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cronache ipogee pagine di informazione speleologica per il Friuli Venezia Giulia - n. 9/203 cronache ipogee PROGETTO "GRANDE POIZ" - STATO ATTUALE DELLE RICERCHE A circa un anno dall’inizio delle ricerche condotte dal Gruppo Triestino Speleo- logi sul versante nord del massiccio del Monte Canin (Friuli Venezia Giulia) nella zona denominata “Grande Poiz”, è il caso di trarre le prime conclusioni su quanto è stato fatto finora. Partita in sordina lo scorso autunno, l’attività in zona è esplosa questa estate, grazie alla collaborazione di diversi amici di alcuni gruppi regionali (Unione Speleologica Pordenonese CAI, Gruppo Speleologico San Giusto, Grotta Continua, Gruppo Speleologico Pradis, Gruppo Grotte Carlo Debeljak). Si è quindi pensato di dare un nome a tutta questa attività, concentrata principalmente nella conca del Grande Poiz, a una quota compresa tra i 1500 e i 1650 m. Lo scopo principale del progetto è quello di trovare un ingresso basso del Complesso del Foran del Muss (-1118, oltre 20 km sviluppo) e più pre- cisamente della grotta “Dobra Picka”. Di seguito i principali obiettivi finora raggiunti, calcolando che moltissimo lavoro rimane ancora da fare. 1) A ovest di Paperino. Nuova grotta fortemente soffiante che si comporta da ingresso basso e si sviluppa pre- valentemente in salita. Al momento circa mezzo chilometro di sviluppo per 100 m di dislivello totale. Esplorazione ferma alla base di alcune brevi risali- te. Morfologia vadosa e parzialmente attiva. Quota ingresso: m 1540. 2) Grotta Clemente. Ingresso a quota 1580 circa con forte corrente d’aria. Andamento sub orizzontale con mor- fologia freatica fossile. Esplorati finora circa 1200 m di sviluppo quasi tutti già rilevati. All’interno numerose dira- mazioni inesplorate che si sviluppano sia verso monte che verso valle, tutte con forte corrente d’aria. Una di queste si collega con un’altra cavità che si suppone sia la grotta Loch Kozicy. 3) Grotta Loch Kozicy. Grotta fortemen- te aspirante esplorata dai polacchi tra il 1999 e il 2003; non si hanno dati completi e per questo motivo si è deci- so di ritopografarla completamente. Da trovare ancora il punto di collegamento con la grotta Clemente. 4) L2V. Cavità fortemente soffiante che si apre a quota 1500 m. Impostata lungo una evidente faglia, era stata esplorata e rilevata parzialmente agli inizi degli anni ’90. Dopo un tratto orizzontale, si approfondisce con una serie di pozzi, tra cui un P128. Fermi a circa -320 m a metà di un pozzo con alla base un corso d’acqua. Da non sottovalutare in caso di precipitazioni per possibile pericolo di piene. 5) Fessura soffiante di quota 1540. Con breve lavoro di scavo è stata aperta questa fessura che conduce ad una cavità sub orizzontale di una cinquantina di metri di sviluppo con morfologie freatiche. 6) A est di Paperino o della luganiga. Cavità impostata lungo una evidente frattura a quota 1645. Alla base del salto iniziale è stata rintracciata una nuova diramazione aspirante che por- ta ad una serie di brevi salti, dopo i quali si spalanca un ampio P50. Alla base numerose diramazioni non del tutto esplorate, fra cui alcune condot- te freatiche di circa 3 m di diametro percorse da forti correnti d’aria e che si sviluppano sia verso monte che verso valle. Profondità raggiunta: circa 100 metri. Come è comprensibile, tutte le grotte sono in corso di esplorazione. Da sot- tolineare che per raggiungere queste cavità si sono dovute aprire delle trac- ce tra la vegetazione e attrezzare con corde fisse dei passaggi esposti, molto pericolosi soprattutto se affrontati con carichi pesanti e terreno bagnato. Hanno preso parte, finora, al “Progetto Grande Poiz”: Gianni Benedetti (GTS), Flamiano Bonisolo (GC), Marco But- tazzoni (GTS), Ivan Castelrotto (USP CAI), Laura Colombetta (GTS), Edoar- do Gobet (GSSG), Stefano Guarniero (GC), Antonio Klun (GGCD), Mauro Kraus (GSSG), Alessandro Mosetti (GTS), Edoardo Natelli (GC), Filippo Natelli (GC), Doriano Parutto (GSP), Michele Potleca (GC), Paolo Rucavina (GC), Zdenka Zitko (GC) Gianni Benedetti e Michele Potleca Abisso Foran del Muss (Gianni Benedetti)

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cronache ipogee �

pagine di informazione speleologica per il Friuli Venezia Giulia - n. 9/20�3

cronache ipogee

PROGETTO "GRANDE POIZ" - STATO ATTUALE DELLE RICERCHE

A circa un anno dall’inizio delle ricerche condotte dal Gruppo Triestino Speleo-logi sul versante nord del massiccio del Monte Canin (Friuli Venezia Giulia) nella zona denominata “Grande Poiz”, è il caso di trarre le prime conclusioni su quanto è stato fatto finora.Partita in sordina lo scorso autunno, l’attività in zona è esplosa questa estate, grazie alla collaborazione di diversi amici di alcuni gruppi regionali (Unione Speleologica Pordenonese CAI, Gruppo Speleologico San Giusto, Grotta Continua, Gruppo Speleologico Pradis, Gruppo Grotte Carlo Debeljak). Si è quindi pensato di dare un nome a tutta questa attività, concentrata principalmente nella conca del Grande Poiz, a una quota compresa tra i 1500 e i 1650 m.Lo scopo principale del progetto è quello di trovare un ingresso basso del Complesso del Foran del Muss (-1118, oltre 20 km sviluppo) e più pre-cisamente della grotta “Dobra Picka”. Di seguito i principali obiettivi finora raggiunti, calcolando che moltissimo lavoro rimane ancora da fare.1) A ovest di Paperino. Nuova grotta fortemente soffiante che si comporta da ingresso basso e si sviluppa pre-valentemente in salita. Al momento circa mezzo chilometro di sviluppo per 100 m di dislivello totale. Esplorazione ferma alla base di alcune brevi risali-te. Morfologia vadosa e parzialmente attiva. Quota ingresso: m 1540.2) Grotta Clemente. Ingresso a quota 1580 circa con forte corrente d’aria. Andamento sub orizzontale con mor-fologia freatica fossile. Esplorati finora circa 1200 m di sviluppo quasi tutti già rilevati. All’interno numerose dira-mazioni inesplorate che si sviluppano sia verso monte che verso valle, tutte con forte corrente d’aria. Una di queste si collega con un’altra cavità che si suppone sia la grotta Loch Kozicy.

3) Grotta Loch Kozicy. Grotta fortemen-te aspirante esplorata dai polacchi tra il 1999 e il 2003; non si hanno dati completi e per questo motivo si è deci-so di ritopografarla completamente. Da trovare ancora il punto di collegamento con la grotta Clemente.4) L2V. Cavità fortemente soffiante che si apre a quota 1500 m. Impostata lungo una evidente faglia, era stata esplorata e rilevata parzialmente agli inizi degli anni ’90. Dopo un tratto orizzontale, si approfondisce con una serie di pozzi, tra cui un P128. Fermi a circa -320 m a metà di un pozzo con alla base un corso d’acqua. Da non sottovalutare in caso di precipitazioni per possibile pericolo di piene.5) Fessura soffiante di quota 1540. Con breve lavoro di scavo è stata aperta questa fessura che conduce ad una cavità sub orizzontale di una cinquantina di metri di sviluppo con morfologie freatiche.6) A est di Paperino o della luganiga. Cavità impostata lungo una evidente frattura a quota 1645. Alla base del salto iniziale è stata rintracciata una nuova diramazione aspirante che por-ta ad una serie di brevi salti, dopo i

quali si spalanca un ampio P50. Alla base numerose diramazioni non del tutto esplorate, fra cui alcune condot-te freatiche di circa 3 m di diametro percorse da forti correnti d’aria e che si sviluppano sia verso monte che verso valle. Profondità raggiunta: circa 100 metri.

