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Archivio di Storia della Chiesa nel rione Monti – 3 – 31 03

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  • Archivio di Storia della Chiesanel rione Monti

    – 3 –

    3103

  • Federico Corrubolo

    La Chiesa di Santa Maria ai Monti

    GUIDA ESSENZIALE

  • Copyright © MMVIARACNE editrice S.r.l.

    [email protected]

    via Raffaele Garofalo, 133 A/B00173 Roma

    (06) 93781065

    ISBN 88–548–0570–X

    I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

    con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

    Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

    I edizione: aprile 2006

  • Indice

    Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7

    La costruzione della Chiesa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9

    Altare maggiore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. 12

    Ciclo della vita di Maria

    (transetto destro, catino, transetto sinistro) . . . . . . . . . . . . . . .. 14

    Transetto destro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. 16

    Transetto sinistro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18

    Cappella Del Monte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20

    Cappella Sabatini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22

    Cappella Falconi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24

    Cappella del Sacro Cuore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26

    Cappella Baccini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27

    La controfacciata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29

    La volta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30

    La sacrestia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32

    Bibliografia essenziale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33

  • Introduzione

    Sembra che la prima descrizione della Chiesa di Santa Maria aiMonti risalga al 1585. Si trova in una raccolta intitolata Le cosemaravigliose dell’alma città di Roma, opera del frate Santi diSant’Agostino1. A questa prima testimonianza si aggiunsero prestoaltre descrizioni via via più aggiornate ad opera di P. Felini(Trattato nuouo delle cose meravigliose dell’alma città di Roma,Roma 1610, 1625), G. Baglione (Le vite de’ pittori, scultori ed archi-tetti…, Roma, 1642), F. Titi (Descrizione delle pitture, sculture earchitetture esposte al pubblico in Roma, Roma, 1763). Altre cita-zioni della chiesa si trovano in R. Venuti (Descrizione topografica estorica di Roma moderna, Roma, 1766) e G. Zempel (Nuova descri-zione di Roma antica e moderna, Roma, 1775). L’ultima guida set-tecentesca che riporta le tradizioni sull’origine della Madonna deiMonti è la Raccolta delle Immagini della Beatissima Vergine ornatedella corona d’oro dal reverendissimo capitolo di S. Pietro, tre volu-mi pubblicati a Roma dall’incisore Pietro Bombelli nel 1792.

    Sono questi gli autori citati in un fascicolo celebrativo usci-to nel 1899 in occasione dei restauri degli affreschi della cupo-la e della navata. Per una rilettura critica di queste fonti biso-gna attendere la seconda metà del sec. XX, con gli studi di O.Montenovesi e soprattutto di G.L. Masetti–Zannini2. Nel 1980,

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    1 Per questa e per le altre notizie che seguono mi permetto di rinviare illettore al mio ultimo lavoro sulla Chiesa: F. Corrubolo, L’Historia della Ma-donna de’ Monti in Roma, in «Archivio italiano per la storia della pietà», vol.XVII, 2004, pp. 129–213.

    2 La nota biografica dei loro lavori sulla Madonna dei Monti si trova inL. Barroero, Rione Monti, parte terza (Guide rionali di Roma), Palombi,Roma 1998, p. 170.

  • in occasione del quarto centenario del miracolo che dette origi-ne alla chiesa, la parrocchia pubblicò una guida storico–artisti-ca a cura di G. Alterio e F. Rocchi, ormai esaurita.

    La presente pubblicazione offre una descrizione semplicema aggiornata delle opere d’arte presenti in questa antica chie-sa romana: corregge alcuni errori delle precedenti guide e com-prende alcune nuove acquisizioni degli studi più recenti: i piùimportanti sono segnalati in nota per fornire possibili piste diapprofondimento.

