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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Anno CLIV n. 288 (46.830) Città del Vaticano giovedì 18 dicembre 2014 . y(7HA3J1*QSSKKM( +[!=!$!#!:! All’udienza generale il Papa prega per le vittime di un terrorismo che non si ferma neppure davanti ai bambini Atti disumani E per il compleanno riceve l’augurio dei poveri di Roma e del presidente Napolitano Attentato contro uno scuolabus nello Yemen Brutalità senza confini SANA, 17. La brutalità del terrori- smo non conosce confini. Dopo il massacro di bambini in Pakistan anche nello Yemen c’è stata ieri una nuova strage di innocenti. Se- dici bambini sono morti mentre stavano andando a scuola come ogni giorno a bordo di uno sgan- gherato pullmino nella provincia yemenita di Baida. Sono saltati in aria quando un’autobomba si è lanciata a tutta velocità contro il loro scuolabus fermo a un posto di blocco. Di loro (secondo alcune fonti erano tutte bambine e fre- quentavano le elementari) sono ri- masti solo corpi dilaniati e bruciati insieme ai quaderni, alle penne e alle speranze. Altre undici persone hanno fatto la stessa fine. Secondo i servizi di sicurezza ye- meniti, nel sanguinoso attentato «Al Qaeda ha lasciato la sua im- pronta». L’organizzazione fonda- mentalista, nella stragrande mag- gioranza sunnita, sta subendo pe- santi perdite a opera dei miliziani sciiti huthi, da un paio di mesi sempre più padroni della città di Rada e delle aree circostanti. L’at- tacco allo scuolabus sarebbe quindi una rappresaglia. Sul mezzo fatto saltare in aria c’erano infatti solo bambini sciiti. E il check- point nei pressi del quale c’è stato l’attacco era controllato da miliziani sciiti, che però non sono riusciti a ferma- re l’attentatore suicida e a salvare i loro figli. Attentati suicidi, bombe e incur- sioni di gruppi pesantemente arma- ti si sono moltiplicati da quando le milizie sciite in autunno hanno raf- forzato la loro presenza a Rada, sull’onda di una folgorante offensi- va scatenata dalla loro roccaforte nel nord, Sa’dah. Già il 21 settem- bre avevano preso il controllo della capitale San’a e da lì continuano ancor oggi ad avanzare nel centro e nell’ovest del Paese. Una progres- sione che li sta portando a scon- trarsi con sempre maggiore fre- quenza con le tribù sunnite e con Al Qaeda nella penisola arabica (Aqap) che proprio tra queste co- munità recluta buona parte dei propri uomini. Tra l’altro il moltiplicarsi dei combattimenti sta ulteriormente ri- ducendo l’autorità del Governo ye- menita, formato da Khaled Bahad all’inizio di novembre ma anch’esso lacerato dai contrasti tra sciiti e sunniti. Proprio ieri nella capitale il Parlamento ha rinviato il voto di fi- ducia dopo che i ministri del nuo- vo Governo hanno lasciato l’aula in seguito al fatto che i deputati del partito del Congresso, legato all’ex presidente Alì Abdullah Sa- Gli Stati Uniti pronti a porre il veto Difficile una risoluzione Onu sul ritiro israeliano Un momento dei colloqui a Londra di Kerry (Afp) NOSTRE INFORMAZIONI Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pasto- rale della Diocesi di Rio do Sul (Brasile), presentata da Sua Eccellenza Reverendissi- ma Monsignor Augustinho Petry, in conformità al Cano- ne 401 §1 del Codice di Di- ritto Canonico. Provviste di Chiese Il Santo Padre ha nomina- to Vescovo di Rio do Sul (Brasile) il Reverendo Onéci- mo Alberton, finora Parroco della Parrocchia «São Paulo Apóstolo» a Criciúma. Il Santo Padre ha nomina- to Vescovo di Cruz Alta (Brasile) il Reverendo Adelar Baruffi, del clero della Dio- cesi di Caxias do Sul (Brasi- le), finora Vicario parrocchia- le della Parrocchia «Santo Antônio» a Bento Gonçal- ves. Il Santo Padre ha nomina- to Vescovo di Pamiers (Fran- cia) il Reverendo Jean-Marc Eychenne, finora Vicario Ge- nerale di Orléans (Francia). Dopo la strage il premier Nawaz Sharif ritiene impossibile il dialogo con i talebani Lutto nazionale in Pakistan L’esplosione di un’autobomba a Radda (LaPresse/Ap) ISLAMABAD, 17. È il giorno del dolo- re e del ricordo in Pakistan per i 132 bambini e i nove adulti massacrati dai talebani nel sanguinoso attacco alla scuola di Peshawar, il più dolo- roso attentato nella storia del Paese. Il Governo ha indetto tre giorni di lutto nazionale. Una dura condanna è giunta intanto dal segretario gene- rale delle Nazioni Unite, Ban Ki- moon: «Contro i bambini indifesi è stato condotto un attacco orrendo e codardo». Nella notte ci sono state veglie di preghiera e candele accese in tutto il Paese. Oggi gran parte delle scuole sono rimaste chiuse e quelle aperte hanno cominciato la giornata con preghiere speciali per le vittime dell’assalto alla scuola militare. Scuole, università, uffici, mercati so- no invece rimasi chiusi in tutta la provincia di Khyber-Pakhtunkhwa, di cui Peshawar è il capoluogo, con- finante con le zone tribali roccaforti dei talebani. E sempre oggi è stato registrato un nuovo attacco: due esplosioni sono state avvertite vicino a una scuola femminile a Dera Ismail Khan, sempre provincia di Peshawar. Al momento non risultano vittime. Sul piano politico, il primo mini- stro pakistano, Nawaz Sharif, ha og- gi espresso — durante una conferen- za convocata a Peshawar, che ha vi- sto la partecipazione di tutti i partiti rappresentati in Parlamento la constatazione dell’impossibilità di dialogare con i talebani e la determi- nazione nell’eliminazione del terrori- smo in Pakistan, collaborando atti- vamente con le autorità afghane. In un momento tanto critico, il premier ha voluto richiamare le forze politi- che all’unità nazionale per rilanciare la lotta a ogni forma di estremismo e di violenza. «Questi sacrifici non sa- ranno vani», ha detto Sharif. A proposito delle strategie da adottare, il premier pakistano ha spiegato che «i risultati del dialogo con i talebani sono davanti ai vostri occhi. Non siamo riusciti a ottenere nulla con il dialogo e l’aeroporto di Karachi è stato attaccato». Il riferi- mento è all’attentato sferrato dai ta- lebani l’8 giugno scorso all’aeropor- to internazionale di Karachi e costa- to la vita a 28 persone. «Atti disumani che non si fermano neppure da- vanti ai bambini». Papa Francesco ha definito co- sì gli attacchi terroristici dei giorni scorsi in Au- stralia, in Pakistan e nello Yemen. Rivolgendosi mercoledì mattina, 17 dicembre, alle decine di mi- gliaia di fedeli presenti in piazza San Pietro per l’udienza generale, il Pontefice ha chiesto di pre- gare affinché «il Signore accolga nella sua pace i defunti, conforti i familiari, e converta i cuori dei violenti». Una preghiera che il Papa ha voluto concretizzare con «un momento di silenzio» e poi con il canto del Padre nostro. Subito dopo, nel consueto scambio di saluti con alcuni gruppi delle prime file, Francesco ha ricevuto un omaggio floreale per il suo settantot- tesimo compleanno: un mazzo di girasoli donato- gli da otto poveri di Roma, cinque senza fissa di- mora che gravitano attorno al dormitorio delle suore di madre Teresa di Calcutta alla stazione Termini e tre anziane donne assistite nella Casa dono di Maria in Vaticano. Tra auguri inviati quest’oggi al Pontefice anche quelli del presidente Giorgio Napolitano, che a nome del popolo italiano ha ringraziato France- sco per aver portato «un messaggio di pace e spe- ranza universale che ha trovato ampia eco nel no- stro Paese e nel mondo intero, lasciando nelle co- scienze di credenti e non credenti un segno pro- fondo». E ricordando il loro recente incontro, ha sottolineato come esso abbia «permesso, ancora una volta, di riaffermare una sintonia di fondo tra Stato italiano e Chiesa Cattolica nell’impegno verso gli strati più deboli della società, gli immi- grati, i poveri e gli emarginati». Durante l’udienza generale il Papa, proseguen- do le riflessioni sulla famiglia, aveva indicato co- me modello la normalità della vita di Gesù con i genitori a Nazaret, lo «sperduto villaggio della periferia dell’Impero Romano» dove Dio aprì «un nuovo inizio della storia universale». PAGINA 7 leh, si erano rifiutati di votare la fi- ducia al nuovo Esecutivo. Inoltre, il ministero della Difesa ha dovuto subire l’assedio di mili- ziani huthi in armi, mentre la sede del quotidiano ufficiale «Al Thu- ra» è stata invasa da altri combat- tenti sciiti che con la forza hanno costretto a dimettersi il presidente del consiglio di amministrazione e ne hanno insediato un altro «per porre fine alla corruzione». Una situazione sempre più fuori controllo da quando una rivolta popolare ha costretto il presidente Saleh a lasciare il potere tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012. Con gli accordi tra sciiti e sunniti regolar- mente disattesi. In mezzo, civili inermi che continuano a morire. Completata la composizione della Commissione per la tutela dei minori PAGINA 6 La catena umana di un gruppo di scolari indiani durante una cerimonia a Bhopal per ricordare gli studenti uccisi dai talebani in Pakistan (Epa) LONDRA, 17. Il segretario di Stato americano, John Kerry, al termine dei colloqui di ieri a Londra con il capo negoziatore palestinese, Saeb Erekat, e con il segretario generale della Lega araba, Nabil El Araby, ha confermato che gli Stati Uniti por- rebbero il veto in sede di Consiglio di sicurezza dell’Onu alla richiesta palestinese di una risoluzione per il ritiro di Israele nei confini del 1967 entro due anni. Lo riferisce l’agenzia France presse, citando fonti palesti- nesi secondo le quali la risoluzione verrà presentata comunque oggi, at- traverso la Giordania. Non è co- munque detto che la proposta venga messa in votazione, come ha dichia- rato oggi lo stesso ministro degli Esteri dell’Autorità palestinese, Riyad Al Maliki. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, nell’incontro di due giorni fa a Roma, aveva esplicitamente chiesto a Kerry il ve- to di Washington, ricordando che la politica statunitense è da sempre quella di opporsi a passi unilaterali. Dopo i colloqui a Londra, Kerry si è limitato ad affermare che «non è il momento di riportare i dettagli di conversazioni private o di specu- lare su una risoluzione del Consiglio di sicurezza che non è nemmeno stata posta sul tavolo». Tuttavia, il segretario di Stato americano ha ri- badito che «lo status quo è insoste- nibile» per le due parti e che biso- gna «calibrare con attenzione» ogni passo, in modo da ridurre la tensio- ne e trovare una strada per la pace tra israeliani e palestinesi». La Francia ha intanto avviato un tentativo di mediazione con una sua proposta di risoluzione che chiede a israeliani e palestinesi di tornare al tavolo negoziale per giungere in due anni a un accordo. Netanyahu è tut- tavia contrario anche a questa pro- spettiva e ha dichiarato ieri di averlo comunicato personalmente al presi- dente francese, François Hollande. Rapporto sulla condizione dei cristiani nel mondo Uomini e lupi JEAN-MICHEL DI FALCO A PAGINA 5

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Page 1: Atti disumani senza confini - pulardadelconvento.espulardadelconvento.es/pdf/2014/2014-12-18 L'OSSERVATORE ROMANO.pdf · senza confini SAN ’A, 17. La brutalità del terrori-

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00

L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

Unicuique suum

POLITICO RELIGIOSO

Non praevalebunt

Anno CLIV n. 288 (46.830) Città del Vaticano giovedì 18 dicembre 2014

.

y(7HA

3J1*QS

SKKM(

+[!=!$!#

!:!

All’udienza generale il Papa prega per le vittime di un terrorismo che non si ferma neppure davanti ai bambini

Atti disumaniE per il compleanno riceve l’augurio dei poveri di Roma e del presidente Napolitano

Attentato contro uno scuolabus nello Yemen

B ru t a l i t àsenza confini

SAN’A, 17. La brutalità del terrori-smo non conosce confini. Dopo ilmassacro di bambini in Pakistananche nello Yemen c’è stata ieriuna nuova strage di innocenti. Se-dici bambini sono morti mentrestavano andando a scuola comeogni giorno a bordo di uno sgan-gherato pullmino nella provinciayemenita di Baida. Sono saltati inaria quando un’autobomba si èlanciata a tutta velocità contro illoro scuolabus fermo a un posto diblocco. Di loro (secondo alcunefonti erano tutte bambine e fre-quentavano le elementari) sono ri-masti solo corpi dilaniati e bruciatiinsieme ai quaderni, alle penne ealle speranze. Altre undici personehanno fatto la stessa fine.

Secondo i servizi di sicurezza ye-meniti, nel sanguinoso attentato«Al Qaeda ha lasciato la sua im-pronta». L’organizzazione fonda-mentalista, nella stragrande mag-gioranza sunnita, sta subendo pe-santi perdite a opera dei milizianisciiti huthi, da un paio di mesisempre più padroni della città diRada e delle aree circostanti. L’at-tacco allo scuolabus sarebbe quindiuna rappresaglia. Sul mezzo fattosaltare in aria c’erano infatti solobambini sciiti. E il check- point neipressi del quale c’è stato l’attaccoera controllato da miliziani sciiti,che però non sono riusciti a ferma-re l’attentatore suicida e a salvare iloro figli.

Attentati suicidi, bombe e incur-sioni di gruppi pesantemente arma-ti si sono moltiplicati da quando lemilizie sciite in autunno hanno raf-forzato la loro presenza a Rada,sull’onda di una folgorante offensi-va scatenata dalla loro roccafortenel nord, Sa’dah. Già il 21 settem-bre avevano preso il controllo dellacapitale San’a e da lì continuanoancor oggi ad avanzare nel centro enell’ovest del Paese. Una progres-sione che li sta portando a scon-trarsi con sempre maggiore fre-quenza con le tribù sunnite e conAl Qaeda nella penisola arabica(Aqap) che proprio tra queste co-munità recluta buona parte deipropri uomini.

Tra l’altro il moltiplicarsi deicombattimenti sta ulteriormente ri-ducendo l’autorità del Governo ye-menita, formato da Khaled Bahadall’inizio di novembre ma anch’essolacerato dai contrasti tra sciiti esunniti. Proprio ieri nella capitale ilParlamento ha rinviato il voto di fi-ducia dopo che i ministri del nuo-vo Governo hanno lasciato l’aulain seguito al fatto che i deputatidel partito del Congresso, legatoall’ex presidente Alì Abdullah Sa-

Gli Stati Uniti pronti a porre il veto

Difficile una risoluzione Onu sul ritiro israeliano

Un momento dei colloqui a Londra di Kerry (Afp)

NOSTREINFORMAZIONI

Il Santo Padre ha accettatola rinuncia al governo pasto-rale della Diocesi di Rio doSul (Brasile), presentata daSua Eccellenza Reverendissi-ma Monsignor AugustinhoPetry, in conformità al Cano-ne 401 §1 del Codice di Di-ritto Canonico.

