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2 MAGGIO_AGOSTO_2014 In copertina: Vista su Ortles e Gran Zebrù dalla via normale al Cevedale. Anche quest’anno ritornano le serate di intrattenimento nell’accogliente ambiente di Piazza Nenni (ex Molinella). Il programma delle tre serate, organizzate in collaborazione con I Visionari, è il seguente: Giovedì 10 Luglio: Stefano Franceschetti, cacciatore naturalista, trentino di nascita e bolognese di adozione, ci accompagnerà “ Alla scoperta della fauna del nostro Appennino” attraverso le emozionanti foto ed i filmati ottenuti con buona attrezzatura, appostamenti “fortunati” e soprattutto... tanta, tanta pazienza, in un ambiente da noi tanto frequentato e amato. Giovedì 17 Luglio: Fulvio Beltrando e Roberto Tibaldi presentano “Una Montagna di Emozioni”, serie di multivisioni col seguente programma: La magia dell’istante di Fulvio Beltrando Tutti i colori della Luce di Roberto Tibaldi Fragile vitalità di Fulvio Beltrando Un Parc comme un Ecrin di Roberto Tibaldi Microcosmo di Fulvio Beltrando Terra di Roberto Tibaldi Ho viaggiato dentro un’emozione di Fulvio Beltrando. Infinito di Roberto Tibaldi Giovedì 24 Luglio: Una serata di Foto e Video per tutti i gusti a cura di Carlo Conti “I Visionari”. Tutte le serate si svolgeranno in Piazza Nenni (ex Molinella) con inizio alle ore 21,30. 21,30. 21,30. 21,30. 21,30. Programma de i Visionari 5 ANNUNCIO IN ANTEPRIMA La Sezione intende organizzare per il periodo Gennaio/Febbraio 2015 un Corso di Escursionismo in ambiente innevato. Per capi- re come affrontare la montagna in inverno con l’uso delle racchette da neve (ciaspole) in si- curezza divertendosi.Tutti gli interessati posso- no fare una pre iscrizione in Sede dove è pos- sibile visionare il programma di massima a partire da Giovedì 4 Luglio 2014. rivista 2_2014.p65 30/05/2014, 21.28 2

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bollettino n. 4 (1)

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2MAGGIO_AGOSTO_2014

In copertina: Vista su Ortles e Gran Zebrù dalla via normale al Cevedale.

Anche quest’anno ritornano le serate di intrattenimento nell’accogliente ambiente di Piazza Nenni (exMolinella). Il programma delle tre serate, organizzate in collaborazione con I Visionari, è il seguente:

Giovedì 10 Luglio: Stefano Franceschetti, cacciatore naturalista, trentino di nascitae bolognese di adozione, ci accompagnerà “““““Alla scoperta della faunadel nostro Appennino” attraverso le emozionanti foto ed i filmati ottenuticon buona attrezzatura, appostamenti “fortunati” e soprattutto... tanta, tantapazienza, in un ambiente da noi tanto frequentato e amato.

Giovedì 17 Luglio: Fulvio Beltrando e Roberto Tibaldi presentano“Una Montagna di Emozioni”,serie di multivisioni col seguente programma:

La magia dell’istante di Fulvio BeltrandoTutti i colori della Luce di Roberto TibaldiFragile vitalità di Fulvio BeltrandoUn Parc comme un Ecrin di Roberto TibaldiMicrocosmo di Fulvio BeltrandoTerra di Roberto TibaldiHo viaggiato dentro un’emozione di Fulvio Beltrando.Infinito di Roberto Tibaldi

Giovedì 24 Luglio: Una serata di Foto e Video per tutti i gusti a cura di Carlo Conti“I Visionari”.

Tutte le serate si svolgeranno in Piazza Nenni (ex Molinella) con inizio alle ore 21,30.21,30.21,30.21,30.21,30.

Programma de i Visionari 5

ANNUNCIO IN ANTEPRIMALa Sezione intende organizzare per il periodoGennaio/Febbraio 2015 un Corso diEscursionismo in ambiente innevato. Per capi-re come affrontare la montagna in inverno conl’uso delle racchette da neve (ciaspole) in si-curezza divertendosi.Tutti gli interessati posso-no fare una pre iscrizione in Sede dove è pos-sibile visionare il programma di massima apartire da Giovedì 4 Luglio 2014.

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EditorialeCari Soci, sono da poco terminate le celebrazioni dei 150 anni del CAI e, da soli tre anni, quelle dei150 anni dell’unita d’Italia; nel 2014 ricorre il 100 anniversario dello scoppio della Prima GuerraMondiale. Il conflitto ebbe inizio il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell’Impero Austro-Ungarico alla Serbia dopo l’ormai famoso assassinio di Sarajevo dell’Arciduca Francesco Ferdinan-do d’Asburgo.Il conflitto che l’allora Papa Benedetto XV definì: una inutile strage e suicidio dell’Europa civile, pro-vocò 9 milioni di morti, nei campi di battaglia, e circa 7 milioni di vittime civili, queste, dovute anchealle carestie e alle epidemie.Il conflitto non risolse certamente le tensioni tra gli stati, non diede risposte alle legittime aspirazionidi tanti popoli e peggio nel peggio, complice una pace troppo dura per i vinti, tragicamente, gettò lebasi per la successiva ed ancor più sanguinosa Seconda Guerra Mondiale.La guerra, sul fronte italiano, si svolse soprattutto ad alta quota, sulle Alpi centro-orientali, e questoha prodotto una vicinanza tra quegli avvenimenti bellici e gli appassionati di montagna.Tanti Soci hanno certamente già percorso sentieri, gallerie e vie ferrate che le truppe alpine di entram-bi gli schieramenti hanno scavato, attrezzato e percorso in quei lunghi anni di guerra, ma nel prossi-mo periodo 2014-2018 proporremo uscite nei luoghi dove si è combattuto, dedicate proprio al ricor-do di quei tragici avvenimenti e mi piacerebbe che vi partecipassimo con l’atteggiamento di chi vuolcomprendere quei fatti senza esaltazioni o glorificazioni; il termine celebrazione, in questo caso, nonsembra appropriato.