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  • La costruzione della chiesa

    La Chiesa di Santa Maria ai Monti deve la sua origine alla sco-perta del miracoloso affresco trecentesco di una Madonna conBambino tra i santi avvenuta nel 1580. La storia del ritrovamen-to dell’affresco e dei miracoli verificatisi in quella circostanza èdescritta minuziosamente nell’Historia dell’origine e miracoli del-la Madonna de’ Monti in Roma, un’opera risalente al 1583, e ri-trovata al mercato di Porta Portese nel giugno 2004

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    .Secondo questo racconto l’affresco, ritrovato in un fienile si

    sarebbe dovuto trasportare in una chiesa vicina, ma questa ope-razione avrebbe finito per distruggere l’immagine stessa. Perciòsi decise di costruire una nuova chiesa che sostituisse l’edificiopreesistente

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    . Il 23 giugno 1580 si pose la prima pietra della nuova costru-

    zione. Per tutta l’estate di quell’anno si lavorò ai muri portantie al tetto. Una seconda fase dei lavori iniziò a settembre quan-do si iniziò a decorare la facciata e l’interno. I lavori procedet-tero con grande celerità per le cospicue offerte che proveniva-no sia dai devoti, sia dal cardinale Guglielmo Sirleto, protetto-re della Confraternita dei Catecumeni e Neofiti alla quale ven-ne affidata la custodia dell’immagine miracolosa.

    Le cappelle laterali furono le prime ad essere ultimate. Ladecorazione della Cappella Sabatini (della Natività) iniziò nel1581. Nel 1583 era già iniziata la Cappella Del Monte (dedica-

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    3 L’edizione critica è fornita da F. Corrubolo, op. cit., cfr. nota 1. 4 Le notizie seguenti sono desunte dai documenti conservati nell’Ar-

    chivio Storico del Vicariato di Roma, Fondo catecumeni e Neofiti, Libri mastri161 (1586–1614).

  • ta all’Annunziata). Nel 1584 la Cappella della Pietà. Del 1588sono le prime notizie della Cappella di San Francesco (oggi delSacro Cuore). Più tarda sembra essere la Cappella Baccini(dedicata a san Carlo Borromeo), che soppiantò una preesisten-te Cappella del Crocifisso della quale nulla sappiamo.

    Negli anni 1586–1589 proseguono i lavori della navata edella cupola. Il lanternino di quest’ultima — gravemente dan-neggiato da un fulmine il 16 settembre 2004 e restaurato a curadella Sovrintendenza di Roma tre mesi dopo — viene ultimatonel dicembre 1588. La cupola viene interamente rivestita dipiombo tra gennaio e marzo 1589.

    I lavori della sacrestia iniziano nel 1590. I lavori per il pavi-mento iniziano nel 1592 ma verranno ultimati solo dopo il1610. La decorazione della cupola inizia presumibilmente do-po il 1590 e si protrae fino al 1599, anno in cui Giovanni An-guilla esegue le quattro statue di stucco che tuttora si vedonoall’interno della cupola. Allo stesso periodo risalgono le Storiedella vita di Maria di Casolani, ultimate prima dell’inizio delGiubileo del 1600.

    La chiesa conserva sostanzialmente il suo aspetto cinquecente-sco: gli interventi successivi non hanno alterato l’impianto origi-nario. Il Settecento ha lasciato tracce molto scarse: la lapide dellaconsacrazione dell’altare (nel transetto destro: 1728) e il monu-mento funebre di Tommaso Sergio, religioso dei Pii Operai (sem-pre nel transetto destro: 1752). Allo stesso periodo sembra poter-si attribuire il pesante rivestimento color verde oliva in parteancora visibile sul lato destro del transetto che copriva le paretiinterne. Tale rivestimento è stato in gran parte rimosso durantel’ultima campagna di restauri nel 1999. All’Ottocento risalgono icomplessi monumentali dedicati a san Vincenzo de’ Paoli (1830)e a san Benedetto Giuseppe Labre (1891), come anche la nuova

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  • cantoria, portata a termine a fine secolo. Nel XX secolo vennerifatto il pavimento, spostato indietro l’altar maggiore e portata atermine la Cappella del Sacro Cuore (1949–1950).

    Negli anni 1962–1994 furono apposte delle lapidi in memo-ria di alcuni santi che frequentarono la chiesa (sant’Alfonso,san Giuseppe Calasanzio, san Paolo della Croce e san VincenzoPallotti). Anche la visita di Giovanni Paolo II (1987) e la pre-senza di Guglielmo Giaquinta (1940–1948) sono ricordate dadue lapidi nel transetto sinistro. Come si vede la chiesa di oggiporta con sé i segni di diversi progetti, sviluppatisi però entrol’ossatura dei sec. XVI–XVII. Quindi la lettura attenta delleopere d’arte di questi secoli fornisce la principale chiave di let-tura dell’intero complesso monumentale.

