippo?

L’ex senatore, Sisinio Zito, ha sparato a zero contro i“cospiratori” nemici del Festival di Roccella: la Regione,l’ex direttore artistico, Paolo Damiani, e i festival delcosentino e catanzarese. Anche per quest’anno ilFestival comunque si terrà, ma sulle prossime edizionialeggia un grosso punto interrogativo.

«Stanno provando a scippare il Festival Jazz a Roccella» è questa l’accusa tuonata da un infervorato Sisinio Zito duranteil consiglio comunale straordinario tenutosi a Roccella Jonica martedì sera. Zito non ha risparmiato nessuno nel suo inter-

vento e i toni si fanno accesi quando ha chiamato in causa Paolo Damiani, ex direttore artistico della manifestazione, che a diredell’ex senatore avrebbe anche approfittato della sua posizione per favorire artisti non all’altezza del festival roccellese.

A innescare la miccia e a mettere in forse la realizzazione della 33esima edizione del Roccella Jazz è stata la mancata erogazionedell’anticipazione del contributo del Ministero dei Beni Culturali su cui annualmente la Fondazione Rumori Meditteranei, organiz-

zatrice dell’evento, può contare. Quest’anno il contributo ottenuto sarebbe di 200.00Û e l’anticipazione del 60% erogata di solito trafine luglio e i primi di agosto doveva essere di 138.00Û. Ma contrariamente alle passate edizioni l’anticipazione 2013 sarà corrisposta

alla Fondazione ai primi di settembre. Questo ritardo ha mandato in tilt Zito e tutto il baraccone e ha fatto gridare al boicottaggio neiconfronti di questa storica manifestazione. È infatti in corso una vera e propria guerra a suon di finanziamenti e comunicati stampa tra il

Festival di Roccella e il Peperoncino Jazz di Lamezia Terme. È circolato in questi giorni un comunicato stampa di Egidio Ventura, diretto-re artistico della manifestazione lametina, in cui possiamo leggere: «Certo che la Regione sponsorizzando 470mila euro a Rumori

Mediterranei, facendogli vincere due bandi contemporaneamente è un offesa alpudore, non perché la manifestazione che organizza Roccella Jonica non abbia valo-

re, ma lasciare cadere altre manifestazioni come il Lamezia Jazz che hanno portatolustro alla Calabria non è certamente positivo». E sono partiti attacchi anche da ex par-tecipanti all’evento, i musicisti Max Aloe e Mirko Guerini si sono lamentati pubblica-mente dei mancati pagamenti per le loro performance, ma non solo: «Ma la cosa piùvergognosa è che mi sono confrontato con decine e decine di colleghi (che possono for-nire la loro testimonianza e far visionare i contratti) che non hanno ricevuto compensidopo due, tre, quattro anni. Da più di vent’anni faccio professionalmente il musicista dijazz e non mi era mai capitato di assistere a una simile situazione né in Italia, tantomenoall’estero. C’è addirittura una mailing-list dei lavoratori mai pagati da questo festival diRoccella Jonica. Lo stesso direttore artistico, il noto violoncellista Paolo Damiani, haabbandonato la direzione artistica perché sfibrato da questa situazione».L’organizzazione del Festival non si è certo fatta insultare in silenzio e ha risposto a pienipolmoni con le stesse armi e ponendo all’attenzione di tutti la precaria condizione eco-nomia cui ogni anno sono costretti a far fronte. «La ragione del ritardo nel pagamentodei compensi ad alcuni artisti consiste esclusivamente nell’ampio decorso di tempo tra l’assegnazione dei contributi pubblici e l’effettiva eroga-zione dei medesimi. In altri termini, al passaggio di mesi, od anni, tra l’attribuzione del finanziamento pubblico e la reale disponibilità del dena-ro, derivante da lungaggini burocratiche incompatibili con qualsiasi principio di economicità di gestione (come ben sa qualsiasi creditore dellaP.A.). Questo fenomeno, così come la disattenzione assoluta di possibili sponsor privati (Roccella è il solo Festival di rilevanza internazionaleche non beneficia, da anni, di una sola sponsorizzazione privata di rilievo: forse per la sua collocazione “in un angolo della Calabria”?), èstato più volte da noi indicato agli artisti creditori come unica causa del ritardo, e denunciato nel pubblico dibattito».Anche per quest’anno però il Festival si è salvato in extremis. La bufera sollevata dalla Fondazione ha portato i consiglierei comunali a met-tersi una mano in tasca e ad accettare di contribuire alla realizzazione del Festival rinunciando alle indennità e ai gettoni di presenza per-mettendo così di prelevare dal fondo Turismo e Spettacolo del Comune fino a 11mila euro. Ma soprattutto al termine del consiglio l’as-sessore al Bilancio ha ottenuto il permesso di reperire, in attesa dell’erogazione del finanziamento, le risorse da anticipare per non annul-

lare i concerti programmati.Eleonora Aragona

DOMENICA 18 AGOSTO 2013 LA RIVIERA 08

Le accuse di Zito

DOMENICA 18 AGOSTO 2013 LA RIVIERA 09

la Riviera

Canalizzate principalmente sul Medio credito centrale, le domande presentate fino ad orasono state in tutto un centinaio, in prevalenza dall'area del cosentino e del catanzarese. «Laprovincia di Reggio Calabria è ancora timida rispetto alle opportunità, forse non ha coltoappieno ciò che si può generare. Una decina di queste domande sono in fase di deliberaper poi arrivare all'erogazione del credito».

«Come comitato diinvestimenti stiamo

cercando di accelerareil processo di avvio

semplificando il piùpossibile le procedure,indirizzando i fondi a

quelle imprese chepossono essere il

nucleo attraverso ilquale rilanciare il

“sistema Calabria”,tutto nella massima

trasparenza».

Acento giorni dalla presenta-zione del progetto Jeremie(Joint European Resourcesfor Micro to MediumEnterprises – Risorse euro-pee congiunte per le picco-

le e medie imprese) per il finanziamentodi circa 95 milioni di euro a favore dellepiccole e medie imprese calabresi abbia-mo chiesto a Paolo Commisso, presidentedel Comitato di Investimento del fondo, ditracciare un primo bilancio dell’iniziativa. «Le domande presentate fino ad oraammontano a circa la metà dell'importocomplessivo e il Medio credito centrale èin fase di delibera delle prime erogazioni.L'obiettivo è che questi fondi strutturalidiventino operativi a favore delle impresecalabresi. Per quest'anno l'intento è diallocare almeno 14 milioni di euro alleaziende, dei circa 90 milioni a disposizio-ne, da farsi entro dicembre, un terminemolto ridotto tenendo conto del sistemadel credito in generale». Canalizzate principalmente sul Medio cre-dito centrale, le domande presentate finoad ora sono state in tutto un centinaio, inprevalenza dall'area del cosentino e delcatanzarese. «La provincia di ReggioCalabria è ancora timida rispetto alleopportunità, forse non ha colto appienociò che si può generare. Una decina diqueste domande sono in fase di deliberaper poi arrivare all'erogazione del credi-to». Jeremie mette a disposizione per iltramite della Bei, la Banca europea degliinvestimenti in concerto con due bancheistituzionali, selezionate dal Fei, il Fondoeuropeo per gli investimenti, e cioè ilMedio credito centrale ed il Banco diNapoli, circa 90 milioni di euro alle impre-se calabresi con un fondo rotativo che avràun impatto sul tessuto regionale di oltre350 milioni di euro. «Il processo rotativorenderà questi fondi disponibili nel corsodegli anni fino al 2017 e, via via che rien-treranno, verranno nuovamente rimpe-gnati». Per Commisso un altro aspetto moltoimportante verificatosi in questi centogiorni e che il Banco di Napoli ha organiz-zato sul territorio i propri uffici, in mododa venire incontro alle esigenze delleimprese e in più con la scheda di prodot-

to, approvata dall'Investment bord delJeremie a Roma, alla presenza di EugenioCaniglia responsabile Calabria delJeremie per l'istituto di credito, lo stessoBanco di Napoli si rapporterà direttamen-te con le aziende, erogando finanza entroi termini. «Con l'inizio di settembre il Banco diNapoli provvederà a dialogare con leaziende, quest'ultime è bene che sappianoche potranno rivolgersi alle filiali, perpoter accedere ed essere eleggibili all'ac-creditamento dei fondi». L'obiettivo è didimezzare il costo del capitale sul sistemadelle imprese calabresi le quali potrannocontare, se eleggibili, su 10 mila euro dierogazione fino ad un massimo di 900 milaeuro, importi che valgono tanto per leaziende già avviate con gli ultimi duebilanci in una condizione, appunto, dieleggibilità, ma anche per quelle in “startup”, alle quali si chiederà un contributointegrativo di conoscenza e informazioneche ovviamente va a tutela dell'erogazionedel credito stesso. Informazioni puntualiper capire se si è eleggibili al fondoJeremie possono estrapolarsi anche daisiti dei due istituti di credito. «Come comitato di investimenti stiamocercando di accelerare il processo di avviosemplificando il più possibile le procedu-re, indirizzando i fondi a quelle impreseche possono essere il nucleo attraverso ilquale rilanciare il “sistema Calabria”,tutto nella massima trasparenza. Non verrà erogato denaro a chi non ha lequalità di generare occupazione ed inve-stimenti quindi, la nostra è e sarà un'atti-vità di controllo enfatizzata al massimo inmodo che pochi, ma buoni denari arrivinoalle imprese. Un altro aspetto, rendere piùflessibile la cessione al credito, acceleran-do il meccanismo e ammorbidendo legaranzie richieste agli imprenditori, utiliz-zando i cofidi, sistemi di cogaranzia delcredito medesimo. Poco utilizzati nell'erogazione del creditoin Calabria, se non rare eccezioni, in que-sto caso il “matrimonio” tra istituti di cre-dito, fondi Bei e di cogaranzia diventaindispensabile, altrimenti molti soggettiavrebbero difficoltà a raggiungere uncerto livello di affidabilità creditizia».

Emanuela Alvaro

Paolo Commisso: «Imprese dellaProvincia troppo timide»

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ILARIO AMMENDOLIA

La scorsa settimana abbiamo narrato la sto-ria di amore che si trasforma in un dramma.Questa settimana parleremo di una storiavera che nasce in un clima di violenza, diabbrutimento, di emarginazione sociale.Angela era una ragazza delicata, quasibella, viveva in una piccola frazione abitatada poche famiglie, tutte imparentate fra diloro. Era nata dopo otto figli, sei femmine edue maschi. A sette anni accudiva il fratelli-no più piccolo, ad otto pascolava le capre,ad un undici il padre le affidò un vitellinoche la famiglia cresceva a “soccida” per ilpadrone; a tredici anni impastava il pane aquattordici faceva il bucato al fiume; a sedi-ci anni la chiesero in sposa. Non aveva mai

deciso niente nella sua vita e non deciseneanche in questa occasione. Così la porta-rono dal prete, ammazzarono una capra,servirono il vino, le comprarono un “vestitoamericano” usato di quelli che si vendevanonella piazza del paese, e così dopo una scar-na cerimonia il marito la portò sul dorsodell’asino verso la sua nuova casa. A diciassette anni era già mamma, accudivail bambino, dava da mangiare al maiale,faceva il bucato, impastava il pane, cucina-va, puliva la stalla ed il pollaio. Il marito l’a-veva portata a vivere in una casa isolata,lontana, molto lontana della sua frazione ecol tempo aveva preso l’abitudine di pic-chiarla, all’inizio con qualche scusa poi peril semplice fatto di esistere.A ventisei anni di figli ne aveva sei e cosìaccudiva i bambini, pascolava le capre, rac-coglieva erba per i conigli. Il marito rientra-va tardi, non portava soldi perché li spende-

va tutti nelle cantine del paese, arrivavasistematicamente ubriaco, picchiavaAngela e non risparmiava i bambini. In casac’era una cagna bastarda che sembravacapire tutto ciò che accadeva in quella fami-glia e che si legò morbosamente ad Angela.Quando la donna era a letto per il parto lacagna rifiutava il cibo, quando il marito lapicchiava digrignava i denti e si prendeva la

sua parte di legnate, quando portava lecapre al pascolo cercava di farla sorriderecorrendo e rotolando sui prati, quandoAngela guardava verso il cielo e piangeva lacagna leccava le sue lacrime.Il marito odiava la cagna poiché la conside-rava “complice” della moglie. Una mattinatrovarono un coniglio sgozzato. Era stata lavolpe ma il marito accusò la povera bestio-

la e ne decretò la morte. Afferrò un’accettae con un solo fendente le spaccò la schiena.Angela sentì l’urlo straziante dell’animaleche le trafisse l’anima, vide la sua amicarotolare a terra più volte e poi vide il rossodel sangue allargarsi sull’erba verde dimarzo. Si sentiva il rantolo della mortementre la bestiola guardava Angela negliocchi e sembrava provare una grande pietà

per la donna. Angela le bagnò la testa conun panno e le mise una mano sotto il collo,poi guardò il marito e lo vide sorridere sod-disfatto. Un sorriso beffardo, bestiale, cru-dele. Guardò di nuovo l’animale e con-frontò la cagna con il marito sperando ditrovare qualche tratto di umanità nell’uo-mo, ma si accorse che ne era privo. Seppellìl’animale sotto un mandorlo in fiore. Poi arrivò un giorno pieno di pioggia.Angela si era alzata all’alba. Aveva dato damangiare ai figli, aveva impastato il pane,dato da mangiare ai porci, portato a pasco-lo le capre, messe a dimora le semenze perl’orto, lavato i panni, preparata la cena,messo a letto i figli. E poi aveva messo ipanni ad asciugare vicino al fuoco, avevatravasato l’olio, mangiato in piedi un po’ di

pane e formaggio, ed infine aveva messo sultavolo la cena per il marito. La pioggiacadeva a dirotto su quella casa senza luce,lei pensò alle capre ed andò a chiudere lafessura dell’ovile da cui entrava l’acqua. Ilmarito arrivò più ubriaco del solito. Eraforte, violento, brutale, grosso come un buemai domato dalla fatica. La sorprese nell’o-vile e la picchiò con una corda solitamenteusata per legare le capre, poi la buttò comeuno straccio nel fango della mandria e laviolentò. Si alzò con l’usuale arroganza. Lediede uno sguardo torvo e, barcollando, sisdraiò sul letto e si addormentò.Dopo qualche ora i carabinieri aprirono laporta della caserma, si trovarono dinanziuna piccola donna, fragile minuta, con qual-che tratto che ricordava una natica bellezza,circondata da sei bambini con gli occhipieni di terrore. La donna aveva in manoun’accetta ancora sporca di sangue.

Polaroid

STORIE DI DONNE

Quando sono le donne ad uccidere gli “uomini”!

La scorsa settimana abbiamo narrato la storia di amore che si trasforma inun dramma.Questa settimana parleremo di una storia vera che nasce inun clima di violenza, di abbrutimento, di emarginazione sociale:

Angela era una ragazzadelicata, quasi bella, vivevain una piccola frazione abi-

tata da poche famiglie,tutte imparentate fra diloro. Era nata dopo ottofigli, sei femmine e due

maschi.

Angela sentì l’urlo stra-ziante dell’animale che le

trafisse l’anima, vide la suaamica rotolare a terra piùvolte e poi vide il rosso delsangue allargarsi sull’erba

verde di marzo.

