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LA COMUNICAZIONE Note Recensioni & Notizie Pubblicazione dell’Istituto Superiore delle Comunicazioni e delle Tecnologie dell’Informazione Numero Unico - Anno 2012 Volume LVIII Ministero dello SviluppoEconomico Dipartimento per leComunicazioni Istituto Superiore delle Comunicazioni e delle Tecnologie dell’Informazione

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LA COMUNICAZIONENote Recensioni & NotiziePubblicazione dell’Istituto Superiore

delle Comunicazioni e delle Tecnologie dell’Informazione

Numero Unico - Anno 2012

Volume LVIII

Ministero dello SviluppoEconomicoDipartimento per leComunicazioni

Istituto Superiore delle Comunicazioni e delle Tecnologie dell’Informazione

1

INTRODUZIONE

IL PROGETTO ATENA: “ANALISI TECNICO ECONOMICASULLO SVILUPPO DELLE RETI E DEI SERVIZI DI NUOVA GENE-RAZIONE”(THE ATENA PROJECT: “TECHNO ECONOMIC ANALYSIS FOCUSEDTO THE DEVELOPMENT OF THE NEW GENERATION NETWORKS AND

SERVICES”)

PROGETTOMAMI - COMUNICAZIONI MULTIMEDIALI EMULTISENSORIALI: TECNOLOGIE ABILITANTI(MAMI - MULTIMEDIA AND MULTISENSORIAL COMMUNICATIONS:ENABILING TECHNOLOGIES)

Ministero dello Sviluppo Economico -Dipartimento per le Comunicazioni - Istituto Superiore delle Comunicazioni e delleTecnologie dell’InformazioneViale America, 201- 00144 Roma www.sviluppoeconomico.gov.itwww.isticom.it

Redazione:[email protected]. 06 5444 4474 - fax 06 5410904

LA COMUNICAZIONE Note Recensioni & Notizie

Pubblicazione dell’Istituto Superioredelle Comunicazioni e delle Tecnologie dell’Informazione

Numero Unico Anno 2012 Vol. LVIII

SOM

MA

RIO

Direttore: Rita Forsi

Progetto grafico e coordinamento: Roberto PirainoImpaginazione: Marina Mascarini

Corrado PisanoStefano Cauzillo

7

25

5Rita Forsi(Direttore dell’Istituto Superiore delleComunicazioni e delle Tecnologiedell’Informazione)

La Comunicazione - 2012

Giorgio Maria Tosi Beleffi, Michele Guglielmucci, Donato Del Buono, Sergio Coccia, Sergio Cascelli,Emanuele Nastri, Enrico Manca, Pietro Tiberi (Ministero dello Sviluppo Economico -Dipartimento per le Comunicazioni -ISCOM)Alessandro Valenti, Francesco Matera(Fondazione Ugo Bordoni)Silvia Di Bartolo,Gabriele Incerti, Valeria Carrozzo, Stefano Penna(Università di Roma “Tor Vergata”)

Simona Bartocci, Silvello Betti,Ivano Cassani, SimonaManailescu, Angelo Spena,Fabrizio Zanuccoli(Università di Roma “Tor Vergata”)Armando Chiari(Ministero dello Sviluppo Economico -Dipartimento per le Comunicazioni -ISCOM) Federica Mangiatordi, Maurizio Pellegrini(Fondazione Ugo Bordoni)

2

ACCESSIBILITÀ E USABILITÀ DEI SOCIAL NETWORK(ACCESSIBILITY AND USABILITY OF SOCIAL NETWORKS)

LE ATTIVITÀ DI OSSERVATORIO DEL PROGETTOMEDIACCESS:ACCESSIBILITÀ E USABILITÀ DEI SERVIZI WEB NELLE P.A.(OBSERVATORY ACTIVITIES OF MEDIACCESS PROJECT:ACCESSIBILITY AND USABILITY OF P.A. WEB SERVICES)

IL LAVORATORE CON DISABILITÀ: DA UNA VISIONE SOCIALE AD UNA VISIONE PROFESSIONALE. PASSANDO PER IL TELELAVORO(A WORKER WITH A DISABILITY: FROM A SOCIAL VISION TO A PROFESSIO-NAL VISION. PASSING THROUGH TELEWORKING)

TECNOLOGIE ASSISTIVE E TELELAVORO NELLA PUBBLICA AMMINI-STRAZIONE: DAL PROGETTO ALL’AVVIO DELLA SPERIMENTAZIONE(ASSISTIVE TECHNOLOGY AND TELEWORK IN PUBLIC ADMINISTRATION:FROM DESIGN TO TESTING)

IL PROGETTO TV++ : AUMENTARE LA TV CON INTERNET EMOBILE MEDIA(THE TV++ PROJECT: LEVERAGING TV USER-EXPERIENCE BY MEANSOF INTERNET AND MOBILE)

IL PROGETTO SESAMO: LE MINACCE ALLA SICUREZZA DEI PAGA-MENTI MOBILI(THE SESAMO PROJECT: SECURITY THREATS IN MOBILE PAYMENT)

SOM

MA

RIO

35

57

73

87

43

La Comunicazione - 2012

67

Cristina Delogu, Germano Carella, Ania Maslova, Raffaele Nicolussi(Fondazione Ugo Bordoni)

Massimo Amendola(Ministero dello Sviluppo Economico -Dipartimento per le Comunicazioni -ISCOM)

Rosanna Consolo(“Sapienza” Università di Roma)

Paola Alimonti, Antonino Barone,Alessandro Bonomi,Giancarlo Gaudino(Ministero dello Sviluppo Economico -Dipartimento per le Comunicazioni -ISCOM)

Gianbattista Amati, MarcoBianchi, GiuseppeMarcone, Marco Teodori (Fondazione Ugo Bordoni)Elio Restuccia(Ministero dello Sviluppo Economico -Dipartimento per le Comunicazioni -ISCOM) Alberto Marinelli, Emmanuel Mazzucchi(“Sapienza” Università di Roma -Facoltà di Scienze dellaComunicazione)

Tiziano Inzerilli(Ministero dello Sviluppo Economico -Dipartimento per le Comunicazioni -ISCOM) Alessandro Riccardi(Fondazione Ugo Bordoni)

105

109

3

Antonio Mecozzi(Università dell’Aquila)Francesco Matera(Fondazione Ugo Bordoni)Marina Settembre(Elsag Datamat)

Arianna Rufini, Alessandro Valenti(Fondazione Ugo Bordoni)

121

Daniele Biondini, Giuseppe Pierri (Ministero dello Sviluppo Economico -Dipartimento per le Comunicazioni -ISCOM Samuela Persia, Bartolomeo Sapio (Fondazione Ugo Bordoni)

93

SOM

MA

RIO

125

REALIZZAZIONE DI UNA STAZIONE RICEVENTE PER STUDI DIPROPAGAZIONE IN ATMOSFERA A 40 GHZ(REALIZATION OF A 40 GHZ BAND RECEIVING STATION FORPROPAGATION RESEARCH IN ATMOSPHERE)

CALCOLO DELLE PRESTAZIONI DI SISTEMI OTTICI DPSK EDQPSK IN COLLEGAMENTO AD ALTO BIT RATE E LUNGHEDISTANZE(PERFORMANCE EVALUATION OF DPSK AND DQPSK OPTICAL SYSTEMSIN HIGH BIT RATE LONG HAUL LINKS)

LO STANDARD TETRA: IL PROCESSO DI CERTIFICAZIONE E SVI-LUPPI FUTURI(THE TETRA STANDARD: CERTIFICATION PROCESS AND FUTUREDEVELOPMENTS)

INDAGINE SPERIMENTALE E SIMULATIVA SULL’OTTIMIZZAZIONEDEL TCP IN AMBIENTE WIRELESS(EXPERIMENTAL AND SIMULATION INVESTIGATION ON THE OPTIMIZA-TION OF TCP OPERATING IN WIRELESS ENVIRONMENT)

CARATTERIZZAZIONE DI ANTENNA A 22 GHZ PRESSO IL LABO-RATORIOMICROONDE DELL’ISCTI(CHARACTERIZATION OF A 22 GHZ BAND ANTENNA AT THE ISCTIMICROWAVE LABORATORY)

