cronache di tuhitun: selzerorg

33

Upload: 0111edizioni

Post on 02-Aug-2016

237 views

Category:

Documents


4 download

DESCRIPTION

Virgilio Tuzzi, fantascienza, avventura. “Cronache di Tuhitun” non è il classico romanzo di fantascienza, perché unisce al genere anche l’avventura “piratesca”, combinazione che ne fa un libro scorrevole e appassionante anche per il lettore non avvezzo alla lettura del genere sci-fi classico. Sfuggiti alla persecuzione sulla Terra, hanno fondato un Regno su un pianeta morente. Il sogno di un reame di rettitudine si infrange per l'avidità e la sete di vendetta. L'umanità affronta i suoi fantasmi in una sfida mortale la cui posta in gioco è la sopravvivenza della nuova Casa Astrale. Tuhitun, con i suoi misteri e le sue razze, coinvolge uomini e donne in una lotta senza quartiere ed esige il prezzo più alto dai suoi difensori.

TRANSCRIPT

Page 1: Cronache di Tuhitun: Selzerorg
Page 2: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

In uscita il 30/6/2016 (14,50 euro)

Versione ebook in uscita tra fine luglio e inizio agosto 2016

(3,99 euro)

AVVISO

Questa è un’anteprima che propone la prima parte dell’opera (circa il 20% del totale) in lettura gratuita.

La conversione automatica di ISUU a volte altera l’impaginazione originale del testo, quindi vi

preghiamo di considerare eventuali irregolarità come standard in relazione alla pubblicazione

dell’anteprima su questo portale.

La versione ufficiale sarà priva di queste anomalie.

Page 3: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

VIRGILIO TUZZI

CRONACHE DI TUHITUN SELZERORG

www.0111edizioni.com

Page 4: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

www.0111edizioni.com

www.quellidized.it

www.facebook.com/groups/quellidized/

CRONACHE DI TUHITUN: SELZERORG Copyright © 2016 Zerounoundici Edizioni

ISBN: 978-88-9370-004-7 Copertina: immagine Shutterstock.com

Prima edizione Giugno 2016 Stampato da

Logo srl Borgoricco – Padova

Page 5: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

EPISODIO 1

Anno DXIV dall’origine del Regno- Settembre

Page 6: Cronache di Tuhitun: Selzerorg
Page 7: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

5

CORTE MARZIALE Pochi a questo mondo invidierebbero ciò che sono adesso. Eppure sono un D’Arby. L’erede di una famiglia seconda solo a quella reale. Mio padre, il conte Joris, ha salvato il Regno dalla distruzione. Lui, baciato dal dono, è l’unico che ha affrontato e vinto la piccola mor-te. E io non possiedo una briciola del suo potere. «In piedi!» L’aula è gremita. È comprensibile, credo di essere il primo nobile delle sette famiglie a subire un processo. Un tempo ci credevamo così imma-colati da sognare un Regno di Rettitudine. Regal. Un nuovo mondo, da plasmare nella giustizia e nella libertà. Sono passati solo cinquecento anni ed eccoci qui, sull’orlo della catastrofe. Di nuovo così corrotti dal potere da ignorare la buia notte che ci attende perché, in fondo, è il nostro retaggio: siamo umani. «Trenton Alasdair D’Arby, i reati a voi imputati sono ancora più gravi, in virtù del nome che portate. Ammutinamento e tradimento. Come vi dichiarate?» Tutti i presenti si voltano verso me. Nobili annoiati, burocrati invidiosi, fannulloni, tutti smettono improvvisamente di chiacchierare dei fatti loro e nell’auditorio cala un silenzio irreale. A poterlo sentire non udiresti un respiro. Per fortuna sul viso dei giurati leggo interesse, come se dalla mia risposta dipendessero le sorti della nostra società. «Innocente! È ovvio.» La voce che irrompe e anticipa la mia dichiarazione è decisa, eppure così incredibilmente femminile, con quell’accento tipicamente corithiano. La guardo raggiungere la prima fila per prendere posto e ignorare il brusio generale che ha suscitato. «Diglielo Trent. Avanti.» Mi guarda inclinando di lato la testa, scoprendo quella parte di viso che la frangia, scandalosamente, normalmente maschera. L’acconciatura dei capelli tagliati a caschetto e il vestito ultimo grido, che fascia stretto le sue curve, suscitano scalpore tra i falsi puritani. È proprio questo ciò che vuole. Colpire l’opinione dei perfetti regaliani, metterli a disagio, e ci riesce benissimo. Io l’adoro per questo. Le sorrido e annuisco.

Page 8: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

6

«Mi dichiaro innocente, vostro onore.» Scambio un sorriso con Drusiana e cerco mio padre alle sue spalle. Lei comprende, si fa seria e scuote il capo. Per me è come ricevere un pugno nello stomaco. «La parola all’accusa. Prego capitano Farragut.» «Signor giudice, signori giurati – osservo Bruce Farragut nella sua inter-pretazione migliore: il finto rammaricato – e anche voi signori del pub-blico. È con grande dolore che ho accettato il ruolo del procuratore. Sa-pete tutti che il tenente D’Arby è mio cugino. Tuttavia il dovere…» «Vostro onore, non siamo qui per ascoltare il mio esimio e nobile collega scusarsi per il suo presunto disagio. Conosciamo le recenti disavventure dei suoi congiunti.» Negli occhi di Bruce colgo un lampo di pura rabbia, ma è solo un istante. «Accolta. Capitano, superiamo queste giustificazioni. Tuttavia, avvocato De Vries, vi esorto a non fare dell’ironia. Procediamo con il dibattito.» Bruce si inchina al giudice e mi ricambia con un sorriso beffardo. «Molto bene. Signor giudice, signori giurati chiamo a deporre il capitano Fautirre.» La pesante porta del tribunale scorre sui cardini oliati, accompagnata da uno degli uscieri. Impettito come un tacchino, il mio ex comandante per-corre la sala tra le due ali di panche. I suoi passi sono misurati, in contra-sto con la sua figura tutt’altro che aitante, incurante di qualche sorriso ironico. Eppure intendevo ammirare un uomo venuto dalla gavetta e quando ha rivelato piedi d’argilla ne sono stato terribilmente deluso. Non posso comprenderlo, anche se alla mia età lui ramazzava i ponti. Io che non ho il dono e mi chiedo come posso ereditare il titolo, le terre, se non potrò difendere nessuno. «Capitano, volete spiegarci quali fossero i vostri ordini?» «Certamente! La nostra missione era individuare una nave Selzerorg e catturarla» Fautirre non riesce a stare fermo sulla sedia. Forse è il cumu-lo di bugie che si appresta a raccontare a metterlo a disagio. «La squadra navale era composta dall’ammiraglia, la Rigelgrad, dal caccia Neureen e dalla mia torpediniera, la Levornia. Purtroppo armata troppo in fretta.» Mi lancia uno sguardo accusatore e tutti, in aula, lo seguono. Drusiana si agita sporgendosi verso De Vries, lui annuisce e le fa cenno di stare cal-ma. «Cosa intende con… armata troppo in fretta, capitano Fautirre?» «Intendo – lo osservo tirarsi la giubba, forse troppo stretta per contenere il suo livore – ufficiali di prima nomina. Non preparati ai rischi di un combattimento e… troppo romantici.»