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DOMENICA 18 AGOSTO 2013 LA RIVIERA 11

Qualunque siano le esigenzee le richieste per esserebelle e pronte per la stagio-

ne estiva Beauty Gallery le soddi-sferà. Sara, la titolare del centroestetico di nuova apertura, alprimo piano della Galleria Tasso aSiderno, garantisce ottimi risultatigrazie al suo impegno e alla pro-fessionalità delle persone che col-laborano con lei, focalizzando l'at-tenzione anche sulla linea di pro-dotti che utilizza in cabina, maanche da vendita, la Confort zone,ancora poco conosciuta in zona,ma garanzia di successo. Infatti ètra le linee più accreditate a livellointernazionale. Le formulazioni di questa lineasono frutto di ricerche avanzateche consentono soluzioni imme-diate e a lungo termine, persona-

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Una nuova

a Sidernoper il tuocasacorpo

DOMENICA 18 AGOSTO 2013 12

Si sputti, compatrioti. Ma quali gommo-ni, i garibaldini ‘ndavìanu a Tukori, naveborbonica chi ‘nci ‘ndavìanu regalatu itraditori borbonici! Furiosamenti e chini isordi ‘nte taschi, i garibaldini, doppu apuru troppu facili impresa siciliana fattacu tradimentu, s’apprestavanu u sbarca-nu in Calabria, terra di ascari. Messina-Reggio cchiù o menu 20 minuti e’ tempid’oji, dirriti vui, (e cu i navi du 1800 chi‘ndavimu). ‘Mbeci, du primu tentavivuall’ùrtimu passaru 10 jorna pecchì ancoracocchi truppa borbonica a difesa di portic’era (pe’ parissi ca dì cumandanti borbo-nici ‘nci interessava daveru u proteggi aterra loru ì l’invasori “liberaturi”…). È

veru puru ca sà studiaru bbona i garibal-dini e sbarcaru a pochi à vota ‘nta tutta acosta: l’8 agosto 1860 nu centinaiu imenzi ricchi sbarcaru a Villa SanGiovanni e Cannitello, cchù avanti sbar-caru ‘nta costa nostra a Gerace, Bianco eBovalino. Si ‘mmucciaru ‘ntal’Aspromonte in attesa u rrivaCaribbardu, e ogni tantu scindìanu dimuntagni u si tenunu allenati combatten-du, comu a Favazzina. Tantissimi furu ivolontari calabrisi chi si unìru à spedizio-ni maledetta e altrettanti facilitaru u pas-saggiu dì fuorileggi piemontesi. U 19 ago-stu Caribbardu s’affidìu finalmenti u rrivaa Melito e si fici dui cunti: tra tutti quan-ti, l’esercito meridionale (ecco i vundiarrivanu sti odiati termini chi ‘ndi appiop-paru e chi prima non eranu usati pemmu‘ndi indentìficanu: meridionali, sud, mez-zogiorno, terroni…) era compostu i quasi

20.000 omini (e puru fimmini). A cavour‘nci vinni n’atta frevi, ma ormai era abi-tuatu. Pensava: “ma stu fetusu iCaribbardu chi voli u faci? U ‘ndi futtituttu u sud? Ca poi cui sì ccatta i prodot-ti du nord quando ‘nci chiudimu i fabbri-chi?”. Pensieru contortu chi capisciarrìa-mu sulu cchiù tardi! A parti stu penzerufuturisticu, Cavour era assai agitatu pec-chì ‘ndavìa u si consegna tutta l’Itaglia‘nte mani i Vittorio Emanuele, e ‘mbeciCaribbardu era testa dura e non volìa u siferma, quindi cogghìu i truppi e jìu aRiggiu pè na bella passijata, ‘nzemi, tral’atti, a l’amicu Bixio, la bestia di Bronte.U 21 agostu I garibaldini scindìanu dimunti diretti a Riggiu, aùndi i truppi bor-bonichi i stavanu spettandu ‘nta piazzaDuomo cù generali Gallotti. Purtroppo,nu tradituri, u Generale Briganti, vindìututti l’omini soi pè cocchi lira (e doppu

farrìa na brutta fini, ma và cuntu a prossi-ma vota) e si ritirau. U maresciallu Vial,comandanti di truppi borbonichi si pig-ghiàu puru illu belli sordi e sa fujìu. Purui navi borbonichi ‘nto portu i Riggiu furumandati a Napoli pè “motivi umanitari”,infatti ‘nci ‘ndavìanu a dassari via libera dìnavi piemontesi. Vincenzo Salazar eral’ammiragliu borbonicu chi si vindìu ‘èpiemontesi e allontanau i navi napolitani.Quandu Gallotti si vitti sulu e senza aiutinon potti fari attu ca u arza bandierajanca. E nui ‘ndi ritrovamma itaglianiliberi, liberi u venimu ammazzati si non‘ndi piacìa a situazioni, liberi u ‘nda fujì-mu da terra nostra pemmu scoprimuterri adottivi chi ‘ndi volìanu cchiù beni,liberi u m’emigramu, ma aùndi jimma‘ndi portamma a terra nostra, nu pocuvivi, nu pocu morti inta.

Polaroid

Non si scappa: se il correlativo di“uomo” è “donna” e quello di“maschio” è “femmina”, i casi sonodue: o l’uccisione della donna è“donnicidio” o quella dell’uomo è“maschicidio”. Resta il problemadel termine che indichi l’uccisionedell’omosessuale e del transessuale,che il legislatore affronterà, con laconsueta competenza, varando unaennesima legge “ad speciem”.Ora, finalmente, le donne potrannotranquillamente rientrare in casasole a tarda notte, passeggiare inzone poco frequentate, incontraresenza timore ex mariti ed amantiimbufaliti da gelosia inguaribile,convivere con uomini violenti, tradi-re il marito sotto i suoi occhi, sepa-rarsi e negargli di incontrare i figli ,sposare islamici senza mettere ilburqa e, se uccise, le consoleràsapere che i parenti sopporterannosolo le spese per il funerale: a quel-le giudiziarie penserà lo Stato con ilgratuito patrocinio e ne leniranno ildolore le condoglianze di stormi diavvocati ansiosi di assicurarselo.I maschi dovranno rassegnarsi adessere valutati, da morti, meno dellefemmine e senza la “carezza” delgratuito patrocinio ai familiari. Arifletterci, non è un gran mutamen-to di condizione rispetto a quella davivi. La nuova legge non muta lapena prevista ma il dato di fatto èquello che è: l’omicida è punito conuna condanna più lieve di quella deldonnicida.Non sapremo mai se la legge pro-durrà gli effetti sperati: chi, conside-rando l’aumento di pena, desista daun progetto donnicida, non verrà aconfessarcelo. Dovremo acconten-tarci delle statistiche, raffrontandoil periodo ante legem a quelloposteriore. Ma come metterlaquando, nella settimana successivaall’approvazione delle legge vengo-no assassinate tre donne ed un’altraaggredita con l’acido? L’assassino fai suoi calcoli e pensa che, anno più,anno meno, tra sconti, buona con-dotta e liberazione anticipata, val lapena di correre il rischio o, più sem-plicemente, se ne infischia dellalegge e della pena? Perchè lo vede-te voi un individuo che, preso da unraptus di gelosia o da improvvisafoia sessuale, freni gli istinti omicidirecitando a sé stesso il testo dellalegge?

Francesco E. Nirta

Femminicidioo donnicidio?

L’8 agosto 1860 nu centinaiu i menzi ricchi sbarcaru a Villa San Giovanni e Cannitello, cchùavanti sbarcaru ‘nta costa nostra a Gerace, Bianco e Bovalino. Si ‘mmucciaru ‘ntal’Aspromonte in attesa u rriva Caribbardu, e ogni tantu scindìanu di muntagni u si tenunuallenati combattendu, comu a Favazzina.

BRIGANTI/ L’ATTU RISORGIMENTU... QUANDO ÈERAMU U NORD!RUBRICA* Le frasi fatte

Dalla Sicilia alla Calabria co’ gommone!

BRIGANTESSA SERENA IANNOPOLLO

Il Piemonte, il lombardo e i mille cornuti. Sesta parte

DOMENICA 18 AGOSTO 2013 LA RIVIERA 13

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LOCRIDE

DOMENICA 18 AGOSTO 2013 LA RIVIERA 14

Ancora in bilico, ancora avvolti dal silenzio,tanto da non ritenersi più rappresentati daisindacati, decidendo, quindi, di “disdirsene”.Sono i 480 lavoratori ex Lsu, che a fine anni’90 sono stati spediti dagli enti per cui lavora-vano nelle scuole, con compiti di ausiliariato.Non bidelli, bensì tuttofare, operatori scolasti-ci che, però, non si sono mai visti inserire al100% nel bacino ministeriale. Dopo il passag-gio, il Provveditorato agli Studi mandò unacomunicazione a tutte le direzioni didattiche,informando del trasferimento dei lavoratori albacino scolastico, rimanendo valido, però, lostatus di Lsu. Il Ministero, dal canto suo,avrebbe dovuto “pescare”, volta per volta, il30% del personale richiesto da questo serba-toio di lavoratori, fino ad esaurimento dellostesso. Questo, però, non è mai accaduto.Dall’otto giugno, dunque, sono ufficialmentein Cassa integrazione ma solo formalmente,dal momento che da quella data nemmeno uneuro è arrivato nelle loro tasche. La denuncia, ancora una volta, parte da Locri.Lì ci sono i lavoratori più agguerriti, in forzaall’azienda “ManitalIdea”, uno dei privati chehanno inglobato questi lavoratori, sparsi intutta la Calabria. Azienda che li ha semprepagati, fino a quando non è arrivata la Cassaintegrazione. Loro di stare nell’ombra e nelsilenzio non ne vogliono proprio sapere. Ecosì cominciano a mettere le cose in chiaro: iprimi responsabili della loro situazione di pre-cariato sono i sindacati. «Dell’incontro che c’è stato il 22 luglio al Miur

non ci hanno detto nulla. E allora sa cosa fac-ciamo? Noi stracciamo la tessera della Filcam– Cgil. A che ci serve?». A dirlo è EmilioSpataro, che insieme ad altri nove colleghi hadeciso di fare tutto da sé, «tanto non c’è nes-sun tipo di tutela». Quindi la lotta la conduco-no a “mani nude”, appellandosi alle istituzionie al Prefetto di Reggio Calabria, VittorioPiscitelli, al quale chiedono un’audizione.«Avremmo tante cose da dire - aggiungono -.Incitiamo i nostri colleghi a fare come noi, aprotestare, perché continuano a rimanere insilenzio mentre noi combattiamo per tuttiquanti. Non capiscono che rischiamo il licenziamentoo il dimezzamento delle ore». L’invito è diragione tutti insieme per trovare una soluzio-ne, senza escludere proteste più significative,come incatenarsi davanti al Tribunale o avvia-re lo sciopero della fame; gesti più eclatantirispetto a questa “rivolta civile” fatta di appel-li pubblici alle istituzioni e alla stampa. «Il sin-dacato, dal canto suo, continua ad avallare tesiscellerate e insostenibili – aggiungono – senzavalutare le proposte che arrivano da alcuniparlamentari per la nostra integrazione e con-tinuando sulla via del privato, abbandonando-ci in un labirinto». Una delle proposte in que-stione viene dall’onorevole Dario Stefàno, inquota Sel, che ha documentato il risparmioche lo Stato otterrebbe internalizzando questilavoratori: ben 75milioni di euro. «La nostraprotesta – aggiungono – continuerà ad andareavanti. Noi non ci fermiamo».

LOCRI

BATTAGLIE PERSE

480 Lsu “disdicono” i sindacati

Due dirigenti delle due ultime ammini-strazioni comunali locresi, quella diLombardo e dell’attuale Calabrese,lamentano la stessa cosa: sono stato peranni fuori dalla Calabria, torno e mi mol-lano questa patata bollente. I rifiuti.Telenovela senza fine dove tutto cambiacontinuamente perché niente cambi. Perravvivare l’interesse degli spettatori citta-dini periodicamente entra in campo unnuovo personaggio, si chiamiLocrideAmbiente o GeoAmbiente oamministrazione Macrì, Lombardo,Calabrese, amministrazione straordina-ria Crea, ma le locations sono sempre lestesse, gli effetti scenici, le musiche, latrama. Nei suoi ciclici ritorni in questomomento la sceneggiatura non ci offreuno dei momenti più drammatici, anzi,stiamo assistendo ad uno di queimomenti della storia dove si intravedonolieti fini, belle sorprese, alla prossimapuntata. Per adesso il protagonistabuono è l’amministrazione Calabreseche si è data da fare per fronteggiare unemergenza stile Napoli, incluse monta-gne di spazzatura addossate alle case,roghi rituali di rifiuti e tutto il resto.Soldi non ce ne stanno, si sa, e allora peradesso si affittano i mezzi per la raccoltae si utilizza in part time il personale del

Comune così che almeno ogni tre-quat-tro giorni i cassonetti vengano svuotati,con l’eroico assessore Passafaro che fa laronda, in agosto, per controllare che illavoro venga svolto.Un personaggio uscito di scena perandare a recitare altrove, la commissariaCrea, ha fatto attivare un centro di rac-colta per i rifiuti ingombranti, ora resooperativo. Recintato alla buona, a sini-stra del cimitero, c’è uno spazio con alcu-

ni containers o meglio dire fantasmi dicontainers, dove il cittadino può portarea proprie spese la lavatrice e il frigo darottamare. Differenti containers per dif-ferenti tipologie di rifiuti, in realtà tuttivuoti perché tutto rimane ammassatoalla rinfusa nello slargo in fondo. Apertoogni mattina fino a mezzogiorno, ma seti presenti dopo le undici e mezza trovichiuso. In un altro film, di un’aziendaprivata, un dipendente assente dal posto

di lavoro verrebbe licenziato in tronco,ma si sa come vanno le cose sul set delleamministrazioni comunali, si è un po’tutti amici, ci si vuole bene, si chiude unocchio e con l’altro si guarda altrove.C’è il personaggio dal ruolo ancora nonchiaro, tipico della telenovela, immorta-le, oggi buono domani diabolico dopo-domani chissà, LocrideAmbiente, cheieri litiga col comune, oggi si ripresenta erivince l’appalto per la differenziata, cheparte, non parte, funziona, non funziona,non si sa.Ci sono i personaggi cattivi, i cittadini,che non rispettano le regole, che deposi-tano i rifiuti nei cassonetti fuori dagliorari permessi, che scaricano gli ingom-branti per strada, che non si fidano dellaraccolta differenziata, che, esercenti fur-boni, caricano le macchine di cartoni erifiuti speciali e se ne vanno nottetempoa scaricarli nei cassonetti, magari in peri-feria, a Moschetta. Ma si sa come sono letelenovelas, il bianco diventa nero, il gri-gio muta in colore, ciò che oggi apparedomani non sarà, sempre tutto avanti,sempre tutto uguale. Cambiano attori epersonaggi, rimane eterna l’idea, perchénulla cambi davvero, perché la storiapossa non finire. Mai.

Daniele Mangiola

Giornalisti per Libera

ANTIMAFIA

Con le ragazze e i ragazzi di Libera nellaCooperativa Valle del Marro a parlare dilegalità con i giornalisti Arcangelo Badolatie Enzo Infantino

I jornatiDIALETTO

Sindaco operaioPLACANICA

Il sindaco Antonio Condemi si è rimbocca-to le maniche e ha contribuito a preparareil paese per il “Borgoinfiore”. Siamo anco-ra lontani dall’avere un nostro José AlbertoMujica Cordano, presidente uruguayano,ma tra un millennio forse ci arriveremo.

Fascisti a BovalinoVIVA IL CAFFÉ DUCE

Oreste Romeo e il noto commercialistaEugenio Triveri dopo aver cantato la canzo-ne di Gino Paoli eravamo quattro amici albar, si rivolgono al cameriere chiedendo uncaffè Duce. L’amore è breve, dimenticare èlungo. Pablo Neruda

Il batello spazzamareORMAI SOLO UN’UTOPIA

Nel 2000 la società Castalia Ecolmar S.C.p.A.operava nel territorio di Roccella Jonica con un“battello spazzamare” chiamato Pellicano. Lasua funzione era appunto quella di raccogliere irifiuti galleggianti senza lasciare traccia di spor-co, pattugliando così la costa per tutta la duratadella stagione estiva. Oggi questo servizio da noinon esiste più… è stato ripristinato in una loca-lità siciliana, Pozzallo. E noi ne stiamo sentendola mancanza.