La Comunicazione - 2012

Frank S. Marzano, Pasquale Salemme(“Sapienza” Università di Roma -Dipartimento di Ingegneriadell’Informazione, Elettronica eTelecomunicazioni)Elio Restuccia(Ministero dello Sviluppo Economico -Dipartimento per le Comunicazioni -ISCOM) Fernando Consalvi(Fondazione Ugo Bordoni)

Elio Restuccia, Roberto Dal Molin (Ministero dello Sviluppo Economico -Dipartimento per le Comunicazioni -ISCOM)Pietro Paolo Bertagnolio, Giovanni Muscari(Istituto Nazionale di Geofisica eVulcanologia – Sezione Roma 2)

4

APPLICAZIONE DELLA TECNOLOGIA RFID PER MIGLIORARELA GESTIONE DEI PAZIENTI IN AMBIENTE OSPEDALIERO(DESIGN OF AN RFID BASED SYSTEM SUITABLE FOR A VERY LARGESCALE OF APPLICATION IN HOSPITAL ENVIRONMENT)

CRITERI DI PROGETTO DI DISPOSITIVI A BANDGAP FOTONICO(DESIGN RULES OF PHOTONIC BANDGAP DEVICES)

UN DISPOSITIVO WIRELESS INDOSSABILE PER LA PREVENZIONEED IL SALVATAGGIO IN TEMPO REALE DI PAZIENTI AD ALTORISCHIO DI VITA(A WEARABLE, WIRELESS DEVICE FOR HEALTH FAILURE PREVEN-TION AND REAL TIME RESCUE OF ILL PATIENTS)

LE TELECOMUNICAZIONI E LE TRASMISSIONI IN ONDE MEDIECON IL DRM(TELECOMMUNICATIONS AND BROADCASTING IN MEDIUM WAVESWITH DRM)

ICT COME MOTORE DI CRESCITA NEI PAESI IN V IA DISVILUPPO(ICT AS A MAIN DRIVER FOR DEVELOPMENT)

135

153

161

La Comunicazione - 2012

Roberto Marani, Anna Gina Perri(Politecnico di Bari - Dipartimentodi Elettrotecnica ed Elettronica)

Agostino Giorgio(Politecnico di Bari - Dipartimentodi Elettrotecnica ed Elettronica)

Agostino Giorgio(Politecnico di Bari - Dipartimentodi Elettrotecnica ed Elettronica)

141

Pier Vincenzo Giudici(Radiocommunication AdvisoryGroup - ITU)Alfredo Magenta(Radio Regulation Board - ITU)

167Diana Battaggia(UNIDO ITPO Italy)

5

EDIT

OR

IALE

LA COMUNICAZIONENote Recensioni & NotizieAnno 2012

INTRODUZIONE

Mai come in questo periodo si è reso imperativo - ed urgente - il ricorso a nuovi modelli industriali,e mai come ora si avverte la necessità che un’adeguata, competente e consapevole politica industrialesostenga ed indirizzi quella crescita che si è resa indispensabile anche per i Paesi più forti.

Elemento indispensabile per evolverci dalla situazione attuale appare ormai a tutti “l’Innovazione”.Innovare non significa però solo cambiare: significa ripensare, organizzare in modo nuovo e sopra-

tutto poter disporre di nuovi strumenti.Ecco allora che quando più si è trascurata, si manifesta con prepotenza l’importanza della ricerca, alla

quale, per l’emergenza, talora non si vorrebbe nemmeno concedere il tempo che le necessita perché pro-duca i suoi risultati.

La ricerca come base per l’innovazione: un binomio ed un legame chiaro, quasi semplicistico tra i dueconcetti; eppure la situazione reale non mostra altrettanta semplicità nella declinazione dei due concetti.

Ci si pongono infatti molteplici stimoli e curiosità che devono invece essere ricondotti ad un proget-to armonizzato, se vogliamo investire risorse ormai preziose in quei settori destinati ad uno sviluppo soli-do e radicato.

Ritengo che dall’Agenda Digitale ci pervengano le indicazioni necessarie: lo sviluppo deve riguardarele infrastrutture, i servizi e la qualità di questi ultimi.

I servizi più innovativi non decolleranno se non saranno sufficientemente affidabili e qualitativamen-te di livello adeguato; su questi versanti la ricerca dovrà muoversi avendo cura di approfondire i profili anco-ra incerti, di ottimizzare le soluzioni, di esplorare i nuovi orizzonti che via via si presenteranno.

Ha quindi un senso particolare la ricerca condotta in un ambito atipico quale quello della PubblicaAmministrazione, ed in modo speciale quella portata avanti nel Ministero dello Sviluppo Economico; è quiinfatti che si possono coniugare al meglio le esigenze del tessuto socio-economico del nostro Paese, con lerelative limitazioni, ma anche le enormi potenzialità di sviluppo, e le iniziative di studio e ricerca sui temidelle comunicazioni digitali, l’Internet e le Tecnologie dell’Informazione.

Questa è la sfida dell’Istituto Superiore delle Comunicazioni e delle Tecnologie dell’Informazione, equesta raccolta di comunicazioni specialistiche, su tematiche di massimo interesse ed estrema attualità, staa testimoniare l’impegno finora profuso, nella scia di una storica tradizione, unitamente allo sguardo sem-pre tenuto saldamente orientato al futuro per poterne cogliere le sollecitazioni più intriganti ed accelerareil percorso dell’innovazione.

Dott.ssa Rita Forsi(Direttore dell’ISCOM)

La Comunicazione - 2012

6 La Comunicazione - 2012

Laboratori ISCOM - Dipartimento per le Comunicazioni - Viale America 201 - Romaa

59

strumento sempre migliorabile “secondo un proces-so interattivo ed evolutivo”2 – defenestrava inoltre iltermine handicap (da considerarsi l’ostacolo socialeirrisolto e non l’attributo di un individuo), introduce-va considerazioni ed elementi contestuali legatiall’ambiente e alle relazioni di riferimento attribuen-do loro lo status di “fattori barriera” o “facilitatori”nella vita di una persona con disabilità. Dunque unvero ribaltamento del punto di vista, diventato neces-sariamente più composito e definito “biopsicosocia-le”.Un modo di vedere la disabilità che oltrepassa,

come evidente, lo stretto ambito socio-sanitario incui solitamente viene ritagliata ed entra negli indiriz-zi politici, nelle iniziative sociali, lavorative, nelle rile-vazioni statistiche, nelle analisi culturali, nei sistemiinformativi, nelle indagini sul più ampio e complessoconcetto di qualità della vita dei cittadini.Questa capillarità di adozione è proprio uno degli

auspici con cui l’ICF – ormai dieci anni fa – venneapprovato da 127 Paesi. Le diverse componentiassunte e proposte dal modello ICF sono efficace-mente sintetizzate nello schema riepilogativo delleinterazioni biunivoche che individua definitodall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Fig. 1).

La seconda tappa ineludibile è stata quella dellaConvenzione sui Diritti delle Persone con disabilitàdel 2007: l’ONU ha inteso richiamare con unadichiarazione specificamente dedicata il valore e lepotenzialità di ogni persona sollecitando gli statimembri a riconoscere i diritti delle persone con dis-

abilità attraverso iniziative e politiche in grado di abi-litarne la vita in tutti gli spazi agibili. Anche in questocaso è evidente come il documento abbia un respirodi vasta portata e attuazione che coinvolge tutto ilprogetto di vita di un individuo e che richiama forte-mente il contesto di riferimento ad esser parte dellaqualità e delle possibilità di questo progetto di vitadando luogo a percorsi capaci di saturare le discrimi-nazioni, di colmare le ineguaglianze di accesso e diconsentire ad una persona con disabilità di parteci-pare e agire i luoghi in cui la modernità si esprime.All’articolo 1 della Convenzione viene specificato ilsuo scopo:

“Articolo 1

1. Scopo della presente Convenzione è promuo-vere, proteggere e assicurare il pieno ed eguale godi-mento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fon-damentali da parte delle persone con disabilità e pro-muovere il rispetto per la loro inerente dignità.