Page 9: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

7

«Romantici?» «Con la testa piena di assurde idee sull’avventura per mare. E poi, ecco, per caso mi è capitato di ascoltare una conversazione tra l’imputato e il tenente Oingler.» So bene a cosa si riferisce, ma sta travisando i fatti. Drusiana mi fissa. Sposta la ciocca di capelli dal viso e mostra gli splendidi occhi neri. Un giorno mio padre mi ha raccontato che sono identici a quelli di sua ma-dre, l’Eletta Vesna. «Quale conversazione?» «Il giovane D’Arby si lamentava della principessa Larelise, sua fidanza-ta, perché non lo aveva avvertito di essere a bordo dell’ammiraglia. Sembrava anteporre i suoi sentimenti all’importanza della missione.» In sala scoppia qualche risatina, mescolata a commenti di dubbio gusto. Drusiana si agita di nuovo con De Vries che interviene poco convinto. «Obiezione.» «Respinta!» Vedo Drusiana scattare in piedi. Ha deciso di agire e temo che si metta nei guai. «Dru, no!» La vedo aprire il ventaglio, farsi aria e crollare sul pavimento. Fingendo di esalare il suo ultimo respiro mi lancia un’occhiata maliziosa. «Che succede, avvocato De Vries?» Il giudice tuona alzandosi a sua volta tanto di scatto che quasi inciampa nella toga. «La contessina Drusiana è svenuta.» Vorrei saltare oltre la balaustra di legno, ma le guardie mi trattengono. Sento il magistrato borbottare, mentre batte il martelletto cercando di ri-portare ordine nella sala, mentre la confusione sale, manifestandosi in commenti indispettiti e risate di scherno. «La seduta è rinviata a domani» tuona infine il giudice, rabbioso per il suo insuccesso. Noto appena Bruce Farragut avvicinarsi, nel disordine generale. «Ottima strategia, degna di una vera damigella regaliana, ma non servi-rà.» «Hai intenzione di startene lì, a guardare?» Drusiana si versa un secondo armagnac prima di voltarsi e fissarmi, a metà tra la sfida e la preoccupazione. Gusta l’aroma del liquore agitando leggermente il calice prima di sorseggiarlo con un gesto che ricorda mio

Page 10: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

8

padre. Lei gli somiglia più di quanto io possa mai riuscire, nonostante non sia sangue del suo sangue. «Le signore bevono con più moderazione, Dru.» «Perché? Non somiglio a una bambolina regaliana?» domanda, dandosi un rapido sguardo e lisciandosi una balza di pizzo elaborata, appena sotto la curva del suo fondoschiena. «In aula sono stata una perfetta e svene-vole damigella, non credi?» Bussano alla porta, la sentinella fa capolino e dall’imbarazzo con cui guarda me e poi Drusiana intuisco che ci sono guai in arrivo. «La graziosa maestà, principessa del Regno Larelise, chiede di voi, te-nente.» Drusiana sbuffa e si concede ancora un bicchiere, più per dare le spalle a Larelise, che si blocca appena oltre la porta. Si sta trattenendo. Il dono è potente in lei e lo sforzo le fa arrossire le gote, restituendo un po’ di co-lore al suo incarnato. «Scusami, credevo fossi solo.» «Oh, fai come se lo fosse. Pensa a me come a un quadro.» Drusiana assume una posa da modella e ironizza sbattendo le ciglia. «Crescere tra le persone civili non ha migliorato la tua impertinenza. Se Gwenyth fosse ancora tra noi ti avrebbe insegnato…» Il nome di nostra madre toglie a mia sorella la voglia di scherzare. Strin-ge i pugni sforzandosi di tenerli lungo la gonna, il suo colorito oro si fa più scuro. L’ho accompagnata spesso alla tomba di Vesna e l’ho ascolta-ta raccontarle le sue paure, eppure sono certo che consideri mia madre come la sua vera mamma e ora che ci ha lasciato credo che soffra la sua perdita più di quanto mostri. Prima che possa cedere alla parte corithìana del suo carattere, mi avvici-no e la bacio sulla guancia. Lei mi stringe forte non verserà una lacrima, ma so che sta piangendo. Senza una parola lascia la stanza e un silenzio imbarazzante aleggia tra me e Larelise. «Mi, mi dispiace Trent… Io non volevo offendere la memoria di tua ma-dre.» «Lo so.» Mi avvicino alla piccola finestra che da sul cortile interno della caserma. Fingo di guardare il plotone di marines in marcia per il cambio della guardia. Un tempo ero certo del suo amore. Lei è l’erede al trono e teme di non essere all’altezza, ma l’orgoglio le impedisce di ammetterlo e la fa chiudere in se stessa. Non mi chiederà mai aiuto, la conosco bene. «Ci hai messo un po’ prima di venire a parlarmi.»

Page 11: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

9

Il suo respiro si blocca per un istante. Si sta certamente mordendo il lab-bro, come fa sempre quando sa di avere torto. Sento il suo tocco, ma so-no ben preparato e la mia mente è chiusa. «Perché Trent? Sarebbe più facile se ti aprissi a me. Potrei testimoniare a tuo favore.» Mi volto troppo velocemente, lei fa un passo indietro. Quasi un salto. «Non ti basta la mia parola?» «Non posso testimoniare in tribunale la tua innocenza basandola sul fatto che ti amo. Ci vogliono le prove.» «Ascolti mai il tuo cuore? Ogni tanto la smetti di pensare per te o di im-porti sugli altri?» I suoi occhi si spalancano. Sono di un azzurro infinito. Quante volte mi sono perso in quei due laghi cristallini. Tendo la mano verso le sue, ma lei le nasconde dietro di sé. «Il dono è così potente in me, che tenerlo a freno richiede concentrazio-ne. Sempre, capisci?» «No, non capisco e tu sai perché.» «Usare il mio potere scarica la tensione. Non te lo ha mai detto tuo pa-dre?» Sorrido al pensiero del grande Joris D’Arby, l’uomo che ha vinto la pic-cola morte al prezzo di un dolore persistente. Tanto che l’unico modo per sopportarlo è intorpidirsi la mente con l’alcol. È questo che ti fa il dono e io non lo possiedo, dovrei esserne felice. Invece mi sento un mezzo D’Arby. «Sei tu che usi il dono come una difesa. Anche quando sei tra le persone che ti amano.» Avvampa. Ora la collera la pervade e lo sforzo di controllarsi è più evi-dente. «Dovresti sapere che sono paure giustificate. Tu non sei stato rapito da bambino. Tu non hai visto morire la tua tata frustata a sangue.» «Sono passati quindici anni e tutti noi ti abbiamo protetto. Ma tu vuoi fare da sola.» «Sei arrabbiato perché non ti avevo detto della missione? Ma io non de-vo giustificarmi. Sono l’erede al trono e devo assumermi le mie respon-sabilità.» Scuoto la testa: «Perché non dirmelo? Per affogare da sola nelle tue pau-re?» «Perché avresti obiettato, ma io ho dei doveri.» «I fatti hanno dimostrato che erano obiezioni giustificate. Se fossi caduta nelle mani dei Selzerorg il Regno stesso sarebbe stato in pericolo. Te lo

