piano di zona - provincia di torino · il piano di zona deve inoltre, essere integrato nel più...

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Ambito Territoriale dei Comuni del Consorzio C.I.S.S. 38 PIANO DI ZONA (Legge Regionale 8 gennaio 2004, n. 1) COMUNI DI ALPETTE BOSCONERO BUSANO CANISCHIO CERESOLE REALE CHIESANUOVA CICONIO CUORGNÈ FAVRIA FELETTO FORNO CANAVESE FRASSINETTO INGRIA LOCANA LOMBARDORE LUSIGLIÈ NOASCA OGLIANICO PERTUSIO PONT CANAVESE PRASCORSANO PRATIGLIONE RIBORDONE RIVARA RIVAROLO CANAVESE RIVAROSSA RONCO CANAVESE SALASSA SAN COLOMBANO BELMONTE SAN PONSO SPARONE VALPERGA VALPRATO SOANA Consorzio Intercomunale dei Servizi Socio Assistenziali C.I.S.S. 38

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2

INDICE

CAP. 1

IL QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO 7

CAP. 2

IL PERCORSO DI COSTRUZIONE DEL PIANO 15

2.1 Struttura organizzativa del percorso di piano 15

2.2 Le fasi del percorso 22

2.3 I lavori di preparazione 23

CAP. 3

COMPOSIZIONE DELL’AMBITO TERRITORIALE 24

3.1 Il territorio e la popolazione 24

3.2 Alcuni dati demografici 28

CAP. 4

I LAVORI DELLE AREE TEMATICHE 31

4.1 AREA FAMIGLIA E MINORI

4.1.1. Nota introduttiva 31

4.1.2. Alcuni dati demografici 32

4.1.3. Il sistema dei servizi e delle risorse esistenti a sostegno della famiglia 33

4.1.4. La metodologia e il lavoro del tavolo 39

4.1.5. Mappatura delle risorse 40

4.1.6. L’analisi dei bisogni 42

4.1.7. Analisi degli obiettivi individuati 45

3

4.2 AREA DISABILI

4.2.1. Nota introduttiva 47

4.2.2. Il sistema dei servizi e delle risorse esistenti 47

4.2.3. Mappatura delle risorse 52

4.2.4. Sintesi e Analisi dei bisogni 53

4.2.5. Analisi degli obiettivi individuati 55

4.3 AREA ANZIANI

4.3.1. Nota introduttiva 56

4.3.2. La metodologia ed il lavoro del tavolo 58

4.3.3. Il Sistema di offerta territoriale 59

4.3.4. Mappatura delle risorse 63

4.3.5. Sintesi e analisi dei bisogni 64

4.3.6. Analisi degli obiettivi individuati 68

4.4 AREA ADULTI IN DIFFICOLTA’

4.4.1. Nota introduttiva 70

4.4.2. La metodologia ed il lavoro del tavolo 70

4.4.3. Il sistema di offerta territoriale 71

4.4.4. Mappatura delle risorse 74

4.4.5. Sintesi e Analisi dei bisogni 77

4.4.6. Analisi degli obiettivi individuati 82

4.5 AREA IMMIGRATI

4.5.1. Nota introduttiva 84

4.5.2. Alcuni dati demografici 84

4.5.3. Il sistema dei servizi e delle risorse 88

4.5.4. La metodologia e il lavoro del tavolo 92

4.5.5. Mappatura delle risorse 93

4.5.6. Sintesi e Analisi dei bisogni 94

4.5.7. Analisi degli obiettivi individuati 95

4

CAP. 5

PRIORITA’ E OBIETTIVI STRATEGICI DI PIANO 96

Premessa 96

1. FAMIGLIA E MINORI 99

2. DISABILI 101

3. ANZIANI 103

4. ADULTI IN DIFFICOLTA’ 106

5. IMMIGRATI 108

6. AZIONI DI SISTEMA 110

7. LE POLITICHE SOCIALI GENERALI DI TERRITORIO 111

Ruolo delle politiche territoriali

Sintesi e analisi dei bisogni trasversali

FACSIMILE SCHEDA AZIONE 113

CAP. 6

QUADRO RIEPILOGATIVO DELLE RISORSE E DELLE SPESE C.I.S.S.38 114

CAP. 7

SCHEDE AZIONE DI PIANO 119

Allegato: Schema di accordo di Programma 151

Giugno 2006

5

6

CAP. 1 IL QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO “Il Piano di Zona è lo strumento attraverso il quale i Comuni, secondo gli assetti territoriali

adottati per la gestione dei servizi sociali, con il concorso di tutti i soggetti attivi nella

progettazione, disegnano il sistema integrato di interventi e servizi sociali , con riferimento

agli obiettivi strategici, agli strumenti realizzativi e alle risorse da attivare”, ai sensi della

legge quadro 328/2000 e della L.R. 1/2004.

In sintesi, nell’ambito territoriale corrispondente al Consorzio, si è chiamati alla

redazione di un “piano regolatore” del sociale, che includa i soggetti e le risorse

pubbliche e private presenti nel sistema locale, da attuare nel triennio 2005 – 2007.

Le nuove logiche di programmazione richiedono la presenza, oltre che dei soggetti

istituzionali con diretta responsabilità nei servizi, la partecipazione dei soggetti del

Terzo settore (cooperazione sociale, organizzazioni di volontariato, associazioni ed enti

di promozione sociale), delle I.P.A.B, e altri soggetti attivi nel sistema di interventi

sociali.

Il Piano di Zona deve inoltre, essere integrato nel più generale quadro delle politiche

dell’istruzione, della formazione, del lavoro, della casa, dei servizi del tempo libero, dei

trasporti e comunicazione.

La L.R. n. 1/2004 propone alcuni concetti chiave: partecipazione, coprogettazione,

cooperazione, accordo di programma, rete, integrazione: essi sono alla base di una

nuova cultura e una nuova messa in atto delle politiche sociali. Questo comporta non

più un semplice intervento sociale nel limitare i danni subiti, ma un intervento di

promozione del benessere, diretto alle singole categorie di persone e famiglie.

Si costituiscono a tal fine dei Tavoli di lavoro, formati con i soggetti territoriali,

suddivisi per aree tematiche, i quali sono la sede in cui si attua la programmazione

partecipata e l’elaborazione concertata di progetti e interventi che comportano la messa

in rete di responsabilità e risorse aggiuntive al sistema esistente.

7

Questi Tavoli, nell’ambito del sistema di programmazione, esercitano le funzioni di:

promuovere la conoscenza dei vari interventi posti in essere da parte dei vari

soggetti attivi nel sistema territoriale e chiamati a collaborare nel processo di

costruzione del piano,

collaborare nella raccolta dei dati, delle informazioni e dei bisogni del territorio per

costituire la base conoscitiva,

collaborare nell’individuazione dei punti di forza e di debolezza, nonché alla

definizione delle priorità e delle esigenze di sviluppo nelle rispettive aree di

intervento,

formulare proposte di azioni progettuali e allocazione di risorse.

8

I PRINCIPALI RIFERIMENTI NORMATIVI.

Legge 8 novembre 2000, n. 328 Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali Per un inquadramento del Piano di Zona ed una definizione del sistema integrato di interventi e servizi sociali si riportano gli art. 19 e 22 :

Art. 19.

(Piano di zona)

1. I comuni associati, negli ambiti territoriali di cui all’articolo 8, comma 3, lettera a), a tutela dei diritti della popolazione, d’intesa con le aziende unità sanitarie locali, provvedono, nell’ambito delle risorse disponibili, ai sensi dell’articolo 4, per gli interventi sociali e socio-sanitari, secondo le indicazioni del piano regionale di cui all’articolo 18, comma 6, a definire il piano di zona, che individua:

a) gli obiettivi strategici e le priorità di intervento nonché gli strumenti e i mezzi per la relativa realizzazione;

b) le modalità organizzative dei servizi, le risorse finanziarie, strutturali e professionali, i requisiti di qualità in relazione alle disposizioni regionali adottate ai sensi dell’articolo 8, comma 3, lettera h);

c) le forme di rilevazione dei dati nell’ambito del sistema informativo di cui all’articolo 21;

d) le modalità per garantire l’integrazione tra servizi e prestazioni;

e) le modalità per realizzare il coordinamento con gli organi periferici delle amministrazioni statali, con particolare riferimento all’amministrazione penitenziaria e della giustizia;

f) le modalità per la collaborazione dei servizi territoriali con i soggetti operanti nell’ambito della solidarietà sociale a livello locale e con le altre risorse della comunità;

g) le forme di concertazione con l’azienda unità sanitaria locale e con i soggetti di cui all’articolo 1, comma 4.

2. Il piano di zona, di norma adottato attraverso accordo di programma, ai sensi dell’articolo 27 della legge 8 giugno 1990, n. 142, e successive modificazioni, è volto a:

a) favorire la formazione di sistemi locali di intervento fondati su servizi e prestazioni complementari e flessibili, stimolando in particolare le risorse locali di solidarietà e di auto-aiuto, nonché a responsabilizzare i cittadini nella programmazione e nella verifica dei servizi;

b) qualificare la spesa, attivando risorse, anche finanziarie, derivate dalle forme di concertazione di cui al comma 1, lettera g);

c) definire criteri di ripartizione della spesa a carico di ciascun comune, delle aziende unità sanitarie locali e degli altri soggetti firmatari dell’accordo, prevedendo anche risorse vincolate per il raggiungimento di particolari obiettivi;

d) prevedere iniziative di formazione e di aggiornamento degli operatori finalizzate a realizzare progetti di sviluppo dei servizi.

3. All’accordo di programma di cui al comma 2, per assicurare l’adeguato coordinamento delle risorse umane e finanziarie, partecipano i soggetti pubblici di cui al comma 1 nonché i soggetti di cui all’articolo 1, comma 4, e all’articolo 10, che attraverso l’accreditamento o specifiche forme di concertazione concorrono, anche con proprie risorse, alla realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali previsto nel piano.

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Art. 22. (Definizione del sistema integrato di interventi e servizi sociali)

1. Il sistema integrato di interventi e servizi sociali si realizza mediante politiche e prestazioni coordinate nei diversi settori della vita sociale, integrando servizi alla persona e al nucleo familiare con eventuali misure economiche, e la definizione di percorsi attivi volti ad ottimizzare l’efficacia delle risorse, impedire sovrapposizioni di competenze e settorializzazione delle risposte.

2. Ferme restando le competenze del Servizio sanitario nazionale in materia di prevenzione, cura e riabilitazione, nonché le disposizioni in materia di integrazione socio-sanitaria di cui al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni, gli interventi di seguito indicati costituiscono il livello essenziale delle prestazioni sociali erogabili sotto forma di beni e servizi secondo le caratteristiche ed i requisiti fissati dalla pianificazione nazionale, regionale e zonale, nei limiti delle risorse del Fondo nazionale per le politiche sociali, tenuto conto delle risorse ordinarie già destinate dagli enti locali alla spesa sociale:

a) misure di contrasto della povertà e di sostegno al reddito e servizi di accompagnamento, con particolare riferimento alle persone senza fissa dimora;

b) misure economiche per favorire la vita autonoma e la permanenza a domicilio di persone totalmente dipendenti o incapaci di compiere gli atti propri della vita quotidiana;

c) interventi di sostegno per i minori in situazioni di disagio tramite il sostegno al nucleo familiare di origine e l’inserimento presso famiglie, persone e strutture comunitarie di accoglienza di tipo familiare e per la promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza;

d) misure per il sostegno delle responsabilità familiari, ai sensi dell’articolo 16, per favorire l’armonizzazione del tempo di lavoro e di cura familiare;

e) misure di sostegno alle donne in difficoltà per assicurare i benefici disposti dal regio decreto-legge 8 maggio 1927, n. 798, convertito dalla legge 6 dicembre 1928, n. 2838, e dalla legge 10 dicembre 1925, n. 2277, e loro successive modificazioni, integrazioni e norme attuative;

f) interventi per la piena integrazione delle persone disabili ai sensi dell’articolo 14; realizzazione, per i soggetti di cui all’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, dei centri socio-riabilitativi e delle comunità-alloggio di cui all’articolo 10 della citata legge n. 104 del 1992, e dei servizi di comunità e di accoglienza per quelli privi di sostegno familiare, nonché erogazione delle prestazioni di sostituzione temporanea delle famiglie;

g) interventi per le persone anziane e disabili per favorire la permanenza a domicilio, per l’inserimento presso famiglie, persone e strutture comunitarie di accoglienza di tipo familiare, nonché per l’accoglienza e la socializzazione presso strutture residenziali e semiresidenziali per coloro che, in ragione della elevata fragilità personale o di limitazione dell’autonomia, non siano assistibili a domicilio;

h) prestazioni integrate di tipo socio-educativo per contrastare dipendenze da droghe, alcol e farmaci, favorendo interventi di natura preventiva, di recupero e reinserimento sociale;

i) informazione e consulenza alle persone e alle famiglie per favorire la fruizione dei servizi e per promuovere iniziative di auto-aiuto.

3. Gli interventi del sistema integrato di interventi e servizi sociali di cui al comma 2, lettera c), sono realizzati, in particolare, secondo le finalità delle leggi 4 maggio 1983, n. 184, 27 maggio 1991, n. 176, 15 febbraio 1996, n. 66, 28 agosto 1997, n. 285, 23 dicembre 1997, n. 451, 3 agosto 1998, n. 296, 31 dicembre 1998, n. 476, del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e delle disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni, approvate con decreto del Presidente della Repubblica 22 settembre 1988, n. 448, nonché della legge 5 febbraio 1992, n. 104, per i minori disabili. Ai fini di cui all’articolo 11 e per favorire la deistituzionalizzazione, i servizi e le strutture a ciclo residenziale destinati all’accoglienza dei

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minori devono essere organizzati esclusivamente nella forma di strutture comunitarie di tipo familiare.

4. In relazione a quanto indicato al comma 2, le leggi regionali, secondo i modelli organizzativi adottati, prevedono per ogni ambito territoriale di cui all’articolo 8, comma 3, lettera a), tenendo conto anche delle diverse esigenze delle aree urbane e rurali, comunque l’erogazione delle seguenti prestazioni:

a) servizio sociale professionale e segretariato sociale per informazione e consulenza al singolo e ai nuclei familiari;

b) servizio di pronto intervento sociale per le situazioni di emergenza personali e familiari;

c) assistenza domiciliare;

d) strutture residenziali e semiresidenziali per soggetti con fragilità sociali;

e) centri di accoglienza residenziali o diurni a carattere comunitario. D.P.R. 3 maggio 2001 "Approvazione del Piano nazionale degli interventi e servizi sociali per il triennio 2001-2003", in attuazione dell'art.18 della L. 8 novembre 2000, n. 328

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Legge regionale 8 gennaio 2004, n. 1. Norme per la realizzazione del sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento.

La Legge Regionale riprende conferma i contenuti della Legge 328/2000, riguardo le modalità di sistema, (programmazione partecipata, lavoro di rete, riorganizzazione del sistema dei servizi,ottimizzazione delle risorse), e definisce le specifiche indicazioni di competenza regionale in materia di organizzazione della gestione (enti gestori, ambiti territoriali ottimali, modalità specifiche di gestione e controlli sul sistema, livelli essenziali di prestazioni e servizi, contenuti di indirizzo delle politiche)

In materia di prestazioni e servizi essenziali:

Art. 18. (Le prestazioni essenziali)

1. Il sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali fornisce risposte omogenee sul territorio finalizzate al raggiungimento dei seguenti obiettivi: a) superamento delle carenze del reddito familiare e contrasto della poverta’; b) mantenimento a domicilio delle persone e sviluppo della loro autonomia; c) soddisfacimento delle esigenze di tutela residenziale e semiresidenziale delle persone non autonome e non autosufficienti; d) sostegno e promozione dell’infanzia, della adolescenza e delle responsabilità familiari; e) tutela dei diritti del minore e della donna in difficolta’; f) piena integrazione dei soggetti disabili; g) superamento, per quanto di competenza, degli stati di disagio sociale derivanti da forme di dipendenza; h) informazione e consulenza corrette e complete alle persone e alle famiglie per favorire la fruizione dei servizi; i) garanzia di ogni altro intervento qualificato quale prestazione sociale a rilevanza sanitaria ed inserito tra i livelli di assistenza, secondo la legislazione vigente. 2. Le prestazioni e i servizi essenziali per assicurare risposte adeguate alle finalita’ di cui al comma 1 sono identificabili, tenendo conto anche delle diverse esigenze delle aree urbane e rurali, nelle seguenti tipologie: a) servizio sociale professionale e segretariato sociale; b) servizio di assistenza domiciliare territoriale e di inserimento sociale; c) servizio di assistenza economica; d) servizi residenziali e semiresidenziali; e) servizi per l’affidamento e le adozioni; f) pronto intervento sociale per le situazioni di emergenza personali e familiari.

Art. 19. (Livelli essenziali e omogenei delle prestazioni)

1. La Giunta regionale, sulla base di quanto previsto dalla normativa nazionale in materia, sentita la competente commissione consiliare, recepisce con apposito provvedimento, previa concertazione con i comuni e con gli altri soggetti interessati di cui all’articolo 14, comma 2, lettera a), i livelli essenziali e omogenei delle prestazioni di cui all’articolo 18 sulla base dei seguenti criteri: a) peculiarita’ dei bisogni della popolazione interessata; b) necessita’ di una distribuzione omogenea sul territorio in relazione alle sue caratteristiche socio-economiche; c) analisi degli indicatori di risultato e di benessere sociale individuati dal piano regionale;

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d) utilizzo di tutte le risorse presenti e attivabili sul territorio. 2. I livelli essenziali di cui al comma 1 costituiscono la risposta minima ed omogenea che i comuni tramite gli enti gestori istituzionali sono tenuti a garantire su tutto il territorio piemontese. Precisa i metodi e strumenti della programmazione, stabilendo la necessità di un sistema informativo strutturato:

Art. 14. (I metodi della programmazione)

1. I metodi dell’attivita’ programmatoria degli enti titolari delle funzioni amministrative in materia di interventi e servizi sociali sono basati sull’analisi e sulla valutazione dei bisogni sociali del territorio di competenza e sulla concertazione con tutte le risorse espresse dal territorio medesimo. 2. La Regione, le province e i comuni adottano come metodo della programmazione i seguenti criteri operativi: a) la concertazione e la cooperazione tra i diversi livelli istituzionali, nonche’ tra questi ed i soggetti di cui all’articolo 1, comma 4, della l. 328/2000, le aziende pubbliche di servizi alla persona che concorrono con proprie risorse umane, finanziarie o patrimoniali alla realizzazione della rete dei servizi e le organizzazioni sindacali confederali e di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale; b) la concertazione con le ASL per la programmazione dei processi di tutela della salute e, nell’ambito di questi, per le prestazioni socio-sanitarie integrate, specialmente quelle ad alta integrazione; c) il coordinamento e l’integrazione delle politiche sociali, con gli interventi sanitari e dell’istruzione nonche’ con le politiche attive della formazione, del lavoro, della casa, della sicurezza sociale, comunque rivolte alla prevenzione e alla riduzione ed eliminazione delle condizioni di bisogno e disagio; d) l’applicazione del principio della condivisione delle procedure tra pubbliche amministrazioni, al fine di perseguire obiettivi di semplificazione, integrazione, efficacia ed efficienza e di facilitare l’accesso dei cittadini ai servizi; e) la promozione di azioni per favorire la pluralita’ di offerta di servizi, al fine di garantire il diritto di scelta da parte degli utenti e per consentire, in via sperimentale, su richiesta degli interessati, l’eventuale scelta di servizi sociali in alternativa alle prestazioni economiche, ad esclusione di quelle di cui all’articolo 24, comma 1, lettera a), numeri 1) e 2), della l. 328/2000, nonche’ delle pensioni sociali di cui all’articolo 26 della legge 30 aprile 1969, n. 153 (Revisione degli ordinamenti pensionistici e norme in materia di sicurezza sociale) e degli assegni erogati ai sensi dell’articolo 3, comma 6, della legge 8 agosto 1995, n. 335 (Riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare).

Art. 15. (Sistema informativo dei servizi sociali)

1. Il Sistema informativo dei servizi sociali (SISS) risponde alle esigenze della programmazione, della gestione, della verifica e della valutazione delle politiche sociali ed e’ strumento di conoscenza a disposizione di tutti i soggetti degli interventi sociali di cui al titolo II. 2. La Giunta regionale, al fine di realizzare la rete unica per le pubbliche amministrazioni, individua linee guida e modelli organizzativi del SISS attraverso l’identificazione dei seguenti criteri: a) raccordo e integrazione delle informazioni relative ai servizi sociali con quelle di altri settori regionali e di altri settori di servizi; b) adeguamento del sistema informativo socio-assistenziale regionale e compatibilita’ con i sistemi informativi di altri enti locali; c) raccordo con il livello nazionale e con altre regioni; d) coordinamento, a livello regionale, dei dati raccolti dalle province e delle relative elaborazioni, secondo quanto previsto dall’articolo 5, comma 2, lettera b);

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e) definizione di protocolli per il raccordo e lo scambio di dati tra i diversi soggetti che realizzano il sistema integrato di interventi e servizi sociali. 3. Con il medesimo provvedimento sono individuate le modalita’ di concessione di contributi agli enti di cui al comma 2 per la realizzazione del sistema informativo. D.G.R. 51-13234 del 3 agosto 2004 “Linee guida per la redazione dei Piani di Zona”

Nelle Linee guida sono definite con maggior dettaglio le indicazioni per lo svolgimento del processo di programmazione:

− i ruoli e le funzioni degli attori del Piano (i Comuni, l’ASL, la Provincia, le IPAB, il terzo Settore);

− organismi preposti alla redazione e alla realizzazione del Piano (la Conferenza di Piano, i tavoli di concertazione, il Tavolo di coordinamento politico istituzionale, l’Ufficio di Piano);

− il Piano di comunicazione sociale ed il Sistema di valutazione e monitoraggio del Piano;

− si precisa che gli obiettivi di ciascun Piano di Zona rappresentano un’articolazione territoriale degli obiettivi della programmazione regionale, dei quali indicano il peso che assumono a livello locale;

− sono considerati come obiettivi prioritari della Regione, a valere sui Piani di Zona nel primo triennio:

• valorizzare il ruolo della famiglia quale prima aggregazione a livello sociale;

• valorizzare e sostenere le responsabilità familiari e le capacità genitoriali;

• rafforzare i diritti dei minori assicurandone l’esigibilità anche tramite

l’attivazione di servizi ed iniziative all’interno di una progettazione di più ampie

politiche del territorio;

• sostenere con servizi domiciliari le persone non autosufficienti (in particolare le

persone anziane e i disabili gravi);

• potenziare gli interventi a contrasto di ogni forma di povertà;

• assumere una logica sperimentale in cui metodologia, percorsi, strategie, risorse

disponibili vengono valutati, selezionati e ridefiniti al fine di migliorare

continuamente la risposta ai bisogni della popolazione.

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CAP. 2 IL PERCORSO DI COSTRUZIONE DEL PIANO 2.1 STRUTTURA ORGANIZZATIVA DEL PERCORSO DI PIANO

Per quanto riguarda il Piano di Zona dei comuni del C.I.S.S. 38, il processo di costruzione si articola attraverso la seguente organizzazione, approvata con Delibera dell’Assemblea Consortile n. 8 del 11/3/2005 :

Tavolo di coordinamento Politico istituzionale, composto da cinque rappresentanti dei Sindaci dei Comuni dell’ambito territoriale, il Presidente del C.d.A. del C.I.S.S. 38, ed in veste di invitato permanente il Direttore generale dell’ASL 9 o suo delegato.

E’ il tavolo di lavoro a cui l’Assemblea dei Sindaci affida le funzioni di regia, di indirizzo politico e di verifica.

Il tavolo Politico nello svolgimento delle sue funzioni si avvale del tavolo tecnico e dei tavoli di area tematica.

I rappresentanti del Tavolo Politico partecipano ai Tavoli tematici.

Sono stati nominati dall’Assemblea Consortile i seguenti componenti:

BRUNO MATTIET Giovanni (C.M. VALLI Orco e Soana)

CONTENTI Emilia (C..M. Alto Canavese)

FEIRA Giacomo Sergio (Comune Favria)

NAVONE Renato (Comune Rivarolo)

RONCHI Querino G. (Comune di Pertusio)

Il Direttore generale dell’ASL 9 ha indicate quale proprio rappresentante il Direttore del Distretto 2.

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Ufficio di Piano (Tavolo tecnico) composto da 1 rappresentante del C.d.A., due funzionari dei Comuni del teritorio, Direttore e tecnici del C.I.S.S. 38, il Direttore del Distretto ASL 9 e una rappresentanza della Provincia di Torino.

E’ il tavolo di lavoro tecnico che supporta il tavolo politico nello svolgimento delle sue funzioni, che organizza e coordina le fasi tecniche del processo, ed elabora la bozza del Piano di zona sulla base degli obiettivi e delle priorità individuate.

Componenti:

ASL9 Lavinia Mortoni

Ciss38 Piovano Ilca, Cogno Maurizio, Rivoiro Massimo

Comune Cuorgnè Pierri Patrizia

Comune Rivarolo Caresio Donata

Provincia di Torino Bisset Barbara, Labate Debora

Il tavolo tecnico inoltre è integrato dai conduttori dei tavoli tematici quando risulta necessario, per gli argomenti all’ordine del giorno.

I Tavoli tematici, indicati sono cinque: Tavolo Adulti in difficoltà, Tavolo Anziani, Tavolo Disabili, Tavolo Minori, Tavolo Immigrazione.

Gli incontri svolti, a partire da marzo 2005, dai Tavoli Tematici sono stati in media otto per ogni Tavolo, il numero di partecipanti varia in base ai Tavoli: nella prima fase del percorso, circa venti rappresentanti per i tavoli tematici anziani, minori e famiglia, disabili; circa dieci al tavolo adulti in difficoltà; e circa quindici al Tavolo immigrati.

Gli obbiettivi principali di questa prima fase di programmazione sono la rilevazione della situazione attuale inerente alle cinque tematiche, tramite una raccolta ed analisi dei dati e delle informazioni che costituiscono la base conoscitiva nell’ambito della quale individuare i punti di forza e debolezza del sistema.

Su questa base i tavoli provvedono alla rilevazione dei bisogni prioritari, che si ritiene emergano nella nostra realtà, delle priorità e dei possibili interventi da mettere in atto quali risposte.

Si attua in questo modo l’attività di programmazione partecipata con i soggetti del territorio, che in successive fasi potrà evolversi in rapporti di concertazione che implichino una messa in rete di responsabilità, competenze e risorse aggiuntive da parte di quei soggetti che intendono contribuire alla realizzazione di specifici obbiettivi e progetti nell’ambito del Piano.

16

Vengono qui presentati i componenti dei 5 tavoli tematici

TAVOLO TEMATICO DI AREA FAMIGLIA E MINORI

Ente o Associazione Riferimento

Associazione GEP Ailliaud Franco

AVULLS "Naretto" Gallo Pecca Adriana

C.I.A.C. Zucco Chinà Martino

Caritas Farina Rosanna

Centro giov. "Caravario" Tessiatore Patrizia

CISS 38 Adriano Katia

CISS 38 Marchetto Marita

CISS 38 - Conduttore Masturzo Elisa

Comune Cuorgnè Patrizia Pierri

Comune Rivarolo Caresio Donata

Coop. "Andirivieni" Arro' Cristina

Coop. "Chronos" Rossetti Stefano

Coop. "Mafalda" Rossetti Stefano

Coop. P.G. Frassati Bertone Luca

Coop. Soc. E.T. Tamietti Danilo

Ist. Comprensivo Favria Poletto Marina

Ist. Comprensivo Forno Iccardi M. Teresa

Ist. SS Annunziata Bertotto Fiorenza

NPI ASL 9 De Bernardi Flora

Parrocchia Ass. Maria Vergine Foieri Antonio

Parrocchia S. Giorgio Berta Sara x Parroco

S M S "Cena" Barbero Silvana

Scuola "Morgando" Busso Giovanna

Tavolo Politico Istituzionale Ronchi Querino

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TAVOLO TEMATICO DI AREA DISABILI

Ente o Associazione Riferimento

A.P.R.I. ONLUS Bongi Marco

ANFASS Com."LaTorre" Storace Giandario

ANFASS ONLUS Spezzano Elio

ASACOOPSERVICE Edo Gaetano

AVULLS "Naretto" Gallo Pecca Adriana

C.I.A.C. Zucco Chinà Martino

Centro per l' Impiego Garizio Anna

CISS 38 Pozzato Stefania

CISS 38 Cucciatti Rina

CISS 38 Curcio Sebastiano

CISS 38 – Conduttore Brinkmann Doris

Coop "Elleuno" Vetrano Monica

Coop. "Andirivieni" Arro' Cristina

Coop. "Chronos" Quartelli Aurora

Coop. "L'albero" Raineri Gabriella

Coop. "L'arcobaleno" Miniati Enrica

Ist. Istruzione "A. Moro" Camerlo Nicoletta

Ist. SS Annunziata Bertotto Fiorenza

N.P.I. ASL 9 Martini Alessandra

S.M.S. "Gozzano" Caresio Cinzia

Scuola Media Statale "Cena" Barbero Silvana

Tavolo Politico Istituzionale Navone Renato

18

TAVOLO TEMATICO DI AREA ANZIANI

Ente o Associazione Riferimento

ACLI Vallino Enrico

ASL 9 – UVG Antonietto Giorgio

AVULLS Barettini Irene

AVULLS Marietti Vilma

AVULLS "Naretto" Gallo Pecca Adriana

Caritas Pecchenino Giuseppe

Casa di Riposo Varetto Ilaria

Casa di Riposo Claudio Bonino

Centro Comunale Anziani Leone Francesco

Centro Villa S.Giuseppe Pesci Carla

CISS 38 Tarro Patrizia

CISS 38 Musso Sonia

CISS 38 - Conduttore Piovano Illca

Coop "Elleuno" Baragione Maria Vittoria

Coop. "Chronos" Bertano Elena

Coop. Allegro con Moto Perra Fabiola

Croce Rossa Italiana Pecolatto Bruno

IPAB "Umberto I" Schievenin Antonella

Parrocchia Ass. Maria Vergine Foieri Antonio

Sindacato Pens. -CGIL Bellotto Luigi

Sindacato Pens. -CISL Valle Franco

Suore Famulato Suor. Ersilia Giacomello

Suore Famulato Guidi Sonia

Tavolo Politico Istituzionale Contenti Emilia

19

TAVOLO TEMATICO AREA ADULTI IN DIFFICOLTA’

Ente o Associazione Riferimento

ACAT Comolli Gianluigi

ASACOOPSERVICE Edo Gaetano

ASL Sert Zarmati

Ass. Mastropietro Costanza Egidio

AVULLS Testa Galeazzo

AVULLS Giolo Gianni

AVULLS "Naretto" Gallo Pecca Adriana

C.I.A.C. Zucco Chinà Martino

C.M.S. ASL9 Trucano Angela

Caritas Marchisio Piero

Centro per l' Impiego Garizio Anna

CISS 38 Prola Roberta

CISS 38 Sassoè Annamaria

CISS 38 Venturini Mariangela

CISS 38 – Conduttore Balmamion Leonora

Coop. "L'albero" Raineri Gabriella

Coop. "L'arcobaleno" Miniati Enrica

Croce Rossa Boggio Carla

San Vincenzo Peradotto Cesare

Soc.Coop. "La Porta" Marchi Franco

Tavolo Politico Istituzionale Feira Giacomo

20

TAVOLO TEMATICO DI AREA IMMIGRATI

Ente o Associazione Riferimento

ASACOOPSERVICE Edo Gaetano

ASL 9 Tutela Materno Inf. Troglia Laura

Ass. Cult. Sportiva Immigrati Affaoui Abdelatif

Ass. Mastropietro Costanza Egidio

Ass. Vides Main Magnino Giovanna

C.I.A.C. Zucco Chinà Martino

Caritas Farina Rosanna

Casa di Andrea Pozzolo Alberto

Centro Caritas Parrocchiale Ferrando Cristina

Centro giov. "Caravario" Toffi Silvia

CGIL Canavese Ghella Alfredo

Circolo Didattico Coppola Rino

CISS 38 Succio Simona

CISS 38 Rivoiro Massimo

CISS 38 Andreis Erica Comune Cuorgnè - Politiche

Sociali Leanza Maria Agata Comune Cuorgnè - Politiche

Sociali Pierri Patrizia

Coop. Andirivieni Forneris Paola

CSEA Ferram Hasna

CSEA Balma Tivola Cristina

Harambe Tshotsha Jean Marie

IIS "25 Aprile" Penna Elvira

IIS "A. Moro" Camerlo Nicoletta

Ist. Comprensivo Favria Covazza Antonella

S M S "Cena" Barbero Silvana

San Vincenzo Ronchetto Adriano

Soc.Coop. "La Porta" Marchi Franco

Sportello Sociale Romani Paola

Tavolo Politico Istituzionale Bruno Mattiet Giovanni

21

2.2 LE FASI DEL PERCORSO

FASI DEL PERCORSO PERIODO

AGGIORNAMENTO LINEE DI INDIRIZZO E NOMINA COMPONENTI TAVOLO POLITICO MARZO 2005

GIORNATA PUBBLICA PER UFFICIO DI PIANO – TECNICI – ATTORI TERRITORIO MARZO 2005

ATTIVITA’ PREPARATORIA E RACCOLTA DATI FEBBRAIO - GIUGNO 2005

DEFINIZIONE TAVOLI TEMATICI DI SETTORE E ADESIONE ATTORI COINVOLTI APRILE 2005

INDIRIZZI DEL TAVOLO POLITICO MAGGIO 2005

AVVIO ATTIVITA’ DEI TAVOLI TEMATICI DA APRILE 2005

ANALISI DEI DATI E DELLE PROPOSTE EMERSE LUGLIO – SETTEMBRE 2005

PRESENTAZIONE DATI AL TAVOLO POLITICO SETTEMBRE 2005

CONDIVISIONE RISULTATI EMERSI AI TAVOLI DI AREA E AI COMUNI OTTOBRE 2005

VALUTAZIONI TAVOLO POLITICO E PRIMA APPROVAZIONE OBIETTIVI DEI SINDACI

DICEMBRE 2005 - GENNAIO 2006

PRESENTAZIONE SCELTE OBIETTIVI PRIORITARI AI TAVOLI DI AREA E AI COMUNI FEBBRAIO 2006

PROGETTAZIONE, VERIFICA FINANZIARIA E STESURA PROPOSTA DI PIANO MARZO - MAGGIO 2006

APPROVAZIONE ENTI ISTITUZIONALI GIUGNO - LUGLIO 2006

SOTTOSCRIZIONE ACCORDO DI PROGRAMMA SETTEMBRE 2006

22

2.3 I LAVORI DI PREPARAZIONE

Con Delibera dell’Assemblea Consortile n. 8 del 11/3/2005 sono state approvate le Linee di indirizzo per lo svolgimento del percorso di programmazione per il Piano, e con Delibera n° 9 dell’ 11/3/2005 nominati i componenti del Tavolo Politico.

Il percorso di costruzione del Piano di Zona del territorio del Ciss 38 inizia nel Marzo del 2005, con un incontro pubblico tra Comuni e attori del territorio in cui si sono presentati i concetti generali e l’articolazione dei processi programmatori per la creazione del Piano, e sono state raccolte le adesioni ai Tavoli.

A partire dal mese di Aprile e fino a Giugno 2005, prendono il via i lavori dei Tavoli Tematici con l’intento di raccogliere i dati inerenti alla situazione iniziale, evidenziare quindi le risorse presenti e le esigenze prioritarie del territorio.

Nei mesi di Luglio – Settembre 2005 vengono analizzati ed elaborati i dati raccolti.

Nel mese di Settembre si giunge alla presentazione al Tavolo Politico dei materiali prodotti dai Tavoli tematici, in relazione ai servizi ed alle attività presenti nell’ambito territoriale, i punti di forza e di debolezza del sistema ed i quadri di sintesi ed analisi dei bisogni emergenti.

Nel mese di Ottobre ha luogo un’assemblea plenaria per la condivisione dei risultati emersi, che coinvolge i partecipanti ai Tavoli di Area e i Comuni.

Nei mesi di Dicembre - Gennaio 2006 si giunge alla valutazione del Tavolo Politico e all’approvazione del Documento sulle priorità ed obiettivi strategici di Piano.

Nel mese di Febbraio 2006 il Tavolo Politico presenta gli obiettivi prioritari scelti dall’assemblea plenaria dei partecipanti ai Tavoli di Area e ai Comuni.

Nei mesi di Marzo – Maggio 2006 si procede alla progettazione degli interventi e alla loro verifica finanziaria da parte dell’Ufficio di Piano, con consultazione dei Tavoli tematici e sottogruppi di lavoro.

Nel mese di Giugno 2006 si avvia l’iter istituzionale per l’approvazione istituzionale della proposta di Piano e dello schema di Accordo di Programma, da parte dei Comuni, Comunità Montane, ASL 9, Provincia di Torino e C.I.S.S. 38, a cui seguirà la sottoscrizione dell’Accordo di Programma con i soggetti del territorio aderenti.

23

CAP. 3 COMPOSIZIONE DELL’AMBITO TERRITORIALE

C.I.S.S. 38 Consorzio Intercomunale dei Servizi Socio Assistenziali

COMUNI

Alpette Oglianico

Bosconero Pertusio

Busano Pont C.se

Canischio Prascorsano

Ceresole Reale Pratiglione

Chiesanuova Ribordone

Ciconio Rivara

Cuorgnè Rivarolo C.se

Favria Rivarossa

Feletto Ronco C.se

Forno C.se Salassa

Frassinetto San Colombano Belmonte

Ingria San Ponso

Locana Sparone

Lombardore Valperga

Lusigliè Valprato Soana

Noasca Il territorio dell’ambito coincide sostanzialmente con il Distretto 2 dell’ASL 9, con l’eccezione dei Comuni Agliè, Bairo, Baldissero, Borgiallo, Castellamonte, Castelnuovo Nigra, Cintano, Collaretto Castelnuovo, Ozegna, Torre Canavese.

