sulle varie teorie costituzionali e sulla diagnostica

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Le varie teorie costituzionali Sulle varie teorie costituzionali e sulla diagnostica costituzionale come ipotesi di lavoro in medicina ( oltre qualsiasi determinismo biologico ) ALEXANDER WILLIGE M.A. Heilpraktiker Un corpo si distingue dall‘altro, una età da un’altra, un dolore da un altro: gli uni sopportano di più la malattia, gli altri per nulla Un anno si distingue dall’altro,da stagione a stagione in cui si ammalano. Ippocrate, Corpus Hippocraticum, Le malattie 1, capitolo 22 La medicina in molti casi evita la morte, ma non rende sani. Crea le condizioni per una malattia cronica. Arthur Jones, 1961

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Le varie teorie costituzionali

Sulle varie teorie costituzionali e sulla diagnostica costituzionale come ipotesi di lavoro in medicina

( oltre qualsiasi determinismo biologico )

ALEXANDER WILLIGE M.A.

Heilpraktiker

Un corpo si distingue dall‘altro, una età da un’altra, un dolore da un altro: gli uni sopportano di più la malattia, gli altri per nulla … Un anno si distingue dall’altro,da stagione a stagione in cui si ammalano.

Ippocrate, Corpus Hippocraticum, Le malattie 1, capitolo 22

La medicina in molti casi evita la morte, ma non rende sani. Crea le condizioni per una malattia cronica.

Arthur Jones, 1961

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Introduzione Lo scopo di questo lavoro non è ripercorrere la storia della medicina ma solo quello di richiamare a grandi linee alla memoria quegli sviluppi e quelle correnti che, nell’ambito della medicina tradizionale europea, hanno portato infine a riconoscere empiricamente le tendenze patologiche predominanti e così alla diversificazione delle teorie costituzionali. Il concetto di “teorie costituzionali“ non deve in alcun modo essere inteso in senso deterministico, selettivo o riduttivo, bensì mira a mettere in primo piano, fermo restando l’eterogeneità dell’umanità e l’unicità di ogni singolo individuo, determinate strutture fisiche (e in qualche caso psichiche) costanti, riconosciute attraverso l’osservazione e l’empirismo di diversi autori, tutte derivanti da una visione olistica. Vale sempre la pena considerare che alla base di tutte le teorie costituzionali c’è un orientamento ideale, che difficilmente è riscontrabile nella prassi. L’individualità di ogni persona con il suo vissuto si oppone ad una suddivisione stereotipata. Un’osservazione costituzionale può contribuire ad una comprensione decisamente migliore del paziente nella sua totalità rispetto ad una diagnostica per sintomo isolato. In primo luogo le malattie croniche sono il risultato di un accadimento complesso e investono l’intera persona. Per questo motivo un trattamento puramente sintomatico non è mai sufficiente. La medicina naturale mira, con terapie personalizzate, sia alla prevenzione che a processi duraturi di guarigione, inquanto nel suo metodo di osservazione include i processi di patogenesi e di cronicizzazione e la loro identificazione. Il concetto di costituzione racchiude in sé in senso salutogenico tutte le condizioni naturali non patologiche (risorse/resilienza) al pari delle diatesi, nella variante patogena, dovute a debolezze (disposizioni) ereditarie croniche, quindi genotipiche e/o fenotipiche. Il riconoscimento della semiotica tipica iridea riferita alle diverse tipologie si è dimostrata efficace nel trattamento di malattie croniche. Questo capitolo si occupa degli sviluppi che dalla teoria dei miasmi di Hahnemann, in particolare l’omeopatia, hanno influenzato in modo sostanziale le teorie costituzionali in iridologia.

Le parti in grassetto nel testo e nelle citazioni sono dell’autore Traduzione: Roberta Rossi, traduttrice (Sprachen- und Dolmetscherinstitut, Monaco di Baviera) Sommario

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1. Teorie costituzionali in omeopatia come base delle teorie costituzionali iridologiche

1.1 Teoria dei miasmi di Samuel Hahnemann

1.1.1 Il miasma tubercolinico

1.2 Medicina empirica di Johann G. Rademacher

Excursus: Epoca di cambiamenti

1.3 Le tre biotipologie costituzionali di Eduard von Grauvogl

1.4 Elettro-omeopatia del Conte Cesare Mattei 2. Teoria costituzionale come strumento diagnostico in iridologia

2.1 Medicina costituzionale di Bernhard Aschner

2.2 La teoria costituzionale dell’ iridologo Joachim Broy

1. Teorie costituzionali in omeopatia come base delle teorie costituzionali iridologiche Agli albori della storia dell’irido-diagnosi ciò che colpisce è che, sia medici omeopatici come l’oftalmologo Schlegel1 o Stiegele2 che i naturopati come il pastore protestante Liljequist3 e Felke,4 furono precursori e divulgatori dell’iridologia. L‘ irido-diagnosi conobbe maggiore notorietà quando il redattore di lungo corso della rivista Allgemeine homöopathische Zeitung (Rivista generale di omeopatia), Lorbacher, l‘ 8 maggio del 1883 pubblicò in Germania un articolo sulle scoperte di Peczely attirando così l’attenzione degli ambienti medici tedeschi su questa disciplina. Da quando Hahnemann aveva cominciato ad occuparsi delle cosiddette „malattie croniche“, le cui conclusioni dettero luogo alla formulazione della teoria dei miasmi, le