Page 12: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

10

chiedo di nuovo. La mia parola non ti è sufficiente? Mi credi un codar-do?» «Guardami Trent» sento il calore della sua mano delicata sul mio brac-cio. «Guardami e giurami che non ti sei ammutinato per fare colpo su di me.» Così è questo che la angoscia. Non riesce credere al mio amore, pensa sia solo opportunismo. Senso di inferiorità. Sono tentato di risponderle che non vale così tanto, ma mentirei. Lei è tutta la mia vita. «No, Larelise. Era solo la cosa giusta da fare.» Mi allontano, sono così deluso. «Se tu mi permettessi. Per una volta. Se tu mi lasciassi leggere la tua mente, io sarei sicura che ami la donna e non la principessa.» Con tutto il suo potere, con tutta la sua potenza mentale, è solo insicura e viziata. «Io non ho bisogno di entrare nella tua testa per stare con te, per credere al tuo cuore.» «Solo una volta. E poi mai più, per la vita…» Ha la stessa espressione di quando era bambina e mi chiedeva di passarle i compiti. Guardo di nuovo fuori: «Non sono pronto.» Non mi volto. Ascolto solo il clic della porta che si chiude, sono di nuo-vo solo. «Sottotenente Oingler, perché ha deciso di sostenere il Tenente D’Arby nel suo ammutinamento?» Cerco di non guardare Kashyan, non voglio influenzarlo. È mio amico e anche la sua carriera è a rischio. Lui non è nobile. Ha potuto entrare in accademia grazie ai meriti di suo padre, il grande astronomo Oingler e alla scoperta della cometa omonima. «Ecco – si sfrega le mani sui pantaloni – non c’era tempo per riflettere. A bordo della Rigelgrad c’era la principessa Larelise.» De Vries insiste: «Le riformulo la domanda. Era certo delle ragioni del mio cliente quando ha deciso di mettersi sotto il suo comando?» Kashyan mi guarda come per scusarsi, si schiarisce la voce e cerca di ri-comporsi sulla sedia. Sono d’accordo con lui, è molto scomoda. «Ho pensato che, se il tenente avesse avuto ragione, il rischio per la prin-cipessa sarebbe stato troppo alto. Se avesse avuto torto la responsabili-tà… sarebbe stata solo sua.» Bruce Farragut si alza: «Avrei una domanda, vostro onore.» Il giudice guarda De Vries che annuisce: «Prego, capitano.»

Page 13: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

11

«Come ha giustificato il tenente D’Arby di essere a conoscenza del peri-colo?» Questa volta non posso non guardare in faccia il mio amico d’infanzia e d’accademia, voglio sapere se anche lui mi crede un vigliacco e un tradi-tore. «Lui ci disse di aver percepito il loro tocco mentale.» Un brusio si leva in sala. Drusiana stringe il pugno per dirmi di resistere. Larelise mi guarda e scuote la testa. Lei non mi crede. «Ma come è possibile? – Bruce Farragut si rivolge alla giuria – Sappia-mo tutti che il tenente non possiede il dono.» I giurati si scambiano occhiate dubbiose. Farragut sta facendo un ottimo lavoro ed è molto vicino a ottenere la sua vendetta: me per suo padre. «Ma, ma aveva ragione. Abbiamo salvato la Rigelgrad e la principessa.» «Questo è quello che crede lei, Oingler.» «Ordine! Ordine!» Il giudice batte il martelletto incessantemente per sovrastare il caos in sala. La guardia apre la porta. È una stanza piccola e molto spartana, ma sono tutti presenti. Varco la soglia e sento immediatamente la sua presenza. Mi volto verso di lui e incrocio i suoi freddi occhi grigi solo per un istan-te e ogni parola è superflua. Joris D’Arby, mio padre, resta appoggiato alla parete nell’angolo alla mia sinistra. Drusiana si avvicina e mi stringe forte, so che vuole trasmettermi la sua forza e le sono grato. «Possiamo cominciare, De Vries?» L’avvocato guarda mio padre che annuisce: «La ascoltiamo, signor giu-dice.» «La situazione è grave, un’accusa di tradimento, per un nobile delle sette famiglie, è pericolosa. Il popolo non deve perdere la fiducia nella nostra capacità di guidarlo. E purtroppo il processo si sta incanalando verso questa soluzione.» «Signor giudice, io ero contrario alla nomina del capitano Farragut a so-stegno dell’accusa. Conosciamo tutti il ruolo che il conte D’Arby ha avu-to nella morte del padre, ai tempi della guerra corithìana.» «De Vries, il capitano Farragut ha dimostrato, in tutti questi anni, la sua fedeltà alla corona. Non ho dubbi sulla sua totale sincerità nello svolgi-mento del dibattito.» Larelise mi guarda. Prova imbarazzo, glielo leggo negli occhi. È lei che ha promosso questa riunione. Non è qui per ascoltare, ma per agire.

Page 14: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

12

«Signori – il silenzio cala immediato – voi sapete quanto io sia coinvol-ta… emotivamente. Tuttavia il mio dovere verso il popolo e il Regno mi impongono scelte dolorose. Giudice, vi prego di esporre la proposta che abbiamo studiato.» Drusiana fulmina Larelise con uno sguardo, poi si volge verso di me: «Qualunque cosa sia non accettare, Trent. Tu sei innocente. Io ti credo e lotterò al tuo fianco. Costi quel che costi – poi fissa Joris – non tentare di opporti, papà.» Mio padre resta in silenzio, ma le accarezza una guancia. «Tenente D’Arby ciò che conta adesso è salvare il vostro nome dalla vergogna.» «Ne siete certo? O si tratta di salvare il potere di tutti voi?» «Trent! – Larelise scatta in piedi – Come osi solo pensarlo?» Non l’ascolto. Se questo è il suo amore, non lo voglio: «Cosa dovrei fa-re?» «Dichiararsi colpevole, ma a causa di inabilità psicologica. Lei non sop-portava l’inferiorità per la mancanza del dono e i suoi nervi hanno cedu-to. La principessa è disposta ad avallare questa spiegazione con un’analisi mentale. Certo lei sarà espulso dalla marina, ma potrà tornare a casa e la sua famiglia non subirà conseguenze.» «Te lo prometto, Trent.» Guardo Larelise. È sinceramente affranta, ma non rinuncia a leggermi la mente. È disposta a farmi credere un pazzo, pur di raggiungere il suo scopo: scoprire se l’amo davvero. «Questa è un’infamia!» Drusiana fronteggia Larelise. «E tu dici di amar-lo?» Mio padre la spinge delicatamente a sedersi, ma non mi guarda e conti-nua nel suo silenzio. È molto bravo a non mostrare la minima debolezza. Aspetta la mia reazione, mi ha concesso il beneficio del dubbio. Certo, al suo posto anche io cercherei di conoscere la verità. Però avrei preferito che mi avesse creduto perché sono suo figlio. «Cosa ne pensa, tenente D’Arby?» De Vries mi distoglie da ogni riflessione. Non lo farò per mio padre o per il Regno, neanche per Drusiana che pure è l’unica che lo meritereb-be. Lo farò perché così potrò andarmene lontano, via da tutta questa ipo-crisia. Mi avvicino a Larelise e le prendo una mano tra le mie. «Non riesci proprio ad ascoltare il tuo cuore, vero?» Sussulta e io le bacio il dorso nella mano, sa che è un addio. «Io sono innocente. Ho rischiato tutto per salvare la donna che amo e compiere il mio dovere. Ho ottenuto quanto volevo, anche se il prezzo da