Come è comprensibile, tutte le grotte sono in corso di esplorazione. Da sot-tolineare che per raggiungere queste cavità si sono dovute aprire delle trac-ce tra la vegetazione e attrezzare con corde fisse dei passaggi esposti, molto pericolosi soprattutto se affrontati con carichi pesanti e terreno bagnato.

Hanno preso parte, finora, al “Progetto Grande Poiz”: Gianni Benedetti (GTS), Flamiano Bonisolo (GC), Marco But-tazzoni (GTS), Ivan Castelrotto (USP CAI), Laura Colombetta (GTS), Edoar-do Gobet (GSSG), Stefano Guarniero (GC), Antonio Klun (GGCD), Mauro Kraus (GSSG), Alessandro Mosetti (GTS), Edoardo Natelli (GC), Filippo Natelli (GC), Doriano Parutto (GSP), Michele Potleca (GC), Paolo Rucavina (GC), Zdenka Zitko (GC)

Gianni Benedetti e Michele Potleca

Abisso Foran del Muss (Gianni Benedetti)

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settembre 20�3...87 VG - POZZO PRESSO IL CASELLO fERROVIARIO DI fERNETTI (104)

La ricerca di una nuova via che conduca al Timavo sotterraneo è stata per un secolo e mezzo uno dei punti di riferimento dei grottisti triestini: dal lontano 1841, anno in cui Lindner e la sua squadra ci regalavano la Grotta di Trebiciano, il reperimento di un'altra cavità che raggiungesse quella/o che poeticamente veniva chiamata la Valle senza il sole, il Fiume senza stelle ha infervorato generazioni di appassionati grottisti.Alla fine dell’altro secolo sembrava che con la scoperta del fiume sotto la Grotta Lazzaro Jerko dapprima, e in vari abissi in Slovenia poi, fosse chiusa la corsa al fiume ipogeo per eccellenza, ma così non è stato. Anzi, ora la ricerca sul Carso è finalizzata non soltanto a trovare un altro abisso sul cui fondo scorra il fiume, ma alla scoperta del percorso totale dello stesso: nei tre chilometri che separano la grotta di Trebiciano ci sono almeno cinque punti soffianti di cui tre grotte sulle quali si sono puntati gli occhi di tre gruppi speleo triestini: la Luftloch, la Decapitata, 2702 VG, e la 87 VG. In quest’ultima, da ormai sette anni, scava un gruppetto di vecchi grottisti della Boegan.All’inizio dei lavori, aprile 2006, la 87 VG era un pozzetto di 5/6 metri conosciuto come soffiante da oltre un secolo, chiuso al fondo dal solito ammasso di pietre. Mesi di scavi ne hanno portato la profondità a 20, quota in cui finalmente si apriva un piccolo pozzo, stretto e da allargare, a cui seguiva uno di 28. Scavi alla base di quest’ultimo davano l’accesso ad un’altra breve verticale, sul cui fondo altra fessura, altri scavi … e così via sino ad una fessura non affrontabile a quota –96.Nel frattempo, per facilitare il trasporto dei materiali e ridurre al minimo i tempi di percorrenza, tutti i pozzi erano stati armati con scale di ferro fisse ed è stata stesa una linea elettrica per portare luce e forza motrice sempre più in basso.Abbandonato lo scavo sul fondo, fessure a –60 inducevano ad altri interventi, altri mesi di lavoro, altro

fondo impossibile a –80; lasciato anche questo scavo si procedeva a fare prove con “l’aria forzata” in una fessura a –47, prove che ci indicavano la presenza di vuoti. Serie di ulteriori scavi, pozzetti, strettoie, difficoltà per la sistemazione del materiale prove-niente dagli sbancamenti ed infine – sono passati quattro anni – fessura non soffiante a quota –99. Altre prove con l’aria forzata e a –50 dello stesso ramo ecco un’altra fessura prometten-te: mesi di scavi, sollevando il materiale per una quarantina di metri, ed eccoci giunti nuovamente a –80 davanti ad un ennesimo pertugio.Una provvidenziale piena del Recca-Ti-mavo ci indica da dove proviene l’aria: dall’ultimo fondo appena raggiunto e dal muro costruito a –90 scavando il pozzo che porta al vecchio fondo di –99. Lasciato perdere, per il momen-to, il pertugio di – 80 si apre un altro cantiere, un altro anno e mezzo di duri scavi per arrivare da –90 a quasi –100 e finalmente, nel febbraio 2013, ecco aprirsi un pozzo. Sono sette metri, non troppo larghi, cui seguono altre piccole verticali impostate su tutta una serie di fratture parallele: un gruviera ingentilito da massi instabili e lame incombenti e sul cui fondo, a meno 123 metri, alcuni spiragli centimetrici da cui proviene, durante le piene, l’aria timavica, attendono di essere allargati e resi transitabili. Ora, però, almeno c’è il posto per sistemare il materiale proveniente dagli sbancamenti.Qualcuno si domanderà come mai ci si mette tanto tempo, come mai per scavare dieci metri di cunicolo si sono impiegati quasi quindici mesi. Non è soltanto perché vi andiamo a scavare soltanto i sabati (a differenza della Lazzaro Jerko in cui si scendeva anche due-tre-quattro volte la settimana), ma soprattutto perché la ristrettezza degli ambienti non consente uno rapido smaltimento del materiale proveniente dall’operosità del Makita.A parte lo svuotamento del pozzo d’accesso (da –6 a –20), in cui 64 meri cubi di pietre e argilla sono stati smaltiti all’esterno, tutti gli allargamenti interni hanno comportato l’erezione di muretti a secco lungo le pareti dei non larghi pozzi, muri in alcuni casi alti oltre dieci metri.

Pino Guidi

87 VG - 2013 - passaggio a -98.

87 VG - 2013.

Il Gruppo Grotte del Club Alpinistico Triestino par-tecipa al Concorso "Spe-leospot", organizzato in

occasione dell'incontro Internazionale di Speleologia "Speleopolis 2013", con un video di Daniela Perhinek intitolato "Folle idea", che si riferisce alla recente pulizia dell'Abisso di Padriciano.Potete visionarlo sul sito di Speleopo-lis, all'indirizzo sotto riportato.http://www.speleopolis.org/it/caso-la2013/speleospot/lavori-in-concorso;oppure su You Tube!http://youtu.be/xMRCPuU0rqI.

Abisso di Padriciano. (Giovanni Buonanno)

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cronache ipogee 3

Si è conclusa domenica la prima parte della spedizione a VRTIGLAVICA (Ka-nin), il pozzo in grotta più profondo al mondo, seicentoquarantatre metri d'in-ferno di roccia e ghiaccio. L'obbiettivo della spedizione, oltre a quello di torna-re a casa vivi, era quello di riprendere l'intera discesa, raggiungere il fondo, e raccontare in un video la bellissima storia che si cela dietro alla scoperta di questo incredibile abisso.La discesa però è stata purtroppo momentaneamente interrotta a -430 circa, quando ormai avevamo superato i passaggi più difficili, a causa di una colossale frana, partita senza alcun preavviso, e che ha scatenato a sua volta una reazione a catena, frantu-mando poco sotto un enorme seracco sospeso. Il tutto poi precipitando esat-tamente sulla verticale dell'armo.La fortuna ha voluto che Giuseppe Paolini avesse appena superato l'im-buto ghiacciato (punto critico a -100), che Maurizio Calise (Mau) e Romeo Uries fossero ancora al riparo sotto uno scavernamento di ghiaccio ("grazie Repetto che hai armato proprio li") e che il sottoscritto dopo una libera di 100 metri, stesse armando sotto una piccola sporgenza, alla profondità approssimativa di -430.