24

3.1 IL TERRITORIO E LA POPOLAZIONE

Il territorio di competenza del CISS38 situato nell’area corrispondente al Canavese occidentale, ha come bacino di utenza la popolazione di 33 Comuni. Fra questi Comuni n. 17 hanno una popolazione inferiore a 1000 abitanti (di cui 13 con popolazione inf. ai 400 ab.); n. 10 inferiori ai 3000; n. 4 inf. ai 5000 e n. 2 Comuni con popolazione maggiore ai 10000. Il territorio si distribuisce su una superficie di circa 830 Kmq. caratterizzato da una forte differenziazione nella conformazione geomorfologia, con aree di pianura per il 16,3% (47 % dei residenti ), area collinare per il 12,6 % (40 % dei res. ), area montana per il 71,1 % ( 13 % dei res.) Popolazione Comuni

> 400 13 >500 <1000 4 >1000 <3000 10 >3000 <5000 4

>10000 2

25

QUADRO DEMOGRAFICO AL CENSIMENTO 2001

26

Popolazione residente Famiglie Abitazioni

Area Codici Istat Comuni M F MF Densità

per Km2 Km2 Numero Componenti

Numero medio di

componenti per famiglia

Componenti permanenti

delle convivenze

Occupate da residenti

Altre abitazioni Totale

007 Alpette 142 158 300 53,1 5,6 179 293 1,64 7 179 734 913

052 Canischio 135 139 274 23,4 11,7 160 274 1,71 0 141 169 310

073 Ceresole Reale 85 73 158 1,6 98,8 95 158 1,66 0 95 476 571

079 Chiesanuova 92 107 199 49,4 4,0 110 199 1,81 0 110 92 202

107 Forno Canavese 1.828 1.888 3.716 222,1 16,7 1.504 3.666 2,44 50 1.504 158 1.662

108 Frassinetto 151 136 287 11,6 24,7 141 276 1,96 11 141 472 613

121 Ingria 25 36 61 4,2 14,5 36 61 1,69 0 36 286 322

134 Locana 850 956 1.806 13,6 132,8 864 1.788 2,07 18 864 1.673 2.537

165 Noasca 95 107 202 2,6 77,7 133 202 1,52 0 133 229 362

199 Pont-Canavese 1.797 1.982 3.779 194,5 19,4 1.779 3.755 2,11 24 1.779 812 2.591

207 Pratiglione 292 309 601 75,0 8,0 263 601 2,29 0 255 121 376

212 Ribordone 32 52 84 1,9 44,2 62 84 1,35 0 62 451 513

224 Ronco Canavese 195 182 377 3,9 96,7 210 349 1,66 28 210 992 1.202

267 Sparone 565 609 1.174 39,8 29,5 568 1.165 2,05 9 551 480 1.031

mon

tagn

a

288 Valprato Soana 58 69 127 1,8 70,6 96 127 1,32 0 96 617 713

tot e medie 6.342 6.803 13.145 20,1 655 6.200 12.998 2,10 147 6.156 7.762 13.918 098 Cuorgnè 4.878 5.159 10.037 517,9 19,4 4.171 9.941 2,38 96 4.155 817 4.972

187 Pertusio 340 358 698 173,2 4,0 310 696 2,25 2 294 49 343

206 Prascorsano 377 378 755 119,8 6,3 355 755 2,13 0 343 80 423

216 Rivara 1.327 1.363 2.690 216,8 12,4 1.092 2.683 2,46 7 1.092 100 1.192

218 Rivarossa 703 724 1.427 129,4 11,0 557 1.424 2,56 3 556 154 710

238 San Colombano Belmonte 179 182 361 105,3 3,4 165 361 2,19 0 165 72 237

collin

a

287 Valperga 1.475 1.661 3.136 266,0 11,8 1.259 3.011 2,39 125 1.259 124 1.383

tot e medie 9.279 9.825 19.104 279,4 68 7.909 18.871 2,39 233 7.864 1.396 9.260 033 Bosconero 1.460 1.464 2.924 263,7 11,1 1.143 2.892 2,53 32 1.138 57 1.195

043 Busano 665 700 1.365 270,3 5,0 547 1.365 2,50 0 540 43 583

083 Ciconio 175 170 345 107,8 3,2 141 345 2,45 0 141 14 155

101 Favria 2.118 2.204 4.322 291,0 14,9 1.688 4.306 2,55 16 1.687 112 1.799

102 Feletto 1.154 1.187 2.341 293,7 8,0 930 2.297 2,47 44 929 98 1.027

135 Lombardore 760 751 1.511 119,2 12,7 606 1.511 2,49 0 600 87 687

141 Lusigliè 264 272 536 104,9 5,1 233 536 2,30 0 214 17 231

170 Oglianico 635 656 1.291 208,2 6,2 505 1.288 2,55 3 486 34 520

217 Rivarolo Canavese 5.760 6.189 11.949 369,7 32,3 4.823 11.820 2,45 129 4.803 230 5.033

231 Salassa 836 832 1.668 336,3 5,0 708 1.668 2,36 0 708 71 779

pian

ura

251 San Ponso 128 137 265 120,5 2,2 113 265 2,35 0 113 37 150

tot e medie 13.955 14.562 28.517 270,0 106 11.437 28.293 2,47 224 11.359 800 12.159

Distribuzione pop. per area altimetrica

collina31,4%

pianura46,9%

montagna21,6%

Estensione territoriale e densità pop.

279,4 270

655

68106

20,1

montagna collina pianura

Densità per Km2

Km2

Il territorio si caratterizza per la particolare estensione ( km² 615), in aree di alta montagna, e una conseguente eccezionale dispersione territoriale pari a 13,6 abitanti per km². Analisi del contesto demografico Alla diversificata struttura del territorio si collegano nell’ambito territoriale strutture demografiche differenti. Alle condizioni geomorfologiche si accompagna un elevato indice di vecchiaia pari al 165.87% (anno 2003) La popolazione al di sopra dei 65 anni raggiunge il 21.27% della popolazione (2003) con un tasso di dipendenza superiore al 50%. Le qualità specifiche del territorio e le caratteristiche culturali della popolazione anziana accentuano le dinamiche di isolamento degli individui, con una correlazione fra isolamento territoriale e maggiore saggio di invecchiamento, nonché maggior diffusione del nucleo unifamiliare.

27

3.2 ALCUNI DATI DEMOGRAFICI Dati demografici per fasce d’età – anno 2003

comune zona altimetrica

Tot. 0-6 anni

Tot. 7 - 14 anni

Tot. 0 - 17 anni

% pop. 0 - 17 anni

Tot. 18 - 64 anni

Tot. 18 - 64 anni

Tot.=>65 anni

% =>65 anni

Tot. 65 - 74 anni

Tot. =>75 anni

% =>75 anni

ALPETTE mont 9 11 26 8,97 166 57,24 98 33,79 45 53 18,28

BOSCONERO pian 185 213 484 16,31 1932 65,12 551 18,57 290 261 8,80

BUSANO pian 96 95 237 16,90 912 65,05 253 18,05 136 117 8,35

CANISCHIO mont 17 11 35 12,46 161 57,30 85 30,25 28 57 20,28

CERESOLE REALE mont 8 10 21 12,57 113 67,66 33 19,76 13 20 11,98

CHIESANUOVA mont 16 17 39 16,46 130 54,85 68 28,69 31 37 15,61

CICONIO pian 26 22 57 16,57 208 60,47 79 22,97 43 36 10,47

CUORGNE' coll 630 711 1625 16,13 6378 63,31 2072 20,57 1103 969 9,62

FAVRIA pian 270 343 742 16,65 2878 64,59 836 18,76 444 392 8,80

FELETTO pian 186 157 415 17,01 1584 64,92 441 18,07 240 201 8,24

FORNO CANAVESE mont 203 226 536 14,34 2422 64,79 780 20,87 428 352 9,42

FRASSINETTO mont 13 19 41 14,64 154 55,00 85 30,36 48 37 13,21

INGRIA mont 1 1 4 7,14 24 42,86 28 50,00 11 17 30,36

LOCANA mont 72 97 204 11,72 1007 57,87 529 30,40 257 272 15,63

LOMBARDORE pian 122 116 287 18,46 1015 65,27 253 16,27 143 110 7,07

LUSIGLIE' pian 30 44 91 16,73 323 59,38 130 23,90 67 63 11,58

NOASCA mont 4 7 12 5,94 110 54,46 80 39,60 35 45 22,28

OGLIANICO pian 81 114 239 17,19 883 63,53 268 19,28 157 111 7,99

PERTUSIO coll 36 50 106 14,91 470 66,10 135 18,99 70 65 9,14

PONT-CANAVESE mont 200 216 507 13,49 2280 60,67 971 25,84 502 469 12,48

PRASCORSANO coll 41 42 108 13,94 489 63,10 178 22,97 88 90 11,61

PRATIGLIONE mont 36 40 88 14,79 368 61,85 139 23,36 75 64 10,76

RIBORDONE mont 0 0 2 2,53 25 31,65 52 65,82 23 29 36,71

RIVARA coll 166 182 408 15,55 1672 63,72 544 20,73 306 238 9,07

RIVAROLO CANAVESE pian 779 816 1894 15,81 7703 64,31 2381 19,88 1366 1015 8,47

RIVAROSSA coll 102 129 264 17,81 964 65,05 254 17,14 154 100 6,75

RONCO CANAVESE mont 18 13 39 10,71 190 52,20 135 37,09 64 71 19,51

SALASSA pian 116 125 285 16,73 1055 61,91 364 21,36 197 167 9,80

SAN COLOMBANO BELMONTE coll 16 18 44 11,70 263 69,95 69 18,35 35 34 9,04

SAN PONSO pian 12 16 36 13,38 176 65,43 57 21,19 31 26 9,67

SPARONE mont 69 77 178 15,34 683 58,88 299 25,78 163 136 11,72

VALPERGA coll 169 185 445 14,31 1924 61,86 741 23,83 340 401 12,89

VALPRATO SOANA mont 4 0 5 3,97 78 61,90 43 34,13 19 24 19,05

TOT CISS 38 3733 4123 9504 15,51 38740 63,22 13031 21,27 6952 6079 9,92

28

Dati demografici per fasce d’età – anno 2003

comune Tot. Maschi Tot. Femmine

Popolazione Totale

% indice di vecchiaia

% indice di dipendenza

ALPETTE 140 150 290 490,00 68,60BOSCONERO 1494 1473 2967 138,44 47,03BUSANO 681 721 1402 132,46 46,35CANISCHIO 137 144 281 303,57 67,26CERESOLE REALE 91 76 167 183,33 43,97CHIESANUOVA 122 115 237 206,06 74,26CICONIO 175 169 344 164,58 58,53CUORGNE' 4925 5150 10075 154,51 51,23FAVRIA 2189 2267 4456 136,38 48,19FELETTO 1204 1236 2440 128,57 47,34FORNO CANAVESE 1849 1889 3738 181,82 47,81FRASSINETTO 148 132 280 265,63 71,78INGRIA 23 33 56 1400,00 115,38LOCANA 827 913 1740 313,02 66,99LOMBARDORE 787 768 1555 106,30 46,15LUSIGLIE' 271 273 544 175,68 60,00NOASCA 96 106 202 727,27 81,98OGLIANICO 687 703 1390 137,44 49,95PERTUSIO 341 370 711 156,98 45,10PONT-CANAVESE 1797 1961 3758 233,41 58,50PRASCORSANO 393 382 775 214,46 50,78PRATIGLIONE 292 303 595 182,89 56,58RIBORDONE 32 47 79 0,00 192,59RIVARA 1297 1327 2624 156,32 51,50RIVAROLO CANAVESE 5761 6217 11978 149,28 49,69RIVAROSSA 740 742 1482 109,96 48,65RONCO CANAVESE 186 178 364 435,48 83,84SALASSA 857 847 1704 151,04 55,05SAN COLOMBANO BELMONTE 185 191 376 202,94 37,73SAN PONSO 130 139 269 203,57 46,20SPARONE 570 590 1160 204,79 62,24VALPERGA 1475 1635 3110 209,32 54,34VALPRATO SOANA 60 66 126 1075,00 59,49TOT CISS 38 29962 31313 61275 165,87 51,72Tot. Provincia di Torino 1058283 1133677 2191960 166,86 50,18

29

Dati demografici per fasce d’età – anno 2004

COMUNE Tot. Femmine

Totale maschi

Popolazione totale

% indice di vecchiaia

% indice di dipendenza

ALPETTE 144 134 278 522,22 67,47

BOSCONERO 1494 1504 2998 141,46 47,18

BUSANO 738 704 1442 122,22 46,84

CANISCHIO 151 138 289 306,67 73,05

CERESOLE REALE 74 87 161 206,25 43,75

CHIESANUOVA 111 120 231 167,50 86,29

CICONIO 175 178 353 166,67 56,89

CUORGNE' 5128 4956 10084 159,43 52,67

FAVRIA 2315 2269 4584 134,98 49,51

FELETTO 1242 1209 2451 127,09 49,63

FORNO CANAVESE 1902 1841 3743 189,02 49,36

FRASSINETTO 136 151 287 261,76 75,00

INGRIA 31 19 50 2500,00 108,33

LOCANA 907 813 1720 326,54 67,15

LOMBARDORE 762 793 1555 112,34 47,25

LUSIGLIE' 275 274 549 156,10 61,95

NOASCA 104 93 197 860,00 95,05

OGLIANICO 690 675 1365 145,65 49,51

PERTUSIO 379 357 736 146,39 48,09

PONT-CANAVESE 2001 1821 3822 226,27 58,85

PRASCORSANO 392 409 801 211,36 51,99

PRATIGLIONE 305 293 598 178,48 58,20

RIBORDONE 48 33 81 0,00 189,29

RIVARA 1315 1282 2597 154,19 53,94

RIVAROLO CANAVESE 6215 5761 11976 161,44 51,44

RIVAROSSA 756 747 1503 100,79 51,36

RONCO CANAVESE 176 177 353 431,03 77,39

SALASSA 841 840 1681 142,75 58,29

SAN COLOMBANO BELMONTE 188 182 370 207,89 46,25

SAN PONSO 144 134 278 219,23 42,56

SPARONE 597 578 1175 188,34 66,67

VALPERGA 1647 1464 3111 208,65 58,00

VALPRATO SOANA 64 62 126 733,33 65,79

TOT CISS 38 31447 30098 61545 167,90 53,34

30

CAP. 4 I LAVORI DELLE AREE TEMATICHE

4.1 AREA FAMIGLIA E MINORI

4.1.1 NOTA INTRODUTTIVA

Negli ultimi anni si è assistito ad un aumento dell’interesse e ad un sempre maggiore impegno, da parte delle istituzioni e amministrazioni pubbliche del territorio afferente al bacino territoriale del C.I.S.S.38, in relazione alle tematiche relative alle responsabilità familiari e alle necessità e ai diritti dei minori. In particolare è significativo evidenziare come in un territorio quale quello del C.I.S.S. 38 fortemente caratterizzato dalla frammentarietà e dalla disomogeneità dei centri abitati si siano diffuse proposte educative, di socializzazione e ricreative che sostengono la crescita e lo sviluppo psico-fisico dei minori: nel contempo si assiste ad un aumento della consapevolezza circa la necessità di sviluppare servizi deputati alla cura alla tutela dei minori che presentano situazioni evidenti di disagio. Occorre innanzitutto capire chi sono i minori: secondo la legislazione vigente in Italia si considerano minorenni, tutti coloro che non hanno compiuto i 18 anni di età. Anche nella Convenzione Internazionale sui diritti dell'Infanzia, approvata dall'Onu, si considera fanciullo ogni essere umano di età inferiore ai diciotto anni.

Il minore é quindi colui che escluso da alcune prerogative politiche, è comunque un soggetto giuridico, con una propria individualità significativa la cui identità va rispettata, la cui personalità deve essere promossa e tutelata in ogni sua espressione e in ogni ambito.

Parlando di minori occorre fare una seconda distinzione rispetto alle fasce di età che sono comprese sotto questo unico termine generale e anagrafico, poiché ogni età ha proprie peculiari esigenze di cura e tutela e che pertanto richiedono alle istituzioni e alla comunità interventi e servizi differenti. Per convenzione si è deciso di suddividere il percorso di crescita dei minori in tre fasce di età. 0-5 anni : Prima Infanzia 6-12 anni: Infanzia 3-18 anni: Adolescenza

Infine per costruire un lessico comune con il quale potersi confrontare sull’articolato ed eterogeneo mondo dei minori il Tavolo di lavoro si è interrogato su alcune parole chiave addivenendo ad una visione comune su quanto può essere considerato una situazione di “agio” e di “disagio”.

AGIO: la situazione di agio per un minore è la volontà / interesse ( anche al di là delle concrete capacità ) del suo nucleo familiare di prendersi cura e di farsi carico delle esigenze materiali e affettive di lui, riconoscendogli spazi di autonomia, di crescita e

31

rispettando i diversi ruoli e valori delle figure educative che il minore incontra nel suo percorso di crescita. DISAGIO: posto che nella società moderna è più difficile definire quali situazioni rappresentino il disagio, poichè non più riferibile a precise categorie / condizioni e indipendente dai soli elementi socio-economici di un nucleo, il disagio può definirsi come incapacità di utilizzo sano delle risorse proprie e del contesto, difficoltà a riconoscere l’integrità e i bisogni dell’ altro e a prestarne attenzione. Il Tavolo ha inoltre cercato di individuare i fattori protettivi, all’interno dei quali devono collocarsi gli interventi comunitari ed istituzionali, intesi come risorse e strategie dell’individuo, della famiglia e del contesto che possano utilmente ridurre l’impatto dei fattori di rischio. Attraverso l’analisi di una ricerca compiuta dal Tavolo tecnico di Psicologia dell’Adolescenza del Quadrante 1 della Regione Piemonte, al quale aderisce l’ASL 9 di riferimento per il nostro ambito territoriale, si sono individuate cinque aree di rischio:

1. Uso/abuso di sostanze e dipendenze; 2. Esposizioni a incidenti non intenzionali e violenze intenzionali su sè o altri 3. Sessualità 4. Alimentazione e stile di vita 5. Disagio psicologico

Questa analisi ci ha permesso di verificare come oggi siano cambiati i modi di esprimere il disagio: pochi anni fa il “bullismo” e i comportamenti socialmente devianti erano identificati come esclusive espressioni del disagio vissuto dai minori , oggi a ciò si accompagnano molto più frequentemente disturbi comportamentali, disturbi alimentari, defecazione, autolesionismo anche in bambini molto piccoli. Anche nei centri di aggregazione o nelle scuole paritarie, frequentati prevalentemente da ragazzi con situazioni familiari apparentemente positive si vengono spesso a manifestare forti vissuti problematici da parte dei ragazzi, vissuti che non trovano espressione ed accoglimento all’interno del proprio nucleo e che con difficoltà vengono accolti tempestivamente altrove. Si è inoltre osservato un veloce passaggio dalla situazione di agio a condizioni di disagio in concomitanza di fatti e tempi particolari: nuovi tipi di disagio interessano i nuclei familiari con figli piccoli, spesso monoparentali , a causa della non coincidenza dei tempi di lavoro degli adulti con i tempi di cura ai figli, al loro tempo e calendario scolastico . Tali situazioni, oggettivamente di normalità, risentono fortemente dell’assenza di adeguata rete intrafamiliare e prevedono il ricorso sempre più massiccio a soluzioni esterne ( baby parcking. estate ragazzi, etc) anche educativamente non sempre appropriate per esigenza mera custodia. 4.1.2 ALCUNI DATI DEMOGRAFICI

Rispetto ai dati demografici del 2003 i minorenni dell’ambito sono 9504 e rappresentano il 15,51 % della popolazione totale, valore al di sopra della media Regionale che si assesta intorno al 14,6%.

32

La maggioranza della popolazione minorile è inserita nella fascia 6-10 anni, con una percentuale del 4,6% della popolazione mentre la fascia minorile più ridotta si trova nella fascia 0-3 anni con una percentuale del 2,52 %. Il grafico sottostante mostra la suddivisione della popolazione 0-17 anni per fasce di età.

0-2 anni3-5 anni6-10 anni11-13 anni14-17 anni18 e oltre

Popolazione ambito C.i.s.s. 38 suddivisa per fasce di età – valori 2003

Il numero delle famiglie è di 25.546 con un numero medio di 2,36 componenti per nucleo, in linea con il valore medio regionale 2,3. 4.1.3 IL SISTEMA DEI SERVIZI E DELLE RISORSE ESISTENTI A SOSTEGNO DELLA FAMIGLIA Qui di seguito si riporta una fotografia dell’offerta di servizi e interventi esistenti in

ETTORE 1: ATTIVITA’ DI VOLONTARIATO VOLTO A SOSTEGNO DEL

ambito territoriale secondo quanto emerso dalle informazioni riportate dai partecipanti ai lavori del Tavolo Tematico Famiglia e minori. SSISTEMA FAMIGLIA: Parrocchia di Valperga: le attività della Parrocchia di Valperga nei confronti dei

Giovani partecipano inolte alla Commissione zonale giovani in collaborazione con la

elle ospedaliere.

minori si esplicano nell’ambito educativo con il doposcuola , 2 volte alla settimana, con il contributo di ragazzi delle superiori come volontari, i ragazzi che aderiscono sono 9-10 e appartengono ai gruppi di elementari e medie. Estate Ragazzi, organizzata in collaborazione con la Cooperativa E. T., con 110-120 partecipanti, di norma il personale risulta volontario attinto dalle scuole superiori. I Giovani Adulti gestiscono il Centro Caritas, anche in collaborazione con la Parrocchia di Favria . I Parrocchia di Cuorgnè, attraverso la quale si svolgono anche Corsi per animatori, rivolti ad adolescenti. A.V.U.L.L.S. di Rivarolo: l’associazione si dedica maggiormente ad anziani e disabili, sia per quanto attiene ad attività sul territorio che per qu

33

CARITAS di Rivarolo : sostegno alle famiglie tramite risorse di tipo alimentare, sanitario e vestiario, si rivolgono prevalentemente a famiglie straniere, ma negli ultimi anni è aumentato il numero di famiglie italiane che richiedono sostegno economico. Numero di accessi annuo è di circa 400 famiglie. Non esiste un attvità diretta con i

ile è un educatrice in Servizio Civile olontario, ed oltre agli animatori vi è un folto numero di famiglie che collabora nella

della Parrocchia il Gruppo amiglia.

licei a titolo volontaristico; inoltre

minori, né sono attivati interventi per promuovere l’autonomia e lo sviluppo. La Caritas locale trae la maggior risorsa economica da finanziamenti del Banco Alimentare e dal Banco Sanitario, ed autofinanziamenti dei membri del gruppo. Centro Giovanile Caravario: attività nella Parrocchia di Cuorgnè nei confronti dei minori e adolescenti; le attività sono prevalentemente doposcuola, oratorio, attività sportive, estate ragazzi e soggiorni marini e montani. L’accesso dei ragazzi è piuttosto elevato (circa 280-300 minori solo nell’Estate ragazzi) e si è registrato presso l’oratorio l’accesso anche di ragazzi rumeni, magrebini e cinesi. Gli animatori sono volontari, la responsabVrealizzazione delle attività ed ha costituito all’interno FE’ inoltre presente il Gruppo giovanile zonale composto dai giovani dei gruppi parrocchiali del territorio che afferiscono alla diocesi di Torino, attraverso il quale si organizzano anche corsi per animatori, rivolti ad adolescenti. Associazione G.E.P. (Ass.Vol. Genitori per la prevenzione Rivarolo): svolgono attività di sostegno scolastico ai minori segnalati dalle scuole stesse o dai servizi sociali per recupero scolastico di norma effettuato da ragazzi deiattivano iniziative a sostegno delle giovani coppie. I volontari lamentano un disinteresse di più istituzioni nelle sostegno ai giovani che intendono diventare famiglia. SETTORE 2 : RISORSE DEL SISTEMA FORMATIVO: Istituti Comprensivi: Attività scolastica, ( scuole materne elementari e medie

parte sempre più ampia della popolazione a

i; incontri relativi alla salute e alla sfera emozionale e sfera

ogeneità olastica, mediazione interculturale e sportelli di ascolto.

inferiori); buona collaborazione con Servizi Sociali e sanitari e attivazione di progetti a sostegno della genitorialità, giacchè la scuola è considerata un punto di riferimento per il loro modello educativo ed anche di delega delle responsabilità educative. Le scuole nei rapporti con la famiglia rilevano un involuzione delle capacità educative dei genitori, fenomeno comune ad unaprescindere dalle condizioni economiche del nucleo. Avviati, con diverse modalità, progetti di consulenza psicologica rivolti a genitori ed insegnanti degli alunnsessuale dei minori. Rilevato un sempre maggior numero di allievi stranieri, anche non regolarizzati, le scuole hanno attivato progetti specifici di alfabetizzazione, recupero disomsc Ist. SS. Annunziata di Rivarolo: Gestione di una scuola paritaria composta da scuola materna, elementare, media inferiore e liceo psico-pedagogico, presenza di 300 allievi complessivi all’anno. La scelta delle famiglie rispetto alla scuola paritaria è dettata soprattutto dall’estensione dell’orario (dalle 7.30 alle 18,30) che permette di ricoprire tutta la fascia lavorativa dei genitori.

34

Promozione di stage formativi rivolti alle ragazze del Liceo Psico-Pedagogico come sostegno scolastico presso il G.E.P. Non c’è presenza di minori extracomunitari in numero significativo. La preside riferisce di aver notato una certa difficoltà da parte dei genitori nell’imposizione delle regole educative nei confronti dei figli e rileva una modalità di

elega alla scuola del compito di porre dei limiti agli studenti.

rto 1 a 1, dove i professori sono refesign ic imento di una alli di Cuo natti à C.I .C ano per la form z Aziende,

ssociazioni di categoria, Comuni, Comunità Montane, per dare risposte ai fabbisogni rmativi del Canavese e della provincia di Torino. Si rivolge al mondo degli

oro e promuovendone il si rivolge anche agli adulti con necessità di acquisire

ompetenze specifiche per affrontare le nuove richieste del mercato del lavoro. In

la scuola superiore statale per i ragazzi dei bienni di scuola superiore

- Corsi di istruzione professionale superiore per i ragazzi del triennio di Istituti

d Scuola Media paritaria “G. Morgando” di Cuorgnè: Il bacino di utenza della scuola è abbastanza elevato e comprende ragazzi nella fascia di età tra gli 11 ed i 14 anni, residenti principalmente in Cuorgnè e nei comuni dell’Alto Canavese. La realtà scolastica non è considerata come una scuola d’elitè, anche perché frequentata da preadolescenti che a volte manifestano alcuni disagi a livello comportamentale, di solito la scelta della scuola paritaria è motivata dalla possibilità di frequentare scegliendo un orario prolungato, comodo per le famiglie dove i genitori non sono presenti per motivi di l oav ro. Di solito il rapporto professori/allievi è molto diretto si parla di rappo

renti per i singoli alunni. Non vi è ancora una presenza if ativa di soggetti extracomunitari, ma vi è stato quest’anno l’inser

eva disabile. Vi è una buona collaborazione con il Centro Giovanile “Caravario” rg è, che è frequentato anche da molti alunni della scuola “Morgando”, e tra le

vit extracurricolari si è proposta ai ragazzi un’attività teatrale.

.A . di Valperga e Rivarolo : Il "Consorzio interaziendale canavesa ione professionale - C.IA.C." è un ente nato dalla volontà di

Afoadolescenti per formali e aiutarli ad inserirsi nel mondo del lavsuccesso professionale, ecspecifico si organizzano:

- Corsi Diritto Dovere rivolti ad adolescenti tra 14/17 anni in uscita scuola dell’obbligo

- Corsi di italiano per stranieri rivolti a minori e famiglie immigrate - Corsi integrati con

tecnici e commerciali - Corsi POR e direttiva disoccupati o soggetti deboli e svantaggiati per

lavoratori/ci con oltre 25 anni esclusi o espulsi dal mercato del lavoro SETTORE 3 :RISORSE DEL TERZO SETTORE IN CAMPO LUDICO/EDUCATIVO: Coop. Frassati: dal 1996 la cooperativa gestisce per conto del comune di Rivarolo un centro di aggregazione per i ragazzi dai 12 ai 17 anni per quattro pomeriggi la settimana (esclusivamente minori con residenza a Rivarolo). Essendo spontaneo l’accesso e le attività limitate allo spazio fisico del centro gli educatori hanno scarse occasioni di rapportarsi con i genitori.

35

Coop. E.T.: la Coop. E.T. gestisce servizi rivolti a minori e adolescenti del territorio, in particolare ha gestito l’Estate Ragazzi presso alcune parrocchie della zona (Valperga, Pertusio, San Ponso), con i finanziamenti della L. N. 285/97 gestisce quattro centri di aggregazione giovanile presso i Comuni di Feletto, Lombardore, Bosconero e Salassa, frequentati da circa 20 ragazzi per Comune con età varia dai 13 ai 18 anni, ed in particolare svolge interventi di educativa di strada. Vi è una buona collaborazione con le

omune di Rivarolo aperta ai minori ai 3 ai 12 anni (frequenza di circa 15/20 bambini al giorno), centri di aggregazione,

ivarolo, Bosconero e Pertusio), attività i animazione sul territorio in corrispondenza di eventi e manifestazioni, Gestione del

ome Coop. Mafalda si occupa della gestione di iniziative di aggregazione e di aria rivolte ad adolescenti e giovani

ei territori di Favria, Busano, Forno e Pratiglione.

RVENTI UZIONALI

istituzioni e le parrocchie. Coop. Andirivieni: le attività della Cooperativa si rivolgono prevalentemente a minori e minori disabili: gestione di una ludoteca presso il Cdcentri diurni, centri estivi (presso i Comuni di RdServizio di Pre-pos scuola ed interventi di sostegno scolastico ai disabili sensoriali in collaborazione con i Servizi sociali, le Scuole e la Provincia di Torino. Coop. Chronos e Mafalda: Gestione per conto del C.I.S.S. 38 del Servizio di educativa territoriale rivolto sia a minori disagiati che a minori disabili dal 1998, la Cooperativa Chronos si occupa anche di attivazione di progetti specifici in collaborazione con diversi soggetti del territorio per la prevenzione ed il sostegno dei minori (orientamento lavorativo, mappatura delle risorse territoriali, laboratori di giochi di ruolo, promozione del servizio civile volontario fra i giovani del territorio). Cpromozione della partecipazione alla vita comunitn SETTORE 4: INTE ISTIT

sicologia dell’ASL 9 (Distretto di Rivarolo): operante presso il servizio i Neuro Psichiatria Infantile dell’ASL9. Tale servizio mira a garantire attraverso una

laborazione con le istituzioni del territorio le attività di prevenzione, e presa in ca di minori co avi problemati a livello

di genit problematich lo ed o: i casi o sono ci 0 (di cui circa 50 casi di minori con handicap e 150

sit te all’Autorità giudiziaria mi , e dato il numero dell’organico ed il carico di lavoro elevato, non sempre è possibile impostare, in modo continuativo, un percorso terapeutico e di sostegno alla genitorialità.

Servizio di Pdstretta colconsulenza rico n gr che comportamentale eatt c

ori con e rispetto al ruo ucativualmente in cariuazioni segnala

rca 40norile) ridotto

Casi in carico ASL 9 negli anni 2000-2002-2004 Tipologie utenza 2000 2002 2004 Soggetti in carico 2219 2250 - Nuclei familiari 65 58 - Tot. Utenza 2284 2308 MINORI Casi nuovi 897 814 985 Casi già in carico 1387 1436 1742

Tot. Minori in carico

2284 2250 2726

36

Comuni: L’azione dei Comuni si esplica nel sostegno alle famiglie ed ai minori in tutte

buzione, informazione rispetto alle agevolazioni per i nuclei familiari.

di alcune amministrazioni, non sempre derivante dall’assetto economico

SERAssiststimolappart

Sono concarsocialfamigPer te istente Sociale ha a sua disposizione dive

le fasi dell’età evolutiva attraverso servizi ed interventi diversi: asilo nido, mensa scolastica, trasporti, estate ragazzi, centri di aggregazione e progetti rivolti agli adolescenti, con particolare attenzione alle famiglie in difficoltà attraverso esenzioni e forme di contriUna rapida analisi dei regolamenti comunali riferiti all’accesso ai servizi, costi relativi e tariffe, confermano una forte diversificazione e un’incongrua definizione delle fasce di reddito che possono dunque determinare trattamenti non equi a seconda dell’appartenenza territoriale: questo pare riferibile da un lato alla maggiore sensibilità e disponibilitàfinanziario del Comune, e dall’altro alla sola valutazione della situazione reddituale dei nuclei familiari e non già della condizione sociale o personale di precarietà e

antaggio. sv

VIZIO-SOCIO ASSISTENZIALE (C.I.S.S. 38): Gli interventi Socio-enziali hanno come riferimento privilegiato il nucleo familiare e puntano a are le risorse e le potenzialità presenti nella persona e nel suo nucleo di enenza. volti a favorire la permanenza delle persone nel proprio contesto di vita, erando che spesso coesistono in uno stesso nucleo diverse psid roblematiche (di

attere abitativo, economico, psicologico, di relazioni personali, di esclusione e), tali da compromettere il benessere psicofisico del singolo o dell'intero nucleo liare. ntare una risoluzione dei problemi emergenti, l'Ass

rsi strumenti:

• Assistenza economica: diretta a singoli o nuclei familiari che non hanno un reddito sufficiente a garantire il soddisfacimento dei bisogni primari.

• Assistenza educativa territoriale: consiste in interventi di sostegno alla famiglia che si trova in difficoltà, anche per creare in loro un maggior senso di responsabilità genitoriale, in quanto di solito si tratta di un intervento rivolto a soggetti minori. Le attività sono gestite da Educatori Professionali, e sono di tipo educativo, culturale, ricreativo e mirano all'inserimento ed all'integrazione sociale di minori a rischio di disagio sociale o emarginazione. Assistenza do• miciliare: consiste in prestazioni di aiuto diretto a persone o nuclei famigliari non, in grado, anche solo temporaneamente, di soddisfare le esigenze personali e/o domestiche, e di sostenere le figure adulte di riferimento nello svolgimento della funzione genitoriale ed educativa.

Laddove gli interventi di sostegno risultino impraticabili o inefficaci a risoluzione della problematica, perché troppo complessa vi è una tipologia di erventi di sostituzione al nucleo familiare che consistono in: Affidamento familiare di minori:

allint• nel caso in cui si valuta che l'ambiente

familiare non e idoneo perché non educativo o privo di assistenza morale e materiale indispensabili per una sana crescita dei minore. L'elemento fondamentale e il carattere di temporaneita', in quanto si prevede il rientro del minore nella propria famiglia di origine, non appena quest'ultima, superate le

37

difficoltà che hanno disposto l'affidamento, sarà di nuovo in grado di accoglierlo.

• Adozione: per i minori per i quali il Tribunale di Minori accerta lo stato di abbandono (ossia la mancanza dell' ssistenza morale e materiale, da parte di genitori o parenti). II presupposto affinché sia disposta è la dichiarazione dello

Tribunale, con l'aiuto dei Serv rritoriali), per un anno, (si tratta dell'affidamento preadottivo), per verificarne la compatibilità. Decorso taperiodo con esiti positivi, il Tribunale procede alla dichiarazione di ad

adozi p e la 'orie diventa imo d ttivi, a etti.

• Tutela minori con provvedimenti dell’Autorità giudiziaria

a

stato di adottabilità da parte del Tribunale di Minori. Il minore viene così affidato ad una coppia, (selezionata e dichiarata idonea all'adozione da parte del

izi Sociali tele

ozione. gine, ed il Con l'

minorone cessa ogni ra

figlio legittporto tra il minore

ei genitori ado sua famiglia d

tutti gli eff, per i minor

ono a trovar situazioni di abbandono e di abus ossono prenti di inse to in Comuni inori, tali int i vengono atti

ecisa prescri dell’autorità ziaria minoril hiederzi indagini s rispetto alle s oni di nuclei f i in separazio

minorile

one spetto la

popolazione

i che si evedveng e in o si p ere

interv rimen tà per m ervent vati su prservi

zioneociali

giudii uazi

e, che può ricamiliar

e ai ne. t

Ambito del C.I.S.S. 38 – Minori in carico ai servizi sociali e totale della popolazione minorile

ANNO Tot. Minori in Carico

% minori in carico

rispetto alla popolazione

popolazione minorile

% popolazi

minorile ria tutta

2001 362 0,38 9354 15,40 2002 314 0,33 9368 15,39 2003 317 0,33 9504 15,51

lare rispetto

dati riferiti al triennio 2001-2003 mostrano una situazione abbastanza regoI

all’andamento della presa in carico delle situazioni di minori; è interessante notare che l’incidenza media degli interventi sui minori rispetto al totale della popolazione minorile è dello 0,34 %, ciò può essere letto come diffusione nel territorio di una condizione di benessere a livello socio-familiare nelle condizioni di vita dei minori, ma al tempo stesso come una mancata capacità del sistema integrato dei servizi sociali di andare a cogliere le situazioni di disagio al di là delle situazioni di povertà economica o disagio manifesto, anche per una sorta di diffidenza della popolazione nei confronti dell’azione del servizio sociale.

