bollettino primavera 2014

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Bollettino parrocchiale Aldeno - Cimone - Garniga Terme Primavera 2014 Insieme in cammino Non importa quante volte ci provi. L’importante è non smettere di farlo.

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Bollettino della parrocchia di Aldeno - Cimone - Garniga Terme - primavera 2014

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Page 1: Bollettino primavera 2014

Bollettino parrocchiale Aldeno - Cimone - Garniga Terme

Primavera 2014

Insieme in cammino

Non importaquante volte ci provi.L’importante è non smetteredi farlo.

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l’ind

ice L’editoriale

La normalità della vitadi don Daniele PAGINE 3-4

Giornata mondiale dell’ambienteIl cibo sprecato...

di Sandro Bisesti PAGINE 5-6

I consacratiDon Miguel Tofful Petroli

a cura della redazione PAGINE 7-8-9

Film per tuttiForeverland

PAGINA 10

Il saluto a don BepinoCimone piange don Concidi Ornella Piffer PAGINA 11

Congregazione del Terz’Ordine Francescano100 anni di fraternitàdi Lucia Prada PAGINE 12-13

La storia dei cognomiIl casato Petrolli

di Giovanni Petrolli PAGINE 14-15

Dal gruppo missionarioSolidarietà è dare speranza

di Alma Osler PAGINE 16-17

Le poesie di don Valerio BotturaLa panada del nono Modest

PAGINA 18

La scuola superioreNuovo indirizzo all’Arcivescovile

PAGINA 19

StranieriStoria di Othman

PAGINE 20-21

Andamento demografico a CimonePiccole curiosità anagrafiche

PAGINA 22

Bollettino juniorAl.ci.ga., giochi, concorso a premi

PAGINE 23-24-25-26

I battesimi nelle nostre parrocchiePAGINA 27

Pellegrinaggio decanaleComparsa di Piné

PAGINA 28

In gita con la famigliaPAGINA 28

Insieme in camminoRedazione: Patrizia Baldo, Giovanna Frizzi, Giorgia Giaimo, Elisabetta Giovannini, Maura Mazzurana, don Daniele Morandini, Marco Moratelli, Barbara Scarpa.

Hanno collaborato a questo numero:Sandro Bisesti, don Valerio Bottura, Ivo CondiniMosna, Celestina Schmidt, Lucia Prada,Ornella Piffer, Alma Osler, Giovanni Petrolli.

Stampa: Grafiche Dalpiaz Ravina (Tel. 0461/913545)Contatti:Tel. canonica: 0461/842514E-mail: [email protected]. sacrestano: 338/4493195Sito Internet: www.parrocchiealciga.eu

La Madonna di Felesdi Celestina Schmidt PAGINA 29

News dal mondo cristianoPAGINA 30

Giornata sulla nevePAGINA 31

Il matrimonio cristianoCi si può sposare in quaresima?

di Giano Colli PAGINE 32-33

FigurineCe l’ho, mi manca

PAGINE 34-35

L’approfondimentoA proposito di ...chiacchere

a cura della redazione PAGINE 36-37

La poesiaLa cesota de Rocal

PAGINA 38

La sagra di AldenoPAGINA 39

I campeggi - tagliandiPAGINE 40-41

La Sacra ScritturaChi erano costoro: Animali parlanti...a cura della redazione PAGINE 42-43

Carnevale 2014PAGINE 44-45

I defunti delle nostre parrocchiePAGINE 46-47

Gli orari PAGINA 48

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La normalità della vita

Ci sono tre aspetti della vita di ogni persona che,insieme naturalmente ad altri, oggi sono diven-tati molto importanti. Sono gli affetti: le perso-

ne chiedono di essere definitivamente amate per poteramare definitivamente; il lavoro (chiedere a chi nonce l’ha): che è un bene ed è un bene comune, fattoredecisivo per il benessere non solo economico dellanostra società; il riposo: il ritmo della vita ha bisognodi riposo per il benessere fisico, per la serenità dell’a-nimo, per l’equilibrio della persona e delle relazioni.E Gesù ha vissuto gli affetti, il lavoro, il riposo nellaquotidianità, nella normalità senza nulla di straordina-rio o di sensazionale. E ci ha così ricordato che anchenelle ore, nei mesi, negli anni nascosti, nella vitamonotona Dio si rende presente e realizza il suo progetto di salvezza.“Dobbiamo essere normali”, ha detto Papa Francesco ai giornalisti durante ilvolo che lo riportava a Roma dal Brasile. Siamo noi a non esserlo, a stupirci,perché ha salito la scaletta dell’aereo portando la sua borsa nera con il rasoio(anche i papi si fanno la barba!), l’agenda, il breviario, un libro. La “normali-tà” della vita è il vero, autentico segreto di Papa Francesco. Lo era da vesco-vo, quando camminava per le vie di Buenos Aires e prendeva i mezzi pubbliciper recarsi in Curia. Lo è oggi da Papa che vive a Santa Marta invece che nel-l’appartamento papale, ma non perché così sposa la povertà francescana, maperché per lui è una questione di tipo “psichiatrico”. L’aveva già detto, ma tantiavevano scambiato l’uscita per una battuta. Confessa, il Papa, che “psicologi-camente” ha bisogno di stare in mezzo alla gente. E ribadisce: «Ognuno deveportare avanti la sua vita, il suo modo di essere e di vivere». Ecco, anche pernoi, l’invito a cercare di “essere normali”, come ha fatto Gesù per trent’anni

l’editoriale

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nella sua casa di Nazareth. Capaci di riconoscere la presenza di Dio nelle pic-cole cose, capaci di cogliere il segno della parola di Dio nascosta nelle spoglieumili della vita semplice. Certo, alzarsi presto al mattino per infilarsi in unautobus o treno, per piombare in uno stabilimento, in una scuola, in un ufficiocolmo di banalità, di atti sempre uguali, per ritornare a sera a casa forse senzagrandi attese è un itinerario spiritualmente e umanamente difficile. Più che alviaggio in una campagna assomiglia ad una pista di deserto. Il dono fondamen-tale da invocare è, quindi, quello della fedeltà, della costanza, della sapienzache sa raccogliere le sottili parole di Dio celate all’interno dei volti usuali,degli

eventi ripetuti, della monotonia domestica.Le ultime parole di Bonhoeffer prima diessere impiccato dai nazisti il sabato santo9-4-1945, a 39 anni, furono queste:«Fratelli, finché non giunge, dopo la lunganotte, il nostro giorno, resistiamo!». E nelnatale del 1943 aveva steso questa preghie-ra: «C’è buio in me, in te invece c’è luce.Sono solo ma tu non mi abbandoni. Non hocoraggio, ma tu mi sei d’aiuto; sono inquie-to ma in te c’è la pace. C’è amarezza in me,in te pazienza. Non capisco le tue vie ma tusai qual è la mia strada».La vita quotidiana esige non solo fedeltàma anche amore, esige la gratuità. Quel gri-gio scorrere di atti sempre uguali ha un

sapore solo se alla sera quell’uomo sa di ritrovare la sua donna e i suoi figli….Quella casa di pochi metri quadrati in cui la casalinga scioglie le sue ore hacolore solo se il suo uomo e i suoi figli la renderanno viva. La persona solaaccetta fatiche e solitudini se uno scopo la illumina, un senso la consola. Glistessi, identici atti compiuti da una persona innamorata e da un uomo infelice-hanno una diversa qualità umana. Dobbiamo imparare la dimensione perfetta

dell’amore che è donazionesilenziosa, gioiosa e libera.Facendovi gli auguri di“buona Pasqua”, suggeri-sco a me e a voi il sempliceprogramma di un umilefrate, Lorenzo dellaRisurrezione: “Rallegrarsisempre nel compiere picco-le azioni per amore di Dio”.Con affetto grande,

Don Danielevostro parroco

LA VIGNETTA

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"Il cibo sprecato è cibo rubato ai poveri"L’evento

Il 5 giugno 2013, Giornata mondiale dell'Ambiente,promossa dall'Onu, oltre ottantamila fedeli sono pre-

senti all'Udienza Generale in piazza san Pietro. PapaFrancesco compie un lungo giro in jeep scoperta peraiutare la folla, fermandosi più volte nei diversi settori.E nei pressi del sagrato, che avrebbe dovuto raggiunge-re salendo i gradoni con la vettura, il Pontefice ha prefe-rito scendere dalla jeep per salutare la gente e ha poi per-corso a piedi il tratto che lo separava ancora dalla suasede. Da lì parla; nel solco della grande tradizione dellaChiesa si erge come autentico "padre dei poveri", che èl'antico titolo del vescovo, e ammonisce gli uomini: ilcibo che si butta via è come se venisse rubato dallamensa di chi è povero, di chi ha fame! Il superfluo sprecato è furto nei confronti delpovero, il secondo mantello pieno di tarli tenuto nell'armadio è proprietà di chi nonha vestito, i lauti banchetti divorano le case delle vedove, il mendicante intirizzito èCristo stesso. Nel contesto di un'economia globalizzata che non si cura degli sprechi,nell'odierna "cultura dello scarto che contagia tutti" papa Francesco ci ammoniscecon un richiamo antico eppur attualissimo al cibo, da sempre elemento-simbolo delleingiustizie sociali, dell'abisso tra abbondanza e miseria.