"Il treno di massi e ghiaccio precipitato infatti, é passato esattamente sulla libera dove cinque minuti prima ero sceso. Per quello che ho avuto modo di capire, non avrei avuto alcuno scampo, come non lo avrebbero avuto i miei compagni sopra, gli enormi blocchi di ghiaccio precipitati avevano dimensioni di motociclette! Per dare un idea del materiale caduto, posso dirvi che la scarica è andata avanti per circa 6-7 secondi, confermata poi anche dalla registrazione audio (purtroppo in quella video si vede poco e nulla) della video-camera GoPro che Giuseppe aveva accesa e montata sul casco.Dopo averla scampata così, sono subito risalito alla velocità della luce scongiurando che l'armo fosse ancora integro. Ho potuto notare durante la risalita, i residui di neve fresca ancora sulla corda, segno inequivocabile che la scarica, con tutto il suo contenuto era passata proprio di lì".

Bisognerà ora recuperare il materiale abbandonato a -400 e riprendere la discesa ancora più spostati.Con ogni probabilità, l'abbondante acqua di fusione presente in grotta, dovuta al perdurare delle alte tem-perature, scatena in questo periodo frequenti fenomeni di crollo.La squadra tuttavia non si è data per vinta, e al momento giusto ripren-deremo la discesa. La cosa positiva poi, come dice Mau, è che una volta arrivati sul fondo, per uscire avremo solo un pozzo!"Hanno partecipato alla spedizione: Marco Repetto, Lino Bedini, Fabio Bollini, Romeo Uries, Maurizio Ca-lise "Mau", Augusto Rossi, Simona Menegon, Alessandra Giura, Paolini GiuseppePer visionare qualche foto e saperne di più: http://www.canisciolti.biz/2012/Grotte/vrtglavica.html.

Fabio Bollini

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N U O V E R I C E R C H E DELLA CGEB SU ROCCE RESIDUALI E mINERALI DI NEOfORmAZIONE NEI

CALCARI DOLOmITICI DEL CARSO CLASSICO

È iniziata una indagine da parte della Commissione Grotte “E. Boegan” su alcuni livelli stratigrafici presenti nei calcari, calcari dolomitici e dolomie del Carso triestino (Carso classico).Questi livelli presentano strutture at-tribuibili a paleosuoli con abbondanti riempimenti costituiti da silicati, ossidi ed idrossidi di ferro ed alluminio.Si tratta di livelli discontinui, della spessore variabile, caratterizzati da una superficie irregolare.In area italiana questi livelli stratigrafici si estendono ininterrottamente lungo tutto il territorio carsico dalla località di Col (Monrupino) fino alla zona di Duino, con direzione media indicativa SE-NW ed immersione verso SW.La posizione stratigrafica dei livelli corrisponde alla parte basale del cenomaniano medio, attualmente omologato nel Carso triestino come “Formazione di Monrupino”.I livelli più antichi potrebbero essere attribuibili al tetto della formazione dei “Calcari di Monte Coste”, in conside-razione del fatto che, all’attuale stato delle conoscenze, le facies studiate escludono la presenza del Cenoma-niano inferiore sul territorio, data una lacuna stratigrafica, al momento non

ancora bene mappata.Le rocce in cui sono presenti i riem-pimenti di silicati ed ossidi ed idros-sidi sono calcari compatti fossiliferi neri e grigio-scuri, calcari dolomitici fittamente stratificati e dolomie cri-stalline, compatte e friabili, fetide alla percussione.Sono state eseguite campionature lun-go quattro sezioni NE-SW. Ma saranno eseguite ulteriori campionature al fine di verificare le variazioni laterali di facies, già rilevate durante precedenti studi eseguiti negli anni settanta dal-l’autore del presente articolo.

Fig. 2- Roccia residuale compatta, peso specifico 2,4 con struttura a conglomerato. Sezione di Sales. Inserita in dolomia cristallina compatta fetida alla percussione.La parte rosso-marrone segnata A presenta elevata concentrazione di idrossidi ed ossidi di ferro. Nella parte beige-chiaro segnata B sono prevalenti i silicati. Sono presenti lineazioni di tipo stilolitico e scistoso. È caratterizzata anche da una tessitura microscopica plastica.

(foto Merlak).

Fig. 1- Strutture erosive superficiali su roccia argillosa residuale molto compatta presente in calcari dolomitici neri e calcari dolomitici grigio-scuri, peso specifico 2,5. Sezione di Sales. (foto Merlak)

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I litotipi studiati presentano caratteri-stiche petrografiche e strutturali inte-ressantissime, quasi uniche nel Carso triestino, e tali da essere definibili come rocce ad elevato contenuto di silicati, ossidi ed idrossidi, con caratteristiche mineralogiche e tessiturali tali da ren-derle associabili alle bauxite carsiche, indipendentemente dai rapporti nei contenuti di silice, ferro ed alluminio.Alcuni litotipi si presentano come brecce interessate da abbondante cemento argilloso.Altri litotipi, prevalentemente argillosi, si presentano con tessiture plastiche e con lineazioni di tipo scistoso.Quasi tutti i campioni sono caratte-rizzati da importanti differenziazioni mineralogiche con colorazioni dal bianco-ocra al rosso-bruno.Le strutture dei litotipi, in una prima fase esaminate in sezione lucida ed al microscopio, fanno supporre un abbondante contenuto di sostanze allo stato colloidale. La ricerca riguarda diversi aspetti tra i quali:- verifica dell’estensione del fenomeno

nell’area del Carso triestino- influenza di queste rocce residuali

sulla morfologia carsica superficiale e sul fenomeno carsico in profondità, deflussi idrici compresi

- origine dei materiali nel contesto generale dello studio su paleosuoli e bauxite carsiche del Carso triestino.

Enrico Merlak

GROTTA SOPRALE mOELISSELLA NEVEA - CANIN

Si sa che nelle valli di montagna le co-munità sono piuttosto chiuse ai “fore-stieri”, almeno fino a che “l’ospite” non riesce a dimostrare le proprie intenzioni amichevoli e sincere. Quando però si ottiene la piena fiducia dei valligiani, la loro generosità e ospitalità sono sorprendenti e quasi commoventi.Anche l’ambiente naturale sembra comportarsi così, alle volte. Ad esem-pio il Fontanon di Goriuda ci ha sempre “sputato-fuori” fino a che non siamo entrati nelle sue grazie e c’è voluto un lungo periodo di conoscenza...Temo che altrettanto dovremo fare con la “Grotta sopra le Moelis”, che di recente ha attirato le nostre attenzioni. Ci siamo dedicati alla conoscenza di questa cavità, sia per il puro piacere dell’attività stressa, sia perché rima-neva il dubbio di poter trovare delle prosecuzioni nel sifone di uscita della grotta. I racconti che avevamo senti-to, pur riferendosi a un’esplorazione conclusa, lasciavano spazio a qualche dubbio, che noi volevamo cancellare.Inoltre cercavamo d’individuare un buon sito per le nostre manovre di esercitazione del Soccorso Speleo-subacqueo e abbiamo creduto, in un primo momento, che la “Grotta sopra le Moelis” fosse adatta allo scopo.Tutte speranze disattese.