1 L’oftalmologo di Tubinga Schlegel, uno dei più famosi omeopati del suo tempo, dimostrò la sua benevolenza

nei confronti della diagnosi dell’iride in varie sue pubblicazioni (tra cui in Homöopathische Zeitung, 1887) e

nella seconda edizione del suo scritto Augendiagnose des I. v. Peczely, (Diagnosi iridologica di Peczely) apparsa

ne1906, la diagnosi iridologica venne accolta di buon grado nella cerchia medica. Nel suo libro Religion der

Arznei, La religione dell’arte medica 1915, è il primo a riconoscere una soluzione di continuità tra Paracelso e

Hahnemann e contrappone il dogma dell’esperimento scientifico alla conoscenza derivante dall’esperienza, in

quanto „ la scoperta dei rimedi dell’efficacia di rimedi quali la corteccia di china, Coca, Digitalis spetta

ovunque alla gente semplice (indigena).“( Introduzione , terza edizione,1929) 2 Anche Stiegele, che divenne successivamente direttore dell‘ ospedale Robert Bosch a Stoccarda, nel 1885

scrisse delle sue scoperte in Homöopatischen Monatsblatt (Il mensile dell’omeopatia) affermando che le

malattie più disparate trovavano espressione dimostrabile nelle modificazioni dei colori dell’iride, le quali non solo servivano alla diagnosi ma anche alla cura delle malattie.

3 Liljequist (1849-1936) pubblicò, oltre alla sua opera Om Oegendiagnosen- efter Dr.I.v. Pèczely del 1893,

all’alba del XX secolo un libro sul metodo di cura omeopatica in diverse edizioni. Dal 1908 fu editore della

rivista specializzata Tidskrift foer Oegendignos e ElektroHomeopati (Giornale per le diagnosi degli occhio ed

elettro-omeopatia).

4 Felke, il cui motto „L’iride detta la ricetta“ divenne punto di riferimento per la diagnosi e il trattamento

omeopatico, è considerato il fondatore dell’omeopatia di complesso (Komplexhomöopathie).

4

sue idee - antitetiche alla medicina ufficiale dell’ epoca – influenzarono sia una parte dei medici (anche se esigua) sia i guaritori della medicina popolare e diedero all’omeopatia una grande fama ma al contempo esposero la stessa a feroci attacchi fino ai giorni nostri. Partendo dalla questione della congruenza possibile tra il carattere del rimedio omeopatico e la sintomatologia del paziente, Grauvogl sviluppò, basandosi sui 3 rimedi di Rademacher, una teoria costituzionale che venne integrata nell’omeopatia e che la influenzò notevolmente. Mattei, oltre alle scoperte di Hahnemann riguardo l’importanza della composizione del sangue e alla presa in considerazione dei tessuti da parte di Grauvogl, comprese l’importanza della linfa come terzo agente patologico e suddivise le persone in tre biotipologie sulla base delle reazioni ai rimedi. La dicotomia in biotipologia linfatico – scrofolosa e ematogeno-angiotica in relaziona alla reazione ai rimedi ha trovato la sua analogia in tutte le teorie costituzionali iridologiche. Dall’inizio della suddivisione costituzionale iridologica si parla di iride linfatica (blu) e iride ematogena (marrone). Sono criteri (ippocratico-galenici) di suddivisione umorale la cui differenziazione è riscontrabile nei due grandi sistemi di liquidi in senso contemporaneo già dall’inizio del XIX secolo.5

„…e quando non volete cercare la verità laddove si trova, ovvero nell’esperienza, allora è meglio che non la esaminiate neppure „ Hahnemann

1. 1 La teoria dei miasmi di Samuel Hahnemann (1755-1843)

In omeopatia sono di capitale importanza: una diagnosi precisa dei segni della malattia, un giudizio differenziato sulle modalità di trattamento e una buona conoscenza del carattere del rimedio omeopatico.Nella ricerca delle cause dei fenomeni ricorrenti nelle malattie croniche, Hahnemann scoperse, più di 200 anni fa, che alla base delle malattie sta una predisposizione interna (disposizione). Nel 1789 egli già nel suo scritto Unterricht für Wundärzte über die venerischen Krankheiten (Lezione per i chirurghi riguardo alle malattie veneree) descrive, utilizzando la sifilide come modello, il nocciolo della sua teoria riguardo alle malattie croniche e riconosce nel loro trattamento al mercurius solubilis in preparazione omeopatica un effetto diverso rispetto al mercurio venefico fino ad allora prescritto dai medici. Nelle sue pubblicazioni su Die chronischen Krankheiten, (Malattie croniche), 1828, Hahnemann espose l’idea dell’assioma patogenetico della teoria dei miasmi in base alla conoscenze mediche del suo tempo. Egli distinse le malattie che si contraggono per via venerea nel miasma venereo sifilide (Lues), la gonorrea (Sykosis) e Psora6 „l’antenata di tutte le malattie“, ossia l’insieme di tutti quei disturbi cronici non di origine venerea originati dalla scabbia.

