viale eugenio iv - vetralla (vt) periodico di cultura, … · 2008-10-05 · pio di architettura...

12
ANNO I - N.4 PERIODICO DI CULTURA, COSTUME E SOCIETÀ c a s s i a i v a All together now: no coke I Consigli provinciali di Roma e Viterbo hanno chiesto, in seduta congiunta, al Governo nazionale di avviare un'analisi e uno studio per la trasformazione dell'impianto della centrale Enel di Torre Valdaliga Nord (Civitavecchia), alternativo al progetto di alimentazione a carbone, a partire dalle fonti energetiche rinnovabili e pulite, avvalendosi di strutture competenti, universitarie o pubbliche. p.5 p.6 p.7 p.8 p.8 p.9 p.11 p.121 p.12 VETRALLA: - - LA VETRALLA SERVIZI - IL CONSIGLIO COMUNALE - LA VILLA COMUNALE - FORO CASSIO CANEPINA: - - LAVORI PUBBLICI - IL MUSEO DELLE TRADIZIONI TUSCANIA: - - URGONO EDIFICI SCOLASTICI VITERBO - - AL TEATRO S. LEONARDO CAPRAROLA: - ACQUAPENDENTE: - - LA RACCOLTA DIFFERENZIATA SCUOLA ALBERGHIERA VETRALLA: - - L’ARTE DELLA CERAMICA - I PRODOTTI TIPICI - - LE VETRATE DI FIORELLA PIANTINI LIBRI: - - “ANIMI MOTUS” DI MARA VALERI MUSICA E TEATRO - - MARCO SCHIAVONI E CATERINA GENTA MUSICA - - MURO DEL CANTO - THE SHAMANS DANZA - PASSI AL RITMO DI SALSA Siamo tutti molto ignoranti, ma non tutti ignoriamo le stesse cose. Albert Einstein (1879 - 1955) - - IL CONSIGLIO CONGIUNTO - COME LA PENSA DI MEO - FILO DIRETTO CON PARRONCINI p.2 - FAMILY DAY E CORAGGIO LAICO - EDUCARE ALLA LEGALITÀ p.3 p.4 VALLERANO: - LOTTA AL CINIPIDE - ALLARME RIFIUTI Arlena di Castro 0761.430845 - 328.3283382 VETRALLA: - - IL TEMPIO DELLA DEMETRA - MICHELANGELO E BREGNO CANEPINA: - - 63° ANNIVERSARIO DEI BOMBARDAMENTI p.6 U N A S C E L T A D I S T I L E Viale Eugenio IV - Vetralla (VT) Tel/Fax 0761.478330 www.sanettimobili.it U N A S C E L T A D I S T I L E Viale Eugenio IV - Vetralla (VT) Tel/Fax 0761.478330 www.sanettimobili.it Editoriale Intelligenti imprenditoriÈ il quarto numero di "viacassia" Siamo orgogliosi di poter scrivere: esi- stiamo ancora! Nonostante le aspettative non incorag- gianti e nonostante le modeste risorse economiche: siamo partiti per coprire inizialmente solamente la zona di Vetralla e già al quarto numero tentia- mo di fare informazione su fatti che inte- ressano centri come Vignanello, Vallerano, Canepina, Acquapendente, Caprarola, Tuscania e naturalmente Viterbo. I contesti delle tematiche trat- tate ci hanno indotto a toccare con mano (o meglio con penna) le proble- matiche che più sono sentite nella Tuscia; altrettanto ci piace far cono- scere personaggi del mondo dell'arte, dell'artigianato e del mondo del lavo- ro, a volte ignorati e troppo spesso poco valorizzati. Per la seconda volta il giornale si occu- pa in prima pagina (e le due successi- ve) dell’argomento che più ci preoccu- pa, e cioè l’ambiente. Il rischio di degrado del territorio viterbese ci riguarda tutti quanti, in prima persona, riguarda anche coloro che "se ne fregano", riguarda i politici, nazionali e locali, che a volte fanno scelte sbagliate o per lo meno sono costretti a farle; e riguarda soprattutto noi cittadini che subiamo le conse- guenze di queste scelte. Citiamo, tanto per "affondare il coltello", la scellerata dislocazione delle discariche nelle nostre campagne, i tentativi di ricon- versione delle centrali di Civitavecchia e Montalto, la raccolta differenziata che avanza a “passi di lumaca”, e l'ostinata resistenza verso le energie alternative. È di questi giorni la notizia che la città di Siviglia ha inaugurato il più grande impianto di energia solare, un impian- to in grado di accendere frigoriferi e condizionatori di 180.000 famiglie. Un impianto che oltre ad essere all’avanguardia dal punto di vista tec- nologico è nello stesso tempo un esem- pio di architettura contemporanea che attira turismo e fa notizia. Acostruire questo capolavoro di arte e tecnologia ci hanno pensato "intelli- genti imprenditori" dell’edilizia spa- gnola. della musica della cultura,

Upload: vokhanh

Post on 15-Feb-2019

219 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: Viale Eugenio IV - Vetralla (VT) PERIODICO DI CULTURA, … · 2008-10-05 · pio di architettura contemporanea che ... genti imprenditori" dell’edilizia spa-gnola. della musica

ANNO I - N.4PERIODICO DI CULTURA, COSTUME E SOCIETÀ

cassiaiv a

All together now:no coke

I Consigli provinciali di Roma e Viterbo hanno chiesto, in seduta congiunta, al Governo nazionaledi avviare un'analisi e uno studio per la trasformazione dell'impianto della centrale Enel di TorreValdaliga Nord (Civitavecchia), alternativo al progetto di alimentazione a carbone, a partire dallefonti energetiche rinnovabili e pulite, avvalendosi di strutture competenti, universitarie o pubbliche.

p.5

p.6 p.7 p.8

p.8

p.9 p.11 p.121 p.12

VETRALLA:-- LA VETRALLA SERVIZI- IL CONSIGLIO COMUNALE- LA VILLA COMUNALE- FORO CASSIO

CANEPINA:-- LAVORI PUBBLICI- IL MUSEO DELLETRADIZIONI

TUSCANIA:-- URGONO EDIFICISCOLASTICI

VITERBO-- AL TEATRO S. LEONARDOCAPRAROLA:-ACQUAPENDENTE:-- LA RACCOLTADIFFERENZIATA

SCUOLA ALBERGHIERA

VETRALLA:-- L’ARTE DELLA CERAMICA- I PRODOTTI TIPICI

-- LE VETRATEDI FIORELLA PIANTINI

LIBRI:-- “ANIMI MOTUS”DI MARA VALERI

MUSICA E TEATRO-- MARCO SCHIAVONI ECATERINA GENTA

MUSICA-- MURO DEL CANTO- THE SHAMANSDANZA- PASSI AL RITMO DI SALSA

Siamo tutti molto ignoranti, ma non tutti ignoriamo le stesse cose. Albert Einstein (1879 - 1955)

-- IL CONSIGLIO CONGIUNTO- COME LA PENSA DI MEO- FILO DIRETTO CONPARRONCINI

p.2- FAMILY DAYE CORAGGIO LAICO

- EDUCARE ALLALEGALITÀ

p.3 p.4VALLERANO:- LOTTA AL CINIPIDE- ALLARME RIFIUTI

Arlena di Castro0761.430845 - 328.3283382

VETRALLA:-- IL TEMPIO DELLADEMETRA

- MICHELANGELOE BREGNO

CANEPINA:-- 63° ANNIVERSARIODEI BOMBARDAMENTI

p.6

UNA SCELTA DI STILE

Viale Eugenio IV - Vetralla (VT)Tel/Fax 0761.478330www.sanettimobili.it

UNA SCELTA DI STILE

Viale Eugenio IV - Vetralla (VT)Tel/Fax 0761.478330www.sanettimobili.it

Editoriale“Intelligenti imprenditori”È il quarto numero di "viacassia"Siamo orgogliosi di poter scrivere: esi-stiamo ancora!Nonostante le aspettative non incorag-gianti e nonostante le modeste risorseeconomiche: siamo partiti per coprireinizialmente solamente la zona diVetralla e già al quarto numero tentia-mo di fare informazione su fatti che inte-ressano centri come Vignanello,Vallerano, Canepina, Acquapendente,Caprarola, Tuscania e naturalmenteViterbo. I contesti delle tematiche trat-tate ci hanno indotto a toccare conmano (o meglio con penna) le proble-matiche che più sono sentite nellaTuscia; altrettanto ci piace far cono-scere personaggi del mondo dell'arte,

dell'artigianato e del mondo del lavo-ro, a volte ignorati e troppo spessopoco valorizzati.Per la seconda volta il giornale si occu-pa in prima pagina (e le due successi-ve) dell’argomento che più ci preoccu-pa, e cioè l’ambiente.Il rischio di degrado del territorioviterbese ci riguarda tutti quanti, inprima persona, riguarda anche coloroche "se ne fregano", riguarda i politici,nazionali e locali, che a volte fannoscelte sbagliate o per lo meno sonocostretti a farle; e riguarda soprattuttonoi cittadini che subiamo le conse-guenze di queste scelte. Citiamo, tantoper "affondare il coltello", la scelleratadislocazione delle discariche nellenostre campagne, i tentativi di ricon-versione delle centrali di Civitavecchiae Montalto, la raccolta differenziatache avanza a “passi di lumaca”, el'ostinata resistenza verso le energiealternative.È di questi giorni la notizia che la cittàdi Siviglia ha inaugurato il più grandeimpianto di energia solare, un impian-to in grado di accendere frigoriferi econdizionatori di 180.000 famiglie. Unimpianto che oltre ad essereall’avanguardia dal punto di vista tec-nologico è nello stesso tempo un esem-pio di architettura contemporanea cheattira turismo e fa notizia.Acostruire questo capolavoro di arte etecnologia ci hanno pensato "intelli-genti imprenditori" dell’edilizia spa-gnola.

de l la mus ica de l la cu l tu r a ,

Page 2: Viale Eugenio IV - Vetralla (VT) PERIODICO DI CULTURA, … · 2008-10-05 · pio di architettura contemporanea che ... genti imprenditori" dell’edilizia spa-gnola. della musica

Il Consiglio che consiglia...

di Terzo Clementi

p. 2cassiaiv a GIUGNO 2007

La Provincia di Roma, quale Entesovraccomunale dotato di competenzein materia di controllo della qualitàdell'aria, sollecitata dalle forze politi-che e sociali presenti nel territorio aintervenire sull'argomento al fine disvolgere un ruolo di vigilanza, non si èritratta a tale invito e dalla sua sede isti-tuzionale ha inteso rassicurare la citta-dinanza, verificando la congruità delleiniziative prese a livello governativo. Ilpresidente, Enrico Gasbarra, ha portatoalla memoria dei presenti in aula gliatti con i quali l'ente, da lui presieduto,ha fatto opposizione alla politica ener-getica fondata sul carbone. Conmozione votata all'unanimità nellaseduta del 20 ottobre 2003 dalConsiglio Provinciale di Roma e conmemoria di Giunta approvata nellaseduta dell'8 maggio 2007, è statoespresso il parere contrario dellaProvincia di Roma alla riconversionedella Centrale Enel di Torre ValdaligaNord da olio combustibile a carbone eche l'Ente ha partecipato attivamentenel contenzioso aperto presso il Tar delLazio e presso il Tribunale diCivitavecchia. Tale posizione di con-trarietà è stata ribadita più volte anchedai Consigli comunali del comprenso-

rio, in considerazione della elevata tos-sicità delle emissioni residue prodottedalla combustione del carbone chenuocciono fortemente alla salute dellepopolazioni locali. Mentre il suo omo-logo, Alessandro Mazzoli, presidentedella Provincia di Viterbo, ha reso notigli atti che hanno messo in lucel'avversa volontà alla riconversione acarbone; ne è emerso che: con delibe-razioni del proprio organo consiliare n.38 del 3 ottobre 2005 e n. 13 del 2 apri-le 2007 la Provincia di Viterbo ha riba-dito la propria contrarietà alla riconver-sione a carbone della centrale Enel diTorre Valdaliga Nord, impegnando ilproprio presidente a richiedere unaserie di analisi epidemiologiche ed unavalutazione di impatto ambientale chetenesse conto di un più ampio raggioda sottoporre ad esame nell'ambito del-

le ricadute delle particelle sottili rispet-to a quello di 25-30 km finora valutato.Inoltre, ha ritenuto opportuno ribadire,in seduta congiunta con il Consiglioprovinciale di Roma, la netta contrarie-tà degli Enti alla attivazione dellaCentrale Enel di Torre Valdaliga Nordcon combustibile a carbone e di richie-dere nuove verifiche ambientali e sani-tarie idonee ad accertare la effettivanocività delle emissioni in atmosferaderivanti dalla combustione del carbo-ne, nonché la necessità di richiedere alGoverno della Repubblica la riaperturadella Conferenza di Servizi per la valu-tazione di impatto ambientale, cosìcome, peraltro, proposto dai Ministridell'Ambiente e della Salute. Dato attoche alla seduta congiunta dei Consigliprovinciali di Roma e Viterbo sonostati invitati a partecipare i Ministri allo

Sviluppo Economico, all'Ambiente ealla Salute nonché il Presidente dellaRegione Lazio, i sindaci dei comuninella provincia di Roma, Viterbo equelli dell'area interessata dalla costru-enda centrale; unanimemente si èrichiesta al Governo nazionale la ria-pertura della Conferenza di Servizi perla valutazione di impatto ambientaleconnessa alla conversione a carbonedella Centrale Enel di Torre ValdaligaNord, così come proposto dai Ministridell'Ambiente, Pecoraio Scanio, e del-

Con mozione votata all'unanimità nella sedutadel 20 ottobre 2003 dal Consiglio Provinciale‘di Roma e con memoria di Giunta approvata

nella seduta dell'8 maggio 2007, è stato espresso ilparere contrario della Provincia di Roma alla ricon-versione della Centrale Enel di Torre ValdaligaNord da olio combustibile a carbone

Tutti insieme: no al carboneSOCIETÀ

Stefano Di Meo, con largo anticipo sui suoi colleghi, sin dalle prime ore delpomeriggio ha affiancato i manifestanti che, in piazza S.S. Apostoli, hanno datovita ad un ironico orticello piantato tra il carbone. L'assessore provinciale ci haspiegato le motivazioni di una tale messa in scena. “Nel caso in cui la centrale acarbone di Civitavecchia venga ultimata – ha spiegato Stefano di Meo - ed inizia produrre energia, si dovranno conseguentemente convertire le colture in unavasta area. Questo a causa degli effetti inquinanti dovuti agli scarichi. Inutile direche tutto è legato alla logica perversa del business che ci impone l'energia a car-bone per l'economicità della materia prima e soprattutto per la sua garantita repe-ribilità nei prossimi 150 anni. Una scelta incurante della salute pubblica e delleserie problematiche indotte nel territorio. Noi, comunisti italiani, ribadiamo ilnostro no al carbone e auspichiamo soluzioni fondate sulle energie alternative. Ilrammarico deriva da una constatazione: nonostante la vicenda della riconversio-ne a carbone della centrale Enel di Civitavecchia, Torre Valdaliga nord, abbiaavuto inizio con il governo di centrodestra, l'attuale compagine di maggioranzanon prende una decisione netta di rifiuto. Noi senza indugi continueremo lanostra battaglia al fianco dei cittadini, in tutte le sedi istituzionali. Il ministroBianchi, espressione della nostra compagine politica, ha manifestato da sempreuna inequivocabile contrapposizione alla politica energetica fondata sul carbo-ne.” Stefano Di Meo, che dimostra di avere particolarmente a cuore il problema,viene poi invitato ad esprimere un parere sul consiglio provinciale congiunto. “Ilconsiglio provinciale congiunto, tra Provincia di Roma e di Viterbo, aperto a tuttii sindaci del comprensorio dell'alto Lazio, rappresenta un evento straordinario dinotevole rilevanza politica. Un'assise, che vede inoltre presente in aula lo stessopresidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, chiaramente contrario allariconversione al carbone della centrale. L'evento ha un'indubbia forza politica; èdifficile supporre, che possa essere ignorato!”

la Salute, Livia Turco. Sempre inmaniera concorde i due consiglihanno richiesto un'analisi sullevocazioni strategiche economichedel territorio e uno studio di fattibi-lità per la trasformazionedell'impianto della Centrale Enel diTorre Valdaliga Nord, alternativo alprogetto proposto sul carbone a par-tire dalle fonti energetiche rinnova-bili e pulite, avvalendosidell'apporto di strutture universita-rie e pubbliche.