Il cibo, il mezzo più semplice e antico chel'umanità haper esprimere amore, affetto, solidarietà, amicizia,desiderio che l'altroviva, diventa strumento di sopraf-fazione quando ne smarriamo il senso, quando lo con-sideriamo un bene per noi inesauribile, disinteressan-doci dell'indigenza altrui.LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO"Comandano i soldi! Comanda il denaro! Comandanotutte queste cose che servono a lui, a questo idolo. Ecosa succede? Per difendere questo idolo si ammuc-chiano tutti al centro e cadono gli estremi, cadono glianziani, perché in questo mondo non c'è posto perloro!(…) E cadono i giovani che non trovano il lavo-ro, la dignità". "La persona umana è in pericolo: que-sto è certo, la persona umana oggi è in pericolo, eccol'urgenza dell'ecologia umana! E il pericolo è graveperché la causa del problema non è superficiale, maprofonda: non è solo una questione di economia, ma

di etica e di antropologia. La parola del Papa La Chiesa lo ha sottolineato più volte;e molti dicono: sì, è giusto, è vero… ma il sistema continua come prima, perché ciòche domina sono le dinamiche di un'economia e di una finanza carenti di etica.Se si rompe un computer è una tragedia, ma la povertà, i bisogni, i drammi di tantepersone finiscono per entrare nella normalità. Se una notte di inverno, qui vicino invia Ottaviano, per esempio, muore una persona, quella non è notizia. Se in tante parti

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giornata mondiale dell’am

biente di Sandro Bisesti

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del mondo ci sono bambini che nonhanno da mangiare, quella non è noti-zia, sembra normale. Non può esserecosì! Eppure queste cose entrano nellanormalità: che alcune persone senzatetto muoiano di freddo per la stradanon fa notizia. Al contrario, un abbassa-mento di dieci punti nei mercati finan-ziari di alcune città, costituisce una tra-gedia. Così le persone vengono scarta-te, come se fossero rifiuti. Questa "cul-

tura dello scarto" tende a diventare mentalità comune, che contagia tutti. La vitaumana, la persona non sono più sentite come valore primario da rispettare e tutelare,specie se è povera e disabile, se non serve ancora - come il nascituro -, o non servepiù - come l'anziano. Questa cultura dello scarto ci ha resi insensibili anche agli spre-chi e agli scarti alimentari, che sono ancora più deprecabili quando in ogni parte delmondo, purtroppo molte persone e famiglie soffrono fame e malnutrizione. Una voltai nostri nonni erano molto attenti a non gettare nulla del cibo avanzato. Il consumi-smo ci ha indotti ad abituarci al superfluo e allo spreco quotidiano di cibo, al qualetalvolta non siamo più in grado di dare il giusto valore, che va ben al di là dei meriparametri economici". "Vorrei allora che prendessimo tutti il serio impegno di rispet-tare e custodire il creato, di essere attenti ad ogni persona, di contrastare la cul-tura dello scarto, per promuovere una cultura della solidarietà e dell'incontro".

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Don Miguel Tofful Petroli originario di Cimone

Sono don Miguel Tofful, originario dell’Argentina. Ho 48 anni e attualmente sono ilsuperiore generale della Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza,

una Congregazione Religiosa fondata da un Santo Veronese San Giovanni Calabria(1873-1954). Vivo a Verona presso la casa madre dell’Opera don Calabria.Con molto piacere ho accolto l’invito di scrivere questo articolo nel vostro bollettinoparrocchiale. I lettori si chiederanno, perché questo sacerdote Argentino che risiede aVerona scrive un articolo su questo bollettino?Prima di tutto devo dirvi che anch’io ho le radici trentine. La mia mamma è di cogno-me Petrolli. Il mio bisnonno è immigrato in Argentina dopo il 1800 originario daCimone. Mentre da parte del mio papà siamo originari dal Friuli.Sono cresciuto in un piccolo paese di campagna al nord dell’Argentina nella provinciadi Santa Fe. Sono l’ultimo di sei fratelli (tresorelle e tre fratelli). La mia famiglia era cattoli-ca e da piccolo ho ricevuto una formazione cri-stiana di una fede semplice e consistente. Avevo9 anni quando ho assistito all’ordinazione sacer-dotale di un mio secondo cugino. Ero sedutodavanti con mamma e papà, non mi sono personulla di ciò che stava succedendo, e quando tor-nai a casa dissi loro “anch’io voglio diventaresacerdote”. In realtà ero piccolo, non sapevoquello che dicevo.Finita la scuola elementare intrapresi il lavorodei campi senza continuare gli studi. Mi piaceva molto lavorare la campagna, immagi-navo che un giorno mi sarei sposato, avrei formato una famiglia e sarei stato la perso-na più felice in contatto con la natura e la campagna.Qualcosa era rimasto nel mio cuore di quel desiderio di diventare sacerdote. Nei mieimomenti di silenzio e preghiera veniva frequentemente questa voce interiore che mi

chiamava. Ero un adolescente normale,lavoravo, mi piaceva tanto giocare a calcio,incontrare gli amici (anche se nel paese dicampagna non eravamo in tanti), mi diver-tivo. Ho sempre avuto nel mio cuore undesiderio profondo di aiutare gli altri, erofelice quando potevo servire. Direi che nonpensavo tanto a me stesso ma agli altri. Miavvicinavo spesso ai poveri, non facevodistinzione di persone, anzi, soffrivo quan-do incontravo delle persone che discrimi-navano gli altri.Un giorno, quando avevo 16 anni, sonoandato a visitare un Santuario della

Madonna in una provincia vicina alla nostra. Pregando davanti alla Madonna ho senti-to profondamente la chiamata, una voce interiore che mi diceva “Miguel, cosa pensi difare della tua vita?”.

i consacrati a cuara della redazioneDon Miguel durante la sua permanenza in Angola

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Una settimana dopo sono stato invitato apartecipare ad un ritiro spirituale di 3 gior-ni con altri giovani per pregare e fare undiscernimento vocazionale. Da quelmomento ho sentito chiaramente che ilSignore mi chiedeva di fare un’esperienzadiversa e sono entrato in una casa di forma-zione sempre dell’Opera don Calabria nellacittà di Reconquista, a 25 km da casa mia.Ecco l’inizio di una grande avventura!Trascorsi alcuni anni dopo aver finito glistudi che mi mancavano ho fatto il novizia-to in Brasile, sono diventato ReligiosoPovero Servo il primo gennaio 1988. Ho studiato filosofia e teologia in Uruguay men-tre mi occupavo di ragazzi di strada. Sono diventato sacerdote nel 1995 e sono rimastoancora in Uruguay lavorando in una parrocchia molto povera. Poi sono tornato inArgentina a Buenos Aires e ho lavorato nelle periferie della grande capitaledell’Argentina dove ho conosciuto il Cardinal Bergoglio, attuale Papa Francesco.Nel 2004 sono stato inviato come missionario e responsabile della nostra missionenelle Filippine. Ho vissuto anni bellissimi lavorando nella periferia della grande capi-tale Manila. Ho sempre avuto il desiderio di essere missionario.Dall’11 aprile del 2008 sono stato scelto superiore generale dell’Opera don Calabria eresponsabile della congregazione nel mondo. Siamo presenti in Italia, Romania,Angola, Kenya, India, Filippine, Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay. In questi sei

anni ho visitato una volta all’anno tutte le comunitàe le missioni in questi paesi dove siamo presenti. Ilcarisma della Congregazione è di ravvivare la fedee la fiducia in Dio Padre Provvidente. La nostra atti-vità è sempre al servizio dei più poveri e abbando-nati. Le principali attività della Congregazione sonodi tipo sociale con minori e giovani, sanitarie e perpersone con handicap. Ci sono attività di evangeliz-zazione nelle parrocchie povere e attività formativeper i giovani che vogliono consacrare la loro vita alSignore.

Sono pienamente felice della mia vocazione e posso dire che vivo la gioia di avere con-sacrato la vita come Religioso e Sacerdote. Difficoltà non mancano, ma il Signore cidona sempre la forza.Se posso aprire il mio cuore con voi e dire alcune cose che ritengo importanti nella miavita sono particolarmente due grandi desideri. Uno, realizzare il motto che ho sceltoper la mia ordinazione sacerdotale nella frase di Gesù nel brano del Vangelo: “Io sonovenuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv. 10,10). Mi hannomolto colpito queste Sue parole, perché è Gesù che ci dà la vita in abbondanza e iovoglio essere un strumento nelle sue mani e dare la mia vita fino alla fine per gli altri.Il secondo grande desiderio è di un’espressione di San Giovanni Calabria:“è l’oradella santità”. Il motto della Santità è molto forte in me e sono convinto che solo ildesiderio della santità può aiutarci a vivere la vita in pienezza.

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sacr

ati

Don Miguel con il papa in piazza San Pietro

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Siccome mi piace molto il calcio, e gioco ancora con i giovani, parlando della santitàmi piace usare l’espressione di San Paolo quando dice che nello stadio tutti s’impegna-no, corrono tutti, però uno solo vince il premio. Così anche noi dobbiamo correre, gio-care tutti i giorni della nostra vita, non per guadagnare un premio che è terreno, bensìqualcosa di più grande, la Vita eterna. Credo che nella vita spirituale come in un campodi calcio bisogna avere molto allenamento, con la preghiera e, soprattutto, molta umil-tà, come i grandi Santi ci hanno insegnato. Essendo umili il Signore può fare tutto ilresto. Concludo con una parola ai giovani. Non abbiate paura di vivere la vostra fedee manifestarla. Avvicinatevi al Signore, cercate il silenzio e la preghiera. Leggete laParola di Dio che è la fonte della vita, luce per i nostri passi. Gesù è vicino, non è lon-tano. Rapportatevi con Lui come chi parla a un amico. Cercate la profondità e chiede-tevi se Lui non vi chiama a donare la tua vita al servizio dei più poveri e abbandonati.Abbiate il coraggio di cercare le cose più alte e la vera felicità, non conformatevi conla felicità apparente di questo mondo. Siamo stati creati per grandi avventure nella vita,l’avventura più grande dell’Amore. Non c’è cosa che faccia gioire il nostro cuore chel’Amore di Gesù in noi.Io penso di essere una persona gioiosa. Ci provi anche tu?Ringrazio tutti i lettori dell’attenzione e benedico tutti voi ricordandovi nella preghie-ra e presentando davanti al Signore tutte le vostre preoccupazioni. Dio è Padre e nonci abbandona. Affidiamoci a Lui.

P. Miguel Tofful

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i consacrati

Queste cartoline del «UN CAMMINO DI SPERANZA» verranno messe in vendita e saranno spedite dai camminatori pellegrini lungo il tragitto.Il prezzo delle cartoline è di 5 euro l'una (bollo compreso) e si possonoprenotare compilando il modulo in www.associazionetrentinafibrosicistica.it Inoltre si possono trovare anche in canonica ad Aldeno.

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«Foreverland», il film che racconta la fibrosi cistica (e l’amore)Sabato 26 aprile ore 20 sarà presentato nel teatro di Aldeno

«Avevo 13 anni. Fu durante una lezione d’inglese che capii che non potevo guari-re... Quando arrivai al passaggio che dice-

va “l’aspettativa media di vita è di 33 anni”...Andai a casa e mi sfogai con i miei genitori, che miassicurarono sarei vissuto fino a cent’anni. Ora neho quasi 31 e sto abbastanza bene. Sono fortunato:sembra che vivrò ben più a lungo di quanto gliesperti avevano previsto quand’ero bambino».Sono le parole del regista canadese MaxwellMcGuire, 31 anni, alla sua prima esperienza cine-matografica con un film sulla fibrosi cistica(Foreverland, in lingua inglese con sottotitoli in ita-liano) per estendere la conoscenza su questa malat-tia, la più diffusa fra le malattie genetiche ma poconota. Soltanto nel nostro Paese conta oltre 2 milio-ni e mezzo di portatori sani, spesso inconsapevolidi esserlo e che possono trasmettere la malattia ailoro figli. L’iniziativa è promossa dalla Fondazioneper la fibrosi cistica. L’obiettivo della Federazione italiana per la fibrosi cistica è libera-re i malati dalla malattia e, soprattutto, evitare che nascano bambini malati di fibrosi cisti-ca grazie alla prevenzione e alla corretta informazione.