2. Le persone con disabilità includono quantihanno minorazioni fisiche, mentali, intellettuali osensoriali a lungo termine che in interazione con

varie barriere possono impedirela loro piena ed effettiva parte-cipazione nella società su unabase di eguaglianza con glialtri”. All’articolo 8, sotto il titolo

“Accrescimento della consape-volezza” si invitano gli StatiParti a mettere in atto iniziativetese a “(iii) promuovere il rico-noscimento delle capacità, deimeriti e delle attitudini dellepersone con disabilità, ed il lorocontributo nei luoghi di lavoroe nel mercato lavorativo”. Eccodunque quanto le dichiarazioninon restano solo di principio

entrando, proprio grazie all’ottica positiva introdottadall’ICF, a far valere il proprio paese nei singoli con-testi di vita. Ed è così che la dimensione lavorativaassume maggior rilievo e richiede più ampi spazi diriconoscimento affinché una persona con disabilitàche sappia e desideri lavorare possa svolgere la pro-pria professione dispiegando ogni propria potenzia-lità.È indubbio che l’Information Communication

Technology sia un patrimonio di opportunità che

La Comunicazione 2012

IL LAVORATORE CON DISABILITÀ: DA UNA VISIONE SOCIALE AD UNA VISIONE PROFESSIONALE. PASSANDO PER IL TELELAVORO(A WORKER WITH A DISABILITY: FROM A SOCIAL VISION TO A PROFESSIONAL VISION. PASSING THROUGH TELEWORKING)

2 ICF, 2001

Fig. 1 Schema delle interazioni biunivoche coinvolte dall’ICF, 2001

re un’esperienza continua e trasversale ai vari dispo-sitivi personali dell’utente, quando invece è la dispo-nibilità di un diverso accesso alla rete Internet è unprerequisito per accedere ai servizi via ConnectedTV.

• Quali servizi sono forniti a pagamento, e conquale modalità (abbonamento, pay per view, pay perdownload).

• Quali sono i fornitori di contenuti più frequen-temente presenti sulle varie piattaforme.

• Qual è la piattaforma software di riferimento(proprietaria, aperta, Yahoo Widget).

• Il formato dei dati veicolati (informazionitestuali, brani musicali, video, foto, radio streaming,software).

• Il contenuto di tali dati (catchup TV, citazioni,concerti, contenuti sui giochi e per i giochi, cucina,guida cinema, guida TV, mappe, meteo, supporto,traffico, turismo, utility).

• La presenza di applicazioni dotate di specifichefunzionalità (acquisti online, acquisto/noleggio difilm, video, eventi live o altri contenuti, aggregatoredi contenuti, browser, chat, client Email, CRM,dating, download manager, gioco, media sync, pub-blicità, servizi di pagamento, social Network, VoIP).

Sono stati analizzati e confrontati i dispositivi diinput di tutti gli apparati, al fine di rilevare l’eventua-le affermazione di alcuni standard trasversali ai variproduttori. La rilevazione testimonia da una parte latendenza alla differenziazione tra i vari telecomandi,dall’altra la ricorrenza di alcune funzioni particolari.Per ciascun tasto-funzione, è stato rilevato il numerodi piattaforme sulle quali è presente e la specifica eti-chetta con cui viene presentato all’utente.

Tali database può essere incrementato e alimen-tato nel tempo per mettere in condizione gli osserva-tori di analizzare il panorama dell’offerta, di verifi-carne l’evoluzione, di effettuare confronti tra prodot-ti e servizi.

3.2 Il laboratorio per la rilevazione della userexperience

La valutazione della qualità dell’esperienza dal

punto di vista dell’utente non può prescindere da unaattenta definizione del concetto di user experience edelle metodologie attraverso cui studiarla in un con-testo di laboratorio.

Il termine user experience negli ultimi anni si è affer-mato nel dibattito scientifico per indicare approcciche tentano di superare il concetto di usabilità eambiscono a studiare l’esperienza di interazione conle interfacce mediali nella sua totalità, o comunque adallargare il numero di dimensioni prese in analisi.

Il concetto è stato codificato dallo standard ISO9241-210 [2], che lo definisce come "a person's per-ceptions and responses that result from the use oranticipated use of a product, system or service".Viene messa in evidenza la soggettività dell’esperien-za prodotta dall’uso di un prodotto/servizio, maanche dalla previsione del suo utilizzo. Questo secondoaspetto (anticipated use) separa nettamente la userexperience dalla qualità in uso cui sembrava riconduci-bile l’usabilità4 e comprende dimensioni particolar-mente rilevanti nella fase di selezione e acquisto diuna nuova tecnologia. La dimensione temporale infattiesplode quando l’oggetto di analisi viene spostatodall’utilizzo all’utente: la user experience si emancipadall’uso contingente e abbraccia l’anticipazione, laprogettazione, il ricordo di tale utilizzo, il desiderio del-l’esperienza di interazione, la proiezione di tale espe-rienza sui processi di costruzione dell’identità.

Nigel Bevan[3] propone tre diverse letture delrapporto tra usabilità e user experience rintracciabilinel dibattito scientifico:

La Comunicazione 201278

Gianbattista Amati, Marco Bianchi, Giuseppe Marcone, Marco Teodori, Elio Restuccia, Alberto Marinelli, Emmanuel Mazzucchi

Figura 2 Un piccolo sottoinsieme dei telecomandi testati. Le note-voli differenze tra loro sono state attentamente rilevate.

4 Il concetto di usabilità viene usato nello standard 9126:2001 per indicare “la capacità del software di essere compreso, appreso, usato e gradito dall'utentequando usato in determinate condizioni”. Invece, nella prima norma 9241:1998 l’usabilità (inserita tra gli attributi della qualità esterna) viene intesacome “ il grado in cui un prodotto può essere usato da classi di utenti per raggiungere specifici obiettivi con efficacia, efficienza e soddisfazione in un contestod'uso determinato”. Quest’ultima definizione sembra sovrapporsi a quella che nella 9126:2001 viene fornita della qualità in uso, ovvero “la misura in cuiun prodotto usato da specifici utenti soddisfa i loro bisogni di raggiungere specifici obiettivi con efficacia, produttività e soddisfazione in specifici contestid’uso”.

21x x H(r) H(r)r

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161

SommarioNell’articolo, dopo un rapido excursus storico sulle

Telecomunicazioni ed una breve esposizione dei benefici che ladigitalizzazione offre, si traccia un panorama dell’attualesituazione delle Radio Telecomunicazioni.

Alla luce del suddetto preambolo si analizzano i motiviper cui, a nostro avviso, è opportuno continuare a trasmettereprogrammi radiofonici in OM e si sottolineano i pro ed i con-tro di tale soluzione tecnologica.

I risultati dell’analisi sono elencati nelle Conclusioni. Tutto l’articolo richiama le basi per una Società Globale

dell’Informazione. (GIS - Global Information Society)

Abstract In the article, after a brief historical overview of

Telecommunications and a brief statement of the benefits thatdigitization offers, it gives an overview of the current state ofRadio Telecommunications.

In light of the above preamble analyze the reasons why, inour opinion, it is appropriate to continue to broadcast radio inOM and highlight the pros and cons of such a technologicalsolution.

The analysis results are listed in the Conclusions.All article addresses the foundations for a Global

Information Society. (GIS - Global Information Society).

La Comunicazione 2012

Pier Vincenzo GiudiciRAG (Radiocommunication Advisory Group) ITUAlfredo MagentaRRB (Radio Regulation Board) ITU

LE TELECOMUNICAZIONI E LE TRASMISSIONI IN ONDE MEDIE CON IL DRM(TELECOMMUNICATIONS AND BROADCASTING IN MEDIUM WAVES WITH DRM)

1. Introduzione

Parafrasando l’incipit del Vangelo di Giovanniconsentiteci di dire:«In principio era la COMUNICAZIONE, basata

sui SERVIZI.»Primi Servizi furono il “Linguaggio”, il “Graffito

Murale”, il “Geroglifico” che originò la scrittura.Tutti servizi “INTERATTIVI”.La pila di VOLTA ed il rocchetto di RUHM-

KORFF resero possibile la creazione dei servizi diTELECOMUNICAZIONE Telegrafici e Telefonici,da cui si è sviluppata la Radiodiffusione sonora etelevisiva, cioè l’invio di informazioni da un sogget-to trasmittente a tanti altri soggetti riceventi. Le nuove tecnologie delle telecomunicazioni ed i

nuovi sistemi usati per le Onde Elettromagnetiche(oem), ad esempio la digitalizzazione, hanno consen-tito la creazione di “INTERNET” ed una “CON-VERGENZA” dei Servizi.Alla nascita ed allo sviluppo delle