Si na goccia i café già ti cangia e culuri;si na lacrima d'acqua faciu u giggjhia nu jiuri;si u rridiri di figghji ti linchi u corie na carizza da mamma ti carma e t'induci,Allura è gghiornata di paci e di luci.Ma se a notti s'allonga e du suli ti scordi;se l'adduri di jiuri non voi cchiu' respirari;e non ricchi cchjiu' i grigli e i cicali nta' viaallura è gghjiornata di malincuniaMa se cu cantu d'arcegli arzi l'occhi po' celu,se n'arangu mundatu ti stuta la siti,e magari ritrovi n'amicu perdutuallura è gghjiornata chi vai sarvata.Ma se i figghjioli ndi dassanu pecchi'a vita i lluntanae la mamma e u papà sindi vannu pur'iggli,allura è gghjiornata u facimu na cosa:U m'abbrazzi e u mi stringi ca restamma nu ddui,chi mpastati d'amuri riarzamu la testa e trovamu cunortu po tempu chi resta.

Martin

La telenovela senza fine della raccolta rifiuti

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DANIELE MANGIOLA

Con l’estate e l’arrivo di turisti l’occasione diarricchimento non è soltanto economica,anche culturale.

Ciascuno viene con il suo bagaglio di vita, usi,modelli di comportamento. Anche i calabresi diritorno, quelli che non abbiano deciso di chiu-dersi nella nostalgia dei propri riti originari,giungono con modi e visioni delle cose differen-ti.Tipica è la frase: “Pari mai quantu gridati nta stacasa”, avendo perso l’abitudine allo spreco didecibel della casereccia quotidianità. Altroesempio che suscita ilarità o biasimo è almomento della partenza per il mare o la monta-gna, quando viene con noi una vagonata di cibi,suppellettili e carabattole varie. Tutto si triplicain presenza di figliolame. Le grida, le attrezzatu-re.In spiaggia, all’ombrellone accanto una giovanemadre di un lontano nord europeo, Svezia,Danimarca, chissà, arriva invece con un pargoli-no di pochi mesi. E basta.Niente culletta, niente ciucci, niente biberon,

niente di questo e di quello. Nessun bisogno di cibo estraneo, c’è il lattematerno, una rarità dalle nostre parti, quasi tuttii nostri bimbi partono subito con “l’aggiunta”per dimenticare presto il seno materno.Ingrassano sempre troppo poco agli occhi deinostri pediatri, delle nonne, delle zie, del clan.Nessun bisogno di cullette o dondolini. Il bimbonon sta quasi mai da solo, sempre in braccio allamadre o di chi la accompagna, nonno, padre, oaltro parente, tutti con la stessa tenerezza ecalma. Più facile da vedere che da raccontare ilmodo marsupiale di portarsi in corpo il piccoli-no. I nostri neonati se ne stanno per ore avvoltida preziosi crini dentro ovetti o passeggini, senzasentire un istante il tocco della pelle materna.“Come sta calmo, tuo figlio!”. Non è calmo, è rassegnato e in piena crisi d’af-fetto. A partire dai due anni, quando potrà espri-mersi, non vorrà scendere dalle braccia materne,per ripagarsi di tutta la solitudine subita, lotterà,imparerà ad urlare per ottenere l’affetto che gliè stato negato.Riassumendo le tesi di gente come Gerard

Mendel e Wilhelm Reich, e molti altri, unaciviltà si caratterizza dalla cura per la prole. Unbambino sazio di affetto sarà un genitore serenoe ricco in affetto. Una bimba accudita con istinto materno avrà unistinto materno più sviluppato. Di generazionein generazione la relazione nucleare genitore-figlio impronta il carattere della società.Il nostro portarci dietro la casa non sarà sintomodi carenza affettiva generazionale? Il nostro con-tinuo urlare non sarà il retaggio dell’attenzionedistratta di mamme più impegnate alla curadella casa che del figlio? Perché paesi comeSvezia o Norvegia hanno un tasso di parti concesarei del 2% e la Calabria del 60%?L’attenzione al bambino è una conquista degliultimi centocinquant’anni, dalla psicanalisi alladichiarazione dei diritti del fanciullo. Non tuttele culture hanno acquisito eguale maturità inmerito.L’incontro tra culture arricchisce. Noi offriamoai turisti l’archeologia, il mare e le melenzaneripiene, ma possiamo anche osservare e impara-re.

Calabresidi ritorno e nuovi usi

xx

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SUMMER

18agostodomenica

CittanovaModena City Ramblersin concerto

Tradizionandu Etno Fest nella piazza del paese h20:30

BovalinoRosa tra la gente

Rassegna teatrale che si svolgerà allescuole elementari Info: 0964-672311h21:00

Mammola6° Estemporanea di

pittura,Mammola e il Parcod’Aspromonte.

Centro storico dalle h9:00 alle h18:00.Info Comune

Dal 16 al 25 agostoSiderno

Primo trofeoSummer Kampus

Torneo di Tennis. Kampus Siderno via Mediterraneo, 116. Info0964380636

19agostolunedi

Gioiosa JonicaGUSTANDO IL BORGO iniziativa promossa dall’associazione “CarpeDiem”. h21.00Centro Storico

Roccella JonicaVisioni in Operadedicato al bicentenario Verdi e Wagner.Convento dei Minimi h18.30info: www.roccellajazz.net

SidernoRedazione aperta

Piani strutturali comunalidi Siderno e Locri a confronto

Villa comunale h21,00Info 0964.380159

21agostomercoledì

BrancaleoneCommedia “Cu fidi ndavipoti sperari”Piazza stazione h21:30info comune: 0964 933008

CauloniaA passo intrecciato operateatrale Piazza Seggio h21:30info Comune: 0964 860838

MartoneEstemporanea di pitturaper ragazzi disabili Piazza Matteotti h21:30info Comune 0964 419128

agostoMartedì20San Giovannidi Gerace“FrancescoLoccisano”Fontanella dell'Arco h22:00info comune: 0964.58023

RoccellaJonica"Invenzione adue voci e..."jazz connectionConvento dei Minimih18:30info: www.roccellajazz.net

DOMENICA 18 AGOSTO 2013 LA RIVIERA 17

Gioiosa Jonica Tamburi del Sud eQuartaumentata conF.LoccisanoPiazza Vittorio Veneto h21:00 Info comune: 0964 51536

agostogiovedi22

CasignanaMagna GraeciaTeatro Festival"Amor, ch'a nullo amato...amar perdona"Villa Romana h21:00info Comune: 0964 956003

AfricoSagra dei prodottitipici africesi h20:00info Comune: 0964 991109

23agostovenerdì

Brancaleone“Sagra delleciambelle dolci”Piazza stazione h21:30info Comune: 0964 933008

Gioiosa JonicaParafonèTaranquartet h21:00info: Comune 0964 51536

CauloniaAssociazione

Gnoseon“Locrideantica mitie storia”lungomare h22:00info Comune:0964 860838

RoccellaJonicaGara pescacon trainaPorto delle Grazie h10:00info Comune: 0964 84227

Roccella Jonica Jazz Festival

Teatro al Castelloh 21:00 Mira Awad

h22:30 Noa

24agostosabato

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SUMMER

CruciverbaSudoku

ORIZZONTALI1. Inutile, infruttuoso5. Guidatore di elefanti10. Sebino ex calciatore della Roma11. Fa vestiti su misura12. La nota musicale più lunga13. Spuntati, venuti su14. Millimetro in piccolo15. Articolo indeterminativo16. Fu ucciso da Enea17. Risponde al tap18. Irascibili, colleriche19. Partecipano alla corrida20. Misure terriere22. Un tipo di "natura" nell'arte pittorica23. Il regno di Sua Maestà24. Nome di donna25. Misura lineare antica26. Spezzato, infranto27. Negli States c'è una nota Laguna28. Prodotta, creata29. Sigla di Pescara30. Due romano31. Di un bel colore sano32. Un tribunale regionale33. Nome inglese di donna34. Opera di Mascagni35. Traditori menzogneri36. Si offrono per digerire

VERTICALI

1. Insormontabili, invincibili2. Un gas che produce luce3. Tutto in Inghilterra4. Sigla di Napoli5. Si contrappone al pesce6. Campicello coltivato7. Raggruppamento temporaneo d'imprese8. Il contrario di sì

9 Autocommiserarsi11. Sorsate13. Donne con i ... voti14. Sempreverde con fiori bianchi16. Il canovaccio di un libro17. Elemento radioattivo18. In America c'è quella "little"19. Dolce, manicaretto21. Congegni per produrre tessuti22. Fuori di testa

24. Un alberghetto sulla strada26. Strumenti di barbieri28. Una marca di autovetture29. Una coppia americana al poker31. Fa concorrenza a Mediaset32. Vale tra33. Pari in scafo34. Sigla di Imperia

Detti calabresi

Indovinello

Ama cu ti ama e rispundi a cu ti chiama

Ama chi ti ama e rispondi a chi ti chiama

Più la pulisci più diventa nera... cos'è?

La lavagna!

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Parlandodi...

DA ROCCELLA A BRUXELLES

Utilizzare in modo puntuale i fondi strut-turali, fino ad ora non impiegati come sisarebbe dovuto fare e puntare su pochi,ma importanti settori di sviluppo. PerFiorenzo Grollino avvocato, giornalista escrittore nato a Roccella Ionica, formatosiall’università di Genova dopo di che aRoma nel Partito Repubblicano e da lì aBruxelles, dove ha rappresentato il suopartito nel Consiglio europeo, esperto dipolitiche comunitarie, questo il solo modoaffinché la regione ed in particolare lacosta ionica possa svilupparsi. «Il mio impegno per la Calabria e in par-ticolare per la costa ionica nasce dalla miaconoscenza delle politiche comunitarie sindai tempi dell’università a Genova dovemi laureai con una tesi, allora sperimenta-le, sul “Mercato comune europeo” unamateria che mi ha appassionato costante-mente, anche se non trascuro le atre bran-che del diritto».Come aiutare la Locride lui l’ha spiegatomolte volte, sottolineando di volersi impe-gnarsi in prima persona utilizzando in

modo razionale i fondi strutturali. «Noiabbiamo questa grande ricchezza, miliar-daria è il caso di dirlo e sottolinearlo, costi-tuita da questi fondi strutturali europeiche ad ogni settennio vengono distribuiti,per il 70% nelle regioni del Mezzogiornod’Italia. Nostro malgrado si è preferitodisperderli, assegnandoli alle clientelepolitiche». Una situazione della quale Grollino ricor-da si sia interrogata la stessa UnioneEuropea, commissionando uno studioapprofondito sulle cause. «Studio portato avanti dall’amico, giàministro, Fabrizio Barca, su richiestadell’Unione Europea che visto lo stallo siè chiesta il perché del fatto che questeregioni del Mezzogiorno d’Italia si trova-no, nonostante tutto, in una condizione diperenne sottosviluppo. Essendo regionisottosviluppate, già obiettivo uno, Barcafu officiato dal commissario alle regionidell’Unione Europea a fare delle propo-ste per un concreto impiego dei fondi inqueste regioni. Barca ha proposto che

oltre il 50% dei fondi complessivi venisseimpiegato in determinati settori, non piùdi tre: cambiamenti climatici, migrazionee innovazione. Così come ho spiegato neimiei libri». Puntare su questo dialogando e confron-tandosi con i protagonisti locali, come ilsenatore Sisinio Zito, per Grollino politi-co illuminato che continua a fare il benedella sua città, ma anche l’ex sindaco diRosarno, Gianfranco Saccomanno a capodi un consorzio di grandi imprese il qualel’ha coinvolto per un’importante iniziativadi sviluppo che interesserà una parte deiterritori della Piana. Ma Grollino parla anche di credito sporti-vo da poter attivare per investire nel setto-re e ancora della Bei e del Fei, il tutto nel-l’ottica di una programmazione completache dia nuovo respiro alla costa ionica. Il segreto di tutto, però, per Grollino èl’impegno e la collaborazione che lui daràa chiunque lo interpellerà. E anzichéchiacchiere fare fatti e opere concrete!

Em.Al

Vogliamo creare attenzione intorno alproblema della mancanza di un pro-getto per il futuro delle due piùimportanti città del territorio Sidernoe Locri. Pensiamo che in questo momento dicrisi, di radicali trasformazioni econo-miche, sociali locali e globali, non sipossa navigare senza timone e senzaavere chiaro e condiviso verso dove sivuole andare.Il progetto per il futuro ha un suomezzo concreto e si chiama PianoStrutturale Comunale, simile ai PianiRegolatori di una volta ma, in realtàuno strumento nuovo perché elabora-to non dall’alto ma orizzontalmente,facendo confrontare in maniera realetutti gli abitanti, modellandolo secon-do le reali esigenze della comunità,mettendo insieme le risorse pubblichee quelle private nel rispetto della

sostenibilità sociale, economica eambientale.

Non si può non tener conto di cosaavviene alla porta accanto: Locri eSiderno sono fisicamente congiunte,20 minuti di bicicletta separano laPiazza dei Martiri da quella di PortoSalvo il lungomare è unico. Interessi eproblemi si intrecciano.I Piani strutturali delle due città sidevono confrontare, non si possonocreare conflitti, non si possono gene-rare doppioni e sprecare spazi erisorse con conseguenze inaccettabili,è necessario avere una visione unitariae pensare in termini di sistema e com-plementarietà per migliorare la posi-zione del nostro territorio nel giocodella concorrenza con le realtà piùforti, come la Città Metropolitana diReggio Calabria

Il noto avvocato Roccellese, dopo aver dato tanto fuori dalla Calabria, ora cerca di contribuire con l’esperienza alla rinascita della sua terra

Grollino: «Èl’ora dello sviluppoutilizzando i finanziamenti europei»

TOWN MEETING

CONSIGLI E SOLUZIONI PERPENSARE AL FUTURO DELLENOSTRE CITTÀ 20 MINUTI

La nostra iniziativa è legata alla convinzione della urgente necessità i che i cittadini, leassociazioni, gli imprenditori delle due città piu importanti del Territorio Locri e Siderno,si mobilitino per far riavviare i Piani strutturali Comunali, cioè i nuovi Piani regolatori .

Siderno e Locri a confronto

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LaGerenza...

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la RivieraRegistrazione Tribunale diLocri (RC)n. 1 del 19/06/1998R.O.C. n°11602 del 02/11/98Questo periodico è associato all’Unione Stampa PeriodicaItaliana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri

RUBRICHE

Loqui e sproloqui di Filomena CataldoMessagi nel tempo di Daniela Ferraro

COLLABORATORIAnna Laura Tringali, Franco Crinò,Nicodemo Barillaro, GiuseppeGangemi, Mimmo Romeo, GiuseppeFiorenza, Franco Parrello, FrancoBlefari, Daniele Mangiola.