38

4.1.4 LA METODOLOGIA E IL LAVORO DEL TAVOLO Il lavoro del Tavolo tematico Minori e Famiglia è iniziato il 22 Aprile 2005 e si è concluso il 19/10/2005, si sono svolti otto incontri, con un buon livello di partecipazione ed adesione al percorso; la media è stata di 15 partecipanti ad ogni incontro. Il tavolo ha visto quindi la partecipazione attiva di diversi soggetti del territorio coinvolti in azioni a favore dei giovani e delle famiglie: gli operatori “addetti ai lavori” del Servizio Sociale, del Servizio di Psicologia dell’età evolutiva dell’ASL 9 e

ell’Educativa Territoriale, gli Educatori di Cooperative Sociali che si occupano di nsegnanti di

Scu parroccI parteabbastaminorillimitatopartico ed esperienze dirette dei soggetti territoriali appspecificfenomeepidem al 2003, che confermano un’irrilevante accconvincdipende Il lavor

1. to ai propri compiti

“istituzionali e non”, e si è lavorato al fine di costituire una base conoscitiva comune in merito ai minori e alle loro famiglie focalizzando principalmente l’attenzione su quelli che sono i bisogni, le risorse già presenti e le risorse mancanti in questo ambito territoriale per i minori suddivisi in tre fasce d’età 0-5 anni, 6-12 anni, 13-18 anni.

2. Fase Esplorativa: nella seconda fase si è cercato di confrontare quanto emerso nei “focus group” con dei dati reali, raccolti con l’ausilio di diversi Enti, rispetto alle esigenze del territorio cercando di comprendere ciò che realmente poteva essere definito un “bisogno” e cosa no.

3. Fase di individuazione degli obiettivi: dalle informazioni raccolte da ciascun rappresentante delle diverse realtà territoriali e dal confronto fra i diversi soggetti è emerso il profilo di una comunità territoriale molto frammentata ma anche caratterizzato da una vivace distribuzione delle risorse relative ai minori, considerati nelle diverse fasce di età : verificando i bisogni con i servizi e le risorse presenti, carenti o mancanti si sono andati ad individuare degli obiettivi specifici da perseguire e le conseguenti azioni da proporre.

dprogetti sul territorio a favore di minori e adolescenti, i dirigenti e gli i

ole di ogni ordine e grado, gli impiegati dei Comuni, i giovani volontari delle hie e i volontari delle associazioni a sostegno della famiglia. cipanti al tavolo hanno garantito con la loro costante presenza una analisi nza obiettiva della realtà territoriale canavesana in relazione alla tematica e: si devono comunque sottolineare alcune assenze significative che hanno forse ma non distorto la lettura dei bisogni che si è compiuta su questo territorio: in

lare mancano testimonianzeartenenti alle realtà della Comunità Montana Valli Orco e Soana, ed informazioni

he provenienti dai Servizi per le tossicodipendenze in merito alla diffusione dei ni delle dipendenze nelle fasce giovanili. Tuttavia sono stati recuperati i dati iologici dei SerT. dell’ASL9 dal 1991

esso dei minori presso le strutture preposte, a fronte invece del diffuso imento sia degli operatori sociali che dei soggetti territoriali di un aumento della nza anche in fasce di età molto basse.

o svolto dal tavolo si può suddividere nelle seguenti fasi operative: Fasce conoscitiva, fase in cui si è favorita la conoscenza fra i diversi soggetti territoriali, nonché la diffusione di informazione in meri

39

4.1.5 MAPPATURA DELLE RISORSE

Tipologia Risorse Presenti Risorse da potenziare Risorse Assenti

INTERVENTI TERRITORIALI DI ORIENTAMENTO PREVENZIONE E

PROMOZIONE

Associazione G.E.P. (Sostegno Genitoriale) Progetto Impronte (C.M. Alto Canavese) Progetto Guarda un po’ – educativa di strada (Bosconero-Feletto-Salassa-Lombardore) Progetto Albikokka e animazione parchigioco (Rivarolo) Progetto 0-6 Mesi (C.I.S.S.38 – ASL) Vari progetti degli Istituti Comprensivi per promozione e sostegno alla genitorialità Sportello orientamento lavorativo (Centro per l’Impiego)

Gruppi di sostegno alla coppia e alla genitorialità

Città con spazi, aree gioco, laboratori a misura di ragazzi e genitori Centri di ascolto per famiglie Fondi Statali per progetti di prevenzione e promozioni Protocolli di intesa fra le diverse agenzie educative ed i servizi sociali e sanitari per la segnalazione preventiva e la gestione di situazioni di maltrattamento o abuso sui minori. Progetti rivolti agli adolescenti per il tutoraggio e l’inserimento lavorativo Informazioni e iniziative di diffusione delle informazioni fra i soggetti territoriali che si occupano di adolescenti e giovani

INTERVENTI DOMICILIARI E DI SOSTEGNO FAMILIARE

Servizio di Assistenza Domiciliare Servizio di Educativa Territoriale Minori Consultorio famigliare Servizio di Psicologia (N.P.I.) Commissioni Affidamenti e Adozioni

Linee di trasporto più frequenti e collegamenti tra i diversi comuni Ampliamento delle risorse per l’aumento dei tempi di intervento Maggiore attenzione da parte dei Comuni per facilitare l’accesso allo stadio dei minori disabili Progetti di promozione dell’Affidamento

Servizi di assistenza e supporti alle madri straniere

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Tipologia Risorse Presenti Risorse da potenziare Risorse Assenti

INTERVENTI DIURNI E SEMIRESIDENZIALI

Asili nido Comunali Micronidi convenzionati (Oglianico – Valperga) Servizi di pre-post scuola Ludoteca (Rivarolo) Centri di Aggregazione (Rivarolo – Lombardore - Forno C.se – Favria) Centri Estivi (Diverse iniziative estive sia a livello Comunale sia in ambito Parrocchiale) Soggiorni e Campi Estivi

Posti di accoglienza nei nidi e nelle materne e convenzioni fra Comuni per sopperire alla mancanza di posti nido Uscite, Soggiorni e organizzazione di eventi sul territorio Accessi facilitati per minori a rischio alle attività svolte dalle associazioni sportive

Consigli Comunali per i ragazzi e proposte di intervento provenienti dai Comuni che facciano sentire gli adolescenti protagonisti del territorio Scuole Medie e Superiori ad indirizzo umanistico o professionalizzanti con svariate offerte formative

INTERVENTI COMUNITARI RESIDENZIALI Comunità per minori e famiglie in difficoltà

INTERVENTI DI EMERGENZA

Tutela minori con provvedimenti e rapporti con Autorità giudiziaria, inserimenti in luoghi protetti. Spazio per incontri in luogo neutro

Risorse abitative di emergenza per nuclei problematici

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4.1.6 L’ANALISI DEI BISOGNI Il tavolo ha scelto di lavorare su tre fasce di età PRIMA INFANZIA – INFANZIA- ADOLESCENZA allo scopo di chiarire le diverse esigenze che accompagnano il minore e la famiglia nel percorso di crescita. Si presenta lo schema di seguito riportato che sintetizza il lavoro di analisi svolto. SINTESI E ANALISI DEI BISOGNI Fascia 0-5 anni

SITUAZIONE da EVIDENZIARE BISOGNI DIAGNOSI OBIETTIVI AZIONI

-Famiglie che indipendentemente dalle condizioni socio-economiche mettono in atto nei confronti dei minori comportamenti di abdicazione dal ruolo genitoriali, deresponsabilizzazione e delega delle proprie funzioni. - Scelte di organizzazione della vita familiare strettamente dipendenti dalle necessità lavorative e dalla soddisfazione delle esigenze dell’adulto .

Esigenze di custodia e cura dei minori da parte di persone esterne al nucleo famigliare (baby-parking, asili-nido, servizi pre-post scuola, centri estivi, aumento dei posti degli orari delle istituzioni scolastiche). Esigenza di interventi di supporto alla genitorialità fin dai primi ani di vita dei bambini, per evitare situazioni di solitudine e di isolamento delle famiglie. Assenza di una rete naturale di sostegno e carenza di forme di solidarietà fra famiglie

Aumento delle richieste di intervento ai Comuni, alle scuole, alle aziende sanitarie e agli enti locali Incremento delle richieste improprie che delegano funzioni proprie del ruolo genitoriali alle istituzioni Rischio di un aumento non controllato delle tipologie di offerte, che favoriscono ulteriormente la deresponsabilizzazione dei genitori. Iniqua distribuzione delle risorse, che ostacola l’accesso alle risorse a chi ha reali necessità Pregiudizio e sfiducia nei confronti dei Servizi e delle istituzioni, che ostacola la possibilità di porre in essere un’azione di tipo preventivo-riparatrice.

Difficoltà di accesso alle risorse proprie

del contesto territoriale (volontariato, terzo settore, istituzionali) per mancanza di

flussi informativi adeguati.

Promuovere il recupero e la qualificazione delle figure di sostegno naturale Rafforzare il sistema famiglia Sviluppare forme alternative di affidamento familiare Superare il solo criterio economico per l’accesso e la definizione dei costi dei servizi rivolti ai minori. Diffondere in modo puntuale e capillare informazioni relative ai servizi e risorse territoriali a favore delle famiglie con minori

Prevedere forme di agevolazioni economiche (riduzione costo servizi, accessi privilegiati, agevolazioni) per i “soggetti di buona volontà” che si assumono compiti di cura dei minori. Creazione di gruppi di “auto-mutuo aiuto” con soggetti territoriali nel ruolo di facilitatori organizzativi Promozione e sensibilizzazione sulle tematiche relative all’affidamento familiare attraverso i media locali Elaborazione di delibere comunali che tengano in considerazione i progetti specifici a tutela del bambino ed elaborazione di regolamenti di accesso ai servizi pubblici attenti alle nuove forme di famiglia Utilizzo di strategie comunicative stabili a livello interistituzionale e a livello locale.

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Fascia 6-12 anni

SITUAZIONE da EVIDENZIARE BISOGNI DIAGNOSI OBIETTIVI AZIONI

-Aumento del numero di minori con manifeste espressioni di disagio :

• in ambio scolastico • a livello comportamentale • con esigenza di tutela giudiziaria

( aumento del numero dei minori in carico al SS, alla NPI, invii alla Procura, e segnalazioni dalla scuola) - Incremento dei fenomeni di disgregazione familiare e nuove ricomposizioni di nuclei familiari differenti. - Nuove esigenze di integrazione socio-culturale di famiglie e minori a fronte di un aumento dei flussi migratori.

Esigenza di figure esterne all’ambito familiare per: • sostegno scolastico (anche nei

primi anni di scuola); • occupazione e gestione del

tempo libero; • esercitare ruoli normativi. All’interno di ciò si collocano richieste specifiche di: - prolungamento dell’orarioscolastico.

Scarsa conoscenza delle risorse presenti nel territorio (volontariato, terzo settore)

- copertura dei mesi estivi; - sostegno nello studio; - esercizio di ruoli normativi “dire di no” attribuiti alla scuola, al Servizio sociale, N.P.I., Educatori, Animatori. Necessità di centri di ascolto e mediazione familiare. Individuazione di figure educative adulte di riferimento per il minore ed il genitore. Necessità di spazi protetti di relazione , confronto e scambio per i minori per favorire l’integrazione culturale

Incremento delle richieste improprie che delegano funzioni proprie del ruolo genitoriale alle istituzioni Inadeguatezza della tempestività della risposta pubblica/ assenza di interventi a carattere preventivo

Assenza di iniziative di prevenzione e sostegno alla coppia genitoriali in crisi (da parte dei soggetti territoriali). Scelte gestionali della famiglia subordinate alla situazione economica generale. (Crisi economica dei nuclei monogenitoriali) Difficoltà di conciliazione della definizione di “bambino” nelle diverse culture

Potenziare le risorse e gli interventi di tipo educativo per sostenere il recupero dei ruoli genitoriali Promuovere modalità di raccordo tra i diversi enti per la segnalazione preventiva delle possibili situazioni di disagio. Fornire flussi informativi chiari e trasparenti alla popolazione rispetto alle risorse presenti Incrementare le risorse dei servizi per promuovere azioni preventive sul nucleo familiare. Creazione di Spazi/ iniziative “a misura di bambino”,a libero accesso per favorire la socializzazione e l’integrazione culturale. Favorire l’accesso alle attività ludico-sportive, non in forma competitiva, ma come forma di incontro e scambio a livello sociale.

Partecipazione delle diverse agenzie educative nei processi decisionali riguardanti i minori che avvengono a livello locale. Definizione di protocolli operativi CISS/ ASL/ Agenzie educative/Procura . Pubblicazioni periodiche da parte dei Comuni su iniziative, Bisogni, suggerimenti relativi ai minori Ampliamento delle risorse umane/orarie/finanziarie per aumentare i tempi di intervento Creazione o convenzioni Centri di Ascolto per la Familglia; Convenzioni tra Comuni per la gestione di servizi (con facilitazioni per nuclei monogenitoriali) e progetti a sostegno della genitorialità. Assegnazione gratuita di palestre, campi, etc.. su accordi con le società sportive che garantiscono accessi facilitati.

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Fascia 13 - 18

SITUAZIONE da EVIDENZIARE BISOGNI DIAGNOSI OBIETTIVI AZIONI

-Solitudine dei ragazzi e delle ragazze nel costruire il proprio percorso di vita:

nell’ambito formativo-lavorativo; nella scelta dei modelli valoriali; nella gestione “utile” e “partecipata” del

tempo libero;

- Difficoltà a sviluppare un sano senso di appartenenza (al contesto, al gruppo) come

alternativa alla passiva adesione a gruppi/modelli/mode/ideologie diseducative

-Esigenza di orientatori qualificati per le scelte formative – professionali dei ragazzi - Spazi di ascolto per i genitori - individuazione di nuovi punti di riferimento in alternativa ai genitori - Spazi di ascolto privilegiato per adolescenti - Luoghi per la libera espressione e lo scambio e il confronti di modelli e ideologie; - necessità di conoscere “chi” e “che cosa” offre il territorio con linguaggi comunicativi innovativi, basati sulla relazione - esigenza di condivisione, partecipazione e affermazione di sé anche attraverso lo sport - accessi facilitati al sistema dei trasporti

Aumento di disturbi comportamentali connotati da forte dipendenza dell’adulto (insicurezza), o impropria adultizzazione dei minori La costruzione dei percorsi di vita dei minori non è condivisa e partecipata dai servizi/enti/associazioni che li seguono. Percezione svalutante della scuola come luogo esclusivo di norme, impegno e divieto Facilità di cadere vittime di “adulti pericolosi” a causa della carenza di “figure di riferimento positive”. Percezione del tempo libero come tempo da riempire a tutti i costi per evitare “la noia” Perdita dell’individualità a beneficio di una omologazione rassicurante ma annullante Poca volontà nell’ascoltare le richieste dei minori da parte delle amministrazioni, senza considerare che il minore stesso è il massimo esperto di se stesso

Potenziare le risorse e gli interventi di tipo educativo per sostenere il recupero dei ruoli genitoriali Promuovere modalità di raccordo tra i diversi enti per l’individuazione di percorsi professionali in modo congiunto Attribuire nuovi valori e responsabilità agli adulti significativi del contesto (insegnanti, allenatori..) Sviluppare un sistema di offerte formative vario Favorire una nuova immagine del sistemascolastico/formativo

Creazione di gruppi di lavoro per l’orientamento dei minori e l’individuazione di percorsi professionali ad hoc, anche per chi è uscito dal sistema scolastico.

Sviluppare un flusso informativo delle risorse del territorio basato sui soggetti privilegiati Promuovere progetti ed esperienze di convivenza civile, legalità e di responsabilità, dando voce alle esigenze dei minori. Facilitare l’accesso alle iniziative dei diversi territori

- creazione di sportelli per la famiglia, con progetti che coinvolgano ASL/CISS/SCUOLA Creazioni di comitati permanenti per l’orientamento dei minori Incentivazione degli adulti significativi (insegnanti, associazioni sportive) che partecipano alla progettazione locale anche mettendo a disposizione le loro risorse Scuola aperta attraverso iniziative/attività a favore dei minori e dei loro genitori

Attivazione dei Consigli Comunali dei ragazzi o di forme di rappresentazione sostenute dai Comuni Assegnazione ai minori di spazi autogestiti attraverso progetti di “restituzione impegnata” che coinvolgano più Comuni del territorio Avviare iniziative itineranti sul territorio che facilitino la conoscenza dei contesti e facilitino gli spostamenti

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4.1.7 ANALISI DEGLI OBIETTIVI INDIVIDUATI

OBIETTIVI AZIONI Promuovere il recupero e la qualificazione delle figure di sostegno naturale e sviluppare forme alternative di affidamento familiare

- Prevedere forme di agevolazioni economiche (riduzione costo servizi, accessi privilegiati, agevolazioni) per i “soggetti di buona volontà” che si assumono compiti di cura dei minori. - Promozione e sensibilizzazione sulle tematiche relative all’affidamento familiare attraverso i media locali

Superare il solo criterio economico per l’accesso e la definizione dei costi dei servizi rivolti ai minori.

Elaborazione di delibere comunali che tengano in considerazione i progetti specifici a tutela del bambino ed elaborazione di regolamenti di accesso ai servizi pubblici attenti alle nuove forme di famiglia

Diffondere in modo puntuale e capillare informazioni relative ai servizi e risorse territoriali a favore delle famiglie con minori

Utilizzo di strategie comunicative stabili a livello interistituzionale e a livello locale.

Promuovere modalità di raccordo tra i diversi soggetti territoriali

-Partecipazione delle diverse agenzie educative nei processi decisionali riguardanti i minori che avvengono a livello locale. - Definizione di protocolli operativi CISS/ ASL/ Agenzie educative/Procura

Incrementare le risorse dei servizi per promuovere azioni preventive sul nucleo familiare.

-Ampliamento delle risorse umane/orarie/finanziarie per aumentare i tempi di intervento - Creazione o convenzioni per Centri di Ascolto per la Famiglia - Creazione di gruppi di “auto-mutuo aiuto” con soggetti territoriali nel ruolo di facilitatori organizzativi

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OBIETTIVI AZIONI Creazione di spazi/ iniziative “a misura di bambino”a libero accesso, per favorire la socializzazione e l’integrazione culturale.

Convenzioni tra Comuni per la gestione di servizi i (con facilitazioni per nuclei monogenitoriali) e progetti ludico/educativi a sostegno della genitorialità. Assegnazione gratuita di palestre, campi, etc.. su accordi con le società sportive che garantiscono accessi facilitati.

Attribuire nuovi valori e responsabilità agli adulti significativi del contesto (insegnanti, allenatori..)

Incentivazione degli adulti significativi (insegnanti, associazioni sportive) che partecipano alla progettazione locale anche mettendo a disposizione le loro risorse

Favorire una nuova immagine del sistema scolastico

Scuola aperta attraverso iniziative/attività a favore dei minori e dei loro genitori

Promuovere progetti ed esperienze di convivenza civile, legalità e di responsabilità, dando voce alle esigenze dei minori.

Attivazione dei Consigli Comunali dei ragazzi o di forme di rappresentazione sostenute dai Comuni Assegnazione ai minori di spazi autogestiti attraverso progetti di “restituzione impegnata” che coinvolgano più Comuni del territorio Avviare iniziative itineranti sul territorio che facilitino la conoscenza dei contesti e facilitino gli spostamenti

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4.2 AREA DISABILI

4.2.1 NOTA INTRODUTTIVA

Il Tavolo di lavoro ha iniziato il percorso il giorno 27 aprile 2005 ed è proseguito fino al giorno 22- settembre 2005 con un totale di sei incontri. La partecipazione è stata costante con la presenza media di 16 componenti in ciascun incontro. Il gruppo di lavoro è composto da rappresentanti delle varie realtà presenti sul nostro territorio : Consorzio intercomunale dei servizi sociali, Associazioni, Cooperative sociali, Servizio di Neuro psichiatria e Psicologia dell’età evolutiva, Scuole dell’obbligo, Agenzie Formative, Centro per l’Impiego, rappresentante sindacale, rappresentante del Tavolo politico. Prima di introdurre il lavoro svolto dal Tavolo relativo all’Area Disabilità è opportuno definire il termine “disabilità”, inteso come limitazione o perdita, conseguente ad una menomazione, della capacità di compiere un’attività nel modo o nell’ampiezza considerati normali per un essere umano (International classification of Impairments,Disabilities and Handicaps –ICIDH). Questa definizione è stata di recente superata da un approccio multi prospettico, in cui si integrano tre dimensioni, quella biologica, individuale e sociale. Vi è in sostanza il passaggio da un approccio individuale ad uno socio-relazionale ( ICF ). Pertanto la disabilità viene intesa come la conseguenza o il risultato di una relazione tra la condizione di salute di un individuo, fattori personali e fattori ambientali che rappresentano le circostanze in cui vive. Partendo da questa condivisione del concetto disabilità la nostra ricerca è iniziata dalla reciproca conoscenza rispetto al proprio servizio o realtà di appartenenza con una raccolta dati sul sistema di offerta e sulla domanda di interventi e servizi con l’analisi del sistema di collaborazioni in atto tra i vari servizi presenti. È necessario per avere il quadro generale del sistema di offerta costruire la mappatura delle risorse esistenti. Dalla ricerca da noi svolta risultano le seguenti tipologie di interventi erogate da risorse presenti sul nostro territorio. 4.2.2 IL SISTEMA DEI SERVIZI E DELLE RISORSE ESISTENTI INTERVENTI TERRITORIALI DI ORIENTAMENTO PREVENZIONE E PROMOZIONE -Servizio inserimenti lavorativi (SIL): è un servizio di competenza del C.I.S.S. 38, rivolto a soggetti in particolare bisogno ed esposti a gravi rischi di emarginazione tra i quali disabili intellettivi, fisici, sensoriali, adulti in situazione di disagio sociale e minori in carico al servizio sociale. Il servizio predispone percorsi di inserimento lavorativo per disabili e fasce deboli attraverso un progetto di presa in carico con l’obiettivo di avvicinare due mondi difficilmente conciliabili :quello del lavoro e quello della disabilità / disagio sociale.

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Attualmente il SIL ha in carico 17 persone di cui 14 disabili e tre adulti in situazione di disagio sociale. In seguito alla legge 68/ 99 ,al fine di realizzare i principi di “ collocamento mirato la Provincia e il C.I.S.S. 38 e il Consorzio IN.RE.TE. hanno stipulato una Convenzione per il raccordo finalizzato a facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro di persone disabili. Le attività a carico del Consorzio vengono definite in un programma annuale e consistono nel supporto all’integrazione lavorativa ,sia in fase di tirocinio o di borsa lavoro, sia in fase di inserimento lavorativo, attraverso attività di sostegno ed accompagnamento,attraverso la collaborazione per l’individuazione di mansioni idonee e disponibili in azienda al fine di abbinarle alle reali capacità dei soggetti da inserire,attività di mediazione nell’ambito dei contesti aziendali interessati. Il C.I.S.S.38 mette a disposizione l’operatore impegnato nel SIL per l’espletamento del servizio concordato. Per l’anno 2005 sono previsti percorsi di inserimento lavorativo per n. 4 persone disabili; n. 2 persone disabili per il Progetto strategico inserimenti lavorativi; un massimo di 80 soggetti da valutare attraverso la somministrazione del Programma MATCH. - Centro per l’Impiego: il servizio C.P.I. si occupa di accoglienza, informazione ed orientamento, di preselezione, di collocamento disabili, di lavoratori non comunitari, di tirocini. Nel nostro territorio opera il C.P.I. di Cuorgnè con la finalità di promuovere l’inserimento lavorativo dei disabili in impieghi compatibili con le proprie condizioni di salute e capacità lavorative e a soddisfare l’esigenza delle aziende di un inserimento proficuo nella propria organizzazione produttiva. - Servizio di educativa territoriale: Attualmente il S.E.T. è gestito dalla Cooperativa CHRONOS e coordinato da una assistente sociale del C.I.S.S. 38. È un servizio che fornisce interventi di sostegno educativo a favore di minori e disabili con la finalità di diminuire i rischi di esclusione sociale. Attualmente il SET ha in carico 31 soggetti (minori e disabili). - Laboratorio integrato: è un progetto educativo, rivolto alle persone disabili tra i 18 e i 40 anni realizzato dal C.I.S.S. 38 in collaborazione con il Servizio di educativa territoriale, con finanziamento della Regione Piemonte ai sensi della legge 104/92. Obiettivo principale di questo percorso è il monitoraggio e sviluppo delle capacità e potenzialità esistenti nei singoli partecipanti con la formulazione di ipotesi su possibili inserimenti in contesti formativi e/o lavorativi. Il progetto prevede diverse attività: animazione a cavallo, laboratorio di teatro e il laboratorio di comunicazione. Attualmente partecipano a questo progetto 9 soggetti. - Cooperative di tipo A: nel nostro territorio operano la Cooperativa “Allegro con moto” nella gestione del servizio di Assistenza domiciliare territoriale; la Cooperativa “Andirivieni”nell’attività di sostegno scolastico a minori portatori di handicap e disabili sensoriali; la Cooperativa “Chronos“ nella gestione del Servizio di Educativa territoriale e nella gestione del Gruppo Appartamento per Disabili di Pont C.se.

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- Cooperative di tipo B: operano con finalità di promozione sociale, offrono servizi e attuano inserimenti lavorativi di soggetti svantaggiati in strutture con caratteristiche imprenditoriali, sviluppando professionalità spendibili sul mercato. Nel nostro territorio vi sono la Cooperativa sociale “Arcobaleno“ specializzata in attività di pulizia nell’ambito dei Comuni di Feletto, Pertusio, Forno, Prascorsano, Rivarolo. Destinatari dell’intervento sono adulti con handicap fisico ed intellettivo; la Cooperativa sociale “L’Albero”, rivolta ad adulti con handicap intellettivo e fisico, coinvolta in attività di raccolta differenziata e manutenzione di aree verdi; la Cooperativa “CRISTINA“, che offre lavoro a portatori di handicap fisici e psichici. -Volontariato: Al Tavolo è presente l’Associazione A.V.U.L.S.S. “Domenica Naretto“ di Rivarolo,che si rivolge le proprie attività di solidarietà ad anziani, immigrati, ammalati ricoverati in strutture di cura, utenti del SERT e disabili psichici. INTERVENTI DOMICILIARI E DI SOSTEGNO FAMILIARE -Servizio di assistenza domiciliare e tutelare: fornisce interventi di aiuto alla persona o al nucleo familiare,finalizzati a mantenere l’autonomia presso il proprio domicilio; il servizio è rivolto ad anziani, nuclei con minori e disabili. -Servizio di Educativa Territoriale (precedentemente illustrata) -Servizio di assistenza economica: è destinata a singoli o a nuclei familiari,le cui condizioni economiche non consentono al soddisfacimento dei bisogni fondamentali di vita,o per far fronte in via straordinaria a situazioni impreviste ed eccezionali che compromettono gravemente l’equilibrio socio-economico. INTERVENTI DIURNI E SEMIRESIDENZIALI -Centro diurno “Metafora“ a Cuorgnè : è un servizio gestito direttamente da operatori del C.I.S.S. 38; fornisce interventi di assistenza ed educativi a ragazzi /e disabili psichici e fisici ultra quattordicenni. Attraverso le attività di laboratorio si sviluppano le diverse potenzialità in termini di autonomia personale, sociale, capacità espressiva e relazionale e potenziamento del benessere psico-fisico. Le attività sono varie, gestite dagli operatori interni e in parte da consulenti esterni. La frequenza al Centro diurno può essere a tempo pieno o a part-time, in base al progetto individuale del singolo ragazzo. Attualmente al Centro diurno Metafora vi sono 9 utenti. -Centro diurno a Rivarolo Canavese: è un servizio gestito in affidamento all’ ANFFAS di Rivarolo. -Laboratorio “Arcobaleno” : L’ Associazione A.V.U.L.S.S. “D. Naretto “ gestisce laboratori rivolti a ragazzi/e disabili ultraquattordicenni all’interno dei quali vengono svolte attività manuali, ricreative e di socializzazione. Inoltre viene gestito un alloggio definito “casa dell’autonomia “ ,nella quale settimanalmente viene svolta un’attività di cucina con alcuni ragazzi e sporadicamente viene organizzato un intero week-end rivolto a coloro che necessitano di un momento di sollievo . Nell’ anno 2005 risultano in carico 15 utenti. INTERVENTI COMUNITARI RESIDENZIALI

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-Quattro RAF di tipo A (ANFASS): ciascuna RAF ospita 10 disabili intellettivi provenienti dal Piemonte e anche da altre Regioni. All’interno delle residenze viene svolta attività assistenziale e socio-sanitaria. Inoltre gli ospiti partecipano ad attività di laboratorio ,attività di socializzazione, uscite sul territorio. -Gruppo Appartamento “La Primula“: è un servizio residenziale rivolto a disabili psichici situato a Pont C.se.. È attualmente gestito dalla Cooperativa Chronos. Ad oggi vi abitano 6 utenti residenti ed è prevista la possibilità di usufruire del servizio, nel week-end, da parte di ragazzi con necessità di distaccarsi momentaneamente dal proprio contesto familiare. ATTIVITA’ AD INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA COMMISSIONE UNITA’ VALUTATIVA HANDICAP (U.V.H.): Gli operatori sociali del C.I.S.S. 38 collaborano con i servizi sanitari per la valutazione delle richieste di inserimento in strutture residenziali o semiresidenziali proposte da Servizio Sociale o dai Servizi Sanitari, per l’individuazione dei presidi e la definizione dei tempi e modalità di inserimento. Inoltre propone un piano personalizzato per ciascun soggetto ,individua la struttura più idonea ,segue da un punto di vista clinico e riabilitativo il percorso avviato. La Commissione U.V.H. è composta dal Responsabile dell’Unita’ di N.P.I., dal Responsabile dell’Unita’ di Recupero e Rieducazione Funzionale, dal Direttore del DSM e dai Direttori dei Consorzi socio-assistenziali del territorio. Questa prima parte del lavoro è stato documentato attraverso schede informative compilate dai rappresentanti dei servizi. Sono in carico al Consorzio intercomunale dei servizi sociali numero 178 di disabili adulti (2005). In carico al Servizio di Neuro psichiatria e Psicologia nell’ambito del C.I.S.S. 38 risultano 75 minori certificati (2005).

ETA’ MINORI 17 ANNI 10 15 ANNI 3 14 ANNI 7 13 ANNI 5 12 ANNI 3 11 ANNI 7 10 ANNI 7 9 ANNI 5 8 ANNI 8 7 ANNI 2 6 ANNI 4 5 ANNI 3 4 ANNI 3 3 ANNI 3 1 ANNO 1

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In carico al Consorzio Intercomunale dei servizi sociali risultano 30 minori disabili . In seguito ad una raccolta dati rispetto alla presenza di disabili nelle scuole, risultano inseriti:

n° 8 disabili Scuola materna n° 29 disabili Scuola elementare n° 25 disabili Scuola media n° 16 disabili Scuola superiore

Dopo aver costruito la base conoscitiva e la mappatura delle risorse, nell’ambito dei lavori del Tavolo, si è posta l’attenzione non solo sui servizi presenti, e si è svolta una valutazione sulle risorse da potenziare e su quelle assenti. Grazie al contributo di conoscenza della realtà specifica, da parte di ciascun partecipante ed in seguito ad una riflessione e ad un confronto nel gruppo, si sono individuati i bisogni evidenziandone alcuni come prioritari. Rispetto al bisogno di risorse residenziali per disabili medio-gravi si ritiene prioritario un intervento, in quanto dai dati raccolti risultano 30 persone disabili con genitori ultra sessantacinquenni, e quindi con potenziale bisogno di inserimento residenziale a medio termine. Inoltre attualmente risultano 27 persone disabili inserite in strutture residenziali esterne al territorio del C.I.S.S. 38. Solo 6 persone disabili sono ospiti in comunità gestita direttamente dal C.I.S.S. 38. Attualmente non vi sono posti previsti per l’emergenza o per ricoveri di sollievo. Dalla lettura dell’allegato relativo alla sintesi dei bisogni emergono esigenze su altri ambiti ,dalla riqualificazione dei servizi già presenti sul territorio, alla difficoltà ad inserire nel mondo lavorativo soggetti con disabilità, carenza di informazione relativa ai servizi esistenti, la totale mancanza di sostegno psicologico – relazionale alle famiglie. Ciascun bisogno individuato dal nostro gruppo di lavoro è importante, ma per iniziare si è posta particolare attenzione su alcuni: il primo e l’esigenza di residenzialità, il secondo è la riqualificazione dei Centri diurni e in ultimo l’apertura di un laboratorio protetto per coloro che presentano difficoltà a compiere esperienze pre lavorative. Dall’analisi dei bisogni si sono individuati gli obiettivi e le rispettive azioni soffermandoci su vari aspetti: da quello legislativo, alla corresponsabilità di realizzazione , alla tipologia d’intervento e all’eventuale costo aggiuntivo. Al termine di questa fase di lavoro il gruppo si è dato l’ obiettivo di lavorare in sottogruppi sulle singole problematiche individuate con le professionalità e le competenze di ciascun partecipante.

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4.2.3 MAPPATURA DELLE RISORSE

Tipologia Risorse Presenti Risorse da potenziare Risorse Assenti

INTERVENTI TERRITORIALI DI ORIENTAMENTO PREVENZIONE E

PROMOZIONE

Inserimenti socio occupazionali Volontariato

Educativa territoriale Servizio inserimenti lavorativi

Cooperative sociali di tipo A e B

Formazione professionale mirata

Gruppo mutuo aiuto Soggiorni estivi

INTERVENTI DOMICILIARI E DI SOSTEGNO FAMILIARE

Servizio domiciliare Educativa territoriale

INTERVENTI DIURNI E SEMIRESIDENZIALI

Centro diurno di Cuorgnè Centro diurno di Rivarolo

Laboratori (gestiti da volontari) Centro diurno ANFFAS

Laboratori protetti Centro diurno per età evolutiva

INTERVENTI COMUNITARI RESIDENZIALI Quattro RAF di tipo A ( ANFFAS ) Gruppo Appartamento a Pont Comunità per disabili medio-gravi

Convivenze guidate

INTERVENTI DI EMERGENZA Due posti in convenzione per emergenza

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4.2.4 SINTESI E ANALISI DEI BISOGNI SITUAZIONE da EVIDENZIARE BISOGNI DIAGNOSI OBBIETTIVO AZIONI

* Insufficienza di interventi comunitari residenziali Assenza di servizi residenziali finalizzati all’autonomia * Non copertura completa dei posti nei Centri diurni Assenza di posti per ricoveri di sollievo

Esigenza di maggiori strutture per disabili medio-gravi. Esigenza di un servizio che offra la possibilità di sperimentarsi nella vita quotidiana in modo autonomo con un minimo supporto da parte dei servizi Esigenza di riqualificazione dei Centri diurni considerando i nuovi bisogni. Esigenza da parte delle famiglie di riposarsi per un breve periodo.

Insufficienza di posti per l’inserimento in comunità di disabili medio-gravi. Insufficienza di risposte a fasce di persone adulte (over 40) con handicap medio-grave. Non invio di persone con handicap medio-grave (18-30 anni).

Potenziamento dei servizi. Potenziamento di progetti ed esperienze di convivenza guidata Riorganizzare dei servizi semiresidenziali presenti sul territorio Garantire maggiore efficacia tramite la lettura dei nuovi bisogni. Promozione domiciliarità

Ampliamento della risorsa esistente. Apertura di una comunità alloggio Apertura di un servizio di convivenza guidata Qualificazione dei Centri diurni con messa in rete con altri servizi Disponibilità di posti per ricoveri di sollievo Erogazione dell’assegno di cura

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SITUAZIONE da EVIDENZIARE BISOGNI DIAGNOSI OBBIETTIVO AZIONI

* Mancanza di laboratori protetti Difficoltà ad inserire soggetti con disabilità nelle ditte presenti sul territorio Mancanza di gruppi di auto mutuo aiuto Difficoltà di spostamento sul territorio

Esigenza di un servizio che sia risorsa per coloro che hanno capacità residue non spendibili sul mercato del lavoro, bensì in una realtà protetta. Esigenza di una maggior disponibilità da pare delle ditte rispetto a inserimenti pre lavorativi di soggetti con disabilità Esigenza di un supporto psicologico – relazionale alle famiglie Necessità di raggiungere i centri abitati. Necessità di raggiungere la sede di lavoro. Necessità di raggiungere i Servizi sociali e sanitari.

Mancanza di risorse a situazioni particolari e risposte non efficaci Rispetto al bisogno emerso.

Promuovere azioni rivolte all’accoglienza di disabili con particolari difficoltà a compiere esperienze pre lavorative. Promuovere azioni rivolte all’osservazione di disabili in contesti protetti al fine di un possibile tirocinio lavorativo Incremento di inserimenti pre lavorativi nelle ditte presenti sul territorio Offerta di un sostegno psicologico – relazionale al nucleo famiglia Potenziamento della rete dei trasporti

Apertura di un laboratorio protetto. Sensibilizzazione alle ditte riguardo all’esperienza pre lavorativa di disabili Istituzione di un gruppo di auto mutuo aiuto Maggiori corse di linee urbane. Utilizzi dei buoni taxi. Trasporto a chiamata.