Il PresidenteEttore Fabbri

La sezione del C.A.I. di Faenza è posta in Via Campidori, 28 (sede Rione Rosso).Tel. 0546 22966 - La Sede Sociale della Sezione è aperta a tutti il

giovedì dalle ore 20,30 alle ore 23,00 ed il sabato dalle ore 10,00 alle ore 12,00.giovedì dalle ore 20,30 alle ore 23,00 ed il sabato dalle ore 10,00 alle ore 12,00.giovedì dalle ore 20,30 alle ore 23,00 ed il sabato dalle ore 10,00 alle ore 12,00.giovedì dalle ore 20,30 alle ore 23,00 ed il sabato dalle ore 10,00 alle ore 12,00.giovedì dalle ore 20,30 alle ore 23,00 ed il sabato dalle ore 10,00 alle ore 12,00.

SEDE E ORARI DELLA SEZIONE C.A.I. DI FAENZA

È possibile effettuare le iscrizioni e rinnovare l’adesione al club:A FA FA FA FA FAENZA:AENZA:AENZA:AENZA:AENZA: Presso la Sede Sociale negli orari sopra indicati;

Presso la Ferramenta Chesi, Centro Commerciale Cappuccini, Via Canal Grande,Tel. 0546 21616 (ore negozio);

A TREDOZIO:A TREDOZIO:A TREDOZIO:A TREDOZIO:A TREDOZIO: Presso Gabriele Ferrini, Via XX Settembre, 65 - Tel. 0546 943929;A RUSSI:A RUSSI:A RUSSI:A RUSSI:A RUSSI: Presso Ballardini Luigi, Via Molinaccio, 61 - Tel. 339 2625666;A RIOLO TERME:A RIOLO TERME:A RIOLO TERME:A RIOLO TERME:A RIOLO TERME: Presso Piero Pasini, Via Zauli, 9 - Tel. 0546 70871.

Informazioni sull’attività della Sezione:A FA FA FA FA FAENZA:AENZA:AENZA:AENZA:AENZA: nella bacheca di Via Severoli (angolo palazzo comunale di fronte alla Pretura).A TREDOZIO:A TREDOZIO:A TREDOZIO:A TREDOZIO:A TREDOZIO: nella bacheca di Via XX Settembre.A RUSSI:A RUSSI:A RUSSI:A RUSSI:A RUSSI: nella bacheca di Piazza Dante, Sede Banca S. Geminiano e S. Prospero.A CASTEL BOLOGNESE:A CASTEL BOLOGNESE:A CASTEL BOLOGNESE:A CASTEL BOLOGNESE:A CASTEL BOLOGNESE: nella bacheca di Via Garavini (di fronte Credito Romagnolo),

con informazioni presso il Sig. Sportelli Domenico, Via Giovanni XXIII, 333.A RIOLO TERME: A RIOLO TERME: A RIOLO TERME: A RIOLO TERME: A RIOLO TERME: nella bacheca di Via Aldo Moro (di fronte al Comune)

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Albania 1914 - Albania 1940/41 - Albania 2011Salita sul monte Tomorrit

(Segue)

Di buon’ora l’indomani arriva Genti con il Mitsubishi, èuna splendida giornata, fa caldo ma il tenore di umidità èmolto contenuto, all’orizzonte il Tomorrit si manifesta im-ponente con tutte le creste e le cime scoperte. Sosta per gliapprovvigionamenti viveri nel fornito supermercato in cen-tro e poi via direzione Corovode su strada asfaltata ma molto

mal messa. Arriviamo a Polican. A Polican c’è una serie distabilimenti, edifici grigi lugubri, per gli operai, squadrati,tutti fatiscenti, facevano parte di una delle tante fabbrichedi armi del vecchio regime, assaltate dalla popolazionedurante la rivolta, che fece man bassa delle armi e muni-zioni. Ora è in corso la bonifica della zona. Genti non co-nosce la strada, io ho vecchie cartine IGM al 25.000 del1941 e l’altimetro del GPS. Dopo Polican sulla sinistra èsegnata una mulattiera ora trasformata in carrareccia. La-sciamo la strada asfaltata ed iniziamo ad arrampicarci conle quattro motrici innestate, siamo a 450 m s.l.m. La stradaè frequentata da grossi autocarri che portano a valle pietreda costruzione estratte dalle numerose cave create nellamontagna. Attraversiamo il povero villaggio di Bargullassegnato sulla carta, poche case basse, un edificio lungo acapannone che funge da scuola, cani ovunque che abbaia-no e ringhiano. Bambini e giovani, tanti giovani che si in-contrano in tutto il paese, ci guardano sorpresi: il passag-gio di un fuoristrada con turisti è un evento eccezionale.Lo spettacolo si fa imponente. In basso si domina la valledell’Osum che s’allarga a valle di Berat in ampie fiumaresassose, mentre nella parte alta si restringe dando origine

a gole e forre strette con salti d’acqua argentea. L’ambienteè brullo, la vegetazione arborea è scarsa, conseguenze deldiboscamento intensivo e degli incendi incontrollati chevengono accesi durante la stagione estiva. Il Tomorrit è unmassiccio calcareo a forma di ellissoide, la cima più alta èla Tomorrizza Maja (oggi (Cuka Partizan), a m.2416, chedivide il bacino del fiume Osum da quello del fiume Devoiche contorna da nord la montagna. La cresta del Tomorrit è

formata da una serie d’altopiani mammellonari dove la neveresta a lungo, con frequenti canaloni e doline. Il paesaggioè aspro, severo, scarsamente popolato, arido e assolatonella stagione estiva, non ci sono sorgenti, l’acqua penetrasubito in profondità nelle rocce calcaree. Attualmente l’areaè decretata Parco Nazionale (solo sulla carta!) ed è il piùvasto del paese. Le pendici sono ricoperte da pascoli uti-lizzati nella stagione primaverile per la pastorizia, punteg-

di Luigi Melloni

Cima M. Tomorrit. Sullo sfondo la tomba di Abbas, in primopiano il tricolore italiano.