Di Meo spiega il suo no alla centrale a carbone: noi comunisti italiani auspichiamo soluzioni fondate sulle energie alternative

di Alberto Xerry De Caro

“È auspicabile che il Parlamento raggiun-ga un accordo sulla legge elettorale, manell'eventualità che ciò non avvenga èbene che sia la società civile a decidere.”Con queste parole l'On. GiuseppeParroncini, capogruppo Ds alla RegioneLazio, ha liquidato un quesito scomodo,che rappresenta uno dei tormentoni politicidel momento. “I referendum - ha aggiuntoParroncini – vanno nella direzione di unrafforzamento della logica bipolarista, con-sentendo la nascita di maggioranze egoverni omogenei e stabili; ma mi auguroche l'Organo istituzionale vocato a talecompito adempia al suo mandato e si giun-ga ad una riforma della legge elettorale in

Parlamento.” Dalle parole dell'On.Parroncini traspare evidente il rammari-co per un processo democratico vanifica-to dalla vigente legge elettorale: un talepateracchio che ha costituito un harakiriper lo stesso centrodestra. Tornando conla mente ad oltre 10 anni fa quando sitrattò di scegliere un metodo nuovo, alcu-ni avrebbero preferito voltare del tuttopagina e adottare un sistema maggiorita-rio - o uninominale - puro, perché ritenu-to più adatto al raggiungimento di treobiettivi: la semplificazione del sistemadei partiti, l'introduzione del principiodell'alternanza nella guida del Paese, e latanto sospirata stabilità dei governi. Altri,specialmente i partiti più piccoli, vedeva-no nel maggioritario una minaccia al prin-cipio del pluralismo e della rappresentan-za in Parlamento di tutte le forze politi-che, anche di quelle che nel Paese aveva-no meno seguito in termini di voti. Allafine si giunse ad un compromesso. Perdare seguito alla volontà dei cittadini,espressa attraverso il referendum, venneapprovata una nuova legge elettorale, lacosiddetta “Legge Mattarella” che preve-deva per l'elezione dei membri dellaCamera e del Senato un sistema misto

con una forte componente maggiorita-ria (75%) corretta da una quota propor-zionale (25%). La disponibilità offertada uno dei politici di punta del nascentepartito democratico ci induce ad osareun altro quesito di valenza cruciale perl'economia viterbese: la realizzazionedell'aeroporto a Viterbo. “La realizza-zione dell'aeroporto a Viterbo – affermal'On. Giuseppe Parroncini – rappresentauna notevole opportunità di sviluppoper l'intero territorio viterbese e nonsolo. Mi auguro, quindi, che le aspetta-tive non vengano deluse, poiché al di làdei vantaggi economici recatidall'incremento dell'occupazione locale,l'aeroporto porterebbe un indubbio svi-luppo nel commercio e nelle infrastrut-ture con una grande crescita di opportu-nità nel settore turistico e sociale. Il turi-smo ne beneficerebbe soprattutto per ilfatto che con i voli a basso costo, comu-nemente detti low-cost, moltissime per-sone deciderebbero di approfittare di unweek-end per recarsi in luoghi che altri-menti non avrebbero mai visitato. Unoscalo, quindi, che dovrebbe supportareCiampino congestionato oltremodo daun intenso traffico passeggeri.”

Per ridisegnare la legge elettoraleè auspicabile un'intesa parlamentare

Filo diretto con Giuseppe Parroncini (capogruppo DS alla Regione Lazio)

di Terzo Clementi

Pubblicazione periodica, iscritta al Registro Stampa n 3/2007, visibile on line presso il link: www.ghaleb.com/viacassia.htm.Direttore Responsabile: Terzo ClementiHanno collaborato a questo numero: Giorgia Basile, Maria Cristina Bigarelli, Ingmar Clementi, Alberto Xerry De Caro, AdriaDionisi, Dario Mencagli, Mauro Giovannini, Simone Lupattelli, Elisa Mancinelli, Gabriella Norcia, Roberto Preite, CarloSanetti, Stefano Sanetti,Alberto Scala, Sabrina Sciarrini, Emanuele Trevi.Editore e proprietà: Davide GhalebRedazione: via Roma, 41 - 01019 Vetralla (VT)Tel. 0761.461794www.ghaleb.com - email: [email protected]: Tecnostampa SutriLe fotografie ove non indicato sono di proprietà dell’archivio della Casa Editrice e protette da copyright.

Nelle fotografie: in alto a destra: un momento del Consiglio congiunti tenuto a Roma; a sinistra: Giuseppe Parroncini, capogruppo DS alla Regione Lazio;di seguito l'Assessore Di Meo durante la manifestazione "no coke".

La realizzazione dell'aeroporto a Viterbo rappresenta una notevole opportunità disviluppo per l'intero territorio viterbese e non solo.

Page 3: Viale Eugenio IV - Vetralla (VT) PERIODICO DI CULTURA, … · 2008-10-05 · pio di architettura contemporanea che ... genti imprenditori" dell’edilizia spa-gnola. della musica

p. 3SOCIETÀ

“Educare alla legalità” nel ricordo di Falcone e Borsellino, conmolti studenti raccolti nella palestra dell'istituto professionale F.Orioli per ascoltare con attenzione una lezione di “Libertà eDemocrazia” estrapolata dagli insegnamenti dei due magistrati.“Nella vostra vita di tutti i giorni, di studenti oggi di buoni genitoriun domani, abbiate di Giovanni e Paolo, non il ricordo di due magi-strati ma di due persone che hanno creduto nello Stato.” Con que-ste semplici parole ha esordito Maria Falcone nell'incontro avutocon gli studenti degli istituti superiori di Viterbo. La palestra gre-mita di ragazzi per celebrare, insieme a tante autorità,“l'Educazione alla legalità”. Un parterre da grandi occasioni, cheha visto la partecipazione del ministro della Pubblica Istruzione,Giuseppe Fioroni, del presidente della Provincia, AlessandroMazzoli e del Prefetto Alessandro Giacchetti. Una kermesse chepotremmo rappresentare come una escalation di emozioni interrot-te di tanto in tanto da razionali intendimenti del rappresentante delGoverno: tutti di auspicabile applicazione.Arendere tutto più sim-patico, un balletto al ritmo di “Pensa”, il testo di Fabrizio Moro cheha trionfato nella passata edizione di Sanremo Giovani. “Primo: larepressione; secondo: l'educazione e terzo: lo sviluppo economi-co.” Questa è stata la ricetta suggerita da Maria Falcone per debel-lare la mafia, che ha proseguito: “Si può spezzare un fiore, ma nonsi può interrompere la primavera. La mafia, col vile attentato diCapaci, ha chiuso cinque bocche – i cinque uomini deceduti - ma

Educare alla legalità"La scuola siamo noi"

In ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

ne ha aperte 50 milioni.” Maria Falcone onde rendere piùincisivi i suoi interventi ha fatto spesso uso di detti siciliani ecitazioni coniate all'indomani dell'uccisione del fratello. Conl'ultimo riferimento spiegato poi dalla stessa alla platea, halasciato intendere che l'esplosione che ha stroncato la vitadel magistrato e dei cinque uomini della sua scorta ha scos-so le coscienze di tutti gli italiani risvegliando un sopito sen-so di riscatto verso la sopraffazione intentata dal poteremafioso. Parole come pietre quelle pronunciate da ministroFioroni, che ha colto l'occasione anche per dare alcune anti-cipazioni programmatiche di Governo. “Nelle nostre scuoleabbiamo bisogno di tutto, tranne che di aumentare le ore dilezione. I ragazzi hanno bisogno di dare un senso al tempoche impiegano nella scuola. Educare alla legalità, non signi-fica soltanto parlare delle mafie. Ma è un modo di educareciascuno di noi a pensare che le leggi siano fatte per essererispettate. Dare la sensazione che le leggi garantiscanol'impunibilità dei più forti e che il condono sia il modo perby-passare le regole, è un modo per minare alla base la lega-lità. In una comunità è d'obbligo che chi rispetta le regolevenga premiato e in caso contrario segua un'equa punizione.Purtroppo abbiamo assistito, nel recente passato, ai tempidei processi che si sono allungati o accorciati a seconda chedeterminati imputati dovevano essere prosciolti, assolti ocondannati. Servono pene certe, in tempi determinati.”

La presenza del ministro della PubblicaIstruzione, Giuseppe Fioroni, di notaorigine viterbese, ha reso ancor più vivoil nostro interesse per quella singolarecontesa che si è consumata nella capita-le. A pochi chilometri di distanza sisono sfidate due scuole di pensiero sulconcetto di famiglia. In piazza S.Giovanni ha avuto luogo il “Familyday”; mentre a piazza Navona è andatoin scena il “Coraggio laico”. Se avesse-ro contato i numeri, la prima iniziativaavrebbe sicuramente trionfato: oltre unmilione di persone contro le circa 20mi-la contenute nella piazza delle rivolu-zioni civili per antonomasia. Èd'obbligo, comunque, ritenere, che loscontro, che conta, sia stato sui conte-nuti e non sui numeri. I numeri avrannola loro importanza, ma a tempo debito enelle opportune sedi! Un dato interes-sante è comunque da rilevare: graziealla provvidenziale partecipazione dialcuni esponenti di spicco del centrosi-nistra la manifestazione del Family daynon è stata usata dall'opposizione comearma politica contro il Governo. Insostanza, si è trattato di un tentativosventato del centrodestra di dare vita aduna guerra santa prendendo a pretestola famiglia. Purtroppo, si sono osservatielementi tra i manifestanti di piazza S.Giovanni, intolleranti alle rivendicazio-ni di una parte della società, che hannoapostrofato tali richieste come “il tenta-

Family day, Coraggio laico:due scuole di pensiero sul concetto di famiglia

Se avessero conta-to i numeri, la pri-‘m a i n i z i a t i v a

avrebbe sicuramentetr ionfato: oltre unmilione di persone con-tro le circa 20mila con-tenute nella piazza del-le rivoluzioni civili perantonomasia.

tivo di cancellare il matrimonio,distruggere la famiglia e legittimare lecoppie omosessuali”. E nel contempoabbiamo assistito all'incapacità del mon-do politico di saper mediare approfit-tando nel consueto opportunismo dellacontrapposizione della piazza; un mon-do politico che ha tentato, ancora unavolta, di strumentalizzare la buona fededella gente cavalcandone la confusaprotesta.È indiscutibile che l'eventuale legifera-zione a favore dei Dico apporterebbeun cambiamento epocale nei nostricostumi. Ma nella Italia delle contrap-posizioni non si argomenta; vige il soli-to muro contro muro che lascia crederea favore delle coppie di fatto tutto ilmondo laico, mentre ad opporsi solo laChiesa, che ovviamente fa ricorso aivalori cristiani per allertare le truppe deifedeli. Il nostro Paese è caratterizzatoda tradizioni radicate che difficilmentepossono essere scardinate dalle prese diposizione degli altri Stati d'Europa.Inutile nascondere le riserve mentali

te coscienza del problema e si decidesolennemente per la felicità degli inte-ressati. In fondo approvare la legge suiDico vuol dire questo: generalizzareper comprendere. Il mondo politicoteme di affrontare direttamente un pro-blema ritenuto largamente impopolareed allora estende il concetto perchéincluda così anche le coppie gay. Unaipocrisia generata dall'incapacità e dallascarsa volontà d'affrontare il problemadirettamente. I dati tangibili a nostradisposizione ci offrono un panoramainconfutabile, derivato dall'esperienza.Quella dei registri delle unioni civili èstata l'iniziativa che più di tutte, negliultimi anni, ha fatto da apripista aldibattito sui Pacs, prima, e poi sui Dicosollevando il problema del riconosci-mento delle coppie di fatto agli occhidell'opinione pubblica. Si tratta di elen-chi istituiti presso gli uffici anagrafe didiversi comuni italiani, iscrivendosi aiquali è possibile, per una coppia di fat-to, ottenere un riconoscimento formale

della propria esistenza. Sin dal '96,anno in cui nella città di Arezzo furonoistituiti i primi registri, è seguito undisinteresse, pressoché totale, da partedei destinatari reali dell'iniziativa stes-sa. Questi risultati sono indicativi percapire che coloro, tra le coppie etero-sessuali, che sono riluttanti ad ogni vin-colo contrattuale lo resteranno, proba-bilmente, anche dopo l'approvazionedella legge sui Dico. Il discorso ci con-duce per esclusione a capire in manierainequivocabile che la legge che si va a discutere in Parlamento è stata concepi-ta per sancire il solo tipo di legame rima-sto fuori dalle unioni civili: quello traomosessuali. È ovvia quindi la conside-razione: la classe politica che non ha ilcoraggio di puntare dritta all'obiettivo etergiversa aspettando le reazioni dellapiazza. Una piazza che sull'onda emoti-va ha espresso in maggioranza un “No”alle coppie gay. Ma la classe politica siadeguerà all'esibizione che ha avutoluogo per le vie di Roma? Se così fosseil residuo credito in possesso dei politicisarebbe veramente a rischio! Non biso-gna trascurare l'altro fatto importante:ora i nostri rappresentanti politicipaventeranno di passare per retrogradiagli occhi dei cugini transalpini e deivicini iberici ed allora escogiterannosoluzioni che tirino fuori dalle secche:un referendum anche per i Dico sem-bra, comunque, eccessivo!

di Ingmar Clementi

legate ad un problema che nella mag-gioranza della popolazione risulta anco-ra impopolare: l'omosessualità; perchéè di questo che si tratta, riconoscerecome normale ciò che per millenni èstata considerata una anomalia. Le cop-pie costituite da persone dello stessosesso rappresentano un tabù per molti.È un problema che si affronta esclusi-vamente quando è impossibile da evita-re. Solo allora si prende definitivamen-

cassiaiv a GIUGNO 2007

Ancora riflettori accesi sul Family Day: un evento che ha scosso le coscienze

di Ingmar Clementi

Immagini della conferenza tenuta presso l'Istituto "Orioli" di Viterbo. Nella foto n alto sono riconoscibili Romolo Bozzo (Dirigente Uff. Scol. Prov), Bruno Pagnani (Dir. Gen. Org. Serv. Terr.), il Ministro della Pubblica Istruzione On. Giuseppe Fioroni e Alessandro Mazzoli (Presidente della Provincia di Viterbo).