Provviste di ChieseIl Santo Padre ha nomina-

to Vescovo di Rio do Sul(Brasile) il Reverendo Onéci-mo Alberton, finora Parrocodella Parrocchia «São PauloApóstolo» a Criciúma.

Il Santo Padre ha nomina-to Vescovo di Cruz Alta(Brasile) il Reverendo AdelarBaruffi, del clero della Dio-cesi di Caxias do Sul (Brasi-le), finora Vicario parrocchia-le della Parrocchia «SantoAntônio» a Bento Gonçal-ves.

Il Santo Padre ha nomina-to Vescovo di Pamiers (Fran-cia) il Reverendo Jean-MarcEychenne, finora Vicario Ge-nerale di Orléans (Francia).

Dopo la strage il premier Nawaz Sharif ritiene impossibile il dialogo con i talebani

Lutto nazionale in Pakistan

L’esplosione di un’autobomba a Radda( L a P re s s e / Ap )

ISLAMABAD, 17. È il giorno del dolo-re e del ricordo in Pakistan per i 132bambini e i nove adulti massacratidai talebani nel sanguinoso attaccoalla scuola di Peshawar, il più dolo-roso attentato nella storia del Paese.Il Governo ha indetto tre giorni dilutto nazionale. Una dura condannaè giunta intanto dal segretario gene-rale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon: «Contro i bambini indifesi èstato condotto un attacco orrendo eco dardo».

Nella notte ci sono state veglie dipreghiera e candele accese in tutto il

Paese. Oggi gran parte delle scuolesono rimaste chiuse e quelle apertehanno cominciato la giornata conpreghiere speciali per le vittimedell’assalto alla scuola militare.Scuole, università, uffici, mercati so-no invece rimasi chiusi in tutta laprovincia di Khyber-Pakhtunkhwa,di cui Peshawar è il capoluogo, con-finante con le zone tribali roccafortidei talebani. E sempre oggi è statoregistrato un nuovo attacco: dueesplosioni sono state avvertite vicinoa una scuola femminile a DeraIsmail Khan, sempre provincia di

Peshawar. Al momento non risultanovittime.

Sul piano politico, il primo mini-stro pakistano, Nawaz Sharif, ha og-gi espresso — durante una conferen-za convocata a Peshawar, che ha vi-sto la partecipazione di tutti i partitirappresentati in Parlamento — laconstatazione dell’impossibilità didialogare con i talebani e la determi-nazione nell’eliminazione del terrori-smo in Pakistan, collaborando atti-vamente con le autorità afghane. Inun momento tanto critico, il premierha voluto richiamare le forze politi-

che all’unità nazionale per rilanciarela lotta a ogni forma di estremismo edi violenza. «Questi sacrifici non sa-ranno vani», ha detto Sharif.

A proposito delle strategie daadottare, il premier pakistano haspiegato che «i risultati del dialogocon i talebani sono davanti ai vostriocchi. Non siamo riusciti a ottenerenulla con il dialogo e l’aeroporto diKarachi è stato attaccato». Il riferi-mento è all’attentato sferrato dai ta-lebani l’8 giugno scorso all’aerop or-to internazionale di Karachi e costa-to la vita a 28 persone.

«Atti disumani che non si fermano neppure da-vanti ai bambini». Papa Francesco ha definito co-sì gli attacchi terroristici dei giorni scorsi in Au-stralia, in Pakistan e nello Yemen. Rivolgendosimercoledì mattina, 17 dicembre, alle decine di mi-gliaia di fedeli presenti in piazza San Pietro perl’udienza generale, il Pontefice ha chiesto di pre-gare affinché «il Signore accolga nella sua pace idefunti, conforti i familiari, e converta i cuori deiviolenti». Una preghiera che il Papa ha volutoconcretizzare con «un momento di silenzio» e poicon il canto del Padre nostro.

Subito dopo, nel consueto scambio di saluticon alcuni gruppi delle prime file, Francesco ha

ricevuto un omaggio floreale per il suo settantot-tesimo compleanno: un mazzo di girasoli donato-gli da otto poveri di Roma, cinque senza fissa di-mora che gravitano attorno al dormitorio dellesuore di madre Teresa di Calcutta alla stazioneTermini e tre anziane donne assistite nella Casadono di Maria in Vaticano.

Tra auguri inviati quest’oggi al Pontefice anchequelli del presidente Giorgio Napolitano, che anome del popolo italiano ha ringraziato France-sco per aver portato «un messaggio di pace e spe-ranza universale che ha trovato ampia eco nel no-stro Paese e nel mondo intero, lasciando nelle co-scienze di credenti e non credenti un segno pro-

fondo». E ricordando il loro recente incontro, hasottolineato come esso abbia «permesso, ancorauna volta, di riaffermare una sintonia di fondo traStato italiano e Chiesa Cattolica nell’imp egnoverso gli strati più deboli della società, gli immi-grati, i poveri e gli emarginati».

Durante l’udienza generale il Papa, proseguen-do le riflessioni sulla famiglia, aveva indicato co-me modello la normalità della vita di Gesù con igenitori a Nazaret, lo «sperduto villaggio dellaperiferia dell’Impero Romano» dove Dio aprì«un nuovo inizio della storia universale».

PAGINA 7

leh, si erano rifiutati di votare la fi-ducia al nuovo Esecutivo.

Inoltre, il ministero della Difesaha dovuto subire l’assedio di mili-ziani huthi in armi, mentre la sededel quotidiano ufficiale «Al Thu-ra» è stata invasa da altri combat-tenti sciiti che con la forza hannocostretto a dimettersi il presidentedel consiglio di amministrazione ene hanno insediato un altro «perporre fine alla corruzione».

Una situazione sempre più fuoricontrollo da quando una rivoltapopolare ha costretto il presidenteSaleh a lasciare il potere tra la finedel 2011 e l’inizio del 2012. Con gliaccordi tra sciiti e sunniti regolar-mente disattesi. In mezzo, civiliinermi che continuano a morire.

Completatala composizionedella Commissioneper la tuteladei minori

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La catena umana di un gruppo di scolari indiani durante una cerimonia a Bhopal per ricordare gli studenti uccisi dai talebani in Pakistan (Epa)

LONDRA, 17. Il segretario di Statoamericano, John Kerry, al terminedei colloqui di ieri a Londra con ilcapo negoziatore palestinese, SaebErekat, e con il segretario generaledella Lega araba, Nabil El Araby, haconfermato che gli Stati Uniti por-rebbero il veto in sede di Consigliodi sicurezza dell’Onu alla richiestapalestinese di una risoluzione per ilritiro di Israele nei confini del 1967entro due anni. Lo riferisce l’agenziaFrance presse, citando fonti palesti-nesi secondo le quali la risoluzioneverrà presentata comunque oggi, at-

traverso la Giordania. Non è co-munque detto che la proposta vengamessa in votazione, come ha dichia-rato oggi lo stesso ministro degliEsteri dell’Autorità palestinese,Riyad Al Maliki.

Il primo ministro israelianoBenjamin Netanyahu, nell’i n c o n t rodi due giorni fa a Roma, avevaesplicitamente chiesto a Kerry il ve-to di Washington, ricordando che lapolitica statunitense è da semprequella di opporsi a passi unilaterali.

Dopo i colloqui a Londra, Kerrysi è limitato ad affermare che «nonè il momento di riportare i dettaglidi conversazioni private o di specu-lare su una risoluzione del Consigliodi sicurezza che non è nemmenostata posta sul tavolo». Tuttavia, ilsegretario di Stato americano ha ri-badito che «lo status quo è insoste-nibile» per le due parti e che biso-gna «calibrare con attenzione» ognipasso, in modo da ridurre la tensio-

ne e trovare una strada per la pacetra israeliani e palestinesi».

La Francia ha intanto avviato untentativo di mediazione con una suaproposta di risoluzione che chiede aisraeliani e palestinesi di tornare al

tavolo negoziale per giungere in dueanni a un accordo. Netanyahu è tut-tavia contrario anche a questa pro-spettiva e ha dichiarato ieri di averlocomunicato personalmente al presi-dente francese, François Hollande.

Rapporto sulla condizionedei cristiani nel mondo

Uomini e lupi

JEAN-MICHEL DI FALCO A PA G I N A 5

Page 2: Atti disumani senza confini - pulardadelconvento.espulardadelconvento.es/pdf/2014/2014-12-18 L'OSSERVATORE ROMANO.pdf · senza confini SAN ’A, 17. La brutalità del terrori-

L’OSSERVATORE ROMANOpagina 2 giovedì 18 dicembre 2014

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Alla vigilia del vertice europeo

Intensi contatti diplomaticisulla crisi in Ucraina

Il discorso di Napolitano alle alte cariche dello Stato

Italiasulla strada delle riforme

KI E V, 17. Alla vigilia del prossimovertice dei capi di Stato e di Gover-no dell’Ue, che si riunirà fino a ve-nerdì a Bruxelles, il presidente russo,Vladimir Putin, ha avuto ieri unaconversazione telefonica con il can-celliere tedesco, Angela Merkel, conil capo di Stato ucraino, Petro Poro-shenko, e con il presidente francese,François Hollande, sulla «situazionedi crisi in Ucraina».

Secondo quanto riferito dall’uffi-cio stampa del Cremlino, i quattroleader hanno sottolineato «l’imp or-tanza di un incontro al più prestodel Gruppo di contatto, al fine diattuare gli accordi di Minsk» per latregua e di stabilire un dialogo traKiev e ribelli separatisti filo-russi delsud-est. Tra le priorità sono state in-dicate «lo scambio di prigionieri e ilritiro delle armi pesanti dalla lineadi demarcazione».

Le parti, informa il Cremlino,hanno anche ribadito la necessità di«mantenere un cessate il fuoco dura-turo in Donbass» e hanno discussodella possibile ripresa economicadelle regioni coinvolte nel conflitto edella fornitura di aiuti umanitari allapopolazione. Si è convenuto, infine,di «proseguire i contatti telefonicinel “formato Normandia” ( o v v e rocon Russia, Ucraina, Francia e Ger-mania) nel prossimo futuro».

Per Bruxelles, comunque, la situa-zione nel sud-est dell’Ucraina restaun motivo di «forte preoccupazio-ne». Lunedì, in occasione del primoconsiglio di associazione tra Ue eUcraina, l’alto rappresentante per laPolitica estera e di sicurezza comunedell’Ue, Federica Mogherini — inmissione a Kiev dove ieri sera haavuto un colloquio con il presidentePoroshenko — aveva ricordato chedurante Consiglio Ue verrà deciso

anche un rafforzamento delle sanzio-ni contro i responsabili dell’annes-sione della Crimea.

Nel frattempo, il Presidente statu-nitense, Barack Obama, ha deciso difirmare la legge, approvata dal Con-gresso, che autorizza nuove sanzionicontro la Russia per le sue azioni inUcraina. Lo ha anticipato ieri sera ilportavoce della Casa Bianca, JoshEarnest, sottolineando che il provve-dimento autorizza anche l’invio diaiuti militari letali all’Ucraina, oltrea rafforzare le misure restrittive con-tro le società dell’energia russe.

Dal canto suo, il segretario di Sta-to americano, John Kerry, ha affer-mato ieri a Londra che la Russia hafatto «passi costruttivi negli ultimigiorni» verso una riduzione delletensioni in Ucraina. «Questo puòsolo essere di aiuto», ha aggiunto.La revoca delle sanzioni però dipen-de dalle scelte del leader del Cremli-no. «Le sanzioni — ha sottolineato ilcapo della diplomazia di Washin-gton — possono essere revocate nelgiro di settimane, o giorni, dipendedalle decisioni che prende Putin».Il capo della diplomazia europea Federica Mogherini con il presidente Poroshenko (Ansa)

ROMA, 17. Europa, lavoro, provve-dimenti anticorruzione, rilancioeconomico del Paese. Nel suo di-scorso alle alte cariche dello Stato,tenutosi ieri al Quirinale, il presi-dente della Repubblica italiana,Giorgio Napolitano, ha tracciatoun bilancio a tutto tondo della si-tuazione politica italiana, lanciandoun messaggio molto chiaro: occorrecontinuare sulla strada delle rifor-

me. Si è trattato di «un discorso digrande respiro, di alto profilo» co-me l’ha definito il presidente delConsiglio dei ministri, MatteoRenzi.

«Gli auguri che quest’anno ciscambiamo si intrecciano stretta-mente con gli impegni che tutticondividiamo per il superamentodegli aspetti più critici per la situa-zione economica e sociale» ha det-to Napolitano. «Dobbiamo proce-dere con coerenza e senza battuted’arresto sulla via delle riforme».Concentrandosi sul semestre dipresidenza dell’Ue, Napolitano hasottolineato che «l’Esecutivo italia-no, partendo dall’accurato lavoropreparatorio del Governo prece-dente, ha potuto operare valida-mente e con maggior sicurezza perun nuovo corso delle politiche fi-nanziarie e di bilancio dei ventotto,oltre i limiti divenuti soffocanti econtroproducenti dell’austerità».La situazione generale di crisi ri-chiede soprattutto «continuità isti-tuzionale», quella che «mi sonopersonalmente impegnato a garan-tire ancora una volta per tutto lospeciale periodo del semestre dipresidenza europea».

Sul fronte interno, Napolitanoha chiesto più dialogo, bollandocome «improvvidi» i recenti con-trasti sull’articolo 18. E ha invitatoi sindacati «a rispettare le preroga-tive del Governo».

Il capo dello Stato si è poi sof-fermato anche sui recenti scandalidi corruzione emersi con l’inchiestasulla “cupola romana”. «È essen-ziale — ha detto Napolitano — col-pire i soggetti politici coinvolti. Bi-sogna colpire i bersagli giusti negliintrecci con la criminalità. Solo legeneralizzazioni improvvide versopolitica vanno evitate perché fuor-vianti».

Intanto oggi il Governo italianoha deciso di richiamare l’ambascia-tore in India, Daniele Mancini, perconsultazioni, dopo che la CorteSuprema di New Delhi ha respintole ultime richieste dei due marò,Massimiliano Latorre e SalvatoreGirone, accusati di omicidio. Lo hareso noto il ministro degli Esteriitaliano, Paolo Gentiloni, duranteun’audizione in Parlamento dinan-zi alle commissioni Esteri e Difesariunite di Camera e Senato.