Page 15: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

13

pagare è altissimo» poi mi rivolgo a Joris. «Non era certo il futuro che pensavi per me, ne sono certo padre. Però sono sicuro che al mio posto ti saresti sacrificato. È la storia dei D’Arby, io sono solo stato più sfortuna-to. Accetto giudice, ma a una condizione.» «Quale?» «La principessa confermerà la vostra storia senza analizzarmi. Questo non lo permetterò.» Il giudice guarda Larelise in attesa della sua scelta. Lei invece fissa me e i suoi occhi sono colmi di lacrime trattenute. «Mentire non è nella mia natura, ma acconsento alla richiesta del tenente D’Arby.» C’è un certo fermento in aula. È come se il pubblico percepisse la clamo-rosa svolta che il processo assumerà. Hanno fame di questo. Desiderano vedermi condannato per ciò che rappresento. Guardo lo scranno su cui siede Larelise. Lei fissa il giudice o forse il vuoto. Drusiana si è vestita di nero. Sono sicuro che per lei sia davvero un lutto ciò che stanno per farmi. Non vedo mio padre, eppure mi sembra di sen-tirne la presenza. Forse i miei nervi stanno davvero cedendo. C’è un solo uomo in aula che è preoccupato. È Farragut, teme di perdere la sua ven-detta. Lui mi vuole morto, giustiziato. «Signor giudice, chiamo a testimoniare il tenente D’Arby» dice De Vries con un tono di voce da funerale. Il giudice mi fa cenno di raggiungere la sedia accanto a lui, ma prima che possa muovere un passo Farragut si alza e mi fulmina con lo sguardo per un istante. «Un momento, signor giudice. Voglio esercitare il mio diritto al contro interrogatorio.» Il giudice ha un attimo di esitazione, ma non può negare che ha ragione e io ne sono quasi sollevato. Raggiungo la più scomoda delle sedie e penso che mi godrò lo spettacolo. «Certamente capitano. Avvocato De Vries proceda.» «Tenente, può spiegare perché la Levornia non seguiva la formazione al momento del contatto?» Tutti adesso pendono dalle mie labbra. Non voglio certo deludere le atte-se, anche se me la prenderò comoda. «Stavamo pattugliando l’arcipelago del Piccolo Tjaberjab, dove c’erano state alcune scorrerie dei Selzerorg. La missione era catturare una delle loro navi per scoprire chi sono e quale tecnologia usano. La Levornia ha uno scafo molto rastremato e pesca poco fondo, per cui l’ammiraglio

Page 16: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

14

Rudiger ci aveva ordinato di entrare nel canale e circumnavigare le Tre Vanj.» «Veniamo al momento dell’attacco. Perché non siete entrati subito in a-zione?» «Era l’alba e quando uscimmo dal canale avvistammo la Rigelgrad. Sta-va virando, seguita dal Neureen che ci segnalava il contatto con i Selze-rorg e l’inizio della caccia. Il comandante Fautirre ordinò la massima ve-locità.» «E quando lei pensò che i Selzerorg avessero teso una trappola alla divi-sione?» «Non appena uscimmo in mare aperto, iniziai a sentirmi a disagio. Ero certo di avere già provato quella sensazione, ma non riuscivo a capire.» «Era paura!» Il commento di Fautirre stempera la tensione e dal pubblico qualcuno scoppia a ridere, altri mi lanciano insulti di ogni genere. «Silenzio! O faccio sgombrare l’aula. Prosegua tenente.» «Quella sensazione crebbe a tal punto da non riuscire più a concentrarmi sull’azione. Poi improvvisamente ricordai quando l’avevo provata. In presenza di mio padre o della principessa Larelise. In presenza dei tele-pati in genere. Quello era il tocco del dono.» «Obiezione!» Farragut sa, glielo leggo in faccia, ma è divertente vederlo in quello stato. «Abbiamo già stabilito che il tenente D’Arby non possie-de il dono». «Vostro onore, il mio cliente sta solo raccontando la sua versione dei fat-ti.» «Respinta! Continui.» «C’è poco da aggiungere. Era evidente che anche tra i Selzerorg ci fosse-ro telepati. Ci stavano sondando pur schermandosi nei confronti del resto della squadra navale. Compresi che ci tendevano la stessa trappola in cui pensavamo fossero caduti loro. I Selzerorg avevano la nostra stessa mis-sione e la principessa sarebbe stata una preda aldilà delle loro aspettative. Informai il capitano Fautirre. E subito dopo avvistammo la corazzata Selzerorg uscire dall’insenatura dell’isola.» «E perché avete preso il comando della Levornia?» «È semplice, avvocato. Perché il capitano Fautirre ordinò di invertire la rotta con la scusa di dover avvertire l’ammiragliato.» «Obiezione! Non è l’onore del capitano Fautirre a essere in discussione.» «Accolta! Tenente non esprima giudizi. Avvocato, vogliamo conclude-re?»

Page 17: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

15

La fretta si è impossessata del giudice e forse ha ragione. Il loro piano si basa su un presupposto molto fragile e come tale può infrangersi per un non nulla. «Il mio cliente vuole fare una dichiarazione, vostro onore.» Ecco è il momento. Il divertimento è finito lo leggo nello sguardo triste di Drusiana e nell’assenza di mio padre. Sento il tocco di Larelise la sua voce è nella mia testa. Lasciami entrare, ti prego. Lascia che io dimostri la tua innocenza. Non voglio perderti. Scuoto la testa e mi alzo, la sedia adesso mi sembra che scotti. Ma è Far-ragut ad anticiparmi. «Un momento vostro onore. Voglio contro interrogare il teste.» «Siate conciso, capitano. Questa storia deve chiudersi qui e adesso.» Farragut annuisce. «Non ci vorrà molto. Tenente, avete raccontato una bella storia amman-tata di tanto eroico romanticismo. Ma io credo che la verità sia molto più cruda. Ditemi, come potevate conoscere la posizione della corazzata Sel-zerorg?» «Non la conoscevo. L’ho percepita, o meglio ho percepito il dono di qualcuno a bordo.» Colgo un guizzo, un lampo di luce negli occhi di Bruce. «Ma voi siete privo del dono.» «Mia madre mi ha insegnato come riconoscere il tocco di un telepate e come difendermi. Lei ha passato la vita a difendersi da quelli come voi.» «Vostra madre, Gwenyth Farragut D’Arby, era mia zia. Sorella di mio padre e notoriamente un’inutile donna priva del dono. Voi avete eredita-to le sue paure.» «Attento a non insultarla.» «O ma io esprimo solo fatti, caro cugino. E i fatti dicono che l’unico modo per cui voi potevate essere a conoscenza di quella trappola, che in quella insenatura era nascosta una corazzata Selzerorg, fosse perché voi lo sapevate già. Perché avete tradito il vostro paese e il vostro nome.» In aula scoppia il finimondo. Il giudice rinuncia a usare il martelletto e io devo sporgermi dal mio palco e urlare per sovrastare la confusione. «Se fosse come dite, perché avrei dato l’allarme. Perché avrei salvato la Rigelgrad?» Bruce sorride cinico e maligno. Sono stato stupido, gli ho fornito la pro-va finale.

Page 18: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

16

«Perché solo dopo il vostro tradimento avete saputo che la principessa era a bordo della Rigelgrad. Voi volevate consegnare la nostra ammira-glia al nemico, Questo era il vostro piano!» Larelise mi fissa a bocca aperta, la guardo e scuoto la testa. Non ho la forza di rispondere. Qualcuno urla di lasciarmi nelle mani del popolo, chiede la mia testa. Gli uscieri tentano di calmare la folla e il giudice pe-sta con il martelletto come un ossesso. Resto in piedi e affronto l’umiliazione. Attendo che la rabbia si plachi e mi lascino parlare. «Posso? Devo fare la mia dichiarazione finale.» Drusiana cerca di fermarmi a gesti e ha ragione, nessuno ora crederà a un esaurimento. Ma la folla deve essere soddisfatta altrimenti ci saranno di-sordini e se questo è il mio destino, se questo è l’unico modo di servire Larelise e il suo Regno lo farò. Sento la presenza di mio padre, ma non è qui. Forse è solo la speranza che riesca a salvarmi come ha fatto in pas-sato. Ho di nuovo gli occhi di tutti addosso. «No! Trent non farlo.» Mando un bacio a Drusiana e le sorrido. Lei è l’unica, insieme a mia ma-dre, che mi abbia amato veramente. Devo appoggiarmi alla balaustra di pregiato legno dell’acqua, è piacevolmente calda al contatto. «Vostro onore, signori giurati e tutti voi che avete assistito a questo pro-cesso. Regal è una luce alle soglie dell’ombra. La guerra con i Selzerorg è alle porte e richiederà tutta la forza e l’unità del Regno per vincerla. Per questo ho capito che devo…» «Un momento!» Conosco questa voce che giunge dal fondo della sala. È mio padre, e non è solo. La folla si zittisce e si divide. Tutti chinano la testa. Il Re lo ac-compagna e non capisco perché. «Vostro onore, perdonate la mia intrusione nello svolgimento del vostro mandato, ma gli sviluppi di questo processo esulano da una semplice corte marziale. Il Regno deve molto alla famiglia D’Arby e oggi dob-biamo, tutti – la voce del Re diviene tonante e si rivolge alla folla in atte-sa – pagare il debito.» «Vostra Maestà, voglio dirvi che ho solo fatto il mio dovere…» L’opportunismo mal celato di Bruce viene ignorato da Alatri. Larelise lo raggiunge e insieme mostrano a tutti l’unità del Regno. «Accusa e difesa si sono basate su fatti e spiegazioni personali. Una so-stiene che è impossibile riconoscere il tocco telepatico per un soggetto privo del dono. L’altra che invece è possibile. Ebbene, noi sappiamo che Trenton D’Arby non possiede il dono, ma anche che è latente in lui per-