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Marzo 1941 il trasporto a spalla dei pezzi. Marzo 1941 pezzi dell'obice in cima al M.Tomorrit

giano i prati spinosi cardi rosso-violetto frequentati dapotosie, coleotteri dal colore bronzeo - metallico, grossiortotteri tettigonidi friniscono sulle graminacee rinsecchi-te e neanidi, ninfe e adulti saltano via appena ci si avvicina.Nelle parti più impervie e rocciose, sono presenti forma-zioni endemiche di secolari pini loricati, con le chiome abandiera piegate dal vento. L’ambiente è ideale per la nidi-ficazione di numerosi rapaci tra i quali l’aquila reale, divulturidi come i grifoni e sembra ancora presente il rarogipeto. Il lupo e l’orso bruno sono specie comuni e fre-quenti su queste montagne. Ai piedi della montagna colti-vano poche viti dalle quali si ricava il famoso vino rossoCobo, e dai vitigni endemici Ebauda e Beratit ancora pococonosciuti ma di alte qualità organolettiche, si estraggonoi rispettivi vini.La strada passa dietro alla montagna, si arriva al conventodi Tege, siamo a quota 1750. Il convento è in restauro, unasquadra d’operai sta approntando il muretto di recinzione,il convento è utilizzato per riti bektashi, nei pressi sorgevaun cimitero militare italiano, i resti dei soldati furono esu-mati e rimpatriati nel 1960. Mancano 7 chi-lometri alla cima, con ripidissimi tornanti agomito finalmente siamo alla meta. Siamosulla cima a 2396 metri, è il primo agosto2011, c’è vento e nuvole basse, un nevaioresiduo presso la cresta, una cappellettacontiene la tomba di Ali Abaz, predicatoremulsumano, santificato e venerato dai cre-denti bektashi, con cerimonie e sacrifici diagnelli e pecore, in riunioni collettive e pro-cessioni alla cima che si ripetono tutti glianni dal 20 al 25 agosto. Sotto alla cimas’apre un’opera fortificata, costruita dal dit-tatore Hohxa, di alcune centinaia di metri,che scende all’interno della montagna. En-tro con la torcia, posti di guardia, camere,depositi, magazzini, scale, sono tutte in per-fetto stato e ogni cosa è stata già da tempo

trafugata, la cima fu considerata obiettivo militare strategi-co e per anni esclusa e vietata a tutti. Dalla cima nelle gior-nate chiare si può vedere il mar Adriatico, c’è la possibilitàdi proseguire lungo la linea di cresta fino alle altre vette.Un limitato sentiero in quota, appena accennato, indica ilpercorso. Esaminando la cartina IGM 1941 ci sono traccedi sentieri che scendono a valle verso Polican, ma sonopassati 70 anni, come fidarsi in un ambiente sconosciuto?Certo la voglia di camminare, di esplorare questa monta-gna è tanta, ma qui domina ancora la natura sovrana, poisiamo in agosto, non è la stagione adatta per salire su que-ste montagne. Le condizioni meteo possono essere moltovariabili anche d’estate, il Tomorrit è un “muro” di oltre2000 metri che s’innalza davanti alla valle del fiume Osume repentinamente durante la mattinata si formano nubi cheavvolgono la cima e vento che abbassano la temperatura,frequenti sono anche i temporali e ci si può trovare in seriedifficoltà non essendo contrassegnati i percorsi. Altro pe-ricolo da non sottovalutare, i cani dei pastori che vigilanosulle greggi possono rivelarsi aggressivi, e molto territo-

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riali, verso incauti camminatori che transitano nei paraggi.Come base di appoggio si può optare per Berat, dove nonmancano hotel, bed&breakfast, ristoranti tutti nuovi, moltoeconomici, e negozi con ottimi servizi, ufficio postale, far-macie, cambi, servizi internet. La cartografia è ancora ine-sistente, mappa stradale della FMB di Bologna “Albaniaall’1/300.000”, “Freytag&Berndt Albanien all’1/400.000wvw.freytagberndt.com”, oppure le vecchie carte militariIGM aggiornate al 1941, reperibili presso l’Istituto Geo-grafico Militare di Firenze.In un prossimo futuro questo massiccio potrà offrire note-voli possibilità escursionistiche, da considerare nello svi-luppo turistico del paese.Su questa cima nel marzo del 1941 era posizionata la 223o

batteria del gruppo Belluno della divisione Pusteria checontrobatteva le alture del vicino Kulmakes e il sottostanteconvento di Tege in mano ai greci. Cruente battaglie si ve-rificarono per impedire l’avanzata greca, in prima linea nelletrincee improvvisate, gli alpini del Feltre, del Belluno, delCadore e fanti della Pescara. Gli alpini passarono due mesisu queste cime in mezzo alla neve, sopportando bufere etemperature polari, alloggiando in trune, con i viveri chearrivavano congelati e solo saltuariamente dal fondovalle,portati con i muli e poi a spalla (da Polican alla cima cisono 20 km con 1946 metri di dislivello!), inimmaginabilile sofferenze patite riportate nei memoriali, nei diari e rac-contate dai reduci. Con la neve, per scendere al fiume Osumoccorrevano due giorni di cammino, come indicato nelletestimonianze degli artiglieri Salvatore Golfari di Bagnaca-vallo, Terzo Contoli di Faenza, del sottotenente Antonio Bosidi Castel Bolognese, del tenente Fernando Tabelli di Roma,ecc. (vedi il libro sugli Artiglieri Alpini già ricordato).Sulla cima ho trovato un gagliardetto con il tricolore italia-no posizionato dagli alpini del Gruppo di Bassano del Grap-pa in ricordo degli alpini caduti.“...In terra nemica, vincitori. L’eco della vittoria volerà finoa te e potrai riposare contento. Forse non ci vedrai mai più.

A poco a poco spariranno da te le nostre tracce, crolleran-no i muretti, crolleranno i rifugi, spariranno i sentieri, gliappostamenti, le buche. Il tempo cancellerà tutto. Ma nondimenticheremo. E qualche cosa di noi resterà sempre conte. Con te staranno in eterno i nostri fratelli morti, i miglioritra noi, quelli che tu hai visto combattere e morire. Vegliasu di essi. Addio Tamari!”

Ten, M. Pilla22o batteria Artiglieria AlpinaGruppo Belluno Fronte greco - albanese“Quando sul Tomori tuonava il cannone, un ricordo di quota1508”.Da “L’Alpino”, maggio 1970.

Per non dimenticare! Così recita la scarna ma signifi-cativa epigrafe posta sul monumento che, sulla cima del-l’Ortigara, ricorda i combattimenti che nella prima guerramondiale insanguinarono quella brulla e aprica montagnaai bordi dell’altipiano di Asiago, le stesse parole mi sonovenute alla mente mentre spaziavo con emozione sul Kul-makes, il Sirakut, i vicini roccioni di Selanij, Bargullas,Dobrushe, il fiume Osum...: per non dimenticare!PS. Rientrato a casa inviavo una mail al Gruppo Alpini diBassano con la foto del loro gagliardetto ripreso sulla cimadel Tomorrit. La sera del 18 agosto ricevevo una graditis-sima telefonata dal dott. Giandomenico Pagnacco di Pa-dova. Aveva deposto il piccolo tricolore in memoria delpadre Bruno, sottotenente del 7o Reggimento Alpini, Batta-glione Belluno, Div. Pusteria, combattente su quella cima!