Telecomunicazioni, le persone più importanti chehanno contribuito in maniera determinante sonostate, oltre a VOLTA e RUHMKORFF, i teorici

HERTZ, MAXWELL e SHANNON con le primeteoria delle oem e delle telecomunicazioni. MARCO-NI ha realizzato le prime apparecchiature per la tra-smissione e ricezione pratica delle oem.I risultati di questi studi e queste applicazioni

hanno agevolato, all’inizio del XX secolo, la realizza-zione di sistemi Analogici per la radiodiffusione delSuono e delle Immagini. Studi successivi hanno pro-dotto sistemi Digitali per Radiofonia e Televisione eTesti scritti.Questa nuova situazione ha dato il via ad un pro-

cesso di migrazione, detto ‘switchover’ dalle tecnicheanalogiche a quelle digitali.Per questo processo sono possibili molte strade

in termini di rapidità e parti coinvolte, incluso ilgrado di coinvolgimento di governi e di popolazioniOgni Nazione vorrà seguire il proprio piano di

migrazione, che spesso è condizionato dalle leggilocali di radiodiffusione, in quanto la migrazione nonè soltanto una questione tecnica. Considerando ilruolo della Radiodiffusione nelle società moderne, ilsuo impatto è economico, sociale e politico. Lamigrazione inoltre tocca tutti i segmenti della catena-dei-valori della radiodiffusione: contenuti, produzio-

ne, trasmissione e ricezione, ciascuno dei quali richie-de un miglioramento tecnico in grado di sostenere laradiodiffusione digitale.È importante ricordare che il cambiamento è

stato facilitato dallo sviluppo tecnico e tecnologico.Nella radiodiffusione, così come in molti altri settoriindustriali, i cambiamenti sono avvenuti o attraversoemergenze e sperimentazione di nuove tecnologie oda richieste commerciali. La spinta del mercato e ladomanda del consumatore guidano la digitalizzazio-ne della Radiodiffusione.Con questo excursus in mente facciamo una

prima breve analisi dei benefici che la digitalizzazio-ne offre.

2. Considerazioni Tecniche

Il beneficio primario della RadiodiffusioneDigitale è il controllo che si può effettuare sulle pre-stazioni del canale. Mentre l’intero controllo di un canale di comuni-

cazione analogica è largamente dettato dalle caratte-ristiche del canale stesso, la prestazione globale di unsistema digitale è, al contrario, prevalentemente unfattore di qualità del processo di conversione (da ana-logico a digitale e viceversa), a patto che si controlliche le capacità del canale non siano superate. Comerisultato la performance di un sistema analogicotende a deteriorarsi mentre un sistema digitale rima-ne sempre come definito dal processo di conversio-ne finché non cade completamente la sua utilizzabili-tà (non gaceful degradation).Sfortunatamente ciò significa che l’effetto sogget-

tivo della performance del canale digitale è molto piùinvasivo quando si lavora vicino alla sua capacitàmassima. L’abilità dei sistemi digitali di comprimere i dati in

un piccolo spazio spettrale è un altro fattore rilevan-te. Nel contesto della Radiofonia questo significa chel’uso della tecnica di codifica e della compressione,permette ad una relativamente alta qualità dei segna-li di essere accomodata in una più piccola larghezzadi banda del canale. Un beneficio connesso è l’abilitàdi lavorare tra la qualità, il grado di compressione el’occupazione dello spettro, maggiore o minore aseconda delle necessità. Prendendo i due fattori insie-me, in certe condizioni, un maggior numero di cana-li, inclusi gli ancillary-data, occupano lo stessoammontare di spettro di un canale analogico. In aggiunta, la potenza trasmessa per canale può

essere ridotta ad esempio ad un sesto di quella di un

canale analogico.Oltre a queste facilitazioni del sistema digitale, la

relativa facile aggiunta degli ancillary-data del serviziopermette alcune caratteristiche come la sintonizza-zione automatica o semiautomatica, l’accesso condi-zionato e l’inclusione di supplementari data-streams,anche completamente non correlati. La rete a frequenza singola SFN (Single Frequency

Network) e la Correzione degli errori sono altre duecaratteristiche proprie dei sistemi digitali.Purtroppo la scelta della tecnologia digitale può

creare alcuni problemi per la piccolissima compatibi-lità tra i sistemi di trasmissione di radiodiffusionedigitale e quella analogica. Anche se per un po’ que-sta incompatibilità può causare alcuni problemi allatransizione, in generale essa è vantaggiosa perché isistemi digitali sono stati ottimizzati con considera-zioni tecniche e finanziarie che non sono compro-messe dal dover essere compatibili con le tecnologiemeno avanzate esistenti.Considerando che qualsiasi strategia tecnica di

transizione (‘Switchover’), deve lavorare entro impe-rative condizioni commerciali e regolamentari, unafacile soluzione potrebbe essere l’assegnare nuovebande di spettro in cui accomodare i programmi digi-talizzati. Alla fine del processo si può, se necessario,assegnare loro il vecchio spettro. In esso, con unaoculata progettazione, può essere possibile trasferirei servizi digitali nelle bande originariamente pianifica-te per i canali analogici, con incremento notevole delnumero di programmi per canale.

3. Panorama attuale delle Radiotelecomuni-cazioni

Attualmente si utilizzano in generale tre sistemi: ilSatellitare, il Terrestre e l’Internet.

3.1. Sistema satellitare

Nella seconda metà del millenovecento si è diffu-so, a livello mondiale, il sistema di trasmissione delleTelecomunicazioni che si serve di trasmettitori instal-lati a bordo di satelliti artificiali, che percorrono orbi-te di tipo sia geostazionarie i GEO (GeostationaryEarth Orbit), sia ellittiche i LEO (Low Earth Orbit).Tali sistemi sono molto vantaggiosi per: l’area di

copertura molto estesa, la ridottissima rete di infra-strutture (se si escludono i GAP-FILERS); un livellodi potenza istallato a bordo del satellite, sufficiente-mente basso da ridurre quindi i problemi di inquina-

162 La Comunicazione 2012

Pier Vincenzo Giudici, Alfredo Magenta

163

mento elettromagnetico; l’utilizzo di frequenze ele-vatissime che richiedono sistemi di antenne didimensioni ridotte; l’uso della tecnica di modulazio-ne digitale che consente una buona qualità del segna-le ed un ridotto livello di interferenze.Il costo della costruzione e del lancio del satellite

ed il tempo della sua permanenza e funzionamentoin orbita (dell’ordine di 15 anni), sono i punti piùdelicati di questi sistemi. Inoltre, il numero di satelli-ti in orbita intorno alla Terra comincia a creare pro-blemi di congestione e di scontri pericolosi che, colpassar del tempo, riducono l’affidabilità dei sistemi.In fine i due punti più delicati risultano esser l’im-possibilità di riparare eventuali guasti sul satellite inorbita e la loro vulnerabilità ad eventuali sabotaggioperati da soggetti ostili.

3.2. Sistemi terrestri

I sistemi terrestri, creati fin dagli albori dell’usodelle telecomunicazioni, agli inizi del milleottocentocon le prime reti telegrafiche e, alla fine del secolo,con le primissime reti telefoniche, conobbero il loromomento d’oro nei primi anni del millenovecentocon la nascita e la diffusione del telegrafo senza fili edella radiodiffusione. Questi sistemi utilizzavano lefrequenze delle famose Onde Lunghe (OL), OndeMedie (OM) ed Onde Corte (OC), che presentanouna serie di svantaggi. Primo fra tutti la dimensione notevole dei sistemi

di antenna, compresa tra le decine e le centinaia dimetri. Un secondo svantaggio la potenza richiestaper coprire un’ampia area di servizio, che è dell’ordi-ne delle decine o centinaia di Kilowatt. Un servizionazionale di buon livello richiede quindi una rete diinfrastrutture, che comprende apparati trasmittenti,antenne e linee elettriche, abbastanza costosi ed innumero piuttosto alto a secondo della superficie ter-ritoriale da servire. Inoltre il sistema analogico inOM risente dei disturbi creati dall’uomo, mentre inOC risente del fading ionosferico che riduce la qua-lità del segnale. Un ulteriore svantaggio è legatoall’inquinamento elettromagnetico causato dalle ele-vate potenze necessarie in trasmissione per ottenereun buon servizio ad ampia copertura.I maggiori vantaggi dei sistemi terrestri sono: la

facilità di riparazione degli apparati in avaria; il ridot-to costo economico della loro realizzazione, se con-frontato con quello dei satelliti; la loro durata di eser-cizio che supera in alcuni casi i cinquanta anni; laridotta vulnerabilità agli attacchi di soggetti ostili; ilfacile adeguamento alle necessità orografiche del ser-

vizio e la facile realizzabilità dei ricevitori.