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4.2.5 ANALISI DEGLI OBIETTIVI INDIVIDUATI

OBIETTIVI AZIONI Potenziamento dei servizi residenziali

Ampliamento della risorsa esistente Apertura di una comunità alloggio

Promozione di progetti ed esperienze di convivenza guidata

Apertura di un servizio di convivenza guidata

Riorganizzazione dei servizi diurni esistenti

Riqualificazione di Centri diurni con messa in rete con altri servizi

Promozione domiciliarità

Disponibilità di posti per ricoveri di sollievo Erogazione dell’assegno di cura (secondo criteri precisi)

Promuovere azioni rivolte all’accoglienza di disabili con particolari difficoltà a compiere esperienze prelavorative Promuovere azioni rivolte all’osservazione di disabili in contesti protetti al fine di un possibile tirocinio lavorativo

Apertura di laboratorio protetto

Incremento di inserimenti prelavorativi nelle ditte presenti sul territorio

Sensibilizzazione alle ditte sull’esperienza Carta dei servizi

Sostegno al nucleo famiglia

Istituzione di un gruppo di auto mutuo aiuto

Potenziamento della rete dei trasporti

Maggiori corse di linee urbane Utilizzo buoni taxi Trasporto a chiamata

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4.3 AREA ANZIANI 4.3.1 NOTA INTRODUTTIVA La popolazione anziana rappresenta una realtà complessa e diversificata, al cui interno convivono molteplici problematiche, bisogni e richieste, che vanno ad incidere sulla configurazione del welfare locale. All’interno di questo sistema sono presenti anziani autosufficienti, parzialmente autosufficienti e non autosufficienti, in situazioni sia di benessere sia di disagio, più o meno conclamato, per motivi familiari, economici, sanitari o sociali. Nell’anno 2004 nel territorio di competenza del CISS 38 la popolazione pari o maggiore di 65 anni rappresentava il 21,80 % (n. 13.418) con un incremento rispetto al 2003 del 0,53 %. La percentuale risulta molto più alta in alcuni Comuni montani come viene evidenziato dalla seguente tabella:

COMUNE % ALPETTE 33,81 CANISCHIO 31,83 CHIESANUOVA 29,00 FRASSINETTO 31,01 INGRIA 50,00 LOCANA 30,76 NOASCA 43,65 PONT C.SE 25,69 PRASCORSANO 23,22 PRATIGLIONE 23,58 RIBORDONE 65,43 RONCO 35,41 SPARONE 26,13 VALPERGA 24,82 VALPRATO SOANA 34,92

Dall’analisi del contesto sociale emergono i seguenti fattori principali di mutamento:

Crescita numerica della popolazione anziana sia in valore assoluto (n° di anziani) sia in valore relativo (n° di anziani rispetto agli adulti ed ai giovani); innalzamento dell’età media che determinano una significativa maggiorazione della fascia definita “quarta età” (ultranovantenni).

• •

Riduzione della rete familiare (famiglie costituite da anziani soli, da coppie di anziani o genitori e figli entrambi anziani) e diverso stile di vita delle nuove generazioni in seguito al lavoro femminile esterno alla famiglia. Aumento delle malattie degenerative che determinano disabilità e dipendenza. Incremento della forbice tra la domanda e l’offerta in quanto le risorse disponibili sono limitate da budget sempre più ridotti. Cambiamento culturale sia degli anziani sia delle famiglie, sia dei servizi che richiede risposte flessibili ed individualizzate.

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La rete dei servizi per gli anziani è formata da un insieme di enti pubblici (Consorzio Intercomunale dei Servizi Socio-Assistenziali CISS 38, ASL 9, IPAB ), sia soggetti con o senza fini di lucro (associazioni, volontariato, cooperative, strutture residenziali private) chiamate a collaborare allo scopo di raggiungere obiettivi condivisi. Dall’analisi dell’attuale condizione di vita dell’anziano residente in questo territorio e dal confronto tra le diverse realtà che si occupano dell’area anziani sono emerse alcune problematiche : 1. La difficoltà di mantenere uno standard qualitativo di vita buono a causa delle

limitazioni dovute: rete di trasporti carente nei collegamenti, lontananza dei servizi, soprattutto quelli sanitari, isolamento di coloro che vivono nelle frazioni abitazioni spesso troppo onerose e/o non più idonee alle nuove necessità.

2. E’ ancora elevato il numero di anziani con reddito non superiore ai € 500 (dati statistici INPS 1/1/02 forniti dai rappresentanti sindacali) che unito alla riduzione del potere d’acquisto, rappresenta un fattore di rischio di istituzionalizzazioni improprie e/o precoci.

3. La conformazione territoriale, favorisce la presenza di numerose situazioni di solitudine, ed è di ostacolo alle relazioni con la rete familiare e amicale, provocando spesso la perdita dell’autonomia residua degli anziani, l’isolamento e la progressiva emarginazione.

4. La carenza d’ informazione sulle offerte di servizi sociali e sanitari per gli anziani con il rischio che i servizi vengano coinvolti solo nelle situazioni ormai croniche o urgenti.

5. La difficoltà delle famiglie a gestire da sole gli alti carichi assistenziali presentati dagli anziani di oggi e anche dal diverso stile di vita (impegni lavorativi, diminuzione della rete familiare, minor senso di comunità) e pertanto la conseguente necessità di sostenere e valorizzare chi si occupa (caregiver formale e informale) degli anziani non autosufficienti con azioni diversificate e con servizi più flessibili.

6. Il sistema del “badantato” pone degli interrogativi che non possono essere risolti all’interno delle singole famiglie

7. La difficoltà d’ integrazione tra i servizi istituzionali e del terzo settore presenti sul territorio al fine di mettere in rete le singole risorse e fornire risposte non frammentate con il rischio di inutili duplicazioni degli interventi.

8. La difficoltà di disporre di un ventaglio di soluzioni per garantire risposte in tempi congrui rispetto al bisogno espresso.

9. I sempre più elevati carichi assistenziali e sanitari per coloro che sono ricoverati in strutture residenziali a cui viene richiesta una maggiore flessibilità, diversificazione e personalizzazione degli interventi

10. Sono sempre più numerosi gli anziani affetti da disturbi di comportamento e che pertanto necessitano di risposte specifiche.

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4.3.2 LA METODOLOGIA E IL LAVORO DEL TAVOLO Il tavolo tematico anziani ha iniziato il proprio lavoro il 27/4/05, concludendo questa prima fase di lavoro il 12/10/05 per complessi 8 incontri di due ore ciascuno, con una presenza media di 12/14 partecipanti per ogni singolo incontro. Al tavolo sono rappresentate le seguenti realtà locali:

Ente o Associazione Riferimento Città Caritas Pecchenino Giuseppe Rivarolo AVULLS Barettini Irene Cuorgnè Coop. "Chronos" Elena Bertano Collegno IPAB "Umberto I" Schievenin Antonella Cuorgnè Sindacato Pens. -CGIL Bellotto Luigi Cuorgnè AVULLS "Naretto" Gallo Pecca Adriana Rivarolo Casa di Riposo Varetto Ilaria Rivarolo Centro Villa S.Giuseppe Pesci Carla Rivarolo Suore Famulato Suor Ersilia Giacomello Favria CISS 38 Piovano Illca CISS 38 Tarro Patrizia Croce Rossa Italiana Pecolatto Bruno Pont CISS 38 Sonia Musso Tav. Pol. Ist. Contenti Emilia Suore Famulato Sonia Guidi Coop "Elleuno" Baragione Maria Vittoria Casale Monferrato Parrocchia A. Maria Vergine Foieri Antonio Forno Centro Comunale Anziani Leone Francesco Forno Coop. Allegro con Moto Fabiola Perra Torino Casa di Riposo Claudio Bonino Bosconero ASL 9 - UVG Antonietto Giorgio ACLI Vallino Enrico Rivarolo AVULLS Marietti Vilma Rivarolo Sindacato Pens. –CISL Sig. Valle Rivarolo Assoc. AUSER Bianco Levrin Ivan Ronco C.se La grande assente è stata la realtà dell’Alta Valle in parte sopperita dal lavoro prodotto dal “Progetto Isacco”che le due Comunità Montane hanno in corso per la rilevazione dei bisogni e delle risorse sul loro territorio di competenza.. E’ inoltre mancato il rappresentante politico in seguito alle dimissioni da parte del titolare e la tardiva nomina del nuovo delegato. Il dibattito ha valorizzato le esperienze in atto ed il gruppo di lavoro si è impegnato apportando contributi utili alla discussione per cercare di delineare gli scenari futuri dell’assetto dei servizi e, più in generale, delle politiche sociali necessarie per soddisfare i bisogni crescenti della popolazione anziana.

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I partecipanti hanno sempre dimostrato un buon interesse per gli argomenti trattati e le discussioni sono sempre state occasione di confronto costruttivo. Il lavoro svolto all’interno del tavolo si è articolato in diverse fasi operative: Si è iniziato con la puntualizzazione dei compiti richiesti al tavolo tematico (mandato assegnato in relazione alle linee guida dell’Assemblea del Consorzio) per passare alla mappatura delle risorse attraverso un processo di conoscenza reciproca dei partecipanti, chiamati ad indicare le attività svolte, le loro modalità operative e la loro distribuzione sul territorio, che ha favorito un interscambio delle informazioni relative agli anziani presenti sul territorio e dei loro bisogni. Grazie alla disponibilità e collaborazione dei componenti del gruppo di lavoro si sono potute evidenziare le aree maggiormente problematiche ricercando insieme, per ciascuna, gli obiettivi , le possibili azioni che possono produrre una riqualificazione dell’intervento, un suo potenziamento o un incremento e/o innovazione dello stesso, tentando la “messa in rete” di tutte le risorse già attive e/o attivabili. Tra tutte le azioni indicate il gruppo di lavoro ha successivamente condiviso le priorità d’intervento da proporre al tavolo politico. Un limite del gruppo di lavoro è sicuramente stato quello di concentrarsi particolarmente sulla condizione dell’anziano visto come problema e non tanto come risorsa (Volontariato, Università Terza età, ecc.). 4.3.3 IL SISTEMA DI OFFERTA TERRITORIALE SISTEMA DEI SERVIZI E DELLE RISORSE L’accesso alle tipologie assistenziali più adeguate è garantito dall’Unità Valutativa Geriatrica (UVG) dell’ASL 9 che, attraverso una valutazione multiprofessionale e globale dell’anziano, individua la risposta più idonea al soddisfacimento del bisogno privilegiando, ove possibile, la sua permanenza a domicilio. L’equipe di valutazione è costituita da un medico, un infermiere ed un assistente sociale del CISS 38, con l’eventuale supporto di consulenti specialistici dell’Azienda sanitaria. INTERVENTI TERRITORIALI INTERVENTI DEL SERVIZIO SOCIO –ASSISTENZIALE del CISS 38 1) Il Servizio di assistenza domiciliare (SAD) consiste in interventi, realizzati da

Assistenti Domiciliari prevalentemente a domicilio, finalizzati al soddisfacimento dei bisogni essenziali della persona in difficoltà ed al sostegno del suo nucleo famigliare. Gli interventi sono diretti a persone che, per una condizione di non completa autosufficienza o per altre particolari situazioni di difficoltà, abbiano necessità di un adeguato supporto per vivere presso il proprio domicilio, anche con il coinvolgimento delle responsabilità familiari e favorendo l’integrazione sociale per evitare situazioni di isolamento. Il Servizio prevede una compartecipazione economica da parte dell’utente, calcolata sulla base del reddito del suo nucleo familiare. In alcuni casi, tale servizio si integra e collabora con il l’Assistenza Domiciliare Integrata gestita dall’ASL 9.

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2) Interventi di assistenza economica rivolti alle persone con età superiore a 60 anni che si trovano in condizioni di disagio economico o per far fronte a situazioni impreviste che compromettono l’equilibrio socio-economico.

3) Interventi di sostegno/affidamento in alternativa a forme di istituzionalizzazione, attuati con l’inserimento del soggetto presso il nucleo familiare di volontari, o attraverso una sua presa in carico “a distanza” con interventi di sostegno e di “supervisione” che consentano la sua permanenza comunque al domicilio.

4) Intervento economico a sostegno della domiciliarità per le famiglie che si fanno carico dell’assistenza di persone anziane, ultra 75enni, non autosufficienti in alternativa al ricovero, al momento subordinati a specifici finanziamenti regionali. Si tratta di contributi economici erogati al singolo o alla famiglia per spese aggiuntive (assistente familiare, riduzione dell’orario di lavoro del familiare) in stretta collaborazione con l’ASL 9.

INTERVENTI SANITARI ASL 9 1) Servizio infermieristico Domiciliare (SID) gratuito offerto alle persone che, per

problemi di salute, non possono raggiungere le strutture sanitarie per effettuare i prelievi del sangue, medicazioni, cateterismo vescicale.

2) Assistenza Domiciliare programmata (ADP) che consiste nella programmazione periodica (settimanale, quindicinale, mensile) delle visite domiciliari da parte del medico di famiglia per coloro che per patologie o barriere architettoniche abitative non possono accedere all’ambulatorio medico.

3) Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) è un servizio gratuito a supporto delle famiglie per l’assistenza delle persone affette da patologie gravi e/o in condizione di non autosufficienza. Può rappresentare un’alternativa al ricovero ospedaliero o consentire una dimissione protetta dopo un ricovero. Prevede l’integrazione di diverse figure professionali (medico, infermiere, fisioterapista, medici specialisti, operatori socio-sanitari) secondo un piano concordato e sotto la responsabilità del medico di famiglia. E’ richiesta la collaborazione dei familiari o di altre persone che si prendano cura dell’anziano.

4) Cure domiciliari di lungoassistenza per le persone che presentano patologie cronicizzate e che necessitano prevalentemente di interventi socio-sanitari. L’ASL 9 assume a proprio carico il 50% del costo, mentre il restante 50% è a carico dell’utente o del CISS 38 a secondo del reddito.

INTERVENTI SEMIRESIDENZIALI O RESIDENZIALI. 1. L’inserimento in strutture residenziali è proposto per anziani che per motivi diversi

non possono più vivere nella propria famiglia o abitazione; o come intervento temporaneo di “sollievo” per i familiari che normalmente si fanno direttamente carico dell’assistenza; o come inserimento solo diurno o solo notturno. L’intervento prevede una compartecipazione economica da parte dell’utenza, calcolata sulla base del reddito individuale. Attualmente sul territorio di competenza del CISS 38 si contano complessivamente 673 posti in strutture residenziali per anziani autosufficienti o per anziani non autosufficienti così suddivisi:

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Struttura Indirizzo Autosuff. Parz.

Autosuff.

Non Autosuff

.

N. posti complessivi

Residenza Assistenziale Alberghiera Alpette - V. Senta x 14

PSSR “S. Giovanni” Bosconero V. Villafranca x x x 105

Umberto I° Cuorgnè V. Perrucchetti 7 x x x 65

“Alice” Forno C.se V. Gioberti 1 x x 46

Casa Rapelli Frassinetto V. Roma 51 x 20

Casa SS. Annunziata Frassinetto V. Roma 53 x 10

Ospedale Vernetti Locana V. Roma 2 x x 74

Residenza Assistenziale di base Pont C.se V. Frassinetto x x 14

RSA Pont C.se V. Frassinetto x 40

“San Giuseppe” Ronco C.se V. V. Emanuele x x x 85

“Giachino” Sparone x 14

Casa di Riposo Rivarolo V. Le Maire x x x 60

Residenza Claudio Rivarolo C.so Indipendenza 126 x 20

RSA Barucco Valperga V. Busano 2 x 40

Figlie della Sapienza Valperga V. Battisti 19 x x x 90

2) intervento economico per integrazioni rette Nei casi di inserimento residenziale presso le strutture del Ciss 38, fino all’applicazione del nuovo modello organizzativo introdotto con la DGR 17/05 che estenderà tale intervento a tutte le strutture del territorio convenzionate, l’utente è tenuto a contribuire al pagamento delle spese di ricovero per la quota alberghiera della retta giornaliera, nel caso in cui però abbia un reddito personale insufficiente a coprire tale quota, interviene il Consorzio a integrare la differenza, lasciando a disposizione dell’ospite una quota mensile per le proprie spese personali.

INTERVENTI DEL TERZO SETTORE CENTRO COLF-BADANTI: tale centro si occupa del Coordinamento e preparazione delle badanti straniere che intendono svolgere attività di assistenza agli anziani. Tale iniziativa viene svolta dal “Famulato Cristiano“ di Favria C.se che si occupa anche di promuovere corsi della lingua italiana.

CENTRI DI INCONTRO con la finalità di organizzare il tempo libero degli anziani attraverso diverse attività tra le quali: partite a carte, pomeriggi danzanti, corsi di ginnastica dolce, gite periodiche.

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AVULLS si rivolge alle persone anziane inserite all’interno delle strutture del territorio e a quelle che vivono ancora a domicilio proponendo attività volte prevalentemente alla socializzazione. Si rileva una certa difficoltà a reperire nuovi volontari (per i quali è prevista e necessaria una formazione). CARITAS che si rivolge agli abitanti dei Comuni facenti parte del Ciss 38, attraverso attività quali: fornitura di vestiario, di alimenti, aiuto per la ricerca lavoro (in particolare alle persone straniere), acquisto farmaci.

CROCE ROSSA ITALIANA ( in particolare il Comitato Locale di Pont C.se presente al lavoro del tavolo) si occupa di trasporti sanitari privati e/o in convezione con i servizi pubblici ( CISS 38 e ASL 9), oltre a gestire il servizio di teleassistenza e telesoccorso per la Comunità Montana Valle Orco e Soana. COOPERATIVA CHRONOS che ha avuto l’incarico da parte del Ciss 38 di produrre una mappatura del territorio rispetto ai bisogni di socializzazione degli anziani ed individuare le risorse del territorio, relativo al progetto “Progetto Isacco - animazione anziani” Comunità Montane Alto Canavese e Valle Orco e Soana. COOPERATIVA “ ALLEGRO CON MOTO” che gestisce il Servizio di Assistenza Domiciliare in convenzione con il Ciss38. ACLI (Associazione Cattolica Lavoratori Italiani ) svolge attività di Patronato per i residenti nel territorio del CISS 38.

SINDACATO PENSIONATI ITALIANI CGIL: si rivolge a tutte le persone pensionate iscritte alla CGIL per l’espletamento di pratiche relative alla pensione e per compilazione dei modelli ISEE. FEDERAZIONE NAZIONALE PENSIONATI (FNP) CISL si rivolge alle persone anziane iscritte alla CISL per l’espletamento di pratiche relative alle pensioni e compilazione dei modelli ISEE.

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4.3.4. MAPPATURA DELLE RISORSE

Tipologia Risorse Presenti Risorse da potenziare Risorse Assenti

INTERVENTI TERRITORIALI DI ORIENTAMENTO PREVENZIONE

E PROMOZIONE

- Corsi ginnastica III° età - UNITRE Cuorgnè/ Rivarolo/Rivara - Yoga - Scuola ballo - Centro LA PIAZZETTA – Favria - Soggiorni estivi (Com.AltoCanavese, Com. Valle Orco,Rivarolo, Salassa, Favria, Bosconero Forno, Rivarossa - Nonni vigili - Polizza Assicurativa contro infortuni - Emergenza Caldo - Patronati: CGIL CISL UIL ACLI Coltivatori diretti - Centri d’incontro (Rivarolo, Cuorgnè, Favria, Salassa, Bosconero, Rivarossa, Pont, Feletto Rivara, Sparone, Locana)

- Trasporti Pubblici - Prevenzione furti (Rivarolo) - Soggiorni estivi applicare tariffe differenziate in base al

reddito

- Risanamento/Adeguamento case - Prevenzione incidenti domestici - Emergenza freddo

INTERVENTI DOMICILIARI E DI SOSTEGNO FAMILIARE

- SAD Ciss 38 - Avuls Rivarolo, Cuorgnè - Telesoccorso - Caritas Rivarolo - S. Vincenzo Cuorgnè (Pasti a domicilio) - ADI - ADP - Lungo assistenza (in fase di attuazione)

- SAD in certe fasce orarie - Telesoccorso

- Affidamento familiare - Piccoli interventi manutenzione (Banca dei mestieri) - Banca del tempo - Assegni di cura - Formazioni badanti e familiari

INTERVENTI DIURNI E SEMIRESIDENZIALI Semiresidenzialità (in fase di attuazione) Centri Diurni (2006 prossima apertura

Umberto I°)

INTERVENTI COMUNITARI RESIDENZIALI

- Strutture Residenziali - Dimissioni Protette - Troppi posti RA

Integrazioni Rette estenderle a tutte le strutture dell’albo fornitori

- Nuclei Alzeihmer Demenze - Convenzione strutture per i più gravi

INTERVENTI DI EMERGENZA Ricoveri di sollievo

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4.3.5. SINTESI E ANALISI DEI BISOGNI

SITUAZIONE da EVIDENZIARE BISOGNI DIAGNOSI OBIETTIVO AZIONI

Isolamento e solitudine

Evitare l’esclusione sociale.

L’isolamento e la solitudine possono generare situazioni di emarginazione e di insicurezza sociale (furti, scippi, aggressioni, ecc.) Riduzione della solidarietà da parte dei familiari e del vicinato

Prevenzione delle situazioni a rischio di emarginazione Rafforzamento della rete sociale individuale

Conoscenza delle situazioni di rischio. Istituzione di un “contratto di buon vicinato” con relativo contributo economico. Potenziamento del servizio SAD Istituzione della figura del “visitatore a domicilio” per gli anziani che vivono in frazioni isolate. Potenziamento dei servizi di Telesoccorso e Teleassist.. Integrazione e stipula di protocolli tra i servizi istituzionali e le associazioni di volontariato presenti sul territorio. Istituzione di polizze assicurative stipulate dalle amministrazioni comunali per la copertura di eventuali danni subiti

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SITUAZIONE da EVIDENZIARE BISOGNI DIAGNOSI OBIETTIVO AZIONI

Perdita dell’autosufficienza fisica e cognitiva Perdita dell’autosufficienza fisica e cognitiva

Disporre di strumenti idonei ad affrontare la nuova situazione Necessità di garantire adeguata assistenza agli anziani con problemi cognitivi

Difficoltà a gestire una condizione sociosanitaria più complessa con le sole forze famigliari. Ventaglio limitato di risposte differenziate in base al bisogno Tempi troppo lunghi di risposta Difficoltà di gestione delle demenze all’interno delle attuali strutture presenti sul territorio

Riqualificare il lavoro dell’UVG su progetti assistenziali individualizzati riducendo i tempi d’attesa Garantire un sistema integrato di servizi socio-sanitari di supporto tale da favorire la permanenza a domicilio, riducendo le richieste di inserimenti definitivi in struttura e/o i ricoveri ospedalieri impropri. Qualificare la domiciliarità Creazione di una rete di servizi qualificati al trattamento di demenze

Potenziamento e formazione dell’UVG Potenziamento dei servizi SAD, ADI, ADP e attivazione del servizio di lungoassistenza. Interventi economici a sostegno della domiciliarità in forma integrata tra CISS 38 e ASL 9 Potenziamento dei ricoveri di sollievo Istituzione di Centri Diurni Attivazione del servizio di semiresidenzialità. Aumento nel triennio fino al 2% dei posti in convenzione prioritariamente con strutture senza scopo di lucro. Protocollo d’intesa tra CISS 38 e ASL 9 per l’attuazione della DGR 17/2005 Corsi di riqualificazione operatori. Corsi di prima assistenza per i familiari. Corsi di prima assistenza per badanti. Istituzione di un sistema di coordinamento e supervisione tra domanda e offerta. Implementare posti diurni e residenziali adeguati per anziani con demenza

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SITUAZIONE da EVIDENZIARE BISOGNI DIAGNOSI OBIETTIVO AZIONI

Mancanza di adeguata informazione sulle modalità di accesso ai servizi sociali e sanitari Difficoltà negli spostamenti Conoscenza astratta dei bisogni presenti sul territorio

Necessità di conoscere i servizi e le modalità di accesso in caso di problematiche sociali e/o sanitarie. Necessità di collegamento tra la propria abitazione e i centri abitati. Necessità di raggiungere i servizi sociali e sanitari Necessità di avere una lettura aggiornata dei reali bisogni della popolazione anziana

Sistema informativo carente Inadeguatezza dell’attuale sistema di trasporti Difficoltà nel reperimento di dati aggiornati in tempi brevi

Produrre un sistema informativo sociale e sanitario semplice, capillare ed integrato tra i vari servizi. Potenziamento della rete di trasporti locali Eliminazione delle barriere architettoniche sui mezzi di trasporto pubblici Facilitare l’accesso ai servizi Raccolta organica dei dati in possesso dei vari soggetti a diverso titolo

Creazione e divulgazione di materiale informativo inerente ai servizi. Collaborazione con patronati e altre associazioni presenti sul territorio. Potenziamento dello sportello informativo sociale Creazione di un call center integrato per il reperimento delle informazioni Potenziamento del servizio prenotazione su chiamata bus (es. Valle Sacra). Decentramento dei servizi sociali e sanitari nelle zone più disagiate. Convenzioni con Croce Rossa e associazioni varie. Convenzione con “Le Poste Italiane” e con la “Teleassistenza” per la distribuzione di farmaci. Creazione di un osservatorio permanente

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Riduzione del potere d’acquisto delle pensioni. Situazioni abitative inidonee od onerose.

Disponibilità di un reddito sufficiente al soddisfacimento dei bisogni primari e secondari Necessità di disporre di alloggi appropriati alle mutate esigenze

Alcune richieste d’intervento sono dettate da problemi economici Insufficienza di abitazioni idonee al mantenimento dell’anziano al proprio domicilio economici

Garantire interventi economici più equi. Adeguamento delle abitazioni alle nuove esigenze per il mantenimento a domicilio dell’anziano.

Rivedere il regolamento per l’assistenza economica e per l’integrazione rette del CISS 38 adeguandolo ai nuovi bisogni, e agganciandolo ai costi reali della vita con applicazione del parametro ISEE nella valutazione degli aventi diritto. Revisione della tariffa oraria del SAD agganciato al reale costo della vita e alla partecipazione dell’utente al costo del servizio Potenziamento esenzioni o riduzioni, in base al reddito per l’accesso a servizi integrativi (mensa, SAD, lavanderia, trasporti Sanitari, ecc.). Informazione sulle possibilità d’accesso a forme di finanziamento per ristrutturazioni e risanamenti Istituzione di una “Banca dei mestieri” per lo svolgimento di piccoli lavori di manutenzione.

SITUAZIONE da EVIDENZIARE BISOGNI DIAGNOSI OBIETTIVO AZIONI

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4.3.6. ANALISI DEGLI OBIETTIVI INDIVIDUATI

OBIETTIVI AZIONI Garantire il minimo vitale agli anziani in situazione di disagio economico.

Rivedere il regolamento per l’assistenza economica e per l’integrazione rette del CISS 38 adeguandolo ai nuovi bisogni, e agganciandolo ai costi reali della vita con applicazione del parametro ISEE nella valutazione degli aventi diritto. Revisione della tariffa oraria del SAD agganciato al reale costo della vita e alla partecipazione dell’utente al costo del servizio Potenziamento esenzioni o riduzioni in base al reddito per l’accesso a servizi integrativi (mensa, SAD, lavanderia, trasporti Sanitari, ecc.).

Adeguamento delle abitazioni alle nuove esigenze per il mantenimento a domicilio dell’anziano

Informazione sulle possibilità d’accesso a forme di finanziamento per ristrutturazioni e risanamenti Istituzione di una “Banca dei mestieri” per lo svolgimento di piccoli lavori di manutenzione

Prevenzione delle situazioni a rischio di emarginazione

Conoscenza delle situazioni di rischio.

Prevenzione delle situazioni a rischio di emarginazione

Conoscenza delle situazioni di rischio.

Rafforzamento della rete sociale individuale

Potenziamento del servizio SAD Istituzione della figura del “visitatore a domicilio” per gli anziani che vivono in frazioni isolate. Potenziamento dei servizi di Telesoccorso e Teleassist.. Integrazione e stipula di protocolli tra i servizi istituzionali e le associazioni di volontariato presenti sul territorio. Istituzione di polizze assicurative stipulate dalle amministrazioni comunali per la copertura di eventuali danni subiti

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OBIETTIVI AZIONI Produrre un sistema informativo sociale e sanitario semplice e capillare ed integrato tra i vari servizi.

Creazione e divulgazione di materiale informativo inerente ai servizi. Collaborazione con patronati e altre associazioni presenti sul territorio. Potenziamento dello sportello informativo sociale Creazione di un call center integrato per il reperimento delle informazioni

Riqualificare il lavoro dell’UVG su progetti assistenziali individualizzati riducendo i tempi d’attesa riducendo i tempi d’attesa

Potenziamento dell’èquipe dell’UVG e sua formazione

Garantire un sistema integrato di servizi socio-sanitari di supporto tale da favorire la permanenza a domicilio, riducendo le richieste di inserimenti definitivi in struttura e/o i ricoveri ospedalieri impropri.

Potenziamento dei servizi SAD, ADI ADP e attivazione del servizio di lungoassistenza. Erogazione di interventi economici a sostegno della domiciliarità in forma integrata tra CISS 38 e ASL 9 Potenziamento dei ricoveri di sollievo Istituzione di Centri Diurni Attivazione del servizio di semiresidenzialità. Aumento nel triennio fino al 2% dei posti in convenzione prioritariamente con strutture senza scopo di lucro. Protocollo d’intesa tra CISS 38 e ASL 9 per l’attuazione della DGR 17/2005

Qualificare la domiciliarità

Corsi di riqualificazione per gli operatori. Corsi di prima assistenza per i familiari. Corsi di prima assistenza per badanti. Istituzione di un sistema di coordinamento e supervisione tra la domanda e l’offerta.

Creazione di una rete di servizi qualificati al trattamento di demenze

Implementare posti diurni e residenziali adeguati per anziani con demenza

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4.4 AREA ADULTI IN DIFFICOLTA’ 4.4.1 NOTA INTRODUTTIVA Nell’ambito de territorio afferente al CISS 38 Cuorgnè, nell’anno 2004, risultava una popolazione complessiva di 61545 persone, della quale, 40298, rientravano nella fascia di età compresa fra 18 e 64 anni (adulti). Pertanto, la percentuale di presenza di adulti sul territorio era di 65.48%. Come pare semplice intuire, le problematiche che coinvolgono questa fascia di popolazione, sono molteplici ed alcune di queste sono anche segnali di “malapolitiche” che si riferiscono a svariati settori (esempio, urbanistico, abitativo, settore dei trasporti,…). 4.4.2 LA METODOLOGIA ED IL LAVORO DEL TAVOLO Il lavoro del tavolo tematico Adulti in difficoltà ha avuto inizio il 27/04/2005 e si è sviluppato per un totale di sette incontri (l’ultimo dei quali avvenuto il 05/10/05). In media, la partecipazione è stata di 9 partecipanti per ogni incontro. Nonostante l’iniziale disponibilità da parte di vari soggetti attivi sul territorio e coinvolti nelle problematiche inerenti il tavolo tematico, di fatto i membri partecipanti sono stati: le due Assistenti Sociali del CISS 38, un educatore professionale CISS 38, rappresentanti del Volontariato locale (AVULSS e CARITAS rivarolesi), rappresentanti di alcune cooperative sociali e della Croce Rossa Italiana, rappresentante del Tavolo Politico, Responsabile del Centro per l’Impiego. Alcuni membri del gruppo hanno presenziato ad un solo incontro (CSM, Venturini). In generale, il livello di partecipazione attiva e volontà dimostrata per il raggiungimento del compito sono stati soddisfacenti. Si ritiene però importante evidenziare due aspetti:

- l’assenza di rappresentanti della alta valle (Cuorgnatese e due Comunità Montane)

- il mancato coinvolgimento di rappresentanti dell’area sanitaria (nello specifico, la partecipazione attiva di operatori del CSM e del SERT). In più occasioni, i membri partecipanti avrebbero riportato l’opportunità della presenza di operatori del CSM e SERT, evidenziando il fenomeno tossicodipendenza come significativamente presente sul territorio ed in aumento.

Durante il percorso, si sono raggiunti obiettivi di processo e di rafforzamento del lavoro di rete. Rispetto ai primi, vi è stata una maggiore conoscenza reciproca dei partecipanti, delle azioni svolte a favore degli adulti in condizione di difficoltà e, di rimando delle attive risorse presenti sul territorio. Rispetto ai secondi, si evidenzia una buona predisposizione dei partecipanti a migliorare la collaborazione, nonché rafforzare la messa in rete delle risorse territoriali. Questo ultimo aspetto ha sviluppato una riflessione, in particolare in relazione alla pesante assenza rilevata in campo sanitario (SERT e CSM). Si ritiene pertanto che uno degli obiettivi di qualificazione e potenziamento degli interventi sia la valorizzazione della

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creazione di lavoro di rete sociale fra istituzioni pubbliche, privato sociale e reti più informali (famiglie, comunità locale, …). Secondo l’esperienza maturata dai partecipanti nello svolgimento delle loro attività, è emerso che gli adulti che chiedono “aiuto” sono essenzialmente: • persone alla ricerca di un effettivo reinserimento sociale (soggetti con trascorsi di tossicodipendenza, etilismo o ex detenuti)

• persone con problemi psichiatrici di varia gravità • soggetti che attraversano separazioni famigliari spesso altamente conflittuali e con negative ripercussioni economiche (con ricadute sulla sfera abitativa, economica, relazionale,…) • persone di “mezza età” che cercano di inserirsi/reinserirsi nel mondo del lavoro (e fra di essi si evidenzia una forte percentuale di soggetti femminili) • adulti con gravi carichi famigliari (es. figli minori, persone con handicap, anziani non autosufficienti,…), che spesso vivono in zone privi di risorse.

Il gruppo è consapevole che la realizzazione di molti degli obiettivi e delle azioni individuate richiederebbero rilevanti investimenti, finanziari, di risorse umane, di ridefinizione/costituzione di protocolli di intesa, nonché di strutturato lavoro di rete. Ad ogni modo, si ritiene importante esporre i contenuti del lavoro svolto, al fine di orientare la programmazione futura verso alcuni punti fondamentali inerenti l’area adulti in difficoltà, in termini di obiettivi ed azioni prioritarie. Durante lo svolgimento dei lavori, si è rilevato che diverse problematiche inerenti la fascia “Adulti in difficoltà”, sono legate alle carenze di politiche relative ad altri settori (es. politiche della casa, dei trasporti,…). Per tale ragione, si ritiene fondamentale segnalare l’importanza di un potenziamento graduale e di coordinamento dei vari interventi (politiche per la casa, per l’occupazione, interventi di cura e riabilitazione sociale,…) per sfruttare al meglio le risorse e in un’ ottica di lavoro di rete, al fine di evitare sovrapposizioni e sprechi di forze . 4.4.3 SISTEMA DI OFFERTA TERRITORIALE AVULSS: Il servizio di volontariato, con sede a Rivarolo, è rivolto principalmente ad anziani, disabili, immigrati, ammalati ricoverati in presidio ed utenti del SERT. Il servizio mette a disposizione attività di accompagnamento e assistenza anziani; conduzione e gestione di laboratori per ragazzi/e ultra 14; assistenza e sostegno di immigrati, nomadi e persone in difficoltà; assistenza e compagnia ai malati ricoverati in Ospedale inoltre collabora con il Centro di Igiene Mentale ed il SERT. CARITAS: Il servizio di volontariato, con sede a Rivarolo, si rivolge a qualsiasi persona che si trovi in stato di bisogno tra cui soggetti con dipendenza (alcool, droghe…), soggetti in condizione di marginalità (povertà, nomadi, extracomunitari), soggetti con disagio mentale. Il servizio offre un Centro di Ascolto, un Banco Alimentare, un Banco Sanitario inoltre attua interventi in ambito sanitario e dentistico per persone in difficoltà; si opera come mediatore tra domande ed offerte di lavoro (Agenzie di Lavoro); e collabora con il Centro di Salute Mentale.