Page 19: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

17

ché la famiglia di suo padre e di sua madre lo portano da generazioni. Quindi perché negare questa possibilità? Basta provare, non credete?» «E come, Vostra Maestà?» «Mio caro giudice, con un semplice test. A turno i telepati presenti in quest’aula toccheranno la mente del tenente D’Arby e lui ci dirà chi lo ha fatto. Se ci riuscirà, proverà di possedere questa qualità e si dovrà am-mettere che ha potuto sentire i Selzerorg.» Il Re mi fissa. Ha gli stessi occhi azzurri di Larelise, ma il suo sguardo trafigge come una lama d’acciaio. Odio questa prova perché, come mia madre, odio la telepatia. «So che sfuggi il contatto telepatico Trent, ma io ti ordino di sottoporti al test. Te lo chiedo come tuo sovrano. Se ti rifiuti ammetterai il tuo tradi-mento e mi sbugiarderai di fronte al popolo. Scegli!» Per la prima volta leggo apprensione sul viso di mio padre. Stringe la mano di Drusiana e lei si tiene al suo braccio trattenendo il respiro. Piego il ginocchio destro e chino la testa. «Accetto, Vostra Maestà.» «Cominciamo. Capitano Farragut, giudice, avvicinatevi.» I telepati in aula sono di fronte a me. Ora a turno sentirò il loro tocco. Per me è disgustoso, ma devo concentrarmi per difendermi e capire la diffe-renza. Ecco il primo, è schematico non l’ho mai percepito. È l’unico che credo di non conoscere. «Voi, signor giudice.» «Confermo, tenente.» Il secondo è un misto di preoccupazione e rigore. Non vuole andare oltre per scelta. Lo conosco bene anche se oggi mi ha sorpreso. «Padre, siete voi.» «Confermo, figliolo.» Vedo Drusiana sorridere e stringere il pugno verso di me per darmi for-za. Ecco il terzo. È delicato e molto tentennante. Apro un piccolo spira-glio emotivo e lascio che veda la luce sotto la barriera della mia coscien-za. Sussulta. Tu mi ami veramente. Tu ami me non la principessa che sono. «Principessa Larelise, siete voi.» «Confermo, Trent.» La voce le trema, vedo una lacrima correre lungo il suo viso e vorrei ba-ciarla. Il quarto telepate si presenta con l’arroganza di chi vede frustrate le proprie ambizioni. Non ho dubbi. «Capitano Farragut, non è un piacere ma siete voi.» «Confermo, cugino, e ricambio la scortesia.»

Page 20: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

18

Resta l’ultimo, ma un dubbio mi assale. Sembrerebbe ovvio che sia Ala-tri. Mi chiedo se invece ci sia un altro telepate confuso tra la folla. At-tendo ma non avverto nulla. Per un momento mi sento smarrito e la pau-ra di fallire mi assale. Traggo un profondo respiro e chiudo gli occhi. La-scio fluire il mio blocco e noto come un secondo muro. Come una forma di protezione. Conosco questo schema anche se è passato tanto tempo. «Maestro Briăc? Siete qui?» Un vecchio appoggiato a un bastone vestito di velluto nero e oro si fa largo tra la gente. «Bravo ragazzo, non ti sei dimenticato del vecchio maestro di palazzo. Confermo.» Vedo Alatri annuire. Drusiana abbraccia mio padre. Ho superato la prova e devo ringraziare mia madre e la sua costanza nell’insegnarmi la sua ar-te. «Signor giudice, signori giurati. Il tenente D’Arby ha superato il test e dimostrato di poter percepire il tocco di un telepate e anche lo schermo di chi il dono non lo possiede. Possiamo ritenere plausibile la sua storia.» «Vostra Maestà ci ha illuminato» il giudice mi sembra sollevato. «La giuria può ritirarsi per giudicare il tenente, anche se credo che il verdetto non sarà di colpevolezza.» Drusiana mi passa un bicchiere di armagnac. Non amo bere, ma questo lo accetto volentieri. Non riesco a credere a quanto è accaduto in aula. Ero rassegnato a subire una condanna ingiusta. «A Gwenyth, a nostra madre.» «A nostra madre, Dru. E grazie per essermi stata vicina.» Bussano alla porta. La guardia fa capolino assumendo una posizione marziale. «La principessa Larelise chiede di voi, tenente.» «Scusami Trent, volevo essere io a dirtelo. Sei stato assolto con formula piena. Manterrai assegnazione e grado.» Larelise è visibilmente a disagio. Sono sicuro che in fondo è felice per-ché ora è certa del mio amore, oltre che della mia innocenza. Tuttavia c’è sempre quel dubbio che l’ha logorata per tutto questo tempo. «Grazie, ne sono felice.» «Ho un messaggio di vostro padre. Vi precede a casa, vi aspetta nella vo-stra residenza per passare qualche giorno insieme. Ora vi lascio alle vo-stre cose.» Larelise si volta verso la porta, ma è Drusiana a intervenire.

Page 21: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

19

«Aspettate principessa – la sua deferenza mi sorprende – credo di essere io quella di troppo e non lo dico con animosità, ma conosco il cuore di mio fratello.» È davvero così. Lei conosce il mio cuore. Mi accarezza la guancia e poi ci lascia soli. «Trent, perdonami. Io non so ascoltare me stessa…» Non riesce a trattenere le lacrime. Solo anni di addestramento le impedi-scono di crollare. Percepisco molto bene il suo stato. È il mio turno di comprendere se il mio amore è sufficiente per dimenticare. Vorrei spie-garle, ma lei mi blocca con la mano tesa. «Aspetta. Vorrei dirti che ti amo con tutta me stessa, ma comprendo di avere tradito i tuoi sentimenti e quindi, se questa è la tua volontà, ti libe-ro dalla promessa di matrimonio. Spiegherò io a mio padre che la colpa è solo mia. Tu, tu, me lo avevi detto…» La voce le muore in gola e mi basta guardarla per capire di non avere scelta. L’ho sempre vista come una bambina da proteggere, nonostante il suo grande potere. Mi avvicino, le sollevo il mento e guardo i suoi mera-vigliosi occhi lucidi. «Io ti amo, Larelise. Non posso comandare al mio cuore di smettere.» Lei socchiude le labbra e io la bacio. Si stringe a me come un naufrago si aggrappa a un relitto in un mare in tempesta. Sento il suo tocco e, seppu-re d’istinto la fermo, lascio aperto solo uno spiraglio perché possa vedere quella luce splendente e calda che è il mio amore.