LE GROTTE DELLAGRANDE GUERRAGiovedì 26e Sabato 28 settembre

Il CRUT dell'Università di Trieste, sotto la guida di Maurizio Radacich (autore assieme a Franco Gherlizza

del libro “Grotte della Grande Guerra” oltre che di altre pubblicazioni di sto-ria locale), ha organizzato, sabato 28 settembre, una escursione sul Carso triestino alla scoperta delle grotte della Grande Guerra.Sono state visitate quattro cavità ubi-cate sulle pendici del monte Hermada che sono state usate dall'esercito italiano e da quello austriaco come ricoveri di guerra nel 1915-1918.L’escursione è stata preceduta, giove-dì 26 settembre, da una conferenza di presentazione tenuta, sempre da Maurizio Radacich, presso la Kleine Berlin di via Fabio Severo.

Guido Travaglia (CRUT)

L E G R O T T E D E L L A VALCELLINA A "ExPO DOLOmITI 2013"

Grande interesse ha suscitato la mo-stra fotografica "Le grotte del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane e della Valcellina" proposta, presso lo stand della Regione Friuli Venezia Giulia, dall'Unione Speleologica Pordenonese CAI alla terza edizione di "Expo Dolo-miti patrimonio dell'umanità'" tenutasi lo scorso fine settimana a Longarone.La finalità dell iniziativa, come ha precisato la Presidente del Gruppo, Romina De Lorenzi, non è solo quella di ricordare "speleologicamente" il 150° anniversario di fondazione del Club Alpino Italiano, ma anche quello di sottolineare l'importanza naturalistica dei fenomeni carsici del territorio por-denonese nonché le loro potenzialità di richiamo per un turismo escursioni-stico ancora tutte da sperimentare.

Mostra fotografica dell'USP a "Expodolomiti".

Due sacchi a testa non ce li leva nessuno.(Massimo Razzuoli)

Duilio Cobol, con i sacconi dell'attrezzatura speleo-sub. (Massimo Razzuoli)

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Innanzi tutto sembrava un gioco da ragazzi individuare il secondo ingres-so, quello basso, che ci avrebbe dato accesso al sifone terminale. Un breve avvicinamento nel bosco … un gps, carta dettagliata, rilievo riportato in pianta … ecco fatto!Sembrava di essere già dentro.…da grande voglio fare l’esplorato-re…Ok, abbiamo speso una giornata, tra boschi, canaloni e tanta buona aria di montagna. Ma dell’ingresso neanche l’ombra. Eppure deve essere qua in-torno”, ci dicevamo.Noi speleosub siamo teste dure, te-naci e prima di desistere le proviamo tutte.E vabbè …decidiamo di entrare dal primo ingresso, farci tutta la grotta e così il sifone non potrà sfuggirci. Diciamo che più o meno così accade, ma costa altre “due” domeniche.A questo punto non sembra difficile, la grotta è armata, poi ci sono perfino degli amici che si fanno contagiare e decidono di darci una mano.Io preparo i sacchi con il materiale sub, che tento di ridurre al minimo. Uno speleosub ha bisogno di sette sacchi per portare un equipaggiamento completo in grotta.Rinunciando ad alcune parti, riesco a infilare tutto in “soli” 5 sacchi. 4 normali e un “bumbo”. La cintura dei piombi è già sul fondo della grotta. Ma non è una grande consolazione.Siamo in cinque: Clarissa, Ernesto, Alex, Tiziana e il sottoscritto.In esterno ci appoggiano Max, Franco e Patrizia, la ragazza di Alex, che non sa ancora cosa l'attende (focalizziamo-ci sul significato di “attendere”).I sacchi, per una perversa legge della speleologia, sono sempre di un numero maggiore del numero dei partecipanti.

L’IDEARaggiungo il sifone, indosso il materia-le contenuto nei cinque sacchi, passo il sifone, ed esco per l’uscita bassa della grotta. A questo punto una radio e “il segnale convenuto” dovrebbero consentire alla squadra d’appoggio di individuare la mia posizione e darmi una mano per il recupero dell’equi-paggiamento e portarlo a valle. Avute rassicurazioni in merito al superamen-to del sifone, la squadra “interna”, alleggerita del materiale subacqueo, avrebbe dovuto procedere solo con un facile disarmo. Infine tutti insieme

a cena “da Daniele”. Facile no?Ma la pioggia caduta in settimana ci fa trovare l’acqua del sifone più alta, perciò il punto in cui effettuare la vesti-zione deve essere più arretrato. Decido di percorrere la parte semi-allagata del meandro con tutto l’equipaggiamento già addosso. C’è un punto stretto del meandro terminale per raggiungere il sifone. In tuta speleo lo avevo pas-sato espirando. Con la muta stagna addosso: “non passo”.Cavolo! NON PASSO!La causa è la valvola di carico del-l’aria, messa in posizione “sternale”, sporge di quei pochi centimetri che bastano a precludermi la possibilità di proseguire.Non crediate che non abbia tentato di trovare un passaggio sopra o sotto il punto stretto Ma non c’è verso. C’è il rischio, quasi certo, di danneggiare la delicata valvola e compromettere tutto. Passare senza muta significa bagnarsi in un’acqua di pochi gradi, condizione che avrebbe precluso poi l’immersione. E poi c’è il problema della cerniera stagna, che passa da spalla a spalla e occorre l’aiuto di un compagno per chiuderla. Il pensiero di dover tornare indietro senza aver concluso niente è frustrante. Sono ben consapevole della fatica fatta e di quella che ancora ci aspetta. Ma proprio non c’è altro da fare che tornare indietro … se come dice il detto, dentro i sacchi, ci fossero state da mettere solo le “pive” … ci sarebbe andata bene.Ma si tratta di materiali pesanti, come le bombole, il trapano a batteria, 10 kg di piombi da sub che all’andata non avevamo e tutte le corde. Decidiamo, infatti, di fare il disarmo in quest’uscita. Preferiamo fare uno sforzo maggiore, in una volta sola, piuttosto che tornare ancora, solo per il recupero.Usciamo a mezzanotte.

CURIOSITÀ… Il lettore forse si sarà chiesto cosa le nostre menti avessero concepito come ”segnale convenuto”. Quello che avrebbe consentito alla squadra esterna di raggiungermi al-l’ingresso basso. Ebbene, avevamo creduto di poter utilizzare un piccolo bombolino riempito di elio, con il quale avrei dovuto gonfiare dei palloncini colorati e poi legarli con un filo suf-ficientemente lungo da farli superare la cima degli alberi che ricoprivano il fianco della montagna e…aspettare!Ceux-ci sont “le moelis” mon-amì!

Duilio CobolGrotta presso Le Moelis. Preparazione dei sacchi con le bombole. (Franco Gherlizza)

L'imponente ingresso della Grotta presso Le Moelis (Canin). (Massimo Razzuoli)

Grotta presso Le Moelis. Il gruppo di speleologi e speleosub si prepara a entrare (Franco Gherlizza)

Trasporto lungo il sentiero che porta alla Grotta presso Le Moelis (Canin). (Massimo Razzuoli)

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Mi è capitato di ricevere una moneta da 2 Euro (Repubblica di Slovenia), dove sul retro appare una spirale che si chiude e al suo interno, un gruppo di stalagmiti. La spirale inizia con la scritta: Postojnska jama 1213-2013 Slovenija. In altri termini si vorrebbe testimoniare che le Grotte di Postumia, prima ancora note come: Die Grotten und Hoehlen von Adelsberg, ora come Postojnska jama, sono conosciute da almeno 800 anni.Credo di essere uno dei pochi rimasti, che possa raccontarvi qualcosa di più, sul significato di quella data: 1213.Innanzitutto dove si trova o meglio dove è stata trovata. Nella parte iniziale delle Grotte di Postumia, che fin dalla più remota antichità, era conosciuto solamente il suo ampio accesso nel così detto Grande Duomo (Veliki Dom), dove inizia il suo viaggio ipogeo il Fiume Piuca (Pivka, Poik). Da quel sito ipogeo, si sviluppa una galleria laterale, nota come “Grotta dei nomi antichi”.