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COOPERATIVA SOCIALE “L’ALBERO”: La cooperativa si rivolge alla fascia di popolazione adulta, la quale si trovi in condizioni problematiche ( Adulti con handicap intellettivo, Adulti portatori di handicap fisico, Soggetti in stato di dipendenza da alcool e droghe, Adulti con pesanti vissuti famigliari, di per sé escludenti dal mondo del lavoro). Varie sono le attività che il servizio propone a questi soggetti, esempi ne sono la Raccolta differenziata, il Progetto Cartesio, la manutenzione di aree verdi, inoltre la cooperativa collabora con il SERT per l’assegnamento di borse di studio ed attiva tirocini per il CIAC di Valperga. CISS38 CUORGNE’ – EDUCATORE PROFESSIONALE: Il ruolo svolto da questa figura si rivolge a tutti quei soggetti in difficoltà, con disabilità fisiche, ma soprattutto intellettive. L’intervento attuato a riguardo di questi soggetti si rifà ad attività educative presso il Centro Diurno di Cuorgnè e all’attuazione di un progetto teso a valutare e stimolare le autonomie delle persone con difficoltà. CISS38 CUORGNE’ – UFFICIO TUTELA : Il servizio è rivolto a soggetti la cui volontà di intendere e volere può essere nociva per sé o per altri. Il ruolo svolto dal servizio riguarda la gestione di soggetti con interdizione, il cui tutore è stato riconosciuto nel Presidente del Consorzio, e la collaborazione con il Tribunale Ordinario. CISS38 CUORGNE’ – ASSISTENZA SOCIALE: Il servizio ha sede a Rivarolo e si rivolge a tutti quei soggetti in condizione di bisogno. Il servizio offre: interventi di sostegno, segretariato professionale; assistenza economica, assistenza domiciliare; adozione e affidamento famigliare (anche diurno); inserimenti anziani, disabili, minori in struttura residenziale; educativa territoriale minori e disabili (anche adulti); inserimenti disabili (anche minori) presso centri diurni; orientamento mirato al lavoro (tirocini formativi); attività con varie autorità giudiziarie (adulti e minori). PROVINCIA DI TORINO – CENTRO PER L’IMPIEGO: Il servizio ha sede a Cuorgnè e si rivolge a tutti i giovani ed adulti disoccupati (soggetti femminili e maschili), a tutti gli occupati in cerca di altra occupazione e ai disabili. Il ruolo del servizio è la reale presa in carico dei soggetti nell’accompagnamento all’inserimento lavorativo; l’organizzazione di percorsi di formazione ed orientamento e la mediazione dell’incontro domanda e offerta. COOPERATIVA SOCIALE “LA PORTA”: Con sede a Cuorgnè, si rivolge a tutti i soggetti tossicodipendenti , soggetti con problematiche psichiatriche ed in generale ad adulti in condizione di difficoltà. Gli interventi svolti sono per lo più inserimenti lavorativi. ASSOCIAZIONE MASTROPIETRO: L’associazione ha sede a Cuorgnè ed è rivolta a soggetti tossicodipendenti, soggetti con problematiche psichiatriche, ed in generale ad adulti in condizione di difficoltà. L’associazione interviene in favore di questi soggetti mettendo a disposizione una Comunità terapeutica residenziale e semiresidenziale per i soggetti tossicodipendenti, una Comunità Alloggio per i soggetti psichiatrici ed inoltre offre disponibilità d’accoglienza per tutti gli adulti in difficoltà e/o caratterizzati da condizione di emarginazione (alcooldip., tossicodip., ex carcerati, …)

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ASA COOPSERVICE: Con sede a Rivarolo, il servizio si rivolge a tutti i soggetti con disagio mentale, a soggetti emarginati e in difficoltà, a soggetti caratterizzati da una condizione di lunga disoccupazione, a soggetti con disabilità e a soggetti con condizione di dipendenza. I servizi proposti sono i seguenti: Servizi ecologici; Gestione del verde; Arredo urbano e segnaletica; Manutenzione edilizia; Gestione Centri estivi ed Impianti Sportivi; Gestione di strutture per anziani/disabili/minori. CROCE ROSSA ITALIANA: Con sede a Rivarolo, si rivolge a soggetti che necessitano di un intervento medico, in condizioni di urgenza, inoltre effettua trasporti per terapie e/o visite mediche e trasporti di disabili con mezzi speciali. Le attività da essa svolte sono i trasporti e l’assistenza di soggetti in situazioni di disagio fisico. Lo schema qui riportato, non esaurisce la fotografia dell’offerta di servizi esistenti in ambito territoriale, bensì riassume il quadro degli interventi e delle attività offerte dai partecipanti ai lavori del Tavolo Tematico Adulti in Difficoltà.

73

4.4.4 MAPPATURA DELLE RISORSE

Tipologia Risorse Presenti Risorse da potenziare Risorse Assenti

INTERVENTI TERRITORIALI DI ORIENTAMENTO PREVENZIONE E

PROMOZIONE

1. Servizio sociale territoriale

2. Servizio Assistenza Domiciliare CISS 38 (SAD)

3. Sostegno tramite Centro Salute

Mentale (CSM)

4.Sostegno detenuti ed ex detenuti da parte Avulss

5. SER.t

6. Trasporti pubblici 7. Autonoleggi 8. Servizi trasporto attivati tramite SAD Ciss 38 9. Servizi trasporto attivati da alcuni Comuni del territorio

1. Sportelli informativi, per migliorare l’accesso alle risorse ed alle procedure socio-sanitarie 3. Potenziamento organico medico educativo

CSM 4. Collaborazione enti pubblici / privati /

volontariato sociale per favorire il reinserimento sociale

5. Potenziamento servizi sanitari per malati

oncologici terminali nel Distretto2 6. Ampliamento orari e fermate nelle frazioni, volte all’agevolazione e prevenzione / cure sanitarie 9. Estensione risorsa trasporto a tutti i Comuni

Gruppi auto mutuo aiuto per famiglie con malati terminali

6. Collaborazione / Integrazione volontariato,

servizio civile, privati cittadini (vicinato) per soddisfare esigenze di trasporto per soggetti deboli, con particolare riguardo all’accesso ai servizi sanitari

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Tipologia Risorse Presenti Risorse da potenziare Risorse Assenti

INTERVENTI DOMICILIARI E DI SOSTEGNO FAMILIARE

1. Inserimenti lavorativi tramite cooperative

sociali, per soggetti deboli

2. Percorsi di orientamento all’inserimento lavorativo tramite il Centro per l’Impiego

3. Corsi professionali agenzie formative + Servizio Inserimenti Lavorativi (CISS 38)

4. Voucher: contributi a sostegno delle persone

che devono conciliare impegni lavorativi/formativi con carichi famigliari

5. Interventi di sostegno economico da parte del Volontariato (CARITAS + S. VINCENZO), alcuni

Comuni e CISS 38

6.Interventi di integrazione del reddito

7. Contributo statale locazioni

8. Alloggi edilizia popolare

1. Sensibilizzazione Enti locali nel

coinvolgimento Cooperative Sociali “B” nella gare pubbliche per l’appalto di servizi =

maggiore offerta di lavoro per soggetti deboli

2. Potenziamento borse lavoro

5. - Potenziamento interventi sostegno economico da parte dei Comuni

- Ampliamento criteri di accesso per Assistenza economica CISS 38

7.Maggiore intervento degli Enti pubblici per integrazione costi canoni locazione

8. Potenziamento disponibilità alloggi Edilizia

popolare

- Cantieri di lavoro per soggetti emarginati

o con progetti di reinserimento sociale - Lavori socialmente utili

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Tipologia Risorse Presenti Risorse da potenziare Risorse Assenti

INTERVENTI DIURNI E SEMIRESIDENZIALI

1. Comunità terapeutica semiresidenziale per tossicodipendenti e alcooldipendenti (cooperativa sociale Mastropietro)

- Potenziamento organico educativo per Centro Diurno CSM

1. Centri incontro e educativa di strada per emergenza dipendenze

INTERVENTI COMUNITARI RESIDENZIALI

1.Comunità terapeutica per tossicodipendenti e alcooldipendenti, soggetti con disturbi psichiatrici

(cooperativa Mastropietro)

2. Disponibilità accoglienza adulti in difficoltà e/o caratterizzati da condizioni di emarginazione

2. Comunità di accoglienza per persone socialmente emarginate

INTERVENTI DI EMERGENZA Croce Rossa Italiana - Creazione di alloggi / case per l’accoglienza - Dormitorio e mensa

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4.4.5 SINTESI E ANALISI DEI BISOGNI SITUAZIONE da EVIDENZIARE BISOGNI DIAGNOSI OBIETTIVO AZIONI

Emergenza occupazione/

inclusione sociale Necessità maggiori offerte di

lavoro per soggetti anche non qualificati

Conciliare esigenze lavorative e

formative con vincoli di carattere famigliare ( es. presenza di minori, assistenza anziani)

Necessità di attività e spazi volti

all’integrazione per soggetti svantaggiati ( tossicodipendenti, emarginati, ex detenuti, soggetti psichiatrici,…)

Rilevato aumento di soggetti

“deboli” (“mezza età”, ex tossicodip., alcooldip., soggetti psichiatrici o con handicap pur in condizioni di lievità) alla ricerca di attività lavorativa, dei quali, si segnala una significativa presenza di soggetti femminili

La debolezza di una significativa

rete parentale di riferimento e/o della fruibilità delle risorse territoriali, crea difficoltà in nell’ambito dell’organizzazione famigliare, in molte occasioni, precludendo la possibilità di reperimento di un lavoro.

Numerose richieste di ascolto,

accoglienza, necessità di confronto, condivisione, per soggetti in condizione di difficoltà

Creare maggiori opportunità

lavorative per persone che sono in condizione di difficoltà

Facilitare l’inserimento nel

mondo del lavoro alle persone con particolari carichi famigliari.

Favorire occasioni strutturate

finalizzate ad una maggiore inclusione sociale

Sensibilizzare Enti Locali ad

appaltare servizi alle cooperative sociali (tipo B)

Attivazione borse lavoro e cantieri lavoro e lavori socialmente utili

Ampliare offerte formative e incentivare la partecipazione (es. contributi per frequenza)

Potenziamento e convenzioni

con servizi esistenti sul territorio (es. Asilo / Scuola Materna, SAD, Centri diurni per handicap e per anziani, ecc..)

Creazione Baby-Parking Potenziamento dei Centri di

Ascolto Costituzione gruppi di Auto

Mutuo Aiuto per soggetti psichiatrici

Maggiore formazione del personale dei servizi territoriali, mirata alle nuove povertà economiche – relazionali

Educativa di strada

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SITUAZIONE da EVIDENZIARE BISOGNI DIAGNOSI OBIETTIVO AZIONI

Emergenza abitativa

Difficoltà nel reperimento e

mantenimento di alloggio

Ricerca di soluzioni abitative in

situazioni di momenti critici famigliari, che in taluni casi portano allo sfratto esecutivo. (esempio: separazioni famigliari)

Soggetti senza fissa dimora, extracomunitari, ex detenuti e ex tossicodipendenti

Difficoltà nel sostenere

pagamento del canone di locazione ( es. pensionati, famiglie monoreddito con figli, disoccupati)

Insufficienti soluzioni abitative di

edilizia popolare

Rilevante aumento di situazioni

di disagio abitativo principalmente legate alla manifestazione di improvvisi cambiamenti (perdita di lavoro, separazione famigliare,…) ed all’aumento di soggetti particolarmente deboli

Necessità da parte delle famiglie

di disporre di redditi adeguati alla copertura delle spese relative all’abitazione

L’elevato e per molte famiglie

insostenibile costo degli affitti in ambito di edilizia privata, comportano un rilevante interesse per alloggi di edilizia popolare

Garantire una risposta adeguata

alle diverse esigenze abitative e di inserimento/reinserimento sociale

Offrire maggiori possibilità

abitative e sostegni economici nelle situazioni famigliari e/o personali di particolare gravità

Individuazioni di alloggi con

progetti di permanenza a tempo determinato

Casa di accoglienza/Comunità gestito da operatori per l’accoglienza temporanea di soggetti problematici

In alternativa al punto sopra, convenzioni tra Enti e strutture private, mirate all’accoglienza di soggetti in condizioni di difficoltà

Creazione e gestione di dormitorio e mensa, eventualmente anche con il coinvolgimento delle associazioni di volontariato

Maggiore intervento degli Enti

pubblici finalizzato a contributi economici a sostegno della spesa di affitto

Sensibilizzare i Comuni rispetto

alla predisposizione di interventi strutturati, volti a supportare nuclei famigliari in situazione di difficoltà, nel pagamento delle utenze domestiche Sollecitare Enti pubblici nella

progettazione di maggiori soluzioni essenziali abitative a basso costo

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SITUAZIONE da EVIDENZIARE BISOGNI DIAGNOSI OBIETTIVO AZIONI

Difficoltà di spostamento sul

territorio attraverso trasporti pubblici incidono su possibilità di accesso ai servizi territoriali (sanitari, sociali, Centro per l’Impiego,…)

Difficoltà di accesso ai servizi

sanitari e carenza di informazioni e di attività volte alla promozione della salute

Bisogno di più agevole

spostamento sul territorio Necessità di agevolare il

raggiungimento di alcuni servizi-sanitari (in particolare, gli ospedali di Cuorgnè, Ivrea e Castellamonte)

Esigenza di maggiori

informazioni realmente fruibili dal cittadino (codici presenti sulle ricette, procedure per ausili e inserimenti case di cura)

Carenze nella rete di trasporto

pubblico, facilitante glispostamenti intr ed infra territoriali

Favorire ed agevolare l’ accesso

ai servizi attraverso trasporti pubblici più capillari

Difficoltà di accesso dei cittadini

alle risorse fruibili sul territorio, causa carenza adeguate informazioni

Consentire una migliore fruibilità dei servizi sanitari, agevolando il raggiungimento dell’Ospedale di Ivrea, riferimento per le più comuni patologie

Rendere accessibili e

comprensibili le informazioni sull’accesso e utilizzo delle prestazioni fornite dal Servizio Sanitario

Potenziamento della rete di

servizio trasporto pubblico (orario e fermate)

Istituzione di un servizio navetta anche a pagamento (in particolare verso ospedali della zona)

Coinvolgimento del volontariato e del servizio civile volontario (es. apposite convenzioni con Enti Locali)

Maggiore divulgazione di

informazioni da parte dei medici di base, specialistici, personale ospedaliero

Maggiore presenza dell’Assistenza Sociale nei presidi ospedalieri per predisporre progetti di aiuto / sostegno nelle situazioni di maggiore bisogno

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SITUAZIONE da EVIDENZIARE

BISOGNI DIAGNOSI OBIETTIVO AZIONI

Elevato numero di soggetti con

patologie psichiatrichenecessitanti una presa in carico volta all’inserimento sociale

Necessità di potenziare gli

interventi in campo preventivo, terapeutico- riabilitativo e progetti di reinserimento sociale

Difficoltà d’inserimento

lavorativo per soggettipsichiatrici con ridotte capacità

Attività protette risocializzanti

(es. borse lavoro, centri diurni,..)e progetti di inserimento lavorativo, attraverso percorsi mirati

Aumento delle necessità

residenziali di soggetti affetti da patologie psichiatriche croniche

Supporto alle famiglie di pazienti psichiatrici

Necessità di strutture

residenziali sul territorio

La grave carenza di organico da

parte del CSM comporta una presa in carico limitata e, conseguentemente, un aumento di necessità di supporto/cura, anche di soggetti con iniziali o lievi disturbi di tipo psichiatrico (disattendendo seppur minimi progetti di prevenzione)

Evidenza di aumento di

situazioni di difficoltà di gestione a livello famigliare e sociale, spesso in relazione all’elevata età dei famigliari, ed alla carenza nelle predisposizione di risorse/attività, interventi, volti al mantenimento dell’interessato nel proprio contesto di vita

Garantire reale presa in carico

dei soggetti psichiatrici anche senza particolari connotazioni di gravità e della rete famigliare e offrire spazi aggregativi / ricreativi

Garantire maggiore tutela /

assistenza attraverso inserimenti comunitari, senza sradicare i soggetti dal territorio di riferimento

Azioni di sensibilizzazione

finalizzate all’incremento dell’organico (medici e educatori professionali CSM)

Riapertura / riorganizzazione

Centri Diurni CSM Potenziamento borse lavoro Potenziamento offerte lavorative

da parte di cooperative sociali, per

attività protette Maggiori risorse finanziarie

(ASL) per inserimenti comunitari Convenzioni con strutture del

territorio, adeguate all’accoglienza di soggetti psichiatrici

Costituzione di Casa famiglia e/o percorsi di vita per l’indipendenza

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Infine, gli OBIETTIVI PRIORITARI individuati dai partecipanti del Tavolo Adulti in Difficoltà sono i seguenti:

- EMERGENZA ABITATIVA: garantire sistemazioni abitative anche temporanee, per intervenire in situazioni di emergenza: Centro di Prima Accoglienza; Alloggi temporanei.

Potenziare l’edilizia popolare.

- TRASPORTI: potenziamento della rete di servizio di trasporto pubblico (orario e fermate).

- AREA DELL’OCCUPAZIONE: stimolare gli Enti preposti nel favorire forme di accompagnamento al lavoro per soggetti con particolari difficoltà di inserimento, reinserimento e/o personali, attraverso un fattivo coinvolgimento anche delle Cooperative Sociali.

- POTENZIARE E QUALIFICARE le attività connesse all’informazione sociale e sanitaria, nonché a supporto per la fruibilità delle risorse attive sul territorio.

81

4.4.6 ANALISI DEGLI OBIETTIVI INDIVIDUATI

OBIETTIVI AZIONI

Creare maggiori opportunità lavorative per soggetti deboli o in condizioni di difficoltà

Sensibilizzare Enti Locali ad appaltare servizi alle Coop. Sociali (tipo B) Attivazione Borse Lavoro, Cantieri Lavoro Ampliare/ qualificare le offerte formative ed incentivarne la partecipazione (es. minimi contributi per frequenza)

Facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro alle persone con particolari carichi familiari

Potenziamento e convenzioni con i servizi sul territorio (es. asilo nido, scuola materna, SAD, Centri diurni per anziani, ecc.) Creazione di baby parking

Favorire occasioni strutturate volte ad una maggiore inclusione sociale

Potenziamento Centri Di Ascolto Costituzione gruppi di auto muto aiuto per soggetti psichiatrici Maggiore formazione del personale dei servizi territoriali, mirata alle nuove povertà Educativa di strada

Garantire una risposta adeguata alle diverse esigenze abitative ed inserimento/ reinserimento sociale

Individuazione alloggi con progetti di permanenza a tempo determinato Case di accoglienza/comunità gestito da operatori per l’accoglienza temporanea di soggetti/ problematici oppure, convenzioni tra enti e strutture private mirate all’accoglienza di soggetti in condizioni di difficoltà Creazione e gestione di dormitorio e mensa, eventualmente anche con il coinvolgimento delle associazioni di volontariato

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OBIETTIVI AZIONI

Offrire maggiori possibilità abitative e sostegni economici nelle situazioni familiari e/o personali di particolare gravità

Maggiore intervento degli enti pubblici finalizzato a contributi economici a sostegno della spesa di affitto Sensibilizzare i Comuni rispetto alla predisposizione di interventi economici strutturati volti a supportare nuclei familiari in situazioni di difficoltà nel pagamento delle utenze domestiche Sollecitare gli Enti Pubblici nella progettazione di maggiori soluzioni essenziali abitative a basso costo

Favorire ed agevolare l’accesso ai servizi attraverso trasporti pubblici più capillari

Potenziamento della rete di servizi di trasporto pubblico (orario e fermate)

Consentire una migliore fruibilità dei servizi sanitari, agevolando il raggiungimento dell’Ospedale d’Ivrea riferimento per le più comuni patologi

Istituzione di un servizio navetta, anche a pagamento (in particolare verso gli ospedali della zona) Coinvolgimento del Volontariato e del Servizio Civile Volontario (es. apposite convenzioni con Enti Locali)

Garantire maggiore tutela ed assistenza attraverso inserimenti comunitari, senza sradicare i soggetti con problemi psichiatrici dal territorio di riferimento

Destinazione di maggiori risorse finanziarie da parte dell’ASL per inserimenti Comunitari Convenzioni con strutture del territorio, adeguate all’accoglienza di soggetti psichiatrici Costituzione di Case Famiglia e/o percorsi di vita per l’indipendenza

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4.5 AREA IMMIGRATI 4.5.1 NOTA INTRODUTTIVA Prima di addentrarci nell’esposizione del lavoro svolto, si valuta necessario definire l’oggetto del tavolo tematico. Con il termine immigrati ci riferiamo a tutti i cittadini di Paesi stranieri non appartenenti all’Unione Europea, sia che soggiornino regolarmente sul territorio italiano,di cui si hanno a disposizione i dati, sia che versino in una condizione di irregolarità. Si ritiene altresì importante precisare che l’analisi del fenomeno ha per oggetto la totalità degli immigrati indipendentemente dalle loro condizioni socio – economiche e culturali. 4.5.2 ALCUNI DATI DEMOGRAFICI Il fenomeno migratorio, dopo un primo periodo in cui si è concentrato nelle aree urbane e sub-urbane, in particolare a Torino, con la conseguente possibilità di attivare risposte a fronte di un buon livello di risorse disponibili, vede oggi una tendenza allo spostamento dei flussi nei contesti extraurbani della provincia, quale il nostro, estendendosi in zone dove gli enti sono di piccole dimensioni e con minori risorse, diverse le condizioni morfologiche e culturali del territorio, la realtà del mondo produttivo e dei servizi alla persona (Riferimento Tab. N.1). In territori come il nostro, non è possibile elaborare risposte se non a livello di reti e di ambiti territoriali corrispondenti a quelli indicati nelle nuove normative, quali il distretto; un sistema di interventi, in particolare verso l’immigrazione, è però ancora interamente in costruzione e necessita dell’apporto di nuovi modelli di collaborazione e di progettualità condivisa; collaborazione e condivisione che comportano una maggiore sensibilizzazione da parte dell’intera cittadinanza. La situazione demografica degli stranieri, nella nostra zona, conferma questa tendenza con numeri anche superiori alla media provinciale (Riferimento Tab. N.2). Sul territorio del Consorzio nell’anno 2000 si rilevava la presenza di 931 extracomunitari regolarmente soggiornanti; al 31/12/2004 si può notare un forte aumento della loro presenza con un numero pari a 2111 unità (Riferimento Tab. N.3). L’incremento medio annuale costante è stato di oltre il 24%, con concentrazione particolare nei 2 centri sopra i 10.000 abitanti, Rivarolo e Cuorgnè. In particolare questo ultimo con il 2004 ha raggiunto una percentuale di immigrati pari a quella urbana di Torino superando il 5 % (n. 495 immigrati su 10084 abitanti). Non è rilevabile grande differenza di numeri tra maschi e femmine (questo dovuto forse ai numerosi ricongiungimenti famigliari presentatisi negli ultimi tempi). Il numero maggiore di extracomunitari proviene dal Marocco (circa il 30%)e dalla Romania (circa il 25%), seguiti dagli stranieri provenienti dall’Albania e dalla Cina (circa il 10%).

84

< 600 >300

N. stranieri

% sul tot. Degli

stranieri Marocco 570 32% Romania 454 26% < 300 >100 Albania 198 11% Cina 166 9%

I minori sono all’incirca un quarto di tutta la popolazione straniera, la loro provenienza è per la maggior parte di provenienza marocchina, raggiunge il 54% dei minori stranieri che frequentano la scuola elementare. Presenze molto alte riguardano anche minori di origine Albanese e Rumena seguiti poi dai Cinesi. In proporzione nei Comuni del Consorzio ci sono 36 stranieri ogni 1000 residenti. C’è da tenere presente che tutti questi dati si riferiscono agli stranieri regolarizzati all’anagrafe, ma c’è tutta una fascia di clandestini non quantificabile; questo comporta una non esaustività dei dati o perlomeno una visione non completa della dimensione quantitativa della situazione.

85

TABELLA N.1

Popolazione stranieri – Territorio CISS 38 al 31.12.2004

Popolazione residente Totale cittadini stranieri Cittadini NON UE

Comune M, F.

Totale di cui: minori

M, F. Totale di cui:

minoriM, F.

Totale di cui: minori

Alpette 134 144 278 2 3 5 0 0 3 3 0Bosconero 1504 1494 2.998 477 29 42 71 12 28 39 67 12Busano 704 738 1.442 241 40 30 70 21 39 30 69 21Canischio 138 151 289 37 0 4 4 0 0 4 4 0Ceresole Reale 87 74 161 0 3 3 0 3 3 Chiesanuova 120 111 231 29 10 39 12 29 10 39 12 Ciconio 178 175 353 4 4 8 4 4 4 8 4Cuorgnè 4956 5128 10.084 1615 250 256 506 151 247 248 495 151Favria 2269 2315 4.584 95 71 166 32 92 63 155 31Feletto 1209 1242 2.451 2451 74 63 137 34 73 60 133 33Forno Canavese 1841 1902 3.743 576 98 70 168 39 97 70 167 39Frassinetto 151 136 287 49 0 1 1 0 0 0 0 0Ingria 19 31 50 2 0 0 0 0 0 0 0 0Locana 813 907 1.720 195 8 14 22 2 8 13 1 2Lombardore 793 762 1.555 17 16 33 4 16 14 30 4Lusigliè 274 275 549 99 3 4 7 2 3 4 7 2Noasca 93 104 197 0 0 0 0 0 0 0 0Oglianico 675 690 1.365 19 18 37 9 19 16 35 9Pertusio 357 379 736 117 2 8 10 0 2 7 9 0Pont-Canavese 1821 2001 3.822 517 105 77 182 37 103 74 177 37Prascorsano 409 392 801 115 10 15 25 8 10 14 24 8Pratiglione 293 305 598 87 17 18 35 12 17 18 35 12Ribordone 33 48 81 1 0 0 0 0 0 0 0 0Rivara 1282 1315 2.597 27 25 52 10 27 24 51 10 Rivarolo Canavese 5761 6215 11.976 1891 179 196 375 83 176 186 362 83Rivarossa 747 756 1.503 291 22 21 43 11 21 18 39 11Ronco Canavese 177 176 353 30 4 6 10 0 2 3 5 0Salassa 840 841 1.681 15 17 32 5 15 14 29 5San Ponso 134 144 278 36 0 2 2 0 0 2 2 0San Colombano Belmonte 182 188 370 1 6 7 1 1 5 6 1Sparone 578 597 1.175 183 42 41 83 31 41 40 81 31Valperga 1464 1647 3.111 43 41 84 0 38 37 75 ? Valprato Soana 62 64 126 7 0 0 0 0 0 0 0 0TOTALE CISS 38 CUORGNE' 30098 31447 61545 9017 1135 1082 2.217 520 1108 1023 2.111 518

86

TABELLA N.2

POPOLAZIONE STRANIERI TERRITORIO CISS 38 AL 31.12.2004 (elaborazione Uff. Informativo Provincia di Torino su dati provvisori)

TABELLA N.3

Confronto dati stranieri negli anni 2000 – 2004

Maschi Femmine Totale

Pop. Res. 31.12.2000

502 429 931

Pop. Res. 31.12.2004

1108 1023 2111

Ente gestore

% stranieri tot su

popolazione tot

% stranieri non UE su

popolazione tot

% stranieri UE su

popolazione tot

% stranieri non UE su

stranieri tot

indice mascolinità

straniera (rapporto x

100 di maschi / femmine)

CISS 38 CUORGNE' 3,6 3,4 0,1 95 105

TOTALE PROVINCIA

(escluso capoluogo)

2,8 2,5 0,2 91 nc

87

4.5.3 IL SISTEMA DEI SERVIZI E DELLE RISORSE Qui di seguito viene proposta una fotografia del sistema dei servizi del territorio in ambito di immigrazione. Importante è distinguere i servizi esclusivamente rivolti agli stranieri e quelli invece rivolti a tutti gli adulti in difficoltà di cui ne beneficiano anche gli stranieri. Tra i servizi esclusivamente per gli stranieri troviamo: Casa di Andrea: Centro Accoglienza Profughi e Rifugiati, è situato a Chiesanuova. La struttura è gestita come una “Comunità”, i soggetti a cui si rivolge sono in particolare i minori richiedenti asilo politico non accompagnati o comunque giovani, che costituiscono mediamente il 50% dell’utenza del Centro di Accoglienza,. I rimanenti ospiti sono le famiglie composte da genitori e figli minori, ognuna delle quali occupa un mini alloggio. Gli obbiettivi che il Centro si pone sono l’accoglienza, l’integrazione e il rimpatrio assistito di questi soggetti. Le finalità che il Comune si propone di ottenere a breve – medio termine da questo progetto consistono prevalentemente nella ricollocazione sul territorio di una serie di figure “particolari” che possano svolgere ruoli ormai abbandonati dai nostri giovani o per mancanza degli stessi o perché non più interessati a determinate attività, quali, per esempio, quelle inerenti il settore artigianale, agricolo, dell’assistenza delle persone, etc. I beneficiari di questo servizio, tra l’anno 2001 e l’anno 2002, sono stati ben 106, la provenienza è variegata: Africa Nera, Sri Lanka, Bangladesh, Iraq, Afghanistan, Kossovo, Macedonia Azerbaigian. Gli operatori sono per la maggior parte studenti in corsi di laurea inerenti a materie quali scienze dell’educazione, lettere, psicologia, etc. Ci sono inoltre figure più saltuarie, come animatori, provenienti dal campo del volontariato o dell’obiezione di coscienza. Associazione Insieme: l’associazione interculturale è rivolta a tutti i cittadini stranieri, agli italiani ed agli operatori dei servizi pubblici e privati per la fornitura di mediazione interculturale a più livelli. L’associazione nasce dall’esigenza sul territorio di permettere il dialogo tra culture di etnie diverse, e nel contempo con la realtà italiana. Le attività proposte sono mirate a favorire un percorso d’integrazione nella comunità. L’associazione ha un’equipe formata da mediatrici interculturali il cui intento è quello di andare incontro a tutte le richieste di intervento sul territorio. Attualmente la sede è situata a Cuorgnè. Lo scopo dell’associazione è quello di creare un luogo accogliente e familiare per i nativi e per i migranti sviluppando e sostenendo attività, inoltre vuole essere un punto di riferimento per tutti coloro che hanno bisogno, in tal modo si attiva per.

• Gestire e cercare di migliorare le relazioni tra le Istituzioni e i migranti adulti; • Promuovere la conoscenza delle diverse culture presenti sul territorio; • Promuovere e sostenere attività interculturali che favoriscono la piccola

imprenditoria quali laboratori teatrali, musicali, artigianali ecc…;

88

• Progettare e realizzare attività interculturali che favoriscono la formazione e l’inserimento nel mondo del lavoro;

• Sostenere attività interculturali a favore sia dei fruitori sia degli operatori del servizio sanitario nazionale;

• Sostenere attività interculturali a favore degli utenti nell’utilizzo dei servizi in genere, facilitando la relazione con gli operatori;

• Sostenere attività interculturali nel settore delle consulenze in genere; • Promuovere un centro di documentazione interculturale con funzioni di

osservatorio sull’immigrazione e le sue problematiche, con particolare riferimento alla salute, al lavoro, alla casa, alla famiglia ed ai minori;

• Sostenere interventi interculturali nella formazione didattica sia a favore degli insegnanti, sia degli studenti;

• Intervenire sulle criticità che si possono manifestare nelle relazioni tra scuole-alunno straniero-genitori;

• Aiutare alunni ed insegnanti ad affrontare le diversità linguistiche e formative di molti studenti stranieri;

• Collaborare con altre realtà affini presenti sul territorio allo scopo di condividere le finalità nel mantenimento della propria identità.

Collaborazione Ciss 38 e Associazione Harambe Harambe è associazione senza scopo di lucro e ha come finalità la promozione di attività culturali e interculturali, attività di mediazione socio-culturale, la diffusione e valorizzazione delle culture altre e delle diversità, l’inserimento sociale-scolastico e lavorativo dei cittadini migranti, la difesa dei diritti umani e in particolare dei diritti dei rifugiati politici. Fondata nel 1989 l’associazione vanta una vasta esperienza maturata negli anni, caratterizzata da una stretta e forte collaborazione con diversi settori dell’Amministrazione Pubblica e con enti privati e associazioni. Ciò ha permesso di acquisire un elevata conoscenza del contesto sociale e culturale del Piemonte, con i suoi problemi e le sue risorse e potenzialità. L’associazione è composta da cittadini stranieri di varie nazionalità e continenti, e da cittadini italiani. Si elencano alcune attività:

• SETTORE FORMAZIONE INTERCULTURALE − Corsi di aggiornamento per insegnanti delle scuole di ogni grado e ordine − Attività interculturali rivolte alle classi, con mostre e proiezioni di

audiovisivi, con produzione di elaborati o mostre

• CORSI DI AGGIORNAMENTO PER OPERATORI DEI SERVIZI SOCIO ASSISTENZIALI E SOCIO SANITARI

• ORGANIZZAZIONE SEMINARI E CONVEGNI

• PARTECIPAZIONE CON CONTRIBUTO A SEMINARI E CONVEGNI

• CORSI DI FORMAZIONE E/O PROFESSIONALE PER CITTADINI NON

UE − Corsi di formazione professionale per mediatori interculturali − Corsi di lingua e cultura Italiana per adulti stranieri

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• ATTIVITÀ DI MEDIAZIONE CULTURALE

− Attività di mediazione culturale presso i Servizi Sociali decentrati del Comune di Torino e presso l’Ufficio Stranieri e Nomadi del Comune di Torino

− Attività di consulenza presso l’Assessorato all’Assistenza della Provincia di Torino

− Attivazione e gestione di servizi di mediazione interculturale nei Servizi Territoriali della provincia di Torino

• PARTECIPAZIONE AD ATTIVITÀ DI RICERCA CON CONTRIBUTO E/O

PUBBLICAZIONI Per quanto riguarda invece i servizi rivolti a tutti gli adulti in difficoltà, di cui però ne beneficiano anche gli stranieri, troviamo tutte le associazioni di volontariato tra cui: San Vincenzo: E’ un gruppo di volontari che si occupa delle persone in condizione di difficoltà economica. Ha sede a Cuorgnè e ogni due settimane distribuisce borse alimentari e vestiario. Ha anche attivato un Centro d’Ascolto, da tempo ha iniziato una collaborazione con il Ciss 38 effettuando incontri mensili con le Assistenti Sociali di Cuorgnè. Inoltre all’interno dell’associazione si è sviluppato il CAV (Centro Aiuto per la Vita) che fornisce mensilmente buoni acquisto per pannolini e latte in polvere. Infine ogni quindici giorni distribuisce vestiario, giocattoli e materiale vario. Caritas: L’associazione ha la sua sede a Rivarolo, e le attività svolte nel 2005 sono le seguenti: - partecipazione alla gestione del - avanzamento computerizzazione del Centro di Ascolto - partecipazione al “Tavolo regionale La Comunità che Guarisce” - partecipazione ad “Un Varco di Pace in Palestina” Partecipazione alla gestione del Centro di Ascolto Il servizio è stato effettuato da 18 volontari AVULSS che hanno turnato su quattro giornate settimanali. Il numero di giorni di apertura per l’anno 2005 è di 183 giorni, con un numero totale di utenti di 405 che va ad aumentare a 1866 se vengono prese in considerazione anche le famiglie. Nel 2005 si è riscontrato un incremento del numero degli utenti del 5% e del numero delle richieste del 6%. L’aiuto economico procapite agli utenti è aumentato del 21,80% rispetto all’anno precedente soprattutto a causa dell’aumento delle forniture dal banco alimentare e delle offerte alimentari da privati. Persiste ancora la necessità di disporre di un vano abitativo al fine di poter ospitare per brevi periodi (3 – 6 mesi) singoli o famiglie in condizioni disperate, con accompagnamento continuativo, che aiuti a risolvere la temporanea situazione di disagio dei soggetti. Il lavoro più capillare svolto dall’Ascolto sta comportando un impegno più gravoso per gli Operatori, ma al tempo stesso consente di affrontare più in profondità i problemi degli utenti con risultati più duraturi ed adeguati, per quanto riguarda la ricerca di lavoro

90

ed in alcuni casi anche di problemi famigliari, soprattutto per alcune famiglie di origine marocchina. Computerizzazione del Centro di Ascolto L’obiettivo di terminare entro Giugno del 2005 l’entrata in funzione del programma dedicato alla gestione del Centro di Ascolto, dato disponibile dalla CEI a livello nazionale, non è stato raggiunto a causa della mancata funzionalità nella sua installazione presso il Centro di Ascolto. Partecipazione al “Tavolo regionale La Comunità che Guarisce” Le attività del Tavolo Regionale sono continuate con incontri mensili con una maggiore partecipazione delle Caritas del territorio ed in particolare nell’ultimo trimestre di Caritas Torino e Caritas Pinerolo. L’attività e stata caratterizzata dalla definizione dell’assetto organizzativo interno del Tavolo Regionale al fine di raggiungere una maggiore funzionalità e la definizione di alcuni obiettivi con lo scopo di meglio analizzare i dati quantitativi regionali dei Dipartimenti di salute Mentale tramite una commissione tecnica attualmente ancora da nominare. Nella seconda parte dell’anno si è aderito alla richiesta di proposte per il Piano Sanitario della nuova amministrazione regionale con un documento sintetico in cui si sono esposte le maggiori urgenze in tema di Salute Mentale a livello regionale. Il Tavolo locale ha svolto un attività di sollecitazione nei confronti della Direzione dell’ASL9 e diversi incontri con il DSM centrati essenzialmente sulle carenze di organico degli Psichiatri, del personale per il funzionamento dei Centri Diurni e per la costituzione di nuovi Gruppi Appartamento. Su richiesta della nuova Amministrazione regionale si sono poi presentate le proposte per il Piano Sanitario regionale concordate anche con le Avulss Canavesane. Preparazione ad “Un Varco di Pace in Palestina” Le attività svolte per Beit Ommar nel 2005 sono state le seguenti: - Campo estivo a Beit Ommar in Agosto con la partecipazione di 195 ragazzi/e - Uno studente di Beit Ommar a Ivrea per la frequenza al corso di Informatica - Assistenza pre e post operatoria a Bologna e Ivrea per un bambino accompagnato dalla madre - Stage di formazione a Ivrea di 2 Operatori per il Campo estivo - Viaggio di formazione per 3 giovani del gruppo “Un Varco di Pace in Palestina” - Missione a Beit Ommar per programmazione con la nuova Amministrazione locale Una delegazione di “Un Varco di Pace in Palestina” ha visitato per 4 giorni Beit Ommar in Novembre, accompagnata dalla Caritas di Gerusalemme per un esame della situazione e dei nuovi bisogni della città e per incontrare la nuova Amministrazione Comunale, eletta di recente. Associazione Vides Main: Questa è un’associazione internazionale, nel nostro territorio ha sede a Cuorgnè, e si occupa di corsi di alfabetizzazione per donne straniere, inoltre vengono insegnate le regole minime per svolgere lavori casalinghi e di assistenza badanti. C’è stata una collaborazione con il Ciss 38 per una piccola borsa di studio, per incentivare le donne straniere a frequentare i corsi proposti.