    Scopo dell’intera costruzione era di custodire l’immaginedella Madonna. Perciò tutti i cicli pittorici sono in qualche mo-do collegati alla fede e alla devozione mariana. La decorazionedella chiesa fu ultimata in sei tappe:

    1) la Cappella Sabatini (Natività) negli anni 1581–85 e leCappelle Del Monte (Annunciazione), Falconi (Pietà) edel Crocifisso (oggi Baccini) negli anni 1587–88;

    2) la cupola (artisti vari) comprendente i Vangeli dell’infan-zia (Visitazione, Adorazione dei pastori, Adorazione deiMagi, Presentazione al Tempio) e la fine della vita diMaria (Pentecoste, Morte di Maria, Assunzione, Incorona-zione) dal 1599 al 1601;

    3) il transetto e il catino absidale con la Vita di Maria, operaprima del ventenne Cristoforo Casolani, portata a termi-ne tra il 1602 e il 1609;

    4) la volta con l’Ascensione di Casolani nel 1610;5) la Cappella Baccini negli anni 1614–1623; 6) l’abside con la Morte e Risurrezione di Gesù di Giacinto

    Gimignani nel 1666.

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  • q Edicola e timpano triangolare sormontato dalla statua delCristo Risorto con due angeli in adorazione ai lati, opera diGiacomo della Porta. Al centro dell’altare è situata l’imma-gine miracolosa della Madonna con Bambino tra i santiStefano (a destra) e Lorenzo (a sinistra), di scuola senese,databile alla fine del secolo XIV. In basso San Francesco e unsanto monaco non identificato con certezza, probabilmentesan Bernardo.Il camaldolese Francesco Pifferi, autore dell’Historia del-l’origine e miracoli della Madonna dei Monti (1583) scriveche « quelle figure che sono intorno alla Madonna e laMadonna istessa è della medesima maniera anzi la medesi-ma mano di quella di S. Lorenzo in Panisperne con li mede-simi santi a punto. Le quali di certo tiensi haverle fatte fare

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    Altare maggiore

  • S. Brigida » (Historia II, 1). In effetti santa Brigida giunse aRoma nel 1350, e si stabilì inizialmente proprio nel monaste-ro di san Lorenzo in Panisperna. Era terziaria francescanama studiava con assiduità le opere di san Bernardo. Di quila possibile origine del nostro bellissimo affresco.Le stelle sul manto della Madonna sono otto–novecente-sche, e sono tutti ex voto per grazie ricevute. Ai piedi del-l’affresco una cassettina coi nomi dei capifamiglia del rione.Nel 1941 essi fecero voto che se fossero stati salvati dallaguerra avrebbero ricostruito il pavimento. Il pavimentoattuale è infatti del 1950.Anche la cornice di legno dorato con angeli è un ex voto, perlo scampato pericolo durante la Repubblica Romana del1848–49, quando lo stesso parroco, don Pietro Sciam-plicotti dovette abbandonare la parrocchia perché condan-nato a morte dal governo repubblicano.

    q Abside (affreschi in basso): da destra San Michele precipitai demoni all’inferno; Crocefissione; San Pietro che battezza isanti Processo e Martiniano (erano i soldati di guardia al Car-cere Mamertino, convertiti e battezzati da san Pietro); l’Ap-parizione di Cristo alla Vergine e il Battesimo di Gesù, operedel pistoiese Giacinto Geminiani (1606–1681). Il messaggioè chiaro: si predica il passaggio dalla morte del peccato (latosinistro) alla vita nuova in Cristo risorto (lato destro), trami-te il battesimo (affresco centrale, oggi coperto dall’altarmaggiore). Nelle due ghirlande ai piedi degli affreschi late-rali sono raffigurati ancora i due santi “pagani” Processo eMartiniano.