Il Parlamentogreco vota

per il presidentedella Repubblica

ATENE, 17. Comincia nel tardo po-meriggio di oggi al Parlamento elle-nico la procedura per l’elezione delnuovo presidente della Repubblica.Una designazione che ha innescatoun duro confronto politico tra Go-verno e opposizione che potrebbe ri-portare la Grecia e la sua economiaalla situazione di cinque anni fa, ov-vero in crisi profonda.

Nella votazione prevista il Gover-no spera di raggiungere un numerodi voti (fra i 160 e i 165) a favore delproprio candidato Stavros Dimas,che potrebbe essere considerata unabuona base di partenza per il rag-giungimento delle 180 preferenze ne-cessarie alla terza e ultima votazione.Dal momento che nella proceduraper l’elezione del presidente esistesolo la possibilità di votare “sì”, icontrari a Dimas pronunceranno laparola “p re s e n t e ” che varrà quindicome un “no”.

Proseguono frattanto le consulta-zioni all’interno dei partiti e gli in-contri tra i deputati in vista propriodella terza votazione in programmaper il 29 dicembre. Per questa vota-zione finale viene considerata decisi-va la linea che adotteranno i 24 par-lamentari indipendenti — molti deiquali non si sono ancora espressi — equelli dei due partiti minori dell’op-posizione: Greci Indipendenti (Anel,di destra), gran parte dei quali pro-viene da Nea Dimokratia (centro-de-stra, al Governo), e di Sinistra De-mocratica (Dimar). Va ricordato chei loro organi direttivi hanno già de-ciso all’unanimità di non votare perl’elezione del nuovo capo dello Sta-to per provocare entro la finedell’anno la caduta del Governo eandare alle elezioni anticipate.

Il ministero delle Finanze russo annuncia la vendita di valuta straniera sul mercato

Mosca scende in campoper fermare il crollo del rublo

Un ufficio di cambio a San Pietroburgo (Ansa)

Secondo un gruppo di scienziati che ha utilizzato i dati forniti dalla Nasa

Più rapido del previsto lo scioglimento dei ghiacciai della GroenlandiaD isoccupazione

britannicaai minimi dal 2008

LONDRA, 17. Il tasso di disoccupa-zione nel Regno Unito è sceso alsei per cento, ai minimi dal 2008.Lo ha annunciato oggi l’ufficio na-zionale di statistica, secondo cui idisoccupati sono scesi di 63.000unità a 1,96 milioni nei tre mesi fi-no a ottobre. Ha accolto con sod-disfazione i dati il premier britan-nico, David Cameron, che ha affer-mato che «c’è ancora da fare, ma ilnostro piano economico di lungotermine sta funzionando».

Il capo dello Stato italianoGiorgio Napolitano (Ansa)

MOSCA, 17. Scende in campo ilCremlino per difendere il rublo indifficoltà. Nell'intento di fermare ilrecente crollo della moneta, il mini-stero delle Finanze russo ha annun-ciato di aver cominciato a vendere ipropri fondi di valuta straniera sulm e rc a t o .

Questa misura, che arriva dopo ilvertice organizzato ieri dal premierrusso, Dmitri Medvedev, con i re-sponsabili dell’economia, ha per-messo di registrare un lieve miglio-ramento nell’andamento della mo-neta russa. Dopo due giorni neri,infatti, il rublo tende oggi alla sta-bilizzazione e, dopo un’apertura inribasso, si è leggermente ripreso: ametà mattinata un dollaro erascambiato a 67,20 (contro i 67,88 diieri sera), un euro a 83,95 (85,15 ierisera). Ciò nonostante, l’economiarussa prosegue la sua discesa affon-dando sotto il peso delle sanzionioccidentali per la crisi ucraina e delcrollo del prezzo del petrolio. No-nostante le misure straordinarieadottate dalla Banca centrale — lu-nedì ha speso quasi due miliardi didollari in difesa del rublo — il rubloha continuato a perdere valore, fa-cendo registrare ieri nuovi recordnegativi. E anche la Borsa di Mo-sca ha vissuto ieri una giornata piùche nera, con l’indice Rts in dollariche è arrivato a cedere il 19 percento — il crollo peggiore dal 1995

— per poi ridurre un po’ i dannicontenendo la flessione attorno al12 per cento.

La situazione economica in Rus-sia rischia di avere ripercussionidrammatiche soprattutto sulla vitareale della popolazione. E a lungoandare potrebbe addirittura mettere

sotto pressione il leader del Cremli-no, Vladimir Putin, la cui popolari-tà in patria resta comunque altissi-ma. Il presidente russo è però – se-condo gli esperti – responsabile dinon aver diversificato l'economianei 15 anni in cui è stato al potere.Il sistema russo resta infatti ancora

troppo dipendente dalle esportazio-ni di petrolio e gas. L’attuale conte-sto finanziario a Mosca e dintornidesta dunque preoccupazione tra irisparmiatori, che si affrettano acomprare valute straniere temendoun tracollo del rublo che polverizzii loro risparmi.

E all’orizzonte non si prospettanulla di buono per Mosca, vistoche ieri sera la Casa Bianca ha an-nunciato che il presidente america-no, Barack Obama, firmerà prestonuove sanzioni contro la Russia,come voluto dal Congresso. Dalcanto suo, Obama ha anche firmatola legge sul budget da 1.100 miliar-di di dollari che scongiura un nuo-vo shutdown dell’Amministrazione,almeno per i prossimi nove mesi. Ilprovvedimento è frutto di un accor-do bipartisan al Congresso, osteg-giato dai repubblicani più conserva-tori e dall’area “lib eral” dei demo-cratici guidata da Nancy Pelosi. Lalegge mantiene i tagli precedente-mente negoziati, finanzia l’O bama-care e la lotta all’Ebola ma ammor-bidisce le norme su Wall Street. Ildipartimento sulla Sicurezza nazio-nale, che ha competenza in materiadi immigrazione viene invece finan-ziato solo fino al prossimo 27 feb-braio, quando scatterà l’offensivarepubblicana contro la riformadell’immigrazione voluta dal presi-dente Obama.

WASHINGTON, 17. Lo scioglimentodei ghiacciai della Groenlandiapotrebbe avvenire più rapidamentedel previsto. A lanciare l’allarme èun gruppo di scienziati che hausato dati forniti dalla Nasa. «Perla prima volta abbiamo un quadrocompleto di come i ghiacciai dellaGroenlandia siano cambiatinell’ultimo decennio», ha spiegatoBeata Csatho, professoressa digeologia all’università di Buffalo,che ha guidato lo studio.

Nel compilare la ricerca gliscienziati hanno usato dati satelli-tari raccolti durante un arco di

tempo tra il 1993 e il 2012. I ghiac-ciai sono stati divisi in sette ma-crogruppi a seconda del loro mo-vimento nel periodo considerato.

In tal modo è stato scopertoche gli standard finora consideratinel misurare la velocità di sciogli-mento dei ghiacciai hanno indica-to stime inferiori rispetto alla velo-cità reale, che è purtroppo supe-riore. La conclusione degli espertiè quindi che la Groenlandia po-trebbe perdere ghiaccio molto piùrapidamente di quanto si era pen-sato finora.

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L’OSSERVATORE ROMANOgiovedì 18 dicembre 2014 pagina 3

Sempre di più i profughi

Intensificazionedegli scontri

sui frontiiracheni e siriani

DA M A S C O, 17. Un’intensificazionedi scontri armati viene segnalatasui fronti iracheni e siriani dovesono attive le milizie del cosiddet-to Stato islamico (Is), ma anchedi altre formazioni armate. Nelfrattempo diverse fonti segnalanoun aggravamento dell’e m e rg e n z aprofughi provocata soprattutto dalconflitto in Siria che si protrae datre anni e mezzo. L’ultimo caso èquello di Mosul, il capoluogo del-la provincia di Ninive, abbando-nato negli ultimi due giorni dadecine di famiglie dirette verso lacittà di Al Raqqah, oltre il confinesiriano. Fonti locali citate dalleagenzie di stampa internazionaliattribuiscono la decisione degliabitanti di Mosul al timore deibombardamenti aerei della coali-zione internazionale guidata dagliStati Uniti. Mosul è infatti unodei fronti critici dell’interventocontro l’Is, i cui miliziani hannoscavato trincee intorno e all’inter-no della città. Un attacco aereo al-le loro postazioni colpirebbe dun-que inevitabilmente anche abita-zioni civili. Diverse fonti, peraltro,sottolineano che a fuggire sonosoprattutto le famiglie dei milizia-ni dell’Is che hanno occupato lacittà, in particolare di quelli stra-nieri che hanno già combattuto inAfghanistan e in Cecenia. Unavallo indiretto a tale tesi vieneproprio dal fatto che si stiano diri-gendo verso Al Raqqah, principa-le roccaforte dell’Is in Siria.

Si fanno intanto ogni giornopiù difficili le condizioni dei circasettemila cristiani costretti dall’Isad abbandonare Mosul e la pianadi Ninive che si sono rifugiati inGiordania. Una denuncia in que-sto senso è arrivata ieri dal re-sponsabile della Caritas giordana,Wael Suleiman, secondo il qualele risorse disponibili per la loroassistenza sono ormai in esauri-mento.

Sui fronti siriani, intanto, si èregistrata ieri una delle giornatepiù sanguinose. Di centinaia dimorti ha parlato l’Osservatorio si-riano per i diritti umani (Ondus),l’organizzazione con sede a Lon-dra espressione dell’opp osizionein esilio. Secondo l’Ondus, alme-no duecento morti ci sarebberostati nei combattimenti che hannoportato le milizie islamiste delFronte Al Nusra a strappare alleforze governative il controllo delledue basi di Wadi Al Deif e Hami-diyé, nella provincia di Idlib, alconfine con la Turchia. Perditeall’Is avrebbe invece inflitto unbombardamento aereo governativosulla città orientale di Mayadin.

Sempre secondo l’Ondus, i raidaerei di Damasco avrebbero inol-tre provocato tredici vittime civilia Homs, nel quartiere di Waer,dove vivono centocinquantamilapersone. Il quartiere è l’ultimo do-ve resistono i ribelli, dopo che lacittà vecchia di Homs era stata ri-conquistata a maggio dall’e s e rc i t o .

Un impianto petroliferolibico (Reuters)

Contro il polo petrolifero lungo la costa del Golfo di Sirte

Offensiva aerea delle milizie libicheTRIPOLI, 17. Ancora caos in Libia. Non si fermal’attacco delle milizie islamiste al polo petroliferolungo la costa del Golfo di Sirte, dove nei giorniscorsi sono stati chiusi i porti di Sidra e RasLanuf. In questo attacco si è registrato un saltodi qualità da parte di Fajr Libya, la coalizione digruppi armati guidati dagli ex ribelli di Misuratache controllano la capitale Tripoli. I miliziani, in-fatti, avrebbero fatto ricorso per la prima volta amezzi aerei.

Il raid di Fajr Libya è stato respinto dalle guar-die delle installazioni petrolifere, guidate dall’exleader autonomista Ibrahim Jadran, oggi alleatodel Governo di Abdullah Al Thani, grazie allacopertura dell’aviazione governativa. Le forze diJadran avrebbero inoltre abbattuto un aereo dellemilizie, identificato come un «velivolo militare li-bico, partito da Misurata».

La chiusura per motivi di sicurezza dei princi-pali porti petroliferi della Cirenaica, cui oggi èseguita anche quella del campo di Waha, ha pro-vocato un sostanziale calo nella produzione, co-me ha ammesso la National Oil Corporation sen-za però quantificare esattamente le perdite. Se-

condo alcuni esperti, la produzione libica sarebbescesa da 800.000 a circa 250.000 barili al giorno.

Il portavoce militare delle milizie islamiste diFajr Libya, Islaim Shoukri, non ha confermatol’uso di aerei nell'attacco, ma ha ribadito chel’operazione militare nella cosiddetta “mezzalunap etrolifera” mira a «liberare i porti e a ristabiliregli obiettivi della rivoluzione del 17 febbraio percostruire uno Stato libico». Operazione che ha ri-cevuto il via libera del Congresso nazionale libi-co, il Parlamento “parallelo” dominato dai Fratel-li musulmani, imposto a Tripoli dalle milizie isla-miste in contrapposizione a quello insediatosi aTobruk, eletto lo scorso giugno e riconosciutodalla comunità internazionale.

Intanto, oggi si registrano nuove violenze an-che a Bengasi. L’esercito alleato delle forze delgenerale Khalifa Haftar ha ucciso ieri uno deileader del Consiglio rivoluzionario di Bengasi,Ihab Boubaker Al Zawi.

Su questo sfondo, la missione Onu in Libia hainvitato a cessare le ostilità per «dare una chanceal dialogo», cui sono invitati a partecipare «parti-ti politici, tribù e leader dei gruppi armati», per

arrivare a un accordo politico per la transizione.Previsti per il 9 dicembre ma poi rimandati, datae luogo dei negoziati restano ancora avvolti nelriserbo: fonti diplomatiche egiziane hanno riferitoche i colloqui sarebbero cominciati ieri a Awjila,a 400 chilometri a sud di Bengasi, mentre il Con-gresso di Tripoli ha proposto la città di Hon.

Sempre sul piano diplomatico, il presidente delMali, Ibrahim Boubacar Keita, al termine dei la-vori al Forum sulla pace e la sicurezza di Dakar,in Senegal, ha lanciato un appello alla comunitàinternazionale affinché metta fine all’instabilitànel sud della Libia, vero e proprio «vespaio edenorme mercato per le armi destinate ai nostriPaesi». Nel corso del suo intervento, il presidentemaliano ha esortato il suo omologo del Ciad,Idriss Deby, il cui Paese siede al Consiglio di si-curezza delle Nazioni Unite, a ricorrere all’O nuper fermare l’instabilità nel sud libico. Come hadetto la rappresentante speciale dell’Onu per ilSahel, Guebre Selassie, anche Keita ritiene che iPaesi del Sahel saranno le «vittime collateralidell’attuale situazione, almeno fino a quando nonverrà trovata una soluzione a questo vespaio».

Chiusein Kenya

oltre cinquecentoong

NAIROBI, 17. Più di cinquecentoorganizzazioni non governative(ong) finora operanti in Kenya so-no state chiuse dalla commissionegovernativa per il coordinamentodelle loro attività. La decisione stasuscitando polemiche, dato che lastretta, motivata soprattutto daesigenze di sicurezza e dalle accu-se alle ong di mancata trasparenzafinanziaria, è giudicata da moltirappresentanti dell’opposizione unmodo per reprimere le voci di dis-senso.

Quindici ong sono state messeal bando per il sospetto di legamicon organizzazioni terroristiche inKenya e nel Corno d’Africa, comesi legge in un comunicato dellacommissione, che peraltro non haspecificato di quali ong si tratti.«Non intendiamo rendere pubbli-co l’elenco», ha commentato il vi-ce direttore della commissione,Henry Ochido, citato dall’agenziadi stampa tedesca Dpa.