5 Il professore di medicina di Lipsia Puchelt nel 1827 in Das System der Medizin, (Il sistema della medicina)

scrisse della venosità da ascriversi al temperamento flemmatico che porterebbe con sé una predisposizione alle

infiammazioni di tutti gli organi, in particolare delle grandi vene nella parte destra del cuore. 6 Sia gli ambienti universitari che della medicina omeopatica hanno categoricamente rifiutato la riduzione della

teoria hahnemanniana nella teoria della Psora per quel che riguarda le malattie croniche. Per la prima volta il

concetto psorico fu nominato ne Aesculap auf der Wagschale (1805), Esculapio sulla bilancia, con la definizione „disposizione scrofolosa“, „eccitabilità nervosa“ o „ debolezza costituzionale“ . Nel § 81 della sua

opera Organon ampliò il concetto: „Si può approssimativamente comprendere, come questo focolaio

primordiale di contagio si sia propagato piano piano attraverso alcune centinaia di generazioni, e sia passato

attraverso milioni di organisimi umani e sia arrivato ad una incredibile formazione, e come si sia potuto

trasformare in diversissime malattie nel genere umano. Principalmente quando ci abbandoniamo

all’osservazione, noteremo quali molteplici situazioni abbiano contribuito a generare questa enorme quantità di

malattie croniche (sintomi secondari della psora), anche oltre la indescrivibile varietà degli esseri umani nelle

loro costituzioni corporee ereditarie, che già di per sé si differenziano infinitamente le une dalle altre, tanto

che non ci si può meravigliare se causano, spesso permamenentemente, danni con effetti sia all’esterno che

5

Nella sua opera principale Organon der (rationellen) Heilkunst, (Organon dell’arte del guarire), 1810, cit. sec. la 6. edizione 1842) al § 73 e seguenti, Hahnemann distingue le malattie in acute, epidemiche e croniche. Nel § 77 menziona la parte fenotipica (acquisita) quindi „dei malanni che ci attiriamo“ e i malanni che hanno invece origine ereditaria (genotipica) come miasmi cronici( § 78-82). La cronicità per Hahnemann aveva un significato che travalicava la concezione medica ed universitaria del suo tempo: per lui era una degenerazione maligna e distruttiva che portava alla morte e contro la quale l’organismo non sviluppa anticorpi. Le riflessioni di Hahnemann sulle „malattie croniche“ dopo la sua morte caddero nel dimenticatoio, non vennero più comprese nel metodo di osservazione della medicina omeopatica e si affermò solo l’aspetto ereditario-cronico della teoria dei miasmi. 1.1.1 Il miasma tubercolinico

L’omeopata americano Henry C. Allan (1836-1909) applicò la teoria dei miasmi delle malattie croniche anche alle malattie in fase acuta e nel 1870 aggiunse una quarta categoria alla teoria dei miasmi di Hahnemann , il miasma tubercolinico che è entrato a far parte della letteratura omeopatica con il sinonimo di Pseudo-Psora. Sul terreno cronico-ereditario caratterizzato dalla Psora e dalla tubercolosi si innestano malattie febbrili ed eccessi di febbre, per esempio il tifo.

“Non possiamo comprendere nulla dell’essenza della malattia se non percorrendo il cammino dell’osservazione” Rademacher

1.2 Medicina empirica : J.G. Rademacher (04.08.1771-09.02.1850) L’allievo di Hufeland, che poi diventerà il medico empirico, J.G. Rademacher, nel 1841pubblicò la sua opera ispirata all’eredità medica di Paracelso intitolata Rechtfertigung der Erfahrungsheillehre, Mitteilungen des Ergebnisses einer 25 jährigen Erprobung dieser Lehre am Krankenbette , (In difesa dell’insegnamento che deriva dalla cura attraverso l‘ esperienza, ovvero comunicazione dei risultati di tale pratica in 25 anni di sperimentazione al capezzale dei malati), che ebbe una discreta influenza sia sull‘omeopatia7 sia sulle terapie derivanti dall’esperienza. In un periodo di disorientamento della medicina, in cui regnavano „rassegnazione e nichilismo terapeutico“, il libro ebbe il merito di dare nuova linfa alla ricerca empirica8.Il credo di Rademacher era: „Non possiamo comprendere assolutamente nulla dell’essenza invisibile della malattia se non osservandola rispetto al suo rapporto con la capacità terapeutica del rimedio“. Anch’egli basò e sviluppò, come già fatto da Hahnemann, la sua teoria sui tre principi legati alle riflessioni patogeniche semplificate chiamandola Teoria delle tre tipologie (ovvero dei tre rimedi universali):

Natron nitricum, Ferrum e Cuprum,

che sono tutti di origine minerale. Essi costituiscono ancora oggi i caratteri dei rimedi costituzionali come descritto nel Homöopathischen Arzneibuches (HAB),

all’interno e infinitamente differenti deficienze, corruzioni, irritazioni e dolori su così tanti diversi organismi

pervasi dal miasma psorico. Tali malattie sono finora state erroneamente catalogate nella vecchia patologia

con nomi diversi.“ 7 Rademacher, J.G.: Rechtfertigung der Erfahrungsheillehre, (Legittimazione delle terapie esperienziali), 1848,