3.3. Internet

Il sistema, nato intorno al millenovecentocin-quanta, era condizionato dal fatto di dover disporredi una linea telefonica per il suo funzionamento. Conl’introduzione dei sistemi wireless e satellitari, la suadiffusione si è talmente ampliata e semplificata alpunto da diventare il miglior candidato per il sistemaUMTS (Universal Mobile Telecommunication System) delfuturo.Attualmente l’amplissima diffusione dei PC e la

grande disponibilità di reti di connessione locali(LAN) anche in fibra ottica, la realizzazione di scher-mi piatti di grandi dimensioni e la trasmissione moltoveloce di dati, consentono di offrire un serviziodiversificato flessibile e facilmente raggiungibile intante parti del Globo. Infine, i costi di esercizio risulterebbero contenu-

ti e quindi interessanti per una sua diffusione globa-le, anche se Internet è facilmente disturbabile e nonfacilmente controllabile perché i servizi reti ed iServer non sono gestiti dai radiodiffusori.

4. Perché continuare le trasmissioni in O.M.

Alla luce del preambolo precedente risulta ovvioporsi la domanda “Perché continuare le trasmissioniin OM?”.I motivi principali sono di tre tipi: Tecnico;

Politico-Economico; Regolamentare.

4.1. Motivi tecnici

4.1.1. Propagazione di terra e ionosferica

Le Onde Medie hanno proprietà fisiche che lecontraddistinguono in maniera peculiare dalle altreonde elettromagnetiche. Esse infatti sono in grado dipropagarsi sul terreno in maniera di gran lunga supe-riore alle altre onde elettromagnetiche di frequenzamaggiore. Questa peculiarità le rende adatte a copri-re aree di servizio comparabili con quelle satellitari ditipo LEO. Inoltre durante la notte le OM vengonoriflesse dalla ionosfera effettuando un vero e proprioservizio simile a quello satellitare, utilizzando sial’onda di terra sia l’onda ionosferica. Infine, sullesuperfici di mari o laghi, la loro propagazioneaumenta in maniera considerevole consentendo unservizio ai naviganti di ottima qualità. Inoltre il movi-

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LE TELECOMUNICAZIONI E LE TRASMISSIONI IN ONDE MEDIE CON IL DRMTELECOMMUNICATIONS AND BRAODCASTING IN MEDIUM WAVES WITH DRM

mento ad alta velocità del ricevitore praticamentenon introduce fading.

4.1.2. Aree di servizio

Le aree di servizio variano al variare della poten-za irradiata. Con potenze dell’ordine del centinaio diKilowatt si coprono aree pianeggianti dell’ordine deiduecento chilometri di diametro. Queste aree ben siprestano per il servizio rurale o in zone poco popo-late, oltre ovviamente a coprire anche aree cittadinedi grandi dimensioni, anche se l’attenuazione e leriflessioni nelle aree cittadine riducono la qualità delservizio. Sul mare l’area di servizio mediamente rad-doppia.

4.1.3. Servizio Nazionale e Internazionale

Queste caratteristiche tecniche rendono partico-larmente idoneo l’uso dei trasmettitori terrestri inOM per effettuare sia trasmissioni locali, sia regiona-li, sia nazionali. Di notte le OM si prestano anche perle trasmissioni Internazionali, servizio quest’ultimoottimamente integrato dalle trasmissioni in OC, la cuivocazione principale è proprio quella di effettuaretrasmissioni Internazionali, che possono essere sof-focate solo con trasmissioni interferenti.

4.2. Motivi politici economici

• Il primo e più importante motivo dal punto divista squisitamente politico a lungo termine èla diversificazione dei sistemi di trasmissione.La diversificazione, di cui è sempre opportunodisporre, consente infatti sia la flessibilità delservizio, sia la disponibilità della tecnologia piùappropriata alle condizioni in cui la società el’utente possono venirsi a trovare al mutaredelle condizioni economiche e sociali. Talediversificazione dei sistemi e delle tecnologiepermette ad una società avanzata ad esempiodi non perdere la memoria dei vecchi mezzi edelle vecchie tecnologie, di disporre sempre diesperti del settore e di consentire alla società dicontinuare lavori e specializzazioni che altri-menti andrebbero perduti, consentendo l’adat-tabilità ai condizionamenti esteriori.

• Il secondo è il vantaggio tecnologico ed eco-nomico che tali trasmissioni in OM hannorispetto sia ai sistemi satellitari, sia ad internet.Infatti la realizzazione degli apparati trasmit-tenti e riceventi in OM è diventata poco costo-

sa, se confrontata con la tecnologia satellitareo di internet, grazie alla semplicità di costru-zione resa possibile dalla maturità tecnologicagià raggiunta in questo campo.

• Il terzo vantaggio che tali sistemi offrono è, siail loro facile controllo politico e militare, sia laridotta vulnerabilità del sistema agli atti ostili,sia la loro quasi immediata riparabilità e rimes-sa in funzione.

• Il quarto e non ultimo, è la vivacizzazione eco-nomica che l’introduzione dei sistemi digitali,come il DRM, produrrebbe nel mercato delletelecomunicazioni.

4.3. Motivi regolamentari

La regolamentazione Internazionale è iniziata nel1865 con la creazione dell’Unione InternazionaleTelegrafica, ed è proseguita nel 1947 con l’UnioneInternazionale delle Telecomunicazioni (ITU) creatadalla Conferenza dei Plenipotenziari di Atlantic City,nella forma moderna. Il suo compito istituzionale è: seguire le attività e

gli studi relativi alle Telecomunicazioni ed allaRadiodiffusione, procedere alla standardizzazionedelle relative tecnologie e regolamentare l’uso inter-nazionale dello spettro elettromagnetico.Un dibattito sugli aspetti dello switchover è già

stato lanciato da varie Amministrazioni circa la strut-tura della politica dello spettro, con l’obiettivo diincoraggiare l’efficienza e la flessibilità dell’uso dellospettro stesso, preservando nel contempo, la missio-ne del servizio di radiodiffusione. Inoltre è anche da considerare il valore economi-

co dello spettro allocato ai sistemi terrestri pianifica-ti.Adeguarsi alla regolamentazione dell’ITU a livello

nazionale è conveniente per non dover ripianificare lebande nel caso venga indetta una ConferenzaMondiale che riesamini la vecchia pianificazione ana-logica, risalente agli anni settanta del XX secolo perle onde medie.

5. Perché passare alla digitalizzazione

I sistemi digitali, furono tra i primi sistemi inven-tati per le telecomunicazioni telegrafiche. Si trasmet-tevano infatti impulsi o digit, che facevano chiudereun relè al loro arrivo (presenza assenza di segnale,on-off, 0-1) in ricezione.Con la radiofonia andò in auge il sistema analogi-

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165

co che sembrava dare la qualità auspicata, seguendofedelmente il segnale in uscita dal microfono.Purtroppo, sia i disturbi introdotti nel sistema, sia ilimiti tecnologici degli apparecchi riproduttori, comegli altoparlanti, sia i disturbi interferenti locali pro-dotti dall’uomo o dalla natura, riducono la qualitàdella ricezione analogica.La creazione di nuovi sistemi digitali a più por-

tanti e più ripetizioni del segnale intrasmissione/ricezione, e la creazione di ricevitoriintelligenti capaci di confrontare in tempi brevissimii diversi segnali, diretti o riflessi, ricevuti ed imma-gazzinati in memoria, hanno reso molto più affidabi-le il sistema digitale rispetto a quello analogico. Findal loro esordio i sistemi satellitari, per motivi dipeso e di potenza furono progettati ed equipaggiaticon sistemi digitali. Quasi tutti i sistemi terrestri,tranne le trasmissioni radiofoniche, hanno adottato isistemi digitali prevalentemente per motivi di pianifi-cazione, cominciando a scarseggiare la disponibilitàdi bande per tutti i richiedenti e per tutti i serviziinclusi i nuovi.L’armonizzazione di tutti i sistemi di radiodiffu-