Page 4: Viale Eugenio IV - Vetralla (VT) PERIODICO DI CULTURA, … · 2008-10-05 · pio di architettura contemporanea che ... genti imprenditori" dell’edilizia spa-gnola. della musica

p. 4

VALLERANO – Angelo Bini presiden-te della locale cooperativa di produttoridi castagne tiene a precisare che inGiappone la lotta biologica conl'introduzione dalla Cina di uno specificolimitatore naturale, l'imenottero calcidoi-deo Torymus sinensis Kamijo, ha datobuoni risultati. In diverse località, adistanza di quasi venti anni dalla effet-tuazione dei primi lanci di questo paras-sitoide, le percentuali di germogli attac-cati dal cinipide sono ampiamente al disotto della soglia di danno.“Seguendo la stessa tecnica – precisaAngelo Bini - anche nelle devastate zonein provincia di Cuneo cominciano adaversi ottimi riscontri.Dal cuneese arrivano buone notizie circal'ambientamento dell'insetto antagonista

della famigerata vespetta cinese, notacome il cinipide galligeno. Dai quattrodegli undici siti oggetto di lanci delparassitoide Torymus sinensis nel corsodello scorso anno sono state raccoltecirca 70mila galle che sono state collo-cate presso il vivaio regionale di Chiusa

Angelo Bini, presidente della locale cooperativa di produttori di castagne, spiega come la tecni-ca biologica giapponese sta funzionando

Ottimi r isultati dal cuneesecontro la lotta al " cinipide"

Pesio, dove sono state mantenute pre-murosamente a temperatura tra i 21 e i 25 gradi centigradi. Dagli sfarfallamen-ti, attualmente ancora in corso, sono sta-ti sin ora ottenuti ben 115 parassitoidi(di cui 28 femmine e 87 maschi); unrisultato importante che dà un'ulterioreconferma dell'avvenuto insediamentodel parassitoide nell'areale piemontese.Nel contempo è arrivato a Grugliasco,presso il Di.Va.P.R.A SettoreEntomologia e Zoologia applicateall'Ambiente “Carlo Vidano”, il mate-riale vegetale atteso dal Giappone: sonopervenute 4mila galle dalle quali stannosfarfallando gli individui di T. sinensische sono mantenuti in cella climatica a temperatura ed illuminazione controlla-ta e che verranno utilizzati per i lanci daeffettuarsi in primavera: un ulterioreconsolidamento della popolazione già

‘In diverse località, adistanza di quasiventi anni dalla

effettuazione dei primilanci di questo parassi-toide, le percentuali digermogli attaccati dalcinipide sono ampia-mente al di sotto dellasoglia di danno.

SOCIETÀ

Ingmar Clementi

Non siamo all'emergenza Campania,ma con la gestione dei rifiuti rischia-mo grosso anche noi. Anche se daqualche settimana non se ne parla più,la questione del ciclo dei rifiuti nellanostra Provincia e più in generale nelLazio, ha i carboni ben accesi sotto lacenere. La Regione, prima ancora cheil Piano regionale dei rifiuti fosse notoin tutti i suoi dettagli, e avallato dalMinistero dell'ambiente, ha autorizza-to l'ampliamento della discarica diMonterazzano. Infatti, stando alleasserzioni della società di gestione,Ecologia Viterbo srl, il sito autorizza-to avrebbe dovuto saturare la propriacapacità ricettiva nell'aprile scorso esulla base della documentazione pro-dotta, considerati i volumi mediamen-te conferiti dai Comuni delle Provincedi Viterbo e Rieti, ha ottenutol'ampliamento. Queste ragioni e lamancata volontà di realizzate un ter-

Dai conti fatti, sempre secondo laSocietà di gestione, un anno o pocopiù. Ci si domanda allora se non sia ilcaso di passare da un atteggiamentodi passiva attesa ad una più razionalepresa di coscienza di un problemache spetterà comunque a noi, alnostro territorio, alle nostre popola-zioni risolvere.Non ci saranno angeli custodi chevigileranno sulla nostra improntitudi-ne.Nei mesi scorsi abbiamo lungamentedibattuto di tariffe, di impianti di sepa-razione, di filiere e di cicli per ridurresignificativamente i volumi dei rifiutida conferire nelle discariche.Ci siamo anche impegnati a condivi-dere la difficile scelta della raccoltadifferenziata, con tutto il dispendio dirisorse e di impegno necessari permodificare le consuetudini sociali edi sistemi di organizzazione dei servizidi raccolta e smaltimento dei rifiuti.Ma si ha la sensazione che tutto que-sto lavoro e tutto questo dispendio di

Giovannini: nella questione r ifiuti,r ischi grossi anche per noi

di Mauro Giovannini

Sindaco di Vallerano

Nella serata di Giovedì 24 maggio,nel teatro comunale di Vallerano haavuto luogo un'interessante iniziativaindetta dalla amministrazionecomunale incentrata sulle problemati-che legate alla infestazione dacinipide galligeno. A fare gli onori dicasa il sindaco Mauro Giovannini cheha introdotto i lavori e prospettato unaserie di interventi al fianco deiproduttori di castagne. Alla manife-stazione hanno partecipato il sindacodi Canepina, Maurizio Palozzi ePompilio Pizzi, quale assessore dellaComunità montana dei Cimini. Moltii castanicoltori presenti in sala. Dopola proiezione di un cortometraggiocurato dalla stessa Comunitàmontana, che illustrava i risultati degliinterventi di potatura e capozzaturadei castagni infetti, ha fatto seguito uninteressante dibattito dal quale sonoemerse interessanti verità. Adesempio è stata riscontrata unadeleteria incomunicabilità fra glistudiosi universitari che osteggia unanetta presa di posizione, nel compren-sorio dei Cimini, utile a debellare ilparassita. Molti fra i presenti hannolamentato un ondivago atteggiamentodel prof. Paparatti della facoltà diAgraria presso l'Università dellaTuscia, che inizialmente avevapresentato la lotta biologica comel'unica possibile, per cambiaresuccessivamente idea ed indirizzarsiverso la chimica. Qualche interventoha auspicato che i luminari, dellalocale università viterbese, dialoghinocon i colleghi dell'università di Torino,in possesso di un discreto Know how.Infatti il prof. Alma della facoltà diAgraria piemontese da oltre unquinquennio si confronta con icolleghi nipponici che per primihanno affrontato il problema delcinipide galligeno e tentato dirisolverlo grazie all’utilizzodell’insetto antagonista: il Torymussinensis Kamijo, che essendomonofago deve la sua sopravvivenzaal nutrimento offerto dalle galledeposte dal cinipide. Le incertezze deiproduttori hanno dominatol’atmosfera in sala. La speranza che i politici e in particolare l’assessoreall’Agricoltura della Regione Lazio,Daniela Valentini, sappiano decidereuna linea efficace da seguire nellalotta al parassita; soprattutto lofacciano al più presto.

insediata. Il responsabile scientifico delcomitato tecnico, prof. Alberto Alma,ha espresso soddisfazione per i primirisultati ottenuti dalla lotta biologicamessa in atto per debellare il parassitadel castagno. Lo studioso ha dichiaratoche, sul territorio cuneese è stata adotta-ta la stessa strategia utilizzata inGiappone, dove da tempo si è instauratol'equilibrio biologico tra il cinipide e ilsuo parassitoide e dove, come già piùvolte sottolineato, risulta oggi non faciletrovare galle del cinipide. Dalle affer-mazioni del prof. Alma è possibilededurre che risulta necessario rinforza-re, con l'inserimento di nuovi individui,le aree già oggetto di lanci nelle annateprecedenti e realizzare i primi consi-stenti nuclei di insediamento e diffusio-ne del parassitoide, tenendo conto cheTorymus sinensis può, con popolazionicomposte da pochi individui e ridottapresenza di maschi, riprodursi parteno-geneticamente (senza accoppiamento)dando vita a soli individui maschili,compromettendo l'insediamento e laconseguente diffusione. Quest'anno perla prova, svolta in collaborazione con labiofabbrica Bioplanet di Cesena, ver-ranno allestiti altri due-tre gabbioni conpiante infestate dal cinipide in cui ver-ranno rilasciate coppie del parassitoide.Nell'anno in corso inizieranno inoltredue progetti, attuati dal Dipartimento diColture Arboree e dal Di.Va.P.R.ASettore Entomologia e Zoologia appli-cate all'Ambiente “Carlo Vidano”dell'Università di Torino, che hannol'obiettivo di mettere a punto una meto-dica in grado di effettuare una stimaoggettiva dei danni prodotti daDryocosmus kuryphilus attraverso laverifica dell'incidenza delle perdite pro-duttive nel castagneto da frutto el'analisi dei dati di accrescimento legno-

so e di altri parametri fisiologici sia nelfrutteto che nel ceduo di castagno. Inmerito invece alle norme fitosanitarie, laProvincia di Cuneo, con D.G.P. n. 154del 03.04.2007, ha dato attuazione alProgramma Regionale d'intervento asostegno delle aziende colpite da prov-vedimenti fitosanitari obbligatori fina-lizzati al contenimento della diffusionedell'insetto o alla sua eradicazione, inapplicazione del Decreto Ministeriale diLotta Obbligatoria. Il bando provinciale– conclude Angelo Bini - individuacome beneficiari le aziende vivaistichea cui il Settore Fitosanitario Regionaleha imposto la distruzione del materialevegetativo del castagno e aziende agri-cole, situate nelle zone focolaio, oggettodi interventi obbligatori di potatura edistruzione di rami e branche su fruttetiin produzione.”

L ' i n i z i a t i v a d e lComune di Valleranos u l p r o b l e m adell'infestazione delcinipide

cassiaiv a GIUGNO 2007

risorse venga poi vanificato a causadella mancata chiusura del ciclo dei

amministrative, penalmente perse-guibili, operatori senza scrupoli eamministratori animati, a volte, daeccessi di zelo fuorvianti e discutibili.Ciò che ci si aspetta dalle istituzioni,a cominciare da quelle locali, èun'assunzione di responsabilitàrispetto ad una presa di coscienza pie-na e immediata del rischio reale diun'emergenza che, anche sul nostroterritorio, potrebbe esplodere da unmomento all'altro.Dopo, con le strade e le piazze pienedi puzzolenti mucchi di immondiziafumante, non si avrebbe più la lucidi-tà e la calma per trovare quelle solu-zioni razionali e rispettose dei diritti edelle ragioni di tutti.

‘Se nel nostro territo-rio provinciale nondovesse realizzarsi

la costruzione di unimpianto che consentadi utilizzare il differen-ziato per la produzionedi energia, significa chetutto il lavoro di separa-zione dei rifiuti sarà sta-to inutile

movalorizzatore nel ter-ritorio provinciale hannogiustificato l'ulterioreampliamento dellad i s c a r i c a d iMonterazzano per farfronte alla situazione distallo presente nellaRegione in tema digestione dei rifiuti.Quanto tempo ancoraabbiamo davanti primache l'ampliamento delladiscarica, appena con-cesso, risulti nuovamen-te insufficiente e dunqueriproduca il medesimostato di emergenza?

Page 5: Viale Eugenio IV - Vetralla (VT) PERIODICO DI CULTURA, … · 2008-10-05 · pio di architettura contemporanea che ... genti imprenditori" dell’edilizia spa-gnola. della musica

La Vetralla Servizi:un cammino incer to

di Stefano Sanetti

VETRALLA - La "Vetralla Servizi" si èavviata lungo un cammino che sembraessere incerto. Infatti non si sa benecome abbia fatto ad arrivare a questo pun-to, tante sono le teorie, le ipotesi e levoci, ma nessuno ha le idee ben chiare suquello che è successo. Dobbiamo tornareindietro nel tempo di circa tre anni. Tuttonasce grazie allo sviluppo da parte dellaRegione di due progetti occupazionali,uno impostato sui LPU (lavori pubblicautilità), l'altro impostato sui cantieri scuo-la. Il progetto della Vetralla Servizi pren-de corpo successivamente alla creazionedel cantiere scuola (legge Regione Lazio25 luglio 1996, n. 29). Questa legge nelsuo primo articolo si proponeva di soste-nere l'occupazione nell'ambito del pro-prio territorio, favorire e promuovere lacreazione e lo sviluppo delle piccole emedie imprese, anche al fine di incenti-vare settori di economia sociale, facilitarei processi di gestione delle eccedenze dipersonale e la mobilità interaziendale deilavoratori, la realizzazione di progetti dilavori socialmente utili, l'apertura di can-tieri scuola e lavoro. Per questo obbietti-vo, la Regione nell'ambito degli stanzia-menti iscritti nel bilancio, concessefinanziamenti agli enti locali anche asso-ciati nelle forme di cui al capo ottavodella legge 8 giugno 1990, n. 142, allesovrintendenze ai beni archivistici, storicied architettonici, archeologia e museali ealle cooperative sociali iscritte all'albodella Regione, per l'apertura di cantieriscuola e lavoro aventi la finalità di utiliz-zare, nella realizzazione di progetti diopere o servizi di pubblica utilità, disoc-cupati iscritti alla prima classe delle listedi collocamento ai sensi dell'art. 10 dellalegge n. 56 del 1987.I progetti dovevano avere una duratanon inferiore ai quattro mesi e non supe-riore ai dodici mesi. Potevano esserefinanziati altresì, progetti di durata supe-riore, fino ad un massimo di due anni,qualora gli enti interessati, avesserogarantito la continuazione dell'attivitàattraverso l'attivazione delle forme digestione dei servizi pubblici previste

dagli artt. 22 e 25 della legge 142 del1990. Gli enti interessati avevano la pos-sibilità di presentare domanda di auto-rizzazione all'apertura di cantieri scuola,anche oltre il termine di scadenza, qua-lora avessero assicurato l'intera copertu-ra finanziaria dei progetti. L'attività lavo-rativa nel cantiere non doveva superarele trentasei ore settimanali, compren-denti i momenti formativi. Alle even-tuali esigenze di formazione e di qualifi-cazione professionali, ciascun progettodoveva prevedere la costituzione di spe-cifici moduli formativi, d'intesa conl'assessorato competente, oppure,mediante l'inserimento dei soggetti uti-lizzati nei cantieri scuola e lavoro, neglispecifici corsi regionali di formazioneprofessionale.Il Comune di Vetralla fece la scelta, allafine dei due anni di scuola cantiere, dicostituire una società che integrasse sia icantieristi sia i quindici LPU già impe-gnati nei vari rami del Comune. Cercòdi stabilizzare tutti i posti di lavoro, que-sta è l'illusione che diede, e per due annisembrò tutto procedere per il meglio, iproblemi iniziarono circa un anno fa.Da un certo punto di vista il progettovetrallese era un progetto che mirava adaumentare lo sviluppo economico delpaese e garantire uno spazio occupazio-nale di cui Vetralla era priva. All'internodel Comune, sono tante le voci chehanno circolato intorno a questa scelta,tra cui quella che vedeva la società diservizi figlia della politica, utilizzata ascopi elettorali, l'aumento dei posti dilavoro sarebbe solo stato uno strata-gemma per accaparrarsi il numero piùalto possibile di voti. In realtà questa èuna faccenda che rimane poco chiara,ciò che invece è chiaro è la realtà dellaVetralla Servizi, una società srl checonta circa quaranta dipendenti e dipen-denti significa famiglie, a cui sono statiridotti i fondi approssimativamente del40%, e inoltre quindici di loro sarannomessi in mobilità. Ora è importantedomandarci se era veramente indispen-sabile arrivare a questo punto: si è sceltal'unica via possibile o la più comoda?

ben poco, carovane di giostrai, oramaifisse per tutto l’anno, campo di calcio,campo di calcetto e campo da tennis,del rigoglioso giardino è rimasto benpoco.Scavando a ritroso nel passato,abbiamo scoperto attraverso una

SOCIETÀ

Se questa è una Villa...di Roberto Preite

Votato il bilancio, discusse le proposte su: centrostorico, lavori pubblici ed energia

una sistematica manutenzione delleaiuole, i laghetti venivano svuotati trevolte l’anno, gli animali era custoditiin modo adeguato, era esistente unavoliera, più consona di quella attuale,con fagiani, pavoni e volatili di variaspecie. La villa insomma sipresentava come un vero e propriogioiello di patrimonio ambientale,tanto che era frequentato sia daivetrallesi residenti sia dalle famiglieromane che venivano a trascorrere ilfine settimana.Facciamo quindi appello alla societàcivile affinché si adoperi a rispettarel’ambiente e all’AmministrazioneC o m u n a l e , n e l l a p e r s o n adell’Assessore al PatrimonioMaurizio Sensi, affinché prendaprovvedimenti immediati, e qualoraravvedesse nelle nostre obiezioniinesattezze o esagerazioni, loinvitiamo ad una “passeggiatacollettiva”, all’interno della villa, perdocumentare dal vivo ciò che inquesto articolo abbiamo descritto.