Page 22: Cronache di Tuhitun: Selzerorg
Page 23: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

EPISODIO 2

Anno DXVI dall’origine del Regno - maggio

Page 24: Cronache di Tuhitun: Selzerorg
Page 25: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

23

VENDETTA Il fulmine illumina di luce sinistra il lungo corridoio. Il tuono irrompe con un boato e sento il pavimento vibrare per un istante. Mi avvicino alla finestra a sesto acuto e osservo la pioggia scrosciante sferzare il cristallo dei vetri. Avrei voglia di aprirne le ante, uscire sul balcone e lasciarmi infradiciare. Guardare il cielo notturno oscurato dalla tempesta e sfidare gli elementi. Sono Bruce Farragut, il distruttore. Invece estraggo dalla tasca il foglio di pregiata pergamena e lo leggo, per l’ennesima volta. È un invito, piuttosto perentorio, del Re. È scritto di suo pugno, riconosco lo stile senza fronzoli e la calligrafia. Certo la que-stione è talmente delicata da rendere impossibile affidarne la stesura a un segretario. Vedo riflesso sul vetro il sorriso che non riesco a trattenere. Senza pensarci, lascio scorrere la mano sul nudo mattone che compone uno degli innumerevoli archi del castello. Lo sento mio e mia è la storia che rappresenta. Ripongo con cura la missiva e mi sistemo il nodo della cravatta. Trovo che il nero sia un colore più adatto alla corona, rispetto al rosso della ca-sa reale. Mi diverte il pensiero di dover trovare un nome più consono di Chateau du Rubis a questo maniero. Mi avvio per raggiungere l’Appartamento Carminio. Percorro pochi pas-si e un nuovo violento tuono scuote le pareti. Gli infissi logori cedono e la finestra si spalanca. Il vento spinge la pioggia all’interno e ulula nel corridoio, facendo sbattere le ante libere e svolazzare i pesanti drappeggi di velluto. Un domestico sbuca correndo dal fondo e si precipita a richiudere, bor-bottando tra sé. «Dovrebbero sistemarla, questa sera è già la ter… Oh, perdonate mio si-gnore – balbetta imbarazzato dalla mia presenza. China la testa e lotta con la maniglia – non vi avevo visto.» Quando riesce a chiudere è tutto bagnato. Arretra inchinandosi. Non è rispetto. È paura e mi piace sentirne il sapore nella mente altrui. «Buonanotte, duca. Buonanotte.»

Page 26: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

24

Non rispondo, mi basta annuire. Prima che possa muovere un passo, un nuovo lampo crea un riflesso sul dipinto che arreda la parete opposta. È solo un istante, ma l’uomo ritratto sembra scrutarmi. Mi avvicino. È l’incoronazione di Jacques Neveu, il primo Re di Regal. È strano, ma non osserva chi tende la corona sul suo capo. Il suo sguardo è rivolto verso l’osservatore e sembra volerlo schernire con un’espressione vaga-mente sardonica. «No, Maestà. Il Regno non è più tuo.» Scoppio a ridere per queste mie parole e mi allontano cercando di smet-tere. Il vento e la pioggia continuano a scuotere le finestre. Che notte speciale sarà. Finalmente avrò la mia vendetta e spazzerò via i D’Arby. Riesco a riprendere il controllo non appena vedo la porta dell’Appartamento Carminio. Maestro Briăc attende, coprendo parte de-gli intarsi che la impreziosiscono. È distaccato e la sua mente una tavola nera. Non trapela alcuna emozione, mentre mi presenta al Re e alla prin-cipessa. È molto ben addestrato, ma è solo mestiere. Conosco la sua sim-patia per Trenton e Drusiana. Non avrò bisogno di schiacciarlo, soffrirà abbastanza per quei pochi anni che gli restano. Eseguo un perfetto inchino. Attendo che Alatri, ritto di fronte alla fine-stra, acconsenta alla mia presenza. Si volta, elegante nel portamento, e annuisce impercettibilmente. Non posso rischiare di analizzare le sue emozioni. L’etichetta di corte vieta l’uso del dono tra pari, ma non ne ho bisogno. L’espressione tesa del viso è più che sufficiente. Chino la testa in direzione di Larelise, seduta sul divano vicino al tavoli-no dei liquori. Distoglie lo sguardo, voltandosi di scatto verso suo padre. Ha le gote rosse. Il suo disagio è evidente e io non posso che esserne lie-to. Non riesco a capire perché mi trovo qui. È incredibile, essere riuscito a sfuggire ai selzerorg per finire in una cella regaliana. Quando la nave di Bruce mi ha raccolto non mi aspettavo entusiasmo. Troppa è la rivalità che divide le nostre famiglie, ma essere arrestato per tradimento è deci-samente troppo. Non sono preoccupato. Mio padre e il Re chiariranno tutto. I miei ricordi sono confusi, a parte qualche immagine che ogni tan-to la mia mente evoca. Eppure, in questi giorni di forzato isolamento, mi sono concentrato sulla missione nell’intento di rammentare cosa sia ac-caduto. Ma più mi affannavo nel mare della mia coscienza, più il dolore alla testa aumentava. Insistere non è servito. L’obiettivo era chiaro, fi-nanco banale: individuare i porti di appoggio della flotta nemica.

Page 27: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

25

All’inizio è stato facile seguire uno dei loro pattugliatori. Forse troppo. L’ultima cosa che ricordo è un tentativo di sbarco per raccogliere infor-mazioni. Quando Larelise è venuta a trovarmi avrei voluto confidarmi, ma non era certo felice di vedermi. Si è mantenuta distante, come se temesse che vo-lessi toccarla. Le sue parole echeggiano ancora nella mia testa. Del resto come scordarle. Ricorda che sei il figlio di Joris D’Arby… Ti sei addestrato a questo fin da bambino. Come è potuto accadere? E ancora …Sforzati, perché le accuse sono gravi… Lascio scorrere la mano sulla nuda roccia. L’umidità è tale da creare gocce che corrono verso il pavimento. Per fortuna la piccola finestra è chiusa da infissi oltre che da sbarre, altrimenti in una notte come questa mi sembrerebbe di essere sul ponte di una nave nella tempesta. La porta di ferro si apre di colpo e cigolando va a sbattere con fragore sulla parete cui è incardinata. Alzo lo sguardo nel medesimo istante in cui un fulmine illumina la stan-za e lo spostamento d’aria spegne la candela. «Le mani, capitano.» Il sergente è più che arcigno. È certo della mia colpa. Stendo le braccia e stringo i pugni. Non mi aspetto un trattamento di favore per il solo fatto di essere il principe consorte, ma credo di avere diritto a essere conside-rato innocente fino a prova contraria. Tuttavia inizio a dubitare di poter-mi difendere quando noto un piccolo particolare. L’uomo che chiude le manette ai miei polsi e fissa la catena ai ceppi chiusi sulle mie caviglie non fa parte dei marines reali. Le mostrine sul colletto della giubba lo collocano nella guardia speciale di Bruce Farragut. «Il duca è mio cugino, lo sapete sergente?» Con un’alzata di spalle mi spinge verso la porta della cella: «Sono i suoi ordini, capitano.» Posso appena mettere un piede davanti all’altro. I piccoli passi affrettati mi fanno sentire ridicolo e rischio di inciampare continuamente. Le due astiose guardie che ci accompagnano mi afferrano per le braccia, Soste-nendomi per fare più in fretta. Le catene tintinnano e sbattono sul pavimento. È un suono odioso da a-scoltare e mi rende nervoso. Provo a riflettere sulla situazione. È notte fonda e non posso essere stato convocato per un qualsiasi interrogatorio. Se davvero mi credono colpevole di tradimento, un processo potrebbe creare disordini. Se fosse un complotto anche mio padre e Drusiana sa-rebbero in pericolo.