sione, che sono ormai di tipo digitale tranne i sistemidella radiofonia ancora analogici, con tutte le conse-guenze di spreco di spettro e ridotta qualità del ser-vizio che tali sistemi comportano, richiede un ultimosforzo internazionale. Analizzando i vantaggi della digitalizzazione pos-

siamo affermare che ve ne sono parecchi, i più rile-vanti dei quali cercheremo di indicarli qui di seguito. Nella digitalizzazione i sistemi operano in regime

di saturazione ed interdizione, quindi non è piùimportante la loro linearità. Tali caratteristiche porta-no per esempio ad una riduzione dei costi e dei con-sumi energetici. Come conseguenza delle caratteristiche insite nei

sistemi digitali i vantaggi economici risultano eviden-ti sia per gli apparati, sia per la possibile conversionedei trasmettitori analogici rendendoli digitali, peresempio con alcune modifiche circuitali.I vantaggi per la pianificazione sono una conse-

guenza della ridotta occupazione di banda dei siste-mi digitali se confrontati con quelli analogici.Un motivo attualmente dominante è la necessità

di ridurre l’inquinamento elettromagnetico. Questoobiettivo può essere facilmente raggiunto, a parità diservizio, usando reti digitali di potenza ridotta adesempio ad un sesto di quella analogica. Un ulteriore vantaggio economico e di gestione, è

la possibilità, offerta dai sistemi digitali, di realizzarefacilmente reti SFN (Single Frequency Network). Con

tale tecnica si riducono le frequenze da usare conconseguente riduzione delle apparecchiature dainstallare sul territorio e si facilita all’utente la rice-zione di un programma senza dover cambiare sinto-nia ogni volta che si affievolisce il segnale provenien-te da un trasmettitore. Si attenuano i problemi diinterferenza e di battimento tra due trasmettitorivicini od isocanale. Non dimentichiamo il vantaggio del loro control-

lo politico militare sia nella meno facile vulnerabilitàdel sistema agli atti ostili, sia nella sua quasi imme-diata riparabilità.Infine, è opportuno ricordarsi della possibilità di

effettuare il servizio per i naviganti: essi furono iprimi a beneficiare della radiotelegrafia e della radio-diffusione.

6. Il Sistema DRM

Il sistema DRM (Digital Radio Mondiale) realizzatoin Europa, consente, mantenendo la canalizzazionedella attuale pianificazione analogica, di conservare aciascun operatore l’uso della sua frequenza, interve-nendo sul bit-rate e sulla compressione e di passaread un servizio digitale di Alta Qualità, RidottaPotenza, Ridotte Interferenze, non risentendo deidisturbi analogici prodotti da apparecchiatureumane, come le linee elettriche di alta tensione olampade a scarica stradali, o naturali come i fulmini.Il sistema offre anche una grande flessibilità di pro-gettazione, potendo usare un solo apparato trasmit-tente di media potenza per servire grandi aree,coadiuvato da una rete SFN di piccoli ripetitori dibassa potenza. In tal modo si riesce a disporre di unaGrande Audience. Il sistema è inoltre capace di effet-tuare trasmissioni simul-cast, cioè può trasmetterecontemporaneamente lo stesso programma in unaporzione del canale in analogico e l’altra in digitale,consentendo di conservare l’“Audience” delle perso-ne che non hanno ancora provveduto a dotarsi diapparecchi idonei a ricevere le trasmissioni digitali.Uno dei motivi per cui a tuttora non ha avuto una

grande fortuna presso i privati, è legato alla serie diinconvenienti che l’uso delle OM porta con se acausa delle frequenze usate. Infatti per un servizio diradiodiffusione in OM servono Antenne costituiteda tralicci di grandi dimensioni, dell’ordine di centoduecento metri. Tale condizione tecnica impone lanecessità di usare aree di terreno abbastanza grandi,e vicine alla zona da servire, dove installare i tralicci.Inoltre la necessità di usare potenze elevate per

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LE TELECOMUNICAZIONI E LE TRASMISSIONI IN ONDE MEDIE CON IL DRMTELECOMMUNICATIONS AND BRAODCASTING IN MEDIUM WAVES WITH DRM

aumentare il più possibile l’area di servizio, richiede lacostruzione di linee elettriche per alimentare gliimpianti, appositamente dedicate.Ma la stabilità del segnale in ricezione, la piccola

larghezza di banda necessaria per ogni canale/pro-gramma, rendono l’onda media con DRM adatta adessere ricevuta ad esempio da cellulari opportuna-mente equipaggiati, e molto adatta alla ricezione sumezzi mobili con alta velocità (auto, treni).Inoltre la gestione dei trasmettitori, in genere, è

propria del radiodiffusore, consentendo quindi gran-de affidabilità e controllabilità del servizio.

Conclusioni

L’analisi fatta finora fa subito nascere la domandaovvia:A chi conviene trasmettere in O.M.?La risposta più ovvia è:A chi ha già le infrastrutture!La risposta più ponderata è:A chi ha interesse a fare un servizio Nazionale ed

Internazionale poco costoso, molto vantaggioso edaffidabile: cioè ai Cittadini ed al loro STATO.Il servizio è importante per tutti gli utenti e spe-

cialmente adatto per i cittadini poco abili come glianziani (oggi tanto numerosi ed in aumento): essinon hanno grande dimestichezza con le tecnologieda computer, ma sono in grado di gestire un ricevi-tore semplice per ricevere un programma su una fre-quenza, o gestire un cellulare.Inoltre, è possibile la conversione di apparati tra-

smittenti analogici in onda media esistenti con unaspesa ridotta in quanto i costi di apparato sono lega-ti al cambio del modulatore di ciascun trasmettitore.La riduzione della potenza irradiata, per effettua-

re lo steso servizio fatto con apparati digitali, portaalla riduzione della spesa di energia elettrica e dei dis-turbi, e maggior rispetto per i cittadini e per l’ecolo-gia ambientale. Infine, a causa delle caratteristiche insite nei siste-

mi digitali, il servizio per gli utenti diventa Ottimoincludendo un servizio equivalente per gli automobi-listi nelle larghe aree di servizio in onda media. La Convergenza dei diversi servizi, che la tecno-

logia digitale consente, e la fattibilità di un singolo

ricevitore intelligente che copra tutte le bande dellaradiodiffusione e tutti i sistemi, ad un prezzo accetta-bile, può dare l’impulso ad un nuovo modo di con-cepire le telecomunicazioni. Un alto numero di ricevitori venduti può ridurne

drasticamente il costo, incrementando le facilities e lepossibilità degli utenti ed aprendo le porte al SistemaMobile Universale delle Telecomunicazioni (UMTS)integrato con tutti gli altri servizi che potrebbe crea-re una nuova generazione di sistemi ed una uovagenerazione di servizi. In tutte le transizioni vi sono un gran numero di

attori, ma il passato ha mostrato che l’attore princi-pale è l’utente. La sua decisione è in ogni caso orien-tata dalla forza del mercato, guidato dalleAmministrazioni e dalle Industrie sostenute daiRadiodiffusori, che possono promuovere l’opinionedi cambiare i vecchi sistemi analogici e comprare lenuove apparecchiature digitali. Ciò che è veramente importante ed urgente è il

coordinamento tra i diversi attori. Infatti, se gli utilizzatori sono pronti a comprare i

nuovi apparati e le industrie hanno prodotto le appa-recchiature, è veramente importante avere un pro-gramma dell’uso delle frequenze, preparato dalleAmministrazioni, e contemporaneamente un suffi-ciente numero di programmi irradiati, con contenutiinteressanti per attirare l’attenzione degli utenti e pro-muovere il cambiamento. Questi sviluppi ed azionicoordinate condizionerebbero il periodo di transizio-ne e guiderebbero la scelta dei consumatori con unacompetizione avanzata. È molto importante avere unricevitore poco costoso ed una Convergenza tecno-logica. Quando il ponte del “digital divide” sarà com-pletato ed i milioni di ricevitori saranno totalmentesostituiti, allora la reale convergenza tra i servizi saràcompleta. Questa sarà la base per il vero sviluppodell’UMTS e di conseguenza disporremo della possi-bilità di inviare e ricevere informazioni in ogni puntodella Terra, a qualsiasi ora, fermi o in movimento, inqualsiasi lingua, mantenendo la protezione ecologicadel consumatore e le informazioni da lui trasferite, edinoltre disporre del controllo remoto e l’interazioneautomatica del dispositivo d’utente che fornisce ilservizio d’informazione.Tutto questo pone le basi per una Società Globale

dell’Informazione. (GIS - Global Information Society).