Le foto storiche sono tratte dal libro “Artiglieri Alpini 2223 24 batterie gruppo Belluno 1938-1943. Testimonian-ze e foto degli artiglieri romagnoli”. A cura di Luigi Mello-ni, Giovanni Vinci, Franco Orselli. Ed. Carta Bianca,Faenza [email protected] per gentile concessione de-gli autori.

Marzo 1941 la 23 Compagnia schierata in cima alM.Tomorrit.

Marzo 1941 artiglieri all'interno di una truna.

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Tra le località diAldino e Redagnoil “Bletterbach”,chiamato ancheRio delle Foglie,ha modellato una

delle gole più imponen-ti e geologicamente piùinteressanti dell’ AltoAdige e d’ Europa.Il canyon è noto per glistraordinari e imponentiaffioramenti di roccevulcaniche e sedimen-tarie.Da un punto di vistamorfologico, il Bletterbach ben testimonia i pro-cessi di modellamento derivanti dall’erosione delleacque.Da un punto di vista geologico, il Bletterbach (Pa-trimonio Unesco dal 2009) è un sito geologico uni-co: sulle sue rocce sono descritti 250 milioni di annidel nostro pianeta.I colori delle rocce mettono in luce una storia che vadal Permiano Superiore al Triassico Medio: quellegrigie testimoniano l’intensa attività vulcanica, men-tre quelle arenarie di colore rosso e le argille rac-contano dell’avanzata e del successivo ritiro del maretropicale.La straordinaria presenza di fossili di rettili, ammo-niti, anfibi e pianterende il Bletterbachuno dei più impor-tanti depositi delperiodo Permiano almondo.Negli strati di pietra

arenaria della Val Gardena sono state trovate orme disauri, tracce ben conservate di parti di piante, i nu-merosi resti di pasti di animali e le buche scavate nelsuolo testimoniamo il mondo vegetale e la vita dellaterra.I fossili dei sedimenti marini, come ammoniti, gaste-

ropodi e cefalopodi, raccontano la vita dei mari tropi-cali dell’epoca.Nel canyon del Bletterbach ci sono pietre di tutti i co-lori e di tutte le dimensioni.

Il sabato una gui-da ci accompa-gnerà nella visitadel Geoparc Blet-terbach; sarà inol-tre possibile visi-tare il museo ge-ologico.L’escursione potrà essere effettuata solo in caso diassenza di acqua nel fondo del torrente, dove appun-to si camminerà; è inoltre obbligatorio l’uso del ca-sco fornito sul posto.

Tempo a disposi-zione permettendo,si potrà visitare ilsantuario di Pie-tralba.

La domenicaescursioni sull’Al-

pe di Pampeago – Monte Agnello

In caso di necessità le escursioni delle due giornatepotrebbero essere invertite.Per ogni altra informazione e curiosità:www.bletterbach.info.it

Sabato 27 e domenica 28 settembre 2014:Bletterbach – Rio delle foglie

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Alcune foto delle nostre gitedi Maurizio Solaroli, con foto di autori vari

Come di consueto, inseriamo in queste pagine un brevis-simo resoconto delle uscite fino a qui effettuate, accompa-gnate da alcune foto scattate dai partecipanti.Senza nulla togliere alle numerose uscita domenicali suisentieri dei nostri Appennini, fra l’altro quasi tutte con unabuona partecipazione di Soci, inserisco di seguito solo leuscite di più giorni.Certo questo inverno la neve si è fatta attendere parecchio,ma quando è arrivata...Specie sulle Alpi ne è venuta giù anche troppa, con i rela-tivi problemi che la troppa abbondanza si tira dietro. Cosìin queste foto vediamo un discreto gruppo di Soci che ne-

gli ultimi giorni di gennaio, durante una settimana bianca,hanno avuto i loro problemi a ritrovare le auto. (Foto 1). (Foto 1). (Foto 1). (Foto 1). (Foto 1).L’abbondante nevicata ha poi creato problemi all’uscita pro-grammata per il 22 e 23 febbraio, vedendoci costretti amodificare in parte gli itinerari previsti, causa pericolo va-langhe. Due giorni sui dolci saliscendi del gruppo delleOdle, il primo così così, il secondo con tempo splendido.Molto apprezzato il primo giorno il ritorno a valle dallaMalga Gampen in sella a slittini (Foto 2/3).(Foto 2/3).(Foto 2/3).(Foto 2/3).(Foto 2/3).

E’ carnevale, ed al muro Yellowstone si arrampica in ma-schera (Foto 4).(Foto 4).(Foto 4).(Foto 4).(Foto 4).Saltiamo quasi un mese, e la neve è ancora tanta, quindi siparte: 14/16 marzo, tre giorni di ciaspole in Valle D’Aosta,tre giorni di sole pieno, con relativa abbronzatura. Mentreil venerdì e la domenica le escursioni sono tranquille, cau-

sa i viaggi, il sabato abbiamo fatto veramente un giro to-sto; chi è arrivato in cima alla forcella, ha potuto godere diun panorama a 360 gradi (Foto 5)(Foto 5)(Foto 5)(Foto 5)(Foto 5).Finalmente arriva la primavera, quindi niente di meglio chepercorrere i sentieri a balcone sopra il lago di Garda, daSalò a Toscolano Maderno, immersi in ambienti vari che

Foto 1

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Foto 4

Foto 5

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spaziano dalle praterie fiorite ai boschi di lecci e castagni(Foto 6).(Foto 6).(Foto 6).(Foto 6).(Foto 6).Il 25 aprile, in occasione della ricorrenza dei 70 anni dellafine della seconda guerra mondiale, abbiamo percorso isentieri della battaglia partigiana nella vallata del Rovigo.Alcuni Soci hanno illustrato ai partecipanti i vari avveni-menti bellici svoltisi nelle tante case che abbiamo incon-trato lungo il cammino. Poi nel primo pomeriggio un vio-

lento e lungo acquazzone ci ha fatto battere in una veloceritirata strategica (Foto 7).(Foto 7).(Foto 7).(Foto 7).(Foto 7).La concomitanza con numerose festività infrasettimanali

di fine aprile, ci ha permesso domenica 27 di compiere latraversata da Spello ad Assisi, attraverso il monte Subasio,sulle orme di S. Francesco. Anche qui dopo mezzogiorno,minacciosi nuvoloni neri si sono appoggiati alle monta-gne. Tuoni, fulmini, grandine nebbia fitta, non ci siamo fat-ti mancare niente.Devo ammettere che non è stato facile,sui pratoni sommitali, ritrovare il sentiero giusto per scen-dere ad Assisi, bagnati fino alle mutande, senza perderenessuno (Foto 8).(Foto 8).(Foto 8).(Foto 8).(Foto 8).

