il giornale dell’associazione

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ANNO XXVI NUMERO 01 GENNAIO 2022 WWW.MILANOSUD.IT @MILANOSUD5 /MILANOSUD Il giornale dell’Associazione • Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 • • Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 • L ’aggressione sessuale alle nove ra- gazze avvenuta nella notte di Ca- podanno in piazza Duomo ha scioccato la città. Diciotto ragazzi tra i 15 e 21 anni, stranieri o italiani di seconda ge- nerazione di origine nordafricana, sono stati perquisiti, due di loro sono stati fermati, per evitare l’espatrio, che pare stessero già organizzando. Le vit- time, tutte molto giovani, sono state palpeggiate violentemente, alcune de- rubate, altre ne sono uscite con lividi e vestiti strappati e denudate. Tutte por- teranno per molto tempo i segni di questa terribile esperienza. Per quanto i reati nel complesso stiano da anni costantemente diminuendo, permangono alcune forme di sopraf- fazione e impunità insopportabili. La violenza nei confronti delle donne da parte di mariti ed ex fidanzati, le bande organizzate di ragazzi che im- perversano nei luoghi del diverti- mento e non solo, gli autori di quotidiane sopraffazioni e illegalità che vivono nei nostri quartieri non sono più tollerabili. Continua a pag. 2 Stefano Ferri Le violenze di piazza Duomo Stanziati i fondi per lo studio di fattibilità di una metropolitana al servizio dei quartieri Vigentino-Ripamonti Arriva la M6. Si valutano i possibili tracciati L a bella notizia è arri- vata il 31 dicembre, dalla pagina Facebook del sindaco Giuseppe Sala: “Sono stati stanziati i fondi per lo studio di fattibilità di M6 che interesserà la parte del sud milanese in connes- sione con le linee della me- tropolitana 2 e 3”. Seppur con molte pagine ancora da scrivere, si apre quindi un nuovo capitolo per la mobi- lità del Municipio 5. Le risorse per lo studio di fattibilità, contenute nella legge Finanziaria (art. 132), avviano di fatto l’iter che porterà alla costruzione della nuova metropolitana, se- condo quanto come giornale – consentiteci questa autoci- tazione – avevamo chiesto giusto un anno fa. Allora scrivemmo due servizi che sottolineavano le difficoltà della mobilità attuali e fu- ture, considerato lo sviluppo immobiliare del Municipio 5 e in particolare nell’area Scalo Romana, Ripamonti e Vigentino. Gli esponenti di Municipio e Comune che in- terpellammo si erano detti d’accordo sull’urgenza di realizzare una nuova linea. L’allora assessore alla Mobi- lità, Marco Granelli, si era impegnato a muoversi in questa direzione. E noi ave- vamo ipotizzato dei tracciati per la nuova linea. In questo quadro, l’annuncio di fine anno del sindaco è stato accolto da Mattia Cu- gini, neoassessore all’Urba- nistica e Verde del Municipio 5, con grande soddisfazione: «Come Municipio avevamo chiesto poche settimane fa che lo studio di fattibilità per una nuova linea fosse antici- pato al 2022 e su questa ipo- “LA MILANO CHE PIACE A ME” SECONDO IL MILANESE IMBRUTTITO «La chiave per vivere a Milano: sense of humor e disincanto» P er iniziare l’anno con una risata, ab- biamo intervistato il milanese im- bruttito più famoso di Italia. Ovvero Germano Lanzoni (attore impegnato su diversi fronti, protagonista del cinepa- nettone “Mollo tutto e apro un chirin- guito”, e chissà che altro ancora). Il filo conduttore? L’ironia, che come dice Lanzoni, «è la tavola che ti permette di surfare sulle stonature e imperfezioni della realtà». Il mantra per affrontare il 2022? «Vedere la risata là dove gli altri vedono problemi». Buoni propositi per il nuovo anno? «Primo. Portare la family a sciare a Courma, l’ho promesso dal Natale 2020 alle twins. Secondo: alzare la qualità di quello che faccio: più cresce la mia vi- sibilità, maggiore dev’essere la cura, nella speranza sempre di fare cose che mi sorprendono. Tuttavia gli sbatti ci sono. Di cosa si può ridere oggi? Ria- vremo la normalità? Riuscirà il pubblico a sorridere con la mascherina FFP2?». Cristina Tirinzoni Continua a pag. 6 S econdo quanto recitano i cartelli, i lavori dovrebbero terminare in questi giorni, ma contrariamente a quanto i cittadini di solito sperano, in questo caso, l’auspicio è che si protrag- gano ancora un po’, e che l’Ammini- strazione “cambi direzione”. Stiamo parlando dei lavori per la posa del guard rail e l’istituzione del senso unico in via Vaiano Valle che, contra- riamente a quanto annunciato dall’ex assessore Marco Granelli nella richiesta di parere inviata al Municipio 5 nel marzo scorso, si sta realizzando da nord verso sud, cioè via Dell’Assunta verso via Sant’Arialdo. Un errore madornale, che si fa fatica a comprendere da chi è stato commesso, anche se, sottovoce, dal Municipio fanno intendere che si tratta di un’ini- ziativa della Polizia locale, presa du- rante il periodo di interregno tra la fine del primo mandato Sala e l’inizio del secondo, quando il vecchio assessore Marco Granelli era in uscita e la nuova assessora Arianna Censi non si era an- cora insediata. All’inizio dei lavori, a dicembre, capito che il senso unico contraddiceva quanto previsto, perplessità e malu- Vaiano Valle: il senso unico deve essere sud-nord Case e Ospedali di Comunità: dove nel sud Milano? Un intervento sbagliato, da correggere subito Dovranno risolvere i problemi della sanità territoriale milanese, emersi in pandemia È iniziato il confronto tra Municipi e Comune per individuare le localizzazioni delle future Case di Comunità e Ospedali di Comunità nel sud Milano che, previste dalla riforma sanitaria Regione Lombardia e finanziate dal Pnrr, dovranno risolvere i problemi della medicina territoriale milanese. Dopo un primo confronto, l’Ats Milano ha presentato il 9 dicembre scorso al sindaco Sala e ai presidenti di Municipio le prime 24 localizzazioni, deliberate dalla Giunta regionale il 15 di- cembre. Stefano Ferri Continua a pag. 3 mori sono stati subito manifestati dai residenti del borgo di Vaiano Valle, che hanno scritto all’assessora Arianna Censi. Nella lettera è stato sottolineato che con il senso unico da nord a sud tesi avevamo avuto la condi- visione da parte dell’asses- sore alla Mobilità Arianna Censi e, prima ancora, dal- l’assessore Marco Granelli. Ora, a risorse stanziate, in queste settimane iniziano le prime interlocuzioni con i soggetti del territorio e i sin- daci dei comuni limitrofi, potenzialmente interessati alla nuova linea. Entro pri- mavera Amat (Agenzia Mo- bilità Ambiente e Territorio del Comune – Ndr) inizierà lo studio di fattibilità su due o tre tracciati, partendo dalle ipotesi su cui sta già lavo- rando l’assessorato alla Mo- bilità. Poi nel 2023 si sceglierà il tracciato, si rea- lizzerà il progetto e inizierà la raccolta fondi. Con il van- taggio di poter accedere ai fondi del Pnrr». Stefano Ferri Continua a pag 3 gli abitanti di Vaiano Valle, Chiaravalle, Sorigherio e Poasco, sono costretti, per raggiungere il Vigentino e la città, ad andare verso Rogoredo e passare per via San Dionigi, percorrendo molti chi- lometri in più, sia rispetto alla viabilità precedente, che al senso unico previsto a marzo dallo stesso Comune. Una situazione di grande disagio, al punto che in questi giorni diversi citta- dini, pur evitare il lungo giro, usano la strada come se fosse a doppio senso, rischiando incidenti, specialmente in queste giornate di nebbia fitta. Adele Stucchi Continua a pag. 4

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ANNO XXVI NUMERO 01 GENNAIO 2022 WWW.MILANOSUD.IT @MILANOSUD5 /MILANOSUD

Il giornale dell’Associazione

• Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 •• Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 •

L’aggressione sessuale alle nove ra-gazze avvenuta nella notte di Ca-

podanno in piazza Duomo ha scioccatola città. Diciotto ragazzi tra i 15 e 21anni, stranieri o italiani di seconda ge-nerazione di origine nordafricana,sono stati perquisiti, due di loro sonostati fermati, per evitare l’espatrio, chepare stessero già organizzando. Le vit-time, tutte molto giovani, sono statepalpeggiate violentemente, alcune de-rubate, altre ne sono uscite con lividi evestiti strappati e denudate. Tutte por-teranno per molto tempo i segni diquesta terribile esperienza.Per quanto i reati nel complesso stianoda anni costantemente diminuendo,permangono alcune forme di sopraf-fazione e impunità insopportabili. Laviolenza nei confronti delle donne daparte di mariti ed ex fidanzati, lebande organizzate di ragazzi che im-perversano nei luoghi del diverti-mento e non solo, gli autori diquotidiane sopraffazioni e illegalitàche vivono nei nostri quartieri nonsono più tollerabili.

Continua a pag. 2Stefano Ferri

Le violenzedi piazza Duomo

Stanziati i fondi per lo studio di fattibilità di una metropolitana al servizio dei quartieri Vigentino-Ripamonti

Arriva la M6. Si valutano i possibili tracciatiLa bella notizia è arri-

vata il 31 dicembre,dalla pagina Facebook

del sindaco Giuseppe Sala:“Sono stati stanziati i fondiper lo studio di fattibilità di

M6 che interesserà la partedel sud milanese in connes-sione con le linee della me-tropolitana 2 e 3”. Seppurcon molte pagine ancora dascrivere, si apre quindi unnuovo capitolo per la mobi-lità del Municipio 5.Le risorse per lo studio difattibilità, contenute nellalegge Finanziaria (art. 132),avviano di fatto l’iter cheporterà alla costruzione dellanuova metropolitana, se-condo quanto come giornale– consentiteci questa autoci-tazione – avevamo chiestogiusto un anno fa. Allorascrivemmo due servizi chesottolineavano le difficoltàdella mobilità attuali e fu-ture, considerato lo sviluppoimmobiliare del Municipio 5e in particolare nell’areaScalo Romana, Ripamonti eVigentino. Gli esponenti diMunicipio e Comune che in-

terpellammo si erano dettid’accordo sull’urgenza direalizzare una nuova linea.L’allora assessore alla Mobi-lità, Marco Granelli, si eraimpegnato a muoversi inquesta direzione. E noi ave-vamo ipotizzato dei tracciatiper la nuova linea.In questo quadro, l’annuncio

di fine anno del sindaco èstato accolto da Mattia Cu-gini, neoassessore all’Urba-nistica e Verde del Municipio5, con grande soddisfazione:«Come Municipio avevamochiesto poche settimane fache lo studio di fattibilità peruna nuova linea fosse antici-pato al 2022 e su questa ipo-

“LA MILANO CHE PIACE A ME” SECONDO IL MILANESE IMBRUTTITO

«La chiave per vivere a Milano: sense of humor e disincanto»

Per iniziare l’anno con una risata, ab-biamo intervistato il milanese im-

bruttito più famoso di Italia. OvveroGermano Lanzoni (attore impegnato sudiversi fronti, protagonista del cinepa-nettone “Mollo tutto e apro un chirin-guito”, e chissà che altro ancora). Il filoconduttore? L’ironia, che come diceLanzoni, «è la tavola che ti permette di

surfare sulle stonature e imperfezionidella realtà».Il mantra per affrontare il 2022?«Vedere la risata là dove gli altri vedonoproblemi».Buoni propositi per il nuovo anno?«Primo. Portare la family a sciare aCourma, l’ho promesso dal Natale 2020alle twins. Secondo: alzare la qualità di

quello che faccio: più cresce la mia vi-sibilità, maggiore dev’essere la cura,nella speranza sempre di fare cose chemi sorprendono. Tuttavia gli sbatti cisono. Di cosa si può ridere oggi? Ria-vremo la normalità? Riuscirà il pubblicoa sorridere con la mascherina FFP2?».

Cristina TirinzoniContinua a pag. 6

Secondo quanto recitano i cartelli,i lavori dovrebbero terminare inquesti giorni, ma contrariamente

a quanto i cittadini di solito sperano, inquesto caso, l’auspicio è che si protrag-gano ancora un po’, e che l’Ammini-strazione “cambi direzione”. Stiamoparlando dei lavori per la posa delguard rail e l’istituzione del sensounico in via Vaiano Valle che, contra-riamente a quanto annunciato dall’exassessore Marco Granelli nella richiestadi parere inviata al Municipio 5 nelmarzo scorso, si sta realizzando danord verso sud, cioè via Dell’Assuntaverso via Sant’Arialdo.Un errore madornale, che si fa fatica acomprendere da chi è stato commesso,anche se, sottovoce, dal Municipiofanno intendere che si tratta di un’ini-ziativa della Polizia locale, presa du-rante il periodo di interregno tra la finedel primo mandato Sala e l’inizio delsecondo, quando il vecchio assessoreMarco Granelli era in uscita e la nuovaassessora Arianna Censi non si era an-cora insediata.All’inizio dei lavori, a dicembre, capitoche il senso unico contraddicevaquanto previsto, perplessità e malu-

Vaiano Valle: il senso unico deve essere sud-nord

Case e Ospedali di Comunità: dove nel sud Milano?