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  • Transetto destro. In alto a destra L’angelo predice aGioacchino la nascita di Maria, l’Incontro di Gioacchino conAnna e il Concepimento di Maria.

    Il ciclo prosegue nel catino absidale con la Nascita di Maria(ovale di destra), la Presentazione di Maria al tempio (ovale dicentro) e lo Sposalizio di Maria e Giuseppe (ovale di sinistra).Sul transetto sinistro l’Annunciazione. Tutto il ciclo è opera diCristoforo Casolani ed è stato dipinto fra il 1602 e il 1609.

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    Ciclo della vita di Maria(transetto destro, transetto sinistro, catino absidale)

  • La vita di Maria prosegue nel ciclo di affreschi all’internodella cupola, in gran parte deteriorati : sopra la statua del ReDavide con lo scettro in mano, opera in stucco di GiovanniAnguilla (1599), si trova l’Incoronazione della Vergine di Bal-dassarre Croce. Proseguendo in senso orario, cioè verso destra:Assunzione della Vergine e Morte della Vergine. Proseguendoverso sinistra, in senso antiorario: Visitazione a Santa Elisabetta,Adorazione dei pastori, Adorazione dei Magi, Ascensione, Pen-tecoste, Morte della Vergine, Assunzione della Vergine (opera diPaolo Guidotti), fino a tornare all’Incoronazione della Vergine.In questo modo dal transetto fino alla cupola si descrive tuttala vita di Maria.

    Nei riquadri sopra gli ovali della vita di Maria si trovanodegli Angeli attribuiti a Orazio Gentileschi (1562–1647) op-pure a Cesare Nebbia (1564–1614).

    Anche i Quattro Evangelisti sui pennacchi della cupola sonodi Casolani. I bellissimi stucchi con gli angeli musicanti sono diautore ignoto.

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  • q Altare di San Vincenzo . Le elemosine della Quaresima del1830 fruttarono dodici scudi e nove baiocchi. Con essi fucostruito l’altare per iniziativa della Conferenza di San Vin-cenzo de’ Paoli, fondata nel 1819 dal parroco don SalvatoreMechelli che era stato deportato in Corsica durante il regi-me napoleonico. Il quadro sopra l’altare maggiore rappre-senta San Vincenzo in atto di predicare, opera di AndreaPozzi (Roma, 1777–1837), presidente dell’Accademia diSan Luca negli anni 1830–31

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    .

    q Lato destro : monumento funebre di Tommaso Sergio deiPii Operai (1677–1752). Napoletano, si trasferì a Roma nel1706 dove rimase fino alla morte. Apparteneva alla Congre-

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    Transetto destro

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    gazione dei Pii Operai, un ordine religioso fondato dal ven.Carlo Carafa nel 1602, per la missione ai non cristiani.Sergio fu consultore della Congregazione del Sant’Uffizio.Consigliere molto ascoltato da papa Benedetto XIV, sugge-rì al papa stesso di fondare alla Madonna dei Montiun’Accademia di Liturgia che rimase in attività fino alla finedel Settecento.

    q Lato sinistro

    • Edicola nello stile di Giacomo della Porta con una picco-la tela di anonimo raffigurante Gesù risorto, che ricordada vicino la figura di Gesù nel Giudizio universale di Mi-chelangelo.

    • Lapide della nuova consacrazione dell’altare maggiore,avvenuta il 21 dicembre 1728 sotto il pontificato diBenedetto XIII (1724–1730).

    • Lapide in memoria di Vincenzo Pecci, (1856) canonico disanta Maria Maggiore e benefattore della Conferenza disan Vincenzo de’ Paoli.

    5 Queste notizie sono desunte dai registri della Conferenza di San Vin-cenzo de’ Paoli conservati nel Fondo vincenziano dell’Archivio Storico dellaparrocchia.

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    Transetto sinistro

    q Altare

    • Quadro dell’altare: San Benedetto Giuseppe Labre (1748–1783) in atto di offrire in elemosina il cibo ai poveri del Co-losseo (olio su tela di autore ignoto).

    • Sotto l’altare: Tomba di san Benedetto Giuseppe Labre,canonizzato nel 1881 da Leone XIII. La scultura raffigu-rante il santo sul letto di morte è opera di AchilleAlbacini, allievo di Antonio Canova, che la realizzò nel1892. Dietro la statua un bastone da cieco lasciato comeex–voto da un sacerdote romano miracolato nella notte diPasqua del 1995.