Finita la"Telenovela" del Bilancio Comunale

VETRALLA, primo giugno 2007, unaltro consiglio comunale, a dieci giornidi distanza dal precedente.Tutto inizia con le dimissioni del Presi-dente, SandrinoAquilani, che continuaa sostenere l’illegittimità del consiglio,come già nella precedente seduta. Sva-nita la tensione nell’aria, si riprendecon Iacomini che inizia a descrivere inche modo saranno investiti i finanzia-menti e i fondi comunali. Spazio pertutti, i presupposti sembrano ottimi. Ilpunto su cui si dibatte di più, il restaurodel centro storico di Vetralla, poi il recu-pero del vecchio ospedale, la sistema-zione delle fognature, i fondi per ilcimitero, per i marciapiedi della Botte,per il depuratore. Si avanzano poi pro-poste, tra cui, quella di Giuseppe Fonti,di costituire un unico blocco scolasticoe di utilizzare i vecchi edifici come cen-tri culturali. Interessante la proposta diinstallare pannelli fotovoltaici sullescuole per una razionalizzazione delconsumo energetico, avanzata da Fede-rico Pasquinelli. Carlo Postiglioni pre-senta un documento per la valorizza-zione delle risorse del territorio. Per il

resto si prosegue con inaspettata tran-quillità, fino al momento della appro-vazione del bilancio. Per capire lasituazione, un passo indietro.Precedente consiglio comunale, 22maggio 2007, ore 9.30. Dedicato allachiusura del bilancio. Il teatrino dellapolitica tocca il fondo. Va in scena unatra le più penose commedie degli ulti-mi tempi, e i visi delle persone sedutein platea impallidiscono via via che siprocede.Sono mesi di ostruzionismo, da unaparte e dall'altra, mettendo sempre insecondo piano quelle che sono leaspettative dei cittadini.Priorità: farsi la guerra, come fannoormai da tempo Aquilani, presidentedel consiglio, e Marconi, Sindaco incarica. Lo scontro è arrivato ormai aimassimi livelli, con insulti velati e tirisleali. Giochi politici che farebberorabbrividire chiunque avesse la sfor-tuna di assistervi. L’obiettivo è sem-plice: il Presidente, sa bene che senzal'approvazione del bilancio la giunta

attuale cadrebbe, dando a lui unanuova possibilità di candidatura.Attraverso un cavillo, ossia la man-canza di commissioni consiliari e rela-tivi capi gruppo, qualsiasi puntoall'ordine del giorno non può esserediscusso, perché senza questi due orga-ni, essenziali per lo statuto di Vetralla,si delegittima ogni seduta. Si è visio-nato lo statuto, si è urlato, sbraitato,insultato, senza però risolvere niente.Poi, in una mattinata impregnata diveleno, arriva una lettera della Prefet-tura che intima i consiglieri ad andareavanti senza perdere tempo, prospet-tando la nomina di un commissarioche porterebbe allo scioglimento dellagiunta. SandrinoAquilani rimane irre-movibile. Maggioranza, Marconi eMarini, e opposizione, decidono diinviare una lettera alla Prefettura incui dichiarano che il Presidente staabusando dei suoi poteri, non tenendoconto dell’ ordine di sua eccellenza il Prefetto.

p. 5cassiaiv a GIUGNO 2007

di Stefano Sanetti

VETRALLA- È da tempo che laVilla Comunale Pietro Canonicaè lasciata nel più completo statodi abbandono: la manutenzione èquasi inesistente ed è la causa diun decadimento ambientaleevidenziato da siepi trascurate,alberi secolari in preda aiparassiti, le due fontane divenutecontenitori di rifiuti. L’opera diabbandono è poi completata danumerose deiezioni di cani,scritte su muri esulle panchine. Questo quadro,poco pittoresco, che si mostraagli assidui visitatori è in sintesila situazione di quello cherimane della Villa Comunale.Quello che rimane perchédell’antico parco, esempio digiardino all’italiana, è rimasto

di ogni genere

Un quadro moltodeprimente dellaVilla Comunale,‘

negli anni '30 esempiodi “giardino all'italiana”testimonianza di Annarita Costantini(figlia di Pietro Costantini custodedella villa dal ‘63 all’80) che la villaera mantenuta in ben altro stato: ilcustode viveva al suo interno, esistevaun orario di accesso, veniva eseguita

Della “Società” un destino incerto: quaranta dipendenti constipendio ridotto e forse quindici in mobilità

Successo per la giornata dimostrativa organizzata dal Comitato SalvaForo Cassio per la mattinata del 2 giugno.Momento conclusivo di un’operazione di raccolta firme (circa 2000),per una petizione indirizzata alle istituzioni competenti e tesa ariportare l'attenzione sul restauro della chiesa di Santa Maria in ForoCassio, ha registrato la partecipazione di 500 persone, ancheprovenienti da diverse parti d'Italia.Gruppi di camminatori si sono riuniti a Foro Cassio da tre punti dipartenza: il sito denominato Torri d'Orlando (Capranica), Vetrallacentro storico e Tre Croci, percorrendo un tratto della antica viaFrancigena e due suoi diverticoli. Particolarmente nutrito il gruppo dipellegrini che ha affrontato il tratto più lungo, tra cui membri delWWF Monti Sabatini, della Giovane Montagna di Roma (fra loroAlberto Alberti, coautore della guida “I sentieri lungo la viaFrancigena da Siena a Roma”), l'Association Internationale viaFrancigena nella persona del Presidente Adelaide Trezzini, per laConfraternita dei Romei della via Francigena presente ilvicepresidente Massimiliano Vinci. Alcune impressioni “a caldo”. IlSindaco Massimo Marconi: “I tempi è difficile prevederli, ma da parte

Forse Foro Cassio

dell’amministrazione comunale ci sarà un fattivo impegno a far sì chequesto sito torni ad essere una tappa fondamentale sulla viaFrancigena”; Carlo Postiglioni, consigliere d’opposizione: “Giornataessenziale, indispensabile per Vetralla, per un luogo che da fioreall’occhiello è diventato una vergogna del nostro territorio.”;CarloCola (WWF Monti Sabatini): “Foro Cassio è da oggi diventato un

di Gabriella Norcia

Nella foto: Massimo Marconi, Sindaco di Vetralla, Massimiliano Vincidella Cobfraternita dei Romei della via Francigena e Carlo Colapromotore del Comitato "Salva Foro Cassio".

caso nazionale ed internazionale, siamo molto ottimisti per quello cheil Comune potrà realizzare a partire dal restauro della Chiesa.”;Massimiliano Vinci: “Il percorso della Francigena ha grandeimportanza per l’incontro delle persone, Santa Maria in Foro Cassiorappresenta un punto nodale su questo percorso.”;AlbertoAlberti: Hovisto Foro Cassio nel 1998 per la prima volta, per noi era un puntofocale nel nostro cammino ed era il momento della tristezza per le suecondizioni. Ora vedere l’entusiasmo che ha riunito queste persone faben sperare per il futuro.” Il Sindaco ha ricevuto la petizione e lerelative firme dalle Associazioni locali aderenti al Comitato, tra cui ilMuseo della Città e del Territorio, Vetralla Città d'Arte, DavideGhaleb Editore, il Sasso Grosso, la Pro Loco. La ben disposizione delComune di Vetralla nel promuoversi capofila di questo movimento disensibilizzazione per Foro Cassio, una reale novità rispetto agli annipassati, lascia ben sperare sull'esito positivo della questione. IlComitato intende comunque mantenere caldo il clima attraversoiniziative di diverso tipo che mantengano i riflettori accesi su unluogo, culla della storia di Vetralla.

Page 6: Viale Eugenio IV - Vetralla (VT) PERIODICO DI CULTURA, … · 2008-10-05 · pio di architettura contemporanea che ... genti imprenditori" dell’edilizia spa-gnola. della musica

CULTURAp. 6cassiaiv a GIUGNO 2007

A Canepina, si susseguono a ritmo incessantei lavori pubblici di Alberto Scala

CANEPINA - Si susseguono a ritmoincessante i lavori pubblici in paese.Sono appena finiti i lavori di pavimen-tazione del piazzale 1° maggio e sonoincominciati quelli di ristrutturazionedel Palazzo comunale. Per questilavori, l'Amministrazione ha ottenutofondi dalla Regione Lazio e dall'EnteComunitario Europeo, compartecipan-do alla spesa con una somma, da partedel comune, che va dal 10 al 30%. “Perquanto riguarda i tributi comunalisiamo riusciti – afferma con soddisfa-zione il primo cittadino di Canepina - amantenere anche per quest'anno lealiquote degli anni precedenti; conparticolare riguardo all'Ici, acqua erifiuti solidi urbani. Inoltre, riusciamoancora a non applicare la fatidica

Il Museo delle tradizioni popolariportano al primo piano dell'edificio.Dunque, il Sindaco Enrico Panunzi,allora in carica, coadiuvatodall'entusiasmo del sopraintendentedel Museo Quirino Galli, avvia leprocedure per avere quei fondinecessari, per il recupero ed ilconsolidamento di quanto si eraintravisto. Procedure, passate poiall'attenzione dell'attuale SindacoMaurizio Palozzi, che hanno reso larichiesta meritevole del finanziamentonel Docup 2001-2006 della ComunitàEuropea, tramite la regione Lazio. Aquesto finanziamento unendosi ancheil contributo della stessa RegioneLazio, il contributo dello Stato, quellodella Comunità Montana dei Cimini ela compartecipazione del Comune diCanepina, hanno reso possibile l'iniziodei lavori e la loro conclusione.Purtroppo, persone ignare del preziosopatrimonio che vi era nascosto sotto lascialbatura, hanno aperto una porta edalcune finestre menomando di larghipezzi i sottostanti dipinti, compromet-tendone la godibilità ed in alcuniperfino la lettura del dipinto stesso.L'intero ciclo di pitture murali, che

ornano le lunette e i pennacchi delchiostro, è databile tra il 1610 e il1627 e sono visibilmente tre i maestriattivi nei tre bracci del chiostro, tuttidella scuola di Giuseppe Sebastiani daMacerata, che operava per conto delCardinale Odoardo Farnese,nell'omonimo Palazzo della vicinaCaprarola. L'espressione artistica e icontenuti sono quelli dettati dalConcilio di Trento,1545 – 1563: sidovevano adornare i chiostri deiconventi e dei monasteri, con le storiedei santi più rappresentativi deirispettivi Ordini; l'iscrizione dididascalie doveva illustrare l'episodio,che, comunque, doveva essere difacile lettura; e le singole scenedipinte dovevano mostrare il Santovicino alla gente comune, immersonei fatti del quotidiano. Altri dipintiemersi sono databili a metà del 1700 esono del Viterbese Domenico Corvi.Insomma, è stato portato alla luce unpatrimonio di arte, di cultura e distoria, che merita essere osservato, persentirne in noi l'intimo colloquio incui ci porta e le vibranti sensazioniche in noi produce.

Il Museo Delle Tradizioni Popolari diCanepina occupa una buona partedell'antico convento dei fratiCarmelitani. L'ubicazione del Museonella seicentesca struttura, di proprietàdel Comune dopo il 1870, fu volutadal Sindaco Rosato Palozzi. Con ilpassare degli anni, a partire proprio daquando nel 1986 si cominciò adallestire il Museo, la polverizzazionedell'imbiancatura sui muri, gradual-mente, metteva in luce sempre piùgrandi macchie di colori e frammentidi forme e di figure. Ciò fece pensaresubito che, sotto una pesantescialbatura, vi fossero degli affreschi.Fatti poi gli opportuni saggi, si ebbe laprova che vari affreschi decoravano ilchiostro, il salone al piano terra e lepareti che fiancheggiano le scale che

Tuscania: Urgono edifici scolasticidi Dario Mencagli

'addizionale Irpef' comunale equesto, grazie ad una politicaattenta a non gravare oltremodo sulbilancio delle famiglie. I festeggia-menti per Santa Corona, patronadel nostro paese, hanno avuto unfelice epilogo, in un tripudio dicolori: gioia per gli occhi chehanno ammirato la bella infiorataper le strade ed emozione perl'anima, che ha vissuto unaatmosfera mistica e sensi digratitudine anche verso il comitatodei festeggiamenti; che si èprodigato perché tutti sentissimo inquesti giorni, una comunespiritualità ed una comune gioia. Eringraziando ancora il comitato deifesteggiamenti passato per la suaopera, già vanno i nostri auguri alnuovo comitato eletto per il 2007-2008; comitato, che come sempresarà ricco di idee e di energienuove. Il motto di noi amministra-tori –conclude soddisfatto ilsindaco- è che, anche noi, purrestando gli stessi, con la stessapassione ed inalterato entusiasmo,rinnoviamo idee per nuovi progettie sempre più dedite e più vigoroseenergie per il nostro paese.”

Nell'antico convento deifrati Carmelitani è statoportato alla luce unpatrimonio di arte,cultura e storia

di Alberto Scala

Canepina 63° anniversar io del bombardamento del 5 Giugno 1944Canepina 63° anniversario del per tagliare la via di fuga all'esercito dell'anno scorso, quando oltre allabombardamento del 5 Giugno 1944 tedesco, erroneamente centrarono funzione religiosa, sempre nellaIl 5 giugno di ogni anno rappresenta alcuni fabbricati di civile abitazione. stessa area in cui vi era la chiesa, ilper la comunità di Canepina un Oggi si direbbe: sono caduti sotto il Sindaco Maurizio Palozzi hagiorno particolare. In molti cittadini fuoco amico. I cittadini di Canepina convocato il consiglio comunale.rivive il ricordo indelebile di ore sanno e non osano dimenticare, che il Nella seduta, tenutasi all'aperto,tragiche; mentre per i più giovani, la fuoco delle bombe, da chiunque presente quasi tutta la comunità deltensione della celebrazione deriva dal v e n g a n o l a n c i a t e , a r r e c a paese, il Prefetto di Viterbo, dott.ricordo tramandato dai propri padri e disperazione e distruzione! Per A l e s s a n d r o G i a c c h e t t i , h anonni. Persone ancora viventi, come questo, anche quest'anno verrà consegnato al comune di Canepina laRiccardo Poli, sono state estratte celebrato il funesto evento; una medaglia di bronzo al Merito Civile.dalle macerie con i propri cari preghiera levata al cielo laddove L'onorificenza era stata conferita ildecedu t i . Imposs ib i l e po te r esisteva la chiesa di San Giovenale, 13 aprile 2006 dall'allora Presidentedimenticare; ben 115 civili, quasi andata completamente distrutta della Repubblica italiana, Carlotutte donne e bambini, sono caduti durante il bombardamento di quel Azeglio Ciampi, con questaper colpa della guerra. È noto infatti lontano 5 giugno del 1944. La motivazione: “Ammirevole esempioche fu proprio un errore a determinare consueta messa in suffragio dei di spirito di sacrificio e di amorla strage. Gli americani nell'intento di caduti con un particolare in più da patrio”.bombardare il ponte lungo via Roma, ricordare: la toccante cerimonia