Un intervento sbagliato, da correggere subito

Dovranno risolvere i problemi della sanità territoriale milanese, emersi in pandemia

Èiniziato il confronto tra Municipi e Comune per individuare le localizzazionidelle future Case di Comunità e Ospedali di Comunità nel sud Milano che,

previste dalla riforma sanitaria Regione Lombardia e finanziate dal Pnrr, dovrannorisolvere i problemi della medicina territoriale milanese. Dopo un primo confronto,l’Ats Milano ha presentato il 9 dicembre scorso al sindaco Sala e ai presidenti diMunicipio le prime 24 localizzazioni, deliberate dalla Giunta regionale il 15 di-cembre.

Stefano FerriContinua a pag. 3

mori sono stati subito manifestati dairesidenti del borgo di Vaiano Valle, chehanno scritto all’assessora AriannaCensi. Nella lettera è stato sottolineatoche con il senso unico da nord a sud

tesi avevamo avuto la condi-visione da parte dell’asses-sore alla Mobilità AriannaCensi e, prima ancora, dal-l’assessore Marco Granelli.Ora, a risorse stanziate, inqueste settimane iniziano leprime interlocuzioni con isoggetti del territorio e i sin-daci dei comuni limitrofi,potenzialmente interessatialla nuova linea. Entro pri-mavera Amat (Agenzia Mo-bilità Ambiente e Territoriodel Comune – Ndr) inizieràlo studio di fattibilità su dueo tre tracciati, partendo dalleipotesi su cui sta già lavo-rando l’assessorato alla Mo-bilità. Poi nel 2023 sisceglierà il tracciato, si rea-lizzerà il progetto e inizieràla raccolta fondi. Con il van-taggio di poter accedere aifondi del Pnrr».

Stefano FerriContinua a pag 3

gli abitanti di Vaiano Valle, Chiaravalle,Sorigherio e Poasco, sono costretti, perraggiungere il Vigentino e la città, adandare verso Rogoredo e passare pervia San Dionigi, percorrendo molti chi-lometri in più, sia rispetto alla viabilitàprecedente, che al senso unico previstoa marzo dallo stesso Comune. Una situazione di grande disagio, alpunto che in questi giorni diversi citta-dini, pur evitare il lungo giro, usano lastrada come se fosse a doppio senso,rischiando incidenti, specialmente inqueste giornate di nebbia fitta.

Adele StucchiContinua a pag. 4

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ANNO XXVI NUMERO 01 GENNAIO 2022• Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 •• Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 •• Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 •• Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 •2

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DR J. TURANIIscrizione A.I.F.I. Lombardia n. 3333

Iscrizione Albo NazionaleFisioterapisti n. 3556

Collaboratore Fondazione Don Gnocchi dal 1988 al 2015

Tel. 02 813 28 88 Cell. 339 564 14 85

«Così come ci siamogiustamente allar-mate e indignate

per la pacca sul sedere in di-retta alla giornalista Greta Bec-caglia, altrettanta e ancor piùforte preoccupazione destaquello che è accaduto inpiazza Duomo nella notte diCapodanno.Guardando i video che giranonel web si evince che si tratta-vano di vere Taharrush Jama’i(assalti e aggressioni sessuali).Le vittime sarebbero almeno 9e i presunti aggressori indagatisono giovani e giovanissimiragazzi stranieri e italiani, coni genitori di origine nordafri-cana. Non è un caso che i

video girano nei social di lin-gua araba. Qualora fossero re-sponsabili non dovrannoavere attenuanti culturali, maessere giudicati per violenzasessuale di gruppo.Per comprendere che si è trat-tato di Taharrush Jama’i biso-gna sapere come si svolgonole aggressioni. Le vittime,come in altri casi precedenti,sono state isolate e assalitecon azioni precise, che preve-dono la formazione di 3 cerchistretti di uomini e/o ragazzi.Il primo è quello che violentafisicamente la ragazza. Il se-condo cerchio filma, fotografae si gode lo spettacolo, infineil terzo distrae la folla vicinacon urla e rumori per non farcomprendere cosa accade. Il compito più odioso è svoltoda uno o due maschi delprimo cerchio che si fingono“protettori e salvatori” e cherassicurano la vittima convin-cendola che sono lì per aiu-tarla (nel video con le ragazzetedesche si notano due gio-vani che “cercano” di spin-gerle fuori dalle transenne),ma che poi essi stessi parteci-pano attivamente alla vio-lenza di gruppo. La tecnica diprotezione ha lo scopo di di-sorientare la ragazza e dispezzarne la resistenza perchénon sa più di chi fidarsi. Pati-sce così anche un ulteriore edrammatico supplizio di tipopsicologico. È bene sapere che la vittimasubisce palpeggiamenti, sve-

L’analisi dell’antropologa Maryan Ismail sui fatti di piazza Duomo

«Le aggressioni sessuali di capodannosono Taharrush Jama’i»

Registrazione n. 744Nov. 1997. Via Santa Teresa, 2/A 20142 - MilanoContatti: 02 [email protected]

Direttore Responsabile:Stefano FerriVicedirettrice:Giovanna TettamanziRedazione:C. Calerio, P. Cossu,M. Gambetti, L. Guardini, L. Miniutti,F. Mochi, C. Muzzana.

Impaginazione: Marina Luzzi.Hanno collaborato: M. T. Caccin,G. Fontana, M. Ismail,G. Lippoli, R. Renzi, S. Sollazzo,F. Stefani, A. Stucchi,R. Tammaro, C. Tirinzoni,M. Tucci, G. Verrini. Raccolta Pubblicità:S. Devecchi cell. 349 40 67 [email protected] Prossima uscita: 15/02/2022

Segue dalla primaCi rendiamo conto della difficoltà nel-l’affrontare queste manifestazioni de-leterie, che affondano le loro radici nelprofondo della nostra società e che lesoluzioni semplici, purtroppo, non esi-stono, se non nella testa e nella stra-tegia di chi le sfrutta per accrescere ilproprio consenso. Ma certo si deveagire con molta più decisione su tutti ifronti, senza retorica e demagogia, conconoscenza approfondita dei fenomeni(a questo proposito, rimandiamo all’in-tervento di Maryan Ismail in questapagina). Deve essere potenziato il con-trollo del territorio e data certezza ecelerità alle pene, devono migliorarele modalità e le forme di educazione,a tutti i livelli, dalla scuola ai massmedia, deve essere dato sostegno eco-nomico e lavorativo a chi è in difficoltà,deve essere sconfitto il degrado deiquartieri periferici. È un programma enorme, una sorta dirivoluzione culturale e materiale, chepuò concretizzarsi solo se condivisadall’intero Paese. Ciascuno deve esserechiamato a riflettere e agire

Stefano Ferri

Le violenzedi piazza Duomo

In questo articolo sono riportati ampistralci del post della dottoressa MaryanIsmail (nella foto), presidente dell’as-sociazione Unione Islamica Italiana, incui sono analizzate le dinamiche e leradici culturali delle aggressioni ses-suali avvenute nella notte di Capo-danno a Milano.

stimenti, percosse, morsi, pe-netrazioni digitali o di corpiestranei e se ci sono condi-zioni di tempo, violenza ses-suale vera e propria.Il fenomeno è esploso inEgitto nel 2011 durante la ca-duta di Mubarak ed è statoben documentato dalla gior-nalista della Cbs Lara Logan,vittima di un assalto in piazzaTahrir, mentre svolgeva unservizio televisivo. Da allora anche se con moltadifficoltà sono state raccoltealtre testimonianze di vittimee si sono messe in atto unaserie di precauzioni e di tutele,per le donne che possono es-sere esposte a violenza digruppo, in circostanze dieventi pubblici, raduni, con-certi o feste religiose. Nessuna è al sicuro. Vengonoassalite donne con o senza ilvelo, di qualsiasi religione oprovenienza e di tutte le età(dai 7 ai 70). Nel mondo araboislamico il problema viene af-frontato a tutti i livelli, senzanascondere che è specifica-mente culturale. Trattasi di ul-teriori forme di devianzamisogina, patriarcale e ma-schilista.Il senso di questa specificaviolenza di genere è il domi-nio e il controllo sulle donne.Sono aspetti che non si na-scondono o si giustificano. Ora questo terribile fenomenosbarca in Europa e non solo(si sono registrati casi in India,Pakistan, Indonesia ecc). Lo

abbiamo visto accadere a Co-lonia e all’inizio dell’anno hasfregiato anche la nostra Mi-lano e le sue cittadine.Affrontare questa nuovaforma di violenza senza smi-nuirne l’importanza e la spe-cificità per paura di passareper islamofobici o razzisti èurgente e necessario per la si-curezza di noi tutte.Sarà utile mettere da parte leideologie del caso e lavoraretutti insieme. Forze dell’or-dine, istituzioni e famiglie.Non vi è bisogno di assumerevigili, esercito o poliziotti inpiù (quanto altro tempo dob-biamo attendere?), ma di met-tere in atto un urgenteprogramma d’intervento nelleperiferie, scuole, parrocchie,consultori, ambulatori, stadi ecentri di aggregazione. In altritermini ripensare al controllodel territorio con una visionedi prevenzione e tutela exante/ex post. Donne, ragazze, giovani, coe-sione sociale, integrazione, cit-tadinanza positiva e dialogotra comunità o tra le religionisono in serio pericolo. Ed è bene non far finta dinulla sperando che passato ilmomento tutto ritorni comeprima. Non è così e ormai icampanelli d’allarme sono pa-recchi”.

Maryan Ismail

Ilavori per il progetto partecipativo Area verde, che pre-vede la realizzazione di una pista ciclabile di 1 km lungolo scolmatore del Lambro meridionale, lato ovest verso

i campi, inizieranno a maggio 2021.L’ulteriore slittamento, fanno sapere dagli uffici comunali– l’inizio dei lavori era previsto per lo scorso autunno – èdovuto a una serie di fattori, nonostante la gara d’appaltofosse già stata aggiudicata in estate. Primo fra tutti l’emer-genza Covid, che ha inciso sia sulle norme per la sicurezza,che sulla mancanza di personale, aggravata dal boom edi-lizio sostenuto dai bonus fiscali. A questo si aggiunge ilfatto che il Comune, preso atto delle difficoltà dell’azienda,vincitrice di un appalto con altri due interventi, Agorà Go-betti (Municipio 3) e I love Martinengo (Municipio 4), a in-ziare i lavori su tre cantieri, nei mesi scorsi ha dato laprecedenza all’intervento in piazza Gobetti, mentre neigiardini delle scuole di via Martinengo e a Gratosoglio i can-tieri saranno aperti, rispettivamente, a febbraio e maggio.«Ci aspettavamo che i lavori Area Verde Gratosoglio inizias-sero per primi, in autunno, come era stato annunciato, poisono slittati a gennaio ’22, ma il cantiere ancora non si vedee ora si parla di maggio. Un intervento di riqualificazionecome quello progettato, considerati i problemi del quartieree gli insediamenti abusivi, può contribuire realmente ad au-mentare sicurezza e vivibilità. Non a caso, forse, ha vintoil bilancio partecipativo con oltre 2mila voti, risultando ilpiù votato in città», ha affermato Antonella Musella dellaSocial Street Quartiere Gratosoglio, Basmetto e promotricedel progetto.Interpellato su Area Verde e sul progetto di ristrutturazionedell’oratorio di S. Ignazio alla Cascina Campazzo (vincitoredel Bilancio partecipativo del 2015), l’assessore all’Urbani-stica Matteo Cugini ha fatto sapere che entro gennaio ci sa-ranno sopralluoghi sui progetti con l’assessora allaPartecipazione Gaia Romani e che la volontà è «Chiudere iprogetti e farlo velocemente».

Giovanni Fontana

Bilancio partecipativo: nuovo slittamento dei tempi

I lavori per l’Areaverde e la pista ciclabileinizieranno a maggio

Nasce la cabina di regia contro il degrado a GratosoglioIl 13 gennaio gli assessori Pier-

francesco Maran (Piano Quar-tieri e Casa), Marco Granelli(Sicurezza e Protezione civile) edElena Grandi (Verde), il presi-dente del Municipio 5 Natale Ca-rapellese e l’assessore al Verdedel Municipio Mattia Cugini, sisono incontrati con i direttori diAmsa e Aler, per mettere apunto un protocollo di intesa e una cabina di regia che risol-vano l’annoso problema degli scarichi abusivi e favorisca laraccolta differenziata. “Nelle prossime settimane verrà sot-

toscritto un protocollo dedicatovolto a realizzare da qui al-l’estate nuovi spazi di conferi-mento, azioni di sorveglianza euna campagna diffusa per pro-muovere la raccolta differen-ziata ed i servizi regolari di ritiroingombranti che organizzaAmsa e che sono molto effi-cienti” ha scritto l’assessore

Maran nel suo comunicato.Prevista l’istallazione delle tanto attese telecamere (foto-trappole) per individuare gli autori degli scarichi abusivi.

Ottobre 2020. Sopralluogo tecnico lungo il Lambro meridionale.Presenti i promotori della social street, il presidente Bramati e i tecnici comunali.