Page 28: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

26

«Dove stiamo andando?» Il sergente volta la testa, sbirciandomi da sopra la spalla destra, conti-nuando a camminare. Una guardia si sporge avvicinandosi al mio orec-chio perché possa sentire il suo bisbiglio. «Non dove ti ammazzerei io, vigliacco.» Sono parole che gelano il sangue. Non avrò un processo. Risolveranno tutto questa notte e c’è molto di più in gioco. Forse perfino Larelise e il Re sono in pericolo. Per una volta nella vita vorrei avere il tempo di par-lare con mio padre. Procediamo senza incontrare né un soldato né un domestico. So dove stiamo andando. L’Appartamento Carminio. Il nome non deriva dal colo-re ma dal sangue che in questo posto è stato versato. Lì sono sempre sta-te decise le sorti dei nemici del Regno. Mi chiedo se la ragione di stato esigerà la mia vita. Mi sorprendo ad ascoltare lo scrosciare della pioggia sui vetri e il vibrare degli infissi sospinti dal vento. Non fai mai caso alle cose più semplici se non pensi di poterle perdere. Improvvisamente mi accorgo di un uomo che mi fissa. Il suo viso rugoso sembra scolpito nella pietra, ma i suoi occhi mostrano una tristezza infi-nita. Non dice una parola, ma mentre apre la porta riccamente decorata e prima di annunciarmi, accade l’incredibile: mi stringe la spalla e serra le labbra per comunicarmi forza. Forse questa è l’ora più buia della mia vita ma, almeno, non sono solo. «Cosa significano queste catene?» «Vostra Maestà, è solo una misura precauzionale…» «Trenton D’Arby è il marito di mia figlia e la sua, è una famiglia d’onore!» Guardo Larelise che è scattata in piedi appena sono entrato. È pallida e ha l’aria di preferire l’inferno a questa stanza. Cerco nei suoi occhi al-meno un poco di compassione e ci leggo indifferenza. Semplicemente si sposta nel punto più lontano del salotto. «Attento Farragut. Dovete la vostra posizione al mio perdono e nessun nobile può subire un simile trattamento. Compreso vostro padre.» Bruce serra la mascella, china la testa e fa un cenno al sergente che si af-fretta a togliermi ceppi e manette. «Mio padre è stato ammazzato come un cane e la sua testa issata su un pennone.» «Non per mia volontà! Furono gli uomini che ha condannato a una morte atroce a giudicarlo.»

Page 29: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

27

Alatri versa dell’armagnac in un calice e lo porge a Larelise indicandomi con un cenno del capo. Lei si avvicina e me lo offre. Trattengo la sua mano. È fredda. Fissa il pavimento e la sua voce è un gelido sussurro. «Non è il momento, Trent.» Si ritira e torna accanto a suo padre. Bevo un lungo sorso, ne ho bisogno per scaldarmi. «Stiamo aspettando tuo padre, Trent. Se vuoi dire qualcosa ti ascolterò.» Guardo il liquore ambrato dentro il bicchiere che ho tra le mani, senza trovare la forza di reagire. «Io… io, non riesco a ricordare.» «Che scusa puerile…» Alatri blocca Bruce opponendogli il palmo della mano continuando a ri-volgersi a me. «Sforzati. Un frammento qualsiasi, una parola, un’immagine.» Finisco il cognac e mi avvicino al tavolino dei liquori, poso il bicchiere e mi passo la mano sulla testa come se questo gesto potesse riattivare la mia memoria. «Sono come dei lampi nel buio, che si accendono per pochi istanti.» «Bene! Descrivimeli.» Chiudo gli occhi e cerco di calmare il respiro. Devo raccogliere le idee e vincere il dolore che mi trafigge le tempie. Le premo con gli indici per controllarlo. «Sono sul ponte di comando della Levornia… Adesso su una scialuppa». Le fitte mi attraversano il cervello, al ritmo delle pulsazioni cardiache. «Dovevamo sbarcare… è tutto così confuso. Vedo Darla! C’era Darla con me.» Bruce sbotta, ma nel suo tono di voce colgo un’eccessiva enfasi. Finge indignazione. «E dov’è adesso? In qualche lurida cella selzerorg. Se è ancora viva.» Per la prima volta provo un senso di colpa. Non so cosa sia accaduto, ma temo di scoprire cosa è successo a Darla e al resto del mio equipaggio. Alatri si sposta mettendosi tra me e mio cugino. Cerco Larelise, desidero sentire la sua fiducia. Ho bisogno di sapere che lei non mi crede un tradi-tore. Invece sospira e finge di osservare la bottiglia di cristallo che con-tiene l’armagnac. «Avete raggiunto una spiaggia? C’erano installazioni? Come siete stati catturati?» Sento gocce di sudore freddo che mi imperlano la fronte. Lo spasimo mi costringe a voltare la testa di scatto: «Vedo una soffusa luce arancione… Il riflesso su una lama e… un volto.»

Page 30: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

28

«Li hai visti?» «Ricordo solo un volto e di aver pensato che c’era una somiglianza.» «A chi somigliava?» «Sorrideva… – Sono agghiacciato da quel sorriso – e sembrava malato.» Bussano alla porta e ringrazio per questa intrusione che distogliendomi dai ricordi placa il dolore. Maestro Briăc entra, raggiunge Alatri e gli porge una lettera su un vasso-io d’argento. La sua mano trema e non ricordo di averlo mai visto in questo stato. «Da parte del conte D’Arby, Maestà.» Alatri strappa la busta e lo vedo impallidire a ogni riga che legge. Mi passa la lettera e nei suoi occhi leggo rammarico e solitudine. Non ne ca-pisco il motivo e mi ritrovo a cercare una spiegazione negli sguardi dei presenti, quando mi sarebbe bastato leggere la lettera. Le parole del Re sono come macigni che mi seppelliscono. «Il conte D’Arby ha confessato il suo tradimento. Non voleva mettere in pericolo suo figlio, ma non condivideva più principi morali del Regno.» «No! Non lui. Non lui!» Mi accorgo di aver urlato e prima di rendermene sono già nel corridoio. Il sergente è sorpreso, ma tenta di fermarmi ugualmente. Evito le sue mani tese e lo colpisco al fianco con una gomitata. Noto appena che si accascia sulle ginocchia e inizio a correre. Sento Bruce urlare alle mie spalle e sono certo che tutti mi stanno seguendo. Il cuore mi scoppia nel petto e non solo per lo sforzo fisico. Raggiungo l’appartamento che la mia famiglia occupa nel castello. La porta è semi-chiusa. Con una spallata la faccio sbattere contro la parete e per poco non travolgo mia sorella. È inginocchiata e sta piangendo come mai le ho vi-sto fare. Mio padre pende dalla trave maestra della stanza. Resto impie-trito a fissarlo e neanche l’arrivo di Bruce e le sue guardie mi scuote. È come se la realtà fosse svanita e fluttuassi in un mondo ostile, creato per la mia sofferenza. Drusiana mi abbraccia stringendosi forte. Posso sentire la sua dispera-zione. «Perché Trent. Perché lo ha fatto?» Eccoci di nuovo nell’appartamento Carminio. La parentesi appena con-clusa sembra svanita e invece tutto è cambiato. Certo, suicidandosi, Joris D’Arby ha commesso un gesto estremo e apparentemente disperato. In-vece è stata l’ultima mossa di un grande avversario, l’unica che potrebbe ancora cambiare il corso della storia. Ha scagionato Trenton, il futuro