A Tuscania ci sono un Liceo scientifico eun Istituto professionale. Sono ospitati inpalazzi Rinascimentali, belli ma vecchi di500 anni! L'Amministrazione Provincialecontinua a spendere migliaia di euro persistemare cose che non si possono siste-mare, come prevedono le leggi: uscite disicurezza, scale antincendio, cubature perl'aria da respirare, soffitti, luce dalle fine-stre… È un male che tocca più del 40%delle scuole pubbliche italiane e che lemette “fuorilegge”. Dice il Vangelo che amettere una pezza nuova su un tessutovecchio, si fa uno strappo più grande; eche, a mettere vino nuovo in botti vec-chie, si perdono botti e vino”! Sarebbemeglio fare una costruzione nuova cheospiti i due istituti superiori esistenti.Perché farlo e come farlo? Metto giù qual-

che idea. Ad esempio, studiare in unambiente accogliente e confortevole aiu-ta ad aumentare il rendimento, sia di chiinsegna sia di chi impara. C'è pure chidice che a scuola si deve imparare a “tri-bolare”, ma non mi pare che studentessee studenti siano d'accordo!Inoltre, fare una nuova sede può essereper il Comune di Tuscania un buon inve-stimento: libera 2 palazzi rinascimentalida poter utilizzare come sede diun'Università europea (università delMediterraneo, come è stato suggerito dalpresidente della Università Lorenzo de'Medici) oppure da utilizzare come fontedi guadagno, mettendoli in vendita nelcircuito turistico-alberghiero.Infine, dato che esiste un centro sportivocompleto, unico in provincia di Viterbo,

potrebbe aspirare a ospitare un Liceoscientifico ad indirizzo sportivo. In Italia,per quanto ne so io, ce ne sono non piùdi 5 e nessuno nel Lazio. Tre anni fa fuchiesto al Presidente Storace di promuo-vere questa iniziativa, ma non ha avutomai nessuna risposta.Intanto Roma ha avuto 200 milioni dieuro per costruire dal niente una “Cittàdello Sport”, a Tor Vergata.L'Amministrazione Provinciale, anniaddietro, si pronunciò a tal propositoattraverso l'assessore Erino Pompei. Lanuova sede sarebbe stata costruita, per laprima volta in provincia di Viterbo, con ilproject financing. Il consorzio 'Careca'aveva già incaricato due professionistiper la progettazione. Il Presidente Marinipreferì dirottare l'iniziativa sul Liceo

Scientifico di Viterbo (finendo anche perquello con un nulla di fatto).Nel 2006 la Provincia suggerì di richie-dere per l'IPSIA di Tuscania un nuovoindirizzo agro-ambientale: anche quellonon andato in porto.Nelle elezioni Comunali del 2006, tutti isei candidati a Sindaco hanno messo nelloro programma la costruzione di unanuova sede, nello spazio vicino al centrosportivo. Adesso tocca al sindacoGiuliano Cappelli, che è stato eletto.Ho chiesto diverse volte a che puntosono le cose: mi rispondono che stannostudiando la cosa.Dove trovare i soldi?Oltre al Project Financing (cioè la dittaanticipa i soldi e il Comune ripaga a rateannuali) ho proposto i BOC (buoni

comunali del Tesoro) sottoscritti daBanche, enti finanziari e cittadini diTuscania che magari hanno figlie e nipotiche fanno le scuole superiori. Gli ammi-nistratori comunali dicono che nessunoli comprerebbe e che la strada che si statentando è quella di vendere il complessodello stadio Maccarri per finanziare que-sto progetto.Come andrà a finire? C'è un dato tangibi-le che potrebbe essere preso come orien-tativo per il regime di spesa da sostenere;riguarda il preventivo costi per la realiz-zazione di una scuola con capienza di600 studenti calcolato sulla base di unastima desunta dall'appalto di analogastruttura in avanzata fase di realizzazionenel comune di Civitanova Marche. Unimporto complessivo che si aggira intor-no ai due milioni di euro.

Page 7: Viale Eugenio IV - Vetralla (VT) PERIODICO DI CULTURA, … · 2008-10-05 · pio di architettura contemporanea che ... genti imprenditori" dell’edilizia spa-gnola. della musica

C A P R A R O L A - L ' I s t i t u t oProfessionale di Stato per i ServiziAlberghieri e per la Ristorazione, direcente istituzione, sito in Caprarola,centro della provincia di Viterbo, già daun anno ha attivato al suo interno uno“scambio” con alcuni paesi europeisuscitando interesse e motivazioni ine-renti la conoscenza e l'erudizione dialcuni aspetti di sviluppo culturale diampio respiro.A tale riguardo abbiamo incontrato ilProf. Bernardino De Marino, DirigenteScolastico dell'IPSSAR “P. Canonica”nella prestigiosa sede delle ex-scuderiedi Palazzo Farnese in Caprarola.Nell 'ufficio della dirigenzadell'Alberghiero al terzo piano, inondatadi luce, di fronte ad uno splendido pano-

rama laziale, gli abbiamo rivolto qual-che domanda, e con tono pacato, com-petente e carico di entusiasmo ci harilasciato le seguenti risposte:Può spiegare in breve come è natal'idea di progetto che si sta svolgen-do nell'ambito del suo IstitutoAlberghiero ?La Decisione che istituisce ilProgramma di apprendimento perma-nente adottato dal Parlamento Europeoe dal consiglio il 15 novembre 2006 ciha permesso di partecipare dopo unaselezione effettuata dall' Agenzianazionale. Il Programma di apprendi-mento prevede che alcuni docentiall'interno dell'Istituto facciano da gui-da e da promotori della tradizioneItaliana che nel caso specifico di questascuola si identifica con la tradizionedella cucina Italiana sul territorio lazia-

All' Istituto per i servizi alberghier i di Caprarolaattivato lo scambio con i paesi europeiIntervista a Bernardino De Marino Dirigente Scolastico dell'Istituto le e nazionale con spunti di carattere

più squisitamente linguistico conosci-tivo e estremamente professionaliz-zante nella formazione di figure spe-cialiste quali Cuochi e Personale disala.Quale la motivazione più importan-te nel volere questo progetto ?L'Istituto deve favorire la crescita cul-turale attraverso l'incontro, la cono-scenza e la messa in comune con altripaesi d'Europa al fine di raggiungereuna integrazione concreta nell'ambitodei Paesi di tale territorio. E' importan-te lo sviluppo delle lingue straniere eche i nostri studenti siano bravi a comu-nicare la loro cultura, il loro bagagliodi conoscenze proprio attraverso lelingue straniere, pur mantenendo laloro identità linguistica italiana. Vogliodire ogni Paese membro, nella sua pre-cisa identità culturale e linguistica bendelineate, con questo programma diapprendimento ha l'oppportunità dimettere a confronto e relazionare conaltri Paesi, anche in lingua straniera,che in questo caso è l' inglese.Per la realizzazione di questo pro-getto di quali insegnanti si avvale?Gli insegnanti coinvolti sono Tecnicidei laboratori di Cucina, di Sala e dilingua Inglese, ma in effetti, manmano che progrediremo nello sviluppodelle attività, il coinvolgimento del per-sonale docente sarà più esteso e capil-lare, così come è previsto dal progettostesso.Qui possiamo avvalerci di una eccel-lente organizzazione di cucina, unasala per le esercitazioni ed una raffina-ta sala sia dal punto di vistadell'arredamento che di quellodell'equipaggiamento destinata ai ban-chetti.

ACQUAPENDENTE - Ha preso il via la raccolta porta a porta dei rifiuti: i citta-dini avranno a disposizione tre sacchetti di colore diverso, quello azzurro per ilmultimateriale, giallo per la carta e trasparente per l'indifferenziato, oltre a quellogià in uso per l'organico ( secchio chiuso).I sacchetti verranno ritirati in giorni ed orari stabiliti a seconda delle zone del pae-se e delle frazioni di TorreAlfina e Trevinano.Agli utenti viene consegnato a domicilio un kit di buste circa ogni mese, scom-pariranno sì i cassonetti, ma resteranno in funzione le campane per la raccolta dicarta, plastica, vetro e alluminio dislocate in punti specifici.Si tratta di una metodologia di raccolta dei rifiuti che segue le disposizioni dellalegge, e che ha come obiettivo l'aumento della percentuale del differenziato e lariduzione dell'indifferenziato con lo smaltimento finale dello stesso.Questo significa che l'introduzione della raccolta porta a porta ha giovato moltis-simo alla diminuzione della quantità dei rifiuti da portare a discarica.Questa nuova modalità di raccolta dei rifiuti porta a porta con l'eliminazione deicassonetti è stata adottata non solo per adempiere a disposizioni di legge, maanche per rispondere ad una sempre maggiore richiesta di tutela e salvaguardiadell'ambiente.La raccolta vedrà il ritiro dei sacchi “porta a porta-casa per casa” e la scomparsadei cassonetti eliminerà per sempre emissioni maleodoranti, liberazione di spaziutilizzabili per altre necessità e l'impiego di mezzi più piccoli e quindi ancheminor disagio alla circolazione stradalePer i pubblici esercizi ed i bar è previsto il ritiro dei sacchetti con modalità diffe-renti e specifiche.Si attesta intorno al 65% la raccolta differenziata di febbraio 2007 adAcquapendente. Un risultato eccezionale raggiunto dopo solo un mesedall'entrata in vigore della nuova modalità di raccolta porta a porta.Acquapendente è tra i primi posti a livello nazionale per la raccolta differenziata .È un risultato che fa onore adAcquapendente e ai suoi cittadini, nonostante alcu-ne difficoltà che si sono create all'inizio di febbraio, appena entrato in funzione ilnuovo sistema di raccolta porta a porta, ma che già sono state risolte.Infatti sono state allestite nei punti strategici di ingresso ed uscita daAcquapendente delle isole ecologiche con la presenza di cassonetti per la raccol-ta differenziata, in modo che il cittadino che avrà necessità speciali di conferire irifiuti potrà farlo negli appositi contenitori. Questo per rispondere soprattutto albisogno dei forestieri che vivono ad Acquapendente solo durante il fine settima-na e quando ripartono la domenica hanno la necessità di buttare i rifiuti prodotti.

di Adria Dionisi

Acquapendente tra i primi posti, alivello nazionale, per la raccolta diffe-renziata.

Al teatro San Leonardo a Viterbo, sottola sapiente regia del dott. A. Piciullo,sono andati in scena i “Consigli per gliacquisti”: attraverso la favola, il mito, loshow e la pubblicità, talvolta dissacran-do con simpatia e talvolta esaltando conironia. All'insegna dell'immediatezza delmessaggio pubblicitario si sono susse-guiti in rapida successione e con strepi-toso tempismo problematiche comples-se, quotidianamente celebrate dai media.Sala gremita per assistere alla appetitosascaletta pianificata dalle scolaresche edai rispettivi insegnanti. Tra gli istitutidel capoluogo coinvolti nella kermesse:le classi 2° e B della Scuola Primaria “A.Volta”, le classi 3H e F della ScuolaMedia “ P.Vanni” e 1G della pari grado“P. Egidi”; tutti perfettamente coordinatidal Centro di Riabilitazione Villa BuonRespiro, Tosinvest Sanità; sotto la

Direzione Sanitaria del Dr. MassimoGemini e la Direzione operativa diBruno Mereu.Su di un palcoscenico degno delle piùnote croisette, si sono succeduti: Alice,il mago di Oz e simpaticissimi cartellinicon le lettere dell'alfabeto, a passi dirap, in note di vitamine, proteine, mine-rali, grassi e carboidrati, interpretandol'importanza dell'alimentazione correttanel paese di Nutrilandia.E nella metafora ruffiana dello spot , adAlice basta scuotere le scarpette rosseper sfuggire da tutte le insidie dell'erratacondotta alimentare (anoressia e buli-mia) e tornare a casa con l'opportunitàdi riprendere la tanto “desiderata” vitanormale.Achille, Teseo, Polifemo e Nausica,quanti guai in meno avrebbero avuto seavessero conosciuto l'esistenza dei fili “

spaziali di Arianna” e di creme “mira-colose”; una rappresentazione sospesatra mito e realtà, che porta alla riflessio-ne sul potere della comunicazione eche rimanda ad altri pericoli:l'omologazione del pensiero al puntotale che diventa “unico” e pertanto “nor-male”.Che cosa ne sarà del pensiero originalee “divergente”? Che ne sarà di certi “ge-ni” mortificati e confinati negli steccatidi filo spinato eretti dalla comunicazio-ne di massa e rinforzati da mode e ten-denze?Caro vecchio carosello, quanti di noi siricordano le lunghe storie pubblicitarie,in attesa dei cartoni, quando “Carmensi-ta , “Paolista” e “Pippo”(il traballanteippopotamo dei pannolini), ci divertiva-no e ci facevano commentare ingenua-mente una televisione ancora “giovane”

e “originale” o, di quando sorridendo, cispuntava un “fiore in bocca”.Nei primi anni settanta ciò che la televi-sione trasmetteva ci sembrava magia edera una piccola parentesi che ci disto-glieva dai nostri “altri” tantissimi giochidi “strada” e quasi sempre di gruppomentre le mamme e le zie, di tanto intanto ci chiamavano e ci controllavanodalle finestre e le nonne, sedute su scali-ni e sedute di fortuna, vigilavano ovve-ro “buttavano uno sguardo” tra unachiacchiera e l'altra e, tra un “dritto erovescio” di maglia, noi bambini ci sen-tivamo figli e nipoti di tutti.Chi poteva immaginare che a riportarealla memoria certi ricordi fossero pro-prio i ragazzi delle scuole di oggi, in unpercorso integrato che riscopre e fissanella memoria elementi importanti delrecente passato, mette a fuoco, fermal'immagine e affronta problemi a forterischio quali : la soli tudine,l'emarginazione, il bullismo, l'abuso, el'incapacità di comunicare e di capirsi.Tutti questi temi vengono affrontati conserietà, una certa dose di ironia e pro-

fondità e in questo senso risulta efficaceil format delle “Piccole Iene” e della“Pubblicità Progresso”, da cui i ragazzihanno tratto la fluidità e la rapidità el'efficacia comunicativa; il tutto sapien-temente arricchito con componimentipersonali; delle vere e proprie canzoni epoesie ricche di contenuti emotivi epensieri profondi che hanno commossoed emozionato l'intera platea .Risulta evidente quanto questa espe-rienza possa essere formativa per iragazzi, quanta ricerca quanto studio,quanta consapevolezza e quanto affina-mento dei mezzi comunicativi.L'impegno profuso è notevole e spiccala professionalità di tutti i docenti chehanno abbracciato il progetto.Ne esce l'immagine di una scuola forteche si confronta e che interagisce con ilterritorio e che, dove occorre, si avvaledi esperti per affrontare problematichesociali complesse attraverso un percor-so didattico che si fa teatro; un teatroche si fa educazione e formazione; unaformazione che si fa riabilitazione, con-sapevolezza e integrazione.

S. S.

CULTURA

Al teatro San Leonardo, consigli utilipropinati attraverso la metafora ruffiana dello spot

p. 7cassiaiv a GIUGNO 2007

Centro Medico Odontoiatrico"Santa Giacinta Marescotti"

DIVISIONE MEDICINA DEL LAVORO

Via Don A. Bracci, 2/4 - 01039 VIGNANELLO (VT) - Tel./Fax 0761.756404 - Cell. 335.6556376

di M.C.Bigarelli

Page 8: Viale Eugenio IV - Vetralla (VT) PERIODICO DI CULTURA, … · 2008-10-05 · pio di architettura contemporanea che ... genti imprenditori" dell’edilizia spa-gnola. della musica

p. 8

Si chiama Angelo, 22 anni, di cogno-me Ricci, professione… “cocciaio”naturalmente. Ad onor del vero dob-biamo parlare di un aspirante cocciaio,visto che il suo è un progetto, un pro-getto che profuma di creta, quel profu-mo che a Vetralla un tempo era norma-le visto che la lavorazione della terra-cotta era il fiore all'occhiello di questopaese, tanto che artisti non vetrallesivenivano a cuocere i loro manufatti invia dei Pilari. Decine di fornaci scavatenel tufo fino alla metà del 1900 rende-vano quella via speciale. Forse già finda epoche etrusche intere famiglie sitramandavano di generazione in gene-razione le tecniche ed i processi attra-verso i quali lavoravano la cosiddetta“ceramica rossa”.Di quelle fornaci oggi non ne resta cheuna, e nel dire Checco Lallo a Vetrallanon si intende un nome ma un luogo,ed è proprio quella unica grotta rima-sta. Checco Lallo è il nomignolo cheFelice Ricci, ultimo rappresentantedell'arte dei vasai vetrallesi, ha eredita-to insieme con le tecniche di lavorazio-ne della ceramica e che con ogni pro-babilità passerà adAngelo Ricci.“Io ci credo“, dichiara l'erede diChecco Lallo con la luce negli occhitipica di chi si incammina per unaavventura, “da sette anni frequento labottega, e ora sento che è giunto ilmomento di provarci, lo sento in quan-to nelle mie vene scorre il sangue deiRicci, non può andare a morire questomestiere, io ci credo”.Il ragazzo vede concreta la possibilitàdi fare della grotta la sua sede lavorati-va “io non mi ci vedo chiuso in un uffi-cio, anzi voglio sporcarmi le mani difango nella antica cava di creta aMonte Panese come facevano i miei

avi, spero davvero che mi concedanole autorizzazioni per farlo”.Il ragazzo è ben consapevole delledifficoltà a cui andrà in contro, “e' unlavoro molto duro, il processo, dalmomento dell'estrazione della materiaprima a quando questa diventa unvaso decorato, è lunghissimo ma sonosicuro di potercela fare, anche grazieall'aiuto materiale di Felice e mio zio

Nell'era di internet e videofonini, c'è ancora chi trasforma un "pugno diterra" in un opera d'arte.