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SERRAMENTI IN PVC ¥ ALLUMINIO ¥ LEGNO/ALLUMI -NIO PERSIANE IN ACCIAIO E ALLUMINIO

VETRI TERMO-ISOLANTI ¥ PORTE BLINDATE TAPPARELLE IN PLASTICA E CORAZZATE ¥ ZANZA -RIERE SERRE E TETTOIE ¥ PERSIANE E CANCELLI IN

FERRO E ACCIAIO ¥ CARPENTERIA ¥ FABBRO INTERVENTI/RIPARAZIONI

RECUPERO DEL 65% SULLA SPESAECUPERO DEL 65% SULLA SPESA

[email protected] [email protected]

DAL 1986

Sono circa 60 gli immo-bili abbandonati di-smessi nel sud Milano,

che creano insicurezza,sono pericolosi per la saluteo peggiorano la qualità ur-bana, le cui proprietà entrodue anni dovranno presen-tare progetti di recupero eavviare i lavori. Se questo non avverrà scat-terà un iter che li costrin-gerà alla demolizione e, seprevista, alla perdita deibonus volumetrici. Si chiude in questo modo,con una delibera del Consi-glio comunale del dicembrescorso, che disciplina il re-cupero e la restituzione allacittà degli immobili abban-donati e dismessi e stila unprimo elenco di 115 immo-bili distribuiti in tutta Mi-lano, una lunga disputa traRegione Lombardia e Co-mune, che è arrivata fino alTar (dando ragione a Pa-lazzo Marino) e che havisto protagonisti gli asses-sori all’Urbanistica AdaLucia De Cesaris (giunta Pi-sapia), Pierfrancesco Maran(Giunta Sala 1) e ora l’ap-pena insediato GiancarloTancredi.Un provvedimento chesblocca una situazione distallo e di poca chiarezza,che favoriva le proprietànon interessate a lasciare gliimmobili abbandonati ebloccava quelle che eranointeressate a ristrutturare. Recependo i parametri mi-nimi della Legge regionale,il Comune ha fissato al 10%il tetto massimo di incre-mento dei diritti edificatorie individuato una serie di

Il Comune censisce 115 immobili, di cui 60 nel sud Milano, e detta i tempi per il recupero

Edifici dismessi, 2 anni per realizzarei progetti di riqualificazione

Segue dalla primaLe macro ipotesi su cui i tecnici stanno lavorando sono so-stanzialmente tre. La prima è quella contenuta nel Pums(Piano Urbano della Mobilità) del 2018 (vedi immaginesotto), che prevede una linea di metropolitana, la M6, cheda Baranzate, nel nord Milano, attraversa la città, passandolungo i bastioni, a est o ovest, per poi dirigersi lungo versoRipamonti - Vigentino e da qui verso Opera o Rogoredo ePonte Lambro.La seconda, la più semplice, si muove da ovest a est e pre-vede il prolungamento della M2 da piazza Abbiategrassoverso via Ferrari, Fatima-Vigentino, Rogoredo, Ponte Lambro.Mentre la terza ipotesi ipotizza lo sdoppiamento della lineagialla all’altezza della fermata di Porta Romana, con la crea-zione di un nuovo braccio di metropolitana che si dirigeverso sud, fino a Noverasco-Opera.«Ogni ipotesi allo studio deve potersi integrare con la mobi-lità cittadina e alleggerire i flussi di passeggeri in ingresso eattraversamento alla città. C’è poi una valutazione di costibenefici – spiega l’assessore Matteo Cugini, che per studi eattività di lavoro si occupa proprio di trasporti e mobilità –.Prolungamento e sbinamenti delle linee hanno il vantaggiodi prevedere meno fermate, ma costringono a realizzare unametropolitana vecchio modo, pesante, più costosa, con ban-chine da 110 mt e treni da 100 metri. Più impattante, perchérichiede molto più spazio. Senza contare la necessità di chiu-sure le stazioni di collegamento. Se invece si realizza unanuova linea con una metropolitana leggera, come la M4, va-goni e banchine sono grandi la metà, i lavori sono relativa-mente più brevi e meno costosi. Certo, essendo una lineache va da nord a sud della città, sono interventi nel com-plesso necessariamente più lunghi. Infine c’è da tenere contodel Pnrr. I fondi europei costringono il Comune ad avviare ilavori in tempi ridotti, altrimenti le risorse non sono dispo-nibili e quindi spinge verso soluzioni modulari e circoscritte,ma che garantiscano, comunque, connessioni con M2 e M3».Presupposti questi che potrebbero portare alla realizzazionedelle prime fermate in tempi relativamente brevi.

Stefano Ferri

Stanziati i fondi per lo studio di fattibilità

Arriva la M6. Al vialo studio dei tracciati

Dalla Commissione casa di Palazzo Marino è emerso undato scioccante: ogni anno Aler e Mm riescono a si-stemare 2.500 alloggi, ma a causa del sistema di asse-

gnazione se ne riescono ad attribuire solo mille. A rivelarlo è Pierfrancesco Maran, assessore alla Casa del Co-mune «Abbiamo presentato al Consiglio comunale il PianoCasa 2022 che mette a disposizione, tra case Mm e Aler, eben 2.500 alloggi per i bandi di assegnazione, frutto di ungrande lavoro di ristrutturazioni svolto negli anni scorsi –spiega l’assessore Maran –. Il problema è che l’anno scorsoMm e Aler insieme sono state in grado di assegnarne solo1.200. Questo perché il sistema della legge regionale, di rego-lamento attuativo e di software regionale, che obbligatoria-mente va utilizzato, non consente di andare oltre». La capacità di assegnazione degli uffici è di 1.200/1.500 al-

Pronti 2.500 alloggi popolari, ma più di mille non si riescono ad assegnare

Il paradosso della burocrazia regionale

Municipio 4Immobili con incentiviVia Ardigò 17Via Toffetti 90-92-94Via Toffetti 121Via Pestagalli 1-3-5Via Medici del vascello sncVia Medici del vascello 26, 36Via Malipiero 10-12Via Fantoli 3/5Via Maderna 11Via Cavriana 24-26, 30

Via Sigieri 24Viale Umbria 126Via Tertulliano 65 Via Cadolini 20, 26Via Simone d’Orsenigo 9

Immobili senza incentiviMunicipio 5Immobili con incentiviVia Sant’Abbondio 5Via Gratosoglio 65Via Amidani 15-17-19Via dell’Assunta 67Via Campazzino 12Via Perussia 1Via Riva di Trento 6-8-10Via Morivione 5/7Via Quaranta 44Via Quaranta 19

Via Neera 18Via Ripamonti 42Via Vaiano Valle 43Via Meda 25Via Selvanesco 60

Immobili senza incentivi

Municipio 6Immobili con incentiviVia Salamanca 7Via Valsolda 19Via Watt 44-46Via Barona 41Via Villoresi 13Via Richard 20/via Faraday 19-21Via Tosi 18-20

Via Gnocchi Viani 2Via Savona 105Via Fusetti 12

Immobili senza incentivi

Via Gratosoglio 65.

Via Barona 41.

loggi l’anno, circa 30 assegnazioni alla settimana. La leggeregionale prevede che prima si stili una lista degli apparta-menti disponibili e poi si faccia il bando per trovare gli in-quilini. Con il risultato che gli uffici si trovano sommersi didomande autocertificate, di cui, alla resa dei conti, circal’85% è irregolare, «perché vengono chieste troppe cose, per-ché le modalità compilative da parte del richiedente o dei Cafsono complesse, perché c’è chi fa il furbo – continua l’asses-sore Maran –. Con la fame di case che c’è, questa logica è ir-ragionevole. Dobbiamo avere un elenco, aggiornatoperiodicamente, di persone pronte a entrare una volta che silibera un alloggio. Al centro del tema casa deve esserci la fa-miglia, il cittadino, non l’alloggio. Però la Legge Regionalenon è così».

Giovanni Fontana

ambiti territoriali in cui que-sta possibilità non verràconcessa, per ragioni di par-ticolare tutela paesaggistica,ambientale e architettonica.Gli interventi che potrannobeneficiare del bonus do-vranno essere necessaria-mente accompagnati daun’adeguata dotazione diaree per servizi e attrezza-ture pubbliche e, nel caso diimmobili con una superficie

lorda superiore ai 10milamq, dovranno prevederequote di Edilizia residen-ziale sociale, convenzionatasia in vendita che in affitto.L’Amministrazione appli-cherà inoltre degli oneri ag-giuntivi, in base allaquantificazione del valoreeconomico dei progetti ditrasformazione.L’elenco degli edifici di-smessi verrà aggiornatoogni sei mesi e inserito indelibere specifiche, che fa-ranno scattare i due anniper la presentazione deiprogetti di riqualificazioneda parte delle proprietà.

Adele Stucchi

La linea Rosa M6 con le varianti previste nel PUMS.

Page 4: Il giornale dell’Associazione

• Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 •• Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 • ANNO XXIII NUMERO 11 NOVEMBRE 2019ANNO XXVI NUMERO 01 GENNAIO 2022• Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 •• Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 •4

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Il Comune ha messoa bando  8 immobili di suaproprietà. Quattro nel sud

Milano, di cui due nel Muni-cipio 5: la Cascina Campaz-zino e l’area di via ChiesaRossa 275, al Basmetto.Due nel Municipio 4: la Ca-scina Monluè  (una parte) ela Cascina Molino Spazzola,in via Vittorini 2/2.Avendo il Comune già pubbli-cato nel giugno del 2020 unamanifestazione di interesse,per questi immobili esistonogià dei progetti che, se ripre-sentati al bando, si contende-ranno l’immobile con altrieventuali partecipanti. Per la Cascina Campazzino lamanifestazione di interessefu avanzata dalla FondazioneFratelli di San Francesco perla realizzazione di una Citta-della della Carità, destinata alrecupero di persone in diffi-coltà, anche attraverso l’agri-coltura.«Valutiamo positivamente checi sia una manifestazione diinteresse, tenuto conto che ilbando precedente era andatodeserto, questo significa avereuna possibilità concreta di re-cupero e riqualificazione di

Il Centro “Vismara-Fondazione Don Gnoc-chi” di Milano si trova in via dei Missa-glia, in un’area metropolitana dove si

registrano situazioni di disabilità e disagiosociale, spesso dovuti alla fragilità dei con-testi familiari. A questo va aggiunta la sfidadell’integrazione, vista la presenza di tantinuclei familiari stranieri. È in questo conte-sto che opera il “Vismara”, con interventi subambini e ragazzi con disabilità e a rischiodi abbandono scolastico e interventi a sup-porto delle famiglie di bambini, ragazzi e adulti con disabi-lità. «Nel 2021, con gli alti e bassi dovuti all’emergenza Covid –sottolinea la dottoressa Monica Garagiola, responsabile del

Segue dalla prima«Abbiamo subito sentito l’as-sessora Arianna Censi, siamofiduciosi che il senso unicocambi direzione, tornando dasud a nord, ovvero da viaSant’Arialdo a via dell’As-sunta, come era stato previ-sto – ci spiega il neoassessoreall’Urbanistica Mattia Cugini–. Come Municipio 5 faremopresto una delibera di Giuntae poi presenteremo uno spe-cifico ordine del giorno inConsiglio di Municipio. Ciappelleremo anche al fattoche non è stato rispettato ilregolamento: una variante diquesto tipo deve essere sotto-posta a parere del Municipio. Nel merito, poi, ribadiremole ragioni del senso unicosud-nord: a giustificare que-sta scelta sono sia gli studi diAmat sui flussi di traffico,che vedono andare in questadirezione il 95 per cento deimezzi, sia la richiesta di pa-rere fatta al Municipio nellascorsa consiliatura, che pre-sentava proprio questa solu-zione viabilistica. Inoltrevaluteremo con il Comune –conclude l’assessore Cugini –se chiedere anche l’introdu-

zione di un senso alternatonel primo tratto di via VaianoValle, da via Dell’Assuntafino al borgo, come richiestodagli abitanti del borgo».

“Vismara-Fondazione Don Gnocchi” parla la responsabile Monica Garagiola

«Andiamo avanti in questa avventura umana difficilissima. Noi ci siamo!»

Un intervento sbagliato, che gli abitanti e il Mu5 chiedono di correggere

Vaiano Valle: il senso unicodeve tornare a essere sud-nord

L’assessoreCugini: «I privatidevono pulirei loro spazi»

Nei giorni scorsi su sollecitazione dei cit-tadini, dell’ex consigliere di Municipio 5Amedeo Iacovella e del Municipio 5,Amsa ha ripulito dai rifiuti l’area prospi-ciente il campo rom di via Vaiano Valle.Permangono invece le due grandi disca-riche, che si trovano nelle aree di via Va-iano Valle 32 e 41, quest’ultimaoccupata abusivamente dal campo rom.«Come Municipio chiediamo per i rifiutiabbandonati lungo la via Vaiano Valleinterventi di raccolta e pulizia degli sca-richi abusivi e l’istallazione di sistemi divideosorveglianza – spiega l’assessoreall’Ambiente Mattia Cugini –. Riguardol’area privata accanto al campo romabusivo, in cui si accumulano rifiuti, laproprietà intervenga e pulisca sin da su-bito. Sul campo rom e la discarica che sitrova accanto, dopo gli interventi delleforze dell’ordine dei mesi scorsi, i servizisociali stanno lavorando per trovare so-luzioni per le famiglie che ancora risie-dono nel campo, poi si procederà allosgombero e alla bonifica».

A. S.

Al momento, in attesa di svi-luppi, i lavori sulla via Va-iano Valle sembrano esserestati fermati.

Adele Stucchi

La proposta di viabilità sulla via Vaiano Valle, presentata dagli abitanti del borgo omonimo. Oltre al senso di marcia sud-nord, la proposta presenta un tratto a doppio senso.

Centro –, siamo riusciti ad andare avanti inquesta avventura umana difficilissima: uncammino che ci ha portato a ripensare e in-tegrare i nostri servizi con attività alterna-tive per stare accanto ai più fragili conprofessionalità e dedizione, creando anchesinergie con i servizi territoriali per farfronte a quelle problematiche sociali, ri-spetto alle quali una realtà come la Fonda-zione don Gnocchi non può rimanereindifferente».