Direttore responsabile: PASQUINO CRUPIIn redazione: ELEONORA ARAGONA, DOMENICO MACRÌ, ILARIA AMMENDOLIA, MASSIMO PETRUNGARO, KATIA CANDIDO, NINO SIGILLI.Editorialista: ILARIO AMMENDOLIAResponsabile sport: ANTONIO TASSONEArt Director: PAOLA D’ORSA

Grafica: EUGENIO FIMOGNARI

NOTE E SCHERMAGLIE

La lettera

La guerra al Trenino di Gerace: «Ci stanno rovinando»Gent.le direttore,Sono vent'anni che lavoriamo aGerace, ci occupiamo del servizionavetta che accompagna i turisti daiparcheggi al Castello della cittadina. Lanostra ditta, Il Trenino, è stata la primaad offrire questo servizio. Di solitod'inverno forniamo solo il passaggionavetta, mentre d'estate implementia-mo richiedendo i permessi per fareanche un breve giro panoramico per levie di Gerace. Siamo in contatto conagenzie nazionali e internazionali chevogliono includere il trasporto con iltrenino nei loro pacchetti turistici.Lavoriamo in tutta la Regione ma pro-prio nel luogo in cui la nostra società ènata e dove paghiamo le tasse stiamosubendo ostruzionismi e boicottaggi.Da qualche mese, anzi per essere preci-si dal 13 luglio 2013, ci troviamo in dif-ficoltà e siamo ostacolati nel nostrolavoro. In occasione del concerto diCavallaro, organizzato dalla Pro loco,infatti non abbiamo potuto lavorare eaddirittura il tradizionale percorso del

trenino è stato transennato. Poi duran-te le giornate del Borgo incantato nonc'è stato consentito di utilizzare gli altrimezzi a nostra disposizione, creandodisagi ai turisti e ai frequentatori dell'e-vento costretti a salire a piedi fino alcentro del borgo. Inoltre il 3 agostol'amministrazione firma un'ordinanzache ci impone di partire dai parcheggi esalire fino a La Squella ma poi deveritornare indietro vuoto e non puòprendere nessun passeggero lungo ladiscesa. A risentire maggiormentesono le persone con difficoltà motorie egli anziani, finora abituati ad essereportati in giro con il nostro mezzo. Non riusciamo a capire poi perché ivigili non facciano posteggiare i visita-tori negli apposti parcheggi secondoquanto prescritto dall'ordinanza comu-nale e gli consentano invece di lasciarele auto lungo la circonvallazione, occu-pando per altro buona parte della car-reggiata e mettendo anche in pericologli altri automobilisti.

Maria Giovanna Sassone

Presentato a Montebello Jonico il libro “il Silenzio Certosino” di Vincenzo MalacrinòÈ stato presentato a Montebello Jonico ilprestigioso volume “il SilenzioCertosino” scritto dal giornalista monte-bellese Vincenzo Malacrinò, sulla vita deimonaci della certosa di Serra San Brunoche sarà donato al Papa Francesco, nelmese di settembre, in una cornice argen-tata realizzata da Gerardo Sacco.Il Rhegium Julii che ha organizzato l’e-vento ha espresso viva soddisfazione perl’iniziativa.La dott.ssa Domenica Tigano che haintrodotto e moderato la presentazionedel libro ha evidenziato l’importanza deltema trattato da Malacrinò, specificandocome narrare la voce del silenzio non siaimpresa semplice.L’autore, ha detto « la Tigano, ci portadentro la certosa di Serra San Bruno, trai monaci e le meraviglie di un mondoaltrimenti sconosciuto. - Questo, ha pro-seguito, permette di entrare nella clausu-ra certosina dove nessuno può accedere».A presentare l’opera è stato il giornalistaRai e vaticanista Enzo Romeo che èentrato nel vivo del tema attraverso ilcommento di alcune pagine di Malacrinò.Questo libro, ha detto Romeo, «rappre-senta un altro riferimento per chi cercarisposte relative alla vita di clausura che inmolti suscita il desiderio di sapere e tral’altro di pone anche l’obiettivo, non faci-le, di parlare e spiegare la voce del silen-zio».Malacrinò entrando nella certosa di SerraSan Bruno ha portato fuori nel mondo e

per il mondo i contenuti essenziali dellavita certosina fotografando i momenti piùsignificativi della stessa.Romeo, autorevole nome della Rai, èstato anche autore di importanti lavorisulla vita monastica e di clausura dellacertosa di Serra San Bruno, la stessa cheMalacrinò ha trattato nel suo lavoro.«Mi congratulo con l’autore, ha dettoRomeo, perché oltre ad essere personacarica di forza e di spirito è uomo ricco disentimenti capace di trasferire i messaggicon l’emozione del cuore».La serata è stata un’emozione nell’emo-zione. Non è stata solo una presentazionema qualcosa che andava oltre.L’attore Giacomo Battaglia, infatti, con ilmantello e i fregi dei cavalieri dellaCristianità e della Pace, di cui fa parte,dopo le note introduttive dell’organistaPaolo Fotia, ha letto alcune pagine dellibro di Malacrinò affermando si essereorgoglioso di presentare a MontebelloJonico un volume così importante. Poi c’èstato l’ingresso di Gerardo Sacco che harealizzato la cornice argentata entro cui èstata collocata l’opera che verrà donata alPapa nel mese di settembre. Dopo averlascoperta con l’autore, l’ha firmata allapresenza di tutti ed ha spiegato il sensodelle quattro stagioni raffigurate specifi-cando quanto sia importante fermarsi sulsenso del silenzio e del tempo.Profonda e carico di significato l’interven-to di fr. Giuseppe Sinopoli, superiore delConvento dei Cappuccini dell’Eremo di

Reggio Calabria, il quale, con rara abilitàed eloquenza, ha posto l’accento sulsenso del silenzio, della clausura e dellaregola certosina conquistando l’attenzio-ne dei presenti.L’editore Leo Iiriti ha espresso soddisfa-zione per l’opera dallo stesso definita“rara” in un momento storico in cui lagente propone lavori di diversa natura edi lettori sembrano rincorrere solo eventidi altro genere.Non c’erano più posti liberi dentro laChiesa Protopapale dell’Isòdia(Presentazione) gremita di persone dovein un clima di grande silenzio l’autore haspiegato le motivazioni che lo hanno spin-to a trattare questo argomento.Primo fra tutti la necessità di dare un con-tributo alla vita monastica di clausuraspesso soggetta a regole di libera inter-pretazione da parte di chi si chiede comevive un monaco.Nel ringraziare i presenti, Malacrinò haspecificato che «quest’opera la dedico aDio che ogni giorno mi riempie di doni, amia madre Maria, a mio padreLeonardo, a mio cognato AntonioCandeloro e al mio amico Mimmo, senzadimenticare la mia maestra, Ines poichése è vero che la vita è la somma di tantinumeri allora posso affermare che nellamia ci sono quelli di tutti coloro che hoincontrato nella mia strada».Poi ha salutato i cittadini di MontebelloJonico affermando che ha sentito forte ilbisogno di presentare questo volume

nella sua terra perché ricca di gente capa-ce di trasferire amore e sentimenti.«La vita certosina è bella, ha dettoMalacrinò, perché carica di silenzio edancor più perché il monaco manifesta lasua comunione con Dio».Molti i messaggi giunti per l’occasione emolte le autorità presenti.L’iniziativa organizzata dal Rhegium Juliirappresentato dal Presidente GiuseppeCasile, ha ricevuto il patrocino dellaRegione Calabria, della Provincia e delComune di Montebello Jonico e la colla-borazione con il Kiwanis “Reghion2007”rappresentato dalla presidente TizianaPaulazzi Cannatà, con l’associazione cul-turale “Nicolaos Arghiropoulos” diMontebello Jonico rappresentata dallavice presidente Franca Evoli,dall’Associazione dei Greci di Calabriarappresentata da Luigi Sclapari, con laFidapa sez. Villa San GiovanniRappresentata da Maria GiovannaSantoro.Tra l’altro primeggia lo scopo beneficodell’iniziativa perché per ogni libro per-metterà di salvare la vita ad un bambinodalla morte per tetano neonatale ematerno.Il video proiettato all’inizio, realizzato daDomenica Tigano e Orsola Toscano habene sintetizzato il valore del silenzio edella pace certosina.

Redazione ntacalabria.itgiornale on line

Come funzionala democrazia nelnostro paese?Caro direttoreLe scrivo perché non ho chiaro inmente come funziona la demo-crazia nel nostro paese. A mepare che non funziona affatto. Èstato condannato in cassazione,quindi in via definitiva, a 4 anni dicarcere il signor Berlusconi. Èsolo un solletico dopo una carrie-ra di tutto “rispetto” che partedagli anni '70 quando ancora eraun rampante e aveva già impara-to a frodare il fisco. Ora, ciò chestupisce non è la condanna, ma ilfatto che una persona di questotipo e di questa portata sia rima-sto libero di agire e scorazzare inlungo e in largo fino ad ora.Ancora quello che stupisce di piùè come mai nel nostro paese, cit-tadini, anche eletti per rappresen-tare le istituzioni, sono liberi diinscenare manifestazioni abusivein modo del tutto tranquillo disostegno ad un neo pregiudicato,condannato in via definitiva, equando sono gli operai e i disoc-cupati, gli studenti e i senzatetto, iprecari e i pensionati a scenderein piazza per rivendicare i propridiritti, subito interviene la poliziae si avventa contro? Non lo chie-do a lei, gentile direttore, anche sela sua è una opinione autorevolis-sima, ma dalle colonne del suogiornale, direttamente al Ministrodegli Affari interni. Come mai?

Pasquale Aiello

la RivieraHANNO COLLABORATO

Giuseppe Patamia, ,BrunoGemelli, Carmelo Carabetta,

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Dal 2003 a cura di Paola D’Orsa

COPERTINE

DOMENICA 18 AGOSTO 2013 LA RIVIERA 21

APPARIZIONI

Anche alla processione dellaBeata Vergine Immacolata eccotispuntare tra la folla Tony White,questa volta in versione fratedomenicano con tanto di saio ecrocifisso.Tra la folla di fedeli lui non potevamancare con il suo umorismo e lasua simpatia ha contribuito amodo suo alla buona riuscita del-l’evento religioso. Sempre prontoe presente Tony.

Un pio Tony

Se fosse sufficiente “il ritorno” di Bruno D'Agostinoa Siderno da Milano, simbolo di studio sociologico diun particolare modello di emigrazione (au contraire),a rimettere in moto la discussione politica in città sipotrebbe ben dire che il tempo si sia fermato agli anni'80/90. Purtroppo così non è per una serie di ragioni non solodi ordine “etico e morale” ma soprattutto politico eciò non riguarda solamente, seppur indispensabili, icontenuti, ma i protagonisti di quella che fu la “fati-dica stagione del “palo”.Tanto per cominciare la postazione dei “palisti” (ilpalo come espressione di luce o per meglio dire ditrasparenza e non quell'obbrobrio di aiuola di panet-tiana memoria) era difronte al palazzo municipale eciò non è casuale, se non è dovuta al fatto che il sitoera perfettamente funzionale non solo ad una azionedi controllo, ma di sollecitazione nell'azione dell'atti-vità amministrativa, mentre oggi, “sotto i pini”, si

potrebbe forse ravvisare l'intento di “nascondersi”dietro una moderna “sipala” per commentare e rile-vare quanto di negativo “regna” incontrastato incittà. E la cartina di tornasole sullo stato di profon-do e irreversibile degrado la si rileva dall'articoloapparso qualche giorno addietro sulla Gazzetta delSud a firma di Aristide Bava nelle interviste fatte adalcuni sidernersi appartenenti a quella che fu la “corr-rente del golfo” (Brugnano, Audino, ect), anch'essapreoccupata sul livello di vita della società sidernese.A “quelli dei pini” mi permetto di segnalare la sostan-ziale differenza tra ieri (il palo) e oggi (quelli dei pini)sul modo di approcciarsi alla politica, tenendo pre-sente che “la stagione delle mani pulite” si è purtrop-po rimodellata i “ammanigliamenti” non poco puliti,ma sempre più sporchi. E allora che dire ai frequentatori dei pini”? Non saràtempo perso quello che essi dedicano alla discussio-

ne politica in una miscel-lanea che potrebbe crea-re molta confusione epoca sostanza operativa,tra opportunistici tra-sversalismi e giacobini-smi (Cosimo D'Agostinodocet) sempre più incal-zanti non foss'altro per lagrave crisi economicache attraversa il paese;tra socialisti eternamen-te confusi in relazionealla loro strategica collo-cazione, rispetto all'eser-cizio del potere e libera-lismi che hanno poco ache vedere con lepovertà, non importa sevecchie o nuove,checostellano strati di popo-

l a z i o n es e m p r e

p i ù

ampi.E allora che dire ai frequentatori dei “pini”?Sappiamo che la politica non si fa con i se e né tanto-meno con i ma, epperò una società civile (chi riesce aindividuarla?) non può permettersi questo “mododiverso, ma allo stesso tempo bello, per trascorreregiornate estive”. Non era questo che intendevano quelli del “palo”,come i compianti Enzo Pedullà e Peppe Errigo, e ditanti altri. Anzi. In quel periodo, prima delle nefastevicende cittadine, vi era almeno una parvenza di agi-bilità politica oggi totalmente distrutta non solo perfatto politicamente naturale, ma per l'insipienza diuna nuova classe dirigente che guardasse con piùattenzione ai bisogni della città. E allora che dire ai frequentatori dei “pini”? Lasciamo ritornare ai loro luoghi di provenienza chia Milano, chi nella Sierra Leone, chi è venuto trascor-rere qualche giorno di vacanza, ma la stagione diquelli che rimangono deve ancora iniziare per cerca-re di “salvare” la nostra città e ripigliare un proficuocammino che prima del “Palo” avevano pensato i vec-chi partiti politici come la DC, il PCI, il PSI e forsequache altro.

Beama Nebbia

La replica

RIFLESSIONI

ADOLFO MELIGNANO

C'e gente che propone la gioia diun viaggio, la felicitá di unmomento, come un bisogno piùgrande di quanto avviene, vuoleche sia osservato mentre accade,se non avesse nessuno a cui farlovedere, raccontarlo la soddisfa-zione sarebbe minore, forse nonesisterebbe, nemmeno, sarebbeinsignificante....Entro nella barca e ci sei anchetu con me'' mi staiguardando!!...adesso sono nelmuseo e sei qui ...ti piace ilposto!!...vedi quante cose buonemangio...ne mangio una per te..!!Vivo gustandomi questo momen-to perché altri stanno assistendo aciò che faccio, condivido la miafelicitá, gioisco perché c'è qualcu-no che mi osserva, mi pensa..vedela mia vita e questa prende senso,esplode se ascoltata, osservata.... La normalità è silenzio, non con-segna un segnale di cambiamento,non impregna l'aria di nuovo, noncrea differenza... è troppo poco,ciò che facciamo, se non osservatoda altri, se vissuto da soli, anchese stiamo realizzando un sogno,non esiste, abbiamo bisogno diessere sempre in contatto....percapire se ci segue qualcuno, se ciosserva, se manchiamo da qual-che parte ....Il reale non ci trasmette pulsio-ne... quel sapore speciale di vita,anche se, alla realtà si rimaneattaccati, pur se pesa, non siabbandona, non si lascia, perchéquesta rassicura... non fa sognare,è quanto esiste, il nostro esserequotidiano, simile a tanti altri,

non rende giustizia al nostro biso-gno di unicità, vivere la realtàspesso consegna poco ...È preve-dibile, è inconsistente, è comevivere senza esistere distanti danoi stessi, dal bisogno ..di sentircispeciali.Vivere nel sogno dell'altro, aiuta asopportarsi ...è comunicare, chestiamo realizzando il desiderioche sta nel sogno, e solo se, quan-do avviene è percepito osservatovissuto in differita, se siamo inter-cettati dall'attenzione di altri...allora quanto facciamo, il nostropassaggio, ha un senso...altrimen-

ti si spegne tutto, nonostante lanostra serenità , il piacere di cióche stiamo vivendo, di cio abbia-mo programmato di fare, sparisceogni cosa, senza una ribalta dovepoterci autocelebrare...per sentir-ti speciali per gli altri e per con-vincere noi stessi che questo equanto pensiamo sia vita ...vitache si umanizza passando attra-verso l'altro, Lacan lo chiamava, ildesiderio dell'altro, come poetica-mente diceva Heidegger ....l'esi-stenza... è un essere di lontanan-ze..

Adolfo Melignano

Vivere è far osservare.. lapropria felicità...o viverla!..