La grotta tra i " Ricci" e i " cocci"di Emanuele Trevi

vendo "anzi" afferma il giovane “citengo a ringraziare tutte le personeche mi stanno aiutando con dei consi-gli utilissimi come Vincenzo Guerra,Gabriella Norcia, la Pro Loco el'assessore alla cultura Luca Mancinima anche l'associazione Vetralla Cittàd'arte e quanti mi sosterranno in futu-ro…”.Enrico Pasquinelli da parte suaammette “è vero ci siamo avvicinatialla vicenda di Angelo in quanto lariteniamo un'idea molto positiva per ilnostro paese, l'abilità che il giovanepossiede è un vero patrimonio da sal-vaguardare, può contare sulla miacompleta disponibilità in quanto pre-sidente della Pro Loco, veramente unabella iniziativa…”La stessa Gabriella Norcia nella vestedi responsabile del laboratorio dididattica della storia locale per la scuo-la primaria di Vetralla afferma che“Angelo è la promessa di continuità,volevamo risvegliare l'attenzione sullaceramica vetrallese, un tempo di pri-maria importanza, così abbiamoavviato un progetto che grazie allacollaborazione di "Vetralla Cittàd'Arte, la Pro Loco e la supervisionedel Museo della Città e del Territorio,sta dando i suoi frutti tanto che hannoavuto luogo nell'ultimo anno molteiniziative culturali per la rivalutazionedi questa antica arte, non ultima la pre-senza di Angelo nelle aule scolasticheper spiegare agli alunni come fa la cre-ta a diventare un fischietto”Nell'era di internet e dei videofonini aVetralla c'è un giovane sporco di fan-go che in una grotta con un forno alegna trasforma un pugno di terra inopera d'arte, altro che rivoluzione digi-tale.

Fantasticando un po'Angelo si immagina‘un sito internet che

attraverso la rete facciaconoscere il frutto delsuo lavoro e Vetrallache torna famosa per laproduzione dei “coc-ci”come in passatoFrancesco.Fantasticando un po'Angelo si imma-gina un sito internet che attraverso larete faccia conoscere il frutto del suolavoro e Vetralla che torna famosa perla produzione dei “cocci”come in pas-sato “spero molto che il mio progettopossa avere anche ripercussioni posi-tive a livello turistico per il mio paese,sono stato in Canada, in una cittadinac'era una cinta muraria di soli 300anni… sono rimasto stupefatto quan-do ho scoperto quanta importanzaveniva data a quel sito dal punto divista turistico, noi abbiamo la fortunadi vivere in un luogo con delle poten-zialità enormi, è nostro dovere valo-rizzarle".Il nuovo Checco Lallo ci tiene poi adammettere che qualcosa si sta muo-

La responsabile del laboratorio di didattica della storia locale per la scuola prima-ria di Vetralla, Gabriella Norcia, afferma che «Angelo è la promessa di continui-tà, volevamo risvegliare l'attenzione sulla ceramica vetrallese, un tempo di pri-maria importanza, così abbiamo avviato un progetto che grazie alla collaborazio-ne di "Vetralla Città d'Arte", e la supervisione del Museo della Città e delTerritorio, sta dando i suoi frutti»

SOCIETÀ

Nel decalogo che presenta i prodotti tipici della Tuscia, il territoriopropriamente vetrallese non figura; come a dire che non annoveria-mo tra le nostre tradizioni prodotti tipici gastronomici e enogastro-nomici. La realtà non è così, anzi contrariamente a quello che vienedichiarato nei decaloghi, il nostro territorio conta una discreta quan-tità di prodotti peculiari. Il problema risiede nel fatto che la coltiva-zione e la cura di certi prodotti così come l’allevamento , è stataabbandonata dai produttori rimanendo per lo più cruccio di piccoliappassionati.In un incontro con Michele Palombi, esperto gastronomo nonchésommelier dell'olio e del vino (Master di Analisi Sensoriale delVino) e ristoratore da diciotto anni, abbiamo riscoperto che le nostrecampagne, circa quarant'anni fa, ospitavano una varietà particolaredi fagiolino, il fagiolo regina, di forma allungata e di colore giallo.La mancanza di interesse da parte della grande distribuzione ha fatto

sì che questo fagiolino non venisse più coltivato e ora, per poterloconoscere, bisogna spostarsi ad Onano. Come il fagiolo regina ecome il miele, nonostante la presenza di un'azienda produttricedella sostanza zuccherina. Vetralla vantava ottimi maiali, quindiottima porchetta cucinata con aglio, finocchietto selvatico e ripienodi fegatini e patate. Ora a produrla ancora in questo modo sono trenorcinerie, due site a Vetralla e una a Cura di Vetralla.Guardando attentamente lo stemma del Comune di Vetralla,,all'interno dell'arazzo, figura un tralcio di vite a significare quantofosse radicata la coltivazione della pianta e la conseguente produ-zione di vino. Infatti Vetralla consta ancora di vitigni, il più cono-sciuto il “bello”, noto come “bellone”. Recentemente un'aziendaha fatto rivivere questa tradizione, producendo un modesto quanti-tativo della sostanza alcolica, facilmente reperibile nelle enotechee nei bar specializzati. Il “Bello di Vetralla”, è così che si chiama, èun vino che nasce da un vitigno autoctono, bello trebbiano e mal-vasia, coltivato a valle (Pian delle Crete); il Bellone è un vino bian-co, abbastanza corposo «con forti sentori di amarena percepibilisia all'olfatto che al palato, che si può accostare piatti semplici,affinché ne venga messa in risalto la struttura». Questo vitigno,racconta ancora Michele Palombi, è raccomandato per la nostrazona dalla DOPTuscia.Altra grande risorsa: il fungo porcino che,soprattutto negli ultimi anni, ha subito un notevole incremento eche, attraverso leggi che regolamentano la raccolta del frutto, hadato modo al nostro sottobosco di rigenerarsi. Il nostro fungo por-cino è un fungo di bassa montagna con delle caratteristiche molto

particolari, date soprattutto dal terreno e dagli alberi che caratteriz-zano il bosco, querce e castagni. Questi elementi conferiscono alfungo una testa di colore molto scuro, quasi nero, e un profumointenso. La tipologia del nostro porcino la possiamo ritrovare inUmbria, in Basilicata e in alcune zone del Piemonte. Una partico-lare considerazione merita l'olio extravergine di oliva che vieneprodotto nella nostra zona. Abbiamo innanzitutto molti produttoridi olio, per citarne alcuni Giuseppe Norcia (Sasso Grosso), Papa,Palombi e Scialanca (Podere Gavazzano) Giulio Laurenti (Piandelle Crete), mentre per quanto riguarda la molitura del frutto con-tiamo due cooperative, la Cooperativa Olivicoltori e la cooperati-va agricola Battisti, e frantoi privati come Fratelli Paolocci,Frantoio De Grandis, Antico Frantoio L'Accordo, FrantoioTuscus, Frantoio Di Gregorio, anch'essi produttori. La qualità delnostro olio è molto alta peccato però che all'oggi, nonostante ci sistia muovendo nella direzione giusta promuovendo il prodottoattraverso manifestazioni ed eventi (la sagra dell'olio d'oliva è giun-ta alla sua quinta edizione), siamo ancora circoscritti al nostro ter-ritorio. Del nostro olio solo quello dell' azienda Norcia è presentenella guida AIS, merito questo del produttore che promuovendoloha dato modo al nostro olio di farsi conoscere fuori dal territoriovetrallese e limitrofo. Le nostre olive appartengono per la maggiorparte alla varietà definita “canino”, anche se poi sporadicamente sipuò trovare anche il “leccese” e il “maurino”. Il canino risulta esse-re un’oliva piccola e a tarda maturazione; riguardo la raccolta, perottenere i migliori risultati, questa dovrebbe essere fatta tra la finedi ottobre e gli inizi di novembre, quando il frutto è ancora di unbel colore verde e rimane “puntinato” sulla superficie. Ci aspettia-mo che di qui a poco tempo il nostro olio, nostro prodotto di nic-chia, faccia la sua comparsa nella Dop Tuscia e questo, secondoMichele Palombi «potrebbe essere un modo molto efficace per farconoscere l'extravergine di Vetralla fuori dai nostri confini».

I prodotti alimentari vetrallesi, non sono valorizzati sufficientemente

Alla scoperta dei prodotti tipiciM i c h e l e P a l o m b i , e s p e r t o i ngastronomia ci spiega quali erano iprodotti che caratterizzavano il nostroterritorio e quali quelli rimasti emeritevoli di maggior considerazione.

Nella foto in alto: Angelo Ricci, sotto: FeliceRicci; entrambi al lavoro nella grotta-fornace di "Checco Lallo".

Elisa Mancinelli

cassiaiv a GIUGNO 2007

Page 9: Viale Eugenio IV - Vetralla (VT) PERIODICO DI CULTURA, … · 2008-10-05 · pio di architettura contemporanea che ... genti imprenditori" dell’edilizia spa-gnola. della musica

p. 9

Misteri della madre Terra tornano allaluce.Luci nel silenzio dei boschi notturni,lenta processione verso i Misteri delventre materno/sepolcrale della Terra.Forse avremmo potuto condivideresimili suggestioni, prima che Cristonascesse, intravedendo piccoli gruppidi nostri antenati attraversare conreligioso fervore quella che oggichiamiamo la “Macchia delle Valli”. Inquesta località, immersa nel millenariofascino trascendentale che ancora oggila selva emana, la Soprintendenza aiBeni Archeologici dell'EtruriaMeridionale ha condotto la scorsaestate degli scavi che hanno portatoalla luce un'area cultuale di età elleni-stico/imperiale. La zona sacra sorgevatra le fenditure di grandi speroni dipeperino e si estendeva tra variambienti esterni ed interni, dentrogrotte ed anfratti, mostrando così unaplanimetria a carattere rupestrepiuttosto complessa. Un vasto lastronedi pietra formava una sorta dibalconata naturale, rifinita construtture funzionali all'esecuzione dilibagioni; sotto di esso un anfratto, rico-nosciuto come una stipe votiva dalritrovamento di ex-voto fittilianatomici (offerte votive in terracottarappresentanti parti del corpo umano,in particolare organi genitali femmini-li). Un'ampia grotta naturale vicino,utilizzata come ovile in epocamoderna, costituiva probabilmente unaltro deposito votivo, dal quale siaccedeva ad un ambiente esterno chefaceva da anticamera al fulcro vero eproprio del santuario: un piccolosacello, una sorta di altare con unacopertura a doppio spiovente formatada lastroni di peperino, contenente lastatua fittile di una divinità femminile.La statua è stata riconosciuta come laDemetra (“Madre Terra”) dei Greci,

assimilata dagli Etruschi come Vei e dai Romani come Cerere, divinitàlegata al culto della terra, delle messi edella fertilità, di cui la spiga di grano èil simbolo che richiama il ciclo ripro-duttivo della natura e dell'uomo,quindi la vita. Demetra è legata dalmito anche al mondo degli inferitramite la bellissima figlia Kore, rapitadal sovrano dell'oltretomba Ade eportata nel suo regno sotterraneo etenebroso. Disperata, Demetra

Dvinità legata al cul-to della terra, delle‘messi e della fertili-

tà, di cui la spiga di gra-no è il simbolo cherichiama il ciclo ripro-duttivo della natura e dell'uomo, quindi la vita

Presentata lo scorso 12 Maggio al cinema di Cura il caso archeologico della "Demetra"CULTURA

Il tempio è una scoperta importantissimacarattere ctonio del culto, cioè legatovisceralmente alle forze primordialidella natura e alla terra. Nellevicinanze inoltre era localizzata unasorgente d'acqua, che ora si trova più avalle, elemento vitale primario. Exvoto anatomici e reperti testimonianoche i rituali svolti erano per la fertilitàe la sanatio (guarigione), e probabil-mente dobbiamo anche immaginarecerimonie notturne per soli iniziati,svolte al lume di lucerne, del tipo deiMisteri Eleusini, le enigmatiche cele-brazioni in onore di Demetra inGrecia.La nostra Demetra, piccolina, alta nonpiù di 56 cm, è uno splendidoesempio di coroplastica etrusca(manufatto in terracotta) di età elleni-stica.La sua iconografia è ben testimoniatada ritrovamenti simili in area centro-italica e dimostra come uomini,merci, culture e maestranze in questoperiodo viaggiassero rapidamente tra ipopoli nel bacino del mediterraneo, a partire dai centri catalizzatori dellaMagna Grecia.Seduta con una patera (un piattino perle offerte) nella mano destra, con ilvolto luminoso reclinato, dolcementemalinconico, il capo coperto da unmantello e coronato da un diadema,vestita di un chitone altocinto tipica-mente italico finemente panneggiato,Demetra ha atteso immobile per circa1900 anni sotto la notte della terra cherapì la sua amata figlia prima difiorire nuovamente alla luce. Se la suacreazione risale infatti al III secoloa.C., epoca in cui i Romani si affac-ciavano prepotentemente al dominioMediterraneo e gli Etruschi eranoormai stati inglobati nella lorocompagine statale, avviati verso unlento ed inesorabile declino, la suavenerazione sembra protrarsi finoall'epoca Traianea (fine I d.C. inizio IId.C.). Confermano ciò i ritrovamentiall'interno del sacello di lucerne ebrocche d'uso rituale di piena età impe-

riale, e soprattutto una moneta lasciatalì come ultima offerta primadell'abbandono del santuario. L'areasacra sarebbe stata infatti volutamentesigillata e nascosta sotto una coltre diresidui di una cava antica e la cella è rimasta praticamente inviolata fino ainostri giorni, fatto questo di eccezio-nale rilevanza scientifica per la nostracomprensione dei rituali poiché hapermesso di trovare la statua e glioggetti di culto in situ, cioè comeerano stati lasciati in antichità.I tombaroli, responsabili spesso dienormi danni che vanificano ogniprospettiva di studio rigoroso, sonoriusciti ad intaccare solo le grotte doveerano le stipi votive, che devonoessere ancora indagate da ulterioriscavi.

Come ha spiegato alla conferenza dipresentazione del 12 Maggio alcinema di Cura la dottoressaScapaticci, archeologo dellaSoprintendenza che ha diretto leoperazioni di scavo, il destino diDemetra sarà ora quello di mostrare ilsuo dolce e materno viso attraversouna mostra itinerante ed una pubbli-cazione, a suo avviso non possedendoil nostro paese né strutture adeguateper la conservazione, né collezioniarcheologiche di notevole interesse.Quello che può fare l'amministrazionelocale è spingere per il reperimento difondi che permettano di proseguire glistudi e di agire per la messa insicurezza del sito.