4 Maggio, uscita in ferrata, per la prima volta siamo nelbresciano ad affrontare questa ferrata non difficile, ma conalcuni tratti “tosti” che hanno impegnato non poco alcunipartecipanti (Foto 9).(Foto 9).(Foto 9).(Foto 9).(Foto 9).Domenica 11 maggio, finalmente una bella e calda gior-nata di sole, per fortuna soffia anche un forte vento, perchésiamo bassi di quota, infatti l’uscita è al Contrafforte Plio-cenico sopra Sasso Marconi. Grandioso giro, abbastanza

lungo, fra Badolo e Monte Adone, in mezzo alle arenarieerose dagli agenti atmosferici (Foto 10).(Foto 10).(Foto 10).(Foto 10).(Foto 10).Sono passati solo cinque mesi, l’anno è ancora lungo etante altre uscite ci aspettano.Come sempre un ringraziamento va a quei Soci che si pren-dono la responsabilità di condurre queste uscite.

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di Nicoletta Filipponi

Letteraa Luigi Rava

Ecco sono passati venti anni da quando abbiamo ini-ziato ad esplorare il sogno di Yellowstone.Non ricordo come sia nata l’idea, non so più da chi èpartita la prima parola da cui sia nato il Muro Giallo.Pare quasi che la mente e il braccio fossero lì, in quel-l’istante pronte per aiutarsi l’una per l’altra.Non ci sono mai stati disguidinel procedere; nel come fare,da dove attingere ai finanzia-menti o nel cercare chi avreb-be portato avanti il compito.Pensare che la prima gara diarrampicata libera era statapromossa solo dieci anni prima e il CAI non avevaancora preso coscienza che stava perdendo un mon-do di giovani, lasciando libero lo spazio dell’arrampi-cata.

Dieci anni possono sem-brare molti ma conoscen-do i labirinti burocraticinei quali spesso si perdeil nostro amato sodalizio,c’e da stupirsi che tu, unsignore di una certa età,impelagato negli alti ver-tici “caini” potesse desti-nare i magri ricavi dellanostra sezione a quattroassi con sopra dei sassidi resina.Eppure lo hai fatto!!E non hai mai interferito

per necessità di protagonismo nella realizzazione.Noi passammo una serie di serate a mettere insieme ipezzi di quel mosaico che si era sviluppato nelle no-stre teste , rubando le poche idee che avevamo trova-to girando nelle rarissime realtà vicine. E non man-cando certo di fantasia per poterle attuare.

Per esempio la più grossa pre-occupazione per la Palestra eper il CAI, ma anche nostra, erache tutto fosse eseguito nellamassima sicurezza. Ma qualierano i canoni della sicurezza?Non vi erano normative ufficiali

da seguire. Per esempio adottammo un sistema forsearcaico, ma efficace per l’ancoraggio della strutturaall’ edificio. Dopo aver verificato i punti portanti dellaPalestra, vi fissammo dei fittoni resinati e facemmo la

prova di tenuta facendo tirare una de-cina di Lottatori stazza 100 -120 kg.Creando una sorta di tiro alla fune:non si mosse nulla il collaudo erapassato.Solo qualche tempo dopo trovam-mo il tecnico e le modalità ufficialiper testare il muro,di modo che vifosse anche l’agognato pezzo di cartasulla costruzione a perfetta regolad’arte.I magnifici cinque, come ci eravamo

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definiti in un momento di chiaraumiltà, hanno preso strade diver-se. Gli “ingegneri” Tiziano e Gian-ni e i “diplomatici” Claudio e Ce-sare.Io posso considerami un satellite,ho sempre ruotato attorno a Yel-lowstone che in cuor mio un pocomi appartiene, senza mancare dipolemizzare sulle cose che non miandavano a genio, cosa peraltroche mi riesce molto bene.Il magnifico +1: Gigi lo conoscetetutti, ed è l’unico che in manieracontinuativa è sempre rimasto aivertici in questi vent’anni, non tirandosi mai indietroanche dalla più bassa manovalanza.Nel tempo tante le persone si sono succedute negliampliamenti, nella conservazione e nei miglioramen-ti della struttura, l’elenco dei nomi è lunga, non staròqui a scriverli, li ho tutti presenti, anche chi non è piùtra noi. Loro sanno che se oggi Yellowstone è così losi deve al contributo di tutti.Non è mai mancata l’attività, a Yellowstone si sonosvolti corsi per adulti e per bambini, dove il gestoatletico è l’unica cosa che si mette in evidenza. Perquesto motivo è nato il gruppo Fasi. Si sono promos-se feste ed eventi sportivi, per la sola remunerazionedi stare insieme.Nessuno però a Yellowstone ha mai dimenticato cheil muro è del CAI, per cui tanti sono stati i momenti di

didattica e simulazioni nell’ambito dell’alpinismo.Perché per tutti noi significa un supporto all’alpini-smo, chi lo usa per l’allenamento nelle tediose serateinvernali e chi invece ha avuto l’opportunità toccandoi sassi di plastica di scoprire un mondo di roccia avarie altitudini.Che tu ci abbia sempre dato una mano, anche se damolto lontano, è scontato.E ti farà piacere sapere che finalmente anche l’attualePresidente della sezione CAI Faenza, assieme ad altrefigure del consiglio direttivo, passano giornate diver-tendosi e facendoci divertire molto, arrampicando sulmuro giallo. Questa è la prova tangibile che l’alpini-smo e l’arrampicata ora viaggiano insieme.Cosa possiamo auspicare ancora?-Un secondo ampliamento della zona arrampicata, ma-

gari in esterno cosi da po-terne usufruire nelle caldeserate estive?Beh, ci sono le premesseperché questo succeda abreve.-Un cambio generazionaleche porti avanti tutto quantoè stato Yellowstone fino adora e che lo sviluppi per legenerazioni future?Beh, anche questo si realiz-zerà tra pochi mesi!!!Puoi esserne orgoglioso as-sieme a tutti noi.