Nel famoso (per gli speleologi) volu-me “2000 GROTTE” di Luigi Vittorio Bertarelli ed Eugenio Boegan, avente per sottotitolo: Quarant’anni di esplo-razioni nella Venezia Giulia, pubblicato nel 1926, alla pag. 231 troviamo una prova di tale data, con la seguente scritta: Le più antiche iscrizioni nella Grotta dei Nomi Antichi si sono per-dute o per distruzione accidentale o sotto un velo di concrezione che le ha cristallizzate nell’invisibile. Ma alcune ci sono rimaste, raccolte e copiate da uno scrittore del secolo passato (XIX) di cui questo è il fac-simile. La prima data è del 1213, cioè di (allora) 713 anni fa.Interessante è aggiungere che la data appare divisa in due parti con al centro la Croce doppia del Patriarcato di Aquileia e dalle lettere C ed M, un tanto a completamento della sua grande importanza “storica”.Passarono ancora degli anni e nel 1972 il dott. France Habè dell’Istituto di Ricerche Carsiche dell’Accademia Slovena delle arti delle scienze di Postumia, scrisse un volumetto ad uso dei turisti, dal titolo: Le Grotte di Postojna, traduzione in italiano di Vinko Furlan e…revisione del testo italiano di Fabio Forti (cioè del sottoscritto).Nel testo si ricorda che erano state

L’acqua, elemento semplice e complesso, plasma e definisce

le caratteristiche e l’identità di un’area. Il mare, i fiumi,

le sorgenti sono da sempre fattori determinanti per la crescita

del territorio, risorse fondamentali per il suo sviluppo.

Tanti i punti di vista riassunti in quest’articolato percorso espositivo

che abbraccia l’intera provincia: una sequenza di luoghi, reperti,

fotografie, modellini, strumenti, carte e documenti. Quasi un viaggio

che conduce a scoprire tracce degli antichi centri affacciati sul mare,

fontane, opere d’ingegneria, traffici, navi e imbarcazioni, palombari,

ricerche scientifiche, esplorazioni, grotte e la vita del golfo.

La sua presenza all’inaugurazione è particolarmente gradita

Maria Teresa Bassa PoropatPresidente della Provincia di Trieste e Assessore alla Cultura

Vittorio ZolliaAssessore all’Ambientedella Provincia di Trieste

Da venerDì 13 settembre a Domenica 13 ottobre

da martedì a giovedìOre 10-13

venerdì, sabato e domenicaOre 10-13 e 16-20

lunedì chiuso

ingresso gratuito

evento promosso e sostenuto dalla Provincia di Trieste

con il coordinamento di WWF Area Marina Protettadi Miramare

partner di progettoDipartimento di Geoscienze dell’Università degli Studi di Trieste

AcegasAps - Gruppo Hera

OGS Istituto Nazionaledi Oceanografiae di Geofisica Sperimentale

Comune di Trieste -Servizio Musei Scientifici

Acqua:identitàdi unterritorioInaugurazIonegiovedì 12 settembrealle 18

Magazzino delle IdeeCorso Cavour(ingresso lato mare)

INGRESSO

trovate delle scritte nella Grotta dei Nomi Antichi, risalenti al XIII secolo. In una successiva edizione del 1977, viene ulteriormente precisato che poco dopo la celebre scoperta delle “vere” Grotte di Postumia, avvenuta nel 1818 da parte di Luka Cec, il Ca-pitano distrettuale a Postumia (Allora Adelsberg), F. Hohenwart trovando piuttosto interessanti tali antiche scritte e nel nuovo interesse che rivestivano le stupende grotte appena scoperte, incaricò l’ingegnere distrettuale A. Schaffenrath di copiare tali firme in grandezza naturale e di sistemarle in successione di data, in un’apposita tabella.Il primo a pubblicare tale tabella fu il triestino F. Volpi nel 1821, seguito però nel 1830 da un ulteriore testo di altro autore.Quindi è proprio da questi preziosi documenti, viene confermato che la così detta firma più antica risale al 1213.Concludiamo tale breve intervento ricordando che il primo rilievo ufficiale della Grotta dei Nomi Antichi e del Grande Duomo, fu tracciato nel 1748, per ordine dell’Imperatore d’Austria Francesco I, dal matematico di corte J.N. Nagel.

Fabio Forti (quel carsista)

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ottobre 20�3...LEGGERE IL PASSATONEI PAESAGGImONTANIE CARSICI

martedì 1 ottobre giugno ore 19sede SAG via Donota 4 - TriesteLe complesse azioni delle acque nel post-glaciale ed insoliti carsismi.In questo incontro, grazie al contributo di due esperti, confronteremo aspetti generali dovuti alla molteplici e non scontate proprietà dell’acqua e della sua tutela a livello locale e generale.Il geologo Santo Gerdol presenterà poi alcuni ambienti particolari, di rilevante interesse geologico ed ambientale, ubi-cati nelle poco frequentate propaggini delle Prealpi Giulie.Qui infatti troveremo morfologie tor-rentizie e carsiche in un contesto complesso, anche dal punto di vista litologico, per la compresenza di rocce impermeabili e calcari, che danno luo-go a differenti morfologie carsiche.Sono visibili molto chiaramente le vicissitudini geologiche che hanno sollevato e deformato le rocce durante l’orogenesi alpina con evidenti morfo-logie e dissesti.In questo ambiente sgorgano inoltre vari corsi d’acqua che contribuiscono allo sviluppo di morfologie erosive e di trasporto di sedimenti, tipicamente fluviali, ma non mancano fenomeni carsici che si originano nelle rocce più solubili.

EscursioneSabato 5 ottobre Forra e le cascate di Crosis lungo il Torrente Torre, del rio Boncič e cascate del Campo di Bonis.Confronto tra i fenomeni carsici super-ficiali e ipogei“insoliti” nella Formazione del Flysch del Grivò e nel calcare del M. Bernadia.

Dettagli logisticiRitrovo a Trieste: ore 7.30 - quadrivio Opicina (lato destro).Eventuale ulteriore punto di ritrovo presso Tricesimo (Pizzeria al sole,

all’altezza del Negozio Arteni), dopo uscita Udine nord dell’autostrada.

Ore 9.15 Inizio escursione presso Tarcento (forra e sentiero cascata di Crosis;ingresso Abisso di Viganti (M. Berna-dia), e/o Grotta di Villanova, catacla-site della Santissima (Monteaperta) e campo di Bonis e parte del sentiero della Cascate del Rio Boncič.Pranzo al sacco o presso agriturismo, anche sulla base delle condizioni

meteo.Si consigliano calzature adeguate per la visita delle grotte e/o degli accessi e per i tratti di sentiero lungo i corsi d’acqua particolarmente scivolosi.Ore 17.30 circa: fine dell’escursione e rientro a Trieste.Il programma potrà subire modifiche per motivi contingenti legate alle con-dizioni meteo e necessità logistiche.

Informazioni:Riccardo Ravalli tel. 366-4654601

COmUNICATO STAmPA

DUE PREmICON “ALPI GIULIE CINEmA”

In parallelo alla ventiquattresima edizione della Rassegna Interna-zionale "ALPI GIULIE CINEMA" organizzata dall’Associazione

“Monte Analogo”, si terranno come di consueto a Trieste i due concorsi Premio “la Scabiosa Trenta” e “HELLS BELLS - Speleo Award”.