I rapporti tra il giovane Michelangelo eAndrea Bregno, sullabase dei recenti studi che abbiamo dedicato ai Tabernacoli diS. Maria della Quercia a Viterbo, di S. Maria a Capranica(1493), di S. Francesco a Civita Castellana, e al Fontebattesimale di Rieti, iniziano probabilmente nei primi anni'90 del Quattrocento, in coincidenza con un primo soggiornoromano del sedicenne Buonarroti da situarsi tra il 1491 e il1493c. L'infittirsi degli indizi su questa presenza (tra i quali,oltre ai caratteri di stile va citato l'importante dato del nasorotto dal pugno del Torregiani, che compare in numerosesculture di questi anni) rende oggi possibile ricostruire conuna maggiore esattezza l'evoluzione giovanile dell'artemichelangiolesca, fino ad oggi negata da una storiografiaancora al seguito degli antichi biografi. Gli interventimichelangioleschi, diretti o indiretti, si distinguono tra l'altroper la perfezione delle proporzioni, per l'adozione di unasorta di "prospettiva rovesciata" (Tabernacoli di Capranica,Civitacastellana, S. Francesco a Vetralla), del timpano curvo(Tabernacoli di Civitacastellana, dei SS. Filippo e Giacomoin Vetralla), di elementi capaci di evocarne le iniziali (M, Bo)e di iconografie fortemente originali e quasi eterodosse. Ilbassorilievo con la Natività, inserito nel Tabernacolo di S.Maria della Quercia (commissionato al Bregno nel 1490), èforse l'opera più notevole della serie, ma l'intervento diMichelangelo sembra qui estendersi anche al partitoarchitettonico e al coronamento. Anche l'attico delMonumento a Pio II nel Duomo di Siena (completato nel

1493, mentre la parte inferiore è conclusa già nel 1485), potrebbeessere frutto di un intervento del giovane fiorentino, in soccorso di unanziano "maestro Andrea", troppo occupato con la sua attivissimabottega e in declino fisico e creativo. Nel 1501 proprio Michelangeloriceve -d'accordo il Bregno- da Francesco Piccolomini (futuro Pio III),l'incarico di completare il monumento eseguendo le statue mancanti -una quindicina- e terminando gratuitamente l'unica già iniziata, il SanFrancesco dell'odiato Torregiani; solo cinque saranno consegnate, acausa dei numerosi impegni assunti dall'artista a Firenze, in primoluogo quello per l'esecuzione del gigantesco David collocato all'iniziodel 1504.Ricerche recentissime ci hanno permesso di attribuire al giovaneMichelangelo altre tre opere di notevole qualità in vario modocollegate all'anziano maestro lombardo. La prima, una straordinariaPietà (Cristo sorretto da due angeli) scolpita sull'altare della CappellaBasso della Rovere in S. Maria del Popolo a Roma, è già stataapprezzata e valorizzata (anche se come "opera prima" di GianCristoforo Romano) da Claudio Strinati da oltre un ventennio. Si trattadi un piccolo capolavoro che, essendo inserito nella struttura marmo-rea dell'altare di bottega bregnesca databile al 1491-92 testimonia diuna presenza in loco del giovane scultore. Sono elementi probanti nonsolo la squisita fattura fiorentina dell'opera, l'inversione prospettica delsepolcro, il naso rotto dell'angelo di sinistra, l'intenso dolore espressodai volti, il trattamento accurato e variato delle capigliature: perchél'angelo di sinistra (quello in cui idealmente si indentifica il giovaneMichelangelo per il naso rotto), stringe la mano destra a Cristo, in ungesto d'amore paritetico di sconvolgente intensità, che sa di reciprocitàe di patto tra eguali. Un gesto audacissimo e unico nell'iconografia diquesto assai diffuso soggetto. Vanno ancora evidenziati il trattamento

anatomico del corpo di Cristo e le strette analogie delle mani e deivolti con opere immediatamente successive di Michelangelo,come il Fanciullo arciere (1493c.) attribuitogli definitivamente inoccasione della mostra fiorentina del 1999 e l'Angelo inginocchia-to scolpito per l'Arca di S. Domenico a Bologna nel 1495.Una seconda opera michelangiolesca, decisamente minore, siconserva in S. Maria del Popolo a Roma ed è databile al 1500c.: sitratta del delicato Lavabo della Sacrestia, con lo stemma diVannozza Cattanei amante di Alessandro VI, che in quest'annocommissiona al Bregno il perduto Tabernacolo per la propriacappella.Infine proponiamo di attribuire non più a Bregno ma allo stessoMichelangelo una suggestiva Pietà di terracotta, in collezioneprivata, che recentemente la Gardelli ha saputo ricollegare confonti cinquecentesche che la definiscono come il "modello" dellaPietà di San Pietro: da intendersi quindi non come opera di altri,ma proprio come studio preparatorio dello stesso scultore che harealizzato il prestigioso marmo vaticano. Tralasciando le stringentianalogie con altre opere del Buonarroti già presentate dallastudiosa, questa attribuzione si può sostenere anche per l'evidenteispirazione che ne ha tratto per la sua celebre Pietà AnnibaleCarracci (per il quale sicuramente Michelangelo, e non Bregno,era degno di imitazione). Ma anche qui è decisiva l'innovazioneiconografica, con un "angioletto" consolatore aggiunto allaVergine e al Figlio. In realtà si tratta di un Cupido, o Amore, comeci dice il balteo (a sostegno, si presume, della faretra) che gliattraversa il dorso diagonalmente: un elemento tipico dellaproduzione giovanile del maestro, dal Fanciullo arciere al David.

Michelangelo e Bregno, tra Roma e Siena (1490-1504)

avrebbe smesso di far crescere i fruttidella terra condannando la stirpeumana a morte sicura, finché Zeusnon stabilì che Kore avrebbet r a s c o r s o q u a t t r o m e s inell'Oltretomba e negli altri otto mesisarebbe potuta tornare in superficiecon la madre.Questo mito, che spiega l'alternanzadelle stagioni, è alla base dei culti chevedevano in Demetra/Kore ildualismo del ciclo naturalevita/morte, di cui il santuario delbosco delle Valli è un esempio: lagrotta è simbologia uterina ed allostesso tempo sepolcrale, la stessaarchitettura del sacello è profonda-mente interconnessa con le paretirupestri circostanti a sottolineare il

Un "Bosco Sacro" a Vetralla

Sintesi della Relazione introduttiva al Convegno promosso dal Comitato Nazionale per le celebrazioni diAndrea Bregno(Vetralla, Museo della Città e del Territorio, 16 Giugno 2007, ore 9.30-19.00).

di Carlo Sanetti

di Enrico Guidoni

cassiaiv a GIUGNO 2007

Page 10: Viale Eugenio IV - Vetralla (VT) PERIODICO DI CULTURA, … · 2008-10-05 · pio di architettura contemporanea che ... genti imprenditori" dell’edilizia spa-gnola. della musica

p. 10cassiaiv a GIUGNO 2007

Page 11: Viale Eugenio IV - Vetralla (VT) PERIODICO DI CULTURA, … · 2008-10-05 · pio di architettura contemporanea che ... genti imprenditori" dell’edilizia spa-gnola. della musica

gione” più matura della tecnica dellavetrata, possiamo dire che, con il pas-sare dei secoli, si è rilevata una nettainvoluzione. Nel basso medioevo nonsi badava alle spese e ai tempi di realiz-zazione. Oggi invece si bada molto,troppo ai costi. Tra le altre cose moltivetri meravigliosi che sono vissuti finoai primi decenni del Novecento oggistanno scomparendo. La tecnica, colpassare degli anni, ha perso la sua iden-tità prettamente europea, nordica inparticolare, visto che i giapponesi, adesempio, ci copiano da decenni.L'uso della vetrata si diffuse tra ilXII e il XIII secolo soprattuttonell'ambito dell'architettura sacra,poiché la teologia dell'epoca conside-rava la luce come metafora della pre-senza di Dio. La vetrata assunseanche la funzione di rappresentare ipersonaggi sacri e di “narrare” gliepisodi delle loro vite (Bibliae pau-perum). Le vetrate che ha progetta-to per le facciate della chiesa di SanFrancesco e di San Pietro a Vetralla,entrambe di origine medievale,rispecchiano la funzione e il simboli-smo tipico delle vetrate gotiche?Non vorrei dispiacere a nessuno manon mi sono attenuta a nessun simboli-smo di questo genere. Quello che a meinteressa è l'effetto del colore quando è“attraversato” dalla luce, sia essa natu-rale che artificiale…l'emergere delcolore dal buio attraverso la luce.Il Caffè Schenardi tra storia e tradi-zione. Decorazioni geometriche efloreali caratterizzano le vetrate. Aquali soluzioni formali e iconograficisi è ispirata?Per volere della sovrintendenza ho pre-sentato due bozzetti, uno ottocentesco

e l'altro napoleonico. E' stato scelto ilnapoleonico anche perché meglio si“amalgamava” con l'arredamento, glistucchi e il pavimento del locale.In Qatar ha portato i colori del medi-terraneo. Ci potrebbe tracciare unabreve e veridica cronistoria di que-sta interessante e pregevole espe-rienza?In Qatar ho vissuto un'esperienza for-midabile. Le decorazioni delle vetrate,dei tre edifici che ho avuto l'onore di“colorare”, sono caratterizzate damoduli geometrici che spesso sono sta-ti ripetuti in successione, come un ara-besco. Ho affascinato gli arabi con ilverde e con l'accostamento dei coloricomplementari visto che nelle lorozone, desertiche e sassose, alcuni colo-ri in natura non esistono. L'impressioneche si avverte, entrando nei locali, èquella di stare all'interno di un acqua-rio. Parliamo di un lavoro che ho pro-gettato nel cuore degli anni Ottanta; inquel periodo la situazione politica, reli-giosa e culturale prevedeva che io, inquanto donna, andassi vestita moltocoperta e mai con abiti aderenti. Sideve calcolare che la temperatura siaggirava tra i 40 e i 50 gradi all'ombra.Nelle residenze private dell'emiro H.H. Sheikh Hamad Bin Kalifa al Thanisi potevano fare delle foto mentre nelpalazzo del governo, l'ultimo edificioche avrebbe visto la messa in opera deimiei progetti, no perché essendo incostruzione si poteva avere la posizio-ne esatta per la collocazione di un ordi-gno. Si trovavano guardie armate ognicinque metri.Esiste un progetto di ordine pubbli-co e/o privato non realizzato? Se sì,perché?

Fiorella Piantini Dentinil'ar tista " inciampata" nella tecnica della vetrataAbbiamo incontrato Fiorella Piantini,artista poliedrica che ha diviso la suaarte tra colori, ceramica e vetro.Vogliamo presentarla nell'ambito di que-sta rubrica dedicata all'arte perchè noncapita tutti i giorni di imbattersi in unartista che ha realizzato opere di note-vole spessore artistico. Nell'intervistache segue sne scoprirete il valore.

Fiorella. ci racconti la sua formazio-ne artistica e professionaleLa mia formazione culturale ha avutoinizio presso il Liceo Artistico di ViaRipetta a Roma, successivamente hofrequentato la facoltà di architettura perdue anni circa. Mi sono poi iscritta allaScuola d'Arte Ornamentale SanGiacomo di Roma dove ho appreso letecniche per la progettazione e la realiz-zazione della ceramica.Nel suo percorso artistico come è “in-ciampata” nella tecnica della vetra-ta?E' proprio il caso di dire che sono “in-ciampata” nella tecnica della vetrata.Stavo infatti cercando dei vetri pregiatiper ristrutturare le porte del mio appar-tamento e sono approdata presso loStudio d'Arte Giuliani nella romana ViaGaribaldi. Osservando i vetri e la luceche filtrava tra di essi sono stata letteral-mente folgorata dalla tecnica e hoavvertito all'istante la necessità di lavo-rare con questo materiale.Teòfilo, trattatista tedesco vissuto tral' XI e il XII secolo, scrisse il De diver -sis artibus. La seconda parte del trat-tato è dedicata proprio alla lavora-zione dei vetri. Da Teòfilo come è cam-biata la tecnica artistica e artigianaledella vetrata?Se consideriamo il Gotico come la “sta-

Mara Valer iAnimi motusGhaleb Editore 2007

LIBRICArecensioni librie supporti cartacei

“Animi Motus”, ovvero sensazionidell'animo; questo il titolo dell'ultima pub-blicazione di Mara Valeri (Davide GhalebEditore, 2007) presente nella collanaIstantanee diretta e curata dalla critica lette-raria Anna Lana. Poesie, poesia dell'anima.Poesia di sensazioni e sentimenti, poesia diricordo, poesia di vita, questo quello che amio avviso si percepisce scorrendo i versi.Le emozioni raccontate sono semplici, sonoquelle che accompagnano l'esistenza di unuomo durante il corso della vita, quindi ungiovane amore, l'amore per i figli, riflessionisul creato, ritratti, addii, il racconto dellanostalgia. E il ricordo svolge una funzioneimportante, fondamentale nel momento incui permette al lettore di trasportarsi attraver-so una dimensione che non è più la sua e diquel momento, ma quella sentita nelle lirichecomposte dalla Valeri. La terra, il luogo

natio, quello degli anni della fanciullez-za, elementi questi che vengono cantatidalla scrittrice e che sembrano avvoltinello spazio magico della nostalgia.Liriche profonde, quelle che coinvolgo-no le emozioni più intime della Valeri.L'autrice pensa che Animi Motus inqua-dri i nuclei emotivi che ne delineano ilpercorso biografico e d'autrice. SecondoAnna Lana “il rispetto che la Valeririserva al lettore è pari alla sua misuranel trattare le cose, tutte”. Nel capitolodel testo “Anglia e Francogallia” le liri-che sono state tradotte in lingua inglese efrancese, rispettivamente dalla scrittriceMary Jane Cryan e dalla stessa MaraValeri. Il venti maggio il libro è stato pre-sentato ad Orvieto, luogo d'originedell'autrice, al Palazzo dei Sette. MaraValeri non è sconosciuta al panoramaletterario italiano. L'esordio nel 1965 inuna raccolta a cura diAlessandro Cutolosu iniziativa della Rai Tv; poi presente innumerose antologie e successivamente ilprimo lavoro monografico “Le Favolenel tempo” edito da Lalli. La collabora-

p. 11

C'è un progetto di ordine pubblicomai messo in opera. Si tratta del boz-zetto per la vetrata del Duomo diVetralla. Pur di vederlo realizzato sicalcoli che a distanza di venti annidall'approvazione del progetto homantenuto ad oggi lo stesso identi-co prezzo… …“popolare”. Avendopoi già eseguito le vetrate delle altredue chiese più importanti di Vetrallami sarebbe piaciuto “riscaldare” unfreddo duomo neoclassico con ilmio lavoro. Le vetrate già eseguitenelle altre due chiese le ho dedicatea mio padre adottivo, uomo stupen-do e genitore che ho tanto amato.Mi avrebbe colmato di gioia dedi-care a mio padre, vetrallese di fineOttocento, anche la vetrata delDuomo ma nulla ancora si è fat-to….Gli Egizi sono stati i primi aimpiegare vetri colorati comechiusure per le finestre. Ma solopiù tardi si producono le primevetrate. Ci potrebbe tracciareuna breve storia della tecnica?La tecnica della vetrata è semprestata la stessa, dal gotico ad oggi ilprocedimento è rimasto invariato.La vetrata è nata nel nord Europaagli inizi dell'anno Mille con unatecnica che si è poi evoluta raggiun-gendo nel basso medioevo il massi-mo splendore. Agli albori le vetrateerano semplicemente lastre di ala-bastro tagliate sottilmente.Durante la progettazione dellevetrate destinate a edifici storiciquale è stato il suo rapporto conla sovrintendenza?Il mio rapporto è stato ottimo.Appoggio e collaborazione non mi

sono mai mancati da parte degli addettiai lavori. Mi hanno stimata e apprezza-ta come professionista e io ho ricam-biato.Con quali criteri seleziona i vetricolorati o sceglie di applicare la gri-saille (ossido metallico) su una vetra-ta?I vetri li scelgo in base al progetto e lifaccio tagliare in base al modello. Lagrisaille viene applicata dove si voglio-no ottenere degli effetti tridimensionaliattraverso il chiaro- scuro.Le 170 finestre della Cattedrale diNotre-Dame di Chartres danno luo-go a circa 2600 metri quadrati divetrate. Gran parte del programmaiconografico è dedicato alle storie eal culto della Vergine, alla quale èintitolata la cattedrale stessa, masono raffigurati anche i mestieri.Potrebbe parlarci degli schemi com-positivi delle figurazioni e delle diffi-coltà tecniche che si incontranonell'affrontare un lavoro così raffi-nato?Il tema è caratteristico del secolo. Leimmagini servivano al popolo analfa-beta come una sorta di racconto perapprendere gli episodi e per conoscerei personaggi delle sacre scritture. Laluce che passava attraverso le vetrate“colpiva” i fedeli…dando lorol'impressione di poter raggiungere ildivino. Le difficoltà tecniche erano bril-lantemente superate da artigiani moltopreparati.Ha progetti futuri dei quali ci puòparlare?Mi è stato chiesto di partecipare a unagara per la realizzazione di una vetratadestinata a una chiesa locale ma perscaramanzia non ne voglio parlare.