Il Palo risponde a “quelli dei pini”

Siderno in rovina e nessuno fa nullaCaro Direttore, ho letto con grande interessel'analisi fatta dai colleghi, ne “La Riviera” dell'11agosto, circa la situazione turistico-ambientaledi Siderno.Io che sono veneto di nascita, valdostano perlavoro, ma calabrese per auto adozione(Sidernese in particolare), sono davvero desola-to e basito da tanta incuria della cosa pubblica.Dal lontano 1968 quando sono venuto in viag-gio di nozze sono sempre tornato. Mi chiedo ilperché faccio tre volte all'anno tanti chilometriper trascorrere più o meno lunghi soggiorni inquella che una volta era la Costa dei Gelsominie che oggi appare una discarica a cielo aperto.La risposta è: per gli affetti che ho in questaterra meravigliosa deturpata dai suoi medesimifigli. Dal 22 luglio che sono in Siderno sono piùi giorni che non ho potuto fare il bagno per illezzo che giunge dal mare e per l'acqua sporca einquinata (la foto non è scarsamente rappresen-tativa di ciò che si vede dalla spiaggia del JollyMare il cui titolare sta raccogliendo le firme peruna denuncia alla Procura). Se un turista vienea Siderno per il mare chi lo risarcisce del dannosubito se i bagni non li può fare? Ma il maresporco è solo la ciliegina sulla torta. Siderno è instato comatoso. Un deterioramento urbanisticoe ambientale che a mio parere si è accentuatodopo la Giunta del sindaco Panetta e CarloFuda degli anni 2000. Da allora non c'è più

manutenzione né cura dell'ambiente. Sporciziaovunque, sterpi che invadono i marciapiedi, viebuie, auto che impediscono il passaggio ai disa-bili o alle mamme con i passeggini, segnaleticaverticale e orizzontale fatiscente o inesistente.Basti vedere lo stato in cui è ridotto il lungoma-re con lampioni rotti o spenti. Una vergogna.Eppure parlando con la gente c'è la condivisio-ne e la consapevolezza della decadenza dellacittà. Ma nessuno fa nulla. Meno ancora vienefatto per gli scarichi a mare. Ho scritto all'asses-sore regionale all'Ambiente. Non si è degnatodi farmi sapere di aver ricevuto la mia missiva. Equesto la dice lunga su una classe politica checompete in inefficienza con quella nazionale.Lo dico con rammarico perché il GovernatoreScopelliti sale sovente in Valle d'Aosta ad incon-trare la comunità calabrese. Ho l'impressioneche a Scopelliti stiano più a cuore i calabresiresidenti in altre regioni che la Calabria.Caro Direttore, sono convinto che a qualcunofaccia gioco lo status quo e se possibile ancorapeggio. Altro che Tow Meeting Siderno e Locria confronto. Rimbocchiamoci le maniche eognuno nel suo piccolo faccia la sua parte,magari denunciando le illegalità che si vedono acielo aperto. Forse Siderno potrà sperare in unnuovo rinascimento. Commissari permettendo.Con affettoPiero Minuzzo

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Siderno amaraLo sfogo dei cittadini: “non è più la nostra città”

L’intenzione era quella di parlare dellastagione turistica locale, ma e’ stato uncoro unanime per mettere a fuoco iproblemi di Siderno, quelli, nella sostan-za, di una citta’ che, a detta di tutti , sem-bra avviata a perdere la sua identita’ dicapitale della Locride per tutta una serie

di vicende che stanno affossando la suaimmagine. Parlano i cittadini che vivonola citta’ e osservano . Parla anchequalche turista di “ritorno” comeDomenico Trimboli che, ormai da pen-sionato, puntualmente ogni anno, vienea Siderno per passare un paio di mesi diferie.” Che delusione quest’anno – dice -, una volta si viveva un’atmosfera diver-sa e se c’erano dei problemi sapevamo achi rivolgersi. Ora ci sono i commissari.Ma che cosa fanno ? E dove sono i vig-ili urbani. Via dei Colli, dove abito, e’diventata un’arteria pericolosissima per iparcheggi selvaggi e per l’alta velocita’.

Perche non vengono messi i dossiantivelocita’. Mancano le striscepedonali, gli stop non si vedono. Ci sonobuche dappertutto. Quaesta non e’ laSiderno che vogliamo”. MicheleAudino, sidernese doc, da parte sua,

punta l’indice sulla precaria situazioneche esiste in Via Amendola, arteria cen-trale della zona residenziale, sede delCommissariato di Ps e nella parte alta diun supermercato .” Ormai e’ diventataun strada intransitabile – dice –, le autovengono parcheggiata da entrambi i latie resta solamente un piccolo spazio che,con la strada a doppio senso, crea intral-ci notevoli alla circolazione. Manca l’illu-minazione e manca la segnaleticastradale e, peraltro, ci sono una serie dicassonetti bruciati che danno l’idea divivere in un’arteria da terzo mondo. Conla prossima apertura delle scuole ( nellaadiacente via Turati ci sono la scuola ele-mentare, il Liceo artistico e una sezionedell’ Ipsia...) la situazione si aggravera’ulteriormente. Perche’ non si pensa adun senso unico ?”. Luigi Brugnano,autorevole funzionario di Trenitalia,esprime tutto il suo rammarico per laprecarieta’ dela citta’ in fatto di pulizia. “Non si vedono stradini, i cassonetti soni

inagibili, i vigili non ci sono e quando livedi sono intenti a fare qualche multaall’esterno delle banche per qualcheauto parcheggiata in un divieto di sostache non crea alcun problema. Quelloche e’ grave rimane il fatto che mentreieri si aveva la sensazione di vivere in unacitta’ in progresso che poteva contare suuna guida sicura, oggi si ha invece la sen-sazione che la comunita’ e’ in balia di sestessa. Se malauguratamente hai neces-sita’ di parlare con qualcuno dei proble-mi di Siderno non sai neppure con chifarlo. Questo ci mortifica come cittadi-ni” Brugnano insiste anche sulla preca-rieta’ della circolazione stradale e, poi,lancia una sua proposta “ Perche’ non sicomincia a verificare la possibilita’ dimettere dei parcheggi a pagamentonelle strade centrali; anche con un costominimo. Il traffico si potrebbe discipli-nare di piu’” E, intanto mentre LuigiBrugnano sta per concludere il suo inter-

vento passa un camion per il trasportodella nettezza urbana che lasciaun”alone” facilmente immaginabile.Arriva subito il commento “ questa e’diventata Siderno. Un ricettacolo dispazzatura”. Mario Mory, funzionariodi banca in pensione; “ Sono a Siderno

dal 1966 e, quindi, mi sento cittadino diquesta citta’. A quel tempo era un salot-tino portato come esempio in tutta laCalabria. Oggi non mi ritrovo piu’; c’e’degrado in tutto. Senza possibilita’ di dis-ciplinare il traffico, con l’obbligo di con-vivere con odori nauseanti per i vetusticassonetti ricettacolo anche dei resti dibar ristoranti e pizzerie ( ma perche’non si obbliga ad una raccolta interna enon passa, poi, un apposito mezzo perritirarla ? ), e il continuo passaggio dicamion della spazzatura. Ho assistitopersonalmente ad un episodio che mi haturbato notevolmente: una signora con

un bambino in carozzina stava passandovicino ad alcuni cassonetti, nei pressi diPiazza stazione. E’ stata costretta per lapuzza a turasi il naso, tornare indietro ecambiare strada....”. Vincenzo Romeo,commercialista: “ la spazzatura e la

mancanza di pulizia sono i problemi piu’gravi. Non si risparmiano neppure learee nelle adiacenza delel Scuola. Neipressi dell’ Ipsia, dove c’e’ anche la scuo-la media e una scuola materna l’erba e’alta oltre un metro. Se si pensa che apoche centinaia di metri si svolge ancheil mercato settimanale il quadro e’ com-pleto. Rispetto a dieci anni addietro mipare di essere tornato all’eta’ dellapietra. Una volta i vigili erano usati percontrollare le varie zone della citta’ e persegnalare i problemi. Perche’ non sitorna a farlo ?”. Mario Gallo, ben notocommerciante locale ( negli anni 80 e’stato vittina di un sequestro avvenuto aBovalino dove aveva un’attivita’ com-merciale ) espone un’atro grave proble-ma. “ I marciapiede – dice – sono usaticome vere e proprie piste ciclabili conragazzi che spuntano da tutte le parti edanche a notevole velocita’. Spesso sonozone di transito anche per motorini emotociclette. Il pericolo e’ costantesoprattuto per chi esce da qualche

negozio . Ieri eravamo in un paradiso;oggi Siderno non da piu’ l’impressione diun paese civile”. Mimmo Campo, examministratore degli anni 75/85 : “ Glistessi cittadini stanno perdendo il rispet-to del loro paese. Una volta le cose anda-vano meglio. Nei momenti peggiori c’erasempre chi riusciva a dare slancio allanormalizzazione dei problemi. I proble-mi non possono essere conosciuti da chiviene da fuori soprattutto se non “vive”la citta’. Basta guardarsi intorno; man-cano le strisce pedonali, manca l’illumi-nazione, esiste il parcheggio selvaggio inqualunque ora del giorno e della notte,non c’ e’ cura per l’ambiente, le stradesono piene di buche , il mare e’ sporco eil lungmare e’ fatiscente. Nella sostanzasi avverte che la citta’ e senza guida epriva della politica. Questa non e’ laSiderno che vuole la sua comunita’”.

Aristide Bava

di Filippo Scalzi

Certi siri mi ricogghju stancàtu'ccu dulùri da capu e tuttu 'ncazzàtumi piju a cuverta e pò chjànu chjànu annavòta annavòta m'assettu a u divanucuverùtu e rilassàtu 'ppi nu pocu staju appoggiàtuquandu staju 'ppi ciumàrimi vena a gulìa i mi sdraiàri...u cuscinu sutta a capue u duluri sa carmàtuchiudu l'occhji e sugnu a u scurune gridàti e 'nne rumurudoppu nu pocu sentu nu sgrusciupàrica chissu lu canùsciuarrìva mugghjerima chjanu chjanue s'assetta 'ccu 'mmia a lu divanututta carma tosca e beddrasi conza d'a na rasicèddra'ppi nu pocu staddi assettatane suspira e ne rijatasi cumincia a girària moviri e a si conzàripò cumincia a tiraria strinciri e a 'mbuttari'ppi nu pochiceddru aspèttapò si tira d'a cuvèrtapò fa finta ca chiuda n'occhjus'azzicca a gamba e lu dinocchjuormà mi canuscia li manèrie s'azzicca puru i pedima conzàtu 'mpittu 'mpittua nanghjulicchju strittu strittupò si gira e torna 'mbuttae si conza vuccu suttaalla fini amu arrivàtuca cuverta sa fricàtuquetu quetu e chjanu chjanumi 'nda cacciatu du divanu

Poesia 2° classificata alPremio Trichilo 2013)

U Divanu

DOMENICA 11 AGOSTO 2013 LA RIVIERA 24

Parlandodi...

SPORT

E’ finita a reti bianche la prima partitadel nuovo Roccella di Ciccio Galati,un buon test quello contro ilBrancaleone che ha permesso divedere all’opera i nuovi acquisti anchese il peso della preparazione si è fattosentire. L'A.S. Roccella ufficializzal'acquisto dell'attaccante italo-argenti-no classe '86 Cristian Luis Criniti loscorso hanno in forza all'Akragassquadra con la quale ha vinto il gironeA del campionato di Eccellenza sicil-iano. Nei giorni scorsi la squadra èstata presentata all'interno del "Grangalà di agosto", evento organizzato daSaro Bella. L'appuntamento ha avutoluogo all'anfiteatro al castello diRoccella Jonica. Qualche ora prima

c’è stata un’ amichevole allo stadio"Ninetto Muscolo" tra la squadraamaranto ed il Bianco guidato da LeoCriaco squadra che milita nel giorne Bdel campionato di Promozione.Intanto, per quanto riguarda la CoppaItalia Dilettanti 2013/2014, il Roccelladetentore del trofeo è stato inseritonel girone 10 insieme a Bovalinese,Bianco e Brancaleone. Il regolamen-to prevede che le partite del primoturno avranno svolgimento con garedi solo andata, accederà al turno suc-cessivo la migliore classificata di ognigirone.Questo il calendario della prima fase:Domenica 25 agosto ore 17:00BRANCALEONE - ROCCELLA

Mercoledì 28 agosto ore 17:00ROCCELLA - BOVALINESEDomenica 1 settembre ore 17:00BIANCO - ROCCELLA. I ttre com-missari Vincenzo Circosta, CeccoCurtale ed Ernesto Boccucci avrannoil compito di traghettare la società finoalla prima assemblea utile che con ilmassimo della democraticità dovrànominare il nuovo direttivo. Con la vendita delle quote societarieal 30 settembre tutti coloro che leavranno acquistato parteciperanno aduna assemblea dove voteranno pereleggere le nuove cariche e da qui sidarà via al nuovo ciclo del dopoGiannitti.

asroccella.it

Presentato il nuovo Roccella di Galati

E' iniziata l'avventura delSiderno calcio impegnatoquest'anno nel campionato dipromozione girone B.Giocatori e staff tecnico guida-to da mister Telli si sono riunitiper la prima volta presso lo sta-dio Comunale di Siderno.Presente anche vari componen-ti della società in particolare ilneo Presidente FrancescoRacco, il Direttore GeneraleFrancesco Vumbaca e il diri-gente Raffaele Salerno. Unbuon gruppo di giocatori,guidato da capitan Carabetta

ha iniziato a sudare le primemagliette sotto il sole cocente.Ha firmato poco prima del-l'inizio della preparazione ilportiere Ebanista che siaggiunge all'altro nuovo arriva-to Vitetta. Rientrati dai prestitie riconfermati il centrocamp-ista Michele Raso e l'attaccanteDomenico Serra. In settimanadovrebbero andare a com-pletare la rosa altri due gioca-tori (centrocampista ed attac-cante) che andranno ad alzareulteriormente il livello tecnicodella squadra.

Polistena siriscopre inmountain-bikeI vicoli del centro storico di Polistena sonostati riscoperti dalla prima edizione della not-turna di mountain bike, evento unico inCalabria per il suo genere. L'associazioneBike Team e l'Amministrazione Comunale,insieme, hanno realizzato un'iniziativa merav-igliosa. Arrivederci al prossimo anno.

Benassi allaReggina eMelara al Lecce

La Bagnarese in questi giorni èimpegnata in doppie sedute d’allena-mento, per preparare al meglio laprima uscita ufficiale in Coppa Italia,.al cospetto della Deliese. Importantenovità, riguardante l’area tecnica: a

supporto dim i s t e rG i o v a n n iMusumeci ,almeno perq u a l c h etempo ci saràB e n n yC a r b o n e ,bagnarese docche ha dispu-

tato diversi campionati di serie A (dacitare Inter e Napoli) e di PremierLeague (Sheffield., Aston Villa eBradford), mentre da allenatore haguidato Pavia, Varese e VallèeD'Aoste. Un segnale importantissi-mo, di quanto la Bagnarese vogliarecitare un ruolo da protagonista nelprossimo girone B di Promozione.