Il termine ultimo per la presentazione scade il giorno 31 dicembre 2013.Il materiale dovrà pervenire presso la sede organizzativa.Per l'iscrizione scaricare il bando di concorso e la scheda di partecipa-zione dal sito www.monteanalogo.net.Nel mese di febbraio 2014, verranno proiettate le produzioni premiate dalla giuria, formata da autorevoli operatori nel campo della comunicazione, della cultura ed esperti della montagna, e verrà consegnato il Premio “la Scabiosa Trenta”, riservato alle produzioni cinematografiche di autori originari delle regioni alpine del Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Carinzia dedicate alla montagna (sport, cultura e ambiente).Il nome del premio richiama il fiore alpino immaginario cercato per una vita dal grande pioniere delle Alpi Giulie, Julius Kugy.Un artista scelto nell'ambito regionale interpreterà questo fiore che costituisce il principale riconoscimento del concorso. Verrà assegnato anche un premio per il miglior soggetto, intitolato alla memoria di Luigi Medeot, direttore della rivista “Alpinismo Goriziano” e componente del GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna).Il Premio è giunto alla ventesima edizione.Dal 2012 si tiene inoltre, in collaborazione con la Commissione Grotte Eugenio Boegan - Società Alpina delle Giulie, Sezione CAI di Trieste, “HELLS BELLS - Speleo Award”: il primo concorso di produzioni cine-matografiche che abbiano come ambientazione il mondo sotterraneo e le attività speleologiche collegate.

Segreteria Organizzativa

mONTE ANALOGOVia fabio Severo 31

34100 TRIESTETel/fax: +39 040 761683 Cell. +39 335 5279319

[email protected] www.monteanalogo.net

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COMUNICATO STAMPA

Si terra’ a Medeazza dal 4 al 6 di ottobre la mostra “Rispettiamo il Mondo, sopra e sotto” promossa dal Gruppo Ajser 2000, dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis, dal Lions Club di Duino Aurisina con la Federazione Speleologica Triestina e la collaborazione del Gruppo Speleologico Flondar e della sezione di FAREAMBIENTE, nell’ambito della manifestazione CAVALLI E PROFUMO DI MOSTO promosso degli amici dell'Associazione Timava Medja Vas Stivan.

La mostra che sarà aperta negli orari della festa, sarà ospitata presso la stazione nr. 9 presso la TRATTORIA DA PINO a Medeazza nr. 10, vedrà la sua presentazione domenica 6 ottobre alle ore 11,00 alla presenza degli organizzatori.

La mostra composta da 12 pannelli illustra l'attività svolta dai volontari della FEDERAZIONE SPELEOLOGICA TRIESTINA nell'ambito del progetto PULIAMO IL BUIO, promosso in passato in collaborazione con il Comune di Duino Aurisina e Legambiente ed altre associazioni del territorio.

Le immagini delle operazioni di pulizia della GROTTA DEGLI OCCHIALI, le immagini di cosa l'uomo può causare se non rispetta la natura. Le immagini delle operazioni di pulizia con i volontari delle associazioni speleologiche, pannelli con foto spettacolari delle Grotte e degli ambienti “puliti” di come dovrebbero essere lasciati. Le immagini straordinarie di cosa la natura può creare.

Una mostra voluta fortemente dal Presidente della Federazione Speleologica Triestina, Furio Premiani, condivisa e sviluppata insieme a Massimo Romita Presidente Lions Club Duino Aurisina e realizzata insieme all'Ajser 2000 ed il Gruppo Ermada Flavio Vidonis, per far crescere la sensibilità delle persone nel comportarsi correttamente con la natura.Una mostra che nel tempo verrà ampliata e promossa, dopo Medeazza, all'interno delle scuole di tutta la Provincia, gode già del patrocinio del Comune di Duino Aurisina.

http://www.fsrfvg.it/Www.ajser2000.itwww.gruppoermadavf.blogspot.it http://www.lions-club-duinoaurisina.blogspot.it/

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Vivere il Territorio

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La scuola di Speleologia di Trieste del Club Alpinistico Triestino - Gruppo Grotte -

sotto l’egida ed il controllo della Commissione Nazionale Scuole di Speleologia della Società Speleologica Italiana

con la consulenza scientifica del Museo Civico di Storia Naturale di Trieste

organizza il

Il Corso, di 1° livello, si prefigge lo scopo di trasmettere agli allievi quel bagaglio di nozioni tecnico-culturali tale da permettere agli stessi di cominciare a conoscere l’ambiente ipogeo e di superare in sicurezza le difficoltà tecniche imposte dalla moderna progressione in grotte verticali.

Regolamento

Le iscrizioni sono aperte a partire da martedì 1° ottobre 2013 fino alla data di presentazione del corso e si ricevono presso la sede del Club Alpinistico Triestino in Via Abro 5/a, Trieste, tutti i martedì dalle 21.00 alle 22.00; altri giorni solo su ap-puntamento (Moreno 347 5005673).La quota d’iscrizione, a titolo di contributo spese, è fissata in € 120,00. Tale quota comprende: l’iscrizione alla Società in veste di socio simpatizzante, la fornitura delle attrezzature necessarie alla progressione in grotta per tutta la durata del corso, esclusi indumenti e calzature; dispense e pubblicazioni sugli argomenti trattati, nonché la copertura assicurativa infortuni AXA stipulata con la Società Speleologica Italiana. La Società tuttavia declina ogni responsabilità per danni o incidenti a persone o cose che dovessero verificarsi nel corso delle lezioni. L’età minima per potersi iscrivere è di 14 anni. Per i minori, all’atto dell’iscrizione, è richiesta la firma di un genitore o di chi ne fa le veci. Al corso (che partirà solo se raggiunto il numero minimo di 6 persone) possono partecipare un massimo di 10 allievi. Gli allievi devono attenersi scrupo-losamente alle disposizioni degli istruttori. Coloro che non vi si attenessero possono essere esclusi dal corso in qualsiasi momento, a insindacabile giudizio del direttore del corso.

PROGRAMMA

Martedì 5 novembre Ore 20.00 presentazione del Corso. Lezione su organizzazione della speleologia.

Giovedì 7 novembre Equipaggiamento individuale e tecnica di progressione su corda.

Domenica 10 novembre Cava attrezzata: esercitazioni pratiche.

Martedì 12 novembre Nodi, tecniche base di armo e uso dei materiali.

Giovedì 14 novembre Topografia, rilevamento e uso del GPS.

Domenica 17 novembre Esercitazione pratica nella Grotta di Ternovizza.

Martedì 19 novembre Speleobiologia: la fauna delle grotte.

Giovedì 21 novembre Geologia e carsismo

Domenica 24 novembre Esercitazione pratica nella Grotta Natale.

Martedì 26 novembre Le acque sotterranee e la Speleo-subacquea.

Giovedì 28 novembre Prevenzione degli incidenti speleo-logici.

Domenica 1 dicembre Esercitazione pratica nella Grotta di Padriciano (VG 12).

Martedì 3 dicembre Rinfresco in sede e consegna degli attestati di partecipazione.

Scuola di Speleologia del Club Alpinistico Triestino

Direttore della Scuola: Moreno Tommasini.

Istruttori di tecnica speleologica: Clarissa Brun, Mario Carboni, Alessandro Cernivani, Duilio Cobol, Gianfranco Manià, Mario Nacinovi, Daniela Perhinek, Massimo Razzuoli, Franco Riosa, Gianfranco Tomasin.

Aiuto-istruttori di tecnica speleologica: Franco Gherlizza, Christian Giordani, Paolo Manfreda.

Istruttori di speleologia: Remigio Bernardis, Sergio Dolce, Maurizio Radacich.

Fotografie di: Daniela Perhinek

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9 ottobre del 1963, ore 22.39.

Una frana di quasi 300 milioni di metri cubi di roccia si

stacca dal Monte Toc e precipita nel bacino artificiale

della Diga del Vajont. 25 milioni di metri cubi d’acqua

sono scagliati oltre il coronamento della diga e

travolgono Erto, Casso e Longarone. Delle quasi

2000 vittime molti corpi non sono mai stati ritrovati.