Il riferimento è comunque — se-condo gli osservatori — a un so-spetto collateralismo con Al Sha-baab, il gruppo delle milizie radi-cali islamiche somale che hanno ilKenya nel mirino dopo l’interven-to armato contro di loro in Soma-lia deciso dal Governo di Nairobinel 2011. Solo negli ultimi duemesi, Al Shabaab ha rivendicatol’uccisione di oltre sessanta perso-ne nei pressi di Mandera, nel norddel Kenya, al confine appunto conla Somalia.

Per tutte le altre ong soppresse— 510 in totale, comprese molteche operano in tutto il mondo —il motivo addotto è stato quello dinon aver adempiuto gli obblighiin materia di trasparenza finanzia-ria. L’elenco comprende orfano-trofi e gruppi per il sostegno alledonne in difficoltà, ai malati e al-lo sviluppo rurale. «La commis-sione ha cancellato queste orga-nizzazioni, congelato i loro contibancari e girato informazioni su diloro alle agenzie di sicurezza go-vernative per azioni immediate»,si legge nel comunicato.

Su questo aspetto, come detto,non mancano le polemiche. Quasitutte le organizzazioni soppresse,in passato anche recente, avevanomosso critiche alle politiche delGoverno di Nairobi, accusato discarsa attenzione allo sviluppo so-ciale e al welfare. La legge per ilcoordinamento delle ong, varatanel 1990, è stata peraltro semprecriticata dagli osservatori interna-zionali perché — a loro giudizio —questa limiterebbe l’autonomiadelle organizzazioni e consentireb-be interferenze da parte del Go-verno nelle loro attività.

Fa l l i t oil rimpatriodi ex ribellicongolesi

KINSHASA, 17. Un migliaio di excombattenti della ribellione con-golese del Movimento del 23 mar-zo (M23) sono fuggiti dal campoche li accoglieva a Bihanga, inUganda, durante un’op erazioneche avrebbe dovuto portare al lororimpatrio.

Gli uomini dell’M23 avevano ri-parato in Uganda un anno fa, do-po la sconfitta inflitta loro dalleforze congiunte dell’esercito con-golese e della missione dell’O nu.Ora gli ex ribelli si sono oppostial tentativo dei militari ugandesidi trasferirli oltre frontiera. «Han-no detto di temere per la loro si-curezza se fossero stati rimpatria-ti» ha comunicato il portavocedell’esercito, Paddy Ankunda.

Passi avanti nel dialogotra Governo e Farc

Cerimonia di pace tra le due delegazioni colombiane all’Avana (Reuters)

Sulle concessionip etrolifere

polemiche in Perú

LIMA, 17. L’assegnazione di unaconcessione per lo sfruttamentopetrolifero alla compagnia statalePetroperú in un’area ricca di bio-diversità e popolata da comunitàindigene comporterà «gravi conse-guenze»: a denunciarlo è stata ierila relatrice speciale per i diritti deipopoli indigeni Victoria TauliCorpuz, che ha citato i dati dellericerche svolte dal relatore specialesui materiali contaminanti, BaskutTu n c a k .

La concessione in esame «violaun accordo preesistente fra Petro-perú e le comunità autoctone» edunque «avrebbe gravi impatti suldiritto alla salute, all’acqua eall’alimentazione» delle popola-zioni locali, hanno avvertito i dueesperti del Palazzo di Vetro in unanota congiunta.

Frontiera chiusain Venezuelaper la lotta

al contrabbando

CARACAS, 17. Il Governo vene-zuelano ha esteso la chiusuranotturna dei confini con la Co-lombia per rafforzare la lotta alcontrabbando, già in vigore perl’autotrasporto. È stato deciso ildivieto di movimento delle per-sone e mezzi, via terra, aria e ac-qua, dalle dieci di sera alle cin-que del mattino. Nel testo delprovvedimento si legge che lamisura è stata presa per «proteg-gere l’inviolabilità delle frontiere,combattere e prevenire le attivitàdi contrabbando di individui chepotrebbero costituire minacce al-la sicurezza». Il Governo consi-dera il contrabbando una delleprime cause della carenza di be-ni di prima necessità nel Paese.

Mercosur puntaalla piena integrazione

BUENOS AIRES, 17. La piena inte-grazione politica, anche con il varodi un passaporto comune ai cittadi-ni dei Paesi membri. Con questoobiettivo si apre oggi nella città ar-gentina di Paraná il 47° vertice deicapi di Stato e di Governo delMercosur, il mercato comunedell’America meridionale — A rg e n t i -na, Brasile, Paraguay, Uruguay, Ve-nezuela e Bolivia, quest’ultima an-cora in fase di adesione.

Un passo cruciale verso questoobiettivo sarà appunto la piena ade-sione della Bolivia. «Siamo tutticonvinti che sarà una svolta», hadetto il ministro degli Esteri argen-tino, Héctor Timerman, che ieri hapresieduto la riunione preparatoriadel vertice alla quale sono interve-nuti i suoi omologhi degli altri cin-que Paesi. Da parte sua, il presiden-te boliviano Evo Morales, al suo ar-rivo a Paraná, ha ricordato che cheil suo Paese attende numerosi van-taggi dall’adesione al Mercosur, de-finendo il blocco un progetto «pertrasformare la regione in una zonadi complementarietà economica».

Per quanto riguarda i rapporticon l’esterno, argomento principaledel vertice sarà la valutazionedell’accordo, ancora in fase di co-struzione, per gli scambi conl’Unione europea.

Già durante i lavori a Paraná sa-rà invece firmato il protocollo d’in-tesa con il Libano per approfondirele relazioni commerciali, il maggio-re successo nelle relazioni esterneraggiunto durante la presidenza se-mestrale di turno dell’Argentina, al-la quale si accinge a subentrarequella del Brasile.

Sempre Timerman ha detto cheil Mercosur è «in attesa di una ri-sposta da parte dell’Unione euro-pea» alle offerte presentate dalblocco sudamericano poche setti-mane fa.

Tra Mercosur e Unione europeagià negli anni Novanta fu discussoun accordo non solo commerciale,ma anche politico e di cooperazio-ne allo sviluppo, ma fu subito bloc-cato da posizioni inflessibili di en-trambe le parti su alcuni temi cru-ciali, a partire da quello dei sussidiagricoli. Nel 2010 i negoziati sonoripresi, ma avanzano molto faticosa-mente.

È invece già pronto l'accordo conl’Unione economica eurasiatica, for-mato da Russia, Bielorussia e Kaza-khstan, che sarà disponibile per lafirma il prossimo gennaio.

L’AVA N A , 17. I negoziatori del Go-verno colombiano e dei guerriglieridelle Farc (Forze armate rivoluzio-narie della Colombia) hanno incon-trato ieri all’Avana per la quintavolta una delegazione di vittimedella guerra civile che da cin-quant’anni insanguina il Paese.L’incontro si è svolto alla fine dellatornata di colloqui prevista nell’am-bito del negoziato di pace iniziato aCuba oltre due anni fa. Le partihanno raggiunto un accordo su tredei cinque punti oggetto della trat-tativa. I negoziati, interrotti a metànovembre dopo che le Farc avevano

rapito il generale colombianoRubén Alzate, sono ripresi il 10 di-c e m b re .

«La guerra dovrebbe terminare ilprima possibile e dovrebbe essereinstaurato un cessate il fuoco bilate-rale, in modo da costruire un climadi fiducia nel Paese e fare avanzareun orizzonte di pace» ha affermatoil senatore Camilo Villa, che per laguerra ha perso il padre, assassinatonel 1992. Villa, che è stato il porta-voce del gruppo delle vittime delconflitto, ha sottolineato che sononecessari «atti umanitari» dalle dueparti per fermare le violenze.

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 4 giovedì 18 dicembre 2014

al Museo Ebraico di Berlino, allepietre d’inciampo, per non dire chedei più noti. È un percorso che nonmira solo a sottolineare, in questocampo, le caratteristiche di una rot-tura artistica, del passaggio dallamonumentalità alla modernità, mainserisce intimamente questa rotturanel processo di costruzione della me-moria.

Architetto e storica dell’a rc h i t e t t u -ra, Zevi è infatti anche attenta stu-

straordinaria carica innovativa, è digrande bellezza. Ma vorrei che iprofessori che il 24 marzo di ognianno accompagnano le loro classisul luogo di uno dei peggiori eccididella storia della città leggesseroqueste pagine di Adachiara Zevi efossero in grado di trasmettere ai lo-ro studenti la storia di come è natoquesto memoriale e di come abbiarappresentato l’invenzione di unnuovo linguaggio: non più staticità

numento come «brano di città». Èlo straordinario Memoriale per gliebrei assassinati d’Europa, eretto aBerlino nel 2005 sul progetto di Pe-ter Einsenman, un campo di pilastri

adottare, nel 1982, con i nomi incisinella pietra l’idea del nome comemonumento, o le scarpe di ferro alli-neate sul greto del Danubio a Buda-pest, che ricordano gli ebrei assassi-

nati dalle Croci frecciate e gettati nelfiume. Se la funzione del Memorialeè ricordare, altra è però quella delMuseo, che deve insegnare, trasmet-tere messaggi precisi. L’antica e maisaldata frattura tra storia e memoria,allora?

Non è detto, perché Zevi partedalla distinzione operata da TzvetanTodorov tra l’«uso letterale» e quel-lo «esemplare» della memoria percontrapporre, in un capitolo centraledel libro, il Museo dell’Olocausto diWashington, opera nel 1993 di JamesIngo Freed, al Museo Ebraico diBerlino, opera nel 1999 di Daniel Li-beskind. Esempio il primo di unamemoria letterale, che «sottomette ilpresente al passato», il secondo in-vece di una memoria esemplare, cioèdi una memoria che utilizza «il pas-sato in vista del presente». Nello

straordinario Museo creato dal geniodi Libeskind, l’architettura rispondeal bisogno dei berlinesi di fare i con-ti con il proprio passato e al tempostesso rappresenta il legame indisso-lubile tra la cultura ebraica e il mon-do tedesco. Con questo museo, Li-beskind ha affidato all’architettura ilcompito di farsi memoria, affermaZevi.

Ma il percorso non è finito, ce n’èancora una tappa, sempre più aper-ta: quella del mosaico, quella cioèdelle pietre d’inciampo. È l’artistatedesco Gustav Demnig che le in-venta, pietre quadrate di dieci centi-metri, ricoperte d’ottone con soprainciso il nome di un deportato, lasua data di nascita e di morte. Dallacasa sulla cui soglia la pietra è appo-sta uscì un deportato. La memoria silega a un nome e a un luogo preci-so. Il luogo già calpestato da colui ocolei che ricordiamo. Le pietre nonricordano solo ebrei, ma rom, politi-ci, militari, in tutto dieci milioni dipersone. Demnig, che interra perso-nalmente le sue sculture, avrebbe bi-sogno, per farlo per tutti, di oltrequattromila anni. L’opera non potràmai essere compiuta. E su quellepietre — a Roma, dove molte ne so-no state inserite a opera di Demnige della stessa Adachiara Zevi, sonosampietrini — inciampa l’attenzione,la memoria. Se vengono lette, è im-possibile non esserne colpiti, com-mossi, forse anche profondamentedisturbati. Così, l’architettura si èfatta memoria.

Monumenti costruiti in ricordo delle vittime degli stermini nazisti

E le pietreraccontano

Dal dopoguerra gli architetticompresero che c’era bisognodi un nuovo linguaggioPer spiegare il senso di una tragediaquasi impossibile da illustrare

L’interno dello Yad Vashema Gerusalemme

Padre e figlio secondo Carmine Abate

Quando il ritorno è una festa

di CL AU D I O TOSCANI

«La festa cominciò in piazza non appenalui scese dalla corriera. La festa del ritor-no di mio padre e, insieme, quella delNatale». In miniera, poi in un cantiereedile, successivamente per le strade: è lavita di Tullio, emigrato calabrese in Fran-cia, marito di Francesca, da cui ha avutodue figli, Marco di otto anni e Simona,più piccola. In prime nozze aveva sposa-to Morena, morta giovanissima, che ave-va fatto in tempo a dargli Elisa, ragazzaora spigliata e distaccata, già universitariaa Cosenza, indomita e indisponente.Questa la famiglia, questi i destini, que-sta la sostanza del romanzo, portatoavanti dalla felice sequenza binaria di uncapitolo a voce paterna e di uno a rispo-sta filiale, durante i rari ma scadenzati ri-torni a casa del capo-famiglia, giacché iprotagonisti, alla fine, sono due, compareTullio e Marco, «a giovinò». «Stavamoammirando il fuoco di Natale, quella

di un’antica sacralità epica ed etica, diterra e di fatica.

Certo, un intreccio di fatti c’è, nonfoss’altro perché il libro racconta crescita,formazione e vicende di Marco, ma unavera e propria trama non è nelleintenzioni dell’autore, in quanto a lui in-teressano le figure portanti del racconto, icaratteri, le caratteristiche, le storie. E piùdi tutto il mondo morale (anima e antro-pologia) della sua gente, la periferiaumana e sociale in cui è confinata, il sen-timento d’emarginazione che patisce lasecolare civiltà contadina di cui èp ortatrice.

È tra il ciclico, provvisorio rientro delpadre, e prima di ogni sua successiva ri-partenza, che i due costruiscono il lorolegame, tra complicità e schermaglie, ri-cordi dell’anziano e cronologie di fanciul-lo, sentenze di vita dell’uno e racconti digiochi dell’a l t ro .

Finché un giorno il padre riappariràper non andarsene più, e sarà la festa perun ritorno definitivo nell’ambito di ungenerale motivo di festa. Intanto la fami-glia vivrà i suoi momenti buoni e menobuoni: madre e nonna alle prese con unaquotidianità oscura e misurata, una con-tingenza di risparmi, cautele, saggezze; lapiccola Simona persa tra le fiabe; la«grande» Elisa, con la sua insolente e ri-schiosa indipendenza, il suo far da solaciò che converrebbe essere familiarmentecondiviso; Marco, frattanto, ma sempre

in primo piano, tra bravate e seriose gior-nate col padre nei suoi alterni rientri; ilpadre, infine, che pur subendo il radicaledistacco dalla condizione primigenia, sra-dicato e stranito si ricompone nei tempidel rimpatrio a rappresentare il cardinedella casa: affettivo, ideale e sacrale. Maraccontando questo libro (come tutti i li-bri di Abate) gli si farebbe un gran torto

Da Demostene a Hugo passando per Amleto

L’arte del rimandare

Se le opere di Gustav Demnigvengono viste da vicinoè inevitabile esserne colpitiForse ancheprofondamente disturbati

di ANNA FOA

I monumenti per difetto sono quelliche mancano di “monumentalità”:cioè, come scrive Adachiara Zevinell’introduzione al suo libro, belloe intrigante, Monumenti per difetto.Dalle Fosse Ardeatine alle pietre d’in-ciampo (Roma, Donzelli, 2014, pagi-ne 226, euro 21) quelli che mancanodi «unicità, staticità, ieraticità, persi-stenza, ipertrofia dimensionale, sim-metria, centralità, retorica, indiffe-renza al luogo, aulicità dei materiali,eloquenza, esproprio delle emozio-ni». Insomma, tutto quello che con-traddice ciò che nell’immagine vul-gata caratterizza il monumento.