91

4.5.4 LA METODOLOGIA E IL LAVORO DEL TAVOLO TEMATICO IMMIGRATI Negli incontri del tavolo tematico sugli immigrati ci si è chiesto in che misura questo grande numero di stranieri si sia inserito sia da un punto di vista lavorativo che culturale, e si è valutata la correlazione con il paese di provenienza. Le risposte che gli attori coinvolti hanno fornito evidenziano che gli uomini lavorano maggiormente nelle fabbriche e nelle imprese edili, mentre le donne sono principalmente impegnate come badanti o donne delle pulizie (donne di origine albanese e rumena). Mentre le donne rumene e albanesi hanno maggiore facilità nell’acquisizione della lingua italiana, le donne marocchine sembrano avere maggiori difficoltà nell’inserimento sia lavorativo che culturale. Le informazioni fornite dall’Associazione VIDES MAIN, che si occupa anche dell’alfabetizzazione delle donne extracomunitarie, rilevano che dall’anno scolastico 1997-1998 all’anno 2004-2005 c’è stato l’incremento del numero delle partecipanti, inoltre da una bassa percentuale esclusivamente marocchina, si è passati ad una forte differenziazione delle etnie di provenienza, con un’alta percentuale di donne marocchine. Questo aumento è motivato da una lenta ma progressiva evoluzione verso l’inserimento sociale. Rispetto alla soddisfazione dei bisogni primari, l’Associazione San Vincenzo di Cuorgnè ha osservato che l’affluenza al loro Servizio da parte degli immigrati, è aumentata dal 2000 ad oggi, con un picco negli anni 2001-2002 nei quali ha addirittura raggiunto il doppio dell’affluenza degli italiani.

E’ altresì emerso che l’andamento degli accessi al Servizio nell’anno 2004 rispecchia la suddivisione delle etnie sul territorio.

92

4.5.5. MAPPATURA DELLE RISORSE

Tipologia Risorse Presenti Risorse da potenziare Risorse Assenti

INTERVENTI TERRITORIALI DI ORIENTAMENTO PREVENZIONE E

PROMOZIONE

Sportello Sociale Enti di Formazione anche con corsi

mirati Servizio Sociale Progetti Scuola Interventi di mediazione interculturale

nei servizi

Sportelli informativi su pubblica amministrazione

Incentivazioni economiche per la frequenza scolastica

Mediazione culturale, formazione operatori, informazione sociale

Alfabetizzazione, potenziamento orientamento

ISI (Informazione Salute Immigrati)

INTERVENTI DOMICILIARI E DI SOSTEGNO FAMILIARE

Servizio Sociale Consultorio Famigliare Associazionismo:distribuzione vestiario

e banco alimentare, alfabetizzazione, attività di integrazione culturale (S. Vincenzo, Avulss, Videsmain, Caritas)

SET, assistenza economica Mediazione linguistica e culturale Incentivazioni economiche per la

partecipazione alle attività formative e di integrazione

Asili nido condominiali Micro nido Fondo per il sostegno economico

all’integrazione

INTERVENTI DIURNI E SEMIRESIDENZIALI

Attività giovanili (Centro Giovanile Caravario e Caritas)

Animatori giovanili di madre lingua Disponibilità di spazi aggregativi Sostegno scolastico estivo

INTERVENTI COMUNITARI RESIDENZIALI

Casa di Andrea (Richiedenti asilo politico) Alloggi transitori

Comunità alloggio per minori

INTERVENTI DI EMERGENZA Accoglienza residenziale d’emergenza

93

94

4.5.6 SINTESI E ANALISI DEI BISOGNI

SITUAZIONE da EVIDENZIARE BISOGNI DIAGNOSI OBBIETTIVO AZIONI

1. Problematiche connesse

con il primo periodo di immigrazione

2. Difficoltà d’accesso alle

prestazioni sanitarie

3. Problematiche

d’inserimento minorile

→ Bisogni primari → Integrazione linguistica → Inserimento abitativo

- informazione

- Integrazione scolastica - Socializzazione - Regolarizzazione e tutela

Esiste quasi esclusivamente una politica progettuale di inserimento da parte dell’Associazionismo - Mediazione culturale in fasce orarie ristrette - Informazione divulgativa sanitaria in più lingue - Necessità di agevolare l’accesso alle prestazioni sanitarie

- Offerta di corsi di alfabetizzazione non uniforme sul territorio - scarsità di centri di aggregazione sul territorio… (qualitativo/quantitativo) - Fabbisogni formativi dei servizi in merito ai minori stranieri non accompagnati con carenze formative

Costruzione di progetti congiunti finalizzati - Favorire la formazione e l’aggiornamento professionale degli operatori sanitari - Semplificare le modalità d’accesso/utilizzo delle prestazioni sanitarie

- Favorire l’integrazione dei minori stranieri e delle loro famiglie - Uniformare i corsi di alfabetizzazione sul territorio - Disponibilità di un luogo protetto per collocare i minori in caso di emergenza - Maggiore efficacia degli operatori negli interventi

• Reperimento alloggi

temporanei • Istituzione fondo

economico • Creazione posti letto

l’emergenza • Distribuzione

vestiario/alimentari - Traduzione di materiale informativo in più lingue - Decentrare e rendere permanente la presenza sul territorio dello sportello sociale - Potenziamento della mediazione culturale - Organizzare dei corsi formativi permanenti per operatori - Centro ISI (Informazione Salute Immigrati)

- Migliorare l’informazione - Attività di orientamento / consulenza / sostegno - Organizzare corsi di alfabetizzazione presso tutte le scuole - Avere a disposizione una struttura adeguata per accoglienza e collocazione dei minori - Corsi di formazione sulle tematiche

4.5.7. ANALISI DEGLI OBIETTIVI INDIVIDUATI

OBIETTIVI AZIONI

Costruzione di progetti congiunti e finalizzati

Reperimento alloggi temporanei - Istituzione fondo economico - Creare posti letto d’emergenza - Distribuzione vestiario/alimentari

Semplificare le modalità d’accesso/utilizzo delle prestazioni sanitarie - Favorire la formazione e l’aggiornamento professionale degli operatori sanitari

Traduzione di materiale informativo in più lingue - Decentrare e rendere permanente la presenza sul territorio dello sportello sociale - Potenziamento della mediazione culturale - Organizzare dei corsi formativi permanenti per operatori - Centro ISI

- Favorire l’integrazione dei minori stranieri e delle loro famiglie - Uniformare i corsi di alfabetizzazione sul territorio - Disponibilità di un luogo protetto per collocare i minori in caso di emergenza - Maggiore efficacia degli operatori negli interventi

Migliorare l’informazione - Attività di orientamento/consulenza/ Sostegno - Organizzare corsi di alfabetizzazione presso le scuole - Avere a disposizione una struttura adeguata per accoglienza e collocazione dei minori - Corsi di formazione sulle tematiche

95

CAP. 5 PRIORITÀ E OBIETTIVI STRATEGICI DI PIANO.

(Documento approvato dal Tavolo di coordinamento Politico Istituzionale)

PROCESSO PROGRAMMATORIO PER LA PREDISPOSIZIONE ED

APPROVAZIONE DEL PIANO DI ZONA 2005-2007 AMBITO TERRITORIALE DEI COMUNI DEL CONSORZIO C.I.S.S. 38

INDIVIDUAZIONE PRIORITA’ E OBIETTIVI STRATEGICI DI PIANO

Premessa

Sulla base delle indicazioni contenute neIle Linee Guida regionali per la predisposizione

dei Piani di Zona (D.G.R. 3/8/2004 n. 51-13234), il Tavolo di coordinamento politico

istituzionale è l’organismo che determina e verifica l’iter procedurale del Piano di Zona.

E’ compito del Tavolo, sentito tutti i Sindaci del territorio:

• definire le priorità e gli obiettivi strategici a livello locale;

• individuare le risorse da destinare;

• verificare le azioni concertate a livello tecnico in relazione alle priorità e agli

obiettivi dati;

• valutare i risultati finali rispetto agli obiettivi posti.

Il PdZ prevede obiettivi e priorità a valere per l’intero triennio, fatti salvi gli

aggiornamenti annuali approvati dal tavolo di coordinamento politico Istituzionale sulla

base di un documento tecnico predisposto dall’Ufficio di Piano.

Il tavolo di Coordinamento Politico Istituzionale dell’ambito territoriale del CISS 38

annualmente effettua:

1. una verifica dello stato di avanzamento e di realizzazione degli obiettivi e delle

azioni previste per l’annualità precedente, sulla base di una relazione tecnica

formulata dal gruppo di valutazione definito nell’Ufficio di Piano.

96

2. L’individuazione degli obiettivi e delle azioni da realizzare nel nuovo anno,

compatibili con le risorse finanziarie resesi disponibili. ( il Piano finanziario per

la realizzazione degli obiettivi di Piano è necessariamente annuale poiché è

legato ai bilanci annuali degli Enti partner nella concertazione o degli Enti

finanziatori).

3. La valutazione circa l’opportunità di aggiornare l’accordo di programma, che

regola i rapporti tra i soggetti che mettono in rete responsabilità e risorse per la

realizzazione del PdZ, grazie all’individuazione di nuovi partner e alla messa in

rete di nuove responsabilità e risorse.

Il Tavolo di Coordinamento Politico - Istituzionale dell’Ambito territoriale del Ciss 38,

individuato il quadro generale delle priorità e degli obiettivi strategici di Piano, dà

mandato ai tecnici dell’Ufficio di Piano, per la progettazione esecutiva, la verifica

finanziaria e della rete di collaborazioni per ogni singola azione.

A tal fine si approva il modello di Scheda - Azione allegato.

97

PRIORITA’ E OBIETTIVI STRATEGICI DI PIANO

1. AREA FAMIGLIA E MINORI

2. AREA DISABILI

3. AREA ANZIANI

4. AREA ADULTI IN DIFFICOLTA’

5. AREA IMMIGRATI

6. AZIONI DI SISTEMA

7. LE POLITICHE SOCIALI GENERALI DI TERRITORIO

98

1. PRIORITÀ E OBIETTIVI STRATEGICI PER L’AREA FAMIGLIA E

MINORI

si indicano quali obiettivi prioritari:

Sostegno alla famiglia e alle reti naturali:

1. Sviluppare e qualificare il sistema famiglia e le diverse reti di sostegno

comunitario che si assumono compiti di cura dei minori, anche

attraverso la promozione di nuove regolamentazioni dei servizi

2. Potenziare gli interventi di tipo educativo per promuovere azioni

preventive, di tipo primario e secondario, e di recupero a favore dei

nuclei famigliari attraverso l’intervento di educativa territoriale

3. Promuovere progetti ed esperienze di convivenza civile, legalità e di

responsabilità, dando voce alle esigenze dei minori

99

AZIONI CORRELATE ALLE PRIORITÀ E OBIETTIVI STRATEGICI PER L’AREA FAMIGLIA E MINORI OBIETTIVO 1. SVILUPPARE E QUALIFICARE IL SISTEMA FAMIGLIA E LE DIVERSE RETI DI SOSTEGNO COMUNITARIO CHE SI ASSUMONO COMPITI DI CURA DEI MINORI, ANCHE ATTRAVERSO LA PROMOZIONE DI NUOVE REGOLAMENTAZIONI DEI SERVIZI.

1.1 Creazione di un gruppo tecnico di lavoro che studi forme di agevolazioni economiche (riduzione costo servizi, accessi privilegiati, agevolazioni) per i “soggetti di buona volontà” che si assumono compiti di cura dei minori.

1.2 Elaborazione proposta di modelli di delibere comunali che tengano in

considerazione i progetti specifici a tutela del bambino ed elaborazione di regolamenti di accesso ai servizi pubblici attenti alle nuove forme di famiglia.

1.3 Promuovere e sensibilizzare sulle tematiche relative all’affidamento

familiare attraverso i media locali. OBIETTIVO 2. POTENZIARE GLI INTERVENTI DI TIPO EDUCATIVO PER PROMUOVERE AZIONI PREVENTIVE, DI TIPO PRIMARIO E SECONDARIO, E DI RECUPERO A FAVORE DEI NUCLEI FAMIGLIARI ATTRAVERSO L’INTERVENTO DI EDUCATIVA TERRITORIALE

2.1 Incremento del servizio di educativa territoriale, aumentando quantitativamente le attività esistenti e integrandole con progettazioni innovative.

2.2 Creazione di un Centro di ascolto e mediazione familiare 2.3 Definizione di protocolli operativi nell’ambito dei servizi Ciss 38 / Asl 9 /

Agenzie educative / Procura. OBIETTIVO 3. PROMUOVERE PROGETTI ED ESPERIENZE DI CONVIVENZA CIVILE, LEGALITÀ E DI RESPONSABILITÀ, DANDO VOCE ALLE ESIGENZE DEI MINORI

3.1 Attivazione di un progetto di sviluppo di comunità, che favorisca creazione

di spazi e iniziative dedicate ai ragazzi e la costituzione di forme di rappresentanze giovanili presso le istituzioni.

100

2. PRIORITÀ E OBIETTIVI STRATEGICI PER L’AREA DISABILI

si indicano quali obiettivi prioritari:

Sviluppo e qualificazione dei servizi alla persona disabile e alla sua famiglia:

1. Sostegno alla domiciliarità

2. Integrazione sociale attraverso l’inserimento nel mondo del lavoro

3. Riqualificazione dei servizi semi – residenziali per disabili

4. Sviluppo di progetti di convivenza guidata e adeguamento dei servizi

residenziali al fabbisogno.

101

AZIONI CORRELATE ALLE PRIORITÀ E OBIETTIVI STRATEGICI PER L’AREA DISABILI OBIETTIVO 1 SOSTEGNO ALLA DOMICILIARITA’

1.1 Superamento fase sperimentale assegno di cura, regolamentazione e finanziamento stabile nell’ambito dei fondi della Unità Valutativa Handicap (UVH) 1.2 Identificazione del fabbisogno di posti di sollievo e definizione delle modalità di funzionamento ed attivazione. 1.3 Costituzione di un gruppo di auto mutuo aiuto.

OBIETTIVO 2

INTEGRAZIONE SOCIALE ATTRAVERSO L’INSERIMENTO NEL MONDO DEL LAVORO

2.1 Campagna di sensibilizzazione rivolta alle imprese del territorio

OBIETTIVO 3 RIQUALIFICAZIONE DEI SERVIZI DIURNI PER DISABILI

3.1 Riprogettazione servizio e nuovo regolamento. 3.2 Programma di azione formativa

OBIETTIVO 4 SVILUPPO DI PROGETTI DI CONVIVENZA GUIDATA E ADEGUAMENTO DEI SERVIZI RESIDENZIALI AL FABBISOGNO

4.1 Studio di fattibilità per l’apertura di una comunità alloggio e/o ampliamento delle risorse esistenti

4.2 Apertura di un servizio di convivenza guidata

102

3. PRIORITÀ E OBIETTIVI STRATEGICI PER L’AREA ANZIANI

si indicano quali obiettivi prioritari:

Sviluppo e qualificazione delle azioni di sostegno alla persona anziana e alla sua

famiglia, e razionalizzazione delle risposte residenziali

1. Sostegno alla domiciliarità

2. Adeguamento dei servizi residenziali e semi residenziali

3. Riorganizzazione dell’Unità Valutativa Geriatria (UVG)

4. Sviluppo degli interventi di qualificazione di settore

103

AZIONI CORRELATE ALLE PRIORITÀ E OBIETTIVI STRATEGICI PER L’AREA ANZIANI OBIETTIVO 1 SOSTEGNO ALLA DOMICILIARITA’

1.1 Attività di prevenzione e sviluppo delle reti di sostegno sul territorio 1.2 Aumento della diffusione dei servizi di teleassistenza e telesoccorso 1.3 Potenziamento degli interventi economici a sostegno della domiciliarità in forma integrata tra Ciss 38 e Asl 9 (assegni di cura) Incremento della disponibilità di posti per ricoveri di sollievo 1.4 Aumento delle risorse per i servizi di Assistenza Domiciliare Territoriale (SAD - Ciss 38) Assistenza Domiciliare Integrata (ADI – Asl 9), Assistenza Domiciliare Programmata (ADP – Asl 9) e lungoassistenza 1.5 Revisione del regolamento per il servizio di Assistenza Domiciliare Territoriale

OBIETTIVO 2 ADEGUAMENTO DEI SERVIZI RESIDENZIALI E SEMI RESIDENZIALI

2.1 Valutazione delle risorse semiresidenziali di sistema e adeguamento alle necessità 2.2 Valutazione delle risorse residenziali di sistema e programmazione dei posti in relazione ai nuovi bisogni 2.3 Realizzazione di un protocollo d’intesa tra Ciss 38, Asl 9 e strutture residenziali del territorio per l’attuazione della DGR 17/2005 e DGR 18/2005: nuovi modelli di gestione e sistema di convenzionamento. 2.4 Aumento nel triennio fino al 2% dei posti in convenzione per anziani non autosufficienti prioritariamente con strutture senza scopo di lucro 2.5 Revisione del regolamento per l’integrazione rette del Ciss 38 con applicazione del parametro ISEE

104

OBIETTIVO 3 RIORGANIZZAZIONE DELL’UNITÀ VALUTATIVA GERIATRICA (UVG)

3.1 Adeguamento organizzativo dell’Unità Valutativa Geriatria alle nuove funzioni e riduzione dei tempi di attesa di realizzazione dei progetti assistenziali individualizzati 3.2 Attivazione di un progetto formativo congiunto per gli operatori dell’Unità Valutativa Geriatria

OBIETTIVO 4 SVILUPPO DEGLI INTERVENTI DI QUALIFICAZIONE DI SETTORE

4.1 Progettazione e sperimentazione di forme di coordinamento e supervisione tra domanda e offerta di sistema di servizi di assistenza famigliare della persona anziana 4.2 Realizzazione di corsi di prima assistenza per badanti 4.3 Realizzazione di corsi di prima assistenza per i famigliari di persone anziane non autosufficienti 4.4 Completamento della riqualificazione degli operatori ADEST in OSS del territorio

105

4. PRIORITÀ E OBIETTIVI STRATEGICI PER L’AREA ADULTI IN

DIFFICOLTA’

si indicano quali obiettivi prioritari:

Integrazione ed innovazione delle risposte territoriali per le persone in

affrontano una fase critica del loro percorso di vita

1. Promozione ed attivazione di iniziative di inclusione lavorativa

2. Aumento delle risposte alle problematiche dell’emergenza abitativa

3. Sviluppo e qualificazione delle risorse del sistema dei servizi offerti

106

AZIONI CORRELATE ALLE PRIORITÀ E OBIETTIVI STRATEGICI PER L’AREA ADULTI IN DIFFICOLTA’ OBIETTIVO 1 PROMOZIONE ED ATTIVAZIONE DI INIZIATIVE DI INCLUSIONE LAVORATIVA

1.1 Estensione del Servizio Inserimenti Lavorativi del Ciss 38 alle fasce deboli 1.2 Attivazione Borse Lavoro e Cantieri di lavoro (in particolare da parte dei Comuni)

1.3 Promuovere ed incrementare gli affidamenti di lavoro alla cooperazione sociale di tipo B

OBIETTIVO 2 AUMENTO DELLE RISPOSTE ALLE PROBLEMATICHE DELL’EMERGENZA ABITATIVA

2.1 Progettazione e convenzionamento di una soluzione di pronta accoglienza abitativa sul territorio 2.2 Individuazione e regolamentazione di alloggi per progetti di permanenza a tempo determinato 2.3 Promuovere l’approvazione di deliberazioni quadro presso gli Enti Locali del territorio per il sostegno di emergenza

OBIETTIVO 3 SVILUPPO E QUALIFICAZIONE DELLE RISORSE DEL SISTEMA DEI SERVIZI OFFERTI

3.1 Studio ed approvazione di protocolli di collaborazione fra servizi sanitari, servizi sociali, e Terzo Settore 3.2 Aumento dell’offerta del servizio sanitario per l’area della sofferenza psichiatrica (centro diurno – posti residenziali)

107

5. PRIORITÀ E OBIETTIVI STRATEGICI PER L’AREA IMMIGRATI

si indicano quali obiettivi prioritari:

Sviluppare l’attenzione alle trasformazioni sociali connesse all’incremento

dell’immigrazione e promuovere iniziative di sostegno all’integrazione

1. Stabilizzare ed estendere i progetti di mediazione culturale, con particolare

attenzione ai minori

2. Messa in rete delle risorse disponibili per la risoluzione delle problematiche

connesse al primo periodo di immigrazione

3. Aumentare la qualificazione del sistema dei servizi in riferimento ai nuovi

bisogni

108

AZIONI CORRELATE ALLE PRIORITÀ E OBIETTIVI STRATEGICI PER L’AREA IMMIGRATI OBIETTIVO1 STABILIZZARE ED ESTENDERE I PROGETTI DI MEDIAZIONE CULTURALE, CON PARTICOLARE ATTENZIONE AI MINORI

1.1 Proseguimento e sviluppo del progetto “Rete Mediazione Interculturale” OBIETTIVO 2 MESSA IN RETE DELLE RISORSE DISPONIBILI PER LA RISOLUZIONE DELLE PROBLEMATICHE CONNESSE AL PRIMO PERIODO DI IMMIGRAZIONE

2.1 Progettazione e convenzionamento di una soluzione di pronta accoglienza abitativa sul territorio (v. tavolo Adulti) 2.2 Individuazione e regolamentazione di alloggi per progetti di permanenza a tempo determinato (v. tavolo Adulti) 2.3 Creazione di un gruppo di studio fra servizi e Terzo settore, per la verifica di fattibilità della proposta di istituzione di un fondo economico di garanzia.

OBIETTIVO 3 AUMENTARE LA QUALIFICAZIONE DEL SISTEMA DEI SERVIZI IN RIFERIMENTO AI NUOVI BISOGNI

3.1 Attivazione di proposte formative sulla tematica

109

6. AZIONI DI SISTEMA

Si indicano quali linee di lavoro prioritarie:

− Comunicazione Sociale:

Qualificare l'accesso al sistema di interventi e servizi sociali, attraverso il

potenziamento del segretariato sociale come porta unitaria di accesso a tutti i

servizi di ambito; aumentare la diffusione dell’informazione sul territorio e a

distanza attraverso strumenti diversificati, sia attraverso azioni istituzionali, che

tramite il coinvolgimento degli altri attori di sistema.

− Formazione e Aggiornamento:

Realizzare una programmazione degli interventi e delle iniziative a livello di

sistema.

− Costruzione linee guida:

Costruire nuove integrazioni operative e modalità di collaborazione strutturate,

attraverso linee guida e protocolli.

− Governo del Piano:

Assicurare le condizioni di funzionamento del sistema di programmazione

(sistema informativo, progettazione, ricerca finanziamenti aggiuntivi,

monitoraggio del Piano, sviluppo della funzione di osservatorio dei bisogni e

delle risorse), attraverso la formalizzazione di un Ufficio di Piano con

assegnazione di personale dedicato.

110

7. LE POLITICHE SOCIALI GENERALI DI TERRITORIO

Il RUOLO DELLE POLITICHE TERRITORIALI Nella fase di costruzione della base conoscitiva e della successiva “diagnosi”, i Tavoli

Tematici di area hanno individuato condizioni generatrici di bisogni, che ricadono su

persone, famiglie e gruppi, e che sono riconducibili ad altre politiche (diverse da quelle

specifiche relativi ai servizi sociali, sanitari, educativi).

In particolare sono emersi bisogni che possono essere correttamente affrontati con le

politiche dei trasporti, della casa, del lavoro, per anticipare la necessità di fronteggiarne

le conseguenze con le risposte improprie dell’aiuto economico di emergenza al singolo

individuo.

Si è evidenziato come il non far fronte alle cause in tale fase, carichi il fondo sociale di

oneri impropri e non produca risposte risolutive.

I Tavoli nel rilevare tali criticità, ritengono opportuno segnalarli agli Enti locali, in

quanto titolari di queste altre politiche e non solo di quelle relative ai servizi alla

persona, perché utilizzino tali rilievi in occasione della predisposizione di altri atti

programmatori di settore (Piano trasporti, Piano casa, Patti territoriali per lo sviluppo

socio-economico, ecc.).

Segnalano altresì, la necessità che anche tali problematiche, al fine di pervenire a

interventi di impatto significativo, siano trattate ed elaborate territorialmente a livello di

ambito, e non di singolo Comune.

POLITICHE DEI TRASPORTI. Quasi tutti i Tavoli tematici hanno evidenziato come l’attuale sistema dei trasporti

pubblici sia carente sul territorio, ed abbia ricadute sulla possibilità di mantenimento

dell’autonomia e nell’accesso ai servizi di cura. Questo è stato evidenziato in particolare

per le aree Anziani, Disabili e adulti in difficoltà. Oltre alle iniziative di

razionalizzazione e potenziamento della rete di servizio, sono state rilevate come

possibili azioni positive, sperimentazione di linee navetta e trasporti con risorse del

volontariato, per le fasce più deboli della popolazione

111

POLITICHE DELLA CASA. Si rileva un aumento di situazioni di difficoltà in relazione alla situazione abitativa,

principalmente in correlazione ad improvvisi cambiamenti traumatici nel percorso di

vita (perdite di lavoro, separazioni familiari, sfratti situazioni patologiche), che

rischiano di aggravare e cronicizzare stati potenziali di nuova povertà, se non affrontati

con politiche di sostegno, in termini preventivi.

In questa linea oltre alle soluzioni di politiche a lungo termine, di edilizia popolare, si

propone la ricerca di soluzioni abitative che prevedano alloggi disponibili per progetti di

permanenza a tempo determinato.

Si rileva una insufficienza presenza di politiche di accoglienza anche rispetto al

fenomeno immigrazione, che in particolare nella fase di insediamento è particolarmente

penalizzato nella ricerca della casa, per cui si propone lo studio di politiche mirate.

POLITICHE DEL LAVORO. Gli Enti Locali possono avere un ruolo di maggiore incisività nell’attivazione,

attraverso la propria progettualità, di opportunità lavorative destinate alle fasce deboli e

nel sostegno allo sviluppo delle cooperative sociali che si occupano di tali inserimenti,

anche con un maggior utilizzo degli strumenti di affidamento specifico previsti dalla

normativa in materia.

Una maggiore attivazione di misure e servizi di conciliazione sul territorio,

permetterebbero un maggiore accesso al mondo del lavoro, per le persone con

particolari carichi familiari.

112

FACSIMILE SCHEDA AZIONE ……………………………………..

DENOMINAZIONE DELL’ AZIONE

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di rete)

SOGGETTI IMPEGNATI NELL’ACCORDO DI PROGRAMMA(partnership di sviluppo)

MODALITA’ DI ATTUAZIONE:

RESPONSABILITÀ DELL’AZIONE

TEMPISTICA:

2005

2006

2007

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE

FORMAZIONE DEL PERSONALE

STRUMENTALI E LOGISTICHE

FINANZIARIE

LOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’

MONITORAGGIO E CONTROLLO

113

CAP. 6 QUADRO RIEPILOGATIVO DELLE RISORSE E DELLE SPESE CONSORZIO INTERCOMUNALE DEI SERVIZI SOCIO-ASSISTENZIALI C.I.S.S. 38 (€ X 1000)

DESCRIZIONE ENTRATE ANNO 2005 (CONSUNTIVO)

ANNO 2006 (PREVENTIVO )

Avanzo di amministrazione 173

ENTRATE DA CONTRIBUTI E TRASFERIMENTI DALLA REGIONE

Contributi e trasferimenti correnti dalla Regione Piemonte 779 779

Altri contributi e trasferimenti correnti dalla Regione Piemonte 492 492

Contributi e trasferimenti correnti dalla Regione Piemonte a destinazione vincolata 443 433

Totale 1714 1704

CONTRIBUTI E TRASFERIMENTI CORRENTI DA ALTRI ENTI DEL SETTORE PUBBLICO

Contributi e trasferimenti dai Comuni all'ente gestore sulla base della quota procapite 1.514 1.521

Contributi e trasferimenti dai Comuni all'ente gestore per causali diverse dalla quota procapite 18 0

Contributi e trasferimenti dalla Provincia di Torino 263 298

Contributi e trasferimenti dalle Comunità Montane e da altri enti settori pubblici 57 26

Contributi e trasferimenti dalla Azienda Sanitaria Regionale per i costi a rilievo sanitario strutture prevenzione e riabilitazione (centri diurni)

271 240

Contributi e trasferimenti dalle Azienda Sanitaria Regionale per i costi a rilievo sanitario strutture residenziali per anziani 1.439 1.395

Contributi e trasferimenti dalle Azienda Sanitaria Regionale per altre attività a rilievo sanitario (territorio) 491 490

Contributi e trasferimenti da altri enti pubblici diversi dalle voci precedenti 0 21

Totale 5.767 5.695

ENTRATE EXTRA-TRIBUTARIE

Proventi dei servizi pubblici (contrib. utenti serv.assist.domic.; contrib.serv. centri diurni; rette ospiti strutture residenziali) 2.081 2.047

Interessi su anticipazioni e crediti (int. Su c/c) 7 5

Proventi diversi (concorsi, contrib. mensa personale; rimb.vari; diritti segreteria) 83 90

Totale 2.171 2.142

TOTALE Generale 7.938 8.010

114

QUADRO RIEPILOGATIVO DELLE RISORSE E DELLE SPESE CONSORZIO INTERCOMUNALE DEI SERVIZI SOCIO-ASSISTENZIALI C.I.S.S. 38 (€ X 1000)

DESCRIZIONE SPESE (1) ANNO 2005 (CONSUNTIVO)

ANNO 2006 (PREVENTIVO )

FUNZIONI GENERALI DI AMMINISTRAZIONE, DI GESTIONE E DI CONTROLLO

SERVIZI GENERALI

Personale dipendente 361 358

Consulenze e collaborazioni esterne 34 43

Segretario 19 21

Prestazioni di servizi (mensa, utenze, acquisto attrezzature, manutenz. Attrezzat.informatiche) 93 89

Acquisto beni di consumo 8 16

Affitti passivi 26 26

Trasferimenti 7 7

Imposte e tasse 1 2

Fondo di riserva 0 44

ORGANI ISTITUZIONALI

Assemblea, consiglio di amministrazione, organi di revisione 42 39

ATTIVITA'DI FORMAZIONE

Personale (corsi O.S.S.fin. Provincia) 18 0

Corso formazione e assistenza tecnica pdz (fin. Provincia 2005 -2006) 13

Formazione pers dipendente 3 12

115

DESCRIZIONE SPESE (2) ANNO 2005 (CONSUNTIVO)

ANNO 2006 (PREVENTIVO )

FUNZIONI NEL SETTORE SOCIALE

ASSISTENZA SOCIALE E SERVIZI DIVERSI ALLA PERSONA

Personale Servizio Sociale Territoriale 474 570

Contributi alle famiglie affidatarie (prevalent. Minori; disabili, anziani) 42 48

Borse di lavoro/inserimenti lavorativi (preval. Disabili;minori, adulti) 20 35

Assistenza economica 216 210

Assistenza domiciliare resa da terzi 375 408

Assistenza socio-educativa territoriale resa da terzi 150 154

Contributi ad associazioni di volontariato (attività per disabili e immigrati) 7 8

Spese funzionamento (mensa, riscaldamento, utenze, serv. Manutenz. Ord.appaltati, altri servizi) 50 46

Acquisto beni di consumo 2 5

Affitti passivi 14 11

SERVIZI PER I MINORI

Integrazioni rette per ricoveri di minori 514 515

PROGETTI SPECIFICI

Contributo per Handicap grave L. 162/98 (disabilità - Regione) 34 31

Danni Salute da eccessi temperatura amb. Anziani (Provincia) 4

Finanziamento L. 285/97 (minori - Provincia) 37

Interventi Sostegno Domiciliarità Anziani (Regione) 142 143

Piano progettuale ai sensi della Legge 104/92 (disabilità - Regione) 85 93

116

DESCRIZIONE SPESE (3) ANNO 2005 (CONSUNTIVO)

ANNO 2006 (PREVENTIVO )

FUNZIONI NEL SETTORE SOCIALE

PROGETTI SPECIFICI

Progetto Rete mediazione interculturale (immigrazione 2005-06 e 2006-07 - Provincia) 17 13

Progetto "Guarda Un Po' " (minori - Comuni) 19

Progetto "VITA INDIPENDENTE " L. 162/98 (disabilità - Regione) 21 21

Progetto animazione territoriale anziani (C.M. Valli Orco Soana - Fondaz. CRT) 26 0

Progetto Centri Famiglia (Regione 2005- 2006) 27

Progetto L.R. 284/97(Non vedenti - Regione) 5 5

Progetto punto di mediazione interculturale (immigrazione 2004-2005 - Provincia) 12 0

Progetto rete promozione sostegno anziani (C.M. Alto Can. - Fondaz. CRT 2005-2006) 26 0

Progetto sostegno famiglie in situazioni problematiche (Regione) 48

Progetto Sportello Sociale (parz. Cop. Provincia) 13

Altri progetti in attesa di finanziamento 117

STRUTTURE RESIDENZIALI, SEMIRESIDENZIALI E DI RICOVERO PER ANZIANI

Personale 1.834 1.471

Acquisto beni di consumo 13 28

Gestione strutture residenziali anziani (Raf Claudio, RAB Pont, RAA Alpette, rimb.spese gest.RSA all'ASL 9, assist.tutelare RAA Alpette e RSA Barucco e spese di funzionamento generali)

1.949 2.168

Integrazioni rette per anziani non autosufficienti 313 325

Affitti passivi 50 53

Interessi passivi su mutui RAB Pont e Nizzia 35 35

117

DESCRIZIONE SPESE (4) ANNO 2005 (CONSUNTIVO)

ANNO 2006 (PREVENTIVO )

FUNZIONI NEL SETTORE SOCIALE

SERVIZI DI PREVENZIONE E RIABILITAZIONE PER I DISABILI

Gestione Centri diurni (personale e spese di funzionamento) 522 473

Acquisto beni di consumo 12 16

Sostegno domiciliar.pers.disabili 12 0

Integrazioni rette per ricoveri di minori disabili 54 42

Integrazioni rette per adulti disabili 226 250

Affitti passivi 15 5

TOTALE Generale Quadro Riepilogativo Spese 7.986 8.010

118

CAP. 7. SCHEDE AZIONE DI PIANO A seguire sono inserite le schede descrittive di sintesi delle azioni concertate sulla base delle priorità e degli obiettivi identificati, compatibili con le risorse, gli impegni e le responsabilità rilevabili allo stato presente. AREA FAMIGLIA E MINORI SCHEDE 5 AREA DISABILI SCHEDE 6 AREA ANZIANI SCHEDE 9 AREA ADULTI IN DIFFICOLTA’ SCHEDE 3 AREA IMMIGRATI SCHEDE 5 AZIONI DI SISTEMA SCHEDE 2

119

AREA FAMIGLIA E MINORI SCHEDA AZIONE 1: Promuovere e sensibilizzare sulle tematiche relative

all’affidamento familiare attraverso i media locali.

DENOMINAZIONE DELL' AZIONE PROMUOVERE E SENSIBILIZZARE SULLE TEMATICHE RELATIVE ALL’AFFIDAMENTO FAMILIARE

SOGGETTI COINVOLTI (partnership direte)

- C.I.S.S. 38 - SCUOLE -G.E.P. - A.V.U.L.S.S. -ASSOCIAZIONI SPORTIVE

SOGGETTI IMPEGNATI NELL' ACCORDO di PROGRAMMA

- C.I.S.S. 38 - G.E.P. - A.V.U.L.S.S. -SCUOLE

MODALITA' DI ATTUAZIONE:

COSTITUZIONE DI UN GRUPPO PERMANENTE COMPOSTO DA SOGGETTI DIVERSI DEL TERRITORIO IN GRADO DI SENSIBILIZZARE RISPETTO ALLE NECESSITÀ DI DISPONIBILITÀ ALL’AFFIDAMENTO FAMILIARE, ABBINANDO DOMANDA/OFFERTA.