Il ricordo di questo disastro - che è per la nostra

nazione una sorta di simbolo dell’incapacità di gestire

correttamente il territorio - deve esortare la scienza,

e la geologia in particolare, a ripensare il proprio

ruolo nella società.

L’incontro, organizzato in collaborazione con le

Università degli Studi di Udine e Trieste e l’Ordine

dei Geologi del Friuli Venzia Giulia in occasione del

cinquantesimo anniversario del disastro del Vajont,

ha lo scopo di inquadrare il livello delle conoscenze

tecnico-scientifiche precedenti al 1963 e capire se il

successivo sviluppo della ricerca sia tale da prevenire

simili disastri o quantomeno consentire di limitarne

significativamente i danni.

In occasione dell’incontro in antisala Ajace verrà

allestita, a cura della Biblioteca Civica di Udine,

una rassegna di quotidiani dell’epoca.

Presso la Biblioteca Civica, inoltre, verrà esposta

una selezione di pubblicazioni dedicate

al disastro del Vajont.

In occasione del 50° anniversario del disastro del Vajontabbiamo il piacere di invitare la S.V. ad un incontro

dedicato a

Il disastro del Vajont:le conoscenze geologiche prima e dopo

Interverranno:

Giovanni Battista CARULLI

Università degli Studi di Trieste

Paolo PARONUZZI

Università degli Studi di Udine

Guglielmo BERLASSO

Direttore Generale della Protezione CivileRegione Autonoma Friuli Venenzia Giulia

mercoledì 2 ottobre 2013, ore 18.00UDINE, Sala Ajace

IL DIRETTORE DEL MUSEO IL SINDACO

GIUSEPPE MUSCIO FURIO HONSELL

( P O S T I L I M I TAT I )

MUSEO FR IULANO D I STORIA NATURALE

Panoramica della Valle del Vajont poco dopo il disastrodel 9 ottobre 1963. È chiaramente visibile la frana staccatasidal Monte Toc e precipitata nel bacino artificiale.

C O M U N E D I U D I N EMuseo Friulano di Storia Naturale

I N V I T O

VAJONT1963 - 2013

C O M U N E D I U D I N EM U S E O F R I U L A N O D I S T O R I A N AT U R A L E

Sede Amministrativa:via Marangoni nn. 39 e 41 · I · 33100 Udine

telefono 0432 584711e-mail: [email protected]

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TRENO DELLA mEmORIA e RIEVOCAZIONE STORICA A CAPORETTO

Domenica 2 novembre 2013

Partenza in pullman da Trieste alle 06.45 per raggiunge Nova Gorica e la stazione della Transalpina. Qui si attraver-sa quasi senza accorgersene quel confine di stato che non c’è più, simbolo antico delle conseguenze della seconda guerra mondiale.La Stazione della Transalpina, nella Repubblica di Slovenia, è oggi un monumento di se stessa e di quella “Ferrovia Meridionale” che seguendo un percorso ottimale congiungeva Trieste a Vienna.Al traino di una locomotiva a vapore sulla storica tratta “Redipuglia Most na Sočì (Santa Lucia)”, i passeggeri si muo-vono non solo su binari d’acciaio, ma anche sui binari della storia.Nelle varie carrozze del convoglio giunge infatti, la voce di uno speaker che narra i principali avvenimenti accaduti nella valle dell’Isonzo mentre la locomotiva lentamente costeggia il fiume, sbuffando il suo bianco vapore.Giunti, a Most na Sočì (Santa Lucia), trasferimento in pullman per continuare l’itinerario a: Caporetto dove si visiterà il museo e l’ossario che custodisce le salme di 7014 soldati italiani e partecipare alla rievocazione storica allestita solo per l’evento.Pranzo in corso di visita.Rientro in pullman a Most na Sočì e viaggio di rientro in treno a Nova Gorica da qui si proseguirà per Trieste con il pullman. Arrivo previsto verso le ore 20.00

Prezzo per persona ( min. 20 partecipanti): € 115,00Prezzo per persona senza trasferimento da Trieste: € 89,00Il prezzo comprende:- noleggio autobus granturismo Trieste Nova Gorica Trieste- Treno storico a vapore vetture d’epoca Tragitto: Nova Gorica - Most na Sočì Nova Gorica- Pranzo piatto unico tipico sloveno + dessert + bevanda- Esperto/accompagnatore in storia della Grande Guerra- Animazioni storiche con rievocatori in divisa d’epoca- Ingresso museo della Grande Guerra di Caporetto – guida museale inclusa- Assicurazione spese mediche - infortuni Generali Spa.

Per informazioni telefonare: Ufficio: +39 040 9896112 - Mobile: +39 338/7062067

Mittelnet - Via S. Giorgio 7/A (Trieste - Italy) - Tel. (+39)040.9896112 - [email protected]

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CONVEGNO "UmBRIA IN OmBRA"Todi, 29 - 30 Novembre - 1 Dicembre 2013

PRImA CIRCOLARE

È possibile partecipare con relazioni o poster.Gli interessati dovranno inviare ENTRO IL 30 OTTOBRE una proposta completa di titolo, dati personali (nome, cogno-me, ente/gruppo di appartenenza, recapiti postali, e-mail e telefonici) e di un abstract in italiano ed inglese di massimo 1800 battute ciascuno spazi inclusi all’indirizzo [email protected] Atti del Convegno saranno pubblicati su un supporto elettronico (DVD).

COSTI DI ISCRIZIONE:€ 25,00 relatori e convegnisti (ricevono copia degli Atti)

Il sottoscritto Nome ..................................................... Cognome ........................................................................................

Indirizzo mail *............................................................................................ Tel.* ...................................................................

Ente/gruppo di appartenenza ................................................................................................................................................

Indirizzo postale * ..................................................................................................................................................................

è interessato a partecipare al Convegno “Umbria in Ombra” - esperienze di ricerca, tutela e valorizzazione del sotto-suolo nei centri storici umbri presentando il seguente contributo inedito, o che costituisce un approfondimento, ovvero il completamento, di studi già presentanti in altra sede:

Relazione dal titolo .................................................................................................................................................................

Poster dal titolo ......................................................................................................................................................................

Allega riassunto in italiano ed abstract in inglese (.txt, massimo 1800 battute ciascuno)(* I dati richiesti sono necessari per poterla contattare, la preghiamo di indicarli)

INDICAZIONI PER GLI AUTORI

Sottomissione dei manoscrittiI contributi, inediti, dovranno essere redatti in italiano o in inglese e consegnati brevi-manu su supporto informatico (CD Rom o DVD Rom) presso la sede del Convegno.

Indicazioni del Comitato di Redazione e istruzioni per gli AutoriL’argomento trattato dovrà essere attinente alle tematiche del Convegno, in particolare relativo all’ambito regionale umbro. Gli Autori dovranno indicare la loro afferenza (gruppo speleologico, struttura universitaria, etc.), che sarà riportata

sulla prima pagina del manoscritto.• Nel caso il manoscritto sia redatto da più Autori, specificare il nome dell’Autore di riferimento (nome, cognome,

recapito postale e posta elettronica).• La lunghezza dei lavori non deve superare le 50.000 battute, figure incluse salvo eccezioni da concordare con il

CdR.• Le didascalie delle figure devono essere bilingui (italiano ed inglese).

Organizzazione del testo• A partire dalla prima pagina il lavoro deve contenere: Titolo del lavoro in italiano, titolo del lavoro in inglese, nome

e cognome degli autori, indirizzie afferenze degli Autori, riassunto in italiano, abstract esteso in inglese e termini chiave (italiano e inglese).

• Il manoscritto redatto in italiano deve essere preceduto da un riassunto in italiano e un abstract esteso in inglese che non devono superare rispettivamente le 1.000 battute.

• Ogni pagina deve essere scritta soltanto sulla prima faccia con interlinea singola, 12 pt, Arial o Times New Roman e deve essere numerata.