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Yellowstone JuniorNel percorso di incremento e sviluppo delle attività dello Yellowstone CAI, presso il muro installato alla pale-stra Lucchesi, la gestione 2012-2013 ha pensato che, oltre al corso avanzato, organizzato per soddisfare lerichieste degli allievi del corso principianti, si potessero organizzare degli incontri riservati ai bambini.Ispirandosi perciò anche ad esperienze in strutture extra-faentine, sono stati proposti una serie di incontri neipomeriggi del sabato, compati-bili con la disponibilità dellapalestra e dei ragazzi nell’età trai 6 e gli 11 anni; questo ci hapermesso di verificare l’interes-se e la fattibilità dell’attività pro-posta ed anche di mettere a pun-to un programma.Così nella stagione 2013-2014gli incontri hanno preso la for-ma di un vero e proprio corso.Grazie all’assidua e regolarepartecipazione dei ragazzi, lostaff ha potuto sviluppare unaserie di attività non solamenteludiche o propedeutiche all’ar-rampicata, ma anche proporredifficoltà simili a quelle propo-ste nei corsi di avvicinamento per adulti e ottenere dagli allievi grandi soddisfazioni!Il programma delle lezioni si sviluppava partendo da un riscaldamento studiato per aiutare i giovani allievi aprendere coscienza delle diverse parti del corpo e dei movimenti più utilizzati in arrampicata, dopo di cheveniva presentato il tema, o la difficoltà, su cui si sarebbe lavorato in quella specifica lezione, proponendoesercizi a terra che simulassero i movimenti che gli allievi avrebbero poi dovuto affrontare in parete, prima intraverso e successivamente nella progressione in verticale.Attraverso giochi in parete, staffette, sfide a due o a squadre, gli allievi hanno utilizzato le loro diverse capacità

motorie adattandole alle difficoltà,sviluppando nuove abilità, supe-rando limiti fisici e psicologici, po-tenziando forza e concentrazione inun’attività sportiva completa che hamantenuto sempre la sua dimensio-ne più divertente ed attraente: quelladel gioco.Ovviamente, visto l’esito ottenutoanche da questa seconda esperien-za, le attività dello Yellowstone Ju-nior ricominceranno anche nellaprossima stagione. Da settembresul sito saranno pubblicate tutte leinformazioni a riguardo.

Valeria Cescato

Yellowstone Junior

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di Luigi Melloni

La collaborazione tra CAI di Faenza e l’Istituto Profes-sionale di Stato Agricoltura e Ambiente (Persolino)continua.

Varie classi dell’Istituto tutti gli anni sono impegnatenel progetto pulizia e segnatura dei sentieri. Gli stu-denti, accompagnati dal Socio prof. Luigi Melloni, sirendono disponibili a rendere agibili vari percorsi in-dividuati dal CAI di Faenza. E’ sempre un’occasione

per far conoscere ai giovani gli ambienti montani del-l’Appennino tosco-romagnolo e per spiegare gli aspettiecologici ed ambientali delle nostre montagne e del-l’agricoltura marginale direttamente sul campo, non-ché una splendida occasione per uscire dalle aule.L’anno scorso, approfittando delle abbondanti nevi-cate, il presidente del CAI ed altri Soci si sono offertidi accompagnare una classe nel Parco Nazionale del-le Foreste Casentinesi, mettendo a disposizione leracchette da neve! Una novità per molti ed un’espe-rienza indimenticabile per altri, percorrere il crinalesotto una leggera nevicata con aspetti paesaggisticida favola.Quest’anno, il 3 e 4 febbraio, lezione in classe! Il Ma-resciallo Andrea Martinino, in forza alla Brigata Aero-mobile Friuli e nostro attivo Socio, si è reso disponi-bile, a titolo personale, per una serie di lezioni sullacartografia e topografia.

Il CAI DI FAENZA E L’ISTITUTO PERSOLINO

Una selezione delle 4 classi IV dell’istituto, riunite perl’occasione nell’aula magna, hanno prestato attenzio-ne dimostrando vivo interesse alle lezioni: geoide,quadranti, coordinate, deviazione magnetica, nord rete,carte IGM, isoipse, cartografia UTM ecc. ecc. sonostati gli argomenti appresi nella prima giornata. Si èpassati poi all’applicazione pratica con la risoluzionedi esercizi di lettura delle carte, utilizzo del coordina-tometro, individuazione di punti determinati, quote

incognite, che gli studenti suddivisi in gruppi, hannodovuto riconoscere sulle carte IGM. Le esercitazionisono state poi valutate dagli insegnanti prof. LauraReina e prof. Luigi Melloni.Al nostro Maresciallo che con simpatia e disponibili-tà ha messo a disposizione le sue competenze e lapropria professionalità, va un sentito ringraziamentoda parte degli studenti e dei docenti. Per il CAI di Fa-enza l’obiettivo è stato pienamente raggiunto con… for-cella al primo colpo! Un sentito grazie.

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15MAGGIO_AGOSTO_2014 LXXVI - LE ORCHIDEE

FIORI SPONTANEI DELL’APPENNINO

ROMAGNOLO (a cura di Ettore Contarini)

22 – LE ORCHIDEE (6o)

Orchidea screziata (Orchis tridentata Scop.)fusto: alto generalmente 20-30 cm (raramentefino a 40 cm); (Fig. 1);foglie: le basali in numero di 3-4, tendenzialmen-te lineari, lunghe fino a 10 cm e larghe 1-2 cm,ben appuntite; le cauline per i 2/3 trasformatein guaina avvolgente il fusto;fiori: posti in una infiorescenza densa di formaglobosa o a volte conica; tepali esterni acumi-nati, liberi nella parte superiore; di colore bian-co-roseo con strie porporine (Fig. 2); labello lun-go 6-9 mm dello stesso colore chiaro, cosparsodi macchie sempre porporine; lobi laterali cur-vati in avanti, mentre il medio, più lungo dei tre,appare allargato verso l’apice e debolmentebilobo;frutti: piccole capsule contenenti minutissimisemi;habitat: zone aride e luminose, aperte, gene-ralmente prati molto asciutti e soleggiati; in Ita-lia da 0 a 1400 m di altitudine;fioritura: aprile-maggio; in giugno raramente esoltanto alle maggiori altitudini; specie comu-ne e diffusa;distribuzione: tutto intorno al Mediterraneo (spe-cie eurimediterranea);etimologia: il nome scientifico del genere, Orchis,deriva dal greco “testicolo” per la presenza sot-terranea di due bulbi di forma ovoidale; il secon-do nome latino, tridentata, indica chiaramente“a tre denti”; per ciò che riguarda il nome popo-lare, screziata, ciò è dovuto al colore del fiore chepresenta molte macchiette porporine su fondochiaro, appunto delle “screziature”.