Vol. II, pag.116 scrive però di Hahnemann: „Inoltre non posso accettare la sua ipotesi: >Similia similibus

curentur< come un assioma“. 8 Cfr. Weingärtner,O.: Abzweigungen der Homöopathie Hahnemanns, (Divagazioni sull’omeopatia di

Hahnemann) Reckeweg- Journal, Vol.2,No.1, 2007

6

(farmacopea ufficiale omeopatica tedesca), a differenza dei rimedi di Rademacher che erano invece tutti di origine vegetale. I Disturbi caratteristici per i quali è indicato l’impiego dei tre rimedi universali sono:

Natron nitricum (sal nitrico):

Inclinazione ai stati infiammatori di tutto l’organismo (es. febbre polmonare/pneumopatie, laringite, epatite, reumatismi), malattie infettive come morbillo, scarlattina, varicella, diarrea, asma e tosse. Ferrum: stati di spossatezza, anemia, problemi con il ciclo mestruale, ritenzione, ha un effetto calmante sul cuore attraverso il rallentamento del battito cardiaco ed è adatto per tutte quelle problematiche causate da un’urina alcalina. L’attuale HAB lo associa al sistema cardio-vascolare. Cuprum: Rademacher lo considera „il più antico rimedio universale dei medici

alchimisti“, e lo consiglia per curare la pelle da esfogazioni cutanee croniche, verruche e anche per altre escrescenze, ma anche per apoplessia e paralisi. Matthiolus attribuisce al rame „vim ulcerativum“ e l’HAB ne sottolinea l’effetto sul sistema nervoso centrale. Rademacher espone così la possibilità in futuro di un’espansione di influenza della sua medicina esperienziale alle terapie che si basano sulle tre „affezioni primordiali“ e lo fa in modo non dogmatico: ..

…la frase: ci sono tre affezioni primordiali dell’organismo nella sua totalità, di cui una soggiace alla forza guaritrice dal sal nitrico, l’altra a quella del ferro e la terza a quella del rame. Questa conoscenza non deriva da una presunta conoscenza inventata del corpo umano vivo ma da una vera e propria esperienza che non può in alcun modo essere considerata come certa. Ammetto la possibilità che la futura sperimentazione possa espandere o restringere il campo di azione …

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Secondo Rademacher “la storia della teoria della cura “ si riassume nelle tre componenti “casi di malattia accidentali (nosografia individuale),del corpo umano animato e della pura forza guaritrice dei rimedi“10. Escursus: epoca di cambiamenti - Gli iconoclasti

Dal 1850 in poi la medicina universitaria aveva cominciato ad applicare la teoria cellulare patologica di Virchow e ad allontanarsi dal paradigma della patologia umorale ippocratica e galenica (teoria dei 4 umori). L’omeopatia comprendeva sia i critici della medicina topogenica „scientifica“ che i critici dei dogmi „allopatici“ . Sia gli omeopati ortodossi che quelli che facevano ricerca autonomamente si impegnarono negli anni successivi con un certo successo per il riconoscimento e l’integrazione della loro terapia nella medicina generale. In seguito alle scoperte nel campo delle scienze naturali dei quattro elementi ossigeno, carbonio, idrogeno e azoto – come compenenti dell’aria e degli organismi – si arrivò allo sviluppo della teoria biochimica dei componenti elementari. Dalla biochimica si svilupparono nuovi criteri concettuali per l’ampliamento e/o modifica della teoria umorale patologica.

9 Rademacher, J.G.: Rechtfertigung der Erfahrungsheillehre, (Spiegazione della teoria della cura esperinziale)

1848, volume II, pag. 15 10 op.cit..,volume I, pag. 113

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L’osservazione che alcuni rimedi in determinate biotipologie costituzionali portano al successo terapeutico, dovrebbe aiutare a trovare il giusto rimedio in omeopatia. Un‘ ipotesi di lavoro importante per il riconoscimento e il trattamento (genotipico e fenotipico) di disposizioni acquisite che si ripetono a livello organico generale è stato introdotto dalla 1.3 Le tre biotipologie costituzionali di Eduard von Grauvogl ( 1811 – 1877 )

Grauvogl, uno degli importanti “omeopati indipendenti“ nel suo libro Lehrbuch der Homöopathie, (Compendio di omeopatia), 1866, contrappose la sua teoria delle costituzioni alla teoria delle malattie croniche di Hahnemann, 23 anni dopo la sua morte. La teoria si basa sull’assunto dell’importanza della composizione del sangue, della natura ossidativa del tessuto e degli organi ed egli sottolineò, in base alle conoscenze di chimica fisiologica della sua epoca, la rilevanza del metabolismo nella diagnosi e nell’individuazione del rimedio. Infatti egli distinse tra tre diverse costituzioni (biotipologie in base alla reazione al rimedio) che si differenziano a seconda della situazione metabolica e per ognuna di esse identificò la predominanza di ossigeno, acqua, azoto e carbonio: la costituzione ossigenoide: caratterizzata da una capacità ossidativa notevole a causa di un eccesso di ossigeno e concomitante eliminazione eccessiva di azoto e carbonio. L’aumento di ossidazione porta a bruciare notevoli quantità di sostanze nutritive, quindi ad una carenza di proteine, grassi e all’anemia. Esiste una similitudine con il soggetto ferrum della teoria di Rademacher.