Il percorso che Zevi tratteggiaparte dai primi anni del dopoguerrae copre un lungo spazio di tempo evaste dimensioni geografiche: dalmausoleo delle Fosse Ardeatine aRoma allo Yad Vashem di Gerusa-lemme al Memoriale per gli ebrei as-sassinati d’Europa di Berlino al mu-seo dell’Olocausto di Washington e

diosa della memoria e delle sue mo-dalità di trasmissione e in questo li-bro fonde insieme queste sue animeper raccontare un passaggio artisticoche obbedisce anche, se non soprat-tutto, alla necessità di dar voce ade-guata alla memoria, di ricordare etrasmettere ciò che è parso tanto dif-ficile da raccontare, la Shoah e ingenere le modalità dello sterminiomesse in atto da una guerra rivoltaprima di tutto contro i civili. Perchégli architetti e gli artisti che fin daldopoguerra si trovarono di fronte alproblema di raccontare ciò che ap-pariva indicibile, di trasmettere cioèattraverso il monumento e la crea-zione artistica ciò per cui si faticavaa trovare le parole, compresero forseprima ancora dei letterati la necessi-tà di un nuovo linguaggio.

Non c’era bisogno di monumentistatici e retorici, ma di un linguag-gio che desse alle pietre la capacitàdi emozionare, raccontare, agire. Ec-co le ragioni della grande recezionedei nuovi linguaggi dell’arte e

dell’architettura nell’idea-zione dei memoriali chedal 1945 in poi si elevanoin Europa e negli StatiUniti alle vittime dellaShoah e degli stermininazisti: non un’adozionesolo stilistica, ma la ri-sposta a domande primamai formulate.

Questo il cuore del li-bro di Adachiara Zevi,questo il senso di ciò chela studiosa va dimostran-do e cogliendo nei «mo-numenti per difetto» chedescrive, nella storia diquesta architettura cheaccompagna e orienta lastoria della memoria. Ilpunto di partenza è aRoma, il mausoleo delleFosse Ardeatine. L’im-pressione di chi lo visita,anche senza strumentiadeguati, e ancor piùsenza comprenderne la

ma percorso che ricorda e accompa-gna quello fatto allora dalle vittime,non più magniloquenza ma «testi-monianza che la conquista della li-bertà non può prescindere dalla vit-toria sulla retorica e il trionfalismo».

Ed è su questo esempio che si rin-nova e si trasforma ovunque l’a rc h i -tettura memoriale, a cominciare dal-lo Yad Vashem. Il passo successivo èquello, cinquant’anni dopo, del mo-

inserito nel contesto urbano a rap-presentarne lo strappo. Il monumen-to lascia a chi lo attraversa la libertàdi elaborare individualmente la me-moria «come se attraversare quella

moltitudine spettacolaredi stele astratte aiutassea ricordare più delle im-magini devastanti dimasse umane condotteal macello». Attorno aquesto straordinarioesempio, altre esperien-ze di grande impattocome il Memoriale per iveterani della guerra delVietnam, il primo ad

notte, seduti sulla sca-linata della chiesa diSanta Veneranda. Erastato acceso da poco egià aveva le sembianzedi un vulcano impo-nente, dalle cui boc-che si levavano fiam-me alte e pennacchi difumo».

Carmine Abate, na-tivo di Calabria, radicialbanesi, peregrinazio-ni europee e residenzatrentina, riscrive La fe-sta del ritorno (Milano,Mondadori, 2014, pa-gine 173, euro 15) asuo tempo finalistaCampiello, romanzoche oltre a mostrare ilsuo personale intrec-cio identitario, evocala vita del padre sullosfondo di una memo-ria singola e collettiva,

Marc Chagall, «Le fils prodigue» (1917, particolare)

L’autore sa rendere sulla paginala naturale luminositàdi un’infanzia semplice e straordinariaUna narrazione di origine orale

se non gli si riconoscessero la singolaritàdello stile, il duttile dettato al ritmo dellesincopi dialettali locali e delle enclavesalbanesi di Calabria (propriamente l’arbë-re s h ), del «germanese», del francese e ditutto un «euromediterraneo» di origineorale.

Inventiva e raffinata, e insieme polpo-sa, rapsodica e rusticana, la lingua dellaFesta del ritorno si presenta leggendaria enostalgica, come fosse scrittura di memo-ria, in uno con la naturale luminosità diuna infanzia semplice e straordinaria, diun mondo morale, come già si diceva, edi una sua augurabile rivincita.

«Siamo nell’età dell’oro della pro-crastinazione cronica»: è lapidarioquanto perentorio Piers Steel, titola-re della cattedra di Risorse umaneall’università di Calgary, che ha cu-rato uno studio, citato dalla Bbc,sulla tendenza, sempre più imperan-te, a rimandare a domani ciò che sipotrebbe, e dovrebbe, fare oggi.Sulla base di capillari sondaggi ef-fettuati in Canada, negli Stati Unitie in Gran Bretagna, si evince chemolte persone riconoscono nel pro-crastinare la migliore strategia peralleggerire lo stress di ogni giorno,già gravato da mille impegni. Ma inrealtà, come sottolinea Steel, dietroalla costante decisione di rinviarel’espletamento di una responsabilitàcontingente spesso è in agguato unadebolezza della volontà che rischiadi minare il tempestivo consegui-mento di determinati obiettivi.

Ecco allora che la mente va a pre-cedenti più che illustri. Il «pallore»

della volontà rimanda ad Amleto,che continua a procrastinare la ven-detta, dopo l’uccisione del padre,nonostante il fantasma di quest’ulti-mo lo esorti in tal senso. Shakespea-re viene in aiuto al principe di Da-nimarca fornendo una ragione dieterna attualità al suo tentennare:«La ragione — lamenta — ci fa cor-dardi tutti».

E poi come non pensare a VictorHugo, che tendeva a rinviare la ste-sura delle pagine dei suoi romanzipreferendo passeggiate lunghe ecorroboranti: sembra allora che, pervincere la tentazione, si spogliasse ditutte le sue vesti (affidate poi almaggiordomo), rimanendo così acasa nudo. A quel punto dovevascrivere per forza, non potendou s c i re .

E prima di lui, anche se adottòmisure meno estreme, vi è Demoste-ne. Leggenda narra che la mattinafosse solito radersi una sola guancia

per avere un aspetto che avrebbe si-curamente suscitato l’ilarità dellagente: in questo modo il grandeoratore era costretto a rimanere a ca-sa per preparare e perfezionare lesue orazioni. (gabriele nicolò)

Victor Hugo

Lo Yad Vashem, il memorialedell’Olocausto a Gerusalemme, haconferito il titolo di Giusto tra le nazionial sacerdote cattolico Joaquim Carreira,rettore del Pontificio Collegio portoghesea Roma tra il 1940 e il 1954, che mise arepentaglio la sua vita per salvare gli ebreidalla furia nazista. Nato nel 1908 in unvillaggio vicino al santuario di Fátima,Carreira venne ordinato sacerdote nel 1931.Nel 1940 si trasferì a Roma, dove, dalsettembre 1943, ospitò, nel Collegioportoghese, almeno quaranta ebreip erseguitati.

Un sacerdoteGiusto tra le nazioni

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L’OSSERVATORE ROMANOgiovedì 18 dicembre 2014 pagina 5

di JEAN-MICHEL DI FALCO

Venerdì 13 giugno 2014,sulla prima pagina delquotidiano di Barcellona«La Vanguardia», PapaFrancesco ha espresso

tutta la propria inquietudine: «I cri-stiani perseguitati sono una preoccu-pazione che mi tocca da vicino comepastore. So molte cose sulla persecu-zione che non mi sembra prudenteraccontare qui per non offenderenessuno. Ma ci sono dei luoghi doveè proibito avere una Bibbia o inse-gnare catechismo o portare una cro-ce... C’è una cosa però che vogliomettere in chiaro: sono convinto chela persecuzione contro i cristiani og-gi sia più forte che nei primi secolidella Chiesa. E non è una fantasia:lo dicono i numeri».

Qualche cifra era già stata fornitanell’ottobre 2013, in occasione delcinquantesimo anniversario dell’enci-clica Pacem in Terris di Papa Gio-vanni XXIII, dal cardinale franceseJean-Louis Tauran, presidente delPontificio consiglio per il dialogo in-terreligioso: «Il numero dei cristianiperseguitati nel mondo oscilla tra100 e 150 milioni. Questa cifra, incontinuo aumento, fa del cristianesi-mo la religione più perseguitata delpianeta».

Dietro questi numeri — lo si di-mentica, talvolta — si nascondono vi-te umane, storie singolari, volti, uo-mini e donne, bambini e anziani.Dietro questi numeri ci sono perse-cutori e perseguitati, carnefici e vitti-me.

L’uomo è capace del meglio e delpeggio. Nella nostra umanità si an-nida una parte animale, indomabile,incontrollabile e imprevedibile.Quando l’uomo infrange le legginon scritte incise nel suo cuore di-viene l’animale più vile, feroce e san-guinario. Homo homini lupus scrivevaPlauto. In altre parole, l’uomo è ilpeggiore nemico dei suoi simili, in-cline a perseguire i propri interessi aidanni degli altri. Quando dà liberosfogo all’odio, al disprezzo e all’in-tolleranza, diventa capace di com-piere attentati, torture, carneficine,guerre fratricide, genocidi.

Al tempo stesso, o forse ancoraprima che l’uomo divenga un lupo

per l’uomo, l’uomo è una cosa sacraper l’uomo: Homo, sacra res hominidice Seneca due secoli dopo. Milleanni luce possono separarci gli unidagli altri sul piano delle idee, dellamorale e della cultura, ma nientepotrà allentare e rompere il legamedi carne e di sangue che esiste tranoi. Persino il carnefice e la sua vit-tima sono fatti della stessa carne edello stesso sangue. È questo legameche permette alla vittima di chiama-re il suo carnefice, senza mentire,«amico mio, fratello mio», comescrive nel suo testamento padreChristian de Chergé a Tibhirine. Ilcarnefice non potrà mai impedire al-la sua vittima di pregare per lui, nédi perdonarlo. Così fece Giovanni

Paolo II dopo il tentato omicidio daparte di Ali Agca, nel 1981. Il perdo-no fu immediato, sin dal ricoverodel Pontefice in fin di vita, raccontòil suo segretario, il futuro cardinaleStanisław Dziwisz. Quattro giornidopo, dalla sua stanza d’ospedale, ilmondo intero poté sentirlo dire:«Prego per il fratello che mi ha col-pito, al quale ho sinceramente per-donato».

Sì, il fatto che l’uomo sia una cosasacra per l’uomo precede il fatto chepossa esserne il peggior predatore.Poco importa, qui, che l’uomo trag-ga la propria dignità dal solo fattodi essere umano o dal fatto di esserestato creato a immagine di Dio.«L’uomo sorpassa infinitamente

l’uomo» diceva Blaise Pascal. Que-sto vale anche per il persecutore. Èsolo un assassino capace di guardarela sua vittima dritta negli occhi? Nedubito. E come se il carnefice intuis-se la presenza di qualcosa di sacropersino in colui che vuole annienta-re. Che l’aggressore lo voglia o no,la vittima resta un suo simile. Gliocchi sono le finestre dell’anima, el’incapacità del carnefice di guardareattraverso queste finestre ci dimostra,nel caso avessimo dubbi al riguardo,che anche nell’essere apparentemen-te più abietto, crudele e disumanoresta una porta, una fessura, unacrepa attraverso la quale può entrarequella che noi cristiani chiamiamo la«grazia».

La presa di coscienza e la contri-zione sono possibili. Non tutti i per-secutori si pentono, ma può accade-re. Saulo di Tarso fu dapprima per-secutore dei cristiani. Aveva appro-vato la lapidazione di Stefano, neera stato testimone... e questo nongli impedì certo di diventare Paolo,anzi, forse proprio il contrario. Nonaveva forse sentito Stefano spiraresotto le pietre, recitando preghieresimili a quelle di Gesù sulla croce?«Signore Gesù, accogli il mio spiri-to» (At t i , 7, 59) chiede Stefano. «Pa-dre, nelle tue mani consegno il miospirito» (Luca, 23, 46) aveva dettoGesù. «Signore, non imputare loroquesto peccato» (At t i , 7, 60) supplicaStefano. «Padre, perdona loro per-ché non sanno quello che fanno»(Luca, 23, 34) aveva pregato Gesù.La professione di fede nella divinitàdi Gesù si è accompagnata, in Stefa-no, a una professione d’amore per isuoi assassini. Non esiste professionedi fede senza professione d’a m o re .

Paolo sa quello che fa. Ha sentitoCristo sulla via di Damasco. È stato

accecato dalla sua presenza. E orache è divenuto cristiano vuole im-porre la propria fede ai fratelli israe-liti? Niente affatto. Ormai non im-porrà più nulla a nessuno con la for-za. Annuncia, argomenta, cerca diconvincere. Tutto qui. Se i suoi fra-telli israeliti rifiutano di accogliere ilVangelo, Paolo non viene coltodall’odio e non si lascia abbattere;prova un immenso dispiacere: «honel cuore un grande dolore e unasofferenza continua» (Romani, 9, 2).Questo dolore è per lui un pungoloa volgersi verso i pagani: «Tuttaviala parola di Dio non è venuta meno.Infatti non tutti i discendentid’Israele sono Israele» (Romani, 9,6). Ho ritrovato questo atteggiamen-to di san Paolo nel cardinale Jean-Marie Lustiger: «Non serve a nullaperdere il proprio tempo e la propriaenergia a riformare quello che nonpuò essere riformato quando i cuorie gli spiriti non sono pronti. Megliocostruire altrove». Anche se non tut-

ti si convertono a Cristo, ogni uomoè capace di sentire e seguire la vocedella propria coscienza. È l’esp erien-za di Paolo. Nella coscienza del be-ne e del male si manifesta la volontàdi Dio. Per il cristiano ogni uomo,anche se non riconosce alcuna leggerivelata, è in dialogo con Dio, nonfosse altro che tramite l’ascolto dellasua coscienza e l’obbedienza ai det-tami di quest’ultima. Essa, per lui,ha il valore di una legge. Questalegge non è affatto contraria al Van-gelo, e deve essere difesa.

La libertà di coscienza dovrebbeessere difesa in ogni luogo e in ognimomento, oppure non conta nulla.A partire dal momento in cui una fe-de religiosa si trova in una situazio-ne di potere e di egemonia, è forte-mente tentata di imporre a tutti ilsuo punto di vista. È il contrario delVangelo, e il contrario della regolad’oro dell’etica universale: «Non fareagli altri ciò che non vorresti fossefatto a te».