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Pier Vincenzo Giudici, Alfredo Magenta

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SommarioCon questo articolo la Direttrice dell’UNIDO ITPO

Italy, D.ssa Diana Battaggia, ha voluto evidenziare comeUNIDO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per loSviluppo Industriale, riservi grande attenzione alle tematichelegate all’ICT nei Paesi in Via di Sviluppo. La convinzione,infatti, è che le Tecnologie dell’Informazione e dellaComunicazione rappresentino un acceleratore dello sviluppoeconomico, soprattutto nei paesi caratterizzati da un’economiain transizione. In questo contesto, vengono illustrati i progettipiù importanti attivati o supportati da UNIDO a beneficiodei Paesi in Via di Sviluppo.

Abstract In this paper, Ms. Diana Battaggia, Head of UNIDO

ITPO Italy, summarizes United Nations IndustrialDevelopment Organization’s (UNIDO) involvement in ICTissues in developing countries. Information Technology could bean economic development booster, most of all in countries withtransitioning economies. This paper mentions some of the mostimportant ICT projects, benefitting developing countries.

La Comunicazione 2012

Diana BattaggiaUNIDO ITPO Italy

ICT COME MOTORE DI CRESCITA NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO(ICT AS A MAIN DRIVER FOR DEVELOPMENT)

1. Introduction

1.1 UNIDO’s strategy: “building e-compe-tence”

Small and medium-sized enterprises (SMEs) arethe driving force of industrial development in vir-tually all countries. They shape the economic globa-lization process and play a leading role in creatingemployment, income and value added services aswell as being the seedbed for developing and testingentrepreneurial talent.The challenge for emerging economies is to com-

bine SMEs’ employment potential with increasingproductivity and competitiveness. This can be achie-ved through an environment that facilitates growth,including easy access to business information andICT.When used by small businesses, ICT can:• spur innovation and entrepreneurship;

• increase productivity and efficiency of busi-ness operations;

• provide relevant business development servi-ces;

• facilitate linkages to local, regional and inter-national markets;

• enable access to new technologies and sourcesof finance.

In most developing countries, however, SMEsare challenged by inadequate ICT access. In fact,ICT penetration is low and expensive, and ICT ser-vices are not provided in an integrated manner.Barriers to SMEs include:• lack of affordable access to ICT due to highcosts of quality hardware software and broad-band Internet;

• lack of ICT knowledge, basic ICT literacy andcomputing skills;

• lack of tailor made ICT solutions that meetlocal needs.

2. Core ICT Programmes

2.1 Business Information Centres (BICs)

In many developing countries relevant businessinformation is difficult to obtain. It is often outdated,very expensive, only available from isolated institu-tions and not tailor-made for the information needsof rural entrepreneurs.The main objective of the UNIDO Business

Information Centres (BICs) programme is to useICT and relevant business information for the deve-lopment of local entrepreneurial skills. Through theprogramme, we aim to promote local private sectorcompetitiveness by increasing productivity, industrialinnovation capacities, and employment generation.The BICs are usually set-up as a joint venture bet-ween public and private sector institutions and pro-vide a central access point for SMEs, offering a widerange of services, such as:• entrepreneurial advisory services;• access to relevant business information andreliable Internet technology;

• basic and advanced ICT training;• assistance in establishing linkages to local,regional and international markets.

2.2 Renewable Energy Business InformationCenters (REBICs)

Energy supply is a basic requirement for sustai-nable development, yet most of the rural popula-tions in developing countries have no access to gridelectricity. Most of these areas are sparsely populatedmaking it extremely uneconomical for the expansionof electricity grid energy thus decentralized (off-grid)technologies most suitable.The United Nations Industrial Development

Organization (UNIDO) in partnership with theGovernment of Kenya, identified the need to har-ness and enhance the use of these off-the-grid rene-wable energy technologies to produce power for usein domestic lighting and productive income genera-ting applications.In order to achieve this goal, Community Power

Centres (CPCs) have been built. A CPC, or “EnergyKiosk”, is a common utility, a decentralized electricalenergy service centre powered by renewable energytechnologies.The CPC can utilize a single source of Renewable

Energy (RE) system (Stand-alone) or a combination

of sources (Hybrid) to produce electricity fromlocally available RE resources like water, organicwastes, plant oil, solar and wind etc. This electricity isthen used in productive activities that add value tothe community’s lives, produce and economic activi-ties.CPC is designed to be a financially sustainable

enterprise. Based on a business plan, the CPC is desi-gned to generate enough income to cover its costsand make a profit. This is the only way the CPCmodel can be viable and replicable throughout thecountry and beyond.The CPC earns its money from supplying Energy

services or selling energy. These include productiveactivities like the ones run at the Industrial Center,and the other services like ICT, community recrea-tion, recharging of LED lamps and phones etc.Building on the UNIDO’s methodology for the

establishment of “Renewable Energy Systems foroff-grid productive activities”, UNIDO is implemen-ting a pilot REBIC in Uganda with the objective tostimulate local economic development in rural areasthrough value addition of local products. The energyproduced using locally available renewable energyresources will be used to run agro-processing machi-neries and other small artisanal activities based onlocal resources to create value addition and thus gra-dually improve the local economy through improvedemployment and income generation opportunities

2.3 Mobile Phone Solutions for SMEs

Mobile phones have an especially dramaticimpact in developing countries, substituting for scar-ce fixed connections, reducing transaction costs,increasing mobility, broadening trade networks, andfacilitating searches for employment.According to industry estimates, there are more

than 500 million mobile phone subscribers in Africanow, up from 246 million in 2008. Now, the numberof mobile phones first exceeded that of fixed tele-phones. The four biggest mobile phone markets inAfrica are Nigeria, South Africa, Kenya, and Ghana.UNIDO is utilising mobile telephony to extend

the reach of Business Information Centres out intothe surrounding community, enabling:• women entrepreneurs to build a business as‘village phone operators’;

• farmers to make good choices based on mar-ket conditions;

• rural poor to receive banking services they

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Diana Battaggia

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otherwise couldn’t access;• stimulation of locally designed mobile basedsolutions

2.4 The Refurbished Computer Programme

A key factor that determines the extent to whichSMEs are able to take full advantage of ICT is affor-dability. The reality today is that the price of newcomputers puts them beyond the reach of mostsmall businesses in developing countries.UNIDO and Microsoft recently expanded their

strategic partnership to develop a sustainable busi-ness model for refurbishment centres in developingeconomies to address the needs of SMEs for affor-dable quality hardware.The refurbishment centres complement

UNIDO’s Business Information Centre (BIC) pro-gramme by:• creating an affordable supply of hardware forthe BICs;

• providing an additional income source for thecentres by enabling them to sell computers toSMEs;

• increasing the outreach of affordable qualityhardware to rural areas.

Microsoft provides access to its Gold PartnerRefurbishment Programme whichis currently under development, to include:• special pricing on software for refurbishedPCs;

• criteria on quality of partners including man-dating of warranties for PCs;

• marketing support and end-of-life return;• linkages to potential suppliers of secondaryPCs.

2.5 Electronic Waste (e-Waste)

Today, the amount of e-waste is rapidly growingin developing countries as they join the global infor-mation society. At present, electronic appliances arerarely disposed of in an adequate manner and thereis little regulation in place, creating hazards for localpopulations, as well as for the environment. Whilethe environmental services industry has developedinto a multi-billion dollar industry worldwide, it islargely absent in developing countries. This is both amissed business opportunity and a threat since theelectronic waste contained in used computers con-sists of high-value components such as copper and

gold, but also highly toxic substances such as lead,mercury and arsenic.Once electronic appliances reach the end of their

lifetime, they need to be properly dismantled andrecycled. The e-waste initiative aims at addressing thefull lifecycle of ICT equipment by properly dismant-ling and recycling it once the equipment has becomeobsolete. An e-waste dismantling facility will be pilo-ted in Uganda and Tanzania.The objective of UNIDO’s programme is to

foster the development of an environmentally sounde-waste recycling industry in developing countries.With the active support of UNIDO’s 35 NationalCleaner Production Centres, we focus on:• promoting an environmental service industryin developing countries;

• preparing national e-waste assessmentreports;

• establishing partnerships with national andinternational institutions from the public andprivate sector;

• facilitating the establishment of local andregional e-waste dismantling and recyclingfacilities.