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    q Lato destro

    • Edicola nello stile di Giacomo Della Porta che incorniciaun affresco contemporaneo all’immagine della Madonnadei Monti (fine sec. XIV) raffigurante la crocifissione. Ilmotto in latino significa: « in vita ho sopportato la morte;dopo la morte sono rimasto in vita e morendo sono statoper voi vita e salvezza».

    • Lapide del 1962 che ricorda il bicentenario del soggiornodi sant’Alfonso Maria de’ Liguori presso la Casa deiCatecumeni.

    • Lapide moderna in memoria dell’apostolato di san Vin-cenzo Pallotti nel rione Monti, con la fondazione dellaPia Casa di Carità per le giovani orfane superstiti dell’epi-demia di colera del 1837. La casa, tuttora esistente, sitrova in via sant’Agata.

    q Lato sinistro

    • Lapide moderna in ricordo della visita di Giovanni PaoloII (1987).

    • Lapide moderna in memoria del servo di Dio mons. Gu-glielmo Giaquinta, viceparroco della Madonna dei Montidal 1943 al 1948, poi vescovo e fondatore del movimentoPro Sanctitate.

    • Lapide del nobile Ferdinando Maria von Platner, bene-fattore della chiesa (1894).

  • Fatta costruire daJoseph Zarfatì, rabbi-no ebreo nato a Fez,in Marocco, verso il1510. Studioso dellaTorah e della tradi-zione ebraica si con-vertì al cristianesimodopo l’incontro consan Filippo Neri evenne battezzato nel1552 da papa GiulioIII Del Monte, da cuiprese il nome. Scrissediverse opere cate-chetiche rivolte agliebrei, e iniziò a pre-dicare sistematica-mente loro ilVangelo, scatenando,

    com’è ovvio, l’ostilità della comunità ebraica romana. Morì nel1587. Per testamento dette ordine di essere sepolto in questacappella, che è un po’ come la sua ultima predica.

    q In alto sul timpano: cartiglio con la scritta «Vide et inclina /obliviscere populum tuum» («Guarda, ascolta, dimentica iltuo popolo», Salmo 44). Sotto, l’immagine da guardare: il voltodel Salvatore scolpito in altorilievo, forse proveniente da unachiesa distrutta, San Salvatore ad tres imagines. Sull’architravele parole da ascoltare: l’iscrizione in ebraico riporta le parole diMaria durante l’Annunciazione: «Ecco la serva del Signore, sicompia in me la sua parola» (Vangelo di Luca, cap. 1).

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    Cappella Del Monte

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    q Altare: Annunciazione, olio su tela di Durante Alberti(1556–1623) firmato e datato 1588. In basso a destra un’al-tra citazione della bibbia ebraica (Isaia, cap. 7): «Ecco lagiovane donna / partorirà un figlio / il suo nome /[Emmanu]el : burro / e miele mangerà».

    q Pareti laterali

    • Gli apostoli, i primi chiamati fra gli ebrei (oli su tela diAlberti); a destra, Sant’Andrea (col pesce) e San Bar-tolomeo (secondo il vangelo di Giovanni era uno studio-so della Torah, raffigurato col coltello da cuoiaio, stru-mento del suo martirio); a sinistra, San Pietro (fratello diAndrea, vestito come lui) e San Paolo (con la spada e illibro, segno della potenza della parola).

    • Lapide di destra: memoria del committente Ugo Bon-compagni (nome cristiano di Samuele Corcos, ricco ban-chiere ebreo del Cinquecento convertito anch’egli da sanFilippo Neri).

    • Lapide di sinistra: memoria dell’anno della costruzione inonore della Madonna, 1588.

    q Gli affreschi della volta sono stati largamente rimaneggiati inepoche diverse: Immacolata Concezione, Ultima Cena, Fugain Egitto (probabilmente anch’essi di Durante Alberti).

    q Gli affreschi dei pilastri e del sottarco non sembrano avererelazioni precise con il resto della decorazione. Nel pilastrodestro sono raffigurati San Francesco e San Domenico. Nelpilastro sinistro si trova Santa Lucia e (forse) San Bernardinoda Siena. Nel sottarco, Santa Margherita con angeli e santi.

    q Esterno, in alto: le Nozze di Cana, affresco di anonimo an-ch’esso piuttosto rimaneggiato.