Page 31: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

29

della famiglia. Ha evitato una condanna pubblica e fornito al Re una via di fuga. Alatri non se la farà sfuggire. Ho una sola scelta: dimostrare che Trenton e suo padre erano complici. Avergli bloccato la memoria è stata una scelta obbligata e ha fatto dubi-tare della lealtà di mio cugino. Il silenzio grava su tutti noi e la tensione è palpabile. Devo sfruttare il loro dolore restando freddo e determinato. Questo è il punto debole. «Maestà» esordisco con tono basso, fingendo comprensione. «Joris D’Arby non può aver agito da solo. Una tale cospirazione richiede stra-tegia, pianificazione e uomini.» Alatri mi fissa e leggo sul suo viso la sofferenza che prova. Non ha per-messo a nessuno di toccare il corpo di Joris. Lo ha riposto lui stesso sulla barella che lo ha portato via. È una piccola vendetta anche questa, nei confronti di coloro che hanno ucciso mio padre. «Non siete ancora soddisfatto, Bruce?» «Io desidero eliminare qualsiasi minaccia per Regal, Maestà.» Molte emozioni saturano questa stanza. Delusione, odio, solitudine. Io ne traggo forza e loro solo debolezza. Sbircio Larelise che non ha mostrato la minima comprensione per suo marito, mi chiedo se lo ami veramente. È un fattore da sfruttare a mio vantaggio. Lei sarà una preda facile. «Davvero?» L’ironia di Trenton non mi sorprende, ma lui non ha alcuna possibilità stanotte. Lo schiaccerò. «Continui ad accusarmi senza motivo, cugino.» «Anche tu mi accusi senza prove. Io non sapevo nulla di mio padre.» L’occhiata bruciante che Alatri gli lancia mi da la certezza di essere sulla giusta strada. Trenton non ha ancora compreso ed è una buona cosa. È impaziente di mostrare la sua innocenza. Sarà più facile convincerlo a collaborare. «Quello che ti è accaduto durante la missione e la prigionia è nella tua mente.» Impallidisce, ora sa cosa lo attende e di non avere vie d’uscita. «Ma… ho già detto che non ricordo.» «Il modo c’è. E tu sai quale.» Per la prima volta Larelise si volta a guardarmi. Lei sa cosa chiederò. È quello che desidera da tutta la vita. Mi domando se avrà il coraggio di farlo, ora che le darò la possibilità. Anche Trenton lo ha capito. Di scatto si volta verso di lei e la fissa. Credeva di conoscerla. Pensava di averla resa sicura e cosciente del suo ruolo. Quanto ti sei sbagliato cugino. Lei

Page 32: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

30

sarà dalla mia parte, anche se ancora non lo sa e non se ne renderà mai veramente conto. «Lurido bastardo…» Trenton scatta verso di me. È Alatri a fermarlo, con sorprendente agilità. Si pone tra me e lui, ancora una volta, e ne trattiene la furia. «Non autorizzerò l’intrusione nella mente di un nobile, se questi non ac-consente.» Sorrido: «Acconsentirà, se la sua lealtà è genuina.» Trenton stringe i pugni così forte da sbiancargli le nocche e Alatri lo guarda in attesa della risposta. Il Re lo lascia. Sa che mio cugino non può opporsi. «È compito tuo, Larelise. Pensi di poterlo fare?» «Ecco… certo papà» poi lancia uno sguardo a suo marito. «È mio dove-re.» Non smette di sfregarsi le mani, mentre si rivolge a Trenton. «Ti prego. Vuoi stenderti sul divano?» «Credevo non ne avessi più bisogno.» «Non si tratta di te e di me, ma della sicurezza del Regno.» «Dovere? Non hai mai smesso di volerlo. Ammettilo.» Larelise sistema un paio di cuscini su uno dei braccioli. Si scosta di lato e gli indica di accomodarsi prima che lui si avvicini. «Rilassati. Sarà più semplice connettermi e aiutarti a ricordare.» Trenton porta un indice alla tempia. D’istinto ha pensato al passato e il blocco che ho posto alla sua mente gli ha provocato una fitta. Colgo il senso di disgusto che prova, mentre si sdraia sul divano. In silenzio Alatri raggiunge la manopola del gas e ne riduce l’erogazione per il lampadario. La penombra assume una colorazione simile all’arancio che mi ricorda il mio spiacevole soggiorno tra i selzerorg. Sui muri decorati da una tappezzeria troppo ricca si muovono le nostre om-bre. È nell’ombra che si decidono i destini del Regno. La tempesta ha esaurito la sua energia. Solo la pioggia batte incessante sui vetri della finestra. L’imbottitura del divano è morbida e la seta a righe oro e rosso liscia al tatto. La sento fredda sotto di me, ma si scalda in fretta a contatto con il mio corpo. Chiudo gli occhi e ricorro a tutte le tecniche che mi ha inse-gnato mia madre, Gwenyth, per rilassarmi e vincere ribrezzo e paura. Non ho modo di sapere quando Larelise entrerà nei miei pensieri. Capite-rà e basta. Mi sento come nell’istante prima di gettarsi in mare sapendolo

Page 33: Cronache di Tuhitun: Selzerorg

31

gelido, o di dover infilare la mano in un buco colmo di una sostanza vi-scida. Non ho alternativa se non fidarmi ciecamente di Larelise e Alatri. Per dirla tutta non sono così certo della mia onestà. Forse ho commesso qualcosa di orribile e la mia mente resiste al suo ricordo. E se avessi davvero tradito Darla e l’equipaggio? Perfino mio padre non credeva in me. Lui ha sempre preferito il cuore indomito di Drusiana. Lei è stata la figlia che avrei dovuto essere io. Avverto un tocco leggero, ma Larelise non è sola. Anche Bruce e Alatri sono nella mia testa. Lei è solo la guida e loro gli esaminatori connessi alla sua mente. Un brivido mi scuote. Provo una forte nausea e mi ritrag-go disgustato. Improvvisamente mi trovo sul ciglio di un abisso così pro-fondo e oscuro da non riuscirne a scorgere il fondo. Non temere, Trent. Lì si trovano i tuoi ricordi. La voce di Larelise esplode nella mia testa come una bomba. Il dolore è lancinante, ma non credo sia colpa sua. È qualcosa nella mia testa. Il blocco che si difende. Ora vedrai una luce bianca. Si espanderà costantemente e illuminerà la tua memoria. Una fiamma intensa si manifesta al centro dell’abisso. Il suo calore sem-bra divorare l’oscurità e il dolore cresce con la sua intensità. Urlo, o for-se penso di farlo. La mia energia ti protegge. Resisti Trent. Io rimuoverò ogni tua paura e resistenza. Larelise si sbaglia. Non è paura o resistenza. È qualcosa di alieno ai miei pensieri che impedisce ai ricordi di emergere dal buio della coscienza. Mi sento madido di sudore. Ogni fibra del mio corpo duole al ritmo dei battiti del cuore. Cerca nella luce. Guarda le forme, forza i tuoi ricordi. Guardo nella luce che ha preso il posto dell’abisso oscuro. Non vedo nul-la. Tuttavia il dolore non è più insopportabile. L’energia di Larelise mi sta aiutando. Mi sembra di udire una voce. Non credevo di comprendere la lingua dei selzerorg. L’accento è strano. Mi ricorda l’altelniano quan-do è pronunciato da… da noi regaliani. Ascolta Trenton. Ascolta così che noi si possa sentire. Mi concentro. Le voci adesso sono due. Qualcuno chiede quali siano gli ordini riguardo ai sopravvissuti. La risposta della voce con accento rega-liano mi gela il sangue. Chi è sopravvissuto alla tortura deve morire. Mi ritraggo da tanto orrore. Sono io che ho pronunciato la sentenza di morte dei miei compagni? FINE ANTEPRIMA.CONTINUA...