Al Centro “Vismara” attualmente operano équipe multidi-sciplinari composte da medici specialisti in neuropsichiatriainfantile, fisiatria e neurologia, psicologi, educatori profes-sionali, fisioterapisti, logopedisti, terapisti della neuropsi-

comotricità, infermieri, operatori sociosanitari, coordinatorie amministrativi. Esiste un Centro Diurno per Disabili cheaccoglie 30 adulti con disabilità grave, di età compresa tra23 e i 65 anni; una Comunità Socio-Sanitaria, che ospita ottopersone residenti stabilmente e dispone di 2 posti in regimeprivato, utilizzati per rispondere a esigenze temporanee diresidenzialità, spesso compresi nell’ambito della legge sul“Dopo di Noi”; un Centro Diurno Minori, che ospita 22 mi-nori e infine un servizio di riabilitazione per l’età evolutiva,che segue circa 350 bambini e adolescenti in regime ambu-latoriale.Causa Covid invece, le attività sportive individuali e collet-tive nelle piscine, nei campi da calcio e nelle palestre, sonostate interrotte. Per info: www.dongnocchi.it

A cura di Giovanna Tettamanzi

Sono 8 gli immobili del Comune da assegnare

A bando la cascinaCampazzino

una struttura in forte degrado.Nel merito auspichiamo chevinca un progetto a vocazioneagricola, che contribuisca allosviluppo del parco», ha com-mentato l’assessore al Verde eall’Urbanistica del Municipio5 Matteo Cugini. Nei mesi scorsi la FondazioneFratelli di San Francesco haacquistato anche la grandecascina in via Selvanesco, ac-canto al ristorante Al Garghete i ruderi di Case di giugno,che si trovano lungo la viaCampazzino. Acquisizioniche potrebbero aver fatto ca-dere l’interesse della Fonda-zione per la Campazzino,come, al contrario, averlofatto aumentare, inserendo lacascina del Ticinello in unprogetto sociale più ampio esistematico.Per l’area di via Chiesa Rossa275  invece (12 anni di con-cessione d’uso, canone annuo12.375 euro, investimento di414mila euro) la prima mani-festazione di interesse è per-venuta da una societàspecializzata e prevede la rea-lizzazione di un centro spe-cializzato per animali.

G. F.

Page 5: Il giornale dell’Associazione

5• Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 •• Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 • ANNO XVII NUMERO 06 GIUGNO 2013• Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 •• Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 •ANNO XXVI NUMERO 01 GENNAIO 2022 • Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 •• Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 • 5

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RED/ACCAS/INVCIV

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PRATICHE INPS

CONTRATTI LOCAZIONE

LODI:

Tel. 037142044

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Via Pontida, 19 Tel.029422133

BAREGGIO:

Via Pezzoni, 4/6 Tel. 0290364447

VIMERCATE:

Via Mazzini, 72 Tel.0396081381

CORBETTA:

Via Verdi, 75/A-Tel. 0292279200

CIASSOCIET

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TEM s.r.l.PERSONALE

CONTRATT

SUCCESS

MOD. ISEE/

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TTI COLF/BADA

ESSIONI

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ICHE INPS

IMMIGRAZBADANTI

CHE SOSTEGNO AL

GRAZIONE

O AL REDDITO

MODELLO 73

CONTRATTI

RED/ACCAS/

MODELLO 730

LOCAZIONE

RED/ACCAS/INVC

MODELLO UN

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MODELLO UNICO

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LODI:

Tel. 0371

ABBIATEGRASSO:

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7142044

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TRAM 2/3/1

P.TA

RAM 2/3/10/14

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Via Pe

Via M

Via Verd

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VIMERCATE:

Via Mazzini, 72 Tel.039608

CORBETTA:

Via Verdi, 75/A-Tel. 0292279

364447

081381

79200

Dovranno risolvere i problemi della sanità territoriale milanese, emersi in pandemia

Case e Ospedali di Comunità: dove nel sud Milano? In tutta la cittàsono previsti15 “case”

e 9 “ospedali” Secondo le linee di progetto presen-

tate da Ats Milano le Case di Comu-nità (Cdc) a Milano saranno 15, una ogni60mila abitanti, mentre gli Ospedali diComunità (Odc) che conterranno anchele funzioni delle Cdc, saranno 9. Le strut-ture individuate potranno essere nuove– per queste è già stato progettato unedificio di quattro piani più uno interratoa forma di cubo, che sarà lo stesso in tuttigli interventi – da riqualificare o sempli-cemente da riorganizzare. Sei di questesaranno inaugurate entro il 2022; una, ilPoliambulatorio di via Rugabella, è giàstato trasformato in Cdc il 22 dicembrescorso. Le Case di comunità sarannostrutture polivalenti in grado di erogareprestazioni sociosanitarie integrate aicittadini e conterranno, oltre alle fun-zioni amministrative, aree prelievo evaccinazioni, cure primarie e continuitàassistenziale, ambulatori specialistici(cardiologico, oculistico, ortopedico, on-cologico, diabetologico, pneumologico ein alcune strutture, odontoiatrico) e areeprevenzione salute e servizi sociali delComune. Gli Ospedali di Comunità sonoinvece strutture che alle funzioni delleCdc aggiungono 40 letti, per il ricoverobreve per pazienti che richiedono inter-venti sanitari a bassa intensità clinica edi assistenza/sorveglianza sanitaria in-fermieristica continuativa. Prevista nelleOdc come nelle Cdc una presenza me-dico-infermieristica continuativa.

S. F.

Segue dalla prima Nel Municipio 5 la scelta perle due Case di Comunità pre-viste è caduta su due terrenicomunali, uno in via Ghini,nello spazio dove si trovava laex scuola materna abbattutanel 2017 per la presenza diamianto, e l’altro in via DeAndrè, tra Isola Anita e il vi-vaista Lorenzini. Si tratta, inentrambi i casi, di aree in cuisi dovrà procedere con unanuova costruzione e, perquanto i progetti siano giàpronti, ci vorranno circa treanni per inaugurare le nuovestrutture. Se per la prima localizzazioneproposta c’è la piena adesioneda parte del Municipio 5, chevede in questo modo la possi-bilità di recuperare e bonifi-care i terreni, per lalocalizzazione in via De Andrè i dubbi sonodiversi, visto che si tratta di uno spazio che ilComune stesso due anni fa aveva classificatocome area a verde pubblico e, attraverso unbando, il Municipio l’aveva attribuita a un’as-sociazione ambientalista.«Il Comune deve prima di tutto verificare sel’area di via De Andrè è destinata a verde pub-blico, come ci era stato comunicato. Tra l’altroci sembra un’area piccola per ospitare unaCasa di Comunità e un Ospedale di Comunità,con 40 posti letto. Noi chiediamo, in alterna-tiva – spiega il presidente del Municipio 5 Na-tale Carapellese – di verificare la possibilità diutilizzare un’area comunale abbandonata invia Treccani degli Alfieri, angolo via Bellar-mino, che potrebbe essere raggiunta facil-mente da piazza Abbiategrasso, allungando iltracciato già esistente di via Pallanti».Nel municipio 6 le localizzazioni previste sono

invece tre. Presso il Golgi Redaelli in via Cate-rina da Forlì 55 e il Poliambulatorio di via Gola22 saranno realizzate una Casa di Comunità euna Centrale operativa territoriale. Da co-struirsi ex novo invece la Casa di Comunità inzona Barona. Si era parlato dell’area della exscuola S. Paolino, al quartiere S. Ambrogio 1,ma poi si è optato per l’area tra via Faenza an-golo via Chiodi. «Riteniamo quest’area meglioraggiungibile e più baricentrica nel Municipio,in grado di coprire anche il quartiere Ronchettosul Naviglio – ci dice Santo Minniti, presidentedel Municipio 6 – e ribadiamo la nostra richie-sta che l’ospedale San Paolo non diventi sededi Case o Ospedali di Comunità». I tempi: ilGolgi Redaelli e il poliambulatorio sarannoriorganizzati entro quest’anno, mentre il“cubo” di via Faenza angolo via Chiodi cheospiterà la nuova Casa di Comunità, entro il2024. 

In giallo l’area di via De Andrè dove la Regione intende realizzare Casa e Ospedale di Comunità.

Anche nel Municipio 4 le proposte per le Casedi Comunità sono tre. Insieme a uno spazio li-mitrofo alla Clinica Macedonio Melloni in viaPiceno 60, la Regione ha previsto una Casa diComunità divisa tra gli spazi di via Barabino4/8, all’interno della Rsa, e di via dei Cinque-cento 19, e una nel quartiere Taliedo, inun’area tra via Salomone angolo via Bonfadini.Il presidente Stefano Bianco ha avanzato peròuna proposta alternativa: «Come Municipio 4riteniamo importante che il Comune e la Re-gione valutino attentamente anche la possibi-lità di collocare una Casa di Comunitànell’edificio del Centro civico di viale Ungheria29, soluzione facilmente raggiungibile, attrez-zabile e già frequentata dai cittadini».Un confronto ancora aperto dunque - così al-meno sperano i presidenti di Municipio - che,in ogni caso, non potrà protrarsi oltre marzo2022. Entro questa data ogni localizzazionedovrà essere formalizzata e accompagnata dastudi di fattibilità economica.

Stefano Ferri

L’ubicazione delle Case di comunità e degli Ospedali di comunità.

Page 6: Il giornale dell’Associazione

ANNO XXVI NUMERO 01 GENNAIO 20226 • Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 •• Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 •

di Cristina Tirinzonisegue dalla primaPer Milano cosa ti auguri?«Che rimanga imbruttita (risata). È la suapiacevole condanna. In fondo, Milano èsempre quella: assurda ma speciale. E, so-prattutto, direbbe l’Imbruttito, che torni afatturare».

La formula per far ripartire Milano?«Cultura e fatturato. Penso in particolare ailavoratori dello spettacolo, una delle catego-rie che più ha sofferto delle chiusure».

Secondo te dove sta andando la città?«Chi lo sa, non è una che si accontenta.Punta sempre a diventare il “top di gamma”.Mi auguro però che non si slanci troppo inverticale (risata). Se da una parte capisco ilvalore architettonico e simbolico dei gratta-cieli, dall’altra molti interventi, a volte si ri-ducono a operazioni di mera speculazione».

Cosa vorresti (che non c’è)?«Più spazi che agevolano i rapporti sociali,per sperimentare quante più sottoculturepossibili. Un palco aperto e un microfono adisposizione di musicisti, poeti e comici.Come il Comune mette a disposizione deglistreet artist i muri, mi piacerebbe che vi fos-sero anche spazi teatrali, dove gli artisti sipossano esprimere. In generale una riappro-priazione estetica di luoghi in disuso o de-gradati può aiutare a restituire all’arte unruolo civile».

Il writer Raptuz ti ha dedicato un’operadi street art a Turro...«Non conoscevo il writer, perciò ho pensatoche fosse uno scherzo, un gioco realizzatocon Photoshop. E ammetto di essere rimastoparticolarmente colpito».

Per il lancio del film “Mollo tutto e aproun chiringuito” l’Imbruttito si presentanell’ufficio del Mayor, Giuseppe Sala.«Sala è uno straordinario comunicatore, gliauguro un secondo mandato di successi perlui e per la città».

Ti ritrovi nelle caratteristiche del Mila-nese Imbruttito che interpreti?«Certo che mi ritrovo, chiaramente il perso-naggio è imbruttito al 100% e in ogni situa-zione fa venire fuori l’imbruttimento. Madirei che le basi del personaggio le avevo in-side. Credo però che la gentilezza siaun’arma molto più potente dell’arroganza enel lavoro mi impegno a essere disponibileed empatico».

Il tuo rapporto con la città?«L’amo. Milano è una bellissima donna,compagna, madre, amante. Con lei mi sonosentito capito. È una città da conquistare,che ti mette costantemente alla prova. Unpo’ come se ti dicesse: fammi vedere quelloche sai fare. Non è previsto rilassarsi. Se nonle dai niente però ti abbandona in tempozero. Se vuoi apparire ciò che non sei, timassacra».

Milano: meglio di giorno o di notte?«Nella Milano by night, che è poi quella dovesono cresciuto, c’era un clima di vera rivo-luzione poetica. Ho scritto molti dei mieitesti e canzoni, tornando a casa dopo le tredi notte, in moto, dopo il cabaret, quando lacittà si veste di luce e un insolito silenzio tiaccoglie nelle vie deserte».

Fanno un po’ ridere i milanesi quando laparagonano a una piccola New York?«Ma no. Facendo i dovuti distinguo, è moltosimile: c’è grande energia, è una città in con-tinuo cambiamento. Qui c’è sempre qualcosada fare, qualche esperienza da vivere. Soloquesto è incredibile, no? E poi, come NewYork, è la land of opportunities d’Italia».

Il palco che ti ha dato la prima verachance?«In piazza del Cannone, lì ho condotto unevento per Radio Dee Jay nel ‘94 che mi ha

cambiato la vita. Ero andato a una festa eparlando con un organizzatore di eventi miscappò che facevo gli spettacoli nei villaggie che facevo un po’ di cabaret. “Senti – midisse – io domenica ho un evento in piazzadel Cannone, mi si sono ammalati due ani-matori, verresti?”. Fu proprio il cliente, la Ga-torade, ad andare dai responsabilidell’agenzia e dire: “quello lì nuovo viene afare il tour, vero?”. Un tour di quarantagiorni; cosa avrebbe dovuto dire uno cheaveva già fissato le vacanze con la fidanzata?“Ma certo, vengo!”».