  • 22

    Cappella Sabatini

    Fatta costruire da Marcantonio Sabatini, maiordomus dipapa Gregorio XIII. Iniziata nel luglio 1581 fu portata a termi-ne nel 1585. Si tratta della cappella più ricca della chiesa, con imarmi mischi di colore rosso, l’altare privilegiato e le lesenedecorate a grottesche. Sull’arco lo stemma di Gregorio XIII.

  • 23

    q Altare : Adorazione dei pastori, olio su tela di Gerolamo Mu-ziano 1528–1592. Commissionato nel 1582, venne pagatoben 200 scudi e collocato nella cappella nel dicembre 1585.

    q Lato sinistro : Adorazione dei Magi, olio su tela di CesareNebbia (1534–1614). Il dipinto risale agli anni 1584–85 edè in tutto simile alla tela che ritrae i magi nella CappellaCeva di Santa Maria in Vallicella, che lo stesso Nebbia com-pletò nel 1581. Alcuni ritengono però che questa Adora-zione sia opera di un allievo. In alto, lo stemma della fami-glia Sabatini: un leone, la colonna sui tre monti e tre gigli. Siritrova scolpito sulle colonnette della balaustra.

    q Lato destro: Il sogno di San Giuseppe, olio su tela anch’essodi Cesare Nebbia. In alto uno stemma di una famiglia nobi-le non identificata.

    q Volta: al centro un’Annunciazione (molto deteriorata), a de-stra una Presentazione al tempio, a sinistra la Visitazione diMaria a santa Elisabetta. Quest’ultimo dipinto sembra daattribuire a Paris Nogari (1536–1601), mentre incerta è lapaternità dei primi due.

    q Pilastri: profeti e santi attribuiti a G. Muziano.

    q Esterno, in alto: Incoronazione di Maria di Cesare Nebbia,assai rimaneggiato nei restauri del 1899.

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    Costruita a partire dal 1584 è l’unica cappella che conservaintegralmente la sua decorazione cinquecentesca realizzata trail 1587 e il 1588 su commissione del nobile portoghese GiulioPietro Falconi. Lo stemma di famiglia si ritrova nelle colonnet-te della balaustra e sull’arco.

    q Altare: Pietà, olio su tela di Antonio Viviani detto il Sordodi Urbino (1560–1621), dipinto fra il 1585 e il 1587 edesemplato sulla Pietà di Lorenzo Sabatini conservato nellaSacrestia di San Pietro.

    Cappella Falconi

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    • Lapide con l’iscrizione «Tuam / ipsius animam / pertran-sibit / gladius» («Anche a te una spada trapasserà l’ani-ma»: è la profezia della Passione che il vecchio Simeonepredice a Maria nel vangelo di Luca al cap. 2).

    q Parete sinistra: Flagellazione di Cristo. Attribuita allo stessoViviani è secondo altri opera di Lorenzo Mainardi.

    q Parete destra: Salita al Calvario. Anche la paternità di que-st’opera è contestata: secondo alcuni va attribuita a ParisNogari (1536–1601).

    q Volta: affreschi attribuiti a Paris Nogari. Al centro si trova-va Gesù nell’orto del Getsemani, ora perduto; a destra il Tra-dimento di Giuda, pesantemente alterato e ridipinto; a sini-stra Gesù e Pilato, anch’esso molto rimaneggiato.

    q Sottoarco: Angeli con gli strumenti della Passione: lancia espugna, colonna della flagellazione, scritta I.N.R.I., chiodi emartello.

    q Pilastri: i profeti della passione di Gesù, il Re David a destrae Isaia a sinistra. Sembra siano opera di Viviani.

    q Esterno, in alto: Resurrezione di Cristo di A. Viviani.Secondo altri è invece di G.B. Lombardelli.