Rapporto sulla condizione dei cristiani nel mondo

Uomini e lupiPersecuzione più forte che nei primi secoli

di CARLO PULSONI

Qualche anno fa mi è capitato di defini-re la Biblioteca Apostolica Vaticana co-me una sorta di paradiso in terra deglistudiosi. Da quando con Leone XIII(1878-1903), la biblioteca fu aperta a unpubblico sempre più ampio di ricercato-ri, non credo che ci sia stata personache non abbia provato gioia ma ancheun senso di appagamento estetico nellosvolgere le proprie ricerche nelle suemaestose sale.

Tra gli illustri frequentatori spiccano inomi dei più grandi studiosi del mon-do, ma a volte anche quelli di personag-gi più noti sotto altre vesti. Mi riferiscoin particolare al poeta americano EzraPound (1885-1972). In realtà la sua pre-senza in biblioteca si lega agli interessidi lirica in volgare, nati durante i corsidi Filologia romanza del biennio 1904-1905 presso l’Hamilton College di Clin-ton, sotto la guida del provenzalistaamericano William Pierce Shepard(1870-1948).

In questo periodo Pound matura unaforte passione per la poesia di GuidoCavalcanti, che lo accompagnerà pertutta la vita (basti rimandare a Sonnetsand Ballate of Guido Cavalcanti, Lon-don, Swift, 1912, o Ezra Pound’s Caval-canti Poems, Verona, Officina Bodoni,1966).

Proponendosi di realizzare l’edizionecritica del poeta fiorentino, a partire da-gli anni Venti del Novecento, Pound vi-sita varie biblioteche europee checonservano manoscritti con rimecavalcantiane, e tra queste la BibliotecaVaticana. Qualificatosi come “a u t o re ”nel registro delle ammissioni, vi accedequattro volte, fra lunedì primo ottobre egiovedì 11 ottobre 1928, avendo modo diconsultare una decina di codici dei fon-

di vaticano latino, chigiano e barberi-niano.

I materiali sono già pronti per l’edi-zione “multiforme” che deve uscire perla casa editrice inglese Aquila Press,quando questa fallisce nell’agosto del1930. Disperato per la situazione,Pound dona alla Biblioteca Vaticana unvolumetto creato ad hoc, contenente ifascicoli con le riproduzioni dei codiciche avrebbero dovuto corredare l’edizio-ne, accompagnandolo con una dedicamanoscritta carica di sconforto: «Tritimanoscritti di Guido Cavalcanti. Lamia edizione di Cavalcanti sospesa per

fallimento dell’editore vorrei consegnarea la Biblioteca Vaticana almeno questaindicazione che l’edizione era iniziata.Ezra Pound 1931».

In realtà nel giro di qualche mesel’edizione tanto bramata — Guido Ca-valcanti, Rime — vedrà la luce pressol’editore Marsano di Genova, con unsottotitolo Edizione rappezzata fra le rovi-ne, che allude, come ha puntualmenterilevato la Maria Luisa Ardizzone (Gui-do Cavalcanti, L’altro Medioevo, Fiesole,Cadmo, 2006), al tentativo poundianodi salvare Cavalcanti non solo dalle ro-vine della progettata edizione in lingua

Mille anni luce possono separarcigli uni dagli altri sul piano delle ideema niente può rompere il legame tra gli uominiPersino il carnefice e la sua vittimasono fatti della stessa carne e dello stesso sangue

Lorenzo Lotto, «Il martirio di santo Stefano» (1516)

Alvin Langdon Coburn, «Vortografia di Ezra Pound» (1917, particolare). A sinistra, il poeta a Spoleto

Il libro nero della condizione dei cristiani nel mondo (Milano, Mon-dadori, 2014, pagine 603, euro 20) fa il punto sulle persecuzioniche i cristiani subiscono nel mondo a causa della loro fede. Cu-rato da Jean-Michel di Falco, Timothy Radcliffe e Andrea Ric-cardi, il volume raccoglie i contributi di settanta autori sotto ilcoordinamento editoriale di Samuel Lieven. Pubblichiamo stralcidell’intro duzione.

Il libro nero

inglese della Aquila Press, ma anchedalle rovine della tradizione manoscritta(la Biblioteca conserva una copia diquesto libro, privo però di dedica). Finqui i rapporti tra il Pound studioso e laBiblioteca Vaticana.

Di altre sue occupazioni e conversa-zioni in questi augusti spazi ci dà contoIgino Giordani nelle sue Memorie d’uncristiano ingenuo, e le sue parole non ne-cessitano ulteriori commenti: «Poundsubì l’attrazione del fascismo. Perciò fucontro il suo Paese, gli Stati Unitid’America, quando entrò in guerra. Ioero ignaro di ciò, ma fui sorpreso — eoffeso — dei suoi accenni elogiativi alregime di Benito Mussolini, fatti sottole volte della Biblioteca Vaticana, dovesuonavano più profani. Perciò lasciai ca-dere la conversazione».

Ezra Pound e la Biblioteca Vaticana

Quel Cavalcanti rappezzato tra le rovine

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 6 giovedì 18 dicembre 2014

Nomine episcopali

†Il Preside, Monsignor Livio Melina, ela Comunità accademica del PontificioIstituto Giovanni Paolo II per Studi suMatrimonio e Famiglia affidano allamisericordia del Padre il

P ro f e s s o re

WILLIAM E. MAYdocente emerito della Sezione Statuni-tense, nella grata memoria della sua te-stimonianza cristiana e della sua gran-de competenza teologica.

Completata la composizionedella Commissione

per la tutela dei minoriSecondo quanto era stato previsto,Papa Francesco ha nominato nuovimembri della Commissione per latutela dei minori, scelti da diverseparti del mondo, così da avereun’ampia rappresentanza di diversesituazioni e culture. La ha reso no-to oggi, mercoledì 17, la Sala stam-pa della Santa Sede, attraverso uncomunicato nel quale riferisce an-che che la composizione completadella Commissione è quindi la se-guente:

— Cardinale Seán Patrick O’Mal-ley, OFM Cap., Presidente;

— Monsignor Robert Oliver (Sta-ti Uniti d’America), Segretario;

— Reverendo Luis Manuel AliHerrera (Colombia);

— Dottoressa Catherine Bonnet( Fr a n c i a ) ;

— Marie Collins (Irlanda);— Dottor Gabriel Dy-Liacco (Fi-

lippine);— Baronessa Professoressa Sheila

Hollins (Inghilterra);— Bill Kilgallon (Nuova Zelan-

da);— Suor Kayula Gertrude Lesa,

RSC (Zambia);— Suor Hermenegild Makoro,

CPS (Sud Africa);— Kathleen McCormack AM (Au-

stralia);— Dottor Claudio Papale (Italia);— Peter Saunders (Inghilterra);— Onorevole Hanna Suchocka

(Polonia);— Dottoressa Krysten Winter-

Green (Stati Uniti d’America);— Reverendo Dottor Humberto

Miguel Yáñez, SJ ( A rg e n t i n a ) ;— Reverendo Dottor Hans Zoll-

ner, SJ (Repubblica Federale diGermania).

La prossima sessione plenariadella Commissione avrà luogo, co-me già anticipato, in Vaticano neigiorni 6-8 febbraio prossimi.

Il comunicato della Sala stampacontiene anche alcune brevi infor-mazioni biografiche sui dei membridella commissione, che pubblichia-mo di seguito:

Il cardinale Seán Patrick O’Mal-ley, cappuccino, arcivescovo di Bo-ston, è membro del Consiglio dic a rd i n a l i .

Monsignor Robert Oliver ha la-vorato negli anni passati nel settoredella protezione dei minori per l’ar-cidiocesi di Boston, nella Conferen-za episcopale statunitense e comePromotore di giustizia alla Congre-gazione per la dottrina della fede.

Il colombiano Luis Manuel AliHerrera dirige il dipartimento dipsicologia ed è professore di psico-logia pastorale nel seminario conci-liare dell’arcidiocesi di Bogotá.

La francese Catherine Bonnet èpsichiatra infantile, psicoterapeuta,ricercatrice e ha scritto testi sugli

abusi sessuali sui bambini, su vio-lenza e abbandono perinatale.

L’irlandese Marie Collins ha su-bito abusi sessuali durante l’infan-zia. Fondatrice e membro del consi-glio d’amministrazione della MarieCollins Foundation ha fatto partedel comitato che ha redatto la poli-tica della Chiesa cattolica per laprotezione dell’infanzia di tutta l’Ir-landa «Our Children Our Chur-ch».

Il filippino Gabriel Dy-Liacco èpsicoterapeuta per adulti e adole-scenti e consulente pastorale perproblemi di salute mentale di variogenere, compresi quelli riguardantile singole persone, le coppie, le fa-miglie e i gruppi, compresi vittimee autori di abusi.

L’inglese Sheila Hollins ha lavo-rato come psichiatra e psicoterapeu-ta con bambini e adulti affetti dadisabilità intellettuale, compresiquelli che hanno subito abusi ses-suali ed è Pari a vita della Cameradei Lord.

Bill Kilgallon dirige l’ufficio na-zionale per gli standard professio-nali della Chiesa cattolica in NuovaZelanda, dove vive da quattro anni.In precedenza aveva avuto una lun-ga esperienza in ambito sociale esanitario nel Regno Unito.

Suor Kayula Gertrude Lesa èesperta di sviluppo, formatrice eautrice di testi sulla protezionedell’infanzia, sulla tratta di personeumane, sui diritti dei rifugiati e suldiritto all’informazione. La religiosazambiana è stata membro del Fo-rum africano per la dottrina socialedella Chiesa (Afcast).

Suor Hermenegild Makoro, dellemissionarie del Preziosissimo San-gue, nella diocesi sudafricana diMathatha lavora come insegnate discuola secondaria e per molti anniha servito come formatrice nel lavo-ro pastorale della diocesi. Dopo es-sere stata vice segretaria generaledella Conferenza episcopale sud-africana per sei anni, ne è stata no-minata segretario generale nel 2012.

L’australiana Kathleen McCor-mack è un’operatrice sociale che hadiretto il CatholicCare nella diocesidi Wollongong per 29 anni e haavuto ruoli guida nell’ambito deiservizi per famiglie bisognose, dellaprotezione dell’infanzia e nei servizinegli istituti per anziani e disabili.

L’italiano Claudio Papale è avvo-cato canonico e civile, docente didiritto canonico alla Pontificia uni-versità Urbaniana e officiale dellaCongregazione per la dottrina dellafede.

L’inglese Peter Saunders ha subi-to abusi durante tutta la sua infan-zia a Wimbledon (Londra). In se-guito, dopo aver concluso studicommerciali, ha scoperto di essereuno tra milioni di persone che ave-vano subito simili abusi e che nonriuscivano a trovare un sostegnoadeguato. Ha fondato quindi l’As-sociazione nazionale per personeche hanno subito abusi durantel’infanzia (Napac) al fine di offriresostegno a tutte le vittime e di svi-luppare maggiori risorse per rispon-dere agli abusi sui minori.

La polacca Hanna Suchocka èdocente di diritto costituzionale especialista di diritti umani all’Uni-versità di Poznan. In passato è sta-ta Primo ministro della Repubblicadi Polonia e ambasciatore del suoPaese presso la Santa Sede.

Krysten Winter-Green è di origi-ni neozelandesi con studi speciali-stici in teologia, sviluppo umano,lavoro sociale, religione e psicologiapastorale. Ha lavorato in diocesi intutto il mondo con senza-tetto emalati di Aids. In materia di abusisui bambini gli ambiti su cui haconcentrato la propria attenzionesono tra gli altri: quello forense e lavalutazione e il trattamento dei sa-cerdoti e dei religiosi autori di abu-si.

Il gesuita argentino HumbertoMiguel Yáñez dirige il dipartimentodi teologia morale presso la Pontifi-cia università Gregoriana e insegnala stessa materia alla Gregoriana eall’Urbaniana. In passato ha direttoil Centro di ricerca e di azione so-ciale in Argentina.

Il gesuita tedesco Hans Zollnerpresiede il Centro per la protezionedell’infanzia della Pontificia univer-sità Gregoriana ed è direttore e pro-fessore dell’Istituto di psicologia.Ha presieduto il comitato organiz-zatore del simposio «Verso la guari-gione e il rinnovamento» sugli abu-si sessuali sui minori svoltosi nelfebbraio 2012.

di SERGE-THOMAS BONINO*

Aperta con la messa celebrata nellacappella della Domus Sanctae Mar-thae dal cardinale Gerhard LudwigMüller, prefetto della Congregazio-ne per la dottrina della fede e presi-dente della Commissione teologicainternazionale (Cti), e conclusa conl’udienza concessa da Papa France-sco, dal 1° al 5 dicembre si è tenutain Vaticano la prima sessione plena-ria del nono quinquennio dellaCommissione. Nel suo discorso ilPontefice ha richiamato l’attenzionesu due caratteristiche della nuovaCti: la presenza più importante delleteologhe al suo interno (cinque don-ne su trenta membri) e il suo carat-tere internazionale. Di fatto, i mem-bri del nuovo quinquennio, nomina-ti a settembre 2014, provengono daicinque continenti: Europa (14),America (8) [America Latina (5) eAmerica del Nord (3)], Asia (4),Africa (3) e Oceania (1) e rappresen-tano i diversi stati di vita: sacerdoti,diocesani, religiosi e religiose, laiciconsacrati, madri di famiglia.

Il 1° dicembre la Commissione siè riunita nel palazzo del Sant’Uffi-zio. Dopo le parole di saluto delpresidente, il segretario generale haesposto la storia, lo spirito e i meto-di di lavoro della Cti. Operazioneindispensabile poiché, dei trentamembri del quinquennio, venticin-que partecipavano per la prima vol-ta ai suoi lavori.

Un momento importante dellaprima sessione di un nuovo quin-quennio è la scelta dei temi che ver-ranno trattati nei cinque anni suc-cessivi. In effetti, la missione dellaCommissione è, secondo i suoi Sta-tuti, «studiare i problemi dottrinalidi grande importanza, specialmentequelli che presentano aspetti nuovi,e in questo modo offrire il suo aiutoal Magistero della Chiesa, partico-larmente alla Sacra Congregazioneper la Dottrina della fede». Al ter-mine di uno scambio prolungato,sono stati dunque individuati tre te-mi. Ognuno è stato affidato a unasotto-commissione di dieci membriincaricata di preparare, in sinergiacon l’insieme della Commissione, undocumento su quel tema.

Il primo tema considerato è quel-lo della sinodalità nel contesto dellacattolicità. Di fatto, dal concilio Va-ticano II, specialmente nel magisterodi Papa Francesco, il tema della si-nodalità, del “camminare insieme”, è

molto presente. Come stile di vitadel popolo di Dio, la sinodalità siricollega alla sequela Christi, essendoCristo la via (hodòs) per eccellenzache, nello Spirito, conduce la Chiesaverso il Padre. La sinodalità non èdunque l’introduzione artificiale del“parlamentarismo” secolare nellaChiesa, ma un’esigenza che nascedalla natura stessa della Chiesa.Non costituisce neppure il principiodi una ecclesiologia alternativa, masi articola con ciò che la fede inse-gna sul primato di Pietro e sulla col-legialità episcopale. La posta in gio-co ecumenica è qui di primaria im-p ortanza.