Quanto è importante per un milanese ri-dersi addosso?«Nella gigantografia alla Feltrinelli che vediquando arrivi col treno alla Stazione Cen-trale, Gaber, Jannacci e Fo ti accolgono ri-dendo: e ci regalano la chiave per vivere aMilano, sense of humor e un certo sano di-sincanto. Il modo di raccontare la città è iro-nico da sempre, chi la vive l’ha fatto in modonaturale, da Gaber a Jannacci, a Dario Fo,Valdi, Svampa, I Gufi. Il primo Milanese Im-bruttito è stato Tino Scotti, era la figura delbauscia-cavaliere, parlava con la velocità diun kalashnikov, celebre il suo motto “Ghepensi mi” – ma anche a Il Dogui, il “cu-menda” interpretato da Guido Nicheli. Ma ilprimo comico in assoluto che mi ha coin-volto è Renato Pozzetto, rappresenta unagrossa fetta della comicità milanese che è ilsurrealismo. Sua la mitica battuta Taac nel“Ragazzo di campagna” che avrò rivisto cen-tinaia di volte e che riuso».

Una volta l’italiano simpaticone era il ro-mano, adesso grazie al tuo personaggioquantomeno a livello di social si sta in-vertendo un po’ la tendenza!«Questa cosa qua ce l’ha detta anche il sin-daco. Abbiamo contribuito a rendere di si-curo i milanesi più simpatici (risata). Allabase del successo del Milanese Imbruttito c’èche si ride perché ci si riconosce, o perché ciriconoscono. Milano è ironica e autoironica».

Il primo ricordo importante legato a que-sta città?«Alla Scala. Avrò avuto dieci anni, indossavoun completo di velluto marrone, ricordo lavestizione, sembrava quella da Cavalieredella tavola rotonda per accedere nel regnodi Camelot. E poi l’impatto con la maestositàdel teatro, l’enorme lampadario centrale, chesplende con ben 400 lampadine – chissà cheimpresa pulirlo! – la musica, il balletto.Chissà, forse per questo poi ho sposato unaballerina».

Quando parliamo di Milano che imma-gine ti viene in mente?«Sarà banale, la Madonnina che brilla tuttasola in cima alle guglie del Duomo, che pro-tegge con il manto d’oro la città. Come di-ceva la celebre canzone di Giovanni D’Anzi“Si vegni senza paura, num ve songaremmla man”, Venite senza paura, noi vi tende-remo la mano».

Milano in una canzone?«”Milano” di Lucio Dalla. Con poche pennel-late, ha colto la milanesità. Su una musicadagli accenti jazzati e quasi cinematograficanella sua capacità evocativa, ne descrive, ametà tra l’affettuoso e lo spietato, i trattiamari e dolci, una città moderna e antica,grigia e di una bellezza fiera. Milano chebanche, Milano gambe aperte, Milano cheride e si diverte, Milano che quando piange,piange davvero, ti fa una domanda in tede-sco e ti risponde in siciliano, Milano che fa-tica, Milano perduta dal cielo, tra la vita e lamorte continua il tuo mistero».

Milano e i giovani: cosa consiglieresti?«Non correte dietro al successo, ma dietro alvostro talento. Diventate bravi, poi se diven-tate famosi è un incidente. Perché se diven-tare famosi non dipende da noi, diventarebravi sì».

Milano fa rima con “dan锫Non hai idea di quante cose ho fatto gratis,per Arci, collettivi, centri sociali e così via,per pura passione. Non credo però che ilgrano sia un male. Se onesto è la dimostra-zione del valore di ciò che fai. Mi ricordol’incontro con i miei founder del Milaneseimbruttito. L’ingaggio era chiaro: “Se arriva“il grano” faremo dei video insieme, se nonarriva è stato comunque bello conoscerti!”.Passione e idee, senza ritorno economico,piano piano si spengono».

Come sono stati i tuoi esordi?«Da ragazzo ho cominciato scaricando le va-ligie in un villaggio turistico; dopo due anniero già capo villaggio. Così è nata la scintillaper il palcoscenico. Sono cresciuto tra glispazi off, teatri, locali di cabaret e centri so-ciali, Arci Cicco Simonetta, La casa 139, ilLaboratorio Scaldasole, il Caravanserraglio».

Un selfie ricordo dove lo scatteresti?«Davanti alle porte del Teatro Arsenale di-retta da Marina Spreafico, in via Cesare Cor-renti, dove 30 anni fa, tutto è cominciato:sono entrato serio e sono uscito comico.Ogni volta che ci passo do uno sguardo e fac-cio come quando si passa davanti a una ba-silica. Invece di farmi il segno della croce,saluto e ringrazio».

Cosa ti inquieta di più in generale?«Il trionfo dell’ipocrisia istituzionalizzata».

Cosa trovi insopportabile?«I falsi moralismi, il pessimismo. Ho bisognodell’happy end. Se non c’è, ci resto male. Epoi, c’è una violenza, sui social, anchequando si tratta di una battuta».

Cosa ti manca della Milano del passato?«Le persone della mia vita che mi hanno la-sciato. Mio padre. Le Varesine dove miopadre mi portava in giostra. Mi mancanoGaber, Jannacci, Dario Fo. Mi manca laCasa139, il circolo Arci in Ripamonti: è statoun luogo dove tutti gli artisti si trovavano

dopo e non solo per gli spettacoli».

Il tuo “angolo nascosto” preferito di Mi-lano.«Via Conca del Naviglio, attraverso questachiusa transitarono i marmi del Duomo.Un’edicola quattrocentesca rivolta verso lospecchio d’acqua, racchiude il decreto du-cale del 1497, inciso sul marmo, che esentadal pedaggio e dal dazio i barconi destinatiAd Usum Fabricae. Dall’acronimo AUF ènato il modo di dire a Milano “a ufo” che si-gnifica “senza pagare”. A due passi, in viaCicco Simonetta 16 c’è il circolo Arci omo-nimo, dove nel 2004 ho fondato insieme aRafael Didoni il gruppo comico la Democo-mica».

I locali del cuore?«L’Arlati, in Bicocca cucina tipica milanese aconduzione familiare dal 1936. Per un artistamilanese l’Arlati è anche un meravigliosopalcoscenico. Negli anni ’70 era il locale diLucio Battisti, si trovava lì con amici e artisti,chiudeva la cler e rimanevano tutta notte asuonare. È stato un ritrovo pre e post Derby.Un altro indirizzo è Spirit de Milan in via Bo-visasca 59, dove spesso faccio cabaret, perritrovare una Milano da osteria, tra risate, ri-flessioni e voci che sanno un po’ di Barberae Champagne e un po’ di futuro».

Vivi a Brusuglio frazione di Cormano, aiconfini della “Giargiana”: hai mai sof-ferto di venire dalla periferia?«Mio padre metteva le linee telefoniche,mamma impiegata. Classica famiglia anni’70, i miei avevano un bilocale a Milano,per ragioni di spazio ci siamo spostati. Ilsalto quantico l’ho avuto al liceo scienti-fico in zona Niguarda, ci andavo a piedi aprendere l’83. Col tempo penso che esserecresciuto in periferia mi ha dato un puntodi osservazione speciale su Milano: vedi igrattacieli da lontano, ma sotto casa c’è ilmondo reale».

Sei speaker ufficiale del Milan dal 2002...«Al Milan chiesi di poter leggere le forma-zioni non dalla torre speaker, ma dal centrodel campo. In mezzo a San Siro con ottanta-mila tifosi ruggenti intorno. Ancora oggi,dopo vent’anni, ogni volta che leggo le for-mazioni sono emozionato. Mi rendo conto diavere una fortuna pazzesca».

Inter e Milan hanno scelto. La Cattedralesarà il nuovo San Siro. Ti piace il pro-getto?«Il nuovo San Siro sarà lo stadio più bello delmondo e consentirà di supportare lo svi-luppo dei due club rafforzandone la compe-titività a livello internazionale. Lo hadichiarato il presidente del Milan, Paolo Sca-roni. Mi fido delle scelte fatte dalle società.Credo e spero che tutta la zona ne venga va-lorizzata, certo è un bello stravolgimentodello spazio».

Ma il Milanese Imbruttito per qualesquadra tifa?«Va pensato sia milanista sia interista. L’Im-bruttito è sia bauscia, sia casciaviit. D’al-tronde l’arrivo di Berlusconi al Milan hacambiato il luogo comune che voleva bor-ghesi i bauscia tifosi dell’Inter e casciavit i ti-fosi del Milan, che vivevano in periferia,venivano dal Sud e lavoravano in fabbrica».

Hai scelto di donare i proventi del libro“La terra dei pirla”, scritto durante illockdown, al Fondo Mutuo Soccorso delComune di Milano.«Avevo l’esigenza di fare un’operazione con-creta, ma poteva essere qualunque altrastruttura che potesse ripagare chi ha datotantissimo durante il periodo più duro dellapandemia. Proprio perché mi ritengo unapersona fortunata, ho sempre cercato di “re-stituire” qualcosa al prossimo».

Hai un sogno nel cassetto?«Sì tanti, credo di avere più sogni che cas-setti... (risata)».

“La Milano che piace a me” secondo il Milanese Imbruttito

«La chiave per vivere a Milano: sense of humor e disincanto»

Il Milanese Imbruttito in una scena del film Mollo tutto e apro un chiringuito.

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ANNO XVII NUMERO 06 GIUGNO 2013ANNO XXVI NUMERO 01 GENNAIO 2022 7• Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 •• Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 •

«La chiave per vivere a Milano: sense of humor e disincanto»

Page 8: Il giornale dell’Associazione

Giornalista milanese trapiantata nelle Highlands Scozzesiper rincorrere un sogno: degustare tutti i tipi di whisky delPaese e giocare a rugby con il mostro di Loch Ness. Lavoracome reporter per diverse testate locali delle Highlands,tra cui l’Inverness Courier e il Ross-shire Journal, scrive diwhisky sulla rivista Cask&Still e sul blogmaltingpotblog.com. Ora dopo aver scritto di Ciuvascia(esiste!), è l’inviata di Milanosud in Scozia…

Dispacci scozzesi: il giro del Paese in otto piatti – Seconda puntata

ANNO XXVI NUMERO 01 GENNAIO 2022• Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 •• Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 •• Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 •• Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 •8

E il 25 gennaio si mangia l’Haggis:interiora di pecora con salsa al whiskyDi Federica Stefani

In un mondo che tentenna e cerca di rista-bilizzarsi in qualche modo, Natale e Ca-podanno possono offrire momenti di

riflessione e spunto, per concentrarsi sui va-lori portanti della vita sulla terra. Primo fratutti, il cibo. Trasferirmi in Scozia, per fortuna, è statomeno uno shock gastronomico di quello chepensassi: non solo in tema di cucina italianae cucina in generale, ma il Regno Unito negliultimi anni sta facendo passi da gigante incampo culinario.Tornando alla Scozia, il paese che spessoviene confuso con l’Inghilterra (guai a farlovicino a orecchie scozzesi), ha i suoi saporie prodotti caratteristici: eccone alcuni im-mancabili e caratteristici:

Haggis, neeps and tatties

Gli Haggis sono il classico piatto di cui a volteè meglio ignorare l’origine (se volete evitarespoiler, saltate al paragrafo sottostante). Si trattadi una pietanza a base di fegato, cuore e pol-moni di pecora, il tutto infagottato nello sto-maco della povera malcapitata e cotto. Dettocosì potrebbe sembrare uscito da un film del-l’orrore: in realtà appare quasi più come il con-tenuto di una salsiccia, più friabile e speziato.Ultimamente sono sempre più frequenti le va-rianti vegane.Tipicamente servito con neeps (abbreviazionedi turnip, o rapa svedese) e tatties (le intramon-tabili patate) e da buona tradizione con unasalsa al whisky, l’Haggis è protagonista delle ta-

vole durante l’anno ma soprattutto in occasionedella Notte di Burns, che cade il 25 gennaio, incui il paese celebra il suo poeta nazionale (Ro-bert Burns) recitando l’Address To a Haggis(Ode all’Haggis) composto dal poeta.

CranachanTipico dellaBurns Night ilCranachan, ser-vito a tavolaanche a Natale,è a base dipanna montata,avena, miele,whisky e lam-poni, solita-mente servito inbicchieri alti oda cocktail. Ilnome provieneda l l ’ a t t rezzoutilizzato perprodurre il burro (in italiano la zangola equesta l’ho dovuta cercare anche io!) e ori-ginariamente era un modo per festeggiare ilraccolto estivo, e veniva servito a colazione.

Arbroath SmokiesSe amate il pesce e qualsiasi cosa affumicata,dovete assolutamente andare ad Arbroath, anord-est di Dundee, oppure visitare uno deidiversi raduni degli Highland Games che sitengono (almeno in tempi normali) in giroper la regione. Le smokies sono a base dieglefino (haddock, in inglese, un pesce si-mile al merluzzo) salato e affumicato usandometodi tradizionali. E la qualità si sente: l’af-fumicatura è intensa, è un’alternativa piùsana e gustosa al solito fish & chips.

Clootie DumplingImmaginate una sorta di panettone morbidoe speziato con uvetta che viene avvolto in uncanovaccio (clootie in scozzese) e cotto a va-pore o lessato come un raviolo (dumpling),e il gioco è fatto: signori e signore, ecco a voiil Clootie Dumpling. Piccola nota d’interesse

culturale-politico: il logo del partito di mag-gioranza (guidato dalla First Minister NicolaSturgeon) Scottish National Party, o SNP, èanche noto come Clootie Dumpling (in realtàè una commistione stilizzata della bandierascozzese e del simbolo nazionale, il cardoscozzese).

Cullen SkinkPensate a una giornata fredda sulla costa, colvento che vi prende a schiaffi in faccia. Tro-vate rifugio in un pub o un ristorante e viviene presentata davanti una cremosissima,calda e saporita zuppa di pesce (e magari delpane fatto in casa). Anche se il nome puòsuggerire il contrario, il Cullen skink è unazuppa deliziosa. Il nome deriva dal luogo diorigine, Cullen, un paesino di mare sullacosta nord est della Scozia a metà strada traInverness e Aberdeen.