Alla proiezione seguirà la presentazione del Cammino di Speranza Trento-Romache due volontari/pellegrini (Marco e Luca), membri dell'Associazione Trentina

Fibrosi Cistica effettueranno a piedi partendo il 27 aprile da piazza Duomo diTrento alla volta di Roma con lo scopo di sensibilizzare verso la lotta alla fibrosicistica: un cammino lungo 710 km con 28 tappe che terminerà con l'Udienza delPapa di mercoledì 28 maggio 2014. Per chi desidera essere presente ALL'UDIENZA CON PAPA FRANCESCO di mercole-dì 28 maggio, stiamo organizzando dei pullman che partiranno da Trento e Rovereto

(verso mezzanotte circa del 27/28 maggio)e raggiungeranno Roma in mattinata perl'Udienza delle ore 10.30. Chi è interessatodeve prenotarsi entro il 24 aprile inviando-ci una mail a [email protected] indicando proprio proprionominativo/i, indirizzo, recapito telefonicocon specificato "iscrizione udienza Papa"contemporaneamente a bonifico bancariodella quota di euro 50 a persona, versatopresso: Banca di Trento e Bolzano IT37N032 4001 8040 0000 8047 678 oppure

presso la Cassa Rurale di Trento IT98 Z083 0401 8240 0002 4341 903 pranzo a sacco -Dopo l'udienza, pomeriggio libero prima del rientro. Agli iscritti verrà comunicato orarie luoghi di partenza (Trento e Rovereto).

film

per

tutti

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Cimone piange don Giuseppe (Bepino) Conci

Ciao don Bepino, anche noi come tutti quelli che tihanno conosciuto, vogliamo ringraziare Dio per averti

incontrato.Sei arrivato a Cimone ed erano anni che se quando anda-vamo al rosario del mese di maggio avevamo la magliettadalle maniche corte, il prete ci faceva uscire dalla chiesa.Con la tua presenza abbiamo scoperto un mondo nuovo:aprendo le porte della tua casa hai dato a noi la possibilitàdi stare insieme e oltre a giocare ci si riuniva anche perconoscere il Vangelo e a preparare i canti della messadomenicale.Ci raccontavi l'esperienza fatta a Varese con gli operai

d e l l ' I g n i savvicinandoci così anche al mondo dellavoro. Ricordiamo le gite fatte insie-me a tutte le canzoni che ci hai inse-gnato e che cantavamo ogni volta checi ritrovavamo.All'inizio questo tuo modo di avvici-narti a noi giovani ha comportato qual-che critica da parte di adulti e anzianiche non capivano il cambiamento, maben presto tutti ti hanno amato perchéhai sempre trovato il tempo anche per

visitare tutti gli ammalati del tuo paese, portare loro l'Eucarestia e coglievi questaoccasione per fermarti aparlare con tutta lafamiglia, come unamico.Ricordando tutto questocon nostalgia e affetto eringraziando ancora unavolta Dio per avertimesso sulla nostra stra-da ti salutiamo.Ciao don Bepino, grazie!Anna, Norma e Ornella.

Don Bepino è stato parroco

di Cimone dal 1970 al 1978

il saluto a don Bepino

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100 anni di fraternità O.F.S. ad Aldeno

Il Terz'Ordine francescano, così chiamato perché èil terzo degli ordini fondati da S. Francesco (il

primo è l'Ordine dei Minori ed il secondo è l'Ordinedelle Clarisse) esiste fin dall'anno 1221, anche senel tempo ha cambiato diverse denominazione. Orasi chiama Ordine Francescano Secolare (O.F.S.). Lastraordinaria diffusione dei Francescani nel mondofavorì anche la crescita dei Francescani secolari.Il 1° marzo 1914 viene fondata anche nel nostropaese la Congregazione del Terz'Ordine francescano.E' questa una associazione cristiana di fedeli laici

che intendono seguire l'ideale di S. Francesco d'Assisi, pur rimanendo nel proprio statosecolare. A differenza di tante altre associazioni con finalità spirituali e religiose,l'Ordine FrancescanoSecolare è formato da per-sone che, dopo un periododi formazione e noviziato,emettono la professione,con la quale si impegnano avivere il Vangelo sull'esem-pio di San Francesco, osser-vando la Regola approvatadal Papa. Il nuovo testodella Regola per i Terziaririsale al 1978 e porta l'ap-provazione di Papa PaoloVI. I francescani secolarisono chiamati a costruireun mondo più giusto, piùfraterno, ad essere portatoridi pace e di unità, prima ditutto in famiglia, sul lavoroe nella società. Si radunanoin conferenza una volta almese con l'assistenza spiri-tuale di un religioso. E' unmomento di formazione, diapprofondimento delVangelo e di riflessione sutemi morali e situazioniconcrete che si presentanonella vita quotidiana.Molte persone del nostro

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paese si sono avvicenda-te nella nostra Fraternità:una statistica del 1950 neregistra iscritte n. 125.Oggi le iscritte sono 40.Sarebbe interessantecitare tutti i nomi ma cilimitiamo ad elencare iministri eletti nel corsodegli anni alla guidadella Fraternità:Giacometti Maria,Maistri Carolina, Baldo

Francesco, Piffer Teresina, Buratti Rita, Perini Roma, ContSandra, Prada Lucia. Esprimiamo la nostra profonda gratitu-dine agli assistenti che in tutti questi anni hanno dato soste-gno, anima e cuore alla Fraternità.Oggi desideriamo festeggiare questo traguardo invitando tuttii fedeli presenti ad unirsi a noi nella preghiera, affinché lospirito di San Francesco continui ad animare la comunità cri-stiana e a far crescere la Fraternità del nostro paese.

congragazione del Terz’Ordine di Aldeno

CONFESSIONI PASQUALILUNEDÌ ORE 20

Confessioni comunitarie ad Aldeno(6 sacerdoti)MARTEDÌ ORE 17

confessioni Garniga Terme

GIOVEDÌ ORE 17 confessioni a Cimone

VENERDÌ ORE 9-11 E 16-18 ad Aldeno

SABATO ORE 9-11 E 15-18 ad Aldeno

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Dalle baite e dai masi di Cimone, in Trentino,il casato Petrolli lo troviamo anche in ArgentinaStralci della ricerca di Giovanni Petrolli

Risalire alle origini di un cognome e alla conseguente ricotruzione anagrafica di un“casato” è cosa problematica e con difficoltà si riesce a completarne le ricerche

considerando che le radici non sempre sono identificabili in un unico luogo.Di Petrolli – un tempo Pietrol, Petrolis, Petrolum, Petrol, ed infine Petrolli – se netrova traccia a Cimone nei registri parrocchiali e ancora prima, verso la metà del quin-dicesimo secolo nei rogiti notarili. Ma l’origine etimologica risale non a “Pietro”,bensì a “Pietra”, un villaggio sorto in una autentica pietraia, mentre in un atto notari-le si dà cenno ad una località “Pietra granda”. Nuclei abitati (masi) da famiglia dipastori, contadini, boscaioli (roncadori) alloggiati in case fatiscenti unite nel tempoad altre, con qualche pretesa di modernità, masi sperduti sui monti, dal Còvelo versola cima del Cornetto accessibili con notevole difficoltà da sentieri impervi.

Cimone viene ricordato fina dal 1180/1190quando Aldrighetto di Castel Barco mandòsulle falde del monte Bondone un boscaio-lo di nome Menego, con l’incarico diabbattere degli alberi e in quelle imperviebalze costruirvi un maso […] su questependici sorse in seguito qualche insedia-mento abitativo la cui denominazione èstata determinata dal cognome del proprie-tario del maso, ed in altre circostanze usan-do il soprannome dei primi abitanti. Cosìora abbiamo, tra le 14 frazioni i Cimone,“Pietra”, una fra le più antiche e, “Petrolli”

quella successivamente edificata e definita dal cognome ormai completo di quellafamiglia.Pertanto di cognome Pietrol, Petrolis, Petrolum, Petrol, troviamo nei registri parroc-chiali di Cimone un Valentino nato nel 1587, un Michele nel 1591, un Leonardo nel1592. Alcuni di loro si trasferirono in località molto distanti dal luogo di nascita scap-pando dalle difficoltà di Cimone.Tale zona è decisamente sassosa e ciò nonostante le premurose e attente cure presta-te dai proprietari dei minuscoli “campicelli” sorretti da muri a secco (frate) …anchele case, riferendoci alla frazione Pietra, sono costruite con sassi raccolti sul luogo edassemblati con poca malta.Questo quindi il luogo in cui il casato Petrolli fece radici. Particolarmente nella seconda metà del secolo diciottesimo emigrare si manifestavaquasi una necessità. Le difficoltà economiche nelle nostre comunità risultavano evi-denti in quanto il tipo di agricoltura di montagna non era in grado di soddisfare le pri-marie esigenze di sussistenza. L’emigrazione, inizialmente, era un fenomeno stagionale e si orientava verso le vici-ne regioni italiane e nella parte sud dell’impero austroungarico. Veniva presa in con-siderazione nel periodo “morto” per l’agricoltura, ma successivamente il fenomeno si