Filippo Mazzù-Rnp

Bagnarese-boom: BenitoCarbone nell'area tecnica

Siderno: iniziata la preparazione

Massimiliano Benassi è un giocatoredella Reggina. L'estremo difensore,arrivato dal Lecce, ha già sostenuto ilprimo allenamento con i nuovi com-pagni. Classe 81', Benassi arriva inamaranto con la formula del prestito.Tragitto inverso, e a titolo definito, perFabrizio Melara. Di seguito il comuni-cato apparso sul sito ufficiale dellaReggina. La Reggina Calcio rendenoto di aver raggiunto un accordo conl'US Lecce per l'acquisto, a titolo tem-poraneo, del calciatore MassimilianoBenassi. Portiere classe '81, Benassi hagiocato in tutte le categorie profession-istiche (con 30 presenze in A), adeccezione della Serie B. Farà l'esordiotra i cadetti, dunque, con la Reggina.Contestualmente, la Reggina comuni-ca di aver ceduto a titolo definitivoall'US Lecce il calciatore FabrizioMelara.

rnp

Il Mammola calcio ha scelto ilnuovo allenatore per il prossimocampionato di Seconda categoria: sitratta di Giovanni Scigliano, lo scor-so anno alla guida del Marina diGioiosa . Il nuovo allenatore saràpresentato nei prossimi giorni . Ildirettore generale NicodemoAgostino annunciando il nuovoallenatore dichiara:” Credo cheGianni Scigliano sia la persona gius-ta per far ripartire il calcio aMammola . Quando ieri ho incon-trato il tecnico mi ha colpito la suavoglia di accettare questa nuovasfida. È un tecnico preparato e cari-co di entusiasmo per avviare unnuovo progetto con la solaambizione di un buon piazzamentoin classifica. Abbiamo già iniziato aparlare della squadra, ci saranno

degli inevitabili cambiamenti maabbiamo delle linee guida chiare econdivise”. Il presidente Pino Neveafferma «Quella di Gianni Sciglianoè una scelta condivisa da tutta lasocietà è un tecnico di esperienza,molto preparato e un gran conosci-tore di questa categoria. Nelle pas-sate stagioni ha dimostrato di sapertrarre il meglio dai suoi giocatori

riuscendo a fare bene anche in situ-azioni difficili. Adesso insieme almister, provvederemo ad allestireuna rosa competitiva che possadarci qualche soddisfazione nelcorso della prossima stagione ago-nistica». Nei prossimi giorni verràcomunicata la data della presen-tazione del nuovotecnico.Nicodemo Barillaro

Il Mammola riparte da Gianni Scigliano

DOMENICA 11 AGOSTO 2013 LA RIVIERA 25

la Rivieradi...

ùSi terrà martedì prossimo dalle 16,45 allo stadio "Raciti", ilventennale della fondazione della scuola calcio "JuventinaSiderno". La manifestazione è stata organizzata nel ricordo diAlfredo Fragomeni (Pisolino) che della Juventina Siderno èstato fondatore e principale sostenitore. La manifestazione pre-vede un torneo triangolare relativo alla categoria "Allievi", traCrotone, Reggina e Juventina Siderno. Al termine del triango-lare seguirà un incontro tra vecchie glorie e una partita tra rap-presentative allievi del 2013 e quelli del 1993. L’obiettivo saràquello di raccogliere fondi per l'acquisto di un defibrillatore dadonare allo stadio "Raciti" di Siderno. Proponiamo la locandinadell'evento nella sua versione integrale.

a.t.

L'iniziativa dell'APD Brancaleone,che la scorsa domenica ha visto gliatleti e la dirigenza donare ben 20 sac-che di sangue all'AVIS, sta trovandoconsensi e viva ammirazione in tutto ilpanorama dilettantistico calabrese. Astretto giro di posta non tardano adarrivare nemmeno le congratulazionida parte del Comitato RegionaleCalabria, nella persona del suo massi-mo rappresentante il PresidenteSaverio Mirarchi, che attraverso unanota inviata al nostro giornale, havoluto congratularsi per la lodevoleiniziativa messa in atto dalla squadradi mister Pippo La Face e delPresidente Galletta."Desidero complimentarmi - scriveMirarchi - con la dirigenza, i tecnici e

gli atleti dell'A.P.D. Brancaleone per lalodevole iniziativa "messa in campo"con l' eccezionale raccolta di sanguedestinata agli Ospedali Riuniti diReggio Calabria insieme all'AVIS.Sono queste le attività che rendonoancora più imponente il valore socialedei nostri tesserati e che ci fanno sen-tire orgogliosi di rappresentare unmondo, quello del calcio dilettantisti-co e giovanile , che non è solo "risulta-ti e classifiche" ma che sa dimostraretutta la sua forza anche e soprattuttoattraverso queste iniziative che, siamocerti, non resteranno isolate.Grazie di cuore anche da parte nostra"

Saverio MirarchiPresidente CR Calabria LND

Non una semplice conferenza stampa di presen-tazione, ma un vero e proprio evento che ha atti-rato l'attenzione di una intera cittadina, tutto instile US Gioiosa Jonica, che ancora una voltadimostra di saperci fare anche fuori dal rettango-lo di gioco. L'affiliazione all'Udinese Academy,concretizzatasi mercoledì scorso a GioiosaJonica con la squadra locale, era tanto attesadalla società biancorossa ma anche la cittadinan-za ha campito l'importanza di questo accordocon la società Udinese, ed il valore sociale dellostesso, ed ha assistito con molta partecipazionealla serata svoltasi presso la struttura ai campettiin Via Limina. Presenti i massimi verticisocietari dell'US Gioiosa Jonica con lo staffdell'Udinese Academy composto da VincenzoLamensa coordinatore affiliazione UdineseAcademy per la Calabria, Paolo Poggi ex calcia-tore professionista, e da quest'anno coordinatoregenerale area tecnica Udinese per il settore gio-vanile oltre a Francesco Esposito coordinatoretecnico del progetto Udinese per la Calabria.Esposito coordinerà 6 tecnici calabresi tra cuimister Scevola presente anch'esso alla serata, cheperiodicamente porteranno gli insegnamenidell'Udinese Academy nelle sedi delle diverseaffiliate, seguendo dal vivo tutte le attività discuola calcio e settore giovanile. E' inutile sotto-lineare la soddisfazione dell'US Gioiosa Jonicaper essere riuscita l'accordo con l'Udinese Calcioche poche società nella provincia di Reggiohanno avuto la possibilità di concludere, unaccordo che chiaramente aumenta ultiormente ilprestigio di una società che vuole crescere, par-tendo da un concetto basilare che è la valoriz-zazione dei giovani e del proprio vivaio.

US Gioiosa Jonica:l'affiliazione all'UdineseAcademy è realtà

Siderno: al via il primo trofeo“Summer Kampus” riservato a tennisti di 3 e 4 categoria

E' in corso di svolgimento pressoi campi da tennis del centro spor-tivo Kampus di ViaMediterraneo di Siderno, ilPrimo Trofeo “SummerKampus” riservato a tennisti di 3e 4 categoria. Entusiasmanti legare che si stanno disputando,sia nel singolare che nel doppiomaschile. La conclusione è previ-sta per il prossimo 25 agosto conla finalissima che si disputerà nelcampo centrale e che metterà in

palio l'ambito montepremi dimille euro. Particolarmenteentusiasta della riuscita dellamanifestazione è stato il dott.Martino Ricupero che ha sem-pre sostenuto simili iniziativefinalizzate alla crescita sociale esportiva del nostro territorioinvestendo notevoli risorse suuna struttura sportiva come ilKampus vero fiore all'occhiellodella nostra città.

a.t.

Donazione dell'APD Brancaleone all'Avis. Le congratulazioni del Presidente Mirarchi.

A Palizzi ilmemorial perricordare Sergio Pellicanò

A Palizzi, il memorial perricordare Sergio Pellicanònon è stato commemorativo,bensì celebrativo, di chi si èsempre distinto nella vita pri-vata e nel lavoro, era un gio-vane poliziotto, per i valoriche la famiglia gli aveva tra-smesso e che in lui si eranoprofondamente radicati e, asua volta, trasmessi con lamoglie Angela ai figli Mattiae Giada. Sergio era una persona cheaveva maturato il rispetto peril prossimo e per i ruoli. Erastato capitano della squadradi calcio del Palizzi, dove il

suo allenatore, Nuccio Vita,in occasione della manifesta-zione dello scorso 11 agosto,ha raccontato anche del suoentusiasmo, sempre misurato. L'evento si è svolto nell'ambi-to dell'organizzazione dei tor-nei estivi, da parte dell'A.S.Palizzi, ed, in particolare,della premiazione del torneodei pulcini. Ciò ha contribuito ad esaltarel'importanza del gioco, comemomento imprescindibiledella crescita dei bambini,“dove come Sergio, si devonomettere in pratica i valorimutuati dalla famiglia e ren-

dere ognuno i propri talentidisponibili all'altro ed al giocodi squadra”. E' questo il senso del messag-gio che il presidente dell'A.S.Palizzi Gianni Morello e l'al-lenatore Gianni Valastro tra-smettono ai numerosi bambi-ni, che con entusiasmo vivonoil gioco come momentoaggregante e socializzante,superando l'agonismo dellacompetizione nella più essen-ziale partecipazione.

Walter Scerbo

L'avventura per il nuovo torneo di Promozione,che ormai bussa alle porte, per il rinnovatoMarina di Gioiosa Jonica del presidenteVincenzo Tavernese, è partito. Sul rettangolo digioco del Lombardo riaperto solo per gli allena-menti dalla triade commissariale , agli ordini del

nuovo tecnico Pasquale Rotondo lo scorso annoalla guida del Reggio Meditteraneo , vecchi enuovi giallorossi si sono ritrovati per dare inizioalla preparazione atletica, in vista del prossimocampionato. A lavorare a stretto contatto conmister Rotondo e l'esperto preparatore atleticoLillino Gennaro sono in 25 che si stannopreparando dimostrando grande impegno eapplicazione in questi primi giorni di lavoro .Quello da poco iniziato è un primo carico dilavoro per smaltire i mesi di inattività di diversigiocatori Le operazioni di mercato - non ancoraconcluse - al momento hanno fatto registrarealcune partenze eccellenti quelli di PasqualePatrizio, dei fratelli Carbone , Raso eMammolenti e i fratelli Scattarreggia. . Per ilresto la rosa dei calciatori che lo scorso campi-onato ha sfiorato,sotto la guida di misterScigliano, i play off è stata confermata in bloccoa partire da capitan Mimmo Ieraci e da Andrea

Mesiti. In questi giorni sono almeno sette i nuovigiocatori in prova che si stanno allenando sottolo squardo vigile di mister Rotondo e che lasocietà giallorossa sta decidendo se inserirlinella rosa per la prossima stagione . Nei prossi-mi giorni dopo una attenta valutazione dello stafftecnico insieme alla società si deciderà chi deisette in prova farà parte della squadra chegiocherà nel prossimo campionato di pro-mozione. Intanto l'unico dato certo per la prossi-ma stagione e che il Marina di Gioiosa ripartiràdai tanti giovani del vivaio locale allestendo conl'acquisto di un paio di elementi di categoriasuperiore una squadra che sarà competitiva eche possa confermarsi come la scorsa stagionenei quartieri alti della classifica è questo l'obbi-ettivo della società cercando di evitare come loscorso anno spese folli.

Nicodemo Barillaro

Il Marina diGioiosa Jonica

continua lapreparazione

Juventina Siderno:20 anni di storia nelricordo di Alfredo

Fragomeni

DOMENICA 18 AGOSTO 2013 LA RIVIERA 26

DOMENICA 18 AGOSTO 2013 LA RIVIERA 27

Pop, rock o tarantella, Fabio Macagninonella musica della Locride c'entra sem-pre. I sussulti, i movimenti, gli sbotti

musicali degli ultimi 25 anni in un modo onell'altro hanno avuto come protagonistaquesto cane sciolto ricciolino, a volte un po'selvaggio, della musica.L'ultimo esempio è il Duv'est est tour dellaFabio Macagnino ICS band (alla quale chiscrive, che ama i conflitti d'interesse dichiara-ti, si onora di appartenere come chitarrista inquesto scorcio di estate 2013), che tra parte-cipazione a Roccella Jazz (ospite la tromba diIngolf Burckhardt) e una serie di concerti inpiazze grandi e piccine, da Scilla aGuardavalle superiore, porta in giro un buoncantautorato, a volte, come da titolo di unasua canzone: “duci”, a volte invece risentito,tagliente, sfastidiato. Il fatto è che certi testi o certe geniali mossepolemiche di Macagnino potrebbero risulta-

re indigeste: come per esempio vendere l'ul-timo Cd nei boccacci delle melanzane sott'o-lio, una forma di protesta simbolica contro lariduzione della musica a companatico persagre di paese. Ma polemica o non polemica, rock o taran-tella, piacere o dispiacere, resta un fatto:Macagnino può permettersi di criticare lostatus musicale della zona, per il motivo chesi diceva all'inizio: da 25 anni ne è protagoni-sta.Parliamoci chiaro. Chi, nella zona, ha risco-perto la musica popolare che attualmenteregna incontrastata in ogni strada, piazza eperfino lounge bar della Calabria? Sono statii Folìa, che l'hanno riproposta nel 1993, 20anni fa. Il gruppo era composto da MimmoCavallaro, Daniele Mangiola, DomenicoMiriello, il sottoscritto, e naturalmente FabioMacagnino. Approccio non filologico ma

libero, tarantella contaminata con il progres-sive, il rock duro, il jazz rock. E a proposito di rock: chi è stato a diffonder-lo nella zona alla fine degli anni 80 mentrequasi tutti gli altri gruppi locali si dilettavanocon le cover dei Cugini di campagna? GliOmerthà, vale a dire Guido Tassone,Domenico Panetta, Antonio Crescenzi, eancora lui, Fabio Macagnino, che allora suo-nava la batteria con un bel feeling alla Police.Ma anche negli anni Zero, quando MimmoCavallaro suonava con Francesco Loccisanoe Stefano Simonetta (due musicisti dellaLocride che ora godono di meritata famanazionale) nei Tarankhan, ai tamburelli e allepercussioni c'era sempre lui: Macagnino.Insomma, batteria e percussioni come unavolta, voce e chitarra come adesso l'enzimadella musica della zona è sempre lui. Al nettodelle polemiche, degli sbotti e degli umori.

mastru brunu blus

MUSICA

Come ti è venuto in mente il progettoCalabriasona?Penso che un’idea simile fosse già da temponella mente di operatori culturali regionaliben più titolati di me. Io mi sono solo presola briga di dargli un nome e successivamenteho dato fondo a tutta l’ incoscienza e l’auda-cia di cui sono dotato per non lasciare che l’i-dea restasse esclusivamente su carta.Dall’utopia ai fatti il passo è stato più breve diquel che pensassi ed oggi Calabriasona è unabella e solida realtà. Con l’aiuto di artisti, pro-fessionisti, amici, appassionati e di tante altrepersone che hanno voluto credere in questoprogetto, in pochi mesi siamo riusciti a farnascere un circuito che mette in rete un’im-portante serie di eventi legati alla musicapopolare calabrese. Siamo solo all’inizio.Secondo te nel corso degli anni il KauloniaTarantella Festival potrebbe perdere la suacentralità confondendosi con manifestazionianaloghe di altri paesi?Credo sia decisamente improbabile, anziritengo che la nascita di un circuito comeCalabriasona non possa che rafforzare ulte-riormente la centralità e il prestigio di cuigode oggi il Kaulonia Tarantella Festival. In Calabriasona, infatti, Kaulonia TarantellaFestival è stato posto fin da subito qualeevento di riferimento per l’intero circuito edha acquisito, finalmente anche nei fatti, ilruolo che da anni gli viene virtualmente rico-nosciuto, e cioè quello di festival di punta del“movimento”, evento da cui trarre ispirazio-ne e del quale seguire le traccie.C’è il rischio che le manifestazioni diventinoun format svuotando la riscoperta dellatarantella dal suo valore identitario e dallasua carica di cultura alternativa?È indiscutibile che un tale rischio ci sia e, se

vogliamo dirla tutta, sempre c’è stato e sem-pre ci sarà. Riconoscere ed evitare le derive“modaiole” provando a riportare tutto nellagiusta dimensione è uno dei compiti princi-pali di chi si approccia alla musica popolare,sia esso nel ruolo di artista, di professionista,di operatore culturale o di semplice appassio-nato. Ed è proprio per questo che, nell’incipitdi Calabriasona, ad ogni festival del circuitoviene chiesto di mettere a fuoco gli aspettiche possono caratterizzarlo in modo univoco,provando a fare leva in particolare sulle tradi-zioni specifiche del luogo in cui si svolge l’e-vento in questione. Questa non è certo lasoluzione “pret-a-porter” al problema, ma èdi certo un buon punto di partenza per stimo-lare una concreta evoluzione in chiave cultu-rale del fenomeno “folk festival made inCalabria”.Cosa secondo te si potrebbe fare per non farsomigliare le manifestazioni di Calabriasona

alle normali feste di paese?La differenza tra una festa di paese e un festi-val a volte è davvero sottile. Ci sono Festivalche assomigliano tanto a delle Feste di Paese(di certo non solo in Calabria) e poi ci sonoanche delle Feste di Paese talmente belle edintense che farebbero impallidire il più rino-mato e ben organizzato dei Festival.Credo che una delle differenze principali lafaccia il livello organizzativo generale dell’e-vento, partendo dagli aspetti artistici per fini-re a quelli logistici e promozionali. I Festival di Calabriasona 2013, in linea dimassima e con delle imprevedibili eccezioni,non sono affatto “feste di paese”. Ovvio checi sarà da lavorare per far crescere e migliora-re il livello delle manifestazioni del circuito,ma per questo c’è tempo. Per l’edizione 2013l’importante era riuscire ad esistere, e visti irisultati ottenuti fin qui, direi che c’è davverodi cosa accontentarsi.