la costituzione carbonitrogena:

una attività ossidativa ridotta a causa di una scarsa eliminazione di azoto e carbonio. La diminuita capacità ossidativa si estrinseca a livello somatico nel meteorismo, nella venosità (sangue contenente anidride carbonica), esantemi e deposito di scorie nei tessuti. Una ossigenazione, per esempio attività all’aria aperta, migliora le condizioni della persona. Questa disposizione costituzionale mostra una somiglianza con il miasma psora di Hahnemann e il soggetto cuprum di Rademacher. la costituzione idrogenoide,

è caratterizzata dalla tendenza alla ritenzione idrica nei tessuti. Il cambiamento atmosferico al freddo-umido causa un peggioramento dello stato generale di salute e probabili dolori alle articolazioni. Questo tipo displastico accumula una notevole quantità di materiali di residuo nei tessuti (in primis purine). Questa costituzione ha dei parallelismi con il miasma sicotico di Hahnemann e il tipo nitricum di Rademacher. La teoria delle costituzioni di Grauvogl rifacendosi ai tre tipi di rimedi di Rademacher venne accolta favorevolmente dalla fisiologia ad orientamento omeopatico. Egli divenne il protagonista della terapia costituzionale omeopatica, inquanto cercò di correlare l‘insieme dei sintomi del malato (sia genotipici che fenotipici) con i rimedi tipici per quei sintomi, contrariamente all’atteggiamento di rifiuto dei circoli dell’omeopatia ortodossa, che scorsero nella teoria di Grauvogl un allontanamento

dalla teoria diHahnemann sulle malattie croniche e dei miasmi. Inoltre la teoria di

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Grauvogl fece decollare definitivamente la terapia biochimica di Schüßler. L’importanza determinante delle considerazioni costituzionali in omeopatia divenne immediatamente il quadro sintomatico del rimedio che si avvicina di più allo stato di salute del paziente e alla sua natura. Il suo approccio costituzionale include la personalità, il carattere, il temperamento, la struttura fisica e la disposizione miasmica. Gli elementi della sua teoria costituzionale vennero ripresi da Broy nell’iridologia odierna e occupa il primo posto prima di altre 17 suddivisioni costituzionali. La

disposizione „idrogenoide“ la si ritrova per esempio anche nella teoria costituzionale di Deck (1914-1990) e come „diatesi essudativa“ in Hauser/Karl.

Ogni irregolarità nella sfera di influenza della linfa e del sangue provoca necessariamente una interferenza nel benessere della persona e quindi uno stato anormale e di malattia. Mattei

1.4 L’elettro-omeopatia di Cesare Mattei (11 01. 1809 - 03.04.1896)

Nella tradizione della spagiria di Paracelso e nell’eziologia umoral-patologica il conte Cesare Mattei, un terapeuta di fama internazionale molto famoso elaborò la teoria terapeutica dell‘ „elettro-omeopatia“, caratterizzata da risultati terapeutici immediati. I suoi rimedi mescolati al lattosio consistevano di sostanze vegetali fermentate. Le sue ricette originali non sono mai state divulgate. Grazie alle sue conoscenze di derivazione umoral-patologica Mattei ampliò la sua teoria delle biotipologie di reazione ai rimedi integrandole con le disposizioni costituzionali, che divennero un punto di riferimento per l’iridologia da lui in poi e per la teoria costituzionale attuale. Dall’osservazione delle diverse reazioni ai rimedi dei pazienti e alle corrispondenze tra certi rimedi e le predisposizioni dei malati, Mattei suddivise i pazienti in base alla loro reazione ai farmaci. Egli si rese conto osservando le malattie croniche dell’importanza nosologica delle caratteristiche del sangue, dei tessuti e della linfa come fonte di vita (cfr citazione più sopra) e distinse i suoi rimedi fondamentalmente in : Antiscrofolosa (come rimedi per la linfa nei casi di diatesi scrofolosa e psorica11), Antiangiotica ( per disturbi arteriosi o venosi ematici e dei vasi sanguigni). Anticancerosa (come rimedi per tessuti in casi di processi patologici profondi) Per Mattei la linfa e il sangue sono „ i portatori di vita“ per le loro molteplici funzioni fisiologiche e fattori determinanti per la salute. Qualsiasi interferenza può potenzialmente essere l’inizio, a seconda della propria tendenza (linfatica o ematogena) di malattie croniche. Costituzioni linfatiche ed ematogene possono mescolarsi in una costituzione mista e creare discrasie. L’introduzione del quinto pilastro „cancerogeno“ nella teoria costituzionale omeopatica classica è da ricondursi a Mattei. Ulteriori rimedi tipici di Mattei erano: Pettorali (pneumopatie) Febbrifughi (per gli stati febbrili) e Vermifughi ( per malattie dell’intestino e vermi intestinali). Situazione attuale e prospettive in iridologia

11 scrofolosi: oggi è una malattia molto rara che colpisce la pelle i linfonodi in età infantile ed è di origine

allergica. Il nome di „diatesi scrofolosa/ essudativa“ è da attribuirsi al pediatra Adalbert Czerny (1863-1941)