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trasformò in un vero esodo verso lontani continenti come erano considerate le“Americhe”. Meta preferita, - si fa per dire – era il Brasile ed in seguito anchel’Argentina la quale formulava proposte considerate rassicuranti ed accettabili, evi-denziando che la situazione che la gente lasciava era delle più disastrate ed emigran-do ritenevano di aver ben poco da perdere.Di Petrolli“fuggiti” da questo difficile ambiente ne conosciamo alcuni nuclei che sitrasferirono all’inizio del 1700 verso la parte sud della Valle Lagarina. Iniziando da Domenico (1794) la famiglia era conosciuta come “i nabucchi”.Misteriosa, almeno in parte,l’origine di questo soprannome mentre risulta con cer-tezza che fosse poco gradito dai “malcapitati”. Potrebbe avere origine verdiane con-siderando che tale operavvenne composta in quel periodo e qualcuno di loro avendoavuto l’opportunità di “impararne” qualche brano, lo abbia ripetuto canticchiandoloalla meno peggio “stomacando” gli stessi compaesani.Ci limitanocomunque a seguire quel Lorenzo Petrolli (detto nabucco) vedovo, checon i tre figli maschi, Domenico, Pietro e Teodoro intraprese simile avventura e nel1878 da Genova si trasferì con loro in Argentina arrivando a Buenos Aires dopo piùdi un mese di avventurosa navigazione per poi proseguire navigando sul Paranà perapprodare ad Avellaneda, un sobborgo alla periferia di Reconquista nella provinciadi Santa Fe.La terra era fertile, l’allevamento di bestiame era prioritario.I Petrolli arrivati da Cimone dimostrarono notevole impegno sia nel campo socialeed assistenziale e conparticolare considera-zione per quello reli-gioso. Cattolici con-vinti, si prodigarononella costruzione dellacattedrale dedicata aNuestra Senora de lasMercedes e, sul mono-lito posto nella piazza9 Luglio adAvellaneda, fra i nomidi quanti collaboraronoalla erezione del tem-pio sono presenti anchequelli dei quattro com-ponenti la famigliaPetrolli.In quel periodo i fratel-li presero moglie, eprovvidero egregiamente in quanto a prole, tanto che arrivarono ad avere 26 figli, 15maschi e 11 femmine.Ed alcuni di loro si sono particolarmente messi in evidenza, e il cognome è arrivatofino a noi…pensiamo a padre Miguel Tofful Petroli che abbiamo conosciuto in que-sto numero,pure lui uno dei discendenti di quel Lorenzo Petrolli che nel 1878 lasciòCimone con qualche speranza ma, supponendo, con scarso entusiasmo.

la storia dei cognomi

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Solidarietà è dare speranza

Da diversi anni aiutiamo p. FrancescoZambotti, fondatore dell'Associazione "Le

Tende di Cristo", vendendo fiori, ciclamini ealtro: poiché abbiamo capito che da loro vieneuna risposta concreta alle nuove povertà; leemergenze di oggi, famiglie sfrattate e senza untetto, le persone che hanno perso il lavoro, glianziani soli.Chi è p. Francesco? - è un Camilliano di Pejo,

nato a Cles nel 1942, ordinato sacerdote nel 2005; dal 1977 all'83 collaboratore delSuperiore dei Camilliani a Roma, poi direttore amm/vo e superiore della Casa dicura S.Camillo di Cremona. Nel 1985fonda l'Associazione "Le Tende di Cristo"per aiutare gli ultimi e gli emarginati dapovertà materiali e spirituali. E' il mondoal quale p. Francesco e i suoi volontaricercano di dare risposte di pace e speran-

za. Su questef o n d a m e n t apoggiano le sueattività fatte diconcretezza, disolidarietà, del-l'offerta di unpunto di riferi-mento per tantagente smarrita

nei meandri della tossicodipendenza, dell'abbandono, del vuoto interiore.P.Francesco è da anni in prima linea per aiutare chi ha bisogno: nel tempo le sueComunità sono diventate sedici, sostenute da tanti volontari, alcuni usciti dalla

droga e mantenute dalla "Provvidenza" che lavorabene anche in tempo di crisi.Tre sono in Brasile, tre in Messico, tre in Sicilia e lealtre in Lombardia, intorno a Cremona, più Centri diascolto, di Preghiera e di lavoro per il mantenimen-to. Anche dalla nostra comunità sono partiti volon-tari e abbiamo visitato quasi tutte le realtà delle"Tende".Chi volesse sostenere o fare delle adozioni a distan-za, sono sufficienti 25 € al mese.Tende di Cristo Onlus via Oseline 2 S.Giovanni inCroce 26037 Cremona CCP n. 12084265. Ancheattraverso il Gruppo Missionario di Aldeno.

Sagra a Cimone vendita ciclamini G.M.A.

Padre Zambotti

di A

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rio

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Mi gò tanti ricordi de ca'che ale volte desmentego el rest;ma sto chì a mi 'n ment l'è restà:la panada del nono Modest.

En veciot coi cavéi a coronacome i frati che gh'era sti ani,ben tegnù, sianca bem a la bona,en'età che comporta malani.

Se d'inverno, ogni not la so tos,primavera, coi so giavizòiche i lo feva ogni dì pù zidiosda sgarar malament i neoi.

Ma mi so che era 'l nèno del nono:se 'l beveva l'oveto sbatù,me tirava vizim bono bonoe 'l lassava qualcos lecar su.

Po' a la sera sentà al fogolara la lum d'en tochet de candelael missiava piam piam el cuciar'ntorno 'ntorno a na vecia padela.

Me vegniva la lengua de fòra; gaveria zontà tut el restper tastarmen en migol ancorala panada del nono Modest.

L'è tant temp che l'è mort me nono Modestdei Canova. Ma la so panada la sentoancora sula lengua. Forsi 'l'anzucherava?La panada del nono Modest

Un giorno un uomo si recò da un vecchio saggio per chiedergli consi-glio. Disse che non amava più la sua sposa e che pensava di sepa-rarsi da lei.

Il saggio lo ascoltò, lo guardò negli occhi, e disse solamente una parola:"Amala" e tacque."Ma io non provo più nulla per lei"."Amala", ripeté il saggio.Di fronte allo sconcerto del visitatore,dopo un opportuno silenzio, il vecchiosaggio aggiunse:"Amare è una decisione, non solo unsentimento, amare è dedicarsi ed offrirsi,amare è un verbo e il frutto di questaazione è l'amore. L'amore è simile allavoro di un giardiniere: egli strappa ciòche fa male, prepara il terreno, coltiva,

innaffia e cura con pazienza. Affronta periodi di siccità, grandine, tempora-le, alluvione, ma non abbandona mai il suo giardino. Ama la tua compa-gna, accettala, valorizzala, rispettala, dalle affetto e tenerezza, ammirala ecomprendila.Questo è tutto; amala".

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La scuola paritaria cattolica Arcivescovile, punto di riferimentoper l’educazione e l’istruzione del mondo cattolico, offre un nuovo indirizzo e apre le porte all’impresa

L’obiettivo del pool di scuoledell’Arcivescovile si prefigge di

mettere al centro della scuola la personada rispettare e da valorizzare in tutte lesue potenzialità, di mettere al centro dellaazione didattica la relazione educativacon la convinzione che la scuola deveinsegnarti a ragionare criticamente,sapendo valutare e a scoprire chi sei e,solo dopo, cosa vuoi fare, e tutto questorifacendosi all’orizzonte dei valori cristia-

ni della vita e tenendo concretamente presenti le antiche e sempre nuove e perenni paro-le: impegno per la giustizia e la pace, solidarietà, legge etica, «nella speranza che razio-nalità e fede abbiano a fare sintesi sapienziale e di grande incidenza morale» (GiovanniPaolo II), ma ciò non può essere fatto fuori dal contesto socio economico e dal mondodel lavoro e quindi l’istituto a Trento offrirà, a partire dall’anno scolastico 2014-2015, unnuovo indirizzo: Istituto tecnico economico -Amministrazione, finanza e marketing.Tale indirizzo si avvarrà della stretta e preziosacollaborazione con personale incaricato dallaFederazione Trentina della Cooperazione.L’indirizzo si caratterizza per un’offerta forma-tiva che ha come sfondo il mercato e affrontalo studio dei macrofenomeni economico-azien-dali nazionali e internazionali, la normativacivilistica e fiscale, il sistema azienda nella suacomplessità e nella sua struttura, con un’otticamirata all’utilizzo delle tecnologie e alle formedi comunicazione più appropriate, anche in lin-gua straniera. Un simile approccio persegue anche l’obiettivodi rendere gli apprendimenti più efficaci eduraturi perché basati su una didattica cheparte dalla osservazione del reale, essenzialeper affrontare professionalmente le problemati-che delle discipline in prospettiva dinamica.Nel corso del triennio lo svolgimento di differenti casi aziendali, riferiti a diversi conte-sti produttivi e al tessuto economico locale, deve tradursi in vere e proprie esperienze dialternanza scuola lavoro basate sulla coprogettazione dei percorsi formativi tra scuola eimpresa, che consenta di identificare quali competenze o parti di competenze possonoessere acquisite direttamente in aziende aderenti alla Federazione Trentina dellaCooperazione.Per maggiori informazioni si rimanda a www.arcivescoviletrento.it,e-mail: [email protected]

ISTITUTO TECNICO ECONOMICO

Indirizzo Amministrazione, finanza e marketing Articolazione base

MATERIE 1°

anno

anno

anno

anno

anno

RELIGIONE CATTOLICA 1 1 1 1 1

LINGUA E LETTERATURA ITALIANA 4 4 4 4 4

LINGUA E CULTURA STRANIERA 1 (INGLESE) 3 3 3 3 3

LINGUA E CULTURA STRANIERA 2 (TEDESCO) 3 3 3 3 3

STORIA 3 3 2 2 2

GEOGRAFIA 3 3

MATEMATICA 4 4 3 3 3

INFORMATICA 2 2 2 2

FISICA 2

SCIENZA DELLA TERRA E BIOLOGIA 2 2

CHIMICA 2

ECONOMIA AZIENDALE 2 2 6 7 8

DIRITTO ED ECONOMIA 2 2

DIRITTO 3 3 3

ECONOMIA POLITICA 3 2 3

SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE 2 2 2 2 2

A DISPOSIZIONE DELL’ISTITUZIONE SCOLASTICA

PER IL POTENZIAMENTO

2 2 3 3 3

Toale settimanale 35 35 35 35 35

la scuola superiore

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Othman, la fede di un giovane musulmano in Trentino