Il secondo tema scelto dalla Com-missione è «Fede e sacramenti». Lariflessione sulla sacramentalità tra-scende la stretta teologia dei settesacramenti poiché la sacramentalità,che ha la sua origine nel misterostesso dell’incarnazione del Figlio, èla struttura fondamentale dell’incon-tro tra Dio e gli uomini. La questio-ne dei rapporti tra i sacramenti e lafede è comunque fondamentale perla pastorale. Due tendenze si con-trappongono qui e minaccianol’equilibrio della fede. Da una parte,una visione deformata dell’obiettivi-tà e dell’efficacia ex opere operato deisacramenti può condurre a una for-ma di magia sacramentale, dove lafede personale in Cristo è relegatain secondo piano. Dall’altra, soprat-tutto in una cultura segnata dall’in-dividualismo, si ricerca spesso unrapporto con Dio senza una media-zione ecclesiale, puramente interiore.

Ma già nel Vangelo vediamo cheCristo guarisce attraverso un duplicecontatto: uno fisico e uno spirituale,quello della fede. Lo stesso vale an-cora oggi per l’azione di Cristo in emediante i sacramenti della suaChiesa. La mancanza di fede neibattezzati che chiedono di ricevere isacramenti pone dunque gravi pro-blemi teologici e pastorali. Il proble-ma è particolarmente grave per lecelebrazioni del matrimonio in cuigli sposi sembrano non avere né lafede né persino il desiderio della fe-de. Pur non essendo in discussionela validità del sacramento, simili ce-lebrazioni non smettono di porre alteologo e al pastore numerosi inter-ro g a t i v i .

Terzo tema scelto è, infine, «La li-bertà religiosa nel contesto attuale».La dichiarazione conciliare Dignitatishumanae costituisce una tappa im-portante nella maturazione del pen-siero della Chiesa, insegnando espli-citamente che «gli esseri umani de-vono essere immuni dalla coercizio-ne da parte dei singoli individui, digruppi sociali e di qualsivoglia pote-re umano, così che in materia reli-giosa nessuno sia forzato ad agirecontro la sua coscienza né sia impe-dito, entro debiti limiti, di agire inconformità ad essa: privatamente opubblicamente, in forma individualeo associata». La ricezione post-con-ciliare di questa dottrina è stata dif-ficile ma il lavoro di numerosi teolo-gi ha mostrato che essa s’iscrive inmodo omogeneo nella continuitàdella tradizione e non contraddice itesti magisteriali anteriori che con-dannavano una libertà religiosa di-sgiunta dall’esigenza di cercare laverità e fondata sul solo relativismo.Ma dalla Dignitatis humanae, redattain un contesto dominato dall’esp e-rienza dei grandi totalitarismi del XXsecolo, il contesto culturale è consi-derevolmente cambiato. Da una par-te, il risorgere del fondamentalismoreligioso ha portato alla negazionedei diritti delle minoranze religiose,anzi a una vera persecuzione.D all’altra, soprattutto nelle società

occidentali, l’inflazione dei diritti in-dividuali, privati di ogni riferimentoobiettivo alla legge naturale, condu-ce sempre di più a limitare la libertàreligiosa. La laicità, che era all’origi-ne una semplice neutralità dello Sta-to, volta a favorire la coesistenza pa-cifica di tutti, tende a divenire unareligione di Stato che promuove la

secolarizzazione a oltranza della so-cietà civile. Per far rispettare i dirittiillimitati degli individui, lo Stato ar-riva in effetti a bandire dalla vitapubblica le religioni (e i credenti) lequali, facendo riferimento alla tra-scendenza, sembrano minacciare unasocietà fondata sul principio di im-manenza e sull’assolutizzazione deldiritto positivo. L’inquietante ridu-zione del diritto all’obiezione di co-scienza, le crescenti ingerenze delloStato, in nome della difesa dei dirit-ti individuali, nella vita interioredella Chiesa o nella sfera familiare,sono i segni di questo totalitarismosoft. La Cti al contrario si proponedi mostrare come la libertà religiosa,proteggendo l’apertura costitutivadella persona alla trascendenza, ga-rantisca la vera libertà e contribuiscaal bene comune delle società.

*Segretario generale della Cti

I programmi della Commissione teologica internazionale

In cammino

Lutto nell’episcopatoMonsignor Anthony Edward Pe-vec, vescovo titolare di Mercia,già ausiliare di Cleveland, è mor-to domenica 14 dicembre negliStati Uniti d’America, all’età di89 anni. Il compianto presule erainfatti nato il 16 aprile 1925 a Cle-veland ed era stato ordinato sa-cerdote il 29 aprile 1950. Elettoalla sede titolare di Mercia e nelcontempo nominato ausiliare diCleveland il 2 aprile 1982, avevaricevuto l’ordinazione episcopaleil successivo 2 luglio. Il 3 aprile2001 aveva rinunciato all’ufficiopastorale. Le esequie saranno ce-lebrate sabato prossimo, 20 di-cembre nella cattedrale di Cleve-land in Ohio.

Nel festoso incontro con un gruppo di disabili argentini

Gesti d’a m o re

«Gestos de amor»: la scritta sullo striscione colorato portato da un grup-po di disabili argentini riassume bene il senso del festoso incontro conPapa Francesco svoltosi nell’auletta dell’Aula Paolo VI martedì pomerig-gio, 16 dicembre. Due scolaresche accompagnate dal vescovo di Jujuy,monsignor César Daniel Fernández, sono state ricevute dal Pontefice in-sieme con i loro educatori e il musicista Memo Vilte. I bambini del Bal-let Sol y Arte al suono di musiche popolari argentine hanno danzato inomaggio al Pontefice. Nel salutarli, Francesco ha detto loro che le coseche si fanno con amore, senza chiedere nulla in cambio, sono gesti puri ele azioni pure per tutti sono gesti di amore, che non hanno prezzo.

Raffaello, «La Teologia»(1509-1511)Musei Vaticani, Stanza della Segnatura

Le nomine episcopali di oggi riguardano la Chiesa inBrasile e in Francia.

Onécimo Alberton vescovo di Rio do Sul(Brasile)

Nato il 16 febbraio 1965 nella città brasiliana di Or-leans, diocesi di Tubarão, ha frequentato il corso di fi-losofia presso l’Universidade do Sul in Tubarão (1980-1983) e quello di teologia presso l’Istituto teologico diSanta Catarina in Florianópolis (1987-1991). Inoltre, siè specializzato in psicopedagogia in Viamão. Il 27 set-tembre 1992 ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale perla diocesi di Tubarão e nel 1998 è passato a quella diCriciúma appena eretta. In questa circoscrizione è sta-to parroco di Nossa Senhora da Natividade in Cocaldo Sul, formatore nel seminario minore e maggiore.Quindi è divenuto rettore del seminario di teologiaBom Pastor, con sede a Florianópolis e presidentedell’Organizzazione dei seminari e degli istituti filoso-fico-teologici del Brasile a livello del regionale Sul I V.

Adelar Baruffi, vescovo di Cruz Alta(Brasile)

Nato il 19 ottobre 1969 a Garibaldi, nella diocesi diCaxias do Sul, è entrato nel seminario minore diocesa-no Nossa Senhora Aparecida di Caxias do Sul, per glistudi medi e superiori. Ha compiuto gli studi di filo-sofia presso l’Università di Caxias do Sul (1988-1990)e quelli di teologia presso la Pontificia università cat-tolica di Rio Grande do Sul (1991-1994). Il 12 gennaio1995 ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale. Ha ottenu-to la licenza in antropologia teologica e teologia spiri-tuale presso la Pontificia facoltà teologica Teresianuma Roma (2000-2001) e ha seguito corsi per formatoridi seminario in Brasile e a Santiago del Cile organiz-

zati rispettivamente dalla Conferenza episcopale brasi-liana (Cnbb) e dal Consiglio episcopale latino-ameri-cano (Celam). Nella diocesi di Caxias do Sul è statoassistente spirituale, coordinatore dei formatori e retto-re del seminario minore e del corso propedeutico, ret-tore del seminario maggiore, coordinatore della pasto-rale presbiterale diocesana, vicario parrocchiale emembro del consiglio dei presbiteri e del collegio deiconsultori.

Jean-Marc Eychenne vescovo di Pamiers( Fr a n c i a )

Nato il 2 novembre 1956 a Pamiers, ha compiuto glistudi primari e liceali nella regione parigina, dove lafamiglia si era trasferita. Ha iniziato i corsi universitaridi filosofia all’università di Paris-Sorbonne. Entratonella Communauté Saint-Martin, ha compiuto gli stu-di di filosofia e di teologia nel seminario di Genova,ottenendo il baccalaureato presso la facoltà di teologiadi Milano. Nel biennio 1985-1986 ha conseguito la li-cenza in teologia presso l’università di Friburgo inSvizzera. Ordinato sacerdote il 4 luglio 1982 per l’a rc i -diocesi di Genova, dal 1994 è membro del clero di Or-léans. È stato maestro dei novizi della CommunautéSaint-Martin (1982-1985), e poi insegnante all’Istitutosuperiore di scienze religiose di Genova e formatoredei seminaristi della Communauté Saint-Martin a Ge-nova (1986-1987). Nel 1987, è stato mandato nella dio-cesi di Orléans, divenendo prima vicario parrocchialedi Madeleine di Orléans- Chécy (1987-1989) e in se-guito vicario episcopale per i giovani, con collabora-zione nella parrocchia di Jargeau (1989-1995). Dal 1995al 2004 è stato parroco di Saint-Yves de la Source, edal 2004 al 2008, vicario episcopale per la zona pasto-rale di Val-de-Loire et Sologne. Dal 2008 è vicario ge-nerale della diocesi.

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L’OSSERVATORE ROMANOgiovedì 18 dicembre 2014 pagina 7

«L’incarnazione del Figlio di Dio apreun nuovo inizio nella storiauniversale» e questo accade in unafamiglia, in uno «sperduto villaggiodella periferia dell’Impero Romano»:nell’udienza generale di mercoledì17 dicembre in piazza San Pietro,Papa Francesco ha richiamatola normalità della vita a Nazaret comemodello per tutte le famiglie.

Cari fratelli e sorelle buongiorno!Il Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia,appena celebrato, è stato la primatappa di un cammino, che si conclu-derà nell’ottobre prossimo con la ce-lebrazione di un’altra Assemblea sultema «Vocazione e missione della fa-miglia nella Chiesa e nel mondo».La preghiera e la riflessione che de-vono accompagnare questo camminocoinvolgono tutto il Popolo di Dio.Vorrei che anche le consuete medita-zioni delle udienze del mercoledì siinserissero in questo cammino comu-ne. Ho deciso perciò di riflettere convoi, in questo anno, proprio sulla fa-miglia, su questo grande dono che ilSignore ha fatto al mondo fin dalprincipio, quando conferì ad Adamoed Eva la missione di moltiplicarsi edi riempire la terra (cfr. Gen 1, 28).

Quel dono che Gesù ha confermatoe sigillato nel suo vangelo.

La vicinanza del Natale accendesu questo mistero una grande luce.L’incarnazione del Figlio di Dioapre un nuovo inizio nella storiauniversale dell’uomo e della donna.E questo nuovo inizio accade in se-no ad una famiglia, a Nazaret. Gesùnacque in una famiglia. Lui potevavenire spettacolarmente, o come unguerriero, un imperatore... No, no:viene come un figlio di famiglia, inuna famiglia. Questo è importante:guardare nel presepio questa scenatanto bella.

Dio ha scelto di nascere in una fa-miglia umana, che ha formato Luistesso. L’ha formata in uno sperdutovillaggio della periferia dell’Imp eroRomano. Non a Roma, che era lacapitale dell’Impero, non in unagrande città, ma in una periferiaquasi invisibile, anzi, piuttosto mal-famata. Lo ricordano anche i Vange-li, quasi come un modo di dire: «DaNazaret può mai venire qualcosa dibuono?» (Gv 1, 46). Forse, in molteparti del mondo, noi stessi parliamoancora così, quando sentiamo il no-me di qualche luogo periferico diuna grande città. Ebbene, proprioda lì, da quella periferia del grande

Impero, è iniziata la storia più santae più buona, quella di Gesù tra gliuomini! E lì si trovava questa fami-glia.

Gesù è rimasto in quella periferiaper trent’anni. L’evangelista Lucariassume questo periodo così: Gesù«era loro sottomesso» [cioè a Mariae Giuseppe]. E uno potrebbe dire:«Ma questo Dio che viene a salvarci,ha perso trent’anni lì, in quella peri-feria malfamata?». Ha persot re n t ’anni! Lui ha voluto questo. Ilcammino di Gesù era in quella fami-glia. «La madre custodiva nel suocuore tutte queste cose, e Gesù cre-sceva in sapienza, in età e in graziadavanti a Dio e davanti agli uomini»(2, 51-52). Non si parla di miracoli oguarigioni, di predicazioni — non neha fatta nessuna in quel tempo — difolle che accorrono; a Nazaret tuttosembra accadere “normalmente”, se-condo le consuetudini di una pia eoperosa famiglia israelita: si lavora-va, la mamma cucinava, faceva tuttele cose della casa, stirava le camice...tutte le cose da mamma. Il papà, fa-legname, lavorava, insegnava al fi-glio a lavorare. Trent’anni. «Ma chespreco, Padre!». Le vie di Dio sonomisteriose. Ma ciò che era importan-te lì era la famiglia! E questo nonera uno spreco! Erano grandi santi:Maria, la donna più santa, immaco-lata, e Giuseppe, l’uomo più giu-sto... La famiglia.

Saremmo certamente inteneriti dalracconto di come Gesù adolescenteaffrontava gli appuntamenti dellacomunità religiosa e i doveri dellavita sociale; nel conoscere come, dagiovane operaio, lavorava con Giu-seppe; e poi il suo modo di parteci-pare all’ascolto delle Scritture, allapreghiera dei salmi e in tante altreconsuetudini della vita quotidiana. IVangeli, nella loro sobrietà, non rife-riscono nulla circa l’adolescenza diGesù e lasciano questo compito allanostra affettuosa meditazione. L’arte,la letteratura, la musica hanno per-corso questa via dell’immaginazione.Di certo, non ci è difficile immagi-nare quanto le mamme potrebberoapprendere dalle premure di Mariaper quel Figlio! E quanto i papà po-trebbero ricavare dall’esempio diGiuseppe, uomo giusto, che dedicòla sua vita a sostenere e a difendereil bambino e la sposa — la sua fami-glia — nei passaggi difficili! Per nondire di quanto i ragazzi potrebberoessere incoraggiati da Gesù adole-scente a comprendere la necessità ela bellezza di coltivare la loro voca-

t re n t ’anni la sua vocazione per laquale il Padre lo ha inviato. E Gesùmai, in quel tempo, si è scoraggiato,ma è cresciuto in coraggio per anda-re avanti con la sua missione.