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16MAGGIO_AGOSTO_2014LXXVII - LE ORCHIDEE

Orchidea maggiore (Orchis purpurea Hudson)fusto: robusto, eretto, alto fino a 7-8 dm (di soli-to 3-5 dm; fig. 3);foglie: oblunghe, poste in fitta rosetta basale,le maggiori di lunghezza fino a 15 cm e larghe,in proporzione, da 2 a 6 cm; tendenzialmenteerette, lucide, ottuse all’apice; quelle che cre-scono, con lo sviluppo primaverile della pianta,sul basso fusto appaiono abbraccianti il fustofiorifero stesso;fiori: molti, posti in una densa infiorescenza diforma cilindrica, ovoide o piramidale, di svilup-po verticale fin oltre i 10 cm; tepali esterni sal-dati fino quasi all’apice, purpurei; labello conlobo centrale grande, triangolare, lungo fino a15 mm, bilobo, con lobi minori (laterali) lineari,biancastri o rosei, macchiati da papille colorporpora (Fig. 4);frutti: capsule contenenti moltissimi piccoli semiscuri;habitat: praticelli caldi al margine di boschi eformazioni siepose e cespuglieti; sale in Italia finoa 1300 metri di altitudine; frequente e a voltecomune, benchè sempre localizzata (Fig. 5);fioritura: da aprile a giugno, secondo l’altitudi-ne e l’andamento stagionale dell’annata;distribuzione: ampiamente euro-asiatica;etimologia: del genere scientifico, Orchis, già siè detto alla specie precedente (vedi); il secon-

do nome del binomiolatino, purpurea, èchiaramente dovuto alsuo colore globalmen-te porporino-screziato;il nome popolare inve-ce, maggiore, derivadal fatto che nelle no-stre regioni italiche ap-pare l’orchidea piùalta di statura in sensoassoluto, giungendoqualche volta agli 80centimetri di altezza!

Fig. 1 – Orchidea screziata (Orchistridentata). Fioritura nell’ambien-te di crescita (Foto E. Contarini).

Fig. 2 – Orchidea screziata (Orchistridentata). Primo piano dell’infio-rescenza (Foto E. Contarini).

Fig. 3 – Orchidea maggiore (Or-chis purpurea). Pianta intera inprimo piano (Foto E. Contarini).

Fig. 4 – Orchidea maggiore (Or-chis purpurea). Particolare dei fioria distanza ravvicinata (Foto E.Contarini).

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17MAGGIO_AGOSTO_2014 LXXVIII - LE ORCHIDEE

Orchidea omiciattolo (Orchis simiaLam.)fusto: fino a 4 dm di altezza, eretto,nudo nella parte superiore (Fig. 6);foglie: lanceolato-lineari, fino a 10cm di lunghezza, ad apice tenden-zialmente ottuso, di solito presentisulla pianta in numero di 4;fiori: posti in densa infiorescenza diforma globoso/ovoide, con 4-6 cmdi sviluppo verticale; tepali esterni ovato-lance-olati; di circa 1 cm, acuminati, di colore porpo-rino/violaceo; labello lungo circa 15 mm, conlobi laterali e i 2 lobuli che forma all’apice il lobocentrale strettamente lineari e ricurvi verso l’al-to; tutte queste appendici del labello risultanobiancastre alla base e porporine all’apice (Fig.7);frutti: capsule ripiene di piccoli semi scuri;habitat: prati e radure, argini, margini di stradee sentieri, in tutti i siti erbosi asciutti e ben soleg-giati; in Italia la specie supera appena i millemetri di altitudine nelle stazioni più elevate;fioritura: da aprile a giugno, secondo la latitu-dine e la quota; appare specie abbastanza fre-

Fig. 5 – Orchidea maggiore (Or-chis purpurea). Vasta fioritura in unprato del Parco Regionale dellaVena del Gesso romagnola (FotoE. Contarini).

Fig. 6 – Orchidea omiciattolo (Or-chis simia). Pianta intera nel suoambiente di sviluppo (Foto E. Con-tarini).

Fig. 7 – Orchidea omiciattolo (Or-chis simia). Fiori in primo piano, conil caratteristico labello a forma diometto (Foto E. Contarini).

Fig. 8 – Orchidea militare (Orchismilitaris). Esemplare completo nelsuo ambiente di crescita (Foto E.Contarini).

Fig. 9 – Orchidea militare (Orchismilitaris). Aspetto in primo pianodi una infiorescenza in via di svi-luppo (Foto E. Contarini).

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18MAGGIO_AGOSTO_2014LXXIX - LE ORCHIDEE

quente e diffusa;distribuzione: su tutte le terre intorno al Mediter-raneo (specie eurimediterranea);etimologia: dal termine scientifico Orchis già siè detto (vedi sotto orchidea screziata); il secon-do nome del binomio latino, simia, deriva dallaforma del labello fiorale (vedi sopra) che in ef-fetti ricorda, con mani e braccia semiaperte,una scimmietta; per la stessa ragione, anche ilnome popolare è orchidea “omiciattolo”.