Quando sono venuto in Italia nel 2010, ho trovatotante difficoltà in questa vita che è molto diversa da

quella che vivevo nel mio paese di origine, e ho incontra-to difficoltà a seguire la mia religione, in un paese chenon è islamico.Le usanze di questo paese sono molto diverse, i modi divivere, assolutamente differenti, la gente non parla solouna lingua all'inizio sconosciuta, ma nei primi momentimi sembrava anche ragionasse in modo non facile dacapire. Mi sembrava di vivere in un mondo pieno di dif-fidenza che vedeva in me solo il nemico da cui difender-si, un mondo chiuso dove le porte di chiudevano davantia me ed io non trovavo la chiave per aprirle.Io volevo integrarmi, essere accettato, ma all'inizio misembrava un'impresa impossibile. C'è da dire che io vole-vo essere accettato senza lasciare alcune parti di me, come lamia religione, la mia

educazione, la mi cultura. Integrarmi nonvoleva dire diventare uguale a tutti gli altrima essere in questa società con le mie dif-ferenze.Nel mio paese la religione si vive ognimomento, fa parte della vita di tutti i gior-ni, si respira nell'aria, è una componenteessenziale della comunità.Nei paese islamici si sente sempre alAadhan cinque volte al giorno, che ti chia-ma a pregare nel tempo giusto, e che ti aiu-tasempre ad essere fedele alla tua religione.Ci sono anche persone che ti insegnano leregole dell'Islam, ci sono le nostremoschee, ma qui in Italia si sentono solo lecampane delle chiese che non ricordano

certamente il nostro modo di pregare, ma non credo di essere l'unico a trovare que-ste difficoltà ma quasi tutti i musulmani che sono venuti in questo paese.All'inizio, arrivato in Italia, mi sono perso, hoquasi lasciato la mia religione, ma questo èsuccesso per poco tempo, ma in quel pocotempo mi ha fatto sentire che mi ero allontana-to tantissimo dalla mia religione e da tuttequelle persone che vivono intensamente lanostra religione, ma subito dopo con gli incon-tri giusti dei musulmani, ho saputo da lorodove c'era la moschea che non credevo esistes-se qua in Trentino.All'improvviso mi è apparso come un punto di

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stran

ieri

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luce in una stanza buia. Piano piano ho ini-ziato ad andare lì per pregare e per sentire il"chaikh" il nostro imam, che mii ha aiutato aricordare l'obbligo di fare le cinque preghiereogni giorno o a casa o in moschea, mi hadetto anche "la fede del musulmano è come ilvolo di un'aquila: per volare dritto le sue alidevono battere in sincronia, le ali del musul-mano sono "al khauf e il rajaa", il timore diDio e la speranza nella sua misericordia.Ho sempre fatto quello che mi sembrava giu-sto, sono sempre stato fedele alla mia religio-ne, nonostante viva in un paese che non è islamico, io vivo in Italia, e chi vivo benenonostante mi manchino le mie tradizioni e anche se questo è un pese cristiano ilo lorispetto perché è la mia religione che mi raccomanda di rispettare le altre religioni.In questo paese mi sono fatto tanti amici cristiani con cui vado molto d'accordo per-ché alla base della nostra convivenza c'è il rispetto reciproco.

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stranieri

Serena Baldo in visita da Papa Francesco

La vita senza amore potrebbe averequeste conseguenze:

L'intelligenza senza amore ti ren-derebbe insensibile.

La giustizia senza amore ti rende-rebbe ipocrita.

Il successo senza amore ti rende-rebbe arrogante.

La ricchezza senza amore ti ren-derebbe avaro.

La docilità senza amore ti rende-rebbe servile.

La bellezza senza amore ti rende-rebbe superbo.

L'autorità senza amore ti rendereb-be tiranno.

Il lavoro senza amore ti rendereb-be schiavo.

La preghiera senza amore ti ren-derebbe arido.

La fede senza amore ti rendereb-be fanatico.

La croce senza amore si converti-rebbe in tortura.

La vita senza amore non avrebbealcun senso.

Nella vita l'amore è tutto...

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Piccole curiosità anagrafiche di Cimone

Al 28 marzo 2014 risultano residenti a Cimone 700 persone esatte, equamentedistribuite tra maschi e femmine 350. Di queste il 21 per cento ha meno di 20

anni (150 ragazzi e bambini), il 40 per cento ha tra i 20 anni e i 49 e il rimanente39 per cento ha più di 50 anni.A Cimone le classi più numerosa hanno 46 e 49 anni (ben 17 coetanei), i piùanziani residenti sono due persone di 94 anni. Ci sono alcune annate con più di 15coscritti: i trentenni (15), i 43 (15), i 54 (16). Il decennio più prolifico è delle persone tra i 40 e 49 anni, ben 129 corrisponden-ti al 18 per cento della popolazione. Sui prossimi numeri del bollettino le curiosità anagrafiche di Aldeno e di Garniga.

anda

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Cim

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Conteggio Popolazione residente per fasce d’età (0 - 100) alla data di 28/03/2014

0 4 3 71 5 5 102 3 4 73 5 4 94 2 2 45 3 3 66 1 7 87 7 3 108 4 3 79 6 3 9

10 3 3 611 7 3 1012 3 5 813 6 0 614 5 4 915 3 5 816 3 2 517 2 7 918 6 4 1019 0 2 220 0 4 421 3 6 922 3 4 723 3 2 524 2 7 925 4 7 1126 5 3 827 3 3 628 5 1 629 0 2 230 9 6 1531 2 5 732 3 2 533 3 1 4

34 3 1 435 5 5 1036 7 7 1437 5 6 1138 3 5 839 4 7 1140 3 5 841 8 4 1242 6 4 1043 10 5 1544 4 7 1145 6 5 1146 11 6 1747 3 8 1148 4 10 1449 10 7 1750 6 8 1451 4 7 1152 4 2 653 8 6 1454 10 6 1655 5 2 756 6 5 1157 4 5 958 5 5 1059 4 7 1160 4 3 761 7 4 1162 4 4 863 5 4 964 5 5 1065 7 7 1466 6 4 1067 1 4 5

68 1 1 269 7 3 1070 2 0 271 3 4 772 3 0 373 4 2 674 1 2 375 4 1 576 1 1 277 3 2 578 2 3 579 0 2 280 0 1 181 2 0 282 2 2 483 0 1 184 0 3 385 1 3 486 2 2 487 0 1 188 0 5 589 0 2 290 0 0 091 1 0 192 0 1 193 1 1 294 0 2 295 0 0 096 0 0 097 0 0 098 0 0 099 0 0 0

100 0 0 0TOTALI 350 350 700

Eta Tot M. Tot F. Totali Eta Tot M. Tot F. Totali Eta Tot M. Tot F. Totali

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t

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junior - foto concorso

LE SOLUZIONI DEL GIOCHI DEL NUMERO PRECEDENTE

Sofia Dallago 7 anni Garniga Terme

Ilaria Dallago 10 anni Garniga Terme

Stella Turato 5 anni Aldeno

I disegni vincitori del concorso che vinconol’abbonamento annuale a Focus Junior

QUALCHE INDOVINELLO... o Dove è che il giovedì viene prima del mercoledì? nel dizionarioo Chi la costruisce poi la vende. Chi la compra non la usa, chi la usa non la vede. Cos'è? la barao Più è caldo, più è fresco. Cos'è? il paneo Quando pronunci il suo nome, sparisce. Cos'è? il silenzioo La butti quando la devi usare e la riprendi quando non ti serve più. Cos'è? l'ancorao Se cala, aumenta. Cos'è? la nebbia

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Concorso «Crea la copertina»Il coro giovanile parrocchiale di Aldeno sta

rinnovando il libretto dei canti. Hadeciso di affidare a voi ragazzi il com-pito di disegnare la nuova immagine

della copertina!!!

CHE COSA SERVE... ... un foglio di carta formato A4 e tanta tantafantasia...

REGOLAMENTOPotete realizzare la copertina utilizzando qual-

siasi tecnica, meglio se il disegno è creato davoi in modo originale, anche utilizzando la tecnolo-

gia informatica. Siete liberi di scegliere il soggetto che più vi piace, purché siain qualche modo pertinente con il tema del canto corale religioso. I vostri dise-gni/creazioni dovranno essere firmati sul retro e consegnati unitamente altagliando sotto allegato in canonica ad Aldeno-Cimone -Garniga entro il mesedi giugno. In alternativa potrete inviarli direttamente in posta elettronica all'[email protected]. Il vincitore del concorso, oltre a vedere pubblicata la pro-pria copertina, riceverà in omaggio un abbonamento annuale alla rivista FocusJunior.Il coro giovanile ringrazia in anticipo tutti coloro che parteciperanno al con-corso e con l'occasione ricorda che chi fosse interessato ad entrare a far partedel gruppo è sempre il benvenuto!!!

MODULO DI ISCRIZIONE CONCORSO«CREA LA COPERTINA»

NOME E COGNOME

..................................................................................................................................................................................................................................

ETA’

.....................................................................................................................................................................

VIA

...............................................................................................................................................................................................................................

PAESE

...................................................................................................................................................

N. TEL.

..................................................................................................................................................

FIRMA .....................................................................................................................................................................

bolle

ttino

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conc

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i battesimi nelle nostre parrocchie

VIOLA MIANObattezzata il 07/12/2013

a Garniga Terme figlia diAndrea e Silvia Coser

LUCREZIA E NICCOLO’ COLUCCIAbattezzati il 05/01/2014 a Cimone figli

di Luigi e Fernanda Farinaccio

Signore, voglio ringraziarti per il mio Battesimo. Con il Battesimo non sono diventato più bravo, più santo, più intelligente, più religioso, rispetto a chinon l'ha ricevuto. Quante persone non battezzate sono più cristianedi tanta gente che va a messa ogni domenica… Anche a loro, tu, Signore, sei vicino e li ami come ami me. Anche loro sono tue creature, tuoi figli, sono una parte di te, un tuo seme nel mondo. Anche loro respirano la stessa aria che respiro io,affrontano gli stessi miei problemi quotidiani, vorrebbero essere felici e avere la salute, piangono quando muore una persona cara… La differenza tra chi non è battezzato e chi lo è

non sta nelle cose della vita, ma nel come si fanno le cose della vita.La differenza non sta nel vivere, ma per chi si vive. Per me che sono battezzato, la vita ha senso se mi spendo per te, se vivo per te, se mi fido di te, riconoscendoti presente in me e negli altri, affrontando ogni giornata pensando che tu ci sei, sentendo la tua presenza amica che guida questo mondo, guardando la realtà e la gente con i tuoi occhi, cercando l'eternità in ogni gesto d'amore che do e che ricevo. Per me che sono battezzato, la vita ha una direzione: la tua, Signore. Grazie per il mio battesimo!

BISESTI ELISA

battezzata il23/02/2014

ad Aldeno figlia diMarco e Karen

Danzo

GIULIASARTORI battezzata il9/02/2014

ad Aldeno figlia di Mirco e ElisaMenestrina

GRETAMANICA

battezzata il8/12/2013

ad Aldeno figlia di Maurizio e Annamaria

Tonini

JACOPO FRANCESCOBONADIMANbattezzato il13/10/2013

a Cimone figlio diMassimo e Mariangela

Marcolla

Preghiera per il dono del battesimo

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Pellegrinaggio decanale a PinèDomenica 25 maggio 2014

Il nostro decanato propone a tutti i parroc-chiani (adulti, famiglie, anziani) un pelle-

grinaggio al santuario della comparsa a Pinèla domenica 25 maggio nel pomeriggio. Quattro saranno le possibilità di partecipa-zione:1 A piedi dalla piazza di Mattarello. Percorso

per esperti con partenza alle ore 6 del mattino (durata circa sette ore). Ritorno inPullman.