RESPONSABILITÀ DELL' AZIONE C.I.S.S. 38

TEMPISTICA:

2005 -

2006 -

2007 APRILE - DICEMBRE (PROGETTAZIONE E ATTIVAZIONE)

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE - ASSISTENTI SOCIALI C.I.S.S. 38 - EDUCATORI PROFESSIONALI

FORMAZIONE DEL PERSONALE

GIORNATE DI FORMAZIONE PER I COMPONENTI DEL GRUPPO

STRUMENTALI E LOGISTICHE SEDI E ATTREZZATURE C.I.S.S. 38

FINANZIARIE (COSTO OPERATORI, SPESE FORMAZIONE E DIVULGAZIONE DAL FONDO 328/00 PER CENTRI FAMIGLIA) CISS 38

LOCALIZZAZIONE DELL' ATTIVITA' TERRITORIO C.I.S.S. 38

MONITORAGGIO E CONTROLLO VERIFICHE A LIVELLO DI TAVOLO TEMATICO

120

AREA FAMIGLIA E MINORI SCHEDA AZIONE 2: Intervento del servizio di educativa territoriale,

aumentando quantitativamente le attività esistenti e integrandole con progettazioni innovative

DENOMINAZIONE DELL' AZIONE

INCREMENTO DEL SERVIZIO DI EDUCATIVA TERRITORIALE, AUMENTANDO QUANTITATIVAMENTE LE ATTIVITÀ ESISTENTI E INTEGRANDOLE CON PROGETTAZIONI INNOVATIVE

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di

- C.I.S.S. 38 - COOPERATIVA SOCIALE AFFIDATARIA DEL SERVIZIO DI EDUCATIVA TERRITORIALE

rete)

SOGGETTI IMPEGNATI NELL' ACCORDO - C.I.S.S. 38

DI PROGRAMMA

MODALITA' DI ATTUAZIONE: INCREMENTO APPALTO SERVIZIO DI EDUCATIVA TERRITORIALE DI

N. 3.000 ORE

RESPONSABILITÀ DELL' AZIONE C.I.S.S. 38

TEMPISTICA:

2005 -

2006 OTTOBRE – DICEMBRE

2007 GENNAIO – DICEMBRE

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE

- ASSISTENTI SOCIALI C.I.S.S. 38 - EDUCATORI PROFESSIONALI COOPERATIVA SOCIALE AFFIDATARIA DEL SERVIZIO DI EDUCATIVA TERRITORIALE

FORMAZIONE DEL PERSONALE -

STRUMENTALI E LOGISTICHE

SEDI E ATTREZZATURE C.I.S.S. 38 E COOPERATIVA SOCIALE AFFIDATARIA DEL SERVIZIO DI EDUCATIVA TERRITORIALE

FINANZIARIE € 57.220,00 (BILANCIO CISS 38)

LOCALIZZAZIONE DELL' ATTIVITA' TERRITORIO C.I.S.S. 38

MONITORAGGIO E CONTROLLO

-

121

AREA FAMIGLIA E MINORI SCHEDA AZIONE 3: Creazione di un Centro di ascolto e mediazione familiare

DENOMINAZIONE DELL' AZIONE CREAZIONE DI UN CENTRO DI ASCOLTO E MEDIAZIONE FAMILIARE

SOGGETTI COINVOLTI (partnership direte)

- C.I.S.S. 38 - ASL 9 SERVIZIO PSICOLOGIA - SCUOLE - VOLONTARIATO (GEP, AVUULS) - MEDIATORE FAMILIARE AFFIDATARIO DEL SERVIZIO

SOGGETTI IMPEGNATI NELL' ACCORDO

- C.I.S.S. 38 - ASL 9

DI PROGRAMMA

MODALITA' DI ATTUAZIONE:

CREAZIONE SPERIMENTALE E TEMPORANEA DI UNO SPORTELLO (S.O.S. GENITORI) DI CONSULENZA RIVOLTO A GENITORI CON PROBLEMATICHE RELAZIONALI NELLA GESTIONE DEI MINORI

RESPONSABILITÀ DELL' AZIONE C.I.S.S. 38

TEMPISTICA:

2005 -

2006 OTTOBRE – DICEMBRE (PROGETTAZIONE E DEFINIZIONE OPERATIVA)

2007 GENNAIO – DICEMBRE (ATTIVAZIONE)

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE - 1 ASSISTENTE SOCIALE C.I.S.S. 38 - 1PSICOLOGO DELL’ASL 9 - 1 MEDIATORE FAMILIARE (PRIVATO)

FORMAZIONE DEL PERSONALE -

STRUMENTALI E LOGISTICHE SEDI E ATTREZZATURE C.I.S.S. 38, O DISPONIBILI SUL TERRITORIO

FINANZIARIE € 12.000,00 (FONDO 328/00 PER CENTRI FAMIGLIA) PER SPESE DIVULGAZIONE E PERSONALE ESTERNO CISS 38

LOCALIZZAZIONE DELL' ATTIVITA' TERRITORIO C.I.S.S. 38

MONITORAGGIO E CONTROLLO VERIFICHE IN ITINERE CON PARTNERSHIP DI RETE

122

AREA FAMIGLIA E MINORI SCHEDA AZIONE 4: Definizione di protocolli operativi nell’ambito dei servizi

Ciss 38 / Asl9 / Agenzie Educative / Procura

DENOMINAZIONE DELL' AZIONE DEFINIZIONE DI PROTOCOLLI OPERATIVI NELL’AMBITO DEI SERVIZI CISS 38/ASL9/AGENZIE EDUCATIVE /PROCURA

SOGGETTI COINVOLTI (partnership direte)

- C.I.S.S. 38 - SCUOLE -ASL9 -PROCURA DELLA REPUBBLICA DI IVREA - COOPERATIVE SOCIALI

SOGGETTI IMPEGNATI NELL' ACCORDO di PROGRAMMA

- C.I.S.S. 38 - ASL 9 -SCUOLE

MODALITA' DI ATTUAZIONE:

DEFINIZIONE DI PROTOCOLLI OPERATIVI COMUNI PER L’INDIVIDUAZIONE E LA SEGNALAZIONE DI MINORI IN SITUAZIONI DI PREGIUDIZIO

RESPONSABILITÀ DELL' AZIONE C.I.S.S. 38 ASL 9

TEMPISTICA:

2005 -

2006

GENNAIO –DICEMBRE ( INCONTRI INFORMATIVI A LIVELLO DI TAVOLO TEMATICO CON OPERATORI DELLA PROCURA E OPERATORI SOCIALI PER DISCUTERE SULLE SITUAZIONI PREGIUDIZIEVOLI PER I MINORI)

2007 INCONTRI PER LA DEFINIZIONE E STESURA DI UN PROTOCOLLO OPERATIVO COMUNE.

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE

- ASSISTENTI SOCIALI C.I.S.S. 38 - ASSISTENTE SOCIALE PROCURA - OPERATORI ASL (ATTENTI AL LUPO)

FORMAZIONE DEL PERSONALE

STRUMENTALI E LOGISTICHE -

FINANZIARIE -

LOCALIZZAZIONE DELL' ATTIVITA' TERRITORIO C.I.S.S. 38

MONITORAGGIO E CONTROLLO VERIFICHE A LIVELLO DI TAVOLO TEMATICO

123

AREA FAMIGLIA E MINORI SCHEDA AZIONE 5: Attivazione di un progetto di sviluppo di comunità, che favorisca creazione di spazi e iniziative dedicate ai ragazzi e la costituzione di forme di rappresentanze giovanili presso le istituzioni

DENOMINAZIONE DELL’ AZIONE

ATTIVAZIONE DI UN PROGETTO DI SVILUPPO DI COMUNITÀ, CHE FAVORISCA CREAZIONE DI SPAZI E INIZIATIVE DEDICATE AI RAGAZZI E LA COSTITUZIONE DI FORME DI RAPPRESENTANZE GIOVANILI PRESSO LE ISTITUZIONI

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di rete)

C.I.S.S. 38, COOP. SOC. CHRONOS, COOP. SOC. ANDIRIVIENI, COOP. SOC. E.T., .S.F.CIAC “P.CINOTTO”, ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE DI FORNO C.SE, ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE DI FAVRIA, ISTITUTO PARITARIO “S.S. ANNUNZIATA, ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE DI PONT, SCUOLA MEDIA DI CUORGNÈ, SCUOLA MEDIA DI RIVAROLO, COMUNE DI RIVAROLO C.SE, CENTRO PER L’IMPIEGO DI CUORGNÈ, ASSOCIAZIONE G.E.P. , A.V.U.L.S.S. “DOMENICA NARETTO”.

SOGGETTI IMPEGNATI NELL’ACCORDO DI PROGRAMMA

C.I.S.S. 38 SCUOLE

MODALITA’ DI ATTUAZIONE:

DALLA RIFLESSIONE SUL LAVORO QUOTIDIANO DEI DIVERSI SOGGETTI COINVOLTI NELLA PRESA IN CARICO DEI MINORI, MA PIÙ ANCORA DAL CONFRONTO DELLE REALTÀ TERRITORIALI CHE PARTECIPANO AL TAVOLO MINORI E FAMIGLIA SI È EVIDENZIATA LA NECESSITÀ DI ATTIVARE PERCORSI STRUTTURATI – NON PIÙ FRUTTO DI SINGOLA OPERATIVITÀ QUOTIDIANA , MA COME PROGETTO CONDIVISO – CHE PONGANO AL CENTRO I RAGAZZI ED IL LORO TERRITORIO (IN TERMINI DI APPARTENENZA, COSTRUZIONE DI SÈ E PROGETTAZIONE) CHE VEDANO IL COINVOLGIMENTO DELLE REALTÀ PRESENTI VERSO UN LAVORO DI RETE E COLLABORAZIONE COSTANTE IN VISTA DEL BENESSERE OLISTICO DELLA PERSONA E NON DELLA AUTOREFERENZIALITÀ E COMPETITIVITÀ TRA LE RISORSE STESSE. A PARTIRE DA TALI CONSIDERAZIONI SI È ELABORATO IL PROGETTO DENOMINATO “L’ACCHIAPPAFUTURO”, CHE È RIVOLTO AGLI ADOLESCENTI FRA I 13 E 17 ANNI RESIDENTI NELL’AMBITO TERRITORIALE DEL C.I.S.S. 38, CHE SI TROVANO IN UNA CONDIZIONE DI DISPERSIONE SCOLASTICA E SOCIALE, AI QUALI VERRÀ PROPOSTA L’ADESIONE AD UN PERCORSO STRUTTURATO FINALIZZATO ALLA RIMOTIVAZIONE, ALLA COSTRUZIONE DI POSSIBILITÀ E ALL’AFFERMAZIONE DI SÈ. IL PROGETTO SI SUDDIVIDE IN DUE PERCORSI SPECIFICI:

4. IL PRIMO PERCORSO SI RIVOLGE AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE MEDIE DEL TERRITORIO, IN PARTICOLARE AI RAGAZZI FREQUENTANTI L’ULTIMO ANNO, E PREVEDE L’ATTIVAZIONE ALL’INTERNO DEI SINGOLI ISTITUTI DEL TERRITORIO DI MOMENTI DI CONFRONTO, DISCUSSIONE, ORIENTAMENTO E RIMOTIVAZIONE PERSONALE PER UN’ADEGUATA SCELTA DEL PROPRIO PERCORSO FORMATIVO E QUINDI UNA COSTRUZIONE DEL PROPRIO PROGETTO DI VITA.

5. IL SECONDO PERCORSO SI RIVOLGE A QUEI RAGAZZI CHE HANNO GIÀ TERMINATO L’OBBLIGO SCOLASTICO MA CHE NON HANNO ANCORA INTRAPRESO UN LORO PROGETTO FORMATIVO-LAVORATIVO. L’IDEA È DI CREARE DEI MOMENTI APERTI AL TERRITORIO PER COINVOLGERE I RAGAZZI IN ATTIVITÀ INDIVIDUALI E DI GRUPPO INERENTI IL MONDO LAVORATIVO E FORMATIVO E PER IL LORO POSSIBILE INSERIMENTO IN STAGE E TIROCINI LAVORATIVI.

L’ACCHIAPPAFUTURO HA UNA DURATA ANNUALE E VEDE IL COINVOLGIMENTO DI EDUCATORI DI ALCUNE COOPERATIVE CHE LAVORANO SUL TERRITORIO, QUALI LA COOP. ANDIRIVIENI (RESPONSABILE MIMMO GALATI), LA COOP. CHRONOS (RESPONSABILE STEFANO ROSSETTI) LA COOP. E.T. (RESPONSABILE DANILO TAMIETTI), CON LA COLLABORAZIONE DEI PARTECIPANTI AL TAVOLO MINORI E FAMIGLIE.

124

RESPONSABILITÀ DELL’AZIONE C.I.S.S. 38

TEMPISTICA:

2005

FASE DI PROGETTAZIONE E STESURA DEL PROGETTO AVVIATA GIÀ CON IL LAVORO DEL TAVOLO TEMATICO.

2006

FASE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO CHE PARTIRÀ DA MARZO 2006 E SI CONCLUDERÀ ENTRO IL 31.12.2006.

2007 FASE DI RENDICONTAZIONE

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE

ASSISTENTI SOCIALI DEL C.I.S.S. 38 N.2, EDUCATORI PROFESSIONALI COOP. SOC. CHRONOS N.2 EDUCATORI PROFESSIONALI COOP. SOC. ANDIRIVIENI N.2 EDUCATORI PROFESSIONALI COOP. SOC. E.T. N.2

FORMAZIONE DEL PERSONALE

STRUMENTALI E LOGISTICHE

SPESE DI DIVULGAZIONE, CREAZIONE DI EVENTI, SPESE PER VIDEOCAMERA, AFFITTO VIDEO-AUDIO, CANCELLERIA E ALTRO MATERIALE DI CONSUMO COPERTURA DEI COSTI ATTRAVERSO IL FINANZIAMENTO PROVINCIALE

FINANZIARIE 37.459,00€ (PROVINCIA) PER ATTIVAZIONE DI TIROCINI LAVORATIVI 4.500,00 € (CISS38)

LOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ TERRITORIO DEL C.I.S.S. 38

MONITORAGGIO E CONTROLLO

SI PREVEDE UN PERCORSO CON CONTINUE VALUTAZIONI DA PARTE DEGLI STESSI OPERATORI GESTORI DEL PROGETTO ATTRAVERSO RIUNIONI TRIMESTRALI CON TUTTI I MEMBRI DEL TAVOLO TEMATICO MINORI E FAMIGLIA, ACCOMPAGNATE DALLA REDAZIONE DI DOCUMENTAZIONE CHE POTRÀ ESSERE UTILE PER MONITORARE IL PROGETTO E PER SUCCESSIVE PROGETTAZIONI O EVENTUALI PUBBLICAZIONI.

125

AREA DISABILI SCHEDA AZIONE 1: Apertura di una comunità alloggio di tipo B per disabili DENOMINAZIONE DELL’AZIONE

APERTURA DI UNA COMUNITA’ ALLOGGIO DI TIPO B.

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di rete)

C.I.S.S. 38 – FONDAZIONE “COMUNITA’ LA TORRE” a.m.ANFFAS ONLUS

SOGGETTI IMPEGNATI NELL’ACCORDO DI PROGRAMMA

C.I.S.S. 38 – FONDAZIONE “COMUNITA’ LA TORRE” a.m.ANFFAS ONLUS

MODALITA’ DI ATTUAZIONE:

(RINVIO A SUCCESSIVA PROGRAMMAZIONE ESECUTIVA)

RESPONSABILITA’ DELL’AZIONE

– FONDAZIONE “COMUNITA’ LA TORRE” a.m.ANFFAS ONLUS Presidente Speziale.

TEMPISTICA:

2005

-

2006

2°SEMESTRE (PROGETTAZIONE)

2007

INIZIO 2007 APERTURA SERVIZIO

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE

ADEST/OSS/EDUCATORI PROFESSIONALI

FORMAZIONE DEL PERSONALE

CORSI DI AGGIORNAMENTO E SUPERVISIONE

STRUMENTALI E LOGISTICHE

C.A. TIPO B SECONDO PARAMETRI REG.D.G.R. 230-23699 DEL 22.12.1997.ALLOGGIO DISPONIBILE DA PARTE DELLA FONDAZIONE.

FINANZIARIE

SECONDO PARAMETRI D.G.R. REGIONALI

LOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’

COMUNE DI RIVAROLO C.SE

MONITORAGGIO E CONTROLLO

APPLICAZIONE D.G.R. REGIONALE / CONVENZIONE

126

AREA DISABILI SCHEDA AZIONE 2: Costituzione di un gruppo di auto mutuo aiuto DENOMINAZIONE DELL’AZIONE

COSTITUZIONE DI UN GRUPPO DI AUTO MUTUO AIUTO.

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di rete)

C.I.S.S. 38

SOGGETTI IMPEGNATI NELL’ACCORDO DI PROGRAMMA

C.I.S.S.38

MODALITA’ DI ATTUAZIONE:

(RINVIO A SUCCESSIVA PROGRAMMAZIONE ESECUTIVA)

RESPONSABILITA’ DELL’AZIONE

C.I.S.S. 38

TEMPISTICA:

2005

-

2006

PROGETTAZIONE

2007

INIZIO ANNO AVVIO DEL GRUPPO

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE

UN FACILITATORE QUALIFICATO DIPENDENTE DEL C.I.S.S.38

FORMAZIONE DEL PERSONALE

CORSI DI AGGIORNAMENTI

STRUMENTALI E LOGISTICHE

SEDE INCONTRI : SEDE CISS 38 O C.D. CUORGNE’

FINANZIARIE

SI PREVEDE RICHIESTA FINANZIAMENTO LEGGE 104

LOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’

COMUNE DI CUORGNE’

MONITORAGGIO E CONTROLLO

CISS 38

127

AREA DISABILI SCHEDA AZIONE 3: Costituzione di un gruppo di auto mutuo aiuto DENOMINAZIONE DELL’AZIONE

COSTITUZIONE DI UN GRUPPO DI AUTO MUTUO AIUTO PER GENITORI DI RAGAZZI DISABILI.

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di rete)

C.I.S.S. 38 – COOPERATIVA CHRONOS

SOGGETTI IMPEGNATI NELL’ACCORDO DI PROGRAMMA

C.I.S.S.38

MODALITA’ DI ATTUAZIONE:

(RINVIO A SUCCESSIVA PROGRAMMAZIONE ESECUTIVA)

RESPONSABILITA’ DELL’AZIONE

C.I.S.S. 38-COOPERATIVA CHRONOS

TEMPISTICA:

2005

-

2006

PROGETTAZIONE

2007

INIZIO ANNO AVVIO DEL GRUPPO

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE

UN FACILITATORE QUALIFICATO DIPENDENTE DELLA COOPERATIVA CHRONOS

FORMAZIONE DEL PERSONALE

CORSI DI AGGIORNAMENTI

STRUMENTALI E LOGISTICHE

SEDE INCONTRI : SEDE CISS 38 O SEDE EDUCATIVA TERRITORIALE

FINANZIARIE

SI PREVEDE RICHIESTA FINANZIAMENTO LEGGE 104

LOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’

COMUNE DI CUORGNE’O RIVAROLO

MONITORAGGIO E CONTROLLO

C.I.S.S. 38

128

AREA DISABILI SCHEDA AZIONE 4: Apertura di una struttura residenziale di tipo B per n° 6

posti disabili intellettivi DENOMINAZIONE DELL’AZIONE

APERTURA DI UNA STRUTTURA RESIDENZIALE PER N°6 POSTI PER DISABILI INTELLETTIVI

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di rete)

COOPERATIVA SOCIALE CHRONOS– C.I.S.S. 38 –A.S.L.9

SOGGETTI IMPEGNATI NELL’ACCORDO DI PROGRAMMA

COOPERATIVA SOCIALE CHRONOS -C.I.S.S.38- A.S.L.9

MODALITA’ DI ATTUAZIONE:

(RINVIO A SUCCESSIVA PROGRAMMAZIONE ESECUTIVA)

RESPONSABILITA’ DELL’AZIONE

COOPERATIVA SOCIALE CHRONOS

TEMPISTICA:

2005

-

2006

INDIVIDUAZIONE AREA E REPERIMENTO LOCALI IDONEI

2007 -2008

RISTRUTTURAZIONE SECONDO NORMATIVA VIGENTE AVVIAMENTO SERVIZIO

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE

6 UNITA’

FORMAZIONE DEL PERSONALE

IN POSSESSO DEI TITOLI PREVISTI DALLA NORMATIVA. SUPERVISIONE. CORSI DI AGGIORNAMENTO

STRUMENTALI E LOGISTICHE

ARREDI E MEZZI DI TRASPORTO

FINANZIARIE

FONDI PROPRI CHRONOS E FONDO ROTAZIONE REGIONALE

LOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’

COMUNE DEL TERRITORIO DEL C.I.S.S.38

MONITORAGGIO E CONTROLLO

CONVENZIONE E COMMISSIONE U.V.H..

129

AREA DISABILI SCHEDA AZIONE 5: Ampliamento della struttura residenziale esistente. DENOMINAZIONE DELL’AZIONE

AMPLIAMENTO DELLA STRUTURA RESIDENZIALE ESISTENTE FINO A 10 POSTI PER DISABILI INTELLETTIVI.

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di rete)

COOPERATIVA SOCIALE CHRONOS– C.I.S.S. 38 –A.S.L.9

SOGGETTI IMPEGNATI NELL’ACCORDO DI PROGRAMMA

COOPERATIVA SOCIALE CHRONOS -C.I.S.S.38- A.S.L.9

MODALITA’ DI ATTUAZIONE:

(RINVIO A SUCCESSIVA PROGRAMMAZIONE ESECUTIVA)

RESPONSABILITA’ DELL’AZIONE

COOPERATIVA SOCIALE CHRONOS

TEMPISTICA:

2005

-

2006

INDIVIDUAZIONE AREA – COSTRUZIONE SU AREA IN CONCESSIONE

2007 -2008

PROGETTAZIONE REALIZZAZIONE

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE

12 UNITA’

FORMAZIONE DEL PERSONALE

IN POSSESSO DEI TITOLI PREVISTI DALLA NORMATIVA. SUPERVISIONE. CORSI DI AGGIORNAMENTO

STRUMENTALI E LOGISTICHE

ARREDI E MEZZI DI TRASPORTO

FINANZIARIE

RISORSE PROPRIE E MUTUO COOP. SOC. CHRONOS CIRCA € 600 -800.000,00

LOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’

COMUNE DEL TERRITORIO DEL C.I.S.S.38

MONITORAGGIO E CONTROLLO

CONVENZIONE E COMMISSIONE VIGILANZA U.V.H.

130

AREA DISABILI SCHEDA AZIONE 6: Apertura servizio convivenza guidata DENOMINAZIONE DELL’AZIONE

APERTURA SERVIZIO CONVIVENZA GUIDATA.

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di rete)

CONSORZIO A.S.A. COOP SERVICE – C.I.S.S. 38 –A.S.L.9

SOGGETTI IMPEGNATI NELL’ACCORDO DI PROGRAMMA

CONSORZIO A.S.A. COOP SERVICE-C.I.S.S.38- A.S.L.9

MODALITA’ DI ATTUAZIONE:

(RINVIO A SUCCESSIVA PROGRAMMAZIONE ESECUTIVA)

RESPONSABILITA’ DELL’AZIONE

A.S.A.COOP SERVICE

TEMPISTICA:

2005

-

2006

PROGETTAZIONE

2007

REALIZZAZIONE

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE

PERSONALE EDUCATIVO ( 16.35 € ORA) O.S.S. (9.75 € ORA )

FORMAZIONE DEL PERSONALE

IN POSSESSO DEI TITOLI PREVISTI DALLA NORMATIVA. SUPERVISIONE. CORSI DI AGGIORNAMENTO

STRUMENTALI E LOGISTICHE

APPARTAMENTO A FORNO C.SE DISPONIBILE E IN POSSESSO ALLA A.S. A .COOP SERVICE

FINANZIARIE

COPERTURA RETTE SECONDO PARAMETRI REGIONALI.

LOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’

FORNO C.SE

MONITORAGGIO E CONTROLLO

CONVENZIONE E COMMISSIONE VIGILANZA U.V.H.

131

AREA ANZIANI SCHEDA AZIONE 1: Potenziamento degli interventi economici a sostegno della

domiciliarità in forma integrata tra Ciss 38 e Asl 9 (Assegni di Cura)

DENOMINAZIONE DELL’ AZIONE POTENZIAMENTO DEGLI INTERVENTI ECONOMICI A SOSTEGNO

DELLA DOMICILIARITÀ IN FORMA INTEGRATA TRA CISS 38 E ASL9 (ASSEGNI DI CURA)

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di rete) ASL9 - CISS 38

SOGGETTI IMPEGNATI NELL’ACCORDO DI PROGRAMMA ASL9 – CISS 38

MODALITA’ DI ATTUAZIONE: ACCORDO PER GESTIONE INTEGRATA

TEMPISTICA:

2005 ACCORDO AVVIO SPERIMENTAZIONE

2006 VERIFICA SPERIMENTAZIONE EVENTUALE REVISIONE DELL’ACCORDO

2007 MESSA A REGIME DEGLI INTERVENTI

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE U.V.G.

FORMAZIONE DEL PERSONALE -

STRUMENTALI E LOGISTICHE -

FINANZIARIE E 143.000 FONDO REGIONALE DgR. 87/06 + QUOTA TRAF. REGIONALE ASL9

LOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ TERRITORIO DI COMPETENZA DEL CISS 38

MONITORAGGIO E CONTROLLO UVG

132

AREA ANZIANI SCHEDA AZIONE 2: Incremento della disponibilità di posti per ricoveri di sollievo

DENOMINAZIONE DELL’ AZIONE INCREMENTO DELLA DISPONIBILITÀ DI POSTI PER RICOVERI DI SOLLIEVO

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di rete)

ASL9 - CISS 38 – STRUTTURE RESIDENZIALI DEL TERRITORIO DI COMPETENZA

SOGGETTI IMPEGNATI NELL’ACCORDO DI PROGRAMMA ASL9 - CISS 38

MODALITA’ DI ATTUAZIONE: NUOVO SISTEMA DI CONVENZIONE INTRODOTTO DALLA DGR 17/05

TEMPISTICA:

2005 LAVORO TAVOLO PER APPLICAZIONE DGR 17 N° 30 POSTI ASL9

2006 FORMALIZZAZIONE N° 45 POSTI ASL9 (INCREMENTO DI 15 POSTI)

2007 PREVISIONE AUMENTO

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE -

FORMAZIONE DEL PERSONALE -

STRUMENTALI E LOGISTICHE UVG PER VALUTAZIONE BISOGNO

FINANZIARIE DA VALUTARE

LOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ STRUTTURE PUBBLICHE O PRIVATE ADERENTI AL NUOVO SISTEMA DI CONVENZIONE

MONITORAGGIO E CONTROLLO SVOLTO DALL’UVG

133

AREA ANZIANI SCHEDA AZIONE 3: Aumento delle risorse per i servizi di assistenza domiciliare

territoriale (sas –ciss38), assistenza domiciliare integrata (adi – asl9), assistenza domiciliare programmata (adp – asl9) e lungoassistenza

DENOMINAZIONE DELL’ AZIONE

AUMENTO DELLE RISORSE PER I SERVIZI DI ASSISTENZA DOMICILIARE TERRITORIALE (SAS –CISS38), ASSISTENZA

DOMICILIARE INTEGRATA (ADI – ASL9), ASSISTENZA DOMICILIARE PROGRAMMATA (ADP – ASL9) E

LUNGOASSISTENZA

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di rete) ASL9 - CISS 38

SOGGETTI IMPEGNATI NELL’ACCORDO DI PROGRAMMA ASL9 - CISS 38

MODALITA’ DI ATTUAZIONE: ACCORDO, GESTIONE INTEGRATA SERVIZI LUNGO ASSISTENZA INCREMENTO ASSISTENZE EROGATE PER GLI ALTRI SERVIZI, INCREMENTO FASCIA ORARIA DELLE PRESENZE SUL TERRITORIO

TEMPISTICA:

2005

ACCORDO PER LUNGO ASSISTENZA INCREMENTO FASCIA ORARIA FINO ALLE ORE 20 DEL SERVIZIO SID (più sabato e domenica 7.30 – 20.00); INCREMENTO ADI UOCP (UNITA’ OPERATIVA CURE PAGLIATIVE)

2006 AVVIO SERVIZIO LUNGOASSISTENZA

2007 -

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE N° 2 UNITÀ IN PIÙ’ INFERMIERA PROFESSIONALE INCREMENTO OSS

FORMAZIONE DEL PERSONALE SECONDO I PROGRAMMI FORMATIVI DELL’ENTE

STRUMENTALI E LOGISTICHE VARIAZIONE ORARIO INCREMENTO AUTOVETTURE DI SERVIZIO

FINANZIARIE COSTO ORARIO IP E OSS

LOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ TERRITORIO DISTRETTO2 - CISS 38

MONITORAGGIO E CONTROLLO ASL9 - CISS 38

134

AREA ANZIANI SCHEDA AZIONE 4: Revisione del regolamento per il servizio di Assistenza Domiciliare

Territoriale

DENOMINAZIONE DELL’ AZIONE REVISIONE DEL REGOLAMENTO PER IL SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE TERRITORIALE

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di rete)

CISS 38 – COOPERATIVA SOCIALE AFFIDATARIA DEL SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE

SOGGETTI IMPEGNATI NELL’ACCORDO DI PROGRAMMA CISS 38

MODALITA’ DI ATTUAZIONE:

TEMPISTICA:

2005

2006 LUGLIO – DICEMBRE: IPOTESI DI REVISIONE REGOLAMENTO

2007 GENNAIO – DICEMBRE: SPERIMENTAZIONE NUOVO REGOLAMENTO

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE ASSISTENTI SOCIALI CISS 38

FORMAZIONE DEL PERSONALE

STRUMENTALI E LOGISTICHE

FINANZIARIE

LOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ SEDI C.I.S.S.38

MONITORAGGIO E CONTROLLO

135

AREA ANZIANI SCHEDA AZIONE 5: Nuovo modello gestionale dei servizi semiresidenziali e residenziali

per anziani non autosufficienti

DENOMINAZIONE DELL’ AZIONE NUOVO MODELLO GESTIONALE DEI SERVIZI SEMIRESIDENZIALI E RESIDENZIALI PER ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di rete) CISS 38 – ASL9 – STRUTTURE RESIDENZIALI DEL TERRITORIO

SOGGETTI IMPEGNATI NELL’ACCORDO DI PROGRAMMA CISS 38 – ASL9

MODALITA’ DI ATTUAZIONE: APPLICAZIONE DGR 17 – 18/05 PREVIO PROTOCOLLO D’INTESA, DEFINIZIONE REQUISITI E PROGRAMMAZIONE POSTI

TEMPISTICA:

2005 APERTURA TAVOLO PER DEFINIZIONE PROTOCOLLO D’INTESA

2006 FIRMA CONVENZIONE TRA ASL9 - CISS 38 – STRUTTURE RESIDENZIALI IDONEE

2007 VERIFICA

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE OPERATORI UVG, DIRETTORE DI DISTRETTO, RESPONSABILE AREA INTEGRATIVA, RAPPRESENTANTI STRUTTURE

FORMAZIONE DEL PERSONALE -

STRUMENTALI E LOGISTICHE -

FINANZIARIE -

LOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ TERRITORIO DI COMPETENZA DELL’ASL9

MONITORAGGIO E CONTROLLO UVG E COMMISSIONE DI VIGILANZA

136

AREA ANZIANI SCHEDA AZIONE 6: Adeguamento organizzativo dell’Unità Valutativa Geriatrica alle

nuove funzioni e riduzione dei tempi di attesa di realizzazione dei progetti assistenziali individualizzati

DENOMINAZIONE DELL’ AZIONE ADEGUAMENTO ORGANIZZATIVO DELL’UNITÀ VALUTATIVA

GERIATRICA ALLE NUOVE FUNZIONI E RIDUZIONE DEI TEMPI DI ATTESA DI REALIZZAZIONE DEI PROGETTI ASSISTENZIALI

INDIVIDUALIZZATI

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di rete) CISS 38 – ASL9

SOGGETTI IMPEGNATI NELL’ACCORDO DI PROGRAMMA CISS 38 – ASL9

MODALITA’ DI ATTUAZIONE: RIORGANIZZAZIONE DELLE FUNZIONI DELL’UVG

TEMPISTICA:

2005 SEMINARIO NUOVA SEDE PER L’UVG

2006 RIORGANIZZAZIONE PROCEDURE UVG E APPLICAZIONE NUOVO SISTEMA DI VALUTAZIONE

2007 VERIFICA

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE

1 MEDICO GERIATRA, 1 MEDICO DELL’ASSISTENZA SANITARIA TERRITORIALE, 1 MEDICO FISIATRA, 1 A.S. DEL CISS 38, 1 A.S. DELL’ASL9, 1 I. P., 2 AMMINISTRATIVI.

FORMAZIONE DEL PERSONALE SEMINARIO SUL MODELLO DI PIANO DI ASSISTENZA INDIVIDUALIZZATO PROPOSTO DALLA REGIONE

STRUMENTALI E LOGISTICHE SISTEMA INFORMATIZZATO – NUOVA SEDE

FINANZIARIE CISS 38 – ASL9

LOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ TERRITORIO DI COMPETENZA DELL’ASL9

MONITORAGGIO E CONTROLLO C.I.S.S.38 – ASL9

137

AREA ANZIANI SCHEDA AZIONE 7: Attivazione di un progetto formativo congiunto per gli operatori

dell’Unità Valutativa Geriatrica

DENOMINAZIONE DELL’ AZIONE ATTIVAZIONE DI UN PROGETTO FORMATIVO CONGIUNTO PER GLI OPERATORI DELL’UNITÀ VALUTATIVA GERIATRICA

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di rete) ASL9 - CISS 38 - STRUTTURE

SOGGETTI IMPEGNATI NELL’ACCORDO DI PROGRAMMA ASL9 - CISS 38 - STRUTTURE

MODALITA’ DI ATTUAZIONE: CORSO CONGIUNTO 20 ORE

TEMPISTICA:

2005 -

2006 PROGRAMMAZIONE E SCELTA TEMATICHE

2007 REALIZZAZIONE

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE FORMATORI E OPERATORI U.V.G.

FORMAZIONE DEL PERSONALE -

STRUMENTALI E LOGISTICHE LOCALI DELL’ASL9 PER CORSI

FINANZIARIE 5.000 € ASL9

LOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ ASL9

MONITORAGGIO E CONTROLLO ASL9

138

AREA ANZIANI SCHEDA AZIONE 8: Progettazione e sperimentazione di forme di coordinamento e

supervisione tra domanda e offerta di sistema di servizi di assistenza famigliare della persona anziana

DENOMINAZIONE DELL’ AZIONE PROGETTAZIONE E SPERIMENTAZIONE DI FORME DI

COORDINAMENTO E SUPERVISIONE TRA DOMANDA E OFFERTA DI SISTEMA DI SERVIZI DI ASSISTENZA FAMIGLIARE DELLA

PERSONA ANZIANA

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di rete) CISS 38 – SUORE FAMULATO – AVULSS- CARITAS - PATRONATI

SOGGETTI IMPEGNATI NELL’ACCORDO DI PROGRAMMA CISS 38 – SUORE FAMULATO – AVULSS- CARITAS

MODALITA’ DI ATTUAZIONE: ISTITUZIONE ALBO BADANTI ISTITUZIONE SPORTELLO INFORMAZIONE

TEMPISTICA:

2005 -

2006 ISTITUZIONE SPORTELLO INFORMAZIONE PRESSO OSPEDALE

2007 ISTITUZIONE ALBO BADANTI

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE 1 VOLONTARIO SUORE FAMULATO, 1 ASSISTENTE SOCIALE C.I.S.S.38, 1 OPERATORE SPORTELLO SOCIALE

FORMAZIONE DEL PERSONALE -

STRUMENTALI E LOGISTICHE COLLEGAMENTO IN RETE DELLE VARIE ASSOCIAZIONI

FINANZIARIE -

LOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ SUORE FAMULATO E OSPEDALE

MONITORAGGIO E CONTROLLO COMMISSIONE MISTA C.I.S.S.38 E ASSOCIAZIONI VOLONTARIATO

139

AREA ANZIANI SCHEDA AZIONE 9: Formazione badanti e familiari

DENOMINAZIONE DELL’ AZIONE FORMAZIONE BADANTI E FAMILIARI

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di rete)

CISS 38 – ASL9 – SUORE FAMULATO – CRI – STRUTTURE RESIDENZIALI

SOGGETTI IMPEGNATI NELL’ACCORDO DI PROGRAMMA (partnership di sviluppo)

CISS 38 – ASL9

MODALITA’ DI ATTUAZIONE: CORSI TEORICI E PRATICI

TEMPISTICA:

2005 -

2006 ISTITUZIONE CORSI

2007 PROSEGUIMENTO

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE OPERATORI SANITARI E SOCIALI, VOLONTARI

FORMAZIONE DEL PERSONALE -

STRUMENTALI E LOGISTICHE SEDE FAMULATO PER LABORATORI TIROCINIO PRATICO PRESSO STRUTTURE

FINANZIARIE DA VALUTARE

LOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ SEDE FAMULATO DI FAVRIA

MONITORAGGIO E CONTROLLO COMMISSIONE MISTA

140

AREA ADULTI IN DIFFICOLTA’ SCHEDA AZIONE 1: Estensione del Servizio inserimenti lavorativi del Ciss 38

DENOMINAZIONE DELL’ AZIONE ESTENSIONE DEL SERVIZIO INSERIMENTI LAVORATIVI DEL CISS 38

RESPONSABILE DELL’AZIONE RESPONSABILE UFFICIO INSERIMENTI LAVORATIVI

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di rete) CISS 38 (SIL) – REFERENTI AZIENDALI – COOPERATIVE

SOGGETTI IMPEGNATI NELL’ACCORDO DI PROGRAMMA (partnership di sviluppo)

CISS 38 – CENTRO PER L’IMPIEGO

MODALITA’ DI ATTUAZIONE:

MAPPATURA RISORSE POTENZIALI DEL TERRITORIO PER INDIVIDUARE NUOVE SEDI PER ESPERIENZE LAVORATIVE. SEGNALAZIONE DELLE SITUAZIONI DEI SOGGETTI IN DIFFICOLTÀ DA PARTE DELL’ASSISTENTE SOCIALE. ABBINAMENTO RISORSA CON CARATTERISTICHE E POTENZIALITÀ DEL DESTINATARIO. DEFINIZIONE PROGETTO DI ATTIVAZIONE DELL’ESPERIENZA LAVORATIVA E MONITORAGGIO.

TEMPISTICA:

2005 -

2006

MAPPATURA DELLE RISORSE DISPONIBILI AD ACCOGLIERE SOGGETTI IN DIFFICOLTÀ E CONOSCENZA DEI BISOGNI. POTENZIAMENTO PERSONALE PER CONSENTIRE ATTIVAZIONE E MONITORAGGIO DI TIROCINI RIVOLTI A PERSONE IN DIFFICOLTÀ.