Riuscirà secondo te la nostra regione attra-verso Calabriasona a raggiungere i livellidella Puglia e Caulonia potrà essere laMelpignano della Calabria?Me lo auguro vivamente ed è il prossimosogno a cui bisogna mirare. Si tratta di unanuova utopia da provare a costruire, ma lebasi dalle quali partiamo paiono già solide epromettenti. Personalmente ritengo il poten-ziale della Calabria (musicale, culturale egeo-morfologico) decisamente superiore aquello della Puglia. La Calabria è una regio-ne che, guardata a distanza e attraverso lalente distorta dei media nazionali, può farpaura. Eppure si fa davvero presto ad inna-morarsene appena ci si mette piede e si entrain contatto con la sua gente, le sue tradizionie la bellezza delle sue terre. Da quando hoavuto la possibilità di approfondirne la cono-scenza, mi sono convinto che la Calabria siauna terra baciata da Dio, una regione che

può vantare fantastici paesaggi e cultureprofondamente diverse racchiuse in un faz-zoletto di pochi chilometri quadrati, in uninsieme incredibilmente eterogeneo di terre,colori, volti, lingue, mari, sapori, odori ecaratteristiche tipiche uniche al mondo. Dalmio punto di vista e in piena coerenza con leutopie di cui ho scritto pocanzi, è il luogoideale dal quale far partire una pacifica madeterminata rivoluzione per la riappropria-zione dell’identità storica e culturale di unanazione devastata da 70 anni di colonizzazio-ne anglofona.Quale secondo te dev’essere il ruolo dellapolitica, dei tecnici, degli artisti e degliimprenditori del settore per il decollo dellamusica calabrese?Non mi sono mai occupato di politica, nonnel senso col quale si intende la politica aigiorni nostri. Ho avuto però modo di speri-mentare abbastanza spesso alcuni di quelliche ritengo essere i principali ostacoli alla cre-scita ed allo sviluppo di una scena legata allamusica popolare calabrese. Dal piccolo dellamia esperienza, ritengo che la strada miglio-re, la più facile da percorrere, sia quella chepassa attraverso l’interazione e la collabora-zione tra le diverse realtà territoriali. Creareuna rete e mettere in circuito la propria espe-rienza per condividerla con quella degli altriè il modo migliore per crescere e svilupparsiin fretta e per avere all’orizzonte una concre-ta speranza di potersi presentare senza com-plessi di inferiorità in qualsiasi contestonazionale ed internazionale.Per il futuro mi auguro che si vada tutti assie-me verso questa mentalità, lasciando i cam-panili ed il tanto amato e deleterio chiacchie-riccio da bar.

Ilaria Ammendolia

L’intervista Riuscirà secondo te la nostra regione attraverso Calabriasona araggiungere i livelli della Puglia e Caulonia potrà essere la Melpignanodella Calabria? Me lo auguro vivamente ed è il prossimo sogno a cuibisogna mirare. Si tratta di una nuova utopia da provare a costruire,ma le basi dalle quali partiamo paiono già solide e promettenti.

a Massimo Bonelli

Calabriasona, il sogno della tarantella

Fabio Macagnino, il cane sciolto della musica locale

C’è il rischio che le manifestazioni diventino un format svuotando la riscoperta della tarantella dal suo valore identitario e dalla sua carica dicultura alternativa? È indiscutibile che un tale rischio ci sia e, se vogliamo dirla tutta, sempre c’è stato e sempre ci sarà. Riconoscere ed evitare lederive “modaiole” provando a riportare tutto nella giusta dimensione è uno dei compiti principali di chi si approccia alla musica popolare.

Ètra i protagonisti della scena musicale della Locride da 25 anni ed è stato uno dei primi a riscoprire la musica popolare

DOMENICA 18 AGOSTO 2013 LA RIVIERA 28

CULTURA E SOCIETÀ

L’intervista Con il libro “la Pena Invisibile Salvatore Ferraro invita a scostarsi per un attimo,ameno per i reati meno gravi, dalla visione di un carcere "a tutti i costi" e diguardare oltre proponendo una suggestiva, audace, pioneristica ma ancherigorosamente ben strutturata proposta di riforma della sanzione penale

ERCOLE MACRÌ

Ho incontrato SalvatoreFerraro in un piccolo barnei pressi di PiazzaBologna a Roma, circon-

dario storico di studenti fuorisedecalabresi. È in questa zona che hasempre abitato e trascorso la sua sta-gione di giovane. L’ho trovato, tuttosommato, sereno, ancora combatti-vo. È molto cambiato, fisicamenteintendo. Capelli informi barba folta,lo sguardo, per quanto segnato, èancora quello del giovane ragazzo diCalabria che 28 ani fa lasciò Sidernoper andare a rinfoltire le già corposefila dei laureati in legge. Faccio unveloce conteggio e mi accorgo cheSalvatore ha già 46 anni e che ben 16sono trascorsi da quell’estate in cui ilsuo viso apparve nelle televisioni ditutta Italia deturpato da una contro-versa storia di cronaca giudiziaria perla quale fu condannato per favoreg-giamento (4 anni e 2 mesi) e che glifece trascorrere un lungo periodo dicustodia cautelare in carcere. Unastoria di cronaca giudiziaria per laquale, lo sappiamo, si è proclamatosempre innocente.Da quel giorno, Salvatore non ha maipiù lasciato le prigioni (le sue e quel-le degli altri), portandosele dentrocome esperienza indelebile, umana,atroce ma anche come bagaglio giuri-dico, di lotta civile che da anni lo vedeimpegnato a diffondere le sue idee, isuoi progetti sia in campo politico (èstato per un quinquennio nella dire-zione dei Radicali Italiani), sia attra-verso il medium artistico (è autore dinumerosi spettacoli teatrali di succes-so sul carcere ed è compositore e lea-der dei Presi Per Caso, band nata nelcarcere di Rebibbia). Adesso torna aparlarne con un libro (La PenaVisibile – o della fine del carcere,Rubbettino Editore) che nel suo pic-colo è diventato già un caso editoria-le per la lucidità dell’analisi, l’audaciae l’anticonformismo della propostache ha scomodato pareri (tutti positi-vi) di numerose personalità delmondo del diritto e della politica.Comprendo che Salvatore ha frettadi parlare di carcere… come se l’ar-

gomento dovesse, da un momentoall’altro, implodergli fra le dita…“È tempo di entrare in una nuova otti-ca, una nuova prospettiva”, dice, “ilcarcere ha fallito, come modello dipunizione non funziona più…a livelloeducativo peggiora gli individui, fa soli-

darizzare il crimine, degrada e prosciu-ga le risorse creative degli individui, lirestituisce alla società criminalmentepiù qualificati. È tempo di cominciarea pensare, per i reati meno gravi, a unasanzione reale, produttiva, utile, cheresponsabilizzi davvero il reo e che sia

economicamente vantaggiosa pertutti...Ossia la tua idea: La Pena Visibile.Quali sono le premesse della tua propo-sta?La premessa di base è il bilancio ditrecento anni di carriera del carcere:

un fallimento totale. Il carcere, intutto questo tempo, non ha aumenta-to la sicurezza dei cittadini. Al contra-rio, ha alimentato la recidiva. Oggichi esce dal carcere torna quasi sem-pre a delinquere. Il danno socialeprocurato dal modello punitivo car-cerario è altissimo… E poi?Negli ultimi dieci anni il carcere inItalia è costato trenta miliardi di euro,continua a costarci due miliardi emezzo di euro all’anno. Un detenutocosta alla collettività 180,00 euro algiorno. 180,00 euro al giorno! Unavolta, un detenuto del carcere diRebibbia mi disse “se mi davano purela metà da mò che avevo smesso deruba’”E allora…che bisogna fare?Dietro la mia proposta, c’è unadomanda che ho posto, in questianni, alla gente comune, quella cheho incontrato per strada, sugli auto-bus. Ho chiesto loro: se una personati scippasse, rubasse a casa tua, ti rapi-nasse dei tuoi averi, cosa chiederestialla giustizia?Hanno risposto più o meno alla stes-sa maniera. Prima emotivamente, ecioè esplicitando il desiderio di poter-si fare giustizia da soli poi, riflettendoun po’ di più reclamando una formadi punizione che, con un adeguatopatimento, una giusta sofferenza,rendesse il reo consapevole dello sba-glio commesso, lo responsabilizzassee lo mettesse anche nelle condizioni,con lavori di pubblica utilità, di poterrisarcire il danno… e di non commet-tere il reato in futuroIl carcere non è in grado di soddisfarequeste legittime esigenze?No. Non è in grado. Non lo è proprioin senso strutturale. Non lo è maistato. È una misura fondata sulla sop-pressione totale della libertà, sull’i-nerzia totale del reo e sulla promi-scuità con altri delinquenti.Condizioni che generano il “nonfare”, annullano ogni consapevolezzadel reo, lo degradano umanamente,ne azzerano ogni possibilità di cam-biamento…Beh…qualcuno potrebbe sostenere: èla giusta punizione per chi ha commes-so un reato…

La fine del carcere

L’incipit del libro La Pena Visibile è già moltosignificativo: un dialogo. Un dialogo vero, tradue persone. Quasi il desiderio (esaudito) del-l’autore di rompere subito quel muro di gelo conla società, i cittadini e insinuare il germe dellapossibilità di un confronto vero su una tematicarespingente, sgradevole come il carcere e la puni-zione. Entri così dentro La Pena Visibile (o dellafine del carcere - Rubbettino Editore), con un dia-logo, e vieni subito catturato dal vortice della suatrama combinazione creativa di idee, analisiscientifica, scrittura creativa. Ci entri, prima conla paura, forte, di trovarti di fronte il solito “mat-tone” accademico indigeribile su un argomentoaltrettanto indigeribile come il carcere per poiscoprire che ad accompagnarti in questo viaggiodentro gli inferi delle galere c’è una scrittura leg-gera e argomenti suggestivi, forti, pieni di esem-pi presi dall’esperienza che l’autore ha vissutopersonalmente o che ha ricevuto dalla testimo-nianza di altri detenuti ma anche di magistrati,poliziotti penitenziari, educatori, scrittori e vitti-me del reato. Il libro ti aiuta davvero a capiretutto del carcere, delle ragioni per cui in quasi tresecoli di storia non sia riuscito a produrre risulta-ti utili, dimostra addirittura, e sono pagine effica-cissime, le ragioni per cui la stragrande maggio-ranza di chi entra in un carcere è destinato quasi“compulsivamente” a ricommettere il reato.Con bozzetti teatrali molto efficaci (Ferraro daanni racconta il carcere a teatro con spettacolimusicali e la Band Presi Per Caso) l’autore supe-ra i momenti di dialogo più difficili, quelli chenegli anni hanno creato più emotività, pregiudi-

zio, paura. E poi arriva la proposta, quella PenaVisibile, che sta già facendo molto discutere.Pioneristica, anticonformista, audace, opinabilema da prendere in considerazione, radicale, rivo-luzionaria, riformatrice...ecco alcuni dei giudiziche sono stati formulati intorno all’idea, al pro-getto riformatore contenuto nel libro La PenaVisibile (o della fine del carcere - RubbettinoEditore). Un’idea che guarda avanti, convintache l’esperienza del carcere, almeno per i reatimeno gravi, abbia fatto il suo tempo e che, cometutti i prodotti culturali e storici, debba prima opoi essere sostituita da altro. Quello di Ferraro èun invito a cominciare a pensare già da ora diver-samente, a scarcerarci da dentro, a liberarci daun’idea evidentemente fuorviante: quella che ilcarcere sia qualcosa di eterno. Perché i cambia-menti, spesso, sono repentini e ci colgono di sor-presa. E come disse il filosofo francese AlainBrossat “noi in un futuro a noi prossimo guardere-mo alle carceri come oggi guardiamo ai lager nazi-sti” ossia con orrore e con la consapevolezza diaver attraversato questa esperienza con un’evi-dente perdita della ragione. La ragione, ecco: ilpercorso della Pena Visibile è cosi semplice erazionale, sconfigge così efficacemente i para-dossi del carcere, suggerisce in modo drasticoche un cambiamento deve finalmente arrivare.Oggi in carcere ci sono 66.000 detenuti di cui solo9.000 sono quelli pericolosi o condannati perreati gravi. per quei 57.000 detenuti per reati nongravi sarebbe giunta ora di pensare a qualcosa didiverso. Le idee oltre il carcere, come vedete, cisono. (em)

Una chiacchierata con SalvatoreFerraro e La Pena Visibile...

La pena visibile: un’idea chevuole andare oltre il carcere

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E, invece, è l’esatto contrario: la con-dizione di perenne vessazione pro-dotta dal carcere, i suoi quotidiani,mortificanti riti come le ispezionianali, le perquisizioni, le battituredelle sbarre, il sovraffollamento, lanegazione dei diritti più elementari,la passività e l’isolamento creano unasola conseguenza: vittimizzano ildetenuto. Capisci la beffa? Un citta-dino magari è convinto che il detenu-to lì dentro stia cambiando, si stiapentendo di quanto commesso e,invece, la persona detenuta subisceuna sorta di deformazione psicologi-ca: percepisce quella punizione comegratuita, sproporzionata e ingiusta esmarrisce, letteralmente cancelladalla sua mente, le vere ragioni che lohanno condotto in cella…ma il citta-dino, tutto questo, non lo può vedere.In effetti…è un paradosso…Non solo. Il detenuto, in carcere, ècollocato in un ambiente che non hastigma del reato, non comunica unmodello culturale diverso rispetto aquello criminale. Al contrario, il car-cere, con qualche eccezione, confer-ma il modello culturale che ha porta-to al reato. Lo approva, lo giustifica, epeggio… Peggio?...…modella la sua gerarchia internasociale proprio in base alla qualità delreato e alla quantità della pena daespiare. Ossia, il detenuto perde con-tatto con la società vera e si ritrova,privato di risorse familiari, creative, inuna società che riconosce alla perso-na criminalmente più qualificatamaggiori prerogative…ti rendiconto?...altro che cambiamento … ilcarcere comunica a quella personainteressi, modalità e regole tutte fon-date su un modello deviante…questorende le figure criminali più attratti-ve......E diventa una scuola di crimine piùqualificato…Non solo. Al contempo, quello cheera il contenuto principale della puni-zione, la perdita di libertà, man manosbiadisce, si affievolisce. Il carcere èabitudine, il detenuto si assuefa aquel tipo di vita inerte, senza respon-sabilità. I suoi interessi degradano.Insomma, una volta fuori il reo non

ha nessuna difficoltà a rientrare incella dopo pochi mesi. Quella cella èdiventata una sua seconda casa. Eallora delinquere ancora ha un costodavvero esiguoEppure in carcere, a proposito di riedu-

cazione, esistono figure professionalicome gli psicologi, gli educatori, gli assi-stenti sociali e poi, mi pare, che negliultimi anni siano stati avviati numerosiprogetti laboratoriali e lavorativi…Qualcosa è successo. Il carcere di

Bollate a Milano, per esempio, falavorare i detenuti. Meglio che l’iner-zia totale. Ma, a conti fatti, le cosecambiano di poco. Anche le attualimisure alternative, per quanto faccia-no calare e di molto il tasso di recidi-

va, sono praticamente inutili...Ma qualcosa bisogna pur fareEsatto. Chi ha commesso un reatodeve assumersene la responsabilità.Questo significa, innanzitutto, obbli-gare il reo attivarsi, produrre, render-si utile attraverso un percorso struttu-rato all’esterno, dentro la società, cheti obblighi a seguire delle regole con-divise e a confrontarti con degliambienti diversi, variegati con cui, dauna parte, puoi praticare concreta-mente una regola sociale, dall’altra titrovi a subire limitazioni, obblighi,percorsi seriamente strutturati...E la punizione...Libertà limitata comparata con quel-la più estesa dei cittadini liberi. Nellibro dimostro come il livello di pati-mento rimanga molto alto a differen-za che nel carcere dove tende a sce-mare. Quattro livelli di sorveglianzadi tipo sociale (quindi molto più effi-caci), un percorso che rivoluzioni ledinamiche culturali della persona e lostimoli verso scelte più creative e nondevianti.. ma non posso raccontartitutto qui adesso (sorride n.d.r.)A chi è destinata la misura?A tutte le persone condannate(Salvatore ci tiene a dire che in carce-re ci sono anche tante persone inno-centi n.d.r.) per reati non gravi...saiquante sono?No.Il 93% dell’attuale popolazione car-ceraria. Hai capito? Su una popola-zione carceraria di circa 66.000 dete-nuti, quelli giuridicamente pericolosisono solo 9.000...ma per gli altri...ègiunta davvero l’ora di cominciare apensare a forme di sanzioni nuove,diverse...e soprattutto più utili eresponsabilizzantiSalvatore si ricorda solo adesso diavere ordinato due caffé. La chiac-chierata è stata piacevole. Rivederloè stato piacevole. Nel suo orizzonte,ancora la musica (mentre pare abbiasmesso di fare il portiere), la scrittura(sta completando il testo del suonuovo spettacolo teatrale e le nuovecanzoni per i Presi Per Caso) l’esigen-za ancora insopprimibile di racconta-re il carcere, farlo conoscere, criticar-lo, superarlo per vedere un giornol’alba della sua Pena Visibile.