2. A piedi da Canzolino. Percorso per tutti con circa due ore di cammino. Ritrovo al lagodi Canzolino alle ore 14.3. In pullman dai nostri paesi. Partenza da

Garniga Terme alle ore 13, da Cimone alle ore13,10 e dalla piazza di Aldeno alle 13,20.

4. Con mezzi propriAlla comparsa è prevista la visita e il rosario alleore 15. La celebrazione della santa messa alle ore16.Il costo del pullman è di 10 euro (per l'andata eil ritorno) e 5 euro solo il ritorno. Per motiviorganizzativi si prega di iscriversi o telefonare incanonica (0461 842514) entro il 5 maggio 2014.

pelle

grin

aggi

o de

cana

le P

inè

STEFANO DALLAFONTANAbattezzato

il 02/03/2014a Garniga Terme

figlio diAndrea e Elena

Rossi

YLENIASCARTEZZINI

battezzata il 08/12/2013

a Garniga Termefiglia di

Fabrizio e IngridPiffer

BICJAAMBRAbattezzata

il 09/02/2014ad Aldeno figlia di

Renato e Miriamdi Lecce

GINEVRAGOTTARDI

battezzata il 15/12/2013

ad Aldeno figlia di

Stefano e PatriziaCoraiola

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Passeggiata alla Madonna di Feles

Fra i paesi di Bosentino e Vigolo Vattaro sorge ilSantuario della Madonna di Feles luogo in cui,

narra una storia locale, nel 1620 un pastore mutoavrebbe recuperato la voce grazie all'apparizionedella Madonna. Sul luogo la Madonna lasciò l'im-pronta della mano su una pietra, attorno a cui venneeretto un capitello e quindi il santuario.La chiesetta è collocata nei pressi del suggestivoCastel Vigolo e offre bei panorami sul gruppo dellaVigolana e sul Lago di Caldonazzo.Partendo dalla chiesa di Bosentino si attraversa ilcentro del paese in direzione di Vigolo Vattaro.Dopo 100 metri, si segue l'indicazione SantuarioMadonna del Feles. Si imbocca così una mulattierasterrata che conduce al Santuario. Si transita per la"zona del silenzio", un'area destinata al raccogli-mento e alla preghiera e che un tempo era meta diun nutrito pellegrinaggio.Procedendo in salita verso il santuario si incontrano alcuni capitelli raffiguranti alcunescene sacre. Con uno sforzo modesto si giunge al panoramico santuario abbellito da ungrande Cristo Ligneo.Dopo una breve pausa al Santuario, proseguendo in piano si raggiunge Castel Vigolo, unmaniero di origini rinascimentali.Alle spalle del maniero il sentiero com-pie una decisa inversione di marciaverso destra e sale nel bosco con lievependenza fino a congiungersi con unamulattiera che si segue in discesa. Siprocede in direzione del punto di parten-za, ma con un tracciato che rimane leg-germente più elevato rispetto alla salita.In questo modo è possibile tornare aBosentino godendo di una bella visualedel lago di Caldonazzo.Passeggiata assolutamente adatta a tutti.

in gita con la famiglia di C

elestina Schmidt

Castel Vigolo

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Ucraina, la preoccupazione dei cattolici in Crimea

Paura e preoccupazione: così vivono i cattolici in Crimeail giorno dopo il referendum che ha sancito la volontà

della popolazione di staccarsi dall'Ucraina per far partedella federazione russa. Da giorni - riferiscono i media cat-tolici locali - sacerdoti e vescovi, la maggior parte di ritoorientale, sono invitati dalle forze filorusse a lasciare laregione. La delicata questione dell'Ucraina è stata anche alcentro di un incontro tra Papa Francesco e SviatoslavShevchuk, giovane e combattivo primate della chiesagreco-cattolica in Ucraina. Già nei giorni difficili delle pro-

teste a piazza Maidan, Shevchuck aveva visto il Papa che lo aveva sostenuto dicendogli:"Coraggio!". Le chiese cristiane, quella cattolica e quella ortodossa, erano state uniteaccanto ai manifestanti nei giorni delle proteste a Kiev. Ora però, con la nuova situazio-ne che si è creata in Crimea, sono i cattolici ad essere in difficoltà.Monsignor JacekPyl, vescovo ausiliare della diocesi cattolica di Odessa-Simferopoli,responsabile per la Crimea, non nasconde le sue preoccupazioni: "Abbiamo bisogno diaiuto e supporto spirituale, chiediamo preghiera e digiuno in questo periodo diQuaresima perché abbiamo bisogno di un miracolo", il miracolo della pace.La chiesa locale fin dai primi giorni delle proteste di piazza Maidan a Kiev è sempre statavicino ai manifestanti e ha espresso in varie occasioni la propria contrarietà ad una annes-sione della Crimea alla Russia. Durante i giorni della protesta le chiese cristiane, cattoli-che e ortodosse, erano rimaste abbastanza unite. Ma a fronte della nuova situazione chesi sta creando nella regione sul Mar Nero ora i rapporti sembrano più complicati. Negli scorsi giorni sacerdoti ucraini greco-cattolici, tra i quali proprio padre Kvych,hanno ricevuto minacce - riferisce Radio Vaticana - e pressioni per lasciare la Crimea.Molti di loro però hanno scelto di rimanere. "I nostri sacerdoti e vescovi sono stati moltovicini alla gente", afferma il vescovo Borys,ispirati anche dalle parole di Papa Francesco"che ha detto che il pastore deve avere l'odoredelle sue pecore. E i nostri pastori sono staticon la gente e continuano a stare con loroanche durante questa occupazione in Crimea". A questo problema si aggiunge purtroppoanche quello della divisione tra la popolazione."In questo momento drammatico non mi rivol-go soltanto ai fedeli ma a tutti gli uomini dibuona volontà, affinché ci aiutino a tenere laCrimea lontana dall'estremismo e non permettano che si spezzi la fratellanza tra le gentidella penisola". È l'appello accorato inviato ad Aiuto alla Chiesa che Soffre (laFondazione di diritto pontificio che sostiene l'azione pastorale della Chiesa laddove essaè perseguitata, ndr) da monsignor JacekPyl, vescovo ausiliare della diocesi cattolica diOdessa-Simferopoli. "In Crimea - continua monsignor Pyl - vivono ucraini, russi, tatari, armeni, polacchi,tedeschi e cechi. E per molti secoli hanno convissuto pacificamente ortodossi, cattolici,musulmani, ebrei e fedeli di altre denominazioni. Non lasciamo che le nostre appartenen-ze etniche o religiose ci dividano. Siamo tutti figli di uno stesso Padre".

news

dal

mon

do c

ristia

no

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giornata sulla neve

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no Ci si può sposare in quaresima?

Avrei una domanda che non so a chialtri rivolgere perché sull’argo-

mento ho trovato molta confusione daparte delle persone che ho interpellatofinora. Siccome mi sposo il mese pros-simo un sabato di quaresima vorreisapere, anche per informare gli invita-ti, parenti e amici, se è possibilefesteggiare normalmente il matrimo-nio o se ci sono limitazioni per la qua-resima. Ormai che ci sono vorrei anchetogliermi il dubbio sulla durata dellaquaresima. Io sapevo che questoperiodo dura quaranta giorni, maguardando sul calendario sono moltidi più. Mi sapete illuminare anche inquesto dubbio? Ovviamente mi inte-ressa il parere ufficiale della Chiesa enon le opinioni personali o solo persentito dire. Saluti Erika.

Cara Erika, innanzitutto tanti auguriper il «per sempre» che stai per

pronunciare davanti a Dio e davantiagli uomini. E complimenti per ilcoraggio di sposarti in chiesa.Per veni-re alla tua domanda cerco di rispondere sinteticamente per evitare fraintendimenti.IL MATRIMONIO SI PUO’ FESTEGGIARE IN QUARESIMALa norma che vietava i matrimoni in quaresima è stata abolita dalla Chiesa. Era unodei cinque precetti generali della Chiesa e, quindi, la Chiesa come aveva il potere(datole da Cristo) di introdurre dei precetti, ha anche il potere di modificarli o cancel-larli. Ovviamente la Chiesa non può cancellare i comandamenti che sono dati da Diostesso.I CINQUE PRECETTI GENERALI DELLA CHIESAValidi per tutti i cristiani e devono essere osservati sotto pena di peccato mortale:1. Partecipare alla Messa la domenica e le altre feste comandate [per l’assoluzione del

precetto vale anche la Messa del sabato pomeriggio, anche se è meglio partecipa-re la domenica, giorno del Signore, N.d.R.] e rimanere liberi da lavori e da attivi-tà che potrebbero impedire la santificazione di tali giorni;

2. Confessare i propri peccati almeno una volta all’anno;3. Ricevere la Comunione almeno a Pasqua;4. Astenersi dal mangiare carne e osservare il digiuno nei giorni stabiliti dalla Chiesa;5. Sovvenire alle necessità materiali della Chiesa, secondo le proprie possibilità.