Orchidea militare (Orchis militaris Linnaeus)fusto: alto fino a 6 dm (si tratta di una delle spe-cie nostrane più grandi e robuste); (Fig. 8);foglie: di forma oblungo-lanceolata, lunghe finooltre i 10 cm, ad apice di solito acuto;fiori: posti in una lunga infiorescenza (fino a 20cm), conica in un primo momento (in bocciolo;fig. 9) poi subcilindrica; casco fiorale roseo-vio-letto; tepali esterni liberi all’estremità; labellolungo 10-15 mm con lobi laterali quasi lineari;lobo mediano ristretto nella parte alta (basale)e che si allarga in due lobuli divaricati all’apicedivisi da un dentello intermedio; colore del la-bello biancastro-roseo con macchie porporinea rilievo;frutti: capsule ripiene di piccolissimi semi scuri,come in tutte le orchidee;habitat: prati, radure, margine di boschi e ce-spuglieti; in Italia la specie sale fino a 1800 m dialtitudine; sull’Appennino tosco-romagnolo èpresente, ma rara, solamente sul piano monta-no (oltre i 900 metri di quota);fioritura: da maggio a giugno, secondo l’altitu-dine e l’andamento stagionale dell’annata;distribuzione: elemento a larga diffusione euro-asiatica;etimologia: del primo nome del binomio scien-tifico, Orchis, già si è parlato alle schede quiprecedenti (vedi); il secondo nome, militaris,appare un po’ misterioso, benchè si tratti di untermine coniato ancora nel 1700 dal grandeLinneo...

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NOTIZIE DALLA SEGRETERIAA cura di Claudio Patuelli

Rinnovo delle iscrizioni per l’anno 2014Rinnovo delle iscrizioni per l’anno 2014Rinnovo delle iscrizioni per l’anno 2014Rinnovo delle iscrizioni per l’anno 2014Rinnovo delle iscrizioni per l’anno 2014Ricordo a tutti i Soci che al 31 marzo sono scadute le coperture assicurative previste con il tesseramento 2013,come pure l’invio delle pubblicazioni della Sede Centrale e di tutte le altre agevolazioni previste. Il rinnovo ècomunque possibile fino alla fine di Ottobre, però la copertura assicurativa parte dall’avvenuta conferma delrinnovo alla Sede Centrale.Le quote associative per l’anno 2014 sono le seguenti:

ordinari E 41,00familiari E 22,00giovani E 16,00

L’Assemblea dei Soci ha inoltre rinnovato la facilitazione per i Soci che da giovani (minori di anni 18) passe-rebbero ad ordinari ed ha stabilito una quota di E 30,00 per i giovani dai 18 ai 21 anni (chiaramente seil giovane rimane nel nucleo familiare beneficia della quota più favorevole, e cioè quella di familiare di E22,00).Inoltre per i nuclei familiari in cui è presente almeno un Socio ordinario ed un giovane, gli eventuali ulte-riori Soci giovani presenti nel nucleo pagano solo 9,00 euro.La quota associativa è comprensiva di copertura assicurativa per spese di soccorso in caso di incidenti inmontagna, R.C. e di polizza infortuni, che però copre esclusivamente i Soci in attività sociale(escursioni in programma da bollettino, manutenzione programmata di sentieri, ecc,).I massimali della polizza infortuni sono E 55.000 caso morte, E 80.000 per invalidità permanente, E 1.600per spese mediche. I massimali possono essere raddoppiati per i casi morte e invalidità con il versamentoaggiuntivo di E 3,40 all’atto del rinnovo.Come già detto nel numero scorso il rinnovo sarà possibile solo avendo sottoscritto i modulidati anagrafici e privacy che trovate sul sito www.caifaenza.it oppure in sede negli orari di apertura.

Rinnovo tessera per i Soci lontaniPer i Soci che non hanno la possibilità di venire a Faenza è possibile rinnovare la tessera inviando per posta igià citati moduli anagrafici e consenso privacy e pagare il bollino tramite bonifico bancario indicando chiara-mente nella causale il cognome e nome del Socio (o dei Soci) di cui si chiede il rinnovo. L’importo va aumen-tato di E 1,00 per le spese di spedizione del bollino. Le coordinate bancarie per il bonifico sono:

Beneficiario: CAI FAENZABanca di appoggio: Credito Cooperativo Ravennate e imolese – Sede di FaenzaIBAN: IT 61 Q 08542 23700 000000086438

Indirizzo mail: [email protected] Internet della sezione: wwwwwwwwwwwwwww.caifaenza.it.caifaenza.it.caifaenza.it.caifaenza.it.caifaenza.it

Rivista CAI nazionale on-line: www.loscarpone.cai.it

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NOTIZIE DALLA SEGRETERIAA cura di Claudio Patuelli

Bollettino CAI Faenza: Direttore Responsabile Prof. Domenico Tampieri.Redaz. e amministraz.: Via Campidori, 28 - 48018 FAENZA (RA) - Tel. 0546 22966 - 0546 21616 (c/o Chesi).Riunioni, Biblioteca, iscrizioni ed escursioni: ogni giovedì dalle ore 20,30 alle ore 22,30. Sabato dalle 10,00 alle 12,00.Redazione: Maurizio Solaroli, Fabbri Ettore, Mauro Renzi, Irene Bandini, Laura Bettoli, Claudio Patuelli, Mario Cortesi,Dalla Vecchia Pierluigi, Bisello Riccardo.Impaginazione: Romano Leonardi e-mail: [email protected] - Ivan Calamelli e-mail: [email protected]: Tipografia Romagna - Faenza - Tel. 0546 31314 - Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 711 del 5/7/1982.

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Nuovi Soci al 20 maggio 2014ORDINARI:Agnoletti RobertoAmici GiovanniBenedetti Anna MariaBerti MarinaBruschi AlbertoCaroli MassimoCasadio DavideCeroni GianpieroCimatti EneaCollina EmanuelaDe Pasquale FrancescoDonati Maria CristinaDrudi MartinaEmiliani DavideFlamigni LucaGianiculi Daniele

Graziani MarcoLodi AndreaLombardi VladimirMamini AndreaMengolini AlbertoMenni MarcoMilesi LorenzaMocrei GabrielaMontanari FabriziaMontanari LuisaMontanari MassimoMorsiani MabelPasi Pier PaoloPrati AndreaQuadalti RobertoRondinelli AlbertoScardovi Silva Marina

Silvagni PaolaTampieri PaolaVenturi DanielaZama EmanuelaZoli Maria Elisa

FAMILIARI:Bettoli PaolaCamelli VittoriaCantagalli PaolaFiore Vito AntonioGhetti FilippoLontani DianaMarzola MichaelaMordini SilviaMorotti IvanPerugini Marina

GIOVANI:Cardelli FedericoChiarini AndreaDe Pasquale ViolaFrancesconi GiuliaFrancesconi PaoloGraziani LucaMinardi LorenzoMonti MatildeMorotti GiorgiaMorotti GiuliaPlacci ClaudiaRosetti Beatrice

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