2007 AVVIO DELLE ESPERIENZE DI TIROCINIO

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE SUPPORTO DI UN OPERATORE IN PIÙ

FORMAZIONE DEL PERSONALE

STRUMENTALI E LOGISTICHE AZIENDE CHE OFFRONO DISPONIBILITÀ

FINANZIARIE DESTINAZIONE A BILANCIO DI FONDI CIRCA 36.000€ (IPOTESI DI 10 ESPERIENZE PER 300€ MENSILI)

LOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ IN BASE AL REPERIMENTO DELLE AZIENDE CHE OFFRONO DISPONIBILITÀ

MONITORAGGIO E CONTROLLO RESPONSABILE SIL, ASSISTENTE SOCIALE DI RIFERIMENTO E RAPPRESENTANTE AZIENDALE

141

AREA ADULTI IN DIFFICOLTA’ SCHEDA AZIONE 2: Attivazione borse lavoro e Cantieri di Lavoro (in particolare da parte dei Comuni) DENOMINAZIONE DELL’ AZIONE

ATTIVAZIONE BORSE LAVORO E CANTIERI DI LAVORO (IN PARTICOLARE

DA PARTE DEI COMUNI)

RESPONSABILE DELL’AZIONE CISS 38 E CENTRO PER L’IMPIEGO

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di rete)

CENTRO PER L’IMPIEGO - CISS 38 – COMUNI – REFERENTI AZIENDALI – COOPERATIVE SOCIALI – ASL9

SOGGETTI IMPEGNATI NELL’ACCORDO DI PROGRAMMA

CISS 38 – CENTRO PER L’IMPIEGO – COMUNI – ASL9

MODALITA’ DI ATTUAZIONE:

SENSIBILIZZAZIONE E INFORMAZIONE SULLE OPPORTUNITÀ DI ATTIVAZIONE DI ESPERIENZE LAVORATIVE. INFORMAZIONE DA PARTE DEL SIL (CISS 38) CON COLLABORAZIONE DEL CPI. MAGGIORE COLLABORAZIONE TRA ASSISTENTI SOCIALI DEL TERRITORIO E SERVIZI SPECIALISTICI PER ATTIVAZIONE BORSE LAVORO. NOMINE DI COMMISSIONE (RAPPRESENTANTE CISS 38, FUNZIONARIO COMUNALE, CPI) PER VALUTAZIONE POTENZIALI CANTIERI, SULLA BASE DI REGOLAMENTO PREDEFINITO.

TEMPISTICA:

2005 -

2006

POTENZIAMENTO DELLE INFORMAZIONI AI COMUNI DI REPERIMENTO RISORSE EC. (PROVINCIALI) E PER CANTIERI DI LAVORO DA PARTE DEL CPI. BORSE LAVORO:POTENZIAMENTO DELLA COLLABORAZIONE FRA SERVIZI SOCIALI E SANITARIE VOLTI ALLA CONCRETIZZAZIONE DI PROGETTI DI ATTIVAZIONE BORSE LAVORO, PER CASI IN CARICO AD ENTRAMBI I SERVIZI

2007 ATTIVAZIONE NUOVE BORSE LAVORO E CANTIERI DI LAVORO

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE OPERATORI SERVIZI SOCIALI E SANITARI, PERSONALE CPI E FUNZIONARI COMUNALI

FORMAZIONE DEL PERSONALE -

STRUMENTALI E LOGISTICHE SEDI DELLE ESPERIENZE LAVORATIVE

FINANZIARIE INCREMENTO FONDI DESTINATI A BILANCIO CISS38/EVENTUALI COFINANZIAMENTI SU SINGOLO PROGETTO PER ATTIVAZIONE BORSE LAVORO

LOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’

IN BASE AL REPERIMENTO DELLE RISORSE PER L’ATTIVAZIONE DELLE ESPERIENZE LAVORATIVE

MONITORAGGIO E CONTROLLO

COMMISSIONE (VEDI SOPRA) SERVIZI SPECIALISTICI CHE HANNO IN CARICO LA SITUAZIONE

142

AREA ADULTI IN DIFFICOLTA’ SCHEDA AZIONE 3: Studio ed approvazione di protocolli di collaborazione fra servizi sanitari, servizi sociali, e Terzo Settore.

DENOMINAZIONE DELL’ AZIONE

STUDIO ED APPROVAZIONE DI PROTOCOLLI DI COLLABORAZIONE FRA SERVIZI SANITARI, SERVIZI SOCIALI, E TERZO SETTORE

RESPONSABILE DELL’AZIONE CISS 38 – ASL9 ?

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di rete) CISS 38 – ASL9 – TERZO SETTORE

SOGGETTI IMPEGNATI NELL’ACCORDO DI PROGRAMMA CISS 38 – ASL9

MODALITA’ DI ATTUAZIONE:

- ANALISI DETTAGLIATA DELLE DIFFICOLTÀ DI RAPPORTI DI COLLABORAZIONE TRA SERVIZI SANITARI, SOCIALI, VOLONTARIATO - INDIVIDUAZIONE DI PUNTI DI MAGGIOR CRITICITÀ RISPETTO AI DIVERSI SERVIZI COINVOLTI - PROPOSTE DI MIGLIORAMENTO - DISCUSSIONE ED ANALISI DELLE PROPOSTE REALIZZABILI E STESURA INIZIALE, DI IPOTESI, DI PROTOCOLLO - APPROVAZIONE DI PROTOCOLLI

TEMPISTICA:

2005 -

2006 ANALISI DELLE DIFFICOLTÀ DI COLLABORAZIONE E INDIVIDUAZIONE DEI PUNTI DI MAGGIORE CRITICITÀ

2007 PROPOSTE DI MIGLIORAMENTO STESURA INIZIALE DI IPOTESI DI PROTOCOLLO APPROVAZIONE PROTOCOLLI

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE CONSORZIO – ASL – TERZO SETTORE

FORMAZIONE DEL PERSONALE BREVE FORMAZIONE PER GLI INTERESSATI SULLE MODALITÀ DI REALIZZAZIONE DI PROTOCOLLI

STRUMENTALI E LOGISTICHE -

FINANZIARIE COSTO DEL PERSONALE

LOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ SEDE CISS 38

MONITORAGGIO E CONTROLLO CISS 38 – ASL9

143

AREA IMMIGRATI SCHEDA AZIONE 1: Proseguimento e sviluppo del progetto “Rete mediazione interculturale”

DENOMINAZIONE DELL’ AZIONE PROSEGUIMENTO E SVILUPPO DEL PROGETTO “RETE MEDIAZIONE INTERCULTURALE”

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di rete) CISS 38 – ASSOCIAZIONE HARAMBE – ASSOCIAZIONE INSIEME

SOGGETTI IMPEGNATI NELL’ACCORDO DI PROGRAMMA CISS 38

MODALITA’ D’ATTUAZIONE:

- ATTIVITÀ DI SVILUPPO DEI PROCESSI COMUNICATIVI ED INFORMATIVI; - PROMOZIONE DI INIZIATIVE CHE FAVORISCANO LA SOCIALIZZAZIONE/INTEGRAZIONE, NONCHÉ LA PARTECIPAZIONE ATTIVA DEGLI IMMIGRATI

TEMPISTICA:

2005 -

2006 DA GIUGNO 2006 AD APRILE 2007

2007 -

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE MEDIATORI CULTURALI

FORMAZIONE DEL PERSONALE -

STRUMENTALI E LOGISTICHE UFFICIO PER SPORTELLO SOCIALE, DISPONIBILITÀ DI LOCALI PER INCONTRI

FINANZIARIE FONDI INIZIATIVE IMMIGRAZIONE 13.000 (Provincia)

LOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ TERRITORIO CISS 38

MONITORAGGIO E CONTROLLO MONITORAGGIO MENSILE

144

AREA IMMIGRATI SCHEDA AZIONE 2: Creazione di un gruppo di studio fra servizi e terzo settore, per la verifica di fattibilità della proposta di istituzione di un fondo economico di garanzia

DENOMINAZIONE DELL’ AZIONE

CREAZIONE DI UN GRUPPO DI STUDIO FRA SERVIZI E TERZO

SETTORE, PER LA VERIFICA DI FATTIBILITÀ DELLA PROPOSTA DI ISTITUZIONE DI UN FONDO ECONOMICO DI GARANZIA

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di rete) SERVIZI SOCIALI DEL CISS38 – TERZO SETTORE – STRANIERI

SOGGETTI IMPEGNATI NELL’ACCORDO DI PROGRAMMA

CISS38 – SAN VINCENZO – CARITAS

MODALITA’ D’ATTUAZIONE: REPERIMENTO FONDO E GESTIONE DEL FONDO IN BASE A REGOLAMENTO DA CONCORDARE TRA TERZO SETTORE E CISS 38

TEMPISTICA:

2005 -

2006 CREAZIONE E ATTIVAZIONE DI UN GRUPPO PROGETTUALE

2007 REPERIMENTO FONDO

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE

1/2 AMMINISTRATORI DEL FONDO DEL TERZO SETTORE, COMMISSIONE COSTITUITA DA 1 MEMBRO CISS38, 1

MEMBRO PER OGNI ASSOCIAZIONE CHE VALUTINO LA CONGRUITÀ DELLA RICHIESTA E L’ASSISTENTE SOCIALE DI RIFERIMENTO

FORMAZIONE DEL PERSONALE -

STRUMENTALI E LOGISTICHE DISPONIBILITÀ DI UN UFFICIO (LOCALE DI UNA DELLE ASSOCIAZIONI), E DI UN LOCALE PRESSO IL CISS 38 DOVE VIENE EROGATO IL FONDO E DOVE SI RIUNISCE LA COMMISSIONE

FINANZIARIE DA DEFINIRE

LOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ CUORGNÈ, SAN VINCENZO / RIVAROLO CARITAS

MONITORAGGIO E CONTROLLO COMMISSIONE MISTA

145

AREA IMMIGRATI SCHEDA AZIONE 3: Attività di proposte formative sulla tematica

DENOMINAZIONE DELL’ AZIONE ATTIVAZIONE DI PROPOSTE FORMATIVE SULLA TEMATICA

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di rete) FORMATORI – OPERATORI CISS 38

SOGGETTI IMPEGNATI NELL’ACCORDO DI PROGRAMMA CISS 38

MODALITA’ D’ATTUAZIONE:

REPERIMENTO FORMATORI (AGENZIE FORMATIVE E/O SOGGETTI SINGOLI CON PARTICOLARE ESPERIENZA SULLE TEMATICHE) SCELTA DELLE TEMATICHE

TEMPISTICA:

2005 -

2006 SCELTA AGENZIE FORMATIVE E/O SOGGETTI SINGOLI E TEMATICHE PRIMI INCONTRI

2007 PROSEGUIMENTO FORMAZIONE E VERIFICA

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE FORMATORI E CISS 38

FORMAZIONE DEL PERSONALE -

STRUMENTALI E LOGISTICHE SALE PER INCONTRI E CORSI CON MATERIALE ADEGUATO

FINANZIARIE FINANZIAMENTO DEL CISS 38 PER FORMAZIONE ACCESSO A FONDI ESTERNI

LOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ CISS 38 CUORGNÈ

MONITORAGGIO E CONTROLLO CISS 38

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AREA IMMIGRATI SCHEDA AZIONE 4 (in collaborazione con l’area Adulti in difficoltà):

Progettazione e convenzionamento di una soluzione di pronta accoglienza abitativa sul territorio

DENOMINAZIONE DELL’ AZIONE

PROGETTAZIONE E CONVENZIONAMENTO DI UNA SOLUZIONE DI PRONTA ACCOGLIENZA

ABITATIVA SUL TERRITORIO

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di rete) CISS38 – VOLONTARIATO – SERVIZIO CIVILE

SOGGETTI IMPEGNATI NELL’ACCORDO DI PROGRAMMA CISS38

MODALITA’ D’ATTUAZIONE: REPERIMENTO RISORSA PER SOLO PERNOTTAMENTO NOTTURNO CON OFFERTA DI UNA PRIMA COLAZIONE

TEMPISTICA:

2005 -

2006 INDIVIDUAZIONE RISORSA E SOGGETTI COINVOLTI NELL’AZIONE

2007 AVVIO ATTIVITA’

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE VOLONTARIO – SERVIZIO SOCIALE

FORMAZIONE DEL PERSONALE PER IL SERVIZIO CIVILE SVOLTO DALLA REGIONE

STRUMENTALI E LOGISTICHE

UNA STRUTTURA ADEGUATA ALLE ESIGENZE PER PERMANENZA NOTTURNA (È POSSIBILE USUFRUIRE DI UNA CASA PARROCCHIALE O DI SPAZI MESSI A DISPOSIZIONE DA UN’ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO)

FINANZIARIE RIMBORSO SPESE DA CONCORDARE CON IL VOLONTARIATO

LOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ NEL TERRITORIO DEL CISS 38

MONITORAGGIO E CONTROLLO COMMISSIONE MISTA FORMATA DA CISS 38 E ’ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO

147

AREA IMMIGRATI SCHEDA AZIONE 5 (in collaborazione con l’area Adulti in difficoltà):

Individuazione e regolamentazione di alloggi per progetti di permanenza a tempo determinato

DENOMINAZIONE DELL’ AZIONE

INDIVIDUAZIONE E REGOLAMENTAZIONE DI ALLOGGI PER PROGETTI DI PERMANENZA A

TEMPO DETERMINATO

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di rete) CISS 38, VOLONTARIATO (CARITAS – SAN VINCENZO), COMUNE/I

SOGGETTI IMPEGNATI NELL’ACCORDO DI PROGRAMMA COMUNE/I

MODALITA’ D’ATTUAZIONE: REPERIMENTO DELLA CASA ED ADEGUAMENTO DELLA STRUTTURA

TEMPISTICA:

2005 -

2006 INDIVIDUAZIONE STRUTTURA E DEFINIZIONE DI UN PROGETTO

2007 AVVIO ATTIVITA’

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE

N° VOLONTARI CHE SI ASSUMANO LA RESPONSABILITÀ DI GESTIRE IN BASE AD UN REGOLAMENTO STABILITO

FORMAZIONE DEL PERSONALE -

STRUMENTALI E LOGISTICHE STRUTTURA FUNZIONALE ALLE ESIGENZE

FINANZIARIE DA DEFINIRE

LOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ TERRITORIO CISS 38

MONITORAGGIO E CONTROLLO SVOLTO DAI VOLONTARI, MONITORATO DAL CISS38

148

AZIONI DI SISTEMA SCHEDA AZIONE 1: Attività di Sportello di Informazione Sociale

DENOMINAZIONE DELL’ AZIONE ATTIVITA’ DI SPORTELLO DI INFORMAZIONE SOCIALE

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di rete)

CISS 38 – PROVINCIA – ASL9 – TUTTI GLI UTENTI CHE USUFRUISCONO DEL SERVIZIO

SOGGETTI IMPEGNATI NELL’ACCORDO DI PROGRAMMA CISS 38 – PROVINCIA – ASL9

MODALITA’ D’ATTUAZIONE: APERTURA AL PUBBLICO DELLO SPORTELLO

TEMPISTICA:

2005 -

2006 DA MAGGIO 2006 DICEMBRE 2006 APERTURA E FUNZIONALITÀ DELLO SPORTELLO SOCIALE

2007 -

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE UN OPERATORE SOCIALE CON TITOLO FORMATIVO A LIVELLO

UNIVERSITARIO ED ADEGUATA CONOSCENZA E/O ESPERIENZA DEL SISTEMA DEI SERVIZI

FORMAZIONE DEL PERSONALE COORDINAMENTO E AGGIORNAMENTO FORNITO DALLA PROVINCIA

STRUMENTALI E LOGISTICHE UFFICIO CON PRESENZA DI COMPUTER E TELEFONO C/O ASL9

FINANZIARIE

8.640.00 € PROVINCIA

LOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ IN UN LOCALE, GIÀ PRESENTE, PRESSO LA SEDE DEL DISTRETTO 2 DELL’ASL9 CUORGNÈ

MONITORAGGIO E CONTROLLO

RELAZIONE QUADRIMESTRALE SULL’ANDAMENTO DELLE ATTIVITÀ E SUI DATI DA INSERIRSI DALL’OPERATORE NELL’AREA APPOSITAMENTE RISERVATA DEL SITO INTERNET DELLO SPORTELLO D’INFORMAZIONE SOCIALE DELLA PROVINCIA DI TORINO RUOLO DI COORDINAMENTO E AGGIORNAMENTO FORNITO DALLA PROVINCIA.

149

AZIONI DI SISTEMA SCHEDA AZIONE 2: Attività di Ufficio di Piano

DENOMINAZIONE DELL’ AZIONE ATTIVITÀ DI UFFICIO DI PIANO

SOGGETTI COINVOLTI (partnership di rete) CISS 38

SOGGETTI IMPEGNATI NELL’ACCORDO DI PROGRAMMA CISS 38

MODALITA’ D’ATTUAZIONE: FUNZIONI DI SEGRETERIA FINALIZZATA AL

SUPPORTO DELLE ATTIVITA’ DI COMUNICAZIONE SOCIALE, AI LAVORI E ALLE PROCEDURE DI PIANO

TEMPISTICA:

2005 -

2006 DA MAGGIO 2006 DICEMBRE 2006

APERTURA E FUNZIONALITÀ DELL’UFFICIO DI PIANO

2007 -

RISORSE NECESSARIE:

PERSONALE

UN OPERATORE SOCIALE CON TITOLO FORMATIVO

A LIVELLO UNIVERSITARIO ED ADEGUATA CONOSCENZA E/O ESPERIENZA DEL SISTEMA DEI

SERVIZI

FORMAZIONE DEL PERSONALE COORDINAMENTO E AGGIORNAMENTO FORNITO DALLA PROVINCIA

STRUMENTALI E LOGISTICHE

FINANZIARIE 4.364.80 € CISS38

LOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ SEDE DEL C.I.S.S.38

MONITORAGGIO E CONTROLLO Ciss 38

150

SCHEMA DI ACCORDO DI PROGRAMMA PER L’ADOZIONE DEL PIANO DI ZONA DELL’AMBITO TERRITORIALE DEL CONSORZIO INTERCOMUNALE DEI SERVIZI SOCIO ASSISTENZIALI IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE N. 328/2000 E DELLA LEGGE REGIONALE N. 1/2004

PREMESSO

che la Legge 8 Novembre 2000, n° 328, “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”, afferma il carattere di universalità del sistema degli interventi e dei servizi sociali, promuove la partecipazione attiva dei cittadini e delle comunità locali alla lettura dei bisogni e alla progettazione e gestione degli interventi, attraverso le organizzazioni del Terzo settore, sancisce la necessità dell'integrazione istituzionale ai diversi livelli di competenza e prevede che i Comuni definiscano il Piano di Zona per la programmazione degli interventi e delle risorse del sistema integrato di interventi e servizi sociali, nell’ambito delle risorse disponibili;

che la medesima Legge 328/00, prevede la predisposizione del Piano di Zona, da adottarsi attraverso Accordo di Programma, ai sensi dell’art. 27 della L. 142/90, come modificato, da ultimo, dall’art. 34 del D.Lgs. 267/00, quale strumento di pianificazione territoriale per la realizzazione del Sistema Integrato di Interventi e Servizi Sociali;

che la Legge Regionale 8 gennaio 2004, n. 1 “Norme per la realizzazione del sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento”, indica le principali linee di indirizzo, in anticipazione del Piano Sociale Regionale ed in coerenza con gli obiettivi fissati dal Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2001-2003;

che il Consorzio Intercomunale dei Servizi Socio-assistenziali C.I.S.S. 38, ente designato ai sensi della D.G.R. 51-13234 del 3 agosto 2004 “Linee guida per la redazione dei Piani di Zona”:

- in sede di Assemblea Consortile, in data 11.3.2005, ha approvato gli indirizzi generali del processo programmatorio per la predisposizione del Piano di Zona;

- ha attivato un percorso di progettazione di rete che ha coinvolto i Comuni, l’ASL 9, le IPAB, le Associazioni di volontariato e di promozione sociale, la cooperazione sociale, il sistema scolastico e formativo, le organizzazioni sindacali, sostenendo la partecipazione di tali attori alle attività di programmazione, gestione e valutazione del sistema integrato di servizi;

- ha attivato cinque Tavoli tematici di area, nel corso dei quali sono stati raccolti punti di vista, proposte ed elaborazioni che sono stati integrati nel documento di Piano;

che il Tavolo di coordinamento politico istituzionale, su mandato dell’Assemblea Consortile, avvalendosi dei risultati di tale percorso, ha individuato le priorità e gli obiettivi strategici di Piano. Tutto ciò premesso e considerato, tra le parti si conviene e si stipula l’Accordo di programma per l’adozione del Piano di Zona ai sensi del combinato disposto dell’Articolo 19, comma 2,

della Legge 328/2000 e dell’art. 17 della Legge Regionale 8 gennaio 2004, n. 1. Articolo 1 – Soggetti firmatari Sono firmatari del presente accordo di programma, sulla base di quanto disposto dalla citata Legge 328/2000 e dai Capi I e III del Titolo II della Prima Parte della L.R. 1/2004, i seguenti soggetti:

1. Comune Alpette

2. Comune Bosconero

3. Comune Busano

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4. Comune Canischio

5. Comune Ceresole Reale

6. Comune Chiesanuova

7. Comune Ciconio

8. Comune Cuorgnè

9. Comune Favria

10. Comune Feletto

11. Comune Forno C.se

12. Comune Frassinetto

13. Comune Ingria

14. Comune Locana

15. Comune Lombardore

16. Comune Lusigliè

17. Comune Noasca

18. Comune Oglianico

19. Comune Pertusio

20. Comune Pont C.se

21. Comune Prascorsano

22. Comune Pratiglione

23. Comune Ribordone

24. Comune Rivara

25. Comune Rivarolo C.se

26. Comune Rivarossa

27. Comune Ronco C.se

28. Comune Salassa

29. Comune San Colombano Belmonte

30. Comune San Ponso

31. Comune Sparone

32. Comune Valperga

33. Comune Valprato Soana

34. ASL 9

35. Provincia di Torino

36. C.I.S.S. 38

37. Associazione G.E.P. (Genitori per la prevenzione) Rivarolo

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38. Associazione A.V.U.L.S.S. “Domenica Naretto” Cuorgnè

39. ANFFAS onlus Comunità “La Torre”

40. Associazione ANFFAS Onlus

41. Cooperativa Sociale Chronos

42. ASACOOPSERVICE s.c.s.r.l.

43. Suore del Famulato Cristiano di Favria

44. Associazione CARITAS

45. Conferenza San Vincenzo di Cuorgnè

46. Istituto Comprensivo Statale di Forno C.se

47. Istituto Comprensivo Statale di Favria

48. Istituto Paritario “SS Annunziata” di Rivarolo C.se

49. Istituto Comprensivo di Pont C.se

50. Scuola Secondaria di I grado “G. CENA” Cuorgnè/Valperga

51. Scuola Media “G. Gozzano” di Rivarolo C.se

52. Direzione Didattica di Rivarolo C.se

53. IPAB “Umberto I” Cuorgnè

54. Casa di Riposo “S. Giovanni” Bosconero

I soggetti firmatari dell’Accordo di Programma sono componenti attivi del sistema integrato di interventi e servizi sociali, insieme agli altri soggetti comunitari rappresentati ai Tavoli del Piano di Zona, citati nel documento di Piano. Articolo 2 - Finalità dell’accordo di programma I legali rappresentanti dei soggetti elencati nell’art. 1 sottoscrivono, per quanto di competenza, il presente accordo di programma per l’adozione del Piano di Zona per il triennio 2005 – 2007, dell’ambito territoriale del Consorzio Intercomunale dei Servizi Socio Assistenziali, elaborato nel rispetto dei principi richiamati dalla Legge 328/2000 e della L.R. 1/2004 sopra citate. Il Documento del Piano di Zona costituisce parte integrante e sostanziale del presente accordo di programma.

153

Articolo 3 - Finalità del Piano di Zona Il Piano di Zona è finalizzato a: a) favorire l’implementazione del sistema locale d’intervento sociale fondato su servizi e

prestazioni complementari e flessibili, stimolando e valorizzando le risorse locali di solidarietà e di mutuo aiuto, nonché la partecipazione attiva dei cittadini nella programmazione, realizzazione e verifica dei servizi;

b) sostenere la qualificazione del sistema informativo strategico come strumento per la creazione

della base informativa necessaria all’attivazione dei processi d’innovazione delle modalità di programmazione, gestione e valutazione del sistema dei servizi così come previsto a livello normativo;

c) promuovere una strategia della partecipazione che consenta di valorizzare tutti i soggetti attivi

all’interno del territorio consortile e di favorire la capacità del sistema di rispondere alle esigenze espresse e latenti presenti nel contesto comunitario di riferimento;

d) avviare dei percorsi di riflessione e progettazione che consentano di individuare modelli gestionali efficaci ponendo particolare attenzione a processi d’integrazione intercomunale, sociosanitaria e comunitaria;

e) valorizzare lo sviluppo di comunità come metodologia innovativa in grado di promuovere

dinamiche relazionali positive sul territorio che consentano di sensibilizzare gli attori locali nella direzione di una presa in carico comunitaria delle esigenze e delle domande espresse e latenti;

f) realizzare iniziative di formazione e aggiornamento degli operatori finalizzati alla

qualificazione e sviluppo dei servizi, anche al fine di implementare il sistema informativo dei servizi e l’attività di valutazione;

g) sostenere il percorso di qualificazione dell’offerta dei servizi erogati a livello locale anche

attivando dei percorsi di riflessione in merito alla definizione di sistema di qualità che fungano da strumenti di garanzia dell’esigibilità dei diritti da parte dei cittadini;

h) attivare un modello organizzativo di tipo partecipativo, che sostenga il processo d’innovazione

di sistema previsto dalla normativa nazionale e regionale, nel quale ogni soggetto possa intervenire e portare il proprio concreto contributo sulla base delle proprie funzioni e competenze;

i) qualificare la spesa, attivando risorse, anche finanziarie, derivanti dalla concertazione locale

con Azienda A.S.L. 9 e gli altri soggetti interessati; j) individuare i criteri di ripartizione della spesa a carico dei Comuni, dell’Azienda A.S.L. 9,

della Provincia di Torino e di altri soggetti sottoscrittori e aderenti al presente Accordo di programma.

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Articolo 4 – Gli obiettivi del programma attuativo Gli obiettivi di priorità sociale individuati nel percorso di programmazione locale sul Piano di Zona, all’interno di un piano di progetti e azioni che si dovranno realizzare, si identificano come segue:

1. Area Famiglia e Minori - Sviluppare e qualificare il sistema famiglia e le diverse reti di sostegno comunitario che si assumono compiti di cura dei minori, anche attraverso la promozione di nuove regolamentazioni dei servizi - Potenziare gli interventi di tipo educativo per promuovere azioni preventive, di tipo primario e secondario, e di recupero a favore dei nuclei familiari attraverso l’intervento di educativa territoriale - Promuovere progetti ed esperienze di convivenza civile, legalità e di responsabilità, dando voce alle esigenze dei minori

2. Area Disabili - Sostegno alla domiciliarità - Integrazione sociale attraverso l’inserimento nel mondo del lavoro - Riqualificazione dei servizi semi – residenziali per disabili - Sviluppo di progetti di convivenza guidata e adeguamento dei servizi residenziali al fabbisogno

3. Area Anziani - Sostegno alla domiciliarità - Adeguamento dei servizi residenziali e semi – residenziali - Riorganizzazione dell’Unità Valutativa Geriatrica (UVG) - Sviluppo degli interventi di qualificazione di settore

4. Area Adulti in difficoltà Promozione ed attivazione di iniziative di inclusione lavorativa Aumento delle risposte alle problematiche dell’emergenza abitativa Sviluppo e qualificazione delle risorse del sistema dei servizi offerti

5. Area Immigrati - Stabilizzare ed estendere i progetti di mediazione culturale, con particolare attenzione ai minori - Messa in rete delle risorse disponibili per la risoluzione delle problematiche connesse al primo periodo di immigrazione - Aumentare la qualificazione del sistema dei servizi in riferimento ai nuovi bisogni

6.Priorità di Sistema Comunicazione Sociale: - Qualificare l’accesso al sistema di interventi e servizi sociali, attraverso il potenziamento del segretariato sociale - Aumentare la diffusione dell’informazione sul territorio e a distanza attraverso strumenti diversificati, sia attraverso azioni istituzionali, che tramite il coinvolgimento degli altri attori di sistema Formazione e Aggiornamento: Realizzare una programmazione degli interventi e delle iniziative a livello di sistema Costruzione linee Guida: Costruire nuove integrazioni operative e modalità di collaborazione strutturate, attraverso linee guida e protocolli Governo del Piano: Assicurare le condizioni di funzionamento del sistema di programmazione attraverso la formalizzazione di un Ufficio di Piano con assegnazione di personale dedicato.

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Articolo 5 - Impegni delle amministrazioni e degli altri soggetti Le Amministrazioni aderenti al presente Accordo di Programma si impegnano, a realizzare i servizi e gli interventi approvati nel Piano di Zona secondo termini e modalità definiti nello stesso, con le modalità, le risorse e la rete delle collaborazioni definite nel piano delle attività 2005/2007, e nel contempo si impegnano altresì a presidiare le azioni di governance finalizzate a garantire partecipazione e concertazione nelle diverse fasi del ciclo di vita del Piano di Zona. I Comuni dell’Ambito territoriale del Consorzio Intercomunale dei Servizi Socio-assistenziali C.I.S.S. 38 garantiscono, conformemente alle disposizioni contenute nello Statuto del Consorzio la continuità delle risorse destinate agli interventi e ai Servizi Sociali. Le somme indicate a carico della Provincia di Torino sono definite nel modo seguente: per quanto concerne l’assistenza ai disabili sensoriali e gli interventi per la maternità e l’infanzia, si fa esclusivo riferimento alle convenzioni vigenti in materia, ed in seguito alle indicazioni e ai termini che saranno individuati dalla Giunta Regionale, di concerto con gli altri soggetti specificati dell’art. 5, comma 4, della Legge Regionale 8 gennaio 2004, n.1; per quanto riguarda, invece, le altre tipologie di intervento, gli eventuali trasferimenti saranno regolati da specifici provvedimenti da adottarsi dai competenti organi della Provincia per ciascun singolo filone di intervento. L’A.S.L. 9 Distretto 2 garantisce le risorse definite dal Programma annuale di attività, sulla base di quanto disciplinato dalla normativa regionale e nazionale. Gli altri soggetti sottoscrittori si impegnano a favorire la realizzazione degli obiettivi del Piano di Zona, conferendo risorse proprie, come dichiarato nell'atto di adesione al Piano o come risulta da specifiche convenzioni sottoscritte. Articolo 6 - Finanziamenti previsti anni 2005 -2007 Le Amministrazioni e i soggetti interessati, sulla base dei criteri e delle indicazioni di cui al precedente Articolo 2, danno atto che il Piano di Zona, allegato al presente Accordo, è articolato sulla base degli obiettivi di priorità sociale indicati dalla normativa nazionale e regionale.

Dichiarano altresì che le somme necessarie per l’implementazione delle azioni descritte nelle schede azione del Piano, ed in queste già quantificate sono stanziate nei rispettivi bilanci, per l’anno corrente. Il Piano finanziario per la realizzazione degli obiettivi di Piano è necessariamente annuale poiché è legato ai bilanci annuali degli Enti partner nella concertazione e/o degli Enti finanziatori, e quindi si impegna il tavolo di Coordinamento Politico Istituzionale ad effettuare annualmente l’aggiornamento degli obiettivi e delle azioni da realizzare nel nuovo anno, compatibili con le risorse finanziarie resesi disponibili e la valutazione circa l’opportunità di aggiornare l’accordo di programma, che regola i rapporti tra i soggetti che mettono in rete responsabilità e risorse per la realizzazione del Piano di Zona, in caso di individuazione di nuovi partner con messa in rete di nuove responsabilità e risorse.

Articolo 7 – Eventuali modifiche Eventuali modifiche sono possibili, purché concordate dai Soggetti Pubblici, dal Terzo Settore e dal Volontariato coinvolti nella realizzazione del Piano di Zona.

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Gli attuatori degli interventi e dei relativi progetti ed i tempi di attuazione contenuti nel Piano di Zona sono indicati nelle Schede di Azione allegate al presente documento quale parte integrante e sostanziale. Articolo 8 – Struttura organizzativa del Piano di Zona

Per la redazione, l’attuazione e la valutazione del Piano di Zona 2005 – 2007, in conformità alle Linee Guida della Regione Piemonte, i soggetti firmatari del presente accordo di programma hanno attivato una struttura organizzativa così articolata:

Tavolo di coordinamento politico – istituzionale;

Ufficio di Piano e Nucleo di valutazione;

Tavoli di Area Tematica.

Articolo 9 – Tavolo di coordinamento politico – istituzionale

Il Tavolo di coordinamento politico – istituzionale è composto da 5 Sindaci o loro rappresentanti, il Presidente del C.d.A. del CISS 38; ed in veste di invitato permanente il Direttore generale dell’ASL 9 o suo delegato. Il Tavolo svolge funzioni d’indirizzo strategico e di controllo (politico) del Piano di Zona, individua le risorse da destinare, verifica le azioni concertate a livello tecnico in relazione alle priorità e agli obiettivi attribuiti, avvalendosi delle informazioni relative alle fasi di avanzamento dei lavori, alle problematiche emerse e ai risultati del sistema di monitoraggio e valutazione trasmessi dall’Ufficio di Piano. Il Tavolo, qualora riscontri ritardi o negligenze nella realizzazione degli interventi previsti, convoca l’Ufficio di Piano allargato a tutti i soggetti firmatari dell’Accordo al fine di concordare l’adozione d’eventuali soluzioni o interventi correttivi. Articolo 10 - L’ Ufficio di Piano e Nucleo di valutazione L’Ufficio di Piano è composto da 1 rappresentante del C.d.A, fino a 3 funzionari comunali, il Direttore del Consorzio, o suo delegato, e dai funzionari del Consorzio individuati dallo stesso, il Direttore del Distretto 2 - ASL 9, 1 rappresentante della Provincia di Torino. E' il tavolo tecnico di lavoro che supporta il tavolo politico nello svolgimento delle sue funzioni:

- organizza e coordina le fasi tecniche del processo,

- definisce la base conoscitiva del territorio relativa ai dati e ai bisogni della popolazione e delle risorse pubbliche e private disponibili e attivabili

- supporta l'individuazione dei "punti di forza e di debolezza", nonché dei "punti di sviluppo" per aree di intervento,

- formula proposte al tavolo politico

- elabora la bozza del Piano di zona sulla base degli obiettivi e delle priorità individuate

- supporta il tavolo politico nella fase di allocazione delle risorse

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- collabora all' individuazione degli strumenti di valutazione dei risultati

- coordina i tavoli tematici di area

- promuove la costruzione e il governo della rete,

- promuove la gestione degli atti conseguenti all'approvazione del Piano di zona.

Il Tavolo tecnico è coordinato da un Referente di Piano e nelle sue funzioni si avvale degli uffici degli enti di appartenenza dei soggetti presenti e del prodotto dei Tavoli tematici.

L’Ufficio di Piano identifica un gruppo di lavoro con funzioni di Nucleo di valutazione, con il compito di strutturare un sistema di monitoraggio, verifica e valutazione relativo agli aspetti di programmazione ed attuazione del Piano di Zona, in collaborazione con gli attori coinvolti nel percorso concertativo.

Articolo 11 – I Tavoli di Area Tematica Si costituiscono, con la partecipazione dei soggetti di cui all’art.2, c.2 della L.R. 1/2004, suddivisi per aree tematiche e sono la sede in cui si attua la programmazione partecipata e l’elaborazione concertata di progetti e interventi che comportano la messa in rete di responsabilità e risorse aggiuntive, esercitando le funzioni di:

- promuovere la conoscenza dei vari interventi posti in essere da parte dei vari soggetti attivi nel sistema territoriale e chiamati a collaborare nel processo di costruzione del Piano,

- collaborare nella raccolta dei dati, delle informazioni e dei bisogni del territorio per costituire la base conoscitiva,

- collaborare nell’individuazione dei punti di forza e di debolezza, nonché alla definizione delle priorità e delle esigenze di sviluppo nelle rispettive aree di intervento,

- formulare proposte di azioni progettuali e allocazione di risorse. Articolo 12 – Conferenza di Piano La Conferenza di Piano è costituita dall’assemblea plenaria dei soggetti che partecipano al percorso di programmazione del Piano di Zona e sono componenti attivi del sistema integrato di interventi e servizi sociali. È attivata dall’Ufficio di Piano quale atto di informazione, valutazione, promozione allargate delle attività relative al Piano di Zona. Assume un ruolo chiave nella valorizzazione e promozione della strategia locale connessa alla rete dei servizi e degli interventi sociali. Articolo 13 - Accordi e documenti attuativi del Piano di Zona Gli accordi di programma, le convenzioni, le collaborazioni con enti pubblici, organizzazioni private, soggetti del Terzo Settore, vigenti alla data di approvazione del presente Accordo, sono recepiti quale parte essenziale per la realizzazione del Piano di Zona, mantenendo la loro validità fino alla scadenza naturale.

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Articolo 14 – Durata. Il presente Accordo ha durata corrispondente ai periodi di programmazione indicati dalla Regione Piemonte; esso si concluderà comunque, ad avvenuta ultimazione dei progetti e delle azioni previste nel Piano di Zona allegato, entro il 31 dicembre 2007, fatto salvo il mantenimento delle risorse trasferite da parte della Regione Piemonte. In ogni caso, nelle more dell’approvazione del prossimo Piano di Zona, il Piano di Zona mantiene la sua validità, nei limiti delle risorse messe a disposizione dei rispettivi enti sottoscrittori. Articolo 15 - Procedimento di arbitrato Le vertenze che dovessero sorgere fra le Parti che sottoscrivono l’Accordo di Programma e che non possano essere risolte conseguentemente in via amministrativa, saranno definite da un Collegio di cinque arbitri, di cui uno nominato dal Tribunale di Torino, con funzione di Presidente ed quattro in rappresentanza delle parti. In caso di disaccordo sulle nomine provvede il Tribunale di Torino Articolo 16 – Norme di rinvio Per quanto non previsto dal presente Accordo di Programma, si rinvia alla vigente disciplina dell’Accordo di Programma di cui all’art. 34 del Testo Unico delle leggi sull’Ordinamento degli Enti Locali, approvato con D. Lgs. 267/2000. In fede ed a piena conferma di quanto sopra, le parti sottoscrivono come segue:

ENTE LEGALE RAPPRESENTANTE FIRMA … … …

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