Antonio Matera e Lorenza Michelettiad Aldeno 13/07/2013

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il matrim

onio cristiano NEL MATRIMONIO DI SABATO IN QUARESIMASI PUO’ MANGIARE DI TUTTO E A VOLONTA’Il quarto precetto generale della Chiesa stabilisce il digiuno il Mercoledì delle Ceneri e ilVenerdì Santo (facoltativamente estendibile anche al Sabato Santo). Stabilisce inoltre l’a-stinenza dalle carni e dai cibi prelibati tutti i venerdì dell’anno (fuori dalla quaresima l’a-stinenza dalle carni può essere sostituita da altra rinuncia a scelta del fedele, ma restacomunque obbligatoria).Quindi ad esempio in un sabato di quaresima, salvo le rinunce quaresimali personali di cia-scuno, si può mangiare di tutto e a volontà.In un matrimonio celebrato di domenica non valgono nemmeno le rinunce quaresimali per-sonali di ciascuno perché queste sono obbligatoriamente sospese la domenica, giorno delSignore, e le altre solennità della Chiesa (ad esempio: il 19 marzo, San Giuseppe e il 25marzo, solennità dell’Annunciazione).IN QUARESIMA IL MATRIMONIO SI PUO’ FESTEGGIARECOME PER IL RESTO DELL’ANNONon esiste più nemmeno la limitazione nei festeggiamenti. Quindi si possono festeggiaregli sposi come nel resto dell’anno. Ovviamente resta il limite della decenza, dell’educazio-ne e del rispetto della morale cattolica e della santità del matrimonio visto, tra l’altro, chesi è celebrato il matrimonio in Chiesa.DA QUANTI GIORNI È FORMATA LA QUARESIMA? QUARANTA SONO I GIORNI DI PENITENZAIn quaresima siamo invitati a fare delle rinunce e dei buoni propositi, i cosiddetti fiorettiquaresimali (nei tre ambiti classici: digiuno, preghiera, carità). Per quanto riguarda il primoimpegno, il digiuno, ad esempio uno può rinunciare ai dolci oppure alla televisione. Ma larinuncia si sospende la domenica in quanto la domenica è il giorno del Signore e si ricordala risurrezione di Gesù: è quindi un giorno di festa (anche in quaresima) e non si può farepenitenza nel giorno di festa. Quindi, per tornare alla tua ultima domanda, è vero che laquaresima si chiama così dal numero 40, ma quaranta sono i giorni di penitenza, non ladurata totale (che comprendendo le domeniche è dunque più lunga di quaranta giorni).Spero di aver chiarito ogni dubbio, ma in ogni caso il sacerdote che celebrerà il tuo matri-monio potrà senz’altro chiarire ogni aspetto ulteriore.Di nuovo tanti auguri. Che Dio vi benedica con una vita serena e con il dono di tanti figli.

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Ce l'ho, mi manca, ce l'ho, mi mancaChi non ha mai detto queste parole almeno una volta con gliamici spulciando le figurine? Da quest'anno si può fare nonsolo con quelle di Pirlo, Totti, Milito, Balotelli, etc… ma anchecon quelle dell'Oratorio di Aldeno. Chi sono i protagonistidella raccolta? Sono i vari aspetti della vita dell'Oratorio: ibambini e gli animatori, la fiducia, l'avventura, le esperienze, lostudio, i valori, la fede e tantissime altre sfaccettature del meraviglioso mondodella parrocchia.L'album completo è composto da 80 figurine, è stato distribuito gratuitamente neimesi di ottobre e novembre grazie alla disponibilità dell'associazione NOI, men-tre le figurine si ricevono partecipando alla messa domenicale e all'oratorio del

sabato pomeriggio. Naturalmente non èvietato scambiarle e fare a gara per avernedi più… Durante la sagra di san Modestoad Aldeno ci sarà la premiazione dei vinci-tori. Ora non ci manca che attendere il primobambino che completerà l'opera!

All’oratorio si prega

All’oratorio incantiamo

All’oratorio siamo svegli

All’oratorio vogliamogiocare

All’oratorio non c’è invidia

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A proposito di ...chiacchere«Cerca di non giudicare gli altri.

Se giudichi gli altri, non stai dando nessun amore».Madre Teresa di Calcutta

E’difficile sottrarsi al pettegolezzo, sia nel farlo sia nelsubirlo. E mentre il gossip sulle persone famose è

all’ordine del giorno, anche la chiacchiera sul vicino di casasembra irresistibile. I personaggi dello spettacolo, piuttostoche quello sport sono sotto la lente d’ingrandimento deimass media e alimentano continuamente e quotidianamen-te pettegolezzi, “gossip”, commenti e critiche. Ma il pette-

golezzo, “inesauribile”, non si accontenta dei personaggi noti: spesso coinvolge ilvicino di casa, il collega di lavoro, amici e parenti. Chiunque ne può diventare “vit-tima”. Assecondare la tendenza alla chiacchiera può costituire una piacevole distra-zione e un senso di appartenenza ad un gruppo di persone. La curiosità verso gliaffari degli altri non è certo una moda degli ultimi anni, legata al potere massicciodi persuasione dei mass media, ma è un modo di entrare in contatto con gli altri edi svolgere gratuitamente una critica nei loro confronti. Ma quale è il motore chespinge questa curiosità?Il pettegolezzo è unasorta di chiacchiera indi-screta ricca di insinua-zioni che mira a spostarel’attenzione da sé aglialtri e permette di allon-tanare tutto ciò che di noirifiutiamo o che difficil-mente desideriamoaffrontare. Sparlare del-l’insensibilità di un vici-no ci fa sentire più sensi-bili, più in pace con noistessi, senza aver messoin atto nessuna azione intal senso. Chi spettegola non vuole demolire la persona in questione, ma vuole sve-larne la vera identità o quella che lui considera tale uscendone dal confronto vitto-rioso. Il pettegolo vuole, a forza di dubbi, insinuazioni, battute ridimensionare l’im-magine della persona presa di mira, per invidia e per rivalutare se stesso agli occhidegli altri. C’è una sorta di godimento intrinseco e socialmente consentito nell’in-teressarsi e nell’indagare del successo o insuccesso professionale di un collega odelle relazioni amorose di un nostro conoscente. Si trae piacere da una forma dicompartecipazione simbolica alla vita altrui e di condivisione con altri di critiche egiudizi, trasferendo su altri i nostri sentimenti e le nostre emozioni, talvolta anchele nostre frustrazioni. Ma riusciamo a farlo trincerandoci dietro il paravento della

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vita di altre persone, esprimendo e manifestando sen-timenti di rabbia e invidia, sentendoci autorizzati afarli emergere trattandosi di un’altra persona.Fare del pettegolezzo ci permette di lasciar emergerein una forma socialmente accettabile il sentimentomeno tollerato, l’invidia. L’intento basilare del pette-golezzo consiste nel brillare per un attimo della luceriflessa dei difetti degli altri. Ma il pettegolezzo può,quando portato all’eccesso e reiterato in manieraossessiva, ledere la libertà altrui e creare disagi socia-li gravi. Le persone che fanno del pettegolezzo il loro motorepropulsore vivono la loro vita nel costante bisogno dimettere in cattiva luce “l’altro”, elargendo giudizi gra-tuiti e facendo dell’oggetto del pettegolezzo il propriocapro espiatorio del momento, per evitare di occupar-si di sé e dei propri problemi, giungendo talvolta al limite della calunnia e provo-cando la rottura di legami importanti.Il giudizio altrui ha quindi una radice molto profonda e insita nell’esigenza umanadi sentirsi compartecipi di una società, di un gruppo. Plausibile se il giudizio èlegittimo, in buona fede o giocoso, deprezzabile se falso, ipercritico, spinto da invi-dia o gratuito, atto a distruggere la vita delle persone di cui temiamo un confrontosfavorevole.

Favola di EsopoPadre e figlio vanno a casa, con il loro asinello al fianco. Un passante li vede esghignazza: Siete più somari voi di lui, avete un asino e andate a piedi! Allora glisalgono in groppa. Un secondo viandante li accusa: Vi denuncio per maltrattamen-

ti, non si può stare in due sull’asino,state spezzando la schiena alla poverabestiola! Il figlio scende, il padre restasull’asino. Arriva un terzo signore chegrida: Vergogna, il padre grande e gros-so sta seduto mentre il ragazzino, min-gherlino e fragile, è costretto a faticare!Altro cambiamento: il padre scende, ilfiglio sale. Quand’ecco che li vede unanziano e dà fuori di matto: “Chemondo è mai questo, dove i giovani man-cano di rispetto ai vecchi! Che schifo, unragazzo nel pieno delle forze non cede ilposto al vecchio padre!”.Morale: Non puoi piacere a tutti. Perquanto ti impegni, per quanto ce lametti tutta ci sarà sempre chi avrà daridire, disapprovare e accusare.

l’approfondimento

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La cesota de RocalPer na grazia ricevutael Gaudenzio da Zimonel g'ha dedicà la vitae sta bela Costruzion.

Bisogn farghe i complimentia la bona volontà,ascoltando i sentimentiquesta el n'ha regalà.

El caratter combattivo,quelo sì l'ha dimostrà,de coraggio no l'è privoe ogni porta ha spalancà.

La bellezza del progettol'ha senz'altro aiutàa permetter che l'oggetto'l vegnissa autorizà.

A chiunque che la vedeno ghe resta che amirarquel che zent con 'n po' de fedeha saèst realizar.

Na Cesota de montagna,a Rocal la è ubicada,

se la trova lì solagnaa passar lì dre a la strada.

Penso che ognun che passa,de matina opur de sera,i se ferma e i se rilassae che scampa na preghiera.

'N den bel posto l'è sortida,bella come costruzion,da "artisti" rifinida,degna de ammirazion.

Anca 'l campanil ghe dona,bel e ben proporzionà,l'è ammirà da ogni personache lo osserva da 'ncantà.

San Maurizio l'è 'l Patronode sta nova Costruzion,e da El spettan el donode na santa protezion.

Cossì 'l bosc che prima l'era,adès l'è stà trasformàen den luogo de preghieraper chi passa…e passerà.

di IVO CONDINI MOSNA

I coscritti di fra Marco Larentis in visita alla chiesetta nell’estate 2013

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6/7/8 giugno 2014Sagra di san Modesto

Organizzata dal Circoloparrocchiale san Modesto -

Associazione NOI

Non mancare neanche quest'an-no alla spettacolare sagra del

paese. Inizieremo il venerdì con lacena a tema "caldo latino" su prenotazione. Sabato allieteranno la serata "IValentinos" (già molto conosciuti in paese) e domenica sera "Eros Valbusa". Nonpotranno mancare i giochi del palio per i ragazzi e bambini e le varie attrazionicon i gonfiabili e il vaso della fortuna. Cibo, dolci, bevande e tanto altro… Segna in agenda e non mancare…

la sagra di Aldeno

Domenica 6 aprile si è tenuta l’assemblea del NOI ed è stato rinnovatoil direttivo per i prossimi 4 anni. Un grazie a chi ha lavorato, e bene,

fino ad adesso e un augurio alla nuova compagine!