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    Fu realizzata nel 1949 dove si trovava una porta d’ingresso chedava su via dei Serpenti. Prima che venisse aperto quest’ingressolaterale qui c’era un’altra cappella, dedicata a san Francesco.

    q Sopra l’altare: Gesù offre il suo Sacro Cuore, olio su tela di E.Tarenghi, 1940. Sulla lunetta l’ultima traccia dell’anticaCappella di San Francesco: l’affresco di Paolo Guidotti(1560–1629) che ritrae il Poverello d’Assisi sul monte dellaVerna, mentre riceve le stimmate.

    q Ai lati due immagini contemporanee della Madonna: a sini-stra un’icona copta (1994), a destra una Madonna con bam-bino secondo l’iconografia tradizionale delle Filippine, donodel card. Jaime Sin, arcivescovo di Manila, che fu cardinaletitolare della parrocchia dal 1977 al 2005.

    Cappella del Sacro Cuore

  • Costruita per volere di Andrea Baccini (1586–1614), riccomercante di origine fiorentina, erroneamente considerato unebreo convertito6. Difficile dire perché Baccini desiderasse unacappella in onore di san Carlo. La cappella comunque era inorigine dedicata al Crocifisso.

    q Sopra l’altare: Madonna con Bambino e san Carlo, olio sutela erroneamente attribuito a Giovanni Mannozzi dettoGiovanni da San Giovanni (1592–1636), opera invece diInnocenzo Tacconi, pittore bolognese alunno di Annibale

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    Cappella Baccini

    6 M.B. Guerrieri Borsoi, Un’eredità e i suoi frutti…, in «Paragone/Arte»,46, serie 3, 1995, pp. 115–125, ha rintracciato l’atto di battesimo di Baccini,il che dimostra che proveniva da una famiglia cristiana.

  • Carracci. Borromeo è raffigurato con l’aureola, pertanto ildipinto è posteriore al 1610, anno della canonizzazione delSanto. Sul timpano il motto del santo: «humilitas», umiltà,ritratta anche nel medaglione sulla volta.

    q Ai lati della cappella episodi della vita di san Carlo, dipintida Giovanni Mannozzi e comunque largamente rimaneggia-ti. A sinistra, San Carlo distribuisce l’Eucarestia durante lapeste di Milano. A destra, Il fallito attentato alla vita delsanto. L’attentatore è curiosamente raffigurato di spalledalla vita in su e di fronte dalla vita in giù. In alto a sinistra,San Carlo caccia i demoni da un’ossessa; in alto a destra, SanCarlo fa la carità ai poveri.

    q Sui pilastri due lapidi commemorative, una a sinistra, del1614, che ricorda la morte di Baccini (avvenuta proprio ilgiorno del suo compleanno) e l’altra a destra, del 1623, annodella fine dei lavori. In quest’ultima gli esecutori testamen-tari ricordano che Baccini istituì suoi eredi la Vergine Mariae il suo “patrono” san Carlo, una prassi tutt’altro che infre-quente nel Seicento.

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    La ditta piemontese Collino costruì l’organo nel 1871. Unatradizione raccolta da don Gino d’Anna (parroco dal 1978 al2001) racconta che lo strumento era stato destinato allaCappella paolina del Quirinale quando Vittorio Emanuele II visi trasferì dopo la breccia di Porta Pia. Fu trasportato a Romaa cura del marchese De Robilant ma non si conosce la ragioneper la quale arrivò in parrocchia. La cantoria è della fine delsecolo XIX ed è uno dei primi esempi di strutture in cementoarmato della Roma umbertina.

    Nelle lunette si trovano due profeti: a destra Isaia con unalapide recante un versetto del capitolo 63 («Chi è costui cheviene da Edom, splendido nella sua veste?»). Un angelo in stuc-co con la tromba gli indica Gesù che ascende al cielo, dipintonella volta. A destra un altro profeta, che data la giovane etàpotrebbe essere Daniele. Sono opera del già citato CristoforoCasolani.

    La controfacciata

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    La volta

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    7 V. Tiberia, Santa Maria dei Monti, gli affreschi e gli stucchi, in Restaurid’arte e Giubileo, Electa, Napoli 2001, pp. 76–83.