ButteriesRimaniamo nell’Aberdeenshire per provareuna specialità locale: signore e signori, eccoa voi le butteries (letteralmente, cose alburro). Questa sorta di panini piatti e corposisono a base di lardo o burro e farina. Le ori-gini vengono fatte risalire ai pescatori diAberdeen e dei porti della costa orientale:l’invenzione sarebbe venuta per la necessitàdi avere una fonte di nutrimento molto calo-rica e che non andasse a male durante iviaggi in mare. Da provare spalmandovisopra marmellata d’agrumi. All’italiana, cele vedrei bene anche con qualche fetta di

prosciutto o salame nel mezzo.

Orkney Bere BannockPrendiamo un detour in nave e ci rechiamopresso le isole Orkney. Il retaggio vichingo diqueste terre ha fatto sì che venissero mante-nute alcune tradizioni antiche, anche in ma-teria di coltivazioni. Una specialità localesono le Beremeal bannocks, a metà tra panee un dolce, la cui particolarità è quella di es-sere fatte con Bere Barley, una specie di orzoesastico che veniva utilizzata secoli fa ma ilcui uso sulla terraferma si è perduto con l’in-troduzione di specie con resa maggiore. Lacoltivazione di questa varietà del cereale è li-mitata a pochi ettari nelle Orkney, Shetlande in alcune località delle Ebridi Esterne.

TabletDulcis in fundo, il Tablet (no, questo non haun touch screen). Non è facilissimo da de-scrivere: non è una caramella mou anche segli somiglia, e nemmeno caramello, ma hauna dolcezza stucchevole, a metà strada trai due. A base di latte condensato, zucchero eburro il Tablet è servito in blocchi, di consi-stenza granulosa e friabile. Ottimo uso èquello di sostituirlo alla zolletta di zuccheronel caffè (in questo caso si mangia separata-mente e non si scioglie nella tazzina) o sbri-ciolato su altri dessert. Onnipresente neinegozi di dolciumi o souvenir.

Il film di Simone Sollazzo

“Don’t look up”, commedia ambientale dal cast stellareParlare di ambiente e ambientalismonon è mai facile senza cadere nella re-torica, negli slogan e nella lunga – e,purtroppo, sterile – denuncia delle mi-nacce a cui è sottoposto il mondo mo-derno.Eppure c’è chi decide di farlo in unasola commedia, che mette al centro leresponsabilità della politica come dellepersone, sempre più dedite a prendereper oro colato tutto ciò che viene vomi-tato in tempo reale dai social e dai talkshow. Perché questo è il succo di unproblema, che si acuisce all’indomanidella scoperta di una cometa della gran-dezza di quasi 10 km che impatteràsulla Terra entro sei mesi e dicui l’équipe di studiosi capita-nati da un Di Caprio legger-mente imbolsito e lontano dalfascino giovanile di Jack Daw-son (in “Titanic”), dovrà farefronte scontrandosi con la pre-sidenza degli Usa e i gruppilobbistici al seguito che vor-rebbero trarne un vantaggio,anche da una situazione tragi-camente cruciale come questa. Tutto qui direste voi? Arriveràun nuovo eroe in stile Arma-geddon a salvarci? Lo scopri-remo nel corso di quasi dueore e un quarto, dove a farlada padrone, per una volta

tanto, non è la faccia del belloccio o delfustacchione di turno, ma uno scriptfatto di “paradosso” e denuncia dellemalefatte e della malafede di chi co-manda il mondo e non muove un dito,se non per un tornaconto che rimanesolo personale e all’interno di una lo-gica di profitto. Mentre i giovani sonoin pena per la crisi esistenziale di unapop star e dove la salvezza del mondosi gioca fra due esili slogan di unanuova campagna elettorale presiden-ziale. Fra chi invita a “guardare in alto”e chi invece impone di fare il contrariopensando, dando voce al complotti-smo, che la scienza sia solo fatta di fal-

sità degne di un’epoca di caccia allestreghe. La forza di “Don’t look Up” è questa. Ilsaper parlare di catastrofe, senza disfat-tismo e sfoggiando una satira talmentetagliente da non risultare demenziale oparadossale come un vecchio film instile Mel Brooks. Si ride e si ironizza fa-cilmente, ma solo per sdrammatizzaresu eventi che potrebbero diventare ca-tastrofici nel nostro mondo reale. Senzadimenticarsi di tirare una gomitata aiprincipali esponenti di un capitalismoe consumismo sfrenato, principali fau-tori del degrado ambientale e sfrutta-mento della biosfera. 

Meglio di un normale docu-mentario troppo didattico e for-male, la commedia di AdamMcKay vanta attori di primor-dine, come l’accoppiata ineditadi un Di Caprio maturo assiemealla ricercatrice Jennifer La-wrence e di due donne di classein ruoli carismatici, come CateBlanchett, giornalista di suc-cesso, e Meryl Streep, presi-dente degli Stati Unitid’America.Un bel campanello d’allarmeper affrontare la crisi climaticafuori dai soliti schemi. Magarisorridendo. Ma restano comun-que risate amare.

Fuoriporta di L. Guardini

I musei, in questo freddo inverno, possono offrire più di una buonaoccasione «Fuoriporta». Per questo abbiamo scelto due capolavorida ammirare in due musei da scoprire: il primo a Brescia, il se-condo nel cuore di Milano.Alla Pinacoteca Tosio Martinengo (bresciamusei.com), fino al 22febbraio, è allestita “Velásquez per Ceruti”, che ci porta alla sco-perta del dialogo a distanza tra il maestro del barocco spagnolo eGiacomo Ceruti, chiamato Pitocchetto perché rappresentò la vitaquotidiana della povera gente. ABrescia si ammira «Il pranzo» diVelásquez, in prestito (e per laprima volta in Italia) dall’Ermi-tage: il confronto con il pittore ita-liano è “sottolineato - si leggenella presentazione della mostra- dal riallestimento della Sala delCeruti (XII) di Pinacoteca TosioMartinengo, il museo che pos-siede il più importante corpus almondo di opere dell’autore mila-nese di nascita e bresciano di adozione. “Il Pranzo” di Velázquez(nell’immagine in alto) è infatti esposto accanto ad alcuni capola-vori della produzione pauperistica di Ceruti”. Chi preferisse restare a Milano, ha tempo fino al 6 febbraio perammirare “L’Annunciazione” di Tiziano, il “Capolavoro per Mi-lano” del Natale 2021: il grande e luminoso dipinto del 1558 pro-viene dal Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli, indeposito dalla chiesa di San Domenico Maggiore a Napoli, patri-monio del Fondo Edifici di Culto amministrato dal Ministero del-l’Interno. Informazioni e prenotazioni al sito del museo(chiostrisanteustorgio.it) intitolato al cardinale Carlo Maria Martini,che ha da poco celebrato il ventennale dalla fondazione.

Al museo per gustare TizianoVelásquez e il Pitocchetto

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Seppur giovani di Maria Teresa Caccin

I mondi passati dell’Italia: storiedi emigrati e immigrati in ArgentinaL’Italia della nostra epoca è il risultatodi un incrocio di popoli. A dispettodegli slogan di parte, infatti, ogni na-zione è caratterizzata dall’eterogeneitàe spesso ha dovuto confrontarsi con lafuga dei suoi stessi cittadini, indottadalla precarietà delle condizioni divita. Quella dell’emigrazione, dunque,è una storia già vista, anche se oggi sitende troppo spesso a dimenticarne leorigini. Nel mio caso, incrociando le espe-rienze di vita che mi sono state raccon-tate, ho disegnato la storia della miafamiglia, che ha vissuto all’insegna delviaggio e della ricerca di una vita mi-gliore. Nel 1949, in particolare, i mieibisnonni, Gioacchino Simionatoe Anna Binotto, con i loro quattro figli e un’al-tra in arrivo, si videro costretti a lasciare lacampagna veneta del dopoguerra per rifugiarsiin Argentina. Il paese sudamericano era l’ElDorado dell’epoca: non c’era la guerra, ma so-prattutto, come ripeteva mio nonno, “nonc’era la fame”. A fronte di un piccolo paesinoin cui il piatto forte, a pranzo e cena, erabrodo, ingerito in fretta per avere una minimasensazione di sazietà, l’Argentina offriva la-voro e tranquillità. La decisione presa si rivelòla migliore possibile: la mia famiglia, dopoun’estenuante traversata a bordo della naveCorrientes, riuscì a raggiungere una condi-zione stabile e una vita degna di essere chia-mata tale. La situazione, però, non si rivelò stabile alungo, anzi. L’alternarsi di governi altamentecorrotti gettò dopo poco tempo l’Argentina inuna condizione di alta tensione. Gli scontri in-terni, influenzati anche dal modello politicocubano, portarono a un’instabilità generale e,infine, alla dittatura militare instaurata nel1976. Una dittatura ben mascherata, i cui

membri, durante le festività natalizie, distri-buivano, a bordo di carri armati, regali aibimbi; dietro, però, nei palazzi del potere, ci sispartiva denaro sopprimendo ogni piccolo alitodi ribellione. L’accumularsi di decenni caratte-rizzati da una pessima gestione economica e po-litica ha condotto ben presto l’Argentina in unaposizione opposta rispetto a quella che occupavanel primo Novecento. Fu così che si generò, diconseguenza, un moto inverso anche a livellomigratorio: le stesse persone che cinquant’anniprima erano arrivate, attirate dalla floridezza eco-nomica, ora fuggivano, per tornare nella stessaEuropa da cui erano fuggiti. Tra queste, miamadre è tornata in Italia; altri parenti si sono spo-stati in Spagna, Francia, Inghilterra…La storia della mia famiglia si estende neltempo e nello spazio e si somma a quelle dimolti altri nuclei familiari che, a seguito delleguerre mondiali, si sono trovati privi di unastabile base di vita. È curioso, però, che lasituazione dell’Argentina, un paese doveoltre il 50% degli abitanti ha origine italiana,così fondamentale per la nostra storia, passi

completamente sotto silenzio. Nel corso della mia infanzia, d’altronde, sen-tivo solo echi lontani delle difficoltà economi-che e sociale che i miei parenti fronteggiavano.Ho avuto modo di sviluppare una reale co-scienza dei miei luoghi di origine, nonché unatristezza nel constatare la condizione in cuiquesti stessi luoghi sono immersi, nel corsodel mio primo viaggio in Argentina, all’età diquindici anni. Il primo impatto che ho avuto con il paese èstato quello con la sua capitale. Per arrivare aBuenos Aires, si percorre una tangenzialesotto la quale si estendono chilometri e chilo-metri di favelas. In queste stesse favelas, iltasso di criminalità è altissimo; nella capitale,peraltro, ci si sposta senza borse né gioielli,nascondendo i soldi nella biancheria intima.Il frastuono delle vie è dominato da ambulantiche propongono convenienti tassi di cambioai turisti. Nel 2015, il cambio tra euro e peso(la moneta nazionale argentina) era di uno adiciassette; oggi, è di uno a cento. Quando ci si ferma ai semafori, si viene assalitida gruppi di bambini e adulti che chiedono (ea volte pretendono) elemosina o qualsiasi cosasi abbia in macchina. Le case dei miei parentisono protette da muri e fili spinati, per difen-dersi dalle incursioni notturne dei ladri prove-nienti dalle favelas vicine. Eppure, fino a pochi anni fa, l’Argentina eraun paese centrale per l’Italia e i suoi abitanti.Com’è possibile che, nel giro di qualche de-cennio, sia scomparsa, nei nostri mezzi di in-formazione, qualsiasi menzione di unasituazione ormai disastrata? La mancata men-zione di situazioni importanti sul quadro in-ternazionale, d’altronde, è una reale forma dimanipolazione. Per avere una coscienza pro-fonda di quanto accade intorno, e per matu-rare una prospettiva ad ampio raggio, e noncadere nella trappola di motti politici e argo-mentazioni mendaci, è necessario avere ancheinformazioni sul contesto internazionale, amaggior ragione se tale contesto, nel passato,è stato un tassello fondamentale per la nostrastoria nazionale.

Gioacchino Simionato e Anna Binotto con i figli Natale Antonio,Luigi, Davino Gabriel, Roberto e Maria Ernesta, dopo il loro arrivo in Argentina.

Da gennaio la presentazione di 4 librialla Biblioteca Chiesa Rossa

CaleidoscopiomilaneseMilano è una città dalle mille sfaccettature:chiunque la guardi potrà coglierne moltiaspetti, ma difficilmente riuscirà a cono-scerli tutti.In questa rassegna si è scelto di affrontarealcuni temi particolari. Il primo a esseretrattato è quello della convivenza e dell’in-tegrazione, visto non solo da un punto divista sociale ma anche storico, raccon-tando cioè con le immagini le storie di im-migrazione che da un passato lontanohanno sempre caratterizzato Milano, gene-rando la metropoli attuale.

Si passerà poi alle radici linguistiche mila-nesi, con un libro di poesie in dialetto diun autore poco conosciuto, Dino Gabiazzi,la cui scrittura poetica venne però parago-nata a quella del Porta. In seguito sarà ilturno di un libro antico, risalente al 1274,primo esempio di letteratura lombarda,scritto da un milanese, Pietro da Barsegapè,utile per capire un’epoca remota impor-tante anche per la Milano di oggi. Infine, siparlerà delle acque di Milano, che percor-revano gran parte del territorio e che tut-tora scorrono, spesso tombinate ma taloraa cielo aperto, e si vedrà come individuarei percorsi storici dei fiumi e dei canali co-struiti al tempo dei Romani, quasi 2000anni fa. Le serate verranno introdotte da RiccardoTammaro, presidente emerito della Fonda-zione Milano Policroma, redattore di Mila-nosud e ideatore del progetto insieme conLaura Ricchina, direttrice della BibliotecaChiesa Rossa.