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ieProposte estate 2014Campeggioper le elementaria Tiarno di SottoDalla seconda alla quinta elementareDa giovedì 31 luglio a giovedì 7 agosto. Euro 180 Campeggioper le mediea Tiarno di SottoDa lunedì 21a martedì 29 luglio. Euro 200

Chi non fosse ancoraiscritto all'AssociazioneParrocchiale NOI deveversare anche i 10 euro

di quota annuale

Nome e cognome

classe frequentata

nato il

via paese

e-mail

n° di tel. cell. firma di un genitoreo di un responsabile

MODULO DI ISCRIZIONE ELEMENTARI - MEDIE

All’iscrizione versa la relativa quota

TROVI ALTRI TAGLIANDI IN CHIESA

TRASPORTO IN PULLMANSEGNALARE EVENTUALI PROBLEMI, ALLERGIE, INTOLLERANZE

RITAGLIARE

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Campeggio per i piccoliDa alcuni anni si rinnova la tradizione del

campeggio per i bambini più piccoli dellenostre parrocchie, scuola materna e prime eseconda elementare. Per molti di loro si trattadella prima esperienza lunga (ben tre notti)senza i genitori. Il campeggio sarà a Garniga Terme nella casa dei campeggi da mer-coledì 11 giugno alle ore 15, fino a sabato pomeriggio alle ore 16 con preghiera efesta dei genitori (trasporto a carico dei genitori). Per iscriversi basta compilare il tagliando sottostante entro il 31 maggio 2014, conse-gnarlo in canonica possibilmente nelle ore d'ufficio (9-11 dal lunedì al venerdì) e ver-sare la quota all'atto di iscrizione. La casa permette l'iscrizione di 35 bambini e bam-bine. Affrettatevi. La quota di iscrizione è di 80 Euro.

I bambini/e diseconda ele-mentare pos-sono parteci-pare anche alcampeggio diTiarno per ibambini delleelementari.

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Nome e cognome

classe frequentata

nato il

via paese

e-mail

n° di tel. cell. firma di un genitoreo di un responsabile

MODULO DI ISCRIZIONE PICCOLI

All’iscrizione versa la relativa quota

TROVI ALTRI TAGLIANDI IN CHIESA

TRASPORTO A CARICO DEI GENITORI

EVENTUALI PROBLEMI, ALLERGIE, INTOLLERANZE DA SEGNALARE

RITAGLIARE

i campeggi per i piccoli

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Chi erano costoro? Animali parlanti nella Sacra Scrittura

La Bibbia non è un libro di favole. Per i credenti non lo è proprio. Nella Bibbia glianimali non parlano, come invece accade nelle favole, se non in due soli casi e tutti

e due nella Torah:il serpente, in Genesi 3, l’asina di Balaam, in Numeri 22.Il primo era la bocca con cui parlava Satana il tentatore, colui che porta divisione perantonomasia, infatti . secondo latradizione, il maligno, il diavo-lo, si cela dietro a questa creatu-ra astuta che convince Eva amangiare del frutto dell’alberoche sta nel mezzo del giardino.Nel mondo perfetto in cui vive-vano Adamo ed Eva tutto èarmonia ma il serpente, con lesue parole ambigue e tentatrici,crea divisione tra Dio e l’uomo.La parola «diavolo» deriva dalgreco e significa proprio «coluiche divide». Il serpente, infatti,convince Eva che non c’è errorenel conoscere il bene e il male,cioè nell’essere come Dio.Questa creatura che striscia,quindi, rappresenta la continuatentazione di metterci al postodel Creatore; da qui la «beata colpa» di Adamo che provocò la caduta e fu causadell’Incarnazione per poter consentire la ripresa della sua crescita. Al serpente parlò ilSignore, maledicendolo.Anche all’asina il Signore parlò attraverso un suo angelo.Nel libro dei Numeri, al capitolo 22, c’è il racconto di un uomo, Balaam, che ha la for-tuna di riuscire a sentire la voce del proprio animale, un’asina. Un evento che accadedopo che, per ben tre volte, il padrone non ha capito cosa gli voleva dire con il suocomportamento la povera bestia. Totalmente diverso, è il ruolo dell’asina di Balaam,

Il messaggio potrebbe essere questo: la naturaalle volte ci mette alla prova, ma se sappiamo

ascoltare davvero sapremo capire qual è lastrada che ci viene indicata dal Signore.

Infatti, appena Balaam con l’asina si avvicina alterritorio di Moab alla piana del Giordano si pre-senta l’angelo del Signore con la spada sguaina-ta in mano e «L’asina, vedendo l’angelo delSignore che stava sulla strada con la spadasguainata in mano, deviò dalla strada e cominciòad andare per i campi. Balaam percosse l’asinaper rimetterla sulla strada.» (Numeri 22,23)Il racconto ci dice che l’asina ascolta e compren-de il Signore e parla a Balaam.Balaam, il più grande degli indovini dei popolistranieri, in definitiva ne sa meno di un asino;questa pare essere l’insegnamento che se nededuce.a

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che parla solo per far ragionare il padrone e condurlo sullagiusta strada, quella della volontà di Dio. Il risultato delleparole dell’animale, insomma, è totalmente opposto, perchéavvicina l’uomo al Creatore. La storia è questa: un re paga-no aveva mandato a chiamare Balaam perché maledicesse ilpopolo di Israele, che stava per occupare le sue terre.L’uomo, però, crede nello stesso Dio di Israele e perciò fasapere che andrà dal re ma farà solo quello che gli dirà ilSignore. Dio gli dà il permesso di andare ma per strada l’a-sina devia dalla strada o si ferma per tre volte: davanti a lei, infatti, appare un angeloche la blocca. Alla fine Balaam, che non capisce cosa stia succedendo, picchia l’asina.Per intervento di Dio, allora, la bestia si rivolge al padrone e gli fa notare che lei nonsi è mai comportata così e quindi le sue stranezze dovrebbero farlo pensare. A quelpunto Balaam capisce e vede l’angelo, che lo avverte di andare pure dal re ma di faresolo ciò che vuole il Signore. Forse l’animale ha parlato davvero, o forse Balaam havisto il suo stesso pensiero riflesso negli occhi dell’asina. Di certo in questo caso la

creatura ha visto ben più delpadrone ed è stata in grado dicogliere la presenza di Dio.Il racconto biblico si svolge altempo di Mosè: Il popolod’Israele, uscito dall’Egittosotto la guida di Mosè, dopol’episodio delle acque diMeriba, il re di Edom nonconsentì loro il passaggio(Numeri 20).Morto Aronne (Numeri 20),vinti a Corma nel Negheb iCananei, ed aggirato il paesedi Canaan, dopo l’episodio delserpente di rame (Numeri 21)Israele si accampò nelle step-pe di Moab nei pressi diGerico, ma oltre il Giordanosotto le pendici del monteNebo.Il re di Moab Balak ebbepaura di quel popolo e mandò

a chiamare un indovino che abitava a Petor sull’Eufrate, che però non si sa come e per-ché credeva in Iahwèh (Numeri 22,18) per maledire quel popolo convinto che se fossestato maledetto l’avrebbe potuto vincere. L’indovino era Balaam, figlio di Beor.Nella tradizione ebraica si dice che fosse nipote di Labano e che fu grande profetamedianità, come fu Mosè per gli Israeliti.Dice un midrash di Balaam, Giobbe e Jetro, poi suocero di Mosè, essere stati consiglie-ri del faraone quando decise di far morire nel Nilo i neonati maschi degli ebrei, Jetrosi oppose e lasciò l’Egitto, Giobbe stette muto, ma Baalam fu favorevole.

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Il racconto però comporta anche un’altra nozioneGli animali sono in grado di parlare col Signore.Il Signore non è in lite con gli animali tanto che al ver-setto 33 dice «Tre volte l’asina mi ha visto ed è uscita distrada davanti a me; se non fosse uscita di strada davan-ti a me, certo io avrei già ucciso te e lasciato in vita lei.»Nel caso specifico si può dedurre, e forse volutamente èper estrapolare:- ci fu un tempo in cui gli uomini s’intendevano con gli

animali, ma ciò non è più; - l’animale è più amico dell’uomo di quanto l’uomo del-

l’animale;- l’animale sente con maggiore spontaneità dell’uomo il

proprio Creatore.Nell’immaginario ebraico perciò gli animali nell’Edenparlavano tra loro, con il Signore e con l’uomo.Ecco perché Salomone, il sapiente per antonomasia, cheall’inizio del suo regno aveva appunto chiesto in dono alSignore (1 Re 3) la saggezza per governare, si diceconoscesse la lingua di tutti gli animali.

la Sacra Scrittura

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carnevale 2014

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Gina Contved. Rossi

di anni 85 Cimone 29/12/2013

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Ivo Lenzidi anni 67 Aldeno 09/12/2013

Marco Debiasidi anni 76 Aldeno 17/12/2013

Loredana Pifferin Frizzi

di anni 67 Cimone 03/01/2014

Sergio Bisestidi anni 93 Aldeno 10/01/2014

Romano Beozzodi anni 93 Aldeno 12/01/2014

Silvano Zandonaidi anni 66 Aldeno 08/01/2014

Angelina Zanlucchived. Coser

di anni 84 Garniga Terme 30/01/2014

Ines Dellaived. Ruzz

di anni 85 Aldeno 31/01/2014

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Luciano Battistidi anni 63 Aldeno 08/02/2014

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idefunti delle nostre parrocchie

GiovanniBattistaMarcolla

di anni 59 12/03/2014

CarloMalnech

di anni 73 19/01/2014

I DEFUNTI DA FUORI PAESE

Mario Coserdi anni 84 Cimone 31/01/2014

Primo Zanlucchidi anni 91 Garniga Terme

07/03/2014

Erminia Maistridi anni 88 Aldeno 22/03/2014

Mario Peterlinidi anni 92 Aldeno 24/02/2014

Miria Linardived. Linardi

di anni 84 Cimone 15/03/2014

Marcella Baldoved. Baldo

di anni 95 Aldeno 21/03/2014

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GIOVEDI’ SANTO 17 APRILESanta Messa in «Cena Domini» con la lavanda

dei piedi alle ore 20 ad Aldeno

VENERDI’ SANTOPassione del Signore alle ore 15 ad Aldenoalle ore 20.00 Via Crucis a Garniga Terme

SABATO SANTOSolenne veglia Pasquale

alle 21.00 ad AldenoDOMENICA DI PASQUA

Come festivo (senza la Messa alle ore 20.00)

PASQUETTACimone Ore 9.30Garniga Terme Ore 10.30Aldeno Ore 10.30

ORARI PARTICOLARI PER LA SETTIMANA SANTA

Aldeno ore 15.00 e alle ore 20.00Cimone ore 9.30

Garniga Terme ore 10.30

DOMENICA DELLE PALME13 APRILE

Siamo arrabbiati con qualcuno?Preghiamo per quella persona.Questo è amore cristiano!...Quanto male fannole chiacchiere...

Papa Francesco