    La volta rappresenta l’Ascensione di Gesù ed è sempre operadel Casolani. In primo piano Gesù vestito di una tunica rossa (lanatura umana) e di un manto sfolgorante (la natura divina). Lasua figura è significativamente posta vicino al finestrone della con-trofacciata, dal quale in pieno giorno filtra abbondante la lucesolare. Nella parte inferiore dell’affresco gli Apostoli e laMadonna assistono alla scena. Al di sopra e al di sotto del riqua-dro centrale gli angeli sorreggono cartigli con i versetti dei salmiche si cantano nella festa liturgica dell’Ascensione.

    Nelle grandi vele laterali i dottori della Chiesa si alternanocon gli angeli che per l’arditezza del disegno hanno fatto pen-sare a Orazio Gentileschi. I Padri e i dottori sono: san Giro-lamo (riconoscibile per il manto rosso e il leone, segni della vitaeremitica che condusse), san Gregorio Magno (papa dal 590 al604: l’unico con il triregno), sant’Agostino e sant’Ambrogio(l’identificazione non è certa). Gli angeli in stucco che sporgo-no dalle vele sono di autore ignoto.

    La volta compone un unico grande complesso in cui, all’in-terno delle cornici dorate tipiche del primo manierismo roma-no si svolge un fitto dialogo tra gli affreschi e le sculture.

    La volta, come del resto il transetto e l’abside è stata restau-rata nel 2000 da un’équipe guidata dal prof. Vitaliano Tiberia7.

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    In origine si trattava di una cappella feriale ad uso dei PiiOperai che ebbero in cura la chiesa dal 1712 al 1798. In segui-to venne trasformata in sacrestia. I due magnifici armadi risal-gono alla metà del Seicento, sono ottimamente conservati e tut-tora in uso. Il pavimento venne rifatto durante i restauri del1899. Sulla parete sinistra una tela raffigurante l’Assunzionedella Vergine, di anonimo; pure anonima risulta la tela sullaparete destra, raffigurante una Via dolorosa. La crocifissionesulla parete di fondo è di Filippo Luzi (1665–1720): nonostan-te sembri un affresco l’opera è invece dipinta ad olio diretta-mente sul muro con una tecnica piuttosto rara. Luzi fu disce-polo di Lazzaro Baldi, che forse è l’autore dell’Eterno nel lunet-tone soprastante. La croce in legno fu sovrapposta nell’Ot-tocento.

    La sacrestia

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    Bibliografia essenziale

    Alterio G., Rocchi F., La Chiesa della Madonna dei Monti aRoma, Roma 1980.

    Barroero L., Rione Monti, parte terza (Guide rionali di Roma),Palombi, Roma 1998, pp. 38–52.

    Corrubolo F., L’Historia della Madonna de’ Monti in Roma, in«Archivio italiano per la storia della pietà», vol. XVII, 2004,pp. 129–213.

    Masetti Zannini G.L., La Madonna dei Monti. Tradizioni reli-giose romane del Cinquecento ne L’Urbe, 1973, 6, pp. 11–21.

    Numero unico in occasione della riapertura della Chiesa parroc-chiale della Madonna dei Monti fatta restaurare dalla visita apo-stolica dei luoghi pii dei catecumeni e neofiti, Roma, 1899.

    Tiberia V., Santa Maria dei Monti, gli affreschi e gli stucchi, inRestauri d’arte e Giubileo, Electa, Napoli 2001, pp. 76–83.

  • Archivio di Storia della Chiesa nel rione Monti(a cura di Federico Corrubolo)

    1.FRANCESCO PIFFERI

    Storia dell’origine e primi miracoli della Madonna dei Montiin Roma

    2.FRANCESCO ROVIRA BONET

    Historia del risarcimento della chiesa parrocchiale diSan Salvatore e Pantaleo ai Monti descritta l’anno 1763

    3.FEDERICO CORRUBOLO

    La Chiesa di Santa Maria ai Monti. Guida essenziale

  • Finito di stampare nel mese di gennaio del dalla «Ermes. Servizi Editoriali Integrati S.r.l.» Ariccia (RM) – via Quarto Negroni,

    per conto della «Aracne editrice S.r.l.» di Roma