ART &ARTISTS cassiaiv a GIUGNO 2007

di Simone Lupattelli

di Elisa Mancinelli

FARNESEPNEUMATICI

Punto Vendita:S.P. Vetrallese Km. 0,200

Tel. 0761.478.586

zione con Davide Ghaleb inizia con lapubblicazione di “Vetralla nella Poesia”raccolta antologica curata dal direttoredel Museo della Città e del Territorio diVetralla, Enrico Guidoni. Nel 2004Davide Ghaleb Editore concepiva la col-

MICHELANGELO E ANDREA BREGNO16 GIUGNO - 15 LUGLIO

OPERE A VITERBO, RIETI, CIVITACASTELLANA, CAPRANICA, VETRALLA

a cura di Enr ico GuidoniStudi e r ilievi degli allievi della Scuola di Specializzazione inRestauro dei Monumenti Università di Roma " La Sapienza"

lana di poesia contemporanea Istantanee,sotto la direzione diAnna Lana. “Carmi-na nova”fu il secondo volume ed ottenneun'ottima critica dal filosofo e direttoreRAI Gabriele La Porta.

VETRALLAMUSEO DELLA CITTÀ E DEL TERRITORIO

Via di Por ta Marchetta, 2

Page 12: Viale Eugenio IV - Vetralla (VT) PERIODICO DI CULTURA, … · 2008-10-05 · pio di architettura contemporanea che ... genti imprenditori" dell’edilizia spa-gnola. della musica

Marco Schiavoni: una vita per la musica e il teatroIn questi giorni in scena "Da qui a cinque anni" di Federico Garcia Lorca

di Elisa Mancinelli

«Scrive musiche di scena per danza,prosa, cinema dal 1979»Marco Schiavoni, romano, vive aVetralla da circa cinque anni. Una vitadedicata alla musica e al teatro, causache sposa nel 1979 dopo l'incontrocon Aurelio Gatti, direttore artisticodella compagnia Mimo DanzaAlternativa. Da lì la sua espressioneartistica è tutto un crescendo: accom-pagnatore musicale nei più importanticentri di danza classica e moderna diRoma, dal 1985 compositore e pro-duttore di colonne sonore per la danzaclassica, contemporanea e per prosa.Candidato all'Oscar nel 1997 con ilcortometraggio “Senza Parole” diAntonello De Leo e vincitore nellostesso anno del Donatello. La suamusica è nei maggiori teatri del mon-do: Ankara, Bordeaux, New York, IlCairo, Malta, Taiwan, Pakistan,Messico e di recente Mosca.L'abbiamo incontrato e ci ha parlatodei suoi progetti. Ottimo e instancabi-le narratore, racconta il suo “approdo”a Vetralla del tutto casuale. Si trovavaa Viterbo per la finale della competi-zione che vedeva gareggiare la squa-dra nazionale di aerobica, alla qualeaveva composto la colonna sonora.Maturava già in lui l'idea di andarseneda Roma e si sentiva attratto dallaCassia. Ecco che passeggiando perViterbo si mette a guardare gli annun-ci immobiliari affissi sulla bacheca diun'agenzia. Ecco ancora che si imbat-

te nella responsabile dell'agenzia che,nonostante fosse sabato pomeriggio,gli apre l'ufficio. Marco si mette a rac-contare tutta la sua vita a questa signo-ra, senza esitazione lo “dirotta” nelnostro paese. Detto fatto: Marco quitrova casa e nel giro di un mese si tra-sferisce. Intesse subito un ottimo rap-porto col territorio: conosce la compa-gnia teatrale de “I Dilettanti” chesegue e aiuta con interesse, e si fa pro-motore di importanti iniziative, comela messa a punto di un documentarioche tratta l'uscita nel 2005dell'Immacolata Concezione, eventoche cade ogni venticinque anni,secondo Marco il contributo maggio-re che ha dato al nostro paese. Tra isuoi progetti, quello di crearel'"Accademia della Tuscia", una strut-tura gratuita, rivolta soprattutto ai bam-bini; vuole sviluppare in loro il sensomusicale attraverso il gioco, il mimo,l'ascolto. Vuole altresì creare unamediateca, dove poter visionare e con-sultare opere teatrali e cinematografi-che a volte ignorate e sconosciute.Tutto questo continuando la sua pro-fessione. In questo anno è stato crea-tore, insieme alla compagna ballerinacantante e coreografa Caterina Genta,dello spettacolo “Así que pasen cincoaños. Leyenda del tiempo” (Di qui acinque anni), uno dei più grandi testiteatrali di Federico García Lorca. Lastoria in sé è molto semplice: si rac-conta di un Giovane innamorato che

deve aspettare cinque anni per vederrealizzato il suo sogno d'amore, vale adire sposare la Fidanzata che, pur-troppo, deve partire e star fuori percinque anni. Nella lontananza, laFidanzata si innamora di un giovaneGiocatore di Rugbye, passato il lungoperiodo, nel momento in cui il ragaz-zo se la va a prendere la Fidanzata lorifiuta, confessandogli il suo nuovoamore. Smarrito, deluso, va a dichia-rare il suo amore alla Dattilografa,donna sensibile e romantica, in prece-denza innamorata del Giovane. LaDattilografa, pur amandolo, gli chie-de di aspettare ancora altri cinqueanni. Deluso, il Giovane torna a casa emuore. Centrale nella rappresentazio-ne il tema del Tempo. È intorno a que-sto emblematico concetto che corretutta la storia, e la poesia diArlecchino, figura enigmatica che dia-loga col Giovane e con laDattilografa, inizia proprio così “Ilsogno va sopra il Tempo / rullandocome un veliero / nessuno può apriresemi / in fondo al cuore del Sogno”.Una magica atmosfera avvolge la nar-razione, e la poesia viene cantata inmodo sublime dai personaggi, i prin-cipali rappresentati da una abileCaterina Genta, musa ispiratrice diMarco Schiavoni.

Tra i suoi progetti l’ “Accademia della Tuscia” con sede a Vetralla

Marco Schiavoni nel suo studio in Località Castello a Vetralla. La sua casa è un vero e proprio museo degli strumenti musicali, e la cosa più affascinante è che sono tutti utilizzati per la sua immensa produzione musicale.

MUSICA

Località Centignano (VIGNANELLO) - Sono un gruppo voce ed il cuore, ma anche un pezzo d'anima. Provate a sen-di ragazzi con un sogno nel cassetto, quello di fare rock e di tirli suonare e sarete colpiti dalla loro bravura, complice labuona qualità. È il rock che li accomuna da sempre. semplicità e la loro simpatia. C'è da chiedersi se continue-Nonostante tutti loro lavorano, tranne M. Creta il batterista ranno a coltivare l'ambizioso sogno, quello di realizzare undi 17 anni, sono riusciti, tra un impegno ed un altro, a rita- disco. Chissà…? Stanno lavorando di certo tutti assieme adgliare del tempo per suonare. E lo fanno bene. Infatti sono alcuni pezzi che presto proveranno a suonare in pubblico.alla loro terza esibizione in pubblico ed un ampio repertorio “E' in base agli applausi che decideremo se continuare ilormai li fa conoscere ed apprezzare tra i loro coetanei. Si nostro progetto”. Così risponde con una battuta M.esibiscono dove possono come nei Pub di alcuni nuovi bar Baccella, uno dei chitarristi del gruppo. È certo che i pezzidella provincia, portati avanti da giovani imprenditori che in preparazione saranno arrangiati dai fratelli Basili dihanno accettato la sfida di cambiare il modo di gestire tali Soriano nel Cimino, a detta del bassista M. Di Pietro, perlocali. Non più solo partite di calcio e video-games ma tutti il “Dippo”, e dello stesso Perotti. Principessa del mioanche attività culturali e parallele che arricchiscono chi li Regno e Nuova Canzone sono invece tracce già conosciutefrequenta. Punti di ritrovo per coltivare assieme qualcosa di e apprezzate da chi ha già avuto la possibilità di sentirli suo-più dello sballo. Il leader del gruppo L. Perotti, sta perfezio- nare. Il consiglio è che, nel realizzare questo progetto, rie-nando le sue qualità artistiche presso la Scuola di musica di scano a conservare questa loro originalità che già li contrad-Vallerano. Ciò fa onore a questa struttura che vanta notevoli distingue nel panorama delle piccole band locali le quali, ilinsegnanti i quali, con i loro metodi e al di là del pentagram- più delle volte, si limitano ad eseguire solamente le cover dima e dei noiosissimi ma indispensabili solfeggi, non sminu- artisti famosi. L'ultimo locale dove sono stati applauditi èiscono ma anzi stimolano quella voglia di fare musica. Si quello di Centinano, lo scorso aprile. Importante è saperepossono ascoltare e apprezzare dei buoni arrangiamenti del- che si chiamano i Muro del Canto, che dopo la performancele cover di Ligabue, Pink Floyd e De Andrè di inizio giugno presso il Caffè D'arte replicheranno l'ultimanell'interpretazione dei quali L. Perotti ci mette non solo la settimana del mese all'Albatros di Nepi.

THE SHAMANS - “DEMO LIVE”Conoscere l'altra faccia dell'American Dream a VetrallaVivere tra la provincia e la Capitale della Provincia dell'Impero, dividersi traVetralla e Roma e partecipare di quell'urgenza istintuale propria degli animali,spirito di sopravvivenza e sentimento di distacco. Il male della periferia vissutoin profondità e sincera ingenuità percettiva e comunicativa stanno alla base dellavoro di Daniele Mattioni, 21 anni, fondatore del progetto Shamans. Tre ruvideschegge in questo “DEMO LIVE” (dicembre 2006) a vomitare la propria nau-sea, umoralità tesa come una corda ad individuare odore di marcio per cui nonsono strettamente necessarie le parole. Basta annusare il terreno, un ringhio, unurlo, divincolarsi al ritmo delle percussioni, graffiare con le unghie delle distor-sioni soniche e rifuggire la peste che inquina il proprio humus naturale e vitale.Ma qui si usa un inglese frammentario ed anche esplicitamente derivativo, certo,perché siamo Periferia ed il Centro è là, ed è nel Centro che nascono anche lecentrifughe forze di dissenso capaci di arrivare in un apparente limbo ignaro edinviolato come Vetralla. Ma questa è l'anglo-balizzazione, se vogliamo chiamar-la così, e noi tutti siamo in parte, nel bene e nel male, figli di essa.Per questo ci appartiene anche questa rude forza annichilente del punk, chenasce da un candore molestato così spontaneo che sa esprimersi traboccando inmaniera quasi inconsapevole, grezza, ma schiettamente fluida e significativa.Che potete ascoltare in queste tre tracce, dai suoni anni '90, venate comunque diuna sensibilità melodica che significa gusto e naturale affinità alla bellezza sottoun' aspra scorza. Per chi vuole approfondire, cominciando dalla propria piccolarealtà, cosa ha lasciato il Sogno Americano (qui nella sua versione importata) innumerose generazioni a partire dal '76.Formazione: Daniele Mattioni, voce e chitarre; Giulio Ferro, basso e cori;Jimmy, batteria.Per info ed ascolti : http://www.myspace.com/shamansgirlsDaniele Mattioni: 320 1456373

The Shamans - " Demo Live"

Il Caffé d'ar te e i " Muro del Canto" di Alberto Xerry De Caro

di Carlo Sanetti

La passione per il ballo, soprattutto per iballi Caraibici, sta catturando sempre unnumero maggiore di persone, di tutte le età,nella nostra provincia. Da circa tre annisono in aumento le iscrizioni a scuole diballo per imparare a cimentarsi sulle notedi Salsa, Merengue, e Bachata. Questisono balli dalle origini e provenienzediverse. La musica e la danza della Salsasono di tradizione latino americane, chepoi si sono sviluppate in particolare a NewYork a partire dagli anni '50. Il Merengue,ballo molto antico che nasce nellaRepubblica Domenicana, nel XIV secolo,per merito degli schiavi importatidall'Africa, vede i ballerini apprendere ipassi e le figure di base e rielaborarlisecondo il proprio gusto. La Bachata èanch'essa originaria della RepubblicaDomenicana e consente di avvertire esatta-mente ogni battuta musicale, con un ritmopiù lento e romantico. Per capire il segretodel loro successo basta prendere ad esem-pio l'origine etimologica di uno di essi, laSalsa. Il suo nome proviene da un termineche da sempre fa parte del lessico musicalecubano e che indica le peculiarità di ungenere musicale attraverso un accattivantecollegamento con un'immagine di deriva-

zione gastronomica: non è difficileimmaginare il ritmo e le emozioni chepuò regalare una musica che ha sabor,cioè un gusto intenso, piccante,che deri-va da una mezcla di vari ingredienti.Sono proprio i ritmi vivaci e divertenti,che caratterizzano i balli Caraibici, arenderli capaci di catturare, letteral-mente, sia adulti che adolescenti, siauomini che donne. Si parte con la sem-plice curiosità di provare o magari conl'esigenza di fare un po' di sano eserci-zio fisico, e si scopre un mondo ricco diritmi, di voglia di divertirsi, di impara-re a esprimere gioia con i movimentidel corpo, e anche voglia di incontrarenuove amicizie e di mettere da parte latimidezza: molti non rimangono tra lemura di una scuola di ballo, ma comin-ciano a frequentare le serate organizza-te nella provincia, e per alcuni i ritmi,delle musiche Caraibiche, sostituisco-no quasi completamente generi comel'House Music e quelli più caratteristicidelle discoteche. Non è necessario esse-re professionisti, basta anche solo cono-scere i passi base per stare in compa-gnia. Superato l'impaccio dei primi pas-si, comunque, quando si è catturati dal-

la passione per il ballo, si vuole sempreimparare una nuova figura e sperimen-tare nuove coreografie, come succedea John, un Richard Gere piacevole edivertente, nel film “Shall we dance”,che riesce a ritrovare l'armonia nellasua vita, anche grazie al ballo e alle per-sone conosciute attraverso questa nuo-vo hobby. I balli Caraibici con la lorofreschezza sono ideali per una sempli-ce evasione dalla routine quotidiana,ma per molti la passione può trasfor-marsi in un lavoro: basta prendere adesempio la maestra ValentinaCincotti, che ha iniziato con lo studiodalla danza classica e si è poi specializ-zata in diverse tipologie di ballo, tra cuii Caraibici, e oggi gestisce una scuola aCura di Vetralla e una a Viterbo.Proprio in questi giorni, esattamente il16 giugno, alle ore 21, presso la pale-stra comunale di Capranica, si terrà ilsaggio della scuola di ballo Antares, siesibiranno gli allievi di Valentina: prin-cipianti e allievi del corso avanzato diCaraibici metteranno in mostra quelloche hanno imparato in nove mesi dilavoro. Ballate anche voi.

Passi al gusto di SalsaIn aumento la passione per i balli caraibici

di Giorgia Basile

cassiaiv a GIUGNO 2007

La Scuola di ballo "Antares" diretta da Valentina Cincotti.

p. 12