• Il titolo dell’articolo va scritto in GRASSETTO MAIUSCOLOcon allineamento al centro. I titoli di paragrafo non vanno numerati e vanno scritti in grassetto minuscolocon allineamento a sinistra, mentre i titoli di eventuali sottoparagrafi vanno scritti in grassetto corsivo minuscolo sempre con allineamento a sinistra.

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• Tutte le illustrazioni devono essere richiamate nel testo con numerazione araba progressiva fra parentesi tonde secondo la dicitura (fig. 1, tab. 1), parti delle figure devono essere indicate nel testo con la dicitura (fig. 1a). Nel contesto di una frase le figure possono essere indicate anche per esteso (es.: ....nella figura....).

• Eventuali note dovranno essere poste a piè di pagina.• Le citazioni bibliografiche nel testo vanno indicate in MAIUSCOLETTO e fra parentesi tonde: Nome dell’Autore,

virgola, anno di edizione. Nel caso di più lavori citati in serie devono essere riportati in ordine cronologico separati da punto e virgola (es. PISANO &SANNA, 1999; GORTANI et al., 2000). Più articoli dello stesso Autore pubblicati nello stesso anno vanno distinti con lettere minuscole dopo la data (es.:...1999a; ...1999b).

• Nel caso di denominazioni lunghe e ricorrenti nel testo si consiglia di esplicitare la denominazione per esteso solo la prima volta, facendola seguire, tra parentesi tonde, dal suo acronimo che verrà utilizzato successivamente; es.: Tufo Giallo Napoletano (TGN).

• I punti cardinali vanno citati per esteso con la lettera minuscola (es.: a nord, a est sud est di Roma), mentre nel caso di direzioni essi vanno indicati con la sigla maiuscola (es.: N-S; ESEWNW).

• Le unità di misura devono essere metriche del Sistema Internazionale (km, m, mm) o nel caso di antiche unità di misura deve essere indicato, tra parentesi tonde, l’equivalente in unità metriche. Per le unità di misura non va usato il punto.

• Gli Autori sono responsabili del testo inviato per la pubblicazione, e si assumono ogni responsabilità relativa a diritti di copyright su fotografie e immagini.

• Ringraziamenti. I ringraziamenti alla fine del testo vanno preceduti dalla dicitura Ringraziamenti allineata a sinistra, grassetto, 12 pt. (così come un titolo di paragrafo).

• Citazioni bibliografiche. Nell’elenco bibliografico finale vanno riportati solo i riferimenti citati nel testo; non sono am-messe citazioni di lavori in preparazione mentre possono essere fatti riferimenti a lavori effettivamente in corso di stampa;

• La letteratura citata va elencata alla fine del manoscritto in ordine alfabetico e preceduta dalla dicitura Bibliografia allineata a sinistra, grassetto, 12 pt. Vanno riportati solo i riferimenti citati nel testo e la lista va compilata in ordine alfabetico per Autore del tipo: COGNOME NOME, anno di pubblicazione, titolo, rivista, volume, pagine, editore, altro.

Esempio: IETTO A., SGROSSO I., 1963, Sulla presenza di una stazione paleolitica in un riparo sotto roccia nei dintorni di Cicciano (Nola). Boll. Soc. Nat. in Napoli, vol. 2, pp. 26-30.

• Figure e disegni. Foto, figure, disegni e diapositive devono essere contenuti in una cartella dedicata ed i files salvati in formato .tif o .jpeg.

• Disegni (in formato massimo A4), foto e diapositive devono essere numerati progressivamente ed essere accom-pagnati dalle relative didascalie bilingue stampate separatamente dal testo e scritte nelle stesse caratteristiche del testo (file .doc).

• Le foto dovranno essere di ottima qualità. Nel caso di foto storiche saranno accettate immagini a stampa, di qual-siasi formato. È possibile consegnare foto digitali, ottenute con fotocamere di qualità professionale, in risoluzioni che consentano una resa di 300 dpi.

• Le lettere ed i numeri in stampa, dopo la riduzione, dovranno essere compresi tra 1 e 5 mm. Si consigliano i ca-ratteri Arial o Helvetica con dimensioni non inferiori a 6-8 pt.

• Tutte le mappe o i rilievi topografici devono riportare una scala metrica e indicazione del Nord. Nel caso in cui si utilizzino illustrazioni tratte da lavori già pubblicati va sempre indicata la fonte da cui è tratta.• Il CdR si riserva comunque la facoltà di modificare le dimensioni proposte dall’Autore.• Indicare sempre nelle relative didascalie l’autore della foto o del disegno, ovvero la fonte da cui è tratta.• Copie su supporto informatico. Gli articoli devono essere elaborati in MS Word per Windows 95 o successivi (file

.doc), senza impaginazione (evitando quindi rientri, interlinea diversificata,tabulazioni, bordi, sfondi). Eventuali esigenze di particolari impaginazioni dovranno essere descritte a parte sulle versioni a stampa. I lavori completi (testi, disegni, fotografie e scansioni con risoluzione minima di 300 dpi) vanno inviati esclusivamente su supporto informatico: CD-Rom, ovvero DVD-Rom.

• Per foto e figure predisposte con il computer devono essere inviati i files in formato .tif o .jpeg con risoluzione non inferiore a 300 dpi.

L’indirizzo della redazione, per le eventuali comunicazioni successive all’accettazione del contributo per la stampa in Atti, è il seguente:

Convegno “Umbria in ombra”c/o Carlo Zoccoli Via Mezzomuro 5, 06059 Todi PG - mail: [email protected]

TUTTI I mANOSCRITTI CHE NON SI ATTERRANNO ALLE PRESENTI NORmESARANNO RISPEDITI AGLI AUTORI PER IL NECESSARIO ADEGUAmENTO,

fUNZIONALE ALLA POSSIBILITÀ DI PUBBLICAZIONE.

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info point...

Chi desidera pubblicare la pro-pria notizia o articolo sul pros-simo numero delle "Cronache Ipogee" è pregato di spedire lo scritto a: [email protected] notizie dovranno pervenire alla redazione entro la fine del mese in file formato word, le foto in formato .jpeg (risoluzione 300 dpi) indicando, possibilmente, l'autore della foto.Chi desidera vedere tutti i nu-meri precedenti può consultarli, o scaricarli, direttamente dal nostro sito:Cronacheipogee.jimdo.com.Buona lettura e, grazie.

La Redazione

un abisso di occasioni...?Sito internet: www.cronacheipogee.jimdo.com Indirizzo di posta elettronica: [email protected]

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Questa rubrica vi viene offerta in forma gratuita e la durata dell'esposizione dei messaggi pervenuti sarà garantita per tre mesi.Passato questo lasso di tempo, se non viene rinnovata la richiesta, il mes-saggio verrà rimosso.Chiediamo la cortesia di segnalare alla redazione le eventuali contrattazio-ni, andate a buon fine in tempi inferiori a quelli trimestrali, evitandoci così di promuovere quegli articoli che sono già stati evasi dalle parti.Grazie.

La Redazione

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Per i collezionisti di magliette a tema speleologico metto a disposizione due magliette del CAT (anni '80).info: [email protected]

Maglietta bianca a manica corta (taglia L), nuova. Riporta il disegno di Susy Martinuzzi in occasione della spedizione del CAT alla Sima Gesm (Spagna) nel 1985. (Euro 10.00)

Maglietta bianca a manica corta (taglia L), nuova. Riporta il disegno di Stefano Borghi in occasione della spedizione del CAT al BU 56 (Spagna) nel 1987. (Euro 10.00)

Metto in vendita 1 rivista del CAI, anno 1940, 280 pagine.All'interno un articolo storico dal titolo "Vestigia storiche in Val Rosandra".Paolo, cell. 347 3181900.GS Talpe del Carso