The refurbished computer and e-waste model isbeing piloted in Uganda and Tanzania and best prac-tices will be replicated across the region. The ultima-te goal is to provide SMEs with access to affordablequality hardware in Africa, and to build a “green”recycling industry in the countries.

2.6 Business Registration Reform in VietNam

The project aims to provide policy and technicaladvice towards the achievement of nationwide busi-ness registration reform. As a result, enterprises willbe able to register for business, tax code, statisticsand seals through a single-point, using a consolidatedform and obtain a unique enterprise ID. Nationalcapacities will be developed to simplify the legal fra-mework, processes and procedures and to set up andoperate the computerized National Business RegistrySystem (NBRS). The primary beneficiaries of the project will be

the enterprises and those who plan to start busines-ses. Registering an enterprise, obtaining a tax code, astatistics code and applying for a seal permit will begreatly simplified as a result of the project. Single-point registration will be carried out by use of a con-solidated application form as well as by electronic

La Comunicazione 2012

ICT COME MOTORE DI CRESCITA NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO.ICT AS A MAIN DRIVER FOR DEVELOPMENT

means. Enterprises will have to submit informationmerely to one cooperating institution, with subse-quent completion of business registration, registra-tion with the GDT and the obtaining of taxpayercode, registration of the seal engraving permit andnotification of GSO on enterprise registrationwithout additional effort. Furthermore, registered business information will

have the legal validity of original files and businessregister information will be regarded as the definiteand final verification of the legal status of an enter-prise. As a result of having in place the consolidateddatabase of the National Business RegistrationSystem (NBRS), enterprises will be able obtain infor-mation about their business partners with great easeand at least cost in their localities.

2.7 Technology Parks and Platech

Since the key role of the business incubator andtechnology business incubator programme in boo-sting the entrepreneurial development in DevelopingCountries, UNIDO created several research andtechnology parks. These parks are active in many sec-tors, including South-africa, Senegal, Zimbabwe andRwanda as far as Sub-Saharan africa is concerned;Lebanon, Jordan, Algeria, Morocco, Tunisia andEgypt regarding North Africa; Iran, Turkey, Oman,Bahrain, Abu Dhabi and Dubai in the Middle-East. UNIDO further developed “Platech”, in combi-

nation with Technology Parks. This online platformaims at providing distance services in order to sup-port on-site technical assistance, such as: specializedexpertise, methodologies, tools, and networking ser-vices based on on-line counseling and e-learning.

2.8 Subcontracting and PartnershipExchanges (SPX)

More than twenty years ago, UNIDO created theSubcontracting and Partnership Exchange (SPX)system to help local enterprises in successfully mee-ting the challenges of globalization and to takeadvantage of emerging opportunities that evolvefrom industrial subcontracting, outsourcing, andsupply chain opportunities.This original network provided an information

portal for matchmaking suppliers and buyers, andwas effective in dealing with short-term buying con-tracts on the basis of ‘requests for quotations’.Subsequently, UNIDO devised a new proactive SPX

programme, which include also a benchmarking tool.

3. ICT Supported Programmes

3.1 Entrepreneurship CurriculumProgramme

Many young people in developing countries lackaccess to modern education on business develop-ment and the use of Information andCommunication Technologies (ICTs). This makes ithard for the growing numbers of youth to succes-sfully compete in the job-market and to contributeone day to their countries’ economic development.The Entrepreneurship Curriculum Programme

(ECP), with delivering entrepreneurship curricula tosecondary and vocational schools, aims at stimulatingentrepreneurial talents among young people byenhancing their ability to identify economic opportu-nities and by developing other commercial skills suchas creativity, innovativeness, planning and leadership,which will aid them in their professional life. In orderto start familiarizing youth with the entrepreneurialpotential of ICT, UNIDO is currently developing, inpartnership with Hewlett-Packard, tailored ICT trai-ning modules within its ECP.

3.2 AfrIPAnet

The majority of sub-Saharan economies are stri-ving to attract higher levels of foreign direct invest-ments (FDI). The potential of FDI is perceived asbeing able to supplement domestic savings, attractskills, know-how and technology to facilitate marketaccess. However, FDI in Africa is limited and thesparse flows that are present are directed towards theexploitation of natural resources. The Africa Investment Promotion Agency

Network (AfrIPANet), established in 2001 is a plat-form for the development and implementation ofUNIDO’s investment related activities in Sub-Saharan region. The network is comprised ofInvestment Promotion Agencies (IPAs) from coun-tries of the region with ongoing UNIDO integratedprogrammes (IPs), plus the UNIDO Investment andTechnology Promotion Offices (ITPOs) and anAdvisory Panel composed of chief executives ofcompanies with operations in the region, academicresearchers studying the dynamics of FDI in Africaand international experts. The purpose AfrIPANet

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Diana Battaggia

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platform is to provide national and regional interme-diary organizations in the public and private sectorwith timely and accurate information on the needs,performance, impact and future plans of differentinvestor categories in Africa. Currently there are 15member countries of the network, but this is to beextended to 31 countries in the current biennium.In March 2007, UNIDO and Microsoft launched

the prototype of a web-based technology solution,which is a key component of the monitoring plat-form and is designed to further enhance communi-cation between Governments in Africa and potentialinvestors.

3.3 Government Business Portal

Tools and services established to help SMEs areof little use if the target enterprises do not knowhow to access them. Entrepreneurs often facebureaucratic complexity and difficulty accessingimportant business information, which would helpthem to interact with the market more effectively.UNIDO is building bridges between

Governments and businesses by developing portalsthat offer integrated access to information on regu-latory mandates, support institutions and genericbusiness advice, especially useful for business startups.On-line provision of government information

and services can increase the efficiency and coverageof public service delivery to small firms, it can act asa model and set standards for ICT adoption by smallfirms. UNIDO, with its longstanding experience inSME development, is assisting governments andSME support institutions to capitalize on theseopportunities and to address them in an integratedmanner.

3.4 Egyptian Traceability Centre for Agro-Industrial Exports (ETRACE)

One of UNIDO’s key activities is to build tradecapacity by strengthening capacities in quality, stan-

dardization and conformity assessment, both atinstitutional and enterprise level, in order to fosterthe ability of developing countries to enter globalfood value chains. In fact, products from these coun-tries are often unsuitable for export. UNIDO, in collaboration with the Egyptian

Ministry of Trade and Industry, the ItalianDevelopment Cooperation and the private sector,launched ETRACE programme to help Egyptianfarmers, food producers and packers along the foodvalue chain to meet European and international foodquality, safety and traceability standards, ensuringthat products are safe and do not encounter barriersto trade.Using specialized softwares, the Centre provides

financial and technical assistance by applying tracea-bility systems, upgrading their technology and mana-gement systems to control the use of chemicals, andin acquiring certification for their exports, thus con-tributing to domestic food security and facilitatingaccess to global markets.Taken into account ETRACE's successes, the

Italian Development Cooperation has agreed to sup-port a new project that will extend the Centre’s acti-vities and provide assistance in establishing similarstructures in other developing countries

4. Conclusions

Technology per se doesn’t solve social problems,but using ICT can help speed economic and socialdevelopment. By improving access to informationand by facilitating communication, technology canhelp improving the efficient functioning of markets.And greater efficiency can play a role in helpingreach Millennium Development Goals, such as theelimination of extreme poverty, combating seriousdisease, and achieving universal primary educationand gender equality.The work outlined in this paper give an overview

of what is being achieved through ICT and, hope-fully, represents a point of departure for furtherthought and innovation.

La Comunicazione 2012

ICT COME MOTORE DI CRESCITA NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO.ICT AS A MAIN DRIVER FOR DEVELOPMENT

LA COMUNICAZIONENote Recensioni & Notizie

Pubblicazione dell’Istituto Superioredelle Comunicazioni e delle Tecnologie

dell’Informazione

Numero UnicoAnno 2012 Volume LVIIIISSN: 0374-3829

Direttore: Rita Forsi

Progetto grafico e coordinamento:Roberto Piraino

Impaginazione:Marina MascariniCorrado PisanoStefano Cauzillo

www.sviluppoeconomico.gov.itwww.isticom.it

[email protected]