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Dall’inizio dell’osservazione costituzionale in irido-diagnosi si parla di iride linfatica ed ematogena. Questa distinzione in punti di forza e di debolezza linfogeni o ematogeni e dell‘ iride „discrasica“ derivante dalla mescolanza delle prime due, sono i punti di partenza e i criteri fondamentali nelle teorie costituzionali degli ultimi 100 anni. Maubach12 considera il plasma germinale il fattore determinante per la costruzione e per le varie colorazioni dell’iride. L’iride blu è considerata povera di pigmenti, la marrone (pigmentazione data dalla melanina) ipertrofica e la grigia come mescolanza dei due colori base. Il rapporto di forze biodinamico tra il sistema linfatico e il sistema sanguigno è di fondamentale importanza per la diagnosi iridologica costituzionale.13 2. La teoria costituzionale come strumento diagnostico in iridologia

„A livello di diagnosi iridea i segni rilevanti, le strutture, le pigmentazioni e le indicazioni biodinamiche offrono all’osservatore esperto la preziosissima opportunità, già prima dell’insorgere della malattia, di riconoscere la causa e il possibile decorso individuale della patologia. E qui ha un’importanza particolare la costituzione iridea. La disposizione genetico-patologica la si può riconoscere bene. Considerando ciò un terapeuta con esperienza può predisporre misure di prevenzione e fare una diagnosi differenziale, anche se magari esami clinici non hanno rilevato niente. A queste rilevazioni „istologiche“ di malattie di origine genetico-mensenchimale nel passato è stata data troppa poca importanza, in particolare in relazione a processi precancerosi, autoimmuni e alle malattie cosiddette essenziali“.

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Peter Johannes Thiel riconobbe intorno al 1900 l’importanza costituzionale del

colore di fondo dell‘iride, senza per altro nominare ulteriori differenziazioni, e contraddisse le idee errate dei suoi predecessori Peczely e Lilljequist, che consideravano le iridi marroni di per sé stesse patologiche. Tra i discepoli di Felke, Heinrich Hense nel 1909 fa il primo tentativo di distinguere tra varie costituzioni, ma solo con Magdalene Madaus, negli anni venti del secolo scorso, e con sua figlia Eva Flink il modello costituzionale sugli „umori vitali“ cardinali di Mattei, sangue e linfa,

entra definitivamente a far parte dell‘iridologia. Senza alcun dubbio questa intuizione venne introdotta grazie alla suddivisione di Aschner che ritroviamo come affermazione teorica in Lehrbuch der Konstitutionstherapie, Compendio di terapia costituzionale. (cfr. 2.1) Da allora in poi il modello di riferimento dell’iridologia è il metodo diagnostico della patologia costituzionale. Criteri importanti per giudicare i punti di forza e di debolezza costituzionali sono, per quel che riguarda l’aspetto chimico, le pigmentazioni e per quel che riguarda invece l’aspetto fisico-organico, la struttura dell’iride. Riprendendo le teorie di Madaus/Flink, Josef Deck15 tra il 1950 e il 1980 sviluppò in modo continuativo la teoria costituzionale iridologica e la completò con la semiotica delle disposizioni. Anche Joachim Broy16 (cfr. 2.2) nella sua teoria iridologica costituzionale antepone

alle suddivisioni costituzionali di Grauvogl 17 ulteriori costituzioni e 12 diatesi. Negli ultimi due decenni del XX secolo in Germania hanno cercato, soprattutto i medici H. e H.F.Herget, H.W. Schimmel e Willy Hauser (scuola di Deck) di sviluppare ulteriormente la teoria costituzionale nella diagnosi iridea in modo sempre più specifico.

12 Maubach, A.: Irisdiagnostik als Konstitutions-, Früh- und Differentialdiagnostik, L’iridologia come

diagnostica costituzionale, preventiva e differenziale, 1952 13 Broy, J.: Die Konstitution. Humorale Diagnostik und Therapie., La costituzione. Diagnostica umorale e

terapia 2009, pag.55 14

Rehwinkel J./ S. Wenske: Augendiagnose, Diagnosi iridea 1988, pag. 15/16 15 Deck, J,: Differenzierung der Iriszeichen, Differenziazione dei segni iridei, 1980, pag. 28-53 16 Broy, J.: Die Konstitution, La costituzione 1978, pag. 83- 200

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La costituzione è lo stato di un individuo e delle sue reazioni agli influssi esterni ed interni, generato dalle sostanze ereditarie, ma modificato dalle interferenze dell‘ambiente Aschner

2.1 Medicina costituzionale di Bernhard Aschner (1883-1960).

Questo libro fu pubblicato nel 1928 e oggi , a più 85 anni di distanza, è ancora sorprendentemene attuale: Die Krise der Medizin. Lehrbuch der Konstitutionstherapie, (La crisi della medicina. Compendio di terapia costituzionale) del medico austriaco e più tardi professore in America,Bernhard Aschner. Nella storia della medicina questa è tra le prime opere, nelle quali la nutrizione e fattori gastro-enterologici vengono considerati causa di infiammazioni croniche e ferite difficilmente rimarginabili. Aschner nomina già quello che Pischinger e Heine più tardi considereranno come carico cronico del sistema della regolazione di base. Lo scopo di Aschner era quello di integrare in modo armonico e utile, la medicina naturale, ovvero la medicina europea tradizionale, le sue terapie empiriche con la medicina ufficiale universitaria: „La vera sintesi e la dottrina unitaria, il vero neoippocratismo, può solo sussistere nell’unione scientifica e nell’influenza reciproca della patologia umorale e tessutale, nella terapia locale e costituzionale specializzata della medicina storica e moderna.“