Alla Chiesa di San Luigi e in S. MariaAnnunciata in Chiesa Rossa

Musica per la paceIl 22 gennaio 2022 alle ore 16 si tiene allachiesa di San Luigi Gonzaga (piazza San Luigi)il primo concerto della rassegna “Musica perla Pace”, organizzata da Fondazione MilanoPolicroma e Il Clavicembalo Verde.Il primo concerto si svolge durante la Settimanadi Preghiera per l’Unità dei Cristiani e invita asuperare le differenze in nome della comunefratellanza, sia tra Cristiani di diverse confes-sioni che con coloro che professano una reli-gione differente o non ne professano alcuna.Il concerto – gospel e spiritual – verrà eseguitodai cori Incontrotempo e Sparkling Water, di-retti dal Maestro Valeria Borgognoni. Seguiranno, in altri luoghi della città, un con-certo in occasione della Giornata della Memo-ria (29 gennaio), uno per il Capodanno Cinese(5 febbraio) e uno per la Giornata del Ricordo,il 12 febbraio alle ore 19, nella cripta di viaNeera 24 (S. Maria Annunciata in ChiesaRossa) con la pianista Simonetta Heger e ilmezzosoprano Chinara Shirin. Programma completo su: www.milanopoli-croma.it

G.F.

Il programmaIl calendario degli incontri, alle ore 18

19 gennaio 2022, “Abitare con gli altri a Milano”di Riccardo Tammaro e Roberto Visigalli, ne parlano gli autori.

16 febbraio 2022,“Gira, gira, bicocchin...”di Dino Gabiazzi, relatore Franco Mantovani.

16 marzo 2022,“Sermon Divin”di Pietro da Barsegapè, relatore Roberto Smacchia

20 aprile 2022,“Storie d’acqua”di Gabriele Pagani, relatore Riccardo Tammaro.

Case di ringhiera in corso San Gottardo.

“Adolescenza nonluogo” è il nuovo saggio diMaurizio Tucci, giornalista (collabora anchecon Milanosud) e presidente dell’AssociazioneLaboratorio Adolescenza – edito da “I Libri diEmil” e in libreria da questo mese – in cui l’au-tore fa un suggestivo parallelo tra l’adole-scenza, età di transito per definizione, e il“nonluogo”, così come lo definisce l’antropo-logo francese Marc Augé.

La saggistica, quella buona, è tale quando sasuggerire idee, riflessioni, confronti. E questo“libello” è proprio uno di quelli, che sa esserefecondo e regalare parecchi stimoli.

L’autore è (e lo ribadisce nel libro) un inge-gnere; io invece sono di formazione uno sto-rico, anche se poi ho fatto tutt’altro. Ma so chegli storici, quelli veri, hanno molta dimesti-chezza con il problema di definire un periodo,di inventarsi una scansione “burocratica” dellastoria, per la necessità comunicativa o sempli-cemente accademica, di fissare dei confini. Èun problema molto simile a quello di definirel’adolescenza, cioè appunto di fissarne i con-fini, proprio perché - come dice l’autore – èun’età “arbitraria” che a seconda delle latitu-dini e delle culture si estende ben oltre quel“completo sviluppo psicofisico” definito damedicina, neurologia e psicologia, o si accorciafino a scomparire in un rito di passaggio direttotra infanzia ed età adulta.

Concordo con Maurizio Tucci quando dice cheforse l’adolescenza è solo una “splendida in-venzione”, così come trovo suggestiva l’analo-gia con il nonluogo di Marc Augé. E concordosoprattutto quando l’autore conclude che co-munque, quale che sia l’adolescenza, dob-biamo prenderci cura degli adolescenticercando di farlo, però, nel modo giusto.

“Nessun vascello c’è che come un libro possa portarci in contrade lontane” Emily Dickinson

Adolescenza nonluogoE proprio su questo aspetto Tucci fa una con-divisibile analisi di come la società odierna sirapporta con l’adolescenza. Da un lato proteg-gendola a oltranza e privandola di quella au-tonomia (anche di sbagliare) necessaria perchépossa essere funzionale al motivo per il qualeè stata “creata”; dall’altro ignorandola nellaprogettazione di una società che tenga contodelle sue peculiarità e specifiche esigenze. Ecomunque, nella migliore delle ipotesi, ridu-cendo gli adolescenti all’unidimensionalità delloro essere studenti. Fino ad arrivare – fa no-tare l’autore – ad una sorta di negazione di sa-pore freudiano quando l’età senile vienedefinita “terza età” e non “quarta età”, comesarebbe ragionevole se l’adolescenza avesseuno spazio tutto per sé.

Ma c’è un altro passaggio di “Adolescenzanonluogo” che mi ha particolarmente colpitoe indotto ad una riflessione che provo a ri-portare qui come ulteriore contributo allacomplessa definizione dell’adolescenza.Tucci si appoggia alla fisica quantistica e adHeisenberg per rilevare che qualsiasi defini-zione dipende dall’osservatore, dal suopunto di vista, dalla sua esperienza; che “os-servatore” e “osservato” sono una sorta ditutt’uno inscindibile e che la nostra difficoltàad entrare in relazione con l’adolescenza – equindi viverla come un luogo – dipende pro-prio dal volerla osservare e descrivere dal-l’esterno. In più disorientati dalla continuatrasformazione alla quale gli adolescentisono soggetti, tanto che gli stessi genitori af-fermano di “non riconoscere più”, quasi daun giorno all’altro, la figlia o il figlio adole-scente.

Io voglio invece rifarmi ad Eraclito e al suo“tutto scorre”. “Panta rei” non significa che,

siccome tutto è in movimento, tutto è in con-tinua trasformazione, allora la realtà è inaf-ferrabile, allora niente è definibile. In verità,dicono i filosofi più competenti di me, Era-clito dice il contrario: che è proprio la trasfor-mazione a definire le cose. Dice che l’acquache scorre in un fiume definisce il fiume, per-ché se non scorresse sarebbe un lago e chetutto quindi esiste in quanto movimento. Inquesto, in fondo, non è molto lontano dallafisica quantistica. Da questo suggerimento diEraclito, è banale, adottando la stessa meta-fora, definire l’adolescenza: è un fiume chescorre, più o meno impetuoso, era il ruscellodell’infanzia, poi diventerà un lago nell’etàadulta, in cui l’acqua continuerà a muoversi,ma molto più lentamente. E certo le acquedel fiume sono più turbolente e a volte peri-colose.

Riccardo Renzi

Riccardo Renzi, milanese, 64anni, è tra i soci fondatori diLaboratorio Adolescenza.Laureato in Lettere storichealla Statale di Milano, è gior-nalista professionista dal1975, specializzato nella di-vulgazione medico-scienti-fica. Direttore responsabiledei mensili “Salve” e “In-sieme”, è stato anche tra iprogettisti e fondatori del “Corriere Salute”, l’inserto di medi-cina del “Corriere della Sera” che ha diretto per quasi vent’anni.È autore di libri, per citarne alcuni: con Luigi Bazzoli, diun’opera biografica (“Il miracolo Mattei”, Rizzoli editore); conEdoardo Rosati, di un manuale di divulgazione medica, che èstato un best seller (“Fa bene fa male”, Sperling & Kupfer): e,sempre con Rosati, “Giuseppe Petralia - La Scatola Magica con-tro il cancro”. Attualmente Renzi è direttore responsabile dellarivista “Laboratorio Adolescenza Magazine” (di LaboratorioAdolescenza) e collaboratore del “Corriere della Sera”, per itemi di medicina e sanità.

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di Cristina Tirinzoni

«Ogni giorno è lo sforzo immane di vi-vere, di resistere con questo cuoreschiantato dall’enorme fatica di esi-

stere…, sempre in solitudine atroce e resistere,resistere con l’anima devastata alla tempestache non si ferma. In certi momenti mi illudoancora… Poi torna a soffiare il vento livido or-rendo». È una delle frasi toccanti di Mario Sironi(Sassari, 1885 – Milano, 1961) scritta nel 1944su un foglio ritrovato nel suo studio dopo la suamorte. Turbano queste parole, ma racchiu-dono  la chiave di lettura di tutta la produ-zione  di questo straordinario artista delNovecento (scultore, architetto, illustratore, sce-nografo e grafico)  in cui domina sempre ilsenso della tragedia della vita. Capolavori chepossiamo ammirare nella imponente mostraantologica che gli dedica il Museo del Nove-cento (fino al 27 marzo 2022), a sessant’annidalla morte: “Mario Sironi, Sintesi e grandio-sità”.  Mostra imperdibile grazie all’autorevolissima erigorosa curatela di Elena Pontiggia, massimastudiosa dell’artista e autrice della sua primabiografia “Sironi. La grandezza dell’arte, le tra-gedie della storia”, 2015, e di Anna Maria Mon-taldo, direttrice del Museo del Novecento; incollaborazione con l’Associazione Mario Sironidi Milano, gestita dal nipote Andrea Sironi-Strausswald (figlio della primogenita Aglae), eRomana Sironi (figlia di Ettore, amato fratellodell’artista).  Un’occasione per ripercorrere l’avventuraumana e la stagione artistica di un artista mo-numentale, grandioso, troppo spesso liqui-dato  solo come “pittore  fascista”. Per unarilettura necessaria – con la giusta distanza sto-rica – “sottoposta al vaglio dell’analisi più stret-tamente legata a parametri fissati dalle leggidell’arte”, come spiega con ampiezza di argo-mentazioni  Anna Maria  Montaldo.  Non c’èdubbio che Sironi fu un sostenitore del regimefascista, ma questo nulla toglie alla sua gran-dezza artistica. “La sua non è un’arte fascista.È arte, grande arte. Senza aggettivi”, ha sottoli-neato Anna Maria Montaldo. 

La drammaticità del vivere “Due stati d’animo di uguale intensità domi-nano vita e percorso artistico di Sironi: una sof-ferenza immutabile e un’immutata tensionecreativa”, scrive Elena Pontiggia. Il giovane chea diciotto anni dichiara di aver già avuto “molteprove della malignità del destino” (a 13 anniperde l’amato padre), l’uomo che nel ‘35 sente“il peso del destino inumano” e nel ‘61, pocoprima di morire, si augura solo di trovare “dopotanto bestiale soffrire... un po’ di pace e silen-zio”, è lo stesso che lavora con inalterata con-centrazione e si dedica all’arte con tutte le sueforze. “La sua pittura è una lezione di trage-

Museo del Novecento fino al 27 marzo: Milano rende omaggio a Mario Sironi

Un artista monumentale, una mostra imperdibile

Alla Galleria Tornabuoni fino a novembre 22

Da Fattori a Morandi, antologia d’arte moderna e contemporanea

Tornabuoni Arte presenta al pub-blico “Arte moderna e contemporanea.Antologia scelta 2022”. Appuntamento

annuale di una delle più attente gallerie d’arteeuropee, la mostra si tiene nelle due sedi ita-liane, di Firenze e Milano, ed è dedicata ai ca-polavori raccolti dalla ricerca e dalla passionecollezionistica di Roberto Casamonti, fonda-tore della galleria. Ad arricchire la mostra, unvolume, frutto di un’accurata selezione diopere, che evidenzia lo studio nonché la co-noscenza che la galleria ha maturato neltempo. Nel corso degli anni, Tornabuoni Arteha saputo creare un importante circuito espo-sitivo e culturale in Italia e all’estero, coinvol-gendo istituzioni pubbliche e private, con unaprogrammazione internazionale, realizzatagrazie anche al rapporto consolidato con cri-tici d’arte, curatori e collezionisti. La preziosapubblicazione, che accompagna questa edi-zione, è introdotta da un testo, “La linea evo-lutiva dell’arte”, della storica dell’arte SoniaZampini. Si parte da Giovanni Fattori (6 settembre1825, Livorno – 30 agosto 1908, Firenze), con

un dipinto dell’Ottocento, la “Carica di caval-leria”, datata 1870-1880, per arrivare a unvideo di Plessi del 2021. L’arte figurativa e l’at-tenzione di molti artisti all’elemento femminilesi evidenziano bene nella tela di MassimoCampigli, “Le due sorelle” del 1942, dal forterichiamo etrusco; nel bellissimo “Nudo nelpaesaggio”, di Felice Casorati (4 dicembre1883, Novara – 1 marzo 1963, Torino), realiz-

zato nel 1951, protagonista del Realismo Ma-gico, e  infine nel capolavoro di Joan Mirò“Femme dans la nuit” eseguito nel 1966. Inol-tre da segnalare “Natura morta”, Giorgio Mo-randi (20 luglio 1890, Bologna – 18 giugno1964, Bologna), scelto come immagine di co-pertina di quest’anno datato al 1963 in cui glioggetti raggiungono una dimensione quasievocativa mediante l’uso sapiente della luce.La seconda parte della mostra raccoglie invecele opere di alcuni dei più importanti maestridel Secondo Dopoguerra italiano, come la“Combustione plastica” di Alberto Burri, itagli di Lucio Fontana, presente in catalogocon diverse opere, tra cui il “Concetto spa-ziale, Attese” del 1965-66 dal bellissimo colorerosso. Il pubblico potrà ammirare lamostra  fino al 26 novembre 2022, le operepresenti nell’antologia verranno esposte inmomenti diversi sia nella sede di Milano siain quella di Firenze.Milano, via Fatebenefratelli 34/3616 dicembre 2021 - 26 novembre 2022tel. 026554841 - www.tornabuoniart.com

Giuseppe Lippoli

dia”, diceva lo scrittore Gianni Rodari che losalvò dalla fucilazione quando il 25 aprile 1945fu catturato da un gruppo di partigiani di cuifaceva parte e gli rilasciò un lasciapassare “innome dell’arte”. Chissà, forse Sironi non si per-donò mai quella salvezza. Sopravvissuto alproprio dolore dopo il crollo dei suoi ideali, l’or-rore della guerra, e lo strazio del suicidio dellafiglia diciottenne Rossana nel 1948, forse decisedi pagare il dazio. Si estraniò da tutto e da tutti.Continuerà egualmente a dipingere, sino allamorte nella deserta Milano del 13 agosto 1961.