Ciascuna famiglia cristiana — co-me fecero Maria e Giuseppe — puòanzitutto accogliere Gesù, ascoltarlo,parlare con Lui, custodirlo, proteg-gerlo, crescere con Lui; e così mi-gliorare il mondo. Facciamo spazionel nostro cuore e nelle nostre gior-nate al Signore. Così fecero ancheMaria e Giuseppe, e non fu facile:quante difficoltà dovettero superare!

All’udienza generale il Papa indica la normalità della vita a Nazaret come modello per tutte le famiglie

In periferiail nuovo inizio della storia

Compleanno con i poveri

Festa di compleanno per il Papa inpiazza San Pietro. Con otto poveridi Roma a fargli il regalo piùgradito: un mazzo di girasoli chehanno voluto comprare perché«guardano verso il sole e così nonperdono mai la speranza». Aconsegnare l’omaggio floreale èstato Ominiabons, un giovanenigeriano. Commosso, il Papa hafatto a sua volta un regalo aciascuno di loro con un particolareabbraccio a un giovane musulmanoche festeggiava anch’egli oggi ilcompleanno.Ad accompagare i poveri in piazza,facendo loro «una sorpresa», èstato l’arcivescovo elemosiniereKonrad Krajeweski. Stamani èuscito di buon ora dal Vaticanocon il suo pulmino ed è andato neldormitorio aperto dalle suore diMadre Teresa in via Rattazzi, allastazione Termini. Qui ha invitatocinque persone all’incontro con ilPapa, insieme a don Giovanni, unsacerdote polacco che ha scelto divivere in quella struttura diaccoglienza nel periodo dei suoistudi romani. Poi è passato anchea prendere tre anziane donne condisturbi psichici, assistite nellaCasa Dono di Maria in Vaticano.Il gruppo — composto da unnigeriano, un marocchino, unpolacco, un albanese, una slovacca,una romena e due italiani — èarrivato in piazza giusto in tempoper l’udienza e ha occupato ilposto riservato dalla Prefetturadella Casa Pontificia: in prima fila,proprio accanto alle personemalate che il Papa ha salutatopersonalmente, a una a una. Eproprio alle mense per i poveriromani sarà destinato un altroregalo per Francesco che arrivaoggi in Vaticano dalla Spagna:ottocento chili di polli offerti,come anche un anno fa, dallacooperativa Coren. L’idea è venutaa un bambino, figlio di uno deiresp onsabili.Particolarmente gradito al Papa,poi, il regalo venuto dalla Corea:un pacco di biscotti, preparati econfezionati dai ragazzi disabili delVillaggio dei Fiori che Francescoha avuto modo di incontrare, adagosto, nel suo viaggio in Asia. Hafatto da tramite per questosignificativo dono la giornalistaHwang Soo Kyung, della Koreanbroadcasting system, che haportato anche un video con tantimessaggi di ringraziamento alPontefice per la sua visita.Così come altri graditi regali sonostati la torta con i coloridell’Argentina, con tanto di soffiosulle candeline, presentata da ungruppo di legionari di Cristo,durante il giro con la jeep. E anchela festosa presenza di tremila

ballerini di tango che, proprio inonore del Papa, al terminedell’udienza hanno ballato inpiazza Pio XII. «Il tango è unabbraccio e dove ci si abbraccianon c’è violenza» dice CristinaCamorani, promotricedell’iniziativa. Prima dell’udienza,all’Arco delle campane,l’arcivescovo Agostino Marchettogli ha presentato, con i curatori,contenuti e catalogo della mostra«I Papi della speranza», allestita aCastel Sant’Angelo e aperta finoall’11 gennaio.Quella di stamani è stata l’ultimaudienza dell’anno. La Prefetturadella Casa Pontificia ha reso notoche nel 2014 sono state 1.199.000 lepersone che hanno partecipato allequarantatré udienze. Il prossimoincontro del mercoledì sarà il 7gennaio 2015.

Gruppi di fedeli in piazza San Pietro

La preghiera per le vittime del terrorismo che non si ferma neppure davanti ai bambini

Atti disumani«Il Signore accolga nella sua pace i defunti, conforti ifamiliari, e converta i cuori dei violenti che non si fermanoneppure davanti ai bambini»: durante i saluti ai varigruppi linguistici presenti in piazza San Pietro,il Pontefice ha rivolto un appello ai fedeli invitandolia cantare insieme a lui il Padre nostro «per le vittimedei disumani atti terroristici compiuti nei giorni scorsi inAustralia, in Pakistan e nello Yemen».

Sono lieto di salutare i cari amici di lingua francese,particolarmente i giovani venuti dalla Francia. A pochigiorni dalla celebrazione della Natività del Signore, viinvito a chiederGli di aiutare tutte le famiglie a risco-prire la loro vocazione e la loro missione nella Chiesa enel mondo. A tutti auguro buone Feste di Natale e delNuovo Anno.

Saluto i pellegrini di lingua inglese presentiall’odierna Udienza, specialmente i vari gruppi di stu-denti provenienti dagli Stati Uniti d’America. Nell’im-minenza del Santo Natale, invoco su voi e sulle vostrefamiglie la gioia e la pace nel Signore Gesù. Dio vi be-nedica!

Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini e visitatori dilingua tedesca. Vi auguro una santa e serena festa diNatale. Contemplate la Sacra Famiglia come focolaredi vita e spirito per la crescita di Gesù. ApriteGli i vo-stri cuori e le vostre case, dispensando i doni del suoamore nel mondo. Dio benedica le vostre famiglie!

Saludo a los peregrinos de lengua española, en par-ticular a los grupos provenientes de España, Argentina,México, y otros Países latinoamericanos. También,cuando hice el recorrido, había varios grupos de tan-gueros. Les deseo que hoy puedan hacer buen espectá-culo, y que sople un poco de viento pampero aquí.Que la proximidad del nacimiento de Jesús avive entodas nuestras familias el deseo de recibirlo con un co-razón puro y agradecido. Muchas gracias y que Dioslos bendiga.

Carissimi pellegrini di lingua portoghese, benvenuti!Di cuore vi saluto tutti e affido al buon Dio la vostravita e quella dei vostri familiari. Grazie mille dei vostriauguri per il mio compleanno e per le prossime festivi-

Dio si abbassa, discende sulla terra, piccolo e povero, eci invita ad essere simili a Lui. La Vergine Maria Ma-dre di Gesù e nostra, ci aiuti a riconoscere nel voltodel nostro prossimo, specialmente delle persone piùdeboli ed emarginate, l’immagine del Figlio di Dio fat-to uomo. Buon Natale!

In quest’ultima udienza dell’anno, mentre ancorasiamo nell’Avvento, saluto cordialmente tutti i polac-chi. Auguro che il Santo Natale e il Capodanno sianoper voi un tempo di gioia, di bontà e di pace. L’Em-manuele, Principe della Pace, che viene sulla terra, fac-cia risplendere della sua luce, della speranza e del suoamore le vostre famiglie, i vostri cari e ognuno di voi.Benedico di cuore voi e tutti coloro che desiderano in-contrare Gesù nel mistero della notte di Betlemme.

Nel clima di serena attesa, caratteristico di questigiorni prossimi al Natale, mi è gradito salutare con af-fetto i fedeli di lingua italiana. Saluto gli studenti delPontificio Ateneo Regina Apostolorum e la Comunitàdei Legionari di Cristo con i sacerdoti novelli; la dele-gazione del Comune di Bolsena; i ballerini di tango ele numerose scolaresche. Sembra la piazza del due perquattro! Tutti esorto a rendere più intenso in questigiorni l’impegno nella preghiera e con le opere buone,affinché la nascita di Gesù riempia i cuori della gioiavera che solo Lui può donare.

Un saluto speciale rivolgo ai giovani, agli ammalatie agli sposi novelli. Affidiamoci a Maria, madre dellasperanza e modello di perfetta credente. Cari giovani,accogliete il mistero di Betlemme con la stessa fede concui Maria ha accolto l’annunzio dell’angelo Gabriele.Cari ammalati, attingete da Lei quella gioia e quell’in-tima pace che Gesù viene a portare nel mondo. Carisposi novelli, imitate l’esempio della Madre di Gesùcon la preghiera e le virtù.

Ora, un momento di silenzio e poi, con il Padre No-stro, vorrei pregare insieme con voi per le vittime deidisumani atti terroristici compiuti nei giorni scorsi inAustralia, in Pakistan e nello Yemen. Il Signore accol-ga nella sua pace i defunti, conforti i familiari, e con-verta i cuori dei violenti, che non si fermano neppuredavanti ai bambini. Cantiamo il Padre Nostro chieden-do questa grazia.

Al l ’udienza generale di mercoledì 17 dicembre2014, in piazza San Pietro, erano presenti i se-guenti gruppi:

Da diversi Paesi: Legionari di Cristo, con i Fa-miliari

Dall’Italia: Gruppi di fedeli dalle Parroc-chie: Beata Vergine Immacolata, in Montebel-luna; Santi Pietro e Paolo, in Provagliod’Iseo; San Domenico, in Fermo; Santa MariaAssunta, in Torre Alfina; San Pietro, in SanGregorio da Sassola; San Simeone, in Alvito;San Cesareo, in Terracina; Santa Maria dellaConsolazione, in Roma; Santissima Annunzia-ta, in Roma; San Bartolomeo, in Bojano; San-ta Maria della Pace, in Fragnete; Madonnadel Rosario, Santa Maria in Campitelli, inGrottaglie; Sant’Antonio di Padova, in Trica-se; Santa Maria Assunta, in San Donaci; San-ta Maria della Divina Grazia, in Ponte Gale-ria; San Marco, in Teggiano; San Gavino, inCamposano; Santa Maria Maggiore, SantaBarbara, in Taverna; Santa Maria Maggiore,in Lamezia Terme. Coscritti del 1936 del FriuliVenezia Giulia, con l’Arcivescovo Dino De

Antoni; Artisti dell’Albero di Natale di Gub-bio, con il Vescovo Mario Ceccobelli; Comita-to Presepe vivente, di Petrignano di Assisi;Delegazione del Comune di Bolsena; Ballerinidi tango; Associazione Anmil, di Fasano, edalla Sardegna; Associazione Argos Hippium,di Foggia; Associazione Andos, di ValdarnoAretino; Associazione Anteas, di Asti; Associa-zione talenti e artisti Molisani; AssociazioneAil, di Reggio Calabria; Associazione naziona-le Finanzieri d’Italia, di Mestre; AssociazioneIncontrocorrente, di Sassari; Unione italianaciechi, di Trento; Gruppo storico BersaglieriFiamme cremisi, di Altamura; Scuola calcioIntercasertana, di Caserta; Polisportiva Fonte-nuova, di Fonte Nuova; Giovani fraternità diEmmaus, di Angri; Gruppo dell’Oratorio, diCortona; Gruppo dell’Ucid, di Potenza;Gruppo dell’UnitalsI, di Verona; AziendaSangritana; Azienda Lames, di Vallata; Grup-po Unindustria, di Bologna; Banca di Creditocooperativo, di Buonabitacolo; CooperativaNido d’argento, di Monreale. Gruppodell’Ospedale di Guidonia; Gruppi degliospedali di Macerata, Camerino, Civitanova

tuto Via Dal Verme, di Roma; Istituto Inip, diAirola; Istituto Padre Giuliano Giorgi, diMontorio Romano; Istituto Ancel Keys, diCastelnuovo Cilento; Istituto Leopoldo II diLorena, di Grosseto; Scuola Celso Costantini,di Pasiano; Scuola Principessa di Savoia, diSpinazzola. Gruppi di fedeli da Villa del Con-te; Carnate; Castel Madama; Sambuceto; Roc-ca di Papa; Grottaferrata; Sulmona; Salerno;Altamura.

Coppie di sposi novelli.I polacchi: Pielgrzymi indywidualni.Gruppi di fedeli da: Ucraina.De France: College St. Joseph, de Paimpol;

Institut Sainte-Catherine de Sienne, de Nan-tes; Lycée St. Pie X, de Saint Cloud.

From the United States of America: Studentsand Staff from: University of Mary; Ok-lahoma Wesleyan University, Bartlesville, Ok-lahoma; Lee University, Cleveland, Tennessee.

De Espana: Colegio San Felipe Neri, deCadiz; Colegio de la Inmaculada, de Cartage-na; Colegio Pureza de María, de Bilbao; Insti-tuto Delgado Brakembury, de Las Cabezas deSan Juan; Instituto Nestor Almendros, de To-mares; Instituto Itálica, de Santiponce; Insti-tutos Zoco, Cantico, y Rafael de la Hoz, deC o rd o b a .

De México: Parroquia San Carlos Borromeo,de Metepec.

De Argentina: grupos de peregrinos.

Marche; Coro alpino, diMartinengo; Coro polifonicodelle Terme, di Sciacca.Gruppi di studenti: Liceo Si-gnorelli, di Cortona; LiceoDa Procida, di Salerno; Isti-tuto Mattej, di Formia; Isti-

tà natalizie, che ricambio augurandovi un San-to Natale e un buon Anno Nuovo pieno dellebenedizioni del Bambino Divino.

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrinidi lingua araba, in particolare a quelli prove-nienti dal Medio Oriente! Carissimi, a Natale

Non era una famiglia finta, non erauna famiglia irreale. La famiglia diNazaret ci impegna a riscoprire lavocazione e la missione della fami-glia, di ogni famiglia. E, come ac-cadde in quei trent’anni a Nazaret,così può accadere anche per noi: fardiventare normale l’amore e nonl’odio, far diventare comune l’aiutovicendevole, non l’indifferenza ol’inimicizia. Non è un caso, allora,che “N a z a re t ” significhi “Colei che cu-stodisce”, come Maria, che — dice ilVangelo — «custodiva nel suo cuoretutte queste cose» (cfr. Lc 2, 19.51).Da allora, ogni volta che c’è una fa-

miglia che custodisce questo mistero,fosse anche alla periferia del mondo,il mistero del Figlio di Dio, il miste-ro di Gesù che viene a salvarci, èall’opera. E viene per salvare il mon-do. E questa è la grande missionedella famiglia: fare posto a Gesù cheviene, accogliere Gesù nella famiglia,nella persona dei figli, del marito,della moglie, dei nonni... Gesù è lì.Accoglierlo lì, perché cresca spiri-tualmente in quella famiglia. Che ilSignore ci dia questa grazia in questiultimi giorni prima del Natale. Gra-zie.

zione più profonda,e di sognare ingrande! E Gesù hacoltivato in quei

John Everett Millais«Cristo nella casa dei genitori» (1850)

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