La pena visibile: hannoscritto, hanno detto ...

"Vi suggerirei il libro di Salvatore Ferraro.Condivido alcune cose che dice in modo radicale"(Gherardo Colombo, ex-magistrato, da un'intervi-sta rilasciata alla rivista Conflitti)

"Un'idea diversa che merita di essere ascoltata"(Maurizio Tortorella, Panorama)

"La Pena Visibile non è un libro dei sogni, delineaun percorso graduale riformatore per l'eliminazio-ne del carcere"(Geppi Rippa, Agenzia Radicale)

"E' un saggio originale, completo, positivo, che faun bilancio ragionato della realtà del carcere eguarda al percorso della pena in ottica costituzio-nale"(Fabio Viglione, Avvocato Penalista)

"Il punto archimedico è qui: rendere visibile lapena, fare in modo che il condannato la sconti acontatto con una porzione di quella società in cuipure dovrebbe reinserirsi. Non sono i sogni com-pensatori di un giovane giurista che ha avuto guaicon la giustizia, sono parte di un dibattito ormaipluridecennale sul superamento del carcere" (Guido Vitiello, Corriere della Sera)

"La Pena Visibile: Ecco la rivoluzione pellichiana"(Isabella Pascucci, Leggo)

"La Pena Visibile non si limita ad argomentare latesi della del fallimento della pena carceraria mapropone razionalmente una nuova teoria dell'ese-

cuzione penale"(Antonella Barone, educatrice, Le Due Città)

"Concludo: ho cominciato a leggere "La PenaVisibile" di Salvatore Ferraro. Fin dalle prime pagi-ne ho avuto la conferma delle storie che ho raccon-tato: il carcere è una fucina di recidiva, un microco-smo dove c'è l'identico sistema di valori dell'am-biente in cui era maturata la giustificazione a com-piere l'atto criminoso; il carcere crea dipendenzadal carcere e dipendenza dal reato; il detenutodiviene un numero inattivo che 24 ore su 24 sinutre di subcultura carceraria; da colpevole si sentevittima del sistema; il carcere diventa la normalità,il gruppo sociale ideale, una casa famiglia; dopo unpo' di mesi si attenua anche il significato della pri-vazione della libertà. Ringrazio Ferraro per il suolibro"(Francesco Lo Piccolo, Huffington Post)

"Resta da sperare che il Paese che ha dato i natalial filosofo Cesare Beccaria sappia recuperare quel-lo spirito illuminista e riformatore che nel tempoha prodotto importanti conquiste di civiltà comel'abolizione della pena di morte. Magari anchefacendo tesoro delle idee anticonformiste diSalvatore Ferraro"(Marco Ciello, Lettera Politica dalla scuola diMassimo Cacciari)

" Leggete la Pena Visibile, farete un gran regalo alvostro cervello"(Vittorio Pezzuto, giornalista e biografo di EnzoTortora)

Da sx a dx, Lacopertina de LaPena Visibile, ilcarcere di Palmi eSalvatore Ferraro. Illibro saràpresentato stasera,18 luglio, alle 19,ooal Kukumerla, nellaVilla Comunale diSiderno.

Non conta quel checonta, ma contanoi contanti

Parlandodi...

Sorrisi a Km 0

Due pezzi da 90...Kilogrammi

Risolvi il rebus...

Un grande amicodi New Y

Strani incotri mattutini

Zeppolata a Km 0

Anche lei ha raggiunto il BlueDahlia per bere un cocktail efare due chiacchere con Ruggero

ATTUALITÀ

Quando Pallina eGnomo giocano con lasabbia

DOMENICA 18 AGOSTO 2013 LA RIVIERA 30

Un amico a Km 0

Si è conclusa molto positivamente lamostra fotografica “Il giardino di miamadre e altri luoghi” del filoso e per-former Claudio Sottocornola, divenu-to nel tempo una presenza fissa nelcalendario degli eventi estivi. Quest'anno il “filosofo del pop” havoluto riproporre in versione estesa lamostra fotografica dedicata al ricordodella madre, scomparsa dieci anni faper “errori ed omissioni” di chi l'avevain cura. Dopo i pochi pannelli esposti nel 2010presso la sala dell'ex-bibliomediateca“La Torre”, quest'anno è stata l'ormaicelebre Saletta Rossa della LibreriaMondadori ad ospitare la mostra inversione estesa ma non integrale.Centoventi i pannelli esposti, ma conla possibilità di accedere gratuita-mente al dvd multimediale che con-tiene tutti gli scatti. Relatori della serata sono stati, oltre lostesso Sottocornola, il critico cine-matografico Antonio Falcone e l'es-perta di giardini Lidia Zitara, entram-bi già collaboratori di questa testata. La mostra vuole essere oltre che untributo alla figura della madre scom-parsa, anche un percorso artistico edestetico. La scelta del giardino è fortementeevocativa di un nido, di una domestic-ità irrimediabilmente perduta. Gliscatto appaiono dunque scabri, mini-

mali, estremamente distanti dall'ide-ale patinato del giardino inglese. Lamacchina fotografica coglie in modoanche un po' ossessivo gli sguardiamorevoli della madre, in una sorta diminimo spostamento di fase quantica,in una dimensione che non vive solonello spazio, ma anche nel tempo, esoprattutto, nella memoria. Un insieme organico, olistico, che nonè solo caratteristica del giardino, diogni giardino, in quanto insieme dielementi biologici ed estetici, maanche peculiare del modus di pro-duzione artistica di Sottocornola, che

utilizza diversi strumenti e mezzi dicomunicazione per le sue produzioniartistiche. Sottocornola è infatti un artista cheama le mescolanze, le contaminazionitra generi e stili, un artista “multitask-ing”, che non si lascia cogliere tutto alprimo sguardo, ma di cui bisognaimparare a conoscere tutte le sfac-cettature. L'inaugurazione dellamostra si è tenuta il 7 agosto. Lamostra e materiali multimediali sonostati messi a disposizione del pubblicoin modo totalmente gratuito.

L.D.

Claudio Sottocornola a Siderno

Grande successo per la colletti-va “Arte per arte” proposta dal-l’associazione “Kronos Arte”.Il programma ha previsto 4giorni di esposizione nel con-testo in cui la pittura si fondecon altri linguaggi. E oppor-tuno sottolineare che questabella pagina di cultura è statavoluta in modo ostinato da tuttigli artisti. <<Il nostro obbietti-vo è quello di creare un movi-mento culturale sul nostro ter-ritorio. L’evento si è svolto dal 7al 10 agosto presso il museogaribaldino sito sul lungomaredi Melito Porto Salvo. Il 7 si èaperta la collettiva d’arte con lameditazione pittorica di 5opere e il ricordo del profes-sore Salvatore Autelitano. Lasera successiva serata poetica alfemminile presentata dalla pro-fessoressa Franca Evoli e per-

formance “Impressionarte ” acura di Rosalia Salvatore eDominella Foti. Venerdì seraspazio alla sperimentazionemusicale con Enrico Laganà eDomenica Romeo. La serataconclusiva è stata la volta degliscatti fotografici “I colori delCiad” di Stefania e Leila Della

Villa: un viaggio nel cuore del-l’africa documentato da delleimmagini che hanno carpito lebellezze paesaggistiche e lasolarità di un popolo. ( Ecco i nomi degli artisti cheche hanno esposto le loroopere: AntoninoZampaglione, DomenicoZampaglione ,Cloe Chabert,Aldo Sergi, Titti Romeo,Franco Zampaglione,Stephenie Gluillemet,Francesca Morabito, PinoCaridi, Graziella Romeo,Francesco Neri, ValentinaLigato, Maria CarmelaRomeo, Giuseppe Mazzola,Carmela Mafrica, DomenicaRusso, Carmelo Caridi, MirellaCuratola, Lorenza Stelitano eGiuditta Massaro.

Redazione ntacalabria.itgiornale on line

Melito di Porto Salvo, grande successo per la collettiva “Arte per arte”

Il ricordo della madre nella luce di un giardino

la Riviera

DOMENICA 18 AGOSTO 2013 LA RIVIERA 31

grande amicoi New York

“Mizzicata”che fustiStrani incotri

mattutini

Quelli che Trenitalia, la Calabria, eppureson qua

I piùambiti...dalla Pro-LocodiCaronnoPertusella

Viste le tante richieste che giungono alla redazione per

la pubblicazione di foto di auguri,non riuscendo ad

accontentare tutti, ricordiamo ainostri lettori che le foto

sono a pagamento

Così ha scritto di recente la dott.ssaFranca Evoli, direttrice del premioletterario ”Città di Montebello-Edward Lear “giunto oggi, 11 ago-sto 2013, alla sua quinta edizioneconfermando all’associazione“Nicolaos Arghiropoulos”( presie-duta da Vincenzo Malacrinò) rinno-vati plausi ed assensi da parte delnumeroso pubblico convenuto daogni dove in piazza Municipio.Odore di grecità nei versi in linguagreco-calabra che si accostano aquelli in vernacolo e in lingua italia-na, tanta musica, una gradita degu-stazione offerta dall’Anglo ItalianClub a base di fichi d’india, quelfrutto che tanto aveva stupitoEdward Lear almeno quanto l’a-spro paesaggio e la storia dei paesigrecanici. “Più in alto, nel burrone,si trova Montebello, il distrettofamoso di Calabria per l’eccellenzadei fichi d’india. Tutte le rocce deidintorni sono coperte da un densostrato di questi strani frutti” ( da“Diario di un viaggio a piedi” di E.Lear). Qualche minuto di commo-zione nel ricordo del sacerdote DonCosimo Latella, già parroco delpaese e a tutti noto per l’operosità el’impegno sempre profusi all’inter-no della sua nobile missione, qual-che minuto di simpatia ascoltandole poesie e i canti di alcuni studentidelle scuole medie superiori, alti

momenti di squisita cultura sulle alidella recitazione ispirata dei versi daparte dei poeti selezionati come vin-citori delle tre sezioni proposte e dialtri meritevoli di un dovuto ricono-scimento (come quello in onore di“Filippo Marcianò”) per l’origina-lità e la qualità dei testi. Lo schermoche cade giù sospinto da un’improv-visa folata di vento al momentodelle proiezione di alcune foto rela-tive al ricordo di Don CosimoLatella, noto anche per la sua gio-condità, l’improvvisato intervento ditre etiopi fatti salire sul palco dadove ci raccontano della loro espe-rienza a bordo di un gommone perraggiungere le coste calabre, il sorri-so strappato da un bimbo che ci

recita in versi la personale soddisfa-zione per la chiusura della scuola el’inizio delle vacanze. E poi, in chiu-sura, le note della “Casta diva” into-nate dalla cantante lirica MariaLabate che si perdono nell’aria rie-cheggiando tra gli aspri speroni roc-ciosi che fanno da corona al paese.Si conclude così questo rinnovato“convito di calici e di idee”, l’appun-tamento è per l’anno prossimo esempre qui, a Montebello, un paeseche” stanco di promesse non man-tenute, di spudorati voltafaccia, ditradimenti sempre più umilianti(…), stanco dei furti quotidiani,delle partenze (….), delle stradedissestate, dei lavori eternamenteincompiuti , dello sfacelo di una sto-ria che nessuno si preoccupa di sal-vare (…) crede ancora in un risve-glio per respirare l’aria nuova dellagiustizia e del progresso. (FrancaEvoli). E ci si volge, al rientro, adosservare per l’ultima volta quellepiccole luci così saldamente ancora-te alla collina, negli occhi le stradinerischiarate dai lampioni, nell’orec-chio le ultime parole di augurio diFranca che tanto si prodiga, conaltri, perché Montebello non solonon segua la triste sorte dei “paesifantasma” della Locride ma che, alcontrario, viva di luce sempre piùeccelsa: “Ad maiora, paese mio!”.

Successo di pubblico l’undici agosto nel rione Marina diMelito di Porto Salvo per il concerto del cantante PaoloMeneguzzi. Il cantautore, di origini svizzere, ha aperto laserata dedicando il concerto a Maria Concetta Praticò,una giovane originaria del rione, morta proprio quattroanni fa quando doveva tenersi in quello stesso luogo, ilconcerto di Meneguzzi. A lei è stato dedicato un grossoapplauso e lo sguardo è andato verso il cielo per ricordar-la. Durante la serata si sono susseguiti, uno dopo l’altro, isuccessi del cantante: In nome dell’amore, Vero Falso, Seiamore, Lei è, Non capiva che l’amavo e Ti Amo Ti odio.Meneguzzi ha poi coinvolto il pubblico presente in uncoro di voci e subito dopo ha intonato uno dei più grandisuccessi degli anni ’90 degli 883 “Come mai”. A fine ser-ata spettacolo di luci in cielo con i fuochi d’artificio.

Redazione ntacalabria.it – giornale on line

Messaggi temponel di Daniela Ferraro

Ad maiora, paese mio!

Lampioni, un opera di Dalì

Antonio eCristina 5 anni

insieme auguri!!!

“C’è odor di grecitànelle vie dai nomi strani,

nei monti solitari,nel mare cristallino.(…)

C’è odor di grecitànei detti quasi persi,nei riti, nelle danze,nei pianti, nei sorrisi.E’ gioia di ospitare,piacere di donare,

far parte di un convitodi calici e di idee. (…)

( Franca Evoli)

Paolo Meneguzziincanta Melito

Non molla, non c'è niente da fare, non va giù ese ci va si rialza e, senza contare su fondi pub-blici, sventola dati e risultati: Il giornale piùletto e il sito più visitato in Italia in riferimen-to all'utenza. Oggi compie 45 anni, coi suoi112 chili, la labrador nera e i suoi 15 anni daeditore di frontiera. Tanti auguri a RosarioVladimir, lunga vita a la Riviera (la redazio-ne).