Le sue opere viste da vicinoL’impressione che si riceve percorrendo le un-dici sale della mostra, è quella di trovarsi difronte a un artista titanico. E ci si rende contodi quante fasi abbia attraversato la  sua pit-tura  (Divisionismo, Futurismo, Metafisica,Espressionismo), pur mantenendo sempre unproprio distinto e inconfondibile tratto pittorico.Sironi lo si incontra subito, diciannovenne, nel’Autoritratto a matita del 1904,  un giovaneuomo che guarda davanti a sé, guarda la vita,le persone. E poi ecco i ritratti de La madre checuce (1905), del fratello, della sorella al piano-forte, raccolti sulle pareti del corridoio d’in-gresso, dipinti rielaborando echi e pennellate delDivisionismo. Sironi aderisce al Futurismo (nel1913), complice l’amicizia con Boccioni, maresta un futurista eretico. Basta vedere operecome Il camion giallo (1914-1915) che sembrafuoriuscire minacciosamente dalla tela; lo stra-ordinario Viandante del 1915 con il cappelloa triangolo, che cammina ad ampie falcate nellanotte per andare chissà dove, sullo sfondo le fi-nestre di un palazzo cupo. Il ciclista del 1916:

qui Sironi non dipinge il muscolo, ma la fatica.  Si resta abbagliati davanti alla potenza espres-siva e il fulgore cupo della Chiesa in periferia.La scena è dominata da un cielo nero e pesante,un buio profondo e uniforme. Un’architetturasolida e compatta, muta e incombente.  L’eco della metafisica si ritrova in opere comeLa lampada (1919), dove la presenza enigma-tica di una donna-manichino che ha scarpinebianche col tacco alto, sfiora la lampadina ac-cesa che rischiara un tavolo verde. Una vera“folgorazione” trovarsi a faccia a faccia con LaVenere dei porti (data 1919), forse il suo dipintopiù bello e inquietante. È realizzata con tecnicamista, tempera e collage su tela, con frammentidi carte diverse. Una monumentale figura fem-minile in primo piano, simile a un manichinoda sartoria. Sola, ritta e irrigidita in un bustogiallo; i tacchi alti e il volto misterioso, in unapostura che richiama l’attesa. Su un molo de-serto, in una notte senza luna. La Sala 5 è de-dicata alla straordinaria stagione dei paesaggiurbani che nascono nel 1919, nel periodo in cuil’artista si stabilisce definitivamente a Milano.Capolavori come Sintesi di un paesaggio urbano(1919), Paesaggio urbano con camion, 1920-1921Paesaggio urbano del 1921, Periferia del ‘22. Quisi capisce la sua grandezza assoluta. Forza, so-lidità, drammaticità. “Il muro di una fabbrica,un ciclista, un camion ripetono l’uomo è solo èsolo”, scriverà lo scrittore e poeta Guido Cero-netti. Emblematico lo straordinario Paesaggiourbano con viandante databile intorno al 1929:un simbolo dell’errare umano sulla terra, di im-pressionante grandiosità e forza drammatica. Sala 6: eccoci davanti alla monumentale Pan-dora (databile fra 1919 e il 1921) opera mai espo-sta negli ultimi cinquant’anni,  gonfia di unadrammaticità incontenibile. Giganteggia la figurafemminile, assorta in atteggiamento melanco-nico, sospesa in una atemporalità che affa-scina, mentre da una finestra sullo sfondo si

scorge un paesaggio montuoso in-cendiato di blu che dimostra comeSironi, pur usando una tavolozza daitoni bruni e scuri, fosse uno straor-dinario colorista. L’emozione del per-turbante (per dirla con Freud) siripete davanti a Il Cavallo bianco emolo (1920-1921). Si ha la sensa-zione di trovarsi in un contesto ur-bano stranamente popolato di figuremitologiche. Un cavaliere percorre lavia deserta fiancheggiata da una mu-raglia dalla quale spuntano gru, ma-gazzini, alberi di velieri. Sopra il cieloduro e azzurro come una piastrella.Da non perdere in Sala 7 La fatadella montagna, del ‘28, è un quadroche non si vede dal ‘73. Seduta tra lebrulle rocce di un ambiente arido,

con pochi tocchi di colore che accendono ap-pena il bruno dominante. Un capolavoro. E, an-cora: l’imponente, statuario Pescivendolo del1927 ha un sapore antico e una “solennità do-lorosa”, la stessa che traspare dalle monumen-tali rappresentazioni della Famiglia del pastore(1929), esposte per la prima volta alla Biennaledel 1932 a Venezia, dove la tela già di importantidimensioni anticipa la “Pittura murale” a cui sisarebbe dedicato di lì a breve.

L’ultima stagione creativa:gli anni dell’Apocalisse Nel settembre del 1943 Sironi scrive: “S’è rottotutto in questi mesi, tutto. Non sono rimaste chemacerie e paura”. Chiuso nel suo studio comeun antico anacoreta, il pittore delle grandi pa-reti, della monumentalità, negli ultimi suoi annisi ripiega su sé stesso. Dipinge figurine minime,murate nella pietra. Edifici evanescenti. Imma-gini ormai scheletrite. Le figure si disgregano eperdono forma. Anche le finestre scompaionoprogressivamente. La tavolozza a poco a pocosi restringe a una gamma di grigi, di neri, diombre che tiene la luce continuamente inscacco. Spicca un Lazzaro del 1946 che, forse per laprima volta nella storia dell’arte, non risorge marimane oppresso dalla pietra tombale. La grandechiesa, eseguita nel 1948, massiccia e scura,che si perde nel tetro cielo post-atomico. E an-cora: Chiesa in periferia (1955) ridotta all’es-senza imperitura di un fossile. E non è un caso che uno dei suoi ultimi cicli pit-torici sia dedicato all’Apocalisse (1960). I volumisono esplosi, ridotti a detriti, dove grandi massirotolano a schiacciare gli uomini che si anni-dano come formiche in un riquadro di pietra aesprimere un senso di immodificabilità del de-stino. Sussulti di un mondo interiore in sfa-celo. Sironi dipinge macerie di una civiltà, maanche di una vita, la sua. La mostra si chiude con il titolo che aveva scrittolo stesso Sironi sul retro della tela: L’ultimo qua-dro (1961), ritrovato sul cavalletto dopo la suamorte. In uno scenario urbano sfatto, scheggiatoinsolitamente di colori, si muovono sagome ap-pena abbozzate che camminano con un passoquasi meccanico, da automi. L’anno primaaveva dipinto anche il proprio funerale, una pic-cola tela dove il piccolo corteo sfila, schiacciatoda una parete con istoriate figure monumentali.Mario Sironi si congeda così da noi. Senza al-zare i toni per dirci disperazione, dolore esisten-ziale, caduta di ogni speranza. 

Il Cavallo bianco e molo (1920-1921).

Venere dei porti (1919).

Pandora (databile fra 1919 e il 1921).

Page 12: Il giornale dell’Associazione

ANNO XXVI NUMERO 01 GENNAIO 2022• Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 •• Benemerenza Civica del Comune di Milano 1997 - 2017 •12

Gli anni dopo il 2018 sonostati veramente difficili perLindsey Buckingham. Si sonosucceduti: il licenziamentodai Fletwood Mac - vera in-gratitudine, visto il fonda-mentale contributo di Lindseyal gruppo - delicati intervential cuore e il divorzio dallamoglie dopo vent’anni di ma-trimonio e tre figli.Ma Buckingham non molla ea 72 anni continua a faregrande musica pubblicandoquesto suo nono album, Lin-dsey Buckingham, che è sicu-ramente il suo migliore dopoil capolavoro Out Of The Cra-dle del 1992.Il suo inconfondibile stile, evi-denziato anche nei lavori coiFleetwood Mac, si rifletteanche nei dieci brani dell’al-bum, con armonie vocali e

I dischi del mese di Giuseppe Verrini

Bruce Springsteen & The E StreetBand, The Legendary 1979 No NukesConcert, voto: 8Asleep At The Wheel, Half A HundredYears, voto: 7.5Gov’t Mule, Heavy Load Blues,voto: 7.5Michele Gazich, Argon, voto: 7.5Juri Camisasca, Cristogenesi, voto: 7.5Luca Milani, Grow up and die, voto: 7

Le segnalazioni di Beppe

Laboratorio Adolescenza di Maurizio Tucci

Lindsey Buckingham l’ultimodisco dell’ex “Fleetwood Mac”

Futuro è presenteLa retorica, di cui spesso abusiamo,quando si parla di adolescenti, di giovaniadulti, li indica generalmente come “il no-stro futuro”. Di questa definizione la so-cietà, le istituzioni, i “decisori” ad ognilivello si riempiono spesso la bocca. E diquesto “futuro” si parla sempre in dive-nire, come qualcosa che verrà, prima opoi, chissà quando. Ci volevano probabilmente le parole delprofessor Pietro Carmina (drammatica-mente morto nel crollo della sua casa),autorevolmente riprese dal presidenteMattarella nel suo tradizionale discorso difine anno, per fare chiarezza su questopunto e metterci tutti, subito, davanti allenostre responsabilità, ai nostri ritardi, allenostre fumose elucubrazioni sul tempoche verrà.

Gli adolescenti, i giovani adulti – come hascritto Pietro Carmina – non sono il fu-turo: sono il presente. Il presente con tuttii suoi diritti, con tutte le sue urgenze.Essere consapevoli di questo non deveperò spingerci a proseguire in questa tran-sazione temporale e a definire noi stessi,generazione di adulti, il passato. Sarebbenon solo vuota retorica, ma addiritturauna civetteria da salotto definire “pas-sato” la generazione che ha saldamentein mano tutte le leve, grandi e piccole, del“potere”. Siamo “presente” anche noi. E la difficoltà sta proprio in questo: inquesta condivisione di un presente cheperò è gestito solo da una parte degli “abi-tanti”, dove non c’è non solo alcuna cor-responsabilizzazione degli “altri”, manemmeno un ascolto adeguato. “Non siate spettatori ma protagonisti dellastoria che vivete oggi. Infilatevi dentro,sporcatevi le mani”, scrive Pietro Carminanel suo messaggio che ha il sapore di unarivoluzione, di quelle buone. Ma perchépossano esserlo, protagonisti, è indispen-sabile che gli si faccia posto sul palcosce-nico; oggi, non in un futuro che verrà. Masi faccia loro posto non per generosa con-cessione o, peggio, per farne mostra, maper sincera consapevolezza che siamo en-

trambi quel presente che deve, insieme,costruire il futuro.L’avvento di Internet e delle nuove tecno-logie, per altro, ha anche smantellato unassioma del passato, ovvero che la tra-smissione del sapere fosse esclusivamenteunidirezionale, dal vecchio al giovane.Oggi c’è un flusso di sapere, legato pro-prio all’utilizzo dei nuovi strumenti messia disposizione dalla rete, che viaggia insenso inverso e rende particolarmentepreziosa la collaborazione. Laboratorio Adolescenza, nel suo piccolo,già da anni ha avviato dei progetti di co-municazione di cui gli adolescenti sonoesclusivi ideatori e protagonisti. Que-st’anno, nelle scuole in cui siamo pre-senti, si parlerà di consumo di alcol.Nessuna lezione ex cathedra, ma sarannoloro a decidere cosa e come comunicareche bere alcol, alla loro età, fa male.Siamo certi che riusciranno a farlo inmodo particolarmente efficace. E anchequesto – crediamo – sia un modo per con-siderarli il nostro presente e non il nostrofuturo.

melodie semplici ma mai ba-nali, che arrivano diretta-mente all’ascoltatore, in unriuscito mix di rock e pop digrande classe.Scream è una deliziosa e rit-mata pop song, I Don’t Mindè il primo singolo del disco ecolpisce per le belle armonievocali, On The Wrong Sidesembra uscita da un disco deiFleetwood Mac, con ungrande e incalzante ritmo euno splendido ritornello e as-solo chitarristico, Blind Lovecoi suoi forti profumi pop six-ties è un perfetto hit. Da segnalare anche il folk-popdi Time, unica cover del disco,e Blue Light con chiare in-fluenze dei Beach Boys.Niente di particolarmentenuovo ma questo è un lavoroche fatica a uscire dal lettorecd, che si ascolta e riascolta incontinuazione, ricco di tantebelle canzoni e tanta gioia nelsuonarle. Come si fa a licen-ziare un così bravo songwritere grande chitarrista…

Concorso fotografico

Il professor Pietro Carmina.

Iscrivetevi a MilanosudIn questi ultimi anni bui e difficili siamo sempre riusciti, con l’aiuto di soci, lettori e

inserzionisti, a mantenere viva l’Associazione e a essere presenti con il nostro giornale. A tutti va il nostro sentito ringraziamento.

Per continuare nel nostro percorso di promozione dell’informazione locale, della culturae delle esigenze del territorio, che ci viene riconosciuto da quasi 25 anni, Vi chiediamo

di rinnovare il Vostro sostegno, associandovi o dando un libero contributo. Grazie.Il presidente Daniele Gilera

Le iscrizioni si raccolgono presso la sede di via Santa Teresa 2a, il martedì dalle 10,30 alle 12,30.

Informazioni su: fb/Associazione Parco Ticinello