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Per Aschner, uno dei critici più conosciuti della medicina della sua epoca, il problema principale era la limitatezza terapeutica basata quasi esclusivamente sulla diagnostica che si andava sviluppando nelle facoltà di medicina. Secondo Aschner la terapia costituzionale non solo è espressione del trattamento dell‘ „individuo nella sua totalità“ma presuppone anche l’utilizzo della „medicina nella sua totalità“, quindi dei metodi più utili, impiegati dai migliori medici di tutti i tempi e dai vari popoli. La strada migliore per questo percorso viene sintetizzato nei seguenti punti:

1. L’osservazione olistica della costituzione 2. la panoramica su tutti i metodi terapeutici necessari e più efficaci 3. la riscoperta e la reintroduzione di tutti i metodi terapici tradizionali empirici

I criteri della sua medicina costituzionale erano orientati alla teoria della costituzione fisica e al principio della scuola salernitana: Qualis color in cute efflorecit - talis humor sub cute dilitescit. Aschner aspirava ad un ulteriore sviluppo della vecchia teoria dei temperamenti fino a divenire una teoria costituzionale razionale. Egli scrisse:

„Vedremo come sarà fruttuoso proprio il principio della suddivisione secondo il colore dei capelli, pelle ed occhi, essendoci importanti indicazioni diagnostiche e terapeutiche sul metabolismo, reazioni nervose, temperamento e predisposizione a determinate malattie, spesso già alla prima occhiata alla persona.“

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e distinse tra:

17 Achner, B.: Die Krise der Medizin. Lehrbuch der Konstitutionstherapie, La crisi della medicina. Compendio di

medicina costituzionale1928, pag.9 Nota dell‘autore.: Aschner auspicava un allontanamento dalla tendenza esagerata della medicina universitaria dal teorema della patologia locale di Giovanni Batista Morgagni (1682-1771) e dalla patologia tessutale di Francois Xavier Bicart (1771-1802) fino a Rudolf Virchow (1821-1902). 18 ibid., pag.12

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-Costituzione linfatica con occhi azzurri, pelle chiara, capelli biondi, e la tendenza

alla sensibilità della pelle, delle mucose del sistema nervoso. Nelle parole di Aschner:

„Il colore dell’iride permette anche di arrivare ad approfondite conclusioni sulle altre caratteristiche corporee.Persone con gli occhi chiari hanno non solo una pelle più sensibile ma anche mucose e nervi più sensibili. Le persone con gli occhi chiari…hanno una predisposizione particolare al linfatismo, alla febbre da fieno e ad

altre allergie.“19 -Costituzione ematogena, caratterizzata da occhi scuri, pelle olivastra, capelli dal marrone al nero, temperamento collerico, „di incisività biliare“, e la tendenza al la cronicizzazione di calcoli biliari e renali, diabete, artrosi deformante, cancro, psicosi e melanconia e la -Costituzione mista caratterizzata da occhi grigi o verdi, pella chiara, capelli scuri

con tendenza a discrasie e processi degenerativi. Dato che Aschner era specialista in ginecologia e non iridologo in senso stretto, la sua considerazione per tale disciplina risulta essere un notevole riconoscimento medico e un modo per ottenere conclusioni di rilevanza diagnostica sulla costituzione dell’individuo grazie alla correlazione con i colori iridei. Egli sviluppò una terapia per ogni costituzione iridea secondo cui: -soggetti dalla pelle chiara, con poca pigmentazione abbisognano di una terapia tonificante, ricostituente e antilinfatica, -soggetti dalla pelle olivastra, con notevole pigmentazione hanno bisogno di una terapia che fluidifichi il sangue, migliori il metabolismo e attenui l‘incisività -mentre per gli individui con iride mista prevede una terapia risolutiva e antidiscrasica. Questi standard terapeutici introdotti da Aschner sono ancora oggi in gran parte utilizzati in medicina naturale, iridologia compresa.

Per una valutazione ulteriormente differenziata degli influssi caratteristici egli fece la seguente distinzione tra sistemi di organi: linfatico (soggetti a infezioni), angiotico (apoplettici),

entero-gastrico (biliare), nervale (predisposizione a

patologie neuropatiche e psicopatiche), respiratorie (asma, tisi) dermale (dermatosi), genitale (rallentamento nello sviluppo), scheletrico (artritico, rachitico, reumatico), discrasiche (disturbi metabolici, malattie del sangue e ghiandolari, con diatesi infiammatoria ed essudativa, cachessia) e le tipologie displastiche particolari (individui disarmonici con sviluppo endocrino limitato).

19 ibid., pag.25

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Le sue idee sulla crisi della medicina e l’urgente importanza dell‘osservazione costituzionale dei pazienti trovarono un notevole riscontro anche nei circoli medici del suo tempo, come testimonia una dissertazione degli anni trenta: Oltre ai disturbi di origine nervosa nel singolo caso va presa in considerazione anche la struttura corporea, e in particolare la costituzione metabolica del paziente20. Per una comprensione esaustiva della costituzione Aschner auspicava „indagini sull’attività metabolica più approfondite, da cui avremmo informazioni utili, presupponendo che i metodi diagnostici di oggi siano già sufficienti “. Oggi, a quasi novant’anni di distanza, nonostante i progressi fatti nel campo della fisiologia nutrizionale, questa visione si contrappone ad un visione medica limitata circa deviazioni metaboliche individuali prima e durante la manifestazione di malattie organiche. 2.2 La teoria costituzionale dell’ iridologo Joachim Broy (15.07.1921-20.10.2003) Ispirandosi alla medicina costituzionale di Grauvogl, Broy, nella sua teoria costituzionale iridologica distingue tra tre costituzioni, oltre ai criteri del dal colore irideo, e fa riferimento alla medicina delle sostanze elementari del XIX secolo:

costituzione ossigenoide: con iride azzurra, più raramente grigia o marrone chiaro,

pupilla grande, corona chiara e definita e zona della corona ristretto (= scarsa prestazione anabolica) costituzione idrogenoide: vicino al bordo ciliare, tofi (malattie reumatiche)

maggiormente definiti (catarrali) nelle iridi blu e tofi dai contorni molto meno definiti nelle iridi marroni costituzione carbo-nitrogena: zona periferica della corona più scura, spesso cripte

e bordo ciliare molto scuro; braditrofia, tossicosi da ritenzione e turgore venoso a causa di processi metabolici ossidativi scarsi, prima che proceda con le ulteriori distinzioni costituzionali in linfatica: iride azzurra o azzurro-grigia, stroma fine linfatica-iperplastica: iride da blu a grigia, lo stroma irideo risulta velato, regione

umorale parimenti velata con corona più chiara (iperplastica) nefrogeno-linfatica (renale): per lo più iride azzurra fino a grigio sporco, occasionalmente anche iride marrone con raggi chiari, colorazioni giallo paglierino intorno alla corona, in area umorale e tofi in area ciliare. neuropatica-neurolinfatica: iride per lo più azzurra, stroma lasso con fibre ondulate,

corona e regione umorale spesso schiarita linfatica-ipoplastica: iride da blu a grigio-marrone, nell’area della corona fibre di irritazione chiare radiali, in parte pigmentate. In zona ciliare tofi grandi e spesso giallognoli.

20 Willige, Hans-Joachim: Die Ursachen des gehäuften Auftretens von Nierensteinerkrankungen,( Le cause della

diffusione delle calcolosi renali/nefrolitiasi),Berlino, 1939

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catarrale-reumatica: spesso iridi grigie, area della corona che si scurisce all’avanzare dell’età in parte con colorazione marrone e regione umorale schiarita. anemica: iride principalmente blu e grigia, area della corona più scura (disturbi

dell‘anabolismo), bordo ciliare scuro; spesso anche la parte inferiore dell’iride è più scura. ematogena: più il foglietto dello stroma è colorato e omogeneo meglio è, le

colorazioni scure indicano ristagni di sangue nei capillari (angiospasmi) e sono (sempre) presenti di solchi di contrazione (anelli nervosi). pletorica: più spesso iridi marroni, pupilla piccola, area della corona grande con

struttura allentata, aree inferiori con rientranze (Hufeland: „dispositio haemorrhialis“) emangiotica: di preferenza iride marrone, in zona ciliare molteplici fibre chiare, soprattutto nella zona della testa e del cuore, spesso arcus lipoides in giovane età. flemmatico-venosa: di preferenza iride grigia o marrone chiara, regione umorale

scurita o pigmentata, molto simile alla costituzione idrogenoide, venosità elevata. biliosa (biliare): iridi grigie o azzurre, pigmentazione arancio diffusa, altrimenti anche in iridi marroni, per lo più raggi chiari nell’area riflessa del fegato e della milza (37´-48´) gastrica: corona con bordo irregolare, area della corona con molteplici fibre aberrate; area umorale schiarita e opacità diffusa, lacune intorno alla corona e cripte. atonica-astenica: con accentuato „anello nevrastenico“ attorno alla pupilla e

molteplici „solchi astenici“ (secondo Hufeland costituzione adinamica debole) mesenchimial-ipoplastica: il foglio superiore dell’iride è atrofizzato, rilassato e seghettato (iride a margherita) endocrino-vegetativo: tutti i colori iridei, lacune a bordo corona

e la costituzione psorica: di preferenza iride grigia, vari pigmenti di diversa colorazione,

colorazione scura dell’area della corona, regione umorale ricca di lacune e cripte.

Precisazione Il concetto di costituzione nella letteratura medica

Il concetto di costituzione sottostà ad una interpretazione eterogenea nella letteratura medica in particolare in quella omeopatica. I criteri di base per la distinzione sono la sfera a cui fa riferimento di volta in volta questa parola e quindi si può trattare di: - condizioni naturali non patogene (occhi azzurri, capelli chiari ecc.) - un „tipo costituzionale“ (omeopatico) per un determinato rimedio omeopatico, con il rischio di trasferire in modo impreciso il carattere di un rimedio sull’essere umano -una predisposizione innata a determinate malattie (disposizioni familiari, sociali, fenotipiche) oppure -l’effettiva esistenza di malattie ereditario-croniche (genotipiche)

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